NOTIZIARIO STAMPA DETTI E SCRITTI 15 OTTOBRE 2018

http://espresso.repubblica.it/visioni/cultura/2015/10/20/news/l-economia-globale-sta-degenerando-ed-espelle-tutto-cio-che-non-rende-1.235048

NOTIZIARIO STAMPA DETTI E SCRITTI 15 OTTOBRE 2018

A cura di Manlio Lo Presti

Esergo

Efesto fece uno specchio per Dioniso, e il Dio,

guardandosi dentro e contemplando la propria immagine,

passò a creare la pluralità.

Frammenti orfici, TEA, 1989, Pag. 101

 

http://www.dettiescritti.com/

https://www.facebook.com/Detti-e-Scritti-958631984255522/

 

Le opinioni degli autori citati possono non coincidere con la posizione del curatore della presente Rassegna.

 

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EDITORIALE

Espulsione e solitudine del cittadino globale

Manlio Lo Presti – 15 ottobre 2018

Sono pochi coloro che sono riusciti ad eguagliare la lucidità espositiva e la preveggenza della studiosa Saskia Sassen, sociologa ed economista. Le sue ricerche sono da anni focalizzate sulla globalizzazione e i suoi effetti – finora prevalentemente negativi – sugli Stati nazionali, sui movimenti transnazionali delle masse umane come reazione alla strutturazione sradicante dei processi economici e soprattutto finanziari del globo.

Nel suo libro più lucido ed incisivo: Espulsioni. Brutalità e complessità nell’economia mondiale, Il Mulino, 2015, la Sassen evidenzia che il fenomeno più immediato della globalizzazione, favorita dalla crescente automazione tecnetronica dei processi produttivi nazionali e multinazionali, è quello delle espulsioni di milioni di lavoratori a livello planetario.

Le espulsioni aggiungono ulteriore precarietà nel mondo del lavoro aumentando il potere ricattatorio delle multinazionali sui lavoratori e sulle masse in genere, frantumate dal fenomeno dei social sui cellulari che invece di essere “social”, hanno creato miliardi di persone solitarie ed eliminando così la forza della solidarietà e pregiudicando l’esistenza di gruppi sociali di interesse (stakeholders) e i movimenti comunitari locali finora elementi di sostegno del funzionamento di democrazie moderne ed aperte.

La solitudine del cittadino globale, Feltrinelli, 2000, scritto dal sociologo polacco Zygmunt Bauman integra le distopiche riflessioni della Sassen. Il quadro che ne esce è quello di una umanità frammentata, isolata, ricattata, sfruttata, buttata via quando diventa inutile, confinata in nuovi ghetti che chiamano “grandi campi di raccolta”, nelle carceri, nei manicomi, negli ospedali dentro i quali si sta estendendo la pratica dell’eutanasia come nuova pratica selettiva con sterminio silenzioso autorizzato (la vecchia eugenetica nazista oggi fa sorridere al confronto). Una precarietà che scoraggia la natalità e l’istituzione familiare classica inducendo e pianificando scientificamente l’avvio – forse irreversibile – della depopolazione: un fenomeno che le elite usano come giustificazione buonista per tamponare le spaventose falle con l’importazione quasi sempre disordinata, di masse di cosiddetti immigrati provocando

  • tensioni sociali,
  • incendi delle città,
  • violenze carnali di massa,
  • rafforzamento delle mafie,
  • spaccio di stupefacenti,
  • riciclaggio,
  • estorsione
  • terrorismo

fenomeni che sono la risultante della pretesa di attuare una integrazione-inclusione a marce forzate.

L’inclusione veloce si è rivelata una politica fallimentare se pensiamo che tutte, ripeto tutte, le minoranze negli USA vivono in appositi quartieri che hanno lo scopo di mantenere l’identità culturale dei propri abitanti. Parlo delle varie Chinatown e delle Little Italy, dei sobborghi ebraici, arabi, irlandesi, ecc. ecc., e in Europa dei quartieri arabi a ridosso della lunghissima Via Anspach a Bruxelles, delle banlieues nere a Parigi e Marsiglia.

Sono trascorsi decenni in questi luoghi appena accennati, ma l’integrazione buonista è ancora inattuata, mentre sono diventate aree dove non si spengono focolai di guerriglia urbana. Un fenomeno che ora stanno assaggiando le anime belle dei Paesi del Nord le cui città sono messe a ferro e fuoco da bande sempre più aggressive di cosiddetti immigrati importati senza limiti né programmazione, tra il silenzio cinico e complice delle reti tv e stampa alle quali gli alti comandi della sicurezza nazionale hanno dato ordine esecutivo di non parlare di tutto questo disastro.

Per parlare della ex-italia, alcuni politici de’ noantri hanno avuto la sfacciataggine truffaldina di affermare che anche gli italiani sono stati immigrati lasciando intendere che l’Italia non dovrebbe porre freni alla importazione massiva di nordafricani, spesso ex inquilini dei penitenziari dei Paesi di partenza (come accadde con i primi abitanti degli USA che erano criminali delle benemerite carceri inglesi e francesi). Una verità mischiata ad un ragionamento buonista-neomaccartista-antifa che non regge e fa pensare al famoso sillogismo: Socrate è greco, Socrate è un filosofo, quindi tutti i greci sono filosofi, lo scopo è sempre quello di creare caos cognitivo come brutale e spietato piano di dominio.

Va quindi detto che gli immigrati italiani all’estero venivano contingentati ed entravano esclusivamente solo coloro che servivano ai processi produttivi. Il resto veniva spietatamente respinto assieme alle persone malate o non rispondenti fisicamente allo svolgimento del lavoro offerto.

C’è quindi una bella differenza rispetto alla importazione incontrollata che è stata scientificamente perpetrata sulle coste italiane e greche in questi anni, generando (motivo VERO) UN IMMENSO FLUSSO DI GUADAGNI ILLECITI a favore di un insieme di strutture “volontaristiche” di mare e di terra, come peraltro confermato dalle intercettazioni telefoniche raccolte dagli esponenti di MAFIA CAPITALE : aho! Qui se fanno i sordi più daa coca”.

 

P.Q.M.

 

  1. Espulsioni dai cicli produttivi DI MASSE SEMPRE PIU’ VASTE DI POPOLAZIONE PLANETARIA
  2. Immigrazioni di massa, usate come bomba politica per demolire le strutture sociali dei Paesi bersaglio
  3. Sterilizzazione di massa mediante la diffusione da lungo tempo di ideologie libertarie, quadrisex (elaborate a tavolino da sofisticatissimi ed efficientissimi centri di ricerca sul modello della guerra fredda culturale promossa ed organizzata da Centri di guerra psicologica come Tavistock),
  4. Buonismo umanitario della inclusione ad ogni costo: cfr le tesi del PIANO GOLDMAN
  5. Diffusione della cultura di morte (eutanasia e aborto)
  6. Creazione di più ampi campi di raccolta per isolare e parcheggiare gli sfollati dei 36 conflitti in corso
  7. Isolamento dell’individuo ipnotizzato dalla potenza dei cosiddetti Social che, contrariamente al loro nome, aumentano la solitudine e lo spaesamento del cittadino rinchiuso in una Matrix che distorce la percezione della realtà (totalitarismo orwelliano)

sono il futuro che ci aspetta.

Sarà obbligatorio reagire, per legittima difesa (un istituto giuridico perseguitato dai buonisti neomaccaristi-antifa-orwelliani ancora in giro).

 

Ne riparleremo

 

 

 

IN EVIDENZA

Reddito di cittadinanza: è il piano (infernale) degli oligarchi

Scritto il 17/4/18

Mark Zuckerberg non ha bisogno di presentazioni: mister Facebook vale 64 miliardi di dollari. Altro paperone-prodigio: il sudafricano Elon Musk, patron di Tesla e Space-X. Cos’hanno in comune, a parte i giacimenti aurei? La fede nel reddito di cittadinanza. La pensano così anche l’americano Richard Branson della Virgin e il canadese Stewart Butterfield, l’inventore della banca-immagini Flickr e di Slack, applicazioni per messaggerie.

Uomini d’oro e potenti oligarchi, improvvisamente anche umanitari: si stanno battendo a favore del reddito di base garantito, osserva Chris Hedges, a lungo corrispondente estero del “New York Times”. «Sembra che siano dei progressisti e che esprimano queste loro proposte con parole che parlano di morale, prendendosi cura degli indigenti e dei meno fortunati». Ma dietro questa facciata, scrive Hedges, c’è una cruda consapevolezza: soprattutto la Silicon Valley «vede un mondo – quello che questi oligarchi hanno contribuito a creare – tanto iniquo che i consumatori di domani, che dovranno sopportare la precarietà del lavoro, salari sotto i minimi, l’automazione e la schiavitù di un debito che blocca tutto, non saranno in condizione di spendere abbastanza per comprare i prodotti e i servizi offerti dalle grandi corporations».

Questi oligarchi non propongono cambiamenti strutturali, premette Hedges, in un’analisi su “Opednews” tradotta da Bosque Primario per “Come Don Chisciotte”. I nuovi boss dell’hi-tech non sono impazziti, non sono diventati “buoni”. «Non vogliono che le imprese e il mercato siano regolamentati. Non stanno dalla parte dei sindacati. Non pagheranno un salario di sussistenza per il lavoro forzato nel mondo in via di sviluppo o per gli operai americani che lavorano nei (loro) magazzini e nei centri di spedizione, guidando un camioncino per le consegne. Non ci pensano proprio a chiedere una istruzione universitaria gratuita, una politica di sanità universale o pensioni adeguate».

Quegli oligarchi, aggiunge Hedges, «cercano piuttosto un meccanismo per continuare a sfruttare lavoratori disperati che guadagnano salari di sussistenza, gente che possono assumere e licenziare quando vogliono». Sfruttamento ottocentesco: «Le fabbriche e quei gironi infernali che esistono in Cina e nei paesi del mondo in via di sviluppo, dove i lavoratori guadagnano meno di un dollaro l’ora, continueranno a sfornare prodotti per gli oligarchi, che continueranno a gonfiare la loro già oscena ricchezza». Sicché, l’America «continuerà a diventare sempre più una desolata area industriale».

Semplicemente, scrive Hedges, «gli architetti del nostro neo-feudalismo chiedono al governo di pagare un reddito di base garantito, per continuare a nutrirsi come sciami di pesci cannibali che si divorano tra loro». In altre parole: coma farmacologico, per tenerci in vita artificialmente, nel nuovo girone infernale che gli oligarchi stanno fabbricando.

Niente di così nuovo, come idea: il guru della peggior destra economica che ha vampirizzato l’Europa, l’austriaco Frederich von Hayek (Premio Nobel) teorizzò la riduzione del welfare in termini di assistenza caritativa interessata, il minimo sindacale per impedire che la fame della plebe inneschi rivolte pericolose per l’establishment.

