RASSEGNA STAMPA DETTI E SCRITTI
3 SETTEMBRE 2020
A cura di Manlio Lo Presti
Esergo
“Dove c’è lavoro per uno, accorrono in cento.
Se quell’uno guadagna trenta cents, io mi contento di venticinque.
Se quello ne prende venticinque, io lo faccio per venti.
No, prendete me, io ho fame, posso farlo per quindici. Io ho bambini, ho bambini che han fame!
E questo, per taluno, è un bene, perché fa calare le paghe, rimanendo invariati i prezzi.
I grandi proprietari giubilano, e fanno stampare altre migliaia di volantini di propaganda per attirare altre ondate di straccioni.
E le paghe continuano a calare, e i prezzi restano invariati. Così tra poco riavremo finalmente la schiavitù”.
John Steinbeck
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SOMMARIO
CHI HA PAURA DEI COMPLOTTISTI ? E PERCHE’..?
Merkel umilia Putin: è anche questo «Gran Reset»
COVID e GOVERNO MONDIALE
Cercano di ingannarci, con successo …
Maledetta unità d’Italia
Todo Modo: il significato simbolico del film-accusa di Elio Petri
ESCLUSIVO : BERLINO, ASSALTO AL PARLAMENTO TEDESCO : TUTTA LA VERITÀ NEI VIDEO
IL TEMPO DELLE SPADE
La moderna macchina da guerra americana uccide più come un pitone che come una tigre
Il potere intorno a otto (60) “mondi paralleli nell’universo di Tagesschau”
Dire, fare, clonare
Gli impianti cerebrali che cambieranno l’umanità
IN NOME DI DIO
13.000 arrivi negli ultimi 4 giorni
Nascondere gli sbarchi e i crimini dei migranti: cosa ha detto davvero Mentana (e quando)
UN REPORT INCHIODA AMAZON: PERSONALE SPIATO E CONDIZIONI DI LAVORO IMPOSSIBILI
Non cediamo alla tentazione di abbandonare la Chiesa perché invasa da eretici e fornicatori
Appeasement: Il male europeo
Il virus politicizzato
INGANNO O CAPACITÀ DIVINATORIE
Bizzi: la farsa Covid è finita, ora licenziano il golpista Conte
Fascismo transnazionale d’élite
NOI CON TRUMP?
Mazzucco: il vaccino antinfluenzale aumenta il rischio-Covid
L’Intervista: Le verità nascoste sul Covid19
Medici tedeschi contro le misure anti virus 1984
GLI IMPIANTI CEREBRALI CHE CAMBIERANNO L’UMANITA’
Anche i ragazzi nelle foibe di Tito
Marocchinate, Eugenio Cerroni trucidato per aver difeso una 13enne dallo stupro
IN EVIDENZA
CHI HA PAURA DEI COMPLOTTISTI ? E PERCHE’..?
Dopo le recenti manifestazioni svoltesi a Berlino e Londra, con migliaia di cittadini accorsi li per dissentire a vario titolo sulla gestione dell’emergenza Covid, la levata di scudi del “mainstream Dem” contro di loro è stata unanime e più che mai feroce. La tecnica per screditare i dissidenti è sempre la stessa: ridurli in blocco, ad hominem, in “complottisti” (la Repubblica), “negazionisti” (il Manifesto) o, come Travaglio ha fatto sul Fatto Quotidiano, in “scemi no-mask”… Chiaramente nessuna delle testate giornalistiche sopra citate si è poi sognata di analizzare i motivi della protesta, nè tanto meno di spiegare l’uso delle “categorie” a cui si è ricorso per inquadrare coloro che criticano determinati messaggi dell’”uffialità pandemica”. Eppure, visto il dilagare del dissenso ovunque, un’analisi di questo tipo sarebbe oggi opportuna, anzi necessaria.
Negli ultimi anni il “complottismo” sembra infatti essersi riqualificato da risibile tara intellettuale di pochi disadattati in un’emergenza sociale ed..economica. Ma evidentemente lo scopo di certa stampa, oltre modo allineata al potere, non è più quello di informare il lettore, ma semmai quello di consolidare tramite reiterazione il potere stesso e il sistema di idee a cui è abituato il proprio lettore, senza fornire alcun contributo informativo sulla formazione di quelle stesse idee. E così nessuno parla mai di complotto, ma invero, si taccia di “complottismo” proprio chi i complotti non solo non li fa, ma addirtittura vorrebbe svelarli e denunciarli.
La premessa più ovvia è che i complotti sono sempre esistiti, fanno parte del complicato bagaglio della storia, delle relazioni socioeconomiche, sicché credervi non è mai stato indice di malattia né, tanto meno, di complottismo. Ricordate come nel 2001-2003 i “governi democraticamente eletti” cospiravano per far credere ai propri elettori che in Iraq si progettava lo sterminio dell’umanità, così da poterlo radere al suolo a spese di tutti e a beneficio di pochissimi ? Il “complotto” fu successivamente smascherato e smascherato fu anche quello che nel 2010 permise a poche case farmaceutiche di vendere miliardi di vaccini facendo credere al mondo che il virus H1N1 (la suina) avrebbe causato una pandemia catastrofica epocale. L”Italia nel 2011 butto letteralmente nel cesso circa 10 milioni di dosi di quel vaccino, comprato a spese del SSN ! Ma ai sostenitori di quei complotti, conseguentemente etichettati come complottisti, nel primo caso si oppose la tesi istituzionale secondo cui in Iraq i terroristi erano finanziati e addestrati da un miliardario pazzo e nel secondo che senza vaccino milioni di umani sarebbero morti a breve e raccolti sui marciapiedi. Quanto sopra osservato mette seriamente in crisi le pretese epistemologiche di chi si spende oggi contro la piaga del complottismo. Infatti, a prescindere dalla verosimiglianza e razionalità delle ipotesi messe in campo oggi dai complottisti, il solo fatto di “squalificarli” per la loro adesione a idee “non ufficiali” è antiscientifico in partenza perché implica una “fallacia ad auctoritatem”. L’ufficialità essendo un attributo politico, non epistemologico, non può essere associato “tout court” alla correttezza, al rigore , al buon senso, insomma, alla verità… Il suo messaggio esprime semplicemente la fiducia del destinatario nel sistema politico che lo sancisce, non nel messaggio stesso. Quella del complottismo è quindi una mera questione di “auctoritas”, e poco importa se sono loro poi, gli inquisitori stessi, i primi a violare l’obbligo della critica delle fonti.
Se oggi i complottisti sono antiscientifici, qualche secolo fa sarebbero stati tacciati di eresia, empietà o blasfemia. Scientifico o meno, il complottismo è sempre stato un indicatore di fiducia nell’autorità. Per questo i giornali di regime non se ne occupano, se non in chiave denigratoria. Negli ordinamenti democratici moderni, dove non esiste formalmente una verità di Stato da imporre con la forza pubblica, l’adesione dei cittadini ai messaggi approvati dal sistema di potere in carica misura la loro disposizione ad accoglierne l’agenda politica. Detto in maniera più semplice, la lotta al complottismo oggi è una lotta per il consenso. Oggi l’intero arco delle TV e i maggiori gruppi editoriali sono diventati i custodi del consenso, per loro la semantica del complotto è fondamentale che sia riqualificata come disturbo mentale, ossessione persecutoria, mera idiozia, che non merita quindi l’attenzione dei sani… La pratica di dichiarare pazzi gli oppositori politici è comune a molti regimi. Nella Russia sovietica lo psichiatra Andrei Snezhnevsky e i suoi collaboratori ritenevano che il dissenso politico fosse il sintomo di una (mai provata..) “schizofrenia latente”. Nell’odierna caccia al complottismo, chi contesta la vulgata ufficiale della pericolosità sterminatrice di Sars-Cov-2 o l’efficacia dei vaccini o la loro non pericolosità, viene trattato come persona socialmente pericolosa, squilibrato, e la squalificazione “ad personam” raggiunge la repressione fisica nell’imposizione coatta di un TSO, come accaduto e come suggerito da più parti politiche, persino dallo stesso ministro della sanità Roberto Speranza. Il risultato manipolatorio, come acutamente sostenuto da “Il Pedante”, è quello della paura della paura. “Il timore che chi presiede i centri di potere politico, finanziario e imprenditoriale possa agire contro l’interesse delle comunità per realizzare i propri particolari e inconfessati interessi, e che lo faccia mentendo per non compromettere il consenso, ma questo timore è un timore da reprimere per non apparire deboli e malati”. Non importa se alla follia di certe teorie complottiste corrisponda una dimostrata follia di certe azioni del potere in carica: la mascherina all’aperto, le sedie a rotelle, la chiusura generalizzata di un’intera Nazione, ecc; nel paradigma del complotto, per gli “ufficialisti”, le narrazioni alternative sono solo paranoie, paranoiche in quanto tali. Così purtroppo, “Gli abusi e le menzogne che coprono gli abusi, laddove esistono, si trasformano in complotti non per il machiavellismo di chi li ordisce, ma per la complicità di chi non li denuncia: per paura di averne paura”.
Continua Il Pedante :”L’idea di complottismo, integra uno dei tanti volti della tecnocrazia. Perché mortifica le opposizioni dialettiche e quindi la sorveglianza democratica (svolta proprio dai complottisti…ndt), suggerisce l’idea di un buon governo in quanto governo e di un rigore scientifico garantito da chi ha la forza di reclamarne la titolarità, non dai suoi risultati. In ciò promette ai governati il vanto della salute mentale e di immaginarsi, dopo millenni di lotte tra chi esercita il potere e chi lo subisce, al capolinea della storia, cittadini di un mondo vocato al bene comune dove il sospetto è obsoleto e la paura un peccato.”
FONTE: https://www.rassegnastampa.eu/news/chi-ha-paura-dei-complottisti-e-perche/
Merkel umilia Putin: è anche questo «Gran Reset»
L’attacco diretto e personale della Merkel sul preteso avvelenamento di Navalny col novichok non è solo basato su una menzogna , offensiva non fosse che per la sua inverosimiglianza: non si vede cosa ci potessero guadagnare Putin dalla morte di un Navalny, l’uomo del 2% dei voti; piuttosto è da sospettare che, per i suoi gestori e manovratori, Navalny avendo fallito i compiti affidatigli, di creare una qualche rivoluzione colorata o protesta organizzata non microscopica, sia più utile da morto che da vivo. L’evocazione del novichok implica il collegamento con la vicenda della ex spia Skripal, riparato nel Regno Unito, avvelenato dopo che aveva discretamente tastato il terreno con Mosca per tornare, e domiciliato troppo vicino a Porton Down, il laboratorio militare britannico produttore di gas nervini in proprio (come risulta da un crimine che vi fu perpetrato).
Ma nel momento in cui siamo immersi e saturati 24 ore su 24 nella menzogna della pandemia, non è più questo il punto. Il punto è che la Merkel s’è impegnata direttamente e personalmente contro Putin, con una violenza e determinazione che non puo’ che far parte di una recita – come ha notato l’ambasciatore russo convocato a “giustificarsi” dal ministro degli esteri tedesco : ma “ non ha ricevuto prove dell’avvelenamento da #Navalny durante il colloquio. La Germania non collabora con la #Russia, rifiutandosi di fornire dati, come se stesse solo seguendo uno script.
Ma la recita fa evidentemente parte di un progetto: la rottura totale fra Berlino e Mosca, la recisione del cordone ombelicale economico – probabilmente rappresentato dai gasdotti, e sanzioni sempre più dure, irreversibili – e mettere l’Europa sul piano inclinato delle offese sempre più insanabili, fino all’esito fatale – paventato da noi. La Merkel è giunta a promettere “la risposta congiunta della NATO” : per cosa? Invadere la Russia per raccogliere le prove del veleno?
Qual è il significato delle sue parole: “risposta NATO congiunta”.
Il Grande Reset del Forum di Davos comprendeva anche questo programma?
Postiamo qui, in via preliminare, il pezzo scritto da George Galloway (ex parlamentare britannico, analista strategico che oggi scrive su RT)
Le affermazioni tedesche di “avvelenamento da Novichok” su Navalny stimoleranno il familiare circo di sanzioni e la demonizzazione della Russia. Ma a chi giova?
I bizzarri eventi che circondano Alexey Navalny, che giace in coma a Berlino, produrranno ulteriori appelli in stile Guerra Fredda per isolare la Russia, a costo di consolidare ulteriormente le relazioni tra Mosca e Pechino.
Da quando l’uomo – sempre erroneamente definito ” il leader dell’opposizione russa “, quando in realtà vota il 2% dei voti, mentre l’attuale leader dell’opposizione è un comunista che ha ancora il sostegno di massa – si è ammalato durante un volo dalla Siberia a Mosca , la lobby securocratica nei paesi occidentali è stata innescata.
Oggi, con la dichiarazione del governo tedesco secondo cui Navalny è un’altra vittima degli agenti chimici di classe “Novichok”, sono già in corso misure attive.
[…]
Se lo stato russo avesse tentato di assassinare Navalny, non avrebbero mai permesso che il suo corpo in coma fosse trasportato fuori dal paese in Germania in primo luogo. Sarebbe morto sul tavolo operatorio in Russia, dove nessuno poteva “rilevare tracce di Novichok” in una capitale della NATO.
Se lo stato russo fosse stato responsabile del tentativo di uccidere Navalny, sicuramente l’ULTIMA arma al mondo che avrebbe scelto con quale farlo sarebbe stato Novichok.
Un coltello, una pistola, un’auto in corsa, un incidente d’auto: uno qualsiasi dei cento metodi sarebbe stato sicuramente preferibile, nell’era post-Skripal. E più affidabile, sembrerebbe: Navalny, per ora fortunatamente, è il TERZO russo di fila ad essere attaccato da un ” agente nervino di livello militare ” e misteriosamente non riesce a morire.
Ma proprio come con gli Skripal, ci troviamo di fronte alla domanda posta in ogni mistero di omicidio: Cui Bono? A chi giova?
Quale vantaggio immaginabile potrebbe ottenere il Cremlino dall’uccisione da parte di Novichok di Alexey Navalny?
E l’enorme contraddizione, la più grande di tutte, è che l’Occidente vuole farci credere che Vladimir Putin sia allo stesso tempo un abbagliante Mefistofele capace di organizzare elezioni in America e Gran Bretagna, determinare la Brexit e fomentare il separatismo dalla Scozia alla Spagna, mentre allo stesso tempo è un idiota autolesionista, il poliziotto che non sa sparare dritto. L’uomo che ha fatto crollare l’intero mondo occidentale non attraverso uno, ma due tentativi falliti di sbarazzarsi di critici marginali del tutto innocui – che, nel caso di Alexey Navalny, non sarebbero in grado di vincere un solo seggio in un’autorità locale provinciale .
Al momento sto viaggiando e sto girando il mio prossimo documentario sulla strana morte del dottor David Kelly – l’ispettore britannico delle armi coinvolto nella guerra di Blair in Iraq – che è stato trovato morto di pietra al culmine della pubblicità che lo circondava. Quindi non ho la mia sfera di cristallo da consultare. Ma prevedo comunque che ciò che accadrà ora sarà il familiare circo di espulsioni diplomatiche, sanzioni e ostracismo. Ulteriore demonizzazione della Russia. Ritorsione contro ritorsione, in escalation. . Mentre il mondo affronta una pandemia mortale e il collasso economico. Proprio quello che ha ordinato il dottore …
FONTE: https://www.maurizioblondet.it/merkel-umilia-putin-e-anche-questo-gran-reset/
Fabrizio Gonni
Quello che non è ancora chiaro è se il virus Sars Covid 19 sia effettivamente una pandemia. Al di là delle dichiarazioni dell’OMS – per essere definito tale dovrebbe essere diffuso su almeno il 7% della popolazione mondiale e con un tasso elevato di mortalità specifica – si rileva che a metà agosto 2020, i media riportano per quest’anno circa 800.000 decessi in tutto il mondo. Nel 1969, l’influenza di Hong Kong fece oltre 1 milione di vittime, ma allora i media badavano ad altre cose, ai Kennedy, al Viet Nam, Nixon, USSR etc. Oggi i media incutono terrore, riportando il numero delle persone positive ai tamponi, usando questa logica molto forzata:
Positivo => Ammalato => Morto
che invece avviene solo in percentuali bassissime. D’altra parte, fino a poco fa, la gravità sociale delle malattie si misurava nel numero dei decessi, ora questo virus si misura in “contagiati” anche senza sintomi. E’ platealmente chiaro che i danni ai sistemi economici ai Paesi dell’occidente sono stati inflitti da politiche spesso esagerate, di “lockdown” e clausura della popolazione e dei lavoratori, imposte dai Governi in tutto il mondo, in particolare in Europa e in Italia. Le politiche di lockdown hanno dimostrato una forte ignoranza non solo dei politici europei, nessuno escluso, ma anche l’ignoranza dei medici virologi su questa diffusione virale. Il caso esemplare è quello dell’Imperial College inglese e del virologo Neil Ferguson che aveva un vecchio modello computerizzato di diffusione di epidemie (costruito su un obsoleto IBM PC XT anni 80), prevedeva come risultato una mortalità del 20% della popolazione inglese. Il modello Ferguson influenzò i virologi e i Governi, sia inglese che europei e USA, forse perché Francesi, Italiani e Spagnoli non avevano alcun modello di calcolo previsionale.
D’altra parte, tutti i virologi da laboratorio che hanno imperversato e continuano a apparire dicendo opinioni varie sulle TV in Italia, non sanno neppure da che parte cominciare per costruire un modello computerizzato di diffusione di epidemia, mentre l’Imperial College di Ferguson ce l’aveva. Il modello prevedeva almeno la morte di 500.000 inglesi e di 2 milioni di americani entro pochi mesi. Il modello era sbagliato, a posteriori si scoprirono errori plateali di calcolo. Ferguson dovette dimettersi, anche a causa dello scandalo personale, la polizia lo fermò in pieno lockdown durante una sua scappata notturna furtiva in casa di una bella signora, peraltro sposata.
I Governi, con l’impreparazione dei sistemi sanitari e dei programmi di emergenza, terrorizzati dalla perdita di voti, adottarono misure di clausura sui cittadini, mai viste neppure nel Medioevo, perché almeno allora nei lazzaretti si mettevano solo i malati, ma non si richiudeva tutta la popolazione.
Ora si parla di Governo Mondiale, di Open Society e del programma di George Soros. Il 3 aprile 2020, in piena epidemia, il gran patron del World Economic Forum (ndr: sono quelli del forum di Davos), Charles Schwab, rilasciò un comunicato in favore di un governo mondiale, l’idea base della Open Society di George Soros. Nel comunicato si leggeva che la crisi economica mondiale dovuta alla pandemia del Covid poteva essere risolta con una azione globale coordinata. I leaders dei vari Paesi dovevano quindi coordinarsi in un insieme di azioni globali. A prima vista sembra una affermazione logica, quello che non è chiaro è quali debbano essere le azioni globali specifiche da adottare per ogni Paese e per ogni tipo di settore industriale o commerciale. Insomma, ritornare come prima o impostare una Next Generation, utilizzando gli stimoli finanziari? Il significato recondito della Next Generation è che le elite economiche finanziarie del W.E.F. spingono per un Governo Mondiale. Soros è uno degli uomini più ricchi al mondo, insieme a Bill Gates e Mark Zuckemberg e, con loro, un grande influencer politico in America e nel mondo, e utilizza la propria posizione economica per imporre la sua visione di come l’economia e il mondo dovrebbero funzionare. Mentre Bill Gates è un convinto neo malthusiano, ossessionato dal problema eugenetico della riduzione della popolazione mondiale, Soros si ispira a teorie filosofiche accademiche. L’idea della Open Society deriva dal filosofo Karl Popper, che sosteneva che nelle Società chiuse la gente è oppressa dall’autoritarismo. Solo le società aperte garantiscono il libero interscambio razionale, senza vincoli. La visione di Soros è di creare un mondo politico non definito da Stati nazionali, con una comunità globale, dove tutti riconoscono che ciascuno ha interessi nella libertà, uguaglianza e prosperità. In questa Società Aperta, l’umanità può superare le minacce del riscaldamento globale e delle rivalità. Soros quindi spinge per una trasformazione “socialistica” delle politiche nazionali e internazionali.
Guarda caso le elite finanziarie del WEF adorano questa utopia, un “mondo socialistico”, senza governi , dove i cittadini sono solo consumatori di prodotti (Giorgio Galli ha scritto molto su questo tema ed è appena uscito il suo ultimo libro “Il potere che sta conquistando il mondo. Le multinazionali dei Paesi senza democrazia”, Rubettino, 2020). Il controllo ovviamente è delle multinazionali finanziarie e pochi altri. I Governi nazionali saranno solo degli amministratori di condominio, forse anche meno. Quindi, questa Next Generation è forse un primo passo verso l’utopia della Open Society?
19/08/2020
riferimenti su Davos: https://www.weforum.org/the-davos-manifesto
FONTE: http://www.civica.one/covid-e-governo-mondiale/
Cercano di ingannarci, con successo …
Lisa Stanton – 1 09 2020
Da febbraio cercano d’ingannarvi e sino ad oggi ci sono riusciti con successo.
Se la campagna di vaccinazione antinfluenzale andrà bene (ed andrà bene, perché la propaganda funziona ed i medici di base vorranno arrotondare lo stipendio).
Se resterà il bonus per il personale medico d’urgenza e per i reparti Covid degli Ospedali pubblici e privati (e resterà, anche senza un solo ricoverato in corsia).
Se da novembre sarà pronto il Covid-20 e l’Italia ne farà richiesta (e la farà, perché la situazione economica e sociale lo imporrà), dopo la richiesta del MES sarà possibile chiudere nuovamente il paese per qualche centinaio di anziani ricoverati con l’influenza.
Lavoro e scuola proseguiranno on line, chi non può potrà sempre emigrare o accedere ai 600€
FONTE: https://www.facebook.com/lisa.stanton111/posts/3516079858410265
Maledetta unità d’Italia
Lisa Stanton – 3 09 2020
ARTE MUSICA TEATRO CINEMA
Todo Modo: il significato simbolico del film-accusa di Elio Petri
Questo articolo rivela la trama e la spiegazione dettagliata di Todo Modo, il film di Elio Petri del 1976, svelandone i significati e gli eventi descritti. Se ne suggerisce dunque la lettura solo ed esclusivamente dopo aver visto il film, e non prima, per evitare di perdervi il gusto della prima visione.
Quante volte si può chiedere perdono per gli stessi errori? In che modo possiamo purificarci da tutti i nostri peccati? E che cos’è davvero il peccato? Per diversi secoli la Chiesa ha cercato ed è riuscita ad avere il controllo sulla vita delle persone influenzando i loro pensieri, le loro parole, opere ed omissioni e, attraverso un atteggiamento tirannico e inquisitorio, è stata capace di indicare l’unica strada possibile per raggiungere il Divino separando in modo manicheo ciò che è bene e ciò che è male.
Ciò su cui però bisognerebbe porre maggiore attenzione è il fatto che la religione cristiana ha ripreso e modificato profondamente il concetto di catarsi adattandolo quanto meglio ai suoi precetti e ai suoi dogmi. Si nasce già peccatori (di una colpa altrui!) e solo attraverso il battesimo si può diventare figli di Dio. I figli però non sempre riescono a seguire la retta via, troppo spesso sono deboli, distratti dai piaceri corporei, disposti naturalmente verso il peccato; per questo serve un vademecum che attraverso delle prescrizioni possa riportare la pecorella smarrita dal buon pastore. Con questo proposito infatti Ignazio di Loyola, fondatore della Compagnia di Gesù, ha elaborato, tra il 1522 e il 1535 i famosi “Esercizi Spirituali” e cioè, a detta del Santo, “ogni modo di esplorare, di meditare… per cercare la volontà divina , in lingua originale “Todo modo para buscar la voluntad divina”.
Questa è la tagline di uno dei film più complessi, più controversi e più significativi della storia del cinema: Todo modo, diretto da Elio Petri nell’ormai lontano 1976. Elio Petri, uno dei più grandi cineasti della storia della settima arte, ispirandosi liberamente al romanzo di Sciascia, ci mostra attraverso un viaggio metafisico, spirituale ma soprattutto metaforico, ambientato in un albergo-eremo-prigione dalle apparenze post-moderne, chiamato Zafer, la disintegrazione ideologica e carnale di un sistema politico corrotto e stantio che indisturbato aveva governato l’Italia per trent’anni. Questa creatura, fino a quel momento incontrastata e incontrastabile, prende il nome di Democrazia Cristiana.
VIDEO QUI: https://youtu.be/VfF5ILDue_E
Petri nella sua carriera, breve ma estremamente intensa, ha affrontato ciò che spesso il cinema comune ha evitato o ha trattato in modo velatamente ironico, quasi per non disturbare, e cioè il potere, l’alienazione, lo sfruttamento e la nevrosi che a questi si associano e lo fa attraverso una tecnica e una scrittura di rara qualità, sostenuto da un montaggio e da una fotografia da far invidia a chiunque. Dopo aver affrontato nei tre film precedenti il tema della nevrosi sotto tre punti di vista differenti (la nevrosi del potere in Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto con cui nel 1971 ha vinto anche un Oscar per il miglior film straniero; la nevrosi del lavoro ne La classe operaia va in paradiso e la nevrosi del denaro ne La proprietà non è più un furto) e dopo aver subito critiche da ogni fazione politica e diversi tipi di boicottaggi, decide di girare un film ancora più nevrotico, un’opera che pone la pietra tombale sul “cinema politico” e mette alla gogna quella società consumistica, borghese, ipocrita, cattolica, tanto disprezzata e combattuta da Petri.
La trama
Il film è ambientato, come scritto pocanzi, in una sorta di romitorio post-moderno, denominato Zafer, in cui si riuniscono diversi esponenti politici, dirigenti d’azienda, industriali, banchieri aderenti a diverse correnti di quel partito di governo, secolare e corrotto che si cerca di cambiare per non rischiare il disfacimento. Mentre la società si interroga su una misteriosa epidemia che lascia dietro di sé una lunga scia di vittime, i potenti-peccatori si sottopongono agli annuali riti spirituali (sulla base degli esercizi spirituali di Ignazio di Loyola), intervallati da segrete riunioni di partito, sotto l’egida di Don Gaetano, un prete molto autorevole ma contaminato anche esso dai godimenti corporali, che con il suo prestigio governa sugli ospiti. Durante le tre giornate in cui vengono svolte le pratiche spirituali (non senza litigi e accuse infamanti) affinché avvenga quel tanto aspirato rinnovamento di cui tutti gli esponenti di partito si riempiono la bocca, si succedono una serie di inspiegabili delitti che provocano la morte dei rappresentanti più rilevanti del partito.
