RASSEGNA STAMPA DETTI E SCRITTI
12 SETTEMBRE 2022
A cura di Manlio Lo Presti
Esergo
Vedere gli uomini in trasparenza finché veramente scompaiono.
ELIAS CANETTI, Il cuore segreto dell’orologio, Adelphi,1987, pag. 108
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SOMMARIO
SI E’ SPENTA L’AFFAMATRICE DI POPOLI E PROPRIETARIA DEL BRITANNIA
Ai partiti l’astensionismo fa comodo
Con i mega-profitti che riceve da ENI, lo Stato potrebbe salvare l’Italia
A darvi fame e freddo lo fanno apposta
Tetto al prezzo del gas: ecco perché è una farsa propagandistica
Il Grande Reset
Suor Teresa, matrigna di Calcutta
Estetiche inquiete. Trasgressioni codificate per lo spettacolo globale
La Gran Bretagna può rompere il feudalesimo o il grande ripristino di re Carlo rimarrà incontrastato?
Mangiare insetti mentre ci congeliamo nell’oscurità
L’avar del Colle firma il foglio presenza
I quattro interessi degli Stati Uniti sulla questione Taiwan
L’ignoranza è speranza
Perché, per le Nazioni Unite, un solo massacro in una moschea è molto peggio degli innumerevoli massacri perpetrati nelle chiese?
La Regina sapeva tutto da quattro anni.
Twin towers
Pericolo: la Cina può creare dei cloni digitali dei cittadini americani
La minaccia Tik Tok
“Non facciamo domande, le domande sono offensive”. L’inquietante satira sul pensiero unico di un comico australiano (Video)
Caro Porro, perché nessuno parla del nigeriano che ha massacrato un cinese?
ECCO A VOI VE.R.A.: L’ALGORITMO DEL TERRORE CHE SCOVA I “PROBABILI” EVASORI
Un italiano su tre non pagherà la bolletta del gas entro Natale. Se l’indagine Coop è realistica, sarà un disastro epocale
La BCE non aiuterà le società energetiche vicine al fallimento. Rischi per gli utenti
Sessant’anni di Europa
Sunday: “Carlo d’Inghiterra ricevette fondi dai Bin Laden”. Ma Clarence House contesta
Putin, i funerali di Elisabetta II e quel messaggio all’Occidente
Conduttore argentino festeggia la morte della regina Elisabetta in diretta tv con brindisi e…
Maria Zakharova: «Italia spinta al suicidio economico da Usa e Ue»
Mattarella ha chiamato Giorgia…vuole due ministri suoi
Urso negli Usa per spingere Meloni: “In politica estera continuità con Draghi”
Leonardo Donno: «Draghi, il migliore dei migliori, si è rivelato un bluff. Non è stato un toccasana»
Il piano B di Repubblica: come bloccare il centrodestra dopo il voto
L’astrofisico: il clima terrestre cambia da sempre e non ha nulla a che fare con l’uomo.
Il vostro robot “Roomba” vi sta spiando? Vi sono dei sospetti sulla società del gruppo Amazon
EDITORIALE
SI E’ SPENTA L’AFFAMATRICE DI POPOLI E PROPRIETARIA DEL BRITANNIA
9 Settembre 2022 Redazione La www.Pekoranera.it
di Manlio Lo Presti (scrittore esperto di sistemi finanziari)
La caratteristica principale della propaganda è quella di essere somministrata alla popolazione per blocchi di argomenti, lanciati a ripetizione in infinite varianti, come faceva la pubblicità di un noto aperitivo, il cui nome veniva martellato decine di volte in pochi minuti. Con questo sistema ci siamo sorbiti la psychotreccina, la psychopandemia, la psychovairola (vaiolo della scimmia), la psychoucraina, la psychoecologia. Adesso veniamo affogati nella psychowindsor. Amici e nemici sono accomunati nella giaculatoria rievocativa debitamente pastorizzata, infarcita di filmatini ed immagini in bianco e nero della sovrana eterna. Saremo investiti da una viscosa melassa mediatica alla quale possiamo opporci solo chiudendo tivù ed accesso alla rete per un certo tempo. Va seguito il metodo della resistenza passiva adottata dal Mahatma, e con ampio successo. Esercitare lo sciopero bianco. Rallentare, diluire, temporeggiare …
Questo improvvido profluvio di notizie pastorizzate per suscitare la lacrimuccia, tramite servizi televisivi e giornali scandalistici, ha il compito di nascondere questioni di importanza superiore. La gente deve essere distratta dal fatto che la trapassata è stata la proprietaria del panfilo Britannia, che attraccava nella rada di Civitavecchia il 2 giugno del 1992. Quindi ha dato esplicita autorizzazione al suo utilizzo, debitamente notiziata dai servizi MI5 e MI6, soprattutto dal Secret Intelligence Service (SIS) collegato con l’ambasciata inglese vicino a Porta Pia a Roma: sede fatta saltare in aria il 31 ottobre 1946 dall’organizzazione paramilitare sionista Irgun Zvai Leumi, che ne rivendicava l’azione. E’ un fatto noto che il popolo non abbia buona memoria, né la cultura necessaria a ricordare che l’Inghilterra è ancora oggi il nostro nemico mortale, che tenta ripetutamente di azzopparci assassinando imprenditori, politici ed intellettuali artefici di una via autonoma. La linea strategica che guida questo lento massacro? Una frase del beneamato Churchill ce lo spiega: “chi controlla l’Italia controlla il Mediterraneo”. Non dimentichiamo che il ridetto Churchill chiese alla camera dei Comuni l’autorizzazione di prolungare i bombardamenti aerei in Italia, e per creare altri milioni di morti. L’odio viscerale degli inglesi si è manifestato tempo dopo e con profondo livore contro i nostri connazionali, quando qualche decennio fa l’Italia vinceva contro la nazionale inglese. I giornali dell’epoca scrissero ignobilmente: “La vittoria di trecentomila camerieri”. Sempre gli inglesi sono stati gli unici a non accettare i recenti verdetti dei vertici sportivi intentando una causa legale. Si tratta di un popolo che è incapace di perdere, ma chiede che gli sconfitti accettino in silenzio la loro sottomissione.
Abbiamo ancora aperta una questione, e senza una risposta decente: perché fu usato il panfilo Britannia di esclusiva proprietà della corona? (https://www.today.it/politica/draghi-britannia.html ) Perché i presenti sul naviglio non sono scesi a terra? Paura di attentati? Oppure lo scopo era quello di mettere sotto pressione psicologica gli italiani, rudemente convocati su un’area controllata dai banchieri anglosassoni? Perché utilizzare un mezzo navale della corona? Forse perché la corona regna sul serio e governa pure, direttamente e brutalmente. Il battello era quindi il segnale “qui comandiamo noi!” (https://www.ildubbio.news/2018/08/22/estate-92-la-crociera-sul-britannia-voluta-da-sua-maesta-che-privatizzo-litalia/ ).
Pochi ne sono coscienti, ma tutto quello che facciamo, pensando di essere furbi, navigati, cinici, tosti, smaliziati, risponde a percorsi simbolici millenari. Basta prendersi la briga, talvolta faticosa, di leggerli. La fotografia dove appare la regina ed il duca di Kent è un segnale di alta potenza, per coloro che sono in grado di capirlo. In forza del suo ruolo di capo assoluto della massoneria mondiale, il duca di Kent ha commissariato la Casata Windsor. Lo ha fatto capire senza dire nulla e stando in piedi sul balcone. Nulla può la ricchissima casata anglosassone contro il sinedrio massonico capeggiato dal ridetto duca. Deve solo obbedire. Se ne deduce che la casata è commissariata e sotto stretta osservazione. Perché? Forse è in corso un violentissimo scontro sotterraneo fra fazioni mondiali? Meglio parlare di calcio, di tv a pagamento e di un oceano di informazioni irrilevanti.
Il battello regale è un topos che afferma il predominio secolare degli inglesi sul mare: voi siete stati convocati in un luogo che noi controlliamo, manifestando il loro potere costruito sulla talassocrazia. Il battello poteva provenire da una flotta civile o, diversamente, essere un natante militare. Invece no. Il battello doveva essere quello posseduto dalla casata Windsor, come a dire che è l’Inghilterra, come un unicum sotto la monarchia, a decidere i destini dei Paesi occupati e da razziare metodicamente, anche con il ricorso alla forza: come poi è accaduto con la serie infame di attentati terroristici nella Penisola ai danni di tutti coloro che hanno tentato di dare all’Italia una propria via allo sviluppo economico e sociale.
La casata Windsor è stata rappresentata dalla passata regnante con mano dura e spietata, specialmente danneggiando il nostro martoriato Paese. Tutto questo non va dimenticato né occultato ipocritamente dalla prevedibile melassa ipnotica e pastorizzata che colpirà la popolazione italica, come al solito propensa alla lacrimuccia deamicisiana, e mai al recupero di dignità per costruire una propria via alla autodeterminazione.
FONTE: https://www.lapekoranera.it/2022/09/09/si-e-spenta-laffamatrice-di-popoli-e-proprietaria-del-britannia/
IN EVIDENZA
Ai partiti l’astensionismo fa comodo
“The Post Internazionale”. Mettiamo che chi scrive sia uno dei tanti italiani che non hanno ancora deciso se e per chi votare. Poi, però, sensibile al richiamo del dovere civico, questo elettore riluttante rammenta che nei vari collegi a ogni lista corrispondono uno o più candidati. Perciò pensa che se deve proprio turarsi il naso, che almeno la sua croce sulla scheda contribuisca a mandare in Parlamento un degno rappresentante dei bisogni dei cittadini. S’informa sui nomi di chi si presenta nella sua zona (mettiamo un quartiere periferico di Roma) ma, per quanti sforzi faccia, gli risultano tutti dei perfetti sconosciuti. Si potrà obiettare che, come la maggior parte degli italiani, il nostro elettore incerto non segue abbastanza le cronache politiche. Oltre, probabilmente, a non essere sufficientemente coinvolto nella vita della sua comunità. Può darsi, anche se a un esame più approfondito, quasi tutti i candidati in questione sono stati “paracadutati” dai rispettivi partiti, sulla base di complicate alchimie finalizzate a non turbare i delicati equilibri interni.
Insomma, come milioni di persone nelle sue stesse condizioni, il nostro eroe se la prende tranquillamente in saccoccia. Vedremo il 26 settembre quanto questo totale disprezzo della legge elettorale per la democrazia rappresentativa alimenterà il già profondo serbatoio del non voto. Resta il fatto che, al di là delle finte lamentazioni sul distacco tra Paese reale e Paese legale (uffa!), per il sistema partitico nel suo insieme l’affluenza alle urne ha un interesse pari a zero. Parliamo dei circa cinque milioni esclusi dal voto perché studiano o lavorano lontano dal Comune di residenza. O dei nostri compatrioti per sempre dimenticati all’estero. Anzi, meno sono i votanti e maggiore sarà il controllo dei sei o sette partiti ammessi al prossimo giro di giostra su chi fare eleggere. Non illudiamoci, a lorsignori questa progressiva desertificazione delle democrazia va più che bene.
Con i mega-profitti che riceve da ENI, lo Stato potrebbe salvare l’Italia
… E non lo fa
Ricevo e giro:
“Eni con l’aumento del prezzo del gas ha avuto un utile di 600 miliardi nei primi 6 mesi di quest’anno.
Eni è una compartecipata statale al 30,62% (oltre 4 % Ministero dell’Economia e finanze e oltre 26 % Cassa Depositi e Prestiti).
Quindi parte di quell’utile -180 MILIARDI– è dello stato italiano. Rido per non piangere, perché volendo dovremmo e potremmo riappropiarci anche dei 125 miliardi di euro destinati (regalati) al Mes (meccanismo europeo di stabilità, detto anche fondo salva stato), per cui un totale di 305 miliardi di euro!!!
Dunque, qual é la necessità di indebitarci con il prestito usuraio del pnrr (piano nazionale di ripresa e resilienza)… perché la riforma delle pensioni, perché una tassazione sicaria, stato, regioni, province, comuni?
Perché il cdx tace in merito a queste prevaricazioni assassine, perché il cdx alla stessa stregua del csx sguazza su come usare i fondi del pnrr, invece di rigettarlo e chiedere l’utilizzo dei nostri soldi; sì, perché sono soldi NOSTRI!!
Emilio Giuliana”
Siamo l’unico paese “europeista” fino alla morte (propria), i soli sanzionatori da suicidio:
Secondo Scaroni, “quando, in sede Nato, si è deciso di percorrere la strada delle sanzioni, al tavolo c’erano Paesi molto diversi: qualcuno, come gli Usa e la Norvegia, da certe strategie ha solo da guadagnare, altri invece ci rimettono moltissimo”..
Olanda e Norvegia guadagnano scandalosamente (e ricordiamo che Stoltenberg, il segretario della NATO, è norvegese, è stato capo del governo e viene indicato come prossimo capo della banca centrale nazionale). Spagna e Portogallo hanno ottenuto da Bruxelles esenzioni . La Germania paga il gas di Gazprom molto meno di noi, come ha rivelato un articolo di Federico Fubini d sul Corriere; e inoltre la società proprietaria del Nord Stream 2 ha rinviato di altri quattro mesi la propria liquidazione.
Austria e Repubblica Ceca, come noi danneggiate perché ricevono molto gas dalla Russia, almeno hanno visto manifestazioni e hanno imperativamente detto che vogliono continuare a riceverlo. Solo noi, popolo di pecore, ci lasciamo uccidere dal nostro governo che ha i miliardi per farci vivere.
Solo un piccolo appunto all’accusa di E. Giuliana al centro-destra, che “sguazzerebbe” come il centro-sinistra nella voglia di usare il pnrr. I politici del centro-destra , semplicemente, quasi certamente non sanno che i profitti ENI girati allo Stato ammontano a tanto, 180 miliardi. Io stesso non lo sapevo. Adesso però lo sanno, se vogliono leggere questo articoletto, l’accusa diventa vera. Per aiuti sulle bollette, il governo Draghi ha stanziato una micragnosa dozzina di miliardi; per confronto, Liz Truss, il nuovo capo del governo inglese, hastanziato 150 miliardi di sterline
Per completare le voistre nozioni, leggete anche
Tetto al prezzo del gas: ecco perché è una farsa propagandistica
FONTE: https://www.maurizioblondet.it/con-i-mega-profitti-che-riceve-da-eni-lo-stato-potrebbe-salvare-litalia/
A darvi fame e freddo lo fanno apposta
È molto semplice e molto lineare. Non esiste alcuna crisi del gas. Salvatore Carollo, ex dirigente dell’ENI, lo spiega molto chiaramente. Il quantitativo di gas è rimasto lo stesso, non c’è mai stata una sua diminuzione. Il prezzo viene gonfiato artificialmente sul mercato di Amsterdam da dove noi importiamo il gas ad un prezzo enormemente più alto di quello venduto dalla Russia. Se noi volessimo, potremmo comprare il gas in altri mercati al prezzo di prima. E lo si può fare domani mattina. L’inflazione del gas è una truffa e i nomi di coloro che la stanno portando avanti sono Ursula von Der Leyen, Mario Draghi, Roberto Cingolani e tutti i partiti che hanno sostenuto e sostengono il governo caduto di Mario Draghi.”
75.595 morti e 21.867.757 infettati, in gran parte dopo i vaccini che aveva fatto credere avrebbero fermato l’infezione. L’Italia tra i paesi peggiori del mondo e ancora Speranza non è ancora andato a nascondersi … Perché dovrebbe
Con il rientro dalle ferie, tornano ad acquistare mascherine e gel igienizzanti per le mani.
Nella settimana dal 22 al 28 agosto gli importi derivati dalle vendite sono stati rispettivamente un milione di euro e 90.000 euro, pari a +20,4% e +8,1% in 7 giorni. Ma con vendite molto più basse rispetto allo stesso periodo di un anno fa: -58,9% per le mascherine e -49,1% per i gel.
Possono fare quello che vogliono non perché sono forti, ma perché hanno un popolo di pecore addormentate che segue i loro ordini a comando.
Traditori al potere – Mario A. Iannacccone
Traditori al potere, gente che lavora contro i propri popoli, nazionalismi esasperati creati ad arte in alcune zone e amore di patria spento completamente in altri. Una informazione di propaganda negli anni può fare questo e altro. Già capitato nella storia un tradimento generale ma non in questa scala, non con tutti i decisori assoggettati alla propaganda d’odio contro altri e all’odio di sé. Mettono un tetto al prezzo del gas russo e non a quello della borsa di Amsterdam che sta generando gli aumenti da anni e profitti record per le aziende energetiche che comperano al prezzo di 5 anni fa e rivendono dieci volte tanto: ennesima scelta criminale che non farà che peggiorare la situazione. Annunciano di voler alzare i tassi di interesse per far pagare di più mutui e soldi a famiglie e imprese in una situazione di inflazione alta per costi di materie prime (stagflazione, la peggiore situazione possibile). Non bisogna essere un economista per capire che non sono sbagli ma scelte. Non occorre essere esperto di “geopolitica” o collaborare con l’ondivago “Limes” per comprendere cosa sta succedendo da 4, 3 anzi 30 anni a questa parte. E noi siamo al centro. Che siano scelte imposte con ricatti e minacce o accettate con un sorriso non fa differenza: chi non è d’accordo si dimette. I nostri decisori non si stanno dimettendo in massa e quindi sono complici.
Tutto quanto sta capitando e l’ECONOMIA di GUERRA in cui si stanno infilando non è frutto di caso o incapacità. Gli incapaci sono stati scelti soltanto per eseguire, non hanno bisogno di capire. È tutto voluto e legato: crisi Covid, crisi energetica innescata a fine 2020, crisi ucraina tenuta sull’orlo dal 2014. ed esplosa nel 2022. Crisi e soltanto crisi. Non stanno facendo niente per disinnescare. Calcolano il prezzo dell’energia basandosi sulla borsa speculativa di Amsterdam e lo alzano artificialmente. Non fanno nulla per cercare un tavolo di pace con la Russia (che fa i propri interessi a differenza nostra come ogni paese del mondo e va trattata con timore non con disprezzo), anzi continuano a spingere per la guerra. Tutto voluto, tutto calcolato come dimostrano i documenti che hanno prodotto da 50 anni a questa parte (Club di Roma, Summit energetici, documenti World Economic Forum) prevedendo una grande crisi fra il 2020 e nel 2030. Nero su bianco. Abbiamo una classe dirigente e centri decisionali da cui dipendiamo, all’estero e in Italia che vogliono il nostro male, ci vogliono meno sani, meno numerosi, meno lavoratori, meno. Loro sanno perché. Ricordiamoli tutti in questa fase in cui apparentemente non possiamo nulla e elezioni-farsa incombono. Tutte le notti hanno un’alba, e in quell’alba ricordiamo i volti dei traditori che ci stanno governando. Sono tutti complici. Il parlamento è esautorato, la UE è in un caos attentamente creato, l’informazione si comporta sul modello del l’hitleriano “Völkischer Beobachter” nascondendo notizie di portata enorme e inventandole molte altre. Guardiamoli qua sotto, quelli dell’Unione della Morte Europea: vogliono portare all’inedia i popoli europei, colpevoli di avere una storia che non ha pari. Vogliono portaci al buio. Ma la notte passerà.