Gli fece eco, da Chicago, il caposcuola del neoliberismo: Milton Friedman, uno dei padri dell’attuale catastrofe sociale, fu il primo a parlare di reddito garantito, mangime zootecnico per evitare l’estinzione del consumatore.

«Aumentare il salario minimo o creare un reddito di base non servirà a niente se gli hedge fund si comprano le case pignorate e tutti i brevetti farmaceutici, e se lo faranno aumentano i prezzi (in certi casi in modo astronomico) solo per riempirsi le tasche in proporzione con la crescente e necessaria domanda effettiva», scrive il sociologo britannico David Harvey.

Aumentare le tasse universitarie, imporre tassi d’interesse usurai sulle carte di credito e sulle spese nascoste nelle bollette telefoniche e nell’assicurazione medica? «Sono tutti modi per rimangiarsi subito qualsiasi beneficio concesso», afferma Harvey. Alla gente servirebbe «un intervento per definire regole severe per controllare queste spese esistenziali, per limitare l’enorme appropriazione di ricchezza che si verifica nel momento stesso in cui la ricchezza si crea».

Non è sorprendente, aggiunge, scoprire quanto si capiscano bene tra di loro questi “venture capitalist” della Silicon Valley, «quando propongono e sostengono il reddito minimo di base: sanno che le loro tecnologie stanno buttando milioni di persone fuori dal lavoro e che quei milioni di persone – se non avranno reddito – saranno fuori dal mercato e non che compreranno i loro prodotti». La richiesta di un reddito di base garantito, sottolinea Chris Hedges, è un classico esempio di quello che dicevano Karl Marx e Antonio Gramsci: «Quando i capitalisti hanno surplus di capitali e di lavoro, ricorrono alla cultura di massa e all’ideologia, in questo caso inventando il neoliberalismo, per riconfigurare le abitudini di una società e far riassorbire le eccedenze».

Agli albori della Seconda Guerra Mondiale, ad esempio, il problema dei capitalisti fu risolto in due modi: spese militari e opere pubbliche. Ingenti investimenti nel settore militare e bellico, giustificandoli con l’ideologia del “pericolo rosso”, il comodo motore della guerra fredda, e massicci progetti infrastrutturali, tra cui la costruzione di autostrade, ponti e case, per mandare la gente a vivere fuori città, facendo così aumentare i consumi. «I progetti di ingegneria sociale – scrive Hedges – sono stati fatti nel nome della sicurezza nazionale e del progresso. E hanno reso gli oligarchi dell’epoca sempre più ricchi». L’intera mitologia dell’American Dream? Pura propaganda, per spingere le famiglie a comprar casa: «Una enorme campagna per creare nuove esigenze, nuovi bisogni e nuovi desideri, uno stile di vita completamente nuovo per tutta la popolazione», dice ancora David Harvey. «Servivano lavori ben pagati per sostenere la domanda effettiva: il lavoro e il capitale giunsero così ad un compromesso difficile, spingendo l’apparato statale a favorire una classe operaia “bianca” che doveva guadagnare di più, anche se a spese di altre minoranze, che venivano lasciate fuori».

Quella fase del capitalismo finì quando l’industria si spostò all’estero e i salari cominciarono a ristagnare e a diminuire, mentre il lavoro sindacalizzato e ben pagato finì per scomparire. «I lavori divennero umili e pagati inadeguatamente, la povertà cominciò ad aumentare».

Gli oligarchi, aggiunge Hedges, cominciarono a infiltrarsi – per guadagnarci sopra – nei servizi sociali dello Stato: istruzione e assistenza sanitaria, servizi militari, raccolta dati per l’intelligence, prigioni e utenze pubbliche come elettricità e acqua.

Come si legge su una pubblicazione della San Francisco Federal Reserve, l’intero paese – e per estensione gli oligarchi – non riuscivano più ad uscire dalla crisi «solo costruendo case e riempiendole di cose». Gli Usa negli anni ‘70, si spostarono da quello che lo storico Charles Maier chiamava un “impero della produzione” verso “un impero del consumo”. Fu allora, dice Hedges, «che cominciammo a prendere dei prestiti per mantenere uno stile di vita e un impero che non potevamo più permetterci». Nell’“impero del consumo”, il profitto non si ricava più dalla fabbricazione di prodotti, «ma dalla privatizzazione e dall’aumento dei costi dei servizi di base, di cui abbiamo bisogno per sopravvivere, e dal consentire a banche e hedge-fund di imporre un debito forzato e punitivo sulla popolazione, scommettendo sulla tecnologia e creando delle bolle di debito per lo studio e per la casa».

La vecchia ideologia del New Deal, del governo che orchestrava enormi progetti di ingegneria sociale – lavori pubblici, guerra alla povertà – per Hedges «è stata sostituita da una nuova ideologia per giustificare un’altra forma di capitalismo predatorio». Nella sua “Breve storia del neoliberismo”, lo stesso David Harvey l’operazione neoliberale «un progetto per ripristinare il potere di classe» sulla scia della crisi economica degli anni ’70. Lo disse anche il politologo Samuel Huntington, uomo della Trilaterale, che parlo di un “excess of democracy” nell’America degli anni ’60 e ’70. Missione compiuta: lo scopo è stato raggiunto. Il neoliberismo, scrisse Harvey, è «un teorema di prassi politico-economiche che propone che il benessere umano possa progredire meglio dando una maggior libertà all’imprenditoria individuale, nell’ambito di un quadro istituzionale caratterizzato da forti diritti per la proprietà privata, per il libero mercato e per il libero scambio». Gli oligarchi americani, scrive oggi Chris Hedges, hanno screditato i movimenti populisti degli anni ’60 e ’70 che svolsero un ruolo vitale nello spingere i governi a realizzare programmi per il bene comune e per limitare il saccheggio da parte delle Corporations.

 

 

Continua qui: http://www.libreidee.org/2018/04/reddito-di-cittadinanza-e-il-piano-infernale-degli-oligarchi/

 

 

Liberismo globale è il vero nazismo di oggi.

Maurizio Blondet  14 ottobre 2018

Diversi amici segnalano indignati e stupefatti il fondo di Sallusti sul Giornale di Berlusconi:

Questa gravissima e falsissima equazione: governo giallo verde eguale nazionalsocialismo segnala che anche Berlusconi e quel che rimane del suo partito-escort, dopo esitazioni, si allinea alla “narrativa ufficiale” dettata dalle oligarchie eurocratiche e delle sinistre globaliste. Il cui scopo è evidentemente non solo quello di demonizzare; è la delegittimazione radicale di qualunque movimento “sovranista”e “populista” che avanzi in Europa, in vista della sua eradicazione. Se è nazismo, qualunque mezzo è lecito per stroncarlo, in nome della difesa estrema della “democrazia liberale” (sic). Non esclusa la repressione violenta, legale ed extralegale.
Insomma i berlusconiani si arruolano nelle “sinistre” che sono entrate in “resistenza”, e il cui programma politico è perfettamente descritto dal messaggino di questo giornalista di Repubblica:

Non sono affatto minacce da prendere alla leggera. “Fino alle estreme conseguenze” dovrebbe mettere i brividi a Sallusti e a tutti noi: ci ricordiamo dagli anni di piombo che la Sinistra, quando perde potere, spara. Come ai tempi delle Brigate Rosse, e allora – come oggi – godendo di vaste ed alte simpatie ed appoggi palesi e occulti nei salotti buoni (“Né con lo Stato né con le BR”), nei media (per anni hanno detto : “‘sedicenti’ Brigate Rosse”) e la magistratura (ovviamente “democratica”).

Berlusca coi centri sociali

“Appenderli per i piedi” è il civile impulso e morale proposito che unisce  il giornalista radicalchich  della illuminata Repubblica agli “studenti” che  sfilano e  agli anonimi dei centri sociali:

 

Credete che si limiteranno alle parole e ai murales? No, disilludetevi: lo faranno. Lo faranno perché loro agiscono in nome della “bellezza e dell’intelligenza”, come ha avuto modo di scrivere l’agosto scorso l’anarchico Valerio Ferrandi, figlio di un ex di Prima Linea che assassinò un carabiniere nel 1977: “Salvini, in nome della bellezza e dell’intelligenza. Fai un gesto nobile. Sparati in bocca. Ps: prima o poi verrai appeso a un lampione”.
Ora i berlusconiani si allineano a questa resistenza  pseudo-antinazista come ala “liberale”. E’ appena il caso di ricordare che il primo a stilare l’equazione è stato l’oggi giudice costituzionale (dopo esesre stato lo spoliatore dell’economia nazionale) Giuliano Amato: “OGNI sovranismo ha SEMPRE una matrice razzista”, sancì già da luglio.

Una falsità radicale, intellettualmente in completa malafede, ma a questo tono si allineano immediatamente tutti gli ambienti e i portavoce del globalismo che si sentano messi in pericolo dalla novità. Vogliono vedere nell’istanza “sovranista” un “nazionalismo” e “xenofobia” e “chiusura”, laddove è invece, palesemente, una esigenza di democrazia (espropriata dalle bancocrazie), di giustizia sociale (dopo un trentennio in cui “l’efficienza” del capitalismo è consistita nel sifonare potere d’acquisto dal lavoro  salariato per riempirne i capitalisti,

 

Continua qui: https://www.maurizioblondet.it/nazismo/

 

 

 

 

Offrirono 35 miliardi al Ministro della Sanità Tina Anselmi. Lei rifiutò. Poi l’attentato…

Da Daniele -22/08/2017

 

MAFIA SANITARIA

  • del Professor Paolo De Bernardi

Corsi e ricorsi storici:

RICORDANDO LA STORIA CHE INSEGNA

Nel 1979, quando Tina Anselmi è ministro della Sanità, decide il ritiro dal mercato di migliaia di farmaci che una commissione tecnica ha appena giudicato inutili o addirittura pericolosi.

Da lì a poco, viene avvicinata da un esponente delle industrie farmaceutiche che le offre 35 miliardi di lire in valuta straniera presso una banca svizzera di sua scelta, affinché ritiri quel provvedimento.

Il mattino dopo, la Anselmi rende pubblico questo tentativo di corruzione. Trascorsi pochi giorni, la sua auto salta in aria. Per pura coincidenza e per pochi attimi di ritardo, la senatrice democristiana si salva.

Comunque, dopo alcune settimane, viene rimossa dall’incarico.

Questo episodio è citato dal rimpianto Hans Ruesch nel suo Naked Emperess della Garzanti-Milano.

La clamorosa corruzione del ministro della sanità De Lorenzo da parte della Smith-Kline.

