RASSEGNA STAMPA DETTI E SCRITTI 30 SETTEMBRE 2022

RASSEGNA STAMPA DETTI E SCRITTI

30 SETTEMBRE 2022

 

A cura di Manlio Lo Presti

Esergo

La stupidità non varca mai frontiere; là dove pone il piede è territorio suo

STANISLAW J. LEC, Pensieri spettinati, Bompiani, 2006, pag. 98

 

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SOMMARIO

GIORGIA MELONI, LA PRIMA DONNA SEGRETARIA DI PARTITO E PREMIER
Il misterioso volo NATO 01
Equipe 84 – 29 settembre – 1967 VIDEO
Equipe 84 – 29 settembre (testo)
Bollette, 3 milioni di italiani truffati.
LOGICHE NON EUCLIDEE.
Covid: Ronzulli (Fi), ‘no vax ricoverati sottraggono posti letto a altri malati’
Nord Stream, gasdotto colpito nelle acque Nato ma è sempre colpa dei russi…
Nord stream, si fa largo ipotesi sabotaggio. Usa: “Nessun impatto su resilienza energetica Ue”
La strage di Odessa e la stampa italiana: censura di guerra?
IL PENSIERO BALBETTATO
IN ATELIER
IL MOSCONE
Perdite di gas dai due Nord Stream, c’è il sospetto di attacchi mirati
Montante, i pm: “Noi spiati e accerchiati da apparati istituzionali e qualche senatore”.
Fact-checking Ucraina: le bufale sulla guerra del Donbass
Italia: record storico nei prezzi alla produzione. Si va verso la deindustrializzazione
ENOTEISMO
Estendere la Russia
RIMETTERE IN FILA GLI AVVENIMENTI
Ops: la ricchezza di Anthony Fauci è aumentata del 66% durante il Covid
ORA CHE I GASDOTTI NORDESTREAM SONO SCOMPARSI
Il conflitto e l’ipocrisia: serve un nuovo soggetto politico, l’umanità
Lo sviluppo dell’IA nella Repubblica Popolare Cinese (la creazione di talenti e il confronto con gli Usa)
Le Colonie d’Italia

 

 

 

EDITORIALE

GIORGIA MELONI, LA PRIMA DONNA SEGRETARIA DI PARTITO E PREMIER

Giorgia Meloni, la prima donna segretaria di partito e premierNasce a Roma il 15 gennaio 1977. Cresce nel quartiere della Garbatella. Inizia a 15 anni l’attività politica guidando il coordinamento studentesco “Gli Antenati” e andando contro le politiche della Jervolino. Si diploma con 60/60 in un Liceo linguistico di Roma. Nel 1996 è attiva con Alleanza nazionale come responsabile dell’area studentesca. Dal 2008 al 2022 è consigliere provinciale di Roma nel collegio della Garbatella e componente della Commissione cultura. È designata dirigente nazionale e presidente di Azione giovani, che confluisce nella struttura Giovane Italia all’interno di Fratelli d’Italia. Viene eletta alla Camera dei deputati nel 2006. Sempre nel 2006 diventa giornalista professionista. Vicepresidente della Camera dei deputati dal 2006 al 2008. È nominata ministro delle Politiche giovanili dal 2008 al 2011 nel IV governo Berlusconi.

Nel 2011 pubblica Noi crediamo (Sperling & Kupfer) dove sono raccolte le iniziative di “giovani all’opera”. Nel 2012 fonda, assieme ad altri dirigenti e militanti di destra, il partito Fratelli d’Italia per il quale viene rieletta deputata nel 2013. Dal 2014 è presidente di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale. Tenta, senza riuscirci, di diventare sindaco di Roma nel 2016. Nel 2018 è alla guida dell’unico partito all’opposizione del governo Conte I e II e poi del governo Draghi allestito nel 2021 per combattere il Covid. Tra il 2018 e il 2019, Giorgia Meloni rafforza la sua visione filostatunitense, con forti collegamenti con il presidente Donald Trump. Il partito incrementa i consensi nelle elezioni europee del 2019. Nel 2020 è eletta presidente del Partito dei conservatori e riformisti europei. Nel 2021 pubblica Io sono GiorgiaLe mie radici, le mie idee (Mondadori). Il libro vende moltissimo. Nasce anche un meme molto popolare e molto diffuso.

Nel febbraio 2021, Giorgia diventa il bersaglio di pesanti insulti da parte di un professore di sinistra in servizio presso l’Università di Siena che viene tempestivamente sospeso dalla sua attività per tre mesi; in tale occasione sia il presidente della repubblica, Sergio Mattarella, che il capo del governo Mario Draghi, hanno esplicitato la loro solidarietà alla politica romana. Lei non molla e, anzi, aumenta la sua attività. Alle votazioni del 25 settembre 2022 Fratelli d’Italia raccoglie notevoli consensi diventando il primo partito nell’area del centrodestra. Con il 26 per cento di preferenze diventa il gruppo politico più votato in Italia. La vita di Giorgia Meloni è una corsa vertiginosa che comprende battute d’arresto, ma costellata di conquiste numerose una dietro l’altra grazie alle sue notevoli capacità comunicative, alla sua tenacia incrollabile sostenuta da forte fiducia in sé stessa. Anche lei ha vissuto vicende familiari difficili che ha superato con determinazione.

La sua capacità relazionale si sostiene sulla spontaneità caratterizzata da un forte accento romano che non ha voluto nascondere. Non credo che la sua corsa all’interno del partito totalmente maschile sia stata una passeggiata, ma i suoi modi continuavano a convincere, a catturare l’attenzione dei cittadini e degli avversari che non riuscivano a fronteggiarla sui temi politici colpendola con la diffamazione e le campagne d’odio. Ha evitato di apparire una martire e ha vinto molte delle partite politiche. Giorgia è la prima donna segretaria di partito italiano e di un gruppo europeo e la prima donna a diventare capo del governo. Dovrà ora affrontare altre sfide e restare in sella il più a lungo possibile. Ma questa sarà la terra di nessuno costellata da molte trappole, soprattutto a livello internazionale sia europeo che americano.

FONTE: https://www.opinione.it/politica/2022/09/28/manlio-lo-presti_giorgia-meloni-garbatella-fratelli-d-italia-governo/

 

 

 

IN EVIDENZA

Circola in rete la notizia di uno strano volo della NATO effettuato il 13 settembre scorso sulle Marche, proprio due giorni prima della “bomba d’acqua” che ha devastato la costiera marchigiana.

La particolarità di questo volo è che è partito dalla base di Geilenkirchen in Germania, ha raggiunto le Marche, ci ha volato sopra per circa 4 ore, per poi fare ritorno in Germania. Lo scopo di questo volo ovviamente non è noto, ma molti sospettano che abbia avuto a che fare con quel rovescio d’acqua talmente violento che nemmeno gli addetti al meteo sono riusciti a prevederlo (quella mattina nelle Marche c’era solo un’allerta gialla).

Vi chiedo di darmi un vostro parere sulla possibile implicazione di questo strano volo nella tragedia avvenuta meno di 48 ore dopo.

I dati per fare la ricerca sono i seguenti:

Uno dei primi a dare la notizia è stato il canale telegram https://t.me/Diegodibonito/3897
L’aereo è un Boeing E-3 Sentry 707 AWACS
L’aeromobile è siglato LX-N90446
La fligh history dell’aereo è consultabile qui: https://planefinder.net/data/aircraft/LX-N90446
Cliccando “playback” sulla data 2022-09-13 compare il tracciato di volo di quel giorno.
Il tracciato di volo è rilevabile anche da Flightradar24: https://www.flightradar24.com/data/aircraft/lx-n90446#2d71fb70

FONTE: https://luogocomune.net/31-scie-chimiche/6075-il-misterioso-volo-nato-01

 

 

 

ARTE MUSICA TEATRO CINEMA

Equipe 84 – 29 settembre – 1967

FONTE: https://www.youtube.com/watch?v=vGCA-320cbM

 

 

 

Equipe 84 – 29 settembre (testo)

“Seduto in quel caffè
io non pensavo a te
guardavo il mondo che
girava intorno a me.

 

Poi d’improvviso lei sorrise
e ancora prima di capire
mi trovai sottobraccio a lei
stretto come se
non ci fosse che lei.

Vedevo solo lei
e non pensavo a te
e tutta la città
correva incontro a noi

Il buio ci trovò vicini
un ristorante e poi
di corsa a ballar sottobraccio a lei
stretto verso casa abbracciato a lei
quasi come se non ci fosse che
quasi come se non ci fosse che lei.

Mi son svegliato e
e sto pensando a te
ricordo solo che
che ieri non eri con me.

Il sole ha cancellato tutto
di colpo volo giù dal letto
e corro lì al telefono
e parlo, rido e tu
tu non sai perché
t’amo, t’amo e tu
tu non sai perché
parlo, rido e tu
tu non sai perché…”

FONTE: https://www.infinititesti.com/2015/07/24/equipe-84-29-settembre-testo/

 

 

 

 

ATTUALITÀ SOCIETÀ COSTUME

Bollette, 3 milioni di italiani truffati. Come tutelarsi per evitare spiacevoli sorprese e cosa è successo

Pubblicato il 28/09/2022

Non ci sono soltanto i temutissimi rincari e il rischio di razionamenti obbligatori a tormentari i sonni degli italiani. Negli ultimi 12 mesi, infatti, ben 12 milioni di cittadini hanno subito loro malgrado una truffa nell’ambito delle utenze luce e gas, con un danno economico che è stato stimato complessivamente in ben 505 milioni di euro. A rivelarlo è un’indagine commissariata da Facile.it agli istituti mUp Research e Norstat.

Stando alle ricerche, tra le voci di spesa famigliare analizzate dall’istituto sono le utenze di luce e gas quelle che hanno visto gli italiani cadere in trappola con la maggiore frequenza. Tra gli intervistati, infatti, il 7,1% ha dichiarato di aver subito una truffa in questo ambito. A seguire le carte elettroniche (6,5%), la telefonia mobile (5,2%), mentre l’assicurazione auto/moto, da alcuni ritenuta una delle aree più a rischio, in realtà è tra i campi analizzati quello dove in percentuale gli italiani sono stati truffati meno frequentemente .

Ma come si muovono, di preciso, i truffatori? Sempre secondo i dati raccolti dai ricercatori, tra i canali più usati ci sono i finti call center (44%) e le visite porta a porta (31%). Il 54% di chi cade in trappola non denuncia la frode, valore addirittura più alto rispetto alla media rilevata nelle altre voci di spesa familiare oggetto di indagine, dove chi non denuncia è il 41,5% dei truffati.

Le vittime predilette dei truffatori sono soprattutto gli uomini (8,9% rispetto al 5,3% del campione femminile) e, a dispetto di quanto si possa pensare, i rispondenti con un titolo di studio universitario (9,9% rispetto al 5,6% rilevato tra i non laureati). Dal punto di vista anagrafico emerge che, a cadere in trappola nell’ambito delle utenze luce e gas, sono più sovente i rispondenti nella fascia di età 35-44 anni (9,2%) mentre, a livello territoriale, sono i residenti nel Nord Est (9,6%).

FONTE: https://www.ilparagone.it/attualita/luce-e-gas-truffe-in-bolletta-per-oltre-3-milioni-di-italiane-come-tutelarsi-per-evitare-spiacevoli-sorprese/

 

 

 

LOGICHE NON EUCLIDEE.

UN FLORILEGIO DALLA RETE

Manlio Lo Presti 29 09 2021

Basta una occhiata a questi schemi per rendersi conto che ci sono una gran quantità di incongruenze nella quasi biennale narrazione della epidemia trasformata in pandemia per evitare che le assicurazioni private paghino i sinistri di polizze sanitarie pagate profumatamente!

In un mio precedente articolo del 9 settembre 2021 ho elencato trentasei motivi di sospetto che molte cose non girano e siamo di fronte ad una gran quantità di incoerenze: AGATHA, MAESTRA DEL SOSPETTO – Detti e Scritti

Di fronte a questo caos cognitivo voluto e progettato per non farci capire niente, invito a tutti a restistere cercando di ragionare con la propria testa.

 

 

Complimenti ai creatori di questi utilissimi schemi!

Continua …

 

 

BELPAESE DA SALVARE

Covid: Ronzulli (Fi), ‘no vax ricoverati sottraggono posti letto a altri malati’

Roma, 13 dic (Adnkronos) – “C’è purtroppo uno zoccolo duro di popolazione che continua a rifiutare i vaccini, oltretutto a causa di teorie assurde. A questo proposito è opportuno ricordare che per ogni posto letto occupato da chi contrae il Covid, magari perché non vaccinato, si sottrae la possibilità di un ricovero a un malato oncologico o con altre patologie, a una persona che necessita di un intervento o che ha avuto un incidente”. Lo ha detto Licia Ronzulli, vicepresidente del gruppo Forza Italia al Senato, a ‘Mattino 5’ su Canale 5.

FONTE: https://www.ildenaro.it/covid-ronzulli-fi-no-vax-ricoverati-sottraggono-posti-letto-a-altri-malati/

 

 

 

 

CONFLITTI GEOPOLITICI

Nord Stream, gasdotto colpito nelle acque Nato ma è sempre colpa dei russi…

Nessuna marcia indietro, solo un po’ più di prudenza nell’informazione italiana nel raccontare quello che è successo al Nord Stream 2. La logica nella propaganda di guerra non vale, quindi per l’informazione italiana sarebbero stati i russi a colpire un gasdotto che avrebbe potuto fruttargli miliardi. Non vale la logica che sarebbe un attentato compiuto in un mare controllato dalle forze Nato, sul quale incrociano navi dell’Alleanza atlantica.

