NOTIZIARIO STAMPA DETTI E SCRITTI 5 NOVEMBRE 2019

http://aurorasito.altervista.org/?p=8799

NOTIZIARIO STAMPA DETTI E SCRITTI 5 NOVEMBRE 2019

A cura di Manlio Lo Presti

Esergo

Scontenti e imbrogliati.

Perché in Italia la bugia ci sta bene

ALDA MERINI, Nuove magie, Rizzoli, 2010, pag. 54

 

http://www.dettiescritti.com/

https://www.facebook.com/Detti-e-Scritti-958631984255522/

 

Le opinioni degli autori citati possono non coincidere con la posizione del curatore della presente Rassegna.

 

Tutti i numeri dell’anno 2018 e 2019 della Rassegna sono disponibili sul sito www.dettiescritti.com

 

 Precisazioni

 

 www.dettiescritti.com è un blog intestato a Manlio Lo Presti, e-mail: redazionedettiescritti@gmail.com 

Il blog non effettua alcun controllo preventivo in relazione al contenuto, alla natura, alla veridicità e alla correttezza di materiali, dati e informazioni pubblicati, né delle opinioni che in essi vengono espresse. Nulla su questo blog è pensato e pubblicato per essere creduto acriticamente o essere accettato senza farsi domande e fare valutazioni personali. 

 

Le immagini e le foto presenti nel Notiziario, pubblicati con cadenza pressoché giornaliera, sono raccolte dalla rete internet e quindi di pubblico dominio. Le persone interessate o gli autori che dovessero avere qualcosa in contrario alla pubblicazione delle immagini e delle foto, possono segnalarlo alla redazione scrivendo alla e-mail redazionedettiescritti@gmail.com 

La redazione provvederà doverosamente ed immediatamente alla loro rimozione dal blog.

 

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

SOMMARIO

 

MA GLI ITALIANI COSA GLI HANNO FATTO? 1

Il padre della propaganda: Edward Bernays. 1

Propaganda, percezione e realtà

E ora i poliziotti saranno schedati. Grazie al Pd. 1

Da Jovanotti e Franzen, a Greta Thunberg: visioni e clima 1

Giovanardi non si scusa con Ilaria Cucchi

Unica italiana, discriminata a scuola. È questa l’integrazione? 1

Al Baghdadi, Assad: “Blitz? Trucchi americani, mostrino prove” 1

Wikileaks rivela i resoconti falsi dell’OPCW per accusare il governo siriano invece dei jihadisti! 1

Il pensiero, la luna e il peso della lana

RINALDI CONTRO LA CENSURA: domanda specifica al commissario europeo sui casi di censura 1

CORNUTI E MAZZIATI: ora dobbiamo pure pagare i tassi negativi al Fondo Salva Stati dopo esserci dissanguati per gli altri! 1

Più sono ricchi e più evadono le tasse

Gabriel Zucman – La ricchezza nascosta delle nazioni 1

Cronaca di una crisi annunciata (e pianificata) 1

Il pianeta annega in un debito di 246 mila miliardi, il 320% del Pil globale 1

BCCI come il Monte di Paschi di Siena?

Fine pena mai: solo per i familiari delle vittime di uno Stato-Mafia 1

Procure da sbarco 1

Antonio Maria Rinaldi denuncia il golpe contro i sovranisti all’Europarlamento: “Ma quale democrazia?” 1

Svezia: La Chiesa che diffonde odio 1

L’avvenire del Levante 1

I Bush, i Clinton, e lo scandalo Iran-Contra: una parabola americana – Parte 1. 1

 

 

 

IN EVIDENZA

MA GLI ITALIANI COSA GLI HANNO FATTO?

www.antoniosocci.com – 22 ottobre 2019

A un mese dall’insediamento del governo giallorosso – nelle ore del varo della legge di bilancio – la domanda fondamentale, che sorge spontanea e che vorremmo proporre agli eccellentissimi ministri di questo esecutivo, è la seguente: ma cosa vi hanno fatto gli italiani?

Vi hanno rigato le macchine con un chiodo? Vi hanno ammazzato il cane con una polpetta avvelenata? Vi hanno messo il Guttalax a tradimento nel bicchiere?

Perché questo sordo rancore punitivo, questa pulsione vendicativa, questa implacabile e minacciosa smania pedagogica?

Quale terribile colpa – ai vostri occhi – hanno gli italiani da dover scontare così severamente?

È vero, hanno scaraventato il Pd al minimo storico alle elezioni del 2018 perché non ne potevano più di loro, dopo cinque anni di governo. E hanno dimezzato i voti ai grillini nel 2019 dopo solo un anno di governo.

Ma gli elettori – poveretti – pensavano così di esercitare il loro diritto di “popolo sovrano” come sta scritto nell’articolo 1 della Costituzione. Credevano di essere ancora sovrani nella patria loro.

Hanno commesso – ai vostri occhi – un grave peccato disobbedendo alla signora Merkel, al signor Macron e ai Commissari europei, perché hanno dato il loro consenso maggioritario al centrodestra, continuando addirittura a manifestarlo nei sondaggi.

Abbiamo capito.

Ma li avete puniti abbastanza impedendo loro di votare un nuovo Parlamento che rappresentasse le loro volontà.

Avete già imposto agli italiani un governo che è minoranza nel Paese e che conta di restare imbullonato alle poltrone per altri quattro anni, facendo indigestione di altre poltrone con le prossime nomine.

Potrebbe bastare, no? Bisogna anche punirli, farli sentire sotto schiaffo,

Continua qui: https://www.antoniosocci.com/ma-gli-italiani-cosa-gli-hanno-fatto/

 

 

 

 

 

Il padre della propaganda: Edward Bernays.

Ilaria Bifarini – 22 Ottobre 2019

“L’individuo opera le sue scelte mosso da impulsi irrazionali e incontrollati. È compito di una minoranza di persone elette guidarlo “come un gregge di pecore va guidato”.

Edward Bernays

Annoverato dall’autorevole rivista americana Life tra i 100 uomini più potenti del XX secolo, acclamato unanimemente come il creatore dell’ingegneria del consensoEdward Louis Bernays è un nome poco familiare al pubblico europeo. Conosciuto forse a qualche curioso per la sua parentela con il padre della psicoanalisi, dello zio Freud il giovane Louis assimila velocemente e rielabora brillantemente la teoria di rivoluzionaria conoscenza dell’inconscio. Di estrazione ebraica e borghese si trasferisce giovanissimo nella New York dei primi del Novecento dove, abbandonata la strada prestabilita della prosecuzione dell’attività paterna, muove i primi passi nel mondo del giornalismo, per affermarsi in una veste di comunicatore del tutto inedita per i tempi.

Dopo i fasti registrati dall’industria manifatturiera a servizio della produzione bellica della prima guerra mondiale, gli Stati Uniti si trovano a dover affrontare il più spaventoso degli spettri del mercato: il rischio di sovrapproduzione. Il “brain storming” di illustri banchieri e influenti imprenditori porta a centrare la soluzione in modo deciso e inequivocabile: occorre traghettare il cittadino americano dalla cultura dei bisogni a quella dei desideri, rendendo le persone bramose di soddisfare necessità sempre nuove, gravose come impellenti bisogni. La logica economica, dopo aver asservito l’industria bellica per accrescere la propria produzione, si avvicina così alla neonata scienza della psicoanalisi.

