NOTIZIARIO STAMPA DETTI E SCRITTI 10 SETTEMBRE 2019

https://oltrelalinea.news/2019/09/10/ieri-a-montecitorio-la-manifestazione-dei-patrioti-indetta-da-fratelli-ditalia/

NOTIZIARIO STAMPA DETTI E SCRITTI 10 SETTEMBRE 2019

A cura di Manlio Lo Presti

Esergo

L’inganno è così diffuso che coloro che dicono il vero

sono solitamente bollati come i peggiori mentitori.

(Ingrid Thulin ne IL VOLTO, Bergman, Svezia, 1958)

 

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SOMMARIO

 

Neomaccartismo, sudditanza UE e sbarchi illimitati di MIGRANTI-PAGANTI

GOVERNO CONTE/ I veri poteri a cui risponde l’“avvocato del popolo”. 1

Sapelli: in Italia comanda Macron, ecco il piano per ridurci a colonia. 1

Davide Casaleggio, l’affondo di Jacopo Iacoboni: “Inquietante svolta, necessario vigilare sui suoi business”. 1

VeDrò, l’associazione che sforna i ministri del governo Letta 1

veDrò al potere: tutte le poltrone dei fedeli di Letta. 1

Chi ha ucciso VeDrò. 1

La propaganda occidentale su omosessualità e cannibalismo. 1

La sinistra è una cupola. 1

Razzismo come pretesto. 1

Saviano e la cocaina: quella della sinistra liberal è pura cultura della morte. 1

I voltagabbana. E se li minacciassero?. 1

I misteri del governo Conte bis

UNO TSUNAMI ITALIANO: IL CASO P2. 1

LA POLITICA DI SANZIONI E MINACCE DEGLI USA CREA EFFETTI NON PREVISTI 1

Ucraina, le illusioni perdute

Desiderio di verità! Mario Luzi e la via per uscire dalla solitudine. 1

Quel patto tra sinistra e mercato che ha prodotto i “sovranismi”. 1

Greta, Carola e Olga: le tre eroine “contro il potere” ma funzionali ai potenti 1

LA VERITA’ DIETRO L’ARRESTO DI KORSHUNOV SU ORDINE USA.. 1

Il Papa dice ancora “no” ai respingimenti dei migranti 1

Anche l’Austria viola le regole: lascia fuggire i migranti minori in Italia. 1

Made in Italy e commercio estero alla Farnesina: il piano Di Maio toglie 300 milioni al MISE

TRE FONDI INDICIZZATI CONTROLLANO TUTTE LE US CORPORATION   1

Banchetto per gli avvoltoi: l’accordo sul gas fra USA, Polonia e Ucraina

L’Inps rimpingua le sue casse sulla pelle dei disabili 1

STRATEGIE DELL’IMPERO USA. COS’È UNA RIVOLUZIONE COLORATA? 1

Kurtz: non siamo disposti a pagare i debiti dell’Italia

Ecco chi tira i fili del governo giallorosso. 1

Oggi Berlusconi si dimentica che fino all’altro ieri voleva Draghi premier. 1

“Questo è il governo delle banche”. Comunisti in piazza contro M5S-Pd. 1

Lega: “Segretario Pd Civitavecchia posta fake e invoca piazzale Loreto”. 1

Sanfilippo, il giornalista Rai dopo aver previsto il suicidio di Matteo Salvini denuncia il leader della Lega. 1

Otto e mezzo, Carlo De Benedetti battezza il Conte-bis: “Renzi deciderà quando farlo morire”. Cosa sa. 1

Il saluto romano falso a Montecitorio e tutti quelli veri 1

Scandalosa gestione dell’ordine pubblico a Montecitorio 1

La memoria non serve più

ALLA RICERCA DEL CONNETTOMA.. 1

8 SETTEMBRE 1943: LA MORTE DELLA PATRIA.. 1

Ecco il “tesoretto” dimenticato dell’Italia nelle ex colonie Somalia, Libia, Eritrea ed Etiopia. 1

 

 

EDITORIALE

Neomaccartismo, sudditanza alla UE e sbarchi illimitati di MIGRANTI-PAGANTI

Manlio Lo Presti – 10 settembre 2019

La prima votazione ieri alla Camera è andata secondo le previsioni: il Conte-bis ha la maggioranza sua pure risicata. È in corso il dibattito al Senato con la stessa sequenza di urla e di chiasso generosamente distribuito alla Camera.

Il capo del governo/Badoglio 2 legge con finta flemma i suoi foglietti disordinati che stritola fra le mani dissimulando malamente una rabbia che evita id mostrare nonostante qualche stoccata evidenziando un carattere narcisista e la sicumera del “protetto-dai-poteri-che-contano”.

Il programma è lunghissimo, oltre venti tematiche. Mostra tutta la sua impossibile realizzabilità per la mancanza di cooperazione dell’opposizione che si vede defenestrata e contenuta in una gabbia.

Sappiamo tutti molto bene che il progresso di un Paese realmente democratico e veramente “PARLAMENTARE” è possibile solamente se esiste una solida ed efficace cooperazione fra maggioranza e minoranza.

HO DETTO COOPERAZIONE NON COLLUSIONE!!!

La minoranza, che percepisce ed intercetta con attenzione il malessere della popolazione, tira dritto e i pretoriani di questo governo non ancora approvato, mostrano già il loro muso cattivo.

Primo segnale sgradevole è stato quello di bloccare il flusso di manifestanti verso il palco degli oppositori: brutto esordio di un ministro degli interni che parte in chiave repressiva e minacciosa, SEMPRE PER IL BENE DEL PAESEE DEGLI ITALIANI che costoro si arrogano il diritto di rappresentare mediante alchimie e congiure di palazzo, stile impero ottomano.

Secondo segnale è l’uso di provocatori (forse componenti di squadre speciali non identificate) che hanno dichiarato di aver visto persone fare il saluto romano. Nessuno testimone ha confermato questo fatto! La stampa e troll della rete hanno iniziato tempestivamente a diffondere fotografie con saluti romani, ma erano immagini che fanno riferimento ad altri eventi.

Terzo segnale: Facebook e Instagram bloccano CasaPound e altri siti di destra, bloccano il tasto LIKE sui siti di Salvini.

Quarto segnale, nessuno parla più dello spread (facendo capire anche ai finti tonti che lo strumento non è un parametro economico, ma è un martello politico da utilizzare abbondantemente per poi passare agli attentati con oltre tremila morti ciascuno contro il popolo demmerda che continua a non capire e che deve essere ricondizionato in appositi campi di rieducazione politica (come affermato e strombazzato da Dem e da intellettualoidi  sovvenzionati dai flussi monetari destinati alla carta stampata.

Quinto segnale: ER MOVIOLA viene nominato successore del “filoitaliano” Moscovici. Pacta sunt servanda. (*)

Sesto segnale: a Bruxelles sono insediati due uomini del PD, un partito che ha perso ben 5 tornate elettorali!

Settimo segnale: ripresa degli sbarchi facili, riattivazione del canale di guadagni da 12.000.000.000 di euro, mentre l’INPS contesta l’indennità di invalidità ai disabili perché COSTORO costano E NON FANNO GUADAGNARE COME gli sbarchi di MIGRANTI-PAGANTI.

Il primo consacrato dal DIO DI BRUXELLES è l’ex giornalista (per ora) Sassoli e l’altro è un precedente presidente del consiglio detto ER MOVIOLA, al secolo Paolo Gentiloni Silverj.

Ad una prima fugace dichiarazione della ridanciana Ursula, le attuali funzioni della Commissione per gli Affari Economici saranno “ritoccate” ponendo la funzione sotto una specie di tutela di imprecisati – per ora – livelli sovraordinati.

Insomma, l’incarico europeo sarà ridotto e messo sotto controllo.

Rimane la solita regola del sospetto:

MAI FIDARSI DEGLI ITALIANI DEMMERDA,

di qualsiasi colore politico siano!

Una regola storica: prima sospettati e scansati DAGLI ALTI COMANDI GERMANICI e poi scansati violentati e bombardati dagli alleati “LIBERATORI”, con il colpevole silenzio-assenso dei partigiani: un aspetto ancora occultato dalla vulgata post-togliattiana ancora in auge!

La storia è rimasta la stessa e lo confermerà il ritaglio della funzione assegnata a ER MOVIOLA quanto prima …

Poco importa che la popolazione italiana ha mostrato di votare centro destra per oltre il 50%. Hanno avuto la furbizia di fare l’operazione con un parlamento che non è più la fotografia del Paese reale evitando il ricorso anticipato alle urne che avrebbe riallineato il parlamento con la vera geografia politica italiana del momento.

L’avatar del Quirinale – considerato il modo felpato di muoversi – aveva una inusitata fretta a concludere la crisi con un governo si stampo immigrazionista, antipopolare, quadrisex, filoeuropeo, sottomesso alla germania e soprattutto disposto ad insabbiare lo scandalo disumano delle elettrificazioni dei bambini di Bibbiano che – qualcuno vocifera – abbia sfiorato alcuni componenti del Colle? Un governo disposto ad insabbiare lo scandalo delle toghe del CSM (Consiglio Superiore della Magistratura) il cui collasso non scagiona la inerzia levantina e cinica del ridetto avatar collinare che ha mostrato di non saper tenere le briglie del comando con giusta tensione nella sua qualità di Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura!!!

Sarà molto dura perché sono riaperte le liste di proscrizione e le vendette incrociate e le epurazioni neomaccartiste in pieno stile dopoguerra. Non ci saranno (forse) i morti, ma brutalità e la vigliaccheria sarà la stessa.

Ne riparleremo!

 

 

NOTA

 

(*) L’art. 26 della Convenzione sul diritto dei trattati (Vienna, 23 maggio 1969) è rubricato pacta sunt servanda e afferma: «Ogni trattato in vigore vincola le parti e deve essere da esse eseguito in buona fede».

https://it.wikipedia.org/wiki/Pacta_sunt_servanda

 

 

IN EVIDENZA

GOVERNO CONTE/ I veri poteri a cui risponde l’“avvocato del popolo”

Maurizio Blondet  5 Settembre 2019

Tutta da leggere l’intervista di Il Sussidiario NEt   del professor Alessandro Mangia, ordinario di Diritto Costituzionale alla Cattolica di  Milano.  Mette in luce come il governo Conte configuri un atto di sudditanza alla UE che lui chiama “impero”.  La Ue si può chiamare “Impero” aggiungendo però del tipo “dispotico-ottomano”,  schiavista,  non certo austro-ungarico.  Un impero “romano”

alle prese  con una provincia ribelle adottava come soluzione concederle più autonomia, fiscale, politica e monetaria, purché continuasse a pagare  il tributo, Invece la legge annuale di stabilità, dettata direttamente  da Bruxelles, è un vero e proprio atto di colonizzazione. 

04.09.2019, agg. alle 16:59 – int. Alessandro Mangia

Conte ha sfilato il giocattolo ai 5 Stelle per aiutare i poteri esterni a tenere buona una provincia dell’Impero in cui covano germi di ribellione

(i passi essenziali)

“…ormai la Lega, pur di mettere in luce quel che è successo, cita Mortati e la presunzione di consonanza tra Parlamento e corpo elettorale.

Purtroppo, invece, è roba che è morta e sepolta da quando Mattarella ha annunciato in televisione l’esistenza di una pregiudiziale europea, per cui non può fare il ministro chi, nella sua vita precedente, abbia mai criticato l’Unione Europea. Davvero ha ragione Mario Esposito a dire che ormai l’Ue fa parte della forma di governo italiana. È che se ne sono accorti in pochi, anche se è sotto gli occhi di tutti. Bisognerà, prima o poi, fare una riflessione sul

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https://www.maurizioblondet.it/governo-conte-i-veri-poteri-a-cui-risponde-lavvocato-del-popolo/

 

 

 

 

 

 

 

Sapelli: in Italia comanda Macron, ecco il piano per ridurci a colonia

30.08.2019, agg. alle 16:05 – int. Giulio Sapelli

Occorre andare in Africa per capire il governo M5s-Pd, che in realtà è un governo Macron. Ecco il suo vero programma.