Passa una decina di anni e siamo nel 1990-91.

Continua qui: https://www.informarexresistere.fr/offrirono-35-miliardi-al-ministro-della-sanita-tina-anselmi-lei-rifiuto-poi-lattentato/

 

EUROFOBIA, I TALEBANI DEL NO DIESEL SONO I PRODUTTORI NON GLI AMBIENTALISTI

 

Rosanna Spadini 13 10 2018

 

Scene da distopia demenziale. Chiudi gli occhi e immagina: nel comune in cui vivi puoi guidare la tua auto a diesel, ma in quello dove lavori #NO. Non puoi più recarti al lavoro in auto, magari nemmeno portare i figli a scuola, nemmeno fare la spesa settimanale all’Esselunga. Oppure decidi di andare in vacanza e, col cavolo, il tuo meraviglioso albergo vista mare si trova in un comune che non vuole la tua auto e devi parcheggiare a 3Km di distanza, sempre che, nel frattempo, il comune vicino non abbia cambiato idea. Insomma, divieti a macchie di leopardo che rendono impensabili lo spostamento in auto. In altre parole, hai speso migliaia di euro per niente. No bueno. Anche perché nel frattempo la tua auto si è dimezzata di valore… chi la vorrà più acquistare?? Ma un’occhiatina al mercato è d’obbligo, secondo il vecchio caro Marx.

Partito nel 2015 dagli Stati Uniti, il #Dieselgate è stata una guerra commerciale contro la produzione tedesca, accusata di fare troppo surplus (Trump vs Merkel). In realtà, tutte le case produttrici falsificano le emissioni, ma in quel momento Trump doveva colpire la Volkswagen. E’ la #Germania comunque a trainare l’opinione, con la recente decisione della corte federale tedesca di permettere ai singoli comuni di limitare i diesel nei propri territori in autonomia dalle politiche nazionali. Anche in Italia è arrivato il vento “pulito” proveniente dal centro Europa, con #Roma che ha però annunciato il suo divieto a partire dal 2024, a #Parma il #Pizza si è subito zerbinato alle norme europee, quindi nonostante la revoca del blocco della RE, il blocco è solo rimandato al prossimo anno. Però continuare a puntare il dito contro il diesel è talebano e fa parte dell’isterismo ambientalista che non porta alla soluzione dei problemi, come quando nel 1992 alcuni ingenui ambientalisti volevano

 

https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=2311155495579277&id=100000545483769

 

 

Bifarini: tutti schiavi della finanza, grazie a politici traditori

Scritto il 15/10/18

«Di tutti i modi per organizzare l’attività bancaria, il peggiore è quello che abbiamo oggi» (Sir Mervyn King, ex governatore della Banca d’Inghilterra).

 

Una delle trasformazioni più inumane del sistema capitalistico industriale, fondato originariamente sull’industria manifatturiera e più in generale sulla produzione, è quella del capitalismo finanziario, in cui il potere è concentrato in pochi grandi istituti di credito. Le banche hanno cessato il loro ruolo di supporto e di credito allo sviluppo, preferendo investire in prodotti finanziari dai quali viene generato altro capitale, in un sistema autoreferenziale in cui i profitti nascono dalla speculazione, senza passare attraverso il lavoro e la produzione. In modo graduale, ma anche repentino, il sistema capitalistico ha spostato l’asse dall’economia reale a quella finanziaria e, ancora peggio, alla speculazione che ne deriva, tanto da essere stato ribattezzato “finanzcapitalismo” o “capitalismo ultrafinanziario”. Orientato alla massimizzazione del profitto ricavato dal denaro stesso, in esso la ricchezza non passa attraverso la produzione di beni o servizi, né è previsto un piano di redistribuzione tra lavoratori e consumatori, ma solo l’accentramento nelle mani di pochi, pochissimi.

Da sempre strumento di supporto dell’economia capitalistica, con l’avvento del neoliberismo la finanza si è tramutata da servitore a padrone dell’economia mondiale, fagocitandola e riproducendosi a ritmi vertiginosi. A partire dal 1980 l’ammontare degli attivi generati dal sistema finanziario ha superato il valore del Pil dell’intero pianeta. Da allora la corsa della finanza al profitto è diventata così veloce da quintuplicare per massa di attivo l’economia reale nel giro di un trentennio. Sotto la presidenza Bill Clinton, sono state introdotte due pietre miliari per completare la deregolamentazione del sistema finanziario neoliberista. Con l’abolizione del Glass-Steagall Act – introdotto da Roosevelt l’anno successivo alla crisi del ’29 – è stata eliminata la separazione tra banche d’affari e d’investimenti, che così hanno riconquistato concentrazioni di potere economico. In contemporanea, l’Organizzazione mondiale per il commercio (Wto) ha dato il via libera alla compravendita di prodotti fuori Borsa con la cancellazione delle precedenti norme, considerate restrittive, sul controllo dei derivati.

Ogni giorno nascono nuove tipologie di derivati sempre più sofisticati e complessi, che possono essere scambiati “over the counter”, ossia fuori dalle Borse. Essendo titoli “transitori” non rispondono all’obbligo di essere registrati nel bilancio bancario e sfuggono alle normative del settore. Sfruttando le falle del sistema, da esso stesso generate, i grandi gruppi finanziari hanno creato una miriade di società indipendenti cui trasferiscono fuori bilancio grossi capitali, che in tal modo divengono invisibili. Tali strumenti hanno le stesse caratteristiche della moneta: sono rivendibili più volte, facilmente monetizzabili e scambiabili senza detenere il possesso del loro sottostante. Così

 

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ATTUALITÀ SOCIETÀ COSTUME

Due donne a confronto in materia cultura e società 

 

Ginevra De Ben Gardin – 14 10 2018

 

Una messicana

Una italiana

 

La messicana (M)

L’italiana (I) 

 

M

In Italia che si usa fare per Natale

I

Si mangia

M

Anche noi

I

E per Capodanno voi invece?

M

Canti balli. Fuochi

 

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Bombardamento mediatico continuo

Weltanshaunung Italia 3 08 2018

 

La narrazione mainstream a senso unico è eccezionale.

Provate ad osservare quotidianamente cosa pubblicano tutti i grossi giornali:

 

  1. Razzismo inventato (stamattina han tirato fuori un articolo senza senso su Traini che avrebbe lasciato Macerata impaurita e nel panico).

 

  1. Spinta perenne sulle adozioni per omosessuali (“i figli dei gay” scrivono, non si capisce cosa intendano).

 

  1. Fango a caso sul governo, in particolar modo su Salvini e Fontana (guarda caso i due che bloccano momentaneamente tratte di esseri umani e matrimoni tra uomini e zanzare).

 

 

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BELPAESE DA SALVARE

Bambini senza mensa

Rosanna Ruscito 2.  14 10 2018

 

A proposito delle assurde accuse di razzismo che ho letto circa la notizia dei bambini extracomunitari esclusi a Lodi dalla mensa scolastica, avrei solo 2 osservazioni:

 

1) il sindaco di Lodi si è solo limitato ad estendere anche alle famiglie di extracomunitari la normativa vigente e applicata agli italiani che chiede di esibire un certificato, fornito dal loro Stato di

 

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Studenti in piazza

Francesco Erspamer – 14 10 2018

 

Se potessi incontrare gli studenti che sono scesi in piazza convinti di lottare contro il fascismo (non molto numerosi, in realtà, ma a me piace chi scende in piazza invece di mandare tweet o più probabilmente caricare selfie su Instagram), proverei a insinuare in loro il dubbio che la vera intolleranza sia invece quella della società dei consumi, della permissività concessa dall’alto, voluta dall’alto, che è la peggiore, la più subdola, la più fredda e spietata forma di intolleranza. Perché è intolleranza mascherata da tolleranza. Perché è revocabile ogni qualvolta il potere ne senta il bisogno. Perché è il vero fascismo da cui viene poi l’antifascismo di maniera: inutile, ipocrita, sostanzialmente gradito al sistema.

Non so se mi lascerebbero parlare: temo che verrei zittito con l’accusa di essere un rossobruno se non addirittura un nazista, come considerano Salvini.

Chissà se avrei il tempo di spiegare che quelle parole sull’intolleranza non erano mie bensì di Pasolini, uno scritto “corsaro” del 1974; chissà se hanno idea di chi era Pasolini, se hanno letto quelle sue lucide profezie sulla controrivoluzione liberista che stava appena cominciando e di cui, a suo parere, la contestazione studentesca fece il gioco; chissà se si sono domandati se sia una coincidenza che un anno dopo venisse ammazzato.

Chissà se li ha mai insospettiti il fatto che oggi la sinistra

 

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Oggi ho chiesto ad alcuni liceali

Antonio Settembrini 14 10 2018

 

– Io “Come mai tutto sto casino?”

– Una ragazza di 3^ “Perché Salvini è un fascista, anzi, no, è nazista.”

– Io “Perché dici che è nazista?”

– Lei “Perché non vuole mettere soldi alle scuole e arresta tutti i profughi.”

– Io “Ma Salvini NON si occupa di scuola e poi vuole arrestare solo i delinquenti.”

– Lei “Non è vero! Noi abbiamo bisogno di tutti i profughi perché se noi diventiamo dottori, chi coltiva la terra?”

 

– Io “Come mai state scioperando?”

– Un ragazzo di 19 anni “Perché ci

 

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Sindaco di Lodi

Vale Quello – 14 10 2018

 

Ed ecco la solita porcata.

 

A Lodi – secondo i comunisti – il sindaco (anzi la sindaca) avrebbe VIETATO l’accesso a mensa e l’utilizzo dello scuolabus ai figli degli extracomunitari…

 

Falso.

 

La verità è che costoro si autodichiarano nullatenenti e pretendono

 

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CONFLITTI GEOPOLITICI

Sale la tensione tra Nato e Russia: sono pronti a tornare gli euromissili?

4 OTTOBRE 2018 – PAOLO MAURI

 

A Bruxelles è cominciato il vertice tra i ministri della Difesa dei Paesi membri della Nato e all’ordine del giorno, tra i vari argomenti, spicca la discussione sul Trattato Inf concernente le forze nucleari a raggio medio ed intermedio.

L’esigenza di una discussione tra i massimi esponenti della Difesa dell’Alleanza Atlantica sul trattato siglato nel lontano 1987 nasce da alcune evidenti violazioni perpetrate dalla controparte russa nel corso degli ultimi anni. Violazioni che, però, a detta di Mosca, sono state solo una risposta alle mosse occidentali.

Cosa dice il trattato?

Il Trattato Inf (Intermediate-range Nuclear Forces Treaty) è stato siglato l’8 dicembre del 1987 dal presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan e dal Segretario Generale del Comitato Centrale del Partito Comunista dell’Unione Sovietica Mikhail Gorbachev a Washington.