Ma come fare a convincere i cittadini a consumare nuovi prodotti non avendo esaurito i vecchi acquistati? Per Bernays, la risposta è semplice: basta “inquadrare l’opinione pubblica così come un esercito inquadra i suoi soldati”.

Lo zio Sigmund aveva dato luce alla parte oscura che muove il desiderio

Continua qui: https://ilariabifarini.com/il-padre-della-propaganda-edward-bernays/

 

 

 

 

PROPAGANDA, PERCEZIONE E REALTÀ

Augusto Anselmo – 24 ottobre 2019

«Abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità»,

«Me la ricordo l’Italietta della liretta!»,

«Siamo un Paese di corrotti e lavatavi»,

«La Germania è più virtuosa e credibile, è la locomotiva d’Europa»,

«L’Europa ci ha regalato 70 anni di pace»,

«L’Italia è un Paese di analfabeti funzionali»,

«Il debito pubblico è un fardello sulle spalle delle generazioni future»,

«Lo Stato è come una famiglia»,

«In Italia usano tutti il contante perché è un Paese di evasori».

E si potrebbe andare avanti a lungo.

I luoghi comuni che servono a giustificare le politiche deflattive, di austerità, quelle che aumentano le disuguaglianze, nascono da una propaganda che punta principalmente su una vuota esterofilia e un autorazzismo colpevolizzante.

È soprattutto caratterizzata, la propaganda liberale, da una scarsissima aderenza alla realtà. Spesso nulla. Al punto di arrivare addirittura a stravolgerla.
Ci hanno fatto talmente tanto il lavaggio del cervello che ci pisciano in testa, ci dicono che ci stanno pisciando in testa, ma noi diciamo che piove perché mica siamo complottisti…
IL DEBITO PUBBLICO E LE GENERAZIONI FUTURE
Non ci giro intorno. Al netto delle passività con l’estero, il deficit dello Stato corrisponde, per mera identità contabile, al credito del settore privato.
Cioè alla ricchezza di famiglie, imprese e settore bancario nazionale .
Il debito pubblico è una ricchezza non solo per chi detiene titoli di Stato

Continua qui: https://augustoanselmo.blogspot.com/2019/10/propaganda-percezione-e-realta.html

 

 

 

 

ATTUALITÀ SOCIETÀ COSTUME

E ora i poliziotti saranno schedati. Grazie al Pd

Pjni: “Strumenti per la tutela dei cittadini da eventuali abusi del diritto che occasionalmente si potrebbero verificare”

 

di Redazione – 2 Novembre 2019

 

“Ho depositato una proposta di legge per chiedere il numero identificativo sui caschi per le forze dell’ordine”. Lo scrive su Facebook la deputata Pd Giuditta Pini. La Pdl, presentata il 23 gennaio 2019, è stata assegnato alla 1ª Commissione permanente Affari costituzionali della Camera, in sede referente, lo scorso il 15 ottobre.

“Il compito delle Forze di polizia è certamente centrale per la tutela dell’ordine pubblico e della sicurezza dei cittadini italiani”, scrive la deputata Pini nella relazione introduttiva al progetto di legge. Tale ruolo, aggiunge, “attribuisce funzioni, ovviamente, molto delicate agli agenti di pubblica sicurezza, quindi è bene che a tali responsabilità corrispondano anche adeguati strumenti per la tutela dei cittadini da eventuali abusi del diritto che occasionalmente si potrebbero verificare”.

E continua: “La cronaca ha, purtroppo, registrato episodi in cui dopo abusi da parte delle Forze di polizia non è stato possibile garantire un’adeguata tutela in sede giudiziaria, anche per la difficoltà di riconoscere in maniera univoca l’identità dell’autore di tali abusi. Il caso che nella memoria collettiva rappresenta il maggior vulnus al rapporto tra opinione pubblica e Forze di polizia rimane certamente quello di Genova nel 2001 in occasione del Vertice G8. Si ritiene, dunque, necessaria una normativa che renda più semplice l’identificazione del personale delle Forze di polizia

 

Continua qui: http://www.ilpopulista.it/news/2-Novembre-2019/34398/e-ora-i-poliziotti-saranno-schedati-grazie-al-pd.html

 

 

 

 

 

Da Jovanotti e Franzen, a Greta Thunberg: visioni e clima

Cristiano Arienti – 13 settembre 2019

 

“Bisogna parlare di ecologia con dati alla mano, ma senza caccia alle streghe”. Questo è un passaggio saliente dell’intervista di Lorenzo “Jovanotti” rilasciata al WWF, partner del Jova Beach Party. Un dialogo per raccontare la genesi del tour estivo della pop-star; e descriverlo come l’occasione per affrontare i problemi della Terra: dall’inquinamento da plastica, alla preservazione degli ecosistemi, al Riscaldamento Globale antropico.

Un messaggio che “sullo sfondo del mare, del tramonto, e con la musica nelle orecchie, viaggia sull’onda dell’emozione.”

“Un concerto, commenta Elena Granata – docente di Urbanistica al Politecnico di Milano – ha la possibilità di arrivare a migliaia di individui e di persuaderli a un cambio di sguardo.”

Però, come spiega Jovanotti, “è importante lanciare il messaggio senza inculcare sensi di colpa, perché è sbagliato e controproducente; la gente altrimenti reagisce male, la metti in una situazione di risentimento.”

E avverte generalizzando: “Se io mi devo comportare bene perché qualcuno mi fa sentire in colpa, allora io farò di tutto per comportarmi male”.

L’intervista è stata pubblicata dal WWF a inizio luglio, quando erano già scoppiate le polemiche per la scelta di piantare il tour sulle spiagge, ecosistemi fragili: a farne le spese, sarebbero specie protette come i fratini e le tartarughe caretta-caretta. Una data, per questioni ambientali, è stata spostata; e un’altra, cancellata; ma il tour si è svolto: con una quindicina di spiagge prima solcate da scavatrici, poi calpestate da 40.000 fan danzanti.

L’impatto ambientale c’è stato, come ad esempio a Lido degli Estensi; tanto da mettere sotto la lente il ruolo del WWF a difesa del Jova Beach Party. La Fondazione, per altro, ha ammesso di non aver preso parte alla scelta dei luoghi.

Accuse che hanno fatto scattare Jovanotti all’inizio di settembre, con il famigerato post su Facebook: “Il mondo dell’ambientalismo è più inquinato delle fogne di New Dheli”; tirando in ballo Legambiente ed ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali), organizzazioni con centinaia di presidi sul territorio, che avevano segnalato criticità in almeno tre tappe.

