RASSEGNA STAMPA DETTI E SCRITTI 7 SETTEMBRE 2018

http://www.famigliacristiana.it/articolo/paesi-ricchi-bimbi-poveri.aspx

RASSEGNA STAMPA DETTI E SCRITTI 7 SETTEMBRE 2018

A cura di Manlio Lo Presti

Esergo

Se l’invocazione della difesa dei diritti umani è inizialmente servita da travestimento delle conquiste territoriali, ora, spinta all’estremo, è diventata l’ideologia per giustificare la distruzione delle strutture statali nazionali. Stanno tentando di convincerci che, affinché i nostri diritti vengano rispettati, dobbiamo essere «cittadini del mondo» e accettare una «società aperta», «senza frontiere», amministrata da un «governo mondiale».

THIERRY MEYSSAN, Così l’amministrazione dell’ONU organizza la guerra

http://www.voltairenet.org/article202734.html

 

http://www.dettiescritti.com/

https://www.facebook.com/Detti-e-Scritti-958631984255522/

 

Le opinioni degli autori citati possono non coincidere con la posizione del curatore della presente Rassegna.

 

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IN EVIDENZA

Un atto di guerra civile

Maurizio Blondet 6 settembre 2018

Mai avrei pensato di postare un giorno un twwet di Daniele Capezzone:

Daniele Capezzone‏Account verificato @Capezzone

SeguiSegui @Capezzone

Dimenticate di essere pro o contro @matteosalvinimi,

simpatizzanti o antipatizzanti della @LegaSalvini.

Ma #sequestro #fondi è atto grave.

  1. Dirigenza Lega è diversa da quella sotto processo
  2. Responsabilità penale è personale
  3. Processo a Bossi-Belsito è ancora in appello

Non ho voglia di commentare nulla, stasera.  Da una parte perché ogni cosa che potrei dire sarebbe passibile di incriminazione, e questi hanno, come sapete, il coltello giudiziario dalla parte del manico, in più hanno la pelle sottile e vivono ogni minima critica al loro operato come un delitto punibile – e che procedono a  punire, essendo una sola cosa gli accusatori  e i giudici,  “giudici in causa propria”  e per la causa della  casta.

Non fanno nemmeno più finta di essere imparziali. Il procuratore di Agrigento che ha incriminato Salvini per quei reati che sapete, si è fatto vedere ostentatamente in incontri politici con Matteo Renzi. Quel Matteo Renzi che, profeticamente, qualche settimana fa su Facebook: il governo non arriverà Capodanno.   “Presto toccherà di nuovo a noi”, “a settembre, ottobre vedrete che ci sarà da divertirsi”. E citava “le due inchieste di Genova e Roma su Lega e 5 stelle”. Il procuratore di Genova è stato nel gabinetto del ministro Flick, che ha espresso giudizi radicalmente negativi contro il governo in carica. Pretendere che siano magistrati “terzi” significa pretende troppo dalla nostra credulità.

È stato già detto, anche da non-simpatizzanti come Luca Telese, che nel caso

 

Continua qui: https://www.maurizioblondet.it/un-atto-di-guerra-civile/

 

ARTE MUSICA TEATRO CINEMA

L’amore per il cinema è un valore positivo per la nostra vita di tutti i giorni

29 agosto 2018 – Roy MENARINI

Che cosa ci fanno centinaia di persone ordinatamente in fila, con zainetti e mani in tasca, fuori da una sala cinematografica in attesa di vedere un film che comincia un’ora dopo? No, non è uscito il nuovo film di Checco Zalone né il finale della nuova trilogia di Star Wars, anzi è probabile che questa folla si accinga a guardare una pellicola islandese in lingua originale con sottotitoli italiani o un film tunisino recitato in francese o qualche altra bizzarra combinazione.

Queste scene si presentano regolarmente se andate a un festival di cinema. Venezia, Cannes, Berlino, ma anche Torino, Bologna, Firenze, c’è solo l’imbarazzo della scelta. È stato calcolato che se un appassionato se lo potesse permettere potrebbe seguire un festival a settimana per tutto l’anno senza mai tornare a casa, viaggiando in tutto il mondo.