Tra questi spicca la figura del Presidente, leader politico affabile, mite, dove dietro quel suo essere sempre tranquillo e pessimista si annida un profondo desiderio di potere e di comando. Personaggio che, per la sua fisionomia, il modo di atteggiarsi, il ruolo ricoperto, segue apertamente la figura di Aldo Moro. E chi meglio poteva interpretare un ruolo così scomodo e così complesso se non Gian Maria Volonté, uno dei più grandi attori della storia del cinema che tanto ha fatto la fortuna di Petri nei film precedenti, andando ad impersonare ruoli tragicamente emozionanti come per esempio l’autoritario dirigente di polizia in Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto o l’operaio stakanovista Lulù ne La classe operaia va in Paradiso. Volonté per interpretare questo personaggio aveva cominciato a studiare in modo quasi stanislavskiano Moro nei comportamenti, nella mimica, nell’intonazione tanto da portare il regista a scartare i primi due giorni di riprese in quanto, a detta di Petri “la somiglianza era imbarazzante”: fu lì che Petri spronò Volonté a forzare ancora di più alcuni aspetti del personaggio sembrando più una caricatura, una deformazione, poiché se fosse stato Moro senza sottintesi la pellicola probabilmente non sarebbe mai stata consegnata al grande pubblico.
VIDEO QUI: https://youtu.be/umftK8_zpyg
Fin dal suo arrivo a Zafer il Presidente si mostra sconsolato e turbato già da quando recita il primo Pater Noster alla maniera ignaziana cioè con respiro profondo ad ogni verso. In tutta la preghiera si nasconde la paura di un uomo che vorrebbe un cambiamento ma sa benissimo che questo non può avvenire tra coloro che sono portatori di corruzione, impudicizia e inverecondia e sa che se il potere rimane nelle mani di chi ha sempre dominato, di chi non ha mai nutrito amore per il popolo, di chi non ha mai avuto un ideale che non fosse legato al denaro e al piacere edonistico, l’unica soluzione possibile per quel tanto divulgato cambiamento è la distruzione fisica e morale di quei carnefici di cui lui stesso fa parte.
Il Presidente porta su di sé il fardello del potere rappresentando la faccia più pulita del partito: l’uomo mite, sommesso, che non desta sospetti e che cerca sempre di accontentare tutti, anche attraverso un compromesso. Proprio quel compromesso storico tanto ricercato invano in quegli anni da Moro e Berlinguer, leader delle due principali forze politiche del paese, DC e PCI, così tanto diverse e così contrastanti da ritenere quasi distopico questo possibile avvicinamento.
I dialoghi
Ciò che meglio descrive la personalità del Presidente è uno dei dialoghi più incisivi e paradossali, tra lui e Don Gaetano, interpretato da uno straordinario Marcello Mastroianni che aveva già lavorato precedentemente con Petri (come non ricordarlo nei panni di un giovane antiquario ne L’assassino e soprattutto nelle vesti di Marcello Poletti nell’opera fantascientifica La decima vittima).
VIDEO QUI: https://youtu.be/9srWBmwBSKg
Il dialogo in questione si svolge privatamente tra i due dopo essere stati sottoposti insieme a tutti gli altri ospiti ad un interrogatorio “collettivo” in cui il procuratore cerca di ricostruire fisicamente la scena del delitto dando vita ad un grottesco siparietto in cui ognuno dei presenti nel disporsi “alla destra” o “alla sinistra” di un altro si accusa vicendevolmente di appartenere ad una corrente piuttosto che ad un’altra. Il Presidente, nel confessare a Don Gaetano di aver sognato una scena di stupro passivo che lo ha considerevolmente turbato, assicura il prete di non aver commesso atti: “come in politica, penso di fare, ma poi non agisco, è come un’erezione mancata”.
Un’erezione mancata, quella di un uomo talmente potente da non riuscire però ad agire per non scontentare nessuno, pensando di non sporcarsi le mani quando l’ignavia e la sete di potere nella sua essenza più pura sono peccati imperdonabili per Dio e per il popolo. Quello stesso Dio che Don Gaetano invoca durante il primo esercizio spirituale, proprio sul peccato: “Dio vorrà ascoltarvi? Voi siete privilegiati. Coloro che governano questo paese in nome di Dio. Io vedo sgomenti nelle vostre anime. Avete paura di perdere il vostro potere. Ripeto: Dio vorrà ascoltarvi?”. Ogni monologo del sacerdote è una pugnalata in pieno petto, le sue parole non suonano come un monito ma come una condanna. Sono parole tragiche che distruggono lentamente le torri d’avorio del potere sulle quali i peccatori hanno i piedi ben saldati.
Durante lo stesso esercizio spirituale Don Gaetano dà vita ad un flusso di coscienza talmente colmo di pathos che non può non lasciare sconcertato lo spettatore, sentendosi accusato direttamente dal prete che quasi rompe la quarta parete: “Guardate le vostre mani, il potere che esse stringono le sta bruciando… Confessus est et non negavit et confessus est. Perché se confessò aggiunse e non negò e perché se confessò e non negò dopo aggiunse e confessò? Se ciò che è stato rubato agli altri può essere restituito e non viene restituito, la confessione per questo peccato non è valida!”.
VIDEO QUI: https://youtu.be/fyr0VrUb25Y
Quest’incantevole soliloquio, impreziosito da una straordinaria performance attoriale di Mastroianni, è seguito da una delle scene più violente di tutta la pellicola ossia l’autoflagellazione dell’onorevole Voltrano, interpretato da un insolito Ciccio Ingrassia che ha abituato il grande pubblico a ben altri ruoli. L’onorevole Voltrano rappresenta la faccia più grezza e più sporca della Democrazia Cristiana, colui che accusa gli altri di peccati di cui lui è il più volgare esponente, che esordisce disertando la prima cena in quanto non riesce a mangiare con dei ladri simili ed esce di scena con una frase enigmatica quanto tragica: “Piangete, siete morti senza saperlo, il popolo lo vuole, Dio lo vuole”. Una frase che sa di profezia, dalla quale lui stesso insieme a tutti gli altri sarà fagocitato. Tutti, nessuno escluso, perché Petri non vuole salvare nessuno, non c’è nessuno più meritevole di redenzione di qualcun altro, sono tutti la stessa faccia di una medaglia sporca e insanguinata.
I simboli
Sangue, corpi incandescenti, l’immensità delle fiamme, le anime dei dannati, tenebre senza fine, zolfo rovente sono questi gli elementi su cui si sofferma il sacerdote durante il secondo esercizio spirituale che ha come tema l’inferno, invitando i presenti ad immaginare quanto sia profondo e disumano l’inferno chiudendo il monologo con una sentenza angosciosa: “Il peccato degli uomini del potere è degno dell’inferno più di ogni altro”. Se l’inferno per i poveri è quello terreno, fatto di sfruttamenti, ingiustizie e sciagure, per i potenti è una sofferenza che va oltre il conoscibile umano, così parla Petri per bocca di Don Gaetano.
I potenti soffrono per paura di perdere i loro domini, le loro “sigle”, poiché tutti, chi più chi meno, sono dei “siglati”, tutti possiedono aziende e compagnie che fatturano milioni l’anno e si scambiano poltrone senza abbandonarle mai. Così come il Presidente, flebile, pacato e così rispettato è accusato da tutti i dirigenti di partito di essere stato sempre al governo ma di non aver mai fatto nulla per cambiare quel sistema. Questo avviene subito dopo che il Presidente convoca il procuratore mostrandogli la soluzione a tutti quei delitti indefinibili: tutte le vittime possedevano delle aziende le cui sigle, se sommate alle sigle dei superstiti, andavano a comporre la frase di Ignazio di Loyola “Todo modo para buscar la voluntad divina”. Non si capisce chi abbia riferito ciò al Presidente e da questo suo modo di fare oscuro e misterioso sembra paragonabile maggiormente alla figura di Giulio Andreotti, il diabolico demiurgo della Dc.
Come ogni grande uomo di potere che si rispetti è accompagnato da un fedele servitore, completamente atarassico ed apparentemente estraneo agli eventi ma proprio per questo suo atteggiamento desta più di un semplice interesse nello spettatore. Interpretato da un gelido Franco Citti, attore feticcio tanto amato da Pasolini, questo accompagnatore impassibile sembra essere l’incarnazione stessa dell’epidemia che uno ad uno strappa dal mondo dei vivi tutti quei peccatori imperdonabili, compreso il suo padrone. Un vendicatore che idealmente può rappresentare la morale di Dio o del popolo o più semplicemente lo spettro oscuro del comunismo che mai era stato così forte in quel periodo, almeno a livello di elettorato.
Agisce nell’ombra ed è nascosto da tutti, così com’è nascosta un’altra figura significativa legata visceralmente al Presidente e cioè sua moglie Giacinta impersonata da una straordinaria Mariangela Melato, già compagna di Volonté ne La proprietà non è più un furto, che si mostra visibilmente invecchiata e inquietata per la sorte del marito. Non è semplicemente moglie, ma anche madre e serva per il Presidente con il quale ha condiviso il peso della croce, il fardello del potere. Il loro è un rapporto quasi incestuoso, nel quale il Presidente si rifugia per trarre nutrimento e protezione come un bambino spaventato dalle insidie del mondo esterno. Come moglie concede il suo seno allo sposo attratto fortemente da lei, come madre si assume delle responsabilità che probabilmente non ha, affermando di essere lei il peccato e non suo marito-figlio.
È proprio questo ciò che emerge durante la confessione con Don Gaetano, una donna divisa in due parti su cui grava l’emblema del marito verso il quale riversa sia una pulsione di vita che una di morte:
“Non ho altri peccati se non quelli di desiderio per lui. Desidero per lui il comando, il potere. Come una madre io lo vedo alla testa della nazione. Io sono come l’Italia e lui è Cavour, Garibaldi… e lui è Cristo, è in alto, ecco, lui per me è Cristo. Forse è questo il mio peccato: io mi lascio succhiare perché diventi più forte, ma una madre non può fare l’amore col proprio figlio. Io desidero, forse desidero che muoia. Desidero che diventi un monumento, cioè un morto e io una donna”.
Una madre che vuol vedere suo figlio trionfare e tornare saldamente al comando della Nazione e una serva ormai stanca che desidera solo la caduta del suo creatore. Un creatore fallibile che vuole solo essere redento ma che non sente di essere come gli altri, credendo di essere un po’ meno peccatore di tutti gli altri. Eppure sempre di un peccatore si tratta e Petri non fa sconti a nessuno, la fine è la stessa anche per il Presidente e questa è sentenziata chiaramente da Don Gaetano che non gli dà alcun tipo di assoluzione e mostra finalmente la faccia più sporca del leader politico che con una frase rigetta la sua reale natura: “Pensa a ciò che rappresentiamo non a quello che siamo”. Purtroppo per il regista romano ciò che il Presidente e i suoi compagni d’armi rappresentano è anche ciò che sono concretamente e tutti i modi per cercare una purificazione non bastano.
Il significato
Todo modo è una vera e propria esecuzione verso quella classe politica corrotta, cinica e depravata che per tanti anni ha governato l’Italia e l’unico modo che aveva Petri per non incorrere nella censura immediata è stato quello di rappresentare tutto ciò nel modo più grottesco possibile. Il film si inserisce in un periodo storico caratterizzato da instabilità politica e dal terrorismo nero e rosso, da stragi (come non ricordare quella di Piazza della Loggia, quella dell’Italicus e la successiva strage di Bologna), da scandali come quello Lockheed che aveva fatto temere seriamente un sorpasso del PCI sulla DC, da rapimenti come quello di Mario Sossi fino a quello di Aldo Moro il cui consecutivo omicidio, oltre a mutare completamente la società, rese la pellicola impresentabile, abbandonandola a sé stessa per anni, intentando quel processo alla Dc e alla società in generale che, secondo Sciascia, Pasolini non era riuscito a portare a termine perché morto prematuramente.
Petri aggredisce la realtà, preferendo decostruire piuttosto che costruire avvalendosi di una tecnica straordinaria, interpreti spettacolari, dialoghi sopra le righe in particolar modo quelli tra Volonté e Mastroianni, una colonna sonora morriconiana irrequieta ma mai invasiva, un montaggio esemplare e una scenografia che fa sprofondare lo spettatore in un mondo in cui il reale e l’onirico si confondono liberamente.
ATTUALITÁ SOCIETÀ COSTUME
ESCLUSIVO : BERLINO, ASSALTO AL PARLAMENTO TEDESCO : TUTTA LA VERITÀ NEI VIDEO
Rassegna Stampa – 31 Agosto 2020
Coronavirus. Berlino, proteste no-mask: 300 arresti Sono state circa 38.000 le persone scese in strada in città per una manifestazione che si è svolta per lo più in modo pacifico Tweet Berlino, la polizia scioglie il corteo che manifestava contro le norme anti-Covid: due arresti 30 agosto 2020 La polizia di Berlino ha arrestato ieri 300 manifestanti durante le proteste contro le restrizioni per il contenimento del coronavirus in Germania. Lo rende noto la Bbc. Sono state circa 38.000 le persone scese in strada in città per una manifestazione che si è svolta per lo più in modo pacifico. Ministro dell’interno, comportamenti inaccettabili dei dimostranti no-mask Il ministro dell’Interno tedesco ha denunciato come “inaccettabili” gli incidenti avvenuti ieri a Berlino durante la manifestazione contro le restrizioni legate alla pandemia Covid-19, con 300 arresti e un tentativo di assalto in serata al parlamento. Vedere “estremisti” tentare di fare irruzione nel palazzo del Reichstag, sede della Camera dei deputati e “centro simbolico della nostra democrazia” è “inaccettabile”, ha ammonito in particolare Horst Seehofer, nell’edizione domenicale del quotidiano Bild. Ieri sera, diverse centinaia di manifestanti hanno forzato le barriere di sicurezza e un blocco della polizia e hanno salito le scale che conducono all’ingresso del Reichstag. È stato impedito loro di entrare nell’edificio dalla polizia, che ha usato spray per disperdere la folla e ha arrestato diverse persone. Vertici Germania condannano la protesta antimascherina Il presidente della Repubblica e diversi esponenti del governo di coalizione di Angela Merkel hanno condannato la manifestazione “anti-Covid” di ieri al Reichstag di Berlino. Circa 40 mila persone hanno protestato contro le restrizioni decise dal governo per contenere la diffusione del virus e circa 300 sono stati arrestate in seguito a scontri con la polizia. Il presidente della Repubblica federale Frank-Walter Steinmeier ha parlato di un “attacco insopportabiile che mira al cuore della nostra democrazia” e ha denunciato “gli eccessi commessi dall’estrema destra” e le “bandiere del Reich” ostentate dai nostalgici dell’Impero dissoltosi alla fine della Prima guerra mondiale. “Non lo accetteremo mai”, ha detto.
FONTE: https://www.rassegnastampa.eu/estero/esclusivo-berlino-assalto-al-parlamento-tedesco-tutta-la-verita-nei-video/
BELPAESE DA SALVARE
IL TEMPO DELLE SPADE
Augusto Sinagra – 30 08 2020
È chiaro da tempo che il Capo dello Stato e il governo agiscono contro l’indipendenza e gli interessi del Popolo italiano. Lo stesso fa la stampa e la TV che sono giunte a negare, tacendone il fatto, le imponenti manifestazioni popolari di Berlino, Parigi, Londra! Ricordo quel tale Marcello Foa, attuale Presidente RAI, quando spiegava come si imbastisce una notizia falsa! E ora questo piccolo e triste personaggio non avverte il senso della vergogna e il dovere di dimettersi. Non esiste giustificazione alcuna per l’invasione voluta e favorita di moltitudini di clandestini africani. Basterebbe a fermarla la confisca (amministrativa, non giudiziaria, così i vari Patronaggio o diversamente “palamarizzati”, non potrebbero nuocere) delle navi e altre imbarcazioni di ONG e scafisti vari. Ora è chiaro, altresi, che questo nuovo referendum è la replica di quello del ribaldo fiorentino del 2016: a tacer d’altro, si prevede un Senato di 100 membri (più i 5 a vita) designati da Regioni e Comuni (alla faccia della rappresentanza popolare!) che assieme ad una Camera decurtata, potrebbero modificare la Costituzione con legge ordinaria !!!!!!!! Porca miseria, lo si capisce dove si va a finire?! Vogliamo leggerla bene la legge oggetto di referendum????!!!Vogliamo capire che il SI è un voto per la “casta” e per questo fangoso governo???!!! Da alcuni scritti di amici di fb traspare rassegnazione e resa, addirittura si suggerisce, a chi può, di fuggire all’estero. Si teme un governo militare. E perché temerlo? Fatti salvi i loro personali privilegi, potrebbero rimettere ordine in questa disgraziata Nazione. Non ripeterò quel che ho già scritto a proposito di un auspicato “alzamiento” militare, o quel che ho scritto a proposito delle “leggi di natura”, ma una cosa voglio ripetere: chi non combatte ha perso, chi combatte può vincere. Rileggo sempre l’Evangelio di San Marco, quello del Leone che ruggira’ sempre, quello della Divisione X, quello per cui – e solo per questo – io festeggio il 25 aprile. Quello che raramente viene letto durante la S. Messa perché potrebbe far dubitare non della fede, ma di qualche “postulato” della “dottrina” cattolica. Facciamo come Lui narra di nostro Signore Gesù Cristo nel Getsemani: “Ora chi ha un mantello lo prenda, chi ha una spada la impugni”.
É ora il tempo delle spade.
AUGUSTO SINAGRA
FONTE: https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=2637114369937963&id=100009182787667
CONFLITTI GEOPOLITICI
La moderna macchina da guerra americana uccide più come un pitone che come una tigre
Ad integrazione e commento dell’articolo segue un breve pezzo dell’esperto militare russo Andrey Martyanov
Caitlin Johnstone
rt.com
Donald Trump non ha iniziato nessuna nuova guerra guerreggiata, certo, ma questo non lo rende un “presidente di pace.” Invece di attaccare apertamente i nemici dell’egemonia statunitense, l’esercito americano è ora uno strumento che serve a strangolarli lentamente.
Forbes ha pubblicato due articoli consecutivi basati sull’analisi dell’ex-capitano della Marina ed esperto di politica, Bradford Dismukes, intitolati ‘To Defeat China In War, Strangle Its Economy‘ [Per sconfiggere la Cina in guerra, strangolare la sua economia] e ‘If Russia Invades Europe, NATO Could Sweep The Seas Of Russian Merchant Ships [Se la Russia dovesse invadere l’Europa, la NATO spazzerebbe via dai mari tutte le navi mercantili russe].’
Gli articoli sono stati scritti da un certo David Axe, che è il mio nuovo propagandista bellico da quattro soldi preferito, perché è talmente voglioso di ottenere qualche riconoscimento per la sua stenografia imperialista che spesso compila i suoi pezzi di propaganda in modo informativamente goffo e maldestro. Il migliore che ho trovato finora è questo articolo del 2013, sul suo periodo trascorso con i “ribelli” in Siria, in cui fa tutto il possibile per assicurarci che non sono terroristi o estremisti, ma coraggiosi combattenti per la libertà che erano riusciti a “liberare” vaste aree del territorio siriano.
Gli strateghi navali statunitensi parlano apertamente dell’uso di un blocco marittimo per “strangolare” l’economia cinese in caso di guerra. Nel caso foste incuriositi dal perché gli Stati Uniti sono fissati sul controllo dell’accesso al Mar Cinese Meridionale. https://t.co/dUWfY6Go0Z
— Qiao Collective (@qiaocollective) August 25, 2020
Entrambi gli articoli di Dismukes si concentrano su come questa strategia militare possa essere impiegata contro le prime due più potenti nazioni che hanno resistito all’assorbimento nella sfera di potere statunitense, vale a dire Cina e Russia. Spiegano come “uno sforzo coordinato da parte di tutto il governo degli Stati Uniti e dei suoi più stretti alleati” possa essere utilizzato per “strangolare” economicamente queste due nazioni, tramite blocchi che le taglierebbero fuori dal commercio internazionale e dall’approvvigionamento delle materie prime, se dovesse arrivare il momento di un confronto aggressivo, riducendo così al minimo la necessità di un combattimento militare diretto.
“Tagliare fuori la Cina dai suoi partner commerciali e dalle fonti di petrolio, gas naturale ed altro potrebbe essere per gli Stati Uniti il modo migliore, e meno costoso, di sconfiggere la Cina in una guerra importante,” spiega Axe.
“In tempo di guerra, le flotte statunitensi ed alleate potrebbero bloccare il commercio marittimo russo, mettendo un freno all’economia russa e questo potrebbe costringere Mosca a porre fine alla guerra a condizioni favorevoli a Washington e ai suoi alleati,” scrive.
Da Axe e Dismukes viene taciuto il fatto che sia la Russia che la Cina sono nazioni dotate di armi nucleari, per cui una guerra vera e propria è qualcosa che l’alleanza di potere degli Stati Uniti vorrebbe comunque evitare.
In effetti, gli articoli presentano la visione di un confronto con Russia e Cina non solo realistica, ma anche probabile, e non solo probabile, ma attualmente in corso. Questo è esattamente il motivo per cui la rete degli alleati imperiali che fa riferimento agli Stati Uniti è sempre stata così attiva nel controllare sulla scena mondiale risorse cruciali come il petrolio, non perchè gli Stati Uniti possano usare quello stesso petrolio, ma per controllare chi potrà accedervi. È anche il motivo per cui hanno lavorato per circondare militarmente sia la Cina che la Russia con basi militari e con l’espansionismo della NATO.
Come capire tutta questa roba cinese, “Per rendervi conto di cosa sta succedendo con la Cina e perché i mezzi di informazione continuano a sbattervi in faccia storie su quanto orribile essa sia, dovete solo capire solo due punti fondamentali:” https://t.co/s9oT8nxPY6
— Caitlin Johnstone ⏳ (@caitoz) May 21, 2020
Questi sono i pezzi degli scacchi che sono entrati in gioco durante la Terza Guerra Mondiale al rallentatore tra l’impero centralizzato dagli Stati Uniti e i governi che non sono ancora stati assorbiti da esso. Per evitare il conflitto nucleare, gli imperialisti sanno che devono essere pazienti e strategici, hanno infatti imparato dall’esperienza della precedente Guerra Fredda contro l’Unione Sovietica che una strategia del genere può portarli alla vittoria. Il fatto che, nel frattempo, stiano mettendo a repentaglio la vita di ogni organismo vivente del nostro pianeta è, per loro, quasi un non problema.
È così che adesso l’impero centralizzato dagli Stati Uniti preferisce uccidere. Non come una tigre, che si avventa sulla sua preda con invasioni terrestri alla vecchia maniera e azzanna alla giugulare, ma piuttosto come un pitone: strangolamento e soffocamento lento e paziente.
Questo è ciò che si vede nelle sanzioni omicide e affamatorie imposte ad Iran e Venezuela. Nello Yemen, dove oltre ad un embargo feroce i Sauditi prendono deliberatamente di mira con attacchi aerei coordinati dagli Stati Uniti fattorie, pescherecci, mercati, depositi di cibo e centri per la cura del colera. In Corea del Nord, dove barche piene di cadaveri si arenano sulle coste del Giappone, quando i pescatori che escono alla ricerca di cibo alle volte rimangono bloccati in alto mare perchè non possono permettersi abbastanza carburante per ritornare a riva, cosa che l’ex segretario di stato Rex Tillerson aveva attribuito alle sanzioni statunitensi. A Gaza, dove le persone vengono private del minimo indispensabile di sostanze nutritive a causa di un blocco israeliano progettato per “mettere a dieta i Palestinesi.”
È una strategia lenta e soffocante che funziona solo se si è la parte al potere, la parte con tutte le risorse e tutto il tempo del mondo, la parte che sa di potersi rilassare e aspettare che l’antagonista muoia di fame. Non con le invasioni “shock and awe” dell’era Bush, ma con sanzioni, blocchi, colpi di stato, operazioni psicologiche, rivolte sostenute dalla CIA e la militarizzazione delle forze di opposizione, come i “ribelli” amici di David Axe.
La moderna macchina da guerra imperiale degli Stati Uniti uccide più come un pitone che come una tigre, ponendo meno enfasi sulle invasioni terrestri su vasta scala dell’era Bush e più sul lento soffocamento della vita delle nazioni prese di mira, tramite sanzioni, blocchi, colpi di stato, operazioni psicologiche e rivolte sostenute dalla CIA.
— Caitlin Johnstone ⏳ (@caitoz) August 9, 2020
Questo è uno dei tanti motivi per cui si può essere sprezzanti nei confronti dei sostenitori di Trump che difendono il loro presidente sostenendo che “non ha iniziato nessuna nuova guerra.” Quello che vogliono dire è che non ha lanciato nessuna invasione terrestre in stile tigre, alla vecchia maniera. Però sta ancora attaccando e uccidendo con sanzioni e blocchi in stile pitone e sta mettendo in pericolo il mondo con questa nuova e pericolosa escalation della Guerra Fredda. Continua ancora con la Terza Guerra Mondiale al rallentatore. E possiamo essere certi che Biden, se vince, farà lo stesso.
È importante esserne consapevoli, perché questo cambia il significato dell’essere contro la guerra. Non dobbiamo solo opporci ai conflitti diretti veri e propri, come quello che temevamo potesse scoppiare all’inizio di quest’anno tra Stati Uniti ed Iran (cosa che potrebbe ancora accadere), dobbiamo anche combattere in modo aggressivo questa nuova guerra fatta di strangolamenti, sempre più favorita dall’impero statunitense.
Quando era arrivata al potere per la prima volta con l’amministrazione Bush, l’ideologia neoconservatrice, in base alla quale occorre fare tutto il necessario per garantire la continua egemonia unipolare degli Stati Uniti, era stata ampiamente criticata. Ora è diventata il consenso bipartisan della politica di Washington e, se osate metterla in dubbio, venite subito etichettati come bizzarri e complottisti. Nel discorso della stampa mainstream statunitense non si sente nemmeno più parlare di Neoconservatori o di Neocon, non perché siano spariti, ma perché la loro è diventata una visione del mondo regolare e normalizzata.
E, mentre tutti questi psicopatici imperialisti stanno letteralmente brandendo le armi da fine del mondo in nome di una immaginaria divinità chiamata unipolarismo, stiamo anche precipitando verso il collasso dell’ecosistema e verso altri, potenziali, eventi estremi. Come specie umana, dobbiamo allontanarci da questa traiettoria e iniziare a collaborare tra noi e con il nostro ecosistema, se vogliamo ribaltare questo disastro.
Caitlin Johnstone
Fonte: rt.com
Link: https://www.rt.com/op-ed/499199-caitlin-johnstone-modern-us-war/
27.08.2002
Per giocare bisogna essere in due
Andrey Martyanov
smoothiex12.blogspot.com
Scrivo libri (il terzo è attualmente in fase di realizzazione) sui conflitti; un conflitto di solito è una questione tra due parti, come minimo. Bisogna che esista una controparte per avere un conflitto. Nel momento in cui le cretinate di Axe e Dismukes “sono diventate famose,” le persone ancora in possesso di qualche facoltà cognitiva hanno iniziato a reagire. Io avevo scritto un paio di cose, ora l’australiana Caitlin Johnstone ha aggiunto qualcosa di suo. E anche di ragionevole. Caitlin era diventata famosa con l’articolo Please, Just Fucking Die Already [Per favore, deciditi a crepare], indirizzato al senatore John McCain [che, un anno dopo, avrebbe esaudito il suo desiderio, N.D.T.]. Si potrebbe discutere dello stile, non è etico, in realtà, augurare a qualcuno di “crepare,” ma c’erano pochissimi dubbi sul fatto che McCain rispondesse molto bene alla definizione di criminale di guerra e di pazzo guerrafondaio, perciò non mi permetto di inteferire.
