NOTIZIARIO STAMPA DETTI E SCRITTI 23 AGOSTO 2018
A cura di Manlio Lo Presti
Esergo
Se privatizzi lo Stato ottieni un altro Stato:
di proprietà privata, con gli stessi difetti
e dove tu non conti un caxxo
https://www.facebook.com/Detti-e-Scritti-958631984255522/
Le opinioni degli autori citati possono non coincidere con la posizione del curatore della presente Rassegna.
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IN EVIDENZA
UN CULTO DI LUCIFERO NELL’ALTA FINANZA.
Maurizio Blondet 29 aprile 2017
Vedo che alcuni blog italiani hanno già postato parziali traduzioni di questo video. Non so chi sia quello che parla, se davvero si chiami Ronald Bernard, sia olandese, e sia come dice un professionista interno all’alta finanza. Non so se quando dice che in quegli ambienti alti si pratica un culto luciferino, sia vero. Non ho prove. Solo che, quando comincia a raccontare “sono stato invitato a partecipare a dei sacrifici…all’estero…”, gli occhi gli si riempiono di lacrime. “…Bambini…”. È davvero sconvolto al ricordo.
“Ti è stato chiesto di farlo?”, gli chiede l’intervistatore. “Sì, e io non potevo”. S’interrompe, non riesce quasi più a parlare. Ma si sforza e continua. Non sta mentendo, Ronald Bernard.
Quindi, traduco anch’io una parte (di 8 minuti: l’intero video dura 40 minuti) delle confessioni di quest’uomo in cui la coscienza, come dice, “si è scongelata”.
Quando l’intervistatrice gli chiede di ricordare qual è la cosa peggiore che ha vissuto in quell’ambiente di alti poteri, e cosa ha provocato il suo rigetto, lui dice:
“Questo è solo l’inizio della fine. Deve capire che quando entrate così profondamente in queste cerchie, vi fanno firmare un contratto a vita, di non divulgare i nomi delle imprese, delle organizzazioni o delle persone.. Penso sia per questo che sono ancora in vita. Ci si deve attenere”.
“Vi dico quello che ha scongelato la mia coscienza…Andiamo”, dice con un evidente sforzo su se stesso, e comincia a commuoversi. “Sono stato addestrato per essere uno psicopatico; non è riuscito, perché non ho terminato la mia ‘formazione’, la mia coscienza è tornata. E’ stato difficile per me, perché avevo successo, un ottimo status sociale, avevo la fiducia della gente che naviga a quel livello …”.
Si ferma a riflettere.
“Per essere precisi, la maggior parte di quelle persone aderisce ad una religione speciale. Come ci sono i cattolici, i protestanti, ogni tipo di religione, questa gente – la maggior parte – erano luciferiani. Potete dire che sono tutte fantasie, che Dio non esiste, che niente di tutto ciò è reale … per questa gente è verità e realtà. Sono al servizio di un piano superiore, immateriale, che chiamano Lucifero.
“Io ero in contatto con questi circoli, queste reti. Per me non erano che clienti. Quindi ho frequentato dei posti chiamati Chiesa di Satana. Ho visitato questi culti, ma come un visitatore, un invitato, lasciato da parte … facevano le loro ‘sante messe’ , con donne nude, alcolici… allora tutto questo semplicemente mi ha divertito, non credevo a queste cose, ero ben lontano dal convincermi che fossero reali”.
Erano solo spettacolo, per voi?
“Sì, appunto”, annuisce lui, “Pensavo che il male era dentro a queste persone… non avevo collegato…” (indica verso l’alto: credo voglia intendere: credevo che questi fossero malvagi in sé, non che lo traessero dall’immateriale) …” Ero un semplice invitato e mi divertiva vedere tutte quelle donne nude eccetera, la bella vita…”.
“Ma a un certo punto sono stato invitato, ed è per questo che vi racconto questo, a partecipare a dei sacrifici… all’estero…” – e qui Bernard comincia visibilmente a turbarsi, per lunghi momenti non riesce a parlare, ha il groppo in gola- “Questo è stato il punto di rottura…. Dei bambini”.
“”Volevano che…non ho potuto farlo”.
È chiaro che deve aver assistito a fatti “sacrificali” che ancora lo sconvolgono al ricordo.
Vi hanno chiesto di farlo? Domanda l’intervistatrice. “
“Sì, e non ho potuto farlo”. Ingoia le lacrime, si sforza di non piangere. Vuole fare una pausa?
“No … Dopo questo, ho cominciato lentamente a crollare – Vivevo me stesso come un bambino grande e questo mi ha profondamente scosso. Tutto è cambiato”.
“Ma è il mondo in cui mi sono trovato…. Ho cominciato a rifiutare incarichi nella mia professione, non potevo eseguirli …Questo ha fatto di me una minaccia – per loro, ovviamente. Non riuscivo più a funzionare in modo ottimale, vacillavo, rifiutavo alcuni compiti…Non avevo partecipato…”.
E poi, come per spiegare meglio il motivo di “partecipare”:
“Lo scopo è di tenere tutti in pugno. Col ricatto. Devi poter essere soggetto al ricatto…e lo fanno attraverso i bambini.
Continua qui: https://www.maurizioblondet.it/un-culto-lucifero-nellalta-finanza/
Pedofili a Hollywood: il vero scandalo, che non esplode mai
Scritto il 23/8/18
Ho l’impressione, dice, che gli scandali Weinstein, Spacey e Hoffman siano serviti per silenziare una bomba ben peggiore, che stava per scoppiare: l’esistenza di una rete di pedofili seriali a Hollywood.
Lei è Enrica Perucchietti, coraggiosa reporter e autrice di saggi su “fake news” (in collaborazione con Marcello Foa) e terrorismo “false flag”, cioè attuato – sotto falsa bandiera – dagli stessi governi, tramite settori dell’intelligence. Una radiografia del potere, quella fornita dalla Perucchietti, che include anche le pagine meno illuminate dei padroni del mondo: la loro vita privata, spesso inquinata da devianze inconfessabili. Ne ha parlato anche con Gianluca Marletta nel libro “Unisex”, che si interroga sull’ambigua manipolazione sociale che affiora, in controluce, dagli sponsor “politicamente corretti” dell’ideologia gender. Ora, dopo l’ennesimo scandalo – la grande accusatrice Asia Argento a sua volta accusata di abuso su un minorenne – Enrica Perucchietti esprime un terribile sospetto: e se lo tsunami inaugurato con il caso Weinstein fosse servito, essenzialmente, a depistare il pubblico e nascondere un orrore ancora più grande, cioè la pedofilia diffusa a Hollywood oltre che tra i palazzi del massimo potere?
