RASSEGNA STAMPA DETTI E SCRITTI
13 MAGGIO 2020
A cura di Manlio Lo Presti
Esergo
Gli uomini, non appena imbrancati, si credono in società.
NICOLAS CHAMFORT, Massime e pensieri, Guanda, 1998, pag. 39
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SOMMARIO
IN EVIDENZA
L’ELITE SI ORGANIZZA: CHELSEA CLINTON ENTRA NEL CDA DEL “CONTACT TRACING GROUP”, FINANZIATO DA BILL GATES E GEORGE SOROS
La figlia dell’ex presidente Bill Clinton e dell’ex segretario di Stato, Hillary Clinton, ha preso una posizione di rilievo in una fondazione fondata da Bill Gates e George Soros.
Il governatore del Massachusetts Charlie Baker ha selezionato un gruppo chiamato “Partners in Health” per condurre il monitoraggio dei contatti del coronavirus. ” Partners In Health” è un’organizzazione sanitaria no profit con sede a Boston fondata nel 1987 da Paul Farmer, Ophelia Dahl, Thomas J. White, Todd McCormack e Jim Yong Kim. Filantropia pura!
Il tracciamento dei contatti, noto anche come tracciamento, è un processo in cui i team di investigatori scoprono con chi le persone infette sono venute in contatto. Il governo sta inoltre pianificando una cosiddetta app di tracciamento o app Covid 19 in Germania:
Le app COVID-19 sono app mobili che vengono discusse e sviluppate in relazione alla pandemia di COVID-19. Gli usi più comuni di queste app sono: tracciabilità dei contatti, monitoraggio della quarantena, fornitura di informazioni e / o raccolta di dati. I critici di queste app mettono in guardia contro la sorveglianza totale. I sostenitori della privacy avvertono dell’uso improprio di tale app. come controllo dei movimenti delle persone.
Il gruppo, finanziato da George Soros e da Bill Gates, ha preso nel comitato direttivo (Board) la Chelsea Clinton.
Rapporto del National File Report : il gruppo sta già formando e implementando centinaia di tracker di contatti (vedi app di tracciamento in Germania). Alcuni cittadini temono il potenziale per la sorveglianza di massa attraverso il tracciamento dei contatti, in particolare è stata decretata una legge, introdotta dai Democratici al Congresso, per approvare la persecuzione dei contatti “nei singoli dormitori”.
L’impegno di Partners In Health non dissiperà molte paure considerando che il gruppo ha ricevuto finanziamenti dalle organizzazioni George Soros e Bill Gates e Chelsea Clinton è nel suo consiglio di fondazione (Board).
Partners in Health elenca le Open Society Foundations di George Soros come partner ufficiale della Bill and Melinda Gates Foundation. Partners In Health elenca Open Society Foundations nel suo rapporto annuale 2015 come sponsor di almeno 1 milione di dollari con la Gates Foundation. Chelsea Clinton è membro del Board of Trustees di Partners in Health, secondo il rapporto annuale 2019.
Paul Farmer, co-fondatore di Partners in Health, ha dichiarato: “Il lavoro di Farmer è stato supportato da filantropi, tra cui George Soros, Bill e Melinda Gates. Nel 2002 PIH ha ricevuto una sovvenzione di $ 13 milioni dal Fondo globale per miglioramenti nel complesso Cange. Nel 2005, la William J. Clinton Foundation ha finanziato un programma per l’AIDS per i partner sanitari in Ruanda. “Farmer e Chelsea Clinton hanno podcast congiuntamente la Clinton Foundation nel 2019.
In risposta a un focolaio di tubercolosi del 2007 in Africa, NBC News ha riferito : “Il Soros Open Society Institute ha annunciato una sovvenzione di 3 milioni di dollari ai partner no profit di Health and Brigham e al Boston Women’s Hospital. La donazione verrà utilizzata per progettare un progetto modello per il trattamento della XDR-TB basato sulla comunità in Lesotho. Una volta sviluppate le linee guida per il trattamento, gli esperti sperano che il programma sarà adottato in altri paesi poveri. “
Soros aveva annunciato personalmente la sovvenzione e aveva sperato che questa avrebbe creato un progetto più ampio. Per questa iniziativa, Partners In Health è stata nominata nel libro di propaganda “The Philanthropy of George Soros: Building Open Societies” .
Nel 2011, l’International Women’s Health Coalition ha osservato: “Il fondatore della YP Foundation si unirà a Paul Farmer, George Soros, al gala dell’IWHC”. Farmer è stato onorato alla serata di gala in cui era presente l’ospite di un ospite David Rockefeller.
Nel 2014, il co-fondatore di Partners In Health, Paul Farmer, si è assicurato un finanziamento Soros multimilionario per un progetto di coalizione in Africa. Farmer è stato presentato in una video intervista nell’ottobre 2014 sul sito Web di Soros Open Society Foundations, dicendo: “Tra i viaggi in Liberia, Paul Farmer di Partners In Health ha visitato gli uffici della Open Society per discutere del suo lavoro su Ebola. Paul ha parlato della necessità di garantire sistemi sanitari sostenibili per le persone nei paesi in cui il virus si è diffuso. Farmer ha attaccato nel video i sostenitori delle “Teorie della paura e della cospirazione sulle malattie fatali” e ha parlato di come le teorie della cospirazione possono essere “attaccate” con l’attivismo.
Forbes ha riferito nel settembre 2014 :
“Non c’è mai stato un legame tra Ebola e l’assistenza medica di livello mondiale”, ha affermato Paul Farmer, rinomato co-fondatore di Partners in Health, prima di sottolineare che nessuno degli operatori sanitari è tornato negli Stati Uniti. Gli Stati Uniti per le cure sono morti. La risposta allo scoppio nel regime di cura potrebbe essere valida per le persone colpite?
Lo scopriremo presto. Farmer è atterrato in Liberia questa mattina, al centro di una coalizione che si è tacitamente formata per testare questa tesi in modo specifico e rapido. Nelle prossime settimane, il Gruppo Farmer aprirà una struttura di trattamento di prima classe in una delle province più rurali della Liberia e svilupperà strategie per massimizzare la sua efficacia.
“È andata avanti per anni”, riferisce Farmer alla Forbes, poche ore prima dell’inizio del viaggio. “La crisi dell’Ebola l’ha spinta oltre il limite.”
L’impulso per questa coalizione è iniziato due settimane fa con un incontro convocato dal co-fondatore di Farmer presso Partners in Health, Jim Kim, che è ora presidente della Banca mondiale. Tra i partecipanti c’erano il direttore generale Margaret Chan dell’Organizzazione mondiale della sanità, Tom Frieden, direttore dei Centri per il controllo delle malattie e Francis Collins, direttore del National Institute of Health.
Sconvolto dalla risposta globale – Kim ha detto al gruppo che l’epidemia è già una delle peggiori crisi di salute nella storia del mondo – Kim Farmer ha chiamato il consigliere speciale Ebola della Banca mondiale e ha assunto un altro partecipante all’incontro, Raj Panjabi, che dirige Last Mile Health in Liberia. (Informativa completa:
Le Open Society Foundations di George Soros hanno rapidamente fornito $ 4 milioni per finanziare questo progetto. “Il giorno dopo la coalizione ci ha fatto una proposta, il giorno successivo hanno risposto a tutte le nostre domande e abbiamo fornito loro le risorse di cui avevano bisogno prima che la settimana finisse”, ha dichiarato Chris Stone, presidente dell’organizzazione. Il progetto ha fatto appello al team Soros perché includeva un gruppo locale che aveva familiarità con la campagna, la mentalità imprenditoriale e la scalabilità. “
Fine dell’estratto del rapporto Forbes.
Tracciabilità a New York I potenziali traccianti di contatto con coronavirus a New York City devono comprendere il “razzismo istituzionale e strutturale” e sostenere gli immigrati e la comunità LGBTQ. Il governo utilizza i rilevatori di contatti per indagare con chi le persone infette entrano in contatto, sollevando preoccupazioni civili sulla compromissione della privacy. (CORRELATO: I Democratici presentano Bill per approvare il monitoraggio dei contatti nelle persone a casa).
Un annuncio di lavoro presso la Columbia University School of General Studies ha dichiarato: “Il Fondo di sanità pubblica di New York City (FPHNYC) sta lavorando con il Dipartimento di salute e igiene mentale di New York (DOHMH) per trovare i tracer di contatto per eseguire casi Interviste e tracciamento dei contatti per supportare la risposta COVID-19 in tutta la città. Utilizzare un approccio legato al trauma e culturalmente rispettoso che crea fiducia e facilita il libero scambio di informazioni. “Il compito include” Condurre esami personali su ambienti di riunione e casi e contatti selezionati “.
I requisiti elencati includono: “Capacità di comprendere i concetti di razzismo e pregiudizio istituzionali e strutturali, e il loro impatto su comunità scarsamente servite e sottorappresentate” e “Impegno comprovato nel sostenere le comunità che hanno sperimentato oppressione sistematica e parzialità ( Persone di colore, persone LGBTQ), immigrati, magistratura, ecc.) “
Il deputato democratico Bobby Rush ha presentato una proposta di legge al Congresso per autorizzare il governo federale a dare alle compagnie autorizzate il diritto di dare seguito al contatto con il coronavirus nei “dormitori di individuali”. Durante il monitoraggio dei contatti, gli investigatori tracciano ogni interazione che hanno le persone infette.
Il Rep. Rush ha introdotto HR 6666, “Legge COVID-19 sulla sperimentazione, il raggiungimento e il contatto con tutti (TRACING)” il 1 ° maggio 2020 , ed è stato deferito al Comitato della Camera per l’energia e il commercio. Il conto ha 45 co-sponsor. Il testo legale dice: “Autorizzazione del Segretario alla Salute e ai Servizi Umani a fornire sovvenzioni alle agenzie ammissibili per eseguire test diagnostici per COVID-19 e attività correlate come il monitoraggio dei contatti attraverso le unità mobili di assistenza sanitaria e, se necessario, nelle singole case e per altri scopi. “
La gente teme che il governo possa usare il tracciamento dei contatti per rimuovere le persone dalle loro case e metterle in quarantena dopo che un operatore sanitario della Contea di Ventura, in California, ha domandato (e in seguito rifiutato) cosa stesse esattamente cercando in questo momento la politica suggerita da queste entità ).
Nota: Si tratta in pratica di una forma di intromissione diretta nelle residenze private con possibilità di decidere il prelevamento di persone dalle loro case per internamento in appositi luoghi di quarantena e sperimentazione dei vaccini.
La mente di Bill Gates lavora su questo progetto ed ha trovato supporto nei Clinton e negli altri personaggi della elite dominante.
Fonte: New Front
Traduzione e nota: Luciano Lago
Credo in un solo virus…
Credo in un solo virus…
Credo in un solo virus,
pericoloso, onnipresente ed eterno
creatore del Covid e della separazione
pandemico dai giornali e dalla televisione
che è invisibile, ma uccide nel visibile.
E’ stato sconfitto con la quarantena,
ma tornerà a giudicare i vivi e i morti
e il suo regno non avrà fine
Credo epidemico scientista 2020
Marcello Salas
FONTE: https://compressamente.blogspot.com/2020/05/credo-in-un-solo-virus.html
ATTUALITÀ SOCIETÀ COSTUME
GAFA, IL POTERE OSCURO.
Silvana De Mari – Il GAFA impedirà il culto, la cultura, l’etica e la civiltà.
BELPAESE DA SALVARE
Regole regole regole
Questa primavera resterà impressa nella memoria come la ‘stagione delle regole’. Regole per lavarsi le mani (come, quando, quanto). Per mantenere le distanze. Per salutarsi. Per correre nei parchi, per visitare i parenti, per viaggiare. A queste regole comuni, ciascuno ne ha aggiunte di personali: disinfettare la spesa, i vestiti, le mascherine, togliere le scarpe, fare solo la spesa online.
Le regole sono indispensabili, non solo durante le emergenze ma anche nella vita di tutti i giorni. Possono essere pesanti ma, stranamente, ci rendono la vita più leggera. Le regole ci dicono chi siamo: seguire le regole in modo acritico è segno di scarsa autonomia e capacità di scelta. Rispettare troppe regole in modo ossessivo può manifestare addirittura un disagio mentale. Ma all’estremo opposto, l’assenza di regole rende le persone inaffidabili, e la convivenza sociale impossibile.
Tutta la vita in un certo senso è un equilibrio delicato fra regole e libertà. Libertà significa esplorare, sperimentare, scoprire che cosa ci piace e non ci piace, per poi scegliere ciò che è meglio per noi o per tutti. Le regole limitano la libertà imponendo comportamenti automatici: ‘se A allora B’, ‘nella situazione X fai Y’. Ma proprio per questo le regole ci semplificano la vita: ci fanno risparmiare tempo, danno stabilità e prevedibilità alle nostre azioni, e ci permettono di concentrarci sulle attività che meritano più attenzione — perché sono più divertenti, più creative, o solamente importanti. Ecco il primo paradosso: seguire le regole ci permette di essere più liberi.
Il secondo paradosso è più complicato: se la regola dice ‘fai Y’, e Y è effettivamente la soluzione migliore, allora la regola è inutile. Basta scegliere ciò che è meglio. Se invece Y non è ottimale, allora seguire la regola è sbagliato. Ma stiamo assumendo di sapere con certezza qual è la scelta migliore. Spesso questo non è vero: dato che pensarci troppo sarebbe una perdita di tempo, è meglio avere una regola che porta a un risultato soddisfacente nella maggior parte dei casi.
Le regole del Coronavirus ci aiutano a gestire l’incertezza generata dal contagio. Forniscono un aiuto psicologico perché il nostro cervello fa fatica a calcolare gli eventi rischiosi. Le regole provano a portare un po’ di chiarezza in una miriade di decisioni dai contorni vaghi e dagli esiti imprevedibili. Possono anche generare un falso senso di protezione, creando la suggestione che rispettare le regole garantisca salvezza (non è vero). Fingendo che il mondo sia deterministico, inducono una fobia della trasgressione — si è ammalato perché quel giorno non si è messo la mascherina (non lo sapremo mai).