FONTE: https://www.maurizioblondet.it/a-darvi-fame-e-freddo-olo-fanno-apposta/
Il Grande Reset
Federica Francesconi 11 09 2022
Il Grande Reset, come lo chiamano gli ingegneri della nuova disumanità di Davos, ha avuto come punto di partenza l’autoattentato alle Twin Towers. La caduta delle Twin Towers sul piano simbolico rappresenta la caduta della Torre di Babele di biblica memoria. Ma attenzione! Dietro alla caduta delle Torri Grmelle ha operato un processo di inversione dell’archetipo, un’azione controiniziatica a tutti gli effetti che ebbe come fine il sovvertimento di un’epoca, il rovesciamento di un ordine per crearne uno nuovo, il Grande Reset appunto. Del resto, il motto degli architetti controiniziati non è forse ordo ab chao, ordine dal caos? Perciò, nell’immaginario controiniziatico degli architetti di Davos che mirano a sistituirsi a Dio, la distruzione delle due torri ha avuto come conseguenza la ricostruzione di un nuovo ordine fondato su presupposti distopici. Dal punto di vista degli epigoni di Hiram Abif è la grande vendetta contro Dio che in un tempo mitico aveva distrutto il loro sogno di fondare un mondo globalizzato con un’unica lingua. Ora il loro sogno si è avverato. Il mondialismo è divenuto realtà. Ma l’illusione dell’élite che il loro impero globalizzato sarà eterno si infrangerà con il fallimento del loro piano, fallimento che è già in azione con la creazione dell’asse Russia-Cina-India, cioè di un ordine multipolare contrapposto a quello unipolare. Il caos da loro evocato e attuato, infine, si rivelerà la pietra tombale del Grande Reset.
FONTE: https://www.facebook.com/1520773895/posts/pfbid0JYrNM7LHbg8XNJyELUpGBadMU1FGa6Jqynk9LrXxMuBfbhMCMo5QRtp721z7xFgtl/
ATTUALITÀ SOCIETÀ COSTUME
di Gioacchino Toni
«I Mäneskin sono il contributo italiano a questo nuovo mondo in cui tutto ciò che prima era rottura, negazione, malattia e perversione, è sempre più funzionale alle logiche dello spettacolo globale» (Nello Barile)
Dopo esserci soffermati sull’assorbimento dello street style da parte dei grandi brand della moda [su Carmilla] e sui rispettivi rapporti con social media e nuove tecnologie [su Carmilla], facendo nuovamente riferimento al saggio di Nello Barile, Dress Coding. Moda e stili dalla strada al Metaverso (Meltemi 2022), qualche ulteriore riflessione viene qua riservata al cortocircuito di rimandi che si è andato a determinare tra il look delle celebrità dello spettacolo – soprattutto della (video)musica –, quello giovanile ed il mondo della moda.
Nel suo ruolo di settore trainante dell’industria culturale moderna, il cinema si è sempre rapportato con le tendenze moda agendo contemporaneamente da registratore e da suggeritore. Se tradizionalmente ciò è avvenuto soprattutto attraverso l’immagine delle star, il cinema degli anni Novanta palesa lo schiacciamento dello stars system sul quotidiano; a differenza delle stelle degli anni trenta, i nuovi “quasi-divi” non abitano più l’Olimpo ma si trovano a «confrontarsi con il progressivo inglobamento dell’individuo comune nelle rappresentazioni mediali che hanno decretato il tramonto della società dello spettacolo […] e l’avvento di un sistema iperspettacolare, nel quale ogni spettatore è potenzialmente attore» (p. 101).
Reale, vissuto e strada si intromettono dunque nello spazio mediale ed il cinema non manca di testimoniare i «processi che hanno rivoluzionato la mappa degli stili di strada e la loro contrapposizione al sistema della moda ufficiale» (p. 101). Se a lungo l’abbigliamento di alta moda ha marcato «la separazione strutturale tra star e pubblico in virtù delle sue qualità straordinarie, oggi invece esso è sempre più un abito concreto, reperibile nei circuiti commerciali o, addirittura, nei canali di distribuzione alternativi» (p. 101).
Nel corso degli anni Ottanta si modifica anche il rapporto tra scena musicale – sempre più indissociabile dal video – e moda, tanto che, a partire da questo decennio, le nuove star della musica finiscono per sostituirsi ai vecchi divi del cinema nel ruolo di testimonial dei grandi marchi della moda in un sistema in preda a un cortocircuito di rimandi che vede stilisti derivare idee per le loro collezioni dall’abbigliamento degli adolescenti che a loro volta si ispirano alle star della musica mentre queste ultime, una volta scese dal palcoscenico, indossano le produzioni degli stilisti più alla moda.
La diffusione dei videoclip musicali e la successiva presenza sul Web di tutti i soggetti in questione ha drasticamente cambiato le modalità con cui il pubblico si rapporta all’estetica delle celebrità – e viceversa – rendendo la circolazione/condivisione dei codici sempre più frenetica e caotica in un contesto in cui, paradossalmente, la questione dell’autenticità sembra essere divenuta centrale nelle dinamiche del sistema moda del nuovo millennio, un’autenticità (più verosimile che veritiera) che necessita di essere costruita ricorrendo ad accattivanti storytelling (soprattutto) per immagini.
All’epoca delle prime rock star, che attingono dall’immaginario cinematografico della gioventù più inquieta e riottosa, l’interscambio tra il sistema della moda e l’immagine spettacolare del ribelle può dirsi abbastanza debole e casuale. L’immagine del primo Elvis, ricorda Barile, è stata ad esempio cerata da uno stilista specializzato nell’abbigliamento di derivazione zoot-suit per i giovani afroamericani, con cui il musicista viene a contatto frequentandone il negozio. Soltanto nella fase del tramonto la sua immagine abbandona la carica trasgressiva e provocatoria delle origini preferendo ricorrere a costumi di scena spettacolari, come le celebri tute dei concerti di Las Vegas realizzate da un nuovo stilista.
Se per la rock star statunitense il binomio moda-musica è volto a rimarcare la singolarità della celebrità potenziandone le caratteristiche di esclusività, per quanto riguarda la scena londinese il rapporto tra moda e musica si rivela decisamente più effervescente e complesso; numerosi sono infatti i soggetti che cooperano alla creazione della swinging London. Gruppi come i Beatles ed i Rolling Stones, tuttavia, sottolinea Barile, pur in maniera differente, si rapportano in modo originale tanto all’effervescenza delle subculture del periodo quanto alla moda più innovativa vicina al mainstream.
Anche in ambito statunitense si hanno esempi di reciproca influenza tra la scena musicale e moda; emblematico il caso dei Valvet Underground capaci di precorrere alcuni stilemi punk e post-punk. A condurre alle estreme conseguenze le premesse dello star-system formulate nel decennio precedente è invece l’eterogeneo fenomeno del cosiddetto glam-rock nella sua propensione ad estremizzare i tratti distintivi delle celebrità riprendendo meccanismi propri degli ambienti queer e drag.
È con il fenomeno punk che non solo diviene evidente il raggiungimento di un intreccio inestricabile tra abbigliamento, linguaggio, stile di vita, modalità di suonare e cantare ecc. ma anche, la sostanziale omologia tra il palco e la strada, tra band e pubblico, in una spettacolare oscillazione tra il “do it yourself” e il recupero al business del fenomeno. La devastazione creativa del punk ha presto finito per dare nuova linfa all’industria e all’immagine britannica; si pensi, ad esempio, a quanto rapidamente nelle strade londinesi alla paccottiglia per turisti incentrata su Her Majesty si sia affiancata quella relativa ai suoi detrattori. In cambio di qualche pound, ad ognuno il suo “God Save the Queen” made in England.
Per certi versi è proprio nel sapiente sfruttamento della deflagrazione punk che si pongono le basi della cultura dell’immagine audiovisuale che prende il via negli anni Ottanta, quando, d’altra parte, lo stesso punk, abbandonata – quando non esplicitamente ripudiata – la carica eversiva iniziale, con personaggi come Bob Geldof si sposta verso estetiche più edulcorate e sonorità più orecchiabili considerate più in linea con l’impegno etico solidaristico spettacolarizzato e funzionali all’ottenimento di un successo decisamente più allargato. In un tale contesto, il sodalizio con la scena musicale «ha procurato alla moda non solo tanta pubblicità, nuove idee creative ma anche dei veri e propri mondi di riferimento che hanno definito, nella confusione generalizzata del mercato, il posizionamento di alcune case» (p. 119).
A proposito dell’universo musicale più recente, Barile nota come, a parte qualche caso del passato in ambito progressive, non si sia mai data una conquista di credibilità internazionale da parte di un gruppo italiano come quella ottenuta nel giro di pochissimo tempo dai Mäneskin.
Nonostante lo storytelling circa la costruzione dell’identità del gruppo insista sul mito delle “origini di strada” è probabilmente nel suo passaggio ad X-Factor che si può individuare un punto di svolta capace di proiettare la band nello show biz internazionale. Il mito delle origini “di strada” è però funzionale a costruire quell’immagine di autenticità che nel panorama mediatizzato contemporaneo pare caratteristica irrinunciabile a quel processo di identificazione funzionale alle logiche dello spettacolo globale.
Saltano dunque i parametri, i confini, i generi attraverso cui valutavamo certi fenomeni musicali e di stile. Non solo la questione underground versus mainstream, superata ormai da anni, ma anche il modo in cui una attitude rock tipica negli anni Settanta e Novanta viene rilanciata proprio nel momento in cui il rock alternativo quasi scompare dagli ascolti della Generazione Z (soprattutto italiana), ormai sostituito da variegate forme di pop, trap e pseudoindie ecc. La loro partecipazione a Crudelia, spin off del vecchio classico disneyano ma anche un po’ Miranda de Il diavolo veste Prada, suggella questo momento critico in cui nulla è più come prima. La Disney e le piattaforme governano un immaginario globale fatto di star hollywoodiane e consumi per l’infanzia che si riposizionano per gli adulti (e viceversa), con brevi video che sostituiscono i vecchi trailer. Così i Mäneskin riadattano in chiave glamour la durissima e sadomaso I wanna be you dog degli Stogees, già rifatta in chiave noise dai Sonic Youth negli anni Ottanta. Nel video domina la nuova Crudelia di Emma Stone, a metà tra Marie Antoniette, Eyes Wide Shout e Lady Gaga. Sin dagli esordi nel mondo dei talent, il look dei Mäneskin è stato curato da Veronica Etro […], che ne ha esaltato la matrice non binary e gender fluid. Va detto che, nonostante gli innumerevoli paragoni con le star del glam-rock, da Bowie a Lou Reed, il dandysmo del leader esprime molto più un’androginia ossimorica in cui il massimo di mascolinità si assomma al massimo di femminilizzazione (un po’ in stile Perry Farrel dei Jane’s Addiction). I Mäneskin sono il contributo italiano a questo nuovo mondo in cui tutto ciò che prima era rottura, negazione, malattia e perversione, è sempre più funzionale alle logiche dello spettacolo globale (pp. 129-130).
FONTE: https://www.carmillaonline.com/2022/07/07/estetiche-inquiete-trasgressioni-codificate-per-lo-spettacolo-globale/
Il nuovo re d’Inghilterra in arrivo ha assunto i tratti e le disposizioni peggiori dell’oligarchismo e probabilmente non apporterà volontariamente alcun cambiamento positivo .
“London Bridge is Down” erano le parole in codice pronunciate dal segretario privato della regina Edward Young a funzionari di alto rango alla morte della regina Elisabetta II.
Questo codice è stato selezionato come parte di un protocollo più ampio soprannominato abbastanza stranamente “operazione Unicorn” per ragioni al di là della più sfrenata immaginazione di questo autore e che mette in moto una serie di azioni culminate nell’unzione del principe Carlo come nuovo re d’Inghilterra e il Commonwealth.
Per i canadesi che avevano pensato che non sarebbero più stati costretti a sopportare di guardare il loro Primo Ministro dichiarare servilmente i suoi giuramenti di fedeltà (e giuramenti di segretezza) a un monarca consanguineo seduto dall’altra parte dell’oceano , come era successo nel 2017 , saranno molto deluso. Il Parliamentary Oaths Act del 1866 del Canada richiede che entrambe le camere del Parlamento siano tenute a giurare fedeltà dopo la morte di tutti i monarchi in carica. Esatto, ogni singolo membro del presunto governo “eletto e democratico” del Canada deve dichiarare i propri giuramenti di fedeltà non al popolo oa una costituzione inesistente, ma a qualche linea di sangue familiare dall’altra parte del mondo.
Giuramenti simili saranno letti da funzionari eletti in ogni altro stato membro del Commonwealth Five Eyes.
Vale quindi la pena chiedersi, questa istituzione dei poteri ereditari che Carlo ha ereditato è solo un concerto cerimoniale senza alcuna reale sostanza o influenza dietro di esso?
Sebbene la maggior parte dei cittadini, compresi i sudditi britannici, ritenga che sia così, i fatti indicano una realtà molto diversa. E mentre ho affrontato questo argomento qui , qui e qui , alcune osservazioni aggiuntive devono essere aggiunte a questo importante argomento di seguito.
Il principe Carlo è appena diventato il più grande proprietario immobiliare del mondo
Questo potrebbe sorprenderti, ma la corona britannica sembra essere il più grande proprietario immobiliare del mondo con possedimenti per un totale di 6,6 miliardi di acri in Australia, Nuova Zelanda, Irlanda del Nord, Canada, Gran Bretagna e Isole Falkland.
Oltre alle “Crown Lands” e alle “Crown Corporations” che sono legalmente di proprietà del monarca della Gran Bretagna, un’organizzazione chiamata “The Crown Estate” è uno dei più grandi gruppi immobiliari del mondo. Descrivendo l’istituzione che invia il 25% dei suoi guadagni direttamente nella borsa del monarca ogni anno, Die Welt Business ha detto questo :
“The Crown Estate possiede proprietà in tutto il Regno Unito, da castelli e cottage a terreni agricoli e foreste, oltre a parchi commerciali e centri commerciali. Possiede più della metà dell’intera costa del Regno Unito, il che gli conferisce diritti d’asta di enorme valore per attività commerciali offshore, come i parchi eolici”.
La Crown controlla quasi l’intero fondale marino (e metà della costa) intorno al Regno Unito e qualsiasi azienda che desideri costruire mulini a vento offshore come parte del Green New Deal è costretta ad affittare i propri fondali marini dalla Crown Estate. È stato notato da Byline Times che la Corona diventerà “il più grande beneficiario dell’agenda verde del Regno Unito” che ha recentemente presentato un piano in 10 punti per una “rivoluzione verde” e una completa decarbonizzazione entro il 2050. Per chiunque sia confuso sull’esplosione dei prezzi di inefficienti fonti di energia in tutta l’Inghilterra, non andrebbero lontano senza apprezzare la sventura sovvenzionata dai contribuenti delle fattorie di mulini a vento.
Lo stesso principe Carlo ha dimostrato di non vedere di certo la Corona come un’entità simbolica ed è stato accusato di “lobbismo incontinente” nel 2013 quando sono state inviate decine di lettere personali (soprannominate ” Black Spider Memos “) a parlamentari e Primo Ministro pubblico dopo un’intensa lotta legale per mantenerli segreti. Il biografo ufficiale di Charles, Jonathan Dimbleby, ha persino scritto nel 2013 che dopo la successione di Charles alla Corona le cose sarebbero diventate molto più pratiche e ” che è in corso una tranquilla rivoluzione costituzionale “.
Il principe Carlo e il Grande Reset
Charles ha dimostrato questo approccio “più pratico” alla governance il 3 giugno 2020 quando è diventato il patron ufficiale del Great Reset del World Economic Forum e ha persino lanciato ufficialmente il progetto Tweeting out #TheGreatReset.
Sul suo sito web ufficiale , il principe ha lanciato il progetto dicendo: “Oggi, attraverso l’Iniziativa per i mercati sostenibili di Sua Altezza Reale e il Forum economico mondiale, il Principe di Galles ha lanciato una nuova iniziativa globale, The Great Reset”.
Alcune delle osservazioni del principe pronunciate al discorso del Great Reset del 3 giugno 2020 a Davos possono essere ascoltate qui:
Eco Guerriero Re di una Nuova Crociata
Carlo ha dimostrato quel tipo di entusiasmo per la decarbonizzazione del mondo che si tende a trovare solo in un fanatico religioso che si propone come l’eco-guerriero dei monarchi, un re crociato di una nuova religione, eccetto che invece dei musulmani in Terra Santa, i nostri nuovi eco-crociati legati a Davos hanno preso di mira l’anidride carbonica e la civiltà industriale, l’agricoltura e gli inutili mangiatori che la causano, come una minaccia velenosa che deve essere distrutta . Charles sembra vedersi seguire le orme del padre fondatore del WWF ( che notoriamente desiderava reincarnarsi come un virus per risolvere la sovrappopolazione ) come il nuovo portavoce principale per una trasformazione totale della società sotto un sacerdozio di governo verde del WEF.
Un’edizione di luglio 2022 di Australia’s Spectator ha adeguatamente caratterizzato l’attivismo misantropico del principe nei seguenti termini:
“L’ambientalismo di cui il principe ha deciso di occuparsi in attesa di salire al trono non è una specie innocua di piantagione di alberi apolitica o di attività di salvataggio delle foreste pluviali. Non sta abbracciando panda o finanziando santuari della fauna selvatica. Invece, si è impegnato in un’attività ibrida e in una rivolta politica che minaccia la sopravvivenza del sistema politico che è destinato a supervisionare. Oltre ad essere un tradimento del cittadino comune, le sue azioni rappresentano un fallimento nel suo unico dovere di futuro re: proteggere la monarchia costituzionale dal crescente fascismo climatico e dal globalismo”.
Naturalmente, sarebbe sciocco credere che Carlo fosse il suo uomo, ignorando l’armata di gestori, cortigiani e grandi strateghi bizantini più profondi che ruotano attorno alla Corona come un’istituzione a volte soprannominata “la Fonte di tutti gli onori”. La fonte di tutti gli onori è un termine ufficiale che denota l’idea legale che tutta l’autorità per gli affari pubblici e privati provenga dall’unica fonte della Corona e dalla sua stirpe ininterrotta.
La continuità è tutto per l’impero e l’importanza di mantenere istituzioni che trascendono le vite individuali è sempre stata un punto di grande preoccupazione.
