RASSEGNA STAMPA DETTI E SCRITTI 24 OTTOBRE 2019
A cura di Manlio Lo Presti
Esergo
“Non dipendente da altri,
pacificata,
non dispiegata dallo spiegamento del pensiero discorsivo,
priva di rappresentazioni soggettive,
senza diversità:
tali i caratteri della REALTA’.”
Nāgārjuna (India 150 d.C.), Le stanze del cammino di mezzo <Madhyamakakārikā>, XVIII, 9, a cura di R. Gnoli, Torino 1979, pag. 99.
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SOMMARIO
La cricca totalitaria delle bufale sul clima alterato dall’uomo. 1
Grillo-horror: via il voto agli anziani. Anche a Mattarella? 1
Da Wikipedia si toglie la voce su Angeli e Demoni? 1
I FIGLI NON SONO PROPRIETA’ DELLO STATO. 1
Otto e Mezzo, Massimo Giletti attacca Chef Rubio: “Ha detto cose terribili sui poliziotti uccisi”. 1
Richard Stallman: “Dobbiamo ribellarci alla sorveglianza globale” 1
La Nato dietro l’attacco turco in Siria. 1
Crisi Curda: che conseguenze può avere?. 1
Sembrerebbe proprio che l’ammiraglio McRaven abbia appena invocato un colpo di stato. 1
Contro l’usura
La salutare “Allergia” di Massimo Ferretti per il palinsesto della letteratura italiana 1
Spygate, quello che Conte non dice
Le nuove prove di Barr che possono inguaiare l’Italia. 1
ANCHE A “REPORT” LOGICA-LANDINI – il grande giornalismo italiano. 1
Cinque miliardi di microtasse: ecco la manovra giallorossa 1
L’unione europea e il 666 della bestia
Mafia capitale, il 416 bis è un articolo scritto male da riformulare. 1
La pena capitale come si applica ad un ebreo. 1
Uber entra in tutto il mercato del lavoro. I passaggi in auto erano solo una scusa 1
L’Onu: viene dalle piccole imprese il 70% dei posti di lavoro 1
Trump vuole il “sesto occhio2 e può essere l’Italia
Alle volte mi chiedo se Hillary Clinton non soffra di stitichezza 1
Mario Draghi premier al posto di Giuseppe Conte?. 1
Austerity: tradimento 5 Stelle, camerieri della Colonia Italia 1
Sandro Gozi, clamoroso dietrofront: “Mi dimetto dal governo francese”. Cosa c’è dietro 1
Nuova cronologia_X-185: Una nuova visione della scoperta dell’America 1
IN EVIDENZA
La cricca totalitaria delle bufale sul clima alterato dall’uomo
Scritto il 24/10/19
Il clima è sempre cambiato da un decennio all’altro. Ci sono state grandi oscillazioni durante gli anni ’30. Abbiamo avuto il “dust bowl” (serie di tempeste di sabbia) durante l’estate e nel 1936 un freddo record. Nel 1936 l’ondata di freddo del Nord America, che colpì anche il Giappone e la Cina, è ancora oggi una delle più intense mai registrate nella storia. Non possiamo dare la colpa di quanto avvenne alle mamme che portavano in macchina i ragazzini a giocare a calcio, bruciando combustibili fossili. Le automobili erano ancora un lusso negli anni ’30. Semplicemente, non esiste alcuna prova di cambiamenti climatici causati dall’uomo. Nessuno è disposto a denunciare questa assurdità semplicemente mostrando le marcate oscillazioni di temperatura registrate nei secoli. Si tratta di un segreto ben celato, ma il 95% dei modelli climatici che, come ci viene detto, provano il legame tra le emissioni umane di CO2 e il catastrofico riscaldamento globale si sono rivelati, dopo circa due decenni di stasi nelle temperature, sbagliati. Non dovrebbe sorprendere. Ci siamo dovuti sorbire le stramberie dei catastrofisti climatici per circa 50 anni. Nel gennaio 1970, la rivista “Life”, basandosi su “solide prove scientifiche”, sosteneva che entro il 1985 l’inquinamento atmosferico avrebbe ridotto della metà la luce del Sole che raggiunge la Terra.
Di fatto, in quel periodo, la luce del Sole è diminuita tra il 3 e il 5%. In un discorso del 1971, Paul Ehrlich dichiarava: «Se fossi un giocatore d’azzardo, scommetterei che l’Inghilterra non esisterà più nel 2000». Spostiamoci velocemente al mese di marzo 2000 e a David Viner, scienziato ricercatore esperto presso l’Unità di Ricerca Climatica dell’Università East Anglia, che dichiarò a “The Independent”: «Le nevicate sono ormai una cosa che appartiene al passato». Nel dicembre 2010 il “Mail” online riferiva del «dicembre più freddo mai registrato, con temperature scese a meno 10 °C portando il caos in tutta la Gran Bretagna». Anche noi australiani abbiamo avuto le nostre previsioni sbagliate. Forse la più assurda è stata la dichiarazione dell’allarmista climatico Tim Flannery del 2005: «Se i tabulati del computer sono corretti, le attuali condizioni di siccità diventeranno permanenti nell’Australia dell’Est». Le precipitazioni successive e le gravi inondazioni hanno mostrato che i tabulati, o le sue analisi, erano sbagliati. Ci siamo bevuti una previsione sbagliata dopo l’altra. Inoltre, il gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici (Ipcc) è stato ripetutamente colto in flagrante per false rappresentazioni della realtà e metodi
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https://www.libreidee.org/2019/10/la-cricca-totalitaria-delle-bufale-sul-clima-alterato-dalluomo/
Grillo-horror: via il voto agli anziani. Anche a Mattarella?
Scritto il 21/10/19
Tagliare, escludere, eliminare. In una parola: togliere. Password: “meno”. A Beppe Grillo, le parole “diritti” e “voto” procurano l’orticaria? Se si aggiunge il terzo vocabolo, “anziani”, si ottiene questo titolo: “Se togliessimo il diritto di voto agli anziani?”.
Levàteje er fiasco, si potrebbe commentare, bonariamente, in romanesco.
Film consigliato: “La ballata di Narayama”, di Shōhei Imamura, Palma d’Oro a Cannes nell’83. Trama: in un villaggio, al settantesimo compleanno gli anziani vengono esiliati su una montagna, dove attenderanno la morte.
Si può concepire qualcosa di più mostruoso? Forse sì: nei ghetti della Polonia, per esempio, gli ebrei non vivevano giorni allegri, in attesa della deportazione che li avrebbe trasformati in cenere.
Prendersela con gli anziani nel 2019 in un paese come l’Italia, poi, aggiunge alla demenzialità una vena di perfidia vagamente totalitaria. E’ una minaccia disgustosa, ma sembra anche una vendetta: contro le generazioni che hanno fatto dell’Italia la quarta potenza industriale del pianeta, pur in un paese insidiato da mali endemici come l’evasione fiscale da record, l’elevato tasso di corruzione politica e la pervasività delle mafie. Per buon peso, l’Italia appena uscita dal boom del dopoguerra dovette vedersela anche col terrorismo. Ma tenne duro ugualmente, grazie a quei cittadini – ora anziani – che il signor Giuseppe Piero Grillo propone di privare del diritto di voto.
«Ci sono semplicemente troppi elettori anziani e il loro numero sta crescendo. Il voto non dovrebbe essere un privilegio perpetuo, ma una partecipazione al continuo destino della comunità politica, sia nei suoi benefici che nei suoi rischi». A di là della citazione cosmetica (Douglas J. Stewart) queste parole sarebbero state perfette per un tipetto come Joseph Goebbels: a chi altri poteva venire in mente l’espressione “troppi elettori”, per giunta “anziani”? Una proposta, scrive Grillo, «già ampiamente discussa dal filosofo ed economista belga Philippe Van Parijs», pensatore contemporaneo «tra i più grandi sostenitori del reddito universale» (che infatti trovò abusiva l’espressione “reddito di cittadinanza” coniata dai grillini per mascherare la ridicola elemosina elargita col contagocce da Luigi Di Maio). Il voto sarebbe un “privilegio perpetuo”? E certo! Che belli, i tempi in cui il voto non esisteva proprio, e il Re poteva tagliare la testa a chi voleva, senza nemmeno un processo.
Ma non era diventato un diritto, nel mondo contemporaneo, il suffragio universale?
Non è stato introdotto, come conquista storica, da quel pezzo di carta chiamato Costituzione?
Perché allora qualcuno pensa che sia così affascinante, tornare di colpo all’età della pietra? Fiato sprecato, se questo qualcuno è il privato cittadino che, occasionalmente, emana diktat cui deve allinearsi
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https://www.libreidee.org/2019/10/grillo-horror-via-il-voto-agli-anziani-anche-a-mattarella/
Da Wikipedia si toglie la voce su Angeli e Demoni?
E noi pubblichiamo il nostro archivio completo.
di jeannedarc il 9 Luglio 2019
Come noto da Wikipedia è sparita la voce relativa al caso Bibbiano (“Angeli e Demoni”).
Radio Spada pubblica di seguito il suo archivio completo sulla vicenda, con notizie riportate e altre totalmente esclusive, che non troverete altrove:
Reggio Emilia, bufera sui servizi sociali: arresti per un sindaco PD, psicologi, medici…
La Onlus degli affidi è la stessa del caso “bassa modenese”?
Affidi illeciti Reggio Emilia, non solo soldi ma ideologia LGBT dietro menzogne e violenza
Affidi Reggio Emilia: militanza gay per riprogrammare i bambini?
‘I miei bimbi a mia moglie e alla nuova compagna. Gli ass. soc. mi deridevano’
Così hanno portato via i miei figli
Dagli affidi a LGBT con amici immaginari a […]. Riecco il Guelfo Rosa, armato di bastone.