«Sono stati offerti dettagli morbosi delle violenze di produttori e attori per distrarre l’opinione pubblica da uno scandalo ben peggiore», scrive Enrica Perucchietti in un post su Facebook, ripreso da “Come Don Chisciotte”. Uno scandalo “silenziato” attraverso la tempesta scatenatasi sui presunti abusi del mondo del cinema, attori e produttori accusati di ricatto sessuale su giovani attrici esordienti. L’altro scandalo, quello rimasto tabù, avrebbe potuto «travolgere e distruggere definitivamente Hollywood: e lì non sarebbe bastato un colpo di spugna per cancellare la violenza». Perché in quel caso «le vittime erano una sorta di agnello sacrificiale dato in pasto al Moloch di turno in cambio di denaro e successo: bambini». Per Enrica Perucchietti, si tratta del «peggior crimine che si possa immaginare», ovvero «la violenza su un bambino». Numerosi fatti di cronaca − come l’accusa di stupro dell’ex attore-bambino Michael Egan al regista Bryan Singer − hanno spinto la regista Amy Berg, già premio Oscar nel 2006 al miglior documentario, “Deliver Us from Evil”, a realizzare un documentario (“An Open Secret”), che analizza alcuni casi di abusi sessuali su minori all’interno dell’industria cinematografica hollywoodiana.
Continua qui: http://www.libreidee.org/2018/08/pedofili-a-hollywood-il-vero-scandalo-che-non-esplode-mai/
Clinton, pedofili al potere: e Trump mobilita il Pentagono
Scritto il 22/1/18
Pedofili al potere, ai massimi vertici. Traffico di bambini, orge con minorenni. Nomi coinvolti? I maggiori, a cominciare dai Clinton. Da chi viene la denuncia? Da Donald Trump, che sta cercando di salvarsi – dall’impeachment e forse dall’omicidio, visto che «Kennedy fu ucciso per molto meno». Ma attenzione: mentre il Deep State trema, i grandi media tacciono: congiura del silenzio. Siamo in pericolo, scrive Paolo Barnard: Trump si fa difendere direttamente dal Pentagono, evocando lo stato di guerra, mentre i suoi nemici (accusati di pedofilia, prove alla mano) hanno il potere di silenziare giornali e televisioni. In altre parole: sta accadendo qualcosa di mai visto, a Washington. Una lotta mortale, tra un presidente sotto assedio e i suoi avversari “mostruosi”. Trump agisce solo per opportunismo, per salvarsi minacciando di spiattellare quello che sa, e che gli hanno rivelato ex funzionari della Cia come Kevin Shipp? Per contro, chi vuole farlo fuori adesso è nel panico da quando il presidente ha contrattaccato «con due numeri»: 13818, cioè l’ordine presidenziale esecutivo, e 82 FR 60839, cioè «il protocollo del medesimo presso l’Us Government Publishing Office». Una mossa “nucleare”, «ma talmente tanto che quegli apparati di potere, Shadow Government e Deep State, faticano a riprendersi». Una storia «agghiacciante», che Barnard ricostruisce nei dettagli.
«Che i media siano controllati e che si auto-censurino per salvarsi il sedere, lo sa anche un cacciavite», premette. «Ma che due notizie bomba sul presidente della nazione più potente del mondo, e accessibili a tutti, scomparire nel nulla sui maggiori media occidentali, per un ordine di scuderia, questo non lo credevo». Attenti: nei Pentagon Papers, nel Watergate, nell’Iran-Contras, nell’Iraq-gate, i fatti erano occulti. Qui invece «sono pubblici e accessibili da una pensionata, riguardano l’uomo più potente del pianeta, eppure sono stati ‘suicidati’ e sepolti da tutti i grandi media con un accordo e con una sincronia scioccanti». In pratica, «i media non esistono più». Trump è sotto attacco da parte di due “Stati ombra” ben noti: il raggruppamento dei servizi segreti (Cia, Nsa, Nga, Fbi) che va sotto il nome di Shadow Government, e le maggiori corporations coi loro lobbysti che foraggiano il Congresso: Big Oil, Big Pharma, Big Banks, Big Media, Arms Industry e Silicon Valley, che passano sotto il nome di Deep State.
Continua qui: http://www.libreidee.org/2018/01/clinton-pedofili-al-potere-e-trump-mobilita-il-pentagono/
Dieudonné e le reti dell’orrore: bambini uccisi dai potenti
Scritto il 12/11/17
Fate tacere quel comico: svela l’esistenza di reti di pedofili satanisti dietro i massimi vertici del potere. E’ il caso del controverso Dieudonné, nome completo M’bala M’bala, umorista francese di origine camerunense, balzato anche in Italia agli onori delle cronache per il suo presunto antisemitismo dopo la strage di Charlie Hebdo. Mesi prima era finito nelle indagini della magistratura francese, che aveva ordinato il boicottaggio del suo spettacolo “Il muro” nei teatri delle più importanti città. Durante lo show, scrive Federica Francesconi sul blog “La strage degli innocenti”, Dieudonné «denunciava apertamente le reti dei pedofili che agiscono in Francia indisturbate grazie alle coperture della classe dirigente del paese». Dopo la circolare emanata dal ministero dell’interno, che imponeva lo stop allo spettacolo che il comico avrebbe dovuto recitare in tutta la Francia, i teatri transalpini gli hanno revocato uno dopo l’altro il permesso andare in scena. «Alcuni movimenti e gruppi hanno denunciato l’intervento delle autorità francesi come un vero e proprio attacco alla libertà di espressione sancita dalla Costituzione». A preoccupare i censori erano «le rivelazioni che Dieudonné aveva fatto durante i suoi show satirici sull’esistenza in territorio francese di radicate e pericolosissime reti pedofile».
Non è difficile mettere fuori gioco Dieudonné, che è «dichiaratamente antisemita». La stessa Francesconi premette: «Non condivido tutto quello che il comico sostiene sugli ebrei». Ma il punto è un altro: la questione non riguarda “gli ebrei”, o meglio i sionisti, ma i bambini. Spesso sequestrati, violati e abusati. Torturati, e infine “sacrificati”. «Durante i suoi spettacoli il comico francese ha parlato più volte dei bambini che vengono violati durante disgustosi rituali sessuali praticati dai “grandi” di questo mondo», avverte la blogger. Per cui, «vi è il legittimo sospetto che questa possa essere la vera ragione dell’interdizione dei suoi spettacoli». In particolare, Dieudonné si è occupato del caso dei fratelli Roche: un caso di malagiustizia che in anni recenti ha suscitato molto clamore in Francia e ha fatto venire allo scoperto le strette connessioni tra pedofilia e magistratura deviata. I due fratelli, Charles-Louis e Diane Roche, hanno denunciato il coinvolgimento di politici e magistrati francesi in pratiche pedofile “controiniziatiche”, a cui pare fosse legato anche il loro padre, il magistrato di Tolosa Pierre Roche. La rivelazione: il potere di una magistratura “nera”, incaricata di insabbiare le indagini e proteggere gli “orchi”, tutti insospettabili.
Poco prima di morire di cancro, l’uomo aveva confidato ai figli il terribile segreto che per anni aveva custodito: l’esistenza di una costola deviata della magistratura, «il cui obiettivo segreto è di insabbiare tutte le inchieste e le indagini che provano l’esistenza delle reti pedocriminali e che tentano di fare luce sulle coperture istituzionali di cui i pedofili godono».
Continua qui: http://www.libreidee.org/2017/11/dieudonne-e-le-reti-dellorrore-bambini-uccisi-dai-potenti/
L’unica voce fuori dal coro è stata quella di Lucia Annunziata
Carlomaria Persano – 17 agosto 2018
forse spaventata dal ritorno negativo dei fatti di Genova, ma comunque con onestà intellettuale. Tutti gli altri muti, non una parola di solidarietà con le vittime, non una critica ai Benetton:
La CEI muta.
