QUALCHE DOMANDA (CIRCA 200) SULLA CALABRIA
C’è una strana aria che si respira nella ex–Italia. Non è una bella atmosfera. Tutti siamo in attesa che accada qualcosa, anche se in molti cercano di non darlo a vedere. Traggo spunto dalla Voce delle Voci per dirvi che il nostro meraviglioso Paese è martoriato dalla brutalità e dalla ferocia anti–italiana di questa classe politica totalmente esautorata, perché affogata letteralmente di miliardi, con ricatto individuale frontale diretto e individuale del 90 per cento dei parlamentari. I cosiddetti immigrati non si toccano perché sarebbe razzismo, secondo il Vangelo antifa–quadrisex–immigrazionista! Un terzo di costoro ricoprono cariche dirette o indirette in Francia (cattedre, incarichi governativi, Consigli di amministrazione di banche francesi che controllano banche e assicurazioni italiane, motoristica italiana, acque minerali italiane, distribuzione italiana, porti italiani, aree di pesca al nord della Sardegna) in forza di trattati votati nella generale indifferenza opinione pubblica impegnata nel tentativo di sterminare e far divorare dalle cavallette, i cosiddetti populisti, che hanno la sfacciataggine di non allinearsi proni al politicamente corretto. Forse gli oppositori avrebbero il diritto di dissentire, di dire not in my name al pensiero unico degli onusti della verità. Il resto delle ricchezze italiane sarà venduto a due soldi quando l’Italia sarà stremata, distrutta e incapace di reagire tramite l’arma del cosiddetto Covid–1984 e la depressione economica ultradecennale a tasso zero propugnata dai pretoriani della Unione europea. Un rigorismo a marchio franco-germanico, giustificato dalla salvaguardia dei conti pubblici dei Paesi membri, anche a costo di provocare oltre duecento milioni di disoccupati.
L’emblema della totale impotenza della nostra cricca politica ce lo rivela il caso Calabria. Questa bellissima regione dalla natura, ancora bella e selvaggia nonostante gli scempi di una velleitaria politica industriale a marce forzate, ha gli stessi problemi sorti dalla unità d’Italia ad oggi. Non è cambiato niente. Il territorio è più o meno controllato da centinaia di jeep dei carabinieri che ogni mattina si spargono nel territorio con gli effettivi attrezzati con equipaggiamenti utilizzati nelle zone di guerra della ex Jugoslavia, in Nord Africa, nei Balcani, in Afghanistan. Perché la Calabria ha questo strano destino? Perché in Calabria non attecchisce alcuna iniziativa economica? Perché le attività economiche attuali stanno morendo una dietro l’altra? Strano perché nessun parassita arriva ad uccidere l’organismo ospite, ma la ‘ndrangheta non reagisce più silente che prìa. Forse i proventi criminali, da lungo tempo, non sono quelli classici rivenienti da estorsione, dal pizzo, dalle tangenti, dall’usura, dagli appalti, dal traffico da organi umani, dagli stupefacenti, dalla distribuzione di farmaci contraffatti, dalla prostituzione, dalla immigrazione clandestina-Ong? E allora, domanda da un miliardo di dollari: come continua a guadagnare la ‘ndrangheta senza la prevalenza di questi canali classici? Questa domanda ha il grandissimo rischio di suscitare una risposta inquietante. Una risposta di cui nessun fornitore di informazione di terra, di mare, di aria ha voluto fare cenno: come continua a guadagnare la ‘ndrangheta se questi “canali” sono in ribasso?
È stato detto da più parti e, soprattutto dal procuratore generale Nicola Gratteri, che qualcuno dovrebbe domandarsi perché questa regione sia stata sottoposta a ben dieci anni di commissariamento! Perché? Nessuno tocca le questioni vere. Nessuno. Centinaia di dibattiti, di discussioni televisive, di articoli di fondo, qualche libro, una menzione svogliata del Governo centrale, una battuta esangue dell’effervescente inquilino del Colle. Tutto qui. A qualcuno è venuto in mente che questa regione, proprio questa, non debba essere destinata a rimanere in eterno nello stato comatoso in cui si trova da oltre un secolo? A qualcuno è venuto in mente che vanno individuati i responsabili di questo immobilismo quasi secolare anche e soprattutto all’esterno del territorio italiano? A qualcuno, e più di uno, è venuto in mente che tali “condizionamenti” provengono dai diktat di una potenza militare e guerrafondaia di oltre Atlantico? Soprattutto, perché questi diktat durissimi?
