NOTIZIARIO STAMPA DETTI E SCRITTI 31 AGOSTO 2019

https://perigeion.wordpress.com/2015/09/13/lautorit-si-espia/

NOTIZIARIO STAMPA DETTI E SCRITTI 31 AGOSTO 2019

A cura di Manlio Lo Presti

Esergo

Fra tutte le doti umane

una delle migliori è

la curiosità.

LUCIANO DE CRESCENZO, I pensieri di Bellavista, Mondadori, 2005, pag. 179

 

http://www.dettiescritti.com/

https://www.facebook.com/Detti-e-Scritti-958631984255522/

 

Le opinioni degli autori citati possono non coincidere con la posizione del curatore della presente Rassegna.

 

Tutti i numeri dell’anno 2018 e 2019 della Rassegna sono disponibili sul sito www.dettiescritti.com

 

 Precisazioni

 

 www.dettiescritti.com è un blog intestato a Manlio Lo Presti, e-mail: redazionedettiescritti@gmail.com 

Il blog non effettua alcun controllo preventivo in relazione al contenuto, alla natura, alla veridicità e alla correttezza di materiali, dati e informazioni pubblicati, né delle opinioni che in essi vengono espresse. Nulla su questo blog è pensato e pubblicato per essere creduto acriticamente o essere accettato senza farsi domande e fare valutazioni personali. 

 

Le immagini e le foto presenti nel Notiziario, pubblicati con cadenza pressocché giornaliera, sono raccolte dalla rete internet e quindi di pubblico dominio. Le persone interessate o gli autori che dovessero avere qualcosa in contrario alla pubblicazione delle immagini e delle foto, possono segnalarlo alla redazione scrivendo alla e-mail redazionedettiescritti@gmail.com 

La redazione provvederà doverosamente ed immediatamente alla loro rimozione dal blog.

 

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

SOMMARIO

 

Il Golem dell’unione europea

Migranti, la nave Eleonore carica di migranti dichiara lo stato di emergenza e si dirige verso Pozzallo

Ladri di democrazia: contro il popolo, per svendere l’Italia. 1

Sapelli: siamo spacciati, a Roma nasce il governo Macron. 1

Lutto per l’Italia, ostaggio di Grillo. E l’Europa ci guarda. 1

Atene sotto ricatto perenne: il Governo cede all’Ue e facilita i pignoramenti delle prime case per avere un miliardo di profitti sui suoi bond. 1

Giorgio De Chirico: una grande mostra a Palazzo Reale

RICORDATE GLI ANNI ALLEGRI DEI PANAMA PAPERS?. 1

Perché non stai con il bambino?

Prima i ricercatori neri. Trionfi la giustizia citazionale! 1

Quando gli intellettuali firmavano per Battisti 1

Fine governo 5Stelle, con la donazione organi firmata dalla Grillo. 1

Eutanasia, adozioni gay, droghe leggere: l’agenda della Cirinnà per il governo giallorosso. 1

RUSSIA ED ERDOGAN SULL’ORLO DI UNA GUERRA. 1

CINA: DRONI SOTTOMARINI “INTELLIGENTI” E MANEGGEVOLI COME AEREI 1   

La potenza della volontà sul passato come fondamento dell’eterno ritorno

Del Noce: “Quel nichilismo gaio che oggi ha il suo simbolo nella omosessualità”. 1

ITALIA: VERSO LA RINUNCIA AD UNA DIFESA NAZIONALE. 1

Migranti, “Vera tratta di essere umani gestita da organizzazioni criminali”. 1

Gli europei devono farsi la domanda più fondamentale sul loro futuro: NE HANNO UNO? 1

“GO HOME”, LA POLITICA È HORROR. 1

L’illusione monetaria dei keynesiani all’italiana 1

Sulle banche la Germania fa come vuole, ecco come sta fregando i partner dell’euro 1

Di Matteo: ”Assordante silenzio della politica su mafia e stragi” 1

Commissario Ue Oettinger dà benvenuto a governo italiano “pro-Europa” 1

Atlantismo e no. 1

“L’altra Brexit. Geopolitica & Affari”. 1

Piattaforma Rousseau: cos’è e come funziona il voto. 1

La manina yankee. 1

Il Conte Zelig

Un fondamentale trattato di antropologia. 1

Governo, Boschi: mandato chiaro a Zingaretti, 1

Grillini, la metamorfosi è compiuta: ecco il mostro 5 Stelle 1

Addestrare i cani poliziotto costa: e in Cina li clonano per risparmiare tempo e soldi 1

 

 

EDITORIALE

Il Golem dell’unione europea

Manlio Lo Presti – 2 settembre 2019

Prosegue, un poco più stancamente, la sceneggiata della crisi di governo italiana, orchestrata dai piani alti dell’europa comunitaria a trazione anglofrancotedesca per riutilizzare il Golem come capo di una coalizione di governo contraria a quella da lui diretta poco tempo fa. Con una operazione che non è mai verificata nella storia di qualsiasi Paese del mondo, l’Italia ha dimostra di essere totalmente sottomessa e di essere il terreno di scontro della contesa degli interessi europei e americani. Fatto non nuovo da quando tutto ciò si verificò con le invasioni del Barbarossa, della Guerra dei Trent’Anni, ecc. ecc. ecc. ecc. ecc. ecc. ecc.

Il nostro Paese non deve riservare sorprese,

a maggior ragione per il fatto che è stato uno dei fondatori dell’europa unita con il Trattato di Roma del 25 marzo 1957 (*).

Per questo motivo, fortemente simbolico e politico,

gestione dell’Italia non è facile non può essere trattato sbrigativamente

con il metodo della macelleria sociale usata senza vergogna in Grecia dalla Troika.

 

Il paese-bersaglio (cioè noi) è ben più grande della Grecia e per trattarlo come tale, una via sarà quella di procedere ad una serie di secessioni territoriali.

Insomma, si procederà ad una balcanizzazione del territorio italiano in unità piccole e non in grado di finanziarsi autonomamente con una sufficiente tassazione interna. Lo staterello nato dalla balcanizzazione diventa così ostaggio degli organismi bancari europei e americani che utilizzeranno metodi di usura e di sciacallaggio delle risorse sperimentati in America Latina:

  • tassazione pesantissima e poi pignoramento delle case di proprietà,
  • risparmi da spostare con fusioni bancarie localizzate in germania o francia, come già avviene da tempo,
  • vendita forzata e sottocosto di imprese ancora valide,
  • disoccupazione e disordini sociali che giustificano l’istituzione dello STATO-DI-EMERGENZA-FATE-PRESTO
  • importazione massiccia di MIGRANTI-PAGANTI da utilizzare per due soldi al giorno nelle fabbriche: un metodo già sperimentato in passato nelle economie schiavistiche e in modo industriale – con l’aiuto efficacissimo della IBM (**) – nella germania nazista

Massacrare l’Italia con metodi “greci” evidenzierebbe il plateale fallimento dello spirito unitario europeo nato proprio in Italia, significherebbe mostrare lo spirito totalitario di un progetto di unificazione sotto la guida della germania aiutata dalla servile francia.

Un processo di progressiva annessione fondato esclusivamente

  1. a) sul terrorismo economico (lo Spread, le banche centrali, il rimprovero permanente di un debito che però fa comodo alle banche che ci guadagnano interessi),
  2. b) sul terrorismo etnico con le invasioni esplose casualmente da quando il nostro Paese ha cercato di costruire una propria politica estera a tutela dei propri interessi, sia pure nell’alveo dello spirito europeista CONDIVISO e non IMPOSTO DAL TERRORE.

Non era questo il principio fondativo della unione europea basata soprattutto e prioritariamente sul CONSENSO DEI POPOLI.

Non dico niente di nuovo se confermo la necessità di iniziare il processo unitario condiviso realizzando una architettura federale che rispetti le specificità nazionali da considerare una ricchezza culturale, tecnica ed economica e non un OSTACOLO AL PIALLAMENTO TOTALITARIO DETERMINATO DAL PANGERMANESIMO giustificato dalla martellante ripetizione di mantra monetari da tutelare ossessivamente e duramente con l’azione di una PSICOPOLIZIA autorizzata ad operare ciberneticamente la REPRESSIONE BRUTALE degli Stati-canaglia mediante L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE ORIENTATA AL PRE-CRIMINE, (****) agendo in tal modo, PRIMA che il dissenso si materializzi (***).

Il piano totalitario provocherà disordini sociali e la crescita del consenso elettorale a favore di gruppi politici di ispirazione identitaria che stanno intercettando da tempo la

paura delle popolazioni europee provocata da questo processo di annessione e non di unificazione condivisa portata avanti a colpi di accetta dal pangermanesimo che poi incolpa e criminalizza i capi di quei movimenti!!!!

Gli alti comandi europei e delle élites finanziarie globali vogliono accelerare la cosiddetta “unione” forzando la mano mediante il sagace e spietato immigrazionismo di massa che però rilancia il rigetto dei popoli che eleggono partiti spregiativamente definiti “populisti”.

Si tratta di una sequenza infernale di causa ed effetto nata inizialmente dallo strapotere della germania: un Paese che ha vinto dopo aver perso la Seconda guerra mondiale perché rimesso in piedi e potenziato dagli USA in funzione antirussa.

Sbagliò calcolo politico la francia di De Gaulle che pensava di incapsulare il colosso germanico dentro una gabbia istituzionale!

Il processo di unificazione è partito con un forte sbilanciamento a favore della germania risollevata e potenziata oltre misura dagli Stati Uniti che la utilizzarono come mastino contro l’Unione Sovietica.

Lo sbilanciamento a favore degli IMPERI CENTRALI si è aggravato con la unificazione delle due nazioni resuscitando lo spettro del PANGERMANESIMO tanto avversato – con lungimiranza – da inghilterra e francia.

 

P.Q.M.

 

Il processo di integrazione europea

  • non sarà né condivisa liberamente dai popoli interessati
  • non rispetterà le autonomie nazionali
  • cercherà di eliminare progressivamente le diversità e i confini che sono un ostacolo ai traffici delle aziende e ella finanza mondiale.

Gli alti comandi finanziari mondiali opereranno un giro di vite mediante:

  1. una crisi economica che porterà a oltre 150.000.000 i disoccupati nel continente,
  2. una centralizzazione delle autonomie economiche e finanziarie nazionali
  3. REPRESSIONE CENTRALIZZATA E DURISSIMA DEI DISORDINI SOCIALI PER DISOCUPAZIONE E CRISI ECONOMICA INDOTTA
  4. creazione di una PSICOPOLIZIA EUROPEA per la realizzazione in tempi rapidi del punto dei punti b e c
  5. creazione di una DIFESA EUROPEA, che non sia tuttavia superiore alla deterrenza USA,
  6. balcanizzazione degli Stati membri più recalcitranti con secessioni pilotate di unità territoriali piccole che siano poi gestite dal FMI, BCE, ecc. ecc. ecc. ecc. ecc. ecc. ecc. ecc.
  7. ondate crescenti di sbarchi di MIGRANTI-PAGANTI sulle nostre coste con centinaia di barchini-fantasma che centinaia di satelliti della CIA e della NSA non vedono mentre invece sono in grado di vedere l’orario riportato sui nostri orologi da polso e di verificare gli abusi edilizi per l’Agenzia delle entrate e per la Guardia di Finanza!!!!!

TUTTO CIO PREMESSO

La digressione storica è stata riportata schematicamente per non dare alcuna via di fuga ai numerosissimi e cinici finti tonti. In molti continuano per proprio comodo, a fare finta di non capire la pièce da commedia dell’arte recitata da attori di quarto ordine offerta al popolo bue italiota in questi giorni…

 

Ne riparleremo!