Divenuto operativo il primo giugno dell’anno successivo, esso prevedeva che entrambe le parti provvedessero a distruggere tutti i missili balistici e da crociera basati a terra con un raggio d’azione compreso tra i 500 ed i 5500 chilometri e i loro sistemi di lancio (lanciatori di qualsiasi tipo e strutture ed equipaggiamento di supporto) entro tre anni dall’entrata in vigore.

Per capire bene la portata del trattato e le conseguenze che esso ha avuto e sta avendo sulla strategia della difesa in Europa, è bene fare alcune precisazioni.

Innanzitutto, il trattato non elimina in toto i missili da crociera, ma solo quelli basati a terra. Quindi i sistemi navali o aviolanciabili, come ad esempio il neonato missile ipersonico russo Kinzhal o i ben noti missili Tomahawk americani lanciabili da unità navali, non rientrano nelle clausole del trattato.

Per quanto riguarda i missili balistici a raggio intermedio, tipo gli SS-20 Saber il cui dispiegamento nell’Europa dell’Est è stato la causa scatenante dell’escalation militare avvenuta nei primi anni ’80 che prende il nome di “crisi degli euromissili”, il Trattato Inf proibisce ad entrambe le parti il possesso, non solo il dispiegamento in Europa, di tali sistemi missilistici. Pertanto anche lo sviluppo di tecnologie missilistiche di questo tipo è proibito.

Qualora un sistema di lancio basato a terra possa essere rapidamente abilitato a utilizzare missili da crociera con raggio d’azione compreso tra i 500 ed i 5500 chilometri, questo rientrerebbe comunque nelle clausole restrittive del trattato e pertanto risulterebbe porsi in violazione dello stesso.

Entrando in vigore il trattato ha così eliminato dagli arsenali delle due superpotenze tutta una serie di sistemi Glbm (Ground Launched Ballistic Missile) e Glcm (Ground Launched Cruise Missile). Essi a quel tempo erano costituiti da:

Per gli Stati Uniti:

  • Mgm-31B Pershing II
  • Bgm-109G Gryphon (ovvero i Tomahawk “terrestri” che erano stati dispiegati anche a Comiso)
  • Mgm-31A Pershing IA

Per l’Unione Sovietica:

  • Rsd-10 Pioneer (SS-20 Saber in Codice Nato)
  • R-12 Dvina (SS-4 Sandal)
  • R-14 Chusovaya (SS-5 Skean)
  • Otr-22 Temp-S (SS-12/22 Scaleboard)
  • Otr-23 Oka (SS-23 Spider)

Le accuse americane

Gli Stati Uniti accusano la Russia di avere infranto il Trattato Inf in merito al dispiegamento nell’Oblast di Kaliningrad del missile da crociera 9M729 (SS-C-8 in codice Nato) lanciabile da una variante della piattaforma mobile del sistema Iskander, la N, che molto probabilmente è un adattamento della K che utilizza i missili da crociera 9M728.

Il missile è una variante del missile navale 3M-14 Biryuza (SS-N-30A), a sua volta appartenente alla famiglia del ben noto Kalibr (3M-54) utilizzati entrambi durante la campagna siriana.

Secondo le stime occidentali avrebbe una gittata massima che cadrebbe tra i 500 ed i 5mila chilometri e avendo anch’esso, come il 9M728, capacità atomica, violerebbe quindi le clausole del Trattato. Non si sa molto del missile fabbricato dalla Novator ma a quanto sembra è dotato di motore a propellente solido e presumibilmente utilizza un sistema di guida inerziale con sensori doppler e correzione della navigazione tramite collegamento satellitare alla rete Glonass e Gps. La guida terminale potrebbe essere radar attiva, cosa che gli darebbe un’alta precisione con un Cep (Circular Error Probable) paragonabile a quello del missile 9M728, ovvero compreso tra i 5 ed i 10 metri.

La Russia avrebbe dispiegato già due battaglioni di

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CULTURA

La torre dell’elefante

La saga di Conan il Cimmero, di Robert E. Howard.

di Francesco La Manno – 14 ottobre 2018     

Nell’ambito della produzione narrativa di Robert E. HowardConan è il personaggio che, ancora oggi, continua a riscuotere maggior successo tra il pubblico di appassionati di sword and sorcery. Il maestro di Cross Plains, vorace lettore, amante del pugilato e dell’equitazione, scrive le storie del Cimmero come se ci fosse uno spirito celeste a dettargliele. Il protagonista delle vicende è un barbaro solitario che si adatta, reagisce e sopravvive alle decadenti civiltà che incontra lungo il suo cammino in una:

sinfonia di rosso e nero […] impregnata di violenza e di morte. Gli incubi sorgono dall’ombra e dall’onnipresente passato, poiché Howard è il principe della notte e del terrore.

Le avventure di Conan sono ambientate nell’Era Hyboriana, uno pseudostorico periodo immaginario che, secondo Howard, si colloca dodicimila anni or sono (prima dell’inabissamento di Atlantide e della scoperta dei documenti storici), nel quale la tecnologia è sconosciuta, opera la magia ed esseri soprannaturali camminano sulla Terra. In questo tempo mitico l’Europa e l’Africa sono congiunte in un solo continente e il Mediterraneo non si è ancora tramutato in mare, ma è una distesa di terre che comprende svariati regni semicivilizzati fondati dagli Hyboriani, una popolazione proveniente dal Nord che ha sconfitto il malvagio impero di Acheron, imponendosi con il ferro e il fuoco.

Conan è un barbaro dai capelli neri e dagli occhi azzurri proveniente dalla Cimmeria, aduso alle asprezze della vita, forgiato nel sacro fuoco della guerra e nato su un campo di battaglia. Dotato di una forza straordinaria e di una muscolatura poderosa, si contraddistingue dagli altri uomini per le sue ineguagliabili abilità di guerriero. Non si tratta di un eroe senza macchia e senza paura, ma di un antieroe che non esita a svolgere l’attività di ladro, di razziatore, di assassino e di mercenario, e a conquistare il trono di Aquilonia strangolando il precedente sovrano sul suo stesso trono.

La saga del Cimmero è composta da venti racconti e da un romanzo che, secondo la cronologia stabilita da L. Sprague de Camp, si sviluppano nel seguente modo: La Torre dell’Elefante (The Tower of the Elephant, 1933); Il dio nell’urna (The God in the Bowl, 1952); Intrusi a palazzo (Rogues in the House, 1934); La figlia del gigante del gelo (The Frost Giant’s Daughter, 1953); La regina della Costa Nera (Queen of the Black Coast, 1934); La valle delle donne perdute (The Vale of Lost Women, 1967); Colosso nero (Black Colossus, 1933); Ombre di ferro al chiaro di luna (Iron Shadows in the Moon, 1934); Nascerà una strega (A Witch Shall Be Born, 1934); Ombre a Zamboula (Shadows in Zamboula, 1935); Il diavolo di ferro (The Devil in Iron, 1934); Gli accoliti del Cerchio Nero (The People of the Black Circle, 1934); L’ombra che scivola (The Slithering Shadow, 1933); Lo stagno dei neri (The Pool of the Black One, 1933); Chiodi rossi (Red Nails, 1936); Le gemme di Gwahlur (Jewels of Gwahlur, 1935); Oltre il Fiume Nero (Beyond the Black River, 1935); Il tesoro di Tranicos (The Treasure of Tranicos, 1953); La fenice sulla lama (The Phoenix on the Sword, 1932); La cittadella scarlatta (The Scarlet Citadel, 1931) e un Conan il conquistatore (Conan the Conqueror, 1935). Durante la vita di Howard, sono stati pubblicati diciotto di questi racconti, prevalentemente sulla rivista Weird Tales, mentre dopo la sua morte ne sono stati rinvenuti diversi da Glenn Lord. Molti autori hanno scritto avventure utilizzando Conan come protagonista, ma nessuno è mai riuscito a raggiungere le vette letterarie del Maestro di Cross Plains.

Il presente lavoro si prefigge l’obiettivo di effettuare un precipuo studio di ogni singola storia della saga del Cimmero, adottando il metodo dell’analisi metaletteraria dell’opera – sia esterna che interna – al fine di comprenderne appieno il significato. Seguendo l’ordine dianzi illustrato, La Torre dell’Elefante è il primo racconto di Conan ed è quello che verrà preso in considerazione in questo scritto.

Nella fattispecie, Conan si trova nel quartiere del Maul della città dei ladri (che De Camp ipotizza essere Arenjun, a Zamora, un regno hyboriano orientale), all’interno di una taverna frequentata da rapinatori, da tagliagole e da delinquenti della peggiore risma. Osservando gli astanti, il Cimmero comprende subito di essere fuori posto. L’autore lo descrive dicendoci che:

l’umile tunica non riusciva a nascondere le forti linee slanciate del suo corpo possente, le ampie spalle, il petto massiccio, la vita sottile e le braccia vigorose. Aveva la pelle abbronzata dal sole di terre straniere, gli occhi azzurri e ardenti; un ciuffo arruffato di capelli neri coronava l’ampia fronte.

Ascoltando alcune conversazioni, Conan apprende che nella Torre dell’Elefante, misteriosa costruzione che domina la città, è custodito un gioiello di un valore inestimabile. Di conseguenza manifesta l’intenzione di volerlo rubare, ma viene irriso e maltrattato da un avventore e questo lo porta ad affermare che:

gli uomini civili sono più scortesi dei selvaggi perché sanno di poter essere maleducati senza automaticamente ritrovarsi con la testa fracassata.

Dal tenore letterale di queste parole, si arguisce che Howard abbia voluto presentare l’ideale dell’eroismo primitivo e la concezione di vita barbarica a cui doveva tendere l’umanità avvelenata dal conformismo. Questa corrente di pensiero è stata attinta a piene mani dalle teorie filosofiche di Jean-Jacques Rousseau e dalle opere romantico-utopistiche di Edgar Rice Burroughs, di Jack London e di Rudyard Kipling.

Provocato e offeso in più occasioni, il Cimmero si getta in una lotta furibonda con il bravaccio e lo uccide brutalmente. Uscito dal locale, decide di recarsi alla Torre dell’Elefante per rubare il prezioso gioiello e pertanto attraversa la parte della città dedicata ai templi, avendo cura di affermare il proprio disinteresse per la religione e per la filosofia. Non esita inoltre di riferirci che Crom, nume dei Cimmeri, non fornisce alcun aiuto magico ai suoi fedeli e si limita a elargire loro la forza di uccidere i nemici. In questa circostanza si palesa uno degli elementi costitutivi dell’opera howardiana, ovvero il concetto del superuomo di Nietzsche, in quanto il barbaro ritiene di dover far fronte alle avversità e ai pericoli soltanto con le proprie forze, dimostrando anche un profondo scetticismo e positivismo, e sfuggendo comunque agli incomprensibili giochi del fato.

