RASSEGNA STAMPA DETTI E SCRITTI
11 NOVEMBRE 2020
A cura di Manlio Lo Presti
Esergo
Gli uomini dovrebbero ignorare come sono fatte
le loro leggi e le loro salsicce
(Bismarck)
GYLES BRANDETH, Il libro delle citazioni politiche, Mondadori, 1996, pag. 29
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SOMMARIO
ESSI adesso devono fare marcia indietro …
“San Vaccino”, tempismo perfetto e molte incognite
Contro Amazon che vuole far anticipare le spese di Natale
Un grande americano
LA SOLUZIONE DEL TEAM BIDEN PER IL COVID: MORIRE PRIMA
Luca Speciani: «Il governo vuole vedere i decessi crescere, non calare»
Natale con parenti molto stretti: Governo studia provvedimento apposito
Atomic Bombshell: Analysis Of Election
I mostri del Covid: Zampa Beccaris vuole abolire il Natale
M5S: IL LUNGO (DI BATTISTA), IL CORTO (DI MAIO) E IL PACIOCCONE (GRILLO)
San Biden ci guarisce dal Covid
Saeb Erekat
Ecco un’altra teoria
Il sequestro-dissequestro di Facebook e Telegram è la spia del malessere che affligge le indagini penali online
TAGLIARE L’IVA: rilanciare l’economia ed incrementare la giustizia sociale
Perché nessuna nazione vuole ricorrere al Mes. Report Banca Generali-Saxo Bank
PREDICTIVE: L’ALGORITMO CHE CONDANNA
Nuove ordinanze anti-assembramenti in arrivo (anche nelle zone gialle)
La diffusion en direct des procès juridiques
Stuprate e fatte a pezzi
10 PROCURATORI STATALI CON TRUMP, CONTRO LA PENNSYLVANIA.
LA FESTA, APPENA COMINCIATA, E’ GIA’ FINITA…
Operazione aculeo
A differenza di altri leader mondiali, Netanyahu aspetta per congratularsi con Biden
Joe Biden ha sostenuto tutte le guerre intraprese dagli USA negli ultimi 40 anni. Il caso della Serbia
Elezioni Usa, Biden non ha vinto, TV e politici mentono: i veri risultati live
Actual Election Map, Based On Actual Results So Far, Shows Trump Is Winning
In Calabria ci mancava solo Gino Strada
Falsi morti covid, la rabbia dei parenti: perché vogliono incrementare i dati?
Ecco perché bisogna preoccuparsi di un ransomware
Twitter: è stata adottata la prima decisione a norma dell’articolo 65 della GDPR
EDITORIALE
ESSI adesso devono fare marcia indietro …
Manlio Lo Presti – 11 novembre 2020
La previsione di Trump che “del covid non sentiva più parlare dopo le elezioni” si sta avverando, ma nella maniera più sanguinosa possibile.
La presenza pesante del covid1984 nella campagna presidenziale USA ha sfavorito Trump. Il caos ha dato la possibilità di realizzare brogli, di accendere al massimo le fiamme dell’odio, della rabbia, del disordine, della ripresa del mondo infero del cosiddetto DEEP STATE, lo stato profondo votato al globalismo e al disordine conseguente nell’attuarlo.
Il superclan, come lo avrebbe definito Giulietto Chiesa, sta tentando di rimettere le cose al posto “giusto”:
- immigrazione selvaggia,
- genderismo ossessivo
- censura contro qualsiasi opera d’arte (libri, film, ecc.) che sia valutata contro il piano buonista genderista multisex antifa
- precarizzazione totale dell’intero pianeta poiché il lavoro è in assoluto secondo piano rispetto alla finanza speculativa
- robotizzazione esasperata che provoca milioni di espulsi dal lavoro che si aggiungono ai milioni di disoccupati cronici
- consumi via internet
- lavoro (pochissimo) via internet
- suicidio assistito (che è la porta per rendere plausibile una prossima azione eliminatoria assassina di massa malthusiana. Per mantenere il proprio tenore di vita stratosferico, il superclan non ha più bisogno di sette miliardi di individui: ne basta 2 di miliardi trasformati in meccatronici gestori delle filiere robotiche. Inoltre, DUE MILIARDI DI SUBUMANI ADDESTRATI (NON ISTRUITI) DALLA BUONA SCUOLA MECCATRONICA sono più controllabili e assoggettabili rispetto agli attuali sette!!!
Ebbene, l’attuale inquilino della casa bianca ha il secco mandato di rispettare e realizzare gli obiettivi appena elencati. Per farlo egli deve GOVERNARE IN UNA SITUAZIONE CALMA E LINEARE: IL COVID1984 ADESSO NON SERVE PIU’.
Il primo passo verso una “nuova normalità” e la eliminazione del morbo telematico e televisivo.
Quale migliore arma se non quella di un vaccino finalmente costruito per la bisogna? Infatti, come da copione, il farmaco è ora disponibile, uscito giusto adesso dal cilindro!
Il vaccino eliminerà questa emergenza ormai permanente da anni e il ricavo per le 4/5 farmaceutiche sarà incassato.
TUTTO CIO’ PREMESSO
Perché allora con la soluzione VACCINATORIA, CASUALMENTE in mano, abbiamo la diffusione planetaria di terra di mare di aria di BOLLETTINI ALLARMISTICI dove i contagi sono in aumento?
Nel frattempo, FINALMENTE siamo arrivati ad oltre 50 milioni di contagi che era la soglia psicologica che hanno fatto di tutto di raggiungere e superare per paragonare questa epidemia telematica a quella VERA DELLA SPAGNOLA.
Sembra una contraddizione la soluzione vicina e i contagi che dilagano a decine di milioni, le ambulanze chiuse in fila davanti agli ospedali, gli elicotteri che tornano a sorvolare le città, nuovi blocchi contro la socialità, le attività economiche, anche contro il contatto dei poveri nonni con i nipoti. Addirittura, gira voce che ci saranno decine di nuovi dpcm per regolare – LEGGI VIETARE MINACCIARE TERRORIZZARE – i contatti umani, anzi, ad eliminarli con la scusa dei CONTAGI TELEMATICO-TELEVISIVI.
P.Q.M.
Una risposta da abbozzare è possibile. In occasione delle conferenze di pace dove viene fissata una data di negoziazione della tregua, accade sempre che improvvisamente le parti in conflitto aumentano vertiginosamente la propria pressione militare per raccogliere successi da far pesare nelle trattative fissate a data prossima.
I pretoriani della sovversione e del terrore mediatico che ha partorito il VAIRUSS TECNO-TELEVISIVO stanno seguendo proprio questo schema: alzare la posta, aumentare la paura, lo sterminio, il terrore, l’urgenza-fate-presto SEMPRE PER IL BENE DEI CITTADINI, ovvio!
Ma, soprattutto, questi distorsori cognitivi terroristici servono da cortina fumogena per coprire una ritirata da crimini che andrebbero sanzionati da un tribunale internazionale!