 

Note

 

 

 

 

IN EVIDENZA

Migranti, nave Eleonore carica di migranti dichiara stato di emergenza e si dirige verso Pozzallo

© AP Photo / Olmo Calvo

02.09.2019       INVASIONE SENZA FINE CONTRO L’ITALIA!

 

La nave Eleonore della ong Mission Lifeline con oltre 100 clandestini a bordo ha dichiarato lo stato di emergenza ed è entrata in acque italiane per dirigersi verso Pozzallo.

La nave Eleonore della ong tedesca Mission Lifeline con oltre 100 clandestini a bordo ha dichiarato lo stato di emergenza ed è entrata in acque italiane per dirigersi verso Pozzallo.

Recentemente l’imbarcazione si era vista respingere sia dalle autorità maltesi sia da quelle italiane, vedendosi costretta a restare bloccata in mare.

​”Dopo 8 giorni in attesa di un rifugio sicuro, dopo innumerevoli tentativi di convincere gli Stati a prendersi cura di 104 persone, stasera per gli altri ha deciso il meteo.

A causa della situazione pericolosa, ho dovuto dichiarare l’emergenza”, ha twittato il capitano della nave Claus-Peter Reisch.

https://it.sputniknews.com/italia/201909028044330-migranti-nave-eleonore-carica-di-migranti-dichiara-stato-di-emergenza-e-si-dirige-verso-pozzallo/?utm_source=push&utm_medium=browser_notification&utm_campaign=sputnik_it

 

 

 

 

Ladri di democrazia: contro il popolo, per svendere l’Italia

Scritto il 31/8/19

 

Costituzione alla mano, Mattarella avrebbe dovuto incaricare Salvini, come possibile primo ministro, già nel 2018: era il leader più votato della coalizione vincente, il centrodestra, e la legge elettorale imporrebbe appunto di premiare la coalizione, non il singolo partito. Lo afferma l’avvocato Marco Della Luna, brillante saggista euroscettico, nel denunciare lo “scippo di democrazia” ora attuato con il via libera all’osceno governo giallorosso, grazie al colpo di mano di Beppe Grillo che ha prima sabotato Salvini e l’esecutivo gialloverde e poi imposto ai parlamentari grillini di allearsi con il loro nemico storico, il Pd renziano. «Da Yalta a Biarritz la mano del padrone: Trump, Macron e Merkel vogliono il Conte bis e Mattarella lo incarica in sfregio alla volontà degli italiani, che vogliono votare», scrive Della Luna nel suo blog. «La maggioranza del popolo assiste impotente al turpe gioco della partitocrazia: due partiti che si erano presentati fino a ieri dichiarandosi tra loro incompatibili, ora, dopo essere stati sconfitti molte volte nelle ultime elezioni (politiche, amministrative, europee), con l’approvazione del Quirinale si coinciuciano allo scopo palese di tenersi il potere e di togliere alla gente la possibilità di essere rappresentata».

Peggio: gli usurpatori «si vogliono appoggiare non al consenso degli italiani, che non hanno, ma al sostegno interessato di FranciaGermania via Ue e Bce, di cui sono fiduciari». In questo modo «è stato fatto, contro la maggioranza degli italiani e con la dichiarata pretesa di imporre una “svolta” al paese, un governo che è costituzionalmente illegittimo e illegale, secondo l’ordinamento costituzionale», sostiene Della Luna. Il ruolo del presidente della Repubblica? Nella fase di consultazioni è quello di «verificare se il candidato premier abbia una maggioranza parlamentare e se questa corrisponda sostanzialmente alla maggioranza degli elettori, affinché non vi sia contrasto tra popolo e governo». Secondo l’avvocato, invece, «Mattarella ha tradito questo suo compito, poiché ha incaricato Conte pur sapendo benissimo che quasi il 70% degli italiani vuole votare e non vuole questo governo Pd-5S». Sempre secondo Della Luna, i parlamentari grillini e piddini «hanno violato la funzione del Parlamento di rappresentare il popolo, perché la maggioranza del popolo vuol votare ed essi si sono associati per impedirlo, cioè per impedire che la maggioranza sia rappresentata, quindi per impedire la rappresentatività della democrazia».

I “golpisti” sanno benissimo che il 67% degli italiani vorrebbe andare a votare. E sanno anche che, se si votasse, perderebbero: il Pd resterebbe al palo, e i 5 Stelle sarebbero letteralmente spazzati via. «La ragione per la quale tolgono al popolo questo diritto e vogliono governarlo – insiste Della Luna – è proprio la loro consapevolezza di non rappresentarlo». E quindi «lo fanno con dolo», il “golpe parlamentare”. Lo compiono «nell’interesse proprio, privato, di parte, cioè per mantenere le poltrone e per nominare loro uomini alla guida di 500 grandi aziende pubbliche». In sostanza «mirano a scegliere, pur non rappresentando il paese, il nuovo capo dello Stato, ossia l’organo che dovrebbe rappresentare il paese, in modo da assicurarsi la sua copertura». Quel che interessa, ai “golpisti”, è «continuare l’opera di svendita degli interessi e della sovranità nazionale in favore di interessi e potenze straniere, controllanti l’Unione Europea», con le «imponenti direttive di finanza pubblica recessive e in contrasto coi principi di tutela

 

Continua qui

 

https://www.libreidee.org/2019/08/ladri-di-democrazia-contro-il-popolo-per-svendere-litalia/

 

 

 

 

 

Sapelli: siamo spacciati, a Roma nasce il governo Macron

Scritto il 30/8/19

 

Un governo fragile destinato a durare 6 mesi? Macché. Il Conte-bis durerà fino all’elezione del prossimo presidente della Repubblica. «E Mattarella potrebbe fare il bis», dice il professor Giulio Sapelli, storico dell’economia, intervistato da Federico Ferraù per il “Sussidiario”. Occorre andare in Africa per capire l’orrendo inciucio tra 5 Stelle e Pd, che in realtà è un governo Macron, sostiene Sapelli: nel continente nero la Francia vuole “prendersi tutto” e può contare sull’aiuto (retribuito) delle nostre “compagnie di ventura”, che stavolta permetteranno a Parigi di “finire il lavoro”. «Di fatto, comincia – anzi, riprende – la svendita dell’Italia al capitalismo franco-tedesco», proprio alla vigilia del rinnovo dei vertici delle partecipate italiane, dall’Inps all’Enel, da Leonardo all’Eni. «Il nuovo governo si va formando a tempo di record proprio per questo» afferma Sapelli, che racconta: «Pochi giorni fa ho avuto occasione di vedere il Pireo. È pieno di cinesi coperti d’oro. I greci fanno ormai solo i camerieri, gli autisti e i suonatori. Huawei è dappertutto». Il nostro destino è questo? «Sì, il nostro destino è quello che Einaudi aveva indicato all’inizio del 900: la divisione ricardiana del lavoro affida all’Italia l’agricoltura e il turismo. Oggi ci resterà solo quest’ultimo».

L’accenno al “ricardismo” richiama “l’economia del granturco” teorizzata dall’inglese David Ricardo e ripresa oggi – in modo paradossale – dall’economia “neoclassica” che ci domina, attraverso l’oligarchia Ue. Tesi: per poter investire, devi prima risparmiare. Era vero nell’800, oggi fa ridere (da quando c’è la moneta “fiat”, illimitata e a costo zero). Ma è il punto cardinale dell’austerity artificiale imposta da Bruxelles, cui ora l’Italia “giallorossa” sembra pronta a piegarsi in modo sconcertante.

Dal canto suo, Sapelli è esplicito: «In Italia si insedia il governo Macron. Del resto, lo ha annunciato trionfalmente “Repubblica” nel bel mezzo della crisi di governo, il 21 agosto, con una prima pagina memorabile perché scandalosa: “Con l’estrema destra non funziona mai”. Chiediamoci se una cosa del genere può succedere su “Le Monde”». E che dire del tweet di Trump che benedice Conte? «Qualcuno gli ha chiesto di farlo», risponde Sapelli, che precisa: «Intendo: lo ha chiesto al Dipartimento di Stato. Alcuni amici mi hanno detto che la diplomazia americana non ne sapeva nulla». Sarebbe gravissimo, osserva Ferraù. «Non è da meno il G7 di Biarritz», rincara la dose Sapelli. «Si è mai visto un ministro iraniano (Mohammad Javad Zarif) che arriva di soppiatto? La Francia è sempre stata una potenza di mediazione. Certo sono cambiate le modalità».

Nel XVIII secolo, riassume il professor Sapelli, la Francia se n’è andata dall’America del Nord perché non ha potuto frenare gli inglesi, limitandosi ad appoggiare gli insorti. Da allora, dice, si è ritirata in Africa. «Ed è all’Africa che bisogna guardare per capire cosa sta succedendo in Europa». Il 7 luglio a Niamey, in Niger, è stato firmato l’accordo di libero scambio (Afcta) tra gli Stati africani. Che cosa comporta? «È la creazione di un mercato comune africano, e l’unica potenza europea egemone in grado di approfittarne è la Francia». Parigi, spiega Sapelli, «intende dominare il Mediterraneo». Concretamente, «vuol dire impossessarsi delle rotte energetiche e di quelle logistiche». Attenzione: è un controllo «che la Francia dividerà con la Cina». Secondo Sapelli, a essersi realizzato è il vecchio disegno del nazionalista Sun Yat-sen, fondatore del Kuomintang, pre-maoista. «Sun Yat-sen era affiliato alla massoneria francese. Sognava una vocazione occidentale della Cina: un disegno che Mao ha soltanto interrotto». E il Conte-bis? «Il nuovo governo Conte, a benedizione francese, si spiega con il fatto che Parigi deve assolutamente governare l’Italia se vuole realizzare il suo progetto espansionistico. Si tratta di un governo a vocazione geopolitica eterodiretta da parte francese».

A questo proposito, Ferraù fa giustamente notare il ruolo di Sandro Gozi: alla vigilia della crisi di governo, l’esponente renziano del Pd è diventato consulente di Macron per gli affari europei. «Un arruolamento volontario, che risponde evidentemente a questo compito». E cioè: tradire l’Italia, a favore della Francia. Quindi chi comanda, adesso, a Roma? «Le nuove compagnie di ventura, i parenti odierni degli Sforza, che si vendevano a tutti». Il Movimento 5 Stelle? «E’ la compagnia di ventura più organica, più malleabile e per questo più funzionale agli obiettivi altrui». Quanto durerà, il Governo del Tradimento? «Sono due gli obiettivi che determineranno la sua durata», risponde Sapelli. «Il primo è l’elezione del prossimo presidente della Repubblica. Perché non un Mattarella-bis? L’altro obiettivo è la trasformazione dell’Italia in una piattaforma logistica per l’entrata della Francia in Africa e la svendita di ciò che resta del nostro apparato industriale a Francia, Germania e Cina». E gli Stati Uniti acconsentono? «Gli americani un po’ non capiscono, un po’ sono divisi», sostiene Sapelli. «Trump è sotto scacco per lo stesso motivo di Salvini, per avere aperto alla Russia. In più sono divisi tra la componente Bush-clintoniana, ispirata dal globalismo finanziario esasperato, e quella del gruppo che sostiene Trump».