La Johnstone ha pubblicato oggi un bel pezzo su RT. Scrive:
Forbes ha pubblicato due articoli consecutivi basati sull’analisi dell’ex-capitano della Marina ed esperto di politica Bradford Dismukes, intitolati ‘To Defeat China In War, Strangle Its Economy‘ [Per sconfiggere la Cina in guerra , strangolare la sua economia] e ‘If Russia Invades Europe, NATO Could Sweep The Seas Of Russian Merchant Ships [Se la Russia dovesse invadere l’Europa, la NATO potrebbe spazzar via dai mari tutte le navi mercantili russe].’
Gli articoli sono stati scritti da un certo David Axe, che è il mio nuovo propagandista bellico da quattro soldi preferito, perché è talmente voglioso di ottenere qualche riconoscimento per la sua stenografia imperialista che spesso approccia i suoi pezzi di propaganda in modo informativamente goffo e maldestro. Il migliore che ho trovato finora è questo articolo del 2013 sul suo periodo trascorso con i “ribelli” della Siria, in cui fa tutto il possibile per assicurarci che non sono terroristi o estremisti, ma coraggiosi combattenti per la libertà che erano riusciti a “liberare” vaste aree del territorio siriano.
E, in generale, il pezzo è buono. Non sono d’accordo, tuttavia, con la strategia di “strangolamento,” perché strangolare la Cina è un compito enorme, sopratutto perchè la Cina ha un alleato come la Russia che, letteralmente, protegge le sue retrovie e le fornisce tutte le risorse necessarie. Quelle risorse sarebbero sufficienti a mantenere in gioco la Cina anche se la Marina americana decidesse di interrompere le vie di comunicazione marittime cinesi nell’Oceano Indiano.
Questo, per ora, la US Navy può farlo. Causerebbe qualche disagio ai Cinesi, ma dubito che [una mossa del genere] avrebbe una seria influenza sulla postura cinese. Ed ecco un fatto divertente. Oggi, la flotta russa del Pacifico ha eseguito manovre nelle vicinanze dell’Alaska con uno dei suoi pr.949A Oscar-II SSGN, l’Omsk, [un sottomarino nucleare d’attacco equipaggiato con missili antinave] che è deliberatamente emerso nel Mare di Bering dopo aver lanciato i suoi missili SS-N-19 Granit (Shipwreck). Anche l’incrociatore missilistico Varyag ha lanciato i suoi Voulcan e il video è stato messo in circolazione dal canale Ria (in russo). Questo è un segnale ed anche serio: si tratta dell’esercitazione navale Ocean Shield.
Come dico da sempre, per giocare bisogna essere in due e, come ci si aspettava, sul forum russo Army-2020 sono apparse alcune notizie riguardanti specificamente l’argomento della “lotta antisommergibile a livello strategico” e le operazioni sottomarine nel 21° secolo.
Come riporta la TASS dal forum di Army-2020, fonti del Ministero della Difesa russo hanno confermato che, a partire dai già migliorati SSGN pr.885M Voronezh e Vladivostok, i sottomarini di questo tipo saranno armati con missili avanzati per attacco terrestre Kalibr (3M14) con una portata di oltre 4.000 chilometri (in russo). Per i professionisti questo significa solo una cosa: “le operazioni strategiche antisommergibile” diventano un termine di fantasia buono solo a Capitol Hill e, se l’attuale Kalibr 3M14 con un’autonomia di 2.500 chilometri era già una minaccia particolarmente seria, la nuova autonomia di 4.500 chilometri rende l’area in cui un sottomarino dovrebbe essere cercato la bazzecola di (3,14 x 4,500²) circa 63,5 milioni di chilometri quadrati. Buona fortuna a David Axe e al signor Dismukes per il calcolo delle unità navali necessarie e della scansione operativa richiesta per arrivare anche ad una probabilità moderatamente accettabile (possiamo dire il 50%?) di localizzare [il vettore] ed impedire il lancio di una salva di missili verso gli Stati Uniti continentali. Avranno bisogno di un paio di flotte in più rispetto a quelle attualmente a disposizione della US Navy per avere qualche possibilità di rilevamento o di reazione al Flaming Datum [Il problema della rilevazione di un sottomarino nemico la cui possibile posizione è stata rivelata dal lancio di un siluro o di un missile, N.D.T.].
Ora, la domanda principale è: gli altri sottomarini riceveranno i Kalibr aggiornati? La risposta è molto semplice: perché no? In effetti, è molto probabile. Solo per dimostrare cosa significhi tutto ciò basta dare un’occhiata ad una carta geografica. Sì, poi arriva la domanda divertente: scordatevi gli Zircon e le altre armi ipersoniche, siamo per caso nell’era dei missili anti-nave con gittate che si contano non a centinaia ma a migliaia di chilometri? Assolutamente. X-32 (oltre 1.000 km), Kinzhal (2.000 km), Zircon (1.000 km) sono già in servizio o ai test finali. Quale sarà il prossimo passo, missili con un’autonomia di 3.000 chilometri? Assolutamente. Questa è la realtà della vera rivoluzione negli affari militari, che riscrive completamente i manuali e le direttive tattiche, operative e strategiche. Ridefinisce completamente la guerra navale (ed altri tre domini) e non ditemi che non vi avevo avvertito. Buona fortuna con il “blocco” della Cina, figuriamoci poi della Russia.
Andrey Martyanov
Fonte: smoothiex12.blogspot.com
Link: http://smoothiex12.blogspot.com/2020/08/two-can-play-game.html
28.08.2020
FONTE: https://comedonchisciotte.org/la-moderna-macchina-da-guerra-americana-uccide-piu-come-un-pitone-che-come-una-tigre/
CULTURA
Il potere intorno a otto (60) “mondi paralleli nell’universo di Tagesschau”
L’universo di Tagesschau: mondi paralleli dalla trasmissione pubblica!
Probabilmente hai sentito parlare di questi tipi strani: persone che credono in mondi diversi da quello reale. Simpatici tipi strani che parlano di piccoli uomini verdi nell’universo che non sanno cosa fare con il mondo reale e che quindi costruiscono il proprio mondo. Finché non reinterpretano le regole del traffico, fuori dal mondo, tutto è completamente innocuo. È solo un male quando questi tipi strani prendono il potere nelle società di trasmissione. Sfortunatamente, è esattamente quello che è successo su ARD. Il Tagesschau è un tale prodotto del mondo parallelo: fantasioso ma pericoloso se “informi” secondo regole ultraterrene. MACHT-UM-ECHT documenta questo universo parallelo in una serie di messaggi.
“Crisi Corona – crollo dell’economia e delle finanze pubbliche”, fantastica il titolo di un messaggio. Come se il virus potesse causare una crisi, come se fosse una persona che agisce. Ma i virus “non fanno” nulla, tranne forse malati, e non sempre. I governi “fanno” qualcosa, i ministri agiscono, gli imprenditori fanno qualcosa. I virus non sono nemmeno esseri viventi, si insinuano. Ma i tecnici del mondo parallelo del Tagesschau li rendono soggetti, li lasciano “irrompere”. Ci sono i veri ladri, il governo, che sta distruggendo l’economia con le sue regole corona, liberamente pronunciate; senza responsabilità per il grave danno economico. “Era il virus, fermalo”, urla uno dei titoli, è una sciocchezza, ma è intenzionale.
Un’intervista sull’opposizione russa Alexei Navalny è condotta dal Tagesschau con Gwendolyn Sasse. La signora Sasse è la direttrice del Centro per l’Europa orientale e gli studi internazionali. Questo è un negozio di proprietà del Dipartimento di Stato. Il Tagesschau non lo rivela ai suoi spettatori. Ancora una volta ha creato un mondo falso: finge di condurre una vera intervista giornalistica con la signora Sasse. In verità, trasmette solo l’opinione del Dipartimento di Stato. Ma non è finita qui. Questo peculiare, ermetico mondo nasconde a chi serve l’intervista, non dice chi sia l’autore. Il titolo dovrebbe essere: Ora arriva l’opinione del ministro degli Esteri su Navalny. Ma non è quello che dice lì. Questo falso mondo è un inganno, non una notizia.
Il messaggio successivo recita: “Il cancelliere Merkel giura per un autunno difficile”. La Merkel minaccia la prossima ondata di infezioni e il Tagesschau trasmette la minaccia. Nessun fatto, nessun numero, nessuna idea, la pura tattica spaventosa. A nome del governo, ARD disegna un mondo dell’orrore. Ricerca, analisi, giornalismo? Zero. Fantasia e mondo parallelo? Un sacco.
Ma il momento clou della perdita della realtà è il Tagesschau con questo titolo: “Protesta contro la politica della corona – orrore per l’escalation al Reichstag”. Le molte centinaia di migliaia per le strade di Berlino che hanno manifestato pacificamente e felicemente in difesa della Legge fondamentale sono semplicemente scomparse dal mondo Tagesschau. Ciò che restava erano “cittadini del Reich”. Persone sospettate di terrorismo e che hanno messo in scena la “Tempesta sul Reichstag” in una sorta di rappresentazione teatrale. Nessuna domanda dalla redazione di Tagesschau sul perché c’erano solo tre agenti di polizia davanti alla porta del Bundestag. Non c’è dubbio sul motivo per cui il senatore di Berlino per gli interni avesse approvato l’Azione per la cittadinanza del Reich. Nessuna domanda sul miglio del divieto attorno al Bundestag del Reich. Tutto ciò che aveva a che fare con i processi reali era nascosto il più possibile. Cosa è rimasto: La diffamazione dell’Azione di Legge fondamentale. È un potere pericoloso del Tagesschau: giace omettendolo, impostando chiaramente la messa a fuoco sbagliata, da una visione del mondo brutalmente manipolatrice.
Questo numero di MACHT-UM-ACHT si basa anche su un gran numero di lettere di telespettatori inviate a questo indirizzo: DIE-MACHT-UM-ACHT@KENFM.DE. Gli editori vorrebbero ringraziarti molto per questo.
Il giornalista e regista Uli Gellermann si occupa da anni della manipolazione costante delle notizie quotidiane. Insieme ai coautori, Volker Bräutigam e Friedhelm Klinkhammer, ha scritto il libro “Die Macht um Acht: der Tagesschau”. Ottima lettura del telegiornale quotidiano in onda su ARD.
A KenFM utilizza il formato omonimo per esaminare il sottile lavaggio del cervello delle notizie quotidiane ogni due settimane.
FONTE: https://kenfm.de/die-macht-um-acht-60/
CYBERWAR SPIONAGGIO INFORMAZIONE DISINFORMAZIONE
Dire, fare, clonare
Dire, fare, baciare, lettera e testamento. Questa filastrocca era in realtà un vero e proprio gioco che per chi come me è nato negli anni Ottanta, costituiva un passatempo tra compagni di scuola ai tempi delle elementari. Di fatto era una penitenza che il malcapitato di turno doveva scegliere ad occhi chiusi, toccando una delle cinque dita della mano del compagno. Scelto il dito i presenti decidevano la pena corrispondente:
“dire” qualche cosa, “fare” qualche cosa, “baciare” qualcuno, “lettera” si scriveva sulla schiena del protagonista che doveva decifrare il messaggio e subirne l’affrancatura con una bella pacca sulla spalla e “testamento” che era in genere la penitenza più dolorosa, in quanto bisognava subire i dispetti dei compagni. Il ragazzo che pagava il pegno volgeva la schiena ai compagni che nel frattempo decidevano alcune penitenze fisiche (calci, pugni, sberle, ma anche baci, carezze…). Uno di loro chiedeva: “Quanti ne vuoi di questi?” ed il “penitente” rispondeva un numero da uno a dieci, senza sapere di cosa si trattasse.
Da oggi quel gioco ha subito un aggiornamento grazie ad alcuni titoli e vicende diventando “violare”, “clonare”, “falsificare”, “lettera” e “parlamento”. Ma perché questo nesso?
Sono stato colpito dal leggere i titoli di alcune testate inerenti la presunta “violazione”, “clonazione” e “falsificazione” dell’indirizzo email ufficiale del nostro Ministro degli Esteri On. Luigi Di Maio. Da quanto riportato nei vari articoli pubblicati in queste ore si leggono affermazioni non troppo corrette, quantomeno sotto il profilo informatico. Da quanto emergerebbe dunque sarebbero state recapitate ad alcuni esponenti della forza politica cui appartiene l’onorevole, delle mail apparentemente provenienti dal proprio account ufficiale. Ricevere una mail apparentemente proveniente da un determinato account di posta è cosa comune, e porre in essere un atto simile è alquanto banale… bastano poche righe di codice per un bravo programmatore web o l’ausilio di qualche software per chi non è pratico di istruzioni da compilare ed il gioco è fatto. Violare un account di posta è ben altra cosa. Clonarlo addirittura è una leggenda.
La dicitura invece “falsificazione” è quella che più si avvicina se la si attribuisce alla mail intesa come singolo messaggio di posta elettronica, ma non certo alla casella mail. Quindi dai fatti narrati nelle cronache quello che sembra essere successo è l’aver ricevuto un messaggio fraudolento, proprio come accade per i tentativi di phishing. Sarebbe curioso visionare il contenuto del messaggio, verificare la presenza di eventuali link ma anche di altri codici ed informazioni come quelle più preziose contenute nell’header della missiva… ma lasciamo agli investigatori l’onere di scoprire i dettagli sulla vicenda. Ai lettori rimarrà invece questo gioco “violare, clonare, falsificare, lettera e parlamento”. A voi la libertà di attribuirne i risvolti pratici in una società sempre più virtuale.
FONTE: https://www.infosec.news/2020/09/01/news/dire-fare-clonare/
Gli impianti cerebrali che cambieranno l’umanità
di Roberto PECCHIOLI –
I cervelli stanno parlando ai computer e i computer al cervello. I nostri pensieri sono ancora al sicuro? La domanda è ancora più urgente dopo che alla mezzanotte del 28 agosto scorso, dopo trenta minuti di attesa, è stata attivata la luce nel canale di Neuralink, la società di tecnologia neurale creata da Elon Musk, l’imprenditore americano guru delle nuove tecnologie, gran maestro dell’automobile elettrica senza guidatore, fondatore della multinazionale che porta il nome del grande, visionario inventore e scienziato serbo Nikola Tesla. E’ stato prodotto il primo neurone artificiale, progettato per riparare connessioni danneggiate. Il 2020 non è solo l’anno del virus e dell’attesa spasmodica del vaccino, dell’accettazione, anzi della potente richiesta popolare di vedersi inoculare nel corpo sostanze sconosciute, ma è anche l’anno in cui le tecnoscienze affermano di poter penetrare nel cervello.
Sorge la necessità di conoscere ciò che sta accadendo nei laboratori riservati, comprendere quali ricadute avrà sulle nostre vite, e tentare di esprimere un giudizio. Ciò che ha mostrato Elon Musk nello spettacolo montato ad uso dei mercati, per ridare fiato alla declinante fortuna del suo gruppo, è il progresso conseguito nello sviluppo di un impianto cerebrale in grado di leggere l’attività neuronale di ben 1.024 elettrodi inseriti nel cervello di maiali, mostrati mentre vagavano a loro agio. Nell’esperimento sono stati esibiti tre animali: uno privo di impianto, il secondo con il dispositivo nascosto sotto la pelle del cranio che emetteva segnali in diretta sullo schermo. Al terzo era stato espiantato l’apparato in precedenza. L’obiettivo era dimostrare la sicurezza dell’invenzione, e sarebbe stato un successo strepitoso se uno dei maiali, dispettoso, non avesse resistito a uscire dal luogo dell’esperimento.
Ciò che gli scienziati hanno potuto osservare sugli schermi nella presentazione è stata l’attività di diversi neuroni. L’ attivazione di ogni neurone appariva come un piccolo punto bianco; ogni linea un neurone; a centinaia disposti in una matrice di dati che fluivano continuamente in tempo reale. In basso, in azzurro, il conteggio accumulato dell’attività. Mentre il maialino annusava l’ambiente circostante, si succedevano ondate di colpi coordinati. Più tardi, al diciottesimo minuto del video, si è sperimentato come –attraverso la lettura delle attività neuronali – fosse possibile prevedere i passi successivi di uno dei maiali dotati di impianto, mentre camminava su un tappeto mobile.
Qual è la novità? Secondo gli esperti di neuroscienze, niente e tutto. Nuova è la scelta tecnologica di “impacchettare” 1.024 neuroni in alcuni finissimi peli che, inseriti nel cervello, sono in grado di isolare l’attività di centinaia di neuroni. Nuova è anche la tecnologia senza fili (wireless) che consente di trasmettere segnali in tempo reale, in aggiunta alla misurazione della temperatura corporea, alla pressione intracranica e altri dati di fisiologia del cervello, eccetera. “Eccetera” rappresenta tutto ciò che è sconosciuto ed è rimasto nell’esclusiva disponibilità di Tesla. Non conosciamo la durata della batteria, che si può ricaricare per induzione, come i moderni orologi digitali. Altrettanto nuovo è che si possa occultare l’apparato sotto il cuoio capelluto, proteggendo, affermano senza pudore, la privatezza di colui a cui è stato impiantato. Curiosa privacy per qualcosa che ha la funzione opposta, ovvero monitorare, sorvegliare e, a lungo termine, indurre, orientare, manipolare da remoto l’attività cerebrale.
Impressiona il gioco di magia organizzato da Musk, dietro il quale ci sono anni di ricerca di molti eccellenti scienziati, ma anche una fascinazione organizzata, al servizio delle declinanti sorti finanziarie di Tesla, affidate all’ignara maialina Gertrude. Non è nuovo che si possa leggere l’attività dei neuroni, né decodificare i loro messaggi, specie se i gesti sono relativamente semplici o ovvii, come muovere le estremità del corpo. Non è nuovo neppure che si possano impiantare sistemi wireless, per quanto con molti meno canali, più ingombranti e apparentemente con minore efficienza. Non è una novità assoluta che si possano stimolare gruppi di neuroni in maniera localizzata, come il video mostra, utilizzando l’immagine microscopica di un doppio fotone (particella priva di massa, con carica elettrica nulla, costituente elementare della radiazione elettromagnetica, detta anche quanto di energia) per osservare l’attivazione di sensori di calcio espressi geneticamente nei neuroni.
Tutte queste cose – straordinarie, magiche per noi, uomini della strada- sono la quotidianità di alcuni laboratori di ricerca impegnati a decifrare i segreti del cervello, il nostro organo più complesso. Le neuroscienze lavorano da anni nella lettura e decodifica dell’attività neuronale. L’obiettivo è comprendere come funziona il cervello, ma i veri scopi sono più concreti e prosaici. Si potranno trattare alcune infermità e disabilità, ma intanto – non incidentalmente – chi avrà il controllo di queste tecnologie avrà assunto il dominio- se non la proprietà- delle nostre vite. Potrà prevedere i nostri gesti e reazioni, soprattutto sarà in grado di indirizzarle verso ciò che interessa l’oligarchia, attivare e disattivare aree cerebrali, con conseguenze ancora sconosciute, ma certo inquietanti.
Alla massa viene presentato il consueto specchietto per le allodole, la speranza di lottare contro malattie, disabilità gravi, conseguenza di incidenti e simili. Il consenso è assicurato. La promessa di Elon Musk è di implementare questi dispositivi a breve, una volta ricevuta l’approvazione dell’agenzia americana per la salute e i servizi umani, per lanciarsi nella competizione durissima tra giganti tecnologici. Molte imprese e laboratori di ricerca collaborano da tempo con neurochirurghi e neurologi per cercare di applicare le nuove conoscenze “in maniera sicura e controllata”, almeno così affermano. Sono già sperimentati dispositivi simili a quelli presentati da Elon Musk per aiutare persone con lesioni cerebrali a muovere braccia robotiche, impianti di elettrodi profondi per il trattamento del morbo di Parkinson e la previsione di crisi epilettiche.
Del tutto nuova è la tecnologia senza fili che permette di trasmettere segnali in tempo reale. Quella esposta, naturalmente, è la versione “buona” delle nuove tecnologie, ad uso delle masse zoologiche. Poco si parla dei rischi, delle derive, della probabilità di vivere in una società di schiavi tecnologici, i cui movimenti, le cui azioni, le cui idee, pulsioni e visioni della vita saranno domani non solo previste, ma indotte da remoto, dai padroni di tecnologie di impressionante potenza. Diventa profetico il brano dell’Enrico V in cui Shakespeare fa dire ad un suo personaggio: “il re prende nota di tutte le loro intenzioni con mezzi che neppure possono immaginare”. Al suo tempo, i mezzi erano essenzialmente lo spionaggio e la delazione. Il nostro tempo non solo vuole e può conoscere le intenzioni, ma a breve sarà in grado di determinarle con mezzi tecnici.
Neuralink, un’azienda privata il cui scopo è il profitto. Con la collaborazione dei pazienti, è in grado di registrare l’attività neuronale umana e tentare di decodificarla. Uno scienziato commenta che “non vi è nulla di temibile se siamo in buone mani, ovvero entro ricerche finanziate con fondi privati e pubblici sottoposti ai più stretti controlli. “Panzane, ottimismo infantile o cosciente inganno. Si tratterebbe, per i tecno entusiasti (a fattura?) di “capire come proseguano le ricerche, in che maniera controlliamo le nostre braccia e le nostre gambe, come generalizziamo la conoscenza e rappresentiamo il mondo.” No, attraverso lo specchio rotto, Alice è caduta nella tana del Bianconiglio e inizia un pericoloso viaggio nel paese delle meraviglie.
Il lettore perdonerà la citazione dal nostro Tecnopolis (Effepi, 2019). “La tecnologia cui è stata data mano libera, attraverso finanziamenti immensi che hanno facilitato continue scoperte ed avanzamenti di conoscenza è ormai incontrollabile, tanto che un fisico ungherese premio Nobel, Dennis Gabor, teorizzò apertamente un principio che da lui prende il nome: tutto ciò che è tecnicamente fattibile, deve essere realizzato, sia che tale realizzazione sia giudicata buona o condannabile. Questo è lo stato dell’arte, alimentato dal libertarismo/liberismo estremo, economico e civile, che guida l’azione dei padroni del mondo. Il paradigma citato chiude il cerchio, inverando quel villaggio globale immaginato da Marshall Mc Luhan, in cui, teoricamente, tutti controllano tutti, ma gli schiavi del controllo a base di dati siamo tutti noi, giacché l’intero apparato – il più esteso nella storia millenaria dell’homo sapiens sapiens– è gestito per propri interessi ed utilità da un grumo di entità private e pubbliche ad un livello superiore ed invisibile.”
Per fortuna, al di là dello spettacolino ad uso degli investitori e degli appassionati di tecnomagia montato da Musk, le promesse non sono facili da realizzare. Non sono ancora dietro l’angolo, ma rappresentano la sfida neurotecnologica del momento L’idea è che esiste un mondo di funzioni che i dispositivi in via di sperimentazione possono esercitare: avvertirci di un possibile attacco di cuore, di un ictus cerebrale e di altre minacce simili. Possono aiutarci a suonare brani musicali o mettere in moto l’automobile elettrica: il racconto futurista è accattivante, in grado di provocare l’acquolina in bocca al post – uomo malato di tecnologia.
Ogni nuova conoscenza è un’arma a doppio taglio. Non si sa nulla – né Tesla ha contribuito a chiarire- dell’eventualità di complicazioni nell’impianto di corpi estranei nel cervello, organo acquoso e corrosivo al massimo grado. Non sappiamo nulla dei meccanismi di difesa fisiologici che ci proteggono e che necessariamente produrranno una cicatrice gliale (cellule che, insieme ai neuroni e ai vasi sanguigni, formano il sistema nervoso) nella materia grigia dei maiali e domani degli uomini, incapsulando elettrodi e promuovendo infezioni di cui non sappiamo nulla. Questo sotto l’aspetto della fisiologia del corpo; e le eventuali modificazioni e patologie mentali, nonché l’immenso campo della perdita delle libertà e della stessa individualità personale, del libero arbitrio? Gli interrogativi sono immensi e occorre porli al massimo livello da subito.
Musk, ovviamente, non ha neppure lontanamente accennato agli aspetti etici, se non antropologici, associati alle neuroscienze. Inoltre, questo è un terreno su cui non si può procedere in marcia solitaria, con i criteri e gli obiettivi di un’impresa, per la natura delle sfide, le domande e le conseguenze che corrono in ogni direzione e si ingrandiscono come rizomi incontrollati, in assenza di regole, limiti, principi morali. Un conto è soccorrere gli invalidi o curare certe forme di depressione, un altro è editare e mettere sul mercato la memoria, manipolare la coscienza fino a impadronirsi della mente e rendere gli individui altrettanti tecnoschiavi. C’è bisogno di uno sforzo comune che parta dalla conoscenza e dalla consapevolezza. La scienza è un sostegno straordinario, ma non può essere la soluzione incontrollata e addirittura privatizzata alle pandemie che paralizzano, alle domande di senso che accompagnano la creatura uomo, ai limiti che costituiscono l’essenza della nostra condizione.
Il dottor Jack Gallant, neuroscienziato computazionale, ha lavorato per anni a migliorare la nostra comprensione di come il cervello codifica le informazioni: quali regioni diventano attive, ad esempio, quando una persona vede un aereo o un mela o un cane, e in che maniera queste attività possano essere visualizzate e riprodotte. Siamo all’alba di nuova era, in cui i cervelli parlano ai computer e i computer ai cervelli.
Un giorno, Gallant ha pensato di invertire ed ingegnerizzare l’algoritmo che aveva sviluppato in modo che si potesse ricostruire quello che un gruppo di volontari stava vedendo e successivamente “leggerlo”. La tecnologia è già in grado di tradurre l’attività cerebrale in immagini comprensibili da altre persone. In altre parole, siamo molto vicini alla macchina che “legge “il cervello. Lo stesso Gallant ne ha avuto paura, rendendosi conto di collaborare a un’era in cui i pensieri possono essere strappati dalle nostre teste. A quel punto, si potranno “rubare” anche i ricordi e le conoscenze e farne oggetto di compravendita.
Il riconoscimento vocale, come quello utilizzato da Siri di Apple o da Alexa di Amazon, è un passo verso un’ulteriore integrazione tra uomo e macchina. Il prossimo, che gli scienziati di tutto il mondo stanno perseguendo, è realizzare una tecnologia che permetta di attivare mediante il pensiero e interagire con i computer e gli apparati elettronici, ovvero con tutto ciò che ad essi è collegato, come automobili, robot, braccia e droni.