Tuttavia: d’accordo il piacere di guardare film, ma che cosa spinge a sacrifici così importanti? La risposta è univoca: la cinefilia. La passione per il cinema può essere divorante quanto la melomania, la bibliofilia, la fashion addiction, anche se ha caratteristiche proprie.

Per esempio:

  1. Il cinefilo considera la fila in piedi, il sacrificio, il viaggio, la fatica come ostacoli da superare per meritarsi la proiezione
  2. Il cinefilo si circonda di cinefili
  3. Il cinefilo detesta chi parla di cinema senza saperne abbastanza
  4. Il cinefilo ama i film minori che gli altri hanno scartato snobisticamente

La cinefilia, però, si è man mano alleggerita, democratizzata. E oggi – complice la condivisione delle

 

Continua qui: http://www.centodieci.it/2018/08/cinefilia-benefici-psicologici/

 

 

ATTUALITÀ SOCIETÀ COSTUME

Incredibile a Parma: storiche dell’arte plurilaureate con contratti da uscieri

Alla Villa dei capolavori di Parma, dove il 7 settembre si inaugura una retrospettiva su Lichtenstein e la pop art, dieci operatrici museali sono state lasciate a casa dopo aver chiesto di regolarizzare il precedente contratto da vigilanti privati e uscieri

di Lidia Baratta – 7 settembre 2018

Il 7 settembre, alla Villa dei capolavori di Traversetolo, a pochi chilometri da Parma, viene inaugurata la mostra su “Roy Lichtenstein e la pop art americana”. Arriveranno i bus carichi di giornalisti e visitatori, ma ad accoglierli non ci saranno le dieci operatrici museali che da diversi anni danno il benvenuto tra le stanze della villa, sede della Fondazione Magnani-Rocca. La fondazione le ha lasciate a casa, dopo che le lavoratrici, tra i 30 e i 40 anni, tutte storiche dell’arte laureate con pluriennale esperienza nei beni culturali, hanno chiesto un adeguamento del loro contratto, che le inquadrava invece come uscieri e vigilanti. «Dopo la richiesta di messa in regola, hanno perso il loro posto di lavoro», racconta Francesca Benedetti, segretario generale della Fisasca Cisl di Parma e Piacenza. «Lo sfruttamento in Italia non esiste solo nei campi, ma anche nei musei. E per amara ironia questo episodio si verifica proprio a Parma, eletta da poco capitale italiana della cultura 2020».

Alcune delle operatrici del museo avevano cominciato a lavorare per la Fondazione Magnani-Rocca sin dal 2010. All’inizio il lavoro era retribuito con lettere d’incarico. Poi dal 2013 vennero proposti due contratti stagionali l’anno (part time), in modo da coprire le mostre temporanee della fondazione, reiterabili senza limiti, con diritto di prelazione tra una esposizione e l’altra. «Contratti che nel caso di assenza fanno perdere però la precedenza per future assunzioni», spiega Benedetti. «Cosa che ha impedito a queste ragazze di pensare anche a possibili gravidanze». Stipendio: 529 euro lordi, pari a 6,20 euro lordi l’ora. Più le visite guidate pagate extra come

 

Continua qui: https://www.linkiesta.it/it/article/2018/09/07/incredibile-a-parma-storiche-dellarte-plurilaureate-con-contratti-da-u/39348/

 

 

 

 

BELPAESE DA SALVARE

Richiedente asilo spaccia per pagarci la pensione. Arrestato

Sorpreso dal personale della Squadra Mobile mentre gettava un pacchetto a terra e tentava la fuga per evitare i controlli

di Redazione – 6 Settembre 2018

Un cittadino pachistano di 37 anni, richiedente asilo, è stato arrestato mercoledì a Udine dalla Polizia di Stato per detenzione a fini di spaccio di sostanza stupefacente, dopo essere stato sorpreso dal personale della Squadra Mobile mentre gettava un