Un governo fragile destinato a durare 6 mesi? Macché. Il Conte bis durerà fino all’elezione del prossimo presidente della Repubblica. “E Mattarella potrebbe fare il bis”, dice l’economista Giulio Sapelli. Occorre andare in Africa per capire il governo M5s-Pd, che in realtà è un governo Macron. La Francia vuole prendersi tutto e può contare sull’aiuto (retribuito) delle nostre “compagnie di ventura”, che stavolta permetteranno a Parigi di finire il lavoro.

Conte ha ricevuto l’incarico ed è al lavoro per formare il nuovo governo.

Comincia, anzi riprende la svendita dell’Italia al capitalismo franco-tedesco.

Ci sono i vertici delle partecipate da rinnovare: dall’Inps a Enel, da Leonardo a Eni.

Il nuovo governo si va formando a tempo di record proprio per questo. Pochi giorni fa ho avuto occasione di vedere il Pireo. È pieno di cinesi coperti d’oro. I greci fanno ormai solo i camerieri, gli autisti e i suonatori. Huawei è dappertutto.

Il nostro destino è questo qui?

Sì, il nostro destino è quello che Einaudi aveva indicato all’inizio del 900: la divisione ricardiana del lavoro affida all’Italia l’agricoltura il turismo. Oggi ci resterà solo quest’ultimo.

In Europa adesso comanda la Francia, che approfitta dell’incipiente crisi tedesca. E in Italia?

In Italia si insedia il governo Macron. Del resto, lo ha annunciato trionfalmente Repubblica nel bel mezzo della crisi di governo (21 agosto, ndr) con una prima pagina memorabile perché scandalosa: “Con l’estrema

 

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https://www.ilsussidiario.net/news/governo-conte-sapelli-in-italia-comanda-macron-ecco-il-piano-per-ridurci-a-colonia/1920733/

 

 

 

 

Davide Casaleggio, l’affondo di Jacopo Iacoboni: “Inquietante svolta, necessario vigilare sui suoi business”

9 Settembre 2019

 

“Perché Davide Casaleggio che era orientato come il padre Gianroberto sul ‘mai col Pd’ ha cambiato idea all’ultimo istante? Qual è il vero motivo? Se non ci poniamo questa domanda non capiremo”.

Il giornalista de La Stampa Jacopo Iacoboni, in collegamento con Alessandra Sardoni a Omnibus su La7, solleva alcuni interrogativi sull’improvviso cambio di rotta di Casaleggio rispetto alla trattativa con

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https://www.liberoquotidiano.it/news/politica/13500446/davide-casaleggio-jacopo-iacoboni-omnibus-inquietante-svolta-rousseau-necessario-vigilare-business.html

 

 

 

 

 

VeDrò, l’associazione che sforna i ministri del governo Letta

3 MAG 2013   di STEFANO VITO RICCARDI               RILETTURA

 

Un totale di 6 Ministri, Vicepresidente e Presidente del Consiglio: questo il bottino dell’associazione Vedrò. E tanti sponsor e lobby alle spalle, come: Enel, Eni, Telecom, Vodafone, Sky, Lottomatica, Sisal, Autostrade per l’Italia, Nestlé, Farmindustria e il gruppo Cremonini. Ma che cos’è?

 

L’ASSOCIAZIONE DI ENRICO LETTA – Appena nominati i nuovi ministri del governo Letta, vari giornalisti e cittadini, nel leggere i curricula dei nuovi inquilini dei Ministeri, hanno potuto notare la ricorrenza del nome dell’associazione VeDrò.

Un’associazione che, così si definisce sul proprio sito, “è un think-net nato per riflettere sulle declinazioni future dell’Italia e delineare scenari provocatori, ma possibili, per il nostro Paese”.

E’ stata fondata nel 2005 ed i soci, circa 4.000 persone, sono professori universitari, imprenditori, scienziati, liberi professionisti, politici, artisti, giornalisti, scrittori, registi, esponenti dell’associazionismo italiano. I vedroidi – così si definiscono -, oltre che dal dato generazionale, sarebbero uniti “dalla disponibilità ad apprendere costantemente, a mettersi in discussione, ad analizzare temi e fenomeni senza barriere ideologiche o tesi precostituite, secondo una chiave interpretativa lungimirante che vada oltre la contingenza dei dibattiti in corso”. Una presentazione così, vien da pensare, vuol dir tutto e niente.

C’è chi definisce l’associazione come una lobby, una corrente politica e i suoi eventi come dei salottini estivi o una festa dell’unità fighetta. Eppure, tra persone del “mondo che conta” e sostenitori finanziari pronti ad investire, VeDrò non ha nulla da invidiare a nessuno.

Sponsor Associazione VeDrò

 

LE LOBBY – Cercando sul sito di VeDrò, analizzando le conferenze organizzate e leggendo quanto riportato anche dall’Espresso si scopre che molte sono le multinazionali pronti a sostenere l’associazione. Enel, soprattutto. Ma anche Eni, Telecom, Vodafone, Sky, Lottomatica, Sisal, Autostrade per l’Italia, NestléFarmindustria e il gruppo Cremonini. Nomi da appuntare per poi vedere quali Ministeri sono occupati da esponenti dell’associazione di Letta. Quelli sono i generosi sponsor della fondazione VeDrò, da cui nasce la rete di potere del premier incaricato. Una rete costruita in anni e che ora rappresenta un pezzo del capitalismo italiano.

Ma c’è anche tanta finanza. Riguardo all’ultimo incontro estivo di VeDrò Stefano Feltri de Il Fatto Quotidiano (giornalista che fa parte dell’Associazione Oltretutto) scriveva ad agosto della presenza di venture capitalist che nelle pause caffè discutono di potenziali investimenti; di una folta colonia londinese di banchieri, di cui ha fatto parte a lungo anche Ivan Scalfarotto (vicepresidente del Pd), pure lui vedroide; di banchieri democratici; di un dibattito tra i capi italiani delle tre principali agenzie di rating. Chissà se ora queste lobby e centri di potere saranno in grado, come probabile che sia, di influenzare le politiche del neo Governo di cui sono, certamente, sostenitori.

I MINISTRI VEDROIDI – Chi sono i ministri che fanno parte di VeDrò? Al primo posto abbiamo Il Presidente del Consiglio, Enrico Letta, subito seguito dal Vicepresidente del Consiglio e Ministro dell’Interno Angelino Alfano. Poi abbiamo: il Ministro delle Infrastrutture e trasporti Maurizio Lupi (ricordiamo lo sponsor Autostrade per l’Italia), il Ministro dell’Ambiente Andrea Orlando (ricordiamo gli sponsor Enel ed Eni), il Ministro dell’Agricoltura Nunzia De Girolamo (ricordiamo gli sponsor Nestlè e Gruppo Cremonini), Ministro Pari opportunità, turismo e sport Josefa Idem. Che hanno frequentato

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http://dailystorm.it/2013/05/03/il-governo-letta-e-lassociazione-vedro/

 

 

 

 

 

 

veDrò al potere: tutte le poltrone dei fedeli di Letta

L’edizione 2013 non si terrà

17 luglio 2013 – Alessandro Da Rold                   RILETTURA

 

Perquisizioni per l’acquisizione di documentazione su alcune sponsorizzazioni ricevute dal Consorzio Venezia Nuova sono state eseguite dalla Guardia di Finanza nei confronti di ‘VeDro”, il think tank creato da Enrico Letta, di cui è tesoriere uno dei piu’ stretti collaboratori del premier, Riccardo Capecchi, che non e’ indagato. La notizia, anticipata oggi da quotidiani locali, e’ stata confermata da fonti vicine alla maxi inchiesta che la Procura lagunare sta conducendo sugli appalti del Consorzio veneziano. 

Capecchi non risulta indagato nell’inchiesta veneziana sulle attivita’ del Consorzio che sta realizzando le opere del sistema Mose. I finanzieri, su decreto di perquisizione del pm Paola Tonini, si sono recati nell’abitazione di Capecchi, a Perugia, e nella sede dell’associazione politico-culturale, a Roma. Qui hanno acquisito documenti contabili e fatture sulle sponsorizzazioni che il Consorzio Venezia Nuova ha dato negli anni a ‘VeDro”, al pari di molte altre societa’, per l’organizzazione del meeting estivo nella cittadina trentina di Dro. Iniziativa partita nel 2005 e interrottasi quest’anno, con la nomina di Letta a presidente del Consiglio. La verifica su ‘Vedro’ e’ una delle circa 100 perquisizioni eseguite dai finanzieri, al comando del colonnello Renzo Nisi, nell’ambito dell’inchiesta sulle societa’ che hanno avuto in passato rapporti di natura economica con il Consorzio.

In questi giorni di caldo africano circola una battuta maliziosa tra i vedroidi, gli ormai estinti partecipanti di “VeDrò”, l’appuntamento a Dro (provincia di Trento) che il think tank di Enrico Letta lanciò nel 2005 e che quest’anno non si svolgerà come di consueto. Il graffio è questo: «Per forza non serve più, il risultato gli organizzatori l’hanno raggiunto: ci hanno visto benissimo nel scegliersi gli incarichi». Veleni. Forse anche un po’ di invidia di chi è rimasto fuori da opportunità e poltrone di prestigio che nelle ultime settimane si vanno delineando o che potrebbero ancora schiudersi in futuro.

Rimane che alcuni – soliti bazzicare da otto anni la cittadina del Trentino Alto Adige d’estate – non hanno preso bene che a due mesi di distanza dall’incarico di governo per il “patron Enrico” di quella «sovrastruttura di idee» non sia rimasto altro che «la sovrastruttura di potere». Quando incominciò doveva essere la prima a superare la seconda, ma al momento sembra essere avvenuto il contrario. In questi otto anni, infatti, alla corte di Letta, è nata una classe dirigente di ferro, bipartisan, garantita anche dal vicepremier Angelino Alfano, capace di occupare gangli importanti delle istituzioni.

Del resto, nato per «riflettere sulle declinazioni future dell’Italia e delineare scenari provocatori, ma possibili, per il nostro Paese», veDrò (come anche l’associazione 360°) è stato soprattutto un trampolino di lancio per quelli che il vedroide (o frequentatore di veDrò comune ha soprannominato della «prima fascia», i veri organizzatori del meeting estivo, dove si passava da un confronto sulle politiche internazionali dell’Eni a una partita di Subbuteo. Benedetta Rizzo, la presidente, ha spiegato in una lettera del 5 giugno scorso, che alla base della scelta di annullare l’evento di quest anno ci sono state soprattutto «esigenze legate alla logistica, alla sicurezza, all’attenzione spasmodica dei media avrebbero infatti trasformato “veDrò 2013” in un appuntamento che non avremmo riconosciuto come nostro».

Insomma, questioni organizzative. Forse i troppi impegni dell’esecutivo. Di mezzo, con tutta probabilità, ci sono state pure le polemiche che il leader del Movimento Cinque Stelle Beppe Grillo non ha risparmiato al think tank lettiano. Si vocifera che gli attacchi dei grillini a Eni, Sisal, Lottomatica, Edison, sponsor di veDrò, non abbiano giovato proprio ad aziende che avrebbero preferito risparmiarsi un’estate di polemiche sui giornali, tra illazioni e sparate su chi finanzia il governo

 

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https://www.linkiesta.it/it/article/2013/06/21/vedro-al-potere-tutte-le-poltrone-dei-fedeli-di-letta/15174/

 

 

 

 

 

 

 

 

Chi ha ucciso VeDrò

 Francesco Delzio – 7 dicembre 2014                 RILETTURA

Pubblichiamo un estratto dal libro Opzione Zero (Rubbettino) scritto da Francesco Delzio

 

Caro lettore, a questo punto devo confessarti d’essere stato tra i (pochi, veri e appassionati) fondatori di VeDrò. Puoi immaginare quindi la sensazione di spiazzamento, che ho provato scoprendo in questo modo – dopo 8 anni di iniziative dell’associazione – di esser stato tra gli «acquirenti» del Paese, stando alla teoria dell’onorevole Sibilia. Teoria che tuttavia – non avendo mai chiesto e ottenuto assolutamente nulla dai «compagni», politici e non, di VeDrò – posso smentire con la forza granitica dell’esperienza personale. Ma ricordo molto bene quel pomeriggio, perché nel giro di qualche ora avrò ricevuto una cinquantina di messaggi (tra sms e mail) dedicati alla clamorosa e inattesa «parlamentarizzazione» di VeDrò. Del resto un think tank che diventa oggetto ufficiale di dibattito alla Camera dei Deputati, e addirittura potenziale causa di un voto di sfiducia, era una «prima» assoluta (almeno in Italia). Così a sera cerco di capire quello che è successo davvero e, per non sbagliare, ricorro al Tg di Mentana su La7.