La tecnologia che può facilmente scrutare attraverso il cranio, come la macchina di risonanza magnetica, è troppo ingombrante da montare nella nostra testa. Una tecnologia meno invasiva, come l’elettroencefalogramma che misura l’attività elettrica del cervello attraverso elettrodi attaccati al cuoio capelluto, non fornisce la stessa chiarezza. Nuovi metodi di ” vedere ” nel cervello potrebbero includere la magnetoencefalografia, o MEG, che misura le onde magnetiche che emanano all’esterno del cranio dai neuroni che si attivano al di sotto di esso; oppure usando la luce infrarossa, che può penetrare nei tessuti viventi, per dedurre l’attività cerebrale dai cambiamenti nel flusso sanguigno. Con quali rischi fisici, psichici, ambientali di medio e lungo termine?
Le soluzioni tecniche stanno cominciando ad emergere. Soprattutto, oltre a Tesla, investono somme notevoli colossi come Facebook (Zuckerberg) e Microsoft Bill, Gates). Nella notte dell’uomo, qualcuno si preoccupa dell’appropriazione privata del nostro cervello? Qualcuno si pone domande in termini morali, storici, antropologici? Qualcuno comprende sino a che punto l’uomo- la persona umana dalla scintilla divina- diventi un prodotto, una merce da compravendere in quanto espropriata di se stessa?
FONTE: https://www.maurizioblondet.it/gli-impianti-cerebrali-che-cambieranno-lumanita/
GIUSTIZIA E NORME
IN NOME DI DIO
Augusto Sinagra – 3 09 2020
Non sono uomo di propaganda, non voglio fare propaganda. Non sono uomo di nessuna delle presenti “parti” politiche in competizione.
Ho letto la legge di riforma costituzionale oggetto del referendum del prossimo 20 settembre. Si parla sulla stampa, in TV e sui “social” solo di “taglio dei parlamentari”. Si parla alla “pancia” della gente. Non è così, vi è molto di più in questa legge.
É uno stravolgimento totale della nostra Costituzione, è la rottura di ogni equilibrio e garanzia costituzionale, é la fine delle nostre libertà. Solo una cosa: il Senato ridotto a 100 membri (non votati dal Popolo, ma designati dalle Regioni) + i 5 “a vita”, e la Camera dei Deputati ridotta a 400 membri, potranno ancora modificare la Costituzione con legge ORDINARIA (cioè una sola votazione e senza alcuna maggioranza “qualificata”).
Peggio, molto peggio, della riforma costituzionale proposta nel 2016 dal ribaldo fiorentino. Non dico di votare in un modo o in un altro, vi chiedo solo di andare a votare.
Una cosa, però, chiedo a tutti: prima di andare a votare, leggetela questa legge infame! Ve lo chiedo in ginocchio, a mani giunte in segno di preghiera, come nelle “pale” del ‘400. Ve lo chiedo in nome di Dio!
AUGUSTO SINAGRA
FONTE: https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=2640266539622746&id=100009182787667
IMMIGRAZIONI
13.000 arrivi negli ultimi 4 giorni
Lisa Stanton – 31 08 2020
Nascondere gli sbarchi e i crimini dei migranti: cosa ha detto davvero Mentana (e quando)
2 Settembre 2020
Mentana linciato sui social per una frase sui migranti estrapolata dal contesto di una puntata di #Maratonamentana dell’anno scorso. Cosa ha detto davvero il direttore di TG La7.
Non è la prima volta che Enrico Mentana finisce nel mirino degli haters, ma questa volta sembra che il virus dell’analfabetismo funzionale abbia colpito in modo serio gli utenti.
All’origine del polverone che lo sta vedendo protagonista, questa dichiarazione: “Bisogna nascondere gli sbarchi e i crimini dei migranti per rendere meno grave il problema”. Una frase detta durante una vecchia puntata di #maratonamentana che però è stata goffamente estrapolata dal discorso, finendo per essere il tasto che ha fatto accendere la macchina del fango contro Mentana. Vi spieghiamo cosa ha detto davvero il giornalista.
Mentana insultato per frase sui migranti: cosa è successo
La polemica è nata dopo che un utente su Twitter ha “segnalato” la notizia di questa “assurda” dichiarazione, ricevendo diverse centinaia di retweet e risposte, per dare il via una pioggia di post che insultano e minacciano Mentana.
Lo stesso giornalista ha ripostato sul suo profilo Instagram i tweet in questione, ma come spesso purtroppo accade ciò non è bastato per sgonfiare le animosità.
“Nascondere sbarchi e crimini migranti”: la verità sulla frase di Mentana
Innanzitutto è bene fare chiarezza sul fatto che la frase pronunciata da Mentana (e totalmente decontestualizzata) è tornata alla ribalta sui social in questi primi giorni di settembre, ma è stata estrapolata da una puntata di #maratonamentana del 24 agosto 2019, all’epoca della formazione del governo PD-5 Stelle.
Riportiamo qui le sue testuali parole:
“Sui migranti, è evidente che la linea è di parlarne il meno possibile, sperando di poter mettere in atto, tacendo, in maniera non conclamata, una politica tale da rendere meno grave e meno evidente il problema. È chiaro che se il ministro dell’Interno di turno – diciamo in generale, ma ce n’è stato solo uno che l’ha fatto – tutti i giorni dice ’stanno sbarcando ma i porti sono chiusi’, o ’un senegalese a Viterbo ha fatto questa cosa, via!, oppure ’sterilizzate quello che ha tentato di abbordare quella ragazza italiana’, è chiaro che l’alternativa a questo è il silenzio, non una politica papista, quella dell’accogliamoli tutti. È chiaro che la politica è in difficoltà su questo per il dopo Salvini, ammesso che ci sia un dopo Salvini”.
Come si può leggere, Mentana non ha detto che bisogna nascondere gli sbarchi e i crimini dei migranti, ma stava facendo pure ipotesi su quella che sarebbe potuta essere la strategia di comunicazione sul tema migranti del futuro governo giallorosso. In sostanza stava ipotizzando la possibilità che, a differenza di Salvini che “ogni scusa era buona per sparare a zero contro i migranti e i porti aperti”, il nuovo esecutivo avrebbe scelto di non parlarne.
FONTE: https://www.money.it/Mentana-migranti-bisogna-nascondere-sbarchi-crimini-cosa-ha-detto-davvero
LAVORO PENSIONI DIRITTI SOCIALI
UN REPORT INCHIODA AMAZON: PERSONALE SPIATO E CONDIZIONI DI LAVORO IMPOSSIBILI
Nonostante la mia serena convinzione che il colosso di Jeff Bezos abbia ucciso il nostro commercio tradizionale e decretato un salto di passo di cui forse si poteva fare a meno, stavolta i dardi non vengono dalla mia faretra.
Mentre nessuno potrà convincermi che non sia possibile riuscire a vivere tre o quattro giorni senza un prodotto che il negoziante sotto casa al momento non ha (e che quindi Amazon sia la nostra salvezza), ho letto con attenzione lo studio dell’Open Markets Institute e sono convinto che anche altri potrebbero trarre giovamento da un simile approfondimento (che secondo tradizione di Infosec News è qui disponibile in formato pdf per chi lo voglia consultare).
E’ fuori di dubbio che Amazon vanti una efficienza straordinaria, sbalorditiva, destinata a passare alla storia. Tra qualche migliaio di anni ci sarà chi – al nostro pari dinanzi all’imponenza delle Piramidi – si chiederà come siano riusciti in una così smisurata opera.
Il documento, redatto da un “think tank” che – oltre a fare ricerche e studi – si erge a difesa dei più deboli prendendo di mira realtà mastodontiche come Google e Facebook, evidenzia situazioni che non lasciano indifferenti. La celerità e la precisione che fanno spiccare Amazon come un modello ideale contrastano – secondo il report firmato da Daniel A. Hanley e Sally Hubbard – con un “dietro le quinte” non proprio rassicurante.
Il documento “Eyes Everywhere: Amazon’s Surveillance Infrastructure and Revitalizing Worker Power” già nel titolo parla di “occhi dappertutto” e non fa mistero dell’estremizzazione della sorveglianza e di un clima di stress difficilmente sostenibile.
Il report sottolinea – tra l’altro – che Amazon imporrebbe ai propri lavoratori di lasciar fuori tutti i loro effetti personali tranne una bottiglia d’acqua e un sacchetto di plastica trasparente contenente denaro.
Il livello di controllo quasi distopico sui magazzinieri culminerebbe nel licenziamento di chi non riesce a raggiungere obiettivi che spesso vengono tenuti segreti. Nella trentina di pagine di testo si legge che ai lavoratori viene imposto di raggiungere un certo numero di pacchi da elaborare all’ora, anche se non viene detto loro quale sia esattamente tale obiettivo.
E’ spaventoso apprendere che i dipendenti di Amazon non conoscano in anticipo il “target” da raggiungere e che la sua variazione possa avvenire in corso d’opera e quindi essere oggetto solo di segnalazione successiva. In questo modo anche chi è velocissimo nelle operazioni di diretta competenza rischia di ricevere l’ “avvertimento” che l’asticella è stata alzata solo quando è venuto meno alle prestazioni che erano state immaginate per lui/lei e per le relative capacità prestazionali.
Il sistema elettronico di controllo di Amazon analizzerebbe le misure di produttività di ciascun lavoratore basandosi sul rendimento più elevato fornito in un determinato periodo. Se poi, per qualunque motivo, la persona si ritrova a scendere al di sotto di quel livello, il sistema in maniera automatico rileva la situazione, genera immediatamente gli avvisi e innesca l’adozione di provvedimenti “correttivi” (che possono sfociare nell’allontanamento del tizio che è sceso sotto il proprio “record personale”).
Chi effettua il prelievo e il confezionamento di un prodotto deve servirsi di uno scanner che non si limita a “smarcare” l’uscita da magazzino per procedere al suo rimpiazzo con nuova fornitura, ma registra ogni dettaglio delle operazioni compiute (come ad esempio l’intervallo di tempo intercorso tra una scansione del codice a barre presente sulla merce e quella successiva).
Le telecamere di sorveglianze sono presenti in tante realtà produttive e spesso si rivelano di grande aiuto per garantire la sicurezza e consentire un intervento tempestivo in caso di incidente. In questo caso, però, nel rapporto si legge che dispositivi di ripresa video tracciano e controllano ogni mossa di un lavoratore.
Se si va a guardare chi provvede alle consegne, a sbarrare gli occhi sbalordito potrebbe essere George Orwell resuscitato per l’occasione. Amazon registra costantemente la posizione dei veicoli e l’azione di monitoraggio mira a pedinare il mezzo per avere certezza che venga seguito il percorso esatto che è stato stabilito e mappato a livello centrale. Pur di rispettare tempi e numeri i conducenti rispettano meno facilmente il codice della strada e l’aumento degli incidenti testimonia il disperato tentativo – per il trasportatore – di rimanere in gioco.
Il rapporto spiega che lo stesso software di monitoraggio garantisce che i lavoratori abbiano diritto solo a 30 minuti per il pranzo e a due pause separate di 15 minuti durante il giorno. Ma non finisce qui.
Il “braccialetto” – da cui i dipendenti non possono certo separarsi – può tracciare con precisione dove i dipendenti del magazzino stanno mettendo le mani e utilizzare le vibrazioni per spingerli in una direzione diversa.
Inutile dire che – secondo Open Markets Institute – Amazon contrasta gli sforzi di sindacalizzazione, monitorando attivamente i lavoratori, interrompendo eventuali riunioni di troppe persone (certo non per il “distanziamento sociale” o per il “divieto di assembramento”), identificando possibili organizzatori sindacali e controllandone gli spostamenti nelle aree di lavoro per evitare che parlino troppo a lungo con lo stesso gruppo.
Il report parla inoltre di procedure disumanizzanti, quasi i dipendenti fossero degli automi. Non bastasse, a fine turno i dipendenti sarebbero sottoposti a controlli volti a verificare che non abbiano rubato nulla. Mortificazione a parte (anche per le telecamere che a questo punto non farebbero il loro mestiere….), il lavoratore deve mettere in conto da 25 minuti ad un’ora (naturalmente non retribuiti) per poter uscire dall’infrastruttura aziendale.
Sicuramente Amazon saprà spiegare e motivare l’eventuale infondatezza del report “Eyes Everywhere” e il nostro spazio “Un messaggio in bottiglia” è pronto ad ospitare qualsivoglia replica. Tranquilli, non cronometreremo il tempo di risposta…
FONTE: https://www.infosec.news/2020/09/02/editoriale/un-report-inchioda-amazon-personale-spiato-e-condizioni-di-lavoro-impossibili/
PANORAMA INTERNAZIONALE
Non cediamo alla tentazione di abbandonare la Chiesa perché invasa da eretici e fornicatori: sono loro che vanno cacciati!
Cari amici di Duc in altum, vi propongo questo contributo che monsignor Carlo Maria Viganò mi ha fatto pervenire. Si tratta di una risposta al giornalista Stephen Kokx e non esito a definirla determinante, decisiva.
A.M.V.
***
Caro dottor Kokx, ho letto con vivo interesse un suo articolo dal titolo Domande per Viganò: sua eccellenza ha ragione sul Vaticano II, ma cosa pensa che dovrebbero fare i cattolici ora?, apparso su Catholic Family News lo scorso 22 agosto (qui). Trattandosi di questioni molto importanti per i fedeli, rispondo volentieri alle sue domande.
Ella mi chiede: «Cosa significa “separarsi” dalla chiesa conciliare secondo l’Arcivescovo Viganò?». Le rispondo a mia volta con una domanda: «Cosa significa separarsi dalla Chiesa cattolica secondo i fautori del Concilio?» Pur essendo evidente che non è possibile alcuna commistione con coloro che propongono dottrine adulterate del manifesto ideologico conciliare, occorre precisare che il semplice fatto di essere battezzati e membra vive della Chiesa di Cristo non implica l’adesione alla compagine conciliare; questo vale anzitutto per i semplici fedeli e per i chierici secolari e regolari che, per varie ragioni, si considerano sinceramente cattolici e che riconoscono la Gerarchia.
Andrebbe invece chiarita la posizione di quanti, dichiarandosi cattolici, abbracciano le dottrine eterodosse che si sono diffuse in questi decenni, con la consapevolezza che esse rappresentano una rottura con il Magistero precedente. In questo caso è lecito mettere in dubbio la loro reale appartenenza alla Chiesa cattolica, nella quale tuttavia essi ricoprono ruoli ufficiali che conferiscono loro autorità. Un’autorità esercitata illecitamente, se lo scopo che si prefigge è di obbligare i fedeli ad accettare la rivoluzione imposta da dopo il Concilio.
Una volta chiarito questo punto, risulta evidente che non sono i fedeli tradizionalisti – ossia i cattolici veri, secondo le parole di san Pio X – che devono abbandonare la Chiesa nella quale hanno pieno diritto di rimanere e dalla quale sarebbe sciagurato separarsi; ma i modernisti, i quali usurpano il nome cattolico proprio perché esso è l’unico burocratico elemento che consente loro di non essere considerati al pari di qualsiasi setta eretica. Questa loro pretesa serve infatti ad evitare di finire tra le centinaia di movimenti ereticali che nel corso dei secoli hanno creduto di poter riformare la Chiesa a proprio piacimento, anteponendo il proprio orgoglio all’umile custodia dell’insegnamento di Nostro Signore. Ma come non è possibile rivendicare la cittadinanza di una Patria di cui non si condivide la lingua, il diritto, la fede e la tradizione; così è impossibile che chi non condivide la fede, la morale, la liturgia e la disciplina della Chiesa cattolica possa arrogarsi il diritto di rimanere al suo interno e addirittura di ascendere i gradi della Gerarchia.
Non cediamo quindi alla tentazione di abbandonare – pur con giustificato sdegno – la Chiesa cattolica, col pretesto che essa è invasa da eretici e fornicatori: sono costoro che vanno cacciati dal sacro recinto, in un’opera di purificazione e di penitenza che deve partire da ciascuno di noi.
È altresì evidente che vi sono casi molto diffusi in cui il fedele incontra gravi problemi nel frequentare la parrocchia, così come sono ancora poco numerose le chiese in cui si celebra la Santa Messa nel rito cattolico. Gli orrori che dilagano da decenni in molte nostre parrocchie e santuari rendono impossibile anche solo assistere ad una «eucarestia» senza essere turbati e mettere a rischio la propria fede. Così come è molto difficile assicurare a sé e ai propri figli un’istruzione cattolica, sacramenti celebrati degnamente e una guida spirituale solida. In questi casi i fedeli laici hanno il diritto e il dovere di cercare sacerdoti, comunità e istituti che siano fedeli al Magistero di sempre. E che alla lodevole celebrazione della liturgia in rito antico sappiano accompagnare la fedele adesione alla dottrina e alla morale, senza alcun cedimento sul fronte del Concilio.
La situazione è certamente più complessa per i chierici, che dipendono gerarchicamente dal proprio vescovo o dal superiore religioso, ma che allo stesso tempo hanno il diritto sacrosanto di rimanere cattolici e di poter celebrare secondo il rito cattolico. Se da un lato i laici hanno più libertà di movimento nello scegliere la comunità alla quale rivolgersi per la Messa, i sacramenti e l’istruzione religiosa, ma meno autonomia per il fatto di dover comunque dipendere da un sacerdote; dall’altro lato i chierici hanno meno libertà di movimento, essendo incardinati nella diocesi o nell’ordine e sottoposti all’autorità ecclesiastica, ma più autonomia per il fatto di poter legittimamente decidere di celebrare la Messa e amministrare i sacramenti nel Rito Tridentino e di predicare conformemente alla sana dottrina. Il motu proprio Summorum Pontificum ha ribadito che fedeli e sacerdoti hanno il diritto inalienabile – che non può essere loro negato – di avvalersi della liturgia che più perfettamente esprime la nostra fede. Ma questo diritto va oggi usato non solo e non tanto per conservare la forma straordinaria del rito, ma per testimoniare l’adesione a quel depositum fidei che solo nel rito antico trova perfetta corrispondenza.
Ricevo quotidianamente lettere accorate di sacerdoti e di religiosi che vengono emarginati o trasferiti o ostracizzati a causa della loro fedeltà alla Chiesa: la tentazione di trovare un ubi consistam lontano dallo strepito dei novatori è forte, ma dobbiamo trarre esempio dalle persecuzioni che subirono molti santi, tra i quali sant’Atanasio, che ci offrono un modello di come comportarci dinanzi all’eresia dilagante e alla furia persecutoria. Come ha ricordato più volte il mio venerato confratello, monsignor Athanasius Schneider, l’arianesimo che afflisse la Chiesa all’epoca del Santo Dottore di Alessandria d’Egitto era talmente diffuso tra i vescovi, da lasciar quasi credere che l’ortodossia cattolica fosse completamente scomparsa. Ma fu grazie alla fedeltà e all’eroica testimonianza dei pochi vescovi rimasti fedeli, che la Chiesa seppe risollevarsi. Senza quella testimonianza, l’arianesimo non sarebbe stato sconfitto: senza la nostra testimonianza odierna, non verrà sconfitto il modernismo e l’apostasia globalista di questo pontificato.
Non è quindi questione di lavorare dall’interno o dall’esterno: i vignaioli sono chiamati a lavorare nella Vigna del Signore, ed è lì che devono rimanere anche a costo della vita; i pastori sono chiamati a pascere il Gregge del Signore, a tenere lontani i lupi rapaci e a scacciare i mercenari che non si preoccupano per la salvezza delle pecore e degli agnelli.
Quest’opera spesso silenziosa e nascosta è stata compiuta dalla Fraternità San Pio X, alla quale va riconosciuto il merito di non aver lasciato spegnere la fiamma della Tradizione, in un momento in cui celebrare la Messa antica era considerato sovversivo e motivo di scomunica. I suoi sacerdoti sono stati una salutare spina nel fianco nel corpo ecclesiale, considerati come un insopportabile termine di paragone per i fedeli, un rimprovero costante al tradimento compiuto ai danni del popolo di Dio, un’alternativa inammissibile al nuovo corso conciliare. E se la loro fedeltà ha reso inevitabile la disobbedienza al Papa con le consacrazioni episcopali, grazie a esse la Fraternità ha potuto proteggersi dall’attacco furioso dei novatori e ha permesso, con la sua stessa esistenza, di rendere possibile la liberalizzazione del Rito Antico, fino ad allora proibito. Così come ha consentito di far emergere le contraddizioni e gli errori della setta conciliare, sempre ammiccante nei confronti degli eretici e degli idolatri, ma implacabilmente rigida e intollerante nei confronti della Verità cattolica.
Considero monsignor Lefebvre un esemplare Confessore della Fede e penso sia ormai evidente quanto la sua denuncia del Concilio e dell’apostasia modernista sia fondata e quanto mai attuale. Non va dimenticato che la persecuzione di cui monsignor Lefebvre è stato oggetto da parte della Santa Sede e dell’episcopato mondiale è servita anzitutto come deterrente per i cattolici refrattari alla rivoluzione conciliare.
Concordo parimenti con quanto osservato da sua eccellenza monsignor Bernard Tissier de Mallerais, circa la compresenza di due entità in Roma: la Chiesa di Cristo è occupata ed eclissata dalla compagine modernista conciliare, la quale si è imposta nella stessa gerarchia ed usa l’autorità dei suoi ministri per prevalere sulla Sposa di Cristo e Madre nostra.
La Chiesa di Cristo – che non solo sussiste nella Chiesa cattolica, ma è a titolo esclusivo la Chiesa cattolica – è solo oscurata, eclissata da una strana chiesa, stravagante insediatasi in Roma, secondo la visione della beata Anna Katharina Emmerick. Essa convive, come il grano con la zizzania, nella curia romana, nelle diocesi, nelle parrocchie. Non possiamo giudicare i nostri pastori per le loro intenzioni, né supporre che tutti siano corrotti nella fede e nella morale; al contrario, possiamo sperare che molti di loro, finora rimasti intimiditi e silenti, comprendano, col dilagare della confusione e dell’apostasia, l’inganno di cui sono stati oggetto e si scuotano finalmente dal loro torpore. Numerosi sono i laici che stanno alzando la loro voce; altri seguiranno necessariamente, assieme a buoni sacerdoti, certamente presenti in ogni diocesi. Questo risveglio della Chiesa militante – oserei chiamarla quasi una resurrezione – è necessario, improrogabile e inevitabile: nessun figlio tollera che la propria madre sia oltraggiata dai servitori, né che il padre sia tiranneggiato dagli amministratori dei suoi beni. Il Signore ci offre, in questi dolorosi frangenti, la possibilità di essere suoi alleati e di combattere questa santa battaglia sotto il suo vessillo: il Re vincitore dell’errore e della morte ci permette di condividere l’onore della vittoria trionfale e il premio eterno che ne deriva, dopo avere con Lui sopportato e sofferto.
Ma per meritare la gloria immortale del Cielo siamo chiamati a riscoprire – in un’epoca svirilizzata e priva di valori quali l’onore, la fedeltà alla parola data, l’eroismo – un aspetto fondamentale per ogni battezzato: la vita cristiana è una militia, e con il sacramento della Confermazione siamo chiamati ad essere soldati di Cristo, sotto le cui insegne dobbiamo combattere. Certo, nella maggior parte dei casi si tratta di un combattimento essenzialmente spirituale; ma nel corso della Storia abbiamo visto quanto spesso, dinanzi alla violazione dei diritti sovrani di Dio e delle libertà della Chiesa, sia stato necessario anche prendere le armi: ce lo insegna la strenua resistenza per respingere le invasioni islamiche a Lepanto e alle porte di Vienna, la persecuzione dei Cristeros in Messico, dei cattolici in Spagna, ed ancor oggi la guerra crudele ai cristiani di tutto il mondo. Mai come oggi possiamo comprendere l’odio teologico dei nemici di Dio, ispirati da Satana: l’attacco a tutto ciò che ricorda la Croce di Cristo – la Virtù, il Bene e il Bello, la purezza – ci deve spronare ad alzarci, in un sussulto di fierezza, per rivendicare il nostro diritto non solo a non esser perseguitati dai nemici esterni, ma anche e soprattutto ad avere dei pastori forti e coraggiosi, santi e timorati di Dio, che facciano esattamente quello che i loro predecessori hanno fatto per secoli: predicare il Vangelo di Cristo, convertire i singoli e le nazioni, espandere in tutto il mondo il Regno del Dio Vivo e Vero.
Siamo tutti chiamati a compiere un gesto di Fortezza – virtù cardinale dimenticata, che non a caso in greco richiama la forza virile, ἀνδρεία – nel saper resistere ai Modernisti: una resistenza che si radica nella Carità e nella Verità, attributi di Dio.
Se celebrate solo la Messa tridentina e predicate la sana dottrina senza menzionare il Concilio, cosa potranno mai farvi? Cacciarvi dalle vostre chiese, forse, e poi? Nessuno potrà mai impedirvi di rinnovare il Santo Sacrificio anche su un altare di fortuna in una cantina o in una soffitta, come i preti refrattari durante la Rivoluzione francese, o come ancor oggi avviene in Cina. E se proveranno ad allontanarvi, resistete: la legge canonica serve per garantire il governo della Chiesa nel perseguimento delle sue finalità principali, non per demolirla. Smettiamola di temere che la colpa dello scisma sia di chi lo denuncia, e non di chi lo compie: sono scismatici ed eretici coloro che feriscono e crocifiggono il Corpo Mistico di Cristo, non coloro che lo difendono denunciando i carnefici!
I laici possono pretendere dai loro ministri di comportarsi come tali, preferendo quanti danno prova di non esser contaminati dagli errori presenti. Se una Messa diventa un’occasione di tortura per il fedele, se egli è costretto ad assistere a sacrilegi o a sopportare eresie e farneticamente indegni della Casa del Signore, è mille volte preferibile recarsi in una chiesa in cui il sacerdote celebri degnamente il Santo Sacrificio, nel rito che la Tradizione ci ha consegnato, e predichi conformemente alla sana dottrina. Quando i parroci e i vescovi si accorgeranno, che il popolo cristiano pretende il pane della fede e non le pietre o gli scorpioni della neo-chiesa, metteranno da parte le proprie paure e asseconderanno le legittime richieste dei fedeli; gli altri, veri mercenari, si mostreranno per quello che sono e sapranno raccogliere intorno a sé solo quanti condividono i loro errori e perversioni. Si estingueranno da soli: il Signore secca la palude e rende arida la terra su cui crescono i rovi; spegne le vocazioni nei seminari corrotti e nei conventi ribelli alla Regola.
I fedeli laici hanno oggi un compito sacro: confortare i buoni sacerdoti e i buoni vescovi, stringendosi attorno a loro come le pecore al loro pastore. Ospitarli, aiutarli, consolarli nelle tribolazioni. Creare comunità in cui non domini la mormorazione e la divisione, ma la Carità fraterna nel vincolo della fede. E poiché nell’ordine stabilito da Dio – κόσμος – i sudditi devono obbedienza all’autorità e non possono far altro che resisterle quando abusa del proprio potere, nessuna colpa sarà ad essi imputata per l’infedeltà dei suoi capi, sui quali invece pesa la responsabilità gravissima del modo in cui esercitano il potere vicario che è stato loro dato. Non dobbiamo ribellarci, ma opporci; non dobbiamo compiacerci degli errori dei nostri pastori, ma pregare per loro e ammonirli con rispetto; non dobbiamo mettere in discussione la loro autorità, ma il modo in cui essi la usano.
