NOTIZIARIO STAMPA DETTI E SCRITTI 18 SETTEMBRE 2019
A cura di Manlio Lo Presti
Esergo
La Verità sopravviene all’individuo come un incidente,
dal di fuori.
MANLIO SGALAMBRO, Del pensare breve, Adelphi, 1991, pag. 83
https://www.facebook.com/Detti-e-Scritti-958631984255522/
Le opinioni degli autori citati possono non coincidere con la posizione del curatore della presente Rassegna.
Tutti i numeri dell’anno 2018 e 2019 della Rassegna sono disponibili sul sito www.dettiescritti.com
Precisazioni
www.dettiescritti.com è un blog intestato a Manlio Lo Presti, e-mail: redazionedettiescritti@gmail.com
Il blog non effettua alcun controllo preventivo in relazione al contenuto, alla natura, alla veridicità e alla correttezza di materiali, dati e informazioni pubblicati, né delle opinioni che in essi vengono espresse. Nulla su questo blog è pensato e pubblicato per essere creduto acriticamente o essere accettato senza farsi domande e fare valutazioni personali.
Le immagini e le foto presenti nel Notiziario, pubblicati con cadenza pressoché giornaliera, sono raccolte dalla rete internet e quindi di pubblico dominio. Le persone interessate o gli autori che dovessero avere qualcosa in contrario alla pubblicazione delle immagini e delle foto, possono segnalarlo alla redazione scrivendo alla e-mail redazionedettiescritti@gmail.com
La redazione provvederà doverosamente ed immediatamente alla loro rimozione dal blog.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
SOMMARIO
Broker della JP Morgan accusati di manipolazione, cospirazione e racket
Come ti smonto in 5 mosse il mito del riscaldamento globale 1
Pignatta della vergogna a Roma: testa di Salvini presa a bastonate 1
Ma Lerner ha mai chiesto scusa. 1
QUELL’ OSTENTAZIONE DEL MALE CHE PRODUCE REDDITO E DIVORA LE NUOVE GENERAZIONI NELL’ASSENZA DI INFORMAZIONE.
Bergoglio da ordini alla Rai: usare linguaggio pacato 1
Il folle piano della NATO per contrastare i sottomarini sovietici
RECENSIONE A CURA DI GIANNI PETROSILLO. 1
Usa, presto una task force multidominio in Europa. 1
SIMONA CIGLIANA SCAVA NEI LEGAMI TRA OCCULTISMO, ESOTERISMO, CULTURA E POLITICA 1
DONDE VIENE E DOVE CONDUCE LA TEOLOGIA DEL VATICANO II: DALL’ANTROPOLATRIA AL LUCIFERISMO
Brent e Wti, quali sono i tipi di petrolio più importanti
Base segreta di forze speciali USA scoperta ai confini con la Russia
I lavoratori stranieri bocciano l’Italia: “Economia senza prospettive”. Meglio il Vietnam. 1
Da Londra alla Toscana, le truffe delle fantomatiche «Capital Bank»
UNA MONETA INTERNAZIONALE VIRTUALE AL POSTO DEL DOLLARO, AZZARDO E RISCHIO 1
TRUFFA UE: VIA DALL’ITALIA SOLO IL 5% DI CHI SBARCA DA NAVI ONG. 1
Migranti, i numeri del Viminale: 6 su 10 non sono “profughi”. 1
Quanti sono gli immigrati regolari, gli irregolari e i richiedenti asilo 1
L’Europa già volta le spalle a Conte sui migranti 1
RUSSIA PRONTA A RIPORTARE 2 MILIONI DI PROFUGHI SIRIANI IN SIRIA: ONG PROTESTANO 1
Ogni volta che sento la parola «riforma» metto mano alla pistola 1
L’ASSASSINIO DIEM – IL LATO OSCURO DI JFK
IN EVIDENZA
Broker della JP Morgan accusati di manipolazione, cospirazione e racket
Secondo il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti tre broker di metalli preziosi della JP Morgan avrebbero messo in atto una truffa milionaria per manipolare i prezzi a danno dei compratori.
Avrebbero fatto milioni attraverso operazioni fraudolente pianificando una cospirazione criminale tentacolare per manipolare i prezzi.
Gregg Smith, Michael Nowak e Christopher Jordan, attualmente ex intermediari di metalli preziosi della JP Morgan, avrebbero intrapreso “un massiccio piano pluriennale per manipolare i contratti futures sui metalli preziosi e frodare i partecipanti al mercato”, ha detto l’assistente procuratore generale Brian Benczkowski del Dipartimento di Giustizia in una dichiarazione rilasciata ieri, lunedì 16 settembre.
Il Dipartimento sostiene che i banchieri avrebbero guadagnato milioni di dollari frodando altri partecipanti al mercato, inclusi alcuni dei propri clienti, grazie a migliaia di azioni commerciali illegali.
Il trio presumibilmente avrebbe impiegato la tecnica dello “spoofing” su vasta scala per realizzare i guadagni illeciti – facendo cioè finta di collocare operazioni che poi al momento dell’esecuzione finale annullavano. In questo modo il prezzo di oro, argento e altri metalli preziosi poteva venire leggermente manipolato.
La differenza tra la relazione domanda/offerta reale, rispetto a quella percepita, avrebbe creato una leggera possibilità di speculazione che, in più di dieci anni di reiterata pratica, avrebbe portato ad importi milionari. Il trio
Continua qui:
Come ti smonto in 5 mosse il mito del riscaldamento globale
Lo scorso giugno, promotori otto scienziati italiani di prim’ordine, fu inviata ai Presidenti della Repubblica, della Camera dei Deputati, del Senato, del Consiglio dei Ministri, una Petizione che sostiene che quella del riscaldamento globale antropico (Rga) è, per farla breve, una leggenda metropolitana. La petizione fu inviata sottoscritta da altri quasi 100 scienziati, tutti o di eccellenza a cui si sono aggiunti altri 100 scienziati in tutto il mondo. In Italia è stata totalmente ignorata.
Uno dei 200 sottoscrittori la Petizione è il prof. Ernesto Pedrocchi, professore emerito di Termodinamica Applicata e di Energetica al Politecnico di Milano. Da diversi anni il professore milanese studia il problema dei cambiamenti climatici e ha recentemente pubblicato un volumetto sul tema: Il Clima Globale Cambia. Quanta Colpa ha l’Uomo (2019, Esculapio Editore, pp. 122, 18€).
Il saggio è diviso in due parti. Nella prima sono esposti i fatti nudi e crudi sul tema del clima, tutti supportati da rigoroso riferimento bibliografico. Nella seconda parte l’Autore divaga con proprie considerazioni
Continua qui:
https://www.nicolaporro.it/come-ti-smonto-in-5-mosse-il-mito-del-riscaldamento-globale/
Pignatta della vergogna a Roma: testa di Salvini presa a bastonate
La Lega ha predisposto un’interrogazione urgente alla Raggi: “Si dissoci immediatamente da tale gesto”
Luca Sablone – Mar, 17/09/2019
Vergognoso episodio verificatosi al parco Schuster, nei pressi della basilica di San Paolo: una “divertente” pignatta che ha visto un cartone con le sembianze di Matteo Salvini essere appeso a un filo e successivamente preso a bastonate.