Ne riparleremo …
TEMI TRATTATI
#covid1984 # Trump #deepstate #superclan #genderismo #immigrazioneselvaggia #censuraoperedarte #precarizzazione #robotizzazione #lavoroadistanza #suicidioassistito
#casabianca #morbotelematico #vaccinisubitodisponibili #50milioniidcontagi #spagnola #vairusstelevisivo #virustecnotelevisivo #distorsionecognitiva
IN EVIDENZA
“San Vaccino”, tempismo perfetto e molte incognite
Paolo Gulisano (medico)
L‘annuncio trionfale dell’americana Pfizer sul vaccino induce a rimanere prudenti per una serie di ragioni: la sperimentazione è ancora in corso, ma questi annunci servono ad addomesticare media e opinione pubblica. Inoltre desta perplessità la tecnica utilizzata. E anche gli infettivologi più autorevoli lamentano la mancanza di dettagli sull’efficacia.
Quest’anno a Natale non festeggeremo la nascita del Salvatore Gesù, ma di un altro salvatore: il vaccino anti Covid. L’annuncio è stato dato dal gigante statunitense del farmaco Pfeizer, in una nota stampa diramata nella giornata di lunedì 9 novembre, in base ai primi dati del trial di Fase 3 che secondo l’azienda ha raggiunto un’efficacia di oltre il 90%, un risultato definito “quasi sbalorditivo” da Kathrin Jansen, capo della Ricerca e sviluppo sui vaccini in Pfizer.
Per una strana coincidenza, il trionfale annuncio di Pfizer è venuto proprio all’indomani della discussa vittoria elettorale di Biden, che tra le priorità del suo mandato ha parlato immediatamente della lotta al Covid. Ed ecco che il vaccino della Pfeizer sembra già marcare l’inizio di una nuova era per l’America e per il mondo.
L’annuncio ha avuto anche dei notevoli effetti finanziari, con una impressionante risalita delle Borse. In poco tempo, dopo l’annuncio, l’indice MSCI dei mercati azionari mondiali ha raggiunto un livello record. Sono aumentate sia le azioni Pfizer e BioNTech, ma anche quelle di altre aziende impegnate nello sviluppo dle vaccino Covid-19, che si trovano nella fase finale dei test, come AstraZeneca e Johnson & Johnson. Anche qui, probabilmente, una coincidenza.
Pfizer e il partner tedesco BioNTech (una azienda germanica ma fondata da turchi) sono le prime aziende ad annunciare dati positivi da uno studio clinico su larga scala di un vaccino contro il Sars-Cov2. Le aziende hanno affermato di non aver finora riscontrato gravi problemi di sicurezza e si aspettano di chiedere l’autorizzazione per l’uso di emergenza del vaccino Covid-19 alla Fda statunitense entro la fine di novembre, per le persone di età compresa tra 16 e 85 anni. Cioè quando avranno a disposizione i dati di sicurezza, dopo 2 mesi di follow-up, sulla metà dei partecipanti al trial.
Quindi, si tratta di una sperimentazione ancora in corso, tutta da verificare. Eppure l’opinione pubblica, debitamente addomesticata dai media, ha reagito accogliendo trionfalmente. Questo aspetto conferma una volta di più che questa “pandemia” è in realtà una epidemia mediatica, gestita magistralmente dai costruttori del consenso.
Ricordate quando meno di due mesi fa la Russia annunciò di essere arrivata alla realizzazione di un vaccino? La notizia fu accolta con freddezza, se non addirittura con scetticismo e ostilità. Evidentemente non si trattativa del vaccino giusto. Agli ingenui che applaudono con entusiasmo a questa “conquista della scienza”, si potrebbe far notare che già da settimane è in circolazione un vaccino anti Covid di fabbricazione cinese, che non viene praticato solo oltre la Grande Muraglia, ma anche in altri Paesi.
Uno di questi è il Brasile, dove però è stato dato l’annuncio, proprio il giorno del proclama della Pfeizer, di una grave reazione avversa in un soggetto vaccinato col prodotto cinese. Si tratta del vaccino CoronaVac sviluppato dalla società cinese Sinova Biotech. Come riporta l’agenzia Reuters, il blocco è arrivato dopo un incidente definito grave su uno dei volontari coinvolti nella sperimentazione. Sul vaccino cinese finora si è sviluppato un duro scontro politico in Brasile, in particolare tra il governatore di San Paolo, tra i più convinti sostenitori del farmaco cinese e il presidente brasiliano Jair Bolsonaro, che ha sempre definito il CoronaVac il vaccino “di quell’altro Paese”, sostenendo invece il farmaco sviluppato dall’Università di Oxford e dalla Astrazeneca. Un vaccino peraltro che in fase di sperimentazione sta dando diversi problemi.
Deve essere chiaro quindi al grande pubblico che non ci sarà il vaccino, l’”antidoto” per eccellenza come hanno scritto i giornali di regime, ma dei vaccini, di vario tipo, origine, e azione. Quindi non una sorta di Messia farmacologico, liberatore dell’umanità dalle schiavitù dei lockdown e dagli incubi del virus iniettati nella gente da governi e media subalterni, ma semplicemente diversi tipi di prodotti, in concorrenza tra loro, in una concorrenza spietata. La posta è alta, e non è la salvezza dell’umanità.
Pfizer e BioNTech hanno un contratto da 1,95 miliardi di dollari con il governo degli Stati Uniti per fornire 100 milioni di dosi di vaccino a partire da quest’anno. Hanno inoltre raggiunto accordi di fornitura con Unione Europea, Regno Unito, Canada e Giappone. Per risparmiare tempo, le aziende hanno iniziato a produrre il vaccino prima di sapere se sarebbe stato efficace. Ora si aspettano di produrre fino a 50 milioni di dosi, o abbastanza per vaccinare 25 milioni di persone quest’anno. Pfizer ha anche dichiarato che prevede di produrre fino a 1,3 miliardi di dosi di vaccino nel 2021.
Come mai Pfeizer si è trovata improvvisamente in pole position nella corsa al vaccino? L’azienda farmaceutica statunitense è un colosso da 220 miliardi di dollari. Buona parte di questi profitti negli scorsi anni è venuto dal suo prodotto più celebre, il Viagra, ovvero il doping per il sesso. Un prodotto sui quali effetti collaterali non si è mai indagato con la stessa meticolosità usata per l’idrossiclorochina. L’anno scorso in un articolo sulla Bussola segnalammo che la Pfeizer aveva deciso di interrompere le ricerche sui farmaci per le patologie neurologiche, come il Morbo di Parkinson o l’Alzheimer, che tanta sofferenza recano a pazienti e famigliari, per dirottare ingenti risorse economiche nella ricerca sui vaccini. Evidentemente i dirigenti dell’azienda avevano visto lungo, e ora il budget messo a disposizione da quella scelta ha dato una spinta ad avvantaggiarsi su altri concorrenti.
Ma restano diverse incognite su questo vaccino, che utilizza la tecnologia dell’RNA messaggero (mRNA), che si basa su geni sintetici. Una tecnica molto discussa, che ha fatto parlare, per le persone che verranno sottoposte a questi vaccini, di “organismi umani geneticamente modificati”. Uno scenario inquietante. Ma restano altri dubbi sul “vaccino dei miracoli”: al di là di questi risultati sperimentali, risulterà davvero efficace e sicuro, che sono i requisiti indispensabili per un vaccino?