In ogni modo, il Cimmero raggiunge infine la sommità della Torre dell’Elefante, che si presenta come una struttura d’argento che – incrostata di zaffiri, di diamanti, di rubini, di smeraldi e di turchesi – brilla di notte alla luce selenica. La struttura si erge su un giardino per quarantacinque metri di altezza, protetta da una doppia cinta muraria, da molti soldati e da animali selvatici. Nondimeno, l’aspetto che preoccupa maggiormente Conan non è la poderosa struttura difensiva del pinnacolo, bensì la famigerata reputazione diYara, il signore della Torre. Si tratta di uno stregone versato nella magia nera tanto da essere ritenuto il vero dominus di Zamora. Non lo teme solo il popolo ma anche lo stesso re di Zamora, che rimane in un perenne stato di ebbrezza per non pensare alle nefande conseguenze di una eventuale ritorsione malevola dell’incantatore nei suoi confronti. Questa concezione risulta perfettamente conforme alla tradizione, dato che notoriamente le pratiche occulte sono appannaggio di pochissimi eletti, vengono considerate esecrabili e i soggetti adusi a fruirne sono allontanati dalla comunità.

Una volta scavalcato il primo muro, il Cimmero incontra Taurus di Nemedia, conosciuto come il Principe dei ladri, con il quale stringe un sodalizio allo scopo di conquistare il prezioso Cuore dell’Elefante. Insieme al compagno, scavalca la seconda parete ma deve affrontare un leone, anche se l’animale viene prontamente ucciso da una polvere a base di Loto Nero del Khitai gettata dal suo amico contro il felino. Fatto ciò, comincia a scalare la Torre e, dopo essere arrivato al tetto, si trova di fronte a una porta d’oro, la apre ed entra in una camera straripante di gioielli. Taurus muore immediatamente, colpito dal veleno di un ragno nero gigante che assale anche Conan, costringendolo a combattere furiosamente prima di avere la meglio su di esso. In ambito simbolico, il mostro è il guardiano del tesoro, rappresenta gli ostacoli che l’eroe deve affrontare per ottenere un beneficio materiale, biologico o spirituale, e costituisce il presidio a una dimensione nella quale dimorano forze soprannaturali.

Massacrato l’aracnide, il barbaro esce dalla camera, percorre una rampa di scalini ed entra in una stanza dalle pareti di giada e dal pavimento d’avorio coperto di tappeti, in cui vi sono volute di fumo che esalano da un tripode e che emanano un profumo d’incenso. Dietro il sostegno vede un essere bizzarro dalla pelle verde, dal corpo umano e dalla sproporzionata testa di elefante, seduto su un divano di marmo. Immediatamente impietrisce dal terrore e dalla repulsione ma, a differenza dell’uomo civilizzato che penserebbe di essere pazzo, comprende di trovarsi dinanzi a un

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DIRITTI UMANI – IMMIGRAZIONI

Riace: il Viminale dispone il trasferimento dei migranti

Numerose le violazioni contestate, dall’erogazione dei fondi a soggetti diversi da quelli ammessi all’accoglienza al mancato aggiornamento della banca dati gestita dal Servizio centrale. Il Comune calabrese ora ha sessanta giorni per rendicontare le spese sostenute

13 ottobre 2018

Dopo l’arresto del sindaco Domenico Lucano, arriva un’altra tegola per il “modello Riace”. Il Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del Ministero dell’Interno, con una nota del 9 ottobre scorso, ha deciso il trasferimento dei migranti ancora ospiti nello Sprar gestito dal Comune calabrese.

Nei mesi scorsi lo stesso Ministero aveva già evidenziato diverse anomalie nella gestione, mentre il sindaco Lucano, poi sospeso dall’incarico, era finito agli arresti domiciliari con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e fraudolento affidamento del servizio di raccolta differenziata. Nel nuovo provvedimento, che contesta al Comune reggino 34 penalità, si chiede, quindi, di trasferire gli ospiti e di rendicontare ogni spesa sostenuta per arrivare alla chiusura del sistema di accoglienza.

Cosa viene contestato?

Sono 34 i punti di penalità disposti dal Ministero dell’Interno rispetto al progetto di accoglienza di immigrati gestito dal Comune di Riace. Le violazioni riguardano: l’erogazione dei servizi finanziari dal fondo a favore di soggetti diversi da quelli ammessi all’accoglienza; la mancata presentazione della rendicontazione; la mancata rispondenza tra i servizi descritti nella domanda di contributo e quelli effettivamente erogati e la mancata applicazione di quanto previsto dalle linee guida anche in termini di standard qualitativi e quantitativi; il mancato aggiornamento della banca dati gestita dal Servizio centrale.

Nelle ventuno pagine trasmesse nei giorni scorsi al Comune di Riace, dunque, si evidenzia che “la rilevanza, gravità e persistenza” delle inosservanze giustificano la revoca totale dei finanziamenti, spiegando anche che “le criticità emerse, per le quali sono stati applicati punti di penalità, attengono, soprattutto, ad aspetti gestionali e organizzativi, a prescindere, molto spesso, dalla disponibilità di risorse finanziarie”.

L’obiettivo della revoca è, dunque, quello di “evitare l’ulteriore protrarsi di modalità gestionali non conformi alle regole che presiedono al corretto utilizzo di finanziamenti pubblici destinati all’accoglienza dei richiedenti asilo”. Al Comune sono stati

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ECONOMIA

Le rate del mutuo non aumentano per niente quando aumenta lo spread

10/10/2018 Massimo Bordin

Di cattiva informazione in questi tempi di fibrillazione economica ne gira parecchia. In alcuni casi è dettata da ignoranza, più spesso da malafede. Dietro, alla fin fine, c’è sempre la politica cialtrona che si lascia corrompere per trenta denari e qualche economista prezzolato di cui non sentiremo la mancanza. Una delle bufale più irritanti che circola quando lo spread italiano entra in zona rossa è quella sull’aumento delle rate dei mutui degli italiani. Più o meno esplicitamente, il dibattito riporta come ‘ovvia’ la tesi per la quale, se aumenta la differenza tra il rendimento dei Btp italiani e quello dei Bund tedeschi, allora anche i mutui contratti per l’acquisto di una casa o di un’automobile ne risentiranno in termini negativi. Per non parlare dei prestiti concessi alle imprese…

Ebbene, sveliamo finalmente il segreto di Pulcinella: i tassi dei mutui sono legati ad un indice, l’EURIBOR, che non ha nulla a che fare con lo spread btp/bund.

Di che si tratta?

Il tasso di interesse pagato dalle banche della zona euro per prestarsi il denaro tra di loro viene chiamato Euribor. L’Euribor viene calcolato giornalmente dalla federazione bancaria europea facendo una media ponderata dei tassi d’interesse delle banche più attive dell’eurozona, quindi è un tasso variabile. Per chi utilizza servizi bancari e finanziari è molto importante come indice, perchè determina il costo di questi servizi, in pratica. I tassi euribor maggiormente utilizzati sono quelli a 1 mese, a 3 mesi e a 6 mesi. Per regolare il tasso d’interesse interbancario cosucce come l’emissione di debito pubblico, il costo del denaro, la banca centrale, ecc. contano senza dubbio, ma l’Euribor riguarda

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I pericoli della manovra economica di Conte

Alessandro Orsini 9 10 2018

 

Mario Draghi, presidente della banca centrale europea, ha detto a Mattarella di essere preoccupato. Teme che il governo Conte stia scrivendo la manovra economica senza rendersi conto dei pericoli che corre l’Italia.

Mi chiedete di commentare queste parole “però, professore, in modo semplice”.

Non è facile, ma accetto. Prima però dobbiamo decidere che cosa vogliamo essere. Se vogliamo essere militanti di partito, ovvero la grande vergogna del genere umano, allora Draghi è un maledetto banchiere che vuole trasformare l’Italia nel “discount” d’Europa. Guardate che possiamo anche metterci d’accordo di dirlo. A me va bene. Essere un uomo-massa dal pensiero non pensato è rilassante perché consente di non pensare. A tutti piace staccare il cervello ogni tanto.

Se invece siamo dei belli di Peppe, le cose stanno così.

L’Italia ha un debito pubblico che è una rappresentazione tragica e un Pil che è un film comico. Gli investitori si accontentano di un tasso d’interesse basso dalla Germania, lo 0,5%, perché sanno che i loro risparmi sono al sicuro, ma dall’Italia pretendono un rendimento molto alto, il 3,6%, perché sanno che i loro risparmi non sono al sicuro. Temono che l’Italia possa finire a gambe all’aria e,

 

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LE BALLE SUL DEBITO 

Rosanna Spadini 13 10 2018

 

Il Presidente #Mattarella, direttamente dal colle dei bracconieri, tra un sonnellino e un altro, ha rischiato di prendere una cantonata, come in effetti è avvenuto. Infatti ha proclamato che “L’impennata dello #spread, giorno dopo giorno, aumenta il nostro debito pubblico”, queste le parole letterali di Mattarella, ma lo   #spread non aumenta un bel niente, perché il debito aumenta per  gli interessi. Anche se lo Stato mantiene il saldo primario, positivo come accade da 26 anni in Italia (un record mondiale), gli restano però da pagare gli #interessi, questo è il fardello che ci portiamo appresso e che ha aumentato il debito pubblico negli ultimi quaranta anni, che è cresciuto negli anni soprattutto per il

 

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Bilancio per comprare consenso

Federica Francesconi 11 10 2018

 

Emma Bonino accusa il governo di usare il bilancio pubblico in favore delle fasce deboli della popolazione per comprare consenso.

Ogni volta che questa donna apre bocca mi saltano i nervi. Non si può sentire una svenduta al miglior offerente (ogni riferimento allo speculatore Soros è del tutto casuale) impartire lezioni di risparmio al governo italiano. Una che girava per l’Italia con la pompetta in mano, che ha fatto scioperi della fame per legalizzare droghe, per privatizzare aziende statali, per approvare riforme genocide e per altre schifezze che hanno riportato l’Italia indietro di 50 anni.

Se fossimo un paese normale l’avremmo già processata per tradimento verso la Patria, invece costei ora si atteggia a grande moralizzatrice dispensando opinioni e consigli non richiesti, e per di più coagulando intorno a sé il peggio del peggio dell’intellighentzia bocconania, radical-chic e finto-terzomondista. 

Ma come si fa a dare credito a una che da un giorno all’altro rimette nello sgabuzzino la pompa della bicicletta per sposare battaglie umanitarie, terzomondiste ed immigrazioniste? I feti di 4, 5, 6 mesi e oltre non erano forse vite umane quanto lo sono i bambini dei migranti?