Don Biancalani muto.
Don Zanotelli muto.
Mons. Galantino Muto.
Don Ciotti muto.
Saviano muto.
Calabresi muto.
Severgnini muto.
Continua qui: https://www.facebook.com/100011361438097/posts/842174186171288/
PRODI NEL 1998: “SMONTERÒ IL PAESE PEZZO PER PEZZO”
di Francesco Agnoli – – www.libertaepersona.org
Il colosso dell’IRI viene svenduto, pezzo per pezzo, passando gradualmente da circa 500.000 dipendenti ai 108.970 del 1999, alla definitiva messa in liquidazione del 30/6/2000. I gioielli dello Stato, quelli attivi e quelli in passivo, vengono venduti, o svenduti secondo i punti di vista, con una facilità ed una leggerezza incredibili; chi li vende ha una grandissima possibilità: ridisegnare, ai danni dello Stato, il capitalismo italiano.
Oggi rimangono dello Stato la Rai, l’Alitalia, e piccole quote di altre aziende.
Il ’92 è l’anno della svolta, ma è nel 1993-94, con Prodi nuovamente all’IRI, che vengono vendute ben due Bin, il Credito Italiano (Credit), una vera e propria tigre, e la Banca Commerciale Italiana (Comit), oltre all’IMI (tutto tra il dicembre 1993 e il febbraio 1994, con una velocità straordinaria). Nello stesso periodo di fuoco vengono vendute le finanziarie Italgel e Cirio-Bertolli-De Rica; per quanto riguarda il settore agroalimentare, un settore tradizionalmente importante per la nostra economia, Mauro Bottareli ricorda che dopo il ’92 lo Stato vendette agli stranieri, specie inglesi e americani: Locatelli, Invernizzi, Buitoni, Galbani, Negroni, Ferrarelle, Peroni, Moretti, Fini, Perugina, Mira Lanza e tante altre. Tra il ’93 e il ’94 viene venduta la SME, le vetrerie Siv dell’Efim, il Nuovo Pignone dell’Eni… Nel 1994 vengono venduti Acciai Speciali Terni; nel 1995 Ilva Laminati Piani e Italimpianti; nel 1996 Dalmine… (M.Cataldo, op.cit.).
Nei processi di Mani Pulite di tutto ciò non vi è traccia, a parte un interrogatorio di Di Pietro a Prodi, nel luglio 1993, durante il quale al professore bolognese viene chiesto con veemenza a quali partiti il suo Istituto abbia dato soldi. Ma poi non succede più nulla. Viene invece processato e condannato Franco Nobili, entrato all’Iri nel dicembre 1989, dopo sette anni di gestione Prodi: finisce in carcere, poi agli gli arresti domiciliari, perché un suo dirigente s’era sentito silenziosamente autorizzato a pagare una tangente postuma. Eppure, durante la sua breve gestione, all’Iri non succede pressochè nulla di rilevante!
Continua qui: https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=10156674350882490&id=28506441748
Maurizio Blondet 16 agosto 2018 20 commenti
Giornalista d’inchiesta svela importanti retroscena su Autostrade per l’italia:
Partiamo dall’inizio. Perché una società strategica per gli italiani, con un fatturato annuo di oltre 6 miliardi di euro e introiti certi – che sono aumentati vertiginosamente negli anni com’era prevedibile – sia stata ceduta ad imprenditori privati?
Facciamo un passo indietro: è il 1992 il Cartello finanziario internazionale mette gli occhi e le mani sul nostro paese con la complicità e la sudditanza di una nuova classe politica imposta dal Cartello stesso. Il loro compito è quello di cedere le banche ed i gioielli di Stato italiani ai potentati finanziari internazionali anche attraverso il filtro di imprenditori nostrani.
È l’anno della riunione sul Britannia quando il gotha della finanza internazionale attracca a Civitavecchia con uno yacht della Corona inglese. Sono venuti a ridisegnare il capitalismo in italia a danno degli italiani, a fare incetta delle nostre migliori aziende e ad arruolare quelli che saranno i loro fedeli servitori al Governo del paese a cui garantiranno incarichi di prestigio: il maggior beneficiario sarà Mario Draghi ma tra i più servili Prodi, Andreatta, Ciampi, Amato, D’alema.
I primi 3 erano già entrati a pieno titolo nelle organizzazioni del capitalismo speculativo anglo/americano che aveva deciso di attaccare e conquistare il nostro Paese con l’appoggio di spietate banche d’affari come la Goldman Sachs che favorirà gli incredibili scatti di carriera dei suoi ex dipendenti: Prodi e Draghi prima e Mario Monti dopo.
È l’anno in cui in soli 7 giorni cambiano il sistema monetario italiano che viene sottratto dal controllo del Governo e messo nelle mani della finanza speculativa. Per farlo vengono privatizzati gli istituti di credito e gli enti pubblici compresi quelli azionisti della Banca D’Italia, è l’anno in cui viene impedito al Ministero del Tesoro di concordare con la Banca d’Italia il tasso ufficiale di sconto (costo del denaro alla sua emissione) che viene quindi ceduto a privati. E’ l’anno della firma del Trattato di Maastricht e l’adesione ai vincoli europei. In pratica è l’anno in cui un manipolo di uomini palesemente al servizio del Cartello finanziario internazionale ha ceduto ogni nostra sovranità.
Bisognava passare alle aziende di Stato, l’attacco speculativo di Soros che aveva deprezzato la lira di quasi il 30% permetteva l’acquisto dei nostri gioielli di Stato a prezzi di saldo e così arrivarono gli avvoltoi.
Continua qui: https://www.maurizioblondet.it/20747-2/
ARTE MUSICA TEATRO CINEMA
07 maggio, 2018
Nelle more di nuovi articoli, e in altre faccende scrittorie affaccendato, ricevo e pubblico volentieri il contributo di un amico, lettore e commentatore del blog, Tom Bombadillo. Si tratta della recensione di un film di grande successo proiettato in questi giorni anche in Italia. Nel rilevare un cambio di paradigma nella cinematografia di intrattenimento americana – e quindi globale – l’autore registra l’emersione anche subliminale di temi bioetici e biopolitici che sembrano destinati a occupare sempre più spazio nel mainstream, oltreché nei commenti della cronaca. Nella trama del nuovo cult della Marvel-Disney l’idea di una “igiene del mondo” che lo renda più sostenibile ed equo, di un’umanità di troppo di cui ci siamo già occupati in altro modo sul blog, si insinua nella riflessione degli spettatori giovandosi di una dialettica morale inedita dove il male si contamina con il bene, diventa bene superiore e si veste da ragion di Stato, qui anzi dell’Universo.
Non abbiamo mai scritto in queste pagine di sovrappopolazione, pur sapendolo un tema molto caro ai sovrani del nostro tempo: letteralmente e non. Né saremmo in grado di farlo con competenza, salvo osservare in punto di metodo una curiosa convergenza: tra i messaggi apocalittici di una denatalità che renderebbe insostenibili gli standard di vita odierni – da cui la prescrizione di imbarcare carne umana dal Terzo Mondo, quella che “ci pagherà le pensioni” – e i messaggi apocalittici di un’esplosione demografica che… renderebbe insostenibili gli standard di vita odierni. E condividere con i lettori la sensazione, netta, che in un regime di riduzione e selezione eugenetica delle vite umane non saremo noi a dettare i tempi, i modi e i numeri dell’austerità biologica, come già oggi di quella fiscale.