Uno dei maggiori esperti mondiali di malattie infettive, William Haseltine, già professore ad Harvard, un luminare nella ricerca sul cancro e su malattie del sistema immunitario, ha espresso molte perplessità, e in una intervista a Business Insider ha lamentato la mancanza di dati dettagliati rispetto all’affermazione di efficacia. Peraltro Haseltine aveva già espresso analoghe osservazioni critiche sulle uscite delle altre aziende impegnate nella corsa. Inoltre, non è dato di sapere per quanto tempo durerà l’immunità data da questo vaccino, che allo stato attuale dell’arte dovrebbe essere somministrato in due dosi, a ventun giorni di distanza l’una dall’altra.
Vaccini che potranno essere somministrati solo dai sedici anni in su. Perché? Anche qui mancano risposte chiare, anche se il fatto che la mortalità al di sotto dei sedici anni è pressoché nulla dovrebbe tranquillizzare i genitori più ansiosi, anche se la maggior parte delle persone, manipolate dal clima di terrore, probabilmente ignora questo dato.
Insomma: questi vaccini prodotti in fretta e furia, col pretesto dell’emergenza, presentano una serie di incognite di non poco conto. A fronte di tutto ciò, non varrebbe la pena insistere con le cure con farmaci già esistenti e con molecole a basso costo? Perché di questi farmaci si mette in dubbio l’efficacia mentre vaccini ancora in sperimentazione dovrebbero essere la panacea? E’ una domanda che forse ha già una risposta. Una risposta che esula dalle scoperte della medicina e si colloca a livello di interessi politici ed economici.
FONTE: https://lanuovabq.it/it/san-vaccino-tempismo-perfetto-e-molte-incognite
Contro Amazon che vuole far anticipare le spese di Natale
Libreria Riviera, Mira, Veneto – 8 11 2020
*Contro lo spot di Amazon che incoraggia ad anticipare gli acquisti di Natale gira questo messaggio: compra italiano!!!*
Per lo shopping natalizio facciamo una cosa utile a noi e non a chi non paga le tasse in Italia.
*Chiedi ad amici e familiare un buono acquisto per un’attività locale che potrebbe essere in difficoltà.*
Librerie, ristoranti, parrucchieri, estetisti, teatri, cinema, artigiani, commercianti, qualunque cosa ti interessi o ti serva.
Sperando che ciò li aiuti a non chiudere le loro attività.
*Fai girare questo messaggio a tutti i tuoi amici* Se ognuno di noi lo manda a 10 amici possiamo farlo arrivare a tutti in poco tempo e migliorare la situazione della nostra economia facendo sì che i soldi delle tredicesime rimangano in Italia e *non a foraggiare la sanguisuga Amazon*
*Copia questo messaggio e incollalo ovunque.*
Grazie, anche da parte di quelli che non ce la fanno più.
FONTI: https://www.facebook.com/libreriariviera/?hc_ref=ARR2AIw5dJbKh6-DOvrSPohId_zA9CH0PrOr61ZpeRHKhcxyXxgM339cieHnfB3bkv0&fref=nf&__xts__[0]=68.ARCkd6x3YKzuy2AJL3BpTScI9SNtiwVv0ombohl_ytQlxpDYZTyFDRi5XQlZi-j5THDiX8M_M_Wi6D0_NrXw-tJEylgynt-7ESN-Oo1XTjsADm4fhU2sUc9xqxhgPEP0sZOTi6QLVZ4K89UB8demFCTcfx6jxMjdJ4ZUWAf7dMYe-hFcqvKIfOFPW8LAsPvLYin3YXsSM3poq2KB8ssYrqOP7Llz9TV1bYNCEw8Pn6HrhmhS4e8SKqhqTuYyPjyqq65CbvC_OweUuxz6L5jeOXEmFLrBiKTL_PAIH75bcudU8VYzc1sdOH18CB9pt8ZD7GrWJPwhZxV24dAdYDwtjQ
Un grande americano
Si chiama Richard Hopkins, ed è un fattorino delle Poste Usa (USPS). Più precisamente, è quell’addetto alle Poste che, un video della trasmissione Project Veritas ha raccontato di aver sentito un direttore delle poste a Erie, in Pennsylvania, che istruiva i lavoratori delle poste a raccogliere e retrodatare le schede ricevute dopo giorno delle elezioni .
E’ stato sottoposto a interrogatorio d un agente dell’Ispettorato Generale delle Poste, di nome Russel Strasser, per fargli cambiare versione. Strasser lo ha strizzato e intimidito “con una tecnica d’interrogatorio usata dagli agenti federali quanto tentano di impiantare una falsa memoria in un soggetto” (avvocato Mike Cernovich). C’è una registrazione audio dell’interrogatorio. Ad n certo punto, Strasser dice al povero Hopkins: “ Ci piace controllare la nostra mente , sicché possiamo convincerci di un ricordo . Ma quando sei sotto un po ‘di stress, che è quello che ti sto facendo di proposito, la tua mente può essere un po’ più chiara e siamo farò anche un altro esercizio per rendere la tua mente un po ‘più chiara. Quindi, ma questo è tutto apposta . ”
Spaventato “a morte”, Hopkins ha mantenuto la sua versione.
E’ stato sospeso dal lavoro, e ha una figlia da mantenere.
La lettera che sospende Hopkins da lavoro e stipendio
Martedì, il Washington Post dà la no tizia che “l’informatore dell’USPS Richard Hopkins ‘ha ammesso di aver fabbricato’ accuse di frode degli elettori, quando ha affermato in un video del Project Veritas di aver sentito un direttore delle poste a Erie, in Pennsylvania, che istruiva i lavoratori delle poste a raccogliere e retrodatare le schede ricevute dopo giorno delle elezioni . Citando “persone che hanno parlato a condizione di anonimato”, il Post afferma che Hopkins “ha firmato un affidavit ritrattando le sue affermazioni ” .
Hopkins il fattorino smentisce: “Non ho ritrattato!”. Questo ometto vale più di tutti i media che mentono, ormai produttori compulsivi di fake news.
E’ stato in Afghanistan nei Marines, il fattorino: che è l’impiego de poveri veri, quelli senza titolo di studio , in America, non degli ammazzatori mitizzati da Hollywood. Ho conosciuto dozzine di americani così, brava gente che sgobba con l’acqua alla gola della disoccupazione in agguato, rednecks, ex marines o simili perdenti nella vita. E’ per loro che si può ancora sperare nella democrazia in America. Speranza che per l’Italia è morta.
FONTE: https://www.maurizioblondet.it/un-grande-americano/?utm_medium=push&utm_source=onesignal&utm_campaign=push_friends
LA SOLUZIONE DEL TEAM BIDEN PER IL COVID: MORIRE PRIMA
14 11 2020 – Guido da Landriano
Ezekiel Emanuel
Biden ha gia fatto partire i suoi team, fra cui uno di consulenza sulla pandemia di Covid 19. Questo comprende l’oncologo Ezekiel Emanuel noto per sostere che la vita dovrebbe finire a 75 anni.
La scelta ha sollevato ovviamente molte perplessità, sia per il profilo a rischio degli anziani nella pandemia, sia perche Biden, se seguissimo queste indicazioni, sarebbe già oltre il limite con i suoi 79 anni.