L’Italia ha chiuso, quindi? Siamo finiti, come paese? «L’unica speranza sono le piccole e medie imprese, però devono capire quello che sta accadendo», dice Sapelli. «Soprattutto devono capire che non possono esistere da sole, anche se da sole hanno fatto miracoli». Bisogna che le piccole imprese italiane «si impegnino per salvare un segmento delle grandi imprese e per cambiare la politica economica europea». Una rappresentanza politica ce l’hanno già: è la Lega. «Non hanno ancora afferrato, però, che in questa guerra non si fanno prigionieri». Il Nord, cioè il bacino elettorale di Salvini, produce l’80% del nostro Pil. Impossibile

 

Continua qui

 

https://www.libreidee.org/2019/08/ladri-di-democrazia-contro-il-popolo-per-svendere-litalia/

 

 

 

 

 

 

 

Lutto per l’Italia, ostaggio di Grillo. E l’Europa ci guarda

Scritto il 30/8/19

 

C’è qualcosa di oscuro e di atroce nel tradimento dei 5 Stelle, visibile dalla Luna. Nati come antidoto alla “casta”, pur di evitare il giudizio degli elettori ora si rifugiano tra le braccia di Matteo Renzi e soci, campioni dell’establishment nazionale asservito ai poteri marci – italiani, europei e planetari – che in trent’anni hanno ridotto la quarta potenza industriale del mondo a paese mediterraneo periferico e saccheggiato, ricattato dalla Bce, messo in ginocchio di fronte agli usurai di Bruxelles. Il ribaltone imposto al governo gialloverde, dopo aver costretto Matteo Salvini ad abbandonarlo, non è solo un colpo mortale inferto alla democrazia italiana: è un coltellata per tutti gli europei, Gilet Gialli in testa, che avevano osato guardare al caos italiano come laboratorio del possibile cambiamento, sia pure nato in modo sgangheratissimo e proseguito anche peggio, con un esecutivo subito impaurito di fronte al ricatto dello spread. E a celebrare il funerale della democrazia non è neppure un politico classico, ma un ex comico particolarmente abile, cinico e spietato, che in questi anni ha investito sull’odio e sulla rabbia per creare dal nulla un’enorme massa di manovra. È lui, il supremo manipolatore Beppe Grillo, a suonare le campane a morto: e non è solo italiano, il lutto per la fine del “governo del cambiamento” in cui, meno di un anno fa, credeva ancora oltre il 60% degli elettori del Belpaese.

Vista da fuori, la crisi italiana è una catastrofe: a vincere sono i peggiori, che spengono sul nascere il sussulto democratico (confuso, contraddittorio) nato nel 2018 dalla rivolta dei cittadini esasperati dagli abusi dell’impero finto-europeista, mercantilista e bugiardo, squallidamente privatistico anche se ammantato di istituzionalità. È un complotto che viene da lontano, accusa Salvini dal Quirinale, indicando tra i mandanti le oligarchie di Parigi, Berlino e Bruxelles. Non è privo di colpe lo stesso Salvini: gli errori tattici sembrano averlo spiazzato di fronte all’incredibile disinvoltura trasformistica dei congiurati grillini e renziani, semplici manovali della cospirazione contro l’Italia. Ma il capo della Lega si è esposto a facili accuse anche infamanti, con la sua visione unilaterale della tragedia dell’immigrazione: accuse disoneste, che avrebbe potuto neutralizzare allargando l’orizzonte all’Africa, alle vere cause del malessere africano e ai suoi possibili rimedi. L’errore più grande compiuto da Salvini sta probabilmente nell’essersi rifugiato nella solitudine del cosiddetto sovranismo, falsa piattaforma di opportunismi nazionalistici che infatti hanno puntualmente isolato la Lega dopo il grande successo delle europee. Non lo si sarebbe potuto liquidare così facilmente, Salvini, se avesse combattuto, in modo dialettico e inclusivo, per reclamare una Costituzione Europea finalmente democratica.

Ma gli errori ottici di Salvini, peraltro non irrimediabili, non sono nulla in confronto allo scempio di verità e di decenza di cui si sono macchiati i 5 Stelle pilotati da Grillo, pronti a voltare le spalle nel modo più

 

Continua qui

 

 

https://www.libreidee.org/2019/08/lutto-per-litalia-ostaggio-di-grillo-e-leuropa-ci-guarda/

 

 

 

 

 

 

 

Atene sotto ricatto perenne: il Governo cede all’Ue e facilita i pignoramenti delle prime case per avere un miliardo di profitti sui suoi bond

Il Parlamento approva la legge che attenua la protezione sulle abitazioni, la condizione posta dall’Eurogruppo per sbloccare la prima tranche di profitti che spettano ad Atene

 

By Claudio Paudice – 08/07/2019

Nonostante l’uscita dal terzo piano di salvataggio festeggiata il 20 agosto scorso, i margini d’azione del Governo di Alexis Tsipras per mitigare gli effetti della dolorosa crisi economica per i cittadini greci sono sempre più limitati. Il tempismo dell’azione politica di Atene tradisce la perenne sudditanza alle condizioni poste dai creditori internazionali. Con un voto a netta maggioranza, il Parlamento greco ha approvato la proposta del Governo per modificare le norme che proteggono dai pignoramenti le prime case di chi ha contratto debiti con le banche, la cosiddetta legge Katseli dal nome del ministro che la presentò durante la fase più critica della crisi, scaduta a fine 2018 e poi prorogata per pochi mesi. Il superamento dell’impianto originario, giudicato dai creditori troppo generoso verso i cittadini inadempienti, è stato posto come condizione indispensabile dall’Eurogruppo per l’erogazione ad Atene dei profitti derivanti dalle sue obbligazioni, detenuti dalla Bce e altre banche centrali dell’Eurozona. L’approvazione di tredici misure sulle sedici concordate con le istituzioni europee, portata sul tavolo Ue a marzo scorso, non è stata sufficiente per i funzionari di Bruxelles a sbloccare la prima tranche dei 4,8 miliardi di euro che devono rientrare nelle casse greche entro il giugno del 2022 in ripartizioni semestrali.

Mancava il superamento della Legge Katseli, come ammesso candidamente dal Commissario Ue Pierre Moscovici. La proposta è stata presentata martedì al Parlamento. E prevede che le abitazioni dei debitori fino a un valore di 250mila euro siano escluse dai pignoramenti. Tante le condizioni poste per l’accesso alla protezione: il debitore deve avere un reddito familiare pari 12500 euro se nucleo familiare singolo, 21mila euro se coniugato più cinquemila euro per ogni figlio minore fino a un reddito complessivo massimo di 36mila euro. Al tempo stesso, è stato sensibilmente ridotto il massimale del deposito bancario dei mutuatari, passato da 65mila euro proposto da Atene a 15mila euro.

Condizioni stringenti, ma giudicate comunque insufficienti. Per la prima volta, quindi, sono state introdotte peculiarità per le aziende con la residenza primaria a garanzia del mutuo. Per i prestiti commerciali infatti la soglia di protezione della residenza è più bassa, fissata a 175mila euro. E il valore del patrimonio e/o dei veicoli del debitore e dei suoi familiari

Continua qui

 

https://www.huffingtonpost.it/2019/03/29/atene-sotto-ricatto-perenne-il-governo-cede-allue-e-facilita-i-pignoramenti-delle-prime-case-per-avere-un-miliardo-di-profitti-sui-suoi-bond_a_23702401/

 

 

 

 

 

 

ARTE MUSICA TEATRO CINEMA

Giorgio de Chirico: una grande mostra a Palazzo Reale

A Palazzo Reale di Milano, dal 25 settembre 2019 al 19 gennaio 2020, una grande mostra dedicata al “Pictor Optimus”

Rita Fenini – 2 agosto 2019

 

Giorgio De Chirico, L’enigma di una giornata, 1914

https://www.pinterest.it/pin/290130400970311670/

 

A quasi cinquant’anni di distanza dalla personale del 1970, le sale di Palazzo Reale di Milano tornano ad ospitare l’opera di Giorgio de Chirico, una delle più complesse figure artistiche del XX secolo, con una straordinaria retrospettiva curata da Luca Massimo Barbero

La Mostra

Suddivisa in otto sale, l’esposizione procede per temi pensati secondo accostamenti inediti e confronti originali, che abbracciano tutto il percorso artistico e di vita del “Pictor Optimus”e offrono la chiave d’accesso alla sua pittura ermetica, che affonda le sue radici nella Grecia dell’infanzia, matura nella Parigi delle avanguardie, da’ vita alla Metafisica – che strega i surrealisti e conquista Andy Warhol – e, infine, getta scompiglio con le sue irriverenti e ironiche rivisitazioni del Barocco

Il percorso espositivo ha infatti inizio nella Grecia dell’infanzia (De Chirico nacque a

Continua qui

 

https://www.panorama.it/cultura/arte-idee/giorgio-de-chirico-grande-mostra-palazzo-reale/

 

 

 

 

 

RICORDATE GLI ANNI ALLEGRI DEI PANAMA PAPERS?

STEVEN SODERBERGH COSTRUISCE UNA SORTA DI FILM A EPISODI, “THE LAUNDROMAT”, MAGARI UN PO’ CONFUSIONARIO NELLA FORMA MA DIVERTENTE E IMPORTANTE NELLA SOSTANZA CHE NON SOLO CI SPIEGA IL MECCANISMO DELLA TRUFFA INTERNAZIONALE, MA ARRIVA A PUNTARE IL DITO SUGLI STATI UNITI – NON CERTO UN FILM PERFETTO, MA MOLTO DIVERTENTE, INVENTIVO E CON UN GRANDE FINALE POLITICO 

Marco Giusti per Dagospia – 1 SET 2019

 

Ricordate gli anni allegri dei Panama Papers? È lo scandalo che rivelò i nomi di una marea di vip e miliardari che portavano i soldi nelle società fittizie, veri e propri gusci vuoti, con l’idea di non pagare le tasse?

 

C’erano anche un centinaio di italiani, tipo Barbara D’Urso, Valentino, Luca di Montezemolo…

 

Steven Soderbergh costruisce una sorta di film a episodi, The Laundramat, magari un po’ confusionario nella forma ma divertente e importante nella sostanza che non solo ci spiega il meccanismo della truffa internazionale, ma arriva a puntare il dito sugli Stati Uniti sia per come stanno ancora le cose oggi sia per il meccanismo di finanziamento elettorale, coi miliardari che appoggiano a presidenti i candidati che faranno poi i loro interessi.

 

Uno scandalo che coinvolge anche grandi produttori di cinema e tv

 

Continua qui

 

 

https://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/venezia-giusti-ndash-ricordate-anni-allegri-panama-papers-212602.htm

 

 

 

 

ATTUALITÀ SOCIETÀ COSTUME

Perché non stai con il bambino?

Walter Buscema – Avvocato – 1 09 2019

 

Ma perché non stai un po’ con il bambino?

 

devo lavorare 

– ho bisogno di svago 

– anche io ho diritto alla mia felicità 

– non esiste, ho già prenotato un viaggio

– no, guarda sono rimasto/a bloccato/a in macchina durante l’autolavaggio

– al momento sto guardando una fantastica telenovelas ecuadoregna e poi ci sono le repliche della casa nella prateria

 

E vabbè ma allora cosa lo hai fatto a fare un figlio se le tue capacità genitoriali al massimo di consentivano di prenderti cura di un Tamagochi …e forse manco di quello???

 

L’Egoismo può essere una malattia mortale …. per i tuoi figli

 

https://www.facebook.com/1641624691/posts/10217400690162825/

 

 

 

 

 

 

 

Prima i ricercatori neri. Trionfi la giustizia citazionale!

www.nicolaporro.it

Privilegiare le ricerche degli studiosi di colore a scapito degli studiosi bianchi”. Cosa succederebbe se un professore universitario proponesse un simile criterio selettivo? In Italia, immagino, la sconfessione (o più probabilmente la derisione) sarebbe totale lungo tutto lo spettro politico, da destra a sinistra.