Né chi ce li impone, come già oggi, a subirli.
***
Nelle sale cinematografiche di tutto il mondo sta riscuotendo un enorme successo commerciale l’ultimo film della Disney, Avengers: Infinity War, che si basa sulle avventure di un gruppo di supereroi della Marvel (la casa editrice dell’Uomo Ragno, dei Fantastici 4, ecc., mentre la DC è quella di Superman, Batman, and so on), appunto i Vendicatori, e, in particolare, su una saga fumettistica, «il guanto dell’infinito», nella quale, per altro, i Vendicatori non avevano un ruolo di primissimo piano. Ma evidentemente il grande successo della serie di film di Iron Man interpretato da Robert John Downey Jr. (personalmente, trovo strepitoso il suo Sherlock Holmes) ha consigliato di adattare la trama per includere i personaggi più cari al pubblico cinematografico.
Fin qui, nulla quaestio. E allora perché scrivere di un film che, nonostante stia sbancando i botteghini in tutto il mondo, dovrebbe essere un prodotto di solo, puro – e, in verità, affatto efficace – intrattenimento, senza alcuna ambizione culturale, né, tanto meno, politica? La risposta si trova tutta nelle convinzioni politico-economiche del cattivo di turno, Thanos di Titan, che nell’universo fumettistico Marvel, è un cattivo classico, senza troppi chiaroscuri: innamorato della morte, uccide per puro piacere (nonché per compiacere la sua amata, di cui è devoto, fino all’ossessione), ha ucciso la sua stessa madre (successivamente, pure il padre, mentre si diletta nel torturare suo fratello Eros, reo di essere belloccio, a fronte della sua deformità: non a caso, mitigata e ingentilita nella versione cinematografica), compie esperimenti scientifici su cavie umane e vuole conquistare e dominare l’intero universo. Insomma, è uno che fa sembrare Adolf Hitler una dama di carità. Nel film, invece – la cui importanza non si deve sottovalutare solo perché non lo si è visto, in quanto sta raggiungendo folle oceaniche – Thanos diventa disinteressato; anzi, altruista. Vuole sì sterminare metà delle persone dell’universo, ma non per fare colpo e finalmente conquistare la sua amata morte (nel fumetto, personificata). No, lui si preoccupa solo della prosperità delle persone, e si rende conto che il dimezzamento della popolazione è l’unico modo per portare il benessere – e parliamo del livello di sussistenza (la dialettica è, letteralmente, pance piene vs pance vuote) – nei mondi poveri, nonché per evitare la catastrofe e la distruzione dei mondi floridi.
Vaneggiamenti del cattivo di turno, direte voi. Mica vero. Le teorie malthusiane, nel film, sono dimostrate dai fatti (immaginari, del film stesso). A Gamora, che gli rimprovera di aver ucciso metà della popolazione del suo pianeta, Thanos risponde facendole notare che prima il suo pianeta era poverissimo mentre, dopo il suo intervento, è diventato una sorta di paradiso terrestre. Al dottor Strange, che osserva la desolazione del pianeta natio del cattivo (nel fumetto il riferimento è a Titano, una delle lune di Saturno),
Continua qui: http://ilpedante.org/post/avengers-infinity-war
ATTUALITÀ SOCIETÀ COSTUME
18 agosto 2018 di Roberto PECCHIOLI
Nessuno è più schiavo di chi si crede libero senza esserlo. L’aforisma di Goethe, tratto dalle Affinità elettive, è la sintesi della civilizzazione contemporanea. Drogati di presunte libertà, convinti di vivere nel giardino delle delizie delle opportunità, delle scelte autonome ed individuali, siamo diventati liberi schiavi, burattini in mano a un sistema che ci spreme, dirige e orienta. Il grande meccanismo, la potentissima sovrastruttura dalla quale siamo dominati, è la pubblicità.
Pubblicità in senso proprio, diretta, relativa alle nostre scelte commerciali di esseri obbligati al consumo, ma soprattutto propaganda, induzione a condotte, atteggiamenti, idee, stili di vita, convincimenti; per imitazione, coazione a ripetere, sovraccarico di esempi e modelli comportamentali. Chi comprese la deriva che si andava profilando fu Guy Debord, con il suo fondamentale La società dello spettacolo. Nella quarta tesi del saggio, il pensatore francese, dopo aver accolto l’idea marxiana dello spettacolo come inversione della vita, ne dà la seguente definizione: lo spettacolo non è un insieme di immagini, ma un rapporto sociale tra individui, mediato dalle immagini. Dunque, il potere si serve dell’intrattenimento per trasmettere messaggi attraverso un sofisticato meccanismo di orientamento che possiamo chiamare pubblicità, o propaganda, nel senso introdotto da Edward Bernays, nipote di Sigmund Freud.
Forme di propaganda, pubblicità o indottrinamento sono presenti dall’inizio della storia, ma non si era mai toccata la capillarità contemporanea, la pervasività che raggiunge ogni gesto della vita, né erano state mai state mobilitate scienze, saperi, conoscenze multidisciplinari, finissime intelligenze, sino a dispiegare un apparato che impregna ogni ambito della quotidianità di miliardi di esseri umani. Un piccolo esempio: già diversi anni fa, degli amici si dichiaravano stupefatti del comportamento del proprio figlio di pochi anni, tutt’altro che teledipendente, infastidito sino a crisi di pianto dall’interruzione dei messaggi pubblicitari televisivi e dalla ripresa della normale programmazione. Un’ inversione: per il bambino, lo spettacolo era la pubblicità. Il mezzo diventa il messaggio, a conferma delle intuizioni di Marshall Mc Luhan, vi si sovrappone sino a sovrastarlo, piegandolo alla volontà di chi lo dirige.
Continua qui: https://www.maurizioblondet.it/pubblcita-regresso/
United Leccons of Benetton
di Marco Travaglio | 18 agosto 2018
Impreparati come siamo in fatto di modernità, di progresso, ma soprattutto di Stato di diritto, ci eravamo fatti l’idea che il crollo di un ponte notoriamente pericolante fosse responsabilità anzitutto di chi (la società Atlantia della famiglia Benetton) l’aveva in gestione e si faceva pagare profumatamente per tenerlo in piedi ma non aveva fatto nulla; e poi anche di chi (i governi di destra e di sinistra degli ultimi 19 anni) si faceva pagare profumatamente per controllare che ciò avvenisse ma non faceva nulla; e che, dopo 40 morti e rotti, il governo avesse il diritto-dovere di revocare il contratto al concessionario inadempiente. Ma ieri per fortuna abbiamo letto il Giornalone Unico e scoperto che sbagliavamo di grosso. Attribuire qualsivoglia colpa per il ponte crollato a chi doveva tenerlo in piedi e controllare che fosse tenuto in piedi è sintomo di gravissime patologie: populismo, giustizialismo, moralismo, giustizia sommaria, punizione cieca, voglia di ghigliottina, ansia da Piazzale Loreto, sciacallaggio, speculazione, ansia vendicativa, barbarie umana e giuridica, cultura anti-impresa che dice “No a tutto”, pericolosa deriva autoritaria, ossessione del capro espiatorio, esplosione emotiva, punizione cieca, barbarie, pressappochismo, improvvisazione, avventurismo, collettivismo, socialismo reale, decrescita, oscurantismo (Repubblica, Corriere, Stampa, il Giornale).