In un mondo successivo al 1776 che iniziò ad avere un gusto per l’autogoverno, la libertà e la democrazia come una nuova modalità di autorganizzazione, la “stabilità” delle istituzioni ereditarie fu gravemente minacciata. Non sarebbe esagerato affermare che gli ultimi 250 anni sono stati modellati dallo scontro di questi due opposti paradigmi di organizzazione della società. Laddove un paradigma assume come ovvia l’esistenza di diritti inalienabili di tutte le persone, l’altro sistema presume che gli unici diritti inalienabili siano quelli detenuti da una classe dirigente oligarchica che desidera governare soggetti (alias: mangiatori inutili) i cui livelli di popolazione devono essere periodicamente abbattuti per una più facile gestione.
L’ipotesi che i diritti non possano essere concessi o negati da una stirpe superiore è veramente un anatema per qualsiasi sistema di oligarchismo, anche se si maschera dietro il costume di una specie di democrazia progettata per placare la plebe ma non consentire a loro o ai loro rappresentanti i mezzi per influenzare qualcosa di veramente significativo sulla loro realtà.
È evidente che il nuovo re d’Inghilterra in arrivo ha assunto i peggiori tratti e disposizioni dell’oligarismo e probabilmente non apporterà volontariamente alcun cambiamento positivo (o imparerà abilità utili nel mondo reale) senza essere tirato per la collottola.
Forse i cittadini britannici che sono stati nutriti da generazioni di propaganda reale si stancheranno finalmente del loro nuovo re guerriero verde prima che carestie di massa e morte per congelamento dilagano nel Commonwealth e decideranno di mettersi al passo con il 21 ° secolo e diventare una vera nazione.
FONTE: https://strategic-culture.org/news/2022/09/09/can-britain-break-from-feudalism-or-will-king-charles-great-reset-go-unchallenged/
BELPAESE DA SALVARE
La determinazione della NATO di farci congelare nell’oscurità e sopravvivere con intrugli a base di insetti di Hell’s Kitchen di Bill Gates merita la nostra urgente attenzione.
La determinazione della NATO di farci congelare nell’oscurità e sopravvivere con intrugli a base di insetti di Hell’s Kitchen di Bill Gates merita la nostra urgente attenzione. Perché i borghesi tedeschi si riducono a cercare legna nelle foreste ea strappare le assi dalle panchine dei parchi? Perché i polacchi, che vivono in un paese con vasti giacimenti di carbone, pagano prezzi esorbitanti per il carbone, ogni volta che possono ottenerlo? Che dire dell’Irlanda russofoba, che non ha riserve petrolifere di emergenza e che dipende per i suoi ricariche elettriche dalla Gran Bretagna, che dipende anche dalla Norvegia, che ha avvertito la Gran Bretagna di non poterle più sostenere? Congeleremo tutti nell’oscurità?
Perché Bill Gates, che è il più grande proprietario terriero d’America, ci dice di mangiare cibi sintetici ? Che cosa significa sostituire le nostre diete tradizionali con scarafaggi, cavallette e altri piatti più in sintonia con i palati dei topi che degli umani? Perché l’Irlanda sta massacrando il suo gregge nazionale e sta radunando i suoi umani nelle sue città, dove le multinazionali americane dettano gli affitti esorbitanti che devono pagare per vivere lì?
Per avere una prospettiva adeguata su tutto questo, dobbiamo guardarci intorno e guardare indietro nelle nostre storie, prima che i tassi di alfabetizzazione in declino indotti dalle politiche dei nostri governi annullino le nostre capacità analitiche residue. Per quanto possiamo essere appassionati di leggere le opere di Charles Dickens, Mark Twain e simili bigotti, la nostra capacità di leggere e comprendere è solo un’aberrazione storica, resa necessaria dalla necessità dei Robber Barons del diciannovesimo secolo per i loro Uriah Heeps di giocherellare con i libri. Senza una tale richiesta, le nostre donne vivrebbero ancora come gli Scriccioli del Curragh, quelle decine di migliaia di donne cattoliche irlandesi costrette a vivere come prostitute penny nelle siepi intorno alle basi dell’esercito britannico e dei loro cultisti anglicani mentre emigravamo a Mud Island a Dublino , che era un covo di depravazione così disperato che ispirò sia Bram Stoker e Sheridan Le Fanu per scrivere le loro storie dell’orrore su vampiri carnivori, rapitori di corpi e simili.
Più o meno lo stesso schema esisteva negli Stati Uniti, che assistettero a un carnevale di reazioni alla fine della Grande Guerra quando i Robber Barons e le loro forze dell’ordine della mafia si spaccarono il cranio per abbassare i salari. Sebbene questo modello sia cambiato dopo la fine della seconda guerra mondiale, ciò è stato fatto per tenere a bada l’Armata Rossa e per consentire agli Stati Uniti, che hanno tratto enormi profitti da quella guerra, di continuare a raccogliere profitti senza precedenti.
Questo è stato allora ed è qui che il World Economic Forum ha presentato i suoi piani rivisti per affrontare il panorama economico in evoluzione di oggi. Ed è quel piano, sostenuto dai muscoli della NATO, che spiega questo nuovo gusto emergente per mangiare gli insetti e gli avanzi di Bill Gates, qualcosa che le Filippine con il loro piatto di pagpag , hanno sperimentato mentre erano sotto lo stesso giogo americano che ora minaccia tutti noi.
Guarda gli agricoltori di Paesi Bassi, Belgio e Germania il cui grido di battaglia è “No Farmers! No cibo!” Quegli agricoltori e tutti come loro sono stati condotti lungo il sentiero del giardino della NATO e hanno dovuto investire pesantemente in macchinari in modo che fossero efficienti (e indebitati fino alle branchie). Ma, poiché Tesco e Walmart della NATO hanno dichiarato ridondante quel modello, sono fregati.
Quei contadini e tutti come loro devono i loro mezzi di sussistenza e i mercati che servono a Fritz Haber , il patriottico ebreo tedesco, che ha inventato il gas nervino, lo Zyklon B e, naturalmente, il processo Haber-Bosch che, consentendo la sintesi su larga scala di fertilizzanti ed esplosivi, ha reso possibile la nostra attuale era di abbondanza di cibo. Mettere fine all’agricoltura nei paesi del Benelux e in Germania boicottando i fertilizzanti russi a favore dell’Agenda verde di Klaus Schwab pone fine a quell’abbondanza agricola di cui europei, americani e srilankesi hanno goduto dalla seconda guerra mondiale.
Poiché Macron, Truss e gli altri finti leader europei americani hanno tutti sottoscritto questa strategia e poiché agli attori della crisi di Extinction Rebellion è stato permesso di distruggere la società produttiva come parte di questo progetto NATO, considerarlo un affare fatto.
Ma, dici, il giovane Declan questa volta è andato davvero fuori di testa, comprandosi una serie di teorie del complotto (sic) , ognuna delle quali è più bizzarra di quella precedente. Ahimè, non è così. Questa è la conclusione dell’evidenza davanti a tutti noi. È coerente non solo con i piani aziendali dichiarati del World Economic Forum, ma anche con quelli della NATO e dell’UE. Wall St e la City di Londra devono ottenere profitti costantemente elevati per fare il meno possibile. Questi profitti possono essere raggiunti solo espandendosi in paesi come l’Iran, la Russia o la Cina, dove bevono troppo tè per i gusti della Coca Cola o abbassando i costi interni stringendo ancora un po’ i servi della gleba occidentali indebitati.
Il fatto stesso che nel menu ci sia, per così dire, il consumo di insetti dimostra il successo di questa politica. Gli europei sono rassegnati al calo del tenore di vita, dove molti, se non la maggior parte di loro, mangeranno, come mangiavano i mendicanti di Smokey Mountain , prima di essere ammassati in chiese o pub finanziati dal governo per stare al caldo in questi centri di calore ispirati agli americani per la notte, con aggiornamenti di Meghan Markle, Clown Prince Zelensky e Greta Thunberg che si lamentano del fatto che le loro dure vite sono l’unico intrattenimento leggero fornito tra un notiziario e l’altro che ci dicono quali marci sono i russi.
E proprio come Smokey Mountain, avremo suore e i loro cloni che offriranno un aiuto di base ma non molto altro perché, se dovessero sfidare queste palesi iniquità, si prenderebbero, come tanti prima di loro, un proiettile in testa. E così la spirale discendente continuerà, con l’emergere di nuovi cicli di povertà che fanno sembrare la miseria combinata dei livelli infernali di Dante un campo di villeggiatura.
E questa spirale discendente non può essere attribuita all’aumento dei prezzi di Putin perché non esiste una cosa del genere. Contrariamente a quanto dice l’idiota Primo Ministro irlandese, lui e il suo governo sono, come i cloni americani altrove, i principali responsabili dei massicci aumenti dell’indice dei prezzi al consumo aumentando i propri stipendi e le proprie spese, consentendo alle multinazionali americane di distorcere i prezzi degli affitti, chiudendo i nostri impianti di fertilizzanti e cedendo i nostri sovranità alimentare ed energetica. Certo, il buttero che segna il paese con Tesco, Aldi, Lidl e altri supermercati di proprietà straniera aggiunge posti di lavoro a bassa retribuzione, ma loro e le loro interminabili sfilate del Trans Pride non sono di alcun beneficio netto né per l’Irlanda né per gli irlandesi, che Martin e il suo governo sgangherato hanno riportato indietro ad essere una nazione sgangherata di mendicanti semi-alfabetizzati.
Poi consideriamo la legge statunitense sulla riduzione dell’inflazione (IRA) recentemente approvata. Un aspetto significativo di tale legislazione è fornire sovvenzioni elevate per i veicoli elettrici (EV) prodotti negli Stati Uniti, mentre non ci sono sovvenzioni per i veicoli prodotti in Corea del Sud, che è tra i leader mondiali in quel campo controverso. Tali violazioni dei principi di libero scambio della NATO servono a mantenere lo zio Sam al posto di guida, a penalizzare chiunque, come la Corea del Sud, potrebbe minacciare quell’egemonia e al diavolo la lotta all’inflazione o qualsiasi altra cosa a condizioni che potrebbero turbare gli Stati Uniti o le decine di migliaia di agenti fiscali si sta armando per scuotere ulteriormente l’America Centrale.
E così, sorge la domanda su come quelli di noi che sopravvivono a questa apocalisse in corso possono riprendere le redini del potere e ricostruire meglio o, anzi, ricostruire del tutto. Se assumiamo che la NATO, dato che non può occuparli fisicamente, stia svolgendo un’operazione di contenimento con Iran, Russia e Cina, allora, come la NATO sa indubbiamente, la salvezza può venire solo da noi stessi e da coloro, come i siriani, gli yemeniti e i palestinesi, che hanno subito queste stesse ingiustizie per molto più tempo e in misura molto maggiore di quanto possiamo persino iniziare a immaginare.
Sebbene siano da lodare le buone monache che si occupano genuinamente dei poveri, la salvezza non verrà da loro, ma da quegli uomini e donne dal sangue rosso, che possono organizzare, educare e agitarsi come facevano i loro antenati durante l’ era delle leggi penali quando l’esercito britannico e i loro cultisti anglicani trattarono gli aborigeni irlandesi, che complottarono per vendetta alle loro Mass Rocks , molto peggio degli animali.
Poiché le agenzie di intelligence della NATO sanno tutto questo, sono determinate a cancellare tutti i perturbatori reali o potenziali, insieme ai loro centri organizzativi, nei loro piani aziendali. Testimone non solo le campagne di odio contro tutti i russi, iraniani e cinesi, ma anche l’esternalizzazione della censura a Facebook e organismi similmente contaminati. Testimone come Hunter Biden, Hillary Clinton, Extinction Rebellion, ANTIFA e altre risorse della NATO possono infrangere le leggi della NATO a piacimento e come i giornalisti australiani , russi e tedeschi siano i Cristi crocifissi di oggi.
Proprio come il vecchio ritornello era ciò che è buono per General Motors è buono per l’America, così è anche con il nuovo jingle della NATO che sostituisce Bill Gates per General Motors. Ma, sebbene Bill Gates possa essere un bene per l’America, non è un bene per gli americani, o almeno per quegli americani che non vogliono sopravvivere con la dieta di un topo di vermi e scarafaggi. Non so molto di Bill Gates, a parte il fatto che era così coinvolto nelle scappatelle di Orgy Island di Jeffrey Epstein che sua moglie gli è fuggita in totale repulsione .
Qualunque cosa su di te, non voglio che nessun amico di Jeffrey Epstein consigli a me, oa nessun altro, che dovrei mangiare scarafaggi, lumache e vermi. E non voglio nemmeno che nessuno dei politici che sono impegnati con la NATO, il World Economic Forum e Bill Gates mi consiglino su cosa posso sopravvivere perché, almeno per me, loro, piuttosto che gli onesti contadini del Belgio, dell’Olanda, La Germania e il Pakistan colpito dalle inondazioni sono il problema e non la soluzione.
Il problema, quindi, è come liberarsi dalla NATO, dal World Economic Forum e dalle loro legioni di apologeti e forze dell’ordine pagati. Il primo passo è dire Non Serviam , non servirò, per pensare globalmente ma per fare rete a livello locale per costruire un’alleanza di anime che la pensano allo stesso modo, che sono libere nel cuore e nella coscienza . Il secondo e non meno difficile passo è incanalare le proteste che stanno dilagando in Spagna, Italia, Porto Rico, Moldova, Pakistan, Bangladesh, Indonesia e Repubblica Ceca in un vettore organizzativo che rovescerà l’oppressione della NATO.
Ma questo è più facile a dirsi che a farsi poiché la NATO ei suoi alleati hanno tutte le fonti di potere vittime di bullismo o corrotte per sottometterle. Sotto il loro sistema, tutto ciò che possiamo fare è andare col cappello in mano come un mendicante a uno dei loro politici che rompono il potere o ai loro influencer dei media e sperare contro ogni speranza che miglioreranno le cose e trasformeranno le nostre zucche in decomposizione in carrozze luccicanti.
Ma questo, Cindarella, non è il modo in cui funziona la NATO. Poiché la NATO non ha più bisogno di noi, il World Economic Forum ci esclude e ci aiuterebbe volentieri a rimescolare questa spirale mortale in modo che possano impossessarsi dei nostri beni. Dato che noi sorelle brutte non siamo tra le loro parti interessate, dobbiamo essere come Lazzaro di un tempo e chiedere l’elemosina per avere ai loro piedi brandelli di vermi e lumache piuttosto che complottare su come capovolgere e poi ribaltare la situazione sulla NATO, il World Economic Forum, Gates, che von der Leyen blocca la testa e tutti gli altri che li servono.
Se la notte è più buia appena prima dell’alba, allora tempi migliori potrebbero ancora aspettarci per noi e, in effetti, per quei vermi che Gates si aspetta che noi sgranocchiamo. C’è, come in uno dei romanzi di Sheridan Le Fanu, uno spettro che attualmente perseguita l’Europa e non è lo spettro manicheo del comunismo ma, piuttosto, lo spettro di decine di milioni di manifestanti che invocano Macron, Martin, Truss, von der Leyen e gli altri nessuno che gli Stati Uniti usano per rapire l’Europa.
Ma quello, come si suol dire, è cibo per un altro giorno. Per ora, dobbiamo sputare i nostri manichini e sputare i vermi e altre cose su cui i media di Gates ci stanno svezzando. Non serviremo e siamo sicuri che non soffocheremo con vermi e torta di vermi mentre ci congeliamo al buio.
FONTE: https://strategic-culture.org/news/2022/09/07/eating-insects-as-we-freeze-in-dark/
L’avar del Colle firma il foglio presenza
Manlio Lo Presti 10 09 2022
L’effervescente e felpatissimo avatar del Colle si è subito affrettato a firmare il foglio presenza all’ambasciata GB.
Poi ci sorprendiamo che gli angloamericani ci trattano da servi. BASTAVA UN TELEGRAMMA.
Rassegniamoci: la ex-italia è uno staterello vassallo che esiste per pagare interessi su un debito pubblico che non deve essere rimborsato
Il resto è nebbia in bottiglia
CONFLITTI GEOPOLITICI
I quattro interessi degli Stati Uniti sulla questione Taiwan
La speaker della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti, Nancy Pelosi, arrivata oggi a Singapore per la prima tappa del suo tour in Asia che la porterà anche in Malesia, Corea del Sud e Giappone, potrebbe essere già domani sera a Taiwan.
Una provocazione bella e buona nei confronti della Cina che ritiene – a giusta ragione – l’isola un proprio territorio.
La scelta di visitare Taiwan in questa fase storica appare davvero immotivata e provocatoria.
Quali sono gli interessi strategici degli Stati Uniti su Taiwan?
Secondo Jin Carong – professore alla School of International Relations, Renmin University of China, esperto di questioni americane – intervistato da Guancha, sono quattro i punti di interesse degli Stati Uniti:
«Il primo grande interesse è cercare di contenere la Cina continentale nella prima catena di isole controllando Taiwan. La situazione geografica della Cina è in realtà molto strana: la superficie terrestre è di quasi 10 milioni di chilometri quadrati, l’area d’acqua del mare interno e del mare di confine è di circa 4,7 milioni di chilometri quadrati e ci sono 7.600 isole grandi e piccole nel zona di mare. Si scopre che abbiamo un’idea sbagliata che la Cina sia un paese continentale, ma in realtà la Cina è un paese complesso terra-mare. Tuttavia, abbiamo un posto imbarazzante in mare, cioè siamo sigillati nella prima catena di isole composta da Giappone, Corea del Sud, Taiwan e Filippine. Se Taiwan torna nella madrepatria, la prima catena di isole sarà completamente spezzata e la Cina affronterà l’Oceano Pacifico.
Il secondo grande interesse è quello economico. Taiwan ha ancora un certo valore economico per gli Stati Uniti.Oltre ai semiconduttori, Taiwan è anche l’8° partner commerciale degli Stati Uniti (dati 2021).
Il terzo grande interesse è che Taiwan è considerata un “modello di democrazia” dagli Stati Uniti e gli Stati Uniti così sperano di influenzare lo sviluppo politico della Cina continentale sostenendo Taiwan.
Il quarto grande interesse è quello che ha esposto Ray Dalio, ed è legato alla credibilità strategica degli Stati Uniti. Alcuni statunitensi pensano che gli Stati Uniti abbiano un impegno nei confronti di Taiwan: se questo impegno non può essere mantenuto, perderanno la faccia e in futuro non sarà facile andare nell’arena internazionale».
Ragionando sulle motivazioni che spingono Nancy Pelosi a volersi recare a Taiwan, Mike Chinoy, ex direttore dell’ufficio della CNN di Pechino e ricercatore senior presso l’Istituto USA-Cina della University of Southern California, su Foreign Policy scrive: «Dobbiamo porci una domanda preoccupante: cosa spera di ottenere esattamente Pelosi? Vuole chiaramente mostrare il suo sostegno a Taiwan, ma le sue attività non sembrano essere correlate alla più ampia strategia statunitense, come promuovere il coordinamento e la cooperazione degli Stati Uniti con gli alleati regionali per contrastare le minacce di Pechino, o incoraggiare Taiwan a imparare le lezioni della guerra in Ucraina per migliorare le proprie capacità di difesa. Poiché la Casa Bianca ha inviato messaggi contrastanti, anche la visita di Pelosi a Taiwan sembra essere stata condotta con poca comunicazione o coordinamento».