Può sembrare l’esasperazione di un cantante che “in quelle spiagge ha portato gioia, messaggi seri sui comportanti adottabili da subito per ridurre il proprio impatto ambientale, amore, cultura, economia,

Continua qui: https://www.umanistranieri.it/2019/09/da-jovanotti-e-franzen-a-greta-thunberg-visioni-e-clima/

 

 

 

Giovanardi non si scusa con Ilaria Cucchi: «Suo fratello non è un eroe»

martedì 8 ottobre 2019

Carlo Giovanardi non chiede scusa a Ilaria Cucchi. «Di cosa devo chiedere scusa? Di aver sempre detto la verità? Per anni ho sostenuto che i tre agenti di custodia che hanno patito un calvario erano innocenti e poi sono stati assolti. È con loro, semmai, che qualcuno dovrebbe scusarsi». L’ex parlamentare di Forza Italia non usa mezzi termini. E in un’intervista all’Adnkronos ribadisce di non avere niente di cui scusarsi con la famiglia Cucchi e con la sorella di Stefano, Ilaria, che a Leggo racconta oggi di essersi sentita ferita dalle parole usate in questi anni da Giovanardi.

Giovanardi va avanti per la sua strada

«C’è un processo in corso, all’esito del processo ci sarà una verità giudiziaria – sottolinea Giovanardi -. Mi dispiace di quello che è accaduto, capisco e condivido il dolore della famiglia Cucchi ma non devo chiedere scusa assolutamente». «A Ilaria Cucchi rispondo così: nel gennaio di quest’anno, avendomi la famiglia Cucchi querelato per le mie affermazioni, il gip di Roma ha definitivamente archiviato la querela. Hanno scritto che tutte le cose che ho detto sono temperate, corrispondenti al vero. Hanno fatto riferimento ad atti giudiziari e perizie e quindi quello per cui mi hanno querelato è non solo

Continua qui: https://www.secoloditalia.it/2019/10/giovanardi-non-si-scusa-con-ilaria-cucchi-suo-fratello-non-e-un-eroe/

 

 

 

 

BELPAESE DA SALVARE

Unica italiana, discriminata a scuola. È questa l’integrazione?

Simone De Rosa – 22 ottobre 2017               NOTIZIA NASCOSTA, DA LEGGERE CON ATTENZIONE

 

Immaginate di svegliarvi un giorno e di trovarvi, senza volerlo, di colpo, in un Paese straniero, con una cultura lontanissima dalla vostra a dividervi dal resto delle persone.

Può sembrare fantascienza, un episodio di “Ai confini della realtà”, ma è quanto accaduto a una ragazzina dell’istituto comprensivo “Cittadella” di Modena, costretta a cambiare scuola perché discriminata dai compagni, lei, unica italiana in una classe di diciotto stranieri.

È il dramma della (dis)integrazione che si abbatte sui più piccoli; è lo specchio di quanto già visto in altri lidi, in Francia o in Svezia. È il prodromo, senza voler essere allarmisti, della futura ghettizzazione, conseguenza inevitabile del modello occidentale di multiculturalismo, realizzato non integrando il singolo straniero nella comunità nazionale ospitante, ma ammassando indiscriminatamente culture. È il credo in una “mano invisibile” che come non regola, nella realtà dei fatti, la vita economica non lo fa nemmeno con quella sociale.

È la classica storia di come l’assenza di regole, di mediazione e di freni porti al disastro. “Mia figlia era discriminata perché cattolica” dice Rosaria, la madre della piccola, “nessuno la invitava e nessuno accettava i suoi inviti. E per questo ci soffriva molto e manifestava segni di tristezza”

Situazione di certo non idilliaca nemmeno dal punto di vista prettamente didattico: la classe era, inevitabilmente, molto indietro col programma, viste le palesi difficoltà anche solo comunicative che gli insegnanti riscontrano in una classe formata da soli stranieri.

Una follia, un delirio palese e oggettivo su cui bisogna però stare attenti a porre l’accento per paura della psicopolizia del politicamente corretto che, magari anche qui, nella reazione sacrosanta di una madre,

 

Continua qui: http://ictumzone.altervista.org/?p=42199

 

 

 

 

 

 

 

 

CONFLITTI GEOPOLITICI

Al Baghdadi, Assad: “Blitz? Trucchi americani, mostrino prove”

“Perché i resti di Baghdadi non sono stati mostrati? Questo è lo stesso scenario seguito alla morte di Bin Laden”

 

di Redazione – 2 Novembre 2019

 

Il presidente siriano, Bashar al-Assad, ha messo in dubbio che Abu Bakr al-Baghdadi sia stato ucciso in un blitz dei soldati americani. “Non sappiamo davvero se l’operazione abbia effettivamente avuto luogo o meno”, ha detto in una intervista alla tv di stato siriana ripresa da diversi media arabi. “Nessun aereo è stato rilevato sugli schermi radar.

 

Perché i resti di Baghdadi non sono stati mostrati?

 

Questo è lo stesso scenario seguito alla morte di Bin Laden”, ha detto Assad, ricordando che “quando fu catturato Saddam Hussein l’intera operazione fu mostrata dalla A alla Z.

 

Lo stesso accadde quando uccisero i suoi figli diversi mesi dopo,

 

Continua qui:

 

http://www.ilpopulista.it/news/2-Novembre-2019/34395/al-baghdadi-assad-blitz-trucchi-americani-mostrino-prove.html

 

 

 

 

 

 

Wikileaks rivela i resoconti falsi dell’OPCW per accusare il governo siriano invece dei jihadisti!

Federico Pieraccini, SCF 29 ottobre 2019

 

 

Le rivelazioni, ignorate con studio dai media mainstream, illuminavano la rete intricata tessuta da media complici ed ipocrisia spudorata occidentali, coinvolgendo OPCW, Wikileaks e la detenzione illegale di Julian Assange. Un informatore dell’Organizzazione per il divieto delle armi chimiche (OPCW) consegnò a Wikileaks documenti autentici relativi alle indagini sull’attacco di Duma in Siria nel 2018. Questi documenti confermato ciò di cui molti scrissero per mesi, vale a dire che indagini e conclusioni dell’OPCW furono prodotte per raggiungere un risultato deciso a sfavore dell’Esercito arabo siriano e in linea cogli obiettivi della politica estera di Washington, Tel Aviv, Riyad, Parigi, Ankara, Doha e Londra. In precedenza, gli Stati Uniti usarono la stessa formula col pretesto del R2P (Responsabilità di proteggere), per giustificare il bombardamento di un Paese. Un attacco chimico da attribuire all’esercito siriano sembrava il mezzo più semplice per innescare R2P e raggiungere gli obiettivi desiderati. Tuttavia, ciò che ora si sa dai documenti pubblicati da Wikileaks è che l’organizzazione internazionale che doveva garantire imparzialità e obiettività, falsificava procedure e indagini. Secondo José Bustani, il primo direttore generale dell’OPCW ed ex-ambasciatore del Brasile nel Regno Unito e in Francia: “Le prove convincenti di comportamenti irregolari nelle indagini dell’OPCW sul presunto attacco chimico di Duma confermano dubbi e sospetti che avevo già. Non riuscivo a capire cosa leggessi sulla stampa internazionale.