Prendiamo nota e ci scusiamo con i Benetton e i loro compari politici se li abbiamo offesi anche solo nominandoli invano o pubblicando loro foto senz’attendere che, fra una quindicina d’anni, la Cassazione si pronunci sui loro eventuali reati. D’ora in avanti, ammaestrati da tanta sapienza giuridica che trasuda da giornaloni, tg e talk show, ci regoleremo di conseguenza nella vita di tutti i giorni. E invitiamo caldamente i nostri lettori e gli altri italiani contagiati dai suddetti virus, a fare altrettanto. Se, puta caso, acquistate o affittate un appartamento e, dopo qualche settimana sull’intonaco ancora fresco del soffitto compare una simpatica crepa, seguita magari dal gaio precipitare di calcinacci sulla vostra testa, evitate di farvi cogliere dalla classica cultura del sospetto, tipica del peggiore populismo grillino, e di protestare col proprietario o l’amministratore del condominio perché intervenga a riparare. Vi basterà la sua parola rassicurante sul fatto che nelle abitazioni moderne la crepa arreda e non c’è da preoccuparsi, perché la casa è “sotto costante monitoraggio e non presenta alcun pericolo di crollo”.
Continua qui: https://www.ilfattoquotidiano.it/premium/articoli/united-leccons-of-benetton/
Sei scomodo al potere? Rischi l’accusa di molestie sessuali
Scritto il 02/12/17
«Ormai, cari maschi eterosessuali, siamo tutti potenziali molestatori sessuali, è inutile girarci intorno. E’ sufficiente che una donna, anche a distanza di anni, cambi idea». Scrive Fabrizio Marchi: basta che una donna che quel giorno ha fatto sesso con qualcuno dica è stata costretta, «e siamo fottuti». Perché, al di là del risvolto penale «si viene condannati a priori, esposti alla pubblica gogna e cacciati da qualsiasi contesto civile». In altre parole, sostiene Marchi, «se si vuole far fuori qualcuno in tempi brevissimi, il metodo più efficace è accusarlo di molestie sessuali: anche solo mediaticamente, non c’è neanche necessità di denunciarlo». Detto fatto, e «si viene immediatamente marchiati a fuoco e letteralmente cancellati dalla vita civile (in attesa dei risvolti penali)». Fino ad ora, osserva Marchi su “L’Interferenza”, questa tecnica è stata utilizzata per eliminare politicamente personaggi scomodi, sia pure per ragioni diverse, come Julian Assange, il fondatore di Wikileaks, o Dominique Strauss-Kahn, già a capo del Fmi, candidato in pectore all’Eliseo al posto di Hollande, che fu una scelta di ripiego dopo, appunto, lo scandalo Dsk. Ora l’accusa seriale di molestie è esplosa nel mondo del cinema, ed è già iniziato un effetto-cascata. Attenzione, però: caduti i Vip, «vittime di questa forma di epurazione sociale», tra poco saremo tutti potenzialmente a rischio: «Del resto, quale modo migliore per eliminare il dissenso?».
Al netto dei casi più drammatici, dove si sono avute molestie vere, secondo Marchi il più delle volte si celebrano processi sommari e mediatici, senza appello: «E’ sufficiente scaricare addosso al soggetto di turno una montagna di fango, accusandolo di quello che ormai è considerato – e non vuole essere una boutade – il reato più infamante, quello di essere un molestatore sessuale», peggio ancora se seriale. «Non è necessario produrre delle prove, è sufficiente la parola di una donna che dica che in realtà quel rapporto sessuale “consumato” in quella determinata occasione è stato da lei vissuto come una molestia, una costrizione, un condizionamento». Una cosa è certa, aggiunge Marchi: «Se si viene accusati di qualsiasi altro reato, anche molto grave, come corruzione, violenza fisica, rapina a mano armata, addirittura omicidio, non si viene sottoposti alla stessa gogna mediatica». E c’è anche la possibilità di uscirne bene, qualora si riesca a dimostrare la propria estraneità ai fatti: una volta riabilitato, c’è chi ha superato la tempesta, tornando a occupare un ruolo pubblico. «Al contrario, se si viene accusati di molestia o violenza sessuale, anche qualora si venisse assolti per non aver commesso il fatto, il marchio a fuoco non ce lo toglierà più nessuno e non si verrà mai più riabilitati e riammessi nella vita civile».
Continua qui: http://www.libreidee.org/2017/12/sei-scomodo-al-potere-rischi-laccusa-di-molestie-sessuali/
BELPAESE DA SALVARE
IL MASSACRO DEI DIRITTI SOCIALI
Cari Piddioti ,
prima di pronunciare la parola “lavoro”, per criticare questo Governo, dovreste avere la decenza di tacere per i prossimi 30 anni.
Siete stati i veri paladini delle politiche iperliberiste che hanno massacrato i diritti dei lavoratori e dei pensionati (vedi anche i Governi Dini e Monti) e svolto delle privatizzazioni selvagge: dalle banche alla liquidazione dell’IRI, solo per fare i due esempi più eclatanti.
Il Primo artefice di queste politiche fu Giuliano Amato che abolì definitivamente la scala mobile nel 1992 [1];
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L’ADULTERAZIONE DELLA REALTA’
Federica Francesconi – 02 agosto 2018
Secondo una notizia pubblicata da la Repubblica, dunque una fonte al di sopra di ogni sospetto per i buonisti, il padre di Daisy, la ragazza presa di mira dalla banda delle uova, nel 2002 è stato incriminato per sfruttamento della prostituzione, anche minorile. Insieme alla moglie, madre di Daisy, e ad altri criminali, Odion Obadeiy gestiva un traffico di circa 100 prostitute, delle quali una sessantina nigeriane, che con minacce e atti coercitivi di ogni tipo costringevano a battere sui marciapiedi.
Ora – lo premetto per evitare che i boccaloni di sinistra mi affibbino la solita etichetta consunta di razzismo – al di là del passato criminale dei suoi genitori, Daisy ha tutto il diritto di costruirsi una vita onesta e di integrarsi nella società sviluppando i talenti che le sono propri. Le colpe dei padri non devono mai ricadere sui figli. Inoltre, lo scherzo pesante di cui è stata vittima insieme ad altri italiani, è fermamente da condannare. Detto ciò, quello che trovo intollerabile è la costruzione, che in questi giorni i media hanno dato in pasto all’opinione pubblica, del mito della famiglia di Daisy come modello da cui prendere lezioni.
Mi ha scioccato per di più vedere e sentire il padre di Daisy, l’ex magnaccia di Moncalieri, dare lezioni di moralità agli italiani, accusati indiscriminatamente di essere razzisti.