L’amministrazione Biden ha presentato un gruppo consultivo di 13 esperti che deve concentrarsi sulla gestione dell’epidemia di Covid-19 lunedì, in linea con gli sforzi della campagna per Joe Biden come il campione della scienza e della ragione. Uno degli obiettivi del panel, secondo una dichiarazione di Biden, è “proteggere le popolazioni a rischio” – gli anziani, i malati e le persone con molteplici comorbilità. Peccato che Emanuel è più noto per aver sostenuto un limite di aspettativa di vita umana di 75 anni – un’età, è difficile non notarlo, che coincide con un ripido aumento osservato della vulnerabilità e del rischio di morire a causa del nuovo coronavirus. In un articolo del 2014 per l’Atlantic, come responsabile etico dell’Università della Pennsylvania ha sostenuto che gli Stati Uniti non dovrebbero preoccuparsi che l’aspettativa di vita media della loro popolazione sia tra le più basse del mondo sviluppato, perché vivere troppo a lungo è tanto grave quanto morire prematuramente.
È stato anche uno dei principali architetti dei “Panel della morte” dell’Affordable Care Act del 2010 – un quadro etico per il razionamento dell’assistenza sanitaria basato sull’età, sulla forma fisica e sulla presunta capacità produttiva futura del paziente. Emanuel ha sostenuto per decenni che i giovani dovrebbero avere la priorità nell’assistenza sanitaria rispetto ai vecchi, un argomento che ha portato nella pandemia di coronavirus di quest’anno – e che si è fatto sentire in modo preoccupante sia negli Stati Uniti che all’estero, dato che alcuni ospedali hanno introdotto di nascosto ordini di “non rianimare” nelle cartelle di alcuni dei loro pazienti più vulnerabili. Emanuel è anche accusato di aver tratto profitto dalla confusa guida pandemica attuata sotto l’amministrazione Trump, che si è allontanata dalle restrizioni generali, lasciando spazio agli Stati per far passare il loro patchwork di regolamenti.
Ora Emanuel dovrebbe interpretare le norme, spesso complesse, relative al Covid-19 per cittadini ed imprese. Se avete più di ´75 anni e siete americani, in bocca a lupo!!!
FONTE: https://scenarieconomici.it/la-soluzione-del-team-biden-per-il-covid-morire-prima/
Luca Speciani: «Il governo vuole vedere i decessi crescere, non calare»
Luca Speciani, presidente dell’associazione Ampas, ha pubblicato delle notevoli considerazioni sulla situazione attuale: «C’è un limite alla presa per il c**o?»
Avevamo avuto il piacere di intervistare il dottore a maggio dopo che Ampas, un’associazione con più di 800 medici, aveva rilasciato un comunicato molto severo nei confronti delle decisioni prese dal governo.
Per il medico di Ampas tutti i dati dei tamponi sono falsati. Per ottenere un positivo eseguono numerosi clcli di PCR e mettono sullo stesso piano chi è veramente malato con chi ha un solo innocuo viroma nell’organismo.
«Hanno incominciato con la balla degli asintomatici infettivi, per continuare con il conteggio di migliaia di persone sane tra i “contagiati” grazie a tamponi farlocchi che non distinguono tra un’influenza normale e Covid-19».
Luca Speciani: «Tutto questo ha uno scopo preciso»
Speciani ha ricordato che ogni anno le terapie intensive collassano durante i picchi influenzali. Molte persone fragili muoiono anche con la normale influenza. «Ma allora non c’era da mandare a pu**ane l’economia di un paese per consegnarlo nelle mani del gruppo Bilderberg».
Il medico ha spiegato che negli anni scorsi i decessi erano gli stessi di oggi solo che adesso sono spariti i morti per altre cause. «Hanno solo trasformato una parte dei 1.800 morti giornalieri italiani in morti da Covid19».
Il divieto di fare autopsie dettato dall’OMS di Bill Gates, l’accantonamento di cure economiche ed efficaci come il plasma e l’idrossiclorochina, sono stati dei segnali forti per Luca Speciani.
«Qualunque persona sana di mente avrebbe dovuto ormai capire che siamo davanti alla più grande presa per il c**o dal dopoguerra ad oggi».
Per il presidente di Ampas «tutto questo ha uno scopo preciso. Distruggere l’economia, uccidendone la sua forza trainante, l’impresa privata».
Luca Speciani ha elencato tutte le attività che sono state chiuse mentre i tabaccai sono aperti 24 ore su 24: «Un segnale chiaro sulle priorità di questo governo che vuol vedere i decessi crescere, non calare».
L’economia al tracollo
Per il medico non è convincente la storiella che l’attuale sacrificio permetterà di non chiudere tutto a Natale.
Speciani ha spiegato che il picco influenzale c’è tra fine dicembre e metà febbraio e, finché il conteggio dei positivi sarà basato su tamponi inaffidabili, potranno continuare a raccontarci che l’epidemia è in crescita.
«C’è un limite alla presa per il c**o? Avete capito o no che lo scopo è la distruzione della nostra economia così come la conosciamo oggi? Quali aziende, tra le poche che erano sopravvissute al primo lockdown, reggeranno al secondo? Nessuna».
La preoccupazione del medico ricade sulle partite IVA che inesorabilmente chiuderanno, una a una, creando una scia di disoccupati.
«Credete forse che questo possa avvenire senza traumi? Senza che qualcuno sfasci vetrine e auto della polizia? Siete illusi. Presto, nella totale bancarotta statale (già si stima per quest’anno un 50-70% di entrate fiscali in meno) finirete coinvolti anche voi, che tanto inneggiate a nuovi lockdown».
Luca Speciani ha definito le mascherine un simbolo di sottomissione e i vari divieti dei tentativi per impedire le proteste.
«Facciamo funzionare il cervello: cosa abbiamo da perdere? La soluzione è una sola: pacifica, serena, decisa. Rialziamo la testa e teniamo tutto aperto. Tutti. Tutti insieme. Un Dpcm è poco più di un atto amministrativo e non può imporre, nemmeno in stato di emergenza, di violare leggi dello stato o addirittura di comprimere i diritti costituzionali su cui si basa la nostra democrazia».
Luca Speciani: «La disobbedienza civile diventa un dovere»
Per il presidente di Ampas: «La disobbedienza civile diventa un dovere quando i governanti sono corrotti e perseguono obiettivi diversi da quelli della difesa della nostra costituzione e della nostra, pur fragile, democrazia».
Il medico ha tirato fuori un po’ di numeri e ha chiesto se per lo 0,05% di probabilità di morire incontrando la Covid valga la pena vivere con il coprifuoco, con l’iper controllo delle forze dell’ordine, con i bambini mascherati impossibilitati a relazionarsi.
«Come abbiamo potuto accettare tutto questo senza ribellarci? La soluzione è dietro l’angolo. Rialziamo la testa. Teniamo aperte le nostre attività. Verranno a sanzionarci e noi ci faremo multare. Tanto già sappiamo che le sanzioni verranno annullate. Ci minacceranno di farci chiudere. Ma se siamo tutti aperti, come faranno?»
Ha ribadito che ormai non abbiamo più niente da perdere e quindi possiamo «ribaltare questa surreale dittatura che sta sconvolgendo le nostre vite».
Ha descritto un terribile scenario in cui tutti perderemo il lavoro, anche gli statali, e vivremo in attesa delle «elemosine di Conte» che si perdono nei meandri della farraginosa amministrazione statale.