Sono certo, di una certezza che mi viene dalla Fede, che il Signore non mancherà di ricompensare la nostra fedeltà, dopo averci punito per le colpe degli uomini di Chiesa, concedendoci santi sacerdoti, santi vescovi, santi cardinali e soprattutto un santo Papa. Ma questi santi sorgeranno dalle nostre famiglie, dalle nostre comunità, dalle nostre chiese: famiglie, comunità e chiese in cui la Grazia di Dio dev’esser coltivata con la preghiera costante, con la frequenza della Santa Messa e dei sacramenti, con l’offerta di sacrifici e penitenze che la comunione dei santi ci permette di offrire alla divina maestà per espiare i nostri peccati e quelli dei nostri fratelli, anche di quelli costituiti in autorità. I laici hanno in questo un ruolo fondamentale: custodire la Fede all’interno della famiglia, in modo che i giovani che sono educati nell’amore e nel timore di Dio possano un giorno esser padri e madri responsabili, ma anche degni ministri del Signore, suoi araldi negli ordini religiosi maschili e femminili, suoi apostoli nella società civile.
La cura contro la ribellione è l’obbedienza. La cura contro l’eresia è la fedeltà all’insegnamento della Tradizione. La cura contro lo scisma è la filiale devozione per i sacri pastori. La cura contro l’apostasia è l’amore di Dio e della sua Santissima Madre. La cura contro il vizio è la pratica umile della virtù. La cura contro la corruttela dei costumi è vivere costantemente alla presenza di Dio. Ma l’obbedienza non può pervertirsi in servilismo stolido; il rispetto dell’autorità non può pervertirsi in cortigianeria. E non dimentichiamo che se è dovere dei laici obbedire ai loro pastori, è ancor più grave dovere dei Pastori obbedire a Dio, usque ad effusionem sanguinis.
+ Carlo Maria Viganò, Arcivescovo
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Cari amici di Duc in altum, vi ricordo i miei ultimi libri
Aldo Maria Valli, Ai tempi di Gesù non c’era il registratore. Uomini giusti ai posti giusti (Chorabooks, 2020)
Aldo Maria Valli, Aurelio Porfiri, Decadenza. Le parole d’ordine della Chiesa postconciliare (Chorabooks, 2020)
Aldo Maria Valli, Non avrai altro Dio. Riflettendo sulla dichiarazione di Abu Dhabi, con contributi di Nicola Bux e Alfredo Maria Morselli (Chorabooks, 2020)
Aldo Maria Valli, Gli strani casi. Storie sorprendenti e inaspettate di fede vissuta (Fede & Cultura, 2020)
Aldo Maria Valli, Le due Chiese. Il sinodo sull’Amazzonia e i cattolici in conflitto (Chorabooks, 2020)
Aldo Maria Valli (a cura di), Non abbandonarci alla tentazione? Riflessioni sulla nuova traduzione del “Padre nostro”, con contributi di Nicola Bux, Silvio Brachetta, Giulio Meiattini, Alberto Strumia (Chorabooks, 2020)
FONTE: https://www.aldomariavalli.it/2020/09/02/non-cediamo-alla-tentazione-di-abbandonare-la-chiesa-perche-invasa-da-eretici-e-fornicatori-sono-loro-che-vanno-cacciati/
Appeasement (1): Il male europeo
(1) Riappacificazione: https://context.reverso.net/traduzione/inglese-italiano/appeasement
FONTE: https://it.gatestoneinstitute.org/16454/appeasement-male-europeo
Il virus politicizzato
Un punto di vista di Rüdiger Rauls.
Il virus Covid19 non è solo un pericolo per la vita e gli arti, ma minaccia anche il tessuto delle relazioni globali e mette in discussione la stabilità delle società occidentali in particolare.
Speculare
Nel 2015 la Cina aveva dichiarato l’iniziativa „Made in China 2025“. Così facendo, il Paese aveva osato registrare la sua pretesa di leadership tecnologica nel mondo. Questo piano vedeva al trono del valore l’Occidente, che all’epoca era ancora intrappolato nell’idea che la Cina fosse il banco di lavoro del mondo e che lo sarebbe rimasto per il prossimo futuro.
Ancora una volta, l’Occidente dei valori ha inciampato nella propria arroganza. La Cina non era stata in grado di essere smantellata come l’URSS a suo tempo dalla strategia del „cambiamento attraverso il riavvicinamento“, e il progetto della Via della seta, che il valore occidentale aveva inizialmente sorriso, divenne un successo travolgente. Ora è in disparte e deve stare a guardare mentre la Via della Seta si sviluppa in un enorme pacchetto di stimoli per l’economia cinese. La potenza economica e finanziaria della Cina sta anche aumentando la sua influenza politica nel mondo.
Per l’Occidente di valori incomprensibili e inimmaginabili, il Paese si era sviluppato così enormemente sotto la guida di un partito comunista da essere visto non solo come una minaccia economica ma sempre più anche politica. Nel marzo 2019 l’UE ha dichiarato la Cina non solo un rivale economico, ma anche un rivale strategico e un avversario del sistema.
Tuttavia, poiché l’UE dipendeva dalla Cina come acquirente di beni europei, soprattutto tedeschi, gli europei l’hanno lasciata alle soglie di un massiccio confronto in una disputa politica. Inoltre, in considerazione del coinvolgimento economico della Cina in alcuni Paesi dell’Unione Europea, Bruxelles non sempre si trova d’accordo su come trattare con la Cina.
D’altra parte, gli Stati Uniti, in particolare sotto Trump, stanno cercando di ostacolare la crescita economica della Cina per proteggere la propria economia dalla concorrenza cinese. Aziende tecnologicamente leader come Huawei, ZTE e, più recentemente, Tiktok, Tencent e Alibaba vengono ostacolate o addirittura costrette ad abbandonare del tutto i mercati occidentali. Gli Stati Uniti hanno discusso principalmente a livello politico della situazione dei diritti umani a Hong Kong e degli uiguri, o stanno alimentando i timori con accuse non provate di spionaggio e di imposizione di sanzioni(1).
Giudizio errato occidentale
Tutte queste misure del valore dell’Occidente non riguardano solo l’economia ma anche la destabilizzazione politica. Non è chiaro se si crede davvero a ciò che si vende alla popolazione occidentale come immagine della Cina, cioè se si è seduti sul proprio inganno. Oppure c’è una manipolazione deliberata, disegnando un’immagine della società cinese che è nota per essere falsa?(2)
Sta lavorando per portare al potere altre forze politiche in Cina attraverso un cambiamento di regime più favorevole agli interessi occidentali, o sta solo cercando di indebolire il paese attraverso campagne politiche e quindi di rallentare lo sviluppo? In ogni caso, l’Occidente non lascia nulla di intentato per impedire l’ascesa della Cina.
Oltre alla questione uigura e ai tentativi di influenzare Hong Kong, l’epidemia di corona è stato un altro punto di partenza nella strategia occidentale di interferenza e destabilizzazione. Era diventato chiaro fin dall’inizio che l’epidemia non era solo un problema medico, ma si era anche, e in misura molto particolare, trasformata in un problema politico. Il suo scopo era quello di fornire informazioni sulla forza dei rispettivi sistemi sociali.
Così l’oracolo della Frankfurter Allgemeine Zeitung: „Il governo autoritario della Cina non si limita a combattere il virus. L’intero sistema è in discussione“(3). Qualche giorno dopo Reinhard Veser chiede nel suo commento: „Il virus corona diventerà alla fine il fulcro dell’infiammazione del sistema politico cinese?(4). Anche se non espresso, il desiderio che ciò possa accadere è inconfondibile.
Visti i continui tentativi di ingerenza da parte dell’Occidente, a Pechino non sembravano esserci dubbi sul fatto che la corona sarebbe stata utilizzata anche per scopi politici. In quest’ottica, il Partito comunista cinese ha dichiarato che „il virus è una prova della superiorità del sistema cinese“(5).
Questo è avvenuto il 1.2.2020, quando l’epidemia non aveva ancora raggiunto la piena potenza in Europa e negli Stati Uniti. In questo paese, la gente si sentiva ancora sicura nella consapevolezza di non essere esposta ad alcun pericolo a causa del proprio sistema sociale superiore. Il ministro della Salute Jens Spahn ha rassicurato i tedeschi il 27.1.2020 che „il decorso del coronavirus è più blando di quello dell’influenza, per esempio… E saremo anche in grado di controllare un’epidemia di morbillo in Germania con misure molto più blande di quelle che stiamo vedendo attualmente in Cina“(6).
Mentre Spahn era fermamente convinto della superiorità occidentale, Pechino era più modesta: vedeva la sfida come una prova della propria superiorità, la cui prova doveva ancora essere fornita.
E secondo questi diversi atteggiamenti, le persone si sono comportate in modo diverso. A Pechino, alle parole sono seguiti i fatti. La Cina ha realizzato il „capolavoro logistico … in pochi giorni non solo per costruire un ospedale con 1500 posti letto, ma anche un secondo ospedale con altri 1000 posti letto per le persone infette dal virus“(7).
Di fronte a questi fatti creati come prova di capacità di agire, le parole corpose di Spahn si sono poi rivelate corpose e si sono rivelate aria calda. Con l’arrivo dell’epidemia nel valore occidentale, la fiducia in se stesso dei suoi politici, ma anche la loro ignoranza, si è rivelata un’arroganza imperdonabile con gravi conseguenze per la popolazione.
D’ora in poi l’Occidente dovrà misurarsi con la capacità di agire della Cina. In quale altro modo si potrebbe spiegare alla propria popolazione che un sistema sociale, che è sempre stato dipinto come disumano dagli opinionisti occidentali, ha compiuto maggiori sforzi per il benessere dei propri cittadini e ha avuto più successo delle elogiate democrazie liberali? Questo è il nucleo delle incongruenze che molti cittadini non comprendono nel comportamento dei propri politici e quindi interpretano come espressione di avidità di potere o di piani subdoli delle élite.(8)
meekened
Non ci volle molto prima che il valore occidentale avesse la sua stessa arroganza che cadeva in piedi. Ben presto, anche in questo Paese, gli opinionisti si accorsero che il virus poteva causare nel loro Paese tutto ciò che per qualche giorno era stato segretamente desiderato nel sistema cinese: dubbi e disordini tra la loro stessa gente.
Già il 3.3.2020 la FAZ (Frankfurter Allgemeine Zeitung) aveva sottolineato in modo corposo i vantaggi del cosiddetto Stato costituzionale democratico rispetto a quello „autoritario“ cinese: „Un sistema federale ben collaudato con i responsabili delle decisioni a tutti i livelli è in definitiva anche più efficace delle strutture di comando centrali“(9).
Ma presto si sono manifestati problemi notevoli in Germania, ma soprattutto nei Paesi dei negazionisti della corona USA, Brasile e Gran Bretagna, per far fronte all’epidemia. Anche paesi come l’Italia e la Spagna, che hanno preso sul serio l’epidemia fin dall’inizio e hanno cercato di combatterla con tutti i mezzi possibili, ora si sono dovuti rendere conto di trovarsi di fronte a un pericolo difficile da controllare con i mezzi convenzionali.
Dopotutto, non si è trattato solo dell’“epidemia di morbillo“ di Spahn. Questa „nuova malattia virale contagiosa per l’uomo (…) non è stata ancora pienamente compresa“(10) Reinhold Veser, che l’8.2.2020 aveva ancora visto la corona come il fulcro dell’infiammazione del sistema cinese, ha dovuto riconoscerlo: La „crisi è così profonda che può diventare un pericolo per la legittimità di qualsiasi sistema politico ed economico“(11).
Apprezzamento tardivo
Da quel momento in poi è scesa con l’arroganza occidentale. Innanzitutto bisognava rendersi conto che, di conseguenza, la Cina era molto più capace di affrontare la situazione nel proprio Paese di quanto ci si aspettasse e voleva ammettere in Occidente dei valori. Al di là di questo, però, il Paese è stato in grado di passare all’offensiva politica anche contro l’Occidente attraverso le sue misure di aiuto.
Così il profeta della caduta cinese, Reinhard Veser, ha dovuto dichiarare nel suo commento del 28 marzo 2020 che „Cina e Russia sono riuscite a stilizzarsi in Italia come grandi aiutanti in difficoltà“(12). Così facendo, ha detto, l’Ue non era riuscita a „reagire politicamente e comunicativamente allo sfruttamento propagandistico su larga scala delle azioni di aiuto tutt’altro che disinteressate di Pechino e Mosca“(13).
Il fatto che l’Occidente non sia stato in grado di farlo non è dovuto a un fallimento tecnico o politico. Piuttosto, è stato dovuto al fatto che gli eventi reali non hanno prodotto una rappresentazione propagandistica dei successi occidentali. La Cina è stata la vincitrice in questa battaglia dei sistemi politici, e c’è stata solo una cosa che alla fine ha aiutato: la gente in Occidente ha mantenuto un silenzio mortale, che non poteva essere confutato dalla realtà: I successi della Cina.(14)
Più l’epidemia progrediva in Occidente, più i risultati del controllo delle malattie occidentali erano inferiori a quelli dei cinesi. Oppure si è stati costretti a usare gli stessi mezzi e metodi che erano stati denunciati come dittatoriali o autoritari in Cina solo poche settimane prima: maschere obbligatorie, quarantena, controllo della febbre e app per il tracciamento.
„Dal punto di vista dell’Asia orientale, tuttavia, la Germania ha fallito nella pandemia“(15). Questo è stato il devastante bilancio della FAZ dopo sei mesi di controllo corona, per cui la Germania è ancora in una posizione molto buona rispetto agli stati di corona denari. Con questa visione dell’Asia orientale, tuttavia, non si intende la prospettiva cinese. Il Giappone viene presentato al consumatore occidentale dei media come un modello nella lotta contro la pandemia. La Cina non è più menzionata.
Ma la realtà non può essere negata. In un articolo poco appariscente della FAZ su una festa in piscina a Wuhan – e non solo lì – con migliaia di nuotatori, il consumatore dei media occidentali si fa un’idea della realtà: „Fin dall’inizio il governo si è concentrato sull’eradicazione del virus e non solo sull’appiattimento della curva di infezione come in Germania, per esempio. Il Paese ha adottato misure drastiche per raggiungere questo obiettivo, che ora stanno dando i loro frutti“(16).
Ciò è confermato anche dai dati economici. „Le previsioni che l’epidemia avrebbe trascinato l’economia cinese nell’abisso non si sono avverate. (…) L’economia cinese è cresciuta del 3,2 per cento nel secondo trimestre (…) rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso“(17). È stato l’unico paese industrializzato a registrare una crescita record.
Questo è un tardivo riconoscimento dei meriti della Cina da parte dei giornalisti della FAZ, che altrimenti non sono noti per il loro amore per la Cina. Ma questa presentazione positiva non si è trovata in prima linea, come di solito accade per i reportage cinesi di questo giornale. Questi posti sul fronte sono riservati alla propaganda contro la Cina.
Disgregazione sociale
Così, mentre la Cina può ancora una volta festeggiare grazie ai suoi successi nella lotta contro le epidemie, il numero di infezioni nei Paesi occidentali è di nuovo in aumento. Molti ora temono una seconda ondata. I disordini che i media occidentali avevano cercato di suscitare in Cina non hanno avuto origine in Cina, ma nelle loro società. Soprattutto in Germania, le misure del governo hanno suscitato reazioni molto diverse.
Mentre l’inattività di coloro che sono al potere viene denunciata, soprattutto negli Stati governati dai negatori della Corona, molte restrizioni alla vita quotidiana sono criticate come inappropriate in questo Paese. I governi occidentali hanno grandi difficoltà a tenere insieme le loro società sotto la pressione dei vari gruppi e delle loro richieste. Al contrario, la società cinese era in gran parte unita dietro le misure adottate dalla sua leadership.
La politicizzazione causata dal virus non è avvenuta solo a livello intergovernativo. Questa rivalità tra gli Stati è ora sempre più intensificata dalla corsa alla commercializzazione dei vaccini. Con la durata della pandemia, la politicizzazione si sta diffondendo sempre più anche all’interno delle società del valore occidentale.
Sebbene il governo tedesco riceva un alto grado di approvazione dalla maggioranza della popolazione per la sua gestione della crisi, è miserabile rispetto ai cinesi. Ma c’è anche un numero crescente di coloro che vedono queste misure come una minaccia ai loro diritti fondamentali, in particolare il diritto alla libertà di opinione e di riunione, e che vedono la Germania sulla via della dittatura.
Nulla illustra questa perturbazione sociale più chiaramente del cosiddetto movimento per i diritti fondamentali. Rivela un processo di disintegrazione che attacca persino i fondamenti costituzionali della società. La legge fondamentale a cui il movimento si riferisce e che si sente chiamato a proteggere è rispettata solo in quegli ambiti che servono i suoi interessi particolari, cioè la libertà di riunione e la libertà di opinione.
Ma la Legge fondamentale non è un menu da cui chiunque può scegliere quello che gli piace perché serve i suoi interessi particolari. Piuttosto, costituisce il nucleo del sistema di valori borghese, il DNA della società borghese. Così, afferma esplicitamente nell’art. 2, comma 2, il diritto fondamentale alla vita e all’integrità fisica.
Questo alto bene sociale delle conquiste borghesi, che erano state combattute per secoli di lotta e di alti sacrifici contro il dominio feudale, sembra essere indifferente e privo di significato per il movimento dei diritti fondamentali. In ogni caso, questo articolo non viene preso in considerazione nelle argomentazioni dei suoi seguaci. Tuttavia, è proprio l’adempimento di questo articolo che è un compito essenziale dello Stato. È su questo compito della Legge fondamentale che si basano, in ultima analisi, le misure statali per combattere il virus.
Anche i cosiddetti Stati canaglia, ai quali il mondo occidentale nega ripetutamente il rispetto dei valori dell’umanità e dell’umanità, si sentono altrettanto obbligati quanto gli Stati occidentali a proteggere la vita e l’incolumità dei propri cittadini dai pericoli di virus ed epidemie. Non è riconoscibile e certamente non dimostrabile che questi Stati si siano alleati con il Valore Occidentale proprio nella questione della lotta alle pandemie contro la propria popolazione, quando altrimenti si incrociano con il Valore Occidentale in quasi tutte le questioni sociali.
Politicamente, l’esistenza del movimento per i diritti fondamentali rivela la sfiducia e il rifiuto di un numero crescente di cittadini nei confronti dei leader della società civile. Quindi ciò che gli opinion leader di questo paese pensavano di vedere nella società cinese descrive piuttosto la situazione nel loro paese e forse anche in Occidente nel suo complesso.
E poi?
Il virus corona non politicizza solo il rapporto tra gli Stati, ma anche quello tra gruppi sociali e individui. Questa politicizzazione non fa parte del problema medico, cioè di un’infezione che si è diffusa fino a diventare una pandemia. Ma viene utilizzato politicamente per i rispettivi interessi.
Al più tardi quando le droghe contro il virus saranno disponibili, si porrà la questione del mantenimento del movimento per i diritti fondamentali. Cosa ne rimarrà? Si può emanare un obiettivo che vada oltre la protesta contro le attuali restrizioni e la cui realizzazione sia vista da gran parte della popolazione come socialmente utile e soprattutto necessaria?
Simile a Fridays for Future(FfF), questo movimento non si basa sulla consapevolezza politica ma sull’indignazione morale. Entrambi i punti di forza non si basano sulla propria forza, ma sulla debolezza dei leader della società civile. Sono vittime del loro stesso disorientamento e della debolezza delle argomentazioni. I loro ideali sono vuoti, i loro argomenti resi impotenti da un orientamento ai valori che non si basa più sui valori, ma li mette solo sulla bocca(18).
C’è da sperare che alla fine restino più che amicizie rotte o addirittura spezzate, che l’anidride carbonica politicizzata e il virus altrettanto politicizzato si sono già lasciati alle spalle. Entrambi non scompariranno dal mondo. Forse ci saranno rimedi per entrambi, che ne diminuiranno l’effetto. Ma non scompariranno.
È dubbio che i movimenti che hanno fatto dei due il loro soggetto sopravviveranno più a lungo dei loro inneschi. L’FfF non ha quasi più alcuna attrattiva sociale. Ma le persone che sono cadute su FfFF e Corona avranno difficoltà a ritrovarsi. Forse si eviteranno a lungo a causa di una disputa la cui causa è ormai lontana. Ne è valsa la pena?
La distruzione delle basi per la discussione sociale e la tolleranza delle opinioni non può essere lo scopo di dispute politiche. Nonostante tutte le differenze di opinione, il progresso sociale è possibile solo se queste differenze sono viste anche come visioni diverse della realtà invece che come trincee tra i campi dei credenti ortodossi nemici.
„Dov’è il dibattito? Chi sta ancora costruendo ponti?“(19) Questa domanda va posta non solo ai principali media, ma anche a coloro che la rifiutano nella sua interezza. Chi vuole il dibattito non può discutere dal proprio punto di vista come l’unico corretto e valido. La conoscenza deve essere l’obiettivo dello scambio di opinioni, non il dogmatismo.
Fonti:
(1) siehe dazu Rüdiger Rauls: Die-Sanktionierten-schlagen-zurueck
(2) siehe dazu Rüdiger Rauls: Chinesische Zustände
(3) Frankfurter Allgemeine Zeitung vom 1.2.2020: Angstherrschaft
(4) Frankfurter Allgemeine Zeitung vom 8.2.2020: Politisches Virus
(5) Frankfurter Allgemeine Zeitung vom 1.2.2020: Angstherrschaft
(6) Spahn-sieht-Deutschland-gut-gewappnet
(7) Frankfurter Allgemeine Zeitung vom 1.2.2020: Angstherrschaft
(8) siehe dazu Rüdiger Rauls: Vorteil China
(9) Frankfurter Allgemeine Zeitung vom 3.3.2020: Das Virus im föderalen Rechtsstaat
(10) Frankfurter Allgemeine Zeitung vom 4.2.2020: Kampf gegen das Coronavirus
(11) Frankfurter Allgemeine Zeitung vom 28.3.2020: Propaganda
(12) ebenda
(13) ebenda
(14) siehe dazu Rüdiger Rauls: keine Feigheit vor dem Virus
(15) Frankfurter Allgemeine Zeitung vom 18.8.2020: Japans Leben mit dem Virus
(16) Frankfurter Allgemeine Zeitung vom 19.8.2020: Poolparty in Wuhan
(17) Frankfurter Allgemeine Zeitung vom 20.8.2020: Chinas starke Börse
(18)siehe dazu: Rüdiger Rauls: die Werteelite
(19) offener-brief-an-die-leitmedien-von-paul-schreyer/
Rüdiger Rauls Buchveröffentlichungen:
Krieg um Syrien Buchbeschreibung
Wie funktioniert Geld? Buchbeschreibung
Kolonie Konzern Krieg – Stationen kapitalistischer Entwicklung Buchbeschreibung
Zukunft Sozialismus oder die Grenzen des Kapitalismus Buchbeschreibung
Die Entwicklung der frühen Gesellschaften-Die Geschichte Afghanistans Buchbeschreibung
Was braucht mein Kind? Buchbeschreibung
Späte Wahrheit (Prosa) Buchbeschreibung
Herausgeber von:
Imre Szabo: Die Hintermänner ( ein politischer Krimi) Buchbeschreibung
Imre Szabo: Die Unsichtbaren ( ein politischer Krimi) Buchbeschreibung
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Si ringrazia l’autore per il diritto di pubblicare l’articolo.
FONTE: https://kenfm.de/il-virus-politicizzato-di-ruediger-rauls/
POLITICA
Bizzi: la farsa Covid è finita, ora licenziano il golpista Conte
«La “pandemia” è finita, andate in pace». Lo annuncia lo storico Nicola Bizzi, editore di “Aurora Boreale”. «Dopo settimane di terrorismo psicologico alimentato ad arte dal governo Conte e dalla sua torbida corte di nani e ballerine, anche e soprattutto attraverso la grancassa di risonanza dei media compiacenti e le sparate televisive di personaggi di squallore come i sedicenti “virologi” Andrea Crisanti e Walter Ricciardi, pare proprio che il vento sia cambiato», scrive Bizzi su “Database Italia“. In altre parole: “qualcuno” ha deciso che dovesse cambiare, il vento. Basta leggere quello che scrive «il potentissimo gruppo “Espresso-Repubblica”, che rappresenta da oltre trent’anni un vero e proprio partito occulto, capace di manipolare l’opinione pubblica». E’ evidente che ha dichiarato guerra al governo Conte: nelle ultime settimane, «l’esecutivo golpista giallorosso è stato infatti bersaglio, da parte di questo “partito occulto”, di un intenso bombardamento mediatico che, in maniera chirurgica, si è accanito su tutti i suoi nervi scoperti». La netta presa di posizione di “Repubblica” per la campagna del No al referendum sul taglio dei parlamentari – osserva Bizzi – è stata inoltre interpretata come una vera e propria dichiarazione di guerra a Conte e ai suoi accoliti. «Non facciamoci facili illusioni: Barbapapà Scalfari, Carlo De Benedetti e i loro “nipotini” non sono certo rinsaviti di colpo».
A John Elkann e colleghi non importa, «se la nostra Carta Costituzionale è ormai divenuta carta igienica». Se “Repubblica” e “L’Espresso” si esprimono per il No al referendum, e decidono di bombardare Conte, scrive Bizzi, «significa che vogliono farlo cadere perché hanno già preso accordi con ciò che lo sostituirà: sanno che è già stato pianificato il “dopo” e intendono farne parte da protagonisti». Attenzione: «Hanno capito molto bene che il governo giallorosso è arrivato al capolinea e sta per implodere, non solo per i colossali danni all’economia che in pochi mesi ha saputo arrecare, ma soprattutto perché si sta infrangendo inesorabilmente sui numeri, sulla matematica». I “giornaloni” hanno capito che «un governo che si regge e si sostiene esclusivamente sulla paura, sulla sistematica falsificazione dei dati sanitari, su uno stato d’emergenza assurdamente prorogato per meri fini politici, sulla goffa secretazione degli atti e sui giochi di prestigio della moltiplicazione dei “contagi” – ragiona Bizzi – ha perso del tutto la propria credibilità ed è ormai divenuto fonte di serio imbarazzo per l’immagine stessa dell’Italia nel mondo e per quelle famiglie che realmente manovrano i fili della politica nel nostro paese».