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CONFLITTI GEOPOLITICI
100mila jihadisti in fuga da Assad pronti a invadere l’Ucraina
L’esercito siriano si prepara a un attacco per liberare l’enclave di Idlib dai jihadisti. Sarà presentato dai media mainstream come un “assedio” contro i “ribelli”.
PATRIZIO RICCI 20
Sabato l’esercito arabo siriano (Saa) ha attaccato i miliziani nella parte settentrionale della provincia di Latakia. Saa ha gravemente danneggiato le posizioni difensive delle organizzazioni terroristiche Hayat Tahrir al-Sham e Partito islamico del Turkestan. Questo tipo di operazioni — eseguite con impiego massiccio della componente aerea e di artiglieria — sono propedeutiche per indebolire il sistema difensivo jihadista, in prospettiva della grande offensiva che avrà inizio agli inizi di settembre.
In vista, al fronte di Idlib si sono portate tutte le unità migliori dell’esercito siriano: le unità Tigre, le brigate della Guardia Repubblicana, la IV divisione corazzata e infine, la III divisione corazzata, la X divisione, la XV divisione (queste ultime reduci dalle battaglie nella Siria meridionale). Insieme alle truppe siriane sono presenti anche unità dei corpi speciali russi che probabilmente effettueranno operazioni di consulenza ed anche missioni specifiche dietro le linee nemiche.
Ciò che ci si attende è che l’attacco si sviluppi dalla zona di Jisr al Shougur e successivamente si estenda ad Hama. Date le esperienze precedenti, si può prevedere che i jihadisti effettueranno parecchi attacchi su altre zone, per alleggerire la pressione su Idlib. Inoltre, si asserraglieranno nel centro abitato con le conseguenti complicazioni per i civili.
CULTURA
Il Cristo astratto e “impossibile” di Heidegger e Vattimo
Leggere Gianni Vattimo è quasi sempre un’occasione per comprendere più a fondo la posta in gioco del nostro tempo. Accade così anche per “Essere e dintorni”.
COSTANTINO ESPOSITO 18 agosto 2018 –
Leggere Gianni Vattimo è quasi sempre un’occasione per comprendere più a fondo la posta in gioco del nostro tempo. E la posta in gioco del tempo è sempre quella del “pensiero”: non per una riduzione intellettualistica del mondo alle nostre idee, o per la presunzione di poter ridurre alle proprie categorie mentali il farsi e il darsi del reale, ma perché proprio quest’ultimo – il reale – accade sempre interpellando e muovendo il nostro pensiero. E il pensiero non è riducibile ad un’analisi astratta (certo, sappiamo bene che a volte viene ridotto a questo: ma è come quando l’amore viene ridotto a sola emozione). Esso piuttosto è il luogo in cui la realtà ci raggiunge e chiede di noi, chiede della nostra “soggettività” per poter manifestare il suo significato “oggettivo”. Senza l’io non c’è oggetto vero; e senza il vero sbiadisce tutta la forza del soggetto.
Ora, uno dei meriti teorici più interessanti di Vattimo – e lo dico nonostante, anzi proprio perché in diversi casi non sarei d’accordo con le sue posizioni – è quello di aver insistito, sulla scia di Heidegger, nell’affermare una concezione dell'”essere” non come un dato di fatto di tipo “oggettivistico” o positivistico, cioè irrelato, sciolto da ogni rapporto con la nostra comprensione, ma come un “accadere” che ha la dimensione del tempo e della storia, cioè come l’evento di un rapporto. L’essere non è concepibile per lui nell’assolutezza di una sostanza naturale, ma nella contingenza di un’epoca storica.
Mi sembra che stia in questa posizione il senso filosofico di quella svolta ermeneutica, affermatasi a partire dagli anni Sessanta del secolo scorso a livello mondiale, e che di fatto è risultata vincitrice nel dibattito culturale e politico del nostro tempo. Fino a diventare una sorta di koiné universale, secondo un’espressione usata proprio da Vattimo, uno degli autori che ha contribuito maggiormente – assieme ai suoi maestri Pareyson e Gadamer – a quella svolta e a quella vittoria.
Vattimo è stato spesso etichettato come “post-moderno”, ma penso che tale etichetta non sia del tutto calzante, perché nel suo percorso riecheggia una domanda che ai cosiddetti post-moderni risulterebbe forse inconcepibile, e cioè: è ancora possibile una liberazione dell’io, un affrancamento dell’umano, una salvezza della persona? Domanda ebraico-cristiana nella sua stessa posizione, che il nichilismo non mette affatto a tacere, ma piuttosto fa riemergere con maggiore, definitiva urgenza. Un’esigenza che Vattimo ha voluto ogni volta ritrovare e ritradurre in altri contesti teorici, spesso programmaticamente anti-cristiani, come quello della morte di Dio e della critica ai valori della modernità operata da Nietzsche, o quello del ribaltamento dell’ideologia e delle gerarchie sociali basate sui rapporti di produzione capitalistici, operato da Marx.
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DIRITTI UMANI – IMMIGRAZIONI
Migranti, nave Guardia costiera italiana da tre giorni attende porto per attraccare: a bordo 177 persone
La Diciotti attende indicazioni al largo di Lampedusa. Viminale chiede che sia Malta ad accogliere gli stranieri. Intanto Salvini posta su Facebook la foto di un gommone e “segnala” il presunto scafista: “Qualcuno si degnerà di intervenire?”
La nave Diciotti della Guardia costiera italiana aspetta al largo di Lampedusa con 177 migranti a bordo di avere l’autorizzazione di attraccare in un porto. Un’attesa che va avanti da tre giorni: il ministro dell’Interno Matteo Salvini chiede che sia Malta ad accogliere gli stranieri salvati dal naufragio in mare, ma La Vallette ha già fatto sapere di non essere disponibile. Un caso simile, che aveva coinvolto proprio la nave Diciotti, era avvenuto un mese fa: in quell’occasione intervenne Sergio Mattarella chiedendo che fosse dato il via libera allo sbarco in Italia e così avvenne. In serata, fonti del governo hanno fatto sapere che il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi ha iniziato ad attivarsi per chiedere aiuto ai Paesi dell’Unione europea. I migranti e l’equipaggio sono in sicurezza e costantemente monitorati.
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ECONOMIA
L’anno prossimo ci sarà la recessione
DI CHARLES GAVE – 16 agosto 2018
blog.evergreengavekal.com
Negli ultimi tre mesi, mi sono sempre più convinto che nel 2019 una recessione colpirà l’economia mondiale. In questo articolo spiegherò il perché. Il mio ragionamento è semplice. Si basa sul comportamento di un indicatore che seguo da tempo, che io chiamo World Monetary Base, o WMB. Ogni volta che questo aggregato monetario ha mostrato un declino anno-su-anno in termini reali, ne è seguìta una recessione, spesso accompagnata da una serie di “cigni neri”. E, da fine marzo, il WMB è di nuovo entrato in territorio negativo in termini di anno-su-anno. Di conseguenza, e come spiegherò, c’è un significativo rischio di recessione per l’anno prossimo.
World Monetary Base (WMB)
Prima di lanciarmi in un esame dettagliato del mio ragionamento, dovrei forse ricapitolare cosa sia il WMB e perché è così importante. Inizia tutto dalla Federal Reserve, che, controllando la valuta di riserva dominante, funge de facto da banca centrale del mondo. Acquistando titoli di stato da banche nazionali, ed inondandoli così di riserve, la Fed può programmare un aumento della base monetaria americana.