Come è potuto succedere che l’Italia, paese che ha dato i natali a Virgilio, Dante, Leonardo da Vinci e altri grandi artisti e intellettuali, abbia cullato gente che per decenni ha lavorato contro il suo stesso popolo, contro la

 

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FINANZA BANCHE ASSICURAZIONI

Lo spread

Fernando Rossi 13 10 2018

 

Berlusconi, Letta, Renzi e Gentiloni), ma se un contraddittore li smentisce, allora saltano dall’altra parte e accusano Lega e 5 Stelle di non aver mantenuto gli impegni su Reddito di cittadinanza, Rottamazione Fornero, Flat Tax, ecc., cercando in tutti i modi di dividerli per far cadere il Governo. Questa nota di Vincenzo Zamboni aiuta a capire quanto sono ridicoli e in mala fede:

” Ma, su 1600 miliardi di bilancio pubblico si destinano 36,7 miliardi allo sviluppo, e si scatena tutto il pandemonio dei mass media mainstream aizzati dai plutocrati euroinomani contro la regolare maggioranza di governo democraticamente eletta dal popolo sovrano ?

Questo è assolutamente un delirio, specialmente da parte di chi

 

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Unione Europea. Una oligarchia non eletta da nessuno

Lisa Stanton 12 10 2018

“Non esiste alcuna evidenza che la flessibilità dei tassi di cambio riduca la crescita del commercio internazionale”

ALBERTO ALESINA (1/101)

“Nel 1998 solo io e Cesare Romiti dicevamo che l’euro era una follia. Oggi siamo in compagnia più varia. L’euro è uno sbaglio e basta. La nostra economia non è adatta ad una moneta forte come l’euro”

GEMINELLO ALVI (2/101)

“La BCE, se non appartiene ad uno Stato, non può assolvere alla stessa funzione cui assolve un’altra qualsiasi banca centrale; che quando lo Stato lo decide diventa il pagatore senza limiti di ultima istanza”

GIULIANO AMATO (3/101) 

“Venuta meno la possibilità di svalutare la moneta, i paesi della zona euro che tentano di recuperare competitività sul versante dei costi devono ricorrere alla svalutazione interna (contenimento di prezzi e salari)”

LAZSLO ANDOR (4/101)

“Chi come me ha scritto il Trattato di Maastricht, lo ha fatto in modo tale che uscirne fosse impossibile. Abbiamo cioè attentamente dimenticato di scrivere l’articolo che permettesse di uscirne. Non è stato molto democratico”

JACQUES ATTALI (5/101)

“L’unico senso che può avere oggi un libro sull’euro non è

 

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GIUSTIZIA E NORME

Non solo Cucchi. Perchè il sistema carcerario non funziona

14/10/2018

Il caso di Stefano Cucchi e quello della detenuta di Rebibbia che ha lanciato la figlioletta dalle scale uccidendola all’istante hanno rilanciato l’annoso problema del sistema carcerario italiano. La retorica illuminista di Voltaire sosteneva che “la civiltà di un paese si giudica dalle condizioni delle sue carceri”. A fargli eco Cesare Beccaria, Fedor Dostoevskij e molti altri. Chi scrive, invece, ha sempre ritenuto che il problema del disagio sociale risieda nel sistema economico, ma senza dubbio il nostro sistema carcerario è uno dei peggiori del mondo, sia per l’obsolescenza delle strutture che per i pessimi risultati in termini di funzione riabilitativa della pena.

Propongo allora un abstract di Lucrezia Cadamuro, studiosa del sistema carcerario e nel 2017 volontaria nell’Istituto penitenziario di Granollers vicino Barcellona. Vi trovate costi per la collettività e modelli rieducativi a confronto perchè prima di giudicare (anche i Cucchi, anche le “guardie”), occorre conoscere. (QUI, lo studio completo scaricabile gratuitamente).

Il Diritto di Punire ed il Carcere

di Lucrezia Cadamuro

Le dinamiche tipiche del carcere portano notevole difficoltà nel reinserimento nel tessuto sociale al termine della pena, contando che in Italia, dei 130 € che lo stato italiano spende quotidianamente per detenuto, solo 5,46 € sono riservati ad investimento nel percorso di rieducazione e reinserimento. Tra l’altro si conta che, all’interno del carcere, per ogni singolo agente di polizia, vi siano 150 detenuti da sorvegliare. Solo il 23% delle persone detenute partecipa ad un corso scolastico di qualsiasi grado. Per di più, nell’ultimo anno, solo il 31,95% dei detenuti delle nostre carceri ha lavorato, di cui l’82% impegnato in servizi interni all’istituto. I cosiddetti educatori, che seguono il percorso personale ed educativo dei detenuti per il loro successivo reintegro nella società, sono circa il 35% in meno dei 1376 previsti. I mediatori culturali, invece, nelle carceri italiane sono 223, ossia pari a 1,13 ogni cento detenuti stranieri. Wacquant definì nel Duemila il

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CASO CUCCHI: QUANDO LA VIOLENZA TARDA AD ADEGUARSI

Mauro Mellini – 12 ottobre 2018

Il caso del giovane drogato, assassinato dai Carabinieri che lo avevano in custodia, con un brutale pestaggio è episodio che, da una parte ci impone di prendere atto che nel nostro sistema giudiziario e nella prassi delle Forze dell’Ordine del nostro Paese certi episodi di barbarie sono oramai eccezionali e trovano anche una sia pur tardiva e difficile repressione.

Dall’altra esso ci ammonisce che la barbarie della tortura giudiziaria è dura a scomparire, che fino a ieri è stata assolutamente “normale” nelle nostre Caserme e nei nostri Commissariati e che del pari “normale”, anziché la repressione di essi era la repressione di ogni aperta denuncia del triste fenomeno da parte della Magistratura che avrebbe dovuto ad essi rigorosamente

 

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LAVORO PENSIONI DIRITTI SOCIALI

“Working poor” all’americana: credito d’imposta che non disincentiva il lavoro

Dal 1975 esiste l’EITC: è un assegno calibrato a beneficio dei lavoratori a reddito medio e basso, in particolare quelli con figli

di Mario Seminerio – Il Fatto Quotidiano

Mentre in Italia si dibatte su un improbabile reddito di cittadinanza che, ove mai vedesse la luce, finirà ad essere un sussidio di fatto incondizionato ed un disincentivo all’offerta di lavoro, ci sono paesi che da molto tempo hanno cercato di supportare i cosiddetti working poor, chi lavora ma percepisce un reddito talmente basso da esporre al rischio povertà.

Negli Stati Uniti, dal 1975 esiste l’Earned Income Tax Credit (EITC), un credito d’imposta rimborsabile, che quindi arriva anche ai cosiddetti incapienti sotto forma di assegno, calibrato a beneficio dei lavoratori (inclusi gli autonomi) a reddito medio e basso, in particolare quelli con figli. Ai beneficiari, oggi circa 28 milioni di persone, viene assegnato un importo pari ad una percentuale dei loro redditi di lavoro sino ad un tetto, oltre il quale l’erogazione resta stabile per un intervallo di reddito, per poi ridursi progressivamente sino ad azzerarsi tra 39 mila e 48 mila dollari, per chi ha figli.

Nel 2017, l’importo massimo annuo ottenibile da una famiglia con un figlio era di 3.400 dollari, mentre saliva a poco più di 6 mila per tre o più figli a carico. Il lavoratore senza figli ha diritto ad un importo annuo di soli 510 dollari, perde il beneficio già intorno ai 15 mila dollari e deve inoltre avere il requisito aggiuntivo di un’età compresa tra 25 e 64 anni, vincolo che non si applica a chi ha figli.

Gli studi sin qui compiuti mostrano che l’EITC incoraggia al lavoro soprattutto i primi percettori di reddito, il cosiddetto capofamiglia, e parrebbe avere un lieve effetto di disincentivo per il coniuge a minor reddito in una coppia. Nel complesso, tuttavia, l’aumento di offerta di lavoro derivante dall’erogazione prevale sul calo di partecipazione al mercato del lavoro da parte del secondo percettore di reddito di una coppia.

L’EITC si è sin qui dimostrato una misura efficace di contrasto alla povertà, soprattutto infantile, senza deprimere l’offerta di lavoro, aiutando soprattutto le madri single. Uno studio stima che nel 2013 l’EITC e la sua misura gemella, Child Tax Credit, hanno tolto dalla povertà 9,1 milioni di americani, di cui quasi 5 milioni sono bambini.

Il costo di queste misure è pari al 3% della spesa federale, lo 0,7% del Pil, circa

Continua qui: https://phastidio.net/2018/10/08/working-poor-allamericana-credito-dimposta-che-non-disincentiva-il-lavoro/#more-15827

 

Saskia Sassen, globalizzati ed espulsi 

Globalizzazione ed espulsione: in due libri della sociologa ed economista statunitense le chiavi di accesso per comprendere fenomeni uniti e distanti

di Davide D’Alessandro – 12 ottobre 2018

filosofeggiodunquesono@gmail.com

Rileggo Una sociologia della globalizzazione (Einaudi, 2008). Saskia Sassen affronta in tutta la sua complessità il fenomeno della globalizzazione, considerato in una prospettiva innovativa, non riconducibile esclusivamente al tema dell’interdipendenza. Non si limita a un apprezzamento delle istituzioni globali per definizione, quali le Nazioni Unite, l’Organizzazione Mondiale del Commercio, il Fondo Monetario Internazionale, né riserva prioritariamente l’attenzione agli stati nazione, nel ruolo di attori esclusivi operanti nel quadro del sistema delle relazioni internazionali. Utilizzando categorie analitiche aggiornate, promuove una riconfigurazione degli elementi portanti della globalizzazione, che permette di superare la contrapposizione tradizionalmente accettata, nazionale/globale e locale/globale.

Da questa angolazione particolare deriva l’originalità dello studio che, attingendo ampiamente, anche se criticamente, alle ricerche nel campo delle scienze sociali, permette all’autrice di portare avanti con successo la propria linea di interpretazione e di analizzare i processi e le formazioni, localizzati in ambiti nazionali e subnazionali, caratteristici del rapporto di interazione stabilitosi con le dinamiche globali. Ne consegue l’individuazione delle reti transnazionali e dei mezzi di collegamento, che sostengono l’articolato sistema di relazioni multidimensionali venutosi a creare nei rapporti che riguardano paesi e località. Sono esempi di questa realtà e, in quanto tali, vengono esaminati in una serie di capitoli particolari: le comunità transnazionali, le migrazioni etniche, le città globali, i centri e le istituzioni finanziarie e le catene di merci globali. Soggetti che, alla luce del riposizionamento dello Stato-nazione, operano come attori di primo piano nel contesto del processo glocal affermatosi sul piano mondiale.