La matematica non è un’opinione: meglio tardi che mai, ora «la pantomima “covidista” di questo esecutivo sta venendo confutata e smontata giorno dopo giorno dall’evidenza dei fatti e dall’emergere dei dati reali», sostiene Bizzi. I media mainstream, «con le incessanti (e anche ridicole) campagne terroristiche, e con le continue minacce e promesse di una fantomatica “seconda ondata”», erano riusciti fino a pochi giorni fa «a nascondere, agli occhi del popolo bue, il fatto che è ormai da maggio che in Italia non c’è più alcuna reale emergenza sanitaria». Lo hanno fatto, aggiunge Bizzi, perché in Italia «non esiste una stampa libera». E i media, tranne rare eccezioni, sono saldamente allineati con il potere: «Non solo con il potere “visibile”, ma anche e soprattutto con quello “invisibile” ai più, ovvero quelle organizzazioni e quelle lobby che stanno dietro alla politica e che la manovrano a pieno piacimento». Sappiamo bene, aggiunge Bizzi, che il governo Conte «è totalmente eterodiretto», e che finora «ha attuato un’agenda impostagli dall’alto, in parte scritta a Davos, in parte nelle segrete stanze del Gruppo Bilderberg, e in parte ancora sui tavoli dell’Organizzazione Mondiale della Sanità».
Il problema, per il governo – continua l’analista – è che adesso cominciano a sospettarlo (o addirittura a capirlo) tanti elettori, tra quelli che votano le stesse forze politiche che l’hanno tenuto in piedi. Si sa che Conte stava già per cadere un anno fa: a sorreggerlo – grazie allo stratagemma del terrore – è stato proprio il ricatto psicologico di massa imposto con la gestione “cinese” dell’emergenza sanitaria. Non solo: il governo «ha rischiato seriamente di cadere e di farsi molto male, in particolare all’inizio di aprile, quando la mafia aveva deciso di dargli una spallata definitiva», scrive Bizzi, ricordando la rivolta (pilotata) nelle carceri, contro la nomina del magistrato antimafia Nino Di Matteo – poi rientrata – alla guida dell’amministrazione penitenziaria. Conte, aggiunge Bizzi, «si è salvato a rotta di collo solo partorendo una nuova “trattativa” talmente abominevole da far impallidire e sembrare veramente poca cosa quella precedente», che fece tremare i palazzi del potere, «incluso l’ufficio dell’ex inquilino del Quirinale». Scandalosa, la scorsa primavera, la retromarcia del ministro grillino Alfonso Bonafede: su Di Matteo fece dietrofront, dopo l’insurrezione carceraria.
Bizzi punta l’indice anche sulla opaca gestione dell’intelligence, da parte di Conte: «Nel decreto “Covid”, il governo giallorosso ha introdotto una norma che, surrettiziamente, modifica la legge del 2007 sui servizi segreti, prorogando di quattro anni il Dis, Dipartimento Interno di Sicurezza, oltre che i vertici di Aisi e Aise». Per Bizzi si tratta di una norma «francamente scandalosa, perché non ha niente a che vedere con il “virus”, e sottrae un settore importante come quello dei servizi al controllo del Parlamento». Un provvedimento «talmente spudorato, e creato a stretto uso e consumo di un esecutivo sempre più debole e unicamente ormai interessato a non finire sotto processo», al punto che «perfino cinquanta deputati del Movimento 5 Stelle hanno preparato un emendamento per arrecarvi alcune sostanziali modifiche e riportare alla normalità nomine così delicate», riconducendo così nell’alveo della legalità parlamentare «una discussione così importante per la democrazia». Tutti segnali che, per Bizzi, «indicano quanto il governo sia debole, incredibilmente debole». “Trattativa” e servizi segreti a parte, l’esecutivo «si è mantenuto in piedi fino ad oggi esclusivamente alimentando la paura del “virus” grazie allo “stato d’emergenza”», prorogato fino a metà ottobre solo grazie al voto di fiducia imposto alle Camere.
«Parliamoci chiaro: l’Operazione Corona è fallita», sintetizza Bizzi. «Doveva essere un vero e proprio colpo di Stato globale, finalizzato a un radicale reset finanziario e sociale». Prevedeva obiettivi mostruosi, come «la restrizione e la soppressione delle libertà costituzionali, la schedatura e il tracciamento massivo dei cittadini mediante l’identità digitale», e anche «l’instaurazione di un regime oligarchico tecnocratico-sanitario», incluso «un piano di depopolamento basato sulle vaccinazioni». Un piano infernale, che «ha raggiunto solo una minima parte degli obiettivi prefissati». E così, «la “Quarta Rivoluzione Industriale” transumanista e orwelliana pianificata a Davos sta adesso seriamente rischiando una brusca frenata», prevede Bizzi. «In tutta Europa il popolo inizia a scendere in piazza per rivendicare la propria libertà e i propri diritti, e molti Stati si stanno palesemente smarcando». Questa operazione di manipolazione «ha richiesto e comportato enormi “investimenti” e una capillare opera di corruzione, che ha interessato decine di migliaia di politici e funzionari in tutto il mondo». Bizzi si mostra realista: «Non ci aspettiamo di certo che possa essere demolita in ventiquattr’ore, ma è già da tempo iniziato il conto alla rovescia per il suo smantellamento».
Anche in Italia, infatti, stiamo assistendo da alcuni giorni a una generale e progressiva retromarcia, o addirittura «a un tentativo di smarcamento, da parte di molti politici, dal delirio “pandemico” fino ad oggi portato avanti con tanto zelo dal governo Conte». Lo stesso Istituto Superiore della Sanità, «presieduto dal rotariano Silvio Brusaferro», è stato costretto ad arrendersi all’evidenza: «L’emergenza sanitaria, intesa come una situazione di pressione sulle strutture delle Asl, è finita». Al di là dell’andamento della curva dei “contagi” oggi è un fatto, come spiega anche il report settimanale dell’Iss, che le infezioni diagnosticate negli ultimi mesi presentino «una minore gravità clinica». Nella maggior parte dei casi, infatti, scrive sempre l’Istituto Superiore di Sanità, si tratta di pazienti asintomatici. E qui arriva «un assist involontario, per il cambiamento di rotta nella narrativa che vuole gli asintomatici come pericolosi diffusori del virus, da tenere sotto stretto controllo e possibilmente in isolamento». A fornire questo assist è proprio il famigerato Anthony Fauci, per quarant’anni uomo di fiducia di Big Pharma alla Casa Bianca. Durante un breafing allo Us Department of Health and Human Services, Fauci ha ammesso che «in tutta la storia dei virus respiratori di qualsiasi tipo, la trasmissione asintomatica non è mai stata causa di focolai».
Il responsabile dei focolai «è sempre stata una persona sintomatica», ha insistito Fauci: «Anche se c’è un raro caso di persona asintomatica che potrebbe trasmettere, un’epidemia non è determinata dai portatori asintomatici». Un altro assist, continua Bizzi, è arrivato addirittura dall’Oms: lo scorso 8 giugno, è stata Maria Van Kerkhove (capo dell’unità per le malattie emergenti e le zoonosi dell’Oms) a dichiarare che la trasmissione del virus da parte di individui asintomatici è da considerarsi «molto rara». Nel frattempo, un gruppo di ricercatori australiani è giunto a stimare che il tasso di trasmissione degli asintomatici varia da 0% a 2,2%, mentre lo stesso valore per i sintomatici varia da 0,8% al 15,4%. A pesare, per Bizzi, sono ormai «le evidenze cliniche, accompagnate da una crescente ammissione della falsificazione per eccesso di tutti i dati, sia dei contagi che dei decessi». A questo si aggiungono «le forti pressioni diplomatiche dell’amministrazione Trump, finalizzate anche a riportare il nostro paese nell’alveo atlantico e sottrarlo alle mani della Cina». Ci sono anche «le indagini sull’Obamagate, che procedono adesso spedite e che non fanno dormire sonni tranquilli a molti personaggi di casa nostra».
E’ noto infatti l’indebito coinvolgimento dei servizi segreti italiani, su richiesta di Obama, nella fabbricazione di prove false contro Trump, nel 2016 (il famoso “Russiagate”), per agevolare l’elezione di Hillary Clinton. Sulla graticola potrebbero finire Renzi e Gentiloni: nei loro confronti, le indagini in corso negli Usa potrebbero quindi rivelarsi, come minimo, un formidabile strumento di pressione, nel caso in cui la Casa Bianca chiedesse di liberare l’Italia dall’incubo rappresentato da Giuseppe Conte. Tutti i segnali, riassume Bizzi, che «sono un chiaro preludio alla caduta di questo esecutivo criminale e alla nascita di un nuovo governo di larghe intese presieduto da Draghi». Un governo che potrebbe comprendere Pd, Forza Italia, Lega e Italia Viva, con l’esclusione del Movimento 5 Stelle e con il probabile appoggio esterno di Fratelli d’Italia? Sarebbe «un’ennesima porcata all’italiana, che però – rileva Bizzi – potrebbe traghettare il paese in tempi rapidissimi fuori da una emergenza-fantasma, priva di ogni fondamento e giustificazione». Una conferma viene anche da “Dagospia”, che ha segnalato «un codazzo di auto blu» in sosta ai Parioli, sotto la casa romana di Draghi, dove il 29 agosto si sarebbe appunto tenuta, fino a tarda notte, una riunione importante per il futuro politico dell’Italia.
Ciliegina sulla torta, lo stesso Beppe Grillo, «alfiere del fanatismo transumanista e delle tecnologie digitali», attraverso il suo blog ha recentemente rilasciato sorprendenti dichiarazioni di ripensamento sulla tecnologia 5G e sulla minaccia alla salute che essa rappresenta. «Grillo riceve ed esegue ordini e, secondo molti ben informati, è da tempo ricattato». Evidentemente, scrive Bizzi, «è stato sostituito chi manovra i fili di questa squallida marionetta». Se fino ad oggi Grillo «ha fatto il gioco della Cina», a sostenerlo già dal 1992 erano stati «i servizi inglesi e la Cia». Insomma: la fine dell’estate potrebbe portarci interessanti sorprese, tra cui «la fine ufficiale della “pandemia” e dell’”emergenza”, con buona pace dei “covidioti” di casa nostra, che continuano imperterriti a indossare mascherine e rovesciarsi sulle mani litri di nauseabondo disinfettante». Domanda finale, che Bizzi fa in modo che resti per ora senza risposta: licenziato l’abominevole Conte, il potere ci consegna «tra le fauci» di Draghi?
Fascismo transnazionale d’élite
Di Ullrich Mies
Dal marzo 2020, la forma di governo che si è sistematicamente sviluppata dalla caduta del muro di Berlino nel 1989/1990 è pienamente visibile: una casta oligarchica che opera a livello transnazionale ha assunto il controllo delle „democrazie“ occidentali.
Un commento di Ullrich Mies.
La base di massa del fascismo „tradizionale“ era la meschina borghesia entusiasta, incitata dalla propaganda (1). Il leader (stato) ha promesso alle masse la salvezza da tutti i mali. Il leader portava le masse, le masse portavano il leader (stato) e quest’ultimo le portava alla guerra e alla rovina nell’interesse del capitale (monopolistico). Nel corso degli ultimi decenni è emersa una casta transnazionale, ben collegata, che non si limita più a condurre le sue guerre all’esterno, ma che ha riconosciuto le società civili nel loro insieme come una minaccia al suo potere. Dal marzo 2020, i centri di potere hanno ampliato la loro guerra verso l’interno in nome del regime di infezione da corona.
Per fascismo transnazionale „d’élite“ intendo un’alleanza tra la classe capitalista transnazionale, l’élite di potere transnazionale (classe capitalista transnazionale e l’élite di potere transnazionale) (2) con il complesso transnazionale digitale, militare, dell’intelligence, della scienza e dei media e i governi come loro comitati esecutivi. Mi riferisco a questo conglomerato come ai parassiti delle società civili che fungono da „organismi ospitanti“.
Il loro nuovo mezzo di dominazione è una dittatura della salute basata su regimi di infezione che possono essere attivati in qualsiasi momento. Oggi Covid-19, domani rinovirus, dopodomani forse la malaria o un attacco di „guerra biologica“.
L’infinita „guerra al terrore“ è stata estesa per includere la „guerra alle infezioni“ dal marzo 2020. Questo è diretto contro l’umanità nel suo insieme.
La „grande preoccupazione“ dei centri di potere per la „salute pubblica“ è un capolavoro propagandistico senza precedenti nella storia dell’umanità. È uno PSYOP preparato da anni, una guerra psicologica contro le società civili.
Dopo decenni di errori da parte delle cricche al potere, alla fine del 2019 la legittimità della politica occidentale era a zero. E coloro che hanno rovinato il pianeta, l’umanità, la convivenza, la pace interiore ed esteriore e tutti i valori positivi della storia umana sono ora considerati i grandi salvatori dell’umanità?
Quanto bisogna essere storici, ignari, ingenui, ingenui e sottoposti a lavaggio del cervello dai media per liberare i motori del capitalismo globalizzato dei disastri e gli autori del disastro che è stato causato dalla grande preoccupazione per la salute della gente?
Stato di emergenza come stato permanente
La „base di massa“ dei centri di potere non è più il seguito di persone convinte. I loro nuovi seguaci sono le masse di persone manipolate, mentite e terrorizzate in uno stato di paura e panico. L’isolamento di massa dei media assicura l’entourage basato sulla paura.
Jeffrey A. Tucker dell’American Institute for Economic Research scrive nel suo articolo „Quando finirà la follia?
„Sono uno psichiatra praticante specializzato in disturbi d’ansia, deliri paranoici e paura irrazionale. Li ho trattati come uno specialista. È già abbastanza difficile contenere questi problemi in tempi normali. Quello che sta succedendo ora è una diffusione di questa grave condizione di salute a tutta la popolazione. Può succedere a tutto, ma qui vediamo come una paura primordiale della malattia si trasforma in panico di massa. Sembra quasi intenzionale. È una tragedia. Una volta iniziato, potrebbero volerci anni per riparare il danno psicologico“ (3).
Inoltre, la costrizione della maschera dovrebbe praticare l’obbedienza e l’asservimento, garantire la „coesione“ di chi la indossa e la sua sottomissione alle presunte autorità, e mettere fuori legge i „nemici della maschera“ come „pericoli non solidali“. Attualmente, i responsabili terrorizzano i nostri bambini nelle scuole costringendoli a indossare maschere. Qui è dove il nuovo soggetto viene allevato.
Il mezzo per dominare i centri di potere è lo stato di emergenza „infettivo“ con l’esclusione dei diritti civili. La cricca della Merkel e il suo entourage hanno ripulito a freddo la Legge fondamentale. D’ora in poi lo stato di emergenza può essere dichiarato permanente in qualsiasi momento. Anche la „democrazia“ nella sua carente forma di democrazia di partito è sospesa dallo stato di emergenza Covid, la separazione dei poteri è in gran parte crollata. Bill Gates e i suoi collaboratori scientifici e politici non vogliono che si torni mai allo stato dell’era pre-Covide 19 (4).
La democrazia come la conoscevamo appartiene al passato. Bernd Hamm ne ha scritto già nel 2017:
„L’ideologia neoliberale ha contribuito a ridurre la regolamentazione statale e ad accumulare ricchezza all’1 per cento. I ricchi sono in grado di influenzare una parte considerevole della legislazione statale a loro favore. Essi e la loro ricchezza sono consigliati e protetti nei loro servizi da ospiti di parlamentari, manager, contabili, avvocati, consulenti fiscali, think tank, stazioni radio, studi cinematografici, editori, media, ricercatori, hacker, lobbisti, guardie del corpo e altri lacche‘.
La proprietà privata è il vitello d’oro del capitalismo e il capitalismo non regolamentato è la bibbia della classe dirigente. Possono anche mobilitare la polizia e i militari per loro conto. Lo Stato nazionale e il suo governo rimangono istituzioni importanti per questo – ma soprattutto i governi devono tenere sotto controllo le masse. È la fine del progetto di democrazia e l’acquisizione finale da parte della plutocrazia, un silenzioso colpo di Stato“ (5).
Il fascismo tradizionale combinava il sostegno e la propaganda di massa con il terrore (di strada) e le battaglie di sala contro i suoi nemici. Al contrario, il fascismo transnazionale „d’élite“ è molto più sottile e intelligente. Come variante tedesca del fascismo transnazionale „d’élite“, la cricca della Merkel, l’unità neoliberale del partito e il fronte mediatico, così come la scienza della prostituzione finanziata dall’esterno (6) cercano di far valere la loro posizione e di mantenere il loro potere con tutti i mezzi di propaganda, di censura, di smantellamento di ogni opposizione e di soppressione dei „deviatori“.
Reset dell’economia mondiale
I centri di potere intendono imporre diversi blocchi per raggiungere i loro obiettivi.
In definitiva, mirano a resettare l’economia mondiale (7). Vogliono „ricostruire“ il „vecchio“ capitalismo del disastro globalizzato che ha portato il pianeta sull’orlo del collasso. L’obiettivo fondamentale, tuttavia, è quello di mantenere il sistema capitalistico nelle condizioni appena create della 4a rivoluzione industriale dopo il grande reset. Gli Stati devono essere completamente sottoposti al controllo dell’industria finanziaria internazionale.
Prima della crisi di Corona la Germania aveva un debito nazionale di circa 2.000 miliardi di euro. Ci sono voluti 75 anni alla Germania per accumularli. La squadra Merkel ha impiegato 3 mesi per raddoppiare il debito nazionale.
La Deutsche Bank ha scritto sui danni conseguenti alla crisi di Corona il 24 aprile 2020:
„Secondo i nostri calcoli, lo Stato tedesco può ripiegare su una somma sconcertante fino a 1,9 trilioni di euro, ben oltre il 50 per cento del PIL tedesco, attraverso i pacchetti anticrisi che sono stati lanciati […]“ (8).
Deutsche Welle ha scritto il 24 giugno 2020
„Almeno 15 trilioni di dollari […] sono già stati stanziati dai governi e dalle banche centrali per combattere la pandemia della corona e le sue conseguenze. Questo fa sì che la montagna di debiti del mondo cresca sempre più velocemente: compresi i debiti delle aziende e delle banche, l’associazione di lobby bancarie IIF (Institute of International Finance) arriva a un inimmaginabile 250 trilioni di dollari“ (9).
Nel giugno 2020 la Banca Mondiale ha offerto alla Bielorussia un prestito di 940 milioni di dollari a condizione che il paese acconsentisse ad un blocco, cioè alla rovina della sua economia (10).
I centri di potere stanno cercando di privatizzare il restante patrimonio statale sotto il controllo dell’industria finanziaria internazionale attraverso l’indebitamento totale degli Stati. Le società fallite, che sono state spinte sull’orlo dell’insolvenza dalla crisi della Corona, vengono poi prese dai governi radicali del mercato sotto la proprietà statale per costringere il contribuente a sostenere i costi della loro ristrutturazione. L’indebitamento totale degli Stati è un mezzo per rendere schiava l’umanità (11).
In Europa, l’UE è il centro di controllo decisivo per la de-democratizzazione degli Stati nazionali. Le cricche economiche e politiche al potere fanno tutto il possibile per mantenere l’UE, che vacilla, come loro progetto di potere, per minare completamente le istituzioni democratiche degli Stati nazionali e per disincentivare ulteriormente i parlamenti. I 27 Stati dell’UE hanno appena concordato un pacchetto finanziario e di bilancio nell’ordine storico di 1,8 trilioni di euro.
È già chiaro che il denaro finirà in primo luogo, come per i precedenti aiuti alla Grecia, nelle banche per rifinanziare vecchi debiti (12). Commissioni libere dalla democrazia, direzioni, senati, accordi con gli stakeholder e comitati di backroom di ogni tipo garantiscono il dominio totalitario della casta oligarchica transnazionale. Lo Stato nazionale serve solo a loro come Stato di sorveglianza e repressione per tenere sotto controllo le popolazioni.
Riduzione della popolazione
La riduzione della popolazione globale è parte integrante del grande riassetto economico globale. Per la 4a rivoluzione industriale miliardi di persone sono „superflui“ (13). La „pulizia“ della popolazione mondiale avverrà attraverso la distruzione strisciante delle piccole e medie imprese e delle catene di fornitura mondiali con centinaia di milioni di dipendenti. La parte delle piccole e medie imprese che può essere „sfruttata“ dagli strateghi degli investimenti internazionali sarà spremuta dal lavoro autonomo per entrare nel settore dipendente a basso salario, altre saranno sottoposte a corporazioni digitali e di piattaforme e alle loro strategie di sfruttamento, e grandi parti andranno in crisi, come previsto dagli strateghi del dominio.
Secondo l’Organizzazione internazionale del lavoro, il primo blocco ha già lasciato 1,6 miliardi di persone nel cosiddetto settore informale, cioè persone senza rapporti di lavoro regolari.
La domanda è: „Quante centinaia di milioni di persone perderanno la vita a causa della distruzione economica dell’esistenza?
I centri del potere sorridono di milioni di cadaveri. Lo hanno dimostrato a sufficienza solo con le loro guerre dopo il 1989. La prima e la seconda guerra mondiale hanno causato più di 100 milioni di vittime. Se „solo“ il 10 per cento degli 1,6 miliardi di persone morisse a causa della distruzione economica mirata dell’esistenza, si tratterebbe di 160 milioni di persone (14). Ma ce ne saranno sicuramente di più!
Se i centri di potere e la loro figura di riferimento Bill Gates sui regimi di vaccinazione mirino anche ad una riduzione della popolazione mondiale può essere una questione di speculazione (15). Bill e Melinda Gates agiscono come i grandi salvatori dell’umanità attraverso regimi di vaccinazione (16). Non sono certo salvatori dell’umanità! Ciò che conta sono i nuovi giganteschi modelli di business per il Big-Pharma, il Big-Money e il Big-Government, che vengono messi in scena con tutti i mezzi di propaganda e di repressione.
„I vaccini sono per Bill Gates una ‚filantropia strategica‘ che fornisce le sue numerose attività nel campo dei vaccini e gli dà un controllo dittatoriale sulla politica sanitaria globale“ (17).
La 4° Rivoluzione Industriale
Gli obiettivi della 4a Rivoluzione Industriale (18 ) sono
- l’abolizione di ogni forma di democrazia,
- un nuovo ordine geopolitico,
- 5G (19 ) e la relativa tecnologia satellitare. Il 5G è principalmente una tecnologia per i militari per condurre guerre su basi completamente nuove. 5G è installato e le conseguenze per l’uomo e la natura sono completamente ignorate,
- l’Internet degli oggetti (20 ), si tratta delle tecnologie di un’infrastruttura globale delle società dell’informazione,
- un mondo senza contanti (21),
- l’instaurazione di una fredda vita sociale di distanza sociale e di un controllo biometrico totale
- un regime di vaccinazione obbligatoria che utilizza l’ingegneria genetica e la nanotecnologia, con l’esonero di ogni responsabilità per le aziende farmaceutiche,
- l’espansione dell’intelligenza artificiale in collegamento con il post- e il transumanesimo, cioè la fusione dell’uomo e della macchina (22),
- lo sviluppo delle „città intelligenti“ (23 ).
- In sintesi, si può dire che i fascisti „d’élite“ transnazionali stanno lottando per un Nuovo Ordine Mondiale di governo globale dittatoriale.
Dopo il grande reset (24) la popolazione mondiale rimanente dovrà vivere in un mondo nuovo. I centri di potere stanno facendo tutto il possibile per assicurare che dopo la transizione alla quarta rivoluzione industriale il loro Nuovo Ordine Mondiale sia irreversibile.
Richieste di un nuovo inizio
Poiché i centri di potere stanno ricostruendo il mondo senza freni, alla resistenza è permesso di pensare a come l’umanità, in particolare nelle democrazie di facciata occidentali, potrebbe trovare la sua via d’uscita dall’attuale pantano. Ecco alcune riflessioni su questo:
- Lo scioglimento dei partiti politici nella loro forma e funzione attuale,
- Risoluzione di complessi di lobby corrotti,
- Lo scioglimento dei servizi segreti, almeno la loro massiccia riduzione,
- Riduzione dei militari alla difesa nazionale,
- Abolizione dell’immunità dei politici,
- Confisca dei beni del partito o dei beni politici in caso di comprovate violazioni della costituzione, violazioni della legge e danni alla popolazione,
- Responsabilità attraverso una vera e propria assunzione di responsabilità, ovvero la responsabilità politica,
- Pena per aver infranto i giuramenti,
- Convocare assemblee costituzionali,
- rafforzare la democrazia diretta,
- Una concezione completamente nuova dei media, cioè la loro messa sotto il controllo democratico popolare,
- una nuova generazione di politici deve aver dimostrato il proprio valore „nella vita“, deve rispettare i principi etico-morali, la conformità costituzionale e legale ed essere responsabile di ciò prima di assumere una carica pubblica.
- Questo sarebbe un primissimo inizio.
Fonti e note:
Quellen und Anmerkungen:
(1) Ignazio Silone, Seine Entstehung und seine Entwicklung, (Original 1934), Frankfurt 1978, hier: S. 273 ff
(2) Siehe hierzu: William I. Robinson, Global Capitalism and the Crisis of Humanity, New York 2014
(3) https://www.aier.org/article/when-will-the-madness-end/
(4) Michael Morris, Lockdown, 2. Auflage, Fichtenau 2020, S. 153
(5) Bernd Hamm, Das Ende der Demokratie – wie wir sie kennen, in: Ullrich Mies, Jens Wernicke (Hg.) Fassadendemokratie und Tiefer Staat. Auf dem Weg in ein autoritäres Zeitalter, Wien 2017
(6) https://www.youtube.com/watch?v=Rx-ec3nUcrc
(7) https://www.youtube.com/watch?v=pfVdMWzKwjc&feature=youtu.be&t=4682
(8) https://www.deutsche-bank.de/dam/deutschebank/de/shared/pdf/Corona-Krise__Staatsverschuldung_dürfte_rapide_ste.PDF
(9) https://www.dw.com/de/bringt-die-coronakrise-und-covid-19-den-schulden-ballon-zum-platzen/a-53911025
(10) https://www.thegatewaypundit.com/2020/07/world-bank-offered-belarus-940-million-coronavirus-loan-locked-destroyed-economy/
(11) https://deutsche-wirtschafts-nachrichten.de/505741/Bundesregierung-prueft-weitere-Staatsbeteiligungen-an-14-Konzernen
(12) https://deutsche-wirtschafts-nachrichten.de/505440/EU-spricht-vom-Wiederaufbau-nach-Corona-Tatsaechlich-geht-es-um-die-Rettung-der-Superreichen
(13) Michael Morris, a.a.O., S. 142ff
(14) https://www.aljazeera.com/ajimpact/world-workers-face-losing-jobs-ilo-200427171840169.html; https://www.ilo.org/wcmsp5/groups/public/—dgreports/—dcomm/documents/briefingnote/wcms_743146.pdf; https://www.ilo.org/global/about-the-ilo/newsroom/news/WCMS_743036/lang–en/index.htm
(15) https://www.youtube.com/watch?v=uew9y-Iln-g, hier Minute 0:42
(16) https://www.youtube.com/watch?v=8gAdEp7pcFc; https://www.youtube.com/watch?v=FzcERrUyeFI
(17) https://childrenshealthdefense.org; siehe hierzu auch Michael Morris, a.a.O., S. 148
(18) https://intelligence.weforum.org/topics/a1Gb0000001RIhBEAW?tab=publications; https://intelligence.weforum.org/topics/a1G0X000004Q9aRUAS?tab=publications
(19) https://www.rubikon.news/autoren/franz-adlkofer;
(20) https://de.wikipedia.org/wiki/Internet_der_Dinge; https://www.weforum.org/platforms/shaping-the-future-of-technology-governance-iot-robotics-and-smart-cities
(21) https://intelligence.weforum.org/topics/a1Gb00000038qmPEAQ?tab=publications&searchTerm=
(22) https://deutsche-wirtschafts-nachrichten.de/505482/Roboter-sollen-kuenftig-aufgebrachte-Kunden-beruhigen; https://intelligence.weforum.org/topics/a1Gb0000000pTDREA2?tab=publications&searchTerm=
(23) https://deutsche-wirtschafts-nachrichten.de/505622/Smart-City-Das-grosse-Wettruesten-der-Berater-mit-den-Hochglanz-Studien
(24) https://intelligence.weforum.org/topics/a1G0X000006OLciUAG?tab=publications
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Nota sull’articolo: Il testo attuale è apparso per la prima volta su „Rubikon – Magazin für die kritische Masse„, nel cui comitato consultivo sono attivi, tra gli altri, Daniele Ganser e Rainer Mausfeld. Poiché la pubblicazione è stata fatta sotto una licenza libera (Creative Commons), KenFM si appropria di questo testo per un uso secondario e sottolinea esplicitamente che il Rubicone dipende anche dalle donazioni e ha bisogno di sostegno. Abbiamo bisogno di molti media alternativi!