Invece, nel mondo politically correct dell’università americana, questo concetto è sempre più mainstream. O almeno, una persona che rimane perplessa ancora c’è: lei si chiama Mary Frances Williams ed è lei a raccontarci quanto avvenuto in questo articolo su Quillette.

E se un video non avesse registrato l’intera conferenza, ci sarebbe da dubitare delle sue parole.

Siamo all’annuale raduno della Società per gli Studi classici. In pratica l’associazione che raduna gli studiosi di studi classici, greco e latino. Gli studi classici, in America, non se la stanno passando molto bene. Gli iscritti ai corsi diminuisco, le cattedre vengono soppresse. Il tema della conferenza di quest’anno è appunto come invertire la tendenza. E fin dalle prime battute si intuisce che il problema venga affrontato attraverso le lenti, sempre più pervasive, della nuova sinistra identitaria.

Per salvare gli studi classici, è la premessa, bisogna coinvolgere gli studenti di colore. E fin qua ci può stare. A lasciare perplessi è il come.

Sono spaventati dal greco e latino, è la tesi di una relatrice “Non tutti i classicisti dovrebbero insegnare latino e greco”, e perché non includere “gli scritti dei nativi americani” nel corso di studi? “Ma allora che senso hanno gli studi classici?”, si chiede la Williams. Alcuni dei grandi classicisti americani sono poi “problematici”. Basil Gildersleeve ad esempio, è considerato uno dei più eminenti grecisti del XIX secolo. Ai tempi della guerra civile, era però un sostenitore del Sud schiavista. “Continuare a

Continua qui

 

https://www.nicolaporro.it/prima-i-ricercatori-neri-trionfa-la-giustizia-citazionale/?utm_source=Notification&utm_medium=Firebase&utm_campaign=Web-Push

 

 

 

 

BELPAESE DA SALVARE

Quando gli intellettuali firmavano per Battisti

La storia dell’appello per il terrorista, sottoscritto nel 2004 da Pennac a Vauro, da Scarpa a Saviano, il solo che nel 2009 ritirò la firma

 

Maurizio Tortorella – 16 ottobre 2017

 

Nel 1993 è stato condannato definitivamente all’ergastolo per due omicidi volontari e per il concorso morale in altri due. Insomma, è un criminale acclarato. Eppure, Cesare Battisti è stato il terrorista più difeso e protetto nella storia italiana. Una vicenda che può chiudersi oggi con la cattura in Bolivia ed il via all’estradizione in Italia

Ancora nel 2004, quando fu arrestato in quella Francia che lo aveva protetto per lunghi anni grazie alla “dottrina Mitterrand” (che in nome della grandeur e di un mal concepito disprezzo della giustizia italiana dava asilo ai peggiori terroristi rossi italiani) di qua e di là dalle Alpi decine di intellettuali veri e sedicenti firmarono in massa un appello per la sua scarcerazione.

Un movimento simile si mise in moto anche nel 2007, quando il terrorista dei Proletari armati combattenti riparò nel Brasile governato autoritariamente dal presidente Inacio Lula da Silva (il quale gli garantì un diritto d’asilo politico che finalmente è stato appena revocato dal nuovo presidente): in quell’occasione si schierarono a suo favore nientemeno che Bernard Henry-Levy e Gabriel Garcia Marquez.

È stato merito di un abile marketing politico. Battisti, che nella sua prima vita delinquenziale è stato soltanto un criminale ordinario e che soltanto a un certo punto si è trasformato in terrorista rivoluzionario, è riuscito proprio con questo abile paso doble a ingraziarsi buona arte della cultura radical chic italiana e della gauche caviar d’Oltralpe.

Gli esempi si sprecano. Una nota scrittrice francese, Fred Vargas, si è trasformata nella pasionaria di Battisti, nemmeno il terrorista potesse essere equivocato per un eroe romantico.

Un suo pamphlet, La vérité sur Cesare Battisti, uscito nel 2004, descriveva l’Italia degli anni di piombo come un Paese decisamente più illiberale e autoritario del Cile di Augusto Pinochet, e dipingeva i “poveri” terroristi rossi come eroi di una guerra civile persa dalla parte giusta soltanto grazie agli arresti di massa: con decina di migliaia di quei “democratici oppositori” sbattuti in carcere fra torture, tribunali speciali peggiori di quelli del fascismo, e migliaia di arbitrarie sentenze sommarie.

Ma gli appelli, si sa, spesso si trasformano in una trappola. Perché chi firma resta ingabbiato per sempre in una posizione che viene incisa nella pietra, e anni dopo viene estremamente difficile negare. Ecco, se oggi fossero intervistati, chissà che cosa direbbero di Battisti quanti avevano firmato l’appello mistificatorio del 2004.

Nell’appello si leggevano queste enfatiche affermazioni: “Dal momento

Continua qui

 

https://www.panorama.it/news/in-giustizia/quando-gli-intellettuali-firmavano-per-battisti/?fbclid=IwAR25lYZiRfOIZuiG6FqxbGuUrStDgg215malMvUh50D50bZ9ksr8RrRkelA

 

 

 

 

 

Fine governo 5Stelle, con la donazione organi firmata dalla Grillo.

Maurizio Blondet  20 Agosto 2019

Via libera al regolamento per l’attuazione delle norme sul silenzio-assenso per la donazione degli organi. Il ministro della Salute, Giulia Grillo, ha firmato il decreto ministeriale sul Sistema informativo trapianti (Sit), “previsto dalla

legge n. 91 del 1 aprile 1999,

che regola il principio del silenzio-assenso sulla donazione di organi

si legge in una nota del dicastero.

“Abbiamo finalmente sbloccato dopo vent’anni – dichiara Grillo – un passaggio fondamentale per l’applicazione del silenzio-assenso previsto dalla legge sulla donazione degli organi approvata nel 1999, ma rimasto lettera morta. Due decenni sono troppi per attuare una legge di civiltà di cui il Paese ha bisogno. Potranno così essere salvate molte più vite, ma per farlo i cittadini devono essere adeguatamente informati e consapevoli e per questo lanceremo una nuova campagna informativa”.

Il Sit, spiega il ministero, “regolamenta la tracciabilità e la trasparenza dell’intero

Continua qui

 

https://www.maurizioblondet.it/fine-governo-5stelle-con-la-donazione-organi-firmata-dalla-grillo/

 

 

 

 

 

 

Eutanasia, adozioni gay, droghe leggere: l’agenda della Cirinnà per il governo giallorosso

di Giuseppe Leonelli – 30 AGOSTO 2019

 

La conferma arriva dalla parlamentare Pd simbolo delle battaglie Lgbt, Monica Cirinnà: l’alleanza fino a ieri inimmaginabile tra Movimento 5 Stelle e Pd potrebbe spalancare le porte alla cancellazione di quello che resta dei valori sui quali si è basata sinora la Repubblica italiana e sul via libera a una serie di legalizzazioni selvagge ammantate dalla retorica della conquista di diritti civili.

Sui diritti abbiamo davanti una pagina bianca: ecco dove trovare un terreno comune con il M5S” – scrive orgogliosa la Cirinnà, a dimostrazione della cifra politica che ispirerà il Governo giallorosso. Un Governo schiacciato sulla sinistra estrema e che, per di più, potrà trovare giustificazioni di imparzialità nella conferma di un premier, Giuseppe Conte, fino a ieri sostenuto dalla Lega. Così, se la legislatura a marchio Pd-M5s arriverà davvero alla fine, dobbiamo attenderci un ulteriore durissimo colpo alla famiglia tradizionale, una accelerazione sulle teorie gender e una apertura decisa alle adozioni per le famiglie gay, all’eutanasia e all’uso degli stupefacenti. Lo scenario non è frutto di complottistici retroscena, bensì di una candida (e ovviamente orgogliosa) dichiarazione della senatrice Pd.

“Ci sono alcuni temi sui quali si può senza dubbio ipotizzare un lavoro comune in Parlamento coi 5 Stelle – afferma la Cirinnà -. Penso ad una legge contro l’omotransfobia: in Senato ci sono due Ddl, uno a firma

Continua qui

 

https://loccidentale.it/eutanasia-adozioni-gay-droghe-leggere-lagenda-della-cirinna-per-il-governo-giallorosso/

 

 

 

 

 

 

 

CONFLITTI GEOPOLITICI

RUSSIA ED ERDOGAN SULL’ORLO DI UNA GUERRA

Maurizio Blondet  23 Agosto 2019

Abbiamo già riportato che l’aviazione russa, insieme con la siriana, ha bombardato un convoglio di rinforzi che la Turchia stava  mandando ai “ribelli” – terroristi  – asserragliati a Khan Sheikun, ormai ridotti in una sacca che l’esercito di  Damasco sta espugnando: il covo di cinque anni di falsità e terrore  dove fiorivano Elmetti Bianchi e ISIS e “Al Qaeda”, Al Nusrah e altre AL .

Più precisamente, le due aviazioni alleate hanno bombardato la carrozzabile proprio davanti al convoglio turco, che comprendeva 28 veicoli militari, tra cui carri armati e camion che trasportavano armi e munizioni destinati a Tahrir al-Sham al-Hay’at (leggi il Fronte di Al-Nusra affiliato ad al-Qaeda). Adesso Gordon Duff (Veterans Today) aggiunge un altro particolare: i  Sukoi (SU 35) russi  hanno intercettato, e  messo in fuga due  caccia turchi F-16, che erano in missione per attaccare le  forze dell’esercito siriano che sta liberando Khan Sheikun, e erano penetrati per 3-40 chilometri nello spazio nazionale siriano, di cui  Erdogan continua a non riconoscere il governo .

“Ciò rappresenta anche uno scontro militare diretto tra Russia e Turchia” e ad un passo da una guerra guerreggiata.

Il fatto sta ad indicare che la pazienza russa verso il doppio gioco di Erdogan, col quale per tre anni hanno cercato di condividere in Siria i piani  di contrasto  del terrorismo “islamico” (israelo-americano e saudita) sta arrivando alla fine. Una pazienza eroica: quando nel novembre 2015  Erdogan ha fatto abbattere un Su-24M perché l’inopinato intervento di Mosca a fianco di Assad gli aveva mandato in fumo (letteralmente:  incenerendo  i convogli di autocisterne )  i grassi affari che stava facendo suo figlio con il petrolio siriano che gli vendevano i “liberatori” terroristi islamici, Mosca  ha cercato di coinvolgere il caporione turco in qualche forma di collaborazione verso la de-escalation- affidando alla Turchia il compito di creare una zona demilitarizzata a Idlib,  sotto la responsabilità delle sue forze armate.

Nei fatti, Edogan ha occupato militarmente una striscia di territorio siriano che intende chiaramente annettersi sostenendo con armi munizioni e truppe i terroristi che per accordo avrebbe dovuto neutralizzare, fino all’incidente di lunedì dove ha cercato di rifornirli di armamenti.

Il ministero della Difesa di Ankara ha incolpato la Russia, sostenendo che il convoglio stava solo trasportando rifornimenti per il suo posto di osservazione militare a Idlib, che è stato istituito in base a un accordo con la Russia lo scorso

Continua qui

 

https://www.maurizioblondet.it/russia-ed-erdogan-sullorlo-di-una-guerra/

 

 

 

 

 

CINA: DRONI SOTTOMARINI “INTELLIGENTI” E MANEGGEVOLI COME AEREI

 

(di Antonio Vecchio) – 28/08/19

 

La politica di Pechino, come abbiamo più volte ragionato su queste pagine, passa anche attraverso lo sviluppo di una potenza marittima intesa come strumento di proiezione di forza in grado di tutelare i crescenti interessi globali.