«Chi ci darà da mangiare? Il nuovo governo unico mondiale, a cui però dovremo cedere tutti i nostri beni e tutte le nostre libertà costituzionali. Siamo ancora in tempo. Forse. Ma serve reagire subito. Ora. Riappropriamoci della nostra umanità, del nostro sorriso, dei nostri abbracci. È l’ora della disobbedienza civile. Riprendiamoci la nostra vita e il nostro lavoro, ora. Domani potrebbe essere davvero troppo tardi». Foto: YouTube
Perito chimico, appassionata di rimedi naturali e di tutto quello che riguarda la salute in generale.
FONTE: https://www.oltre.tv/luca-speciani-governo-vuole-decessi-crescere/
Natale con parenti molto stretti: Governo studia provvedimento apposito
Come trascorreremo il Natale 2020? Il Governo prevede una misura apposita che proverà non si sa come a imporre cene e ritrovi solo con i parenti più stretti: fratelli e sorelle.
Che non sarebbe stato un Natale di “baci e abbracci” il presidente del Consiglio Giuseppe Conte lo aveva anticipato presentando l’ultimo dpcm, il quale ha diviso l’Italia in zone colorate in base all’intensità di diffusione del contagio che tiene conto di 21 parametri.
Come sarà quindi il Natale 2020? Gli italiani devono attendersi un provvedimento del Governo, in fase di studio, che servirà ad evitare che nelle case si assembrino nuclei familiari eterogenei. Fattore che potrebbe agire da detonatore per una nuova e più pesante diffusione del coronavirus, con effetti immaginabili.
La sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa ne ha parlato con il quotidiano La Stampa assicurando che non trascorreremo “un Natale solitario, ma che le famiglie” potranno “riunirsi nel nucleo ristretto, parenti di primo grado, fratelli e sorelle”. Niente zii e cugini a tavola durante le festività natalizie, quindi, benché meno amici o parenti più alla lontana.
Questa la misura a cui punta il Governo per evitare che il Natale si trasformi in un maxi momento di diffusione della pandemia. Certamente le perdite economiche saranno devastanti, secondo il Censis di almeno 25 miliardi di euro.
“La gran parte delle restrizioni attuali è bene che restino, magari con un allentamento del rigore per alcuni esercizi”, dice ancora il sottosegretario Zampa.
Quando arriva il vaccino Covid-19 in Italia?
Il sottosegretario alla Salute afferma che il vaccino arriverà “prima di giugno” e che “l’Italia ne ha fatto un ordinativo che basta a coprire tutta la popolazione”, dal momento che sono state prenotate 70 milioni di dosi del vaccino anti Sars-CoV-2.
Anche se non specifica quale vaccino sarà somministrato agli italiani tra i tanti ancora in fase sperimentale, il segretario Zampa informa che il costo del vaccino Covid-19 sarà “bassissimo, sotto i 5 euro”.
Per quanto riguarderà la vaccinazione si partirà “dagli operatori socio-sanitari, forze dell’ordine, anziani, tutti i lavoratori fragili”.
In un momento successivo gli italiani restanti verranno vaccinati “per classi di età: verrà fissato un criterio e si arriverà velocemente a tutti”, ha rivelato il sottosegretario Zampa al quotidiano La Stampa.
Medici di base e cura a casa malati Covid-19
A proposito della cura a casa dei malati Covid-19, il sottosegretario parla di “situazioni scandalose” in cui “spesso si rimpallano le colpe e dispiace doverlo dire visto che non mancano tanti buoni esempi” dice ricordando che “i sindacati hanno firmato nel rinnovo del contratto un accordo per fare tamponi”.
Ed inoltre Zampa avverte che i medici di famiglia “sono tenuti a fare tamponi e visite a casa su richiesta e in caso di inadempienza può essere gettata alle ortiche la convenzione” che hanno con l’Azienda sanitaria locale.
FONTE: https://it.sputniknews.com/italia/202011109766414-natale-con-parenti-molto-stretti-governo-studia-provvedimento-apposito/
Atomic Bombshell: Analysis Of Election Night Data Allegedly Shows Over 500k Votes Switched From Biden To Trump And Over 2,86 MILLION Votes Simply Deleted From Trump
The author claims that his work has been verified but we have not verified the results so we currently are labeling his results “unaudited.”
In the piece the author claims his work is a full list of votes switched from Trump to Biden or votes erased by Dominion (the vote machines used in many states across the US).
The author decided to obtain the data himself and perform an analysis of national votes switched from Trump to Biden and votes erased (the total amount of votes counted decreased by that amount throughout the counting).
The author obtained data that has been passed around that was reportedly captured by the New York Times on election night.
By examining the data the author was able to locate an instance where votes were switched from Trump to Biden so he decided to perform an analysis on the entire data set, starting with the states where Dominion voting machines are used.
The author also claims that the data is from Edison Research and it is the same data that is used for election coverage by at least ABC News, CBS News, CNN and NBC News.
It is also used for the website of the NYT, and probably others as well.
Here are the (unaudited) results by state:
The Chart Lists Votes Switched From Trump To Biden And Votes That Were Lost By Trump
Switched Votes | Lost Votes | |
Dominion Systems | ||
Pennsylvania | 220,883 | 941,248 |
New Jersey | 80,242 | 20 |
Florida | 21,422 | 456 |
Michigan | 20,213 | 21,882 |
New York | 18,124 | 623,213 |
Georgia | 17,407 | 33,574 |
Ohio | 14,965 | 5,102 |
Virginia | 12,163 | 789,023 |
California | 7,701 | 10,989 |
Arizona | 4,492 | 0 |
Minnesota | 2,766 | 195,650 |
Tennessee | 2,330 | 0 |
Louisiana | 2,322 | 0 |
Illinois | 2,166 | 54,730 |
Wisconsin | 2,078 | 3,408 |
Colorado | 1,809 | 0 |
Utah | 1,627 | 0 |
New Hampshire | 973 | 116 |
Iowa | 938 | 477 |
New Mexico | 268 | 4,610 |
Missouri | 0 | 20,730 |
Nevada | 0 | 0 |
Alaska | 0 | 0 |
Washington | 0 | 0 |
Hawaii | 0 | 0 |
434,889 | 2,705,228 | |
Kansas and Texas use Premier Election Solutions, Owned by Dominion | ||
Texas | 14,954 | 30,557 |
Kansas | 1,674 | 2,154 |
16,628 | 32,711 | |
Election Systems & Software | ||
Nebraska | 30,086 | 50 |
Kentucky | 8,129 | 23,849 |
Arkansas | 3,664 | 20,748 |
South Carolina | 2,779 | 2,119 |
Montana | 2,330 | 1,276 |
South Dakota | 1,347 | 1 |
North Dakota | 234 | 681 |
Maryland | 203 | 0 |
North Carolina | 0 | 15 |
District of Columbia | 0 | 0 |
48,772 | 48,739 | |
Unknown Systems | ||
Connecticut | 3,834 | 272 |
Massachusetts | 3,613 | 51 |
Oregon | 2,557 | 0 |
Alabama | 1,170 | 408 |
Mississippi | 355 | 0 |
Maine | 271 | 35 |
Rhode Island | 6 | 13 |
West Virginia | 0 | 78,300 |
Idaho | 0 | 0 |
Oklahoma | 0 | 0 |
Indiana | 0 | 0 |
Delaware | 0 | 0 |
Vermont | 0 | 0 |
11,806 | 79,079 | |
OVERALL TOTALS | 512,095 | 2,865,757 |
Based on this initial analysis over 500,000 votes were identified that were switched from President Trump to Joe Biden. In addition to this another 2,865,757 votes were deleted.