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FONTE: https://kenfm.de/fascismo-transnazionale-delite-di-ullrich-mies/
NOI CON TRUMP?
Pierluigi Fagan 1 09 2020
(Un post che vi chiedo, per la prima volta, espressamente di leggere con attenzione)
Tratterò un tema che è al contempo difficile e fondamentale. Il tema è difficile perché è vasto, complicato e soprattutto molto nebuloso, dai confini confusi, ambiguo, doppio. Altresì è fondamentale o almeno potrebbe esserlo perché attiene alla costituzione politica e geopolitica, economica, culturale della nostra forma di vita associata.
L’altro giorno mi sono imbattuto in una pagina facebook “Noi con Trump”, una vera e propria associazione politica con tanto di iscrizione e sezioni operative territoriali, promossa apparentemente da italiani ferventi e spontanei ammiratori di Trump, tra cui un ex paracadutista che vanta un curriculum in cui compaiono collaborazioni con Blackwater, società di mercenari, US Army Camp d’Arby e Dipartimento di Stato USA. Apparenti finalità sono il combattere il Deep State (americano? italiano?), combattere le “fake news” del “mainstream”, lottare contro il “traffico dei bambini”, promuovere la politica di Trump in Europa ed Italia, combattere la globalizzazione ed il pensiero unico del “politicamente corretto”. Ognuno di questi sono slogan ormai entrati nel lessico del dibattito pubblico qui su Internet e come sempre c’è da domandarsi se è nato prima l’uovo o la gallina, se cioè questi slogan o concetti hanno origine spontanea o qualcuno li ha sintetizzati ed introdotti nel flusso on line, stante che sono tutti di certa origine statunitense.
Il gruppo ha una sua attenzione nazionale specifica, facendo capire che se Trump o suoi mandanti governassero l’Italia si avrebbero: agevolazioni fiscali e fisco liberale, tutela dei bambini, libertà vaccinale, diritto a non mandare i figli a scuola istruendoli a casa (scuola parentale), Italia fuori dall’Europa, una banca nazionale autonoma (sovranità monetaria), 100% produzione nazionale e molto altro. I nemici sono l’élite globalista, finanziaria e farmaceutica, la Cina, la teoria gender, il progressismo, Hollywood, il 5G (fintanto che è cinese), il governo italiano,Bergoglio ed i perfidi Gesuiti, l’aborto, il femminismo e l’indulgenza omosessuale e pedofila. Insomma Dio, Patria e Famiglia in salsa occidentale che propinati uno alla volta ingannano perché è tutti assieme che fanno una immagine di mondo da cui poi per logica non si può più uscire se non andando in grave e dolorosa contraddizione.
Ma il punto principale di attualità è ovviamente la battaglia popolare contro la “dittatura sanitaria” con grande rilievo dato alle manifestazioni di Parigi, Londra, Zurigo. Il 5 settembre ci sarà la prima manifestazione del “popolo delle mamme” capitanato da Nonna Maura, che rivendica il divieto di intromissione dello stato nella educazione e protezione dei minori, un movimento lanciato contro la ministra Azzolina ed il prevedibile caos nelle scuole sin dalle prossime riaperture, ma con ambizioni conservatrici più ampie, incluso il diritto alla famosa scuola parentale. Ci sarà poi una manifestazione anti-Covid sul modello Berlino, anche in Italia, a metà settembre.
Ed a proposito di Berlino, nella vasta a variegata umanità scesa in piazza tra l’altro proprio nel paese in cui le restrizioni Covid sono state più blande, si segnalano presenze inquietanti. L’organizzazione del movimento è di un imprenditore che si dichiara “liberal-individualista” di Stoccarda, Querdenken 711.
Molte le bandiere americane sventolate ed i cartelli inneggianti a Trump “salvatore dello spirito d’Occidente”, stante che l’americanismo non è esattamente opinione corrente in quel di Germania. Improvvisamente, si sono materializzati a Berlino (ma anche in Italia), anche i ferventi sostenitori della bizzarra teoria conosciuta come QAnon, un delirio dell’estrema destra statunitense a base della lotta popolare contro una cupola di satanisti-pedofili-globalisti/NWO-ambientalisti dissolutori dello spirito d’Occidente. C’era poi la destra tedesca di Alternative for Deutschland ma soprattutto centinaia di bandiere belle stirate e tutte dello stesso formato, nuove di zecca, del Secondo Reich, quello che terminò con il disastro della Prima guerra mondiale e la cacciata del Kaiser. La destra tedesca del tempo che poi confluì nel partito nazionalsocialista attaccò sistematicamente la prima forma di governo democratico tedesco in quel della Repubblica di Weimar, richiamandosi con nostalgia alla grandezza del Reich. Nero, bianco e rosso del vessillo del Secondo Reich furono poi i colori della bandiera del Terzo Reich e quella del Secondo oggi è usata dai neo-nazisti poiché l’esplicita esibizione della svastica è vietata per legge. L’altro giorno hanno pure tentato un simbolico assalto al Reichstag, un po’ come se Forza Nuova mimasse l’assalto a Montecitorio con bandiere che non espongono proprio il fascio ma qualcosa che ci assomiglia senza esserlo. Del resto, stanchezza e fastidio per la claudicante “democrazia” è ormai moneta corrente.
Si diceva che questo discorso è delicato. Delicato perché come vedete c’è un mischione di posizioni politiche alcune coltivate anche dalla critica al neoliberismo, all’Unione Europea, al capitalismo finanziario, alla globalizzazione, fatte proprie da movimenti dell’ultra destra che mi è molto difficile ritenere del tutto spontanei. Oltre ad un bellissimo saggio sulla Germania di Weimar (Eric D. Weitz – Einaudi), ho appena terminato anche una agile “Contro la vostra realtà” di Angela Nagle (LUISS University Press), una vera e propria indagine sull’antropologia delle culture e sottoculture on line americane, quella brodaglia venefica alla base dell’ascesa dell’alt-right alla base anche del fenomeno Trump. Molto interessante il capitolo 3 “I gramsciani dell’alt-right”. L’intellighenzia della più profonda destra americana, ha elaborato una teoria per la quale la politica è sempre “a valle della cultura”, la “maggioranza ideologica è molto più importante di quella parlamentare”. Ne sono nate vere e proprie meme e troll factory, pagine web 4chan, egemonia sul basso che aggrega sentimenti, paure, paranoie, orientamenti ancora confusi, portandoli a vere e proprie e teorizzate “guerre culturali”. Il fine è quello di spostare la “finestra di Overton” per la quale temi o idee o posizioni prima ritenute inconcepibili, lungo la sequenza “estreme-accettabili-ragionevoli-diffuse e popolari” diventano infine “legalizzate”. Un fabbrica della formazione del lento consenso basata su un inconsapevole esercito di copia-incollatori di meme truffaldini e video sgangherati che sposano il proprio pre-giudizio.
L’area cultural-giornalistica che ruota intorno a Bannon, di questo si occupa attraverso strumenti sofisticatissimi e molto complesse e ben accessoriate strategie, ben finanziate e portate avanti da precise organizzazioni che agiscono sotto la linea della pubblica visibilità. Così come le primavere arabe e un certo occidentalismo ucraino non le aveva certo inventate Soros, Soros e la sua tentacolare organizzazione ci si è però tuffato a pesce cercando di egemonizzarle, di direzionarle, dandogli simboli, parole d’ordine, format. La nuova destra trumpiana ha solo intelligentemente studiato Gramsci, Chomsky, Le Bon, Bernays, Gobbels, Soros, Debord ed ha applicato ciò che ha studiato con grande capacità. Prima negli Stati Uniti, oggi in Europa.
Alcuni di questi temi in Europa sono propri dell’area sovranista, o di quella anti-neo-liberista finanz-capitalista, o figli spontanei della miscela di “incertezza-insicurezza-paura” generati dal Covid e dalla sua gestione politica, geopolitica, sanitaria (incluso lo sconcerto per la confusione obiettiva ma a volta esagerata a bella posta, del mondo scientifico). Certo quella di Berlino non era una “manifestazione di nazisti”, così come le nuove testate on line che tentano lo sviluppo di una critica al discorso dominante non sono tutte finanziate da Bannon, così non tutti i filmati You Tube a cui molti danno credito come verità sono in aperta malafede. Ma attenzione alle sottili dinamiche sottostanti intelligenti strategie organizzate di egemonia che non creano fenomeni, ma li orientano, li formattano, li conducono lì dove li si vuol condurre.
Può anche capitare che valenti contro-informatori, influencer, nuovi riferimenti della critica on line finiscano col cavalcare sentimenti diffusi finendo loro stessi per ripetere ed amplificare temi e parole d’ordine che non sono più spontanee, ma coordinate sapientemente a costruire immagini di mondo ben precise. Anche il critico alternativo cerca consenso e se non è accorto, può finire col trovarlo rilanciando quello che gli sembra esser “vox populi”, stante che le parole per dire le cose, ai “populi” gliele ha messe in bocca qualcuno di ben preciso. Fare surf sulla cresta dell’onda può esser molto pericoloso in un mare di squali.
Dicevamo quindi che il tema è difficile poiché dai confini incerti, genera conflitti di giudizio, porta spalla a spalla gente che non dovrebbe esserlo usando l’antico meccanismo del “nemico del mio nemico”, usa la logica binaria, semplifica, sloganizza, impressiona emotivamente, costruisce intenzionalmente usando l’apparente spontaneità. Ma il tema è anche fondamentale per una ragione più decisiva. Il 3 novembre sapremo se avremo altri quattro anni di Trump. Il primo mandato non permette in genere di compiere certe operazioni, il decisivo di un programma presidenziale si esplica nel secondo mandato. Sappiamo che Trump vuole compattare un blocco geopolitico che difenda gli Stati Uniti dalla irreversibile perdita di potenza a cui è oggettivamente destinata. Annettersi l’Europa è il centro di questa strategia. Attenzione quindi a come la sofisticata macchina del “consenso dal basso” che si muove sotto il cover-boy dall’aria a volte un po’ ridicola ma in fondo paterna e non minacciosa, agirà se avrà davanti altri quattro anni.
Alle elezioni del ’24 una coalizione nazionalsocialista in Germania, ebbe meno del 3%. Dopo nove anni iniziò il Terzo Reich. Gli Stati Uniti, da settanta anni sono un Reich, un Impero e quando un Impero deve salvare se stesso, la finestra di Overton ci mette poco a portare l’inconcepibile all’attuabile a furor di popolo. Attenzione a non finire, “a mia insaputa” in un appiccicaticcio marshmallow di “fascismo rosa”.
= = =
1. Fb di Noi con Trump, da leggere con attenzione, anche i filmati [Il link lo trovate facilmente sulla barra delle ricerche]. Intervista al presidente dall’associazione su la Padania: https://www.lanuovapadania.it/politica/lintervista-a-riccardo-marini-presidente-noi-con-trump-su-futuro-opposizione-italiana-ed-elezioni-americane-chi-vincera/
2 Il sito di Noi con Trump https://www.associazionenoicontrump.com/#
3. Intervista al Vice Presidente di Noi con Trump fatta da un altro imprenditore anti-Covid che si è meritato pure un servizio su le Iene. https://www.facebook.com/LeonardoLeoneOfficial/videos/274121193984337 + https://www.iene.mediaset.it/2020/news/leonardo-leone-complottismo_795180.shtml
4. Il popolo delle mamme https://vocecontrocorrente.it/il-popolo-delle-mamme-contro-la-dittatura-sanitaria-manifestazione-a-roma/
5. QAnon (fb: https://www.facebook.com/qanonitalia/ – pagina spiegante https://www.qanon.it/?fbclid=IwAR270jfbY_3vcgvXIvxh1h9rM21XA8iNPsQsAYgpMr-WLgmGnsGLScP-mj4 + Internazionale https://www.internazionale.it/notizie/julia-carrie-wong/2020/08/28/qanon-teoria-complotto?fbclid=IwAR3X9H34ht5vDy3a8p_mt47OtI1O_SxpyxOVDOvfN8VPCKeEjiL1GHhDOPs
6. Querdenken 711 https://querdenken-711.de/
7. Finestra di Overton https://it.wikipedia.org/wiki/Finestra_di_Overton
8. QAnon e Noi con Trump potrebbero far parte di una operazione detta “The Storm”: https://mediterraneinews.it/2020/08/03/qanon-e-noi-con-trump-fanno-tremare-il-mondo-intero-in-italia-soffia-una-tempesta-che-porra-fine-alla-seconda-repubblica/
FONTE: https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=10222106235100473&id=1100565428
SCIENZE TECNOLOGIE
Mazzucco: il vaccino antinfluenzale aumenta il rischio-Covid
Non c’è la minima base scientifica nelle affermazioni di chi – come David Parenzo – raccomanda la vaccinazione antinfluenzale, addirittura obbligatoria. Sarebbe diverso se quel vaccino funzionasse molto bene, con un’efficacia vicina al 100%. Allora sì: se il bambino ha fatto il vaccino contro l’influenza e poi di colpo gli viene la febbre, si sa già in partenza che non può avere l’influenza, e quindi ha qualcos’altro. Peccato invece che il vaccino antinfluenzale sia il vaccino più inefficace che si conosca, al mondo. Lo sanno tutti, lo ammette persino Burioni. Minoli in televisione lo interrogò: «I vaccini contro l’influenza dimostrano di funzionare poco: come mai?». La risposta di Burioni: «Perché, purtroppo, il vaccino contro l’influenza non è tra i vaccini più efficaci che abbiamo». E non è efficace per un motivo molto semplice: i ceppi influenzali mutano in continuazione. E quindi, quando fanno il vaccino nuovo, spesso usano i ceppi degli anni precedenti: e non sempre imbroccano quello giusto, cioè quello in circolazione. Statisticamente, il vaccino antinfluenzale funziona in meno del 50% dei casi. Il Cdc americano (Center for Disease Control) mostra che l’efficacia pratica dei vaccini degli ultimi 15 anni arriva a malapena al 50%. Poi ci sono addirittura casi come quello di Rovereto, di due anni fa, nel quale l’80% dei vaccinati contro l’influenza si è preso comunque l’influenza.
Quindi, questa idea di scremare i casi di Covid vaccinando contro l’influenza non sta in piedi: se hai un bambino che tossisce, non puoi escludere che sia influenza solo perché ha fatto il vaccino. Memorizziamo: il vaccino antinfluenzale è altamenteinefficace. Quindi: utilità per separare i malati di influenza dai malati di Covid? Zero. E poi ci sono i tamponi: ormai li fanno dappertutto, e in mezz’ora sono in grado di dirti se hai il Covid oppure no. Se sono così bravi ad allarmarci con i nuovi casi di contagiati ogni giorno, saranno anche bravi a farli davvero quando servono, questi tamponi. Dunque, se a scuola qualcuno mostra sintomi strani – bambino o adulto che sia – basta fargli il tampone, e il problema è risolto: dopo qualche ora si sa se quella classe deve andare in quarantena oppure no, senza bisogno di dover vaccinare l’intera popolazione del Sistema Solare contro l’influenza. Anzi, ci sono addirittura i tamponi multipli, che consentono di effettuare test su diversi virus respiratori con un singolo prelievo. Quindi, volendo, si può fare anche il test per il Covid, insieme a quello per l’influenza (nuovamente: senza bisogno di vaccinare il mondo intero contro l’influenza). Ma c’è un terzo punto, che è il più importante, perché riguarda la responsabilità personale di chi, come Parenzo, preme perché sia reso obbligatorio il vaccino antinfluenzale.
Non solo il vaccino antinfluenzale non permette di scremare i malati di Covid; facendo il vaccino antinfluenzale, in realtà, si aumentano le possibilità di contrarre altri virus di tipo respiratorio, tra cui proprio il coronavirus. E’ un fenomeno che si chiama “interferenza virale”. Lo spiegano varie fonti scientifiche, tra cui una ricerca eseguita l’anno scorso dal Dipartimento della difesa americano: «Ricevere la vaccinazione per l’influenza – dice – può aumentare il rischio di altri virus respiratori: un fenomeno conosciuto come “interferenza virale”». Nello specifico, la ricerca conclude che, facendo il vaccino contro l’influenza, il rischio di contrarre il coronavirus aumenta addirittura del 36%. Un’altra ricerca (Oxford, Clinical Infectial Diseases) documenta lo stesso fenomeno già nel 2012: «Abbiamo esaminato 115 bambini – dice la ricerca – divisi casualmente tra chi ha fatto il vaccino trivalente per l’influenza e chi ha avuto il placebo; nel corso di 9 mesi, quelli che hanno ricevuto il vaccino per l’influenza avevano un rischio maggiore, di infezioni non da influenza, virologicamente confermate». Ancora: «Pur essendo protetti dall’influenza, quelli che hanno ricevuto il vaccino possono non avere un’immunità temporanea a-specifica che protegga da altri virus respiratori» (come ad esempio il coronavirus, nella situazione attuale).
Un’altra ricerca è invece del 2018, citata da Elsevier Public Health Emergency Collection. Si intitola: “La valutazione di Malattie Respiratorie Acute (Ari), temporalmente correlate in seguito a vaccinazione da influenza”. La conclusione dice: «Fra i bambini c’è stato un aumento del rischio di malattie respiratore acute, causate da patogeni diversi dall’influenza, nel periodo post-vaccinale, rispetto ai bambini non vaccinati, nello stesso periodo». Quest’ultima ricerca è in fase di “pre-print”, cioè è ancora in attesa di “peer review” (è appena stata pubblicata, il 16 giugno di quest’anno) e riguarda in particolare gli anziani. «Abbiamo trovato una correlazione statisticamente significativa tra la copertura vaccinale contro l’influenza e i casi riportati di Covid-19», si legge. «La nostra analisi indica che aver ricevuto vaccinazioni per l’influenza nel passato può comportare un rischio addizionale, per gli anziani, in termini di maggiore suscettibilità ad un’infezione di Sars-Cov-2, e una maggiore possibilità di esito letale in caso di infezione». Quindi: maggiore rischio di contrarre il Covid, se hai fatto l’antinfluenzale, e maggiore rischio di morire – per gli anziani – in caso di infezione.
La stessa cosa l’aveva detta anche il governo inglese, proprio nel mezzo dell’epidemia, ai primi di aprile. In televisione, un rappresentante del sistema sanitario inglese spiegò chiaramente che quelli che ricevono il vaccino contro l’influenza dovrebbero stare a casa, perché sono i soggetti più a rischio. «Sono le persone vaccinate contro l’influenza, bambini a parte, a ricadere nella categoria a rischio», disse il funzionario britannico. «A queste persone – aggiunse – consigliamo vivamente di mantenere il distanziamento sociale». Conclusione: a causa del fenomeno dell’interferenza virale, la vaccinazione antinfluenzale aumenta il rischio di contrarre altre malattie respiratorie, tra cui il Covid, sia nei bambini che negli adulti. Quindi Parenzo dovrebbe studiare, prima di andare in televisione a fare delle piazzate, come quelle di questi giorni. Non è Vanna Marchi, che vende creme di bellezza (che se poi non funzionano, amen). La salute della gente è una cosa seria. Parenzo non può permettersi di propagandare un certo tipo di vaccinazione obbligatoria senza un serio contraddittorio, in studio, e senza – soprattutto – la conoscenza scientifica, per farlo.
(Massimo Mazzucco, video-appello a La7 contro la disinformazione sanitaria diffusa da David Parenzo, in varie occasioni, nell’ambito del programma “In Onda”, condotto insieme a Luca Telelese. Mazzucco invita il pubblico a scrivere un’email all’indirizzo programmi@la7.it, «chiedendo educatamente che tolgano Parenzo da una trasmissione per la quale, chiaramente, non è preparato». Aggiunge Mazzucco: «Se fossi nei panni dei produttori del programma farei un bel “disclaimer”, in trasmissione, che dice: “Sul vaccino antinfluenzale, Parenzo ha espresso una sua opinione personale, non basata su dati scientifici, che non è necessariamente quella della redazione”». Chiosa Mazzucco: il rischio, quest’autunno, è quello di ritrovarsi qualche mamma che magari fa causa a La7, dicendo: «Ho dato retta a Parenzo, ho fatto fare l’antinfluenzale a mio figlio, e ora s’è preso il Covid a causa dell’interferenza virale. Che facciamo? Chi paga i danni, adesso?». Visti i tempi che corrono – dice ancora Mazzucco – non ci vuole molto, a trovare un buon avvocato che metta in piedi una causa del genere. «Quindi, proteggetevi: dall’ignoranza, prima ancora che dal virus». Vale anche per gli abitanti del Lazio: i sanitari e gli anziani sarebbero costretti, da Zingaretti, a subire proprio il vaccino antinfluenzale, quello che la comunità scientifica giudica poco efficace, inutile di fronte al Covid e spesso anche pericoloso, specie per gli anziani).
VIDEO QUI: https://youtu.be/q38yZOlAwU8
FONTE: https://www.libreidee.org/2020/09/mazzucco-il-vaccino-antinfluenzale-aumenta-il-rischio-covid/
L’Intervista: Le verità nascoste sul Covid19
Di Comedonchisciotte.org
Intervista di Andrea Leone
Il Dott.Sergio Resta parte analizzando il suo post divenuto virale che ha fatto un po’ il giro di tutto il mondo. Inizia a parlare dei numeri dei decessi: sostiene che molte morti sono state attribuite al covid19 anche se non è stata la causa primaria o unica. A conferma di ciò, cita lo scandalo scoppiato in Minnesota, dove il Governatore Tim Walz, per altro anche medico, ha sostenuto che il Center for Disease Control and Prevention, gli avessero recapitato dei documenti dove tutti i pazienti di età superiore agli 80 anni deceduti per cause respiratorie, lo fossero stati per covid19, quando in realtà la causa mortis è stata imputabile ad altri fattori eziopatogenetici. Le gravi incompetenze espletate nei riguardi dei pazienti morti in Lombardia,Veneto, Emilia Romagna, non per causa diretta dei medici, ma a causa di certe linee guida che i colleghi hanno dovuto pedissequamente seguire.
Ci sono medici del cabotaggio del Dottor Zangrillo o del Dott.Bassetti che nella maggior parte delle interviste hanno indossato un camice, una tenuta chirurgica, a significare la loro vita continua al ridosso dei pazienti in corsia, a contatto diretto con la reale sintomatologia, il reale vissuto, non solo del paziente, della patologia ,della sua evoluzione clinica e del medico nell’affrontarla. Tanti come loro hanno effettuato delle indagini specialistiche accorgendosi come stesse accadendo qualcosa di grave in pazienti gravi, a livello della vascolarizzazione polmonare e del parenchima.
L’idrossiclorichina, a fronte di effetti collaterali che non sono amplificati come ha sostenuto la stampa, ma molto più rari, insieme all’azitromicina ha determinato in alcuni casi, la remissione sintomatologica delle fasi mediane della malattia.
Sulla citazione del post sull’OMS, afferma che essa ha dichiarato solo verbalmente la pandemia. Non esiste nessun documento redatto a stampa.
Le autopsie sono state generate da un intuizione felice di medici fuori dal coro. Resta ricorda quando sono arrivati i cinesi in Italia, acclamati come i salvatori dell’umanità, accolti da governatori, dai direttori di importanti istituzioni sanitarie, un codazzo di inchini, lo scambiarsi di maschere, guanti, visiere: hanno dimenticato di dirci però degli esiti delle autopsie svolte, che hanno evidenziato la reale causa mortis derivante dalle trombosi diffuse nell’albero polmonare e le ustioni nel parenchima causate dall’immissione pomposa di grosse quantità d’ossigeno tramite le intubazioni.
In Italia il valore che ha avuto l’ecocolordoppler al capezzale del paziente è stato un obbiettivo raggiunto un pochino dopo di essersi resi conto dell’inefficacia dell’intubazione, della ventilazione assistita. Grazie alle autopsie siamo arrivati a capo della situazione. Grazie ad indagini opportune, è stata resa trattabile questa entità, dalla quale si può guarire.
Il Dottore passa al tema delle vaccinazioni, affermando che quelle antinfluenzali eseguite a tappeto a Gennaio svolte in Lombardia sono state sfruttate tramite il ceppo H1N1, coltivate su cellule di cane , noto serbatoio di virus sarscov2. Sappiamo bene che il virus H1N1 è particolarmente virulento, gli anziani sono spesso in trattamento per altre comorbità, patologie importanti. Ed ecco, forse, l’indebolimento post vaccinale delle difese immunitarie di questi soggetti, con l’eccessiva carica virale coronavirus può aver generato una cascata di eventi citochimica che ha portato al decesso di tantissimi anziani al nord d’Italia. Questi cofattori hanno avuto sicuramente un ruolo significativo nella genesi della malattia che in mancanza di conoscenza, di linee guida coerenti, in assenza di autorizzazione alle autopsie da parte del Ministero Della Salute, sono sfociate nella morte di tanti pazienti. In merito a quanto detto, una pubblicazione scientifica del Pentagono raccolta da PubMed, ha sottolineato la causa di interferenze virali da vaccino antinfluenzale H1N1 con covid19. Tale pubblicazione, ora è sparita, forse perché la parola vaccino non si può toccare, non può essere criticata. Ci sono lavori delle forze militari USA che hanno evidenziato come al termine di strategie vaccinali influenzali su militari di leva, si sia riscontrato il cosiddetto shock post vaccinale di cui nessuno parla, anzi, se ne fai cenno, vieni deriso, è un dato costante. Sono soggetti che rimangono temporaneamente sprovvisti di importanti difese immunitarie e possono essere preda di virus, batteri,miceti,parassiti, ecc.ecc.