No, la colpa è ancora una volta della Russia. Ora c’è da aspettare quello che verrà detto nella riunione del Consiglio di Sicurezza sollecitato dalla stessa Russia. C’è da sperare che venga varata una commissione d’inchiesta indipendente, che la Russia non risponda allo stesso modo e che l’escalation non vada verso un conflitto totale.

C’è stato in questi giorni un negoziato passato in sordina e che ha portato allo scambio di prigionieri, ci sono stati i referendum – che sono stati definiti una farsa nonostante comunque rappresentino l’opinione di una parte, seppur piccola della popolazione – c’è chi in Europa ha preso la palla al balzo per trasformarla in un boomerang contro l’autoritarismo di Putin. Io dico facciamoli i Referendum, ma anche tra qualche mese, con l’Osservatorio per i diritti, per dimostrare un principio bellissimo: che il destino dei popoli può essere deciso non sempre dalle armi ma da un metodo molto più democratico.

referendum, comunque fosse andata a finire, sarebbero stati un laccio emostatico alla guerra, l’occasione per dire “intanto fermate il fuoco”, intanto tacciano le armi. Invece no. Qual è la strategia dei democratici americani ed europei, quest’ultima colpita anch’essa dall’attentato al Nord Stream? Perché è come dire che indietro non si torna, ‘non vi passi per la testa di mitigare le sanzioni’, perché allo stato quo ante non si ritorna? Quello di continuare a combattere con più armi e più sanzioni. Combattere si deve, combattere bisogna. Fino a quando?

FONTE: https://www.ilriformista.it/nord-stream-gasdotto-colpito-nelle-acque-nato-ma-e-sempre-colpa-dei-russi-321407/

 

Nord stream, si fa largo ipotesi sabotaggio. Usa: “Nessun impatto su resilienza energetica Ue”

Gas chiude a 186 euro (+7%) ad Amsterdam. Agenzia per l’Energia danese: “Perdite fino a una settimana”
Pubblicato il 27/09/2022

danni al gasdotto Nord Stream nel Mar Baltico, che fanno temere sempre di più un inverno in Europa senza il gas russo, hanno fatto ripartire le quotazioni ad Amsterdam. Reduce da quattro sedute in flessione il contratto future Ttf, che fa da benchmark per il metano europeo, ha concluso in rialzo del 7% a 186 euro al megawattora dopo aver toccato un picco di giornata nel finale oltre la soglia dei 200 euro arrivando a 207 euro (+19%).

Secondo quanto ha reso noto l‘Agenzia per l’Energia danese il gas continua a uscire nel Mar Baltico dai gasdotti Nord Stream e si prevede che le perdite ci saranno ancora per alcuni giorni o fino a una settimana. La Danimarca ha denunciato in un video le perdite di gas del gasdotto Nord Stream nel Mar Baltico. Nelle immagini aeree catturate dall’esercito danese si vedono il mare “ribollire” al largo della costa di Bornholm. Le tre perdite di gas sui gasdotti Nord Stream 1 e 2 sono visibili nelle acque al largo della Danimarca con ebollizioni che vanno dai 200 ai mille metri di diametro. “La fuga più grande – ha sottolineato l’esercito danese in una nota – sta diffondendo bolle per un buon chilometro in diametro. La più piccola sta creando un cerchio di circa 200 metri di diametro”. “Ho appena parlato con il mio omologo polacco Zbigniew Rau – ha scritto il ministro degli Esteri danese, Jeppe Kofod, su Twitter – la perdita di gas nel Mar Baltico è una questione internazionale. È essenziale ora gestire la situazione. È nel nostro interesse non speculare, ma fare tutto il possibile per un’indagine sicura e approfondita su quanto accaduto”. “Si parla di tre fughe di gas, e dunque è difficile ipotizzare che possa essere accidentale” ha detto la premier danese Mette Fredriksen.

Si fa largo, nel frattempo, l’ipotesi sabotaggio. “La ‘fuga di gas’ dal Nord Stream 1 non è altro che un attacco terroristico pianificato dalla Russia e un atto di aggressione nei confronti dell’Ue. La Russia vuole destabilizzare la situazione economica in Europa e provocare il panico pre-inverno – ha affermato Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky –. La migliore risposta e investimento per la sicurezza è fornire carri armati all’Ucraina. Soprattutto quelli tedeschi”. “Non conosciamo ancora i dettagli di quello che è successo lì, ma possiamo vedere chiaramente che c’è stato un atto di sabotaggio – ha detto il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki –. Questo atto di sabotaggio è probabilmente il prossimo livello di escalation con cui abbiamo a che fare in Ucraina”. Un’ipotesi condivisa dalla polizia svedese che ha avviato un’indagine sulle perdite di gas nel Mar Baltico dai gasdotti Nord Stream ipotizzando il reato di “grave atto di sabotaggio”.

“Ci sono rapporti iniziali che indicano che le fughe di gas dal Nord Stream potrebbe essere il risultato di un attacco o di una sorta di sabotaggio, ma questi sono rapporti iniziali e non abbiamo ancora conferme – ha detto il segretario di Stato americano, Antony Blinken –. Le perdite di gas non avranno un impatto significativo sulla resilienza energetica dell’Europa. Gli Usa stanno lavorando sia a breve che a lungo termine per affrontare la sicurezza energetica per l’Europa e in tutto il mondo”. Gli Stati Uniti – secondo quanto ha annunciato la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre – sono pronti a sostenere gli europei dopo le fughe di gas dal Nord Stream. “I nostri partner europei condurranno le indagini, noi siamo pronti a sostenere i loro sforzi – ha affermato la Casa Bianca –. Questo episodio dimostra quanto sia importante il nostro impegno comune per trovare forniture di gas alternative per l’Europa”.

“Seguiamo con grande preoccupazione le fughe di gas nei gasdotti Nord Stream: siamo in contatto con Danimarca e Svezia, è importante – ha detto il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg – avere tutti i fatti sul tavolo ed è per questo che dedicheremo la nostra attenzione a questi eventi nelle prossime ore e giorni, in collaborazione con tutti gli alleati”.

Ad avvalorare l’ipotesi sabotaggio sono i dati diffusi dai sismologi svedesi che – riporta l’emittente nazionale svedese Svt – hanno registrato delle esplosioni vicino ai gasdotti Nord Stream nelle ultime 36 ore. Secondo un report citato da Svt le stazioni di misurazione sia in Svezia che in Danimarca hanno, infatti, registrato forti esplosioni sottomarine nella stessa area delle perdite di gas lunedì. “Non c’è dubbio che si tratti di esplosioni – ha affermato Bjorn Lund, docente di sismologia presso la Swedish National Seismic Network –. La prima esplosione è stata registrata alle 2,03 della notte di lunedì e la seconda alle 19,04 di lunedì sera. Gli avvisi sulle fughe di gas sono arrivati dall’amministrazione marittima rispettivamente alle 13,52 e alle 20,41 di lunedì, dopo che le navi hanno rilevato bolle in superficie. Si può vedere chiaramente come le onde rimbalzano dal fondo alla superficie. Non c’è dubbio che è stata un’esplosione”.

A parlare di sabotaggio, sebbene di altra matrice, è stato lo stesso Cremlino. Il portavoce presidenziale Dmitry Peskov parlando di “notizie davvero allarmanti” non ha infatti escluso che “la distruzione delle linee del gasdotto Nord Stream possa essere il risultato di un sabotaggio”. “Ora non possiamo escludere nessuna ipotesi – ha affermato Peskov rispondendo a una domanda della Tass che chiedeva se il Cremlino ammettesse la possibilità di un sabotaggio –. Ovviamente, c’è un qualche tipo di distruzione della linea, e prima che ci siano i risultati dei controlli, non possiamo escludere in alcun modo nessuna causa”.

FONTE: https://finanza.lastampa.it/News/2022/09/27/nord-stream-si-fa-largo-ipotesi-sabotaggio-usa-nessun-impatto-su-resilienza-energetica-ue-/

 

La strage di Odessa e la stampa italiana: censura di guerra?

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CULTURA

IL PENSIERO BALBETTATO

Questo tipo di scrittura evidenzia la frantumazione delle capacità elaborative e riflessive, con riduzione delle individuali competenze linguistiche e di conseguenza, dell’apertura delle funzioni mentali di elaborazione e di interazione con altri umani singoli e nelle dinamiche di gruppo. La demolizione del processo è iniziata con il canale Twitter dove si è estesa la scrittura di “pensierini” della stessa lunghezza di quelli che scrivevamo in seconda elementare. La persistenza di questa pratica inibitoria sta gradualmente restringendo la facoltà di elaborare riflessioni complesse che possano ipotizzare idee complesse e progettazioni complesse. L’individuo non deve pensare nel senso prefigurato dal titanico filosofo tedesco Martin Heidegger in Cosa significa pensare. Il singolo, senza protezione sociale, precario, atomizzato, ricattato, deve solo obbedire e consumare per poi essere gettato nella spazzatura con l’espulsione dai cicli produttivi o con l’eutanasia che sarà ritualizzata come evento di massa giusto e purificatore.

Grande assente è il complesso dell’insegnamento scolastico nazionale, anch’esso smembrato e reso all’impotenza da decenni di direzione caotica che, secondo una certa e sempre più accreditata analisi storica e sociologica, è stata la deriva realizzata scientificamente dagli esecutori della “opzione Togliatti”. Ma ancora c’è da scavare e da riflettere sul tema a causa dello strisciante ostruzionismo di coloro che ancora occupano indisturbati i meccanismi di creazione e di produzione della conoscenza e dell’informazione nel nostro Paese.

Come se non bastasse, si aggiunge al caos un processo di demolizione controllata del linguaggio nella sua configurazione soggetto-verbo-predicato. In alcuni Paesi il processo di disfacimento linguistico è stato più veloce come accade nella lingua italiana invasa da una marea di inutili inglesismi. È accaduto in India la cui lingua nazionale, l’Hindi, è parlato con almeno il 50 per cento di parole inglesi: basta ascoltare i dialoghi di un qualsiasi film prodotto dal complesso cinematografico di Bollywood! Ecco perché da qualche tempo dilagano pratiche comunicative autistiche e balbettanti dentro i canali sociali di Internet.

Dilaga un balbettio frammentato, come ha illustrato molto bene il Nobel del 1969, l’irlandese Samuel Beckett o il silenzio ossessivo delle composizioni del musicista John Cage o le dirompenti tensioni musicali della dodecafonia di Arnold Schönberg, di Karlheinz Stockhausen o anche le lacerazioni dell’arte astratta e contemporanea, che propone itinerari spezzettati e fuori contesto e un urlo disperato laddove abbiamo un residuo di immagine umana. La realtà non ha valore. Non ha rilevanza e deve piegarsi alle morfologie mentali dell’artista. La realtà, come noi la conosciamo, non conta più. La realtà è sbagliata se diverge dai dettami dei “padroni del discorso” e per questo motivo, deve essere eliminata e repressa sistematicamente.

Ad eccezione di un numero sparuto di menti pensanti, accerchiate da quella che Arthur Schopenhauer chiamava la stupidenzia, questa è l’epoca della povertà spirituale e mentale estrema. Molto significativa una lirica del grande poeta tedesco Friedrich Hölderlin:

Poeticamente abita l’uomo su questa terra

Può un uomo, quando la sua vita non è che pena

guardare il cielo e dire: così

Anch’io voglio essere. Si. Fino a che l’amicizia,

L’Amicizia schietta ancora dura nel cuore

Non fa male l’uomo a misurarsi

con la divinità. Dio è sconosciuto?

È egli manifesto e aperto come il cielo? Questo

piuttosto io credo. Questa è la misura dell’uomo.

Pieno di merito, ma poeticamente, abita

l’uomo su questa terra. Ma l’ombra

della notte con le stelle non è

Se così posso osar di parlare, più pura

Dell’uomo, che si chiama immagine della divinità.

C’è sulla terra una misura? No.

Non ce n’è alcuna.

Poeticamente deriva dal greco poiesis che è “la capacità di tirare fuori, prefigurare, progettare, ipotizzare qualcosa che prima non esisteva”. Il processo creativo, insomma. Una possibilità, oggi, sempre più combattuta perché portatrice di ribellione, di pensiero critico, di ipotesi di futuro, di progetto. Queste attività recano disturbo alla realizzazione dell’homunculs globale e quindi vanno censurate in maniera continua. È dal dissenso che nascono le idee migliori.

FONTE: https://www.opinione.it/societa/2022/09/29/manlio-lo-presti_heidegger-beckett-schoenberg-stockhausen-schopenhauer-hoelderlin/

 

 

 

IN ATELIER

 Francesca Sifola scrittrice 29 09 2022

 

Una porta, un campanello, un incontro… in un tardo pomeriggio di settembre, il mese più dolce di sempre quando il Divino lo vuole. Uno sguardo, un indugio, poi entra per rispondere con curiosità a un invito di qualche mese prima: “Quando sei a Roma vieni a vedere il mio studio!”

Entrambe creano immagini, l’una con le parole, l’altra con i colori lavorando e sperimentando fusioni e di forme e di materie prime come la pietra. Sono due donne riservate e sospese sul mondo, l’una quando tocca la sua speciale dimensione segreta attraverso la scrittura, l’altra grazie alle sue visioni sul mondo tra le pieghe del suo essere “altrove”, davanti alle tele bianche che accondiscendono poi al suo ingegno, forse sorprendendo anche l’aria.