Ero giudice al Tribunale dei minori di Bologna. Ma ho dovuto lasciare: un business osceno
Bibbiano, la punta d’iceberg di un sistema di potere
Caso Bibbiano. Quando la presunta “regina degli affidi” derideva le processioni di riparazione
Caso Bibbiano. Da Wikipedia è già sparita la voce relativa all’inchiesta “Angeli e Demoni”
22 Ottobre 2019 DI ANDREA ZHOK
Sui giornali di destra il presente governo è presentato come ‘comunista’.
Sui giornali di sinistra il precedente governo era presentato come ‘fascista’.
Una volta represso il riso (per chi lo scordasse, i due governi hanno incidentalmente lo stesso premier e più di metà parterre parlamentare in comune), è suggestivo come si continuino ad usare categorie politiche di un secolo fa per tenere passabilmente svegli i propri lettori.
Ciò mostra innanzitutto come nell’epoca della ‘morte delle ideologie’ l’esigenza di aver a che fare con qualche straccio di idea sia più forte di qualunque senso della realtà.
Ma più interessante ancora, ciò segnala un tratto di fondo della nostra epoca desolata.
La ragione liberale si è imposta coltivando e recitando la morte delle ideologie, delle utopie, degli storicismi, di qualunque visione che non fosse quella di arrivare da colazione a cena restando produttivi, per ripartire il giorno dopo.
Ma essendo l’antropologia liberale del tutto priva di fondamenta, questo tentativo non le poteva riuscire: nessun uomo vive davvero di solo pane (neanche se ci aggiungi caviale e smartphone).
Perciò l’ultima mossa che rimane a disposizione per tenere in moto il motore della motivazione, non avendo alcuna propria idealità positiva degna di essere perseguita, è quella di suscitare forme di avversione sufficientemente forti.
A tenere in piedi l’intero sistema motivazionale contemporaneo sono in ultima
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https://comedonchisciotte.org/egemonia-dellavversione/
ARTE MUSICA TEATRO CINEMA
Renato Manbor esponente tra i più importanti del ‘900 avanguardista italiano e della Scuola Romana di Piazza del Popolo, in mostra da Tornabuoni Arte a Firenze.
Carlo Franza – 23 ottobre 2019
Tornabuoni Arte, nella sua sede di Firenze, ospita un’ampia selezione dedicata a Renato Mambor, in collaborazione con l’archivio Mambor. La mostra, corredata da un approfondito catalogo, ripercorre il lavoro poliedrico dell’artista, tra i più originali della scena europea dell’arte durante la seconda metà del XX secolo.
Mambor è stato uno dei primi a sconfinare dalla pittura verso altri linguaggi: fotografia, cinema, performance, installazioni e teatro, per tornare comunque sempre alla pittura. Continuando a lavorare sul linguaggio e sugli elementi costitutivi dell’arte, ha avviato una sperimentazione sul rapporto tra organismo e ambiente, tra arte e vita, sul cambiamento dello sguardo e dei punti di vista, sulle relazioni interne ed esterne, su separazione e unità.
Personalità eclettica, ha vissuto appieno la Roma della sperimentazione e dell’avanguardia. Con Mario Schifano, Franco Angeli, Tano Festa e Cesare Tacchi, Mambor è tra le figure di primo piano della Scuola di Piazza del Popolo. La sua prima esposizione ha luogo nel 1959 alla Galleria “L’Appia Antica” e l’anno successivo lo si vede tra i vincitori dei Premi assegnati dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna. Di seguito, le sue opere vengono proposte, ripetutamente, negli spazi della Galleria La Tartaruga di Plinio De Martiis.
Vive dal di dentro gli anni de La Dolce Vita, tanto da essere scelto da Fellini tra gli interpreti del film. Esperienza, quella del cinema, che lo ha visto impegnato in numerosi film e con diversi registi. Dopo il cinema, il teatro. Dal 1975 dirige il Gruppo Trousse (nome tratto dalla scultura di metallo da lui realizzata) concentrandosi su una ricerca
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ATTUALITÀ SOCIETÀ COSTUME
I FIGLI NON SONO PROPRIETA’ DELLO STATO.
Roberto Pecchioli 23 Ottobre 2019
Matteo Renzi, nel recente duello televisivo con l’altro Matteo, il leghista Salvini, ha pronunciato una frase che lo situa nella categoria dei nemici, non in quella degli avversari. Secondo il Buffalmacco fiorentino, “tutti devono mandare i figli all’asilo nido, anche coloro che non lavorano”. I bambini, dunque, sono proprietà dello Stato, legittimato a educarli fin dalla prima infanzia, sottraendoli ai genitori, svuotando ulteriormente quel che resta della famiglia, il ruolo dei nonni, dei fratelli, quando ci sono, e dei parenti. No. L’affermazione, grave e sinistra, deve essere rigettata in radice.
I figli non sono una proprietà di chi la generati, ma ad essi incombe il diritto e il dovere di accoglierli, educarli, avviarli al mondo della vita. A loro e a nessun altro. Sequestrare gli infanti per riunirli negli asili significa spogliare i genitori di responsabilità e soprattutto iniziare a manipolare le generazioni sin dalla culla. Non siamo proprietà statale, nessuno metta le mani sui bambini, già costretti a vaccinazioni di dubbia utilità, sballottati fuori di casa dal ritmo frenetico, innaturale del nostro tempo, lontani dalla madre, dal calore domestico.
Ogni Stato è una dittatura, affermava Antonio Gramsci; i cosiddetti democratici e progressisti si incaricano di dargli ragione. La definizione di Ezra Pound è più pregnante: controllo sociale attraverso la sistematica applicazione della forza di una società politicamente organizzata. Temiamo che la proposta renziana sia musica per le orecchie di qualche genitore postmoderno, interessato, per fastidio o magari per difficoltà pratiche di un sistema disumanizzante, a parcheggiare i figli in luoghi “sicuri”. A noi invece spaventa, come ogni passo nella direzione del controllo, dell’indottrinamento generalizzato, della cancellazione del valore cruciale dell’istituto familiare.
Chiediamo scusa al lettore se insistiamo con alcune citazioni. Emile Durkheim, uno dei padri della sociologia, riconobbe indirettamente il ruolo del sangue, oggi denigrato se non deriso, come fondamento della famiglia, nucleo della comunità. “La famiglia non è unicamente un gruppo di consanguinei. È un gruppo di individui che si sono trovati uniti all’interno di una società per una più stretta comunanza di idee, di sentimenti e di interessi.” Anche il comunismo sovietico, uscito dalla fase rivoluzionaria, dette a suo modo rilievo all’istituto familiare. Un documento del 1939 del Commissariato Sovietico della Giustizia è illuminante: “lo Stato non può esistere senza la famiglia. Il matrimonio è un valore positivo per lo Stato socialista sovietico solo se la coppia lo considera un’unione per la vita. Il cosiddetto amore libero è un’invenzione borghese e non ha niente a vedere con i principi della condotta di un cittadino sovietico. In più, il matrimonio ha il suo pieno valore per lo Stato solo se c’è la prole e i coniugi sperimentano la piena felicità dell’essere genitori”.
Un brano siffatto non potrebbe essere diffuso oggi senza essere accusato
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https://www.maurizioblondet.it/i-figli-non-sono-proprieta-dello-stato/
Otto e Mezzo, Massimo Giletti attacca Chef Rubio: “Ha detto cose terribili sui poliziotti uccisi”
24 Ottobre 2019
Pochi giorni fa, un idiota – altresì detto hater – ha augurato via social a Monica Cirinnà un cancro. Lei ha stupito, con una risposta netta e una dolorosa ammissione: lei, quella battaglia, la ha già giocata.
E degli hater, con la Cirinnà e Massimo Giletti in studio, se ne parlava a Otto e Mezzo di Lilli Gruber su La7, nella puntata di mercoledì 23 ottobre. E Giletti ragionava: “La politica ha sdoganato questo linguaggio e deve fare qualcosa per limitare il fenomeno dell’odio sul web, con una legge simile a quella tedesca”.
Dunque, il conduttore di Non è l’Arena ha aggiunto, rivolgendosi alla Cirinnà: “Gli hater maschi italiani non sopportano donne intelligenti come voi. L’odio da tastiera è sdoganato anche dalla politica,
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Richard Stallman: “Dobbiamo ribellarci alla sorveglianza globale”
Il profeta del software libero non usa mezzi termini: siamo tutti controllati e la resa non è un’opzione. Ecco cosa ci ha raccontato
Alessio Jacona – aprile 4, 2014
Siamo tutti sotto controllo, spiati, tracciati. Ogni gesto che compiamo, ogni passo che facciamo, viene monitorato a distanza, analizzato, soppesato. Di solito, questi dati vengono usati per erogare servizi, per vigilare sull’ordine pubblico o più semplicemente per far soldi. Ma, in qualsiasi momento, questa costante raccolta di informazioni su chi siamo, dove siamo e cosa facciamo può trasformarsi nella leva con cui scardinare le libertà elementari, ficcare il naso nelle nostre vita private, negare di fatto la democrazia. E c’è solo un modo per impedire che ciò avvenga: opporsi con ogni mezzo alla raccolta e archiviazione di qualsiasi dato che ci riguardi.
Richard Stallman, profeta del Free Software, tiene fede alla sua fama e ci va giù pesante. Intervenendo durante il terzo Congresso mondiale per la libertà di ricerca (qui lo stato dell’Italia), descrive un contesto inquietante, dove la vita di ognuno è intrisa di tecnologia controllata da terzi e per questo spiabile. Dove nessuno è libero finché usa software e servizi creati da aziende private che sottostanno al controllo dei governi. E dove diventa realtà la società del Grande Fratello così come George Orwell l’ha descritta in 1984, solo “centinaia di migliaia di volte peggio”.