 

Continua qui: http://www.ilpopulista.it/news/6-Settembre-2018/28755/richiedente-asilo-spaccia-per-pagarci-la-pensione-arrestato.html

 

 

CONFLITTI GEOPOLITICI

Così l’amministrazione dell’ONU organizza la guerra

di Thierry Meyssan

Il documento interno delle Nazioni Unite che pubblichiamo dimostra come l’amministrazione dell’ONU agisca in contrasto con le finalità dell’Organizzazione. La gravità della situazione è tale da rendere necessaria una spiegazione del segretario generale, António Guterres; spiegazione che il ministro degli Esteri russo, Sergueï Lavrov, ha già chiesto nei giorni scorsi. Se questo chiarimento non arriverà, gli Stati membri potrebbero rimettere in discussione l’ONU.

Rete Voltaire | Damasco (Siria) | 4 settembre 2018

 

 

Nella foto, l’ex assistente di Hillary Clinton, Jeffrey Feltman, presta giuramento il 2 luglio 2012

sulla Carta delle Nazioni Unite, davanti al segretario generale, il corrottissimo Ban Ki-moon, e diventa il numero due dell’Organizzazione.

 

A ottobre 2017 il sottosegretario generale delle Nazioni Unite agli Affari Politici, Jeffrey Feltman, ha redatto in segreto un documento per istruire tutte le Agenzie dell’ONU sul comportamento da adottare rispetto al conflitto siriano.

Gli Stati membri dell’Organizzazione non ne sono mai stati informati, neppure quelli del Consiglio di Sicurezza, almeno fino a quando il ministro degli Esteri russo, Sergueï Lavrov, il 20 agosto scorso ne ha rivelato l’esistenza [1].

Ce ne siamo procurati una copia [2].

Il suo contenuto è un tradimento dello spirito della Carta delle Nazioni Unite [3], perché ne capovolge le priorità: per statuto, l’obiettivo fondamentale dell’ONU è «mantenere la pace e la sicurezza internazionale»; per contro, le

Continua qui: http://www.voltairenet.org/article202734.html

 

La Russia denuncia la diarchia nell’ONU e negli Stati Uniti

di Thierry Meyssan

Per rendere pervasiva la propaganda e irreggimentare le masse verso la guerra, inevitabilmente i Paesi occidentali ricorrono alla censura su internet. In simile contesto, una tensione estremamente violenta divide profondamente la scena internazionale. Prendendo atto dell’accresciuto rischio di un conflitto generale, Mosca cerca interlocutori credibili all’ONU e negli Stati Uniti. Quel che accade oggi ha un solo precedente, nel 1938, e potrebbe degenerare, come degenerò allora.

Rete Voltaire | Damasco (Siria) | 28 agosto 2018

Il 20 agosto, in una conferenza stampa a Mosca, il ministro degli Esteri russo, Sergueï Lavrov, ha denunciato che il segretario generale dell’ONU ha impartito istruzioni a tutte le agenzie dell’Organizzazione per vietar loro di partecipare in qualunque maniera alla ricostruzione della Siria.

Lavrov si riferiva a un documento, intitolato Parameters and Principles of UN Assistance (Parametri e Principi dell’Assistenza ONU), redatto a ottobre 2017 dal capo degli Affari Politici, nonché numero due dell’ONU, Jeffrey Feltman.

Nel documento si legge testualmente: «Le Nazioni Unite saranno pronte ad aiutare la ricostruzione della Siria solamente quando una transizione politica globale, autentica e inclusiva, negoziata dalle parti siriane in conflitto, sarà

Continua qui: http://www.voltairenet.org/article202618.html

 

CULTURA

L’intoccabile tocco della coscienza di sé

di ALDO MASULLO

L’intera ricerca filosofica di Aldo Masullo è dominata dalla intenzione di mettere a tema il rapporto fra soggettività e fondamento del rapporto comunitario. Nella raccolta dei suoi ultimi saggi, “L’Arcisenso. Dialettica della solitudine” (Quodlibet, 2018) questa ricerca si è precisata, venendo a ispezionare ancora meglio il senso del “patico”. Qui pubblichiamo, per gentile concessione della casa editrice, che ringraziamo, il primo dei saggi presenti nella raccolta.