Lei non è esperta d’arte, ma di emozioni sì e quante ne ha infilate dentro le sue amate parole! Da questo punto di vista sembra “aver venduto l’anima al diavolo”. Ed è proprio attraverso quel suo diavoletto impudico che in questo fulgido pomeriggio di settembre inizia a girare da una stanza all’altra in un percorso apparentemente disordinato, ma di cui conosce perfettamente la trama. Comincia così a far saltare le tele dell’artista dentro il suo centro emozionale, mentre lei ne spiega la narrazione: ognuna ha un vissuto, fosse anche solo un dirompente stimolo nato tra le rocce della sua amata Sorrento, un posto le cui sillabe le riempiono gli occhi quando saltano fuori dall’anima.

L’altra ascolta e ripete tra sé e sé: “Sì, sì, questa donna è piena d’Arte, sì sì…” e d’improvviso, scorge, a terra, una tela più piccola delle altre, con dentro i suoi colori preferiti dentro il suo passato preferito, quando aveva calcato le scene. Visto il suo interesse, l’artista le spiega che quella tela non è delle sue migliori creazioni, ma nell’altra, ormai, lo spiritello è partito e sta in piena danza fluttuante con la ragazza seduta sul pianoforte davanti a un sipario chiuso, rosso, nero e oro.

Alla scrittrice non resta altro da fare che chinarsi, prendere con le sue piccole mani la tela e avvicinarla a sé, sapendo che, anche se inconsapevolmente, quell’ artista ha per lei compiuto un miracolo, sorprendendo, appunto, anche l’aria.

FONTE: http://www.facebook.com/pages/Francesca-Sifola/127198417303669?ref=hl

 

 

 

 

IL MOSCONE 

Di Guglielmo Corduas

Il cigolio della persiana riaccendeva il giorno e con sé una mente intrisa d’idee germogliate (sbocciate) nel cuscino. Scappavano via sogni d’amore, di vita e di futuro e nel dissiparsi lasciavano il posto al pensiero più importante (prepotente),il compito di biologia. La fretta spalancò il sonno, non poteva arrivare in ritardo, non oggi. Ad aspettarlo c’era la cartella da riempire, il letto da rifare, i vestiti da indossare e ci riusciva bene, a vestirsi, a sistemare la stanza, mentre con le dita ripuliva la faccia dai sogni ancora incrostati sotto gli occhi. In equilibrio su quel mare di faccende a un tratto si fermò, teso, ricordando un dovere ancora più importante. (impellente)

Nell’ingresso, dietro l’unico (grosso) il comò è grosso per sua natura) comò che lo arredava, pendeva impolverata una ragnatela. Al centro un piccolo ragno nero che da mesi se ne stava lì, tra muro e legno, in attesa di cibo. Non fosse stato per il suo giovane custode umano, sarebbe morto di fame come tutti i ragni randagi della casa, un altro scheletro di vetro accartocciato. Invece, quel ragnetto, ogni mattina era viziato da colazioni sempre diverse: mosche, formiche, insetti d’ogni sorta imprigionati dalle finestre. Nonostante il compito in classe fosse alla prima ora, anche oggi il rito andava rispettato e comunque, di tutte le faccende a cui era costretto, questa era la più amata.

Sul balcone, intorno alla ringhiera, si avvitava una formica dalla testa rossa. La luce opaca del sole si rifletteva sul suo corpicino lucido che presto fu preda di due morbide dita, la testa e la mascella bloccati leggermente tra il pollice e l’indice – un’altra cattura ben riuscita – pensò. Nell’ingresso, ben nascoste dietro al mobile, quelle dita lasciarono cadere la formica nella ragnatela e al vibrare dei filamenti il ragno si svegliò. Puntava attento lo spuntino del giorno che invece, tranquillo, camminava deciso alla ricerca di un’uscita. Il temibile predatore fece qualche salto, marcia indietro, poi uno slancio e le fu era vicinissimo. Si fermò, sembrava intimidito da quel pasto – strano – pensò. La formica continuò ad arrampicarsi fino all’ultimo filamento della tela e lanciandosi a terra si salvò. Fu riacciuffata subito, inerme di fronte a quel destino troppo potente da sconfiggere. Stavolta però le dita non proseguirono, ma si arrestarono colte da un dubbio. Forse non era giusto insistere, in fondo quella creatura si era meritata il diritto alla vita, aveva sconfitto il mostro, era un piccolo eroe! Convinte da quel nobile pensiero, le dita la riportarono sulla ringhiera dove era stata catturata. Ignara d’essere stata parte di un processo morale che non le apparteneva, la formica tornò libera con il suo rinnovato destino. Occhi rapidi guidavano ora la stessa delicata presa su una mosca quasi morta che si contorceva come una trottola per terra. Un’altra presa impeccabile, era un professionista. Stavolta il ragno non esitò e tutti gli eleganti passi della sua splendida manovra mortale si manifestarono precisi davanti al suo custode. Era tremendamente interessante, vedere quella mosca sparire senza scampo in un vestito di seta. Com’era macabra, vivace e fantasiosa l’arte della sopravvivenza, com’era vera, onesta e fonte naturale di ogni significato.

Una porta si aprì sbattendo sul muro e il rimbombo squarciò l’atmosfera segreta di quel momento. Trafiggeva il corridoio una voce alta, seguita dalla risposta metallica di un cellulare. Passi così pesanti da far tremare il custode, il mobile e la ragnatela. Spaventato il ragno scappò nel suo buco di filo, lasciando la sua opera in sospeso. Rannicchiato nella polvere, con il respiro sigillato, era indeciso se palesarsi nel mondo o rimanere nascosto lì per tutta la vita. Quanti guai gli aveva provocato quella stramba curiosità. Per anni aveva fatto violenti esperimenti sulla morte. Aveva bruciato vive lucertole lucertole vive, affogato vespe, perfino di un pulcino era stato carnefice e per quello si era tirato addosso tante adulte sentenze: “è evidente che il ragazzo ha dei problemi”, parole che non avrebbe dimenticato per il resto della vita. Con il tempo però, era diventato più bravo a non farsi scoprire, valutando comunque l’ipotesi d’essere malato, ma poco importava, rinunciare a quella curiosità non era possibile. E comunque, ancora una volta, era stato scoperto. Maledizione – Esci da lì sotto! – Fu la prima frase che sentì quel giorno.

Prese con cura una tazza dalla credenza, l’ultima, la sua. Seduto, braccia e mani gli danzavano tutt’intorno, gesti pieni di confidenza e autorità. Sotto quella pelle al sapor di candeggina e quelle mani rovinate dallo Svelto, c’era sua madre, un’anima forte, la dolcezza e l’eleganza di un passato di sogni soffocati da altre scelte. Dov’era quel mondo dimenticato? Sorrisi, danze e canti ai quali lui non aveva mai assistito, spenti dal tempo e ormai troppo lontani. Tutto questo dietro quella meccanica casalinga, dietro lo scorrere del lavandino, dietro il crepitio dei cereali, dietro un accendino dimenticato sul tavolo. Lui amava il fuoco, tanto che qualche anno prima aveva quasi appiccato un incendio nel giardino dietro casa e per questo furono convocati vari giudici a casa sua. Da allora accendini e fiammiferi gli furono vietati. Finì rapidamente di fare colazione e si alzò per andare in bagno. Mentre si lavava i denti, gli cresceva dentro un timore da ladro, solo una tasca nascondeva al mondo il suo reato. A spaccare ogni preoccupazione fu il frastuono della porta d’ingresso, suo fratello era appena uscito. Tornò di fretta in camera, caricò la cartella e uscì di corsa. Appena chiuse la porta dietro di sé, sentì lo scatto del portone al piano terra, suo fratello usciva dal palazzo. Cominciò a saltare i gradini due alla volta, tanti piani e il ritmo regolare di un atleta. I libri nello zaino sbattevano violenti sul coccige, ma sopportava bene il dolore e piano dopo piano, senza cambiare andatura, si agganciava alla balaustra per sterzare, finché non fu nell’atrio e già fuori, mentre l’eco della sua corsa rimbalzava ancora nel palazzo. Il sole gli si piantò in faccia, c’era già luce dappertutto, chiuse gli occhi e quando li riaprì suo fratello non c’era più, inghiottito da una macchina piena di fumo. Con l’asma in gola mollò in terra la cartella e una raffica di vento s’infilò sotto la maglietta, baciandogli fresca la schiena umida di sudore. Camminò verso la fermata e si sedette sotto la pensilina, era solo. Il freddo metallo della panchina si aggrappava alle sue cosce lasciate mezze nude dai pantaloni corti. Pensò a come quella stessa panchina d’acciaio era sgradevole d’inverno al contrario dell’estate, dove fungeva da piacevole rinfresco. Passavano i minuti e la noia dell’attesa, per quanto insopportabile, non batteva mai il senso di annientamento per l’ennesimo giorno di scuola. C’era un’ancestrale tristezza incollata a quelle pareti alte e sporche dal colore indefinito, a quei banchi imbrattati, al pavimento scheggiato, ad una lavagna più fatale del boia e a quelle finestre strette e orizzontali, messe talmente in alto da non poter essere mai raggiunte, come i buchi che si fanno per far passare l’aria nella scatola dove si alloggia mette un animaletto ferito. Di tutti i dettagli di questo suo deprimente pensiero furono appunto le bestie ferite a prevalere. Gli animali erano un luogo sicuro, nutrivano in lui una curiosità incandescente, pura, libera. Il mondo degli insetti, dei rettili, i pesci e le meduse, le tecniche di cattura, la foresta, la caccia, i funghi e il sapore del fumo, immaginava tutto davanti agli occhi, dove alloggiava se stesso in ogni realtà purché dentro ci fosse un albero, un ruscello, uno scoglio. Lo sguardo perso dietro il tempo scorreva all’ombra della fermata.

Il vento impugnava un filo d’acciaio che pendeva da un palo della luce e frustando il metallo cavo, invase con un suono distinto tutta la sua attenzione. Era lo stesso suono delle sartie delle barche a vela, nei piccoli porti, dove fischiano i gabbiani. Il vento, il sale, le onde, infiniti colori e sensazioni giganti. Il mare, lo spettacolo più bello di tutti. Poi di nuovo solo un cavo appeso e quel sogno che tornava solo rumore.

Sui fili camminano i topi, funamboli notturni e fedeli solo alle proprie fameliche missioni – Pensò al ruolo di un topo, la sua vita così essenziale eppure tanto indaffarata, mentre lui, ora, per esempio, si affogava nei pensieri aspettando il bus. D’un colpo gli tornò in mente la formica dalla testa rossa. Con più freddezza ripercorse i suoi ragionamenti e capì che quella razza dalla testa rossa, velenosa, non doveva essere un avversario facile per un ragno così piccolo. La formica non era stata fortunata, né eroica, era solo ben equipaggiata e il ragno, conoscendo bene il rischio, si era tirato indietro. Non c’era coraggio, onore o poesia, ma solo armi pari e così, la formica non fu più leggenda e del ragno pensò: “che fifone”.

L’umidità della collina di Posillipo, espirata dalla terra, incollava all’aria una leggera foschia. Dall’orizzonte sbiadito della strada, iniziarono a spuntare delle sagome scure, tese, cariche d’impegni, proprio come i topi e con loro il rumore del brecciame pestato dalle crepe dei marciapiedi. Attenti a non inciampare, le sagome raggiungevano disilluse la fermata, mantenendosi a distanza l’una dall’altra. Passato il tempo necessario al sole per seccare ogni nebbia, quelle sagome, fantasmi del mattino, erano diventate variopinte, definite, piene di carattere e di storie. Sembravano anche loro rassegnate, come il ragazzino che deve andare a scuola, con lo sguardo in fuga, ma maledettamente consapevole degli interminabili ritardi pubblici. Alcuni avevano il viso rivolto verso l’alto, tentavano di captare il più possibile le rinfrescanti raffiche che ogni tanto sfilavano tra i palazzi. A volte si rilassavano tanto da lasciare che la bocca gli cadesse e quando se ne accorgevano, si ricomponevano rapidi, improvvisando un’impacciata compostezza. Iniziò a ragionare su come nasce il bello. – Come fanno tante cose brutte a diventare belle tutte insieme? – La vita gli sembrò più misteriosa.

Abitava lontano dalla scuola, in una zona considerata ancora vivibile. Era fortunato. La sua era l’ultima casa al confine tra Posillipo e Bagnoli, in alto, sulla lunga collina che divide i due golfi. Quella notte era piovuto e l’aria aveva un odore che conosceva bene, pioggia e terra, il dono di piccoli e solitari stracci di boscaglia imprigionata; sopraffatta e inascoltata natura, chi sa quanto vecchia, sbuffava i timidi umori di una antica foresta. La sua mente volava tra un mondo e l’altro, finché una stridula clacsonata non spense tutto d’acchito. Era suo padre, in sella alla Vespa. Iniziò a parlargli ancora prima di spegnere il motore. Lui non rispondeva, non aveva nessuna intenzione di discutere con quel volto incastonato in un enorme casco arancione. Mentre tastava con la punta del piede l’asfalto, in cerca di una pietrina instabile o di un pezzetto di vetro, gli fu detto di alzare la testa e così fece, facendo finta di accettare le conseguenze di una serie di problemi che non conosceva. Si scusò e restituì l’accendino che aveva rubato in cucina. La Vespa partì, lasciando dietro una fumosa scia di olio bruciato.

