La confusione del tempo presente
Manlio Lo Presti – 2 aprile 2018
Mi viene in mente un verso di Hölderlin “gli dei che sono fuggiti” nella sua lirica Pane e Vino. Sono fuggiti perché non hanno più luogo a procedere in un sistema di dominio occidentale che ha consentito e ossessivamente spinto uno sviluppo materiale che, liberando dai bisogni primari, ha ridotto sempre più la libertà personale. Agli umani è stata offerta una realtà distopica facendo credere che sia l’unica possibile, come recita l’acronimo angloamericano T.I.N.A. – There Is No Alternative, spesso ripetuto nel passato recente dall’atlantista uomo della Trilaterale, della Bilderberg, dell’Aspen Institute, della Coca Cola, dell’Atlentic Council, della Goldman Sachs e poi senatore Mario Monti e dalla sua cricca e che culminò nel fatidico titolone di scatola “FATE PRESTO!” sparato in prima pagina sul Sole24ore del 10 novembre 2011.
L’appiattimento esistenziale delle coscienze, che Pasolini chiamò “omologazione culturale”, facilita l’uso di meccanismi di controllo di massa. L’estensione scientifica di “consumi individuali di massa”, resi possibili da una offerta tecnologica ed informatica sempre più raffinata e mirata, danno l’illusione di effettuare scelte personalizzate, ma mai fuori dal recinto percettivo stabilito! Una “bolla percettiva” creata con grande professionalità da Spin Doctors reclutati fra scienziati della manipolazione, quasi sempre ipnopedica e occulta. Sono reclutati nei Centri Studi (o Think Thank), accademie, università prevalentemente private e di derivazione atlantica, Associazioni e altre aggregazioni sociali organizzate e spesso segretissime.
Viviamo in questo quadro sublunare, dentro una coreografia rumorosa e dinamica caratterizzate dalla frenesia dell’agire in tempi sempre più ristretti e frettolosi. Un tempo dove non ci sono eroi, né esempi positivi e costruttivi da emulare. E tutti siamo sottomessi all’enorme “impero della mediocrità al ribasso”, senza cultura, senza pensiero critico, senza capacità di discernimento e di analisi critica. Insomma, siamo tutti TECH GLEBA, secondo la felice definizione di Paolo Barnard, con il compito – per il ruolo assegnato a ciascuno – di far funzionare tutti i congegni del Sacro Occidentale Impero Tecnetronico.
In un’epoca senza Dei né eroi, gli umani cercano altrove esempi da imitare. Abbiamo assistito, impotenti, ai cinque giorni di martellamento mediatico a reti unificate TV e con intere catene di giornali per la morte del giovane calciatore. Altra conferma la sequenza micidiale a reti unificate e giornalate per oltre sei giorni sulla morte del simpatico presentatore Frizzi, che forse non avrebbe gradito tale clamore.
Si sono viste maree umane fare file di ore per tali eventi, ma non altrettanto per scendere in piazza per difendere la fine ormai irreversibile delle libertà civili.
Non si è avuta conoscenza di rimostranze contro la violenza di minori scalmanati ai danni degli insegnanti che da sempre hanno il delicatissimo ed importantissimo compito di trasmettere l’Alma Mater che è l’identità linguistica e culturale di un popolo.
Non ci sono stati dibatti a reti unificate con batteria martellante e ripetitiva di identica potenza mediatica per la morte del grande scienziato Stephen Hawking, che ha fatto fare un balzo in avanti di 200 anni alla conoscenza umana!
Come diceva il grande filosofo Martin Heidegger, “ormai solo un Dio ci può salvare”.
Se continuiamo cosi, finiremo per fracassarci contro un muro.
Manlio Lo Presti – 2 aprile 2018
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