Marco Parlangeli, La truffa del mare, Roberto Campanelli Editore, 2018, Pag. 160, € 23,00
Il libro può pretendere a pieno titolo un ottimo piazzamento nella categoria del “giallo finanziario” che in Italia non ha ancora la giusta diffusione, anche soprattutto a causa della scarsa cultura economica del nostro Paese.
La lettura è scorrevole e si attua su due livelli che si intersecano fra loro senza frizioni. Il primo è quello, più fruibile, del giallo che non intende sconfinare nel genere “noir” né vuole cedere al facile sensazionalismo da effetti speciali della “criminologia seriale”. Il secondo livello di lettura è quello del linguaggio tecnico della finanza che viene utilizzato – con perizia e correttezza – giusto quel tanto che fa immergere il lettore dentro ambientazioni e mondi spesso nascosti o confinati in ambiti istituzionali molto formali e rituali.
La trama si sviluppa con fluidità conducendo il lettore dentro una fitta concatenazione di “piccoli eventi senza importanza”, che, improvvisamente, tutti insieme compongono un mosaico inaspettato che sarà il lettore a comprendere con partecipazione e divertimento.
L’Autore ha scelto di utilizzare un percorso stilistico attento al profilo psicologico delle persone coinvolte. Protagonisti e figure intermedie si muovono dentro ambienti ovattati e silenziosi, ma senza far dimenticare la durezza della jungla d’asfalto che ci aspetta quotidianamente là fuori.
Il merito principale di questo libro ben scritto è quello di far comprendere ad un vasto pubblico la complessità del mondo finanziario che innerva e spesso sovrasta il mondo reale della produzione di cose e di servizi. Un mondo che si può e si deve fronteggiare, sia pure con alterni successi, con la lineare onestà delle donne e degli uomini che insieme agiscono ogni giorno con capacità, con coerenza e con coraggio.
Manlio Lo Presti – 28 febbraio 2018