«Patico» è il modo umano della coscienza. Esso è in atto in ogni momento del Sentir-si. Le emozioni vi si umanizzano ed entrano nella “e-sistenza”. Così avviene il sempre nuovo cadere della coscienza fuori del proprio attuale con-sistere.

La contingenza di ciò si annuncia con la precarietà delle cose, la cui mutevolezza ne mostra insicuro l’essere. Ma, nella dinamica esistenziale, l’insicurezza dell’essere stesso che io sono si svela nella sua nuda fattualità. Allora l’emozione della contingenza invade la coscienza. Il mio mondo e la mia stessa persona che n’è parte s’inabissano. Non resta allora che la coscienza: neppure la mia coscienza, ma la coscienza anonima, senza alcun riferimento neppure all’io nel cui nome poi linguisticamente si esprime. Le si accompagna inseparabile l’ombra della corporeità. È il sensus sui prelinguistico, anzi prelogico: fenomeno che «si è», impersonale, della cui prossimità poi la sovraggiunta coscienza personale è stupefatta. Per quanto il sé non sia qui oggetto di coscienza, o sua rappresentazione speculare, tuttavia il sensus, la coscienza nascente, è già sensus sui.

Sensus non c’è, se non è sensus sui. Lo stesso sé in nient’altro consiste che nel sensus sui, nel sentimento di sé, nella tensione verso come verso l’unità che si ha l’impressione di essere. Il Sentir-si (lo scriverò con l’iniziale maiuscola quando sostantivato) non è né «prima» né «dopo» questo o quel sentire, ma è sempre di ogni sentire la condizione originaria. Un filosofo tedesco lo chiamerebbe Ursinn. Io lo chiamerò «Arcisenso».

La mente non è un semplice operatore logico, ma un patire il proprio esserci e il reagirvi, dunque un centro d’iniziativa, in breve è soggettività. L’enorme carica emozionale di questo limite estremo del nostro esistere è segnalata da Emmanuel Lévinas in uno scritto del 1935. Qui la coscienza si mostra come la contingenza straripata, la destabilizzante tensione del proprio trovarsi ad essere, sentito come l’assolutamente infondato eppure

Continua qui: http://ilrasoiodioccam-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/2018/09/06/l’intoccabile-tocco-della-coscienza-di-se/

 

CYBERWAR SPIONAGGIO DISINFORMAZIONE

Una storia attuale: La CIA e la Guerra Fredda Culturale.

giugno 2016

www.cubainformazione.it

Frances Stonor Saunders

L’autrice della ricerca più completa sul tema fu a Cuba e, nel 2003, presentò il suo libro ‘La CIA e la Guerra Fredda Culturale’. Ora che stanno tornando le fondazioni, le pubblicazioni e gli eventi “con lo scopo di favorire quelle persone” che si fanno chiamare “come la Sinistra non comunista” e ritorna anche la “forma di propaganda più efficace”, quella in cui “l’individuo agiva nella direzione prevista, per ragioni che credeva fossero le proprie” è bene rileggerla.

Chi pagò l’idraulico: La CIA e la Guerra Fredda Culturale

Frances Stonor Saunders

Era il maggio 1967. Nei corridoi della nuova sede della Central Intelligence Agency, a Langley, in Virginia, si respirava un’atmosfera di emergenza. La CIA, che praticamente per 20 anni, era riuscita a svolgere la sua attività in modo del tutto segreto, ora affrontava una profonda crisi nelle sue relazioni pubbliche. La storia di come la CIA avesse tentato colpi di stato, assassinii e rovesciamenti di governi eletti democraticamente, era circolata in tutto il mondo sulle prime pagine dei giornali, nonostante i grandi sforzi per evitarlo.