Ma ridurre la libertà di scelta può essere una strategia intelligente, se decidere volta per volta la condotta più opportuna può avere esiti disastrosi. Anche in tempi normali le nostre giornate sono strutturate da regole personali, tipo lavarsi i denti dopo colazione, non fumare più di cinque sigarette al giorno, o fare la spesa tutte le domeniche. Poiché si tratta di impegni che prendiamo con noi stessi, queste regole tracciano linee ben definite che sarebbe difficile varcare di nascosto. ‘Cinque’ è più preciso di ‘poche’. ‘Dopo colazione’ è più chiaro che ‘ogni mattina’.
Darsi regole ferree è costoso, come sanno bene gli ex-fumatori o bevitori. Immaginate una bella serata con gli amici, che un bicchiere di vino renderebbe ancora più piacevole. Ma uno tira l’altro, e in un attimo un bicchiere diventa tutta la bottiglia. La regola di astinenza traccia una linea invalicabile, che non ammette eccezioni. Gli amici guardano l’astemio con ammirazione e anche con un pizzico di compassione. Perché le regole rendono la vita più sicura, ma meno piacevole per chi le segue in modo intransigente.
L’ex-bevitore gioca un gioco strategico con se stesso. Seguendo rigidamente la regola, neutralizza la tentazione di scambiare un piccolo piacere oggi con un grosso problema domani. In un senso piuttosto ovvio, sta cercando di proteggere se stesso. Ma spesso abbiamo bisogno di regole per proteggere gli altri.
I rischi del Coronavirus sono bassissimi per molte persone, che però spargendo il contagio aumenterebbero la probabilità che muoiano altri. Se tutti i giovani uscissero liberamente, ovviamente non avrebbe senso che Alice stesse a casa. Ma anche il contrario è vero: se tutti stessero in casa, Alice potrebbe andare in spiaggia o fare jogging senza mettere a rischio nessuno.
FONTE:https://www.doppiozero.com/materiali/regole-regole-regole
COMMISSIONE UE – ECCO IL SUO PROGETTO DI VACCINAZIONE TOTALE
L’Unione Europea ha pubblicato a marzo 2019 la roadmap per la diffusione obbligatoria e universale dei vaccini; un piano completo comprendente le tecniche di persuasione per vincere le “esitazioni” di parte della popolazione. Potete vederlo qui:
Non ho voglia di tradurre tutto, ma mi limito ad indicare che si parla di come “una carta comune UE di vaccinazione”, e “instaurare a livello europeo un sistema elettronico di informazione sulle immunizzazione”, ossia il tipo di certificato che promuove con tanto vigore Bill Gates; di creare una Coalizione per le Vaccinazioni (sic) con tutti gli addetti sanitari e scientifici dei paesi UE, che dovrà tenere un convegno annuale. E di “contrastare la mis-informazione online sugli effetti dei vaccini”. E di “Rafforzare le esistenti partnership e collaborazioni con attori e iniziative internazionali come OMS e lo European Technical Advisory Group of Experts on Immunization (ETAGE), the Global Health Security Initiative and Agenda processes (Global Health Security Initiative, Global Health Security Agenda), Unicef and financing and research initiatives like Gavi, CEPI, GloPID-R and JPIAMR (the Joint Programming Initiative on Antimicrobial Resistance). Global Vaccination Summit, taking place on 12 September 2019 organized by the European Commission in cooperation with the World Health Organization. https://ec.europa.eu/ health/vaccination/ ev_20190912_en CR 21 and CC CR 22 CR 23
Inoltre.
Un documento datato 12 settembre 2019 prescrive esultante:
(Qui per vederlo:
10 azioni verso la vaccinazione per tutti
Perché
“tutti devono poter beneficiare della potenza dei vaccini”
le 10 azioni:
1 ) Promuovere guida politica globale e globale impegno per la vaccinazione
2) Assicurare che tutti i paesi abbiano in funzione strategie nazionali di immunizzazione
3) Costruire forti sistemi di sorveglianza delle malattie prevenibili coi vaccini
4) Affrontare le cause della esitanza aumentando la fiducia nelle vaccinazioni …
5) Prendere possesso della potenza delle tecnologie digitali per rafforzare il monitoraggio e l’andamento dei programmi di vaccinazioni
….
9) combattere le false e fuorvianti informazioni, responsabilizzando le piattaforme dei social media e le ditte tecnologiche
10) Allineare e integrare la vaccinazione nell’agenda sanitaria globale”
Ora, sicuramente c’è una spiegazione di tutto ciò. E della coincidenza assolutamente fortuita dell’apparizione della “pandemia” che ha messo in quarantena la popolazione sana d’Europa; malattia esistente, certo, ma resa spaventosa dal coro totale della grancassa mediatica che ogni giorno ci dà i numero dei “morti” e dei “ nuovi infetti”.
Come è già stato ripetuto fin troppe volte (ma inutilmente) nel nostro paese muoiono “normalmente” 650 mila italiani l’anno, ossia 1780 al giorno più o meno. Provate solo a immaginare che ogni sera tutti i tg aprissero come prima notizia, con il tono ansioso e finto-doloroso che abbiamo imparato a conoscere:
“Oggi il numero dei morti per cancro è di 493, un lieve aumento rispetto a ieri; stasera uno speciale con il cancerologo profesSor X e tre cardiologhi della clinica Y: cosa possiamo fare per diminuire queste stragi?”
Non si può fare niente, perché questo è il numero normale di morti per cancro e per infarto ogni giorno. Quasi 500 al giorno, oltre 600 al giorno. Ma siamo certi che se i tg aprissero con queste cifre, l’opinione pubblica sarebbe altrettanto terrorizzata quanto lo è stata resa dal tambureggiare sul Covid19 dai media, dal governo – anzi da tutti i governi europei e dalla UE secondo il programma sopra menzionato. I decessi per coronavirus nell’intera Europa – 150 913 al 9 maggio – sono quasi la metà dei morti per inafrto nella sola Italia (230 mila l’anno) e meno dei morti per tumore in Italia (180 mila).
A livello globale, le conseguenze cliniche del Covid 19 sono vicine a quelle di una influenza stagionale severa (con un tasso di letalità dello 0,1%) che abbiamo già sperimentato in precedenza – nel 1957 e nel 1968 – senza bloccare voli intercontinentali, né distruggere in modo irreversibile l’economia, e senza rinchiudere in casa per settimane la popolazione sana, restringendone le libertà personali e politiche con metodi polizieschi inauditi, prima, fra noi. Uno stato autoritario sempre più oppressivo e arbitrario e dannoso e sempre più accettato dalle masse (che denunciano chi non porta la mascherina), con la prospettiva dello stato d’emergenza- così comodo per il potere neo-dittatoriale – prolungato fino a sei mesi, e la “previsione” certissima che in autunno il virus “tornerà” e bisognerà di nuovo farsi rinchiudere.
.Facciamo nostre le domande di Dimitri Orlov, the Saker:
- Perché chiudere l’economia globale a causa di un virus che non è particolarmente pericoloso ed è stato responsabile solo di poco più dell’1% dei decessi finora quest’anno e ha colpito solo lo 0,04% della popolazione e ha ucciso solo 0,0028 % di esso?• Perché mettere in quarantena le persone sane invece dei soli anziani e malati? (dovunque il 90% dei casi fatali era tra quelli di età superiore ai 75 anni.)• Perché chiudere le scuole e rinchiudere i bambini in casa se non si ammalano nemmeno di questo virus?• Perché ordinare alle persone di rimanere in casa quando la mancanza di luce solare, l’esercizio fisico e l’esposizione a un’ampia varietà di antigeni porta a sistemi immunitari indeboliti e tassi più alti di infezione?
• Perché darsi tanto da fare per creare un vaccino e vaccinare tutti quando questo virus sembra essere un immunizzante sicuro, efficace e liberamente disponibile contro se stesso per la stragrande maggioranza delle persone sane?
• Perché enfatizzare la ventilazione polmonare artificiale quando (a New York, ad esempio) l’80% dei pazienti che sono collegati alle macchine ALV muoiono?
• Perché dire a tutti di indossare maschere facciali quando fermano solo il 95% delle particelle di virus (nella migliore delle ipotesi) e quindi ritardare il tempo necessario per essere infettati da 10 secondi a un massimo di tre minuti?”
E’ evidente che si stanno facendo passare i popoli in una condizione di miseria e sorveglianza generalizzata sotto un regime di sorveglianza elettronica-vaccinista.
Il primo maggio scorso, il deputato Usa Bobby L. Rush ha introdotto ill disegno di legge il COVID-19 Testing, Reaching and Contacting Everyone (TRACE) Act (che porta il numero significativo di HR 6666) che stanzia 100miliardi di dollari “ per formare e pagare personale e per l’acquisto di apparecchiature per gestire unità mobili di test porta a porta” allo scopo di identificare tutti i positivi e, da loro, risalire a tutti quelli che hanno avuto un contatto con essi. E’ il sogno di Bill Gates realizzato. Ma il legislatore lo giustifica così: “Riaprire la nostra economia e tornare alla normalità sarà quasi impossibile se non intensificheremo i nostri sforzi di test e nn implementeremo una tracciatura dei contatti solida e diffusa”, ha affermato “Fino a quando non avremo un vaccino per sconfiggere questa tremenda malattia, la ricerca dei contatti per comprendere l’intera ampiezza e profondità della diffusione di questo virus è l’unico modo in cui saremo in grado di uscirne”
La Commissione Europea non è da meno. Su richiesta di Emmanuel Macron, estenderà la chiusura delle frontiere esterne (che doveva aprire a maggio) fino a settembre : ciò significa che i cittadini non SEE e i titolari di permesso di soggiorno non saranno in grado di viaggiare in questi paesi.
Ma c’è di più:
Sarà obbligatorio il vaccino Covid per ottenere il visto Schengen
Vaccino che non esiste ancora ma esisterà .
Allo SchengenVisaInfo.com, un funzionario dell’UE ha aggiunto:
Quando le frontiere Schengen si apriranno a settembre, i richiedenti il visto Schengen potrebbero dover presentare un test che certifichi che è risultato negativo al Coronavirus , effettuato nelle ultime due settimane prima della domanda di visto. Al viaggiatore potrebbe essere richiesto di fare un nuovo test prima di recarsi nell’area Schengen, al fine di assicurarsi che non sia stato infettato nel frattempo ”. Difficoltà che il viaggiatore estero potrà supearre, se si fa vaccinare contro il Covid19: vaccino che ancora non esiste, ma che sarà necessario per ottenere il visto Schengen che consente la libera circolazione nello spazio europeo. Comincia così il regime di controllo totale: chi non ha il certificato di vaccinazione non potrà entrare in Europa, né salire su un aereo; sarà tracciato lui e tutti i suoi contatti…”.
Questo nuovo regime si configura come un crimine contro l’umanità.
Ma un’opinione pubblica completamente assoggettata psichicamente, accetta gli esiti letali.
FONTE:https://www.maurizioblondet.it/commissione-ue-ecco-il-suo-progetto-di-vaccinazione-totale/
CONFLITTI GEOPOLITICI
LA CONTROPARTITA GEOPOLITICA PER LA LIBERAZIONE DI SILVIA ROMANO
Silvia Romano era appena scesa dall’aereo che l’aveva ricondotta in Italia avvolta nel suo jilbab – la veste tradizionale delle musulmane somale – che immediatamente ai più accorti non sarà sfuggito il prezzo esorbitante, e qui l’economia c’entra poco, che l’Italia ha pagato per la sua liberazione.
Se monete sonanti italiane da poter utilizzare per acquisto di armi sono finite nelle casse di Al-Shabaab, il capitale politico che Roma ha dovuto cedere alla Turchia in fase di trattativa e poi per il “blitz” con il quale la giovane cooperante è stata liberata non solo non è ancora quantificabile, ma di certo è sostanzioso. Specialmente in questa fase in cui Italia e Turchia hanno in aree di comune interesse priorità diverse.
In Libia nel corso degli ultimi mesi la Turchia con l’invio di truppe regolari e miliziani a sostegno del governo di Tripoli ha messo una seria ipoteca sull’influenza nella ex colonia italiana, tant’è vero che il partito filo-turco è tornato ad essere particolarmente influente nella capitale e che nei fatti la presenza politico-militare del nostro Paese è stata azzerata. Senza contare che la sola presenza di truppe turche sulla linea del fronte ha permesso ai tripolini di ottenere qualche magro successo lungo la fascia costiera occidentale allentando la morsa di Haftar sulla capitale e fermando l’avanzata del LNA che sembrava ormai inarrestabile.
In Libia la stabilizzazione del fronte – che va di pari passo con il fallimento politico della Conferenza di Berlino (foto) – gioca a favore di Erdogan e non passerà troppo tempo prima che venga ridiscussa anche ufficialmente la posizione di Roma nella sua ex colonia con risultati che appaiono ad oggi scontati.
Nel Mediterraneo orientale la Turchia sta giocando una delicata partita per i giacimenti petroliferi di Cipro che ha portato ad una crescente militarizzazione di quelle acque a danno di Stati incapaci di garantirsi una capacità di proiezione nella regione. Le navi dell’ENI presenti nelle acque cipriote per esplorazioni e trivellazioni sono state ripetutamente bloccate da naviglio militare turco nonostante la società italiana avesse ottenuto regolari licenze dal governo di Nicosia (v.lettera a Difesa Online).
L’obiettivo dichiarato di Ankara è l’aumento della produzione di gas – come le trivellazioni in Tracia hanno messo in evidenza – e la difesa di un’area che i turchi ritengono di esclusiva influenza oltre che al centro di una diatriba internazionale. La condotta aggressiva tenuta a Cipro fa parte della più ampia politica marittima turca che risponde ad esigenze di rafforzamento – di egemonia di certo ancora non si può parlare – nel Mediterraneo orientale come l’ampliamento unilaterale della propria Zona Economica Esclusiva (ZEE) assieme a quella libica hanno dimostrato. L’azione condotta a danno della Grecia ma, di fatto, anche dell’Italia dovrà essere prima o poi analizzata a Roma ed il governo italiano dovrà prendere una posizione netta sulla vicenda. Facile anche qui immaginare quanto sarà difficile opporsi alla Turchia.