Non c’è da meravigliarsi, quindi, se negli ultimi anni una parte considerevole degli sforzi e delle risorse della comunità scientifica cinese siano stati indirizzati al raggiungimento di rilevanti capacità operative navali per operare non solo in superficie ma anche in profondità.

In tale contesto, le ricerche e i successi cinesi nel campo dei sottomarini senza pilota (unmanned underwater vehicle, UUV) sono quanto mai interessanti.

Un anno fa, un UUV- l’Hailong 11000, noto anche come Sea Dragon – si immerse nell’Oceano Pacifico nordoccidentale raggiungendo la profondità di 5630 metri1, mai raggiunta prima da alcun altro battello cinese.

Un successo cui faceva seguito quello di altro drone, l’Haixing 6000, sceso a 6611 m.

Già in passato questa testata, particolarmente attenta a quanto accade nella terra di Mezzo, aveva data notizia2 della costruzione a 5 km di profondità, della prima base cinese per droni oceanici, i cui progressi procedono di pari passo con la produzione di una nuova serie di grandi sottomarini senza pilota (extra-large unmanned underwater vehicles, XLUUV), operativi dai primi mesi del 2020, che, dotati di intelligenza artificiale, saranno in grado di svolgere una varietà di missioni, anche di natura militare.

Non sorprendono pertanto, in un tale scenario, gli ultimi sviluppi del programma

 

Continua qui

 

http://www.difesaonline.it/mondo-militare/cina-droni-sottomarini-intelligenti-e-maneggevoli-come-aerei

 

 

 

 

CULTURA

LA POTENZA DELLA VOLONTA’ SUL PASSATO COME FONDAMENTO DELL’ETERNO RITORNO 

 

Ciò che getta in catene la volontà liberatrice è il suo sentirsi impotente di fronte allo spettacolo del passato. Per l’intera tradizione metafisico-morale, la volontà non ha alcuna potenza sul passato.

È impossibile che ciò che è già fatto divenga qualcosa di non fatto ” (factum infectum fieri nequit). […]

Allora questo principio, affermando che è impossibile che una volontà faccia diventare un non mai accaduto ciò che è accaduto, afferma insieme che è impossibile che ciò che è già accaduto divenga comunque qualcosa rispetto a cui la volontà possa ancora prendere posizione e decidere. “Così fu” – e rispetto a ciò che fu non c’è più nulla da decidere e da fare. Ma che esista il “così fu” è appunto ciò che incatena la volontà liberatrice.

Essa è impotente contro il già fatto, e “di per sé” è ancora imprigionata, non perché la sua natura sia assegnata all’impotenza, ma perché essa, ancora, è persuasa di essere impotente – e si trova confermata in questa sua persuasione dal modo in cui si sente interpretata dal pensiero metafisico-morale.

Rispetto alla duplice impossibilità affermata dal secondo dei due modi di intendere il ‘ factum infectum fieri nequit ‘ qui sopra indicati, il pensiero di Nietzsche mostra che è necessario negare la seconda impossibilità – cioè l’impossibilità che ciò che è accaduto divenga qualcosa rispetto a cui la volontà possa ancora decidere e tenerlo ancora in suo potere -, ma che tale negazione non implica l’assurdo della trasformazione di ciò che è accaduto in qualcosa che non è mai accaduto.

Ciò ci porta verso il compimento della ” redenzione ” quando si infrangono le catene dell’impotenza che la volontà attribuisce a se stessa.

Ma, intanto, il testo dello ‘ Zarathustra ‘ sta suggerendo che il cammino che porta ‘ verso ‘il compimento della redenzione è lo stesso cammino che porta ‘ verso ‘ il compimento della ” morte di Dio “. E ci si deve preparare a scorgere nella dottrina dell’eterno ritorno il ‘ compimento ‘ di questo cammino.

Il testo sta dunque suggerendo che l’inevitabilità della distruzione di Dio è la stessa inevitabilità della distruzione dello ” spettacolo del passato ” che sta piantato dinanzi alla volontà metafisico-morale.

Si tratta di portare in piena luce questa dilatazione dell’inevitabile: di comprendere cioè che l’evidenza del divenire richiede inevitabilmente non solo la ” morte di Dio “, ma anche la morte dell’impotenza della volontà rispetto al passato. È

sul fondamento di questa inevitabilità che ci si porta verso il compimento della redenzione della volontà. [ … ]

La negazione dell’immodificabilità del passato e dell’impotenza della volontà è inevitabile.  inevitabile che la fede nel ” così fu ” sia una “filastrocca della demenza “. Quando Nietzsche scrive lo Zarathustra non ha ancora steso le annotazioni relative al “processo dell’assimilazione”, che qui sopra abbiamo introdotto, ma esse sono già tutte all’opera nell’unificazione, compiuta nel testo dello Zarathustra, della fede in Dio e della fede nell’immodificabilità e irreversibilità del passato.

La “redenzione”, dunque, a questo punto, è innanzitutto la negazione dell’impotenza della volontà di fronte al passato: la coscienza che il sentimento di impotenza è falso, è l’effetto di un grande ” schema ” dell'”Essere immutabile”, e che quindi la volontà può liberarsi totalmente dall’eterno, volendo essere potente anche sul passato, volendo anche il passato.

Ma in che modo?

La dottrina dell’eterno ritorno risponderà a questa domanda.

 

(E. Severino, L’anello del ritorno, Adelphi, Milano 1999, pp. 168 – 172)

 

 

 

 

Del Noce: “Quel nichilismo gaio che oggi ha il suo simbolo nella omosessualità”

Sabino Paciolla – 30 agosto 2019

 

Tra qualche mese si celebrerà il trentennale della scomparsa del filosofo Augusto Del Noce (11 agosto 1910 – 30 dicembre 1989). Egli fu per molti versi profetico poiché delineò chiaramente gli sviluppi di una certa cultura che oggi è assolutamente dominante, con l’appoggio di buona parte dei cattolici.

Di seguito pubblichiamo una sua lettera inviata a Rodolfo Quadrelli l’8 gennaio 1984 e pubblicata sulla rivista Tracce e Corriere della Sera. Riprendo da Tempi.

 

Augusto Del Noce

 

Carissimo Quadrelli,

quanto mi dici sul nichilismo presente mi trova perfettamente consenziente. Non è più il nichilismo tragico di cui forse si potevano trovare le ultime tracce nel terrorismo. Questo nichilismo doveva portare a una soluzione rivoluzionaria più o meno confusamente intravista o meglio confusamente ricordata; un qualche elemento di rabbia c’era ancora, e questo gli conferiva una sembianza lontanamente umana.

Ma il nichilismo oggi corrente è il nichilismo gaio, nei due sensi, che è senza inquietudine (cioè cerca una sequenza di godimenti superficiali nell’intento di eliminare il dramma dal cuore dell’uomo) – forse per la soppressione dell’inquietum cor meum agostiniano – e che ha il suo simbolo nell’omosessualità (per il fatto che intende sempre l’amore “omosessualmente”, anche quando mantiene il rapporto uomo-donna). Il giudizio che qui ci interessa è antropologico, non anzitutto etico: il nichilismo gaio “non vedendo” la differenza, anche sessuale, come segno dell’altro, rischia di concepire l’amore come puro prolungamento dell’io (appunto “omosessualmente”). Non per nulla trova i suoi rappresentanti in ex cattolici, corteggiati ancora da cattolici che riconoscono in loro qualcosa che trovano sul loro fondo. Tale nichilismo è esattamente la riduzione di ogni valore a “valore di scambio”; l’esito borghese massimo, nel peggiore dei sensi, del processo che comincia con la Prima guerra mondiale. Il peggiore annebbiamento che il nichilismo genera è la perdita del senso dell’interdipendenza dei fattori nella storia presente; infatti, a ben guardare non è che l’altra faccia dello scientismo e della sua necessaria autodissoluzione da ogni traccia di valori che non siano strumentali; e in ciò, come dici giustamente, è l’esatto

Continua qui

 

https://www.sabinopaciolla.com/del-noce-quel-nichilismo-gaio-che-oggi-ha-il-suo-simbolo-nella-omosessualita/

 

 

 

 

 

CYBERWAR SPIONAGGIO INFORMAZIONE DISINFORMAZIONE

ITALIA: VERSO LA RINUNCIA AD UNA DIFESA NAZIONALE

 

(di Paolo Palumbo) – 15/11/18

 

Il 2 settembre 1945, a bordo della corazzata americana USS Missouri l’Impero del Sol Levante siglava la resa incondizionata di fronte ad un compiaciuto generale Douglas MacArthur, comandante dell’esercito in uno dei settori del fronte più complessi e sanguinosi della Seconda guerra mondiale. Dopo due bombe atomiche e la conseguente dimostrazione di una potenza letale impressionante, gli americani piegarono la ferrea volontà dei giapponesi i quali si prepararono ad un seppuku nazionale subendo l’occupazione militare e delle imposizioni post-conflitto ancor più vergognose dell’atto di resa.

La volontà del presidente Truman era quella di minare il Sol Levante non solo moralmente, ma soprattutto militarmente costringendolo a rinunciare di fatto ad un esercito combattente. Il coriaceo generale MacArthur fu nominato comandante del Supreme Command of Allied Powers (SCAP) con il quale avviò il progetto per una ricostruzione – secondo gli schemi americani – del Giappone: il comparto della difesa fu inizialmente il più penalizzato poiché alle spese militari fu concesso l’investimento del misero 1% del PIL, il che significava la rinuncia ad una difesa nazionale. A tutti gli ufficiali che servirono l’imperatore fu tassativamente proibita la partecipazione alla politica e dal 1947 le bozze di una nuova costituzione privarono Hirohito di molte delle sue prerogative in campo militare. Solo una decina di anni dopo gli americani cambiarono rotta, soprattutto in funzione anticomunista, iniziando a riequipaggiare nuovamente le cosiddette Forze di Autodifesa giapponesi, accettandone una risalita lenta, ma progressiva.

Riarmo e disarmo

Il disarmo dell’apparato militare di uno stato sovrano è solitamente una delle conseguenze di una guerra perduta: così fu per la Germania degli Hohenzollern nel 1918 e lo stesso toccò al Giappone e alla Germania hitleriana nel 1945. Successivamente al clima di tensione instauratosi con la Guerra Fredda, gli Stati Uniti avviarono un processo economico globale che avrebbe risollevato le sorti degli eserciti sconfitti, Italia compresa. La situazione italiana era una delle peggiori, poiché la distruzione dell’esercito era già iniziata dopo l’8 settembre del 1943: una ferita specialmente morale che paghiamo, senza ragione, ancora oggi. L’onta subita dall’esercito sabaudo, compromesso con il fascismo, fu così grave che dopo il 1945 indossare le stellette diventò sinonimo di vergogna e anche senza i problemi legati alla crisi economica, i soldati stavano lentamente cadendo nell’oblio.

Ad un certo punto la politica di Washington, proiettata verso una strategia globale più lungimirante, capì quanto un eventuale rafforzamento dell’Italia sulla scena internazionale fosse considerevole, data la sua posizione di “baluardo” alle spinte del blocco sovietico. Da quel momento in poi il nostro esercito iniziò una decisiva risalita, che trasformò – grazie ai finanziamenti americani e alla volontà e coraggio espresso da pochi ufficiali italiani – il volto delle Forze Armate sia in patria, sia rispetto gli alleati del nuovo Patto Atlantico.