Quindi, continua Chinoy, «la prevista visita di agosto a Taiwan sembra essere in gran parte simbolica piuttosto che pratica. Questo è un altro scatto in posa di Pelosi, il cui scopo è quello di pungere i cinesi come in passato. Ma questa volta, a differenza dell’ultima volta, se la situazione dovesse degenerare adesso, il popolo di Taiwan – e forse l’esercito statunitense che l’ha portata lì – ne subirà le conseguenze».
Il ministero degli Esteri cinese ha infatti fatto sapere che una eventuale visita a Taiwan, che la Cina rivendica a ragion veduta come parte del proprio territorio, da parte del “funzionario numero 3 del governo degli Stati Uniti” non sarebbe priva di conseguenze, ma sarebbe considerata piuttosto ‘«una grave interferenza nella politica interna cinese».
La Cina torna dunque ad avvertire gli Stati Uniti che l’Esercito Popolare di Liberazione cinese «non starà mai a guardare». Il portavoce del ministero degli Esteri, Zhao Lijian, ha parlato di «contromisure risolute e forti per difendere la propria sovranità e integrità territoriale».
Il gioco vale la candela per l’impero declinante statunitense?
FONTE: https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-i_quattro_interessi_degli_stati_uniti_sulla_questione_taiwan/82_47016/
CULTURA
L’ignoranza è speranza
Nel cosmo immaginario de Il Signore degli anelli, il capolavoro narrativo di John R. R. Tolkien pubblicato tra il 1954 e il 1955, i palantíri sono sfere di cristallo fabbricate dagli Elfi di Valinor «in giorni così lontani che il tempo non può misurarsi in anni» per osservare e comunicare a distanza. Le sfere potevano collegarsi tra di loro (esisteva anche un «server» centrale che le controllava tutte, il palantír custodito nella Cupola di Stelle, a Osgiliath) e persino mostrare eventi lontani nello spazio e nel tempo, da cui il loro appellativo di «Pietre Veggenti». Dei molti esemplari realizzati e poi perduti o distrutti nel corso dei secoli, all’epoca in cui si svolgono i fatti narrati ne risultavano attivi soltanto tre, rispettivamente al servizio di Sauron, lo spirito malvagio che minaccia i popoli liberi della Terra di Mezzo, lo stregone Saruman e l’umano Denethor, sovrintendente del regno di Gondor. Tra gli oggetti magici che appaiono nel racconto, i palantíri occupano un ruolo preminente nello sviluppo narrativo. È proprio dopo avere scrutato in una di queste pietre che il saggio Saruman si allea con l’Oscuro Signore e il valente Denethor rinuncia a combattere contro le truppe del male, finendo suicida.
Il palantír è anche letteralmente una televisione. In Quenya, la lingua elfica immaginaria di cui Tolkien ha composto una grammatica e un vocabolario, palan significa «lontano» (come il greco τῆλε) e tír «guardare» (come il latino vīsĭo). Per la sua versatilità può anche apparentarsi con le più moderne webcam, i videotelefoni e le altre applicazioni della rete internet che permettono appunto di «vedere lontano e trasmettersi i pensieri» da distanze inaccessibili ai sensi. Le sue stesse presunte proprietà divinatorie anticipano l’ambizione di prevedere gli eventi raccogliendo e analizzando in tempi rapidi enormi quantità di dati messi a disposizione dalle reti informatiche. Non è fortuito che la più importante società multinazionale oggi specializzata nell’elaborazione di scenari, «intelligenza artificiale» e big data porti il nome del manufatto elfico: Palantir Technologies. L’azienda, sviluppatasi anche grazie a un cospicuo finanziamento della CIA, si è guadagnata una certa notorietà per i suoi contributi al «predictive policing», l’inquietante frontiera di prevedere e reprimere i crimini prima che essi avvengano.
Le tre sfere disegnano un triangolo ideale al cui vertice si colloca Sauron, l’angelo caduto ingannatore e crudele impadronitosi della Pietra un tempo custodita a Minas Ithil, la fortezza numenoreana espugnata anni prima dai suoi demoniaci cavalieri. Sauron diventa il padrone assoluto ma occulto del «network» dei palantíri, di cui sfrutta la seduzione per manipolare le sue vittime ignare. I modi di questa manipolazione sono raffigurati dai due vertici inferiori del triangolo, Saruman e Denethor, che per ragioni diverse si lasciano irretire dalle visioni trasmesse dalle sfere fino a diventarne schiavi, nella tragica illusione di ricavarne sapienza e potere.
***
Il primo dei due era stato il capo degli stregoni, una sorta di casta sacerdotale amica dei popoli liberi e dedita alla magia bianca. Inizialmente saggio e di animo puro, era entrato in possesso della Sfera di Orthanc e vi aveva guardato sempre più spesso per accrescere il suo sapere. Questa sete disordinata di informazioni lo portò infine a collegarsi con Sauron in persona, che lo ammaliò rendendolo ambizioso e malvagio. La sfera, spiega Gandalf,
si dimostrò, senz’alcun dubbio, assai utile a Saruman; eppure evidentemente non gli bastava per renderlo soddisfatto. Guardò sempre più lontano verso ignoti paesi, finché posò lo sguardo su Barad-dûr [la fortezza di Sauron]. Ed allora fu reso succube! […] È facile immaginare con quanta rapidità l’occhio scrutatore di Saruman venne intrappolato e ipnotizzato, e come sia stato facile da allora persuaderlo da lontano e minacciarlo quando la persuasione non era sufficiente. Chi soleva mordere era stato morso, il falco dominato dall’aquila, il ragno intrappolato in una rete d’acciaio![1]
Saruman incarna l’intellettuale che stringe patti col male credendosi capace di governarlo de intus e di sfruttarne la forza per realizzare un bene superiore accessibile solo ai sapienti. Una siffatta sapienza, annota Elémire Zolla nella prefazione alla prima edizione italiana, è però una «falsa sapienza di mediatore fra bene e male, fra virtù e vizio». Quando riceve il collega Gandalf per tentare di coinvolgerlo nei suoi progetti, la veste del mago non è più bianca, bensì cangiante come i tanti «arcobaleni» odierni perché, continua Zolla, «se il bianco non è più tale vuol dire che è sparito, non già che sia confuso e infuso nel suo opposto, e chi infrange una cosa per scrutarla (analizzi il candore per scoprirvi altre cose) ha abbandonato la strada della sapienza»: perché la spregiudicatezza di abbracciare ogni mezzo conduce all’indifferentismo morale, e di lì al crimine. Ma ascoltiamo i dettagli di questo programma dalla viva voce dello stregone:
la nostra ora è vicina: il mondo degli Uomini che dobbiamo dominare. Ma abbiamo bisogno di potere, potere per ordinare tutte le cose secondo la nostra volontà, in funzione di quel bene che soltanto i Saggi conoscono […] Una nuova Potenza emerge. Inutili sarebbero contro di essa i vecchi alleati e l’antico modo d’agire. […] Questa è dunque la scelta che si offre a te, a noi: allearci alla Potenza. Sarebbe una cosa saggia, Gandalf, una via verso la speranza. La vittoria è ormai vicina, e grandi saranno le ricompense per coloro che hanno prestato aiuto. Con l’ingrandirsi della Potenza anche i suoi amici fidati s’ingigantiranno; ed i Saggi, come noi, potrebbero infine riuscire a dirigerne il corso, a controllarlo. Si tratterebbe soltanto di aspettare, di custodire in cuore i nostri pensieri, deplorando forse il male commesso cammin facendo, ma plaudendo all’alta mèta prefissa: Sapienza, Governo, Ordine; tutte cose che invano abbiamo finora tentato di raggiungere, ostacolati anziché aiutati dai nostri amici deboli o pigri. Non sarebbe necessario, anzi non vi sarebbe un vero cambiamento nelle nostre intenzioni; soltanto nei mezzi da adoperare.[2]
Uno dei più fini studiosi di Tolkien ha osservato che in questo sermone
Saruman parla come un politico. Nessun altro personaggio della Terra di Mezzo possiede una tale capacità di ingannare l’ascoltatore mettendo in equilibrio le frasi per nascondere le contraddizioni e nessun altro se ne esce con parole così vuote come «deplorando», «l’alta mèta prefissa» e, peggio di tutto, «vero». Che cos’è il «vero cambiamento»?[3]
Che cosa sono, ci chiederemmo oggi, le «riforme strutturali», le «rivoluzioni», il «nuovo ordine» e le altre formule di palingenesi scodellate ai popoli dagli stregoni dell’economia e della scienza? Che cosa portano sotto l’involucro sgargiante della loro prosopopea? Una vera promessa di sviluppo o le brame onnipotenti di un manipolo esaltato dalla propria presunta superiorità ideale? Anche Saruman è un maestro di retorica. Colui che fu ammaliato dalle visioni ammalia con la voce, con un eloquio così sfrontato, suadente e apparentemente inattaccabile da riuscir quasi a riconquistare la fiducia di coloro che aveva cercato di uccidere. Ma il rancore e la sete di dominio che si celano sotto le sue lusinghe traspaiono nell’intento di mettere gli ascoltatori l’uno contro l’altro suscitando dubbi, competizione e invidie. Come i demagoghi odierni, ottiene la lealtà di tutti facendo sì che nessuno sia leale con l’altro; convince tutti convincendo ciascuno che il proprio prossimo sia d’ostacolo al raggiungimento dell’«alta mèta prefissa».
Per mostrare quanto sia ingannevole l’ambizione dello stregone, Tolkien ricorre a un’immagine più efficace di molti commenti. La fortezza in cui si è installato e che avrebbe dovuto essere il fulcro e il modello dell’Eden promessogli dalla Pietra, nella realtà assomiglia piuttosto a un inferno squallido e raffazzonato:
Una dimora inespugnabile e meravigliosa, quell’Isengard, che per tanto tempo era stata così bella! Ivi avevano vissuto grandi signori, i custodi di Gondor a occidente, e grandi saggi avevano da lì osservato le stelle. Ma lentamente Saruman l’aveva trasformata secondo i suoi nuovi scopi, credendo pazzamente di migliorarla; poiché tutte le arti e le sottili astuzie per le quali aveva rinnegato l’antica saggezza, e che s’illudeva d’aver inventato da solo, venivano da Mordor: ciò ch’egli faceva non era nulla, era semplicemente una piccola copia, un modello infantile o una lusinga di cortigiano, di quella immensa fortezza, prigione, armeria, fornace chiamata Barad-dûr, la Torre Oscura, il cui enorme potere non temeva rivali si beffava delle lusinghe e faceva ogni cosa con comodo, calma e sicura com’era col suo orgoglio e la sua forza smisurata.[4]
La lezione è chiara: chi presume di trarre un bene dall’iniquità alleandosi tatticamente con i suoi autori è destinato a riprodurre quella stessa iniquità in brutta copia, in modo altrettanto tossico ma senza la schiettezza e l’eroismo dell’originale.
Alcuni critici hanno anche messo in evidenza il carattere industriale dell’abbruttimento di Isengard. Dove un tempo sorgevano giardini ora domina una distesa arida da cui salgono i miasmi delle fucine e dei laboratori, per alimentare i quali Saruman si è messo a disboscare forsennatamente le selve circostanti. Queste devastazioni suscitano lo sdegno degli Ent, i misteriosi uomini-albero di Fangorn che incarnano il volto più indomito e ancestrale del mondo naturale. Risvegliatisi dal loro lungo vegetare, marceranno uniti contro lo stregone fino a sconfiggerlo.
Le numerose e pur condivisibili letture ecologisticiche di questa nemesi, di una natura destinata a rivoltarsi contro l’avidità e gli aborti del demiurgo moderno, mancano però spesso di denunciare proprio nella bulimia tecno-scientifica lo strumento principe di questo e di altri deliri di «guarire il mondo» con i soli saperi del mondo. Se i potenti manufatti degli elfi riflettono un rapporto spirituale con il creato, un «enchantment» rispettoso del suo mistero, nei marchingegni maleodoranti dello stregone-tecnocrate si legge invece la rabbia di chi, inaridito lo spirito, persegue un progresso tutto materiale e vede perciò nelle leggi imponderabili e irriducibili alla ragione degli uomini un ostacolo odioso da liquidare.[5] Vi si indovina la silhouette del progressista che per migliorare il mondo lo sfregia, per servirlo lo domina, per esaltarlo lo schifa. L’ultima frontiera di questa soteriologia dispotica e violenta è quella preconizzata dall’Huxley del Mondo nuovo e poi sdoganata nel dibattito e nella pratica dei nostri giorni: la manipolazione della vita, l’espugnazione del mistero aborrito. Transumanista ante litteram, Saruman apprende da Sauron anche l’arte mostruosa di incrociare gli orchi con gli esseri umani per ottenere una razza più resistente e crudele: gli Uruk-hai. La promessa della salvezza tecnica di elevare la vita con le macchine reclama la macchinizzazione della vita, il suo azzeramento ontologico.
Ma i fantasmi di gloria eccitati dai cristalli corrotti del palantír si realizzano all’inverso, nella caduta continua dell’uomo svuotato di sé. Dopo avere perso la sua dimora-fabbrica e le sue truppe, Saruman perderà anche i poteri e finirà prima mendico e poi a capo di una masnada di ladri. Come tutti i traditori rimarrà senza amici e alla fine troverà la morte per mano del suo ultimo compagno, quel viscido Grima che lo aveva servito per anni e che perciò lo odiava più di qualsiasi nemico, per essere stato più a lungo ingannato.
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Diverso, ma non meno tragico, è il destino del sovrano Denethor. Anch’egli possedeva un palantír («il più strettamente legato a quello posseduto da Sauron») e vi aveva scrutato sovente, ma «era troppo grande per essere assoggettato al volere dell’Oscuro Potere». Inoltre non nutriva la sterminata ambizione di Saruman, avendo come solo desiderio quello di restituire alla pace e alla prosperità il regno affidatogli: «che ogni cosa tornasse a essere com’era durante tutta la mia vita». Per fare di lui un inconsapevole complice del suo trionfo, Sauron dovette perciò adottare una strategia diversa che oggi definiremmo della «falsa sineddoche», sulla scorta di una felice analisi di Vladimiro Giacchè.[6] Chi ricorre a questo artificio, così frequente e centrale nell’odierna comunicazione di massa, riporta al pubblico solo alcuni selezionati dettagli di un evento che, per quanto in sé veri, creano una percezione falsa o persino inversa dell’intero tacendo altre e più significative parti dell’informazione. Così anche Denethor nella sfera
vide soltanto le cose che [Sauron] gli permise di vedere… Le Pietre Veggenti non mentono, e nemmeno il Signore di Barad-dûr può costringerle a mentire. Può forse scegliere ciò che vuole mostrare alle menti più deboli, o far loro fraintendere il significato di quel che vedono. Tuttavia non si può mettere in dubbio che quando Denethor vide che grandi forze venivano preparate e persino radunate per entrare in guerra contro di lui, non vide altro che il vero.[7]
Il Signore di Gondor, convinto di spiare e anticipare le mosse del nemico, non si avvide che era proprio quest’ultimo a selezionare le sue visioni in modo da esaltare la forza e il numero delle truppe di Mordor e da nasconderne le difficoltà. Giorno dopo giorno nell’anziano sovrano si andò così rinforzando la convinzione della futilità di combattere: «la visione dell’enorme potenza di Mordor che gli veniva ripetutamente mostrata alimentò nel suo cuore la disperazione, a tal punto da sconvolgergli la mente».[8]
Tolkien descrive gli effetti psicologici di questa tele-manipolazione con un binomio: «orgoglio e disperazione». La disperazione di vincere così indotta da una propaganda occulta non produce umiltà e remissione, bensì un aristocratico sprezzo degli sforzi altrui, un orgoglioso rinchiudersi nella presunzione di saperne di più. Denethor paga «cara tale scienza, invecchiando prima del tempo». Dei vecchi egli possiede non solo il pessimismo, ma anche la scontrosa superbia: inacidito, sarcastico e diffidente, nel mezzo di una battaglia decisiva si ritira nella sala del trono e da lì insulta Gandalf che lo sprona a prendere il comando chiamandolo «Grigio Stolto» e insinuandone la malafede. Ormai in preda a un cinismo dissacrante, definisce il re venturo a cui la sua stirpe dovrà riconsegnare lo scettro come «l’ultimo di una cenciosa dinastia».[9]
Tra le tante armi della guerra psicologica, la demoralizzazione patita da Denethor è forse la più sottile e distruttiva perché colpisce in special modo gli incorruttibili e gli intelligenti. All’inizio li attira nel suo gorgo facendo leva sulla loro fame di conoscenza: qui suona il canto della sirena dei giornali e delle news che si compulsano a ogni ora del giorno e della notte sullo schermo dei telefonini – incarnazioni definitive e fedeli del palantír tolkeniano in scala globale. Il «cittadino informato» si trova così ostaggio dell’informatore, la cui azione corrosiva si esercita non tanto in modo diretto, dando cioè solo spazio e supporto ai trionfi dell’antagonista, ma più ancora lasciando che nei suoi contenitori si diffondano senza filtri indignazione, denunce e testimonianze di sofferenza. Questi messaggi di sconfitta, sebbene quasi sempre autentici e sinceri, si moltiplicano però oltre la normale percezione e sopportazione e magnificano specularmente le vittorie della parte nemica, se non altro per il fatto di ricalcarne il dettato tematico.
Il soggetto «denethoriato» si trova così progressivamente svuotato di ogni prospettiva e per non ripetere stancamente ciò che reputa inutile o disfunzionale distoglie il suo senso critico dall’obiettivo per razionalizzare la presunta disfatta. Penosamente illuso di possedere tutti i pezzi del puzzle (ma in realtà solo quelli che il Sauron di turno gli ha messo nel piatto), si rivolge dunque contro i compagni di lotta addebitando loro ignoranza, insipienza, vanità, doppi fini, fino a concludere che in fin dei conti «se lo meritano». Troppo integro per darsi al nemico, si presume troppo scaltro e informato per sostenere gli amici. Dalla cima della sua alta torre lancia allora indistinti sarcasmi[10] non avvedendosi o non curandosi del fatto che, come avverte Gandalf, «simili decisioni non potranno che rendere certa la vittoria del Nemico». E in effetti, l’elegante terzismo con cui spera di sfuggire a nuove delusioni non può che tradursi, nell’equilibrio di forze dato, in una cooperazione piena con l’aggressore: precisamente come era nei piani iniziali. A necessaria conclusione della sua parabola nichilistica Denethor si toglierà la vita immolandosi sull’altare dei padri e tenterà anche di trascinare con sé nel rogo il valoroso figlio Faramir, a dimostrazione di quanto il suo recedere lo abbia invece reso disciplinatamente complice e servo di una sola parte: quella sbagliata.