Ultimo elemento da tenere in considerazione, nonché quello che riporta direttamente alla vicenda di Silvia Romano, è la penetrazione politica ed economica sempre più massiccia della Turchia in Somalia. L’aumento delle disponibilità economiche della “Turk Isbilrigi ve Koordinasyon Idaresi Baskanligi” (l’agenzia per la cooperazione turca) ha portato all’erogazione di massicci finanziamenti “umanitari” diretti al governo somalo: la costruzione di scuole e la progettazione d’iniziative per lo sviluppo sono all’ordine del giorno per i collaboratori turchi di Mogadiscio, sono poi società turche a controllare le rotte commerciali marittime ed aeree somale.
Dal punto di vista militare sono consiglieri militari turchi ad addestrare l’esercito regolare somalo (foto), ruolo fondamentale in un Paese che non ha ancora forze armate strutturate ma che ne ha una forte necessità per contrastare la presenza di gruppi di guerriglieri e terroristi sul territorio.
Un dato da non sottovalutare è che la Turchia ha ottenuto concessioni da parte della Somalia per l’esplorazione e la ricerca di giacimenti petroliferi lungo la costa; questo perché la politica energetica è una componente fondamentale del neo-ottomanesimo di Erdogan, anzi, sembra essere proprio il filo rosso che lega la strategia di Ankara in Libia, nel Mediterraneo orientale e nel Corno d’Africa.
Se fino al 1991 era l’Italia a poter vantare un’influenza massiccia sulla politica e sull’economia somale, l’anarchia militare seguita al crollo del regime di Siad Barre, il fallimento della missione ONU, la comparsa sulla scena di gruppi terroristici di matrice islamica e la lenta transizione politica hanno defraudato Roma di una vera e propria “exclave” lasciando campo libero all’interventismo turco.
Questi sono solo tre esempi di come la politica turca sia in netto contrasto con gli interessi nazionali italiani in regioni di primario interesse per la sicurezza sia militare sia commerciale di entrambe le potenze.
La liberazione di Silvia Romano, avvenuta grazie al bagaglio di conoscenze sulla realtà locale ed all’azione di mediazione dell’intelligence turca, ha generato inevitabilmente una contropartita che l’Italia dovrà dare alla Turchia non appena se ne presenterà l’occasione. Che sia relativamente al non nocet in Libia, al ridimensionamento delle aspirazioni dell’ENI a Cipro o ad un definitivo abbandono del Corno d’Africa non è dato sapersi.
Al contrario di tante altre vicende di ostaggi liberati, quello di Silvia Romano è un episodio che avrà ingenti ripercussioni geopolitiche – che magari l’opinione pubblica italiana non percepirà immediatamente – a danno di Roma.
L’Italia ha un pericoloso competitor nel “Mediterraneo allargato”, occorre tenere presente questa chiave di lettura per ridefinire al meglio quali siano le priorità della nostra politica estera e di difesa nel prossimo futuro.
Mentre pubblichiamo questo articolo, stanno circolando foto di Silvia (Aisha) Romano con indosso un giubbotto antiproiettile con sopra i caratteri della mezzaluna e della stella (presenti sulla bandiera della Turchia), a bordo di un mezzo del MIT (Milli Istihbarat Teşkilati), i Servizi Segreti turchi, che, secondo i media nazionali, hanno avuto un ruolo preminente nella liberazione della giovane cooperante italiana.
Foto: Anadolu Agency (agenzia di stampa di proprietà del governo della Turchia) / presidenza del consiglio dei ministri / Official Twitter Account of the Republic of Turkey Ministry of National Defence
FONTE:https://www.difesaonline.it/geopolitica/analisi/la-contropartita-geopolitica-la-liberazione-di-silvia-romano
CULTURA
SONO L’ANTI-MARINETTI!
Il virus Evola – FB – 2 dicembre 2019
“In quel periodo giovanile, dato che in Italia come movimento artistico d’avanguardia praticamente esisteva quasi soltanto il futurismo, ebbi rapporti personali con esponenti di esso. In particolare, fui amico del pittore Giacomo Balla, e conobbi Marinetti. Anche se il mio interesse principale era pei problemi dello spirito e della visione della vita, coltivavo altresì la pittura, una disposizione spontanea al disegno essendosi manifestata in me già da bambino. Non tardai però a riconoscere che, a parte il lato rivoluzionario, l’orientamento del futurismo si accordava assai poco con le mie inclinazioni. In esso mi infastidiva il sensualismo, la mancanza di interiorità, tutto il lato chiassoso e esibizionistico, una grezza esaltazione della vita e dell’istinto curiosamente mescolata con quella del macchinismo e di una specie di americanismo, mentre, per un altro verso, ci si dava a forme sciovinistiche di nazionalismo.”
“Mi ricordo che a quel tempo [tra il ’14 e il ’15] scrissi un articolo in cui sostenevo che, anche a voler combattere non a fianco della Germania ma contro di essa, lo si sarebbe dovuto fare sposando i suoi stessi principi, non già in nome delle ideologie nazionalistiche e irredentistiche, o di quelle democratiche, sentimentali e ipocrite della propaganda alleata. Avendo letto questo articolo, Marinetti ebbe a dirmi letteralmente: ‘Le tue idee sono lontane dalle mie più di quelle di un esquimese’.”
(J.E., Il Cammino del Cinabro, IV ed. corretta, a cura di G. de Turris, Mediterranee, Roma 2018).
“[…] mai il nostro direttore […] è stato futurista, perché egli nell’estetica moderna ha sempre difeso (dieci anni fa) una forma di arte, e i suoi rapporti col sig. Marinetti sono stati sempre quelli di una molto cordiale antipatia.”
(J. E. [è lui che scrive, ed è lui il “nostro direttore”], in “La Torre”, n. 4, 15 marzo; poi in J.E., LA TORRE, a cura di M. Tarchi, Il Falco, Milano, 1977, p. 167)
“Il futurismo, però, non sarebbe completo come simbolo della degenerescenza moderna, se non ne riflettesse anche l’aspetto, che si riconnette alla prepotenza delle passioni politiche. Se, […] una delle vie attraverso le quali nel mondo moderno si compie la disintegrazione della personalità è costituita dalla potenza che su di essa ha acquistata la passione politica, non era possibile che il futurismo non facesse della politica, non si compenetrasse con l’esaltazione del patriottismo e del nazionalismo, beninteso, in quel senso moderno e plebeo, che nulla a che fare con gli ideali dell’imperialità e dell’aristocrazia spirituale che furono retaggio della nostra migliore e più vera tradizione. L’arte e la politica, la dottrina e lo sciovinismo nei futuristi si son sempre trovati confusi nella promiscuità la più sinistra, associandosi d’altra parte al bluff all’americana, alla boutade, alla smania per il record e per la cosa ‘originale’, alla chiassata, all’ode per la pedata e per il pugno, alla mistica della spiritualità sportiva e del successo: il tutto, in un regolare servizio d’esportazione, a maggior gloria del “genio latino”.”
(J.E.., SIMBOLI DELLA DEGENERESCENZA MODERNA: IL FUTURISMO, ne “La Torre” del 15 aprile 1930; ora in LA TORRE, cit., pp. 227-233)
Foto: Marinetti (a destra) con Depero.
RANA BOLLITA
Il principio della rana bollita, raccontato dal filosofo e scrittore anarchico statunitense Noam Chomsky nel libro “Media e Potere”, era in realtà già conosciuto a fine ‘800 in seguito ad uno studio empirico condotto dai ricercatori della Johns Hopkins University, dove qualcuno si è guadagnato una pubblicazione bollendo le rane vive. Esso si sostanzia nella considerazione che, se una rana, buttata in un calderone pieno d’acqua bollente, con un colpo di zampa balza subito fuori dal pentolone, diverso è il risultato nel caso in cui la rana venga messa in un pentolone d’acqua fredda messa poi a riscaldare. In quel caso, infatti, la rana trova inizialmente piuttosto gradevole il leggero tepore dell’acqua che viene a formarsi e continua a nuotare tranquilla. Poi la temperatura sale ancora, la rana inizia a stancarsi un po’ ma non si impensierisce e continua a nuotare. Quando la temperatura dell’acqua è decisamente troppo alta e la rana la trova sgradevole, essa non avrà più le forze di reagire, dunque sopporta e non fa nulla, fino al momento in cui la temperatura sarà così alta da far morire bollita la rana. Questo principio, calato nella nostra società, vuole spiegare che, quando un cambiamento è effettuato in maniera lenta e “invisibile”, esso non viene riconosciuto e sfugge ai più, che dunque non opporranno nessuna resistenza o reazione. Le tecniche di manipolazione delle coscienze fanno un uso largo e consapevole di questo principio, fornendo pilloline amare indorate nel miele e spacciate per traguardi e fonti di progresso.
Quello che il dottor Noam Chomsky ha dimenticato di mettere a fuoco è il primo segmento della storia. Come ci è arrivata la rana nel calderone di acqua fredda? È stata presa dallo stagno e sbattuta nell’acqua fredda di violenza? In questo caso salterebbe fuori dal calderone immediatamente. Per mettere la rana nel calderone occorre spiegarle che è per il suo bene.
Due straordinari esempi di rana bollita sono la sospensione delle libertà elementari e la sospensione del Cattolicesimo. La sospensione delle più elementari libertà civili è esercitata da molti stati occidentali, e in particolare dall’attuale governo italiano che ha toccato apogei possibili solo sotto dittature ufficiali. Il politologo Lutwag, non a caso, ospite della trasmissione di Fazio, ha spiegato al giulivo conduttore che negli Stati Uniti non è possibile mettere la nazione in quarantena, cioè agli arresti domiciliari, perché gli Stati Uniti, contrariamente a Cina e Italia sono una nazione democratica.
La democrazia presuppone uno stato che faccia lo stato, non che faccia la mamma. Il nostro stato ci accudisce dalla culla alla tomba, ci dà l’assistenza sanitaria gratuita il che vuol dire che ci preleva del denaro per poi imporci la cura che vuole. Nel dubbio che non siamo abbastanza intelligenti da farci il fondo pensione, lo stato ci pensa lui. Manteniamo quindi incredibili carrozzoni, per poter riavere malamente, e mediante una burocrazia folle, dei soldi che erano nostri. Se costiamo troppo, lo stato ci invita cortesemente a levare il disturbo, cosa che avviene sempre più spesso in stati ancora più materni di noi, come l’Olanda, il Belgio o anche nella civilissima Gran Bretagna, che ha evitato ai piccoli Alfie, Charlie e innumerevoli altri il rischio di vivere una vita eccessiva, cullati dall’inutile affetto dei loro genitori. Lo stato mamma è terrorizzato dall’idea che i propri figli siano razzisti e li educa imponendo mafia nigeriana e giardinetti invasi dagli spacciatori così i propri cittadini imparano le evangeliche virtù della temperanza e della mitezza e si guadagnano il Paradiso. Il nostro stato mamma ama appassionatamente i diversi, e quindi per pura bontà ci impone la tolleranza per i diversi anche quando i diversi sono francamente intollerabili, in una spettacolare dittatura delle minoranze. Il nostro stato mamma ha passato il mese di febbraio a evitarci il terrore del contagio anche a costo si sviluppare il contagio in maniera pirotecnica. Poi ha deciso di evitarci il contagio in maniera ancora più pirotecnica, con un’intera nazione messa agli arresti domiciliari- Abbiamo visto poliziotti che hanno inseguito in mezzo ai campi un tizio che correva da solo, con un’energia che hanno sfoderato quando chiedevamo di intervenire sugli spacciatori ai giardinetti o su chi ci ha svaligiato la casa.
Lo stato mamma per pura bontà di cuore, per la nostra salute, dopo aver permesse le manifestazioni del 25 aprile, lì il virus non circolava, ha punito in maniera draconiana, feroce, in effetti dittatoriale, le ordinate e distanziate manifestazioni di parrucchieri a San Remo e ristoratori a Milano. Chiunque protesti contro il governo attuale diffonde il virus. Chi protesta contro un governo di 80 anni fa, no. Lo stato mamma è intelligente e buono.
Ora lo stato mamma di Conte ha deciso, con la collaborazione di 450 straordinari esperti non eletti da nessuno a prendere decisioni per tutti, che è meglio non rischiare il contagio con un virus che non è la peste nera: e meglio distruggere l’economia e le speranze , per cui moriremo di fame ma non di virus. Fino a che non ci sarà il vaccino, possibilmente di Bill Gates, non ci faranno uscire. Il vaccino sarà obbligatorio. Come faranno a imporlo? Manderanno i carabinieri a tenerci fermi oppure ci vieteranno di uscire di casa se non lo facciamo? Obbligatorio? E la libertà? E per il tuo bene. Per il bene comune, quello stesso bene comune per cui tu devi restare a casa ma, ma sotto casa tua bivaccano gli spacciatori e qualsiasi africano può venire nel tuo paese a farsi mantenere. Zitta ranocchietta, non è così calda l’acqua.
Il secondo brodino di rana è la ex Chiesa Cattolica, che ha reso la religione cattolica sempre più pirotecnica, sempre più flessibile, amabile, opinabile , porzionabile, vegana, vegetariana e gay friendly, e ai saldi di fine stagione. Cristo è stata dissacrato e beffeggiato, non solo nei pride, ma sul sempre più strampalato giornale della CEI, Avvenire, nelle orride vignette di Staino, Hallo Jesus, con Cristo rappresentato come un uomo qualsiasi, una specie di sindacalista pasticcione. Dio è stato offeso portando l’orrida Pachamama, atroce idolo Incas cui si facevano sacrifici umani, sugli altari, Dio è stato offeso levando le Messe e i sacramenti al suo popolo
La Messa è finita. Siamo nella follia di un’epidemia e le nostre Messe sono vietate, molte chiese sprangate e i sacramenti vietati. Le Messe viste attraverso il televisore o attraverso computer hanno lo stesso valore del guardare un documentario sul mare rispetto a essere al mare. Una Messa seguita via televisore o computer è una Messa che vedi, non una Messa cui partecipi, e sono terribilmente pericolose. Ci sono due pericoli entrambi gravi, che sono la banalizzazione e la profanazione. Solo persone con una capacità di concentrazione enorme riescono a seguire una Messa dal computer senza distrarsi per rispondere telefono, senza distrarsi a rispondere a qualcuno, senza distrarsi perché hanno bussato. Pochissime persone s’inginocchiano al momento della consacrazione (in effetti, ci stiamo inginocchiando davanti a Cristo o davanti a uno schermo?), la Messa si può seguire, in poltrona, sul divano, ogni tanto interrompendo per controllare la posta. Secondo rischio: volontariamente si possono fare azioni di profanazione durante la consacrazione. Per un satanista è una soddisfazione poter bestemmiare al momento della consacrazione. La Messa era sacrificio sul Golgota, è diventata mensa dopo il concilio, ora è spettacolo televisivo. Continuano gli sbarchi dei migranti, molto amati dalla Chiesa, che per noi sono una catastrofe sanitaria a fulgida dimostrazione che alla Chiesa della salute del popolo italiano non importa molto, eppure si è precipitata a toglierci la Messa e sprangare le chiese.