Superato il trauma del 1945 e digerita la decadenza della monarchia, l’esercito e

Continua qui

 

http://www.difesaonline.it/evidenza/editoriale/italia-verso-la-rinuncia-ad-una-difesa-nazionale

 

 

 

 

 

DIRITTI UMANI – IMMIGRAZIONI

Migranti, “Vera tratta di essere umani gestita da organizzazioni criminali”

Migranti, l’avv. Verni ad Affari Italiani: “Siamo dinanzi ad una tratta di essere umani dietro alla quale operano organizzazioni criminali”

Mirko Crocoli – 4 luglio 2019                                   RILETTURA NECESSARIA, PER CAPIRE BENE

 

L’avvocato Marco Valerio Verni, titolare dell’omonimo studio legale, è esperto in diritto penale e diritto penale militare, nonché Consigliere Qualificato in diritto internazionale Umanitario per le Forze Armate. Ha frequentato presso il Centro Alti Studi per la Difesa, il Corso “CSDP Orientation Course” e quello su “Civilian Aspects of Crisis Management” dello European Security and Defence College di Brucelles, il 16° Corso Cocim (Cooperazione Civile-Militare), il 17° Corso per Consigliere Giuridico nelle Forze Armate e la 15^ Sessione Speciale (67^ Ordinaria) dello IASD – Istituto Alti Studi per la Difesa. E’ stato componente del Settore Rapporti internazionale dell’Ordine degli Avvocato di Roma, nonché membro della International Society for Military Law and the Law of War.

 

Gentile Avv. Verni,

in virtù delle sue specializzazioni in campo militare e in diritto internazionale ci sa dare una versione in merito a quanto accaduto con la Sea Watch 3?

 

È accaduto quello che è sotto gli occhi di tutti. La Sea Watch 3, come sostenuto dai magistrati inquirenti, ha violato gli ordini di una nostra nave da guerra, attraccando forzosamente nel porto di Lampedusa. Ha deciso, in autonomia, cioè, che fosse il porto più sicuro e, sempre in autonomia, in spregio alla legge, di lì entrare, mettendo a repentaglio la vita dei militari della Guardia di Finanza intervenuti.

L’ordinanza del Gip di Agrigento, con la quale non è stato convalidato l’arresto della comandante Rackete, però, sembra affermare altro.

Il Gip di Agrigento ha ritenuto non sussistere il reato di cui all’art. 1100 del codice della navigazione dal momento che, secondo lui, una unità della Guardia di Finanza che operi in acque territoriali non possa considerarsi una nave da guerra, secondo una interpretazione della Corte Costituzionale del 2000.

Ed ha ritenuto scriminato quello, pur contestato, di cui all’art. 337 del codice penale, perché compiuto nell’adempimento di un dovere, ossia quello derivante dal rispetto dei trattati internazionali riguardanti il soccorso in mare dei naufraghi.

Quanto al primo punto, a parere del sottoscritto, mi lasci subito dire che il Gip di Agrigento ha, a sua volta, mal interpretato la sentenza in questione (la n. 35 del 2000), che peraltro interveniva sulla richiesta di referendum popolare inerente il riordino proprio della Guardia di Finanza.

Scrive infatti il magistrato agrigentino che “Invero, per condivisibile opzione ermeneutica del Giudice delle Leggi (v. Corte Cost., sent. N. 35/2000), le unità navali della Guardia di Finanza sono considerate navi da guerra solo “quando operano fuori dalle acque territoriali ovvero in porti esteri ove non vi sia una autorità consolare”.

Ebbene, andando a leggere bene, e per intero, il testo della citata sentenza,

Continua qui

 

http://www.affaritaliani.it/cronache/migranti-vera-tratta-di-essere-umani-gestita-da-organizzazioni-criminali-614036.html

 

 

 

 

 

Gli europei devono farsi la domanda più fondamentale sul loro futuro: NE HANNO UNO?

Maurizio Blondet  22 Agosto 2019

National Review

L’intera popolazione italiana ha trascorso l’ultima settimana di giugno a guardare una barca che arrivava dall’altra parte del Mediterraneo. Era il Sea-Watch 3, una nave registrata nei Paesi Bassi finanziata da filantropi progressisti e capitanata da Carola Rackete, un attivista tedesca di 31 anni del cambiamento climatico.  Rackete ha riferito che stava trasportando 42 rifugiati africani salvati in mare in condizioni di salute disperata. Il ministro degli Interni italiano Matteo Salvini ritiene che tali navi si incontrino con i trafficanti appena al largo della costa libica e sono molto meno interessate al salvataggio dei marinai che al trasporto di immigrati clandestini in Europa in massa. “Taxi”, li ha chiamati. E in effetti, Rackete aveva gironzolato ai bordi delle acque territoriali italiane per diversi giorni, tracciando un percorso meno coerente con qualsiasi emergenza sanitaria che con il desiderio di sbarcare il suo carico umano nell’Unione europea, dove è facile presentare domanda di asilo politico e dove anche quelli le cui domande vengono respinte non vengono quasi mai espulsi. Da quando il suo partito, la Lega,  ha iniziato a condividere il potere in una coalizione populista un anno fa, la decisione di Salvini di chiudere i porti italiani a tali navi lo ha reso il politico più popolare del paese .

Stavolta, Salvini ha fallito. […]

Gli europei hanno dovuto affrontare la domanda più basilare sul loro futuro: se ne hanno uno. In alcuni paesi – in particolare Italia, Germania e Austria – la popolazione nativa si è ridotta da decenni. I tassi di natalità sono scesi così in basso che ogni generazione nativa ha circa i due terzi delle dimensioni dell’ultima. Il declino è stato mascherato per un po ‘dalle dimensioni della generazione quasi completamente autoctona di Baby Boomers, ma ora quei nativi europei hanno iniziato a ritirarsi e morire.

Gli immigrati extraeuropei, in particolare quelli del Medio Oriente e del Nord Africa, si sono precipitati a reclamare un posto nel continente. Almeno dall’11 settembre, i lettori di giornali europei hanno acquisito familiarità con le discussioni sull’Islam, alcune delle quali eufemistiche (l’Islam sarà una “parte della Germania, “Dice Merkel) e alcuni di loro cupi (l’Europa sarà una” parte del Maghreb [musulmano] “”, ha avvertito il defunto storico Bernard Lewis). Quando la Merkel si è offerta nell’estate del 2015 di dare il benvenuto ai rifugiati che camminavano sulla terraferma dalla guerra in Siria, ha ricevuto un’ulteriore ondata di 1,5 milioni di migranti, molti dei quali giovani, provenienti da tutto il mondo musulmano. Il suo giudizio errato ha rotto il sistema politico tedesco e ha infuso la democrazia tedesca con una corrente di nazionalismo duro per la prima volta dagli anni ’30.

Questo è stato solo l’inizio del problema. Le pressioni demografiche emanate dal Medio Oriente negli ultimi decenni, già sufficienti a spingere il sistema politico europeo in convulsioni, nei prossimi decenni impallidiranno accanto a quelle dell’Africa sub-sahariana. Salvini deve la sua ascesa – e la potente vittoria del suo partito alle elezioni di maggio al parlamento dell’Unione Europea –alla sua volontà di affrontare la migrazione africana come una crisi. Anche menzionarla come tale lo rende isolato tra i politici europei. Coloro che non hanno paura di affrontare il problema hanno paura di dichiarare le proprie conclusioni.

Stephen Smith, corrispondente da lungo tempo nato in America negli Stati Uniti per i quotidiani parigini Le Monde e Libération, ora professore di studi afroamericani e afroamericani a Duke, ha pubblicato (in francese) La ruée vers the Europe , un breve, sobrio , libro di mentalità aperta sulla prossima migrazione di massa dall’Africa. Il libro più importante scritto fino

Continua qui

 

https://www.maurizioblondet.it/gli-europei-devono-fardi-la-domanda-piu-fondamentale-sul-loro-futuro-ne-hanno-uno/

 

 

 

 

 

 

“GO HOME”, LA POLITICA È HORROR

In una metropoli che non è mai stata così grigia e decadente, squallida e delusa, in cui gli echi delle vicende razziste di Torre Maura e Casal Bruciato divengono di un’ultra-attualità, assistiamo da subito allo schema classico degli assediati e degli assedianti, un’allegoria il cui rimando alla realtà è di un’aderenza bruciante. Perché non è “Go Home” ad essere un horror politico, semmai è la politica a essere un horror.

19 maggio 2019

 

«I respingimenti sono l’unica via per salvare vite e per evitare un’invasione.» Matteo Salvini

Go Home-A casa Loro è la pellicola di produzione indipendente scritta da Emiliano Rubbi e girata – tra gli spazi sociali romani dello Strike e dell’Intifada – da Luna Gualano che, rifacendosi alla grammatica horror, racconta l’Italia ai tempi dei revival xenofobi e reazionari.

Avvalendosi di una messa in scena “punk” e priva di alte pretese, il film si smarca da ammiccamenti di sorta (solitamente) riservati al genere orrorifico e punta dritto al cuore e alla coscienza dello spettatore, a cui sembra dire: guarda in che schifo di società sei immerso.

Fin dai primi fotogrammi ci si trova spiazzati e attoniti, ed è una cifra artistica che sceglie di non risparmiare nulla ai danni di una Roma al collasso, riflessa in un’ambientazione che da mitica “città eterna” la trasla in una landa desolata e terrificante, d’improvviso popolata da famelici zombie.

In una metropoli che non è mai stata così grigia e decadente, squallida e delusa, in cui gli echi delle vicende razziste di Torre Maura e Casal Bruciato (solo per citare le più recenti di un’ormai lunghissima lista) divengono di un’ultra-attualità, assistiamo da subito allo schema classico degli assediati e degli assedianti, un’allegoria il cui rimando alla realtà è di un’aderenza bruciante e in contemporanea una mise-en-abyme dell’intreccio stesso del film.

Il plot si apre infatti in medias res con un nutrito gruppo di fascisti intento a manifestare contro l’apertura di un centro d’accoglienza per immigrati, fronteggiati da una schiera altrettanto numerosa di militanti di sinistra.

Poi, tutto d’un tratto, quasi fosse presupposto ontologico degli avvenimenti, esplode l’apocalissi zombie.

Enrico (Antonio Bannò), vicino ai militanti d’estrema destra, si ritrova l’unico sopravvissuto in mezzo a una calca di zombie (in cui si sono tramutati tutti i manifestanti) che si accaniscono sui pochi corpi ancora agonizzanti. Terrorizzato, cerca una disperata via di fuga e la trova proprio all’interno del centro d’accoglienza contro cui fino a pochi attimi prima manifestava indignazione.

I migranti lo sentono bussare forsennato alla porta in ferro, e gli aprono offrendogli rifugio.

Una volta dentro, inutile dire che Enrico si troverà a dover celare la sua appartenenza politica tra coloro che considera nemici da odiare e al tempo stesso – simile a quanto accade al Derek del celebre American History X – farà i conti con l’ineluttabile messa in crisi del suo credo.

La condizione del protagonista, insieme surreale e inesorabile, diviene la

 

Continua qui

 

 

https://www.idiavoli.com/it/article/go-home-la-politica-e-horror

 

 

 

 

 

 

ECONOMIA

L’illusione monetaria dei keynesiani all’italiana

The Editor  26 Marzo 2019

 

Mentre il paese si prepara ad andare a sbattere con violenza contro gli scogli della realtà, con un deterioramento delle condizioni economiche frutto delle scelte demenziali di questo governo, tali da pompare incertezza ed amplificare la negativa congiuntura globale e soprattutto europea, ci sono poche speranze che il paradigma fallito che ci ha portati sin qui possa essere rovesciato in tempo per evitare il naufragio. Anzi, è assai probabile che questo stesso paradigma verrà riproposto da qualsiasi altra forza politica ambisca al timone del relitto Italia.