Accostati, finalmente vicini, una serie di pezzetti di vetro che cercava di muovere con il piede per creare combinazioni diverse, finché non giunse un fragore metallico, forte, come mille aste di ferro sbattute in un container, a scuotere l’intera collina. Era il risveglio del 140: lo sbuffo dei compressori, il fischio dei freni, le porte a fisarmonica e il suo posto preferito, quello vicino l’obliteratrice. La scelta di quel sedile univa grazia e astuzia. Non solo era il posto con la miglior visuale e un certo distacco dal resto dei passeggeri, ma, in caso fossero saliti i controllori, era anche utile per un’immediata convalidazione del biglietto che da settimane aveva pronto in tasca. Ancora una volta gli sarebbero scorsi davanti immagini e colori al ritmo irregolare di quel carrozzone sconquassato: (due punti) pregustava quel momento. All’improvviso ripensò al compito di biologia e iniziò a cercare furiosamente il suo quaderno degli appunti, lo aveva lasciato a casa ed era troppo tardi per tornare a prenderlo, il prossimo autobus sarebbe passato dopo almeno tre quarti d’ora. Si rassegnò all’idea di non prendere un buon voto, la parte cruciale della sua preparazione pre-compito la svolgeva sempre nel pullman – Amen – pensò. Durante il viaggio forse avrebbe avuto tempo di ripassare almeno qualche schema del libro. Le porte si aprirono, si sedette e come sempre a inizio corsa, era quasi solo. La vista dal finestrino era forse tra le più belle al mondo. A destra il mare azzurro, le soffitte dei pini, i pescatori, le barche rovesciate, i muretti e il tufo disgregato; a sinistra merci, mercanti, serrande, spazzatura, portoni, frutta e verdura sotto le ville, i palazzi antichi, i balconi fioriti, i campanili, le scalette, l’intonaco scrostato, i vecchi signori dalla chioma d’argento, le sedie in strada, le finestre aperte con dentro le tende, gli angoli dei letti, le cucine, l’odore di soffritto e le urla della gente.

All’altezza di Mergellina, per la prima volta dall’inizio del suo viaggio, staccò la fronte dal vetro. Il pullman si era riempito di persone appese alle sbarre di sostegno, sembravano lancette rotte, dondolanti, con i piedi fermi a terra. Tra quell’umanità inscatolata c’era una grossa signora ricoperta di stoffe a fiori che sudava sotto il naso e ostentava sofferenza. Assomigliava ad un Carlino, quei cani storti e arrotolati che ansimano continuamente perché del tutto inefficaci nella forma. Provava pena per quelle bestie, si chiedeva come l’uomo potesse modellare talmente l’evoluzione degli animali creando delle evidenti mostruosità, creature disfunzionali, mortificate nella loro biomeccanica da impossibili velleità estetiche. Poteva capire un pastore tedesco, un setter irlandese, ma un carlino? – Un carlino non ha senso. La risposta arrivò osservando quella signora. Era schiacciata fra tre ragazzi alti, magri, con il volto abbronzato e le unghie lunghe. Probabilmente aspettavano una distrazione, una frenata brusca per far lavorare le mani agili o almeno questo era quello che sembrava pensare la signora.  Agitava a pochi centimetri dal naso un ventaglio dai mille colori, mentre grosse gocce di sudore scivolavano implacabili sulla sua pelle impermeabile. La temperatura, lo spazio stretto, l’aria viziata, quella signora stava letteralmente collassando e rendeva evidente la sua disperazione. Iniziò con dei respiri profondi che poi ufficializzò in chiari sbuffi. Quei versi diventarono presto parole di disappunto, ma la mancanza di sostegno la costrinse ad assumere una strategia più pragmatica. Si spostò, passando accanto ad un vecchio signore con l’inimitabile volto di chi aveva avuto a che fare con il mare. Sbiadito dal sale delle sue fatiche, si presentava distinto, perfino elegante e come un felino evitò che i fianchi foderati della signora lo urtassero. In quel rapido movimento i suoi capelli d’avorio rifletterono il sole e i suoi occhi chiari, avvolti da una pelle di carta bruciata, si trasformarono in un’epica storia marinaresca mai raccontata. Dopo quel sorpasso, la signora si trovava quasi al termine della sua impresa, tra la mano paffuta e l’unico finestrino del bus ancora chiuso c’era solo una ragazza, seduta e con lo sguardo fisso sul cellulare, totalmente indifferente al dramma umano che le si svolgeva accanto. Dopo qualche secondo, necessario ad impostare la traiettoria, la signora si lanciò in avanti, per lei aprire quel finestrino era un contributo essenziale all’abbassamento della temperatura, fenomeno che non si era manifestato nemmeno quando il conducente aveva deciso di lasciare l’intera porta del retro aperta. La sua pancia fiorata sommerse quasi completamente la ragazza che continuava a far saltellare i pollici sui tasti del telefono come se niente fosse. La signora si agitava e fu presto chiaro che non avrebbe mai raggiunto il suo scopo. Silenziosamente attento a quella commozione, il capitano di vascello dai capelli luccicanti allungò un braccio che sembrava decisamente troppo corto per lo scopo e fece scattare il blocco del finestrino al primo tentativo. Ci furono ringraziamenti ruffiani e qualche battuta, l’opulenta dama di fiori sembrava attratta dal suo aiutante pelagico e chi non lo sarebbe stato. Soddisfatta per il compiuto intervento si accomodò su un posto libero che qualcuno le aveva ceduto. Il Capitano scese alla fermata successiva, sparendo tra il vento e il tufo e lasciando tutti al proprio destino. Rimanevano solo una ventina di persone di almeno quattro diverse razze e altrettante infinite differenze. Era estate piena, l’odore, il rumore e il comportamento della gente, tutti i versi del grande caldo.

La fila di platani di via Caracciolo stava iniziando. La fermata vicino alla sua scuola era vicina. Raffiche violente si schiantavano sulla fiancata dell’autobus e proprio da quel finestrino aperto da poco, un grosso insetto nero fu scaraventato in quello che sarebbe stato il suo peggiore incubo. Fu la signora ad inaugurare le urla e chi sa come mai lui se l’aspettava. Sbraitava inarrestabile contro quello che secondo lei era un calabrone – “Mio Dio! Fatelo uscire!”. I tre ragazzi alti che finora avevano solo bisbigliato, cominciarono a inveire in una lingua strana, liscia e ovattata che disegnava sul volto di ciascuno la stessa identica espressione. “La paura rende tutti uguali” – pensò. Dietro di loro un signore a forma di barattolo trasformava un giornale in un’arma di ordinanza. La ragazza con il cellulare sembrava aver ritrovato un’energia lasciata chi sa dove e nascondendo il viso nelle mani, lanciava urla costrette miste a piccoli e acuti principi di pianto. Come se non avesse fatto altro nella vita, il signor barattolo aveva iniziato a dare colpi secchi in punti che decideva sapientemente, fallendo ogni volta. La frustrazione lo spinse ad un ultimo atletico attacco, decisamente troppo azzardato per quel fisico. Cadde sui gradini che precedono l’uscita, sbattendo contro la porta che per poco non si apriva rischiando la tragedia. Vedere la sconfitta brutale di quel goffo gladiatore creò lo sconforto generale, tutti si arresero cominciando a muoversi in branco e come si muove l’acqua in una bottiglia semivuota, il bus si svuotava in fondo o davanti a seconda di dove il confuso insetto svolazzava. Tutti i finestrini erano aperti, inghiottendo correnti che gli impedivano di volare via facilmente. Le urla crescevano in quell’onda umana che sbatteva di qua e di là. Rimasto seduto, assisteva divertito allo spettacolo. Aveva subito riconosciuto l’insetto, il corpo nero e le ali violacee la rendevano inconfondibile, era un’ape legnaiola che tutti chiamano “moscone”. Nonostante la differenza abissale di colori rispetto a vespe, api e calabroni, era considerata una bestia pericolosissima. Quell’ingiusta condannata aveva solo il torto di essere nera e lui lo sapeva bene, era un animale calmo, innocuo, tante volte le aveva catturate a mani nude. Tentò di chiudere qualche finestrino sopra di lui in modo da canalizzare il vento e aiutare l’ape ad uscire. Non funzionò. Il baccano era diventato così forte che il conducente decise di accostare. In quel momento, con il rallentare della velocità, la forza delle raffiche si placò e il calabrone/moscone/in-realtà-ape-legnaiola si posò sul poggia schiena del sedile di fronte al suo. Il mostro nero era nel suo miglior momento di vulnerabilità. Fu un attimo. Nemmeno si spiegò come fosse possibile che il suo istinto lo avesse portato a intervenire in modo così rivoluzionario, era come se il suo corpo avesse agito automaticamente, posseduto da un antico e preciso riflesso. Il movimento era stato perfetto, l’ape ora era nella sua mano destra, chiusa delicatamente tra le morbide dita. Non si agitava e quando sbatteva le ali era come un leggero, piacevole solletico. Il conducente interruppe quel momento di stupore generale chiedendo ad alta voce e con tono quasi militare dove fosse il calabrone. La grassa signora, con la voce spezzata, indicò sbraitando il sedile vicino l’obliteratrice. Lui percepì un brivido dietro la schiena, si sentì di nuovo un ladro, peggio, un criminale pluriricercato. Rimase immobile, con tutti gli occhi fissi su di lui. Nel frattempo una fila di macchine si era accumulata in coda al pullman, martellandolo con clacsonate, urla e parolacce. I tre ragazzi alti gli intimavano a gesti di schiacciare l’insetto più forte che poteva, la signora, invece, parlava agitatissima con il conducente. Fu strattonato e tirato via dal sedile, giusto il tempo di prendere lo zaino e si trovò davanti alla porta aperta. – Buttalo via! – Non mosse un muscolo. Nel panico generale fu spinto fuori e lasciato in strada, per poco non cadeva. Dai finestrini sporchi di pennarello i volti sfocati di quei passeggeri si allontanavano traumatizzati. Era stordito, quasi sotto shock, poi si accorse che qualcosa non andava, la sua mano stretta e umida. Quando l’aprì vide che nella foga dell’aggressione, l’ape era rimasta schiacciata da una contrazione involontaria. Ancora si muoveva, l’ala destra ogni tanto vibrava e la testa sembrava voler spingere verso l’alto un corpo per metà paralizzato. Si arrabbiò con se stesso per non essere riuscito a controllare la sua mano. Mancava circa un chilometro alla scuola e iniziò a incamminarsi alla ricerca di un albero, un arbusto o un qualunque sputo di natura dove lasciare l’insetto, ma ovunque guardasse c’era solo cemento Non sapeva che fare. Dopo quello che era successo, lasciarlo morire per strada, su una centralina dell’Enel o nel buco di un muro gli sembrò inaccettabile. Guardò l’orologio, era tardi, iniziò a correre con in gola la paura di rimanere chiuso fuori la scuola. Trafelato si presentò per ultimo all’entrata, accompagnato dalla ramanzina del bidello. Mentre saliva le scale, iniziò a fare mente locale su tutte le possibili domande del compito di biologia. Raggiunto il quarto piano, percorse il lungo corridoio e aprì la porta della sua classe. Tutti erano già seduti, sulla lavagna erano disegnati gli stadi evolutivi di una locusta, il compito era già cominciato.

–   “Calenda? Ti sembra questa l’ora di arrivare?

–   “Mi scusi professoressa.”

–   “Siediti e non disturbare i tuoi compagni.”

L’unico posto libero era accanto a una ragazza, Giorgia. Italiana di origine venezuelana, aveva un viso esotico e parlava di rado. Sistematosi sulla sedia si girò per prendere i quaderni (nello) dallo zaino e fu lì che si accorse del suo pugno ancora chiuso. Quando lo aprì, l’ape si era del tutto ristabilizzata. La sua compagna di banco sentì una scossa attraversarle tutto il corpo, un semplice accenno di ronzio e il suo portamento imperturbabile si sfaldò in uno scomposto terrore.

  • Professoressa! Calenda ha un insetto in mano!
  • Cosa?!
  • Un insetto!
  • Calenda! Che cos’hai in mano?!

Giorgia iniziò a scalciare e per un attimo lui si chiese se non fosse imparentata con la signora del bus.

  • Ha un insetto! Un insetto enorme!

Alcuni si alzarono, avvicinandosi incuriositi a quel pugno chiuso. Lui sentiva l’ape piena di vita. Gli occhi erano tutti puntati sulla sua mano. Temendo di ferirla ancora non strinse del tutto le dita e tra gli spazi era evidente che una disgustosa e oscura creatura si stava preparando all’attacco.

  • È un moscone!
  • Oddio buttalo! Buttalo via!

La classe esplose. Tutti si lasciarono andare ad un’anarchia finalmente giustificata. I ragazzi iniziarono a urlare scomposti, alcuni battevano le sedie a terra, altri facevano il verso delle scimmie, mentre le ragazze erano tutte schiacciate contro il muro, lamentandosi e proteggendosi a vicenda con i cappotti. La professoressa ancora non capiva bene cosa stesse accadendo:

  • Ragazzi calma! Calenda, vieni subito qua.

Muovendosi lentamente tra i banchi e le grida, l’incriminato raggiunse la cattedra.

  • Cos’ hai in mano?