Il suo talk ha un titolo inequivocabile: Dobbiamo accettare più sorveglianza di quanta ve ne fosse in Unione Sovietica? La sua ammirazione e gratitudine per gli informatori come Edward Snowden dichiarata ed entusiasta (“Vanno protetti ad ogni costo dai governi”). La sua critica nei confronti di alcune aziende, Microsoft e Apple in testa, è feroce. Quando mi siedo davanti a lui, mi rendo conto di avere con me almeno tre dispositivi con sopra il simbolo della mela morsicata. Lo guardo
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https://www.wired.it/attualita/politica/2014/04/04/stallman-sorveglianza-globale/
BELPAESE DA SALVARE
Ne avevo scritto un paio di anni fa: “vista la china presa dall’istruzione e dalle pensioni, nel giro di un lustro la sanità universale e gratuita sarà un ricordo.” E, puntuale arriva la conferma: sono già sei le regioni italiane dove gli esami cd. differibili non si prenotano più, cioè non si fanno più.
Scomparsa la visita clinica dei medici di famiglia (che nel 2022 saranno la metà di quelli oggi in servizio) e limitatasi la loro funzione a prescrivere esami e ricette (ed a pubblicizzare vaccini, per cui ricevono un compenso dalla casa farmaceutica), resta solo il Pronto soccorso cui è possibile accedere a ogni cura purché in stato d’emergenza da urgenza acuta.
Ma buona parte dei PS sono stati chiusi o sono stati sostituiti da strutture private con all’interno specializzandi di medicina e qualche medico rumeno o albanese. I pochi giovani medici italiani “a contratto” che vi si trovano sono in attesa di essere chiamati in UK o in Germania.
Di conseguenza la maggioranza degli italiani rinuncia alle cure o, se le paga, deve scegliere se curare l’una o l’altra fra più patologie.
Per fortuna i circa 2 milioni di irregolari esigono il servizio sanitario ed in genere i medici, per non essere accusati di razzismo, concedono loro appuntamenti, attese brevi, ricette bianche: almeno loro hanno capito tutto, imbeccati dalle associazioni di volontariato. Anzi, oltre il medico e gli esami gratis, hanno preteso ed ottenuto la completa esenzione per l’acquisto di medicine grazie al tesserino STP (Straniero temporaneamente presente) che può essere chiesto «presso qualsiasi Asl».
La prefettura di Roma dà conto che il STP è valido 6 mesi ma “rinnovabile” e, rivolgendosi allo straniero irregolare, lo informa che «Puoi anche chiedere che il tesserino sia rilasciato senza l’indicazione del tuo nome e cognome» e che «L’accesso alle strutture sanitarie non può comportare alcun tipo di segnalazione alle pubbliche autorità. Tieni comunque presente che in alcuni casi (motivi di ordine pubblico o per altri gravi motivi) la pubblica autorità potrà ottenere il referto, come avviene anche con i cittadini italiani».
Nel Lazio la giunta PD/5Stelle sta decidendo quali altri tagli apportare al servizio sanitario, negli ospedali della Toscana ne muoiono a decine di un batterio killer nel silenzio dei media, in Calabria e Campania le partorienti vengono allontanate dai reparti privi di anestesisti e ginecologi perché provvedano in casa. Quasi ogni giorno muore un neonato in Italia per mancata assistenza al parto, e talvolta anche la puerpera.
Le compagnie che offrono servizi hanno avuto istruzioni dal SSN di lanciare una campagna pubblicitaria a favore dell’assicurazione sanitaria privata, il che dovrebbe preoccuparvi.
https://www.facebook.com/100000248554468/posts/2698507546834171/
CONFLITTI GEOPOLITICI
La Nato dietro l’attacco turco in Siria
di Manlio Dinucci
Diversi membri della NATO versano tutte le loro lacrime sulla sorte dei kurdi, mascherando in questo modo che avevano avallato anticipatamente l’operazione “Fonte di Pace”. Per togliere ogni dubbio, il segretario generale dell’Alleanza, Jens Stoltenberg, tre giorni dopo l’inizio dei combattimenti si è recato personalmente ad Ankara per portare alla Turchia il sostegno della NATO.
RETE VOLTAIRE | ROMA (ITALIA) | 15 OTTOBRE 2019
Germania, Francia, Italia e altri paesi, che in veste di membri della Ue condannano la Turchia per l’attacco in Siria, sono insieme alla Turchia membri della Nato, la quale, mentre era già in corso l’attacco, ha ribadito il suo sostegno ad Ankara. Lo ha fatto ufficialmente il segretario generale della Nato Jean Stoltenberg, incontrando l’11 ottobre in Turchia il presidente Erdoğan e il ministro degli esteri Çavuşoğlu [1].
«La Turchia è in prima linea in questa regione molto volati-le, nessun altro Alleato ha subito più attacchi terroristici della Turchia, nessun altro è più esposto alla violenza e alla turbolenza proveniente dal Medioriente», ha esordito Stoltenberg, riconoscendo che la Turchia ha «legittime preoccupazioni per la propria sicurezza». Dopo averle diplomaticamente consigliato di «agire con moderazione», Stoltenberg ha sottolineato che la Turchia è «un forte Alleato Nato, importante per la nostra difesa collettiva», e che la Nato è «fortemente impegnata a difendere la sua sicurezza». A tal fine – ha specificato – la Nato ha accresciuto la sua presenza aerea e navale in Turchia e vi ha investito oltre 5 miliardi di dollari in basi e infrastrutture militari. Oltre a queste, vi ha dislocato un importante comando (non ricordato da Stoltenberg): il Land-Com, responsabile del coordinamento di tutte le forze terrestri dell’Alleanza.
Stoltenberg ha evidenziato l’importanza dei «sistemi di difesa missilistica» dispiegati dalla Nato per «proteggere il confine meridionale della Turchia», forniti a rotazione dagli Alleati. A tale proposito il ministro degli esteri Çavuşoğlu ha ringraziato in particolare l’Italia. Èdal giugno 2016 che l’Italia ha dispiegato nella provincia turca sudorientale di Kahramanmaraş il «sistema di difesa aerea» Samp-T, coprodotto con la Francia. Una unità Samp-T comprende un veicolo di comando e controllo e sei veicoli lanciatori armati ciascuno di otto missili. Situati a ridosso della Siria, essi possono abbattere qualsiasi velivolo all’interno dello spazio aereo siriano. La loro funzione, quindi, è tutt’altro che difensiva. Lo scorso luglio la Camera e il Senato, in base a quanto deciso dalle commissioni estere congiunte, hanno deliberato di estendere fino al 31 dicembre la presenza dell’unità missilistica italiana in Turchia. Stoltenberg ha inoltre informato che sono in corso colloqui tra Italia
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https://www.voltairenet.org/article207911.html
Crisi Curda: che conseguenze può avere?
Scritto da Aldo Giannuli – 20 ottobre 2019
Tutto si può dire della crisi in atto fra Turchia e Siria meno che si tratti di un fatto inaspettato: Erdogan da anni non fa mistero del suo progetto neo-ottomano ed il repentino ritiro degli Usa dalla Siria è suonato come l’autorizzazione ad Ankara a passare ai fatti. Questo è chiaro come due più due fa quattro. Ed è partita l’aggressione che può diventare presto un genocidio. Di fronte a tutto questo la reazione degli Usa, diciamolo, è indecente.
Prima dicono che insomma dei curdi non gli importa nulla (“alleati? Si, ma non erano con noi in Normandia” è stata la ripugnante battuta di Trump); poi ci ripensano e forse, si, bisogna dire qualcosa ad Erdogan: “Dai non è il caso. Non fare lo sciocco”.
Trump è una figura tragicomica: un anno fa era sul punto di fare guerra alla Turchia e minacciava di distruggerne l’economia per la questione di un pastore protestante, amico della moglie, arrestato perché ritenuto spia dai Turchi. Oggi dice che in fondo i Turchi possono fare quel che vogliono a 7.000 chilometri dalle coste americane.
Che sia un cretino che ragiona come il pizzicagnolo dell’angolo lo capisce ormai il più sprovveduto lettore di giornali. Non è che non abbia una strategia, è che proprio non sa cosa sia ed a cosa serva una strategia. Ed è il capo della massima potenza mondiale!
Siamo fierissimi avversari degli Usa e, se non ci fosse di mezzo la sopravvivenza di centinaia di migliaia di esseri umani, ce ne compiaceremmo sperando che mandi al più presto gli Usa nel più buio sprofondo.
Il guaio è che, oltre al massacro dei Curdi, si prospettano sviluppi geopolitici gravissimi.
Dell’Europa non diciamo neppure: la Ue è un ente inutile da chiudere prima possibile e gli stati nazionali singolarmente presi sono di desolante inesistenza politica.
Cosa può derivare da questa che Tramp, nella sua stupidità, definisce una “guerra tribale” sottintendendo di nessuna importanza politica.
Intenzionalmente non toccherò temi di natura umanitaria (il massacro di un popolo, la nuova ondata migratoria eccetera): gli europei hanno sufficiente pelo sullo stomaco per digerire questo ed altro ed abbastanza lacrime di coccodrillo per piangere su tutti gli olocausti che permettono o compiono.
Veniamo sul piano delle fredde analisi.
La Turchia di Erdogan ha in mente un piano di ricostituzione
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http://www.aldogiannuli.it/crisi-curda-che-conseguenze-puo-avere/
Sembrerebbe proprio che l’ammiraglio McRaven abbia appena invocato un colpo di stato
23 Ottobre 2019 – Peter Van Buren
L’ammiraglio William McRaven, famoso per essere il tale, che aveva detto a un tale, che aveva detto all’altro tale, che aveva ridetto a quell’altro tale di uccidere Bin Laden, ha praticamente invocato un colpo di stato militare contro il presidente degli Stati Uniti in un articolo d’opinione (Op-Ed) apparso sul York Times.