A noi pareva di ricordare che la Crocifissione sia stato un atto francamente insalubre, che erano le nostre anime che bisognava salvare, e che Cristo abbia comandato che si salvino attraverso l’Eucarestia, ma i cinguettosi vescovi della CEI hanno rifiutato di ridare le Messe anche quando i governatori di regione le avrebbero permesse, le hanno tolte quando ancora i bar erano aperti, perché hanno deciso che se ne può fare a meno e che lo fanno per il nostro bene. Stai zitta ranocchietta, e appendi la bandierina arcobaleno con su scritto che andrà tutto bene.
O forse la rana non è bollita. Si sta creando un movimento di ribellione forte e determinato disposto a difendere il diritto elementare del lavoro.
Si sta creando una nuova chiesa, piccola e militante, che obbedisce a Cristo e non lascia le pecore davanti ai lupi. Ringraziamo la CEI che ci ha regalato un’emozione nuova, una felicità nuova: seguire una Messa clandestina, amare con tutto il cuore il sacerdote che segue Cristo e non loro. Ci stiamo ricordando che dobbiamo essere l’imitazione di Cristo e c’è stato un momento in cui Cristo ha rovesciato i tavoli e preso la gente a scudisciate.
Gli uomini non sono rane. Sono fatti a immagine e somiglianza di Dio e non sono rane. Imparate a temere la loro collera.
FONTE:https://www.silvanademaricommunity.it/2020/05/12/rana-bollita/
Il romanzo sulla pandemia scritto prima della pandemia
Lo ha scritto il premio Pulitzer Lawrence Wright, e solo per una coincidenza è uscito in mesi come questi: racconta di un epidemiologo che cerca di salvare il mondo da un virus
Il 5 maggio è uscito un libro intitolato Pandemia. Lo ha scritto il giornalista del New Yorker Lawrence Wright, vincitore di un premio Pulitzer nel 2007 per Le altissime torri e autore, tra gli altri, di La prigione della fede, il saggio da cui è stato tratto il documentario su Scientology Going clear. Non è il primo – e di certo non sarà l’ultimo – libro che parla della diffusione di un virus pericoloso nel mondo e delle sue conseguenze, ma diversamente da quelli che si sono visti finora, e contrariamente a quello che ci si potrebbe aspettare vista la bibliografia di Wright, Pandemia non è un saggio: è un romanzo. Ed è stato scritto quando il coronavirus non esisteva ancora.
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Per la precisione il libro è un thriller, come si intuisce dalle parole scritte sotto al titolo nell’edizione italiana, pubblicata da Piemme: «Un virus misterioso. Il sospetto di un complotto. Un romanzo di sconcertante attualità». È ambientato in un 2020 in cui il mondo è sconvolto da una pandemia, causata non da un coronavirus come il SARS-CoV-2 bensì da un virus influenzale, chiamato “Kongoli” dal nome della località indonesiana di fantasia da cui ha iniziato a diffondersi. Il protagonista è uno stimato epidemiologo che lavora per il Centers for Disease Control and Prevention (CDC), il più importante organo di controllo sulla sanità pubblica americana, che scopre il primo focolaio di Kongoli e si trova poi a dover stare separato dalla sua famiglia per cercare di limitarne la diffusione.
Pandemia non è un instant book, come gli addetti ai lavori dell’editoria chiamano i libri scritti in fretta in risposta a eventi dell’attualità: Wright progettava di scriverlo da una decina d’anni e le bozze per la stampa erano state mandate ai critici americani mesi fa. Il fatto che sia uscito in corrispondenza con la pandemia da coronavirus è solo una coincidenza. Marion Winik del Washington Post ha scritto nella sua recensione: «La copia in anteprima è sulla mia scrivania fin da gennaio. All’interno c’erano parole che non avevo mai sentito prima, come “coronavirus”, e concetti a cui non avevo mai pensato, come “distanziamento sociale”, “carenza di respiratori”, ed “essere uccisi dalla risposta immunitaria del proprio corpo a una malattia piuttosto che dalla malattia stessa”. Ma mentre il libro se ne stava lì, il mondo intorno è cambiato al punto che gran parte del suo contenuto si è mescolato con le notizie».
– Leggi anche: Un estratto da “Dio salvi il Texas”, un altro libro di Wright uscito di recente in Italia
Wright ha raccontato che l’idea per il romanzo, che inizialmente doveva essere una sceneggiatura per un film, gli era stata data dal regista Ridley Scott. Dopo aver letto La strada di Cormac McCarthy, un romanzo ambientato in un mondo post-apocalittico nel nostro futuro prossimo, Scott gli aveva chiesto che genere di evento distruttivo avrebbe potuto portare alla fine della civiltà umana in breve tempo. Wright pensò che una pandemia fosse la risposta più probabile, forse per via di un episodio di cui si era occupato all’inizio della sua carriera:
Mi è venuto in mente il periodo in cui, da giovane reporter, mi ero occupato di un misterioso focolaio di influenza H1N1, lo stesso ceppo di quella del 1918, che aveva ucciso dai 50 ai 100 milioni di persone. Da quel momento gli operatori sanitari temevano il suo ritorno. Poi, nel 1976, una recluta, David Lewis, morì a Fort Dix nel New Jersey, a causa di quell’influenza. Per un motivo misterioso, fu l’unica vittima.
Nel tempo ha letto decine di libri e articoli su virus, sistemi immunitari ed epidemie, e ha parlato con numerosi esperti di diversi campi (tutti citati nei ringraziamenti in fondo al libro) per costruire una trama verosimile e accurata dal punto di vista scientifico.
Per questo leggendo il romanzo si ha in alcuni punti una sensazione di déjà-vu che non è assolutamente illusoria. Come con il coronavirus nella realtà, in Pandemia con la diffusione del Kongoli le persone cominciano a indossare mascherine, circola l’idea che sia un virus prodotto in laboratorio (anche se non dalla Cina), i respiratori negli ospedali scarseggiano, si introducono misure di quarantena, si fanno previsioni sui tempi necessari per la produzione di un vaccino e c’è un dibattito tra chi vorrebbe riaprire frontiere e negozi e chi no.
Si è già parlato di «romanzo profetico», ma Wright non è d’accordo. Del resto gli scienziati che si occupano di virus ed epidemie parlavano da anni della possibilità che arrivasse una nuova malattia come la COVID-19. Ci sono anche saggi divulgativi, primo fra tutti Spillover di David Quammen, attualmente nella classifica dei libri più acquistati, che spiegano che l’arrivo di una pandemia è sempre stato questione di quando e non di se. Wright comunque non ha potuto fare a meno di ricordare che gli era stato dato del profeta anche per via di una sua precedente opera di narrativa.
Mi era già capitato di essere accusato di essere preveggente. Nel 1998 Attacco al potere, un film che scrissi insieme al regista Ed Zwick e a Menno Meyjes, rispondeva a una domanda simile: cosa potrebbe accadere se il terrorismo arrivasse in America come ha già fatto a Londra e Parigi, per non menzionare Tel Aviv? Cosa accadrebbe se succedesse a New York? Nel film, in cui recitarono Denzel Washington e Annette Bening, c’erano degli islamisti radicali dietro gli attacchi. Fu un flop al botteghino, ma dopo l’11 settembre divenne uno dei film più noleggiati negli Stati Uniti.
(…) Quella che può sembrare una profezia è in realtà il frutto della ricerca. Come scrittore, sono sempre stato più stupito dalla realtà che dall’immaginazione, quindi mi aggrappo alla scienza, alla storia e all’esperienza umana. Sia per Attacco al potere che per Pandemia ho riflettuto su cosa era successo in passato in occasione di eventi simili e ho parlato con esperti che mi aiutassero a creare una trama credibile.
Alcune cose inizialmente sembravano assurde anche a lui, ma poi per via del coronavirus ha cambiato idea:
Nel mio romanzo il virus si diffonde durante lo Hajj e la Mecca viene isolata con 3 milioni di pellegrini al suo interno. Mi preoccupavo che queste scene risultassero inverosimili, ma poi la Cina ha messo in quarantena 11 milioni di persone a Wuhan.
A un certo punto la storia di Pandemia si allontana dalla situazione che stiamo vivendo. Il morbo di Kongoli è più letale della COVID-19 (in particolare tra i giovani), anche se altrettanto contagioso, e causa un numero di morti molto maggiore, pari al 7 per cento della popolazione mondiale. Inoltre la pandemia rende più instabile una situazione geopolitica già precaria e questo porta a conseguenze molto più disastrose di quelle, pur molto gravi, a cui stiamo assistendo: tra le altre cose alcuni governi (compreso quello italiano) collassano, l’Arabia Saudita comincia una guerra con l’Iran, gli hacker russi di Fancy Bear ci mettono del loro e a un certo punto entra in gioco un sottomarino militare che ricorda il film post-apocalittico del 1959 L’ultima spiaggia.
Per alcune cose Wright sembra essere stato eccessivamente pessimista. In un’intervista con Paola Peduzzi del Foglio ha spiegato di aver sottovalutato la solidarietà tra le persone: con la pandemia da coronavirus «le persone hanno deciso di consegnare molto potere ai loro governi, hanno rinunciato a molte libertà in breve tempo e con grande serietà, sono disposte anche a cedere buona parte della loro privacy», mentre in Pandemia le persone si disinteressano dei propri vicini, abbandonano gli anziani nelle case di riposo e si dedicano allo sciacallaggio.
– Leggi anche: Cosa fu l’influenza spagnola
Per capire che genere di romanzo aspettarsi, anche dal punto di vista letterario, è utile leggere il giudizio del critico letterario del New York Times Dwight Garner. Loda l’accuratezza scientifica di ciò che dicono e fanno i personaggi e i numerosi intermezzi divulgativi che raccontano le grandi epidemie della storia, dalla peste alla spagnola, per arrivare all’AIDS, alla MERS e ad ebola; ce n’è uno che spiega come mai i vaccini si chiamano così (c’entrano le mucche, sì) e un altro che racconta la storia di Carlo Urbani, il medico italiano che capì che la SARS era una nuova malattia e poi ne morì. Garner apprezza anche il messaggio presente nel finale del romanzo (che qui non diremo) per come è svelato pian piano.
È però meno entusiasta dello stile e della forma del romanzo:
Come autore di narrativa, Wright non vi farà dimenticare che Ian McEwan, Hilary Mantel, Don DeLillo e Margaret Atwood sono ancora in circolazione. I dialoghi sono un po’ legnosi. Alcuni sviluppi psicologici si impongono in modo brusco. Uno dei personaggi principali muore senza il rilievo che avrebbe dovuto avere.
Anche Winik, secondo cui le parti più interessanti di Pandemia sono quelle divulgative, è critica sugli aspetti più letterari:
Per quanto riguarda lo sviluppo dei personaggi e il loro arco narrativo, ci sono alcune scelte discutibili. Al centro del libro c’è la vicenda di una famiglia che viene separata a lungo a causa delle restrizioni di viaggio. Mi sono sentita un po’ tradita quando alla fine la famiglia torna insieme senza una scena di ricongiungimento. E l’assurda vicenda biografica del protagonista Henry Parsons, che viene raccontata un po’ alla volta, lo rende un personaggio piatto invece che dargli profondità. Se si è fan dei thriller della scuola di Dan Brown e Michael Crichton si può trovare tollerabile questo aspetto, e magari apprezzare il libro.
Winik riflette anche sul perché uno dovrebbe leggere un romanzo su una pandemia durante una pandemia. Per qualcuno la storia di Pandemia potrebbe risultare terrorizzante, ma per qualcun altro invece potrebbe avere un effetto calmante dato che nel romanzo le cose vanno molto peggio che nella realtà.
Wright da parte sua ha detto di essere in parte orgoglioso di aver immaginato delle cose che poi si sono avverate nel mondo reale. «Mi sento però anche imbarazzato per averlo scritto», ha raccontato.
– Leggi anche: Come andò con la SARS
CYBERWAR SPIONAGGIO INFORMAZIONE DISINFORMAZIONE
Il prezzo per essere liberi dal Covid potrebbe essere lo spionaggio eterno
La salute o la privacy? A condizioni normali una non dovrebbe escludere l’altra. Eppure, al tempo del coronavirus, il rischio è proprio quello di dover scegliere quale dei due diritti conservare e quale gettare dalla torre. Nella nuova normalità evocata dai governanti è molto probabile che ai cittadini verrà chiesto di sacrificare la loro privacy in nome del mantenimento della salute pubblica.
Il gioco vale la candela? Qui si apre uno spinoso dibattito filosofico, tra considerazioni morali, etiche e scientifiche. Bloomberg ha provato a riassumere l’imminente futuro in un articolo intitolato dal titolo emblematico: ”The Price of Covid Freedom May Be Eternal Spying”. Tradotto: il prezzo da pagare per avere una vita libera dal Covid-19 potrebbe essere lo spionaggio eterno.
Perdere la privacy
Una volta che i lockdown saranno allentati, gran parte della nostra vita pre-coronavirus potrà essere recuperata senza troppi sacrifici. Certo, per un po’ cambierà il nostro modo di spostarci (tra mascherine, guanti e gel disinfettanti), di lavorare, di viaggiare e perfino di interagire con gli altri. Il distanziamento sociale diventerà un obbligo consolidato mentre i grandi eventi pubblici e privati saranno vietati fino a quando la comunità scientifica non metterà una museruola al virus.
La sottomissione degli individui ai big data avrà almeno due importanti conseguenze: la prima nel rapporto tra i cittadini e i governi, la seconda tra i consumatori e le imprese. Non è da escludere che qualche governo possa scegliere di utilizzare l’enorme quantità di dati raccolti in piena emergenza per incrementare il proprio potere sulla popolazione. Così come non è da escludere l’utilizzo da parte delle grandi aziende dell’enorme banca dati – incrementata con l’e-commerce nelle settimane di lockdown – in nome del profitto.