Passando al tema mascherine e tamponi il Dottor resta rivela: basta girare il web e si trovano notizie di collusioni ,connivenze tra produttori di dispositivi di protezione individuale e coloro che tentano di somministrarceli. C’è stato di recente un importante investimento da parte del nostro governo sulle mascherine, grazie all’accordo con FCA evidentemente. Il Dottore sottoscrive l’osservazione del Professor Montanari: le tramature del TNT (materiale delle chirurgiche) ha una dimensione di circa 200 micron, è una dimensione inusitata per quelle che sono le piccole conformazioni virali capaci di penetrare sia in un senso che nell’altro. La trama della maschera TNT tra l’altro, il polipropilene è insalubre, non solo per adulti e anziani ma soprattutto per un bambino che per tante ore come previsto dalle nuove norme di riapertura della scuola, dovrà indossare. Ci sono tantissime incongruenze, come quella del tampone. Sulla scorta dell’insegnamento che proviene dai colleghi cinesi, nello scoppio epidemico furono sottoposti a tampone nella sola città di Wuhan, oltre 72314 casi, pazienti conclamati sintomatici. Di questi, soltanto il 62% ha presentato una positività al tampone, il rimanente 38% s’è positivizzato parecchi giorni dopo. Questo ci dice che il tampone ha un indice di predittività basso. Inoltre, il Dott. Franchi, dice Resta, ammette che risulta ancora inaccessibile una documentazione scientifica credibile inerente alla presenza del covid19 nel tampone. Lo stesso Dott. Sergio Resta ha svolto una ricerca nelle librerie scientifiche internazionali senza trovare nulla di evidente sui termini dell’isolamento del virus.
Sono stai pochissimi i professionisti che si sono occupati della prevenzione virale. Da parte dei presidenzialisti dello staff medico del comitato scientifico, nessuno ha speso una lancia in favore del buon vivere, attraverso la cura dell’alimentazione, l’esposizione ai raggi solari, le terapie complementari a base di principi attivi sempre più rari da alimenti prodotti in serra oppure in allevamento. Questa, sostiene, è una gravità non perdonabile, perché come hanno sottolineato i migliori virologi ed epidemiologi del mondo, fattori come l’irradiazione solare genera un decadimento della carica virale. E’ stata negata validità in alcune molecole come la vitamida D3,K2, lo Zinco che hanno realmente un efficacia documentata scientificamente da centinaia e centinaia di pubblicazioni. Per non parlare della vitamina C ! Osannata dai colleghi cinesi durante la fase acuta della pandemia, ha dimostrato a elevatissime dosi di ridurre la sindrome di stress respiratorio acuta nei pazienti portatori di covid19.
Un recente lavoro dell’università dell’Haifa, in Israele, evidenzia un dato molto importante: l’associazione di perbeni della cannabis medicale uniti ad un certo quantitativo di cannabiolo, hanno un efficienza nettamente superiore rispetto al desametasone. Inizialmente, il desametasone non è stato riconosciuto dal Ministero della Salute come farmaco step fondamentale. Tanti medici italiani, non seguendo il Ministero, l’hanno comunque somministrato ai pazienti riuscendo a tirarli fuori da condizioni estremamente pericolose dal punto di vista metabolico. Il British Medical Journal ha affermato l’efficacia incontestabile del desametasone nel trattamento della sindrome da covid19 da media gravità a notevole gravità. Noi abbiamo dei principi attivi estremamente utili nel controllo del virus, che non hanno impatto negativo sull’organismo come invece possono avere i farmaci. La Dott.ssa Elena Campione del Policlinico di Tor Vergata ha comunicato di recente l’importanza della lattoferrina sull’emoglobina dei globuli rossi. Notizia notevole. Si sapeva che tale integratore è un potente modulatore dell’immunità, infatti i bambini non vengono colpiti da tale virosi proprio perché vengono nutriti dal latte materno che contiene grossi quantitativi di lactoferrina. A domanda sulla mancata campagna di prevenzione e informazione sull’utilizzo di principi attivi da parte del governo, il Dott. Resta si limita a rispondere che il paziente sano non porta denaro. A fine intervista, il medico ringrazia il contributo scientifico che hanno dato sin ora, il Dott. Bassetti,Zangrillo,Clementi,Gismondo,Franchi,De Donno,Di Bacco, Tarro,Trinca,Manera e il Prof. Montanari, hanno apportato a competenze scientifiche e culturali che mirano all’arricchimento professionale ma soprattutto umano.
VIDEO QUI: https://youtu.be/uSHOvpRK5mY
FONTE: https://comedonchisciotte.org/lintervista-le-verita-nascoste-sul-covid19/
Medici tedeschi contro le misure anti virus 1984
Lisa Stanton – 28 08 2020
In Germania è imponente il numero di medici che ha preso posizione contro le misure anti Covid sul presupposto che l’influenza, non dissimile da quelle degli anni precedenti, non sia mai stata “pericolosa” per la salute pubblica ed oggi non sia più una malattia.
Dopo la grande manifestazione di Berlino di 2 settimane fa, è da tempo previsto un nuovo evento per il 29 agosto con la partecipazione di almeno 3 milioni di persone in concomitanza con le proteste in altri paesi, tra cui Regno Unito, Francia e Canada.
Inoltre a settembre si dovrebbe tenere a Berlino un simposio di migliaia di medici specialisti provenienti da ogni parte del mondo sulle verità scomode della presunta pandemia.
500 medici e scienziati tedeschi, rappresentanti di un’organizzazione chiamata Außerparlamentarischer Corona Untersuchungsausschuss hanno istituito una Commissione per indagare su tutto ciò che riguarda il nuovo coronavirus, come la gravità del virus e la congruità delle azioni intraprese dai governi di tutto il mondo, in questo caso il governo tedesco.
Intanto, l’evento del 29 è stato vietato dal Senato di Berlino per timore che la folla “violasse le attuali leggi sulla protezione dalle infezioni”.
Spiace constatare che, tranne alcuni scienziati ormai in pensione o osteggiati dal mainstream, nessun esperto e nessuno specialista italiano prenderà parte all’incontro.
FONTE: https://www.facebook.com/lisa.stanton111/posts/3503626426322275
GLI IMPIANTI CEREBRALI CHE CAMBIERANNO L’UMANITA’
di Roberto Pecchioli 01 Settembre 2020
I cervelli stanno parlando ai computer e i computer al cervello. I nostri pensieri sono ancora al sicuro? La domanda è ancora più urgente dopo che alla mezzanotte del 28 agosto scorso, dopo trenta minuti di attesa, è stata attivata la luce nel canale di Neuralink, la società di tecnologia neurale creata da Elon Musk, l’imprenditore americano guru delle nuove tecnologie, gran maestro dell’automobile elettrica senza guidatore, fondatore della multinazionale che porta il nome del grande, visionario inventore e scienziato serbo Nikola Tesla. E’ stato prodotto il primo neurone artificiale, progettato per riparare connessioni danneggiate. Il 2020 non è solo l’anno del virus e dell’attesa spasmodica del vaccino, dell’accettazione, anzi della potente richiesta popolare di vedersi inoculare nel corpo sostanze sconosciute, ma è anche l’anno in cui le tecnoscienze affermano di poter penetrare nel cervello.
Sorge la necessità di conoscere ciò che sta accadendo nei laboratori riservati, comprendere quali ricadute avrà sulle nostre vite, e tentare di esprimere un giudizio. Ciò che ha mostrato Elon Musk nello spettacolo montato ad uso dei mercati, per ridare fiato alla declinante fortuna del suo gruppo, è il progresso conseguito nello sviluppo di un impianto cerebrale in grado di leggere l’attività neuronale di ben 1.024 elettrodi inseriti nel cervello di maiali, mostrati mentre vagavano a loro agio. Nell’esperimento sono stati esibiti tre animali: uno privo di impianto, il secondo con il dispositivo nascosto sotto la pelle del cranio che emetteva segnali in diretta sullo schermo. Al terzo era stato espiantato l’apparato in precedenza. L’obiettivo era dimostrare la sicurezza dell’invenzione, e sarebbe stato un successo strepitoso se uno dei maiali, dispettoso, non avesse resistito a uscire dal luogo dell’esperimento.
I cervelli stanno parlando ai computer e i computer al cervello, ma i nostri pensieri sono ancora al sicuro?
Ciò che gli scienziati hanno potuto osservare sugli schermi nella presentazione è stata l’attività di diversi neuroni. L’ attivazione di ogni neurone appariva come un piccolo punto bianco; ogni linea un neurone; a centinaia disposti in una matrice di dati che fluivano continuamente in tempo reale. In basso, in azzurro, il conteggio accumulato dell’attività. Mentre il maialino annusava l’ambiente circostante, si succedevano ondate di colpi coordinati. Più tardi, al diciottesimo minuto del video, si è sperimentato come –attraverso la lettura delle attività neuronali – fosse possibile prevedere i passi successivi di uno dei maiali dotati di impianto, mentre camminava su un tappeto mobile.
Qual è la novità? Secondo gli esperti di neuroscienze, niente e tutto. Nuova è la scelta tecnologica di “impacchettare” 1.024 neuroni in alcuni finissimi peli che, inseriti nel cervello, sono in grado di isolare l’attività di centinaia di neuroni. Nuova è anche la tecnologia senza fili (wireless) che consente di trasmettere segnali in tempo reale, in aggiunta alla misurazione della temperatura corporea, alla pressione intracranica e altri dati di fisiologia del cervello, eccetera. “Eccetera” rappresenta tutto ciò che è sconosciuto ed è rimasto nell’esclusiva disponibilità di Tesla. Non conosciamo la durata della batteria, che si può ricaricare per induzione, come i moderni orologi digitali. Altrettanto nuovo è che si possa occultare l’apparato sotto il cuoio capelluto, proteggendo, affermano senza pudore, la privatezza di colui a cui è stato impiantato. Curiosa privacy per qualcosa che ha la funzione opposta, ovvero monitorare, sorvegliare e, a lungo termine, indurre, orientare, manipolare da remoto l’attività cerebrale.
Neuralink società di Elon Musk, americano guru delle nuove tecnologie, gran maestro dell’automobile elettrica senza guidatore, fondatore della multinazionale che porta il nome del grande, visionario inventore e scienziato serbo Nikola Tesla.
Impressiona il gioco di magia organizzato da Musk, dietro il quale ci sono anni di ricerca di molti eccellenti scienziati, ma anche una fascinazione organizzata, al servizio delle declinanti sorti finanziarie di Tesla, affidate all’ignara maialina Gertrude. Non è nuovo che si possa leggere l’attività dei neuroni, né decodificare i loro messaggi, specie se i gesti sono relativamente semplici o ovvii, come muovere le estremità del corpo. Non è nuovo neppure che si possano impiantare sistemi wireless, per quanto con molti meno canali, più ingombranti e apparentemente con minore efficienza. Non è una novità assoluta che si possano stimolare gruppi di neuroni in maniera localizzata, come il video mostra, utilizzando l’immagine microscopica di un doppio fotone (particella priva di massa, con carica elettrica nulla, costituente elementare della radiazione elettromagnetica, detta anche quanto di energia) per osservare l’attivazione di sensori di calcio espressi geneticamente nei neuroni.
Tutte queste cose – straordinarie, magiche per noi, uomini della strada- sono la quotidianità di alcuni laboratori di ricerca impegnati a decifrare i segreti del cervello, il nostro organo più complesso. Le neuroscienze lavorano da anni nella lettura e decodifica dell’attività neuronale. L’obiettivo è comprendere come funziona il cervello, ma i veri scopi sono più concreti e prosaici. Si potranno trattare alcune infermità e disabilità, ma intanto – non incidentalmente – chi avrà il controllo di queste tecnologie avrà assunto il dominio- se non la proprietà- delle nostre vite. Potrà prevedere i nostri gesti e reazioni, soprattutto sarà in grado di indirizzarle verso ciò che interessa l’oligarchia, attivare e disattivare aree cerebrali, con conseguenze ancora sconosciute, ma certo inquietanti.
Il libro Tecnopolis: siamo entrati a vele spiegate nella fase in cui il controllo sulle persone si determina attraverso la tecnica. Passiamo da una fase “disciplinare”, tesa a gestire una società solida, formata da operai, tecnici, soldati, cittadini, padri e madri, a una società della sorveglianza, realizzata con strumenti tecnici.
Alla massa viene presentato il consueto specchietto per le allodole, la speranza di lottare contro malattie, disabilità gravi, conseguenza di incidenti e simili. Il consenso è assicurato. La promessa di Elon Musk è di implementare questi dispositivi a breve, una volta ricevuta l’approvazione dell’agenzia americana per la salute e i servizi umani, per lanciarsi nella competizione durissima tra giganti tecnologici. Molte imprese e laboratori di ricerca collaborano da tempo con neurochirurghi e neurologi per cercare di applicare le nuove conoscenze “in maniera sicura e controllata”, almeno così affermano. Sono già sperimentati dispositivi simili a quelli presentati da Elon Musk per aiutare persone con lesioni cerebrali a muovere braccia robotiche, impianti di elettrodi profondi per il trattamento del morbo di Parkinson e la previsione di crisi epilettiche.
Del tutto nuova è la tecnologia senza fili che permette di trasmettere segnali in tempo reale. Quella esposta, naturalmente, è la versione “buona” delle nuove tecnologie, ad uso delle masse zoologiche. Poco si parla dei rischi, delle derive, della probabilità di vivere in una società di schiavi tecnologici, i cui movimenti, le cui azioni, le cui idee, pulsioni e visioni della vita saranno domani non solo previste, ma indotte da remoto, dai padroni di tecnologie di impressionante potenza. Diventa profetico il brano dell’Enrico V in cui Shakespeare fa dire ad un suo personaggio: “il re prende nota di tutte le loro intenzioni con mezzi che neppure possono immaginare”. Al suo tempo, i mezzi erano essenzialmente lo spionaggio e la delazione. Il nostro tempo non solo vuole e può conoscere le intenzioni, ma a breve sarà in grado di determinarle con mezzi tecnici.
Neuralink, un’azienda privata il cui scopo è il profitto. Con la collaborazione dei pazienti, è in grado di registrare l’attività neuronale umana e tentare di decodificarla. Uno scienziato commenta che “non vi è nulla di temibile se siamo in buone mani, ovvero entro ricerche finanziate con fondi privati e pubblici sottoposti ai più stretti controlli. “Panzane, ottimismo infantile o cosciente inganno. Si tratterebbe, per i tecno entusiasti (a fattura?) di “capire come proseguano le ricerche, in che maniera controlliamo le nostre braccia e le nostre gambe, come generalizziamo la conoscenza e rappresentiamo il mondo.” No, attraverso lo specchio rotto, Alice è caduta nella tana del Bianconiglio e inizia un pericoloso viaggio nel paese delle meraviglie.
Registrazione neuronale del cervello della maialina Gertrude
Il lettore perdonerà la citazione dal nostro Tecnopolis (Effepi, 2019). “La tecnologia cui è stata data mano libera, attraverso finanziamenti immensi che hanno facilitato continue scoperte ed avanzamenti di conoscenza è ormai incontrollabile, tanto che un fisico ungherese premio Nobel, Dennis Gabor, teorizzò apertamente un principio che da lui prende il nome: tutto ciò che è tecnicamente fattibile, deve essere realizzato, sia che tale realizzazione sia giudicata buona o condannabile. Questo è lo stato dell’arte, alimentato dal libertarismo/liberismo estremo, economico e civile, che guida l’azione dei padroni del mondo. Il paradigma citato chiude il cerchio, inverando quel villaggio globale immaginato da Marshall Mc Luhan, in cui, teoricamente, tutti controllano tutti, ma gli schiavi del controllo a base di dati siamo tutti noi, giacché l’intero apparato – il più esteso nella storia millenaria dell’homo sapiens sapiens– è gestito per propri interessi ed utilità da un grumo di entità private e pubbliche ad un livello superiore ed invisibile.”
Per fortuna, al di là dello spettacolino ad uso degli investitori e degli appassionati di tecnomagia montato da Musk, le promesse non sono facili da realizzare. Non sono ancora dietro l’angolo, ma rappresentano la sfida neurotecnologica del momento L’idea è che esiste un mondo di funzioni che i dispositivi in via di sperimentazione possono esercitare: avvertirci di un possibile attacco di cuore, di un ictus cerebrale e di altre minacce simili. Possono aiutarci a suonare brani musicali o mettere in moto l’automobile elettrica: il racconto futurista è accattivante, in grado di provocare l’acquolina in bocca al post – uomo malato di tecnologia.
Ogni nuova conoscenza è un’arma a doppio taglio. Non si sa nulla – né Tesla ha contribuito a chiarire- dell’eventualità di complicazioni nell’impianto di corpi estranei nel cervello, organo acquoso e corrosivo al massimo grado. Non sappiamo nulla dei meccanismi di difesa fisiologici che ci proteggono e che necessariamente produrranno una cicatrice gliale (cellule che, insieme ai neuroni e ai vasi sanguigni, formano il sistema nervoso) nella materia grigia dei maiali e domani degli uomini, incapsulando elettrodi e promuovendo infezioni di cui non sappiamo nulla. Questo sotto l’aspetto della fisiologia del corpo; e le eventuali modificazioni e patologie mentali, nonché l’immenso campo della perdita delle libertà e della stessa individualità personale, del libero arbitrio? Gli interrogativi sono immensi e occorre porli al massimo livello da subito.
Immagine del dispositivo Neuralink
Musk, ovviamente, non ha neppure lontanamente accennato agli aspetti etici, se non antropologici, associati alle neuroscienze. Inoltre, questo è un terreno su cui non si può procedere in marcia solitaria, con i criteri e gli obiettivi di un’impresa, per la natura delle sfide, le domande e le conseguenze che corrono in ogni direzione e si ingrandiscono come rizomi incontrollati, in assenza di regole, limiti, principi morali. Un conto è soccorrere gli invalidi o curare certe forme di depressione, un altro è editare e mettere sul mercato la memoria, manipolare la coscienza fino a impadronirsi della mente e rendere gli individui altrettanti tecnoschiavi. C’è bisogno di uno sforzo comune che parta dalla conoscenza e dalla consapevolezza. La scienza è un sostegno straordinario, ma non può essere la soluzione incontrollata e addirittura privatizzata alle pandemie che paralizzano, alle domande di senso che accompagnano la creatura uomo, ai limiti che costituiscono l’essenza della nostra condizione.
Il dottor Jack Gallant, neuroscienziato computazionale, ha lavorato per anni a migliorare la nostra comprensione di come il cervello codifica le informazioni: quali regioni diventano attive, ad esempio, quando una persona vede un aereo o un mela o un cane, e in che maniera queste attività possano essere visualizzate e riprodotte. Siamo all’alba di nuova era, in cui i cervelli parlano ai computer e i computer ai cervelli.
Un giorno, Gallant ha pensato di invertire ed ingegnerizzare l’algoritmo che aveva sviluppato in modo che si potesse ricostruire quello che un gruppo di volontari stava vedendo e successivamente “leggerlo”. La tecnologia è già in grado di tradurre l’attività cerebrale in immagini comprensibili da altre persone. In altre parole, siamo molto vicini alla macchina che “legge “il cervello. Lo stesso Gallant ne ha avuto paura, rendendosi conto di collaborare a un’era in cui i pensieri possono essere strappati dalle nostre teste. A quel punto, si potranno “rubare” anche i ricordi e le conoscenze e farne oggetto di compravendita.
Peli di elettrodi impiantati nel cervello di maiali
Il riconoscimento vocale, come quello utilizzato da Siri di Apple o da Alexa di Amazon, è un passo verso un’ulteriore integrazione tra uomo e macchina. Il prossimo, che gli scienziati di tutto il mondo stanno perseguendo, è realizzare una tecnologia che permetta di attivare mediante il pensiero e interagire con i computer e gli apparati elettronici, ovvero con tutto ciò che ad essi è collegato, come automobili, robot, braccia e droni.
La tecnologia che può facilmente scrutare attraverso il cranio, come la macchina di risonanza magnetica, è troppo ingombrante da montare nella nostra testa. Una tecnologia meno invasiva, come l’elettroencefalogramma che misura l’attività elettrica del cervello attraverso elettrodi attaccati al cuoio capelluto, non fornisce la stessa chiarezza. Nuovi metodi di ” vedere ” nel cervello potrebbero includere la magnetoencefalografia, o MEG, che misura le onde magnetiche che emanano all’esterno del cranio dai neuroni che si attivano al di sotto di esso; oppure usando la luce infrarossa, che può penetrare nei tessuti viventi, per dedurre l’attività cerebrale dai cambiamenti nel flusso sanguigno. Con quali rischi fisici, psichici, ambientali di medio e lungo termine?
Le soluzioni tecniche stanno cominciando ad emergere. Soprattutto, oltre a Tesla, investono somme notevoli colossi come Facebook ( Zuckerberg) e Microsoft Bill, Gates) . Nella notte dell’uomo, qualcuno si preoccupa dell’appropriazione privata del nostro cervello? Qualcuno si pone domande in termini morali, storici, antropologici? Qualcuno comprende sino a che punto l’uomo- la persona umana dalla scintilla divina- diventi un prodotto, una merce da compravendere in quanto espropriata di se stessa?
FONTE: http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/contro-informazione/le-grandi-menzogne-editoriali/9450-gli-impianti-cerebrali
STORIA
Nuove foibe sono state scoperte in Slovenia, così finalmente anche quelle povere vittime potranno avere una degna sepoltura e un funerale. I resti di 250 persone trucidate ed infoibate sono stati scoperti e recuperati i in Slovenia, tra Lubiana e Zagabria, nell’area di Veliki Rog e Stari Zag, nelle immediate vicinanze di un vecchio ospedale partigiano. Il quotidiano Avvenire riporta la notizia diffusa in questi giorni dalle Autorità slovene.
Il luogo è stato individuato ai primi di luglio da un gruppo di speleologi che ha fatto il primo ingresso nella voragine autorizzati dal Governo sloveno che aveva incaricato una Commissione specifica per l’individuazione delle fosse comuni della seconda guerra, presieduta dallo storico Jože Dežman.
Tra le vittime di quest’ultima tragica scoperta, secondo quanto emerso dall’analisi antropologica preliminare effettuata dalla predetta commissione, ci sarebbero oltre un centinaio di ragazzini tra i 15 e i 17 anni, almeno 5 sarebbero donne adulte, trascinati a centinaia sull’orlo della Foiba e lì massacrati a colpi di fucile. I più fortunati precipitarono già morti nel vuoto, per gli altri una lunga agonia pose fine alla tortura. Ritrovata anche una grande quantità di bossoli, segno di una crudele esecuzione, eseguita a più riprese, come evidenziato dai vari strati di cadaveri.
Si allunga la fila dei crimini perpetrati da Tito, oltre quelli sul confine orientale d’Italia nel settembre 1943 in Istria dove è ormai nota la trista vicenda della giovane studentessa Norma Cossetto, violentata e trucidata dai partigiani e in seguito gettata sanguinante nella foiba di Villa Surani, nei pressi di Castellier, in Istria. A cui va aggiunta la lunga testimonianza di Graziano Udovisi, infoibato nel 1945 a guerra finita, miracolosamente sopravvissuto, la cui testimonianza è stata contestata dai negazionisti, come frutto di fantasia.
Ai racconti degli Esuli, si aggiungono ora, in seguito a queste ultime scoperte, reperti delle vittime, immagini dei ritrovamenti che vanno a supportare la già abbondante documentazione storica completandone la memorialistica.
Quanto ai responsabili di questo ultimo eccidio, il capo delle indagini di polizia, Pavel Jamnik, , “ha dichiarato che incrociando dati e testimonianze sull’attività partigiana in quella zona, la responsabilità dell’eccidio è da attribuire all’OZNA, la polizia segreta jugoslava costituita da comunisti partigiani, incaricati della sicurezza interna dei territori ‘liberati’ durante la seconda guerra mondiale in Jugoslavia”.
La “foiba dei ragazzini” non fa altro che dimostrare che nelle intenzioni di Josip Broz detto Tito non ci furono solo questioni politiche ma fu un vero e proprio genocidio, crimini di guerra contro civili inermi, donne, giovani e ragazzi. Nei giorni scorsi molti politici hanno chiesto la rimozione delle onoreficenze a Tito.
E’ ormai palese come sia imbarazzante mantenere a Tito l’onorificenza di cavaliere di Gran Croce al merito della Repubblica italiana, a suo tempo assegnatagli dal presidente Giuseppe Saragat, non c’è né ci può essere alcuna giustificazione né ragion di Stato che tenga.
In ogni caso la Gran Croce non va con la svastica e neppure con la falce e il martello.
Luciano Garibaldi
FONTE: http://www.civica.one/anche-i-ragazzi-nelle-foibe-di-tito/
Marocchinate, Eugenio Cerroni trucidato per aver difeso una 13enne dallo stupro
La città di Sezze (LT) può annoverare tra i suoi figli migliori un vero e proprio eroe, il cui ricordo è purtroppo caduto nell’oblio più assoluto. Si tratta di Eugenio Cerroni, 54 anni, che sacrificò la propria vita per difendere da uno stupro una ragazzina tredicenne di Sezze.
La vicenda è venuta alla luce grazie al lavoro di ricerca dell’Associazione Nazionale Vittime delle Marocchinate, i cui ricercatori storici hanno ritrovato un importante documento custodito nell’Archivio Centrale dello Stato di Roma. Si tratta di un rapporto della Legione Territoriale Carabinieri Reali del Lazio, Compagnia di Littoria (oggi Latina), che descrive quanto accadde il 15 giugno 1944, alle ore 21.30, in località “Foresta” nelle campagne di Sezze.Quel giorno due soldati marocchini, appartenenti all’esercito francese, cercarono di violentare una minorenne, Elisa di anni 13. Alle grida disperate della ragazza accorsero tre persone. Una di queste era Eugenio Cerroni, di anni 54, di Sezze. Era armato di un fucile da caccia, ma venne sopraffatto e disarmato dai soldati magrebini francesi che gli spararono due colpi di moschetto uccidendolo. Questi soldati provenivano probabilmente dalla zona di Roccagorga o di Priverno.
“Grazie al ritrovamento di questo documento – dichiara Emiliano Ciotti, presidente nazionale dell’ANVM – abbiamo appreso del sacrificio di Eugenio Cerroni. La nipote, Rachele Di Giuli, ci ha fornito la fotografia dell’eroico cittadino. I soldati alleati e in particolare i coloniali francesi, compirono violenze di ogni genere ai danni della popolazione civile italiana. Purtroppo, nelle nostre ricerche storiche ci imbattiamo spesso in casi di uomini che pagarono con la vita il tentativo di impedire lo stupro di una donna italiana.
Ci rivolgiamo al Comune di Sezze – conclude Ciotti – al cui Sindaco invieremo al più presto una lettera, affinché non vada perduto il sacrificio di Eugenio Cerroni e a lui sia intitolata una via o un luogo pubblico della città.”
ANVM, Associazione Nazionale Vittime delle Marocchinate
FONTE: http://www.imolaoggi.it/2020/08/28/marocchinate-eugenio-cerroni-trucidato-da-coloniali-francesi/
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