LA LENTEZZA RUSSO-CINESE E LA FRENESIA ANGLOAMERICANA
di Manlio Lo Presti (scrittore esperto di sistemi finanziari)
Non mi pare di aver avuto notizia né di aver letto tanti bollettini medici o psichiatrici contro Xi Jinping quanto quelli contro Putin. Le squadre di tecnologi, prevalentemente anglosassoni, della sovversione sociale e della guerra psichica hanno capito che tale strada non conduce da nessuna parte, con i cinesi che li guarderebbero come dei seleniti con le orecchie a trombetta. La Cina possiede un’alta impermeabilità in quanto dispone 1) di una rete internet propria; 2) di una avionica militare molto avanzata e pressoché sconosciuta agli angloamericani, contrariamente alle arroganti dichiarazioni Nato, Nsa, Pentagono, Rand Corp. ecc.; 3) di una politica di espansione mondiale costruita sulla realizzazione rapida di infrastrutture nei Paesi contattati, in genere ricchi di materie prime e/o di un interessante posizionamento strategico.
Mentre la Russia è una realtà molto vicina al pensiero europeo, la Cina mostra numerose diversità che la rendono totalmente impermeabile a certe “provocazioni” occidentali. Per capire il comportamento dei Cinesi sono di aiuto le analisi geopolitiche, quelle economiche, le coreografiche rappresentazioni che vanno sotto la definizione di “via della seta”, ma non bastano.
Capire i cinesi è un’altra impresa. La chiave di lettura è fondata sulla profonda conoscenza del pensiero confuciano e della manifestazione di un “pensiero laterale” che richiama quello formalizzato da Edward De Bono, ma totalmente diverso nei suoi meccanismi interni. La forma mentis cinese è stratificata da labirinti mentali in gran parte estranei alla nostra maniera di ragionare linearmente convinti che sia la retta la distanza più breve fra due punti. Per il pensiero cinese non è così. Il maoismo, intriso di praxeologia trasformazionale della Realtà che si manifesta sbagliata e da correggere laddove non coincide con l’ideologia, non è riuscito a scalzare il pensiero laterale confuciano frammisto alle riflessioni dello Zen e del Taoismo. Non si tratta di trasformare il mondo e la realtà con la Prassi, ma di ricercare le condizioni che inducono a questa trasformazione! L’insieme dei processi di induzione al mutamento ha una sua espressione: il WU WEI, la finta immobilità e inazione del pensiero Zen.
Tutto quanto appena descritto aiuta ad inserire in un contesto maggiormente intelligibile la presenza recente di un documento intitolato “US Hegemony and Its Perils” con data 2023-02-20 alle ore 16:28. Autore il M.F.A. – Ministry of Foreign Affairs of the People’s Republic of China, che lo colloca all’interno di un elenco di documenti disponibili in questa pagina: (https://www.fmprc.gov.cn/mfa_eng/wjbxw/ ). Appare come un compitino diligente e con un inglese corretto ma privo di qualsiasi emozione o enfasi. Una vera e propria vetrinetta.
Il significato del documento non è nel testo che afferma concetti illustrati da tempo, ma nel modo in cui lo fa conoscere. Il Ministero degli Esteri cinese lo diffonde come un segnale. Il 20 febbraio 2023, appare qui: https://www.fmprc.gov.cn/mfa_eng/wjbxw/202302/t20230220_11027664.html . La sua valenza non ha i crismi ufficiali delle dichiarazioni in sedi internazionali come l’Onu, la Ue, Washington, ecc. Non può averla perché, se emesso con la sola firma cinese, potrebbe sembrare un passo in avanti asincrono rispetto alla sequenza di dichiarazioni congiunte Russia-Cina fin ora diffuse. Pubblicarlo come un comunicato di servizio all’interno del sito di un Ministero, per quanto importante, riveste un significato ben diverso, sia pure con contenuti interessanti ma ampiamente conosciuti.
La Cina e tutti i Paesi del mondo sono osservati e spiati dai Paesi vicini, amici, nemici, concorrenti. Quindi a queste realtà si possono comunicare alcune cose inserite in luoghi sottotono ma visibili. E il gioco è fatto. Poi le agenzie cinesi sparse per il pianeta cominciano a tracciare tutti i soggetti che diffondono rapidamente il messaggio individuando i centri propulsori ai quali dare i prossimi messaggi. Parlare ad Atene perché Sparta intenda. Non è causale quindi che tale documento sia stato sparato e diffuso a macchinetta sui vari canali di un certo Mark Zuckerberg. Coloro che lo fanno hanno interesse ad alzare il livello di paura e di tensione nei lettori del pezzo di carta. Lo scopo? Creare paura che fa dimenticare la necessità di valutare le circostanze che fanno nascere una notizia.
Nel modo più orientale possibile, la Cina ha detto ma non ha detto. Ha parlato ma non ha parlato. Non ha minimamente infranto il patto di cooperazione di coordinazione con la Russia. Qualcuno continua ad affermare che i cinesi non si stanno sbilanciando in difesa della Russia. Ma la mancanza di enfasi cinematografica con cui siamo abituati con la grancassa mediatica americana, non appartiene alla Cina che si muove in modo felpato. Sarebbe un errore interpretare questa lentezza operativa come un distinguo dalla Russia. È un errore pensarlo, come stanno facendo negli USA. Ancora sono tanti quelli che non comprendono che, ad una maggiore fretta degli Usa alla rapida conclusione del conflitto ucraino, la Russia risponde con la tecnica del rallentamento, del dissanguamento dei territori bersaglio, del prolungamento per anni delle operazioni militari (https://www.agenzianova.com/news/xi-jinping-a-putin-la-cina-e-pronta-a-incrementare-la-cooperazione-strategica-con-la-russia/ ).
Russia e Cina sanno benissimo che gli Usa e gli inglesi non sono in grado di controllare la tenuta sociale del fronte interno e la aggressività delle opposizioni politiche interne ed internazionali in presenza di un conflitto prolungato. Non vogliono più ripetere la vergogna di dover correre sui tetti delle ambasciate, per fuggire assieme ai collaborazionisti con gli elicotteri militari (cfr Vietnam, Filippine, Corea, Afghanistan, ecc.). La geopolitica russo-cinese è quella del lento stritolamento del boa constrictor, con buona pace dei notiziari occidentali che spacciano questa lentezza per inadeguatezza militare. Io non ne sarei così sicuro.
La Cina sa benissimo che la coalizione con la Russia scongiura la possibilità che, al verificarsi di un improbabile crollo russo, gli angloamericani possano lanciarsi contro la Cina rimasta da sola.
Pensiamoci!
FONTE: https://www.lapekoranera.it/2023/02/26/la-lentezza-russo-cinese-e-la-frenesia-angloamericana/