Note that these numbers have not yet been audited by us.
We also have not performed this exercise by county in these states which could impact the countrywide vote totals even more. More needs to be done. But what is clear, there are some very questionable transactions occurring within the voting machines and applications which need to be reviewed further because of apparent material issues in reporting.
We know there was a tremendous amount of fraud in the 2020 election.
Nobody was following Joe Biden and he had zero support, and yet his vote count surpassed the greatest campaign in US history led by President Trump.
We are supposed to believe Joe Biden defeated President Trump and at the same time lost seats in the US House and state legislatures. This is highly improbable.
It looks like the Democrats did everything imaginable in their attempt to steal this election.
The problem was they never expected President Trump to lead a record breaking campaign and they got caught.
More will be exposed.
Source: TheGatewayPundit.com / References: TheDonald.win; Static01.nyt.com
FONTE: https://humansarefree.com/2020/11/atomic-bombshell-analysis-of-election-night-data-allegedly-shows-over-500k-votes-switched-from-biden-to-trump-and-over-286-million-votes-simply-deleted-from-trump.html
Un architetto all’antica. Intervista a Mario Botta
DALLE CONSIDERAZIONI SUI PROGETTISTI DI OGGI ALLE FINALITÀ DELLA DISCIPLINA ARCHITETTONICA, PAROLA A MARIO BOTTA. A PARTIRE DAL SUO RAPPORTO CON LE CORBUSIER.
In occasione della mostra dedicata alla prima parte dell’attività grafica di Le Corbusier, allestita al Teatro dell’architettura di Mendrisio, abbiamo incontrato l’architetto Mario Botta (Mendrisio, 1943) per una conversazione a tutto campo, estesa anche al suo rapporto con il sacro.
I disegni giovanili di Le Corbusier. 1902 1916, promossa dalla Fondazione Teatro dell’architettura, con la collaborazione dell’Accademia di architettura dell’Università della Svizzera italiana a Mendrisio, è la mostra allestita a Mendrisio. Ci racconta il suo rapporto con Le Corbusier?
Ho frequentato Le Corbusier quando ero studente a Venezia. Non ho mai avuto modo di lavorare con lui, poiché sono entrato nel suo studio di Parigi, in rue de Sèvres, il 1° settembre 1965: lui era scomparso, purtroppo, il 27 agosto. Ho lavorato con i suoi collaboratori per circa sei mesi. Quindi, per certi versi, si è trattato di una forma spuria di collaborazione con l’architetto, mentre la più diretta, se vogliamo, è che in quel momento io ho costruito un progetto ispirato alla Armée du salut (Cité de refuge) di Le Corbusier. Pertanto c’è un rapporto diretto nell’architettura e uno indiretto a livello personale. Di Le Corbusier conservo un ricordo che mi lega alla mia adolescenza. Fin da ragazzo ho fatto il disegnatore edile e Corbu era un punto di riferimento. Non posso darne un giudizio distaccato, perché rispecchia un’evoluzione personale. Magari oggi la vivrei in un altro modo questa personalità mostruosa: colui che è riuscito a trasformare in architettura gli eventi della vita. Ogni volta che c’era un problema sociale, economico, la guerra, la ricostruzione post bellica, lui ha inventato l’architettura come risposta ai bisogni sociali, ai bisogni della città. Da questo punto di vista, si può dire che la storia sociale e politica siano state ogni volta trasformate in architettura, forse più da lui che da altri architetti: le case sociali che ha costruito nel momento della guerra, così come la ricostruzione post-bellica delle città capitali. Era un uomo che prendeva gli eventi della vita e li trasformava in architettura. Da quel punto di vista è uno dei maggiori architetti ad aver dato risposte alla cultura del moderno.
Pensa che proporre agli studenti la mostra di Le Corbusier, in questo specifico momento storico, possa essere d’ispirazione nella ricerca di risposte alle nuove esigenze legate al Covid?
È difficile da dire. Forse no. Si trattava di momenti diversi. Prima parlavo degli Anni Cinquanta e Settanta, in cui non esisteva la complessità che esiste oggi. Il mondo adesso è un gran bazar. La rottura dei limiti, delle frontiere anche fisiche, vede ciascuno di noi centrale al dibattito, quindi è difficile definire quali siano i problemi a cui poter dare risposte. Da questo punto di vista, credo che Corbu vada inteso all’interno del suo contesto storico, ossia il XX secolo, mentre noi oggi affrontiamo altri problemi, diversi, non migliori o peggiori, ma complessi. Siamo la prima generazione che può dire di vivere la globalizzazione. Noi siamo responsabili, non direttamente, del mondo intero. Dobbiamo fare i conti con i cambiamenti climatici, ad esempio, con i ghiacciai che perdono la loro identità, quindi una serie di problemi generazionali che i grandi maestri del passato non avevano in questi termini, ma in un’altra dimensione.
Dunque come giudica gli studenti di oggi?
Probabilmente hanno meno profondità d’indagine, meno coscienza critica, anche per dover sopravvivere, altrimenti uno si spara di fronte al caos del mondo. Sono tempi storici diversi, che però possono richiamare questi grandi maestri come, ad esempio, Louis Khan, che ho conosciuto e che credo sia tra gli architetti più attuali, poiché ha declinato il territorio della memoria non come una nostalgia, ma una realtà su cui costruire il contemporaneo. Ci sono maniere diverse di interpretare la storia del proprio tempo. Volenti o nolenti, quando ci commissionano una casa, ci poniamo il problema dell’abitare. E abitare oggi è molto diverso da vent’anni fa. Abbiamo il cellulare in tasca, una serie di relazioni e connessioni con il mondo esterno che prima non c’erano. Credo che ogni epoca debba identificare degli obiettivi, declinarli e renderli possibili, pur nella modestia del suo tempo storico. Pertanto il rapporto con i Maestri è di grande stima, ma guai a copiare il loro lavoro, perché operavano in un altro contesto.
Mario Botta, Basilica di Nostra Signora del Rosario, Namyang, Corea del Sud, 2011–in costruzione
IL SACRO E L’ARCHITETTURA SECONDO MARIO BOTTA
Nel suo ultimo libro – Il gesto sacro, edito da Electa – dichiara: “La matita non è solo uno strumento per il disegno, mi aiuta a pensare, a comprendere un problema. Io uso la matita non per rappresentare qualcosa, ma per cercare qualcosa”. Ci racconta questo rapporto?
Nella mostra di Le Corbusier si vede come lui abbia dimostrato questa citazione. La matita porta con sé la speranza, un tratto di matita non è mai finito, è un’approssimazione continua per trovare la strada, per trovare l’immagine. Quando vedo le immagini del plotter stampate, queste sono bloccate, non danno spazio alla mia contro-lettura, che è la critica del tratto finito. Preferisco il tratto solo suggerito, evocato, in quanto non solo mi dà una speranza, mi dà anche una maggiore tolleranza, perché non so come andrà a finire. Il tratto approssimativo può diventare straordinario nel chiaroscuro. Se guardiamo come disegna Raffaello o Corbu, il primo tratto è un’approssimazione, poi inizia a entrare la luce, il chiaroscuro, l’ombra. Da questo punto di vista la matita è uno strumento più potente del plotter. Ti aiuta a pensare e individuare i passi successivi, mentre un tratto stampato è finito. Forse è un concetto che fa parte della mia generazione. Quando faccio una critica alla matita, faccio una critica al pensiero, più che al tratto, perché il tratto è ancora indefinito.