Comincia con qualcosa tanto per scaldare gli animi, con un richiamo alle buone cose militari, invitando quei generali “decorati con le massime onorificenze, vestiti in modo impeccabile, perspicaci e di carattere forte, [ma che] attualmente si sentono umiliati” ad un cambio della guardia. Poi un po’ di storia, ricordando le glorie dell’Ufficio per i Servizi Strategici della Seconda Guerra Mondiale, il precursore dell’odierna CIA, e della comunità delle Operazioni Speciali, che aveva “fede nel fatto che per quei valori valeva la pena sacrificare tutto.” Nel caso in cui non fosse stato abbastanza chiaro, “essi personificavano tutto ciò è buono, decente e onorevole agli occhi delle forze armate americane,” dice ai lettori a cui è destinato l’articolo, i militari stessi.
Quindi, invocando quel giuramento che obbliga i militari a proteggere l’America da tutti i nemici, esterni ed interni, McRaven spiega perché potrebbero essere presto chiamati nuovamente a combattere: “L’America in cui essi credono è sotto attacco, non dall’esterno, ma dall’interno.” Questo non è propriamente come dirlo fra le righe. McRaven vuole che tutti, fino all’ultimo dei soldati semplici, ricevano il messaggio Lima Charlie (forte e chiaro – Loud and Clear).
McRaven continua “Questi uomini e donne, di tutte le convinzioni politiche, hanno sotto gli occhi gli attacchi alle nostre istituzioni: all’intelligence, alle forze dell’ordine, al Dipartimento di Stato e alla stampa. Hanno visto i nostri leader sedere accanto a despoti e a tiranni, preferire la loro narrativa di governo alla nostra. Ci hanno visto abbandonare i nostri alleati e hanno sentito le grida di tradimento che provenivano dal campo di battaglia. Mentre ero al campo di parata di Fort Bragg, un generale a quattro stelle in pensione mi aveva afferrato per un braccio, mi aveva scosso e mi aveva gridato in faccia: ‘Non mi piacciono i Democratici, ma Trump sta distruggendo la Repubblica!’”
Riepilogo rapido: il presidente sta distruggendo la Repubblica, dall’interno. Gli ultimi che hanno voluto distruggere la Repubblica sono stati i nazisti, i comunisti e i terroristi, e tutti sapete che cosa gli abbiamo fatto.
Il passo successivo di McRaven è stato quello di rassicurare le truppe che, indipendentemente da chi verrà loro ordinato di uccidere, sarà comunque per una buona causa. “Siamo la nazione più potente del mondo perché cerchiamo di essere noi i buoni. Siamo la nazione più potente del mondo perché i nostri ideali di libertà e di uguaglianza universale sono stati sostenuti dalla nostra convinzione di essere i difensori della giustizia, i protettori dei meno fortunati.” La stupidità di una simile affermazione è più che evidente, visto l’inferno che la ricerca americana della giustizia ha provocato, con milioni di morti tra Iran, Iraq, Siria, Afghanistan, Yemen, Libia e Somalia, per non parlare di quelli del secolo scorso nel Sud-Est Asiatico e
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CULTURA
Contro l’usura
Con usura nessuno ha una solida casa
di pietra squadrata e liscia
per istoriarne la facciata,
con usura
non v’è chiesa con affreschi di paradiso
harpes et luz
e l’Annunciazione dell’Angelo
con le aureole sbalzate,
con usura
nessuno vede dei Gonzaga eredi e concubine
non si dipinge per tenersi arte
in casa ma per vendere e vendere
presto e con profitto, peccato contro natura,
il tuo pane sarà staccio vieto
arido come carta,
senza segala né farina di grano duro,
usura appesantisce il tratto,
falsa i confini, con usura
nessuno trova residenza amena.
Si priva lo scalpellino della pietra,
il tessitore del telaio.
CON USURA
la lana non giunge al mercato
e le pecore non rendono
peggio della peste è l’usura, spunta
l’ago in mano alle fanciulle
e confonde chi fila. Pietro Lombardo
non si fe’ con usura
Duccio non si fe’ con usura
nè Piero della Francesca o Zuan Bellini
né fu “La Calunnia” dipinta con usura.
L’Angelico non si fe’ con usura, né Ambrogio de Praedis,
nessuna chiesa di pietra viva firmata : “Adamo me fecit”.
Con usura non sorsero
Saint Trophine e Saint Hilaire,
usura arrugginisce il cesello
arrugginisce arte ed artigiano
tarla la tela nel telaio, nessuno
apprende l ‘arte d’intessere oro nell’ordito;
l’azzurro s’incancrena con usura; non si ricama
in cremisi, smeraldo non trova il suo Memling
usura soffoca il figlio nel ventre
arresta il giovane amante
cede il letto a vecchi decrepiti,
si frappone tra giovani sposi
CONTRO NATURA
Ad Eleusi han portato puttane
carogne crapulano
ospiti d’usura.
N.B. Usura: una tassa prelevata sul potere d’acquisto senza riguardo alla produttività e sovente senza riguardo persino sulla possibilità di produrre. (Onde il fallimento della banca dei Medici).
EZRA POUND, I Cantos, La quinta decade dei cantos, XLV, Mondadori, 1985, pag. 447
La salutare “Allergia” di Massimo Ferretti per il palinsesto della letteratura italiana
Torna l’opera più significativa di un autore naturalmente fuori dagli schemi
Davide Brullo – Gio, 24/10/2019
Nei sobborghi della letteratura se ne diceva come di un mito. Anche per via di quella vicenda biografica.
Massimo Ferretti, scrittore dimenticato
Me ne disse, prima, Flavio Santi, lettore atletico, sopraffino. Non puoi non leggere Massimo Ferretti. Mi passa un testo. Leggo. «Sono un animale ferito. Ero nato per la caverna e per la fionda, per il cielo intenso e il piacere definitivo del lampo: e mi fu data una culla morbida ed una stanza calda». La prosa s’intitola Polemica per un’epopea tascabile. Continuo. «Ma resterò. Resterò a rincorrere la vostra perfezione di selvaggi organizzati nelle palestre, educati nelle caserme, ammaestrati nelle scuole… ma sappiate che io non so nuotare: e il coltello dell’odio e dell’amore l’ho sepolto nel mare».
M’informo. Massimo Ferretti è, in sostanza, l’autore di un unico libro miliare: allergia (con la «a» minuscola), pubblicato da Garzanti nel 1963. Ferretti, classe 1935, ha vent’anni quando pretende in Pier Paolo Pasolini un maestro. E lo trova. «Sei un mistero davvero appassionante», gli scrive il guru, confermando «l’originalità prepotente» della sua poesia. Poi, su Officina, nel 1956, PPP sancisce la scoperta parlando di un «caso… veramente unico, preistorico… di straordinaria
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CYBERWAR SPIONAGGIO INFORMAZIONE DISINFORMAZIONE
Spygate, quello che Conte non dice
Roberto Vivaldelli – 24 OTTOBRE 2019
Molti dubbi e pochissime certezze. La conferenza stampa del presidente del Consiglio Giuseppe Conte dopo l’attesissima audizione al Copasir ci racconta davvero poco di quello che potrebbero dirci le conclusioni sull’inchiesta sulle origini del Russiagate condotta dal ministro della giustizia Usa William Barr e dal procuratore John Durham. In attesa che quell’indagine si concluda, il premier ha ribadito che quella di ieri è stata un’audizione “ai sensi della legge 124” che prevede che il presidente riferisca semestralmente al Comitato parlamentare. In realtà, sappiamo benissimo che nell’audizione il presidente del Consiglio doveva chiarire il possibile coinvolgimento dell’Italia, i motivi degli incontri avvenuti a metà agosto a Roma tra il ministro americano Barr e Durham con i vertici dei servizi segreti italiani e cosa ha chiesto Washington al nostro Paese.
Come da previsioni, Conte ha provato a chiarire i punti che potevano metterlo più in difficoltà sotto il profilo politico, sottolineando che “il presidente Trump non mi ha parlato di questa inchiesta” e che la “richiesta” di informazioni “non è pervenuta dal presidente Trump ma dal ministro Barr” che è anche il capo dell’Fbi. La richiesta, inoltre, è “arrivata non a me ma da canali diplomatici”. Secondo Conte, dunque, Barr “attraverso canali ordinari diplomatici ha fatto pervenire una richiesta di informazioni alla nostra intelligence. Lo scopo era verificare l’operato di agenti americani. Non era messo in discussione l’operato dell’intelligence italiana”, ha ribadito. “Io non ho mai interloquito con Barr, né per telefono né per iscritto”. Una richiesta che di collaborazione che non sarebbe arrivata ad agosto, e non quindi durante la crisi di governo, “ma lo scorso giugno” quando c’era ancora il governo giallo-verde.
“Confermo – ha poi aggiunto Conte – che ci sono stati due incontri. Il
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https://it.insideover.com/politica/spygate-quello-che-conte-non-dice.html
Le nuove prove di Barr che possono inguaiare l’Italia
Roberto Vivaldelli – 23 OTTOBRE 2019
Nella giornata in cui il premier Giuseppe Conte è atteso al Copasir, dagli Stati Uniti emergono nuove importanti notizie sulle trasferte romane datate 15 agosto e 27 settembre dell’Attorney general William Barr e del procuratore John Durham che indagano sulle origini del Russiagate e sul possibile complotto orchestrato contro Donald Trump e la sua campagna nel 2016. Secondo i media americani, Barr e Durham non sono tornati a casa a mani vuote dopo i due incontri con i vertici dei servizi segreti italiani. Come riporta Fox News, l’indagine del procuratore John Durham “si è estesa” sulla base “di nuove prove raccolte durante un recente viaggio a Roma con il procuratore generale William Barr”.