Ebbe un sussulto, di solito non era bravo a spiegarsi, a scuola soprattutto, si limitava a dire “si” o “no”, ma di colpo tutta la storia venne fuori, per filo e per segno. Raccontò ogni cosa, il bus, la signora, il conducente. Ci fu un momento di silenzio finché la professoressa, incapace di mettere insieme un giudizio appropriato, all’ennesimo ronzio fu sopraffatta dalla paura.

–   Buttalo via!

Lui si voltò verso le finestre, erano a bocca di lupo e le aperture poste troppo in alto per far volare via l’ape. Rimase in silenzio.

  • Ora vieni con me. Voi rimanete in classe e continuate il compito. In silenzio!

Mantenendosi a distanza di sicurezza la professoressa lo portava verso i bagni. Dietro, la classe li seguiva in un misto di euforia e paura.

  • Vi avevo detto di rimanere in classe! Maledizione Calenda, lo vedi che hai combinato?

Tra quei volti c’era anche il suo migliore amico, in disparte, in silenzio. Quando arrivarono davanti ai bagni, fu portato fino al gabinetto. Si sentì disorientato, quasi perdeva l’equilibrio.

  • Avanti buttalo nel gabinetto! Che stai aspettando?!

Il corridoio ruggiva approvazione e attratti dal baccano, sempre più ragazzi venivano ad assistere.

–   Calenda, apri la mano e butta nel gabinetto! Avanti!

Sentì un bruciore salirgli dai piedi fino alle tempie. Il cuore gli corse in petto. Era incapace di parlare, un impasto di rumori gli rimbombava nella testa. La maestra insisteva, lo scuoteva, aizzata da un coro sempre più alto di urla e battute. Lui allentò la presa, non per scelta, era solo esausto. L’ape cadde e subito qualcuno spinse lo sciacquone. Mentre l’acqua girava, l’insetto si dibatteva, lottava e lui sperò che per un attimo potesse fuggire da quel vortice mortale, finché un ultimo imbattibile spruzzo chiuse definitivamente la partita. Ora era tutto finito e fuori, ad accoglierlo, c’era una folla di appassionati. Arrivarono anche altri professori e in pochi minuti, l’ordine fu ristabilito e tutti furono di nuovo nelle loro classi.

Ricominciava il compito, ma lui si sentiva debole nelle ossa e non riusciva a scrivere nulla. Si girò verso la sua compagna, Giorgia, ora così calma e di nuovo ermetica. Tutto era tornato normale. Prese una penna dall’astuccio. C’era un ragazzo alla sua destra, un metro più lontano che si accostava imitando a bassa voce il ronzio dell’ape, presto tutti lo seguirono. La maestra scriveva al cellulare e la classe continuava indisturbata la sua provocazione. Lui strinse la penna tra le dita, era ben appuntita e il suo nemico molto vicino. Decise di lasciar perdere e concentrarsi sul foglio di fronte a sé. Il silenzio è la miglior difesa.

Lesse la prima domanda:

 

  • Le locuste sono insetti pericolosi? In che modo minacciano gli esseri umani?

Guglielmo Corduas – Vivo a Berlino da otto anni e sono stato content producer, grafico e musicista. Come “Il moscone“, ho altri racconti brevi che ho scritto negli anni, oltre ad articoli su cinema e musica (quest’ultimo il campo in cui ho più esperienza).

 

 

 

 

CYBERWAR SPIONAGGIO INFORMAZIONE DISINFORMAZIONE

Perdite di gas dai due Nord Stream, c’è il sospetto di attacchi mirati | Forti esplosioni sottomarine nell’area il giorno prima

La premier danese parla di “atti deliberati”. La Svezia apre un’inchiesta per sabotaggio. Von der Leyen: “Se stop è deliberato, risposta Ue sarà forte”

Le perdite di gas dalle condutture dei gasdotti russi Nord Stream 1 e Nord Stream 2 denunciate negli ultimi giorni dalle autorità marittime di Svezia e Danimarca potrebbero essere il risultato di “sabotaggi” condotti con sottomarini o squadre di sottomarini d’assalto. L’ipotesi è stata avanzata dal quotidiano tedesco “Tagesspiegel”, che cita fonti del governo di Berlino. Le stazioni di misurazione sismologica sia in Svezia sia in Danimarca hanno registrato lunedì due forti esplosioni sottomarine nella stessa area delle perdite di gas. Secondo Peter Schmidt, della Rete nazionale sismica svedese, gli scoppi sono “molto probabilmente dovuti a detonazioni”.

Una prima “enorme emissione di energia” alle 2:03 è stata di magnitudo 1.9, poi un’altra alle 19:04 di magnitudo 2.3. Sul caso il portavoce dell’esecutivo Ue, Tim McPhie, rassicura sottolineando che “non c’è alcun impatto sulla sicurezza”, precisando che la Commissione è stata informata “di tre fughe di gas, due nel Nord Stream 1 e uno nel Nord Stream 2”.

Per la premier danese sono stati “atti deliberati” – Le perdite di gas dovrebbero durare “almeno una settimana”. Lo ha affermato il governo danese. Per la premier Mette Frederiksen i danni sono stati causati di “atti deliberati”. Alla domanda di un giornalista se il governo ritenga tali azioni un atto di guerra contro la Danimarca, ha risposto: “E’ avvenuto in acque internazionali, quindi no”.

La Svezia apre un’inchiesta per sabotaggio – In una conferenza stampa a Stoccolma la premier svedese Magdalena Andersson ha affermato che la polizia svedese ha aperto una “indagine preliminare per sabotaggio” sul caso Nord Stream. “Lavoriamo assieme alla Danimarca, Norvegia, Germania e Usa. L’Ue è stata informata”, ha aggiunto. Il ministro degli Esteri, Ann Linde, ha dal canto suo detto che “si tratta probabilmente di un sabotaggio, ma non speculiamo su chi possa esserne responsabile”.

Ue: “Se stop Nord Stream è deliberato, risposta sarà forte” – “E’ fondamentale ora indagare sugli incidenti, ottenere piena chiarezza sugli eventi e sul perché. Qualsiasi interruzione deliberata delle infrastrutture energetiche europee attive è inaccettabile e porterà alla risposta più forte possibile”. E’ il tweet della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.

 

 

Montante, i pm: “Noi spiati e accerchiati da apparati istituzionali e qualche senatore”. Ok a processo unico con 30 imputati: pure Schifani

L’accusa del pm Bonaccorso al processo sul sistema legato all’ex presidente di Confindustria Sicilia: “La Procura di Caltanissetta operava controcorrente, perché mentre indagava era spiata, accerchiata da apparati istituzionali, come lo Sco e l’Aisi”. Il giudice Francesco D’Arrigo ha deciso che il processo ‘bis’ e il processo ordinario dello stesso filone di inchiesta saranno riuniti in un unico procedimento che vede alla sbarra 30 imputati in tutto
Una procura che mentre indagava viene spiata dagli apparati istituzionali, come lo Sco e i servizi segreti ma pure qualche parlamentare. E’ il quadro dipinto in aula Maurizio Bonaccorso, il pm di Caltanissetta che rappresenta l’accusa nel processo ordinario sul cosidedetto “Sistema Montante“, dal nome dell’ex presidente di Confindustria Sicilia, condannato in Appello a 8 anni per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e accesso abusivo al sistema informatico. L’ex paladino dell’antimafia è stato processato col rito abbreviato, ma la sua vicenda ha dato vita a una serie di filoni d’indagine. E oggi il giudice Francesco D’Arrigo ha deciso che il processo Montante ‘bis’ e il processo ordinario dello stesso filone di inchiesta saranno riuniti in un unico procedimento che vede alla sbarra 30 imputati in tutto.

Sotto accusa ci sono nomi importanti a partire da quello di Renato Schifani, ex presidente del Senato e attuale candidato alla Presidenza della Regione Siciliana per il centrodestra: nel procedimento ordinario è accusato di concorso esterno in associazione a delinquere semplice e rivelazione di notizie riservate. Ma alla sbarra c’è anche l’ex governatore Rosario Crocetta, oltre allo stesso Montante. La decisione di riunire i procedimenti è arrivata oggi, dopo una breve camera di consiglio nell’aula bunker del carcere Malaspina di Caltanissetta, nonostante il parere contrario di accusa e difesa dei due processi che temono un prolungamento dei tempi per le sentenze.

E’ per questo motivo che, replicando a un legale che lamentava un processo “spezzatino” perché divisi in diverse tranches, il pm Bonaccorso ha spiegato: “Nell’ambito della prima tranche dell’inchiesta sono emersi elementi di una vicenda, altrettanto complessa, che è quella politica”. Che tipo di vicenda? “Siccome la Procura di Caltanissetta operava controcorrente, perché mentre indagava era spiata, accerchiata da apparati istituzionali, come lo Sco e l’Aisi, e qualche senatore della Repubblica, si è deciso di mettere quantomeno un punto su quello che poteva già essere definito”. Insomma: i pm hanno cercato di far cominciare prima possibile i processi. Bonaccorso ha anche ribadito il perché al suo no alla riunificazione dei due processi: “C’è la netta opposizione a riunire i due procedimenti che sono certamente connessi, è evidente”. Ma il giudice D’Arrigo ha tirato dritto: “Vista la comunanza di fonti di prove e di lista dei testi, e in considerazione del fatto che si tratta di giudizi tra loro connessi in cui risulta contestato il reato di associazione a delinquere, la riunione non determina ritardo ma ne consente una più rapida esecuzione”, spiega il Presidente, come riporta l’agenzia Adnkronos. Il presidente ha fatto anche presente che la decisione scaturisce dalla constatazione che “la trattazione con tempistiche diverse da parte di diversi collegi che sono presieduti dal medesimo presidente determinerebbe incompatibilità, e che la ratio dell’istituto di riunione di processi è usata anche al fine di evitare l’incompatibilità”. Dunque, niente da fare. Stilato anche il calendario delle future udienze: la prossima è fissata per il 26 settembre, quando dovrebbe essere ascoltato l’imputato chiave, Antonello Montante.

Nel processo bis sono alla sbarra anche gli ex assessori regionali Linda Vancheri e Mariella Lo Bello, l’ex commissario Irsap Maria Grazia Brandara, gli imprenditori Giuseppe Catanzaro, Rosario Amarù e Carmelo Turco, Vincenzo Savastano, che era vice questore aggiunto della Polizia presso l’ufficio di frontiera di Fiumicino, Gaetano Scillia, capocentro Dia di Caltanissetta dal 2010 al 2014, Arturo De Felice, direttore della Dia dal 2012 al 2014, Giuseppe D’Agata, colonnello dei carabinieri, e Diego Di Simone Perricone, ex capo della security di Confindustria. Mentre nell’ordinario, sono imputati l’ex Presidente del Senato Renato Schifani, oggi aspirante governatore della Sicilia. Sotto processo anche l’ex direttore dell’Aisi Arturo Esposito, il caporeparto dell’Aisi Andrea Cavacece, il “re dei supermercati” Massimo Romano, il tributarista Massimo Cuva, il colonnello dei carabinieri Giuseppe D’Agata, il sindacalista Maurizio Bernava, gli imprenditori del settore sicurezza Andrea e Salvatore Calì, Rosetta Cangialosi, Carmela Giardina e Vincenzo Mistretta (tre dipendenti di Montante), il poliziotto Salvatore Graceffa; il dirigente di Confindustria Carlo La Rotonda; il maggiore della Guardia di Finanza Ettore Orfanello; il luogotenente Mario Sanfilippo e il colonnello dei carabinieri Letterio Romeo. La prossima udienza sarà il 26 settembre.

Secondo gli inquirenti Montante avrebbe messo in piedi un vero e proprio ‘sistema’ di potere, ideato e attuato “grazie a una ramificata rete di relazioni e complicità intessuta con vari personaggi inseriti ai vertici dei vari settori delle istituzioni”. Inoltre, sempre secondo l’accusa, l’ex presidente degli industriali siciliani era stato al centro di una attività di dossieraggio realizzata, anche grazie a complicità eccellenti, attraverso l’accesso alla banca dati delle forze dell’ordine e finalizzata a ricattare “nemici“, condizionare attività politiche e amministrative e acquisire informazioni su indagini a suo carico. Grazie ai suoi contatti e all’influenza che esercitava in alcuni ambienti istituzionali, l’imprenditore avrebbe creato una sorta di rete spionistica: in cambio di favori, esponenti delle forze dell’ordine gli avrebbero dato informazioni su inchieste a suo carico, dritte sui ‘nemici’, consentito di avere pile di dossier su personaggi influenti. Secondo gli inquirenti Montante sarebbe stato la testa di una sorta di “governo parallelo” in Sicilia, e avrebbe “diretto” la vita politica e amministrativa dell’isola, piazzando suoi uomini in posti strategici. “E’ stato accertato con sufficiente chiarezza – aveva scritto la procura nissena nella richiesta di arresto – che Montante, oltre a promettere e a far ottenere occupazioni lavorative, si prodigasse per soddisfare aspettative di carriera o trasferimenti di sede”. Oltre a Montante, nel luglio scorso la corte d’appello di Caltanissetta condannato a luglio anche i componenti del “cerchio magico”: 5 anni per Diego Di Simone, l’ex ispettore della squadra mobile di Palermo diventato il capo della security di Confindustria, 3 anni e 3 mesi per Marco De Angelis, sostituto commissario della questura di Palermo, mentre era stato assolto invece il questore Andrea Grassi, che in primo grado aveva avuto 1 anno e 4 mesi. L’ex funzionario del Servizio centrale operativo della polizia, era stato ritenuto responsabile di una fuga di notizie, ma già la gup l’aveva assolto dall’accusa più pesante, non faceva parte della catena delle talpe di Montante. In estate era arrivata un’assoluzione piena. Assolto, infine, da due capi d’imputazione il generale Gianfranco Ardizzone, ex comandante provinciale della Guardia di finanza di Caltanissetta. Per un altro capo d’accusa, relativo all’assunzione della figlia, è scattata la prescrizione. Adesso si attendono le motivazioni della sentenza d’appello.FONTE: https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/09/12/montante-i-pm-noi-spiati-e-accerchiati-da-apparati-istituzionali-e-qualche-senatore-ok-a-processo-unico-con-30-imputati-pure-schifani/6801056/

Fact-checking Ucraina: le bufale sulla guerra del Donbass

Questo è un articolo di fact-checking work in progress, dedicato alle fake news spacciate dal media mainstream per “immagini dall’Ucraina”.