Perfino i rapporti ufficiali sulle indagini sembravano incoerenti nella migliore delle ipotesi. Il quadro è certamente più chiaro ora, anche se molto inquietante. Mi sono sempre aspettato che l’OPCW fosse un vero paradigma del multilateralismo. La mia speranza è che le preoccupazioni espresse pubblicamente dal gruppo di esperti scientifici, nella sua dichiarazione di consenso congiunta, catalizzino un processo attraverso cui l’Organizzazione sia riportata ad essere l’organismo indipendente e non discriminatorio di una volta”.

L’organismo che avrebbe dovuto garantire l’imparzialità doveva a incastrare Damasco su un crimine che non aveva commesso, proprio per far sì che l’occidente avesse la scusa per condurre una campagna di bombardamenti contro la Siria. In tale

Continua qui: http://aurorasito.altervista.org/?p=8799

 

 

 

 

CULTURA

Il pensiero, la luna e il peso della lana. La tecnomorfinizzazione–capitalistica dell’uomo

di Jean Òre

pubblicato il 25 Giugno 2018

Senza tregua e con ostinata e naturale caparbietà mi chiedo la ragione e l’origine di queste repentine mutazioni sociali: modifiche tecno-genetiche e morfologiche collettive.

Mi domando – allora – : quali sarebbero oggi i potenziali benefici di una ulteriore tecnomorfinizzazione-capitalistica dell’uomo? siamo consapevoli come soggetti-pensanti di ciò che quotidianamente adoperiamo? siamo consapevoli come soggetti-pensanti di ciò che ogni giorno abbandoniamo/rigettiamo/rifiutiamo? siamo consapevoli di ciò che quotidianamente sopportiamo/supportiamo? siamo in balia degli eventi o esiste sempre – e senza eccezione – una possibilità, una circostanza che renda possibile una discontinuità dal così-è? possiamo cambiare il mutare degli eventi? siamo realmente liberi di decidere il nostro destino e il nostro presente?

Le relazioni comuni sono cadute nel baratro del non-essere, nelle “fauci collettive” dei tramagli socievoli/piacevoli dello spazio ineffettuale: ossia le menadi sociali della rete telematica internazionale. Riusciremo, per questo, a manifestarci pienamente nella nostra vera essenza? basterà mutare il nostro modo di agire e di pensare attraverso gli occhi della sola bontà e della coscienza Cristica o saremo soggiogati dall’accadente e dal pensiero dell’immutabilità degli eventi? riusciremo oltremodo ad esser sempre e costantemente rivoluzionari e portatori di una nuova visione terrena/filosofica/artistica/poetica? le relazioni sociali potranno così beneficiarne? è attraverso questi virtuali balocchi che la gente – moltitudine sempre più virtuale, sempre più infelice –  deconcentra e narcotizza il proprio pensiero individuale e collettivo? è una sottrazione costante e continua da un aut aut quotidiano?

Il tempo futuro “immenso-presente” e la visione ciclopica monocorde ricadono su noi stessi come una lamina piombata che imperversa sulle nostre teste comprimendone la totalità: perennemente iperbolica e perpetuamente colonialistica. Questo esistere è il fondamento teleologico dell’evolversi? è il telos di ogni essere vivente? qual è il nostro obiettivo, la

Continua qui: https://www.interessenazionale.net/blog/pensiero-luna-e-peso-della-lana-tecnomorfinizzazione-capitalistica-dell-uomo

 

 

 

 

 

CYBERWAR SPIONAGGIO INFORMAZIONE DISINFORMAZIONE

RINALDI CONTRO LA CENSURA: domanda specifica al commissario europeo sui casi di censura

Ottobre 8, 2019 posted by admin

Intervento del Parlamentare Europeo Antonio Maria Rinaldi al commissario per gli affari costituzionali Jurova, che si occupa anche della libertà dei media, sui casi di censura sui social media.

Sappiamo che numerosi profili, perfettamente legittimi, come quello di CPI; o di Arsenale K, sono stati oscurati e cancellati in modo arbitrario da Facebook o da Twitter senza che fosse commesso nessun illecito.

Il Professor Rinaldi pone in luce questo elemento, chiedendo alla commissaria una risposta chiara.

La risposta del membro della commissione è parzialmente chiara, e

Continua qui: https://scenarieconomici.it/rinaldi-contro-la-censura-domanda-specifica-al-commissario-europeo-sui-casi-di-censura/

 

 

 

 

ECONOMIA

CORNUTI E MAZZIATI: ora dobbiamo pure pagare i tassi negativi al Fondo Salva Stati dopo esserci dissanguati per gli altri!

Novembre 5, 2019 posted by Fabio Lugano

 

Il governo, mentre copre di tasse e tassette gli italiani, si appresta a correre in soccorso del Fondo Salvastati, e nel modo più inutile e francamente risibile che possiamo immaginare.

Il governo si prepara a pagare 77 milioni al fondo SalvaStati (ESM European Stability Mechanism)  nel caso versasse presso la Banca d’Italia gli 80 miliardi relativi alla nostra partecipazione al fondo salvastati stesso.

L’impegno viene assunto per “Allinearci con Francia e Germania” e “Dimostrare la serietà dei nostri impegni”. Grazie a questa misura geniale l’Italia si viene ad indebitare al tasso dell’1% per poi versare dei soldi sui conti della BCE pressa la Banca d’Italia dove questi soldi hanno un rendimento negativo dello 0,5%. Per cui paghiamo 1% per poi versare i soldi alla BCE e pagare ancora lo 0,5.  Sempre per dimostrare la “Serietà del nostro impegno” quindi l’Italia paga sia gli interessi sul debito, contratto per far fronte agli obblighi ESM, sia gli interessi per avere questi soldi in mano.

Continua qui:

https://scenarieconomici.it/cornuti-e-mazziati-ora-dobbiamo-pure-pagare-i-tassi-negativi-al-fondo-salva-stati-dopo-esserci-dissanguati-per-gli-altri/

 

 

 

Più sono ricchi, più evadono le tasse. Ecco lo studio che dimostra perché

 4 giugno 2019 Angelo Mincuzzi

 

Più sono ricchi, più evadono le tasse. L’assioma potrebbe apparire come la scoperta dell’acqua calda, eppure non lo è. Per la prima volta uno studio di tre economisti internazionali dimostra la correlazione tra la quantità di ricchezza personale posseduta e la propensione all’evasione fiscale. Il report dal titolo “Tax Evasion and Inequality” è stato pubblicato dall’American Economic Review e porta la firma di Annette Alstadsaeter, docente alla Norwegian University of Life Sciences di Oslo, Niels Johannesen, professore dell’Università di Copenhagen, e Gabriel Zucman, docente all’Università di Berkeley in California e autore del saggio “La ricchezza nascosta delle nazioni – Indagine sui paradisi fiscali” (add editore).