I media hanno elogiato democrazie come Corea del Sud e Taiwan, ma hanno dimenticato di sottolineare un particolare non da poco. L’uso di questi sofisticati software di tracciamento è situato per lo più in Asia orientale dove, per motivi culturali, uno spirito collettivista può incoraggiare un abbraccio civico e un rispetto più consapevoli nei confronti dell’operato del governo. Lo stesso potrebbe non accadere in Occidente, dove l’individuo prevale sulla società.
L’utilizzo dei dati
In un secondo momento, quando la curva epidemiologica sarà sotto controllo, i governi avranno un nuovo compito: ristabilire la fiducia nelle persone che riprenderanno a far girare il motore economico delle rispettive nazioni. Con la scusa di evitare un nuovo focolaio, gli Stati vorranno accedere agli smartphone – prosegue Bloomberg – ”con o senza consenso informato”. A quel punto potrebbe essere troppo tardi perché sarà impossibile tornare indietro.
In teoria i dati raccolti dalle autorità dovrebbero essere conservati per un tempo limitati e usati solo per motivi sanitari. Eppure c’è sempre il solito rischio: l’ombra della pandemia può cambiare le carte in tavola. A questo proposito le leggi europee sulla protezione dei dati proveranno a garantire che la raccolta e il trattamento delle informazioni personali sia condotto con responsabilità e per una durata di tempo limitata. Anche se, come la commissione per i diritti umani del parlamento britannico, c’è chi non ne è pienamente convinto.
FONTE:https://it.insideover.com/societa/il-prezzo-per-essere-liberi-dal-covid-potrebbe-essere-lo-spionaggio-eterno.html
LA MALATTIA DEGLI ULIVI ERA TUTTA UNA TRUFFA!
Gli altri indagati sono l’ex e l’attuale dirigente dell’Osservatorio fitosanitario regionale, Antonio Guario e Silvio Schito; Giuseppe D’Onghia, dirigente del Servizio Agricoltura Area politiche per lo sviluppo rurale della Regione Puglia; Giuseppe Blasi, capo dipartimento delle Politiche europee e internazionali e dello sviluppo rurale del Servizio fitosanitario centrale; Vito Nicola Savino, docente dell’Università di Bari e direttore del Centro di ricerca Basile Caramia di Locorotondo; Franco Nigro, docente di Patologia vegetale presso Università di Bari; Donato Boscia, responsabile della sede operativa dell’Istituto per la protezione sostenibile delle Piante del Cnr; Maria Saponari, ricercatrice presso lo stesso istituto del Cnr; Franco Valentini, ricercatore presso lo Iam di Valenzano.
Noi consentiamo, noi permettiamo, noi vietiamo….
Lisa Stanton – 27 04 2020
Stasera Conte ha fatto un esperimento mediatico, lanciando una provocazione fortissima agli italiani. Ora abbiamo due possibilità:
1) chinare il capo e accettare la dittatura.
2) attuare la disobbedienza.
Leggendo in mondovisione e in prima persona ci ha comunicato di aver prorogato la sospensione della Costituzione fino al 18 maggio salvo ulteriori proroghe.
Quindi una stoccata al Parlamento eletto dal popolo: ”Per quanto riguarda il voto del Parlamento, ritornerò a informare il Parlamento su tutto quello che è stato deciso a livello Europeo”.
Mezz’ora l’ha dedicata alle passeggiate, agli atleti e a chi corre. Dal 4/5 non cambierà nulla, potranno aprire solo un paio di attività minori e si potranno portare i libri contabili in Tribunale.
Il PdC non ha perso l’occasione per diffondere l’ennesima menzogna quando ha avvertito che l’Italia andrà avanti a scartamento ridotto “sino a quando non sarà disponibile un vaccino e una terapia efficace”. La terapia efficace c’è da almeno un mese, ed il vaccino non serve perché inutile.
In compenso ha detto che il governo aprirà “una stagione robusta di riforme”, una chiara minaccia. E vi ha raccomandato di non arrabbiarvi cercando colpevoli e responsabili per la gestione della fase1.
Persino la mondialista CEI, sino ad oggi supina al volere di Cesare, ha giudicato inaccettabile il protrarsi della chiusura dei luoghi di culto.
Io ho solo una domanda, Sire. Ma serviva davvero la nomina di centinaia di esperti delle task force?
FONTE: https://www.facebook.com/lisa.stanton111/posts/3155589484459306
DIRITTI UMANI
SVEGLIA!
Giovanni Bernardini – 20 04 2020
Test psicologici per tutti onde dare a Winston Conte la possibilità di verificare se il popolo bue è in grado di reggere la reclusione. Arriveranno, dicono, nelle nostre case questionari in base ai quali il nostro equilibrio mentale sarà valutato. Pare che una delle domande sia: “ritiene che la sua vita cambierà dopo l’epidemia?”
Lo vadano a chiedere a chi ha dovuto chiuder bottega…
App da scaricare sullo smartphone. Ci renderanno tutti “tracciabili”. Che bello! Conte avrà i miei dati personali! Li ricordate quando gracchiavano contro il pericolo derivante dal mettere un “like” su facebook?
Per chi non scarica la app, braccialetto elettronico o continuazione dei domiciliari!
Una signora è stata multata perché è uscita a fare la spesa ed ha speso meno di 50 euro! Ti accorgi che ti manca i pane. Esci di corsa a comprarlo… MULTATO! Hai speso 4 euro! 46 in meno del minimo consentito!
Le imprese cui sarà consentito di aprire dovranno firmare un bel modulo di autocertificazione che attesti che sono in regola con tutte le varie norme e sotto-norme. Sono la passione dell’intrepido comandante le autocertificazioni!
NON sono un giurista. Lascio ad altri il compito di cavillare su articoli e commi.
A me sembra che siamo in una situazione extra costituzionale.
Cosa aspettano le opposizioni a svegliarsi?
FONTE: https://www.facebook.com/giovanni.bernardini.75/posts/3195915697108317
ECONOMIA
UNA PILLOLA DI ECONOMIA POLITICA AI TEMPI DEL CORONAVIRUS
Maggio 13, 2020 posted by Giuseppe Palma
In uno Stato a sovranità monetaria, le tasse non servono a finanziare la spesa pubblica perché – come ovvio – lo Stato prima spende e poi incassa: la differenza tra ciò che ha speso e ciò che non ha incassato si chiama deficit pubblico, che in buona sostanza costituisce ricchezza privata. Questo sistema funziona se il Tesoro o la Banca centrale si fanno garanti dell’acquisto dei titoli di stato eventualmente rimasti invenduti sul mercato primario (quelli battuti mensilmente dal Tesoro), cioè se la banca centrale funge da prestatrice illimitata di ultima istanza. Ciò assicura, in linea teorica, tassi di interesse ragionevoli ed un rapporto debito pubblico/Pil molto basso. Vedesi l’andamento fino al 1981, prima dello scellerato divorzio Tesoro/Bankitalia.
Di contro, in uno Stato privo di sovranità monetaria, con una banca centrale che non funge per suo statuto da prestatrice illimitata di ultima istanza (il QE agisce sul mercato secondario e non su quello primario), benché anche in tal caso lo Stato prima spende e poi incassa, la spesa pubblica è finanziata dalle entrate. Ciò vuol dire che, se imprese, commercianti, artigiani e P. Iva non tornassero a lavorare in condizioni pre-virus (senza quelle scemenze dei protocolli previsti da governo e task-force), si troveranno nelle condizioni (come già lo sono ora) di non pagare le tasse. La conseguenza è ovvia: tra qualche mese saltano anche le pensioni e gli stipendi dei dipendenti pubblici, due delle voci più corpose della spesa pubblica. Le strade sono due: o lo Stato – come ha detto Mario Draghi al Financial Time a fine marzo – fa “alti e persistenti livelli di debito pubblico” per decenni, ma in tal caso servirebbe (come lo stesso Draghi ha precisato) un intervento massiccio della BCE a garanzia del maggior indebitamento, oppure salta tutto.
Il governo Conte ha solo rinviato le scadenze fiscali senza prevedere alcuno sconto o “sanatoria”. Ciò vuol dire che, di fronte alle evidenti difficoltà economiche delle imprese (che non incassando non possono pagare le tasse), l’Agenzia delle Entrate-Riscossione sarà costretta ad andare all’attacco al fine di reperire le risorse per far fronte alla spesa pubblica, desertificando il tessuto produttivo, imprenditoriale, professionale ed artigianale del Paese.
Dell’Italia non resterà nulla: chi oggi non è garantito perirà presto, chi invece è garantito vedrà venir meno i suoi diritti più avanti. E’ solo una questione di tempo.
Ora avete gli strumenti cognitivi di base per comprendere quello che sta accadendo e ciò che accadrà.
Prosit.
[di Giuseppe PALMA]
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Consigli letterari:
di Paolo Becchi e Giuseppe Palma, “DEMOCRAZIA IN QUARANTENA. Come un virus ha travolto il Paese“, Historica edizioni.
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FONTE:https://scenarieconomici.it/una-pillola-di-economia-politica-ai-tempi-del-coronavirus-di-giuseppe-palma/
FINANZA BANCHE ASSICURAZIONI
BILL GATES E LA SUA “GUERRA CONTRO I CONTANTI” SONO UNA MINACCIA PER LA NOSTRA LIBERTÀ, AVVERTE L’ECONOMISTA
11 Maggio 2020 da Redazione
Intervista con Norbert Häring (*)
Un consorzio di potenti interessi che includono Visa e Mastercard, il Fondo monetario internazionale, il miliardario Bill Gates e il Ministero del Tesoro degli Stati Uniti stanno lentamente facendo pressioni affinché i contanti vengano aboliti in tutto il mondo e sostituiti con valute esclusivamente digitali.
Il dott. Norbert Häring ha avviato una causa nel 2015 per il diritto di pagare le sue tasse alle emittenti pubbliche in contanti, causa che da allora è arrivato alla Corte di giustizia europea (CGUE). La data dell’audizione presso la CGUE è fissata per il 15 giugno 2020.
Intervista al dr. Häring
–Sputnik: Spiegare – per coloro che non sanno nulla sull’argomento – di cosa tratta la campagna per abolire il denaro e chi sono i giocatori principali.
Norbert Häring: A partire dal 2005 la “guerra al denaro”, come la chiamavano, era solo una strategia commerciale dichiarata di Visa e Mastercard per disincentivare l’uso del denaro, perché lo vedono come il principale concorrente per le loro carte di credito . Da allora, circa il 2011 questo tipo di discorso si è fermato completamente.
Invece queste banche sono entrate in una coalizione con il governo degli Stati Uniti, la Bill and Melinda Gates Foundation e la Citibank e hanno formato la “Better Than Cash Alliance” per perseguire l’obiettivo della eliminazione del denaro contante . Ma ora lo fanno con il preteso obiettivo di aiutare i poveri includendoli finanziariamente.
Ci sono moltissimi istituti accademici, istituzioni e governi che si sono posti come parti standard in questa lotta contro il denaro contante , sia con i soldi di Gates e gli altri membri della Better Than Cash Alliance sia con il muscolo diplomatico del governo degli Stati Uniti, o con entrambi.
–Sputnik: Perché lo fanno?
Norbert Häring: l’interesse del settore finanziario nella vendita dei propri prodotti anziché in contanti è evidente. Le società IT vogliono i dati che [vanno] con la digitalizzazione [di contanti] e il governo degli Stati Uniti vuole il potere di sorveglianza e sanzionatorio che accompagna la digitalizzazione dei pagamenti. Gli altri paesi che cooperano apprezzano anche l’aspetto di riuscire a ottenere più potere di sorveglianza sulle loro popolazioni.
La disastrosa demonetizzazione dell’India del 2016 è stata una fase drammatica
–Sputnik: Hai scritto su come l’India è stata utilizzata come “cavia” su larga scala per eliminare i contanti. Puoi descrivere brevemente cosa è successo lì e chi c’era dietro?
Norbert Häring: Nel novembre 2016, il primo ministro Narendra Modi è andato in TV dichiarando “demonetizzate” tutte le banconote, tranne le più piccole, con solo 4 ore di preavviso. Questo significava che non potevi più pagare con loro. Dovevi portarli in banca. Questa misura ha portato a giorni di caos e mesi di estrema scarsità di liquidità in un paese in cui metà della popolazione non ha nemmeno un conto bancario e il 90 percento dei pagamenti viene effettuato in contanti.
L’obiettivo preteso era di colpire coloro che accumulavano [denaro dal mercato nero]. Questo è fallito completamente. In poche settimane il governo è passato all’obiettivo dichiarato di “inclusione finanziaria” e di modernizzazione del sistema finanziario. Hanno piantato storie nei media per far sembrare che fosse un piccolo gruppo di indiani intorno a Modi a pensarci.
Tuttavia, nel mio blog e nel mio libro, ho indicato una serie di collaborazioni molto strette di “inclusione finanziaria” della banca centrale indiana con la Gates Foundation, il governo degli Stati Uniti e altre istituzioni anti-contanti statunitensi.
–Sputnik: la Bill and Melinda Gates Foundation sembra essere uno degli attori chiave in questa crociata per un mondo senza contanti. Sappiamo per quale motivo sembrano così impegnati in questo progetto?
Bill Gates il profeta dei vaccini e del controllo di massa
Norbert Häring: Se pensi a Gates come a una persona Microsoft, c’è l’interesse di Microsoft e di altre società statunitensi-IT coinvolte, digitalizzando tutto per fare più affari e ottenere più dati sensibili delle persone. I dati finanziari sono tra i dati più preziosi.
Bill Gates è anche un partecipante di spicco in molti gruppi e riunioni di sicurezza nazionale. È chiaramente una sorta di finto patriota, che tiene molto a cuore gli interessi della sicurezza nazionale degli Stati Uniti (della sua elite più che altri). E questi sforzi sono intesi come promossi dall’ottenere più dati e da un maggiore controllo su quanto il resto del mondo sta facendo.
–Sputnik: COVID-19 e “The Great Lockdown” vengono utilizzati per spingere ulteriormente la “guerra al denaro”?