Ricordiamo che, come dichiarato dallo stesso premier Conte, fu lui ad autorizzare l’incontro tra il capo del Dis Gennaro Vecchione e Barr per cercare “nell’interesse dell’Italia di chiarire quali fossero le informazioni degli Stati Uniti sull’operato dei nostri Servizi all’epoca dei governi precedenti”, quindi Renzi e Gentiloni. Alla riunione del 27 settembre, oltre a Vecchione, parteciparono anche i i direttori di Aise (Luciano Carta) e Aisi (Mario Parente).
Nuove prove raccolte dopo il viaggio a Roma
Secondo i media americani, le prove raccolte da Barr e Durham a Roma sono talmente rilevanti che, appena tornato a Washington, John Durham ha deciso di estendere le indagini sulle origini del Russiagate. Come ha riportato InsideOver il 9 ottobre scorso, l’indagine condotta dal team investigativo guidato da Duhram e dall’Attorney general William Barr sull’operato delle agenzie federali alle origini del Russiagate si estende e ora copre un arco temporale che interessa, per quanto riguarda anche l’Italia, anche il governo Gentiloni. Come scrive Fox News, Durham sta sondando una linea
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https://it.insideover.com/politica/le-nuove-prove-di-barr-che-possono-inguaiare-litalia.html
ANCHE A “REPORT” LOGICA-LANDINI – il grande giornalismo italiano
Maurizio Blondet 23 Ottobre 2019
https://www.maurizioblondet.it/anche-a-report-logica-landini-il-grande-giornalismo-italiano/
ECONOMIA
Cinque miliardi di microtasse: ecco la manovra giallorossa
Come cambia la manovra. Per la famiglia arriva la “carta bimbi”. Sparisce il superticket; tassa su sigarette, plastica e bibite gasate
Federico Giuliani – Gio, 24/10/2019
L’Unione Europea aveva chiesto all’Italia chiarimenti sulle misure contenute in una manovra che secondo Bruxelles non rispetterebbe il target di riduzione del debito per il 2020
La risposta del ministero italiano dell’Economia adesso è pronta. Il documento arriverà in tarda serata alla Commissione europea, per poi essere pubblicato nella giornata di domani sul sito del Mef. “Facciamo una manovra responsabile ma non restrittiva”, ha puntualizzato il ministro Roberto Gualtieri, aggiungendo, all’indirizzo dell’Ue, che questo “è il momento di utilizzare la flessibilità” perché “se lo si fa con pacatezza e credibilità si fa un dialogo serio e civile con l’Europa”.
Insomma, l’Italia è tranquilla, ha risposto all’Europa rispettando le scadenze e la manovra non cambia. Anche perché Bruxelles non ha avanzato alcuna richiesta esplicita di correzione, ma solo un chiarimento sulla politica economica che ha intenzione di varare il governo giallorosso in vista del prossimo anno.
Il nodo più evidente deriva dal fatto che la la Commissione chiedeva un miglioramento del saldo strutturale dello 0,6%, mentre Roma lo ha modificato con un peggioramento dello 0,1%. In ogni caso, assicurano fonti di governo, non ci sono tensioni in atto ma un “semplice dialogo tra istituzioni”.
Nella bozza di sei pagine che ha fatto da canovaccio alla lettera di risposta all’Ue, il governo ha inserito lo scheletro della manovra, formato sia da nuove misure sia da altre, confermate ma limate nei dettagli.
Partiamo dai numeri. Sono previsti 30 miliardi di euro di maggiori spese e 15 di maggiori entrate. Tra queste ultime, 6,5 arriveranno dalle misure individuate nel Decreto Fiscale, mentre 8,5 da quelle previste dal Disegno di Legge di Bilancio. Il resto, 14,4 miliardi, è coperto in deficit.
Tra le misure, la manovra prevede un fondo da 2 miliardi nel prossimo triennio da destinare alla famiglia. A partire dal 2020 le risorse dei vari bonus nascita, bebè e asili nido saranno raggruppate in un unico fondo, che potrà contare su una dote aggiuntiva di 500 milioni. Arriverà infatti una “carta bimbi” da 400 euro al mese che consentirà alle famiglie
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http://www.ilgiornale.it/news/economia/novit-e-limature-ecco-scheletro-manovra-1774035.html
L’UNIONE EUROPEA E IL 666 DELLA BESTIA
Lisa Stanton 21 11 2018 RILETTURA
Finalmente l’UE ha annunciato che darà le sculacciate all’Italia, perché la manovra finanziaria ha violato le regole sul debito. Scandite bene le parole quando le pronunciate: l’Italia – ha violato – le regole – sul debito. L’Italia, tradotto dal politichese marcio di Bruxelles alla lingua italiana, se n’è infischiata della corda stretta intorno al collo con cui ubriaconi e viziosi che occupano gli scranni della Troika minacciano i paesi aderenti. Non tutti. La Francia e la Spagna hanno ha sforato il deficit di bilancio ma per loro niente scudisciate, solo una leggera bacchettata sulle mani. La manovra greca, invece, che tra le varie cose prevede di nuovo la svendita delle sue bellezze naturalistiche e del suo eccezionale patrimonio artistico ed archeologico, è stata promossa a pieni voti. Non c’era da temere: il traditore Tsipras – che fosse per me dovrebbe essere pubblicamente giustiziato a Piazza Syntagmatos, il cuore della città di Atene, lui e tutta la classe dirigente che ha cospirato con la Troika per distruggere la Grecia – ha garantito la piena sottomissione del suo paese ai diktat di Bruxelles.
Dunque, la Troika dell’ubriacone Juncker e del patetico signore delle mosche tra sei mesi sanzionerà l’Italia per aver violato la legge sul bilancio. Mica per aver violato i diritti umani. No, quelli si possono tranquillamente violare, l’importante è fare i conti bene, poi chi se ne frega se a causa del paradigma satanico dell’Austerity imposto dall’Alcolisti Anonimi di Bruxelles i suicidi hanno subito una forte impennata: in Italia, nell’ultimo decennio, sono aumentati del 12% e in Grecia del 40%. E poco importa se la percezione della povertà in Italia è aumentata del 70%. Sono 5 milioni i poveri italiani che attendono un miglioramento delle loro condizioni di vita. Ma per la Troika lo Stato deve solo dargli una pistola con cui spararsi alla tempia, altro che risposte umanitarie!
In fin dei conti si tratta solo di incidenti nel percorso della creazione della dittatura europea, vittime sacrificali da scannare sull’altare della Troika. Questo è il modo folle con cui la Troika interpreta il principio dell’inviolabilità dei diritti umani. A sancire che cosa è e che cosa non è un diritto umano è sempre la statolatria europea. Infatti, guai se venissero a mancare i soldi per salvare le banche, per accogliere milioni di finti profughi e per mantenere una pletora di fancazzisti che occupa le indegne istituzioni europee, altrimenti l’Italia passerebbe per un Paese che viola i diritti umani e le regole della democrazia. Non so se vi rendete conto del tanfo schizofrenico che aleggia su Bruxelles e che appesta l’aria che in Europa si respira.
Siamo sempre di fronte alla recita del solito mantra raccapricciante: i soldi valgono più delle persone. Questo è Il 666 incarnatosi in concrete istituzioni governative sovranazionali, che attuano politiche criminali allo scopo di onorare la Bestia che è in loro.
È la Bestia a decidere chi può e chi non può spendere, chi può e chi non può comprare, chi può e chi non può fare debito. Per comprare basta aver stampato sulla mano un numero, il numero del pareggio di bilancio.
Chi ha un numero o codice diverso è fuori dall’economia e, quindi, deve morire. Non so se vi rendete conto che oggi la profezia di Giovanni si sta concretamente realizzando. Non c’è bisogno di essere dei credenti per capire che l’andazzo dei tempi è quello sopra descritto.
Speriamo che il governo italiano terrà duro altrimenti sarà la fine per il Paese.
https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=10214991231231980&id=1165264657
GIUSTIZIA E NORME
Mafia capitale, il 416 bis è un articolo scritto male da riformulare.
Scritto da Aldo Giannuli – 23 ottobre 2019
Questa pronuncia della Cassazione su Mafia Capitale arriva quasi in perfetta coincidenza con il mio prossimo libro (“Mafia mondiale”, Ponte alle Grazie) che uscirà il 14 novembre prossimo.
In questo libro esamino le principali organizzazioni criminali del Mondo ed i loro nessi (Mafia, Camorra, ‘Ndrangheta, Cosa Nostra Usa, Mafia turca, albanese, russa, nigeriana, cartelli colombiani e messicani, Triadi e Jakuza) e mi occupo in gran parte proprio di stabilire cosa è Mafia e cosa non lo è.
Spesso si fa confusione e si pensa che Mafia sia sinonimo di criminalità organizzata (per lo meno da certe dimensioni quantitative in su), ma così non è: va da sé che ogni Mafia sia criminalità organizzata, ma non è vero il contrario, non ogni organizzazione criminale è Mafia.
E il discrimine non è neppure quante persone sono organizzate, quale sia il volume di traffici, quanti morti procura questa o quella organizzazione.
La Mafia è una cosa precisa, con requisiti che non hanno le organizzazioni criminali di “diritto comune”. Una Mafia è una costruzione culturale, ha carattere non transitorio ma perenne, ha suoi codici di comportamento ed una propria “etica” (se ci si passa il termine), agisce per ragioni di lucro ma non solo, anche di potere, cerca di adattarsi all’ambiente e di adattare l’ambiente a sé, di conseguenza, cerca il consenso, soprattutto, pensa in termini strategici, cosa molto rara fra le organizzazioni criminali di diritto comune.
Il che non vuol dire che queste ultime non possano avere una pericolosità sociale comparabile ad una mafia, ad esempio, i cartelli latinoamericani non sono delle Mafie perché non hanno diversi dei requisiti che abbiamo elencato, ma non per questo possono essere considerati alla stregua di associazioni a delinquere di limitata pericolosità sociale.
E lo stesso discorso si può fare per la mala vita marsigliese, per la Banda della Magliana, per i clan Turatello, per la Sacra Corona unita che hanno o hanno avuto una evidentissima pericolosità.