La Fed fornisce anche “riserve” ad altre banche centrali. Questo tipicamente accade quando il dollaro USA è sopravvalutato e/o quando l’economia statunitense cresce più velocemente rispetto al resto del mondo. Questa combinazione porta ad un deterioramento del deficit delle partite correnti degli Stati Uniti, il che significa che questi ultimi iniziano a pompare più denaro all’estero. Questi dollari in eccesso finiscono in primo istanza nelle mani di aziende private straniere. Se però queste guadagnano più di quanto necessario al capitale circolante, vendono l’eccesso alle proprie banche centrali locali, in cambio di valuta locale.
Le basi monetarie locali di conseguenza aumentano, ed il surplus di dollari USA viene parcheggiato nelle riserve estere della banca centrale. Qui si presentano come una voce del bilancio Fed denominata “attività detenute presso la Federal Reserve Bank per conto di banche centrali estere”. Gli aumenti di questo elemento devono avere come contropartita un aumento delle basi monetarie delle economie non statunitensi (a meno che le banche centrali straniere non sterilizzino i propri acquisti di dollari USA).
Continua qui: https://comedonchisciotte.org/lanno-prossimo-ci-sara-la-recessione/
FINANZA BANCHE ASSICURAZIONI
Ciampi e la speculazione di Soros
Nel 1992 Ciampi, allora governatore di Bankitalia, dilapidò 48 miliardi di dollari in una assurda difesa della lira, che era sotto attacco da parte di Soros.
Difesa che fin dall’inizio era da abbandonare, dato che la Banca Centrale tedesca aveva chiarito che non avrebbe appoggiato l’Italia (doveva già proteggere la Francia). Soros aveva più mezzi: grazie all’effetto-leva e alla speculazione coi derivati, agiva come avesse 100 dollari per ogni 5 realmente impiegati.
In pratica, con questa leva, Soros vendeva lire che non possedeva, contando poi di ricomprarle a svalutazione avvenuta. Inoltre, Soros aveva alle spalle i Rothschild, che dal 1989 avevano aperto a Milano la Rothschild Italia SpA, il cui direttore, Robert Katz (J), era diventato direttore del Quantum Fund di Soros proprio alla vigilia dell’attacco. Il venerato maestro Ciampi, che sapeva come stavano le cose, avrebbe dovuto rinunciare fin dall’inizio alla sua difesa, salvando i 48 miliardi di dollari. Invece la fece ad oltranza: cosa che costò ai contribuenti italiani 60 mila miliardi di lire (due o tre stangate alla Prodi) che in parte (almeno 15 mila miliardi di lire) finirono nelle tasche di Soros. E cosa ancora più grave, Ciampi prosciugò quasi totalmente le riserve in valuta di Bankitalia. Così, quando alla fine la lira fu svalutata del 30% – come i Rothschild e le banche d’affari USA volevano, per poter comprare a prezzi stracciati le imprese dell’IRI – non c’erano più soldi per la difesa della italianità di quelle imprese. La svendita era stata accuratamente preparata da Giuliano Amato che, appena diventato capo del governo, aveva trasformato gli enti statali in società per azioni, in vista delle privatizzazioni, in modo che le oligarchie finanziarie estere potessero controllarle diventandone azioniste, e poi rilevarle per il classico boccone di pane.
Il piano era stato probabilmente elaborato nella famosa riunione sul Britannia del giugno ‘92, panfilo della regina d’Inghilterra, su cui era salito Mario Draghi, allora funzionario del Tesoro. I magistrati di Mani Pulite diedero una mano, creando il clima di linciaggio contro Craxi (che si opponeva fieramente alle intrusioni straniere) ed arrestando preventivamente una folla di grand commis di Stato, poi risultati del tutto innocenti, in modo da sguarnire il fronte che si opponeva alle svendite. Così il saccheggio avvenne tra gli applausi degli italiani, ben contenti di vedere Craxi in fuga e la vecchia DC smantellata da Di Pietro.
Continua qui: http://dioni.altervista.org/soros/dioni_0110.html
LAVORO PENSIONI DIRITTI SOCIALI
Perché Boeri nasconde le pensioni pubbliche
Maurizio Blondet 4 aprile 2016
Il fotogenico presidente dell’Inps è tornato a suonare il suo ritornello: chiedere un contributo di solidarietà alle pensioni più alte. Quelle private, s’intende. Quelle pubbliche, mai. Boeri ci ha rivelato l’ultimo scandaloso privilegio che i conti Inps alimentano: 475 mila italiani percepiscono la pensione da 36 anni. A questi – che hanno il torto di essere ancora vivi – Boeri pensa di chiedere “un contributo di solidarietà” – però, leggo dalla stampa, “escluse le baby pensioni degli statali”.
Boeri esenta dal contributo di solidarietà gli statali che prendono la pensione non da 36, bensì da 43 anni. Sono statali quasi tutti: 425 mila. A loro la legge Rumor del ’73 consentì di andare in pensione dopo 14 anni 6 mesi un giorno se donne sposate, 20 anni, dopo 25 i dipendenti degli enti locali. Vent’anni di ”lavoro”, e quarantatré di ozio pagato, senza contare il secondo lavoro (magari nero) che probabilmente hanno fatto per ammazzare il tempo, sottraendolo ad altri.
“Ci sono 16.953 fortunatissimi baby pensionati che si sono ritirati a 35 anni e che restano in pensione quasi 54 anni”.
Quanto è la loro pensione?
Prendono, in media, 1500 euro mensili. Un regalo totale in confronto ai contributi versati (o non versati affatto, da parte dello Stato loro datore di lavoro): in pratica, ricevono soldi senza copertura, pagati da noi. Quanti? noi contribuenti versiamo a questi ex pubblici 7,43 miliardi ogni anno.
Tanto ci costano: una mezza finanziaria annua. Oltre il 5% della spesa Inps per pensioni serve a coprire l’esborso per i baby pensionati.
Secondo Confartigianato, i baby-pensionati pubblici (8 su 10) e privati (2 su 10) costano allo Stato “ circa 163,5 miliardi, una «tassa» di 6630 euro a carico di ogni lavoratore” pagante. Il conto è presto fatto: siccome baby-pensionati ricevono la pensione per quasi 16 anni in più del pensionato medio Inps, la maggior spesa pubblica cumulata per gli anni di pensione eccedenti la media arriva già a 148,6 miliardi; poi si devono aggiungere i mancati introiti per contributi non versati dai baby-pensionati del privato, e fanno altri 14,8 miliardi di euro. Così si arriva a 163,5 miliardi. Si tenga presente – per avere un dato di confronto – che la spesa complessiva annua per le pensioni è di 195 miliardi.
E non ci sono fra gli statali i pensionati minimi a meno di 500 euro mensili
Continua qui: https://www.maurizioblondet.it/perche-boeri-nasconde-le-pensioni-pubbliche/
PANORAMA INTERNAZIONALE
Chi tocca l’Arabia muore: così funziona il ricatto dei nuovi padroni
Il governo saudita ha reagito duramente alle critiche canadesi per le repressioni in atto nel Paese. Gli Usa, principali fornitori di armi a Riyadh, rimangono neutrali.