Norbert Häring: Sì, certo, è molto usato in questo senso. Le banche stanno conducendo campagne di mailing e internet, dicendo ai loro clienti che il denaro è sporco e le carte o le soluzioni di pagamento mobile non lo sono. Lo fanno nonostante la mancanza di prove che il virus possa essere trasmesso dai contanti. La maggior parte degli esperti di salute afferma che [contanti] non è un canale rilevante [per il virus].
–Sputnik: Quali sono le tue preoccupazioni sul fatto che il mondo si stia allontanando dai contanti. Non è più conveniente se tutti possiamo detenere e utilizzare la nostra valuta in modo digitale?
Norbert Häring: Certo, è conveniente. Nessuno impedisce ad alcuno di usare denaro digitale. Lo uso anch’io. Solo alcune aziende, che considerano elevate le commissioni degli istituti finanziari, non accettano denaro digitale. Questo è uno dei motivi per cui questi intermediari finanziari vogliono eliminare i contanti. In modo che possano aumentare i loro prezzi, il che non è nel nostro interesse.
Ancora più importante: tutto quello che paghiamo [per] digitalmente viene registrato, visto e archiviato da vari fornitori di servizi e finisce nelle informazioni del nostro conto bancario. Se non è più possibile utilizzare denaro contante, le informazioni del nostro conto bancario saranno un registro quasi completo della nostra vita. Chiunque abbia il potere di esaminarlo, che sviluppa un interesse per noi in qualsiasi momento, può vedere dove siamo stati e cosa abbiamo fatto per ogni giorno e ora, decenni nel passato.
Molte persone pensano correttamente che nessuno con il potere di farlo svilupperà mai abbastanza interesse per loro. Tuttavia, devono rendersi conto che significa anche qualcosa per loro, se devono vivere in una società, in cui ogni persona di qualsiasi importanza è totalmente trasparente per i potenti e può quindi essere ricattata o distrutta da loro a piacimento. Ciò è incompatibile con la democrazia e una società libera.
–Sputnik: sei direttamente coinvolto in una sfida legale relativa alla possibilità di pagare la tassa obbligatoria per le emittenti pubbliche in Germania utilizzando denaro contante. Il caso sarà presto ascoltato dalla Grande Camera della Corte di giustizia europea. Puoi spiegare brevemente il significato di questo caso e perché l’hai portato davanti alla corte suprema dell’UE?
Norbert Häring: Non l’ho portato alla Corte di giustizia. Il caso è stato portato al più alto tribunale amministrativo in Germania, il Bundesverwaltungsgericht . Hanno concordato con me per quanto riguarda il diritto tedesco, ma non erano sicuri di come il diritto tedesco sia conforme al diritto europeo e quindi hanno posto il caso dinanzi al più alto tribunale dell’UE.
Lo sto facendo perché voglio difendere il diritto all’utilizzo del contante e ho scoperto che molte delle misure adottate per rendere il contante scomodo e difficile da usare violano lo status delle banconote e monete in euro come moneta a corso legale.
Se vinco il giudizio, i sostenitori della campagna anti-contanti avranno più difficoltà. Le agenzie e gli uffici governativi – inclusa l’autorità fiscale – non potranno più rifiutare di prelevare denaro o di addebitare un costo aggiuntivo, come fanno sempre più spesso. Misure come i limiti massimi sui pagamenti in contanti diventeranno abbastanza discutibili, legalmente, se vinco. In questo caso potrebbe non essere possibile introdurne di nuovi.
–Sputnik: quanto successo è stato finora l’impulso ad andare senza contanti, c’è resistenza e se sì da dove viene?
Norbert Häring: è un processo lento ma di successo nella maggior parte dei paesi ricchi con democrazie funzionanti, perché le persone si preoccupano molto del loro diritto all’utilizzo del denaro. A causa di questa resistenza della popolazione, possono utilizzare solo misure indirette, come le normative per le banche che rendono i contanti più scomodi e costosi per loro, un costo che trasferiscono ai clienti. C’è stato anche un documento del FMI che raccomanda tali misure indirette per aggirare la resistenza della popolazione.
Poiché i nemici del denaro contante operano con cautela e i politici protestano sempre che nessuno vuole portarci via i nostri soldi, la resistenza politica organizzata non è ancora un grande fattore.
A destra, dove le persone sono più sospettose nei confronti del governo, c’è un po ‘di resistenza, perché vedono la minaccia alle libertà civili. La sinistra, purtroppo, è totalmente “ingenua” in questo senso e prostrata alla finanza.
*Norbert Haering ha conseguito un dottorato di ricerca in economia ed è cofondatore e condirettore della World Economics Association, la seconda più grande associazione di economisti al mondo. Il dott. Häring è giornalista finanziario, blogger e autore di libri popolari di economia.
I suoi due libri più recenti hanno riguardato la campagna per l’abolizione del denaro. L’ultimo “ Schönes neues Geld ” (Brave new money) pubblicato in tedesco nel 2018 è appena uscito anche in cinese.
Fonte: Sputnik
Traduzione: Luciano Lago
FONTE:https://www.controinformazione.info/bill-gates-e-la-sua-guerra-contro-i-contanti-sono-una-minaccia-per-la-nostra-liberta-avverte-leconomista/
CRISI DA CORONAVIRUS: È GIUNTA L’ORA DEI MINIBOT?
Di solito scrivo i miei articoli per Difesa Online indicando con cura tutte le fonti per “appoggiarli” su fondamenta solide e verificabili. Stavolta, scrivo citando me stesso: non possiamo accettare il rischio di strumenti finanziari nuovi e di cui non sappiamo la sostenibilità; secondo, non riusciremo a uscirne in tempi brevi, quindi la parola “rapidamente” non si applica a questa situazione. C’è poi la non trascurabile questione che chi paga decide e che quindi se l’UE paga direttamente il conto avrebbe la facoltà di decidere come investire per l’emergenza e la “ricostruzione”1.
Per ovviare al rischio intollerabile di appoggiarsi al credito europeo sotto forma di Eurobond o Coronabond, avevo quindi suggerito che il nostro Governo potrebbe così realizzare delle massicce emissioni di titoli a scadenza trentennale o addirittura dei century bond, con cui coprire il costo della “ricostruzione”.
Detta emissione di century bond, con valore nominale fisso e valore effettivo legato a un paniere di titoli e indici europei e internazionali, potrebbe essere aperta anche a tutti, in Italia e all’estero, sotto forma di titoli di importo pari a duecento euro cadauno, rimborsabili al portatore nell’anno 2120, tracciabili con i moderni strumenti elettronici a mezzo di un chip e trasferibili tra privati o tra privati e la pubblica amministrazione in modo illimitato, a parte appunto la formalità antiriciclaggio del tracking.
L’operazione potrebbe essere obbligatoriamente sottoscritta da tutti i cittadini con redditi medio-alti e alti, a mezzo di un contributo di solidarietà proporzionale al reddito volto all’acquisto di alcuni century bond. Dato che i contribuenti con redditi lordi sopra i centomila euro pur essendo all’incirca il 4% del totale pagano un terzo del gettito IRPEF2, permetterebbero di raccogliere una somma importante, prima ancora di accedere al mercato o rivolgersi alla BCE per un auspicatissimo quantitative easing nel mercato primario. Soprattutto, detta operazione non avrebbe effetti deflattivi o recessivi, in quanto il titolo sarebbe, come detto, trasferibile, quasi come denaro liquido. In teoria, un governante coraggioso potrebbe spingersi fino a convertire obbligatoriamente in un singolo titolo un importo di duecento euro ogni diecimila euro depositati sul conto corrente. Ricordiamo che gli italiani hanno oltre 1.500 miliardi sui conti correnti.
Onde evitare l’accusa di aver emesso una nuova valuta, non compatibile con l’euro circolante, e per ovviare al problema del pagamento delle imposte a mezzo di debito statale, lo Stato potrebbe costituire un fondo sovrano, non di diritto italiano, con finalità gestionali, e garantito con il diritto di gestione di una parte del patrimonio demaniale, patrimonio che fra le altre cose dovrebbe incaricarsi di valorizzare e rendere produttivo. In pratica, lo Stato perderebbe la gestione ma non il possesso di asset privi di redditività, concedendoli a un ente il cui compito è appunto il renderli degli asset finanziariamente attivi.
I soldi raccolti NON dovrebbero servire direttamente al sostentamento dei bisognosi o dei meno capienti, per la realizzazione di opere a fondo perduto o per progetti, per così dire, politici, per i quali lo Stato ha altri strumenti, fra cui il debito sovrano e il prelievo fiscale, ma allo sviluppo dell’industria, dei servizi e dell’agricoltura nel nostro Paese, soprattutto per favorire le PMI a medio e alto valore aggiunto. Insomma, niente soldi per carrozzoni decotti, per cattedrali nel deserto o per piccole aziende decotte ma controllate da “amici”, ma per progetti fondati sull’esperienza nella gestione, sull’innovazione e sull’avanzamento economico e tecnologico del Paese. Così, usciremmo dalla crisi più forti di prima.
Chiedo la luna?
FONTE:https://www.difesaonline.it/geopolitica/analisi/crisi-da-coronavirus-%C3%A8-giunta-lora-dei-minibot
GIUSTIZIA E NORME
Cosa cambia da lunedì 18 maggio: anticipazioni sul nuovo DPCM
Antonio Cosenza 12 Maggio 2020
Nuova fase due, manca poco al DPCM che farà chiarezza su cosa cambierà dal 18 maggio. Secondo le ultime indiscrezioni si potranno incontrare gli amici e spostarsi verso le seconde case; dovrebbero riaprire anche parrucchieri, bar e ristoranti.
Cosa cambia da lunedì 18 maggio: anticipazioni sul nuovo DPCM
Cosa cambia dal 18 maggio?
Manca meno di una settimana alla data in cui dovrebbe esserci un nuovo allentamento delle misure restrittive, con la riapertura di diverse attività (negozi compresi). A pochi giorni dall’inizio di quella che si preannuncia essere una nuova fase due (per la “fase tre” è ancora presto) cominciano a delinearsi ulteriori dettagli su cosa cambierà dal prossimo lunedì.
In ogni caso bisognerà attendere il nuovo DPCM che Giuseppe Conte dovrebbe presentare in conferenza stampa; sarà qui, infatti, che il Presidente del Consiglio farà chiarezza su chi riapre dal 18 maggio e su cosa si potrà fare.
Tuttavia, già nel corso della conferenza stampa di fine aprile con cui il Presidente del Consiglio ha annunciato l’inizio della fase due sono state anticipate alcune novità che sarebbero state introdotte da lunedì 18 maggio, così come su cosa sarebbe cambiato dal 1° giugno 2020.
Nel dettaglio, secondo il percorso indicato dal premier, il 18 maggio ci dovrebbe essere la riapertura di tutte le attività commerciali, mentre per parrucchieri, bar e ristoranti si sarebbe dovuto aspettare fino agli inizi di giugno per la ripartenza. Rispetto ad allora, però, l’orientamento del Governo è leggermente cambiato, vediamo perché.
Nuova fase due dal 18 maggio: cosa cambia
La fase due iniziata ufficialmente dal 4 maggio 2020 cambierà dal 18 maggio: è questa, infatti, la data che segnerà un nuovo allentamento delle misure introdotte per la limitazione dei contagi da coronavirus.
Una delle novità più importanti è quella che riguarda la ripresa di tutti i negozi per la vendita al dettaglio: questo significa che dal 18 maggio 2020 si potrà tornare a fare shopping, nel rispetto però delle misure di sicurezza. Regole necessarie che i commercianti dovranno rispettare se non vogliono che – in seguito ad un controllo da parte delle autorità – venga disposta una nuova chiusura.
Quindi, mentre oggi si può uscire di casa solamente per motivi di necessità, dal 18 maggio gli spostamenti dovrebbero essere più liberi. Per gli spostamenti, sia all’interno che fuori dalla Regione, dovrebbe comunque restare l’obbligo dell’autocertificazione, alla quale potrebbe aggiungersi persino un nuovo modello per le famiglie.
Non ci saranno, o almeno non ci dovrebbero essere, novità per gli spostamenti da Regione a Regione; non sarà il 18 maggio, infatti, la data in cui saremo autorizzati ad uscire dalla Regione di residenza, in quanto sembra che il Governo voglia aspettare almeno fino al 25 maggio prima di consentire questi spostamenti anche solo per motivi di necessità (oggi uscire dalla Regione è possibile solamente per motivi di lavoro, di salute e di assoluta urgenza).
Il Governo sta anche valutando di autorizzare le visite agli amici (e non più ai soli congiunti), così come di permettere gli spostamenti nelle seconde case (che dovranno essere comunque nella Regione di residenza).
Dal 18 maggio, poi, dovrebbe esserci la ripresa degli allenamenti di gruppo, un passo avanti importante verso quella che potrebbe essere la ripresa del campionato di Serie A.
Dal 18 maggio riaprono bar, ristoranti e parrucchieri?
Ci sono molte possibilità riguardo ad un’anticipazione della data di riapertura di parrucchieri, barbieri e centri estetici, così come per bar e ristoranti. D’altronde già gli enti locali stanno intervenendo a tal proposito: ad esempio, il Comune di Roma ha autorizzato i parrucchieri a riprendere già da lunedì 18 maggio.
Nel dettaglio, dopo giorni di trattative il Governo ha dato maggiore autonomia alle Regioni, stabilendo che – in base allo stato dei contagi e all’indice di rischio sul territorio – queste saranno libere di prevedere piani differenziati per la riapertura delle attività. Ci saranno comunque delle regole uniche per tutto il territorio nazionale; inoltre, viene stabilito che in caso la curva dell’andamento dei contagi dovesse rialzarsi allora il Governo potrà intervenire per chiudere nuovamente le attività.
Le Regioni, quindi, potranno autorizzare la riapertura di altre attività oltre a quelle commerciali, come ad esempio parrucchieri, barbieri e centri estetici, ma anche ristoranti e bar.
FONTE:https://www.money.it/cosa-cambia-18-maggio-nuovo-DPCM
DENUNCIA ALLA COMMISSIONE UE
Augusto Sinagra – 27 04 2020
Il mio Studio legale ha inviato alla Commissione europea a Bruxelles una richiesta di procedura di infrazione contro lo Stato italiano per illegittimità della ratifica del Trattato MES in quanto violativa proprio del Trattato di Lisbona e contraria ai principi fondamentali e alle finalità della stessa Unione europea.