I nostri problemi nascono da questa particolare scrittura dell’articolo 416 bis che parla di associazioni a delinquere “di stampo mafioso”.
Questo articolo venne introdotto nel codice nei primissimi anni Ottanta e riflette la cultura criminologica del tempo, quando occorreva ancora lottare per ottenere che si riconoscesse l’esistenza della Mafia
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http://www.aldogiannuli.it/mafia-capitale-il-416-bis-e-un-articolo-scritto-male-da-riformulare/
La pena capitale come si applica ad un ebreo
21 Ottobre 201- Ewe Mykytyn
Il New York Times ha recentemente pubblicato un articolo dal titolo “Il Texas sospende l’esecuzione un Ebreo dopo che il giudice era stato accusato di antisemitismo.” Il titolo e la storia implicano che Randy Halprin, sebbene possibilmente colpevole, sia stato una vittima dell’antisemitismo.
Approfondiamo un po’ di più la vicenda. (In una certa misura questo è un diniego di parzialità, sono generalmente contraria alla pena capitale e ho speso molto tempo a lavorare senza successo per impedire allo stato di uccidere criminali già condannati).
Primai reati.
Nel 2000, sette detenuti, i “Texas 7“, erano evasi e avevano commesso una serie di crimini, tra cui l’omicidio di un giovane poliziotto. Erano stati catturati e, nel 2003, sei dei sette erano stati processati davanti ad una giuria (il settimo si era suicidato), ritenuti colpevoli e condannati a morte. Quattro dei Texas 7 sono già stati giustiziati.
I due rimasti dei Texas 7, Halprin e Patrick Murphy, asseriscono entrambi di non aver sparato all’agente di polizia, anche se il gruppo, dopo averlo ucciso, lo aveva investito [con il prorio veicolo]. In ogni caso, la giuria non aveva dovuto decidere chi fosse quello del gruppo ad aver effettivamente fatto fuoco, tutti e sei erano stati giudicati colpevoli in base ad una legge del Texas, simile alle normative di altri quarantacinque stati, sul “concorso in omicidio,” secondo cui chiunque commetta un reato grave è ritenuto responsabile di tutti i decessi derivanti dal suddetto reato.
Quando era evaso, Halprin stava scontando una pena di 30 anni per l’omicidio di un bambino.
Il Buddista
Gli avvocati di Murphy avevano sostenuto che Murphy, un Buddista, non poteva essere giustiziato senza la presenza di un consigliere spirituale buddista. La Corte Suprema degli Stati Uniti aveva accettato la tesi di Murphy e aveva deliberato una rara sospensione dell’esecuzione sulla base della discriminazione religiosa. Il giudice Kavanaugh aveva scritto nella motivazione: “La scelta dei mezzi correttivi da applicare spetta allo stato. Ciò che lo stato non può fare, a mio avviso, è consentire ai detenuti cristiani o mussulmani, ma non ai detenuti buddisti, di avere un consigliere religioso della propria fede nella camera delle esecuzioni.” In pratica, lo stato non ha l’obbligo di fornire un consigliere religioso, ma se lo fa, deve farlo
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https://comedonchisciotte.org/la-pena-capitale-come-si-applica-ad-un-ebreo/
LAVORO PENSIONI DIRITTI SOCIALI
Uber entra in tutto il mercato del lavoro. I passaggi in auto erano solo una scusa
Ci sono professioni che da tempo sono divenute obsolete e che rimangono in auge solo perché godono di una forte protezione legale. L’attività notarile è una di queste attività. La tecnologia però non minaccia mai davvero questo tipo di professioni, anche se sulla carta sembrerebbe proprio così. Il sistema dei blocchi algoritmici promossa dalla tecnologia blockchain, ad esempio, consentirebbe già a partire da domani mattina di sostituire i notai. Detto diversamente, non abbiamo più bisogno che qualcuno ci dica che l’immobile che abbiamo appena acquistato è di nostra proprietà … (e forse non ce n’è mai stato davvero bisogno). Eppure, questi retaggi ottocenteschi rimangono attuali grazie alla forte pressione politica che le notarili corporazioni riescono ad esercitare.
Chi si deve davvero preoccupare delle nuove tecnologie sono invece i lavoratori comuni, i piccoli artigiani, gli autisti, ma se ciò avviene non è solo colpa dello sviluppo delle applicazioni informatiche. La deregulation del mondo del lavoro magicamente si sposa con questo nuovo sviluppo tech e sta facendo la parte del leone.
Il caso più eclatante (e pericoloso) viene dalla multinazionale Uber, ma non per il settore del trasporto urbano in stile taxi, come ci è stato fatto credere finora. L’azienda californiana fornisce un servizio di trasporto automobilistico privato attraverso un’applicazione mobile che consente di mettere in collegamento diretto passeggeri ed autisti. Ciò, come è noto, ha scatenato una ridda interminabile di cause legali e scioperi paralizzanti nelle maggiori città del mondo. Chi appoggia Uber in questa battaglia sostiene che i taxi operano in regime di monopolio e che, dunque, bloccarne lo sviluppo significa fermare il libero mercato. Si, insomma, trattandosi di lavoro non dipendente, la questione sollevate da Uber non consente di schierarsi in modo cristallino da una parte o dall’altra. Da un lato, i taxisti rispettano più regole, hanno pagato delle licenze ed hanno investito;
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https://www.libreidee.org/2019/10/uber-non-solo-taxi-lavoratori-sottopagati-come-nell800/
L’Onu: viene dalle piccole imprese il 70% dei posti di lavoro
Scritto il 22/10/19
Il lavoro autonomo, le microimprese e le piccole imprese svolgono un ruolo molto più importante nell’offerta di posti di lavoro rispetto a quanto si pensasse in precedenza, secondo le nuove stime dell’Organizzazione internazionale del lavoro (Oil). I dati raccolti in 99 paesi hanno rivelato che queste cosiddette “piccole unità economiche” rappresentano nel loro insieme il 70% dell’occupazione totale, il che le rende di gran lunga il principale motore dell’occupazione. I risultati hanno implicazioni “altamente rilevanti” per le politiche e i programmi volti alla creazione di posti di lavoro, alla qualità del lavoro, alle start-up, alla produttività aziendale e regolarizzazione del lavoro, che, secondo il rapporto, devono concentrarsi maggiormente su queste piccole unità economiche. Lo studio ha anche scoperto che una media del 62% dell’occupazione in questi 99 paesi è di tipo informale, per cui le condizioni di lavoro in generale tendono a essere peggiori (mancanza di sicurezza sociale, salari più bassi, scarsa sicurezza e salute sul lavoro e relazioni industriali più deboli). Il livello di informalità varia ampiamente, passando da oltre il 90% in Benin, Costa d’Avorio e Madagascar a meno del 5% in Austria, Belgio, Brunei Darussalam e Svizzera.
Le informazioni sono pubblicate nel nuovo rapporto dell’Oil “Piccolo è importante: prove globali sul contributo all’occupazione dei lavoratori autonomi, delle microimprese e delle Pmi”. Il rapporto rileva che nei paesi ad alto reddito il 58% dell’occupazione totale è in piccole unità economiche, mentre nei paesi a basso e medio reddito la percentuale è considerevolmente più alta. Nei paesi con i livelli di reddito più bassi la percentuale di occupazione nelle piccole unità economiche è quasi del 100%, afferma il rapporto. Le stime si basano su indagini nazionali sulle famiglie e sulla forza lavoro, raccolte in tutte le regioni ad eccezione del Nord America, anziché utilizzare la fonte più tradizionale di indagini sulle imprese che tende ad avere un ambito più limitato. «Per quanto ne sappiamo, questa è la prima volta che il contributo all’occupazione delle cosiddette piccole unità economiche è stato stimato, in termini comparativi, per un gruppo di paesi così ampio, in particolare i paesi a basso e medio reddito», ha detto Dragan Radic, che guida l’Unità per le piccole e medie imprese dell’Oil.
La relazione suggerisce che il sostegno alle piccole unità economiche dovrebbe essere una parte centrale delle strategie per lo sviluppo economico e sociale. Sottolinea l’importanza di creare un
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https://www.libreidee.org/2019/10/lonu-viene-dalle-piccole-imprese-il-70-dei-posti-di-lavoro/
PANORAMA INTERNAZIONALE
Trump vuole il “sesto occhio” e può essere l’Italia
Lorenzo Vita – 24 ottobre 2019
Gli Stati Uniti hanno messo l’Italia nel mirino. E i nostri servizi segreti, forse mai come quest’anno, sono al centro di una delle più importanti indagini della storia repubblicana americana, quel sistema di inchieste e contro-inchieste racchiuso nella grande galassia del Russiagate e che vede a Roma uno dei suoi centri nevralgici. Tra università, incontri, professori misteriosi, viaggi di delegati americani a Roma e incontri ad alto livello delle intelligence Usa e italiane, a Roma si gioca una partita fondamentale del Russiagate. E l’audizione di Giuseppe Conte al Copasir è la prova che questo sistema di inchieste incide (e molto) anche sulla stessa capacità di resistenza del governo italiano.
La questione per Washington è fondamentale. Lo hanno chiarito non solo le inchieste della giustizia statunitense, ma anche i viaggi “politici” tra le autorità dei due Stati. Donald Trump ha ricevuto a Washington sia Giuseppe Conte che Sergio Mattarella, con il presidente della Repubblica che si è trasformato suo malgrado in una pedina di un gioco dei servizi segreti che ha irritato molto gli uffici del Quirinale e lo stesso presidente. Così come è chiaro il motivo per cui il presidente americano abbia voluto inviare Mike Pompeo a Roma, potente segretario di Stato ma soprattutto ex direttore Cia, nel bel mezzo dello scandalo, quando in Italia iniziavano a uscire le prime informazioni sugli incontri tenuti nel nostro Paese tra le agenzie americane e italiane.