CALEB J. WULFF 17 agosto 2018
Non è decisamente un buon momento per l’Arabia Saudita, malgrado l’aumento del prezzo del petrolio e l’amicizia senza riserve di Donald Trump. La guerra in Yemen continua senza grandi successi per i sauditi e la coalizione internazionale che li appoggia, ma con una progressiva accelerazione della catastrofe umanitaria che sta distruggendo un Paese che era già il più povero del mondo arabo. I bombardamenti indiscriminati della coalizione continuano a causare molti morti tra i civili: l’ultimo massacro è avvenuto qualche giorno fa e ha causato una cinquantina di morti e un’ottantina di feriti, per la maggior parte bambini. Il portavoce della coalizione ha dichiarato che l’azione non era diretta certamente a uccidere bambini, ma che era comunque legittima, come risposta al missile lanciato dai ribelli Houthi. Il missile aveva ucciso un civile e ferito una decina di persone in territorio saudita.
Le reazioni di condanna sono state questa volta piuttosto nette e l’Onu sta spingendo per un’inchiesta indipendente sulla tragedia e anche gli Stati Uniti hanno chiesto ai sauditi di avviare un’indagine sulla dinamica dell’attacco. Secondo quanto riporta la Cnn, il segretario alla Difesa James Mattis ha inviato un generale di grado elevato in Arabia Saudita per indagare su quanto accaduto.
Come sempre accade con i regimi autoritari, le difficoltà esterne si traducono in repressioni interne e le più recenti si sono accanite, in Arabia Saudita, soprattutto sulle attiviste che operano in favore dei diritti delle donne. Il che potrebbe sembrare strano dopo le aperture del “riformista” principe ereditario Mohamed bin Salman, uomo forte del regime: grazie a lui, infatti, ora in Arabia Saudita le donne possono guidare le automobili! Chi si è invece dimostrato insensibile a questo vantato progresso è stata Chrystia Freeland, ministro degli Esteri canadese, che ha richiesto in un tweet il rilascio delle donne arrestate. La reazione saudita è stata immediata, con il richiamo del proprio ambasciatore in Canada e l’espulsione dell’ambasciatore canadese. Inoltre, Riyadh ha congelato i rapporti commerciali con Ottawa e invitato le migliaia di studenti arabi che studiano in Canada ad abbandonare il Paese. Justin Trudeau, primo ministro canadese, ha però ribadito la posizione assunta dal suo ministro degli Esteri.
POLITICA
Signor Mattarella
Ornella Mariani 3 LUGLIO 2018
la Sua ansia riferita al rischio che l’Italia divenga un Far West denuncia la pretesa di un rispetto negato ad un Paese che, in ragione del suo 80%, non ne può più di affondare nel mare delle assenze:
assenza di Futuro;
assenza di speranza;
assenza di legalità;
assenza di certezze;
assenza di quel Quotidiano che rendeva generosi e disponibili gli Italiani, pur nelle contrapposizioni spicciole dei bar delle periferie.
Sistematicamente Lei denuncia e stigmatizza episodi di cui omette di considerare le cause in sei anni di squalificato abusivismo politico ed istituzionale: tale da aver demolito anche le più remote possibilità di estrarre l’Italia dalla fetida gora cui è stata consegnata dal momento in cui, su un traballante e improbabile palcoscenico, sfilano le immagini di un Parlamento il cui folklore è sempre più terzomondista.
Così: un uovo tirato ad una Nera la chiama all’ennesima noiosa e accorata omelia che eccita i Sostenitori dell’Accoglienza.
Per contro brilla il Suo silenzio:
- su una Ragazza stuprata; macellata e forse cannibalizzata;
- sulle Anziane abusate a morte da bestie in libera circolazione;
- sui settecento ed oltre reati commessi ogni giorno dalle Risorse e sui trentatremila consumati nei soli ultimi quarantacinque giorni;
- sulle interferenze di una Chiesa sempre più teocratica nell’imporre la propria missione pastorale a colpi di pedofilia;
- sule iniquità di una Magistratura che manda impuniti e risarciti i Delinquenti, in danno di Gente cui è negato il diritto di difendere la propria vita e i propri beni;
- su una Stampa mendace e servile e asservita, che pretende di indottrinarci e di orientare le nostre idee strafottendosene della nostra capacità di lettura e di analisi delle circostanze;
- sugli Alloggi popolari e sulla Sanità negati ai Connazionali e garantiti a Soggetti che sventrano il nostro tessuto sociale per sostituirlo con la loro tribalità;
- sugli affitti e sui telefoni pagati a “Risorse” che sono ormai un insostenibile e ingrato peso;
- sui Suicidi ormai innumeri e sul degrado delle nostre borgate;
- sull’aberrante Razzismo a rovescio: quello degli Italiani in danno degli Italiani che non hanno mai discriminato decine di migliaia di Cinesi e Filippini sapendoli non Stupratori; non Spacciatori; non Assassini normalmente armati di machete.
Continua qui: https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=1797799313642919&id=100002386039089
STORIA
Maurizio Blondet 19 agosto 2018
Addio all’incursore Emilio Bianchi, 103 anni, ultimo superstite dell’impresa di Alessandria
Winston Churchill, come ha ricordato di recente il Times in uno dei suoi commoventi obit, fu talmente impressionato da quell’impresa del nemico italiano nel porto di Alessandria che ordinò ai vertici della Marina di sua Maestà di adottare al più presto tecniche e strategie degli avversari tra i quali c’era Emilio Bianchi, morto oggi a Torre del Lago (Lucca), dove abitava. Aveva 103 anni. L’Italiano che aveva insegnato agli inglesi come si combatte per mare era medaglia d’oro al valor militare ed era l’ultimo incursore in vita della straordinaria impresa d’Alessandria dell’allora Regia marina. Faceva parte degli incursori del sommergibile Scirè, comandato da Valerio Borghese, che 74 anni fa, nella notte tra il 18 e il 19 dicembre 1941, a cavalcioni di tre siluri “maiali” provocarono l’affondamento delle corazzate inglesi Valiant e Queen Elizabeth e danneggiarono una petroliera. Un raid di un manipolo di sei coraggiosi che causò perdite durissime alla flotta inglese che riteneva impossibile violare il pesantissimo sistema di sicurezza approntato per difendere il porto.
Bianchi, capo palombaro, insieme al tenente di vascello Luigi Durand De La Penne, faceva parte dell’equipaggio che aveva avuto come bersaglio la Valiant, difesa anche da un complesso apparato di reti metalliche che gli incursori dovettero tagliare o superare sfruttando la scia delle navi inglesi e manovrando i pesanti e lenti maiali a propulsione elettrica, la cui prua era costituita da una carica di 600 kg di esplosivo dotata di un sistema a orologeria e di un potente magnete. Così potente che gli incursori, esausti, nel buio del fondale, dovevano rallentarla a forza di braccia perché non facesse rumore quando si attaccava alle fiancate delle navi dalle quali era fortemente attratta nell’ultima fase dell’applicazione. Ogni suono, nel silenzio della notte, li avrebbe traditi.
https://www.maurizioblondet.it/lultimo-incursore/
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