Alcuni partecipanti alla serata si sono messi in fila e al proprio turno si sono bendati gli occhi, armati di un bastone e resi protagonisti dell’ignobile vicenda. È successo a Roma nella notte di lunedì 16 settembre verso le ore 1:30. Ad incoraggiare la folla anche il dj; lo speaker poi ha urlato: “Ragazzi, è ufficiale: abbiamo rotto la testa a Salvini“.
In una nota a firma di Francesco Zicchieri, coordinatore Regionale, Claudio Durigon, vicecoordinatore regionale, Flavia Cerquoni, coordinatore romano, Maurizio Politi, capogruppo in assemblea capitolina, Daniele Maggi, coordinatore del Municipio Roma 8, e Franco Federici e Raffaella Rosati, consiglieri municipali, si legge: “È vergognoso
Continua qui:
http://www.ilgiornale.it/news/roma/pignatta-vergogna-roma-testa-salvini-presa-bastonate-1754078.html
ATTUALITÀ SOCIETÀ COSTUME
Ma Lerner ha mai chiesto scusa
Domenico Ferrara – 17 settembre 2019
Ma Gad Lerner che chiede perentoriamente le scuse di Matteo Salvini per gli (orribili) insulti ricevuti a Pontida ha mai chiesto scusa per le offese rivolte al leader della Lega? Perché nel gioco delle parti e nella bassezza della dialettica volgare non si deve dimenticare che le invettive non sono mai state unidirezionali. Anzi. Il giornalista chiese scusa quando nel 2016 scrisse: “Esplode bomba all’idrogeno in Corea del Nord e provoca terremoto. Peccato che Salvini e Razzi non si trovassero nella loro patria elettiva”. Augurare sostanzialmente la morte di un politico non è cosa per cui fare ammenda?
Il 27 agosto scorso, gongolando per il nuovo governo, Lerner diede del pirla a Salvini. Poca roba, per carità. Nel pieno del caso Sea Watch, il conduttore televisivo prese, ça va sans dire, le difese della capitana Carola Rackete e attaccò più volte il Capitano: “Il suo vocabolario pieno zeppo di parolacce affoga nel ridicolo”; “Sbruffoncella? Non abbiamo piuttosto a che fare con un ministro sbruffone da osteria?”. Anche queste non sono cose per cui fare ammenda?
E ancora: ” Vien da chiedersi: ma cosa penserà di Salvini la madre di Salvini? Quando, di fronte a quello che, comunque la si pensi, rimane un dramma umano, il suo Matteo scrive: ‘Non sbarca nessuno, mi sono rotto le palle. Lo sappia quella sbruffoncella‘”. Tirare in ballo la madre di qualcuno, senza motivo per altro, non è cosa per cui fare ammenda?
E che dire dell’allarme fascismo lanciato in tv e sui social? “Questa destra di
Continua qui:
http://blog.ilgiornale.it/ferrara/2019/09/17/ma-lerner-ha-mai-chiesto-scusa/
QUELL’ OSTENTAZIONE DEL MALE CHE PRODUCE REDDITO E DIVORA LE NUOVE GENERAZIONI NELL’ASSENZA DI INFORMAZIONE.
Maria Grazia Mazzola 6 09 2019
IL BOOM DELLA COCAINA nel mondo, in Europa, nelle nostre strade. Dal produttore al consumatore con prezzi alla portata di una ‘paghetta’. Un argomento serio, drammatico con un consumo a tappeto e una produzione imponente che condiziona in modo preoccupante la nostra società. Ma fermiamoci per un attimo a riflettere: sulla cocaina -a danno di tutte le generazioni- speculano in tanti, in troppi. E da ogni parte.
Le organizzazioni criminali, le mafie hanno un giro d’affari di oltre 500 miliardi di dollari, oltre 200.000 persone muoiono per malattie legate al consumo di droghe.Cifre in difetto. Il consumo di droghe é la causa principale del decesso tra i giovani. A San Basilio a Roma il via-vai di ragazzi che la cocaina la spargono sulle pupille dei loro occhi perché così va in circolo con immediatezza. Raggela il solo pensiero di quanto possa essere devastante questa cultura dello sballo diffusa a macchia d’olio.
Ma c’è il ‘mercato’ sul mercato: quello della speculazione della produzione in tv e al cinema, di serial, film, libri e pseudo-informazione concentrati NON sul racconto dei fatti, narrazione rigorosa ma sulla spettacolarizzazione della fabbrica del male per catturare ascolti, successo di pubblico a fini commerciali. Dei veri e propri spot, uffici stampa occulti del mercato della cocaina, con l’effetto devastante di suscitarne il fascino e dunque la pubblicizzazione che spinge all’indotto della polvere bianca. Tutto si riconduce a una sola logica: attrarre al consumo di polvere bianca, attrarre al consumo di immagini sullo schermo e fascino verso il ‘duro’, i duri che con armi, tatuaggi, forza bruta e disprezzo dei benché minimi valori, tentano di fare man bassa di ascolti e consensi.
Alla base di questo luna park del male, c’è sempre il narcisismo e lo spot dell’Ego.
Alla fine, non rimane niente: se un serial tv ha come mission l’esaltazione della produzione della cocaina, dei narcotrafficanti che sparano, del racconto dei prezzi e dei costi e dei guadagni, alla fine ripeto: rimane solo una consapevolezza. Che il mercato della coca è entrato da anni nel grande schermo per finire dentro le coscienze con un minimo salto subliminale a sedurre e provocare clienti.
Ma l’informazione non c’è: solo suggestione e arroganza di spargere polvere bianca tanto per le mafie quanto per gli imbonitori di immagini senza informazione.
Assenti i contenuti.
https://m.facebook.com/inviataspecialeRai/photos/a.121442601697892/656423854866428/?type=3
BELPAESE DA SALVARE
Bergoglio da ordini alla Rai: usare linguaggio pacato
lunedì, 16, settembre, 2019
Bergoglio, capo di stato del Vaticano, continua a intromettersi negli affari italiani.
“La RAI, nella sua lunga storia, ha sempre offerto un contributo importante per aiutare il popolo italiano a sentirsi tale, con la sua lingua e la sua cultura. E in questi tempi, più che mai, si avverte la necessità di notizie comunicate con completezza, con un linguaggio pacato, in modo da favorire la riflessione; parole ben ponderate e chiare, che respingano
Continua qui:
https://www.imolaoggi.it/2019/09/16/bergoglio-da-ordini-alla-rai-usare-linguaggio-pacato/
CONFLITTI GEOPOLITICI
Il folle piano della NATO per contrastare i sottomarini sovietici
La NATO durante la guerra fredda aveva preparato un “piano folle” per contrastare i sottomarini sovietici, secondo i media americani.
Secondo la rivista militare americana The National Interest la NATO durante la guerra fredda voleva bombardare i sottomarini sovietici con magneti.