L’idea di realizzarlo nasce nel momento in cui, a poche ore dall’inizio della guerra del Donbass, cominciano a circolare in Rete alcune immagini relative ai collegamenti televisivi degli inviati in Ucraina che ho trovato a dir poco eccessivamente enfatizzanti.

Se sei a conoscenza di altri video fake, o di immagini erroneamente utilizzate dai principali mezzi di comunicazione per raccontare la guerra in Ucraina, puoi spedire i link delle bufale a info@nicoforconi.it.

Oggi più che mai l’informazione influenza la nostra vita e la nostra sicurezza.

Le notizie sono una cosa seria.

Fidati dei professionisti dell’informazione.

Scegli gli editori responsabili, gli editori veri.

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A proposito di serietà, negli ultimi 2 anni, “approfittando” del COVID-19, molti siti di informazione italiani hanno registrato una crescita notevolissima dell’audience.

Per i giornali online generalisti, sia nazionali che locali, si è registrato un aumento medio del 60%.

Come la maggior parte di siti e blog, anche i quotidiani online esistono grazie alla pubblicità che vedi all’interno degli articoli che propongono.

Se, anche tu, come me, trovi inopportuno richiedere ulteriore denaro obbligando il lettore a sottoscrivere un abbonamento per vedersi propinare continue fake news e bufale, sappi che esiste il modo per leggere quotidiani online senza abbonarsi.

Indice dell’articolo

CONTINUA QUI: https://nicoforconi.it/fact-checking/

 

 

 

 

ECONOMIA

Italia: record storico nei prezzi alla produzione. Si va verso la deindustrializzazione

Settembre 29, 2022 posted by Leoniero Dertona

I veri problemi da affrontare iniziano a presentarsi: i prezzi alla produzione industriale in Italia sono aumentati del 40,1% su base annua nell’agosto del 2022, il massimo storico, dopo il 36,9% del mese precedente. I costi hanno accelerato sul mercato interno (50,5% contro il 45,9% di luglio) ma hanno rallentato sul mercato estero (12,5% contro 12,8%), dove è più complicato aumentare i margini. Gli aumenti più consistenti sono stati registrati per i costi dell’energia (126,8%), dei beni intermedi (17,8%), dei beni di consumo (9,5%) e dei beni strumentali (9,1%). Su base mensile, i prezzi alla produzione sono aumentati del 2,8%, in calo rispetto al balzo del 5% registrato a luglio.

ecco un grafico a breve:

Ed uno con orizzonte venticinquennale, che mostra l’eccezionalità della situazione attuale

Dopo anni di deflazione forzata ora non riusciamo a contenere l’inflazione energetica. Con questi livelli le nostre produzioni non sono più competitive con l’estero e alla fine assisteremo ad un colossale processo di spiazzamento competitivo, cioè a deindustrializzazione rapida e dolorosa con corollario di delocalizzazioni extra UE, se va bene , e di fallimenti, se va male.

Questi sono i veri problemi che si troverà ad affrontare il futuro governo, e per il quale deve trovarsi pronto come persone, ma anche come idee. Perché la soluzione del problema energetico non sarà sicuramente semplice, e, forse, ci sarà bisogno di sconvolgere qualche regola consolidata.

FONTE: https://scenarieconomici.it/italia-record-storico-nei-prezzi-alla-produzione-si-va-verso-la-deindustrializzazione/

 

 

 

LA LINGUA SALVATA

Enoteismo
e-no-te-ì-smo

SIGNIFICATO L’adorare una singola divinità senza escludere l’esistenza di altre

ETIMOLOGIA dal tedesco Henotheismus, composto del greco hêis (henós al genitivo) ‘uno’ e theós ‘dio’.

«Quello fu un frangente di enoteismo, in cui la divinità solare eclissò tutte le altre.»
D’acchito, con questo ‘-teismo’ già si annusa che si parla di religione, ma non si tratta del culto di Bacco o Dioniso a cui lo zio si professa devoto ogni volta che esce allegro da una cantina; questo ‘eno’ non è quello che riconosciamo nell’enoteca, nell’enologico, nell’enogastronomico, derivato dal greco ôinos, che come è prevedibile vuol dire ‘vino’. Quello che incontriamo nell’enoteismo è un ‘eno’ completamente isolato, elemento che non compare nella composizione di altre parole, e che però ha un’ascendenza (sempre greca) molto semplice: heîs, henós, cioè ‘uno’.

Ma non abbiamo già una parola che mette insieme elementi del genere? Il mono-teismo, che indica le religioni fondate sull’esistenza di un solo dio, come si colloca rispetto all’enoteismo, visto che ‘mono’ ha un significato analogo?

Per chiarirci la situazione, facciamo una capatina nell’Inghilterra della seconda metà dell’Ottocento, per la precisione a Oxford, dove un professore tedesco, Max Müller, sta gettando le basi per una nuova disciplina, la scienza delle religioni. Fu un grande orientalista — ad esempio curò un’edizione monumentale di cinquanta volumi coi testi sacri dell’oriente, traducendo personalmente alcuni dei testi vedici su cui si basano le religioni hindu — ma si impegnò anche nella descrizione e comparazione dei fenomeni religiosi.

Come possiamo osservare nella nostra esperienza personale, la nostra cultura è esposta soprattutto a due modelli di religione, quello politeista (che frequentiamo attraverso i classici dell’antichità, in una prospettiva che ancora permea anche un’ampia parte dei nostri usi linguistici) e quello monoteista, proprio delle religioni abramitiche, dominante da lunghissimo tempo. Ma le religioni non si esauriscono in una dicotomia una divinità / molte divinità: c’è uno spettro più ampio.

L’enoteismo in particolare ci racconta l’atteggiamento religioso di chi adora una singola divinità senza però escludere l’esistenza di altre. Il monoteismo è quello di chi adora una divinità unica, l’enotesimo di chi ne adora una: è così che si può interpretare la differenza fra heîs, più pianamente un numerale, e mónos, che descrive piuttosto il ‘solo’.

Müller ha coniato questo termine avendo in mente i Veda, testi sacri delle religioni hindu: qui, a partire da una compagine di divinità proverbialmente vasta, è storicamente ricorrente che ne sia scelta una singola come superiore e fulcro dell’adorazione — senza che questo implichi uno sradicamento delle altre. Ma c’è chi ricostruisce come enoteista anche l’ambiente religioso mediorientale che ha dato vita all’ebraismo — una situazione in cui le divinità di un pantheon convivono, ma popolazioni diverse ne maturano una preferita.

L’enoteismo è spesso considerato come una fase di passaggio fra politeismo e monoteismo, un momento in cui progressivamente il sacro immanente delle molte divinità, che sono forma del mondo, viene sussunto nel santo singolare e trascendente del dio unico.

Senza dubbio è un termine tecnico, specifico, che si presta anche a letture differenti di difficoltà non banale, e ad essere considerato con diverse estensioni: ad esempio si può distinguere dall’enoteismo la monolatria, letteralmente ‘adorazione unica’, come fase in cui l’adorazione della singola divinità non è preferita ma esclusiva, per quanto non si neghi ancora l’esistenza delle altre.

Ma le sue suggestioni tornano buone anche a chi come noi non naviga quotidianamente nella scienza delle religioni: ad esempio possiamo individuare come forma di enoteismo quello della prozia, che si interfacciava continuamente con santa Zita, trattandola — senza troppe premure d’ortodossia — come quella che davvero teneva le redini, lassù.

Parola pubblicata il 29 Settembre 2022

FONTE: https://unaparolaalgiorno.it/significato/enoteismo

 

 

 

PANORAMA INTERNAZIONALE

Estendere la Russia

Competere da un terreno vantaggioso

di James Dobbins , Raphael S. Cohen , Nathan Chandler , Bryan Frederick , Edward Geist , Paul DeLuca , Forrest E. Morgan , Howard J. Shatz , Brent Williams

Nota del redattore, settembre 2022: ti invitiamo a esplorare questo rapporto e il suo documento di ricerca che lo accompagna . Tuttavia, poiché entità e individui russi solidali con la decisione di Putin di invadere l’Ucraina hanno definito erroneamente questa ricerca nelle ultime settimane, ti incoraggiamo anche a esplorare questa utile risorsa sull’approccio russo alla propaganda della “pompa antincendio della falsità” e sulla nostra ricerca sul “Truth Decay”, che è un fenomeno trainato in parte dalla diffusione della disinformazione.

Questo rapporto esamina una serie di possibili mezzi per estendere la Russia. Come la Strategia di Difesa Nazionale del 2018riconosciuto, gli Stati Uniti sono attualmente bloccati in una competizione di grandi potenze con la Russia. Questo rapporto cerca di definire le aree in cui gli Stati Uniti possono competere a proprio vantaggio. Basandosi su dati quantitativi e qualitativi provenienti da fonti occidentali e russe, questo rapporto esamina le vulnerabilità e le ansie economiche, politiche e militari della Russia. Quindi analizza le potenziali opzioni politiche per sfruttarle – ideologicamente, economicamente, geopoliticamente e militarmente (comprese le opzioni aeree e spaziali, marittime, terrestri e multidominio). Dopo aver descritto ciascuna misura, questo rapporto valuta i vantaggi, i costi e i rischi associati, nonché la probabilità che la misura possa essere implementata con successo ed estendere effettivamente la Russia. La maggior parte dei passaggi trattati in questo rapporto sono in un certo senso scalari, e molto probabilmente provocherebbe una contro-escalation russa. Alcune di queste politiche, tuttavia, potrebbero anche suscitare reazioni avverse da parte di altri avversari statunitensi, in particolare la Cina, che potrebbero, a loro volta, stressare gli Stati Uniti. In definitiva, questo rapporto conclude che le opzioni politiche statunitensi più interessanti per estendere la Russia – con i maggiori benefici, la massima probabilità di successo e il minor rischio – sono nel dominio economico, caratterizzato da una combinazione di aumento della produzione di energia degli Stati Uniti e sanzioni, fornendo quest’ultimo sono multilaterali. Al contrario, le misure geopolitiche per indurre la Russia a estendersi eccessivamente e le misure ideologiche per minare la stabilità del regime comportano rischi significativi. Infine, molte opzioni militari, compresi i cambiamenti nella posizione delle forze e lo sviluppo di nuove capacità, potrebbero aumentare la deterrenza degli Stati Uniti e rassicurare U.

Domande di ricerca

  1. Quali sono le maggiori ansie e vulnerabilità della Russia?
  2. In che modo queste ansie e vulnerabilità possono essere sfruttate ed estendere la Russia?
  3. Quali sono i costi ei rischi associati a ciascuna opzione e quali sono le prospettive di successo?

Risultati chiave

I punti deboli della Russia risiedono nei domini economici

  • La più grande vulnerabilità della Russia, in qualsiasi competizione con gli Stati Uniti, è la sua economia, che è relativamente piccola e fortemente dipendente dalle esportazioni di energia.
  • La più grande ansia della leadership russa deriva dalla stabilità e dalla durata del regime.

Le misure più promettenti per stressare la Russia riguardano la produzione di energia e la pressione internazionale

  • Continuare ad espandere la produzione di energia degli Stati Uniti in tutte le forme, comprese le rinnovabili, e incoraggiare altri paesi a fare lo stesso, massimizzerebbe la pressione sulle entrate della Russia dalle esportazioni e quindi sui suoi bilanci nazionali e della difesa. Solo tra le molte misure esaminate in questo rapporto, questa ha il minor costo o rischio.
  • Le sanzioni possono anche limitare il potenziale economico della Russia. Per essere efficaci, tuttavia, questi devono essere multilaterali, coinvolgendo (almeno) l’Unione Europea, che è il più grande cliente della Russia e la più grande fonte di tecnologia e capitale, più grande sotto tutti questi aspetti degli Stati Uniti.

Le misure geopolitiche per indurre la Russia a estendersi eccessivamente sono probabilmente impraticabili o rischiano conseguenze di secondo ordine

  • Molte misure geopolitiche costringerebbero gli Stati Uniti ad operare in aree più vicine alla Russia e dove è quindi più economico e più facile per la Russia esercitare influenza rispetto agli Stati Uniti.

Le misure ideologiche per minare la stabilità del regime comportano rischi significativi di contro escalation

  • Molte opzioni militari, inclusi i cambiamenti di posizione delle forze e lo sviluppo di nuove capacità, potrebbero aumentare la deterrenza degli Stati Uniti e rassicurare gli alleati degli Stati Uniti, ma solo poche è probabile che estendano la Russia, poiché Mosca non sta cercando la parità con gli Stati Uniti nella maggior parte dei domini.