Con l’antecedente della guerra del Vietnam, ed in un clima di crescente insoddisfazione nazionale, la CIA, che fino ad allora era stata un’istituzione rispettata, cominciò ad essere vista come un feroce elefante nella cristalleria della politica internazionale. Vennero allo scoperto gli sporchi dettagli della deposizione del premier Mossadeq, in Iran nel 1953; dell’espulsione del

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La guerra fredda culturale

La CIA e il mondo delle lettere e delle arti

Traduzione di Silvio Calzavarini

Postfazione di Giovanni Fasanella

 

Un resoconto ampio e dettagliato della potente rete di finanziamenti di illustri esponenti e organi della cultura europea messa in piedi dalla CIA dopo la Seconda guerra mondiale. Dopo i due decenni dei fascismi e della guerra, la stragrande maggioranza degli intellettuali europei erano su posizioni critiche anticapitaliste.

Per contrastare il richiamo del comunismo e la crescita del peso elettorale delle sinistre, la CIA non risparmiò né uomini né risorse finanziarie. Per quel che riguarda la musica e la composizione musicale spiccarono il festival “Capolavori del Ventesimo Secolo”, tenuto a Parigi nel 1952, a cui fu invitata una teoria infinita di musicisti e compositori, da Igor Stravinsky a Claude Debussy, i tour costosi e trionfali della Boston Symphony Orchestra nelle capitali europee, la Conferenza Internazionale della Musica del Ventesimo Secolo a Roma nell’aprile del 1954.

L’avanguardia fu promossa, in collaborazione con il Museum of Modern Art di New York, anche nella pittura con una serie di mostre sull’espressionismo astratto americano – l’”arte della libera impresa”, come la

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DIRITTI UMANI – IMMIGRAZIONI

Fermati per un controllo: “Siete razzisti”, e aggrediscono gli agenti

In manette due giovani stranieri controllati venerdì pomeriggio alla stazione ferroviaria di Mestre. Entrambi sono stati condannati e rimessi in libertà. Un poliziotto all’ospedale

Redazione  – 01 settembre 2018

 

Si sono mostrati nervosi già all’inizio del controllo. Non intendevano esibire i loro documenti e a una nuova richiesta degli agenti hanno perso il controllo. «Andate aff… Siete razzisti», hanno detto due giovani nigeriani ai poliziotti della polfer che venerdì pomeriggio li hanno fermati nel sottopasso centrale della stazione ferroviaria di Mestre. Subito dopo li hanno aggrediti. Fermarli non è stato facile, ci sono volute altre squadre ma alla fine I.P., di 22 anni, e O.E., di 25, sono stati arrestati.

I due hanno cercato di evitare il controllo sostenendo che non ci fosse alcun diritto di fermarli. Uno di loro, poi, ha mostrato una carta d’identità e la fotocopia di una richiesta di asilo politico scaduta. Lo stesso che per primo ha

 

Continua qui: http://www.veneziatoday.it/cronaca/arresti-stazione-mestre-31-agosto.html

 

 

Invece di difendere gli ebrei caro pietista coi soldi, perché non pensi ai poveri italiani?

9 LUGLIO 2018

L’iniziativa delle magliette rosse di qualche giorno fa ha portato diversi politici di destra e 5 Stelle a una replica a cui ormai siamo abituati. Qualcosa che possiamo riassumere più o meno così: “Voi buonisti o radical chic coi soldi siete sempre in prima fila per difendere gli immigrati e non vi interessate mai degli italiani”.

Mmmm ma dove è che avevo già letto questo esatto tipo di replica, solo con qualche parolina diversa? Ah, ecco, nei giornali del 1938, quando l’Italia fascista introduceva le leggi razziali contro gli ebrei.