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Nelle vicende dei palantíri elfici, Tolkien incardina una riflessione di rara finezza sui risvolti occulti della «società dell’informazione». Al di là della (non sempre) ovvia constatazione che le informazioni che ci dovrebbero rendere critici, consapevoli e indipendenti provengono quasi sempre da fornitori che rispondono proprio a coloro da cui vorremmo emanciparci, le questioni sollevate toccano più in profondità il rapporto tra scientia, sapientia e potentia. Le Pietre Veggenti trasmettono dati grezzi, disordinati e spesso corrotti dalla malizia di chi le manovra. Il loro utilizzo, si ripete spesso nel romanzo, deve perciò riservarsi soltanto a coloro che posseggono la necessaria disciplina interiore per non farsi ammaliare dai loro bagliori. Questa distinzione tra la nozione (scientia) e la capacità innanzitutto morale di vagliarla e metabolizzarla (sapientia) si è perduta pressoché del tutto nella civiltà partorita dall’ammucchiata enciclopedica degli illuministi e approdata alla bulimia babelica della rete internet, delle statistiche e dei mass media a ciclo continuo. Oggi viviamo sommersi dalle «notizie» e dai «dati» con la duplice illusione 1) che da questa mole disgregata e volatile di «materia prima» possa strutturarsi per accumulo un pensiero e 2) che si tratti davvero di «materia prima» e non invece di residui masticaticci, ridondanti e selezionati a monte da altri. Mancando il tempo e la capacità di elaborazione per strutturare una tale inondazione di detriti cognitivi spesso in contraddizione reciproca o anche del tutto privi di senso, ci aggrappiamo necessariamente alla boa di un’autorità che ne certifichi la bontà e la «retta» interpretazione. La sognata emancipazione si risolve così in un attaccamento fideistico e puerile alla mammella dell’«esperto» di turno, nella delega del pensiero e del libero arbitrio.
Con i palantíri telefonici distribuiti in ogni tasca e perennemente connessi a sterminati database si è realizzata la più mastodontica accumulazione di saperi della storia umana. Quale miglior comprensione della realtà ne è venuta? Quale saggezza, quale pace tra i popoli, quale felicità o libertà? Quali vantaggi cognitivi e mnemonici, trattandosi di pròtesi esterne? Se il banchetto delle informazioni si è arricchito, le bocche si sono rimpicciolite, gli stomaci atrofizzati.
Ancora più fallace è l’idea che da questa visione aumentata derivi un maggior potere sulla propria vita individuale e sociale. Se il potere, lo ripetiamo, è casomai di chi produce l’informazione e non di chi la ingolla dalla mangiatoia mediatica, i due casi narrati suggeriscono che piuttosto muta e si distorce l’idea di potere, che la scissione tra il campo fisico e il campo immaginato sterilizza nella mente il possibile esaltandolo (Saruman) o mortificandolo (Denethor) oltre la realtà. Lo stregone e il reggente tradiscono gli altri perché tradiscono innanzitutto sé stessi. Nell’anteporre le visioni lontane alla cosa esperita dimenticano la propria storia e la propria missione, diventano anch’essi liquidi come le chimere proiettate dai cristalli, manipolabili dal nemico e assenti da sé.
Oggi è ordinario vivere protèsi nelle rappresentazioni al di là del dominio sensibile, realizzando anche alla lettera la metafora platonica della caverna. Credendosi lanciato alla conquista dei segreti del mondo, l’homo connexus si lascia piuttosto invadere e saturare dalle ombre ambigue del mondo uscendone stravolto nelle emozioni e negli intenti. La sua mente sempre estroversa dimentica l’introspezione e la prossimità: dialoga ininterrottamente con persone distanti chilometri togliendo tempo e attenzioni a chi lo circonda; si indigna per ciò che si dice o si pensa in altri continenti mentre pensa e dice le cose più indegne; desidera vite e luoghi «perfetti» che gli fanno apparire squallidi i propri; segue in tempo reale i dibattiti nelle aule del potere e li chiosa nelle «piazze» virtuali provando l’ebbrezza di parteciparvi davvero o, quando poi scopre di esserne solo uno spettatore inascoltato, una rabbia altrettanto intossicante. I suoi problemi sono di norma lontani: il governo, i «complottisti», i magnati d’oltreoceano, la sinistra e la destra, l’«italiano medio» (sì, crede che esista davvero, ché avendo annacquato nell’etere l’individualità propria non può riconoscerla negli altri).
Ancorché falsa in partenza, quest’ultima profezia finisce comunque per autoavverarsi perché la telespezione, riproducendosi identica in ogni suo nodo, fa apparire universale ciò che è particolare e reale ciò che è in effige. Una cosa esiste se tutti credono che esista. Sicché il telespettatore è telecomandato: pensa ciò che gli si comanda e lo avvera pensandolo, e di quell’esistere ha conferma specchiandosi nel pensiero degli altri. Crede alle cose lontane del ministro, dello scienziato e del tele-giornale più che alle percezioni proprie e vicine, che per voler essere consapevole e lungi-mirante si affretta a derubricare ad aneddoti, eccezioni, colpi di fortuna o sfortuna. Ciò che poteva liquidarsi con una scrollata di spalle diventa così prima pagina e metro di condotta dei popoli. Sta dunque qui anche la premessa tecnica delle costruzioni «globali», il segreto per imporre le stesse cose ovunque e a chiunque: nell’universalità di un pensiero che superi le varietà delle identità vissute collocandosene al di sopra e al di fuori. Appunto, lontano.
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Esiste una lontananza buona? Gli eroi de Il Signore degli Anelli ricorrono spesso a canti e profezie tramandati da un passato remoto per interpretare il presente e prepararsi a ciò che serba il futuro. È anche questa una lontananza, ma di tipo storico e verticale, che porta il frutto pazientemente distillato nei secoli dalle generazioni e dai testimoni più saggi, contrapponendosi perciò in tutto alla distanza geografica e orizzontale delle epifanie delle Pietre: là c’è meditazione, qui emozione; là struttura, qui giustapposizione; là nitidezza anche formale, qui ambiguità, inganno, confusione. Dall’accostamento dei due approcci scaturisce l’invito a ricercare la sapienza nelle voci antiche di chi ha già vissuto, elaborato e corretto ciò che a noi sembra nuovo, piuttosto che lasciarsi rintronare dai lampi della cosa presente: la sapienza delle religioni e dei miti ma anche quella, pur di rango inferiore, delle filosofie e delle arti. In questi tesori c’è molto, ma non tutto, perciò occorre concedere spazio al mistero, il cui rifiuto porterebbe altrimenti a compulsare febbrilmente i palantíri aderendo a quella sottospecie di gnosi oggi in voga di sorvegliare tutto e tutti per annullare l’azzardo e mettere in scacco la Provvidenza, sì da sognare l’onnipotenza con l’onniscienza materiale.
Altrettanto buona è la lontananza sottesa dal viaggio che vede impegnata la compagnia dell’Anello. Nel viaggio la lontananza si fa esperienza e si incorpora nell’identità del viaggiatore che dei luoghi lontani diventa protagonista o almeno coautore, secondo un modello di scambio ben diverso dalla passività a senso unico di chi osserva dal monitor di un palantír elfico o digitale (o dalle camere di un resort). Perché ciò avvenga serve però un’identità da scambiare, che va coltivata prima di affrontare le tentazioni e i patimenti del cammino. Come le sfere, viaggio e sapere non sono per tutti o quantomeno richiedono un sé a cui tenersi fedeli, una pedagogia che si esercita nei modi raccomandati dai sapienti di tutte le epoche (eccetto la nostra): la virtù nelle cose a sé prossime, il distacco dal rumore del mondo e della sua «attualità». Quale modo peggiore di incominciare la giornata se non ascoltando una rassegna stampa? E quale modo migliore di condursi prima di una battaglia se non ripetendo senza vergogna «non mi interessa, non so»? Se l’avvizzito Denethor grida a Gandalf che «la tua speranza non è che ignoranza» allora non può che essere vero il contrario, che sì, una tale ignoranza è speranza.
- J.R.R. Tolkien, Il Signore degli Anelli, Libro Terzo, Cap. XI. ↩
- ivi, Libro Secondo, Cap. II. ↩
- Tom Shippey, The Road to Middle-Earth, Allen & Unwin, 1984. ↩
- J.R.R. Tolkien, op. cit., Libro Terzo, Cap. VIII. ↩
- Patrick Curry interpreta gli opposti poli di enchanment e magic teorizzati da Tolkien (essendo il secondo «non un’arte, ma una tecnica [il cui] intento è il potere in questo mondo, la dominazione delle cose e delle volontà») applicandoli rispettivamente alle creazioni degli elfi e di Saruman (J.R.R. Tolkien, Tree and Leaf, Unwin Hyman, 1964; P. Curry, “Magic vs. Enchantement“, in Journal of Contemporary Religion, 14:3 (1999) 401-412). ↩
- V. Giacché, La fabbrica del falso, Imprimatur, 2016. ↩
- J.R.R Tolkien, op. cit., Libro Quinto, Cap. IX. ↩
- ivi, Libro Quinto, Cap. VIII. ↩
- ibid. ↩
- Per quanto certo in modo non intenzionale, suona profetica la sprezzante esortazione di Denethor a Gandalf: «Va’ dunque, datti da fare per sanare gli altri!» se si pensa alla sufficienza con cui sono oggi considerati alcuni medici «rei» di cercare un supporto pubblico dopo avere curato o prevenuto condizioni potenzialmente mortali e avere subito sanzioni. ↩
FONTE: http://ilpedante.info/post/l-ignoranza-e-speranza
Perché, per le Nazioni Unite, un solo massacro in una moschea è molto peggio degli innumerevoli massacri perpetrati nelle chiese?
La Domenica di Pasqua del 21 aprile 2019, terroristi musulmani hanno bombardato tre chiese e tre hotel in Sri Lanka, uccidendo 359 persone e ferendone più di 500. Nella foto: le macerie della chiesa di San Sebastiano a Negombo, in Sri Lanka, il 21 aprile 2019, a seguito dell’attentato. (Foto di Stringer/Getty Images) |
Le Nazioni Unite hanno di recente designato il 15 marzo come “Giornata internazionale per combattere l’islamofobia”. Quella data è stata scelta perché quel giorno ha avuto luogo uno dei peggiori attacchi terroristici contro i musulmani: il 15 marzo 2019, un australiano armato, Brenton Tarrant, è entrato in due moschee in Nuova Zelanda e ha aperto il fuoco sui fedeli musulmani disarmati e indifesi, uccidendone 51 e ferendone 40.
Quest’episodio non è stato soltanto condannato in tutto l’Occidente, e a giusto titolo, ma ha anche indotto le Nazioni Unite a ritenere che l’Islam avesse bisogno di una protezione speciale.
Questa reazione, tuttavia, solleva una questione di fondamentale importanza: se un solo attacco non musulmano a una moschea è sufficiente perché le Nazioni Unite istituzionalizzino un giorno speciale per l’Islam, che dire degli innumerevoli, e spesso peggiori, attacchi musulmani ai luoghi di culto non musulmani ? Perché non hanno suscitato una risposta simile da parte dell’ONU?
Prendiamo in considerazione alcuni degli attacchi fatali sferrati negli ultimi anni dai musulmani contro le chiese cristiane, che sono numerosi ed evidenziano l’animosità religiosa, verificandosi soltanto a Pasqua o a Natale:
- Sri Lanka (21 aprile 2019): Domenica di Pasqua, terroristi musulmani hanno bombardato tre chiese e tre hotel, uccidendo 359 persone e ferendone più di 500.
- Nigeria (20 aprile 2019): Domenica di Pasqua, terroristi islamici hanno dato alle fiamme una chiesa gremita di fedeli, 150 dei quali sono stati uccisi.
- Pakistan (27 marzo 2016): dopo le funzioni religiose della Domenica di Pasqua, i terroristi islamici hanno bombardato un parco dove si erano radunati i cristiani; più di 70 cristiani, per lo più donne e bambini, sono morti. “C’era carne umana sui muri della nostra casa”, ha raccontato un testimone.
- Iraq (31 ottobre 2011): terroristi islamici hanno preso d’assalto una chiesa a Baghdad durante una funzione e hanno aperto il fuoco indiscriminatamente prima di far esplodere i loro giubbotti suicidi. Quasi 60 cristiani, tra cui donne, bambini e neonati, sono stati uccisi (per le immagini grafiche delle conseguenze si clicchi qui).
- Nigeria (8 aprile 2012): Domenica di Pasqua, ordigni esplosivi piazzati da musulmani sono esplosi vicino a due chiese gremite provocando più di 50 vittime e un numero imprecisato di feriti.
- Egitto (9 aprile 2017): Domenica delle Palme, i musulmani hanno bombardato due chiese gremite di fedeli, uccidendone almeno 45 e ferendone più di 100.
- Nigeria (25 dicembre 2011): durante le funzioni del giorno di Natale, terroristi musulmani hanno attaccato e hanno fatto esplodere tre chiese; 37 persone sono rimaste uccise e quasi 57 ferite.
- Egitto (dicembre 2016): in un attentato suicida islamico contro due chiese sono morte 29 persone e 47 sono state ferite (per le immagini grafiche delle conseguenze si clicchi qui).
- Indonesia (13 maggio 2018): i musulmani hanno bombardato tre chiese, provocando 13 vittime e decine di feriti.
- Egitto (1 gennio 2011): terroristi musulmani hanno bombardato una chiesa ad Alessandria durante la Messa di Capodanno; almeno 21 cristiani sono stati uccisi. Secondo testimoni oculari, “parti del corpo erano sparse lungo tutta la strada all’esterno” e “sono state portate all’interno della chiesa dopo che alcuni musulmani hanno iniziato a calpestarle e a inneggiare slogan jihadisti”, come “Allahu Akbar!”.
- Filippine (27 gennaio 2019): terroristi musulmani hanno bombardato una cattedrale, uccidendo almeno 20 persone e ferendone più di 100.
- Indonesia (24 dicembre 2000): durante le funzioni della Vigilia di Natale, terroristi musulmani hanno bombardato diverse chiese facendo 18 vittime e oltre 100 feriti.
- Pakistan (15 marzo 2015): attentatori suicidi musulmani hanno ucciso almeno 14 cristiani in attacchi a due chiese
- Germania (19 dicembre 2016): vicino alla Chiesa commemorativa dell’Imperatore Guglielmo, a Berlino, un uomo musulmano alla guida di un camion travolge la folla in un mercatino di Natale, uccidendo 13 persone e ferendone 55.
- Egitto (29 dicembre 2017): uomini armati musulmani hanno sparato a una chiesa al Cairo, uccidendo nove persone.
- Egitto (6 gennaio 2010): dopo la Messa della Vigilia di Natale (secondo il calendario ortodosso), i musulmani hanno sparato a sei cristiani mentre uscivano dalla loro chiesa.
- Russia (18 febbraio 2018): un uomo musulmano con un coltello e un fucile a doppia canna è entrato in una chiesa e ha aperto il fuoco; cinque persone – tutte donne – sono state uccise e almeno cinque ferite.
- Francia (26 luglio 2016): i musulmani sono entrati in una chiesa e hanno sgozzato il parroco 84enne, don Jacques Hamel, mentre stava celebrando la Messa, e hanno preso in ostaggio quattro suore liberate grazie all’intervento degli agenti francesi che hanno ucciso i terroristi.
Occorre osservare che l’elenco qui sopra, è poco esaustivo, visto che nel solo Egitto ci sono stati numerosi attacchi simili contro le chiese, si veda qui, qui, qui, qui, qui e qui. Ma poiché non ci sono state vittime o sono state solo poche, tali attacchi hanno ricevuto poca o nessuna copertura da parte della stampa occidentale.
Questo silenzio ha riguardato quelle aree remote e, a quanto pare, secondo i media occidentali, “non importanti”, come la Nigeria, dove i cristiani vengono uccisi a ogni ora in un genocidio di matrice musulmana. Pertanto, dopo aver rilevato che i musulmani hanno eliminato 60.000 cristiani solo tra il 2009 e il 2021, un rapporto dell’agosto 2021 afferma che, durante lo stesso lasso di tempo, i musulmani hanno anche distrutto o dato alle fiamme 17.500 chiese e 2.000 scuole cristiane. Quante anime prive di documenti sono morte in quegli attacchi terroristici in gran parte taciuti dai media?
L’elenco qui sopra degli attacchi mortali dei musulmani alle chiese non include nessuno dei tanti attentati falliti, ad esempio un attacco del 28 marzo 2021 contro una chiesa durante la funzione della Domenica delle Palme, dove sono morti unicamente gli attentatori suicidi: un uomo musulmano e sua moglie incinta.
Solamente in questi attacchi letali contro le chiese, i musulmani hanno massacrato centinaia di cristiani, senza nemmeno includere le migliaia di cristiani e di altri occidentali massacrati in attacchi che non sono stati sferrati contro le chiese, tra cui gli attentati dell’11 settembre 2001, quelli di Londra del 7 luglio 2005 che colpirono il sistema di trasporti pubblici, l’attacco alla redazione parigina di Charlie Hebdo e al teatro Bataclan, quello lanciato alle Ramblas di Barcelona, l’attentato di Nizza del 14 luglio 2016, l’attacco alla scuola ebraica di Tolosa, quello al mercatino di Natale di Berlino nel 2016 e gli attacchi terroristici avvenuti a Copenaghen, solo per citarne alcuni.
Pertanto, la domanda iniziale: se un solo attacco non musulmano a una moschea, che ha causato la morte di 51 musulmani, è stato sufficiente perché le Nazioni Unite istituissero una “Giornata internazionale per combattere l’islamofobia”, perché così tanti attacchi musulmani contro le chiese, che hanno mietuto migliaia di vittime cristiane, non sono bastati all’ONU per istituire una “Giornata internazionale per combattere la cristianofobia”?
In altre parole, perché un episodio enormemente riprovevole, ma isolato, di un uomo occidentale che ha ucciso 51 musulmani è di gran lunga più importante per le Nazioni Unite rispetto agli innumerevoli casi di musulmani che hanno ucciso un numero incalcolabile di cristiani?
Se mai fosse messa alle strette e costretta a spiegare questa discrepanza, senza dubbio l’ONU direbbe che, per quanto deplorevoli possano essere tutti quegli attacchi alle chiese e anche altri, non rivelano uno schema, come fa “l’islamofobia”; che gli attacchi alle chiese sono tutte conseguenze del terrorismo (che secondo quanto riferito non è in alcun modo collegato all’Islam) alimentato da economia, controversie territoriali e disuguaglianza, in una parola, da “motivi di risentimento”. Si risolvano quei problemi laici e gli attacchi alle chiese cesseranno.