Puntuale arriva il servizio sul «caso VeDrò». «Tra i vari insulti che mi ha rivolto – scandisce in Aula Enrico Letta, rispondendo a muso duro a Sibilia – è difficile trovare dei punti concreti sul Consiglio Europeo. Metà del suo intervento è stato impiegato a parlare di una associazione, VeDrò, che la informo che autonomamente ha deciso di chiudere i battenti, proprio per evitare conflitti d’interesse e perché ci tengo alla trasparenza». Ecco il certificato di morte (innaturale) di VeDrò. La sua «eutanasia di successo», pubblicamente ostentata nel tempio della sovranità popolare. Avrei dovuto stupirmi, ma in realtà non è stato così. Perché due settimane prima guardando (solo a causa della segnalazione d’un amico) su La 7 “La Gabbia” di Paragone, diventata campione assoluto del genere trash-talk, avevo visto insieme a qualche centinaia di migliaia di telespettatori un ampio reportage dedicato a VeDrò che iniziava così: «Qual è il massimo potere in Italia? Il governo. E chi c’è dietro al governo? Un’associazione: politici di sinistra, di destra e di centro, manager e imprenditori. Poteri. Si chiama VeDrò».

In quel surreale servizio avevo avuto perfino l’onore di una citazione, tra i manager «forti» che condizionavano il governo attraverso VeDrò. Ma soprattutto, in quel pezzo c’era tutto ciò che impedisce di creare in Italia

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https://formiche.net/2014/12/chi-ha-ucciso-vedro/

 

 

 

 

La propaganda occidentale su omosessualità e cannibalismo

di Ruslan Ostashko – 09/09/2019

Fonte: Comedonchisciotte

In Occidente, la propaganda delle perversioni ha raggiunto nuove vette. I principali club sportivi britannici promuovono i “valori” LGBT e i ricercatori spingono il cannibalismo nella categoria della normalità.

Indipendentemente da quanti sforzi vengano fatti dai “paesi normali” per promuovere la degenerazione, a loro non sembra mai abbastanza. Nella promozione di questa agenda occidentale, tutti i metodi sono buoni. Ad esempio, l’utilizzo di club sportivi famosi.

Il Manchester City Football Club ha collaborato con Puma per il rilascio di una speciale divisa a sostegno della comunità LGBT. La presentazione del set [di capi di abbigliamento] è stata programmata in concomitanza con le celebrazioni annuali dell’orgoglio gay, iniziati a Manchester il 23 agosto. Gli studenti della Manchester Metropolitan University (il quinto ateneo più grande del Regno Unito per numero di studenti), tra cui la School of Arts, la Theatre School e la scuola di Architettura, hanno partecipato alla progettazione della divisa. La t-shirt è realizzata in tessuto bianco, con bordi arcobaleno attorno allo stemma municipale. La bandiera LGBT è raffigurata sul retro, con la scritta “Proud” [orgoglio], evidenziata in azzurro. Il design della t-shirt della squadra di calcio include la frase “Together We Stand” [stiamo uniti] e il logo dell’organizzazione “Football Against Homophobia.”

In pratica, i beniamini della gioventù britannica, scendendo in campo in questa uniforme, prenderanno parte alla promozione della tesi secondo cui essere un pervertito è normale. La cosa strana è che il club sopranominato è di proprietà degli sceicchi degli Emirati Arabi Uniti. Sembrerebbe che l’omosessualità e il modo di pensare del mondo islamico siano tra loro incompatibili. Ma i proprietari della squadra del Manchester City non hanno sollevato obiezioni sulle divise LGBT. Apparentemente, hanno deciso che una simile campagna di PR è accettabile per il club, dal momento che promette un aumento dei profitti.

Nel negozio online della società questa divisa può essere acquistata per 30 dollari

 

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https://www.ariannaeditrice.it/articoli/la-propaganda-occidentale-su-omosessualita-e-cannibalismo

 

 

 

 

 

La sinistra è una cupola

Marcello Veneziani – La Verità 6 settembre 2019

La sinistra è un’associazione di stampo mafioso che detiene stabilmente il potere e lo esercita forzando la sovranità popolare, la realtà della vita e gli interessi della gente. Usa metodi mafiosi per eliminare con la rituale accusa di nazifascismo (o in subordine di corruzione) chiunque si opponga al suo potere. Si costituisce in cupola per decidere la spartizione del potere ed eliminare gli avversari, tutti regolarmente ricondotti a Male Assoluto da sradicare e da affidare alle patrie galere o alla gogna del pubblico disprezzo.

Si serve delle camorre mediatico-giudiziarie e intellettuali per imporre i suoi codici ideologici per far saltare i verdetti elettorali, per forzare il sentire comune e il senso della realtà, per cancellare e togliere di mezzo chi la pensa in modo differente. E si accorda con altri poteri tecnocratici e finanziari, per garantirsi sostegni e accessi in cambio di servitù e cedimenti: Mafia & Capitale. Metodi incruenti, ma di stampo mafioso, e tramite forme paradossali: perché calpesta la democrazia e si definisce democratica, viola le leggi, perfino la Costituzione – sulla tutela della famiglia, sulla difesa dei confini, sul rispetto del popolo sovrano – ma nel nome della legalità e della Costituzione.

Su Panorama di questa settimana ho ricordato che giusto mezzo secolo fa un grande polemista e scrittore come Panfilo Gentile pubblicava un libro che ha descritto la parabola della democrazia italiana dalla partitocrazia alla mafia politica. S’intitolava Democrazie mafiose. Il notabilato del nostro tempo, di stampo mafioso, ha un chiaro imprinting radical-progressista, più una spruzzatina liberal, tecno-europea. Prima di lui Antonio Gramsci notava che quando una classe politica perde il consenso non è più dirigente ma dominante. E aggiungeva che era in atto “una rottura così grave tra masse popolari e ideologie dominanti”. Parlava del suo tempo, ma descriveva il nostro; gli attori di oggi sono mutati perché le ideologie dominanti oggi sono quelle eurosinistresi che hanno ripreso il potere in Italia pur essendo sconfitti dal voto, servendosi del camaleontismo dei grillini, che come alcune specie animali mutano pelle per salvarla. Spettacolare è stata la circonvenzione d’incapace intentata dai grillini per dare l’impressione di un’investitura della base al governo con la sinistra, una legittimazione di democrazia diretta, col surreale referendum della piattaforma Rousseau. A me ha ricordato un settembre di 220 anni fa, quando i giacobini nel 1799 intimarono all’arcivescovo di Napoli di fingere che San Gennaro avesse fatto il miracolo, il sangue si era sciolto, e dunque era favorevole alla Repubblica Napoletana, nata all’ombra dello Straniero,

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https://www.marcelloveneziani.com/articoli/la-sinistra-e-una-cupola/

 

 

 

 

 

ATTUALITÀ SOCIETÀ COSTUME

Razzismo come pretesto

di Mohamed Niang – 09/09/2019

Fonte: Appelloalpopolo

 

Prima di darmi dello xenofobo ascoltate attentamente. Perché per tanti secoli è avvenuta quella tratta ignobile, chiamata commercio triangolare, con la quale milioni di africani sono stati deportati nelle Americhe, a lavorare come bestie? Perché erano convinti che gli africani erano inferiori o perché semplicemente erano coscienti che erano facilmente sfruttabili e serviva una giustificazione di tipo razziale, per poter esercitare al meglio quello che era un dominio prettamente economico? Che poi alcuni pazzi, ai piani alti, fossero convinti che i neri fossero inferiori è vero. Ma sicuramente il movente principale è di tipo economico.

 

Serviva loro manodopera gratuita per raccogliere il cotone o badare agli animali. Che poi buona parte del popolo se l’è purtroppo bevuta e ha creduto che davvero noi africani eravamo inferiori e ciò ha consentito, a quello che era all’inizio un pretesto per un dominio economico, cioè le teorie sulla razza, di avere una rilevanza primaria che consentì il totale asservimento degli schiavi neri è altrettanto vero.

L’unico caso in cui l’ideologia razzista in senso stretto è altamente

 

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https://www.ariannaeditrice.it/articoli/razzismo-come-pretesto

 

 

 

 

 

Saviano e la cocaina: quella della sinistra liberal è pura cultura della morte

Cristiano Puglisi – 9 settembre 2019

C’è un nuovo episodio nella interminabile serie “vietato vietare”. Attore protagonista, questa volta, è il “bardo cosmopolita”, come lo definisce l’ottimo Diego Fusaro: Roberto Saviano. La proposta, lanciata dal sontuoso “red carpet” della Mostra del Cinema di Venezia, dove si trovava per presentare la trasposizione cinematografica del suo libro Zerozerozero, è di quelle forti: legalizzare la cocaina.

Le motivazioni, come sempre avviene in questi casi, sono economiche. “La cocaina – ha detto il buon Saviano – andrebbe legalizzata, solo così si bloccherebbero i pozzi di petrolio delle organizzazioni criminali. La legalizzazione trasformerebbe l’economia mondiale”. Non c’è dubbio che sia così. Intanto, la cocaina, una cosa l’ha già trasformata: il mondo del lavoro. Nella iper-fantastica, iperveloce e ipertesa realtà che la società liberal-liberista ha costruito, una realtà che si basa sul feticcio della “competizione”, il professionista in giacca e cravatta o la professionista in tailleur sempre carichi, sorridenti, brillanti e pronti, appunto, a competere con tutto e tutti, con “ottime capacità di gestione dello stress”, come dicono con pelosa ipocrisia certi annunci di lavoro (per non dire che

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http://blog.ilgiornale.it/puglisi/2019/09/09/saviano-e-la-cocaina-quella-della-sinistra-liberal-e-pura-cultura-della-morte/

 

 

 

 

I voltagabbana. E se li minacciassero?

09/09/2019 Massimo Bordin

Questo pezzo è ironico e vietato ai cretini. Dunque, non leggetelo. Inoltre, essendo ironico, è tutta fuffa, ricco di suggestioni non comprovate. Insomma, dai, siccome non avete senso dell’umorismo, evitatelo.

Fatta la doverosa premessa, andiamo all’allegra ipotesi bufalara. Tutto parte da una riflessione facebookiana di qualche tempo fa che riguardava la possibilità che la piattaforma Rousseau non potesse esprimere la reale posizione politica degli iscritti al Movimento 5 Stelle, ipotizzando dunque la sua “manipolabilità”. Ovviamente è venuto giù il mondo. Gente che non mi ha mai cagato di pezza si è messa a pontificare facendo finta di non sapere chi sia io e quanto mi sia speso negli anni per alcune tematiche care al movimento. In sostanza, qualcuno ha approfittato del momento politico teso per darmi del complottista. Tuttavia, la polemica mi ha fatto riflettere sui voltagabbana, cioè su quelle figure che cambiano opinione facilmente. In Italia ne abbiamo una collezione forse unica al mondo, soprattutto in campo politico. La base del movimento, a quanto posso constatare discutendo con le persone, non mi sembra affatto aver cambiato idea. Si tratta di un elettorato molto interclassista, che nel corso degli anni ha appoggiato Beppe Grillo e Casaleggio soprattutto per dare uno schiaffo alla politica tradizionale. In altri termini, l’elettorato 5stelle è composto da operai, impiegati, imprenditori accomunati dalla contestazione del sistema. Chi a marzo 2018 ha votato movimento e lega lo ha fatto perchè contrario alla politica del governo precedente, guidato da un partito – il PD – a torto o a ragione considerato la quintessenza del “sistema”. Credo che, almeno su questo, non ci siano dubbi.