Vi riporto, testualmente, un articolo de La Stampa del 1938, rintracciato grazie all’ottimo archivio digitale del quotidiano torinese. La storia è questa: un magistrato svizzero scrive a un giornale locale una lettera in cui chiede di usare un linguaggio più gentile nei confronti dei cittadini ebrei esiliati e perseguitati. La lettera del magistrato fornisce al giornale l’assist perfetto per dimostrare quanto esso sia vicino al popolo (e al potente di turno) e lontano da questi buonisti e radical chic coi soldi. Solo che, al tempo, i buonisti li

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http://munafo.blogautore.espresso.repubblica.it/2018/07/09/invece-di-difendere-gli-ebrei-caro-pietista-coi-soldi-perche-non-pensi-ai-poveri-italiani/?ref=fbpe&refresh_ce

 

ECONOMIA

Sovranità democratica e internazionalismo autentico

 

Sergio Cesaratto – Articolo su Il Fatto quotidiano, 22 agosto 2018

Per molti opinionisti il termine “sovranità nazionale” è diventato sinonimo dei più gretti sentimenti politici: nazionalismo, razzismo, rosso-brunismo, neofascismo. Forse è il caso di introdurre qualche distinguo in quella che appare una strumentalizzazione volta a mettere nello stesso calderone ispirazioni politiche ben diverse. Una confusione che trova la sua radice nella mancanza di argomenti solidi per contestare chi ritiene una piena sovranità nazionale il presupposto della democrazia e di una costruttiva cooperazione internazionale.

Ho altrove definito “Polanyi moment” la fase storica più recente, caratterizzata da un diffuso sentimento di protesta contro le élite liberiste. Lungi dal ritenere il libero mercato come una condizione naturale per l’umanità, l’antropologo Karl Polanyi (1886-1964) preconizzò che l’imposizione brutale del liberismo avrebbe generato un’opposizione popolare volta a ricostituire i legami comunitari violentati dal mercato. Se la creazione attraverso lo Stato Sociale di un’area “demercificata” è stata una risposta progressista a cui il capitalismo dovette prestarsi a fronte della sfida sovietica, Polanyi temette che, come era avvenuto col nazismo, la protesta popolare potesse indirizzarsi verso la destra illiberale, pronta a raccoglierla con slogan semplici e reazionari. Con la sinistra orfana della sfida socialista, la risposta di

 

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LA LINGUA SALVATA

La lingua che cambia: l’andazzo del vezzo

Da “(Elisa)Betta”, “(Vinc)Enzo”, “(Cate)Rina” e “(Ales)Sandro” a “Gabri(ele/ella)”, “Ele(onora)”, “Ale(ssio/a o ssandro/a)”, “Fede(rico/a)”. Sui vezzeggiativi italiani si è abbattuto, da qualche decennio, un cataclisma. I loro connotati ne sono usciti profondamente mutati. E, insieme al panorama onomastico, rischia di cambiare anche la nazione linguistica italiana.

di Nunzio La Fauci

Presto al mattino, accompagnata dallo zio Enzo (sempre che lo zio Enzo non fosse per mare: comandava piroscafi), la zia Nora andava a fare la spesa al mercato. Si fermava dal signor Menico, che teneva un banchetto di frutta e verdura, e, non tutti i giorni, da Berto, il macellaio. Non era bigotta, ma non passava venerdì che non facesse visita al giovane Tano, per misura tanto pia quanto dietetica (diceva). Scaricato il frutto di una nottata di lavoro dalla sua barca, questi lo metteva in bella mostra, sulla banchina del porto, in un paio di cassette.

A Tonio e Cettina, i ragazzi di zia Nora e zio Enzo, il venerdì di magro non sempre era gradito ma, ancora prima di farsi adulti, la sua domestica ritualità era divenuta amabile. Esperienza del resto comune anche ai loro coetanei e compagni di giochi, Vanni e Tilde, figli dei vicini di casa Renzo e Rina, e ai loro cugini Sandro e Betta, che venivano spesso a trovarli. La questione non riguardava né Cesco né Lando né Baldo, ragazzacci di strada e occasionali membri della brigata. I genitori Saro e Nilla non volevano dare loro un’educazione laica: lì, la dieta di magro vigeva quasi tutti i giorni della settimana.