I tre docenti hanno passato al setaccio i dati provenienti da due grandi leaks degli ultimi anni: la “Lista Falciani” e i “Panama Papers“. A questi elementi hanno incrociato le cifre provenienti dai condoni fiscali realizzati in Scandinavia negli anni della crisi 2008-2009. Poi li hanno confrontati con i dati sugli introiti fiscali e gli indicatori di benessere di Norvegia, Svezia e Danimarca. Il focus – avvertono Alstadsaeter, Johannesen e Zucman – è concentrato su questi tre Stati ma i risultati si possono estendere a tutti gli altri paesi industrializzati. La Scandinavia è un laboratorio interessante perché i paesi che la compongono sono solitamente ai massimi livelli nelle graduatorie degli Stati con maggiore rispetto delle regole anche fiscali: questo suggerisce che la propensione a evadere le tasse da parte dei più ricchi sia molto più alta negli altri paesi.

Viva i paradisi fiscali

All’interno dei decili più ricchi della popolazione, «la probabilità di

Continua qui: https://angelomincuzzi.blog.ilsole24ore.com/2019/06/04/piu-ricchi-piu-evadono-le-tasse-lo-studio-dimostra-perche/

 

 

 

Gabriel Zucman – La ricchezza nascosta delle nazioni

 

 

 Autore: Gabriel Zucman

Traduzione: Silvia Manzio
Prefazione: Thomas Piketty

Pagine: 144
ISBN: 9788867831395
Prezzo libro: 15.00 €
Prezzo ebook: 6.99 €
Data di uscita: Febbraio 2017

 

Indagine sui paradisi fiscali

 

I paradisi fiscali custodiscono capitali illegali per almeno 7.600 miliardi di dollari. Una cifra enorme, pari all’8% del patrimonio finanziario mondiale. Di questo fiume di ricchezza esentasse, 1.200 miliardi provengono dagli Stati Uniti, 1.300 dall’Asia, 800 dai Paesi del Golfo, 300 dalla Russia, 700 dall’America Latina e ben 2.600 miliardi dall’Europa. Quella dei paradisi fiscali è la ricchezza nascosta delle nazioni, l’origine di tutte le diseguaglianze.

Gabriel Zucman, economista francese dell’Università di Berkeley, ricostruisce la storia dei paradisi fiscali: come sono nati nel periodo tra le due guerre, assumendo nel tempo il ruolo centrale che svolgono

Continua qui: https://www.addeditore.it/catalogo/gabriel-zucman-la-ricchezza-nascosta-delle-nazioni/

 

 

 

Cronaca di una crisi annunciata (e pianificata)

13 Novembre 2018da Federico Dezzani       RILETTURA, PER LEGITTIMA DIFESA

 

Sul finire dell’anno emerge con chiarezza l’esistenza di un dispositivo progettato per esplodere nel corso del 2019: i dinamitardi si trovano Oltreoceano, il luogo dell’attentato sarà l’Europa continentale, le ripercussioni politiche-finanziarie saranno globali. La prima parte del dispositivo è costituita dalla progressiva restrizione monetaria della FED che, drenando liquidità, prepara il crollo delle piazze finanziarie; la seconda parte del dispositivo è stata assemblata installando ai vertici della terza economia europea, nuovamente vicina alla recessione, un governo “populista” deciso a infrangere a qualsiasi costo le regole europee; la terza parte sarà quasi certamente costituita dalla “hard Brexit” che, innescando il collasso della UE, travolgerà i membri più deboli dell’eurozona.

Un dispositivo pronto a esplodere

Le crisi finanziarie, partendo dalla bancarotta di re Carlo I e di Luigi XVI, che innescarono rispettivamente la rivoluzione inglese e quella francese, sono spesso studiate a tavolino e perseguono precisi obiettivi geopolitici. Sul finire del 2018, ci sono ammassati una quantità di indizi sufficienti per asserire che una grande crisi finanziaria è ormai imminente ed avrà ripercussioni che peseranno sull’intero XXI secolo. L’obiettivo della crisi è, come sempre, difendere la supremazia dell’establishment angloamericano sul sistema internazionale (la supremazia del Mare sulla Terra, in termini geopolitici), sconquassando l’Europa Continentale, rallentando la sua uscita dalla sfera d’influenza atlantica, disseminando caos politico ed economico a scala globale.

Si tratta di un dispositivo piuttosto semplice, che presenta forti analogie con quello adottato dall’establishment angloamericano nel 1929.

La prima parte del dispositivo è stata posta con l’uscita di scena di Janet Yellen e l’avvento alla presidenza della Federal Reserve, nel febbraio 2018, di Jerome Powell, con un passato alla potentissima banca d’affari Dillon, Read & Co.: il neo-governatore della Riserva Federale ha accelerato il rialzo dei tassi, portati allo zero nel lontano dicembre 2008, risaliti sopra l’1% nell’estate 2017 e, attualmente, sopra il 2%. Si tratta di un tasso di sconto, come è visibile dal grafico sottostante, storicamente basso, ma vertiginoso rispetto allo 0% applicato nell’ultimo decennio. Come è notabile nel secondo grafico, la base monetaria degli USA è letteralmente esplosa dal 2008, inondando il mondo di biglietti verdi. Azioni, obbligazioni, derivati, valute straniere sono state artificialmente gonfiate dal denaro a costo zero, creando una bolla speculativa pronta ad esplodere all’occorrenza. Come nel 1929, è però interesse degli angloamericani che lo scoppio della suddetta bolla, innescato dal rialzo del costo del denaro, non abbia gli effetti più devastanti in patria, bensì all’estero. Nella fattispecie, si è lavorato perché l’epicentro della prossima crisi sia

Continua qui: http://federicodezzani.altervista.org/cronaca-di-una-crisi-annunciata-e-pianificata/

 

 

 

Il pianeta annega in un debito di 246 mila miliardi, il 320% del Pil globale

Augusto Anselmo – 9 SETTEMBRE 2019

“Se pensi che a nessuno interessi se sei vivo, prova a saltare il pagamento di un paio di rate dell’auto”.

Nella sua infinita saggezza, spesso ulteriormente dilatata dall’alcool, John Belushi esemplificava così una delle questioni più antiche e annose non solo dell’economia ma della vita: il contrarre un debito.
E se quel semplice essere in ritardo con un paio di scadenze sulla macchina è in sé spiacevole cartina di tornasole dell’essere in vita di qualcuno, preso nella sua interezza debitoria possiamo allora dire che il mondo non solo è vegeto ma scoppia letteralmente di salute.

E’ infatti appena uscito l’aggiornamento del Global Debt Monitor dell’Iif e il responso è, per l’ennesima volta dal 2008 in poi, la rottura di un nuovo record in negativo:  il pianeta sta letteralmente annegando nei debiti.
Di ogni genere: sovrani, corporate, privati, finanziari e non finanziari.
Non si salva nessuno.
Nel primo trimestre di quest’anno, infatti, il debito privato totale è pari al 59,8% del Pil, quello delle aziende non finanziarie al 91,4%, quello governativo all’87,2% e quello finanziario all’80,8%.

Il tutto per raggiungere la ragguardevole sommetta di 246 trilioni di dollari,

Continua qui: https://augustoanselmo.blogspot.com/2019/09/il-pianeta-annega-in-un-debito-di-246.html

 

 

 

 

FINANZA BANCHE ASSICURAZIONI

BCCI come il Monte Paschi di Siena?

lunedì 13 maggio 2013          LETTURA STORICA MOLTO MOLTO INTERESSANTE

Casi di frodi catastrofiche.