Ai primi di agosto di quest’anno, però, è cambiato tutto. Il padre spirituale del movimento, Beppe Grillo, ha cominciato a parlare di “barbari”. “Non possiamo lasciare il paese ai barbari”, ha detto. I più attenti avevano subito notato che lo scongelamento di Grillo non sembrava essere casuale. Se n’era stato zitto per mesi; anzi, per anni, e poi se ne esce con questa bomba? A farla detonare ci aveva pensato poche ore prima Matteo Salvini, accendendo la miccia del voto. Fu così che i leaders del

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http://micidial.it/2019/09/i-voltagabbana-e-se-li-minacciassero/

 

 

 

 

 

BELPAESE DA SALVARE

I misteri del Governo Conte bis: chi c’è dietro? Parla Giulietto Chiesa. Il ruolo dei Rothschild

8 SETTEMBRE 2019

Chi c’è dietro il Governo Conte bis? Che ruolo stanno giocando in questa fase storica gli Stati Uniti di Trump? E che parte hanno in Italia? Le 400 nomine dei “commessi di Stato” che attendono il Governo Conte bis. Il ritorno del gruppo Rothschild e il progetto sul dollaro. Un po’ da brivido l’intervista di Byoblu.com al giornalista e saggista Giulietto Chiesa

Molta gente c’è cascata: ci ha creduto. Sì, in tanti, in Italia, hanno creduto al Movimento 5 Stelle, “partito senza principi”. Formazione politica che ormai ha gettato la maschera. Ci ha pensato Beppe Grillo chiarire la ‘svolta’ dei grillini: adesso, ha detto il comico-politico, bisogna fare diventare buono il PD.

Giulietto Chiesa, saggista e giornalista che conosce molto bene la politica internazionale, in un’intervista a Byoblu.com, racconta il Governo Conte bis visto da un’angolatura non italiana, ma guardando a quanto sta

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https://www.inuovivespri.it/2019/09/08/i-misteri-del-governo-conte-bis-chi-ce-dietro-parla-giulietto-chiesa-il-ruolo-dei-rothschild-video/

 

 

 

 

 

 

UNO TSUNAMI ITALIANO: IL CASO P2

di Luigi Pruneti – 09 settembre 2019

 

 

Parte I: Gli antecedenti e la deflagrazione del caso P2

La loggia “Propaganda massonica” fu fondata, a Roma, dal Grande Oriente d’Italia nel 1877, col fine di accogliere figure importanti, soprattutto uomini politici ed esponenti di spicco della cultura. La nuova officina raccoglieva l’eredità della loggia “Universo”, fondata dieci anni prima, con identici fini, a Firenze allora capitale del Regno d’Italia.

Della “Propaganda Massonica” fecero parte personaggi celebri, quali Giovanni Bovio, Adriano Lemmi, Ernesti Nathan Quirico Filopanti, Agostino Bertani, Giosué Carducci, Luigi Castellazzo, Eugenio Chiesa, Arturo Labriola, Aurelio Saffi, Ferdinando Martini, Giuseppe Zanardelli e, forse, Francesco Crispi.

Nel secondo dopoguerra, la loggia “Propaganda” fu rifondata dal Grande Oriente, sotto la Gran Maestranza di Ugo Lenzi” ed ebbe il numero di matricola 2, da qui il nome P2. La successiva storia della loggia non fu particolarmente significativa, fino a quando il gran maestro del Goi, Lino Salvini, l’affidò a Licio Gelli, forse iniziato nel 1965. Questi, pur volendo che la “Propaganda massonica” fosse un gruppo ultra riservato, rilasciò diverse interviste, come quella del 1976 all’“Espresso”dove magnificò l’importanza della P2 che, a suo dire, contava ben 2400 iscritti e vantava  importanti contatti a livello

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http://opinione.it/societa/2019/09/09/luigi-pruneti_propaganda-massonica-giovanni-bovio-adriano-lemmi-licio-gelli-p2-michele-sindona/

 

 

 

 

 

 

 

 

CONFLITTI GEOPOLITICI

LA POLITICA DI SANZIONI E MINACCE DEGLI USA CREA EFFETTI NON PREVISTI

SI CONSOLIDA E SI ESPANDE LA COPERAZIONE TRA PECHINO E TEHERAN

 9 Settembre 2019 da Redazione

 

La Cina afferma che la strategia statunitense di esercitare la “massima pressione” sull’Iran è la causa principale delle tensioni in corso sul programma nucleare di Teheran, esortando Washington a porre fine alle sue pratiche sbagliate.” Gli Stati Uniti devono porre fine alle sanzioni, massima pressione sull’Iran” ha dichiarato il portavoce del Ministero degli Esteri di Pechino.

“Riteniamo che la massima pressione da parte degli Stati Uniti sia la causa principale dell’attuale tensione nucleare iraniana. Gli Stati Uniti dovrebbero abbandonare pratiche sbagliate, come le sanzioni unilaterali e la massima pressione sull’Iran”, ha detto Hua Chunying, portavoce del Ministero degli Affari Esteri cinese. giornalisti a Pechino lunedì.

Gli Stati Uniti hanno ulteriormente intensificato le tensioni con l’Iran dopo che si sono ritirati unilateralmente dall’accordo nucleare del 2015, raggiunto tra le maggiori potenze mondiali, lo scorso maggio e reintrodotto sanzioni contro Teheran.
In risposta alle azioni degli Stati Uniti, l’Iran ha adottato contromisure, ridimensionando alcuni dei limiti stabiliti dall’accordo nucleare, ufficialmente noto come JCPOA (Joint Comprehensive Plan of Action), raggiunto tra Teheran e le principali potenze mondiali nel luglio 2015.

In un incontro con il suo omologo cinese, Wang Yi, a Pechino alla fine del mese scorso, il ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif ha dichiarato che il disprezzo per il diritto internazionale da parte di Washington è aumentato negli ultimi anni, descrivendolo questo come una ragione per rafforzare la cooperazione internazionale tra Iran e Cina.
La disattenzione alle normative internazionali e l’umiliazione del diritto

 

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https://www.controinformazione.info/la-politica-di-sanzioni-e-minacce-degli-usa-crea-effetti-non-previsti-si-consolida-e-si-espande-la-coperazione-tra-pechino-e-teheran/

 

 

 

 

 

 

 

 

Ucraina, le illusioni perdute

© AP Photo / Evgeniy Maloletka

09.09.2019 Di Gian Micalessin

Dietro lo scambio di prigionieri tra Mosca e Kiev il primo passo verso una trattativa per mettere fine al conflitto. Ma anche la frustrazione di un’Ucraina che ha capito di esser stata usata da Europa e Stati Uniti.

Non è ancora la pace, ma è un primo passo per raggiungerla. Lo scambio di 70 prigionieri – 35 russi e 35 ucraini – arrivato a compimento sabato dopo una serie di colloqui tra il Cremlino e il presidente ucraino Vladimir Zelensky è il segnale di un possibile, imminente negoziato per mettere fine ad una guerra del Donbass costata oltre 14mila vite in cinque anni. Che i rapporti tra Mosca e Kiev fossero in rapida evoluzione lo si era già intuito a metà agosto quando Vladimir Putin era volato in Francia per incontrare Emmanuel Macron. La visita ufficialmente era legata all’imminente G7 di Biarritz e alla riammissione di Mosca al vertice a partire dal 2020.

Quel che più stava a cuore all’ospite francese era, però, sondare l’eventuale disponibilità di Putin ad accettare gli inviti al dialogo rivoltigli dal presidente ucraino nelle precedenti settimane. E Putin pur condizionando la trattativa a precisi accordi si era ben guardato dal tirarsi indietro.

Anche perché, come il presidente russo sa bene, il dietro front ucraino

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https://it.sputniknews.com/opinioni/201909098071306-ucraina-le-illusioni-perdute/

 

 

 

 

 

 

 

 

CULTURA

Desiderio di verità! Mario Luzi e la via per uscire dalla solitudine

di Michele Cencio8 AGOSTO 2019

 

 “Se il tragico contemporaneo esiste, risiede in questo indifferenziato che impedisce il confronto”, scriveva il poeta, saggista e drammaturgo Mario Luzi nel 1960 per la traduzione dell’Andromaca di Racine, precisando che vivere in un contesto dove manca la possibilità di paragone tra il negativo e il positivo, porta alla stasi, all’appiattimento umano, culturale, spirituale. Salta l’essenza stessa del dramma, la rappresentazione emotiva dell’uomo che nell’atto dell’autocoscienza riflette sulla propria condizione e si ri-conosce.

Shakespeare aveva fissato questo altissimo momento in quel celeberrimo, quanto stra-banalizzato, dubbio amletico (“Essere o non essere, ecco la questione …”), nel quale ferma l’azione teatrale, il turbinio frenetico della vita, per aprire un varco all’autoriflessione, a quell’altrettanto frenetico flusso di pensieri, e tentare un discernimento sul proprio agire e sul proprio essere. Questo riconoscersi è appunto il momento più alto e drammatico della coscienza umana. Se da una parte ci si ricolloca nella giusta posizione come essere-pensante, essere-nel-mondo, dall’altra è in questo confronto, difronte all’abisso dell’io, che si percepisce la propria condizione tragica di impotenza nei riguardi soprattutto della morte.

Oggi dobbiamo ammettere che, tra cuffiette, cinguettii, hashtag, ecc. facciamo di tutto per occupare ogni più piccola fessura di silenzio, di attesa e possibilità di incanto e di incontro; la noia è stata bandita in questa società come fosse un mostro disumano. Ma non sarà che, forse, è proprio nel vuoto di quel tempo tra un’attività e l’altra che si sedimenta il pensiero, che la mente rielabora le nostre azioni, che si sviluppa e scatta l’intuizione creativa, che il proprio io lavora nella sua maturazione abituandosi pian piano a guardarsi, ad accettarsi, a discernere e delinearsi, a cum-prendere tutto di sé e, quindi, ad unificarsi? Non è che forse abbiamo preso una strada sbagliata?

 “volgiti e guarda il mondo come è divenuto, / poni mente a che cosa questo tempo ti richiede, / non la profondità, né l’ardimento, / ma la ripetizione di parole, / la mimesi senza perché né come / dei gesti in cui si

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https://loccidentale.it/desiderio-di-verita-mario-luzi-e-la-via-per-uscire-dalla-solitudine/

 

 

 

 

Quel patto tra sinistra e mercato che ha prodotto i “sovranismi”

06.09.2019 – Lorenzo Ettorre

Sovranità è ormai una parolaccia in odore di fascismo. Ma se non la esercita il popolo (art. 1 Cost.), chi lo fa al suo posto? E con quali conseguenze?

Enrico De Nicola firma la Costituzione il 27 dic. 1947. A sinistra Alcide De Gasperi, ultimo a destra Umberto Terracini (foto dal web)

https://www.ilsussidiario.net/news/letture-quel-patto-tra-sinistra-e-mercato-che-ha-prodotto-i-sovranismi/1922919/

 

Forse per inveterata ignoranza, forse per ottuse convinzioni, forse – ancora – per quella piaggeria tutta nostrana di compiacere il pensiero dominante per nascondersi nella palude superba della maggioranza, quando parliamo di “sovranità” spesso affiorano alla testa accostamenti cabalistici a fenomeni considerati tra i più nefasti e negletti della storia: “sovranità” diventa così sinonimo di nazionalismo, di fanatismo, di sciovinismo, di fascismo e finanche di nazismo. E così, chi oggi è sorpreso in odore di “sovranità” non ce la fa proprio a restare incolume dinanzi all’etichetta solerte di maleducato o troglodita che da più parti si è pronti ad affibbiargli addosso. Dovrà imparare a conviverci, compatito e schernito come chi cercasse di telefonare in cabine a gettoni.