Tutti viaggi che hanno un solo scopo: Trump vuole certezze. E queste certezze significano che per la Casa Bianca è essenziale chiarire quali siano i rapporti tra i servizi segreti italiani e quella che Trump e il suo entourage ritengono sia stato un enorme complotto internazionale teso a screditare la sua candidatura e la sua presidenza favorendo, di fatto, Hillary Clinton. Un’ipotesi che da anni circola negli uffici della Casa Bianca e che vede nell’intelligence italiana un nodo cruciale dell’inchiesta, soprattutto per i dubbi che gravitano intorno agli esecutivi a guida Pd, in particolare di Matteo Renzi e Paolo Gentiloni.
Trump vuole vederci chiaro e non sembra intenzionato a mollare. Il rapporto di William Barr può essere fondamentale per capire passato e presente (e forse futuro) dell ramo italiano del Russiagate. Ma
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di Thierry Meyssan
Thierry Meyssan rileva l’estrema gravità, non già del ritiro degli Stati Uniti dalla Siria, bensì del crollo dei paradigmi del mondo attuale. Secondo l’autore, stiamo entrando in un breve periodo di transizione durante il quale gli attuali padroni del gioco – i “capitalisti finanziari” che, secondo Meyssan, non sono imparentati né con il capitalismo né con le banche delle origini – saranno messi da parte a tutto vantaggio del primato del diritto, secondo le norme formulate dalla Russia nel 1899.
RETE VOLTAIRE | DAMASCO (SIRIA) | 22 OTTOBRE 2019
Stiamo vivendo uno di quei momenti che capitano soltanto una o due volte in un secolo. Sta nascendo un nuovo ordine mondiale. Tutti i punti di riferimento validi fino a oggi stanno sparendo. È il trionfo di chi, prima alla gogna, ora s’impone; è la discesa agl’inferi di chi prima governava. Le dichiarazioni ufficiali e le interpretazioni giornalistiche non rispecchiano, con ogni evidenza, gli eventi che si concatenano. I commentatori, per non essere travolti dal vortice della storia, devono cambiare al più presto i loro schemi mentali, sino a sconvolgerli completamente.
A febbraio 1943 la vittoria sovietica sul Reich nazista segnò il rovesciamento delle sorti della Seconda guerra mondiale. Quel che seguì fu ineluttabile. Si dovette attendere lo sbarco degli anglo-statunitensi in Normandia a giugno 1944, la conferenza di Yalta a febbraio 1945, il suicidio del cancelliere Hitler a febbraio 1945 e, infine, la capitolazione del Reich l’8 maggio 1945 per veder sorgere un mondo nuovo.
In un anno, da giugno 1944 a maggio 1945, il Grande Reich fu sostituito dal duopolio URSS-Stati Uniti. Dodici anni dopo Regno Unito e Francia, all’epoca ancora le prime potenze mondiali, avrebbero assistito alla decolonizzazione dei loro imperi.
Oggi stiamo vivendo un momento analogo.
Ogni periodo storico ha il proprio sistema economico e per proteggerlo costruisce una sovrastruttura politica. Con la fine della guerra fredda e lo smembramento dell’Unione Sovietica, il presidente Bush padre smobilitò un milione di militari e affidò il perseguimento della prosperità degli Stati Uniti ai padroni delle multinazionali. Costoro si allearono con Deng Xiaoping, delocalizzarono posti di lavoro in Cina, facendola diventare l’officina del mondo. Invece di portare prosperità ai cittadini, le multinazionali si accaparrarono i profitti, causando la progressiva e lenta sparizione delle classi medie occidentali. Nel 2001 le multinazionali statunitensi finanziarono gli attentati dell’11 settembre, al fine d’imporre al Pentagono la strategia Rumsfeld/Cebrowski di distruzione delle strutture statali. Il presidente Bush figlio trasformò il Medio Oriente Allargato nel teatro di una “guerra senza fine”.
La liberazione in una settimana di un quarto di territorio siriano
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Shttps://www.voltairenet.org/article208019.html
Alle volte mi chiedo se Hillary Clinton non soffra di stitichezza
20 Ottobre 2019 – Andrei Martyanov
smoothiex12.blogspot.com
Una volta ogni tanto dovrebbe prenderlo. Dopotutto, il Metamucil è stato studiato sopratutto per le persone in età abbastanza avanzata, quando il rallentamento dei processi digestivi rende difficile andare di corpo. Hillary è in questa categoria di età, dove si trova anche la maggior parte dei consumatori di questo integratore a base di fibre. Con il Metamucil si ingeriscono fibre che aiutano, lo sapete, ad andare. Il punto qui, tuttavia, non è la costipazione cronica o occasionale che tutti abbiamo sperimentato nella nostra vita, ma il fatto che la colpa di questa costipazione possa o meno essere data alla di Russia e a Putin. Il motivo per cui questo problema digestivo è importante, allo stesso modo dell’interferenza russa nelle ultime elezioni presidenziali perse da Hillary Clinton, è che può avere un certo numero di effetti collaterali (perché le interferenze russe, nel mondo di Hillary sono molteplici e, molto probabilmente, le avevano causato una costipazione tale da indurla a collaborare all’eliminazione del pedofilo miglior amico di suo marito, l’appena suicidato sig. Epstein). Se i fenomeni che vanno dalla costipazione alla perdita al gioco in un casinò di Las Vegas possono essere spiegati dall’interferenza russa, allora tutto si può spiegare così. Ricordate l’uragano Katrina e la devastazione che aveva portato? Russi. Ricordate Hitler? Era russo, infatti Putin è Hitler 2.0. Ricordate suo marito Bill, che non aveva resistito alla tentazione di un pompino nello Studio Ovale? Tutto organizzato dai Russi. Forse anche personalmente da Putin. E Hillary, oltre a ad aver inventato questo metodo per rintracciare i colpevoli, lo usa sicuramente in una vasta gamma di occasioni.
Abbiamo appena saputo che:
L’ex segretario di Stato Hillary Clinton ha detto che i Russi stanno tentando di interferire nelle elezioni del 2020 sostenendo la congressista Tulsi Gabbard (D., Hawaii) come candidato indipendente, affermando che [la Gabbard] “è la favorita dei Russi.” Nella sua partecipazione al podcast dell’ex-direttore della campagna elettorale di Obama, David Plouffe, la Clinton ha fatto una serie di affermazioni in merito alle interferenze russe nelle elezioni statunitensi, incluso il fatto che il sostanziale supporto da parte dei social media alla Gabbard sarebbe dovuto all’attività dei troll russi. Gabbard è stato il nome più cliccato in rete dopo il primo e il secondo dibattito del Partito Democratico. “Penso che [i Russi] siano interessati a qualcuno che è attualmente nelle primarie democratiche e che la stiano preparando per diventare un candidato indipendente,” ha detto la Clinton durante il podcast. “È la preferita dei Russi. Hanno un sacco di siti, moltissimi troll ed altri modi, con cui finora l’hanno sostenuta.”
Come vedete, i Russi e Putin sono onnipotenti. Possono letteralmente gestire la politica degli Stati Uniti e minare la democrazia americana a loro piacimento. Ovviamente, Tulsi Gabbard, l’unico candidato democratico con un cervello, sembra proprio il bersaglio ideale dell’interferenza russa. Credo però che Hillary Clinton abbia sottovalutato il potere dell’interferenza russa sulla democrazia americana. Penso che questa influenza sia molto più antica, molto più insidiosa e profonda di quella che i Russi potrebbero esercitare su Tulsi Gabbard alle prossime elezioni, o del controllo russo sull’attuale POTUS. Penso che questo malvagio piano russo vada molto più indietro nel tempo, che risalga addirittura all’ingresso alla Casa Bianca dello stesso marito di Hillary. Era stato allora che i Russi avevano lanciato il loro macabro piano per trasformare l’élite politica
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https://comedonchisciotte.org/alle-volte-mi-chiedo-se-hillary-clinton-non-soffra-di-stitichezza/
POLITICA
Mario Draghi premier al posto di Giuseppe Conte?
Il piano di Matteo Renzi, secondo Augusto Minzolini
22 Ottobre 2019
Secondo Augusto Minzolini la crisi del governo M5s-Pd non è poi così vicina come alcuni profetizzano. In estrema sintesi, secondo quanto riportato in un retroscena su Il Giornale, le minacce e i veti incrociati degli ultimi giorni – che hanno portato a pensare che già sulla manovra i giallorossi potessero capitolare – sono fuochi di paglia. La ragione? Ad oggi, le urne non convengono a nessuno: il centrodestra viene dato davanti, e soprattutto Pd e M5s in caso di crisi dovrebbero scontare l’effetto negativo che conseguirebbe dall’aver dato vita a un governo durato soltanto poche settimane.
Più plausibile, al contrario, che in un breve, medio o lungo periodo che sia si arrivi a un cambio di premier. Quest’ultima ipotesi, infatti, negli ultimi giorni continua a trovare diritto di cittadinanza in diversi retroscena di stampa. Il primo a volere una simile staffetta sarebbe il solito Matteo Renzi, che ha da tempo iniziato la sua battaglia contro il premier, spalleggiato anche da Matteo Salvini. E pure Luigi Di Maio – gli ultimi giorni lo hanno dimostrato – con Conte ha un rapporto sempre più logorato, e le rassicurazioni arrivate dal vertice di lunedì sera valgono a poco.