A qualcuno può sembrare singolare che in questo blog non vengano analizzati i recenti scandali finanziari italiani. La sceltà è stata guidata dal buon senso di chi sa che in queste vicende la parola fine non verrà mai realmente scritta in tempi brevi e molte sono le cose che emergeranno.

Per aiutare il lettore a consolidare i concetti espressi nei capitoli precedenti abbiamo rappresentato due casi esteri con frodi, peraltro molto simili alle recenti frodi “nostrane”. La scelta è caduta su due frodi di rilevanti dimensioni: BCCI e Enron.

Il primo caso, forse sconosciuto ai più, è importante perché, oltre alle dimensioni planetarie della frode, ha messo in luce le debolezze e le mancanze del sistema di controllo esterno che ha permesso che la frode durasse per due decenni.

Il secondo caso, più recente, è stato scelto con l’intenzione di mostrare come si possano aggirare i controlli, i regolamenti e le norme poste a tutela dei risparmiatori per nascondere perdite, inventare o gonfiare profitti e nascondere la profonda crisi di una azienda, rendendola addirittura profittatile agli occhi di tanti piccoli risparmiatori.

Leggendoci ci si accorgerà di quanto gli suonino familiari certi episodi e certi meccanismi con i casi nostrani.

 

 

  La BCCI.

La BCCI[1] era una banca con caratteristiche che la rendevano unica:

Era una banca offshore;

Era una banca criminale;

Quando fallì era la settima banca al mondo.

Abbiamo di seguito rappresentato uno schema della struttura della banca, al momento della sua massima espansione: si tratta di uno schema riassuntivo, per esigenze di spazio, ma anche per renderlo più comprensibile negli aspetti che poi interesseranno durante il resto del capitolo.

 

Casi simili a quello di BCCI
Negli anni ’20 la International Match Corp. scippò   a investitori ed azionisti qualcosa come 500 milioni di dollari di attività utilizzando una rete di società ad essa legate. Il denaro, dopo una serie di giri finiva offshore. Per potere perpetrare la sua frode, fece comodo al suo ideatore Ivan Kreuger l’amicizia personale con numerosi politici americani tra cui l’allora presidente americano Hoover.

Questo fa venire in mente la rete di amicizie intessuta da Abedi con politici americani compreso il presidente Carter più di 50 anni dopo.

Negli anni ’60 un uomo di nome Bernie Cornfeld, amministratore delegato della Investors Overseas Service (IOS), fece sparire centinaia di milioni di dollari dai conti dei fondi di investimento che stava gestendo che ammontavano complessivamente a circa 3 miliardi di dollari. Per farlo non fece altro che trasferire i soldi dal Credit Suisse ad una piccola banca in Lussemburgo di proprietà della stessa IOS dalla quale i soldi poi scomparivano nel nulla.

Anche in questo caso viene in mente l’abitudine della BCCI di utilizzare delle istituzioni legittime come veicolo per le proprie frodi.

Sempre negli anni ’60 le isole Channel, situate fuori dalle acque territoriali inglesi, diventarono la sede di una serie di banche fantasma tra cui la “Bank of Sarks”. Quest’ultima è diventata famosa perché il suo attivo era costituito da una scrivania, un telefono e una sedia in una stanza sopra un pub. Questo tipo di quartiere generale si dimostrò sufficiente perché i fondatori della banca potessero spendere qualcosa come 100 milioni di dollari in assegni e lettere di credito fintanto che non furono scoperti.
Anche l’ex agente CIA Michael Hand utilizzò le stesse metodologie della BCCI per riciclare narcodollari con la Nugan Hand bank in Australia durante gli anni ’70 ed ’80. In quest’ultima vicenda vi sono numerose correlazioni con personaggi politici e militari che nessuno ha mai chiarito.

 

  La storia.

La BCCI fu fondata da Agha Asan Abedi, nato e cresciuto nell’India del Nord ma trasferitosi in Pakistan poco dopo che i due paesi furono divisi nel 1947. Fu alla corte del Rajah che Abedi imparò due lezioni importanti:

Chiunque sia indispensabile a chi controlla la ricchezza ha a sua volta accesso a quella ricchezza;

Gli ostacoli legali che possono impedire il raggiungimento di un determinato obiettivo possono essere risolti con l’appoggio di politici sufficientemente influenti.

Abedi, in Pakistan, diventò una delle figure di spicco del settore bancario.

Organizzò la United Bank che diventò una delle banche più grandi del Pakistan. Gli uomini chiave della United Bank erano dei politici locali e la banca annoverava tra i suoi clienti per la maggiore parte

Continua qui: http://giorgiolagana.blogspot.com/2013/05/bcci-come-il-monte-paschi-di-siena.html

 

 

 

 

GIUSTIZIA E NORME

Fine pena mai: solo per i familiari delle vittime di uno Stato-Mafia

 

26 Ottobre 2019 di Lorenzo Baldo

Giovanna e Augusta non ci sono più. E nemmeno Agnese. Ed è meglio così. È una consolazione paradossale, ma serve ad andare avanti. A donne indomite come Giovanna Maggiani ChelliAugusta Schiera Agostino e Agnese Borsellino è stato risparmiato lo scempio di questi ultimi giorni: la pronuncia della CEDU sulla riforma della legge inerente l’ergastolo ostativo, così come la relativa decisione della Consulta. “Hanno ucciso di nuovo mio figlio Claudio Domino – ha scritto su facebook Graziella Accetta – un bambino che è stato sacrificato sull’altare dello stato, di quello stato che 33 anni fa non sapeva come condannare 475 delinquenti e che con quel “NOI” di Giovanni Bontate ci fu l’ammissione dell’esistenza dell’organizzazione mafiosa, Claudio sacrificato da quella parte di stato che oggi premia gli assassini”.

Graziella e a suo marito Antonio non sono state risparmiate la rabbia, il dolore e l’amarezza per aver appreso le vergognose decisioni di istituzioni nazionali e internazionali teoricamente preposte alla tutela della giustizia dei cittadini. Sul sito gliinvisibili.it, dedicato a 108 bambini, vittime innocenti della mafia, compare una scritta: “Non c‘è un posto sbagliato, non c‘è un momento sbagliato per una vittima innocente. Al posto sbagliato, al momento sbagliato ci sono sempre gli assassini, i mafiosi, i criminali”.

 

Probabilmente andrebbe aggiunto che al posto sbagliato ci sono anche quelle figure istituzionali che attraverso decisioni gravissime si fanno carico del dolore di tutti i familiari delle vittime di mafia che – loro sì – sono condannati al “fine pena mai”.

 

O forse, invece, chi da una sede istituzionale prende simili decisioni è “al posto giusto”, messo lì per continuare a mantenere fede ad accordi preesistenti.