La rivista rileva che al culmine della Guerra Fredda, l’alleanza non riusciva a tenere il passo con l’URSS: l’Unione Sovietica aveva circa 300 sottomarini diesel-elettrici e nucleari. Pertanto, gli strateghi della NATO temevano che “il problema potesse essere risolto solo con mezzi nucleari”, ovvero lanciare attacchi nucleari contro le basi sottomarine lungo la costa sovietica.
Vi erano proposte più realistiche, ad esempio un sistema di sorveglianza sonora con una serie di microfoni sottomarini per rilevare i sottomarini, soluzione oltretutto che continua a funzionare finora.
Tuttavia, scrive la rivista, altre idee erano “comiche” e folli. È stato proposto, in particolare, di bombardare i sottomarini con dei magneti, che, se attaccati allo scafo di un sottomarino, causerebbe rumore svelando la posizione del sottomarino. Inoltre, al fine di rimuovere questi magneti da un sottomarino, gli equipaggi avrebbero dovuto rivelare la propria posizione riducendo la prontezza al combattimento della flotta sottomarina sovietica.
La NATO decise di testare questa idea
Dunque, gli alleati nel 1962 decisero di testare il sistema su uno dei propri
Continua qui:
RECENSIONE A CURA DI GIANNI PETROSILLO
Dialogo sul Conflitto. Editoriale scientifica Napoli, € 10,00. Orazio Gnerre e Gianfranco La Grassa.
Si tratta di un testo che affronta, in forma dialogica, i grandi temi del nostro tempo, all’imbocco di decisive trasformazioni storiche e sociali, nel periodo del relativo decadimento americano e della riemersione sulla scena mondiale di vecchie e nuove potenze concorrenti del citato super egemone d’oltreatlantico.
Il conflitto è esso stesso una forma di dialogo portato alle sue estreme conseguenze (in quanto accostamento e contrapposizione tra idee diverse e piani d’azione che vogliono essere esclusivi), un modo di confrontarsi affrontandosi che sfocia in cointeressenze o in acerrimi antagonismi tra le parti in causa. Attraverso il/i conflitto/i si stabiliscono, soprattutto se spingiamo il ragionamento al livello dei vertici apicali dei Paesi, dove operano gli agenti strategici, le configurazioni (con nascita di alleanze o approfondimento di inimicizie tra attori) della corsa alla supremazia. Il conflitto innerva le cose umane e crea le masse d’urto per le “battaglie” dalle quali, infine, escono vincitori e sconfitti, con conseguente riparametrazione dei rapporti di forza i quali, tuttavia, non si danno una volta per tutte col medesimo settaggio. La Storia non muore mai perché lo squilibrio incessante del “reale” è il suo motore. Ciò che si conferma “oggi” viene contraddetto “domani”, in virtù di spinte oggettive squilibranti, indipendenti dalla volontà dei soggetti agenti (e agiti da detto flusso squilibrante che conduce all’urto inevitabile). Gli imperi declinano, per quanto strapotenti possano apparire, e altri scenari si aprono sul mondo.
Qualche giorno fa è stato lo stesso a Trump, a proposito della conquista dello spazio, a chiarire come funzionano determinati discorsi. Il Presidente americano ha dichiarato di essere interessato allo spazio per vincere una eventuale “guerra interstellare”. Non la presenza nello spazio ma l’egemonia dello spazio è il suo obiettivo. Detto chiaro e tondo e senza troppi infingimenti.
Proprio la formazione sociale americana ha imposto il suo modello politico-sociale-economico-culturale al mondo, ottenendo una superiorità che però inizia a dare piccoli segni di cedimento. Il capitalismo americano (o società dei funzionari privati del Capitale, come la chiama La Grassa) ha superato quello inglese, di matrice ottocentesca, ed ha eliminato altri concorrenti portatori di differenti rapporti sociali, come il sistema sovietico, affermandosi su gran parte della scacchiera planetaria. Il capitalismo statunitense è, dunque, alquanto differente da quello borghese europeo e ciò ha rimesso in questione molte delle nostre interpretazioni
Continua qui:
http://www.conflittiestrategie.it/dialogo-sul-conflitto-recensione-a-cura-di-gianni-petrosillo
Usa, presto una task force multidominio in Europa
Matteo Acciaccarelli – 17 SETTEMBRE 2019
Continua il processo di modernizzazione delle tattiche operative dell’esercito statunitense. E nei prossimi mesi, al massimo entro la fine del 2020, sarà definitivamente costituita la task force multidominio in Europa, che potrà operare in tutti i domini, ovvero aria, terra, mare, cyber e spazio. Una dottrina molto voluta dal Pentagono per permettere all’Esercito di utilizzare gli attuali, e i futuri, sistemi d’arma al meglio, rispondendo così alla trasformazione tecnologica dei campi di battaglia maggiormente complessi e imprevedibili. La scelta dell’Europa non è casuale ed è figlia del fatto che, nel caso di un conflitto, sarebbe il terreno di scontro con la Russia, che negli ultimi anni ha investito fortemente nelle tecnologie militari non convenzionali. Insieme al teatro europeo – che sarà il vero banco di prova – il Pentagono procederà alla costituzione di una task force multidominio anche nell’Indo-Pacifico, in chiave anticinese e orientata maggiormente alla possibilità di operare anche in ambiente marittimo.
Il concetto di operazione multidominio
L’obiettivo delle operazioni multidominio (Mdo, Multi-domain operations) è quello di dare all’esercito statunitense, oltre che alle forze armate dei Paesi alleati, un maggior numero di opzioni disponibili per affrontare un eventuale conflitto. Proprio per questo motivo, il principale compito delle task force in Europa e in Asia sarà la raccolta dei dati
Continua qui:
https://it.insideover.com/guerra/usa-presto-una-task-force-multidominio-in-europa.html
CULTURA
di Attilio Quattrocchi – 2013
Eleusi: resti del tempio che fu il più famoso centro iniziatico greco
I più famosi misteri greci furono quelli che si celebravano ad Eleusi, una città di origine micenea le cui remote tradizioni religiose vennero nel tempo progressivamente integrate con quelle della vicina città di Atene.
Eleusi, distante appena una ventina di chilometri dalla più potente città dell’Attica, fu celebre in tutta l’antichità per il santuario di Demetra e Kore, costruito sull’estremità sud-orientale dell’acropoli sin dal 1500 circa avanti Cristo, periodo a cui si deve già riferire la costruzione del telesterion, la sala destinata alle iniziazioni misteriche.
Parzialmente distrutto durante le guerre persiane, il tempio fu ricostruito da Cimone (480-450 a.C.), ampliato da Pericle e dai Romani, fu saccheggiato e chiuso dai Cristiani con l’editto di Teodosio (381 d.C.) e distrutto definitivamente da Alarico nel 396.
È stato riportato alla luce con scavi archeologici intrapresi dal 1817.