La cosa è piuttosto curiosa se si pensa che non le Leggi fascistissime, non le Leggi di Norimberga hanno insistito su un uso specifico di questo termine, ma – tra gli altri – il primo articolo della nostra Costituzione, dove espressamente ci si riferisce alla “sovranità” stabilendo che essa appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

 

A meno di non ritenere i nostri padri costituenti dei fascisti incalliti mascherati da democratici – il che fa piuttosto sorridere parlando di uomini che avevano ben chiaro cosa fosse, e dove portasse, l’esiziale ideologia nazionalista; che avevano conosciuto il carcere, l’esilio o il confino, che stavano tentando di ricostruire una nazione dilaniata dalle macerie e dalla retorica bellica, e che in alcuni casi, come per il Pci, facevano un vanto il loro essere “partito della nazione” – ecco, a meno che non vogliamo ostinarci a credere l’incredibile, occorre ammettere che la sovranità nazionale sa ritagliarsi degli spazi autonomi e originari rispetto alla (solo) possibile, e in ogni caso conseguente, degenerazione nazionalista che va a deformarne e snaturarne il senso.

Anche perché, e non serve essere degli storici per accorgersene, lo stigma più o meno condiviso verso la sovranità è cosa tutto sommato recente: è da una ventina di anni circa che è iniziata la sua condanna come male da estirpare per giungere a una vita finalmente felice e spensierata (soprattutto, spensierata, da intendere qui come “senza la fatica di pensare”). Un Moro, un Andreotti, un Craxi e anche un Berlinguer non avrebbero fatto alcuna fatica a riconoscere in questo principio le basi della nostra democrazia. Basti pensare al caso emblematico di Sigonella che vide protagonista l’allora presidente Craxi, quando

 

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CYBERWAR SPIONAGGIO INFORMAZIONE DISINFORMAZIONE

 

Greta, Carola e Olga: le tre eroine “contro il potere” ma funzionali ai potenti

I potenti possono stare tranquilli…

 

di Federica Ciampa27 AGOSTO 2019

 

L’ambientalismo, l’accoglienza e il costituzionalismo all’acqua di rose: sono queste le mode del momento per l’intellighenzia mainstream, la quale non tratta queste tematiche con la serietà che esse richiederebbero e, anzi, spesso, le accompagna con un’altra tematica molto in voga, ossia quella del femminismo contemporaneo. In questa ottica, dunque, le eroine del momento sono Greta, Carola ed Olga, che lottano contro i non meglio identificati “potenti del mondo”.

Greta Thunberg, la protettrice dell’ambiente, ha manifestatamente e più volte accusato politici e multinazionali di essere colpevoli del cambiamento climatico e di non aver fatto nulla per fermarlo, perché troppo impegnati a rincorrere il profitto. Sarà anche vero, certamente. Peccato che, a quanto pare, anche lei e la sua famiglia rincorrano qualche profitto – sebbene abbia la maschera della buona causa – vendendo libri sul tema ambientale e avendo gestito, in passato, la start-up “We Do not Have Time”. Peccato, ancora, che la sua battaglia sia apertamente sostenuta da Albert Arnold Al Gore, il 45° vicepresidente degli Stati Uniti sotto la presidenza Clinton e tutt’ora membro del consiglio di amministrazione di Apple Inc.: non esattamente una persona poco

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https://loccidentale.it/greta-carola-e-olga-le-tre-eroine-contro-il-potere-ma-funzionali-ai-potenti/

 

 

 

 

 

LA VERITA’ DIETRO L’ARRESTO DI KORSHUNOV SU ORDINE USA

7 Settembre 2019 di Raffaele Giovanelli

Che cosa si scopre dietro l’arresto in Italia di un manager russo Aleksander Korshunov per furto di segreti industriali ai danni della General Electric? Si dichiara che il furto riguar­derebbe questioni commerciali. In un campo pieno di innovazioni tecniche alle quali forse ci si poteva attaccare con maggiore credibilità, si denuncia invece un furto di carattere commerciale. Che strano! La società che in Italia tratta argomenti simili a quelli che riguar­dano il contenzioso aperto dagli USA secondo le procedure dell’Interpol è la  Avio Aero, una creatura dell’americana GE Aviation che opera nella progettazione, produzione e ma­nutenzione di componenti e sistemi per l’aeronautica ed ha sede a Torino. L’Italia, dopo aver rifiutato di entrare nel consorzio europeo di Airbus, di cui si pensava che non avrebbe avuto un futuro, ha visto progressivamente ridursi la sua presenza nel settore aeronautico civile (quello militare è ridotto a catene di montaggio di aerei americani dei quali non ci vengono neppure rivelati i “segreti” più importanti).

La storia la prendiamo dal SECOLO d’Italia: Il 59enne Maurizio Paolo Bianchi, ex-direttore della Avio Aereo, controllata italiana di GE Aviation, leader nella produzione di motori aeronautici, con quartier generale nel distretto meridionale dell’Ohio, è stato incriminato negli Stati Uniti assieme ad Alexander Yuryevich Korshunov, 57 anni, la presunta spia russa arrestata il 30 agosto scorso all’Aeroporto internazionale di Napoli.

Lo ha rivelato, in un comunicato, il Dipartimento di Giustizia americano diffuso nella notte, comunicato nel quale si precisa che i due sono stati incriminati con l’accusa di cospirazione per il furto di segreti commerciali ad una società americana nel settore dell’aviazione. Le accuse contro i due sono stati formalizzate il 21 agosto scorso e nei documenti allegati alla denuncia si afferma che la presunta spia russa Korshunov è un dipendente di una società di stato russa e che, in precedenza, era un funzionario statale che ha prestato servizio anche al ministero degli Esteri russo.

Quanto a Bianchiex-direttore della controllata italiana di GE Aviation, mentre lavorava per questa azienda, era responsabile del business in Cina, Russia e Asia. E, dopo aver lasciato la società, è andato a lavorare per Aernova, a Forlì.

La presunta spia russa Korshunov ha lavorato all’United Engine Corp (Uec), che comprende la controllata Aviadvigatel, inserita nel settembre del 2018 dal Dipartimento del Commercio americano nella “lista delle entità” che agiscono contro gli interessi di sicurezza nazionale e politica estera degli Stati Uniti. Tra Aernova e Aviadvigatel esisteva un contratto. Secondo le accuse del Dipartimento di Giustizia americano, si ritiene che tra il 2013 ed il 2018 Bianchi, per conto della presunta spia russa Korshunov, ha “assoldato” ex-dipendenti o attuali della controllata italiana di GE Aviation per fare lavori di consulenza sui riduttori dei motori degli aerei: in occasione di questi lavori, sarebbero stati usati segreti commerciali di proprietà

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https://www.maurizioblondet.it/la-verita-dietro-larresto-di-korshunov-su-ordine-usa/

 

 

 

 

DIRITTI UMANI – IMMIGRAZIONI

Il Papa dice ancora “no” ai respingimenti dei migranti

Papa Francesco è ancora in visita apostolica, ma anche da Mauritius rilancia la sua battaglia per l’accoglienza dei migranti: “Non respingerli ma accoglierli e riconoscerne i diritti”

Giuseppe Aloisi – 09/09/2019

Il Papa è in Africa, ma la musica sull’immigrazione e sui migranti rimane sempre la stessa.

 

Nella sua tappa presso Mauritius, che è la penultima, il vescovo di Roma ha ribadito la sua linea: “…vi incoraggio – ha detto il Santo Padre –, nella fedeltà alle vostre radici, ad accettare la sfida dell’accoglienza e della protezione dei migranti che oggi vengono qui per trovare lavoro e, per molti di loro, migliori condizioni di vita per le loro famiglie”. Anche i cittadini di quella zona di mondo, quindi, sono chiamati ad assecondare i dettami del Vangelo. Papa Francesco tornerà a Roma nel corso della giornata di domani. La prima visita apostolica dopo la pausa estiva sta per terminare.

Se le tappe precedenti a questa sono state dedicate al tema dell’ecologia integrale e alla difesa della biodiversità – il pontefice argentino ha anche piantato un baobab poco dopo essere arrivato nel continente africano – quella di oggi è stata centrata sulle urgenze onnipresenti nella pastorale di Jorge Mario Bergoglio. Il Santo Padre, infatti, oltre a porre

 

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http://www.ilgiornale.it/news/cronache/papa-dice-ancora-no-ai-respingimenti-dei-migranti-1750697.html

 

 

 

 

 

Anche l’Austria viola le regole: lascia fuggire i migranti minori in Italia

Il flusso che da Vienna arriva nel Belpaese. Il caso di Alì: “Sono scappato. Non mi davano i documenti”. E ora è l’Italia ad accoglierlo

Giuseppe De Lorenzo Marianna Di Piazza – 10/09/2019

“Prima di venire in Italia, ero in Austria“. Ali si confessa seduto al tavolino di un bar. Beve Cola Cola e non sa che quello che ci sta raccontando è il sintomo evidente del cortocircuito del sistema di Dublino.

Non se lo immagina, ma la sua storia suona come un’accusa – indiretta – a Vienna di non fare il proprio dovere nella gestione dei migranti.

Ali è un migrante minore accolto in una delle strutture di accoglienza del Nord Italia. Una vicenda particolare, ma non unica. È partito alcuni anni fa dal Pakistan ed ha attraversato tutta la rotta balcanica per raggiungere l’Europa. Ancora minorenne si è incamminato attraverso l’Afghanistan, l’Iran, la Turchia, la Grecia, la Serbia per poi attraversare il confine della Slovenia ed entrare in Austria. Lì è rimasto due anni, accolto dalle autorità viennesi. Poi è sceso nel Belpaese.

Non è chiaro dove sia stato registrato per la prima volta in Europa, se ad Atene, Belgrado o in Slovenia. Di certo Vienna gli ha “preso le impronte”. Dettaglio minimo, ma non insignificante. Il regolamento di Dublino prevede infatti che il il Paese dove il migrante minore ha presentato domanda di asilo diventi competente per il suo caso. Ora, Ali è rimasto in Austria “per due anni” ed è stato pure accolto “in una comunità” di accoglienza. Dunque è probabile debba essere Vienna a valutare la sua richiesta di asilo e accoglierlo in costose strutture di accoglienza. Non il Belpaese. E invece Ali da qualche mese mangia, dorme e studia in un centro per minori in Friuli Venezia Giulia (guarda qui il video).

VIDEO QUI: http://www.ilgiornale.it/video/cronache/i-migranti-minori-ue-carico-dellitalia-1721832.html

Verrebbe da dire: chi è senza peccato scagli la prima pietra. Mentre l’Europa

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http://www.ilgiornale.it/news/cronache/anche-laustria-viola-regole-lascia-fuggire-i-migranti-minori-1721842.html

 

 

 

 

ECONOMIA

Made in Italy e commercio estero alla Farnesina: il piano Di Maio toglie 300 milioni al Mise

Pronto il progetto per trasferire competenze, risorse e personale dal ministero dello Sviluppo economico agli Esteri su internazionalizzazione, promozione con l’Ice, accordi di libero scambio e difesa commerciale

di Carmine Fotina – 8 settembre 2019

Poco meno di 170 milioni di fondi promozionali, 75 milioni per il funzionamento dell’Agenzia Ice, 50 milioni del piano Export Sud, fino a 100 unità del personale ministeriale. Sono i principali numeri che potrebbero finire al centro del trasferimento dal ministero dello Sviluppo economico al ministero degli Affari esteri delle competenze in materia di politica commerciale e promozionale e di sviluppo dell’internazionalizzazione del sistema Paese.