Andiamo per ordine. In molti fanno finta di dimenticare e di insabbiare il ricordo che ci riporta alle vicende della denuclearizzazione delle armi requisite alla Siria, sotto la presidenza di George Walker Bush e poi del Nobel per la Pace, Barack Obama e trasportate in Calabria, nello specifico nella città postindustriale di Gioia Tauro. In questa città allignano strutture operative della Nato e della Nsa. Che compiti hanno la Nato e la Nsa in Calabria? Nel passato hanno denuclearizzato scorie e armamenti degli Stati canaglia. Nessuno sa – ufficialmente – cosa stanno facendo adesso. I costi titanici della denuclearizzazione per numerosi miliardi dove sono finiti? Chi se li è spartiti? Nessuno vuole fare domande alle strutture Usa e Nsa o ha tentato di indagare sulla ‘ndrangheta. Si tratta di somme che non sono sfuggite a nessuno: ex banca centrale, strutture ispettive della borsa, dell’antiriciclaggio, varie Authority, procure varie, servizi segreti nazionali, Usa, arabi, russi, israeliani, francesi, Guardia di finanza, ex ufficio I dei carabinieri. Perché una omissione così endemica? Per ordini superiori esogeni, la Calabria deve rimanere una landa deserta. La copertura del commissariamento ultradecennale era perfetta.
Perché questa copertura è saltata proprio adesso? Le risposte esistono, ma vanno cercate ai livelli “giusti” e poi diffuse. La Calabria deve somigliare ad una Area 51, da riutilizzare come rampa di lancio di scaramucce elettroniche contro la Russia e i Balcani? Quindi, questa area non deve avere sviluppo economico: troppo traffico di persone e cose da controllare. Non deve avere troppo turismo, troppa gente da controllare; non deve avere troppi transiti di mezzi commerciali: troppi mezzi da ispezionare; non deve avere università di spicco: troppi dibattiti da censurare; non deve avere magistrati troppo intraprendenti: possono alterare equilibri non negoziabili. Nessuna Commissione parlamentare si è posta la domanda di cosa accade dentro queste basi americane a Gioia Tauro. Molti di costoro sanno benissimo tutto, ma preferiscono accusare la ‘ndrangheta: è più facile e credibile! Forse le ridette “strutture” hanno lo scopo di far partire in tempi record e, alla diramazione di un certo comando, la guerra Haarp ed elettronica contro la Russia? In questo caso la Calabria ha preso il posto del Friuli per le pressioni di Austria e Germania che non volevano rogne sotto casa. Infine, va trovata una risposta: quali sono i nuovi canali di guadagno della ‘ndrangheta che non può – per ora – fare conto sui vecchi proventi sopra elencati per difetto? Questa potente organizzazione criminale sembra non aver sentito il contraccolpo della caduta di proventi. Forse ne aveva altri veri e questi classici erano solo una copertura?
Possibile che non ci sia qualcuno che vogli occuparsi, seriamente, del riciclaggio di immense somme di denaro contante alla faccia degli anti–riciclaggi farsa che sono utilizzati per massacrare i cittadini italiani che producono ricchezza con il proprio lavoro, che ora non c’è nemmeno più. Il nodo resta la destinazione di somme riciclate sotto la copertura di attività criminali “classiche”, ora in caduta libera. Dove vanno a finire queste somme ciclopiche? Chi devono finanziare? Forse mercenari e conflitti regionali per sterminare e sfiancare Stati canaglia che si oppongono alla installazione di sussidiarie Rothschild, Sachs, Warburg nel loro territorio? Sono destinate al sostegno di nuove “rivoluzioni colorate” per destabilizzare il pianeta in misura maggiore? Il crocevia di tutto questo e l’area semideserta delle Calabrie. Per questo, tutto deve rimanere come è. Ufficialmente, ricorre ancora la vulgata deviata della “questione meridionale”, delle colpe della ‘ndrangheta, con qualche squarcio sulla storia della annessione della penisola allo staterello sabaudo che nessuna cancelleria europea voleva riconoscere. Le risposte a questi numerosi interrogativi che dovrebbero occupare le indagini della magistratura, delle sette polizie italiane, dei servizi segreti, delle Autorità di vigilanza dei flussi finanziari come Gdpr (General data protection regulation), antiriciclaggio, antimafia. Tutti zitti. Adesso c’è l’ordine di parlare a martello del Covid–1984 per 75 ore al giorno- Forse ho scritto il copione di un “corto” di fantascienza, forse. Ne riparleremo, sperando (vanamente) che ci sia qualcuno che si prenda da briga di trovare risposte plausibili a queste domande.
FONTE: http://opinione.it/editoriali/2020/11/20/manlio-lo-presti_italia-calabria-covid-razzismo-ue-commissariamento-gratteri-usa-ong-haarp/