Tale era la fama dei misteri di Eleusi che Pausania affermò:
“I Greci più antichi consideravano i misteri di Eleusi tanto superiori in onore a tutti gli atti che riguardano la religione, quanto gli dèi sono superiori agli eroi”
(Pausania, 10, 31, 11; Colli, v. I, p.115)
Lo stesso Cicerone, nel mondo latino, celebrò i misteri e riferì ad essi, oltre all’incivilimento dei costumi umani, la conoscenza del ‘principio della vita’ e la speranza di una felice sopravvivenza dopo la morte. Infatti, così dice:
“…e d’altra parte nulla di meglio di quei misteri, che ci hanno affinati e addolciti da una vita rozza e feroce a una cultura umana, e le iniziazioni (initia), come vengono chiamate. Così in verità abbiamo conosciuto i princìpi della vita e non solo abbiamo ricevuto con letizia la ragione del vivere, ma anche con una speranza migliore quella del morire”.
(Cicerone, Sulle leggi, 2, 14, 36)
A causa del segreto che veniva imposto agli iniziati le notizie che ci sono giunte circa le ‘sacre cerimonie’ sono scarse e per giunta molte di esse sono di provenienza cristiana, quindi non del tutto affidabili a causa della prospettiva critica della nuova religione di origine palestinese nei confronti delle religioni ‘pagane’.
Il documento scritto più antico circa i misteri eleusini è costituito da un inno ‘omerico’ a Demetra (Δημήτηρ), la dea delle messi che i latini identificarono con la loro ‘Cerere’ (Ceres, Cereris), che si fa risalire al VII secolo avanti Cristo.
Esso fa riferimento al mito fondativo del tempio: esso racconta come alla Dea venisse
Continua qui:
http://www.accademiaplatonica.com/i-misteri-eleusini/
SIMONA CIGLIANA SCAVA NEI LEGAMI TRA OCCULTISMO, ESOTERISMO, CULTURA E POLITICA
di
10 settembre 2019
Il 1848 non fu solo l’anno delle prime grandi rivoluzioni nazionali e liberali, dietro cui avanzavano le prime istanze socialiste. A fine marzo di quell’anno, contemporaneamente alle Rivoluzioni europee, negli Usa, e precisamente nel piccolo villaggio di Hydesville, sperduto tra campi di grano e covoni a nordovest di New York, iniziavano ufficialmente (ma sin dall’antichità classica vi erano stati tanti prodromi) quelli che la scienza – con termine suggestivo quanto riduttivo – ha chiamato poi fenomeni paranormali.
Ad Hydesville, infatti, nella povera casa della famiglia Fox – padre, madre e due figlie adolescenti – da vari mesi erano iniziati strani fenomeni, che oggi chiameremmo di “poltergeist”: soprattutto ripetuti rumori, nel cuore della notte, senza alcuna plausibile spiegazione, che sembravano provenire da misteriose entità, con cui le due ragazze, e la stessa signora Fox, riuscirono in qualche modo a mettersi in contatto mediante una sorta di primitivo alfabeto Morse. Diffusasi sui giornali locali, e da lì un po’ in tutti gli States, la notizia richiamò in breve tempo una crescente folla di curiosi (tra cui anche celebri studiosi), che gradualmente fece di Hydesville (l’accostamento non sembri irrispettoso) la “Lourdes del paranormale”. Per le due sorelle, soprattutto, iniziarono i “momenti di gloria” come presunte “veggenti laiche” (salvo poi rimangiarsi, in tarda età, buona parte delle loro dichiarazioni). Ma i fenomeni paranormali e le discipline destinate a studiarli – poi variamente definite, da “parapsicologia” a “ricerca psichica” – erano ormai entrati nella storia.
Simona Cigliana, docente di Letteratura italiana, Critica militante e Letterature europee comparate all’Università “La Sapienza” di Roma e in altre università europee, autrice di vari saggi su autori dell’Otto-Novecento e sui
Continua qui:
DONDE VIENE E DOVE CONDUCE LA TEOLOGIA DEL VATICANO II: DALL’ANTROPOLATRIA AL LUCIFERISMO
di don Curzio Nitoglia – 15 SETTEMBRE 2019
PROLOGO
Continuo la serie di “specchietti riassuntivi” sui temi più scottanti dell’ora attuale. Nel presente, parafrasando padre Cornelio Fabro, affronto la questione della “svolta antropologica” (1) del Concilio Vaticano II per cercare di capire da dove esso sia venuto e dove vorrebbe portarci qualora lo seguissimo (Caveamus!).
O DIO O L’IO
Paolo VI nell’Omelia della nona sessione del Concilio (7 dicembre 1965) ha detto: “La religione di Dio che si è fatto uomo s’è incontrata con la religione (perché tale è) dell’uomo che si fa Dio. Che cosa è avvenuto? Uno scontro, una lotta, un anatema? Poteva essere, ma non è avvenuto. […]. Una simpatia immensa lo ha tutto pervaso. […]. Anche noi, noi più di tutti siamo i cultori dell’uomo!” (Enchiridion Vaticanum, Documenti. Il Concilio Vaticano II, EDB, Bologna, IX ed., 1971, pp. 282-283).
Quanto stride questa frase, oggettivamente blasfema, di Montini “cultore dell’uomo” e della “religione dell’uomo che si fa Dio” 1°) con l’Incarnazione del Verbo, che “si è annichilato sino a prendere forma di uomo” (Fil., II, 3-7); 2°) con quanto di essa scrive S. AGOSTINO: “Il Verbo da Dio si fece uomo, affinché l’uomo non osasse farsi simile a Dio” (Discorsi, LXXVII, 11-12); 3°) con quanto detto da PIO XII nel Radiomessaggio natalizio del 24 dicembre 1952: “Il Satanismo più profondo e capillare è l’apoteosi dell’uomo”; 4°) con quanto scritto nel 1903 da SAN PIO X, nella Enciclica E supremi apostolatus, in cui identificava il “culto dell’uomo” con “l’essenza del Regno dell’Anticristo”.
In breve, Montini e il Vaticano II contraddicono quanto è insegnato dalla S. Scrittura (San Paolo), dalla Tradizione patristica (S. Agostino), ossia dalle due Fonti della divina Rivelazione e dal Magistero (Pio X e Pio XII), che è l’interprete autentico di Essa.
Se ci venisse il dubbio che questo “culto dell’uomo” e questa “religione dell’uomo che si fa Dio”, presentati come i due pilastri del Vaticano II, siano un’opinione puramente soggettiva e personale di Montini basta leggere quanto scritto da GIOVANNI PAOLO II nell’Enciclica Dives in misericordia del 1980: «Mentre le varie correnti del pensiero umano nel passato e nel presente sono state e continuano ad essere propense a dividere e persino a contrapporre il teocentrismo con l’antropocentrismo,
Continua qui:
https://apostatisidiventa.blogspot.com/2019/09/coincidentia-oppositorum.html?m=1
CYBERWAR SPIONAGGIO INFORMAZIONE DISINFORMAZIONE
Base segreta di forze speciali USA scoperta ai confini con la Russia
Scoperta una base militare segreta americana in Estonia dove corpi speciali si starebbero addestrando a regime continuativo già dal 2014. A rivelarlo è una indagine giornalistica di uno dei più autorevoli canali televisivi della nazione baltica.