Cosa pensa della nuova generazione di architetti?
È frustrata. Non solo è frustrata, ma ha un approccio all’architettura simile a una caricatura. Le architetture di oggi sembrano le caricature di sé stesse, esaltano gli aspetti grotteschi, più plateali, mentre se guardo la tessitura di un’architettura a Orvieto o il Battistero di Pisa, c’è una sottigliezza, un rimando che non è mai caricaturale. Le cose di oggi si assomigliano tutte ed è un dettaglio impressionante: il linguaggio di un palazzo per uffici è lo stesso di una caserma, di una residenza, di una metropolitana. C’è un’omologazione del fare e del costruire, perché la ricchezza del passato è andata scomparsa e l’Industria ha vinto sulla semplificazione dei dettagli, degli appoggi e sulla facilità di mettere insieme due cose che sono diverse. Il processo del costruire non è l’assemblaggio; oggi mettono vicino due cose che non si costruiscono mai, inserendo un giunto plastico, che poi va sostituito negli anni. Ma nella costruzione non c’è il giunto, c’è la vera costruzione. Gli elementi vanno a intersecarsi e a vivere della loro forza primordiale, di gravità, di peso. Quindi la cultura del moderno è molto approssimativa, dozzinale. Si vedono cose che, confrontate con le vecchie tessiture, fanno un po’ ridere, perché sono grossolane. Questo è dovuto alla divisione del lavoro. Alla fine tutto si assomiglia e quando questo accade diventa anche banale.
Nel documentario Oltre lo spazio, presentato al Locarno FF 2018, così come nel volume Il gesto sacro, lei sostiene di aver trovato all’interno dell’elemento sacro i veri fondamenti e la motivazione del suo lavoro.
Sì, perché l’edificio sacro pone dei problemi basilari. Non ha, ad esempio, la complessità del teatro o dell’edificio polifunzionale. È molto semplice, c’è un altare, ossia il focus, e il popolo dei fedeli. Il vantaggio è che è così da duemila anni. Non posso trovare da nessun’altra parte la stessa tipologia di architettura in grado di variare su tutto attraverso i diversi periodi, dal Medioevo al Romanico, dal Barocco all’Ottocento e così via, fornendo, attraverso gli stili, i materiali con un’interpretazione molto ricca. Per questo mi sembra che ancora oggi, malgrado abbiamo perso la potenza della funzione (perché la gente ha meno bisogno – apparentemente), sono rimasti gli elementi essenziali: comunicare con l’infinito; l’idea di gravità; l’idea di limite e di soglia. E qui ho la storia di tutta l’architettura, da quella primitiva in poi.
Ovvero?
Nel Neolitico si posizionava una pietra in terra per identificare la divisione tra esterno e interno dell’ingresso alla casa: questo è un fatto strutturale del costruire. Il muro come limite, per misurare l’infinito che resta fuori. Questi temi rarefatti aiutano l’architetto a trovare il significato più profondo, primario, fondamentale. I fondamenti dell’architettura non sono infiniti. La gravità: tutte le costruzioni scaricano i propri carichi al suolo. La luce: generatrice di spazio. L’idea del limite e della soglia. Ci sono pochi elementi di cui l’architetto può appropriarsi e reinterpretare nella sua cultura. È chiaro che la gravità oggi è diversa da quella del Medioevo o dell’uomo delle caverne, ma resta sempre un elemento primario.
Lei si è confrontato con edifici sacri non solo della religione cattolica, ma ebraica e altre ancora…
Di fondo ho lavorato soprattutto per le culture monoteiste, ma a rigore, se avessi una maggiore cultura, potrei confrontarmi con la religione buddista e i suoi edifici, perché no? Il problema è che non la conosco. Non voglio far tutto, mi interessa far bene, laddove ho un background. Nella cultura del moderno c’è la tendenza a pensare che il cliente possa domandarti di occuparti di tutto, ma io non voglio soddisfare questa richiesta: non mi interessa e questo è, per certi versi, antimoderno. Mi rendo conto di essere un architetto all’antica, ma va bene così. Non sono interessato a sapere come si vive su Marte: mi interessa il passato.
ARCHITETTURA, VENEZIA E UMANITÀ
Provocandola su quest’ultimo aspetto, lei reputa che l’architettura non sia un linguaggio universale e che, pertanto, sia necessario conoscere la cultura dell’altro per poter entrare in dialogo?
Sì. È un linguaggio universale dal punto di vista teorico, ma richiede poi la capacità del particolare, dell’estremamente legato alla cultura del luogo, come di fatto tutte le forme espressive. Vi è, da un lato, il bisogno di sentirsi uomo del proprio tempo, che apre al dialogo con il mondo intero. Quando, ad esempio, costruisco un museo a San Francisco, mi interessa che sia anche la gente del luogo a visitare il sito. Ma l’architettura che progetto è la stessa che faccio qui, si tratta di forme diverse, perché la tecnica di assemblaggio è legata a quelle culture. Quindi l’architettura porta con sé l’idea dell’universale, purché sia profondamente locale.
Legandoci a questo discorso, in considerazione dell’elemento tempo, cito un suo commento in merito a Venezia: “La forza è nella permanenza con cui ritroviamo generazioni passate e ogni architetto si confronta con il tempo”. Secondo lei, qual è il tempo di Venezia? È passato o possiamo parlarne anche al futuro?
Si può rispondere in tanti modi, ma provo così: perché noi andiamo a Venezia? È curioso, noi ci andiamo – e io ho anche abitato lì, quando andavo a scuola –, nonostante sia la città più scomoda del mondo e nonostante d’inverno sia freddissima e d’estate calda. Noi visitiamo Venezia perché ritroviamo noi stessi. Lei è il simbolo della storia dell’umanità e più di qualunque altra città è cosmopolita. C’è un collage del mondo, dei traffici con l’Oriente, del commercio, degli scambi, della pesca, di tutto… E noi siamo parte di questa civiltà. Quindi quando andiamo a Venezia e diciamo: “Com’è bella!”, intendiamo dire: “Com’è bella la nostra civiltà!”. La cultura d’incontro tra Occidente e Oriente. Quindi noi a Venezia – ma la stessa cosa si potrebbe dire, ad esempio, di Siena –, abbiamo bisogno dei centri storici, perché riconosciamo che il bello, che è stato costruito, è anche nostro. Ritroviamo la nostra cultura cristiano-occidentale, alla quale il Mediterraneo ha fornito il grande Rinascimento, il Seicento, Tintoretto e via così… Le persone vanno a Venezia per questo, ma non lo sanno. A livello inconscio si riconoscono in quella civiltà. Noi abbiamo bisogno dell’elemento identitario, per resistere alla follia del moderno, del non sapere se sei uomo o donna, se vivi su questa terra o vivi su Marte, noi necessitiamo di questo: l’identità.
