UN INSOLITO TRIO O L’AMICIZIA COME RISPETTO
di Manlio Lo Presti (Scrittore ed esperto di banche e finanza)
Il libro di Elena Basile apre all’attenzione dei lettori l’ambiente nascosto della diplomazia italiana e le sue ramificazioni nel mondo. Come in altri settori, non fa eccezione il gregarismo che è la qualità principale per “avere successo in società”, secondo una felice espressione presa a prestito da Ennio Flaiano. Non fa eccezione la magnitudine di interessi economici che si intrecciano a quelli meramente geopolitici, che ne sono spesso la copertura “ufficiale”. Nella narrazione emergono come finestre che si aprono con poche battute per poi chiudersi rapidamente, tanto per ricordarlo.
Il romanzo si apre con un incipit sferzante e comico allo stesso tempo. Il “cretino” non è solamente un’esclamazione, ma diventa una categoria della povertà dello spirito, una categoria esistenziale presente a tutti i livelli sociali. L’incipit fa pensare al concetto di “stupidenzia” di Schopenhauer. L’Autrice fa intravvedere una ampia base di cultura veicolata da una profonda ironia, che scongiura il prevalere di una forte indignazione per un mondo di facciata dietro il quale si consumano delitti rituali, tradimenti, fraterne coltellate dietro la schiena. Il romanzo racconta con eleganza, ma senza noia, il complesso rapporto fra tre persone totalmente diverse fra loro per cultura, sensibilità, estrazione sociale, interessi. Su cosa si basa il legame fra loro? L’Autrice ce lo spiega con un’attenta sequenza di eventi, inframmezzati da lunghe interruzioni che non allentano la forza dei rapporti umani reciproci.
Il motivo di fondo del libro è il rispetto reciproco che riduce al minimo tollerabile le incomprensioni presenti nei rapporti superficiali, o improntati ad una convenienza professionale. Il testo ci fa capire che l’empatia e la capacità di un ascolto attivo sono il passaporto di uno scambio che fa crescere, che modifica le coscienze dei tre amici, anche in presenza di tensioni, di periodi di lontananza causati da motivi professionali dietro i quali si nascondono fughe emozionali ed esistenziali raccontate con discrezione.
L’ambasciatore in uscita rappresenta l’esperienza umana e professionale, l’onestà intellettuale. Egli conosce un mondo di persone gradite e spesso sgradite che lo temono. Molti lo stimano ma non riescono a scalfire la sua riservata estraneità alla roulette del compromesso. Apprezza l’effervescenza del modo di vivere del musicista e riceve di buon grado il fascino della grazia, della cultura e dell’entusiasmo di lei offrendole consigli ed incoraggiamento entro limiti ben precisi.
Il musicista ha una brillante intelligenza e vive senza mediazioni le proprie scelte difficili e logoranti: brucia la sua vita sorretto da una finezza artistica e musicale, che è la sua costante esistenziale e la sua elegante capacità di rapportarsi con gli altri due.
La giovane ambasciatrice si muove con l’energia della inesperienza che lascia rapidamente il posto ad una solida consapevolezza umana e professionale che cresce con gli spostamenti geografici e l’esperienza lavorativa. Mostra di sapersi muovere nelle difficili strade di una comunicazione profonda e diretta senza farsi distrarre dallo sciame sismico della superficialità e del conformismo.
Tra le pagine talvolta emerge come una frecciata l’incapacità dei tre personaggi di adattarsi ai compromessi affaristici e di potere. L’ambasciatore si rammarica ma poi accetta con elegante dignità la sua estromissione e il collocamento in un ufficio della capitale dal nome altisonante ma privo di peso organizzativo. L’interruzione del percorso di carriera non intacca la sua intenzione di essere un punto di riferimento per gli altri due, in particolare per la ragazza dalle notevoli abilità. Il vecchio diplomatico la incoraggia a proseguire il cammino, cercando di non sporcarsi troppo, però. I tre amici coltivano un rapporto improntato ad una innata timidezza che non invade la sfera personalissima. Un’area profonda che ognuno di loro confessa al momento opportuno, senza melensa retorica.
Il romanzo ci racconta con garbo come sia difficile mantenere una personale ed intangibile integrità, da non confondersi con una ottusa rigidità morale. I tre amici riescono con alterno successo a non farsi irretire dai giochi comunicativi improntati sulla competitività e la doppiezza.
Interessante poi è la narrazione in prima persona di ciascuno dei personaggi che è presente verso la seconda metà del libro. Sono punti di vista soggettivi e differenti fra loro per ampiezza di vedute, sensibilità e capacità di intuizione dell’altro. Tutti compiono un viaggio iniziatico verso sé stessi. Molto apprezzabile è l’abilità dell’Autrice ad evitare introspezioni narrative labirintiche che avrebbero appesantito il testo.
Lo stile è elegante anche quando la narrazione si fa cupa nella descrizione degli stati d’animo talvolta negativi dei personaggi, in particolare quando vivono la propria catena degli affetti quasi mai scorrevoli ma sostenuti da momenti di tenerezza e cordialità.
L’Autrice ha donato molto di sé stessa nel flusso narrativo, ma con uno sguardo attento al mondo circostante in permanente ebollizione. Qualche scorcio si apre, ma si capisce che lei non può e, forse, non vuole dire di più, per ora …
(Elena Basile, Un insolito trio, La lepre Edizioni, 2023, Pag. 210, € 18,00)
FONTE: https://www.lapekoranera.it/2023/10/24/elena-basile-un-insolito-trio-o-lamicizia-come-rispetto/