In realtà, sembra essere vero l’esatto contrario: mentre l’attacco alla moschea della Nuova Zelanda è stato davvero un’aberrazione – comprovata dalla sua singolarità – gli attacchi dei musulmani alle chiese sono estremamente comuni, non solo ora ma nel corso della storia. In Turchia, ad esempio, si può vedere che fine ha fatto il grande Impero cristiano-bizantino dopo che fu invaso per la prima volta dagli arabi nel VII secolo, fino a quando Costantinopoli cadde sotto il sultano Mehmed II nel 1453, e fino al genocidio dell’inizio del XX secolo di armeni, assiri e greci del Ponto.
Come si può vedere qui, raramente passa un mese nel mondo musulmano odierno, e sempre più in Occidente, senza che si verifichino numerosi assalti o molestie alle chiese. Sebbene alcuni di questi episodi, fortunatamente, non siano stati fatali, tutti sottolineano l’avversione dell’Islam nei confronti delle chiese e di qualsiasi struttura o simbolo religioso che non faccia parte dell’Islam.
È indicativo il fatto che coloro che terrorizzano le chiese spesso condividono poco tra loro: provengono da nazioni molto diverse (Nigeria, Iraq, Filippine etc.), sono di razze diverse, parlano lingue diverse e vivono in condizioni socio-economiche diverse. L’unica cosa che condividono – l’unica cosa che, a quanto pare, li induce ad assalire le chiese e ad uccidere i cristiani – sembra essere la loro religione.
In altre parole, gli attacchi dei musulmani alle chiese sembrano avere una fonte ideologica, sono sistemici, e pertanto sono un problema reale e costante a cui la comunità internazionale deve rivolgere l’attenzione e che deve arginare.
Eppure, le Nazioni Unite vorrebbero che ignorassimo e non prendessimo in considerazione tutti questi massacri continui contro la Chiesa cristiana come deplorevoli conseguenze di “motivi di risentimento” fuori luogo, e invece concentrassimo l’attenzione su un episodio isolato, anche se certamente orrendo.
Per le Nazioni Unite, evidentemente, un unico episodio costituisce uno “schema”, uno schema che ha un disperato bisogno di riconoscimento e di una risposta. La risposta è mettere a tacere, ignorare o attaccare tutti coloro che smascherano lo schema reale, ampiamente documentato, di abusi e violenze contro i non musulmani, il che, non c’è dubbio, è esattamente ciò che significa “combattere l’islamofobia”.
Raymond Ibrahim, autore di Crucified Again: Exposing Islam’s New War in Christians (pubblicato dalla casa editrice Regnery in collaborazione con il Gatestone Institute, nell’aprile 2013), è Shillman Fellow del David Horowitz Freedom Center e Judith Friedman Rosen Writing Fellow del Middle East Forum.
FONTE: https://it.gatestoneinstitute.org/18748/moschea-chiese-massacri
CYBERWAR SPIONAGGIO INFORMAZIONE DISINFORMAZIONE
La Regina sapeva tutto da quattro anni.
L’autorevole Center for Strategic Assessment and Forecasts, Centro di Valutazione Strategica e Previsioni, pubblicò il 28/12/2016 questo articolo in fondo al post.
Eccone una traduzione.
“La Regina Elisabetta fu posta agli “arresti domiciliari” dalla famiglia reale dopo un sensazionale Messaggio di Natale, e non le fu permesso apparire in luoghi pubblici dopo i suoi tentativi di svelare una rete globale di “forze oscure” durante la registrazione del suo messaggio natalizio, secondo la fonte BBC.
In questo messaggio la Regina ha elencato i nomi di figure di spicco colpevoli dei “peggiori crimini contro il nostro popolo e i nostri figli”. La Regina ha chiesto perdono per aver nascosto questi fatti e non averlo detto prima, e ha chiesto ai suoi sudditi di capirla e perdonarla, perché lo ha nascosto solo per garantire la propria sopravvivenza.
I capi della BBC e i consiglieri del Palazzo hanno interrotto la registrazione del suo messaggio dopo che la Regina ha detto che il 2017 sarà “l’anno del massacro, come non si vedeva dalla Seconda guerra mondiale”, perché le forze del male del mondo l’élite ha pianificato tutto per raggiungere i propri obiettivi in questa guerra.
I dipendenti della BBC furono scioccati.
Il messaggio di Natale è stato interrotto e il gruppo di alto livello della BBC ha immediatamente contattato il regista. Secondo l’insider, il regista dopo aver parlato con i vertici della BBC ha detto loro che la Regina “ultimamente, troppo spesso apre bocca” e che “dovremmo dimenticare tutto ciò che abbiamo appena sentito, e farla finita”.
“Ha detto, per evitare lo scandalo.”
Il Senior Manager Palace ha contattato il principe Carlo, l’erede al trono, e ha detto che ora “risolvono il problema”. È chiaro che la soluzione al problema prevede la detenzione agli “arresti domiciliari” della Regina Elisabetta, privandola delle sue apparizioni pubbliche.
E gli eredi di Elisabetta la misero agli “arresti domiciliari”
Poche ore dopo pranzo, la troupe della BBC annunciò che la Regina Elisabetta avrebbe registrato una seconda ripresa “pulita” del Messaggio di Natale.
La Regina dopo aver registrato il secondo “pulito” Messaggio, ha annullato tutti i suoi tradizionali discorsi in pubblico.”
Fonte: csef.ru/…sle-sensaczionnogo-rozhdestvenskogo-poslaniya-7343
FONTE: https://www.maurizioblondet.it/la-regina-sapeva-tutto-da-quattro-anni/
Twin towers
Federica Francesconi
11 09 2022
Grande Reset, come lo chiamano gli ingegneri della nuova disumanità di Davos, ha avuto come punto di partenza l’autoattentato alle Twin Towers. La caduta delle Twin Towers sul piano simbolico rappresenta la caduta della Torre di Babele di biblica memoria. Ma attenzione! Dietro alla caduta delle Torri Gemelle ha operato un processo di inversione dell’archetipo, un’azione controiniziatica a tutti gli effetti che ebbe come fine il sovvertimento di un’epoca, il rovesciamento di un ordine per crearne uno nuovo, il Grande Reset appunto. Del resto, il motto degli architetti controiniziati non è forse ordo ab chao, ordine dal caos? Perciò, nell’immaginario controiniziatico degli architetti di Davos che mirano a sostituirsi a Dio, la distruzione delle due torri ha avuto come conseguenza la ricostruzione di un nuovo ordine fondato su presupposti distopici. Dal punto di vista degli epigoni di Hiram Abif è la grande vendetta contro Dio che in un tempo mitico aveva distrutto il loro sogno di fondare un mondo globalizzato con un’unica lingua. Ora il loro sogno si è avverato. Il mondialismo è divenuto realtà. Ma l’illusione dell’élite che il loro impero globalizzato sarà eterno si infrangerà con il fallimento del loro piano, fallimento che è già in azione con la creazione dell’asse Russia-Cina-India, cioè di un ordine multipolare contrapposto a quello unipolare. Il caos da loro evocato e attuato, infine, si rivelerà la pietra tombale del Grande Reset.
FONTE: https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=pfbid021gexE7zb5qY9uKwXYKJ6UgzgNd89tGBfriJbqNyULYc5iqy4cqqV1spd9erk4yhxl&id=1165264657
Pericolo: la Cina può creare dei cloni digitali dei cittadini americani
Secondo John Mills, ex direttore della politica, della strategia e degli affari internazionali in materia di sicurezza informatica presso il Dipartimento della Difesa, risulta che le aziende cinesi legate all’esercito raccolgono il DNA dei cittadini americani e siano ora in grado di creare repliche digitali di questi ultimi.
“Hanno la capacità di creare questi modelli complessi di ognuno di noi. Stanno creando dei nostri gemelli digitali”, ha dichiarato Mills al programma “China in Focus” di NTD News. Al centro delle accuse c’è il Gruppo BGI, ex Istituto di Genomica di Pechino, che è il leader del progetto genoma del Partito Comunista Cinese, oltre che uno dei principali produttori di test COVID-19.
Nel 2017, il leader dell’azienda si è vantato di aver raggiunto un livello industriale di successo nel progredire attraverso la riforma genetica e l’editing genico, fino alla sintesi genica e alla produzione di massa di più virus, batteri e lieviti di grandi dimensioni.
“Possono fare ogni genere di cose nefaste senza alcun vincolo o perdita. Hanno i nostri dati”. Questi dati potrebbero essere utilizzati per personalizzare un virus di follow-up per colpire alcune etnie non Han, ha avvertito Mills.
Mills ha fatto riferimento alla politica di fusione militare-civile di Pechino, definendo le aziende cinesi “estensioni della sicurezza e dell’intelligence dello Stato”.
Ciò include ogni azienda cinese e ogni società costituita in Cina, anche se di origine americana, ha sottolineato. “Sono gli occhi, le orecchie e i raccoglitori”. Ciò significa che quando gli americani forniscono informazioni a queste aziende, i loro dati vanno essenzialmente all’intelligence cinese, ha detto Mills. “Quindi sanno tutto di ognuno di noi… Presumo di avere un file in Cina”, ha aggiunto. Recentemente un progetto genico della BGI è stato interrotto in Polonia proprio per dubbi sulla sicurezza
Mills ha espresso ulteriori preoccupazioni riguardo al fatto che il gruppo BGI ha preso di mira illustri ricercatori americani. “Hanno una lunga storia di attacchi ad alcuni dei nostri migliori ricercatori… c’è una storia comprovata che quasi immediatamente sfocia in problemi di sicurezza nazionale con la Cina“, ha osservato. L’esperto di cybersicurezza ha sottolineato i programmi di reclutamento cinesi, come il “piano mille talenti“, che si presume attiri accademici stranieri a lavorare in Cina, un processo che facilita il trasferimento di tecnologia e know-how al regime. “La Cina stava usando il denaro per comprare essenzialmente professori e accademici. Quindi hanno un programma molto attivo per perseguire la nostra proprietà intellettuale e, essenzialmente, per cooptare alcuni dei nostri ricercatori più importanti”, ha dichiarato.
Il problema è che molti dati clinici in Occidente vengono gestiti da realtà sotto controllo cinese, per cui è relativamente semplice copiare ed impossessarsi dei dati. Un aspetto della sicurezza che sinora è stato quasi completamente ignorato.
FONTE: https://scenarieconomici.it/pericolo-la-cina-puo-creare-dei-cloni-digitali-dei-cittadini-americani/
La minaccia Tik Tok
Abbiamo parlato qui della recente decisione del Garante per la Privacy, che a una precisa domanda, ha definito illegale l’utilizzo di Google Analytics su uno specifico sito italiano.
In realtà la questione è molto più grande.
Perché, in base alla cosiddetta sentenza Schrems II emessa dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea (spiegata molto bene da Matteo Flora), è illegale esportare dati personali altrui verso un paese che, come gli Stati Uniti, obbliga i provider a mettere quei dati a disposizione del sistema poliziesco-militare-spionistico nazionale, in particolare attraverso i cosiddetti Secret Executive Order.
Per aggirare il problema, alcuni anni fa, Europa e USA erano arrivati a un accordo definito Safe Harbour, che fu invalidato con la cosiddetta Schrems I (Maximilian Schrems è un combattivo nerd austriaco). Allora fecero un nuovo accordo, la Privacy Shield, che fu invalidato per lo stesso motivo nel 2020 con la Schrems II. Adesso stanno cercando di rattoppare con un nuovo accordo, ma è difficile immaginare che sia fattibile.
Il blocco del trasferimento dei dati riguarda potenzialmente non solo Google Analytics (infatti le formichine stanno correndo a sostituire Google Analytics Tre sui siti con altre cose più o meno identiche, sempre di Google), ma l’intero “modo di produzione informatico“, da Amazon a Zoom.
Se volete seguire perbene la vicenda, dovete assolutamente andare sul sito Monitora-PA
Agenda Digitale ospita un articolo di due dirigenti di Google in Italia, che piangono miseria (“sono a rischio centinaia di migliaia di posti di lavoro“), ma ammettono che è a rischio soprattutto
“la quasi totalità dei servizi internet che sia gli addetti ai lavori, sia gli utenti utilizzano quotidianamente. (es. Facebook Ads, Google Ads, Youtube Ads, software di email marketing, CRM, CDN, etc.)”
E che non si sa come uscirne, se non con un ipotetico futuro accordo internazionale.
E’ importante capire che la questione non riguarda solo gli Stati Uniti. I conservatori americani iniziano a preoccuparsi che anche la Cina possa fare agli USA ciò che gli USA fanno al mondo.
A questo proposito vi presento in traduzione DeepL un articolo sul sito evangelico (e quindi ovviamente ostile verso i comunisti cinesi) CBN News, che però offre un quadro plausibile.
Notate la meravigliosa sincerità della frase,
“Aziende come Facebook e Google raccolgono dati simili, ma c’è una differenza sostanziale: TikTok ha sede in Cina.”
Chi di estrazione di dati ferisce…
Come la Cina usa TikTok per raccogliere i vostri dati personali e perché dovreste essere preoccupati
19 luglio 2022
TikTok è l’app più scaricata al mondo. Conosciuta per i suoi brevi video virali, ha decine di milioni di utenti negli Stati Uniti.
Per operare con successo, TikTok raccoglie molti dati. Traccia le informazioni sull’account, la cronologia delle ricerche, i contenuti creati attraverso la piattaforma, la posizione degli utenti e le informazioni comportamentali.
Aziende come Facebook e Google raccolgono dati simili, ma c’è una differenza sostanziale: TikTok ha sede in Cina.
“La Cina ha una legge sulla sicurezza nazionale che obbliga ogni entità all’interno della sua giurisdizione ad aiutare il suo spionaggio e ciò che considera i suoi sforzi per la sicurezza nazionale”, ha dichiarato il presidente della FCC [Federal Communications Commission] Brendan Carr.
Ciò significa che le aziende cinesi sono tenute a mettere a disposizione del Partito Comunista Cinese (PCC) tutti i dati che raccolgono, senza eccezioni. Carr dice a CBN News che questo include tutte le informazioni personali che TikTok ha raccolto su milioni di americani.
“Alla FCC abbiamo esaminato anche altre entità legate al PCC, che si tratti di Huawei, ZTE, China Mobile, e abbiamo riscontrato una storia di comportamenti nefasti, dallo spionaggio industriale alle attività di ricatto. Ci sono molte ragioni per essere preoccupati, non per i video, ma per i dati sottostanti che vanno in massa alla Cina”, ha detto Carr.
Un’indagine sulle implicazioni di TikTok per la sicurezza nazionale è stata avviata dal Dipartimento del Tesoro nel 2019. Poi, nel 2020, il presidente Donald Trump ha minacciato di vietare la piattaforma di intrattenimento se non si fosse venduta a una società statunitense.
In tutto questo, TikTok ha sostenuto di non aver mai condiviso dati con il governo cinese e ha insistito sul fatto che le informazioni degli utenti americani erano al sicuro, essendo gestite solo da team con sede negli Stati Uniti. Poi, a giugno, Buzzfeed ha avuto accesso a una raccolta di registrazioni trapelate da riunioni interne a TikTok, che raccontavano una storia completamente diversa.
“C’erano persone all’interno di TikTok che dicevano: ‘Tutto è visto in Cina’. C’era un amministratore principale che, ancora una volta, rivelava che non c’era quasi nessun controllo su ciò che poteva andare in Cina”, ha spiegato Carr.
TikTok ha cercato di limitare i danni e di recente ha assicurato ai legislatori repubblicani preoccupati che sono state prese nuove misure per proteggere ulteriormente i dati americani, tra cui il passaggio a un fornitore di servizi cloud con sede negli Stati Uniti, che secondo loro sarà presto utilizzato per gestire l’app e memorizzare le informazioni personali degli utenti americani.
Sebbene sembri un passo nella giusta direzione, l’amministratore delegato di TikTok ha anche ammesso che alcuni ingegneri con sede in Cina continueranno a richiedere l’accesso all’app, che per legge garantisce lo stesso accesso a Pechino.
“Con questi dati, la Cina è in grado di alimentarli nei suoi sistemi di intelligenza artificiale, e forse è anche in grado di compromettere gli americani”, ha dichiarato l’esperto e autore cinese Gordon Chang.
Una parte fondamentale del lavoro che dovrà essere svolto in Cina riguarda l’algoritmo di TikTok. Secondo Chang, questo è il problema di sicurezza più grande di tutti.
“Attraverso il controllo dell’algoritmo, la Cina è in grado di influenzare l’opinione pubblica americana. Sappiamo che nel 2020 l’esercito cinese ha usato TikTok per incitare alla violenza nelle strade americane. TikTok glorifica l’uso di droghe in America e ci sono altre cose che stanno facendo per interferire nel nostro processo politico”, ha detto Chang a CBN News.
In una rara dimostrazione di cooperazione bipartisan, i legislatori stanno ora dicendo basta.
“Il fatto che questo tipo di informazioni, in un certo senso, venga aspirato dal Partito Comunista Cinese, e ciò che hanno fatto con un sacco di tecnologia e di acquisizione di dati, mi spaventa a morte… È ora di porre fine a tutto questo”, ha detto il senatore Mark Warner, (D) VA.
La Commissione per l’intelligence del Senato ha recentemente inviato una lettera alla Commissione federale per il commercio (FTC) chiedendo di avviare un’indagine su TikTok. Warner è il presidente della commissione e ritiene che le prove contro TikTok siano schiaccianti.
Il senatore Rubio e io abbiamo detto: “Va bene, Federal Trade Commission, questo rientra completamente nell’ambito di una pratica ingannevole. È quello che abbiamo una legge per prevenire. E dovete indagare subito”, ha dichiarato Warner a CBN News.
Nel frattempo, i capi dell’FBI e dell’MI5 del Regno Unito hanno recentemente lanciato un avvertimento molto chiaro sulla minaccia rappresentata dalla Cina.
“La sfida più importante che dobbiamo affrontare proviene dal Partito Comunista Cinese. Sta esercitando pressioni occulte in tutto il mondo. Può sembrare astratto, ma è reale e pressante. Dobbiamo parlarne. Dobbiamo agire”, ha dichiarato Ken McCaullum, direttore generale dell’MI5.
Secondo il senatore Warner, un passo che i legislatori possono compiere immediatamente è l’approvazione di una legislazione sulla privacy dei dati. Sottolinea che questa potrebbe essere l’ultima questione bipartisan che può essere affrontata prima delle elezioni di metà mandato.
“Non facciamo domande, le domande sono offensive”. L’inquietante satira sul pensiero unico di un comico australiano (Video)
Roma, 1 ago – La satira dovrebbe far ridere e sul pensiero unico ce ne sono state di divertenti proprio sul web (si pensi a quella che talvolta anima i video e i post di Matteo Brandi o quella, più velata, di Osho). Quella di cui parliamo oggi, però, lascia inquieti. Nel suo incredibile realismo e nel fatto di rappresentare, forse involontariamente, la società che viviamo ogni giorno.