Di Maio debutta da ministro degli Esteri con 4 nuovi ambasciatori – GUARDA IL VIDEO

Sulle anticipazioni del progetto, pubblicate dal Sole 24 Ore dell’8 settembre, non sono arrivati commenti ufficiali dei due ministeri potenzialmente coinvolti. Il passaggio delle competenze – studiato in ambienti della Farnesina, il ministero ora guidato dal leader 5S Luigi Di Maio (ex ministro dello Sviluppo economico) – se troverà l’assenso dell’alleato di governo Pd e passerà il vaglio della presidenza del consiglio verrebbe attuato con un provvedimento legislativo, forse un decreto-legge. Il travaso delle competenze, per il quale esiste già la prima versione della possibile norma, avrebbe un elemento centrale nell’attività promozionale per le nostre imprese all’estero. Da una stima del Sole 24 Ore sugli ultimi dati annuali si tratta di 140 milioni di fondi

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https://www.ilsole24ore.com/art/made-italy-e-commercio-estero-farnesina-il-piano-maio-toglie-300-milioni-mise-AC0gTti

 

 

 

 

 

TRE FONDI INDICIZZATI CONTROLLANO TUTTE LE US CORPORATION

di Mario Lettieri e Paolo Raimondi – 05 settembre 2019

 

Le grandi istituzioni economiche, come il Financial Stability Board e il Fondo Monetario Internazionale, alla fine hanno dovuto ammettere che il sistema finanziario non bancario, ufficialmente chiamato “shadow banking”, ha surclassato il tradizionale sistema bancario nella gestione del risparmio e degli investimenti finanziari.

Un recente paper “The specter of giant three”, preparato da due professori americani, Lucian Bebchulk e Scott Hirst, e pubblicato dalla rinomata Harvard Law School University di Cambridge, Massachusetts, analizza in dettaglio il ruolo dominante degli exchange trade funds (etf) nel variegato e sempre meno controllato mondo della finanza.

“Lo spettro dei tre giganti” non è soltanto un titolo provocatorio. Esso mostra una precisa fotografia del crescente potere di tre Etf americani, i fondi

BlackRock,

Vanguard

State Street Global Advisors (SSGA).

Il primo è di gran lunga il più conosciuto in quanto a suo tempo venne utilizzato dal Dipartimento del Tesoro per “fare pulizia” di titoli tossici presenti in varie istituzioni finanziarie americane.

I fondi indicizzati etf sono fondi d’investimento che raccolgono capitali e risparmio da diversi soggetti e li investono in un “portafoglio di titoli” di corporation comprese in alcuni indici borsistici di Wall Street. Il caso

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http://opinione.it/economia/2019/09/05/mario-lettieri-e-paolo-raimondi_financial-stability-board-fondo-monetario-internazionale-lucian-bebchulk-scott-hirst-blackrock-vanguard/

 

 

 

 

Banchetto per gli avvoltoi: l’accordo sul gas fra USA, Polonia e Ucraina

© Sputnik . Alex Vitvitsky

06.09.2019

A inizio novembre Kiev riceverà il primo lotto di GNL americano: verrà consegnato presso il terminal polacco di Świnoujście, rigassificato e infine spedito in Ucraina lungo il sistema di gasdotti polacchi.

Il carburante statunitense verrà a costare molto di più di quello europeo o russo. Sputnik vi spiega chi trarrà vantaggio da questo accordo.

Belle parole

Le forniture di GNL americano di novembre saranno il primo passo dell’attuazione dell’“Agreement on cooperation to strengthen the regional security of natural gas supplies” (Accordo di cooperazione volto al rafforzamento della sicurezza regionale delle forniture di gas naturale), sottoscritto il 31 agosto a Varsavia. Il documento prevede l’incremento delle esportazioni di GNL e lo sviluppo delle infrastrutture necessarie.

Come ha evidenziato ai giornalisti il segretario di Stato polacco Piotr Naimski, vista la mancanza di un gasdotto che colleghi i sistemi di gasdotti ucraini e polacchi, Varsavia al momento è in grado di vendere a Kiev solamente 1,5 miliardi di metri cubi l’anno. Dopo la costruzione di un tratto di collegamento le forniture aumenteranno fino a 6 miliardi. Questo permetterà ai polacchi di sestuplicare la potenza del terminale di Świnoujście.

La sottoscrizione dell’accordo trilaterale è stata preceduta dall’incontro del vicepresidente statunitense Michael Pence con il presidente ucraino Vladimir Zelensky.

“In primo luogo vorrei affrontare la questione dell’indipendenza energetica dell’Ucraina e della nostra possibile cooperazione in ambito energetico ed economico”, ha osservato Pence in fase di negoziati.

I risultati hanno confermato appieno le aspettative degli americani. Il ministro statunitense dell’Energia Rick Perry ha definito la sottoscrizione dell’accordo trilaterale come una “vittoria straordinaria”.

“Gli USA stanno aiutando la Polonia a ridurre la propria dipendenza dal gas russo supportando gli sforzi di Varsavia di diventare un polo delle esportazioni di GNL a livello regionale. Questo permetterà a un altro alleato, l’Ucraina, di scongiurare il rischio di riduzioni delle forniture di gas russo. Per l’Ucraina la sicurezza energetica va di pari passo con la sicurezza nazionale”, ha osservato il ministro.

Un intermediario misterioso

Intanto, però, gli osservatori indipendenti evidenziano una stranezza: attore chiave del nuovo accordo è la piccola e poco conosciuta società ERU (Risorse Energetiche Ucraine). Proprio la ERU comprerà dalla società

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https://it.sputniknews.com/economia/201909068060261-banchetto-per-gli-avvoltoi-laccordo-sul-gas-fra-usa-polonia-e-ucraina/

 

 

 

 

 

LAVORO PENSIONI DIRITTI SOCIALI

L’Inps rimpingua le sue casse sulla pelle dei disabili

A chi viene ricoverato per più di un mese, l’istituto previdenziale decurta l’indennità di accompagnamento. Una grave ingiustizia che colpisce i più fragili. Ribelliamoci.

Adriana Belotti07 Settembre 2019 14.00

Piccolo consiglio a tutte le persone con disabilità che hanno subito un ricovero ospedaliero di durata superiore ai 30 giorni e ai loro familiari: quando il postino busserà alla vostra porta, non apritegli. Chi di voi l’ha già fatto, avrà sicuramente capito a cosa mi riferisco: ai titolari di indennità di accompagnamento che hanno trascorso più di un mese in ospedale sarà trattenuta una parte della somma che solitamente percepiscono dalle successive mensilità. La decurtazione di una percentuale dell’indennità di accompagnamento purtroppo non è una novità. Il messaggio dell’Inps n. 18291/2011 recante oggetto “Indennità di accompagnamento in caso di ricovero in istituto” specifica che: «L’indennità di accompagnamento […] non spetta in caso di ricovero di lunga degenza o per fini riabilitativi».

L’AMBIGUITÀ SUL TERMINE LUNGA DEGENZA

Fino all’anno scorso era quindi obbligatorio compilare annualmente il Modello Icric, un’autocertificazione in cui si dichiaravano eventuali ricoveri, se a totale retta a carico dello Stato. In caso di durata del ricovero superiore ai 30 giorni l’Inps provvedeva alla decurtazione dell’indennità. Il testo è ambiguo in quanto non è specificato se il termine “lunga degenza” sia riferito solo alla permanenza nelle residenze sanitarie residenziali (Rsa), ovvero strutture extra ospedaliere residenziali finalizzate alla riabilitazione, all’interno delle quali sono forniti anche servizi di assistenza o anche ai ricoveri in ospedale. Il Caaf presso cui mi recavo a compilare l’Icric, ad esempio, mi ha sempre chiesto di dichiarare solo eventuali ricoveri in Rsa. Quest’anno non è più obbligatorio 

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https://www.lettera43.it/inps-disabili-ricovero-ospedale/

 

 

 

 

 

PANORAMA INTERNAZIONALE

STRATEGIE DELL’IMPERO USA. COS’È UNA RIVOLUZIONE COLORATA?

 8 Settembre 2019 da Redazione

 

La rivoluzione del colore è una strategia, inventata dalla CIA, di conquista del potere e rovesciamento di governo con la forza occulta in un paese, utilizzando i manifestanti tra i quali vi sono molti gruppi violenti e armati.

Queste mobilitazioni sono avvenute in vari paesi del mondo, in alcuni paesi dello spazio post sovietico, come anche in America Latina ed in Asia. Si distinguono per la loro finalità pro-occidentale e per l’influenza di fattori esterni.

 

La strategia delle rivoluzioni colorate, che si rivolgono contro leaders o governi che si presumono autoritari, utilizza anche le ONG, spesso finanziate dal miliardario americano George Soros, per propagandare il malcontento contro un determinato regime, al fine di influenzare l’opinione pubblica in senso pro-occidentale in modo da far sostenere queste false rivoluzioni.

 

Tali rivoluzioni hanno il vantaggio di figurare in modo più legittimo rispetto a un semplice e brutale colpo di stato (in stile Pinochet) e sono state usate principalmente contro i governi che mettevano in imbarazzo o che si trovano in contrasto con gli interessi degli Stati Uniti.

L’ideologo originario delle rivoluzioni colorate è un certo Gene Sharp, filosofo, ideologo e scrittore statunitense, collegato agli ambienti dei neocon, sostenitore dei metodi di azione non violenta che devono partire dalle masse dei cittadini contro governi non conformi ai sistemi delle democrazie occidentali. Naturalmente, una volta adottata dalla CIA, la tecnica ha subito dei cambiamenti e si è adottato il sistema degli agitatori violenti e forniti di armi per creare gli incidenti e gli scontri di piazza.

Il primo uso noto di una rivoluzione del colore per rovesciare un governo fu nel 2002. Fu in Venezuela contro il presidente Chavez e quasi era riuscita se non per l’intervento in massa del popolo venezolano che fece fallire il tentato golpe.

 

Da allora, molti altri paesi hanno pagato il prezzo di questa strategia con vari gradi di successo, vale a dire queste sono accadute in:

 

Thailandia 2006 (con successo),

Thailandia nel 2008 (successo),

Ecuador 2010 (fallimento), 

Ucraina nel 2014 (con successo), 

Libia 2011 (con successo), 

Siria 2011 (totale fallimento),

Hong Kong 2014 (fallimento), 

Thailandia ter 2014 (successo), 

Brasile 2016 (successo),

Venezuela bis 2016 (fallimento), 

Venezuela ter 2019 (fallimento),

Hong Kong bis 2019 (attualmente in corso)

 

Oltre a questi paesi, la rivoluzione colorata è stata attuata in paesi dell’Est Europa

 

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https://www.controinformazione.info/strategie-dellimpero-usa-cose-una-rivoluzione-colorata/

 

 

 

 

 

 

Kurz: non siamo disposti a pagare i debiti dell’Italia

09.09.2019

Il Cancelliere austriaco Sebastian Kurz si dice contrario a una revisione dei parametri di Maastricht, chiede una maggiore applicazione delle regole di bilancio e delle procedure di infrazione per i paesi che non le rispettano.

Kurz interviene sulle parole pronunciate da Sergio Mattarella a Cernobbio, con cui il presidente della Repubblica auspicava la revisione del patto di stabilità e crescita.

“Serve una fiscalità più equa in sede europea per eliminare forme di distorsione concorrenziale e si affronti il tema della tassazione delle grandi imprese multinazionali per un sistema più giusto e corretto”, ha detto il presidente italiano.

Arriva la risposta del cancelliere austriaco: “Rifiutiamo categoricamente un

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https://it.sputniknews.com/mondo/201909098072140-kurz-non-siamo-disposti-a-pagare-i-debiti-dellitalia/

 

 

 

 

 

 

POLITICA

Ecco chi tira i fili del governo giallorosso

Andrea Indini – 5 settembre 2019

Un esecutivo europeista. È stato questo il mantra che, negli ultimi concitati giorni, ha accompagnato la formazione del Conte bis. La provata fede nell’Unione europea non solo era uno dei requisiti imposti dal Quirinale al premier incaricato ma era anche una delle indicazioni che i notabili di Bruxelles hanno fatto arrivare al Nazareno.

Durante la trattativa tra il Movimento 5 Stelle e il Partito democratico, il nuovo governo ha ricevuto una serie di endorsement che ci aiutano a capire molto bene in quali mani siamo finiti. L’obiettivo di progressisti ed europeisti era evitare a tutti i costi il voto e, quindi, sbarrare la strada a un esecutivo di centrodestra a trazione leghista. Già con i pentastellati alleati, Matteo Salvini si era dimostrato troppo sovranista. Figurarsi cosa sarebbe successo se si fosse trovato a non dover più mediare con Conte e Tria. E così è partito l’assalto al leader leghista.