I primi sospetti si erano fatti strada quando i giornalisti investigativi si erano messi a studiare i documenti del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti e si erano imbattuti in una traccia secondo la quale nel 2019 lo Stato americano avrebbe stanziato 15,7 milioni di dollari in Estonia per le esigenze di una non meglio specificata struttura.
Dopo sei mesi di trattative, i giornalisti della trasmissione ‘Testimone’, trasmessa dal canale estone ERR, sono infine stati ammessi in una base segreta, la cui posizione esatta non hanno però il diritto di rivelare. Anche le dimensioni dell’unità sono top secret.
Secondo il colonnello dell’esercito americano, alto ufficiale delle forze speciali europee Kevin Stringer, i soldati americani su questa base segreta servono alla cooperazione e si addestrano con gli estoni. Inoltre, secondo questi, le forze speciali statunitensi sarebbero subordinate al comando europeo di operazioni speciali a Stoccarda. “Siamo presenti su base continuativa dal 2014 e le nostre attività richiedono spesso più spazio”, ha aggiunto. È noto che verrà costruito un campo di addestramento per le
Continua qui:
ECONOMIA
Carlo Cottarelli: “DallʼEuropa non avremo soldi, andranno presi in prestito dalle tasche degli italiani”
A “Stasera Italia” tutte le promesse del nuovo governo e come potrebbero essere affrontate
Tra le priorità del nuovo governo c’è sicuramente lo stop all’aumento dell’Iva ma si è promesso anche il taglio del cuneo fiscale e il salario minimo. A questo e altri dubbi risponde l’economista Carlo Cottarelli, intervistato da “Stasera Italia”. “Per evitare l’aumento dell’Iva servono all’incirca quindici miliardi, poi dipende tutto da quanto ampie possono essere le misure da adottare. Un Paese con un debito pubblico elevato è ovviamente molto sensibile alle variazioni dello spread e dei tassi d’interesse”.
L’inviato sfiora poi un argomento delicato, ovvero la possibilità che Quota 100 e il reddito di cittadinanza possano essere toccate nel caso manchino le risorse. Cottarelli però non è così pessimista
Continua qui:
Brent e Wti, quali sono i tipi di petrolio più importanti
Andrea Muratore – 17 SETTEMBRE 2019
La recente crisi energetica legata al tracollo della produzione saudita dopo l’attacco dei droni yemeniti a due impianti del Regno wahabita ha sconvolto i mercati petroliferi internazionali. Riportando in emersione, al contempo, il tema delle oscillazioni finanziarie dei principali benchmark petroliferi su cui il prezzo del greggio è calcolato.
La gravità dell’attacco in Arabia è verificabile dal fatto che il dimezzamento della produzione petrolifera saudita a cinque milioni di barili al giorno abbia impennato il prezzo di due diversi mercati del petrolio: quello di tipo Brent, il più comunemente scambiato, e il Wti (West Texas Intermediate), panieri che fanno riferimento a due tipologie di greggio estratte rispettivamente nel Mare del Nord e nel Sud degli Stati Uniti.
In entrambi i casi il prezzo del petrolio è calcolato quotidianamente (spot) sulla base di una serie di dinamiche riguardanti la relazione domanda-offerta, la variazione delle scorte, l’evoluzione politica e le sottostanti manovre finanziarie, venendo calcolato al barile (un barile di petrolio corrisponde a 159 litri o 135 chili di greggio). Storicamente i due mercati principali per lo scambio di petrolio erano il Nymex di New York e l’International Petroleum Exchange di Londra (Ipe), ma oggi quest’ultimo è stato sostituito dall’Intercontinental Exchange di Atlanta. Brent e Wti sono quotati dunque su due piazze statunitensi.
I tipi di petrolio si differenziano innanzitutto per caratteristiche fisico-chimiche, la gravità API (peso relativo del greggio rispetto all’acqua) e il contenuto di zolfo che permette di distinguere tra petrolio sweat e sour (quest’ultimo ha più dello 0,5% di zolfo). Brent e Wti sono ottimi punti di riferimento in quanto tipologie di greggio molto ben congeniali alla lavorazione industriale e alla trasformazione in benzina e gasolio: densi, con una quantità di zolfo ridotta che riduce i costi della raffinazione, adatti
Continua qui:
https://it.insideover.com/economia/brent-e-wti-quali-sono-i-tipi-di-petrolio-piu-importanti.html
I lavoratori stranieri bocciano l’Italia: “Economia senza prospettive”. Meglio il Vietnam
Insoddisfatti dell’ambiente professionale, preoccupati per la stabilità, delusi dalle scarse possibilità di carriera. Gli expat che trovano un’occupazione nel Belpaese lamentano anche troppe difficoltà quotidiane per chi non parla italiano
Tommaso Lecca – 17 settembre 2019
ella da visitare in vacanza, ma penultima tra le mete preferite di chi si sposta per lavorare. È quanto emerge dalla classifica stilata da InterNations, comunità di “expat” con oltre tre milioni e mezzo di membri sparsi per 390 città in tutto il mondo, che ha raccolto le opinioni dei suoi iscritti sui punti di forza e di debolezza dei Paesi d’adozione. Il Belpaese arriva ultimo per la qualità della vita lavorativa, un indice che prende in considerazione la soddisfazione degli stranieri che lavorano in Italia, le possibilità di carriera, la sicurezza del posto di lavoro e il trattamento economico. A preoccupare gli stranieri è soprattutto “l’economia in grave difficoltà” e “senza prospettive”, come la descrive un expat russo.
L’Italia vista dagli stranieri
In generale, l’Italia si posiziona al 63esimo posto su 64 destinazioni nel sondaggio dal titolo Expat insider 2019, classificandosi fra gli ultimi 10 Paesi al mondo. Oltre alla pessima performance sulla vita lavorativa, pesa come un macigno la 62ma posizione su 64 per le risorse finanziarie personali e le difficoltà di inserimento nella società italiana. Principale ostacolo
Continua qui:
https://europa.today.it/lavoro/expat-italia-bocciata.html
FINANZA BANCHE ASSICURAZIONI
Da Londra alla Toscana, le truffe delle fantomatiche «Capital Bank»
di Simone Filippetti
L’approccio era serio e professionale. Al telefono si presentavano sedicenti banchieri, italiani, che chiamavano da Londra. Promettendo guadagni stratosferici in tono pacato e affidabile. Centinaia di risparmiatori, tra Toscana e Lazio, hanno messo i loro risparmi in banche inglesi che promettevano guadagni facili, facendo trading su materie prime, derivati od opzioni binarie. E non manca, ovviamente, l’ormai onnipresente Bitcoin, il nuovo specchietto per le allodole nell’epoca delle truffe digitali.
Nel Regno Unito è un pullulare di Bernie Madoff italo-inglesi. Da Londra arrivano le ennesime storie di risparmio tradito: truffe nel consueto stile «Schema Ponzi», dove i soldi di ignari risparmiatori partivano dall’Italia alla volta dell’Inghilterra, e lì sparivano.