La satira del pensiero unico. Nella scuola dei progressisti è vietato fare domande
Il video – teoricamente comico, nei fatti piuttosto tragico – racconta di una immaginaria “classe di matematica”, in una realtà parallela, dal sapore quasi distopico, per l’assurdità della scena e della trama narrata. Un’assurdità che, come si può notare, è tutt’altro che lontana dalla nostra società.
Nella immaginaria – ma nemmeno troppo – classe di matematica progressista liberal, 1+1 non fa 2, ma “multiculturalismo”, 3×3 non fa 9 ma è la “gender equality”. Nella immaginaria classe, essere bianco ed eterosessuale comporta penalità nei voti finali assegnati dalla professoressa, essere omosessuali e di razza extra-caucasica vuol dire godere di privilegi, applauditi dagli altri “studenti” con soddisfazione, perfino per i “malus” da loro subiti nelle votazioni. Ovviamente, nella classe del pensiero unico non si può guardare troppo una bella ragazza, perché potrebbe essere considerata violenza. Nella classe del pensiero unico, non si fanno domande. Perché le “domande sono offensive”. Come è offensiva addirittura l’intelligenza, potenzialmente discriminatoria per i meno intelligenti.
Un caos di deliri a cui il protagonista – nonché l’autore del video – assiste attonito. Prima di essere massacrato, ma “per difesa”, dalla violenza dei suoi compagni e della “prof”.
VIDEO QUI: https://youtu.be/iKcWu0tsiZM
La popolarità del video e l’autore
Il video risale al 2015 ed è opera di un comico australiano il cui canale Youtube spopola da anni. Ripreso successivamente anche sui social, su pagine importanti e molto seguite come 9GAG, che contano attualmente più di 40 milioni di utenti al seguito. Numeri importanti per definire l’appeal del video stesso, visionato da quasi 2 milioni e mezzo di persone solo su Facebook, quasi 20 milioni su Youtube. Numeri che già da soli lanciano un messaggio a cui dovremmo prestare attenzione: la stanchezza popolare verso la dittatura del pensiero unico. Neel Kolhatkar, 28 anni, è il giovanissimo autore del video, nonché protagonista della scena. Australiano di origine indiana, Kolhatkar è divenuto molto popolare negli ultimi anni, soprattutto su Youtube, dove il suo canale ha un seguito di circa 85 milioni di iscritti.
L’incredibile realismo
Sembra un’iperbole, ma non lo è. Perché in questo momento storico – una fase che dura da più di vent’anni ormai – tutte queste situazioni sono reali. È reale l’isteria sui termini, è reale l’autoflagellazione di etero, soprattutto se bianchi caucasici, è reale l’autorazzismo e il dogma del multiculturalismo, è addirittura reale il disprezzo dell’intelligenza in certe branche estremamente lobotomizzate della platea. È reale, infine, il divieto di pensare. Anche se questo non lo riconosce ufficialmente nessuno.
Stelio Fergola
FONTE: https://www.ilprimatonazionale.it/approfondimenti/non-facciamo-domande-le-domande-sono-offensive-linquietante-satira-sul-pensiero-unico-di-un-comico-australiano-video-240454/
DIRITTI UMANI
L’omicidio nelle Marche. E poi?
Caro Porro, perché nessuno parla del nigeriano che ha massacrato un cinese?
oggi 30 luglio 2022 alle ore 8, a Monteforte Irpino (AV), un nigeriano ha brutalmente ammazzato a martellate il titolare cinese di un negozio di casalinghi. Nel medesimo giorno in cui altro simile omicidio raggiunge il massimo della copertura mediatica, per quest’altro similare fatto di sangue vige il silenzio assoluto.
Apprendere poi che la nazionalità dell’omicida sia nigeriana é quasi un’impresa perché, nelle scarne notizie circolate, tutt’al più si parla di extra-comunitario.
Giancarlo
Ps: per ascoltare cosa ne penso di questo, clicca qui o guarda il video qui sotto (Nicola Porro)
FONTE: https://www.nicolaporro.it/la-russia-sfugge-alle-sanzioni-ecco-la-nuova-alleanza-con-i-talebani/
ECONOMIA
ECCO A VOI VE.R.A.: L’ALGORITMO DEL TERRORE CHE SCOVA I “PROBABILI” EVASORI
Da luglio, Ve.R.A. è l’algoritmo che aiuta l’Agenzia delle Entrate a scovare i soggetti a rischio di evasione, attraverso una formidabile analisi digitale.
La ricerca è possibile grazie alle informazioni ottenute dall’incrocio delle banche dati dei contribuenti, in cui vengono messi sotto la lente d’ingrandimento conti correnti, conti finanziari, immobiliari, fatture elettroniche e, infine, i pagamenti con le carte di credito.
L’idea è stata partorita da Sogei, azienda posseduta dal Ministero degli Interni, ed il via libera definitivo del Ministro dell’Economia Daniele Franco e del Garante della privacy ha completato l’iter.
La motivazione per aver realizzato un sistema di controllo così feroce è tutta indirizzata a rispettare gli impegni presi a livello europeo: soldi in cambio di riforme.
Alessandro Santoro, consigliere del Ministro dell’Economia e presidente della Commissione Finanze, ha infatti sottolineato: “Dobbiamo rispettare gli obiettivi del PNRR“.
La creazione di liste in cui vengono segnalati i soggetti “poco virtuosi”, rischia di aprire una voragine nella società, alimentando le disuguaglianze tra i cittadini.
Il progetto comunque non è di quest’anno: era al palo fin dalla legge di bilancio del 2020. Si è potuto realizzare solo con l’arrivo del PNRR e del governo Draghi, diventando così un’infelice realtà.
Nei bilanci dello Stato c’è troppa differenza tra le tasse dovute e quelle incassate, e Daniele Franco vorrebbe ridurla del 15,8% entro il 2024.
Entrando nel vivo: il Garante della Privacy ha preferito che nella fase preliminare valga l’anonimato e qualora le indagini non rilevassero importanti risultati, l’Agenzia delle Entrate non potrebbe procedere in quanto non in grado di riconoscere il cittadino contribuente; in tal caso, i dati raccolti da Ve.R.A. non potranno essere conservati oltre i due anni. Nel caso però che il contribuente dovesse allarmare il logaritmo e questo lo segnalasse come probabile evasore, a quel punto interverrebbe di certo l’Agenzia delle Entrate che sarebbe legittimata a fare un controllo fiscale.
Nella seconda fase non è prevista soltanto la valutazione dell’intelligenza artificiale, ma anche la verifica umana, che ha il compito di fare accertamenti in termini di euro evasi.
Non tutti i mali vengono per nuocere e il popolo si sentirà più al sicuro dopo questa garanzia!
Attualmente, il processo di controllo e verifica tra i database della cittadinanza, non prevede di utilizzare anche le informazioni dei social network .
Secondo Alessandro Santoro:
Al momento tra i dati analizzati dall’algoritmo non ci sono i social network. In Italia l’analisi dei dati provenienti dai social network per capire se un profilo è a rischio viene utilizzata nel settore privato. Esistono però amministrazioni pubbliche che hanno già scelto di integrarla come succede in Francia. Nei mesi scorsi se ne era parlato e questa opzione era comparsa anche in alcune relazioni presentate al Mef. Con la fine del governo Draghi si è fermato anche questo progetto.
E’ sempre più evidente come la digitalizzazione stia avanzando, ciò è possibile grazie anche all’inconsapevolezza del popolo, ignaro purtroppo dei cambiamenti storici in atto.
Digitalizzare significa controllare, poi viene anche il resto.
PDF Circolare Agenzia delle Entrate: Circolare 21/E del 20.06.2022
FONTI:
- https://www.dday.it/redazione/43642/vera-e-lalgoritmo-di-intelligenza-artificiale-che-aiutera-lagenzia-delle-entrate-a-scovare-gli-evasori
- https://www.lastampa.it/economia/2022/07/02/news/fisco_ecco_il_nuovo_algoritmo_anti_evasione_come_funziona-5429750/
- https://www.money.it/agenzia-delle-entrate-arriva-il-super-algoritmo-che-non-lascia-scampo-agli-evasori
Sara Iannaccone, 11.09.2022
FONTE: https://comedonchisciotte.org/ecco-a-voi-ve-r-a-lalgoritmo-del-terrore-che-scova-i-probabili-evasori/
Un italiano su tre non pagherà la bolletta del gas entro Natale. Se l’indagine Coop è realistica, sarà un disastro epocale
Settembre 10, 2022 posted by Giuseppina Perlasca
Le Coop hanno pubblicato il rapporto 2022 sui consumi e sullo stile di vita degli italiani. Come ogni ricerca del genere è molto legato al campione sondato e spesso anche alle inclinazioni del committente: infatti come sono poste le domande influenza le risposte, per cui se ti chiedo “Sei per la natura” , in modo generico, senza identificare un contrappeso, avrete ovviamente una marea di si.
Fatta questa premessa il rapporto ha degli aspetti inquietanti per il nostro futuro. Vi propongo qualche estratto:
E se è vero che più di altri Paesi, il legame (commerciale e ideologico) con la Russia è un dato di fatto (gli italiani sono i più filo putiniani d’Europa), è altrettanto vero che al netto delle ideologie il dilemma della bolletta è ben lontano dall’essere risolto e anzi pesa come un macigno sulle famiglie già a corto d’ossigeno. Il 57% dichiara già oggi la difficoltà di pagare l’affitto, il 26% pensa di sospendere o rinviare il pagamento e se restringiamo il campo a luce e gas un italiano su 3 entro Natale potrebbe non coprire più le spese per le utenze.
Le cifre dovrebbero fare paura: se un italiano su tre pensa di non pagare le utente entro fine anno significa che tutto il sistema energetico italiano salterà come un tappo di bottiglia: come abbiamo scritto in un precedente articolo l’attuale, poco sensata, normativa scarica le bollette non pagate dagli utenti morosi su quelli che pagano correttamente. Se uno su tre non paga e questo onere si scaricherà sugli altri, allora tutto il sistema salterà.
Proseguiamo con un altro estratto.
L’Italia colpita dalla tempesta perfetta si scopre infatti un Paese più vulnerabile con la classe media sempre più in difficoltà, una parte che rimane indietro (24 milioni che nel 2022 hanno sperimentato almeno un disagio) e una netta crescita dell’area della povertà vera e propria (+ 6 milioni nell’ultimo anno).
Perfino la Coop si rende conto di un fatto ormai incontrovertibile: la classe media non esiste più in Italia. Ormai il paese è diviso in una maggioranza di poveri e una minoranza esigua di ricchi. La classe a cui si rivolgono, politicamente, tutti i centristi, quella che sarebbe composta dai “Conservatori”, come negli altri paesi, non c’è, è defunta. Questo spiega anche l’alta mobilità del voto: se nessuna soluzione moderata funziona, allora se ne cerca un’altra.
Mi auguro che la ricerca della Coop ci fornisca solo una visione parziale e distorta della realtà perché, se fosse realistica, i prossimi governanti dovranno affrontare dei bei problemi, probabilmente non risolvibili con mezzi convenzionali.
FONTE: https://scenarieconomici.it/uno-italiano-su-tre-non-paghera-la-bolletta-del-gas-entro-natale-se-lindagine-coop-e-realistica-sara-un-disastro-epocale/
La BCE non aiuterà le società energetiche vicine al fallimento. Rischi per gli utenti
La Banca Centrale Europea non concederà finanziamenti a breve termine alle imprese energetiche europee che stanno lottando contro la crisi energetica, i prezzi alle stelle e le richieste di margini sui mercati dei derivati, ha dichiarato venerdì il Presidente della BCE Christine Lagarde.
Si stima che le imprese energetiche europee stiano affrontando richieste di margini per un totale di 1.500 miliardi di dollari nel mercato dei derivati. Molte di queste imprese avranno bisogno di un sostegno politico per coprire tali richieste in un contesto di oscillazioni selvagge e di prezzi del gas e dell’elettricità alle stelle. La stima di 1,5 trilioni di dollari è addirittura “conservativa”, ha dichiarato a Bloomberg all’inizio di questa settimana Helge Haugane, vicepresidente senior di Equinor per il gas e l’energia.
LAVORO PENSIONI DIRITTI SOCIALI
Sessant’anni di Europa
Nel 2016 il tasso di occupazione in Italia è pari al 57,2 per cento della popolazione in età attiva, un livello inferiore a quello osservato nel complesso dell’Ue e ancor più basso se si considerano i soli paesi fondatori. Il ritardo dell’Italia sul fronte della partecipazione al lavoro non è una novità: sin dai tempi della firma dei Trattati di Roma i tassi di occupazione italiani sono stati sempre più bassi rispetto a quelli dell’aggregato E6; soltanto negli anni Ottanta si assiste a una riduzione del divario, che diventa inferiore a 4 punti percentuali raggiungendo il suo minimo nel 1984. I livelli massimi di divergenza si osservano invece durante la recente crisi: in questi anni il divario tra l’Italia e l’Europa dei sei, ma anche dei 28, è il più elevato mai riscontrato. L’obiettivo di Europa 2020 di un tasso di occupazione al 75 per cento appare molto lontano.
Nella lunga strada verso la parità di genere, negli ultimi 60 anni le differenze fra l’Italia e i sei paesi fondatori si sono accentuate. Nei decenni immediatamente successivi la creazione della Comunità europea, infatti, l’aggregato E6 mostra una continua diminuzione (anche se più lenta all’inizio) delle differenze di genere nei tassi di occupazione. Al contrario, nel nostro Paese, un cambio di passo interviene soltanto a partire dagli anni Settanta: i punti percentuali che separano i tassi di occupazione maschili e femminili sono 50 nel 1970, e si riducono a 18 nel 2016. Ma ancora molta strada ci separa dal complesso dei paesi dell’Ue e dall’aggregato dei sei fondatori.
Nel 1963 il tasso di disoccupazione in Italia è al 4 per cento: un minimo storico, ma un tasso comunque superiore a quello del gruppo dei sei fondatori. Una dinamica simile accomuna Italia ed E6 fino al 2001. Dal 2004 al 2007 il nostro Paese si attesta su livelli di disoccupazione inferiori al complesso dei fondatori, ma il risultato è di breve durata. Con la crisi riemergono le difficoltà del mercato del lavoro italiano: dal 2007 il tasso di disoccupazione risale, superando già nel 2008 l’aggregato dei paesi fondatori e, nel 2012, anche il complesso dell’Ue. Il 2014 è l’anno in cui in Italia si registra il più elevato livello del tasso di disoccupazione degli ultimi 60 anni. Nel periodo più recente la situazione migliora.
La partecipazione al mercato del lavoro, misurata con il tasso di attività, mostra per quasi 20 anni dalla firma dei Trattati di Roma un andamento negativo, più accentuato in Italia rispetto al complesso dei sei fondatori. Soltanto nel 2000 il tasso di attività dell’Italia torna al livello del 1960. Questi sviluppi si traducono in una crescente divaricazione rispetto ai paesi E6, ampliatasi negli anni della crisi. Nel 2016, infatti, il divario con i sei fondatori è di oltre 10 punti percentuali (erano poco più di 3 nel 1960). Meno marcata invece, anche se consistente e pari a 8 punti percentuali, la distanza con l’insieme dell’Ue
Nel corso di questi primi 60 anni d’Europa i profondi cambiamenti demografici e sociali hanno messo i lavoratori “anziani” sempre più al centro delle politiche. La maggiore longevità determina pressioni crescenti sui sistemi di welfare, previdenza e assistenza, rendendo necessaria una prolungata permanenza sul mercato del lavoro. In Italia il tasso di occupazione dei 55-64enni è più basso sia di quello medio europeo sia di quello calcolato sull’aggregato dei paesi fondatori. In particolare il divario rispetto all’insieme dei sei fondatori, che era di 2 punti percentuali nel 1983, si è ampliato nel corso del tempo: la crescita dei livelli occupazionali di questa fascia di età – che pure c’è stata a partire dai primi anni Duemila – è stata meno intensa rispetto ai partner europei.
Nei primi anni Ottanta il divario fra il tasso di occupazione maschile e femminile nella fascia di età 55-64 anni era davvero ampio, in particolare in Italia. Tale differenza, che pure si è attenuata a partire dagli anni Novanta, mantiene lontana la situazione italiana da quella dei sei fondatori, che hanno visto ridursi le disparità di genere più intensamente di quanto non sia accaduto nel nostro Paese.
La quota dei salari, cioè la percentuale di reddito spettante al lavoro dipendente (corretta per tenere conto delle differenze nella composizione del lavoro) dagli anni Ottanta è andata diminuendo nell’insieme dei Paesi fondatori e ancor più in Italia. Trattandosi di un indicatore anticiclico – nelle fasi iniziali delle crisi la quota dei redditi da capitale tende a diminuire di più rispetto ai redditi da lavoro – nel periodo 2008-2010 si è avuto un recupero sostanziale (come già, in misura minore, nel 1975, nel 1982 e nel 1991-92). Questo ha però solo temporaneamente interrotto la tendenza storica al deterioramento della quota del lavoro nel prodotto.
FONTE: https://www.istat.it/60annidieuropa/lavoro.html
PANORAMA INTERNAZIONALE
Sunday: “Carlo d’Inghiterra ricevette fondi dai Bin Laden”. Ma Clarence House contesta
1 08 2022
Roma, 1 ago – Il principe Carlo avrebbe ricevuto fondi da due fratellastri di Bin Laden. La notizia, riportata da Tgcom24, sta infiammando in queste ore la Gran Bretagna.
Carlo e i fondi dai Bin Laden
Il Sunday pubblica la notizia e l’isola intera si infiamma. Carlo d’Inghilterra avrebbe ricevuto denaro direttamente dai Bin Laden, nella fattispecie da Bakr e Shafiq, due fratelli di Osama appartenenti alla ricchissima famiglia saudita. Anche il Times non è stato a guardare: secondo le loro indiscrezioni il principe avrebbe incontrato direttamente Bakr, nella sua residenza di Clarence House. Ma il pezzo non contiene dettagli su eventuali legami dei due con il movimento terrorista. Ciònonostante, Carlo avrebbe accettato di ricevere le donazioni nonostante molti membri della Fondazione da lui presieduta (Prince of Wales Charitable Fund) si fossero opposti.
La replica di Clarence House
Clarence House, dal canto suo, smentisce categoricamente. Tutto quanto pubblicato su Sunday e Times sarebbe una versione dei fatti non corrispondente al vero. In particolare, non viene contestata la possibilità che Carlo abbia effettuato donazioni, ma che ci sia stato un vero incontro nelle modalità e nelle circostanze raccontate dalla stampa britannica. Il presidente della Fondazione, sir Lan Cheshire, la donazione è stata “valutata con attenzione” dai cinque membri del board: “Sono stati fatti gli adeguati controlli, con informazioni richieste a diverse fonti, compreso il governo. La decisione fu presa collettivamente da tutti e ogni tentativo di suggerire il contrario è fuorviante e non accurato”.