Sessanta anni dopo, nella stessa città, come ogni venerdì sera, Gabri ed Ele stanno

 

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PANORAMA INTERNAZIONALE

ONG: CHI LE FINANZIA VERAMENTE? E PERCHE’ HANNO QUESTE E PROPRIO QUESTE PRIORITA’?
29 aprile 2017

 

  1. Nessuno si interroga su quanto costi esattamente armare delle navi – che magari in precedenza erano addette al trasporto di merci ricavandone un corrispettivo- e dunque, rinunciando ai precedenti noli commerciali, per tenerle continuamente in navigazione, pagando i  relativi carburanti, il personale di bordo delle varie qualifiche e quello di terra per il supporto logistico/tecnologico e per il disbrigo delle pratiche portuali di ormeggio e rifornimento.

Allo Stato, a cui non si perdona nessuno spreco, – che poi consiste nel fatto stesso che non affida al mercato privato ogni suo possibile compito-, costa(va) tanto: la “versione” Mare Nostrum, delle operazioni di salvataggio (previo pattugliamento), costava allo Stato italiano 9,5 milioni al mese; quella Frontex, e Triton, in apparenza notevolmente di meno, cioè circa 2,9 milioni al mese.

 

Almeno stando al livello di finanziamento apprestato dall’UE: ma dato il “volume” incrementale di sbarchi in Italia, nel corso degli ultimi anni, questo finanziamento UE deve necessariamente essere pro-quota e quindi non sufficiente a coprire gli interi costi dell’operazione: e ciò, includendo, appunto, l’attuale apporto di navi mercantili, cioè di armatori privati (che dovrebbero essere prescelte dall’UE in base a criteri che si devono presumere trasparenti e conseguenti ad accertamenti sui requisiti finanziari e di capacità tecnica degli armatori interessati).

 

  1. Poiché il volume di “salvataggi” si è addirittura incrementato rispetto alla fase Mare Nostrum, se ne deve dedurre che il costo differenziale che sostiene l’iniziativa privata, rigorosamente no-profit, sia quantomeno, per approssimazione, superiore ai 6,5 milioni al mese.

Questo intervento al Senato dell’onorevole Arrigoni, precisa le ipotesi appena fatte, supportandole coi dati ufficiali resi disponibili dal governo e delineando lo scenario complessivo, di tenuta del sistema finanziario pubblico e del tessuto sociale, che ne consegue:

Vorrei descrivere il fenomeno in Italia. 

Nel triennio 2014-2016 gli ingressi e gli sbarchi sono stati 505.000, ma – attenzione – solo via mare. A questi dovrebbero aggiungersi le migliaia di persone che entrano via terra, dall’Austria e dalla Slovenia in particolare, cioè da Paesi dell’area Schengen, dove noi non imponiamo il diritto di Paese di primo ingresso.

Dall’inizio dell’anno al 20 marzo 2017 sono già entrate via mare più di 18.000 persone, pari a oltre il 32 per cento (in più) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Perché do i dati dell’ultimo triennio? 

Dalla fine del 2013, anno in cui si sono registrati 42.330 ingressi, c’è stata un’impennata degli sbarchi grazie – lo sottolineo – alle operazioni Mare nostrum (introdotta dopo la strage di Lampedusa del 3 ottobre 2013) e, poi, Triton. 

Negli obiettivi, quelle missioni internazionali avrebbero dovuto costituire un deterrente per gli scafisti e diminuire le morti in mare

Come i dati dimostrano, i risultati hanno invece visto un aumento esponenziale degli ingressi, a maggior ragione dopo l’attività delle navi delle organizzazioni non governative da settembre dello scorso anno.

 

Continua qui: http://orizzonte48.blogspot.com/2017/04/ong-chi-le-finanzia-veramente-e-perche.html

 

POLITICA

COSA PONE VERAMENTE IN PERICOLO L’EUROZONA. IL CONTO CHE LA GERMANIA NON PAGHERA’ MAI

martedì 22 maggio 2018

 

  1. Quello che dovrebbe farci riflettere, ben al di là del brain (?) storming internazionale (!) sul nome del possibile presidente del consiglio, è l’evoluzione dello scenario all’interno dell’unione monetaria.