Il curioso caso di Capitals Banks
Sulle rive del Tamigi proliferano siti italianissimi di banche con nomi inglesi molto simili: Capitals Banks, Capital Markets Bank. Se l’ «italian sounding» è saccheggiato all’estero per alimenti italiani fake, nel caso della finanza personale vale il contrario. In Italia è tutto un «english sounding «per attrarre i risparmiatori nella più classica delle trappole mangia-soldi.
La Capitals Banks, ma l’abbondanza di “s” che tradisce un inglese maccheronico avrebbe dovuto mettere in guardia, chiamava soprattutto persone delle province di Empoli, Pisa e Livorno. Alla cornetta si
Continua qui:
https://www.ilsole24ore.com/art/da-londra-toscana-truffe-fantomatiche-capital-bank-AEN0vlAH
UNA MONETA INTERNAZIONALE VIRTUALE AL POSTO DEL DOLLARO, AZZARDO E RISCHIO
di Mario Lettieri e Paolo Raimondi – 17 settembre 2019
Alla recente riunione di banchieri a Jackson Hole il governatore della Bank of England, Mark Carney, ha proposto di sostituire il dollaro, come moneta di riferimento negli scambi commerciali e nelle riserve internazionali, con la Synthetic hegemonic currency (Shc), una nuova valuta, non più fisica ma digitale. Un’idea temeraria, come lui stesso ammette. Secondo noi, si tratta di una proposta che potrebbe rendere ancor più instabile il già precario sistema monetario internazionale. Il governatore centrale inglese prende come esempio la moneta digitate Libra, recentemente proposta da Facebook, che dovrebbe diventare il nuovo strumento di pagamento per le transazioni commerciali fatte sempre più online. Libra dovrebbe essere la nuova moneta privata che sostituirebbe le valute nazionali finora utilizzate, a cominciare dal dollaro. Sarebbe utilizzata da acquirenti e altri clienti privati che operano con strumenti telematici.
La Shc, invece, dovrebbe essere emessa dall’autorità pubblica, cioè dalle banche centrali attraverso una loro rete di monete digitali. L’intento britannico sembra essere soprattutto volto a opporsi alla tendenza egemonica dello yuan cinese che, come Carney afferma, dal 2018 avrebbe già superato la sterlina nei contratti petroliferi. Naturalmente la nuova moneta digitale ridurrebbe anche l’influenza dominante del dollaro stesso.
Un mondo con due monete competitive di riserva, afferma il governatore, renderebbe instabile l’intero sistema monetario mondiale. La Grande Depressione del ‘29, aggravata dalle tensioni tra la sterlina e il dollaro, dovrebbe essere
Continua qui:
IMMIGRAZIONI
TRUFFA UE: VIA DALL’ITALIA SOLO IL 5% DI CHI SBARCA DA NAVI ONG
Come era ampiamente prevedibile e come abbiamo anticipato, l’eventuale accordo che il 23 settembre prossimo Conte firmerà a Malta prevederebbe il ricollocamento dall’Italia in altri Paesi Ue dei 2/3 (al momento il 50% è la previsione più probabile e il 10% quella più ottimistica) del 10% di chi sbarca.
Una truffa.
Non che la soluzione sia redistribuirli in tutta Europa, perché la soluzione è rimandarli indietro.
https://voxnews.info/2019/09/17/truffa-ue-via-dallitalia-solo-il-5-di-chi-sbarca-da-navi-ong/
Migranti, i numeri del Viminale: 6 su 10 non sono “profughi”
Diffusi i dati della Commissione per la richiesta d’asilo. Da gennaio al 15 giugno, il 61% delle domande sono state respinte
Claudio Cartaldo – Mar, 19/06/2018
I numeri parlano chiaro: sei migranti su dieci che nell’ultimo anno sono stati presi in esame dalle commissioni territoriali per le domande di asilo non erano da considerare “in fuga dalle guerre”.
Sono, cioè, persone cui è stato negato lo status di rifugiato o una qualsiasi altra forma di protezione. Tradotto: sono irregolari.
Al 15 giugno infatti, il 61% delle domande sono state respinte, anche per irreperibilità dei richiedenti. A fornire i dati è la Commissione nazionale insediata al Viminale.
La matematica non è un’opinione. Delle 44.233 richieste (31.367 presentate quest’anno e le restanti “avanzate” dall’anno scorso), meno della metà hanno portato ad un esito positivo: il 7% ha ottenuto lo status di rifugiato,
Continua qui:
Quanti sono gli immigrati regolari, gli irregolari e i richiedenti asilo
@neXt quotidiano | 6 Febbraio 2018
Il Corriere della Sera pubblica oggi una tabella riepilogativa e racconta i numeri dell’immigrazione, segnalando il numero di immigrati regolari, degli irregolari e dei richiedenti asilo sul territorio italiano. I regolari vivono ormai da anni nel nostro Paese e hanno superato quota 5 milioni. Persone che lavorano, studiano, pagano le tasse. La comunità più numerosa è quella dei romeni con circa 1 milione e 200 mila persone, seguita da circa 450 mila albanesi e 420mila marocchini. Oltre 500 mila (pari a circa l’8 percento) sono invece gli irregolari che non sono riusciti a ottenere lo status di rifugiato, ma sfuggono all’espulsione perché gli Stati di origine non accettano il rimpatrio. Altri decidono di non andare via alla scadenza del permesso di soggiorno. Sono stati concessi quasi 4 milioni di
Continua qui:
https://www.nextquotidiano.it/quanti-gli-immigrati-regolari-gli-irregolari-richiedenti-asilo/
L’Europa già volta le spalle a Conte sui migranti
Accordo sui meccanismi degli sbarchi ancora ben lontano, il mini vertice di Malta verso una linea diversa a quella voluta dall’Italia: dopo l’iniziale ottimismo, sul fronte dei migranti adesso Conte è costretto a fare i conti con la realtà
Mauro Indelicato – Lun, 16/09/2019 – 16:37
Già finito l’entusiasmo e l’ottimismo iniziale dei primi giorni del Conte bis? Sembrerebbe, sul fronte immigrazione, proprio di sì: dopo gli annunci di accordi su possibili piani innovativi per la gestione comunitaria del fenomeno migratorio, adesso trapelano non pochi stop.
Tutto parte dalla vicenda della Ocean Viking, la nave dell’Ong Sos Mediterranée che ottiene il via libera dal governo Conte II per l’ingresso in acque italiane con a bordo 82 migranti recuperati nel Mediterraneo. Si tratta del primo caso che il nuovo esecutivo giallorosso deve trattare in materia di immigrazione. Le spinte del Partito Democratico, nuovi alleati dei grillini dopo la fine dell’esecutivo M5S – Lega, vanno nella direzione di una certa discontinuità rispetto alla linea dell’ex ministro Matteo Salvini.
Giuseppe Conte però sa bene che rovesciare completamente l’approccio sul fronte migratorio, rischia di essere un boomerang per un governo che parte già con un consenso inferiore al 50%. Ecco quindi che da Palazzo Chigi si confida nella ritrovata luna di miele con l’Europa per trovare una sponda su una strategia che accomunasse tutti: da un lato cioè la voglia del Pd di vedere i porti riaperti alle Ong, dall’altro le spinte politiche volte a non ribaltare del tutto la precedente linea. La parola d’ordine diventa quindi una: ricollocamento.