Alberto Celletti
FONTE: https://www.ilprimatonazionale.it/approfondimenti/sunday-carlo-dinghiterra-ricevette-fondi-dai-bin-laden-ma-clarence-house-contesta-240466/
Putin, i funerali di Elisabetta II e quel messaggio all’Occidente
Il regno di Gran Bretagna e Irlanda del Nord e i reami del Commonwealth sono in lutto: Elisabetta II, regina dei due secoli, è passata a miglior vita. Le succede suo figlio, Charles Phillip Arthur George, intronizzato come Carlo III. Su di lui l’onere-onore di rallentare il processo di declino del casato dei Windsor, a sua volta riflesso del tramonto della potenza britannica, e di contribuire a quel progetto di rinascita imperiale corrispondente alla Global Britain.
Insieme ad Elisabetta II scompare definitivamente il Novecento, epoca la cui memoria è fresca, ma i cui giganti che hanno contribuito a forgiarla, coi loro pensieri e con le loro azioni, stanno salutando la dimensione terrena uno dopo l’altro. È il corso naturale delle cose. Il ciclo della vita. La ruota dell’esistenza del saṃsāra. Una generazione deve appassire e morire affinché un’altra sorga e la sostituisca.
Il momento del passaggio dello scettro tra una generazione e l’altra, simbolizzato dagli estremi onori, è quanto di più importante esista per una cultura. Ed è un momento in cui non esiste gesto che non parli, che non abbia un duplice significato, inclusa la decisione di non prendervi parte. Perciò la decisione di Vladimir Putin di non partecipare alle esequie di Elisabetta II, regina d’Inghilterra e tra i simboli dell’Occidente, dovrebbe essere letta per ciò che è: un pessimo segnale.
Un nemico è per sempre
Nemici sempre. Amici mai. Aminemici ogni tanto, se e quando necessario. Questa è la storia, in tre frasi, delle burrascose relazioni tra Londra e Mosca, due imperi in lotta per il cuore dell’Europa e per l’egemonia dell’Eurasia sin dall’Ottocento. Ma non è il passato, o meglio non il passato remoto, il motivo per cui Putin disattenderà il big day della nazione britannica. È il presente. È il suo rapporto con l’Ucraina.
Il Regno Unito è stato tra i principali sponsor di Euromaidan, successivamente si è preso a carico l’ammodernamento e la professionalizzazione delle forze armate ucraine e dal 24.2.22 sta co-guidando, insieme agli Stati Uniti, l’internazionale di aiuto e soccorso per l’Ucraina. Dove per aiuto e soccorso si intendono, in special modo, armi.
Nessuno ha aiutato Kiev più di Washington, capolista nella classifica dei principali rifornitori di armamenti – con l’autorizzazione all’invio di armamenti per oltre quindici miliardi di dollari dal 24.2.22 –, ma difficile è anche competere con Londra, che vanta un secondo posto a lunga distanza, con l’esborso di quasi tre miliardi e l’addestramento di più di tremila soldati ucraini nelle proprie strutture. Numeri che indicano come si tratti più di una guerra tra Anglosfera e Russia in Ucraina che di una guerra tra Ucraina e Russia.
L’assenza presente di Putin è più che giustificata, dal punto di vista russo, ed è coerente ed in linea con le precedenti decisioni di non commemorare i feretri di Shinzo Abe e Mikhail Gorbaciov, rispettivamente aminemico che aveva aderito al fronte filoucraino con armi e mercenari e curatore fallimentare dell’Unione Sovietica. Da aggiungere, inoltre, che tra Putin ed Elisabetta II i rapporti non erano mai stati ottimi: più incontri, ma soltanto uno ufficiale, nel lontanissimo 2003, ricordato per il quarto d’ora di ritardo di Putin e per una pesante frecciatina a lui diretta, fuori protocollo, da parte della regina. Ma il rifiuto, nonostante tutto, non era del tutto prevedibile.
Perché l’8 settembre non è morta una regina qualsiasi, ma la regina. Fierezza del popolo britannico, del cui passato imperiale è simbolo autentico, e icona semispirituale, di poco inferiore al Vescovo di Roma, della civiltà occidentale. Ecco perché il rifiuto di Putin è uno schiaffo che ferisce Londra, ma lascia lividi anche nel resto dell’Occidente. Prova di quanto siano qualitativamente basse le relazioni tra Cremlino e Buckingham Palace e, in esteso, della salute precaria del rapporto tra Russia e Occidente.
Il precedente del 2005
Non presentarsi ad un funerale, e in particolare ad un funerale eccellente come quello di una persona-simbolo, è uno degli insulti non verbali più gravi che uno stato possa fare ad un altro. Un messaggio destinato a chi ha orecchie per intendere, ma che anche un sordo con del sale in zucca è in grado di afferrare.
Accadde qualcosa di simile l’8 aprile 2005, giorno dell’ultimo saluto a Giovanni Paolo II. Si trattò delle onoranze funebri di un capo di stato più seguite della storia, con l’attrazione a Roma di più di quattro milioni di pellegrini, di oltre settanta tra presidenti, primi ministri e sovrani e di dignitari in rappresentanza di diciotto organizzazioni internazionali e quindici religioni. Soltanto le esequie di Nelson Mandela, nel 2013, furono capaci di battere il record del Papa dei record.
Il mondo era a Roma l’8 aprile 2005, per omaggiare la dipartita dell’uomo che aveva combattuto in prima linea la Guerra fredda, vincendo l’Unione Sovietica pur non avendo divisioni, ma qualcuno mancava. Due potenze, per l’esattezza, quel giorno decisero di ignorare l’evento e di dedicargli poco spazio persino nelle loro televisioni. Erano Mosca e Pechino, la prima presente attraverso l’allora primo ministro Mikhail Fradkov e la seconda assente del tutto.
Un calendario fitto – la scusa di Putin. La rigida applicazione della politica dell’una sola Cina – la giustificazione di Hu Jintao. Ma la verità è che sia Putin sia Hu avevano delle valide ragioni, a loro modo di vivere la storia, per oltraggiare la Chiesa. Putin l’avrebbe manifestata soltanto qualche giorno dopo, durante l’annuale discorso sullo stato della nazione, con una frase suggestiva: “il collasso dell’Unione Sovietica è stata la più grande catastrofe geopolitica del Ventesimo secolo“. Collasso di cui il defunto papa polacco era stato co-artefice. Da Hu, nel rispetto della stereotipata imperscrutabilità cinese, nessun segnale aggiuntivo. A parte le indiscrezioni sui presunti timori del PCC di una sollevazione popolare da parte dei cristiani, sull’onda dell’emotività, dalle conseguenze imprevedibili.
Oggi come ieri, come sempre, i funerali sono il cordoglio di una nazione e il risentimento di un’altra. Ed anche un’occasione per inviare messaggi su quello che potrebbe essere il futuro. E quello tra Occidente e Russia pare tutt’altro che roseo.
FONTE: https://it.insideover.com/politica/putin-i-funerali-di-elisabetta-ii-e-quel-messaggio-alloccidente.html
Conduttore argentino festeggia la morte della regina Elisabetta in diretta tv con brindisi e…
9 set 2022 Applausi in studio:: «Finalmente la vecchia nazista è morta»
VIEDO QUI: https://www.youtube.com/watch?v=wuOm1oIQPrc
FONTE: https://www.youtube.com/watch?v=wuOm1oIQPrc
Maria Zakharova: «Italia spinta al suicidio economico da Usa e Ue»
L’Italia è vicina al collasso economico? Per Mosca è tutta colpa di Stati Uniti e Ue. E’ quanto affermato da Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, in un post pubblicato su Telegram.
“Roma è spinta al suicidio economico per la frenesia sanzionatoria euro-atlantica“, e per le imprese italiane il risultato sarà di vedersi “distrutte dai ‘fratelli’ d’Oltreoceano”.
Le aziende statunitensi oggi “pagano l’elettricità sette volte meno di quelle italiane”.
“Le sanzioni sono diventate uno strumento di concorrenza sleale” contro i produttori italiani, tuona ancora la Zakharova.
Oltretutto “quando le imprese italiane crolleranno, saranno comprate a buon mercato dagli Yankee“. La portavoce del ministro degli Esteri di Mosca va giù duro anche nei confronti dell’Unione europea – rea di prendere ordini dagli Stati Uniti – e punta il dito direttamente contro Cingolani. “Il piano italiano per la riduzione della dipendenza dalle fonti energetiche russe, messo a punto dal ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani, è imposto a Roma da Bruxelles, che a sua volta agisce su ordini di Washington, ma alla fine saranno gli italiani che dovranno soffrire”.
Un attacco senza dubbio a gamba tesa, quello che arriva oggi dalla Russia, consapevole di far leva sugli inevitabili malumori degli italiani, costretti a pagare il prezzo più alto di una crisi economica dettata da giochi di potere e speculazioni internazionali.
FONTE: https://www.lavocedeltrentino.it/2022/09/06/maria-zakharova-italia-spinta-al-suicidio-economico-da-usa-e-ue/
POLITICA
Mattarella ha chiamato Giorgia…vuole due ministri suoi
Maurizio Blondet 11 Settembre 2022
Gli ambienti di destra raccontano che il Presidente della Rep avrebbe chiamato la Meloni al telefono (iniziativa sua) dicendo che non avrà alcuna difficoltà a nominarla capo del governo (bontà sua) purché [a condizione che] accetti i nomi di due ministri da lui indicati: insomma vuole essere lui a nominare due ministri. Quali? “il ministro dell’economia e un altro” non meglio specificato. Gli Esteri con un nome che garantisca l’indefettibile servitù atlantica fino alla morte per sanzioni russe dell’ultimo italiano? Non certo l’Agricoltura..
Questo per ricordare agli ignari che poi sono delusi dai politici che hanno votato perché non li vedono partire lancia in resta come il Prode Anselmo per gli interessi dell’Italia, che essi sono soggetti a ingerenze occulte e brutali che ne condizionano l’azione fino a paralizzarla, se avessero avuto mai l’intenzione di sfidare la “democrazia occidentale” suqualche punto in forza del voto.
Mattarella fu quello che nel maggio 2018 pose il veto alla nomina di Paolo Savona al ministero dell’Economia. E siccome Conte – gli sia reso onore – rimise l’incarico a causa del rifiuto, il palermitano figlio e padre di Bernardo usci con un comunicato brutale : “Ho chiesto, per quel ministero, l’indicazione di […] un esponente che non sia visto come sostenitore di una linea, più volte manifestata, che potrebbe provocare, probabilmente, o, addirittura, inevitabilmente, la fuoruscita dell’Italia dall’euro”.
E non solo: subito dopo, il Palermitano convoca l’indomani mattina al Quirinale Carlo Cottarelli, al quel vuol dare l’incarico di formare un governo. Un governo che non ha alcun rapporto con il risultato delle elezioni – avevano vinto a man bassa Lega e 5 Stelle, uniti nel governo – dato che Cottarelli era stato ministro (alla spending review) nel governo Letta del 2013; ma era anche l’uomo che al Fondo Monetario vietò che alla Grecia la “ristrutturazione” del debito storico (enorme, contratto con le banche tedesche ben consce della rovina a cui avviavano il paese), che avrebbe permesso al paese di tornare a respirare, evitando il martirio della popolazione che non ha ancora finito di travolgerlo”. Insomma non importa chi vince le elezioni, per Mattarella il ministro deve essere un PD al servizio degli usurai internazionali e della loro ideologia inumana.
E’ la”democrazia” ammessa nella UE.
Draghi si è dato “poteri speciali” dal 24 settembre. Perchè?
Ora magari tale “democrazia” farà un salto di qualità?
Nella Gazzetta Ufficiale del 10 settembre è comparso un decreto del presidente del consiglio che recita:
“Dal 24 settembre poteri speciali al presidente del Consiglio”.
Non sapendo bene cosa pensarne, lascio la parola all’ ex magistrato e docente di Diritto Augusto Sinagra:
“ Nel clima di voluto rincoglionimento per mezzo di organi di informazione servili e venduti, è sfuggita l’apparizione in Gazzetta Ufficiale di un Decreto-legge che conferisce poteri speciali al Presidente del Consiglio dei Ministri sulla base di una legge del 2012 che li prevede in materia societaria per il comparto difesa e sicurezza e in materia di trasporti, comunicazioni e altro.
Il Capo dello Stato che firma tutto, ha firmato anche questo Decreto-Legge.
Il primo motivo di allarme è che contrariamente alla regola dell’entrata in vigore dei DL il giorno dopo della pubblicazione in GU, per questo DL si dispone la entrata in vigore per il giorno 24 settembre prossimo, fermo restando che il Decreto-Legge datato agosto 2022 deve essere convertito in legge nei primi giorni del mese di ottobre. È inspiegabile la data di entrata in vigore il giorno prima delle votazioni politiche e ancor più è inspiegabile in che modo verranno esercitati i poteri speciali che non sono definiti in alcun modo.
La situazione è di gravissimo allarme politico ed è di una gravità assoluta.
In più i poteri speciali, riguardanti anche il settore energetico, vengono attribuiti in via di necessità e urgenza (come è richiesto per i DL) ad un Presidente del Consiglio dimissionario che, per obbligo costituzionale, dovrebbe occuparsi solo degli affari correnti; e tali indefiniti poteri speciali vengono conferiti in un momento in cui non vi è un Parlamento eletto ma un Parlamento disciolto e cioè nel pieno di un vuoto politico e istituzionale.
Può capitare di tutto. Si possono fare le più fosche previsioni ed ipotizzare le peggiori cose.
E questa sarebbe la democrazia e il rispetto della Costituzione. Nel frattempo, i vertici delle FFAA guardano le stelle.
Di quel che accadrà si renderà conto il Popolo italiano che, spero, vorrà uscire presto dal suo torpore e reagire con ogni mezzo possibile.
Augusto Sinagra.
FONTE: https://www.maurizioblondet.it/mattarella-ha-chiamato-giorgia/
Urso negli Usa per spingere Meloni: “In politica estera continuità con Draghi”
Il presidente del Copasir a Washington per “presentare” Meloni agli Usa
Urso: “In politica estera continuità con Draghi”
“E’ormai chiaro a tutti, ma è bene ribadirlo in tutte le sedi, che l’Italia continuerà ad essere un anello forte della coalizione dei nostri alleati di fronte alla crisi ucraina e alle sfide strategiche alle quali siamo chiamati come membri sia della Ue che dell’Alleanza Atlantica. Ovviamente dirò che nella fase di transizione, che potrà durare anche due mesi, garantiremo gli stessi impegni presi dal governo Draghi, dalle sanzioni a tutto il resto, compresi gli aiuti militari. Non a caso mentre ero a Kiev mi sono sentito con il ministro della Difesa Lorenzo Guerini che era al vertice di Ramstein in Germania”. Così in un’intervista al Corriere Adolfo Urso senatore di Fratelli d’Italia e tra i principali consiglieri di Giorgia Meloni in partenza per Washington. Lì illustrerà il programma di Fdi agli americani e confermerà la continuità con gli impegni del governo Draghi.
Urso dice anche che si parlerà di Cina. “Fratelli d’Italia ritiene che sia stato un grande errore la firma del memorandum sulla Via della Seta fra il governo italiano e quello cinese, sotto il governo diGiuseppe Conte. Altresì siamo convinti che se la Russia è una minaccia gravissima, lo è soprattutto a livello regionale: la Cina invece è una sfida sistemica globale, uno Stato che ha ambizioni di primato mondiale, che tende a sviluppare sempre più i propri interessi sia nel Med
FONTE: https://www.affaritaliani.it/politica/urso-negli-usa-per-spingere-meloni-in-politica-estera-continuita-con-draghi-815005.html
Leonardo Donno: «Draghi, il migliore dei migliori, si è rivelato un bluff. Non è stato un toccasana»
L’onorevole del Movimento 5 stelle traccia un bilancio finale della prima legislatura in cui i grillini si sono misurati con il governo dell’Italia
Il piano B di Repubblica: come bloccare il centrodestra dopo il voto
SCIENZE TECNOLOGIE
L’astrofisico: il clima terrestre cambia da sempre e non ha nulla a che fare con l’uomo.
Settembre 11, 2022 posted by Giuseppina Perlasca
Certe interviste possono andare male, soprattutto quando si fanno ad astrofisici, come Piers Corbyn, che non hanno paura di dire la verità. Tra l’altro questo noto scienziato britannico è il fratello del leader laburista jeremy Corbyn, noto esponente della sinistra britanni. In una sua intervista l’astrofisico ha affermato che il clima “è sempre cambiato, ma questo non ha nulla a che fare con l’uomo”.
L’astrofisico ritiene invece che i cambiamenti nel clima e nel tempo della Terra siano dettati principalmente dall’attività ciclica sulla superficie del sole (e non, come invece è ovvio, dagli effetti dell’anidride carbonica nell’atmosfera)
Eccovi l’intervista.
Piers Corbyn, pur essendo fratello del laburista Corbyn, è stato lodato da Boris Johnson come il “Miglior previsore meteorologico al mondo“.
FONTE: https://scenarieconomici.it/lastrofisico-il-clima-terrestre-cambia-da-sempre-e-non-ha-nulla-a-che-fare-con-luomo-una/
Il vostro robot “Roomba” vi sta spiando? Vi sono dei sospetti sulla società del gruppo Amazon
Settembre 10, 2022 posted by Giuseppina Perlasca
I tutori della privacy hanno criticato l’acquisto annunciato da Amazon del produttore di aspirapolvere robot iRobot per che aprirebbe le porte a una “sorveglianza pervasiva”, mentre la Federal Trade Commission ha aperto un’indagine sull’acquisizione da 1,7 miliardi di dollari.
L’acquisizione prevista dal gigante tecnologico del produttore di aspirapolvere Roomba gli darà accesso al sistema operativo dell’apparecchio che utilizza una telecamera frontale per creare mappe complete dell’interno delle case delle persone, che potranno poi essere inserite nell’enorme patrimonio di dati di Amazon su centinaia di milioni di consumatori.
“Con questa acquisizione Amazon avrà accesso ad atti estremamente intimi nei nostri spazi più privati che non sono disponibili con altri mezzi o per altri concorrenti“, affermano oltre venti gruppi per la tutela della privacy e dei diritti civili in una lettera inviata venerdì alla FTC. “Le informazioni raccolte dai dispositivi di iRobot vanno oltre le planimetrie delle case e comprendono informazioni estremamente dettagliate sugli interni delle case dei consumatori e sugli orari e gli stili di vita degli abitanti”, si legge nella lettera, condivisa dall’associazione per i diritti digitali Fight for the Future. “Concedere ad Amazon l’accesso totale a questo tipo di informazioni private attraverso questa acquisizione danneggia i consumatori“.
Tra l’altro a questo punto i robot pulitori Roomba della iRobot entreranno a far parte degli strumenti controllati dal Alexa e facenti parte del suo sistema operativo, uno strumento che già raccoglie enormi quantità di informazioni degli utenti ascoltandone le voci. A questo punto Amazon avrà a propria disposizione anche una quantità enorme di informazioni di carattere fisico sulla abitazioni dei cittadini.
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