Sommario

  • Capitolo primo

    introduzione

  • Capitolo due

    Ansie e vulnerabilità della Russia

  • Capitolo tre

    Misure economiche

  • Capitolo quattro

    Misure geopolitiche

  • Capitolo Cinque

    Misure ideologiche e informative

  • Capitolo sei

    Misure aeree e spaziali

  • Capitolo sette

    Misure marittime

  • Capitolo otto

    Misure territoriali e multidominio

  • Capitolo nove

    Conclusioni

RAPPORTO COMPLETO QUI: https://www.rand.org/content/dam/rand/pubs/research_reports/RR3000/RR3063/RAND_RR3063.pdf

FONTE: https://www.rand.org/pubs/research_reports/RR3063.html

 

 

 

 

RIMETTERE IN FILA GLI AVVENIMENTI

Massimiliano Montes 27 09 2022

Gli Americani silurano con i loro sommergibili i gasdotti Nordstream 1 e Nordstream 2, che uniscono per via sottomarina le coste Russe e quelle della Germania.
E’ innegabile che siano stati loro perché gli attacchi sottomarini sono avvenuti in una zona Nato, di fronte all’isola danese di Bornholm, che difficilmente può essere utilizzata per atti di guerra da altri Paesi. Inoltre l’Ucraina non è dotata di sottomarini, né tantomeno in quella zona (aveva un battello di classe Foxtrot, il Zaporižžja U-01, che si è autoconsegnato alla Flotta Russa del Mar Nero il 22 marzo 2014 a seguito dell’occupazione russa della Crimea).
Se i nostri “alleati” bombardano i nostri potenziali mezzi di approvvigionamento energetico, cosa significa?
Che non vogliono, e fisicamente ci precludono, un ritorno allo “status ante”.
Che sono dei Criminali di guerra.
Che, fondamentalmente, non sono nostri “alleati”: noi per loro siamo solo carne da macello, così come gli ucraini, per ottenere i loro scopi economici.
Abbandonare gli USA subito: #freeeurope
FONTE: https://www.facebook.com/massimiliano.montes.1/posts/pfbid0queW1z3LpGLdaqjD37J13PUUWUDNpffXXJbefQn5sRU7gdfz8fwsVEwgyGhdnSDsl

 

 

 

Ops: la ricchezza di Anthony Fauci è aumentata del 66% durante il Covid

Settembre 30, 2022 posted by Giuseppina Perlasca

Il patrimonio netto della famiglia del dottor Anthony Fauci è aumentato di ben il 66% nel corso della pandemia, secondo le nuove informazioni finanziarie ottenute da OpenTheBooks.com. Fauci ha dichiarato un patrimonio netto di 7.523.634 dollari al 1° gennaio 2019. Al 1° gennaio 2022, era cresciuto a 12.677.513 dollari.


I valori si riferiscono al 1° gennaio di ogni anno.
In qualità di direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases, Fauci ha ricevuto uno stipendio di 456.028 dollari nel 2021, che lo rende il dipendente più pagato dell’intero governo federale. Anche sua moglie, Christine Grady, capo bio-eticista del National Institutes of Health, se la cava molto bene: l’anno scorso ha percepito uno stipendio di 238.970 dollari.

Fauci è notoriamente pagato più del presidente e sua moglie percepisce più del vicepresidente. Tuttavia, questi stipendi federali non sono l’unico mezzo dell’arricchimento della famiglia Fauci nell’era della pandemia.

Nel 2021, Fauci è stato insignito del premio Dan David dell’Università di Tel Aviv, con un assegno di 1 milione di dollari. Il comitato del premio ha dichiarato che Fauci “è stato ampiamente elogiato per il suo coraggio nel dire la verità al potere” durante la pandemia di Covid-19. Il comitato ha apparentemente ignorato il fatto che Fauci ha avuto un ruolo importante nella lotta contro la malattia.

Come di consueto, Fauci ha donato parte del suo premio per assegnare borse di studio agli studenti, ma ha comunque intascato 901.400 dollari, secondo i rendiconti finanziari esaminati da OpenTheBooks.com.

Sebbene si tratti di spiccioli rispetto al premio Dan David, Fauci ha ottenuto anche 12.500 dollari dal premio Elliot Richardson per il servizio pubblico e dal premio Abelson dell’American Association for the Advancement of Science, e ha ricevuto 5.198 dollari quando è stato nominato impiegato federale dell’anno alla cerimonia di consegna delle medaglie Samuel J. Heyman Service to America 2020.

Fauci ha anche lavorato in nero come redattore per McGraw Hill, ricevendo 100.000 dollari per il suo lavoro nel 2021.  Non risulta che Fauci abbia fatto investimenti “oculati” alla Nancy e Paul Pelosi. Secondo le informazioni finanziarie, il portafoglio di Fauci comprende ampi fondi comuni di investimento, senza singole azioni:

Questi fondi erano detenuti in un mix di conti fiduciari, pensionistici e per l’istruzione universitaria”. Fauci ha un IRA del valore di 706.219 dollari (con un aumento di 67.700 dollari); un conto di intermediazione a benefici definiti per un totale di 2.551.210 dollari (con un aumento di 147.688 dollari); e un trust revocabile del valore di 7.014.197 dollari (con un aumento di 1.718.299 dollari). Il trust revocabile della moglie ha un valore di 2.269.225 dollari (+306.406 dollari) e un IRA di 136.662 dollari (+16.385 dollari)”, riporta OpenTheBooks.com.

OpenTheBooks.com ha intentato quattro cause federali contro l’NIH per ottenere ulteriori dettagli non solo su Fauci ma anche sulle royalties ricevute da altri dipendenti dell’NIH.

A fine anno Fauci andrà in pensione, ma non avrà problemi di povertà, perché incasserà 375 mila dollari annui di pensione. Una cifra eccezionale per gli USA.

FONTE: https://scenarieconomici.it/ops-la-ricchezza-di-anthony-fauci-e-aumentata-del-66-durante-il-covid/

 

 

 

 

ORA CHE I GASDOTTI NORDESTREAM SONO SCOMPARSI

Lisa Stanton 28 09 2022

 

Ora che i gasdotti Nordstream sono scomparsi, vale la pena vedere come avverrà la deindustrializzazione dell’Europa attraverso prezzi dell’energia sempre più elevati.
La produzione europea non sarà più economicamente sostenibile perchè la disponibilità energetica, uno dei punti chiave della produzione, sarà troppo costosa per offrire prodotti e garantire un profitto: sarà semplicemente più economico acquistarli altrove.
E’ molto probabile che parte di questa produzione si sposti in USA, ma solo nel brevissimo termine: gli investimenti nella produzione devono creare domanda di prodotti manifatturieri. La produzione europea negli ultimi 7 decenni ha creato posti di lavoro in Europa perchè i lavoratori hanno comprato i prodotti. Senza posti di lavoro nel settore manifatturiero, gli europei avranno molto meno potere d’acquisto e se anche parte della produzione si trasferirà in America, avrà vita breve.
Gli USA hanno chiaro che gran parte del loro mercato di esportazione è crollato e che la UE rappresenta circa il 10% delle loro esportazioni. Poi ci sono le importazioni degli USA, che acquistano sempre meno prodotti EUropei e finiranno per non comprarne più perchè molto più costosi a causa dei maggiori costi di produzione. Gli USA cercheranno di rubare parte di questa produzione e portarla a casa, ma ci riusciranno solo in parte: sono un paese parzialmente deindustrializzato con numerosi limiti come il lavoro qualificato, il know-how, le infrastrutture ecc…
Gli USA sanno che distruggere la produzione europea crea solo un buco nero in Europa, mentre l’attività economica attorno ai suoi confini si esaurisce l’Europa dovrà rispondere alla recessione limitando al massimo le esportazioni e rilanciando la sua industria sempre meno competitiva. Fondamentalmente l’unica strategia per l’Europa sarà quella dell’autarchia, imponendo prodotti sempre più costosi ai suoi residenti. Ciò sarà accompagnato da politiche di investimento energetico accelerate (quelle “green”, eseguite dalle multinazionali angloamericane delle riserve fossili) che comporteranno ancora più caos economico.
In ultima analisi, la deindustrializzazione dell’Europa mossa dal Capitale americano implica il collasso dell’economia globale, perché quello europeo resta il maggior mercato al mondo: a seguire, cioè, crollerà la domanda aggregata mondiale. Sarà una ripetizione di quanto accadde negli anni ’20 e che provocò la Grande Depressione. Questa volta, però, solo l’Occidente si affosserà, il nuovo blocco economico BRICS+SCO (che possiede le materie prime) si sarà separato dal resto e continuerà a crescere.
La guerra energetica europea del terzo millennio passerà alla storia, insieme al Trattato di Versailles e alle guerre commerciali degli anni ’30, come uno dei più grandi errori di politica economica della storia.
Un’ultima coincidenza strana: quando Trump è stato eletto in base ad una piattaforma programmatica di un protezionismo più mite, i suoi avversari globalisti indicarono gli anni ’20/’30 e ci misero in guardia contro quelle politiche; le stesse persone ora sembrano sostenere politiche ancora più simili agli anni ’20/’30.
Lo so, non riesco a darvi buone notizie e le ferite della “crisi Lehman&Bro.” non sono ancora rimarginate in Italia. Ma potrete sempre rivolgervi al leader del Partito degli Astensionisti – nel frattempo nominato PdC – per avere rassicurazioni su ciò che accadrà tra qualche mese.
FONTE: https://www.facebook.com/lisa.stanton111/posts/pfbid02uGocBhDLYQAZbLcRHNFqjayHQ5x1P4QcgmMz3C7whhJAtaoAmsoBTFXqN7PsNZKbl

POLITICA

Il conflitto e l’ipocrisia: serve un nuovo soggetto politico, l’umanità

Raramente mi sono sentito così lontano dalla retorica dei giornali. Forse dall’adolescenza, e forse per lo stesso motivo: quando la gioventù si ribellava d’istinto — prima ancora che a ingiustizia sociale, autoritarismo o vietnamiti massacrati dal napalm — al dilagare dell’ipocrisia.

L’Occidente si è lanciato a cantarsi come detentore dei valori, baluardo della libertà, protettore dei deboli, garante della legalità, speranza per la pace. Il peana su quanto siamo buoni e giusti mentre gli «autocratici» sono infingardi è un coro all’unisono. La ferocia russa e cinese è ostentata, ripetuta, declamata.

Mi unirei al coro se fosse sincero. Se condannando un attacco a un Paese sovrano, aggiungessimo che ci impegnamo a non fare più nulla di simile. Non fare quanto l’Occidente ha fatto in Afghanistan, Iraq, Libia, Serbia, Yemen, Grenada, Panama… Con la partecipazione dell’Italia sono stati invasi Iraq e Afghanistan che non avevano attaccato nessuno, causando un milione di morti. Rivangare il passato non serve: ci impegnamo per il futuro?

Mi unirei al coro contro il riconoscimento del Donbass che ha innescato la guerra ucraina, se aggiungessimo che ci siamo sbagliati riconoscendo Slovenia e Croazia, innescando la guerra civile Iugoslava. O per i bombardamenti su Kiev, dove la scusa era che Kiev massacrava il Donbass, se la Nato si impegnasse a non fare più nulla di simile, come ha fatto bombardando Belgrado, dove la scusa era che Belgrado massacrava il Kosovo. Mi unirei al coro contro la Russia che cerca di cambiare il regime di Kiev, se l’Occidente si impegnasse a non fare più la stessa cosa, come ha fatto abbattendo e destabilizzato governi democraticamente eletti dal Medio Oriente al Sud America, dal Cile all’Algeria, dall’Egitto alla Palestina. Mi unirei al coro che si commuove per i profughi ucraini, se si commuovesse anche per yemeniti, siriani, afghani e altri con pelle di tonalità diverse.

Ipocrisia senza limiti. I giornali gridano sulle politiche «imperiali» di Cina e Russia. Il lupo e l’agnello. La Cina non ha quasi soldati fuori dei suoi confini, se non in missioni Onu. La Russia ne ha a pochi chilometri, in Siria e Transnistria. Gli americani hanno centomila soldati in Europa, basi militari in Centro e Sud America, Africa, Asia, Pacifico, Giappone, Corea… ovunque, eccetto in Ucraina dove stavano insediandosi. Hanno portaerei nel mare della Cina. Dalle coste cinesi si vedono navi da guerra Usa, non si vedono navi da guerra cinesi da New York. Chi è l’impero? Si paventa, non abbastanza, l’uso dell’atomica. L’Occidente è l’unico ad averla usata. A guerra vinta, per affermare il dominio con la violenza; nessun altro lo ha fatto. Si scrive che la Cina è aggressiva; non ha fatto guerre dopo Corea e Vietnam; l’Occidente ne ha fatte in continuazione ovunque. Chi è l’impero?

Il Pentagono pubblica liste di persone uccise dai suoi droni nel mondo, molti innocenti. Il New York Times è arrivato all’orrore di denunciare il fatto che i soldati che li guidano non hanno supporto psicologico per lo stress di ammazzare innocenti. Lo scandalo non è ammazzare innocenti, è che chi li ammazza non ha supporto psicologico. L’impero assiro era arrivato a tale arroganza. Ma i nostri giornalisti ricordano indignati una persona uccisa anni fa a Londra dai russi… Gli americani invocano la Corte Penale Internazionale, da cui hanno sempre dichiarato che non si fanno giudicare. O la legalità internazionale, quando le loro guerre sono condannate dall’Onu. Onu che la maggioranza del mondo vorrebbe autorevole, ma Washington ostacola.