Leggi anche: Standing ovation per Mario Draghi
Quale premier, dunque? Una risposta, piuttosto clamorosa, la offre sempre Minzolini nel medesimo retroscena. Il piano è quello dello specialista dei giochi di palazzo, ovvero Renzi. Uno scenario che
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Austerity: tradimento 5 Stelle, camerieri della Colonia Italia
Scritto il 23/10/19
Se il cameriere, cioè il governo italiano, non si sbriga a tassare i cittadini, allora puntuale arriva la letterina del padrone, dell’Unione Monetaria Europea che tradotta significa più o meno “non ci interessano le vostre faide tra colonizzati; obbedite, poi vi sistemerete nel microscopico spazio di ipocrisia che resta”. Forse sono parole pesanti, ancorché vere, ma credo vi ricordino qualcosa, tipo l’impostazione che un certo MoVimento aveva quando si trattava di Uem, di stagnazione, di politiche degli zero virgola (briciolesimo) e di intrallazzi di palazzo. Certo, la critica che gli muovevo all’epoca era “meno toni strumentalizzabili dai media, più tecnica e decisione nei fatti”, mentre adesso mi indigno per come i giornalisti della carta stampata non denuncino un’evidenza: quel MoVimento è passato dal rifiuto della maggioranza dei cittadini italiani verso certi parametri Uem (inventati, peraltro), al rispetto religioso di essi e perfino all’aggressione di chi non professi altrettanto!!! Avete presente quando un truffatore, di quelli che si presentano ai cancelli delle persone anziane fingendosi dell’Enel, viene sgamato e se ne va ostentando proteste ma trasmettendo imbarazzo e cialtroneria (cioè quel mix tra l’essere disperati e mentecatti)?
Quel MoVimento prima ha sparato contro tutto e tutti e poi frettolosamente (sta in questo l’essere penoso perché si è “smascherato” e chi si smaschera così è un servitore di qualcuno!), nel giro di pochi mesi, ha mostrato di essere una tremolante risorsa dei tecnocrati europei manipolatori di spread. Tremolante, perché la forza dello sdegno di decine di milioni di italiani fa paura ai partiti, figuriamoci a una massa di aspiranti disoccupati piccoli piccoli, che avevano promesso tutto il contrario di ciò che hanno realizzato (No Euro, No Tav, No Vaccini, No Muos, No Tap, Ilva, uno vale uno, streaming, mai alleanze, zero favoritismi sul territorio, zero cerchi magici sul territorio, zero gerarchia, acquedotti sicuri in tutta Italia, un Reddito di Cittadinanza ben diverso, eccetera). Qualcuno ha creduto che con un bell’eccesso di marketing politico (Pnl) i cittadini non si sarebbero
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https://www.libreidee.org/2019/10/austerity-tradimento-5-stelle-camerieri-della-colonia-italia/
Sandro Gozi, clamoroso dietrofront: “Mi dimetto dal governo francese”. Cosa c’è dietro
23 Ottobre 2019
I sospetti su Malta
“Da lunedì scorso, sono nuovamente oggetto di rivelazioni di stampa che hanno come unico intento quello di minare il mio impegno e le mie nuove attività professionali. Per questa ragione ho preso la decisione di dimettermi a partire da oggi dalla mia funzione di incaricato di missione presso il Primo Ministro della Francia per evitare qualsiasi strumentalizzazione politica, vista anche l’attuale situazione europea”. Lo dichiara Sandro Gozi.
Nei giorni scorsi, in seguito a un’inchiesta di Le Monde e Times of Malta, era emerso che l’ex sottosegretario dei governi Renzi e Gentiloni non stava solo lavorando per l’esecutivo francese, ma forniva consulenze anche per La Valletta. Lui sostiene che quest’ultime sono state svolte nel periodo tra l’incarico nell’esecutivo italiano e in quello francese e che “non presentano caratteri di incompatibilità”
“Ricordo inoltre di essere stato incaricato in questo nuovo ruolo a partire dall’1 agosto 2019, come impiegato a tempo pieno, e di avere rispettato tutte le dichiarazioni dell’Hatvp, che non ha ancora reso un risultato conclusivo dell’esame in corso. In merito al contratto citato nelle suddette rivelazioni di stampa, sottolineo di aver svolto legalmente una missione consultiva come consulente tecnico esterno delle autorità maltesi, che ha avuto luogo a posteriori rispetto alla mia funzione ministeriale in Italia ed è stata interrotta su mia richiesta a seguito della convalida del risultato delle elezioni europee in Francia,
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STORIA
Nuova cronologia_X-185: Una nuova visione della scoperta dell’America
21 Ottobre 2019 DI ANDREU MARFULL PUJADAS
elpais.cr
Questa è una ricostruzione della scoperta dell’America diretta a rivelare le intenzioni della cronologia ufficiale. La narrazione alternativa che viene proposta ha l’interesse di fomentare la curiosità di coloro che dubitano del rigore della storia ufficiale basandosi sulla Nuova Cronologia di Fomenko e Nosovskiy, operante a Mosca, alla quale si aggiunge un contenuto supplementare. Secondo la tesi storica ufficiale, la colonizzazione europea dell’America inizia nella seconda metà del diciassettesimo secolo, non considerando che prima della colonizzazione la rotta atlantica tra l’Europa e l’America fu percorsa da vari popoli inclusi ebrei, cristiani e maomettani.
Secondo questo articolo, esiste un collegamento tra le gesta di Colombo e l’Ordine del Tempio di Salomone. Viene così rivelato uno scenario alquanto controverso che, vero o no, ci consente di riportare l’attenzione su molte contraddizioni ed anacronismi che sono persistiti fino ad oggi trovando una logica evidentemente assente nella versione ufficiale.
Nel Medioevo esisteva un ordine ebraico-salomonico-templare, che conviveva con un ordine cristiano-maomettano, operanti in uno scenario cronologico differente da quello ufficiale. L’Ordine del Tempio di Salomone agisce in un lasso di tempo più recente di 370 anni rispetto la cronologia ufficiale, cosicché il periodo di vita tra la sua fondazione e il suo smantellamento, voluto dal re di Francia, non avrebbe avuto luogo tra il 1116 ed il 1307, come riporta la cronologia ufficiale, ma secondo la cronologia reale sarebbe avvenuto tra gli anni 1486 e 1677. Secondo la nostra tesi, la scoperta di Colombo sarebbe dovuta avvenire 185 anni dopo, anch’essa nel 1677.
Il progetto coloniale, papale e spagnolo, portato avanti da Colombo, sarebbe stato conseguenza della sfida francese all’Ordine di Salomone, Ordine che fino ad allora navigò attraverso quelle rotte marittime in relativa pace con gli arabi e gli ottomani rispettando il patto stipulato con l’Alleanza dell’Arca di Salomone. Dalla caduta di quest’Alleanza sarebbe nato il potere Vaticano, e con esso prese vita il progetto messianico e universale di Cristo che avrebbe propiziato la colonizzazione dell’America e la ricostruzione integrale sia della storia che dei testi sacri, operato sotto la direzione della Compagnia di Gesù e del braccio censore della Santa Inquisizione.
Questa ricostruzione mostra come la storia degli imperi coloniali di Castiglia, Portogallo, Inghilterra e Francia, faccia parte dell’elenco degli avvenimenti moderni creati per glorificare queste nazioni, soprattutto rispetto gli eventi del XVI e XVII secolo, modificandola storia dei poteri catalani, genovesi e veneziani e collocandoli nell’elenco delle vicende contraffatte e cancellate a beneficio delle potenze precedentemente elencate. Nel caso della Spagna, l’Impero avrebbe adottato la sua identità castigliana in seguito ai Decretos de Nueva Planta che sottomisero la Corona d’Aragona tra il 1707 e il 1716.
La supremazia spagnola rispetto alla Corona di Aragona sarebbe il risultato della manipolazione della ricostruzione cronologica ordinata dalla Chiesa inquisitoria romana. In questa deliberata manipolazione, scomparirebbero le opere pubblicate in catalano e come conseguenza tutti i grandi conquistatori sarebbero castigliani (come accade realmente nel diciottesimo secolo), creando uno scenario incongruente dove l’impero Asburgico europeo viene ignorato completamente a favore di una colonizzazione attribuita totalmente alla Spagna castigliana. In effetti nel diciottesimo secolo, con i Borboni, avrebbe avuto luogo una “castiglianizzazione” della Spagna proprio nel momento in cui i catalani furono sottomessi al potere del regno spagnolo incidendo anche sull’Italia e sul resto dell’Europa. L’impero spagnolo castigliano inizia in quel momento e termina con l’invasione di Napoleone quando si persero la maggior parte delle colonie. In realtà la colonizzazione era un’impresa catalana e italiana, popoli rappresentanti degli eredi del Tempio di Salomone che avrebbero rivaleggiato con la Francia per il controllo di Roma e del frammentato Impero di Salomone. L’età d’oro della lingua spagnola (castigliano), a sua volta, non sarebbe iniziata nel 1530, ma nel 1715, e non sarebbe terminata nel 1645 ma nel 1830, quando decade la Santa Inquisizione spagnola. Per questo motivo, la storia coloniale spagnola non ha nessuna reminiscenza catalana, né della lingua, né dei suoi autori, né delle sue scene politiche. La causa, secondo la storia ufficiale, fu l’abbandono volontario dell’uso del catalano da parte degli stessi catalani, in realtà la causa fu il divieto dell’uso della lingua catalana imposto dai Decretos de Nueva Planta secondo il progetto di unificare tutta la Spagna intorno a un progetto castigliano dominante, voluto dalla chiesa e dal governo e in seguito ratificato dalla Real Academia de la Lengua nel 1712.
Al giorno d’oggi hanno fatto di tutto per impedire la ricostruzione catalana dei secoli precedenti, creando quella che è, senza dubbio, una delle maggiori contraddizioni della storia dell’Europa occidentale. I catalani dominavano gran parte del territorio italiano, godevano delle numerose connessioni con il papato, avevano interessi commerciali in tutta Europa con una banca potente e con una posizione privilegiata nell’Ordine di San Giovanni. Non si rifiutarono volontariamente di abbandonare l’impresa coloniale, l’abbandono fu imposto dal nuovo re e dal nuovo ordine papale. Difatti l’idea di creare un secolo
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