Si riporta di seguito la parte introduttiva della richiesta.
“ALLA COMMISSIONE DELL’UNIONE EUROPEA
SEGRETARIATO GENERALE
B-1049 Bruxelles (anticipata a mezzo pec: SG-PLAINTES@ec.europa.eu)
ISTANZA DI PROCEDURA DI INFRAZIONE EX ART. 258 TFUE
Con il presente atto si denuncia lo Stato italiano che all’esito della ratifica del Trattato istitutivo del Meccanismo Europea di Stabilità ha violato (e viola) gli artt. 2, 3, comma 3, 4, comma 3, 48, comma 6, tue, oltre che per violazione degli artt. 145 ss. TFUE e 151 ss. TFUE, artt. 1, 31, 33, 34 e 35 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.
Denuncianti: prof. Avv. Augusto Sinagra,
Prof. Avv. Anna Lucia Valvo,
entrambi con Studio a Roma (Italia) in Viale Gorizia, 14, 00198.
Telefoni: 0039 06 8412353; 0039 06 8848151:
Mail: studio@sinagrasabatinisanci.it;
annaluciavalvo@gmail.com;
pec: augustosinagra@ordineavvocatiroma.org.
Cittadinanza: italiana
Normativa violata: quella prima indicata”.
Chi volesse copia dell’intero documento (circa 6 pagine) comunichi il suo indirizzo di posta elettronica.
Chiunque potrà aggiungere la sua sottoscrizione e inviarlo alla Commissione europea a Bruxelles via e mail.
Il mio Studio legale è, come si vede, impegnato in tutti i modi a contrastare la attuale deriva democratica in danno dello Stato sociale, dei lavoratori e delle imprese medie e piccole ormai in piena disperazione economica.
FONTE: https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=2529112204071514&id=100009182787667
IMMIGRAZIONI
Fidanzati aggrediti da nordafricani
Giovanni Bernardini – 29 04 2020
Due giovani fidanzati vengono aggrediti da un branco di teppisti. Lui viene violentemente colpito da calci e pugni che lo riducono molto male. Lei è campionessa di arti marziali. Si difende egregiamente e cambia i connotati a molti aggressori.
La notizia è di un paio di giorni fa. Offrirebbe spunto a considerazioni femministe, quelle che trovano largo spazio sui media. Invece no. I media la trattano sbrigativamente, i TG ne parlano una, al massimo due volte, in tutta fretta. Nessuno fa alcuna considerazione generale.
Come mai?
Semplice, i teppisti che hanno aggredito la coppia sono NORDAFRICANI
Si tratta quindi di semplice cronaca. Una notiziola fra le altre.
Proviamo ad invertire la situazione. Una coppia di giovani nordafricani è aggredita da un banco di teppisti italianissimi.
Immaginiamo i titoli sui giornali? I servizi su tutti i TG?
Sbaglio a pensare che in un caso simile ci sarebbero state prese di posizione di celebri “intellettuali”, interrogazioni parlamentari, alte grida di sdegno contro il “razzismo dilagante”, accuse, ma guarda un po’, a Salvini?
Invece gli aggrediti erano italiani, gli aggressori nordafricani e va già bene se la ragazza coraggiosa, ed abile nel menare, non viene accusata di “razzismo” o di “eccesso colposo di legittima difesa”.
https://www.facebook.com/sisto.ceci.94/posts/257756601963022
PANORAMA INTERNAZIONALE
SUL PAGAMENTO DI RISCATTO AD OSTAGGI, ANCHE ALL’ESTERO
12 MAGGIO 2020 posted by Giuseppina Perlasca
Ricordiamo il D.L. 15 gennaio 1991, n. 8. “Nuove norme in materia di sequestri di persona a scopo di estorsione e per la protezione dei testimoni di giustizia”, che recita :
Articolo 1) Sequestro dei beni utilizzabili per far conseguire il prezzo del riscatto
1. Quando si procede per il delitto di sequestro di persona a scopo di estorsione, il pubblico ministero richiede ed il giudice dispone il sequestro dei beni appartenenti alla persona sequestrata, al coniuge e ai parenti e affini conviventi. Il pubblico ministero può altresì richiedere ed il giudice può disporre il sequestro dei beni appartenenti ad altre persone quando vi è fondato motivo di ritenere che tali beni possano essere utilizzati, direttamente o indirettamente, per far conseguire agli autori del delitto il prezzo della liberazione della vittima.
2. Si osservano le disposizioni relative al sequestro preventivo. Il sequestro ha la durata massima di un anno, ma, prima della scadenza, può essere rinnovato se permangono i fondati motivi di cui al comma 1. In ogni caso, il sequestro è revocato, su istanza di un interessato o del pubblico ministero, quando risulti cessata la permanenza del reato
3. Il sequestro dei beni non comporta limitazioni ai poteri di amministrazione e di gestione, ai diritti di godimento dei beni medesimi e non incide sui rapporti giuridici preesistenti. In caso di necessità o quando ne sia fatta richiesta per motivi familiari, professionali, economici o imprenditoriali, il giudice, sentito il pubblico ministero, può autorizzare atti di disposizione aventi ad oggetto beni sottoposti al sequestro.
4. Le disposizioni dell’ articolo 379 del codice penale si applicano nei confronti di chi, al di fuori delle ipotesi previste ai commi 1 e 2 dell’ articolo 7 e di concorso nel delitto di sequestro di persona a scopo di estorsione, si adopera, con qualsiasi mezzo, al fine di far conseguire agli autori del delitto medesimo il prezzo della liberazione della vittima
4-bis. Non è punibile chi ha posto in essere la condotta indicata nel comma 4 in favore del prossimo congiunto il prezzo della liberazione della vittima.
La norma è applicabile anche all’estero. Il Comma 4 prevede che anche chi si presta a pagare il riscatto a per terzi compie un reato, richiamando dall’articolo 379 de Codice Penale, che dice:
Chiunque, fuori dei casi di concorso nel reato e dei casi previsti dagli articoli 648, 648 bis e 648 ter aiuta taluno ad assicurare il prodotto o il profitto o il prezzo di un reato, è punito con la reclusione fino a cinque anni se si tratta di delitto, e con la multa da euro 51 a euro 1.032 se si tratta di contravvenzione.
Quindi ci sarebbe, magari, qualcosa da dire….
FONTE:https://scenarieconomici.it/sul-pagamento-di-riscatto-ad-ostaggi-anche-allestero/
Gli infingardi di Bruxelles
di Massimo Riva – “Repubblica” – 14 aprile 2020
Secondo indiscrezioni, gli uffici del nostro ministero degli Esteri stanno preparando un corposo dossier sui paradisi fiscali che prosperano da anni indisturbati all’interno dell’Unione europea. L’idea sarebbe quella di gettare gli sconcertanti risultati di questa indagine sul tavolo dei negoziati in corso a Bruxelles sulla crisi innescata dalla pandemia in corso. È evidente che nel mirino dell’iniziativa c’è soprattutto un Paese: l’Olanda. Il cui governo, da settimane, sta riservando una particolare, specifica e puntuale opposizione a ogni proposta che venga dall’Italia. Ma sarebbe bene che la mossa della Farnesina non si esaurisse in una sorta di derby fra Roma e L’Aia.
Il tema del “dumping fiscale” interno all’Unione è questione troppo seria e grave perché la si riduca a un gioco a due. Intanto per la rilevanza economica delle pratiche scorrette in materia, che sono tali da costituire una mina a tempo assai insidiosa per la sopravvivenza stessa della moneta unica. Analisi parziali e incomplete già stimano in non meno di dieci miliardi di dollari il gettito annuo sottratto dai Paesi Bassi al fisco degli altri soci dell’euro e solo per quanto riguarda le imposte delle multinazionali americane. Mancano cifre attendibili sugli abusi tributari delle grandi aziende interne alla Ue.
È scontato che, se colmeranno questa lacuna, gli studi in corso alla Farnesina faranno emergere cifre ben più sbalorditive.
C’è poi, non meno rilevante, il risvolto politico. L’iniziativa può finalmente strappare la finta maschera da europeista dietro la quale si celano i sovranisti della peggior specie: gli infingardi. Quelli che dicono di inorridire alle sparate nazionaliste delle Le Pen e dei Salvini e predicano la religione della leale competizione sul libero mercato, ma poi ricorrono ai più subdoli espedienti per attirare capitali in casa propria alle spalle degli altri soci dell’Unione. Si deve sperare che il nostro governo abbia ben chiaro che, quando si pone sul tavolo europeo il nodo dei paradisi fiscali interni, non si può poi fermarsi se la mossa magari produce un’improvvisa benevolenza degli interlocutori sulle richieste finanziarie italiane. Quello del “fiscal dumping” è un punto così importante per il consolidamento della moneta unica da non poter essere considerato possibile merce di scambio con qualche concessione su altri capitoli. E non solo per evidenti ragioni economiche, ma anche per i sottintesi riflessi politici. Si tratta di far saltare quel patto occulto di potere che lega alcuni Paesi del Nord e dell’Est alla Germania in una sorta di omertosa alleanza a reciproca protezione di abusi incompatibili con le regole fondamentali dell’Unione.
Sarebbe davvero una preziosa novità che un Paese come ”Italia entrasse in guerra aperta contro questo blocco d’interessi che tiene in ostaggio l’Europa intera. Ma occorre che a Roma siano consapevoli di imbarcarsi in una lotta di lunga lena. Perché non poche, a ben vedere, sono le doppiezze politiche da sradicare. Una l’ha appena richiamata, certo senza volerlo, la stessa presidente della Commissione. Interpellata sull’ennesimo decreto illiberale di Viktor Orbán ha risposto che Bruxelles è pronta a censurare la deriva autoritaria di Budapest «se» questa sarà accertata. Ma come «se»? Sono anni che il diktatore ungherese fa strame di diritti e Frau Ursula non vede e non sente? La sua risposta, da fedele portavoce del vasto complesso industriale tedesco che in terra magiara lucra su bassi salari e tasse minime, fa chiaramente intendere quanto dura s’annuncia la lotta per liberare l’Europa dai falsi europeisti.
SCIENZE TECNOLOGIE
Nuova compagnia di pandemia popolare
Come ogni racconto anche la narrazione epidemica sembra avere una sua morale severa e stringente: non è una pandemia per poveri. La costante di tutta la macabra fiaba che ci stanno raccontando su una sindrome influenzale di gravità minore rispetto a quella del 2017 – 2018, accanto all’elefantiasi del dramma funzionale alla caduta dell’economia reale e delle libertà, contiene un inesplicabile elemento di contrasto ad ogni possibile cura che non sia il favoloso vaccino di Bill Gates o alternativamente farmaci di altissimo costo.
Ogni volta che un metodo di cura che implica farmaci o metodiche a basso costo si è rivelato efficace, su di esso si è alzata la canea di cosiddetti scienziati e luminari di regime contro chi abbia osato violare il giuramento di Ipocrita che è ormai strettamente legato a quella medicina industriale per cui il paziente è in funzione del farmaco e non viceversa.
Dalla Cina era arrivata l’indicazione per l’uso dell’idrossiclorochina in combinazione con altre principi attivi, ma subito contro di essa si è levata la voce di Anthony Fauci, quello che da quarant’anni promette un vaccino contro l’Aids mai arrivato, insomma un fallito che detta legge grazie ai miliardi del suo padrone filantropo Gates, mentre in Francia il professor Raoult, che aveva osato proporre questa cura a basso costo ha trovato una insormontabile opposizione opposizione del governo Macron. Eppure Raoult non è un virologo della domenica come i nostri, è stato lo scopritore dei virus complessi è classificato tra i dieci principali ricercatori francesi dalla rivista Nature, ovvero la rivista che tanto piace a qualche scienziatino dilettante del parterre televisivo, è anche tra i ricercatori più influenti nel campo della microbiologia e le sue pubblicazioni sono tra le più consultate su riviste accademiche. Poco dopo è stata proposta in alcuni ospedali italiani, sulla base di protocolli già sperimentati, una diversa visione della malattia, che comunque è abbastanza tipica delle sindromi influenzali e che porta a un trattamento con eparina e antinfiammatori, il che ha ridotto in maniera drastica l’ospedalizzazione: ma anche qui è cominciato l’abbaiare dei cani di regime che negavano ogni efficacia a questo approccio, prima di scoprire che lo stesso Oms lo prevedeva. Insomma come si direbbe alla corte di Inghilterra una figura di merda che però non ha scalfito di una briciola il prestigio della Nuova compagnia di pandemia popolare che si esibisce ogni giorno e in tv e sui giornali con grande successo: si vede che la sostanza marroncina si mimetizza bene su certe figure.
Adesso tocca alla cura sierologica essere sotto accusa, insieme al prof. De Donno, subito silenziato, benché essa sia comunemente usata da decenni contro tutte le malattie infettive.
Gli argomenti usati sono ridicoli e consistono nel dire che non c’è abbastanza plasma con gli anticorpi, cosa di per sé falsa visto che i guariti sarebbero 85 mila, ammesso che queste cifre abbiano qualche senso nell’immenso bordello numerico che si è creato, probabilmente con dolo, ma che svela come questi scienziati ignorino che anche gli anticorpi possono essere moltiplicati con la tecnica della clonazione di immunoglobuline. In realtà la vera controindicazione consiste nel fatto che la cura costa solo 80 euro: una vergogna che una vita umana costi così poco e che non ci si possa arricchire.
Una persona dotata di un minimo senso critico si domanderebbe come mai tutte queste polemiche terapeutiche quando si tratta di salvare vite umane nel corso di una drammatica pandemia.