Nel caso della Ocean Viking ad esempio, da Bruxelles arrivano notizia di accordi per la ripartizione degli 82 migranti tra i vari paesi europei. Questo dà modo a Conte di autorizzare l’approdo della nave della Ong francese, ribadendo però il principio della condivisione del problema in senso comunitario. Il presidente del consiglio si spinge poi oltre e mostra ottimismo sul nuovo ruolo che l’Europa può avere in merito il dossier immigrazione.
Gli annunci, come quello relativo al rinnovo della missione Sophia, indicano che a Roma ed a Bruxelles si lavora per arrivare ad un piano per la ricollocazione dei migranti anche in previsione futura. Un eccesso di ottimismo o, più probabilmente, un gioco tra le parti per rendere meno dolorosa a livello politico la scelta di far passare le navi Ong.
Ed adesso puntualmente arrivano i primi scricchiolii nella nuova impalcatura giallorossa
Continua qui:
http://www.ilgiornale.it/news/politica/leuropa-gi-volta-spalle-conte-sui-migranti-1753870.html
PANORAMA INTERNAZIONALE
PRESIDENZIALI TUNISIA: I FRATELLI MUSULMANI PRONTI AD APPROFITTARE DEL COLLASSO DEL FRONTE LAICO E MODERATO
di
17 settembre 2019
Voglia di cambiamento, insieme a disillusione e distacco verso la classe politica, come dimostrato dall’alto astensionismo: è quanto emerge dagli exit poll delle elezioni presidenziali che si sono svolte domenica 15 settembre in Tunisia. Il primo vincitore è appunto il partito dell’astensione, con solo il 45 per cento degli aventi diritto al voto recatosi alle urne, rispetto al 64 per cento del 2014.
Il malcontento della popolazione si è espresso anche all’interno delle stesse urne, che secondo i sondaggi premierebbero due candidati “outsider” rispetto alle figure che hanno caratterizzato la scena politica tunisina dalla caduta di Ben Ali nel 2011: in testa, a sorpresa con il 19 per cento, si trova il professor Kais Saied, giurista candidatosi come indipendente, seguito dal magnate Nabil Karoui, che è riuscito a ottenere il 17 per cento malgrado si trovi in carcere dal 23 agosto con l’accusa di evasione e riciclaggio di denaro.
Se i risultati ufficiali, attesi per oggi, martedì 17 settembre, dovessero confermare queste posizioni, saranno Saied e Karoui a contendersi la presidenza lasciata vacante dalla scomparsa di Beji Caid Essebsi avvenuta il 25 luglio, a qualche mese di distanza dalla scadenza naturale del suo mandato.
Le urne hanno poi decretato il tracollo del campo laico e moderato riconducibile a Nidaa Tounes, il partito fondato da Essebsi. Nida Tounes è riuscito a contrapporsi efficacemente alle ambizioni e all’agenda islamista di Ennahda, il braccio politico dei Fratelli Musulmani. D’altro canto, le rivalità interne sono state la causa di numerose scissioni, che hanno causato la dispersione dei voti e un allontanamento generale degli elettori, danneggiando infine tutti i candidati alle elezioni presidenziali provenienti originariamente da Nidaa Tounes.
Il fallimento più clamoroso è stato quello del primo ministro, Youssef Chahed, uscito dal partito dopo la rottura irrimediabile delle relazioni con Essebsi per fondare Tahya Tounes. Complice il fatto di non essere riuscito ad affrontare efficacemente la grave crisi economica e la disoccupazione dilagante, Chahed non è andato oltre il 7,5 per cento. E non deve avergli giovato neppure la vicenda legata all’arresto di Karoui, da buona parte dell’opinione pubblica interpretata come una mossa dello
Continua qui:
RUSSIA PRONTA A RIPORTARE 2 MILIONI DI PROFUGHI SIRIANI IN SIRIA: ONG PROTESTANO
16 settembre 2019
“Vogliamo lavorare con la Russia, l’Iran e la comunità internazionale per il ritorno dei rifugiati in una zona di sicurezza nel nord della Siria a est del fiume Eufrate”. Lo ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan al termine del trilaterale ad Ankara con Vladimir Putin e Hassan Rohani. “Stimiamo di potervi reinsediare 2 milioni di nostri fratelli siriani”, ha sottolineato.
La guerra in Siria è finita, è ora che i veri profughi tornino a casa.
Questo è normale, non deportarli in Europa come nei piani dell’organizzazione Sant’Egidio che, infatti, è una dei principali nemici di questo ritorno a casa.
Perché il piano è sempre stato quello di usare le destabilizzazioni in giro per il mondo per favorire la destrutturazione etnica dell’Europa attraverso l’immigrazione.
Invece dei voli ‘umanitari’ che tanto piacciono ai globalisti di Sant’Egidio, il governo italiano si impegni a togliere le sanzioni a Damasco, in modo che venga accelerato il ritorno a casa dei veri profughi.
Chi si oppone lo fa perché vuole che quei profughi vengano in Europa. A fare i lavori che i tiranni non vogliono più fare: eliminare i popoli europei.
Ankara ha avvisato che in caso di opposizione dell’Occidente a questi rientri, potrebbe spalancare le frontiere come nel 2015, quando un’ondata di islamici ha marciato verso l’Europa.
Da Istanbul il flusso è rincominciato, come un avvertimento. Quest’anno nelle isole greche sono approdati oltre 36mila clandestini, contro i 32mila del 2018. Negli hotspot di Lesbo, Samos, Kos e Kios ne sono stipati oltre 20mila. Lo stesso vale per la Bulgaria, dove il “muro” sorto al confine con la Turchia scricchiola sotto i colpi dei quasi mille migranti che sono riusciti a oltrepassare la frontiera aggirando le difese.
Il controllo dei flussi migratori a Est, in fondo, è tutto nelle mani di Erdogan. Qualora Istanbul decidesse di aprire i rubinetti, l’Europa rischierebbe uno tsunami simile a quello del 2015. Nei giorni scorsi il sultano e
Continua qui:
POLITICA
Ogni volta che sento la parola «riforma» metto mano alla pistola
Anche se mi considero un progressista, preferisco non passare per fesso. Purtroppo, il rischio è grande, perché il Belpaese è pieno di italioti che confondono il progresso con il riformismo. Io il progresso l’ho sempre inteso come una partita di rugby, dove i giocatori vanno avanti verso la meta, ma guardandosi attorno e indietro. Invece, scopro che molti miei connazionali intendono il progresso come le magnifiche sorti di cu parlava Leopardi nella Ginestra. Nel dialetto bellunese c’è un imperativo gergale molto efficace per rendere l’idea:
ovvero “mangia, e poi scordati chi ti ha aiutato a procurarti il cibo”. Ecco, molti italioti sono così.
Sono quelli delle riforme.
La loro idea di riformismo consiste nel togliere le cose realizzate in passato, modificandone la struttura, all’unico scopo di edificare manufatti più piccoli, di minor pregio e a basso costo.