“Il ritorno dell’Italia a un ruolo da protagonista spiana il campo affinché la nuova legislatura delle istituzioni Ue sia pienamente europeista e segnata dall’unità rispetto al pericolo sovranista”, ha esultato il presidente del Parlamento europeo, il piddino David Sassoli. “Chi voleva distruggere l’Unione si è trovato emarginato – ha continuato – di questo ne sono consapevoli le Cancellerie, le istituzioni Ue e anche da Washington ho avvertito interesse alla stabilità italiana e alla ripresa di una sua attitudine costruttiva in Europa”. Ma chi c’è dietro a questo matrimonio benedetto addirittura da Donald Trump con un tweet? Chi tira davvero le fila di questa operazione che ribalterà pesantemente la linea politica assunta dal nostro Paese nell’ultimo anno? E, soprattutto, perché la scelta del nuovo governo ha interessato tanti leader stranieri?

Nei giorni scorsi, quando la trattativa sembrava dover fallire, era addirittura intervenuta Angela Merkel in persona con una telefonata al Nazareno (probabilmente a Paolo Gentiloni) per intimargli di “fare il governo

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http://blog.ilgiornale.it/indini/2019/09/05/ecco-chi-tira-i-fili-del-governo-giallorosso/

 

 

 

 

Oggi Berlusconi si dimentica che fino all’altro ieri voleva Draghi premier

martedì 21 maggio 10:52 – di Stefania Campitelli

O una marcia indietro? Un’amnesia? A due giorni dal “fattaccio”. Silvio Berlusconi smentisce di aver proposto Maria Draghi come premier, una notizia (documentata dalle sue parole) che aveva creato molti mal di pancia nelle file degli ex alleati. «L’Italia ha bisogno di leader competenti e scelti dal popolo. Non ho mai indicato Draghi come presidente del Consiglio, ma, qualunque persona seria auspicherebbe che Draghi fosse parte del governo del nostro Paese. Un governo politico di centrodestra, non certo un governo tecnico», fa marcia indietro oggi il Cavaliere in un’intervista al  Gazzettino rispondendo indirettamente a Giorgia Meloni che dal palco di Napoli aveva bocciato categoricamente l’ipotesi di un Monti bis («errare è umano, perseverare è diabolico»). Eppure, proprio il Giornale, il quotidiano di famiglia, aveva rilanciato e amplificato le dichiarazioni di Berlusconi rilasciate sabato al Mattino nelle quali definiva il presidente uscente della Bce «l’uomo giusto» per l’Italia.

Ora Berlusconi ritratta su Draghi

Anche sul terreno mimato delle procure e la retorica giustizialista dei grillini, il leader di Forza Italia smorza i toni: «Io non ho mai criticato la magistratura, intesa come ordinamento dello Stato. Al contrario, ha tutto il mio rispetto ed anzi ammiro i tanti magistrati che svolgono il proprio compito con onestà, sobrietà e discrezione. Quelli che ho criticato – soppesa le parole – sono alcuni singoli magistrati, in alcune Procure della Repubblica, che per pregiudizio ideologico o per desiderio di notorietà

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https://www.secoloditalia.it/2019/05/oggi-berlusconi-si-dimentica-che-fino-allaltro-ieri-voleva-draghi-premier/

 

 

 

 

 

 

 

“Questo è il governo delle banche”. Comunisti in piazza contro M5S-Pd

Marco Rizzo ad Affari: “La prima opposizione siamo noi”

di Alberto Maggi – Mercoledì, 4 settembre 2019

 

Appena pubblicato l’esito del voto su Rousseau, Marco Rizzo ha subito chiamato a raccolta i comunisti per scendere in piazza contro il nuovo governo.  Il segretario del PC si chiama fuori dal sostegno al governo giallo-rosso, definizione che contesta con sdegno. E lancia la proposta di un fronte ampio, con sindacati e forze politiche a sinistra del nuovo governo per non lasciare come unica opposizione la destra di Salvini. Ecco le sue parole per Affaritaliani.it.

Rizzo, che giudizio avete sul nuovo esecutivo giallo-rosso?

Guardi, di rosso mi sembra non ci sia proprio niente. Il partito democratico da tempo non è più un partito di sinistra, se con questa espressione intendiamo chi ha a cuore la difesa dei diritti dei lavoratori e delle classi popolari. Anzi è il partito delle banche, dell’Unione Europea, della fedeltà alla Nato, delle peggiori politiche antipopolari. Quindi nessuna illusione: questo governo parte con i peggiori auspici, sostenuto e voluto dai poteri forti. I margini di manovra delle forze politiche italiane in questo sistema sono ridottissimi. Non sarà un governo amico dei lavoratori, dobbiamo avere la forza di contrastare la narrazione di un governo “di sinistra” altrimenti tra qualche anno il paese sarà tutto nelle mani di Salvini. Per questo da subito scendiamo in piazza.

Eppure, il popolo di sinistra ha accolto bene l’uscita di Salvini al governo e il fatto che si sia scongiurato il rischio elezioni. Per voi non è così?

 
Ormai le forze di sinistra moderata hanno abituato i loro elettori a fare solamente tifoseria contro qualcuno. Prima c’era Berlusconi, oggi Salvini, il copione è lo stesso. Sia chiaro, anche noi comunisti abbiamo guardato con preoccupazione e contestato i provvedimenti razzisti, reazionari e repressivi dell’ex ministro dell’Interno, e siamo contenti che non sia più al governo. Ma se in nome di evitare che la destra torni al governo si giustificheranno le solite politiche di attacco ai diritti dei lavoratori e delle classi popolari, se opporsi a Salvini significa cadere nelle braccia delle cancellerie europee, ho il timore che la Lega raccoglierà consensi a valanghe in questi mesi.

La sinistra presente in Parlamento ha scelto di sostenere l’esecutivo, voi invece chiamate una piazza contro?

Non mi stupisce. Un po’ di spirito di autoconservazione, ma soprattutto una scelta di

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http://www.affaritaliani.it/politica/questo-e-il-governo-delle-banche-comunisti-in-piazza-contro-m5s-pd-623731.html

 

 

 

 

 

 

 

Lega: “Segretario Pd Civitavecchia posta fake e invoca piazzale Loreto”

Pubblicato il: 09/09/2019

 

 

Avrebbe postato una foto ‘fake’ del 2017 con saluti romani spacciandola per un’immagine scattata oggi alla manifestazione contro il governo, invocando piazzale Loreto per chi era in piazza il segretario dem di Civitavecchia, Stefano Giannini, finito nel mirino della Lega che lo accusa di aver “postato sul suo profilo una foto falsa, relativa a una manifestazione neofascista del 2017 che nulla aveva a che fare con l’iniziativa odierna del centrodestra propalando quindi fake news allo scopo di diffondere odio sui social”.

A quanto riferito dalla Lega di Civitavecchia, che ha diffuso anche gli screenshot dei post, Giannini avrebbe prima accompagnato la foto falsa con il commento: “Non meritate di stare all’opposizione effettivamente vi preferisco a testa all’in giù a piazzale Loreto”. Messaggio che sarebbe stato poi corretto in “Non meritate di stare all’opposizione. Meritate di stare in galera”. Con aggiunta di Ps: “post modificato per non urtare la sensibilità di alcuni…”. Secondo la Lega inoltre la foto postata

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https://www.adnkronos.com/fatti/politica/2019/09/09/lega-segretario-civitavecchia-posta-fake-invoca-piazzale-loreto_8As047LBeeIS69aOU8HdCN.html

 

 

 

 

 

 

 

 

Sanfilippo, il giornalista Rai dopo aver previsto il suicidio di Matteo Salvini denuncia il leader della Lega

9 Settembre 2019

 

“Ricevo valanghe di minacce, anche di morte. Ne risponderà, il signor Salvini. Ovviamente in Tribunale”. E’ un passaggio del post che Fabio Sanfilippo, caporedattore di Radio 1 Rai, ha pubblicato su Facebook. “La reazione scomposta del signor Salvini e dei suoi dimostra che il mio personale e iperbolico post, al netto della caduta di stile sul citare la figlia di cui ho fatto peraltro pubblica ammenda, deve aver toccato nervi scoperti”, scrive Sanfilippo, facendo riferimento al post di alcuni

 

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https://www.liberoquotidiano.it/news/personaggi/13500505/fabio-sanfilippo-giornalista-radio-rai-1-denuncia-matteo-salvini-dopo-frasi-suicidio-figlia.html

 

 

 

 

 

 

 

Otto e mezzo, Carlo De Benedetti battezza il Conte-bis: “Renzi deciderà quando farlo morire”. Cosa sa

9 Settembre 2019

 

“Il governo durerà fino a che Renzi vuole che duri”. Carlo De Benedetti non va per il sottile e ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo, per il debutto della nuova stagione del talk di La7, “battezza” senza troppe carezze il Conte bis. Renzi, spiega lo storico editore di Repubblica ed Espresso, “controlla ancora molti parlamentari. I padri di questo governo si chiamano Renzi e Beppe Grillo, e non mi sembra un grande albero genealogico”.

 

GUARDA IL VIDEO – “Che cos’è questo governo”. De Benedetti debutta a Otto e mezzo e gela la Gruber in diretta

 

“Renzi mi ha molto deluso – prosegue l’Ingegnere -. Credo che farà un

 

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https://tv.liberoquotidiano.it/video/politica/13500812/otto-mezzo-carlo-de-benedetti-lilli-gruber-matteo-renzi-beppe-grillo-padrini-conte-bis-vita-breve.html

 

 

 

 

 

 

 

Il saluto romano falso a Montecitorio e tutti quelli veri

@Giovanni Drogo | 9 Settembre 2019

 

Sono stati fatti dei saluti romani oggi durante la manifestazione indetta da Salvini e Giorgia Meloni per ridare sovranità al Popolo? La risposta è sì, prova ne è questa galleria fotografica pubblicata oggi dal Fatto Quotidiano che ritrae tanti bei neofascisti e nostalgici del Ventennio (perché chi fa il saluto romano questo è) mentre lottano duramente per ripristinare la democrazia in Italia. Non uno, non due ma almeno qualche decina di persone che ha ritenuto opportuno ribadire la loro idea di destra italiana.

I militanti di Forza Nuova che hanno fatto il saluto romano a Montecitorio

I fascisti in piazza c’erano. E questo è un altro dato di fatto. A prescindere che abbiano fatto o meno il saluto romano, e che abbiano coperto i tatuaggi con le svastiche, le celtiche e i motti del Duce erano lì, accanto a normali cittadiniNessuno nega che in piazza a Montecitorio e nelle strade di Roma ci fossero infatti rappresentati dei due partiti italiani che si richiamano al Fascismo: CasaPound e Forza Nuova. Erano lì con i loro leader e con i loro militanti. Magari alcuni di loro sono riusciti pure ad astenersi da fare il saluto romano, ma non è che se per un paio d’ore ti tieni le mani in tasca o sventoli una bandiera allora improvvisamente ci si dimentica di chi siano davvero.

Le foto pubblicate dal Fatto e questo tweet di un sovranista che era in piazza e che racconta che il gruppo di Forza Nuova (una trentina di persone) ha fatto il saluto romano dimostrano che più di qualcuno ha

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https://www.nextquotidiano.it/il-saluto-romano-falso-a-montecitorio-e-tutti-quelli-veri/

 

 

 

 

 

 

 

Scandalosa gestione dell’ordine pubblico a Montecitorio

Piazza di Pietra, piazza Capranica, Galleria Colonna, via del Corso, via degli Uffici del Vicario, ogni luogo attorno a piazza Montecitorio è colmo di gente infuriata, cordoni di polizia per vietare l’accesso di migliaia di bandiere tricolore in una piazza che ascolta ogni intervento aspettando le parole d Giorgia Meloni, Mateo Salvini, Giovanni Toti.