Sono due i capisaldi di questo fallimentare paradigma. Il primo è il convincimento che la spesa pubblica sia la leva strategica per aumentare non solo il livello del Pil ma anche la sua pendenza, cioè il tasso di crescita. Da lì originano tutte le idiozie su leggendari moltiplicatori della spesa, non solo di quella per investimenti ma anche di quella corrente.

Ovviamente, questa credenza è quella che ha portato il paese ad avere una spesa pubblica di qualità infima, e col passare del tempo ulteriormente degradata da tagli necessari a tenerla sotto controllo, in presenza di aumento della spesa per interessi sul debito pubblico.

Malgrado anni di denaro facile della Bce, l’Italia non è riuscita a piegare il rapporto debito-Pil a causa di una crescita nominale sempre inferiore al costo medio del debito. In conseguenza di ciò, ecco l’esigenza di incaprettarsi con persistenti ed elevati avanzi primari, che qualche genio pensa siano una raccolta punti da far valere a Bruxelles per vincere più deficit

Continua qui

 

https://phastidio.net/2019/03/26/lillusione-monetaria-dei-keynesiani-allitaliana/

 

 

 

 

FINANZA BANCHE ASSICURAZIONI

Sulle banche la Germania fa come vuole, ecco come sta fregando i partner dell’euro

Deutsche Bank e Commerzbank verso la fusione, con la benedizione del governo federale, che si ritroverebbe a controllare una delle più grandi banche d’Europa. Il silenzio assordante del resto d’Europa.

 

di Giuseppe Timpone , pubblicato il 18 Marzo 2019                   RILETTURA

Deutsche Bank e Commerzbank hanno ammesso ieri di avere avviato i colloqui per una possibile fusione. Le prime due banche tedesche dovrebbero unirsi in matrimonio nei prossimi mesi, secondo quanto da tempo vanno confermando indiscrezioni sempre più insistenti, rilanciate nei giorni scorsi dalla benedizione pubblica del ministro delle Finanze, Olaf Scholz. Se le nozze riusciranno, nasce il secondo colosso bancario europeo, dietro solo a BNP Paribas: assets per 1.900 miliardi, depositi per 845 miliardi, prestiti per 600 miliardi, oltre 140.000 dipendenti, 2.500 filiali e una quota di mercato dei prestiti in Germania del 20%.

Nulla di strano, se fosse un’operazione di mercato, come saremmo portati a credere. Invece, il Ceo di Deutsche Bank, Christian Sewing, si trova quasi costretto ad avallare il “merger”. Lo chiede da dietro le quinte il governo, che detiene il 15% di Commerzbank e che non vuole ritrovarsi tra i piedi una possibile crisi bancaria da qui a qualche anno.

Sì, perché le condizioni finanziarie di DB non sono poi così buone. L’istituto ha chiuso l’ultimo trimestre del 2018 con una perdita di 409 milioni, che si confronta con un utile di 113 milioni del probabile coniuge. Ma, soprattutto, gode di una pessima reputazione dentro e fuori la Germania, essendo stata travolta negli anni passati da svariati scandali, in relazione ai quali ha dovuto pagare multe miliardarie, tra cui in America, accusata di avere truffato sulla fissazione dei tassi, di avere venduto mutui tossici, di avere aiutato i clienti a lavare denaro sporco, etc. Anche con l’ultimo report trimestrale, DB ha dovuto accantonare altri 1,2 miliardi per le spese legali.

Da anni, poi, tutto il mondo guarda con apprensione alla sua enorme montagna di titoli derivati in pancia, che stando al Fondo Monetario Internazionale nel 2016 rappresenterebbero una delle più grandi minacce

Continua qui

 

https://www.investireoggi.it/economia/sulle-banche-la-germania-fa-come-vuole-ecco-come-sta-fregando-i-partner-delleuro/

 

 

 

 

GIUSTIZIA E NORME

Di Matteo: ”Assordante silenzio della politica su mafia e stragi”

 

Pubblicato: 31 Agosto 2019

VIDEO QUI: https://www.facebook.com/ilFattoQuotidiano/videos/321220168657170/

 

Anche al Csm il tema è centrale e mi candido per difendere autonomia e indipendenza magistratura

di Aaron Pettinari, Jamil El Sadi e Marta Capaccioni

Il contrasto della criminalità mafiosa? Io non ne sento più parlare come oggetto principale della nostra democrazia. Non ne ho sentito parlare in campagna elettorale nel 2018 e ne sento parlare poco, ora, ma in maniera generale. E’ assordante da parte della politica il silenzio sulla questione stragi. È vero che le indagini le devono fare i magistrati ma vi assicuro che di fronte a elementi così importanti sarebbe necessario uno sforzo in impiego di uomini, mezzi, risorse e una denuncia politica. Ormai queste indagini sono lasciate soltanto a pochissimi magistrati e altrettanto pochissimi investigatori visti dagli altri come gli ultimi giapponesi che non credevano finita la guerra e non si arrendevano. La politica se vuole essere autorevole lo deve essere anche su queste questioni“.

È una considerazione tanto amara quanto realista quella del sostituto procuratore nazionale antimafia Antonino Di Matteo, intervenuto a “La Versiliana”, festa ormai tradizionale de “Il Fatto Quotidiano” che quest’anno festeggia i dieci anni di vita. Dalla riforma della giustizia, alle inchieste sulle stragi e la trattativa Stato-mafia passando per il ruolo che dovrebbe avere il Consiglio superiore della magistratura in questo momento delicato della storia del Paese. Sono questi alcuni dei temi affrontati dal magistrato, intervistato dal vicedirettore e responsabile libri ‘Paper first‘ Marco Lillo nell’incontro intitolato “Magistrato, nonostante tutto”.

Inevitabile ricordare l’imminente impegno che vede Di Matteo candidato, da indipendente, proprio al Consiglio superiore della magistratura dopo aver accettato la proposta di Autonomia&Indipendenza, la corrente fondata da Piercamillo Davigo, di concorrere alle elezioni suppletive che si svolgeranno il 6 e il 7 ottobre prossimi, necessarie dopo le dimissioni di Luigi Spina (Unicost) e Antonio Lepre (Mi) a seguito degli scandali emersi nell’inchiesta di Perugia sull’ex presidente dell’Anm Luca Palamara accusato di corruzione.

 

Nel momento in cui è emerso lo scandalo – ha detto il magistrato palermitano – ho sentito, anche parlando con colleghi che stimo, che poteva essere questo il momento per cercare di dare un contributo per cambiare le cose.

 Ho speso tutto il mio impegno nell’attività propria e giudiziaria del magistrato. E devo dire che per tanti versi ho visto con sospetto, prendendo pubbliche posizioni in determinati momenti, l’attività dei professionismi

 

Continua qui

 

 

http://www.antimafiaduemila.com/home/primo-piano/75615-di-matteo-assordante-silenzio-della-politica-su-mafia-e-stragi.html

 

 

 

 

 

 

PANORAMA INTERNAZIONALE

Commissario Ue Oettinger dà benvenuto a governo italiano “pro-Europa”

Maurizio Blondet  29 Agosto 2019

MILANO (Reuters) – Il commissario Ue Guenther Oettinger, che fa anche parte dei conservatori guidati da Angela Merkel in Germania, ha accolto con favore la probabile formazione di un nuovo governo “pro-Europa” in Italia, aggiungendo che si tratta di un fatto positivo.

Bruxelles è pronta a fare tutto il possibile per facilitare il lavoro del nuovo governo italiano quando si insedierà, Oettinger ha detto parlando all’emittente radio SWR.

Non fanno neanche finta di nasconderlo, anzi lo rivendicano

Continua qui

 

https://www.maurizioblondet.it/commissario-ue-oettinger-da-benvenuto-a-governo-italiano-pro-europa/

 

 

 

 

 

 

 

Atlantismo e no

di Riccardo Bruno – Venerdì, 30 agosto 2019

 

È accaduto che Usa e Ue, in palese difficoltà di rapporti anche al g7 di Biarritz, abbiano trovato una formidabile intesa sull’Italia, a sostegno del premier uscente, Giuseppe Conte.

L’endorsement di Trump, irrituale e senza precedenti, coincide infatti con la simpatia espressa dalle altre capitali europee. Per questa volta l’atlantismo è salvo.

Ambienti vicino alla Lega, per l’esattezza quelli che si richiamano al non felicissimo nome “il Talebano”, si sono precipitati a dire che un governo di Conte con il Pd sarà il contrario di quello avuto finora e se questo non dispiacerà all’Europa, dispiacerà a Trump. Purtroppo per loro sbagliano, in quanto Trump ha la stessa valutazione dell’Italia di qualsiasi altro suo predecessore, ovvero, essa interessa in quanto allineata all’interno dell’Europa e non al di fuori di questa. L’amministrazione Usa è felice se il governo italiano dall’interno dell’Ue sostiene le sue posizioni sulla Russia, mentre sarebbe preoccupata di un’Italia amica

Continua qui

 

http://www.affaritaliani.it/blog/italia-atlantica/atlantismo-no-622896.html

 

 

 

 

 

 

“L’altra Brexit. Geopolitica & Affari”

La recensione del saggio di Bepi Pezzulli

di Giuseppe Mongiello – 29 luglio 2019

 

BEPI PEZZULLI

“L’altra Brexit. Geopolitica & Affari”.

Prefazione di Mark Wheatley.

I libri di Milano Finanza.

Milano, 2018 (170 pp.).

 

LA RECENSIONE

 

Con una migliore comprensione delle cose, la storia dunque era prevedibile. C’è infatti qualcuno che aveva descritto passo per passo le ragioni, le dinamiche interne, il presumibile percorso, e l’esito nella politica interna della vicenda Brexit.

L’altra Brexit. Geopolitica & Affari” di Bepi Pezzulli è di fatto la controstoria più informata e più analitica della Brexit. Quella che dal 2013 (data in cui il Premier britannico David Cameron annunciò che avrebbe indetto un referendum sulla permanenza del Regno Unito nell’Unione Europea) viene raccontata dalla maggioranza dei media, soprattutto i media italiani, è un’allucinazione. In Europa sembra essersi intenzionalmente trascurata del tutto l’altra metà dell’operazione Brexit: quella dei vantaggi economici e delle alleanze geopolitiche che proiettano il Regno Unito nel XXII Secolo.

Secondo l’autore, l’uscita dall’Unione Europea era inevitabile. Da un lato la tradizionale frangia euroscettica ben posizionata nelle istituzioni britanniche (preoccupata per la deriva pangermanica dell’UE), e dall’altro le trading rooms inglesi (preoccupate per gli squilibri nel bilancio commerciale dell’Ue) hanno spinto per rifocalizzare l’economia britannica e cambiarne l’asse geopolitico in direzione Commonwealth.

Pezzulli rileva anche delle suggestive simbologie: il voto “Leave” è occorso nel giorno del solstizio d’estate, a marcare l’alba di una nuova era. Lo yuan è entrato nel paniere del FMI nel giorno del 67° anniversario della Rivoluzione cinese. La nomina di David Cameron a capo del fondo infrastrutturale Anglo-cinese è avvenuta nell’anniversario della Rivoluzione gloriosa che restaurò sul trono inglese Guglielmo III d’Orange. Straordinarie queste date.