Contributo fondamentale al dinamismo della globalizzazione viene fornito dalla rivoluzione digitale, la cui funzione, nel promuovere informazione e comunicazione, riveste un’importanza politica e culturale, oltre che economica, di prima grandezza. Una sociologia della globalizzazione indaga sulla costante interazione sussistente tra quanto avviene nei grandi apparati e fenomeni internazionali e quanto si verifica a livello delle unità di vita locali, dei sistemi di auto-organizzazione delle microcomunità, nazionali e non. Secondo Sassen, il globale trascende gli stati nazionali ma risiede, almeno in parte, nel nazionale. La globalizzazione, dunque, pone una seria sfida alle scienze sociali per una duplice ragione: perché non fa dello Stato-nazione il contenitore del processo sociale, perché annulla la corrispondenza tra nazionale e territorio nazionale.

L’autrice, quindi, vede la globalizzazione non solo nei classici termini di interdipendenza e istituzioni globali, ma anche di nazionale. È un’interpretazione complessa, che parte da una definizione di globalizzazione e comprende due insiemi di dinamiche: “Uno riguarda la formazione di istituzioni e processi esplicitamente globali, quali il WTO, i mercati finanziari globali, il nuovo cosmopolitismo, i tribunali internazionali dei crimini di guerra. Pratiche e forme organizzative per il cui tramite tali dinamiche costituiscono ciò che si ritiene globale per eccellenza […]. Il secondo insieme di dinamiche comprende processi la cui scala non è, necessariamente, un tale livello di globalità, ma che fanno parte della globalizzazione. Processi che avvengono all’interno di territori e domini istituzionali che sono stati

 

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LA LINGUA SALVATA

Cancan

  • can-càn

SIGNChiasso, baccano, clamore; ballo vivace in voga nei varietà della seconda metà dell’Ottocento

nei primi significati dal francese cancan, che è dal latino quamquam ‘quantunque, benché’; nell’ultimo, probabilmente variante infantile di canard ‘anatra’.

Su molti dizionari il cancan-chiasso e il cancan-ballo sono annoverati come voci separate; ed è vero che sono due parole diverse con due etimolgie diverse, ma è anche assai probabile che si siano influenzate. E chi può negare di averle catalogate insieme, visto che il cancan è un gran cancan? Ma andiamo con ordine.

Se fossimo studenti del Cinquecento ci toccherebbero le dissertazioni in latino; e volendo darci un tono, inizieremmo declamazioni e controversie con un sussiegoso quamquam, un ‘benché’, un ‘quantunque’. Proprio da questa matrice scolastica scaturisce il primo cancan: una pronuncia addomesticata alla francese di quamquam, che da esordio più che ricorrente delle dissertazioni degli studenti è passato a indicare anche quelle controversie non su cui discettavano, ma su cui si prendevano davvero – diventando la

 

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https://unaparolaalgiorno.it/significato/C/cancan?utm_source=newsletter&utm_medium=mail&utm_content=parola&utm_campaign=pdg

 

 

PANORAMA INTERNAZIONALE

Onfray: Besson, evasori e lacchè. L’oscena corte di Macron

Scritto il 11/10/18

Vostra Altezza, Vostra Eccellenza, Vostra Serenità, Mio caro Manu, Mio Re, la stampa ha da poco riferito che tu hai nominato un mascalzone per rappresentare la nazione a Los Angeles. E, unico titolo di nobiltà diplomatica, dicono le malelingue, i gelosi e gli invidiosi, sarebbe un libro agiografico sulla tua campagna presidenziale. Al di fuori di questo fatto d’armi, tanto poco noto che nessuno ne conosce il titolo, la tua penna è una di quelle che si trovano nelle parti meno nobili della professione: il coccige, poiché è quella che manifesta più sovente il carattere inerente alla comunicazione istituzionale: la prosternazione. Da Sartre a BHL presso Sarko (dopo Mao), da Aragon a André Glucskmann presso lo stesso Sarko (anche lui dopo Mao), da Drieu de La Rochelle a Sollers presso Balladur (parimenti dopo Mao), da Brasillach a Kristeva presso il Bulgaro Jivkov (anche lei dopo Mao), gli ultimi cento anni ne hanno visti di scrivani dotati… per la genuflessione politica! Philippe Besson rientra in questa vecchia categoria dei valletti di penna, ma sappiamo ormai in che tipo di piumaggio risulti rilevante questo giovane uomo. Questo tipo di penna non è quello dei più talentuosi ma quello dei più venduti – io parlo dell’uomo, non dell’autore.

Manu, possiamo comprendere che, tu che ami le lettere, abbia voglia delle moine provenienti dagli scrittori che segneranno più direttamente il secolo e di entrare nell’Empireo quando sarai ridivenuto banchiere. Ma se questo secolo deve essere segnato da te, non sarà un grande peccato se sarà segnato anche da Besson il piccolo (da non confondere con Besson il Grande, lo scrittore, Patrick, né con Besson campionessa di atletica, Colette, o anche con Eric, il traditore passato da Ségolène a Sarkozy in piena campagna presidenziale, o infine con il Minimeo, Luc). Prima di essere un lacché, Besson il Piccolo è stato direttore delle risorse umane presso Laurence Parisot, presidente di Medef (Confindustria francese), ma anche autore di sceneggiature per serie televisive, quindi Cavaliere delle Arti e delle Lettere. Ne conveniamo, tutto questo legittima l’affermazione di Arlette Chabot, che faceva editorialismo politico in televisione quando questa era ancora in bianco e nero e aveva un solo

 

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La Gran Bretagna è uno stato falso più di qualunque altro

Da RedazioneOtt 11, 20188 Commenti

Regina Elisabetta

di  Grete Mautner (*)

Le menzogne ​​palesi sono state per molto tempo caratteristiche del sistema politico britannico. I metodi collaudati di Whitehall per manipolare il pubblico in generale sono usati per distrarre l’attenzione da argomenti cruciali. Ma quello che è ancora più curioso è che, accanto ai bunker di Whitehall, dove escogitano le loro definizioni per tali manipolazioni, c’è persino un termine per questo tipo di propaganda. La chiamano un “termine d’arte” (term of art).

Non sarebbe una sorpresa se si ricordasse che le moderne oligarchie britanniche sono nate dai proprietari di schiavi di ieri e dai pirati d’alto mare, per i quali l’inganno non era altro che uno strumento del loro mestiere. Non dobbiamo dimenticare che milioni di persone sono morte nelle guerre scatenate dal Regno Unito.

Si può ricordare che solo una manciata di nativi della Tasmania sfuggirono dall’essere massacrati dagli inglesi nel diciannovesimo secolo. In meno di due decenni di presenza militare britannica nel Bengala, la popolazione della regione è diminuita di quasi 20 milioni di persone – che costituisce più della metà della popolazione indigena della regione.

E non sembra che le cose siano cambiate molto nel modo in cui Londra opera sul palcoscenico internazionale, poiché continua a esprimere le sue dubbie accuse contro Mosca per il suo presunto coinvolgimento nell’incidente di Salisbury. In precedenza, avrebbe cercato di impedire agli appassionati di sport britannici di recarsi in Russia per partecipare alla Coppa del Mondo FIFA 2018 sostenendo che si trattava di un luogo terribile e pericoloso da visitare. Di sicuro, quelle accuse sono state smentite da quei fan che hanno osato fare un viaggio, ma nessuna scusa è stata offerta alla Russia da Londra.

Ma perché preoccuparsi di presentare i fatti prima di esprimere qualsiasi accusa vera e propria, se il Telegraph potrebbe anche annunciare che l’ amministratore delegato della BP è stato avvelenato in un complotto ritenuto orchestrato dai servizi di sicurezza russi.

Per fornire a questa pubblicazione un po’ di credibilità, i media avrebbero presentato “rivelazioni” fatte dall’ex dipendente di BP Illya Zaslavsky, che ha annunciato che le élite russe volevano rimuovere Bob Dudley dalla posizione di capo gruppo esecutivo della BP con un “avvelenamento lento”. “Lui da avvelenare con i cibi. L’unico problema con le affermazioni di Zaslavsky è che Dudley stesso è perfettamente in salute e continua a lavorare in stretta collaborazione con la Russia. Di fatto, dopo aver visitato Mosca lo scorso febbraio, Dudley ha descritto i suoi contatti con la russa Rosneft come eccezionali, nonostante l’aggravarsi delle tensioni geopolitiche nel mondo.

Nel suo tentativo di fornire ai cittadini britannici informazioni ancora più false, il Guardian a sua volta pubblicherà un articolo pieno di accuse secondo cui Mosca avrebbe in qualche modo discusso con i rappresentanti di Julian Assange la sua assistenza nel suo piano di fuga. Tuttavia, queste affermazioni non sono state confermate da nessuno altrettanto bene.

Tuttavia, le fonti dei media britannici non sono le uniche ad essere impegnate in campagne di disinformazione, come il segretario agli esteri britannico Jeremy Hunt il quale ha recentemente dichiarato a Sky News di avere avuto una discussione “dura” con il suo omologo russo Sergei Lavrov a margine di un Vertice delle Nazioni Unite a New York. Secondo Hunt, ha accennato a Lavrov che c’è un’alta probabilità di uno scontro militare diretto tra Russia e Regno Unito, aggiungendo che Mosca pagherebbe un alto prezzo diplomatico per le sue presunte cattive azioni. L’unico problema con queste affermazioni è che non c’è stato un incontro diretto tra Lavrov e Hunt durante il recente vertice ONU a New York, cosa che è stato ufficialmente confermata dal ministero degli Esteri russo.

Dovremmo essere sorpresi dall’ossessione delle élite britanniche con tutte le cose false, se la regina Elisabetta II ha una macchina che agita le mani in modo falso quando il suo braccio si stanca per gli impegni reali. Quindi, non deve stupire nessuno che, per sostenere le sue bugie, il governo britannico impieghi migliaia di persone direttamente nella propaganda e attività correlate per distorcere e ingannare.