Quel maledetto “do-ut-des” tra mafia e Stato che di fronte a determinati scenari appare più concreto e attuale che mai.
“Se guardiamo con attenzione – si legge ancora sul sito gliinvisibili.it –, se parliamo di loro, delle vittime, se imprimiamo nella memoria i luoghi dove sono vissuti e dove hanno perso la vita possiamo rendere immortali persone che, con il loro sacrificio, hanno dato dignità al nostro paese e creare le condizioni per cui la loro morte non sia stata vana”. Un’impresa titanica. Perché in un Paese sottosopra come il nostro, il compito di renderli “immortali”,

Continua qui:

http://www.antimafiaduemila.com/home/primo-piano/76294-fine-pena-mai-solo-per-i-familiari-delle-vittime-di-uno-stato-mafia.html

 

 

 

 

 

Procure da sbarco

Davide Giacalone – 20 maggio2019              RILETTURA NECESSARIA

Può una procura della Repubblica, o anche solo un procuratore, dare indirizzi e prendere decisioni relativamente alla politica dell’immigrazione? Formulata così, la domanda presuppone una risposta negativa. Può un procuratore lasciar correre eventuali reati, solo perché commessi nell’intento di affrontare i problemi posti dall’immigrazione? Anche in questo caso la risposta è negativa, ma di segno opposto.

 

Quindi si può consentire alle procure di scegliere le politiche che preferiscono? O, più direttamente: di fare politica? E qui cascano gli asini.

Ad Agrigento un procuratore interviene e dispone il sequestro di una nave, dal che discende lo sbarco di quanti sono a bordo, ovvero emigranti in modo irregolare. A Riace un procuratore prima chiede l’arresto del sindaco, poi indaga chi dovrebbe succedergli, così smontando un esperimento indirizzato all’accoglienza. Ancora una volta due interventi di segno opposto. L’asineria, che si trascina da lustri, è osservare una iniziativa giudiziaria e intitolarla al “partito delle procure”, come se fosse un corpo omogeneo. Non lo è.

Hanno ragione ad Agrigento e torto a Riace? o viceversa? oppure hanno entrambe ragione o entrambe torto? Non è aperto il dibattito, si dovrebbe aprire il dibattimento. Perché la seconda asineria, largamente complice il mondo dell’informazione, è lasciare intendere che la giustizia sia amministrata in procura, laddove è mestiere che tocca al tribunale. E i tribunali non funzionano, sono lentissimi, per cause mille volte ripetute. Se non funzionano poi capita che il pm infatuatosi di sé medesimo arresti e faccia tutto quello che lo porta in televisione, tralasciando il resto che sarebbe grigia fatica. Come nessuno si rivolge all’avvocato che perde tutte le cause, lo Stato dovrebbe difendersi (anche mandandolo via) dal procuratore che istruisce tutti i processi persi, perché gli fa dilapidare soldi, tempo e faccia. Ma siccome il verdetto arriva dopo lustri e, nel frattempo,

 

Continua qui: http://www.davidegiacalone.it/giustizia/procure-da-sbarco/

 

 

 

 

 

PANORAMA INTERNAZIONALE

Antonio Maria Rinaldi denuncia il golpe contro i sovranisti all’Europarlamento: “Ma quale democrazia?”

10 Luglio 2019

 

Pronti a tutto contro i sovranisti. Siamo al Parlamento Europeo, la denuncia è di Antonio Maria Rinaldi, il professore leghista fresco di elezioni con record di preferenze.

La denuncia corre su Twitter, dove Rinaldi scrive: “Naturalmente nella sessione costitutiva della commissione Econ, Rinaldi, candidato ad una vice-presidenza dal Gruppo Identità e Democrazia non è passato grazie al ‘cordone sanitario’ verso i Sovranisti ed eletta una francese”.

Un Rinaldi evidentemente stizzito poi aggiunge: “Esempio eclatante di parodia della democrazia“.

In un secondo tweet, arrivato a stretto giro di posta, il leghista aggiunge: “Per la cronaca sono stato votato (e ringrazio) dai membri dei Gruppi Identità e Democrazia e dal Gruppo Misto (M5S e dal Brexit Party di Farage)”.

https://www.liberoquotidiano.it/news/politica/13482277/antonio-maria-rinaldi-parlamento-europeo-denuncia-cordone-sanitario-contro-sovranisti.html

 

 

 

 

 

Svezia: La Chiesa che diffonde odio

di Nima Gholam Ali Pour – 4 novembre 2019

  • Per quanto la Società svedese di Gerusalemme qualifichi la Scuola svedese del Buon Pastore come “una scuola di pace”, Tobias Petersson, direttore del think tank Perspektiv på Israel, ha rivelato che i libri di testo adottati dalla scuola hanno contenuti jihadisti che incoraggiano la guerra santa contro lo Stato di Israele. Inoltre, in quei testi, gli ebrei vengono descritti come bugiardi e corrotti.
  • Il fatto che un’istituzione così grande come la Chiesa di Svezia raccolga fondi in tutto il Paese per sostenere una scuola che diffonde l’odio e la propaganda bellica dovrebbe essere visto come un enorme problema.
  • La pratica dimostra inoltre che non solo gli aiuti svedesi vanno a organizzazioni che diffondono l’odio, ma anche che le grandi istituzioni presenti nel Paese hanno aperto canali secondari per inviare annualmente milioni di corone svedesi alle scuole, come la Scuola svedese del Buon Pastore, che diffondono altresì l’odio.
  • Per capire quanto sia dannosa questa situazione, si può immaginare cosa succederebbe se una delle più grandi istituzioni di Israele – o di un altro Paese – raccogliesse fondi per sostenere una scuola che insegni ai bambini a odiare la Svezia e a celebrare i terroristi che hanno ucciso cittadini svedesi? Sarebbe ovviamente un grande scandalo e totalmente inaccettabile. Ma in Svezia, questo è esattamente ciò che sta accadendo ora.

La Società svedese di Gerusalemme, fondata nel 1900, ha dedicato la propria mission alle opere di carità a Gerusalemme e a Betlemme. Per diversi decenni, tuttavia, è stata ostile allo Stato ebraico di Israele. L’associazione ha tre obiettivi ufficiali nei territori palestinesi:

  • Rafforzare la posizione delle donne
  • Contribuire alla pace e alla riconciliazione
  • Rafforzare la minoranza cristiana

Nonostante questi nobili obiettivi, la Società svedese di Gerusalemme pubblica una rivista in cui i contenuti, sebbene riguardino spesso Israele, hanno un tono assai ostile e fazioso. Nel primo numero della

 

Continua qui: https://it.gatestoneinstitute.org/15123/svezia-chiesa-diffonde-odio

 

 

 

 

L’avvenire del Levante

di Thierry Meyssan

Non resistiamo a pubblicare l’editoriale di Al Watan, primo quotidiano siriano, ove Thierry Meyssan descrive l’accordo tra Stati Uniti e Russia per il Levante.

RETE VOLTAIRE | DAMASCO (SIRIA) | 29 OTTOBRE 2019

ormai un secolo che il Regno Unito prima e gli Stati Uniti poi blandiscono tutti gli Stati e i gruppi confessionali del Medio Oriente, attizzando conflitti confessionali al fine di rendersi indispensabili, secondo l’antico principio del divide et impera.