In pratica, il nostro problema cognitivo (e per nostro intendo il punto di vista riflesso dai media italiani) è che non si riconosce un dato storico fondamentale: l’Italia, nonostante le tattiche dichiarazioni di vari personaggi impegnati a difendere uno status quo ormai traballante (peraltro legittimamente: ma solo se si ammette, senza ipocrisia, che sia legittimo perseguire il rispettivo interesse nazionale), non è e non è mai stata una minaccia per la moneta unica.

 

  1. Al contrario, avendo accettato, quali che ne siano le ragioni,- certamente non costituzionalmente giustificabili (come preannunziava Basso, qui: p.7,  e come ammetteva Carli negli anni ’70; qui p.7), una profonda ristrutturazione peggiorativa del proprio status politico, industriale e di benessere diffuso, l’ostinazione italiana a voler aderire e permanere nella moneta unica è il più forte collante che salda gli interessi francesi e tedeschi, altrimenti divergenti; e divergenti (ancor più) proprio a causa della

 

Continua qui: http://orizzonte48.blogspot.com/2018/05/cosa-pone-veramente-in-pericolo.html

 

 

Non una maglietta rossa per i morti del ponte, anzi, sbuffi e ghigni per chi li piange troppo

www.ilpopulista.it – 17 agosto 2018

Lasciamo alla politica, ai periti, alla magistratura e ai dossier secretati il compito di scoprire la merda nascosta sotto ai tappeti dei quartieri alti e radical-chic.

Ma da Esseri umani, da cittadini contribuenti e da automobilisti non ci esimeremo dal denunciare lo sconcio spirituale, etico e morale a cui il popolo italiano sta assistendo, fortunatamente, sempre più sveglio e consapevole.

Già, “fortunatamente”, perché ogni istante che passa diviene più evidente il disprezzo che il sinistrume, sotto forma di politici, simpatizzanti, elettori, giornalisti, sedicenti artisti e intellettuali, nutre per tutto ciò che è “nazione” e che è “popolo italiano”.

Non una parola, non una lacrima, non una maglietta rossa per

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http://www.ilpopulista.it/news/17-Agosto-2018/28299/non-una-maglietta-rossa-per-i-morti-del-ponte-anzi-sbuffi-e-ghigni-per-chi-li-piange-troppo.html

 

SCIENZE TECNOLOGIE

Imparare ogni cosa è possibile, basta sapere come funziona il cervello

È lo strumento con cui si apprende, ma la maggior parte delle persone non sa come utilizzarlo al meglio. I risultati delle ricerche neuronali forniscono indicazioni importanti

di LinkPop  – 7 settembre 2018

 

Tutti possono imparare tutto. Possono farlo a tutte le età, con tempi e modi variabili. È la teoria (che poi diventa anche tecnica) della professoressa di ingegneria Barbara Oakley, creatrice del corso MOOC “Learning How to Learn”, imparare a imparare, che è, come spiega Quartz, seguito da 2,3 milioni di persone decine di Paesi.

Il punto iniziale è prendere confidenza con lo strumento utilizzato per apprendere, cioè il cervello. Non tutti sanno davvero come si utilizza (eh già), anzi: la maggior parte ne ignora i meccanismi e finisce per applicare, faticando, metodi e tecniche inefficaci.

Concentrazione e pause

“Prima di tutto”, spiega la studiosa a Quartz, “il cervello non impara solo quando è concentrato, ma anche durante le pause”. Per questo motivo suggerisce di fissare un periodo di 25 minuti di concentrazione cui far seguire una pausa. “Abbiamo bisogno di una ricompensa dopo una fatica”, spiega. “E mentre ci si rilassa il cervello continua a lavorare, dando un senso a

 

Continua qui: https://www.linkiesta.it/it/article/2018/09/07/imparare-ogni-cosa-e-possibile-basta-sapere-come-funziona-il-cervello/39345/

 

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