Ma, francamente, se hai intenzione di iniziare le guerre usando qualche finto pretesto, puoi anche combatterle con armi finte. Pertanto, lo strumento ADE 651 di fabbricazione britannica, che Londra esorta gli altri a usare per scannerizzare oggetti personali dei jihadisti, dovrebbe aiutare gli specialisti di esplosivi a rilevare ogni sorta di esplosivo e metalli preziosi da una distanza abbastanza lunga usando un’antenna telescopica. Tuttavia, è improbabile che il dispositivo reale contenga schede elettroniche al suo interno – nel migliore dei casi, è un’imitazione di uno scanner. Ma questo non ha impedito alla Gran Bretagna di spingere questo prodotto sul mercato internazionale ad un prezzo di 60 mila dollari al pop. Il governo iracheno, in particolare, ha acquisito più di 1.500 unità di ADE 651 per le esigenze della sua polizia federale e dei militari, poiché questi corpi sono impegnati in pesanti attività antiterroristiche in ogni momento. ADE 651 è il frutto della società britannica ATSC, e il suo inventore James McCormick è attualmente al servizio da dieci anni in carcere. Per peggiorare le cose, i militanti di varie organizzazioni terroristiche sono consapevoli delle proprietà di questo know-how britannico e continuano a prendersi gioco delle agenzie di

 

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Relazioni internazionali: la quiete prima di quale tempesta?

di Thierry Meyssan

Tutte le questioni internazionali sono in sospeso in attesa delle elezioni statunitensi. I partigiani del vecchio ordine internazionale puntano su un cambiamento di maggioranza al Congresso e su una destituzione rapida del presidente Trump. Se l’ospite della Casa Bianca rimarrà al suo posto, i protagonisti della guerra contro la Siria dovranno ammettere la sconfitta e trovare nuovi campi di battaglia. Viceversa, se Trump perderà le elezioni il Regno Unito rilancerà immediatamente il conflitto in Siria.

RETE VOLTAIRE | DAMASCO (SIRIA) | 9 OTTOBRE 2018

a fase attuale, che è iniziata con la reazione della Russia alla distruzione del suo Ilyushin-20 e che si protrarrà fino alle elezioni legislative statunitensi del 6 novembre prossimo, è incerta. Tutti i protagonisti della guerra in Siria aspettano di sapere se la Casa Bianca potrà continuare la politica di rottura con l’attuale ordine internazionale o se il Congresso passerà nelle mani dell’opposizione e darà immediatamente inizio alla procedura di destituzione del presidente Trump.

Le origini della guerra

È ormai chiaro che il progetto iniziale di Stati Uniti, Regno Unito, Israele, Arabia Saudita e Qatar non si realizzerà, così come non si realizzeranno i progetti di Francia e Turchia, due potenze entrate in un secondo tempo nella guerra contro la Siria.

Dobbiamo avere presente non in che modo abbiamo appreso l’inizio degli avvenimenti, bensì ciò che abbiamo scoperto in seguito. Le manifestazioni di Deraa ci furono presentate come una «rivolta spontanea» contro la «repressione di una dittatura»; oggi sappiamo che invece furono a lungo preparate [1].

Dobbiamo anche smettere di credere che i membri di una Coalizione, benché uniti per conseguire il medesimo obiettivo, condividano anche la stessa strategia. Quale che sia l’influenza dell’uno o dell’altro, ogni Stato custodisce la propria storia, persegue i propri interessi e i propri scopi di guerra.

Gli Stati Uniti miravano alla distruzione delle strutture statali del Medio Oriente Allargato, secondo la strategia dell’ammiraglio Arthur Cebrowski [2]. Si appoggiavano al Regno Unito che, da parte sua, metteva in atto la strategia di Tony Blair, finalizzata a insediare nella regione i Fratelli Mussulmani [3]; nonché su Israele, che s’ispirava alla strategia di egemonia regionale d’Oded Yinon [4] e di David Wurmser [5].
Le armi furono depositate anticipatamente dall’Arabia Saudita nella moschea Omar di Deraa [6] e il Qatar inventò la storia dei bambini cui erano state strappate le unghie.

All’epoca, l’Arabia Saudita non cercava né d’imporre una nuova politica alla Siria né di rovesciare il governo siriano. Riad voleva esclusivamente impedire che alla presidenza ci fosse un non-sunnita. Per una strana evoluzione storica, i wahabiti, che due secoli prima consideravano sunniti e sciiti entrambi eretici e incitavano a sterminarli se non si fossero pentiti, si atteggiano ora a difensori dei sunniti e persecutori degli sciiti.

Quanto al piccolo emirato del Qatar, voleva rivalersi per l’interruzione del progetto di gasdotto in Siria [7].

La Francia, che avrebbe dovuto partecipare alla congiura in virtù degli accordi di Lancaster House, fu tenuta in disparte per le inaspettate iniziative prese in Libia. Il ministro degli Esteri, Alain Juppé, tentò di spingere la Francia a unirsi ai complottisti, ma l’ambasciatore francese a Damasco, Eric Chevallier, che essendo sul posto poteva constatare la distorsione dei fatti, tirava il

 

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SCIENZE TECNOLOGIE

Vaccini in commissione

Lisa Stanton 12 10 2018

 

Mentre in Commissione Sanità del Senato si discute del famigerato DDL 770, Glaxo GSK, Ricciardi, Burioni e tutti quelli di area NFA propongono l’obbligo dell’antiinfluenzale 2018/19 per gli over 60.

Quest’anno sono meno di 10 miliardi con i vaccini “economici”, finalizzati a garantire la sostenibilità del sistema  sanitario.

Le balle sui vaccini “economici” le conoscete:

 

  1. Non funzionano al 100%. Gli antinfluenzali max circa 35%.
  2. È prevista la rivaccinazione ogni 1-2-10 anni, quindi occorre moltiplicare la spese x8 (il vaccino antipertosse, ad esempio, ha un’efficacia max di 2 anni).

 

Anche i vaccini antinfluenzali hanno controindicazioni, basta leggere i bugiardini. Poi nel loro caso il vaccino si basa sull’influenza dell’anno precedente, quindi potete immaginarne l’efficacia.

E se si parla di obbligo vaccinale e relative sanzioni entrano in gioco le libertà individuali. Infatti il pur fondato sospetto che questa spinta ai vaccini sia fatta per ragioni puramente commerciali non elimina la certezza che nel momento in cui accetti il principio che si può obbligare una popolazione intera ad immettere in corpo qualche sostanza per legge, hai abbattuto una barriera enorme

 

Continua qui: https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=2109684192383179&id=100000248554468

 

 

È arrivata subito l’Inquisizione de Lascienza.

Lisa Stanton 1210 2018

 

Emergenza salute a Bologna. Nel 2018 decine di migliaia di bambini portati d’urgenza in pronto soccorso. L’allarme dei medici dell’ISS: “Colpa delle basse coperture”. Burioni “Tutti devono vaccinarsi”

 

Avete letto dove è successo? A Bologna.

Sapete chi è il Presidente dell’ordine dei Medici? Sapete che la prossima settimana è prevista la sua audizione in Commissione Sanità al Senato? Lo sapete che è una balla, degna del nostro imbonitore nazionale?

Nel richiedere i dati ufficiali, i medici (non Burioni) hanno infatti scoperto che gran parte di quei 60 casi in 10 anni (non 9 mesi) non riguardava malattie esantematiche e che praticamente la totalità dei bambini in età scolare (oltre il 92%) aveva fatto l’esavalente “consigliato”. Ciò comprova che quel vaccino non è efficace per le esantematiche, mentre sappiamo per certo che provoca altri danni.

Continuare a correlare l’aumento insolito di morbillo del 2017 alle basse coperture pediatriche è falso perchè la correlazione non esiste, e significa perseverare nell’ignoranza della dinamica del morbillo di cui ho ampiamente parlato.

Non solo: il prof. Pizza non ha mai scritto nella prefazione ad “Immunità di legge” la frase riportata dall’imbonitore Burioni nella richiesta di dimissioni e scegliere la falsificazione plateale rivela la bassa considerazione del Burioni del proprio fanclub e la sua evidente manipolabilità.

L’Italia ha visto di peggio: nel 1979 Tina Anselmi, ministro della Sanità, decide il ritiro dal mercato di migliaia di farmaci che una commissione tecnica ha appena giudicato pericolosi. Da lì a poco, viene avvicinata da un esponente di Big Pharma che le offre 35mld di lire in valuta straniera presso una banca svizzera, perché ritiri quel provvedimento.

Il mattino dopo, la Anselmi rende pubblico questo tentativo di corruzione ma trascorsi pochi giorni, la sua auto salta in aria: per pura coincidenza, la senatrice democristiana si salva ma, dopo alcune settimane, viene rimossa dall’incarico.

Dopo circa dieci anni, nel 1990, la Smith-Kline del gruppo Beecham, unica produttrice mondiale del vaccino Energix B che pretende di prevenire l’epatite B ed intende realizzare un piano di vaccinazioni garantito sui bambini italiani, versa in segreto la somma di 600 milioni di lire all’allora ministro della Sanità De Lorenzo solo per apporre una firma di approvazione ministeriale al fine di rendere non più facoltativa, ma obbligatoria la vaccinazione. Ma De Lorenzo viene sorpreso ed arrestato: la stessa sorte capita al suo DG Poggiolini, che aveva moltiplicato per 100 quella attività.

https://www.informarexresistere.fr/offrirono-35-miliardi-al-ministro-della-sanita-tina-anselmi-lei-rifiuto-poi-lattentato/

 

E’ il tempo in cui si tacciono le migliaia di morti all’anno per infezioni ospedaliere,

 

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Fungo mostruoso nel cuore di una foresta

Pesa 400mila kg ed è grande come 50 campi da calcio

 

Fungo antichissimo – Armillaria gallica – (in foto: Credit: Dan Molter)

Il fungo mostruoso vive nel sottosuolo di una foresta del Michigan (Stati Uniti) e appartiene alla specie Armillaria gallica, un “chiodino” commestibile. Fu scoperto alla fine degli anni ’80, ma grazie a nuove analisi sono state aggiornate le sue affascinanti caratteristiche. Si stima abbia 2.500 anni e si estende per ben 370mila metri quadrati, dettagli che lo rendono uno degli organismi più antichi e grandi del nostro pianeta

Nel sottosuolo di una foresta del Michigan, negli Stati Uniti, vive un fungo colossale molto più grande e vecchio di quanto sospettato in precedenza. Quando fu scoperto alla fine degli anni ’80 del secolo scorso, gli scienziati stimarono un’età di 1.500 anni, un peso di 100mila chilogrammi e un’estensione di 120mila metri quadrati, circa 30 acri (12 ettari). Caratteristiche davvero “mostruose”, che rendevano questo fungo appartenente alla specie Armillaria gallica – un cosiddetto chiodino – uno dei più grandi e antichi organismi viventi sulla Terra.

Un gruppo di ricerca internazionale guidato da studiosi delle università di Toronto e del Missouri è tornato ad analizzare il gigante sepolto nella foresta di Crystal Falls, e dalle nuove analisi condotte sia in loco che in laboratorio ha determinato che il fungo è ancora più incredibile. Secondo gli studiosi guidati dal professor James B. Anderson il fungo pesa infatti ben 400mila chilogrammi e

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