Sarei in disaccordo, ma non mi sentirei disgustato, se sentissi «siamo forti, vogliamo dominare con le armi per difendere il nostro privilegio». Non ci sarebbe ipocrisia e potremmo discutere se sia una scelta intelligente. Se non sia più lungimirante collaborare.

Non fraintendetemi. Amo l’America, molto. Vi ho vissuto dieci anni e sono stato cittadino Usa. Ne conosco splendori e orrori. La brillantezza delle università, la vitalità dell’economia, la miseria dei ghetti neri e bianchi, la violenza per noi inconcepibile delle strade. Amo l’Europa, la civiltà, tolleranza e cautela ereditate dalla devastazione della Guerra. Ma non posso non vedere il nostro piccolo mondo ricco chiudersi su se stesso in un parossismo di ipocrisia.

Amo anche Cina e lndia, di cui pure ho visto miserie e splendori. Ci perdiamo in chiacchiere su quale sistema sia meglio, come dovessimo fare tutti la stessa cosa. Il problema del mondo non è che singolo sistema politico adottare tutti. Il problema del mondo è convivere, rispettarsi, collaborare. Il problema del mondo è costruire un nuovo soggetto politico: l’umanità, con le sue diversità.

Tanti Paesi ce lo ripetono, non li ascoltiamo. Rifiutano le sanzioni contro la Russia. Perfino di condannare la Russia. Perché? Perché vedono l’ipocrisia dell’Occidente, che si sente libero di massacrare, e poi fa l’anima candida.

L’umanità vorrebbe che i problemi reali, riscaldamento climatico, pandemie, povertà che ricomincia a crescere, fossero affrontati insieme. L’80% degli italiani non è favorevole all’aumento delle spese militari. Considera l’emergenza climatica il problema grave. Il direttore della Cia afferma in una intervista che cerca di convincere i politici, che non ascoltano, della stessa cosa. Le persone ragionevoli sanno che collaborare è meglio. L’Occidente rifiuta. Vuole «avversari strategici», nemici, vuole schiacciare gli altri. Ha le armi. L’Ucraina si potrebbe risolvere come la crisi Iugoslava: con una separazione. Ma l’Occidente non vuole soluzioni, vuole fare male alla Russia: non fa che ripeterlo.

Ora si sente inquieto perché la Cina sta diventando ricca. La provoca, la accusa con pretesti (ce ne sono: scagli la prima pietra chi è senza colpe). Cerca lo scontro. Vorrebbe umiliarla militarmente prima che cresca troppo. La classe dominante occidentale ci sta portando verso la terza guerra mondiale. Nelle foto si allineano facce sorridenti dei leader occidentali, felici delle portaerei, delle bombe atomiche, trilioni di dollari di armi, con cui si potrebbero risolvere i guai del mondo, usati per rafforzare il dominio. E tutto imbiancato da belle parole: democrazia, libertà, rispetto dei confini, legalità. Dietro, come zombi, giornalisti, editorialisti e politici di stati vassalli come il nostro, a ripetere. Sepolcri imbiancati. Su una scia di sangue di milioni di morti straziati dalle nostre bombe. Da Hiroshima a Kabul, e continueranno.

FONTE: https://www.corriere.it/opinioni/22_luglio_30/conflitto-l-ipocrisia-serve-nuovo-soggetto-politico-l-umanita-ba42bfe6-1030-11ed-a2fd-aa9adf96677a.shtml

 

 

 

SCIENZE TECNOLOGIE

Lo sviluppo dell’IA nella Repubblica Popolare Cinese (la creazione di talenti e il confronto con gli Usa)

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Nel processo di sviluppo e applicazione della tecnologia di IA, è necessario essere pragmatici e ordinati; l’educazione all’IA intensifica la forza trainante per lo sviluppo della tecnologia e dell’industria relative, ed è anche la garanzia fondamentale per la coltivazione di talenti di IA di alta qualità e lo sviluppo sostenibile della tecnologia e dell’industria relativa. L’educazione all’IA della RP della Cina ha inizialmente formato un sistema di insegnamento delle materie, e curricula e corsi a diversi livelli sono stati offerti in università come informatica, scienza e tecnologia intelligenti, informazione elettronica e automazione. I problemi esistenti dello sviluppo dell’IA nella RPdella Cina e la costruzione di base dell’IA sono inseparabili dall’educazione degli esperti dell’IA. Solo coltivando un numero sufficiente di talenti di IA di alta qualità si può garantire il regolare sviluppo dell’IA nella RP della Cina, affinché essa scali la vetta dell’IA internazionale.
In termini di formazione dei talenti dell’IA, lo Stato, le commissioni, i ministeri, i dipartimenti, hanno proposto e propongono i seguenti suggerimenti degni di nota:

1) Aumentare la formazione dei talenti dell’IA come priorità educativa nazionale.
Non molto tempo fa, le attività ludiche legate all’IA hanno promosso un’ondata di tecnologia IA per promuovere l’intelligenza economica e sociale nella RP della Cina. I talenti dell’IA sono la priorità assoluta nella costruzione per fare un buon lavoro nella pianificazione dello sviluppo, padroneggiare le tecnologie chiave e promozione; e l’applicazione di tutto questo richiede talenti di alta qualità. E per soddisfare questa domanda sociale, è necessario pianificare in modo completo la formazione di talenti di IA di alta qualità e fornire una garanzia affinché l’IA cinese entri in un nuovo periodo di opportunità di sviluppo e sviluppo sostenibile.
È necessario migliorare ulteriormente la comprensione della formazione del personale di IA, istituire un sistema di pianificazione in modo completo, per creare esperti e innalzate il livello di preparazione quale priorità educativa nazionale.

2) Stabilire e standardizzare l’educazione all’IA a tutti i livelli.
Secondo la domanda del mercato, bisogna standardizzare in modo completo l’educazione all’IA a tutti i livelli e aprire varie scuole di una certa scala e proporzione, comprese università, istituti professionali e tecnici, istituti di IA, scuole tecniche. Nel Paese il Ministero dell’istruzione amplia in modo completo l’attuale scienza e tecnologia intelligente, l’ambiente professionale, che ne supporti la gestione; agiscono in tal modo altre major universitarie che rafforzano l’insegnamento accademico dell’IA, attraverso l’istituzione di una formazione anche post-laurea in alcuni istituti correlati; oltre a diffondere le tecnologie di base anche nelle scuole primarie e secondarie. Lo stesso dicasi per i corsi di scienze popolari, che svolgono varie forme di attività extracurriculari, oltre che aiutare a coltivare l’interesse degli studenti di tutte le età e scuole. Questo perché è migliorato il livello degli insegnanti, che standardizzano e organizzano la preparazione di vari materiali didattici.

3) Formazione multimodale e multicanale di talenti di IA di alta qualità.
Nel Paese si compiono sforzi per esplorare e cercare vari tipi di talenti di alta qualità attraverso multimodalità e multicanale, che svolgano attività tendenti a valorizzazione e perfezionamento di prodotti orientati al mercato, e riassumano l’esperienza per promuoverli. I dipartimenti governativi competenti forniscono un sostegno politico pertinente e gli istituti di ricerca statali e privati ​​svolgono principalmente innovazione di prodotti di IA, in modo che il personale scientifico e tecnologico dell’IA eserciti in maniera esaustiva i propri compiti. Oltre a partecipare alla ricerca e allo sviluppo di prodotti di IA, il compito principale di scuole e college è fornire risorse di conoscenza di alta qualità a tutti i livelli; le imprese puntano all’eccellenza nella produzione di prodotti di IA, in modo che i tecnici addetti e i lavoratori qualificati possano svolgere pienamente i loro ruoli. È stabilito un meccanismo di incentivazione degli esperti dell’IA per incoraggiare un’élite di livello superiore a distinguersi. S’incoraggiano gli studenti universitari, i laureati e gli operatori scientifici e tecnologici impegnati nell’apprendimento e nello sviluppo dell’IA a portare avanti l’innovazione tecnologica e l’imprenditorialità dell’IA e fornire il sostegno del fondo imprenditoriale per le loro idee innovative e i risultati dei prototipi.

4) Fare pieno uso di Internet per coltivare i talenti dell’IA.
Si sfrutta appieno la tecnologia internet per fornire un supporto tecnico efficace onde fornire mezzi efficaci per la coltivazione dei talenti dell’IA. Si utilizza la piattaforma di IA di alto livello in linea con gli standard internazionali per creare e migliorare la piattaforma di insegnamento della rete di IA domestica, fornire servizi di istruzione di rete per l’insegnamento dell’IA a tutti i livelli e offrire ausiliari strumenti didattici per altri corsi.

Alcuni studiosi o imprenditori ritengono che il livello di tecnologia dell’IA della RP della Cina sia già paragonabile a quello degli Stati Uniti d’America. È necessario valutare scientificamente e oggettivamente i risultati esistenti. È necessario affermare pienamente i risultati raggiunti e comprendere a fondo le lacune. Sopravvalutare i risultati dell’IA esistenti nella RP della Cina non è né realistico né favorevole al sano sviluppo dell’industria in oggetto.
Gli Stati Uniti d’America sono ora il Paese con il più alto livello complessivo di tecnologia di IA. Analizzare il divario nell’IA tra RP della Cina e Stati Uniti d’America aiuta a mantenere una chiara comprensione. Molti esperti nel campo dell’IA hanno sottolineato che aver seguito la teoria degli Stati Uniti d’America nell’IA, ha comportato che tali applicazioni e innovazioni stiano facendo recuperando rapidamente terreno. Tuttavia, c’è ancora un grande divario con gli Stati Uniti d’America in termini di ricerca teorica di base.
Ci sono pochissime persone che fanno ricerche teoriche di base sull’IA nella RP della Cina. Ad esempio, gli Stati Uniti d’America collocano la scienza del cervello e le altre neuroscienze al vertice della ricerca, mentre le capacità di ricerca e sviluppo indipendenti della RP della Cina in quest’area sono relativamente deboli e ci sono lacune nelle scoperte e nelle innovazioni. Per un altro esempio, molti articoli sul deep learning sono stati pubblicati nella RP della Cina, ma poche sono le ricerche che siano veramente innovative in teoria o abbiano un importante valore applicativo.
Gli statunitensi stanno già comprendendo quale sarà la prossima IA, mentre tale studio e non è ancora iniziato a spron battuto nella RP della Cina. Questa è la sfida più grande che il Paese deve affrontare: è un problema difficile, che coinvolge un’ampia gamma di aspetti e non può essere risolto da una o due team. Tale divario è in gran parte dovuto al sistema di valutazione accademica nazionale e all’orientamento dell’applicazione pratica. C’è spazio per migliorare il criterio di analisi universitaria: potrebbero volerci 5-15 anni per raggiungere completamente il ritardo con gli Stati Uniti d’America nell’IA.
Le aziende statunitensi investono molti soldi per formare un gruppo di puro personale tecnico di fascia alta che, dal momento in cui si conseguirà con un dottorato, sarà reclutato nelle aziende e impegnato nella ricerca e nello sviluppo della pura tecnologia di IA. Non sorprende che un squadra d’élite così importante, guidata da interessi e convinzioni scientifiche e tecnologiche, sia molto più avanti a livello mondiale nel campo della ricerca sull’IA. Nella RP della Cina, poche aziende sono disposte a spendere molti soldi per formare un team di ricerca pura tecnica riguardo all’IA e manca anche un meccanismo di incentivi all’interno delle aziende. Nelle università nazionali, anche il livello di ricerca sull’IA è molto al di sotto del livello leader mondiale.

FONTE: https://www.ildenaro.it/lo-sviluppo-dellia-nella-repubblica-popolare-cinese-la-creazione-di-talenti-e-il-confronto-con-gli-usa/

 

 

 

 

STORIA

Le Colonie d’Italia
Stato Magna Grecia – Due Sicilie 28 09 2022
1. Nel 1860 Il Piemonte, con l’aiuto dei “traditori del Meridione”, invade il Regno e lo sottomette a stato di Colonia, facendo nascere un sedicente Regno d’Italia.
2. Dal 1882 al 1946 il Regno d’Italia colonizza l’Eritrea.
3. Dal 1890 al 1945 il regno d’Italia colonizza la Somalia.
4. Dal 1911 al 1943 il Regno d’Italia colonizza la Libia.
5. Dal 1936 al 1941 il Regno d’Italia colonizza l’Etiopia.
6. Nel 1945 la colonizzazione della Somalia si trasforma in Amministrazione Fiduciaria.
7. Nel 1946 Il sedicente Regno d’Italia si trasforma in Repubblica Italiana.
8. Dal 1946 al 1947 la Repubblica Italiana continua a colonizzare l’Eritrea.
9. Dal 1946 al 1960 la Repubblica Italiana continua l’Amministrazione Fiduciaria della Somalia.
10. Al sedicente Stato Italiano – fallito miseramente ogni tentativo di colonizzare parte dell’Africa – non resta che la Colonia Interna: Il Meridione; ma non potendo, direttamente, applicare il diritto coloniale ai cittadini, lo fa al Territorio.
Ora, non pensate che anche la prima (e l’ultima) Colonia dell’ex sedicente Regno d’Italia debba riconquistarsi la propria libertà? Noi sì!
FONTE: https://www.facebook.com/StatoDueSicilieMagnaGrecia/posts/pfbid04iVeTHNKLjwodYjMjxaA2g4aKEfuvPKVJZZ1jrWTWiLZVj2VvgJHXmbrHEc8oV2ml

 

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