Se gli proponi riforme del tipo: mollare l’eurozona, tornare alla sovranità monetaria, ripubblicizzare Enel, Eni, Finmeccanica, Alitalia, Telecom e ferrovie in quanto esperimenti falliti di privatizzazione, ti considerano un nostalgico, un arcigno idealista che vive di ricordi. Il passato, per costoro, fa sempre un po’ schifo perché nel loro passato e secondo il loro insindacabile giudizio c’erano i terroristi, il muro di Berlino, la liretta, la fame e le cavallette.
L’italiota medio “desmentega” perché nega il suo fallimento e rimuove dalla psiche – ad esempio – anche il fatto che la generazione precedente, quella che lottò per vincere gli angloamericani e quella che voleva la Rivoluzione in Italia (cioè i vituperati repubblichini ed i criticatissimi partigiani) ERA MEGLIO DI LORO. Più attivi, generosi, intelligenti.
Costoro, seppur con valori di riferimento diversissimi, avevano lavorato e
Continua qui:
http://micidial.it/2019/09/ogni-volta-che-sento-la-parola-riforma-metto-mano-alla-pistola/
STORIA
L’ASSASSINIO DIEM – IL LATO OSCURO DI JFK
Poche settimane prima di venire assassinato, John Fitzgerald Kennedy, ansioso di allontanare da sé la ricorrente accusa di essere “soft on communism”, fu complice del feroce assassinio del dittatore vietnamita Ngo Dinh Diem. Ma l’iniziativa non servì a migliorare la situazione nel paese del sudest asiatico
Roberto Poggi
John Fitzgerald Kennedy è un’icona del Novecento. Giovane, bello, sorridente, ispirato, segnato da un tragico destino, rappresenta nell’immaginario collettivo il volto positivo e progressista degli Stati Uniti che un indecifrabile complotto, ordito da poteri occulti, ha spento per sempre.
Certo Kennedy fu una vittima, ma non per questo rifiutò, quando ne ebbe l’occasione, il ruolo di carnefice. Anche lui non seppe sfuggire alle spire della ragion di stato, inoltrandosi nel lato oscuro del potere.
La sua breve presidenza fu una delle più complesse e travagliate della storia degli Stati Uniti. Dovette assumere decisioni difficilissime, soprattutto in politica estera. Dalla Baia dei Porci alla crisi dei missili russi a Cuba, fino alla delicatissima questione del Viet-Nam, Kennedy corse il rischio di trasformare la guerra “fredda” in guerra “calda”. Nell’affrontare queste emergenze si sforzò, con alterne fortune, di essere “presidenziale”, ostentando cioè fermezza, determinazione e abilità diplomatica, ma senza tuttavia disdegnare i metodi poco ortodossi imposti dallo scontro tra i blocchi. E difficilmente conciliabili con il mito democratico kennediano. A spingerlo su questo terreno non furono soltanto le trappole tese dalla CIA, ma anche, e forse più, l’ossessione di poter essere accusato di debolezza, di attendismo verso la minaccia comunista su scala planetaria.
Se l’episodio della Baia dei Porci fu più che altro un inganno della CIA a cui Kennedy si sottrasse all’ultimo momento sacrificando i volontari cubani, e se la crisi dei missili dell’ottobre 1962 non fu che un corollario della precedente leggerezza -corollario che divenne il suo capolavoro politico, offrendogli la possibilità di mostrare le sue qualità migliori come capo di stato -, la risposta kennediana alla crisi vietnamita si configurò invece come una aperta e deliberata concessione alla ragion di stato. Tre settimane prima di essere vittima di un complotto, che presenta oggi i contorni di un colpo di stato, Kennedy, ansioso di allontanare da sé la ricorrente accusa di essere “soft on communism”, fu quanto meno complice del feroce assassinio del dittatore vietnamita Ngo Dinh Diem.
L’impegno degli Stati Uniti in Vietnam fu inaugurato dal presidente Eisenhower. Dopo la sanguinosa sconfitta inflitta alla Francia nel maggio 1954, a Dien Bien Phu, dal movimento nazionalista Viet Minh, egemonizzato dai comunisti guidati da Ho Chi Minh, il congresso di Ginevra sancì la divisione del Vietnam intorno al 17° parallelo. In base agli accordi, mai formalmente sottoscritti dagli Stati Uniti, la divisione avrebbe dovuto preludere a una riunificazione entro due anni attraverso libere elezioni, ma il governo americano, memore della recente vittoria dei comunisti di Mao in Cina, si guardò bene dall’appoggiare concretamente tale prospettiva. Si affrettò invece a manifestare, con un fiume di dollari, via via più imponente, il proprio appoggio all’ex imperatore vietnamita Bao Dai, riconosciuto dalla Francia come capo di stato del Vietnam indipendente.
Mentre Ho Chi Minh ricercava affannosamente aiuti militari, economici e tecnologici presso la Cina comunista e l’Unione Sovietica, gli Stati Uniti impiegarono ogni mezzo propagandistico per allargare la spaccatura tra la componente comunista e quella anticomunista del movimento nazionalista vietnamita. Facendo leva sulle atrocità vere o presunte commesse dai comunisti incoraggiarono l’esodo di 900.000 persone, per lo più cattolici, dal nord verso il sud, rendendo irreversibile la divisione del Vietnam e costituendo una solida base di consenso a una politica tenacemente anticomunista. Particolarmente attive in questa operazione furono le cellule della CIA, coordinate dal colonnello Lansdale, esperto di guerra psicologica. La Saigon Military Mission, l’efficiente struttura segreta creata da Lansdale, ricorse alla falsificazione di documenti vietminh e alla corruzione degli indovini dei villaggi per terrorizzare i contadini, diffondendo false profezie di disastro imminente sotto il regime comunista. Il compito di organizzare nel nord una vasta rete di resistenza e di sabotaggio fu invece affidato al maggiore Lucien Conein, un ufficiale di nascita francese, ma naturalizzato americano, destinato ad avere un ruolo di primo piano nel colpo di stato contro Diem nel 1963.
Alle attività di controinformazione e di infiltrazione nel territorio avversario l’amministrazione Eisenhower affiancò iniziative sul terreno politico e diplomatico. Nel settembre del 1954 il segretario di Stato Dulles promosse la costituzione della SEATO, una frettolosa e approssimativa imitazione della NATO per il sud est asiatico a cui aderirono, senza troppa convinzione, oltre agli Stati Uniti, la Francia, il Regno Unito, l’Australia, la Nuova Zelanda, le Filippine e il Pakistan. Tale organizzazione, pur dimostrandosi sin dagli esordi debole ed eccessivamente eterogenea, contribuì a manifestare la volontà americana di non cedere neppure un palmo di terreno ai comunisti in quell’area. La costituzione dello scudo della SEATO fu la premessa al diretto coinvolgimento degli Stati Uniti nel sud est asiatico, andando a colmare il vuoto lasciato dai francesi, ormai inaffidabili come argine all’espansionismo comunista.
L’insofferenza americana per le conclusioni incerte e pasticciate di Ginevra, che avevano
Continua qui:
http://win.storiain.net/arret/num144/artic1.asp
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°