E’ uno scandalo la gestione dell’ordine pubblico. In piazza non ci sono i teppisti dei centri sociali che tollerate ogni volta nelle loro violenze. Ci sono famiglie, padri, madri, figli. Ci sono giovani e anziani. Uomini e donne. Lavoratori e disoccupati. Tutto patrioti. Patrioti e preoccupati del destino di un’Italia abbandonata nelle mani da chi perde sempre le elezioni e ora si ritrova al governo, come il Pd.

Prepotenza di un regime

Basta con l’esempio di una classe dirigente che non fa votare gli italiani

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https://www.secoloditalia.it/2019/09/vergognoso-ordine-della-lamorgese-impedite-lingresso-in-piazza-montecitorio/

 

 

 

 

 

 

 

SCIENZE TECNOLOGIE

La memoria non serve più.

Rudy Bandiera – 31 luglio 2019

 

Attenzione, non sto parlando della vostra memoria, non sto parlando della memoria che ci aiuta quando andiamo a scuola a ricordare le formule di chimica per poi dirle durante l’interrogazione e non venire bocciati, non sto parlando di una memoria di questo tipo, sto parlando della memoria diciamo informatica, la memoria solida, dei dischi, quella che possiamo in qualche modo riempire di dati e di informazioni, la memoria dei nostri computer, dei nostri telefoni, dei nostri mainframe. Perché dico che non serve più? Sto esagerando dicendo che non serve più ma adesso lo capirete il perché dico questa frase. Anni fa, più di tre anni fa o quattro anni fa ricordo benissimo un articolo, se cercate lo troverete certamente, un articolo comparso anche su Repubblica se non sbaglio, si parla di non troppi anni fa, in cui si leggeva un’allarmistica ricerca in cui si diceva che procedendo con l’accumulo di dati, di informazioni alla stessa velocità con cui si andava tre o quattro anni fa, i dispositivi che potevano contenere questi dati si sarebbero esauriti entro cinque anni, sei anni, non di più.

 

VIDEO QUI: https://www.youtube.com/watch?v=ofLehk42As0

 

Cioè cosa vuol dire? Ammettendo di riempire con questa velocità e con questa crescita i nostri dischi rigidi di computer, telefoni, eccetera, avremo praticamente riempito tutti i nostri computer nel giro di pochissimi anni e non esistendo la tecnologia per creare dischi molto più grandi a basso costo, avremo riempito tutte le nostre macchine e non avremo di fatto più avuto memoria. Benissimo. In questi anni sono usciti i telefoni iPhone e i telefoni Android per esempio e sappiamo tutti com’è andata, iPhone ha venduto un sacco, Android ha inseguito e ad oggi vende sicuramente tantissimi prodotti ma la cosa curiosa che mi fa riflettere è questa qua: Android ha sempre avuto, e questo è oggettivo, non tutti i telefoni Android ma gran parte dei telefoni Android a fascia medio alta hanno sempre avuto come quid oggettivo rispetto ad iPhone, la possibilità di inserire una memoria aggiuntiva. Cioè voi potevate inserire all’interno del telefono, di fianco alla vostra sim, una micro SD, da 16, 32, 64, 128 giga, quindi vi trovavate con telefoni che avevano internamente 64 o 128 giga e altrettanti se non di più, fino addirittura a mezzo terabyte o forse di più, all’interno della micro SD. Telefoni quindi con

 

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https://www.youtube.com/watch?v=ofLehk42As0

 

 

 

 

 

 

 

ALLA RICERCA DEL CONNETTOMA

di  Francesca Romana Fantetti30 agosto 2019

 

 

Il connettoma è come il letto di un fiume che guida il corso dell’acqua, la quale, a sua volta, modifica nel tempo il disegno del letto del fiume. Il connettoma è l’insieme delle connessioni neuronali, è la struttura ma anche l’entità che agisce, è cioè funzionale e dinamica, assomiglia più a un navigatore GPS che deve aggiornarsi costantemente e fornirci le informazioni sulla situazione del traffico in tempo reale. La struttura dei circuiti cerebrali ed il traffico nervoso che li percorre sono cioè i due elementi da decifrare per comprendere il funzionamento del cervello.

“Io sono il mio connettoma” ha affermato il neuroscienziato e bioinformatico Sebastian Seung (che passeggia per Princeton con questa scritta sulla maglietta). Il connettoma è l’insieme dei circuiti cerebrali e delle loro connessioni, ossia l’hardware strutturale installato nel nostro cervello. Al connettoma strutturale occorre aggiungere il connettoma funzionale ossia il software, il programma che fa fluire l’informazione relativa a ciò che vediamo, udiamo o tocchiamo, dai nostri organi sensoriali fino al cervello, il quale elabora una risposta nei centri cerebrali e la invia agli angoli più remoti del corpo sotto forma di comandi.

In breve, il connettoma strutturale è la mappa della rete o l’atlante delle strade del cervello, mentre quello funzionale è il traffico reale che circola per le diverse vie quando pensiamo, ricordiamo, eseguiamo un compito, riposiamo e dormiamo.
La sfida scientifica dell’umanità nel nostro ventunesimo secolo è nella comprensione del funzionamento del nostro cervello umano. Come fa il cervello a “generare” la mente? Come fa il connettoma, entità non statica ma dinamica, i cui circuiti cerebrali cambiano cioè nel corso della nostra vita rinforzando od eliminando le connessioni tra i neuroni in funzione dell’apprendimento, delle nostre esperienze o dei ricordi da conservare, a “produrre” la mente umana?

Il nostro cervello è formato soprattutto da grasso il quale agisce come isolante biologico intorno alle fibre nervose – la cosiddetta guaina di mielina, che è di colore biancastro e di consistenza gelatinosa -; ciò permette una immediata propagazione dell’impulso elettrico tra i neuroni. Il cervello è una complicata macchina elettro-chimica in cui i neuroni trasmettono correnti elettriche al suo interno e dal cervello fino ad altri organi e ai muscoli e da questi nuovamente al cervello. Come i lampioni accesi, sorvolando dall’alto, ci rivelano la rete delle strade di una città di notte, allo stesso modo alla fine degli anni sessanta sono stati creati composti – i cosiddetti traccianti neuronali – che, iniettati in un punto del cervello, venivano captati dai neuroni e traspirati lungo i loro assoni permettendo così di seguire il tragitto delle fibre nervose e ottenere alcuni indizi essenziali per l’elaborazione del connettoma. Nel 1953 il biologo sudafricano Sydney Brenner ha mappato le connessioni neurali di un verme – caenorhabditis elegans – lungo un millimetro e dotato di 302 neuroni e 7000 sinapsi. Il cervello umano contiene oltre 100 miliardi di neuroni ognuno con una media di 7000 sinapsi e migliaia di miliardi di connessioni. Nel 2011 si è riusciti a tracciare lo schema delle vie del cervello del topo impiegando i traccianti neuronali con la microscopia

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http://opinione.it/hi-tech/2019/08/30/francesca-romana-fantetti_connettoma-connessioni-neurali-bioinformatico-sebastian-seung-human-connectome-project/

 

 

 

 

 

STORIA

8 SETTEMBRE 1943: LA MORTE DELLA PATRIA

(di Tiziano Ciocchetti) – 08/09/19

 

All’indomani della caduta del regime fascista (25 luglio 1943). il Regio Esercito schiera sul territorio nazionale 20 divisioni di fanteria (Le divisioni LIVORNO, NAPOLI, AOSTA e ASSIETTA sono bloccate in Sicilia in seguito allo sbarco degli Alleati il 10 luglio), 4 alpine, 2 corazzate, una motorizzata, una di paracadutisti, oltre a 18 divisioni adibite alla difesa costiera. Dalla Francia e dalla Croazia sono in rientro le divisioni LUPI DI TOSCANA, RE e LEGNANO.

Tutte assieme formano una forza di 500.000 uomini e, all’insediamento del governo Badoglio, devono fronteggiare la 10ᵃ Armata tedesca del Feldmaresciallo Kesselring, composta da composta da 8 divisioni le cui più efficienti – la 15ᵃ e la 29ᵃ Panzergrenadier, la GOERING equipaggiata con carri pesanti e i Fallschirmjäger – sono impegnanti in Sicilia.

Nel resto della penisola la 90ᵃ Panzergrenadier è stanziata in Sardegna, la 3ᵃ in Toscana, la 6ᵃ in Campania e la 26ᵃ in Puglia.

La disparità numerica a favore del Regio Esercito è enorme, inoltre si devono aggiungere anche i reparti appartenenti ai Carabinieri e alla Guardia di Finanza.

La Regia Marina, nonostante i rovesci subiti nel Mediterraneo, è ancora molto potente, e la stessa Regia Aeronautica ha ancora sufficienti velivoli per contrastare efficacemente i reparti di volo della Luftwaffe dislocati in Italia.

Nelle ore convulse che seguono alla caduta di Mussolini nessuno della classe dirigente del Paese – il Re, Badoglio, il Capo di stato Maggiore Ambrosio – ha il coraggio di prendere l’iniziativa: chiudere le frontiere, dichiarare unilateralmente l’armistizio e procedere al disarmo dell’Armata di Kesselring. Nessuno si rende conto che la Patria è in agonia. Viene fuori l’Italia dell’opportunismo, l’Italia serva di due padroni, che delega la propria salvezza allo straniero.

Un’Italia perfettamente incarnata in Vittorio Emanuele III che nel 1922 ha dato l’incarico di formare un governo a Mussolini, che nel 1938 ha firmato le leggi razziali, che nel 1940 ha firmato la dichiarazione di guerra alla Francia e all’Inghilterra (tra l’altro a Londra c’erano i suoi ingenti depositi bancari che hanno contribuito a sostenere

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http://www.difesaonline.it/evidenza/editoriale/8-settembre-1943-la-morte-della-patria

 

 

 

 

Ecco il “tesoretto” dimenticato dell’Italia nelle ex colonie Somalia, Libia, Eritrea ed Etiopia

martedì 18 giugno 16:12 – di Antonio Pannullo

 

Sulla rivista online L’Italia coloniale, diretta da Alberto Alpozzi, compare una interessante indagine sui beni appartenenti all’Italia in terra d’Africa, e in particolare nelle nostre ex colonie. L’elenco di questi beni è pubblicato sul sito del nostro ministero degli Esteri e scorrendolo si apprende che è proprio in Somalia, la più lontana e dimenticata, e anche martoriata, colonia, che l’Italia vanta le maggiori proprietà. In questo Paese, devastato da decenni di guerra civile e dal terrorismo islamico, diventata ormai una terra senza legge e probabilmente senza possibilità di redenzione, lo Stato italiano, racconta ancora l’Italia coloniale, possiede ancora 16 immobili, tra scuole, terreni e cimiteri. Nella capitale Mogadiscio, in via Gibuti, c’è la struttura che comprendeva il Consolato generale italiano e le scuole italiane, mentre in via Alto Giuba c’è la celebre Villa Italia, oggi Villa Galletti, dove c’era l’ambasciata italiana e le sue pertinenze; nelle strade vicino la capitale abbiamo altri edifici con annesso terreno, tra cui la ex residenza del console generale italiano (in piazza Zavagli), mentre in corso Italia c’è un complesso dove durante il Ventennio c’erano le scuole italiane di ogni ordine e grado, dalle elementari al liceo. Infine, in via Franchetti, sempre a Mogadiscio, c’è il cimitero italiano con il relativo ossario. Fuori Mogadiscio, l’Italia possiede un edificio con terreno ad Afgoi, un edificio e un cimitero a Chisimaio, un edificio a Gesira, un terreno a Holmessale e il cimitero a Merca. Molte di queste località sono apparse agli onori delle cronache durante la guerra civile per le battaglie che vi sono sostenute.

Per quanto riguarda le altre colonie italiane, dall’elenco della Farnesina risultano tre

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https://www.secoloditalia.it/2019/06/ecco-il-tesoretto-dimenticato-dellitalia-nelle-ex-colonie-somalia-libia-eritrea-ed-etiopia/

 

 

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