Il presidente Trump è stato eletto tre anni fa con un programma che prevedeva di finirla con l’impero statunitense e di rimettere le forze del Paese al servizio degli americani. Secondo l’analisi dell’effimero consigliere per la Sicurezza di Trump, generale Michael Flynn, ritirare le truppe dal Medio Oriente Allargato e riportarvi la pace presuppone mettere fine ai confitti confessionali, quindi primariamente agli Stati settari. In sostanza, occorre de-wahabizzare l’Arabia Saudita, de-ebraizzare Israele, de-sciizzare l’Iran e de-sunnizzare Gaza, nonché cambiare le Costituzioni settarie di Libano e Iran.

È quanto sta accadendo oggi.

Il principe Mohammed bin Salman e lo stesso re Salman costringono la Confraternita wahabita a regredire, benché da essa traggano la propria legittimità.

Avigdor Lieberman, presidente del partito russofono Israël Beitenu, ha provocato la caduta del governo di Benjamin Netanyahu e da oltre un anno sta chiedendo un governo in cui non ci siano partiti religiosi. Dopo due elezioni, Benny Gantz potrebbe formare un governo laico di unione nazionale, in cui siedano Lieberman e Netanyahu, ma non partiti religiosi. Se il tentativo fallisse, occorrerebbe indire per la terza volta elezioni legislative.

L’Iran ha messo in prigione i principali collaboratori dell’ex presidente Mahmoud Ahmadinejad. Il Paese è sottoposto alla pressione finanziaria degli Stati Uniti e a quella militare d’Israele. Arriverà il momento in cui sarà preferibile per Teheran modificare di propria iniziativa il sistema di governo e tornare a una politica nazionalista.

Metà dei Territori palestinesi è laica, l’altra metà è governata da Hamas. Ma lo Stato di Palestina esiste solo perché la parte rimanente della Palestina è Stato ebraico. Se Benjamin Netanyahu accettasse di

 

Continua qui: https://www.voltairenet.org/article208175.html

 

 

 

 

 

STORIA

I Bush, i Clinton, e lo scandalo Iran-Contra: una parabola americana – Parte 1

Cristiano Arienti – 1 marzo 2015          RILETTURA, PER NON DIMENTICARE

Esiste uno scheletro in America, danza sulla scena politica dal 1980, fin dall’elezione di Ronald Reagan alla Casa Bianca; le sue falangi hanno manovrato o accarezzato figure chiave di tutte le amministrazioni degli ultimi 35 anni, compresa quella di Barack Obama: è lo scandalo Iran-Contra. Per tenere invisibile questo scheletro sono state calpestate leggi, proclamate menzogne davanti a cittadini e tribunali, e messi a tacere giornalisti. Ossa che si sono trasformate in una scalinata per l’ascesa politica, ossa che palizzano le stanze del potere, e ora pavimentano la via delle prossime elezioni presidenziali.

I due probabili candidati alla corsa per la Casa Bianca del 2016, Jeb Bush e Hillary Clinton, fanno parte di famiglie legate a quello scandalo; se vogliamo, sono anche espressione della definitiva trasmutazione del sistema politico americano: repubblicani e democratici rappresentano ali di un unico grande contenitore, il “Deep State“.

Il Presidente e la sua amministrazione devono garantire gli interessi di uno Stato (complesso industriale-militare-petrolifero, la comunità dell’Intelligence e gli apparati istituzionali, la grande finanza) controllando l’evoluzione sociale di una Nazione (i cittadini); e questa continuità di interessi è oggi sotto gli occhi di tutti con la discesa in campo di un altro Bush. Il fratello di Jeb, George W., lasciò scoperto il fianco agli attacchi dell’11 Settembre, lanciò due guerre infinite, e favorì la bolla immobiliare che scatenò la Crisi finanziaria del 2007-08: questi eventi, che presi singolarmente dovrebbero far terra bruciata attorno a quel nome, non intaccano la fiducia nei Bush da parte del “Deep State”; una fiducia iniziata molto, molto tempo fa.

 

Il Gigante Trasparente del XX secolo

Erede di una famiglia di banchieri e industriali, alla metà degli anni ’50 George H. W. Bush, padre di George W. e Jeb, fondò una compagnia petrolifera, la “Zapata Oil”; era in società con un agente della Cia, Thomas Devine, specializzato in attività di copertura per le operazioni all’estero. Nel 1959, in piena rivoluzione castrista, Bush e Devine lanciarono la “Zapata Oil Off-shore”, operante a una quarantina di miglia dalle coste cubane. L’anno dopo Bush ne fondò un’altra, di compagnia petrolifera con piattaforme vicino a Cuba, la Permargo; il suo socio era Edwin Pawley, consigliere del Dipartimento di Stato, e persona vicina a Allen Dulles, Direttore della Cia.

Tra il 1960 e il 1963 Pawley, in stretto contatto con la sede della Cia di Miami, fu mente e protagonista di alcune delle operazioni tese a rovesciare il regime castrista, raggruppate sotto il nome JM/WAVE; e il socio di George Bush fu tra i più accesi sostenitori della fallita invasione alla Baia dei Porci, nel 1961, e dei vari tentativi di assassinare Castro.

Nel 1964, dopo la decisione del padre Prescott di non ricandidarsi al senato, Bush entrò in politica. Nel 1966 diventò Senatore, e negli anni ’70, su nomina del Presidente Richard Nixon, fu ambasciatore Usa all’Onu in piena Guerra Fredda. Quando scoppiò lo scandalo Watergate – un gruppo di ex agenti della JM/WAVE fu scoperto a piantare cimici nell’ufficio elettorale dei Democratici – Bush venne richiamato a Washington per riformare il partito Repubblicano; nel 1974 fu proprio Bush a pretendere le dimissioni del Presidente Richard Nixon. Risolti i problemi interni, affrontò quelli esterni: fu inviato speciale in Cina per redigere i protocolli diplomatici che ponevano fine a due decenni di ostilità con Pechino. Nel 1975 venne designato come Direttore della Cia (Central Intelligence Agency), e si insediò negli stessi giorni in cui il democratico Jimmy Carter entrava alla Casa Bianca. A sua volta Bush scelse come Direttore delle operazioni segrete Ted Shackley, responsabile della sede Cia a Miami all’epoca della JM/WAVE degli anni ’60.

Nel 1979 Bush corse alle primarie repubblicane per la Casa Bianca, perdendo contro il ben più seducente Ronald Reagan; al neo-candidato, tuttavia, il partito impose Bush come vice.

Dal 1980, e per 12 anni consecutivi, Bush ha occupato la Presidenza degli Stati Uniti; 8 come vice di Ronald Reagan, ma con due deleghe cruciali: alla “Sicurezza Nazionale”, a guardia del Deep State, e alla “Deregulation del sistema economico-finanziario”. Nel 1992 perse le elezioni a favore di un estraneo ai giochi di potere di Washington, il democratico Bill Clinton. E’ da quell’anno che ha preso il via la staffetta tra i Bush e i Clinton nelle stanze del potere.

Nel 2000 a Clinton è succeduto George W. Bush, in carica per 8 anni di fila,

Continua qui: https://www.umanistranieri.it/2015/03/bush-clinton-scandalo-iran-contra-ha-plasmato-america/

 

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°