L’autore sostiene che la Brexit è stata una scelta al tempo stesso di riposizionamento e di maggiore autonomia e libertà. Il disegno, mai completamente abbandonato, di fare di Londra la nuova Singapore dell’Atlantico, rendendola così una sorta di zona franca per il transito dei grandi flussi d’investimento ha avuto un peso determinante nel “Leave”. Del resto, l’unica reazione possibile alla crescente forza della Germania, sostenuta dal suo surplus commerciale e dall’asse con i francesi, era quello di cercare nuovi sbocchi a livello globale, e riposizionarsi tra gli USA ad Occidente e la Cina ad Oriente, recuperando un ruolo centrale nel commercio internazionale. Che piaccia o no, poi, l’irrigidimento delle regole europee su banche e investimenti è stata un’ulteriore spinta

 

Continua qui

 

http://www.affaritaliani.it/blog/italia-atlantica/l-altra-brexit-geopolitica–affari-la-recensione-618354.html

 

 

 

 

 

POLITICA

Piattaforma Rousseau: cos’è e come funziona il voto

Si tratta dello strumento di voto utilizzato dal M5S per verificare gli umori della base, ma funziona davvero?

 

Barbara Massaro – 30 agosto 2019

 

Il Movimento propone, la base decide. E’ questa la logica che guida l’esperienza politica del Movimento 5 Stelle sin dalla sua fondazione nel 2009. E per far sì che militanti ed elettori possano dire la loro è stata creata la cosiddetta piattaforma Rousseau della quale si è tornato a parlare in questi giorni come colei che ha l’onore e onere di decidere – grazie al voto degli elettori – il destino ultimo del governo Conte bis.

Cos’è la piattaforma Rousseau

La piattaforma Rousseau altro non è se non un sito internet con un’area riservata cui possono accedere solo gli iscritti che devono identificarsi con account e password e dimostrare di essere tesserati grillini. Entro quest’area è possibile partecipare alle attività del movimento, proporre leggi, fornire punti di vista e soprattutto votare per le decisioni politiche dei 5 stelle.

All’interno dello Statuto pentastellato la piattaforma viene definita come “il luogo dove devono obbligatoriamente svolgersi quasi tutte le più importanti votazioni del partito”.

A chi appartiene la piattaforma

La piattaforma, però, non è di proprietà del Movimento, ma di una società privata senza scopo di lucro, l’Associazione Rousseau, fondata da Gianroberto Casaleggio e ora controllata da suo figlio Davide insieme a Massimo Bugani, Pietro Dettori e Enrica Sabatini.

Nel corso della storia pentastellata la piattaforma di voto è stata usata una settantina di volte sia per scegliere i candidati da presentare nelle varie tornate elettorali sia per questioni più importanti.

Come e per cosa si vota

Dopo il tracollo alle europee, ad esempio, i militanti sono stati invitati a rispondere con un “sì” o con un “no” alla riconferma di Luigi Di Maio nel ruolo di guida politica del M5S (il “sì” ha trionfato con l’80% delle preferenze).

A febbraio scorso, invece, i militanti si sono espressi circa l’autorizzazione a procedere nei confronti del ministro Salvini a proposito del caso Diciotti (in questo caso a vincere è stato il “no” con il 60% delle preferenze)

Continua qui

 

https://www.panorama.it/economia/piattaforma-rousseau-voto-come-funziona-governo-movimento-5-stelle/

 

 

 

 

La manina yankee

Regione: 

L’Altravoce dell’Italia

29/08/2019

La Card di Buttafuoco

 

PIETRANGELO BUTTAFUOCO

L’avrà capito Salvini – mi scrive Fabrizio Falvo – che degli americani non ci si deve fidare mai?

È ben chiaro, a questo punto, che il leader della Lega, all’apice del suo successo, abbia abboccato all’amo di una fregatura altrimenti non si spiegherebbe la tagliata di faccia di Donald Trump che, nel bel mezzo della

Continua qui

https://www.quotidianodelsud.it/laltravocedellitalia/card-buttafuoco/2019/08/29/card-buttafuoco-manina-yankee?fbclid=IwAR0jwnP_YqELLB-nnMu9szFj4yxFgiY7hJ5VaV3doPzAwUmbs6UnEdNeZAA

 

 

 

ll Conte Zelig

Lisa Stanton 1 09 2019

Il lavoro sul programma va bene, tra il Pd ed i 5s c’è una consonanza in punti programmatici.

Mi piacerebbe molto che l’Italia potesse dare un contributo critico per adeguare il patto di stabilità al nuovo clima economico, alla nuova prospettiva economica. Dobbiamo aprire una stagione riformatrice del Paese. È la più grande sfida che possiamo raccogliere.

A tutte le trattative di governo siedono solo uomini, spero che non ci troviamo un governo di maschi perché, sinceramente, non va bene. Lavorerò per evitarlo.

Ci sono figure di spicco sulla scena politica internazionale, come la Lagarde e l’amica Von Der Leyden. Vorrei fosse lo stesso in Italia.

Stiamo lavorando ad un progetto, sono convinto che anche Luigi di Maio stia lavorando a questo progetto con entusiasmo

Io non sono iscritto al M5s, non partecipo alle riunioni del gruppo dirigente e politico.

Non ho mai incontrato i gruppi parlamentari, definirmi dei 5 Stelle mi

 

Continua qui

 

https://www.facebook.com/100000248554468/posts/2619810694703857/

 

 

 

 

Un fondamentale trattato di antropologia

28/08/2019 by Miguel Martinez

 

In questi giorni, sto osservando quella che chiamano la “crisi di governo”, a occhio e croce la centonovantesima dal 1945 in qua; e per puro caso, ho avuto l’occasione di leggere proprio adesso il più serio trattato di antropologia mai scritto sull’Italia, il romanzo (si fa per dire), Il gioco delle caste di Giovanni Negri.

 

 

Non vi dico altro, se non per invitarvi calorosamente a procurarvi il testo in questione.

 

Dopo Negri, non resta davvero molto da dire sulla politica italiana.

Negri, oltre a narrare storie verosimili, ha la capacità di Tucidide di inventare discorsi, assolutamente plausibili, con cui i protagonisti di ogni schieramento giustificano di volta in volta i propri interessi; ma nessun discorso è veridico – i discorsi sono armi morali per meglio conquistare appalti, posti alla RAI o altro. Che si tratti di discorsi sui valori della fede o sui diritti delle donne.

Se leggiamo bene Negri, possiamo capire quindi il rapporto reale tra politica e retorica.

 

La retorica è

immigrati stupratori, i saluti romani allo stadio, i valori cristiani offesi, l’omofobia dilagante, il valore dell’accoglienza, il fascismo rigurgitante, la sovranità della patria, i musulmani che ci vogliono conquistare, i diritti delle donne, il frocismo che vorrebbe distruggere la famiglia…

Per la maggior parte, la gente usa queste chiacchiere a scopo identitario, senza il minimo interesse al loro contenuto effettivo: il difensore della famiglia va a fare turismo sessuale nelle Filippine più o meno con la stessa indifferenza con cui il nemico del razzismo paga in nero la domestica filippina.

Normale, visto che la vita della gente è fatta di innamoramenti, paure, avidità, sospetti, preoccupazioni per l’indomani e altre cose che con i Grandi Principi c’entrano poco.

La politica è invece la roba che conta.

 

Se leggiamo bene Negri, capiamo perfettamente come chi in Italia conta davvero e decide sia indifferente alla retorica, con cui può giocare di volta in volta in un senso o nell’altro, ma che non dà il vero potere.

Mi viene in mente il mio amico del Partito Unico, un politico a cui sono affezionato,

Continua qui

 

http://kelebeklerblog.com/2019/08/28/un-fondamentale-trattato-di-antropologia/

 

 

 

 

Governo, Boschi: mandato chiaro a Zingaretti,

fare presto

Mercoledì, 28 agosto 2019

 

VIDEO QUI: http://www.affaritaliani.it/coffee/video/politica/governo-fassino-non-mettiamo-veti-su-nessuno.html

 

Roma, 28 ago. (askanews) –

 

“Noi non abbiamo mai preso per bersaglio Di Maio né prendiamo per bersaglio un esponente di un partito con cui stiamo per varare un’alleanza.

Crediamo in questa esperienza di alleanza che ci auguriamo si possa varare valorizzando al meglio le esperienze che ciascuno è in grado di portare, non siamo un partito abituato a mettere veti su nessuno”.

 

Lo ha detto Piero Fassino uscendo dalla Direzione del PD durante la quale il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, ha chiesto e ricevuto dalla Direzione del partito “un mandato chiaro per dare al Capo dello Stato la disponibilità a verificare con il presidente incaricato se ci sono possibilità di dare vita ad un nuovo governo per il Paese.

 

http://www.affaritaliani.it/coffee/video/politica/governo-fassino-non-mettiamo-veti-su-nessuno.html

 

 

 

 

 

 

 

Grillini, la metamorfosi è compiuta: ecco il mostro 5 Stelle

di Giuseppe Leonelli30 AGOSTO 2019

 

‘E già stava succhiando ingordamente il formaggio, verso il quale si era sentito attrarre con violenza più che verso tutti gli altri cibi. A rapide boccate e con lacrime di soddisfazione divorò i legumi e la salsa; i cibi freschi invece non gli piacevano: non poteva neppure sopportarne l’odore e anzi trascinava un po’ lontano quelli che preferiva‘.

La metamorfosi Kafkiana si è completata. Il (super)uomo 5 Stelle è divenuto l’irriconoscibile insetto dal quale anche i più stretti famigliari si ritraggono. I giacobini, i puri, i rivoluzionari e guerriglieri 5 Stelle ora sono diventati il partito che governa, per citare i 5 Stelle stessi, con il Pd di Bibbiano, con i Pidioti, con il Pdl meno elle, con il partito dell’ebetino e di Gargamella.

Una fine ingloriosa che nulla ha di nobile, nessun Robespierre a cui guardare, nessuno V celato dalla maschera di Guy Fawkes da lodare, nessun Che Guevara indomito e martire. No. La metamorfosi 5 Stelle è una fine triste e ingloriosa. L’ultimo batman scompare senza combattere. Il sonno della ragione non ha creato un, seppur orrendo, nobile mostro.

E’ successo qualcosa di molto più avvilente e meno bohemienne: il risveglio della avidità umana di pochi eletti, di coloro che vennero scelti al grido di Uno vale uno e del Vaffaday, ha creato un patetico mostriciattolo a servizio dello storico nemico Pd.

Ma non è ancora finita. Adesso, completata la trasformazione, ucciso ogni

Continua qui

 

https://loccidentale.it/grillini-la-metamorfosi-e-compiuta-ecco-il-mostro-5-stelle/

 

 

 

 

 

 

 

 

 

SCIENZE TECNOLOGIE

Addestrare i cani poliziotto costa: e in Cina li clonano per risparmiare tempo e soldi

Per avere un bravo cane poliziotto ci vogliono almeno otto mesi per esemplare. Bisogna individuare le sue abilità e poi educarlo perché le metta in gioco. Un processo lungo

27 marzo 2019

 

Addestrare cani è una attività lunga e costosa. Ogni esemplare ha la sua personalità, le sue caratteristiche e le sue abilità particolare. Per questo motivo in Cina hanno trovato un sistema per accorciare i tempi e tagliare i costi: clonare i cani.

Del resto, è da un paio di decenni a questa parte che l’abilità particolare dei cinesi è quella di copiare. Perché non applicarla anche agli esseri viventi? Anzi, perché non applicarla ai migliori cani in circolazione? Il corredo genetico risulterà uguale e, di conseguenza, anche il percorso di allenamento sarà già pronto.

Non è una ipotesi futuristica. Come riporta il China Daily, succede già: a Kunming, capitale della regione dello Yunnan, l’università locale insieme al Beijing Sinogene Biotechnology stanno addstrando il piccolo Kunxun, un cane lupo di due mesi clonato

 

Continua qui

 

https://www.linkiesta.it/it/article/2019/03/27/cani-cina-addestramento/41566/

 

 

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°