E andandosi a leggere i dati scoprirebbe che si tratta di una sindrome influenzale iperdrammatizzata ed utlizzata per molti scopi il primo e il più ovvio dei quali è quello di vaccinare tutti con profitti giganteschi a fronte di spese modeste per un vaccino approntato in poco tempo e che nel migliore dei casi sarà inutile vista la variabilità del virus. E per questo che tutte le cure a basso costo vengono scartate e ostracizzate da medici scelti dalla politica e che starnazzano come le oche. Inoltre la scoperta di cure efficaci toglierebbe la patina millenaristica all’epidemia e non consentirebbe di imporre ancora e ancora misure assurde che servono per azzerare la piccola economia diffusa. Ma d’altronde se non si ha un sistema immunitario mentale forte, si è facile preda delle patologie sociali e mediatiche.
https://ilsimplicissimus2.com/2020/05/07/nuova-compagnia-di-pandemia-popolare/
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IL GRANDE INGANNO AFFARE DEI VIRUS
[VIRUS]
[VACCINI]
Posted by Marcello Salas
FONTE:https://compressamente.blogspot.com/2020/05/nuova-compagnia-di-pandemia-popolare.html
Sette miti sul Covid-19
7 MAGGIO 2020
Copio e incollo questo pezzo dell’amico Leopoldo Salmaso, che conosco personalmente. Leopoldo è un medico infettivologo, attuamente in pensione, ma tuttora attivo nel volontariato in Africa, che fa da anni. Fra l’altro è anche autore di un libro sul signoraggio, “Il golpe latino”, dove, in forma romanzata, spiega il meccanismo perverso di creazione del denaro dal nulla.
Originale qui.
DI LEOPOLDO SALMASO
La pan(ico)demia da Covid-19 è stata scatenata in tutto il mondo dai media mainstream che la rinfocolano pervicacemente, complice il miscuglio di ignoranza/malafede di tanti “esperti da talk-show”, complice il miscuglio di incoscienza/malafede dei politici, complice l’esasperata sottomissione delle popolazioni.
Tutto ciò si regge su alcuni miti, veri e propri dogmi di fede che comportano la scomunica di chiunque osi anche solo metterli in dubbio. Vediamo i principali:
Mito n° 1: “Lo dice l’OMS”
L’OMS non ha mai dichiarato lo stato di pandemia. Nessun documento protocollato da parte degli organi che ne hanno la competenza: Assemblea Generale (art. 21a[1] dello statuto OMS) o Consiglio Direttivo (art. 28i[2]). Esiste solo una conferenza stampa del Direttore Generale Ghebreyesus che il 11/3/2020 dice: “Abbiamo valutato che Covid-19 può essere caratterizzato come una pandemia”. Questa non è neppure “carta straccia” come i DPCM del signor “Giuseppi” Conte: questa è “parola straccia”.
WHO characterizes COVID-19 as a pandemic(video)
Mito n° 2: “Un aumento eccezionale dei morti”
L’ISTAT ha pubblicato tre set di dati parziali, non confrontabili perché riferiti a periodi diversi, su campioni selezionati di comuni, il 31/3, il 16/4 e 17/4. Questi rapporti incominciano a rilevare l’aumento di mortalità riferibile principalmente alle “mattanze colpose da lockdown” (anziani abbandonati nelle case di riposo, con divieto di contatti con coniugi-figli-altri). Quei comunicati dell’ISTAT hanno generato grande confusione sui media mainstream, con ripetute correzioni. L’ISTAT è sotto pressione crescente e rinvia al 30/4 per un nuovo rapporto che, andreottianamente pensando, sarà ancora più ermetico?… Intanto abbiamo una cifra provvisoria di 23.188 morti, e un ulteriore rinvio al 4/5[3]. Domanda: che differenza c’è fra questi 23.188 morti (in 70 giorni) e i 19.179 morti registrati nei soli 31 giorni di Gennaio 2017? La risposta mi pare evidente: quelli del 2017 non si prestavano né a far guerra alla Cina, né a comprare a man bassa nelle borse di tutto il mondo, né a stringere la morsa del controllo su 7 miliardi di umani.
Mito n° 3: “Morti a causa di Covid-19”
L’ISS ha aggiornato al 23/4/2020 i dati risultanti dall’analisi delle cartelle cliniche di 2401 su 23.188 persone decedute con un esame positivo per SARS-CoV-2.
Risultato: l’età media di quelle persone era di 79 anni; il 96,2% presentava almeno un’altra grave patologia soggiacente (e il 61% presentava tre o più altre patologie). Il mainstream riferisce poco e male. Milena Gabanelli su Corriere.it (rilanciato da mainstream e social) legge i dati alla rovescia: dice che i morti PER Covid-19 “sono molti di più dei 23.188” perché bisogna aggiungere “i pazienti che non sono stati tamponati (sic!) e quelli deceduti per effetti collaterali del coronavirus (sic!): infarti, ictus, aneurismi, e altre patologie”. Con tutta evidenza, è la positività del tampone un “accidente collaterale” delle ben più gravi patologie soggiacenti: le linee guida internazionali sono estremamente chiare nello stabilire che, fra tante cause concomitanti, si debba registrare “come causa di morte, la principale malattia soggiacente”[4] . Quindi i dati, nella più catastrofica delle ipotesi, vanno interpretati così:
– Morti con sola positività del tampone, senza patologia soggiacente = 881 (3,8% di 23.188);
– Morti “non tamponati”, senza patologia soggiacente = 881 (volendo regalare un 100% di sottostima alla signora Gabanelli col suo sciagurato consulente);
– Morti con tampone positivo, con almeno una patologia soggiacente = 22.307 (96,2% di 23.188).
In conclusione, i casi di morte variamente attribuiti a SARS-CoV-2 sono sovrastimati di almeno il 2.600%, mentre la sottostima è di una grandezza risibile, al confronto.
Mito n° 4: “Sono morti 150 medici”
La FNOMCEO pubblica un elenco aggiornato dei medici “caduti (sic!) nel corso dell’epidemia da Covid-19”. Sono 151 nel periodo 11/3-26/4/2020. Fra di loro un solo anestesista ancora in attività (causa di morte non nota); un epidemiologo, 38 anni, morte improvvisa (infarto/ictus?); nessun medico dei reparti di malattie infettive.
La stragrande maggioranza erano pensionati, medici di medicina generale: tutto esattamente in linea con le statistiche di ogni anno. Se ogni ordine professionale pubblicasse l’elenco dei suoi “caduti” nel medesimo periodo, avremmo percentuali esattamente sovrapponibili.
Mito n° 5: “Svedesi incoscienti e untori!”
L’ambasciata di Svezia in Italia ha deplorato la “spirale di disinformazione su media autorevoli in Italia”, con riferimento a un’ondata di critiche sulle strategie di contenimento di Covid-19 adottate in Svezia, che sono molto più blande di quelle italiane. Nessun altro paese al mondo adotta restrizioni severe come l’Italia, neppure Belgio e Spagna che pure registrano più morti “con tampone positivo” dell’Italia. Né si può tacere su misure nostrane demenziali come il divieto di passeggiare da soli nei boschi, perfino nei paesini di montagna[5].
Mito n° 6: “I nipotini uccidono i nonni”
Questa è forse la più infondata e demenziale fra tutte le “previsioni” su cui si basano le decisioni del governo, soprattutto per la fase 2:
come definire altrimenti le “previsioni” secondo cui 48.000 nonni finirebbero in rianimazione se rimandassimo a scuola i nipotini? Codesti “esperti” non hanno ancora capito che tanti nonni li abbiamo ammazzati proprio intubandoli invece che trattandoli a domicilio con un blando anticoagulante e poco più[6]? Anche l’esperienza della Svezia attesta che tenere le scuole aperte non è affatto pericoloso. Anzi, tenere aperte le scuole sarebbe una delle decisioni col miglior rapporto benefici/costi[7] ai fini del superamento dell’emergenza. Per la lettura della tabella che segue, vedere qui.
http://tlaxcala-int.org/upload/gal_22132.jpg
Note
[1] The Health Assembly shall have authority to adopt regulations concerning: (a) sanitary and quarantine requirements and other procedures designed to prevent the international spread of disease.
[2] [The Board] …may authorize the Director-General to take the necessary steps to combat epidemics…
[3] https://www.istat.it/it/archivio/242055
[4] https://www.dimdi.de/dynamic/en/classifications/icd/icd-10-who/instruction-manual/
[5] https://www.ansa.it/valledaosta/notizie/2020/04/21/coronavirus-magistrati-aosta-passeggiate-non-sono-illeciti_57cfbed6-37c8-48b9-939f-208bb03fcced.html
[6] https://www.sforl.org/wp-content/uploads/2020/03/WUHAN-Experience.pdf
[7] http://tlaxcala-int.org/article.asp?reference=28496
Mito n° 7: “Ma ci salverà il vaccino!”
Questo è il mito dei miti, il mito al quadrato(mito)2, anzi, il mito alla settima potenza (mito)7 visto che i precedenti miti trovano ragion d’essere anche soprattutto per questo scopo: vendere vaccini a 7 miliardi di cavie umane e, meglio ancora, controllarle col vaccino-cerotto-microchip?[xii],[xiii],[xiv],[xv].
Nota semi-conclusiva:
Al momento di pubblicare apprendo che Stefano Merler, uno degli “esperti” di cui al mito n° 6, ha dichiarato ieri che la proiezione più catastrofica da loro elaborata: “non è uno scenario che noi abbiamo considerato realistico”[xvi]. Evviva la sincerità!
© Leopoldo Salmaso – Specialista in Malattie Infettive e Sanità Pubblica, già Esperto MAAEE in Tanzania
Fonte: www.comedonchisciotte.org
02.05.2020
[i] The Health Assembly shall have authority to adopt regulations concerning: (a) sanitary and quarantine requirements and other procedures designed to prevent the international spread of disease.
[ii] [The Board] …may authorize the Director-General to take the necessary steps to combat epidemics…
[iii] https://www.istat.it/it/archivio/242055
[iv] https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24291201
[v] http://old.iss.it/binary/publ/cont/ANN_18_01_13.pdf
[vi] https://www.facebook.com/INGANNATI3/videos/burioni-un-vaccino-universale-contro-linfluenza-non-esiste-per-ora-ma-speriamo-c/570363637089288/
[vii] https://www.youtube.com/watch?v=yrTm5hIXdK8
[viii] https://www.dimdi.de/dynamic/en/classifications/icd/icd-10-who/instruction-manual/
[ix] https://www.ansa.it/valledaosta/notizie/2020/04/21/coronavirus-magistrati-aosta-passeggiate-non-sono-illeciti_57cfbed6-37c8-48b9-939f-208bb03fcced.html
[x] https://www.sforl.org/wp-content/uploads/2020/03/WUHAN-Experience.pdf
[xi] http://tlaxcala-int.org/article.asp?reference=28496
[xii] http://www.tlaxcala-int.org/article.asp?reference=28497
[xiii] https://comedonchisciotte.org/cosa-devi-sapere-sul-vaccino-covid-19/
[xiv] https://go2.thetruthaboutvaccines.com/docuseries/episode-2/
[xv] https://www.geopolitica.ru/it/article/bill-gates-vaccinazioni-microchip-e-il-brevetto-060606
[xvi] https://www.laverita.info/esperti-del-governo-contro-se-stessi-i-numeri-catastrofisti-irrealistici-2645886819.html
https://www.ingannati.it/2020/05/05/sette-miti-sul-covid-19/
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Posted by Marcello Salas
FONTE:https://compressamente.blogspot.com/2020/05/sette-miti-sul-covid-19.html
STORIA
28 APRILE 2020
Augusto Sinagra – 28 04 2020
In questo giorno 28 di aprile ricorre il 75° anniversario di eventi che si conclusero nell’osceno spettacolo di Piazzale Loreto a Milano.
Piazzale Loreto a Milano è emblematicamente rappresentativo di quel che accadde prima e di quel che accadde anche dopo per lunghi interminabili mesi.
La vergogna fu dei responsabili. Il sacrificio e il martirio fu per le Vittime.
In questo giorno non posso tacere. Se lo facessi sarebbe un atto di viltà. Non sono un vile
Specialmente in questo anniversario che nella oscena limitazione di diritti e libertà costituzionali per opera di una grottesca maschera da teatro o da ospite di clinica psichiatrica ovvero esecutore bieco di ordini stranieri, ci priva anche di ogni libertà di culto.
Quest’anno dunque non sarà possibile incontrarci in Chiesa, come normalmente avveniva e avverrà negli anni a venire in centinaia e centinaia di Chiese in Italia, per ricordare nella preghiera comune i nostri Caduti. Per stare uniti e trarre l’uno dall’altro, e con il solo sguardo, reciproco conforto, forza comune e speranza nel futuro.
Ad altri e per differenti ricorrenze è stato concesso di ricordare i loro anniversari con pubbliche manifestazioni, discriminatoriamente in nostro pregiudizio.
La cosa non ci riguarda. Sono 75 anni che veniamo discriminati e molti anche perseguitati. Ma noi siamo sempre qua, sempre più numerosi e sempre più forti. Forse facciamo paura, facciamo paura per le nostre idee.
In questo giorno triste di una tristissima ricorrenza che costituisce una macchia nella storia della Nazione, non ci sarà possibile partecipare al rito della Santa Messa come era nostra consuetudine.
Allora uniamoci tutti nel pensiero e nel ricordo comune. Senza rancori, senza odio, senza vendetta.
Noi abbiamo perdonato ma non possiamo, non dobbiamo, dimenticare. La pacificazione cui noi sempre aneliamo richiede il riconoscimento delle responsabilità. Da parte di tutti.
Abbiamo perdonato perché siamo, come dico sempre, moralmente e politicamente superiori.
I nostri interlocutori non sono le “istituzioni” espressive di una democrazia inesistente, se non quando di una becera violenza politica di Stato.
Il nostro interlocutore è il Popolo, i lavoratori, i disoccupati, gli emarginati, i poveri, i bisognosi, gli assetati di giustizia sociale. Ne siamo e ne dobbiamo essere sempre i servitori.
E allora la nostra non sarà solo commemorazione di una ricorrenza sia essa triste e tragica o sia essa lieta ed esaltante.
La nostra commemorazione ci vedrà presenti ed impegnati ogni giorno perché ogni giorno assolveremo al debito di fedeltà alle nostre idee, di custodia della memoria, dell’onore per i nostri Caduti in guerra e in “pace”.
Ogni giorno saremo quelli che siamo sempre stati e che sempre saremo: strumento di redenzione dei miseri. Difensori delle vere libertà.
E il nostro messaggio, la nostra “vendetta” sarà la stessa degli anarchici scacciati da Lugano: “E voi cari compagni, amici che restate, le verità sociali da forti propagate”.
FONTE: https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=2529970350652366&id=100009182787667
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