I PROGETTI E LE OPERE DI MARIO BOTTA
Qualche anticipazione sui cantieri al momento in costruzione: Le terme di Baden e la Chiesa di San Rocco a San Giovanni Teatino?
Le terme di Baden sono molto interessanti, dal mio punto di vista, perché la città di Baden, fino a pochi anni fa, non godeva del rapporto con il fiume Limmat. È un grande corso d’acqua, che arriva da Zurigo e passa di lì, con una larghezza impressionante: raggiunge anche i cento metri, con ripide abbastanza potenti. La città non lo aveva mai goduto, perché sul limite del fiume c’erano i palazzi ottocenteschi dei vecchi Bagni. Per duemila anni in quell’ansa ci sono state le terme. Gli scavi lo hanno confermato. Il motivo è dovuto al fatto che vi sono trentacinque sorgenti in quel punto, da cui da duemila anni sgorga acqua a 47 gradi. Un dono del cielo. Pensi a una città che ha questa ricchezza di acqua sulfurea, che successivamente ha scoperto avere benefici sulla salute. È un patrimonio incredibile. Questo fiume non è mai stato afferrato dalla città storica, quindi abbiamo costruito queste terme parallele all’area di accesso; abbiamo creato quattro piscine, che si estendono come dita verso l’acqua. Lungo il fiume abbiamo costruito una passeggiata. Abbiamo dato il fiume Limmat alla città. Questa è l’altra forza del fatto architettonico: a noi hanno chiesto le terme, noi gli abbiamo dato anche il fiume.
Vedere oltre…
Il potere dell’architetto è anche quello, far sì che la parte della città non sia più un muro, una diga, trasformandola in una vera e propria promenade, che mi auguro sia arricchita dagli alberi.
Ha interpretato le esigenze del luogo, risolvendo un problema che si era incancrenito.
È il compito dell’architetto. Questo è l’elemento più importante. Nell’altro cantiere, a Sambuceto, c’è questa chiesa messa un po’ di traverso, connotata da una croce di luce, che altro non è che la Croce di Malevich bianca all’interno del quadrato nero. Noi l’abbiamo interpretata trasformando questo spazio con una luce che cade dall’alto e va fino alle pareti. Una luce non autonoma, come quella al centro del Pantheon. Quando è presente durante la giornata, la proietto sulle pareti e sull’abside, portando la croce di luce dentro la chiesa stessa. Questa gira, con tutte le sue articolazioni, nelle diverse ore del giorno. Questo esercizio è stato diverso da quello delle terme, finalizzato a dare un valore, uno spazio di silenzio, a un luogo fondamentalmente molto povero, in cui però sento questa luce che gira. Quindi, in sunto, osserviamo due modi in cui un architetto può intervenire: nel primo caso arricchendo la città, nel secondo gli uomini. Ovviamente il mio compito non è quello di redimere gli uomini, ma fare degli spazi belli.
Qual è, tra le sue opere, la sua preferita?
La prossima. In architettura ogni progetto è figlio del precedente. Inevitabilmente. Si tende sempre alla speranza di poter aggiungere qualcosa. Sono in attesa del prossimo progetto su cui sto lavorando.
‒ Elena Arzani
ATTUALITÁ SOCIETÀ COSTUME
I mostri del Covid: Zampa Beccaris vuole abolire il Natale
Il “mostro” del Covid di questa puntata è Sandra Zampa, attuale Sottosegretario al Ministero della Salute, storica prodiana ma sconosciuta ai più. Almeno finora.
In questo video vi parlo di due eventi che l’hanno resa “celebre”: la minaccia di far intervenire l’esercito per controllare gli assembramenti nei parchi e l’obiettivo di abolire il Natale. Uno zelo, quello della sottosegretaria, grottescamente militaresco, che ricorda le gesta di Fiorenzo Bava Beccaris, il generale che nel 1898 fece sparare sulla folla milanese che andava in giro affamata in cerca di pane. Che facciamo, stavolta? Mandiamo i soldati a far fuoco sui runner?
Marco Gervasoni, 10 novembre 2020
FONTE: https://www.nicolaporro.it/i-mostri-del-covid-zampa-beccaris-vuole-abolire-il-natale/
M5S: IL LUNGO (DI BATTISTA), IL CORTO (DI MAIO) E IL PACIOCCONE (GRILLO)
Se penso ad una colonna sonora da accostare alle vicende all’interno del Movimento 5 Stelle, che francamente talune volte rasentano il fanciullesco, non posso fare a meno che rispolverare quella birbante e scanzonata canzone, dal ritornello facile da canticchiare, del dodicesimo Zecchino d’Oro, “Il lungo, il corto e il pacioccone”. Il testo sembra riassumere perfettamente ciò che accade all’interno di questo sempre più travagliato movimento che, negli ultimi due anni, ha saputo dar vita ad un copione che nulla ha da invidiare a qualsiasi appassionata fiction del nostro panorama televisivo. Di fatti, facendo un semplice esercizio di abbinamento ai personaggi della nota canzone per bambini si ottiene un’ironica – meglio prenderla a ridere per non piangere – fotografia dove “il lungo si sfoga”, paradossalmente potrebbe essere benissimo Alessandro Di Battista, “il corto il suo banjo fa suonar” riferirsi a Luigi Di Maio, e infine quando nel testo si narra “e la ballata canta il pacioccone” richiamare la figura di Beppe Grillo.
Se ci pensiamo bene è il ritratto, anche se beffardo, di ciò che accade nei pentastellati. Il buon Di Battista (fisicamente il più alto dei tre) in effetti alza sempre i toni, si sfoga, cerca di impersonare il malcontento che serpeggia tra la base del movimento, si sforza a modo suo di far comprendere, senza alcun risultato ad oggi, che continuando sulla non linea intrapresa è inevitabile prendere in seria considerazione l’inevitabile smembramento del soggetto politico. I principi che li avevano ispirati sono stati dimenticati, riposti in un cantuccio, traditi nel loro cammino governativo in cambio di un potere che sempre più ha preso il sopravvento su chi guida il Movimento, li ha resi tutt’altra cosa che non si sa bene cosa sia. Il “lungo” del nostro racconto così si è ritrovato costantemente a sbraitare invano, ogni volta sembra che stia per dar luogo a chissà quale sobillazione interna di massa, per poi puntualmente, come per uno strano incantesimo, rientrare nei ranghi, insomma di volta in volta tanto rumore per nulla, proprio come nella migliore tradizione della commedia teatrale shakespeariana. Questo modo di fare però, con il tempo, potrebbe inevitabilmente portare a fare i conti con una perdita di credibilità, ancor peggiore, una sorta di grido al lupo al lupo che porterebbe alla mente di molti i ricordi di un’ennesima canzone il cui testo recitava: “Parole, parole, parole, parole, parole soltanto parole”.
Di Maio (senza dubbio il meno alto dei tre) incurante nei fatti delle esternazioni del “lungo” continua inesorabile a seguire la propria strategia, seguendo uno spartito tutto suo – rimanendo in tema musicale – per cercare di suonare (o suonarle) agli altri la propria musica, che in fin dei conti è sempre stata la stessa, quel ritmo dall’incedere marcato della marcia per segnare la conquista del comando a lui tanto caro. Peccato per il “il corto”, prima o poi ci sarà qualcuno che gli farà pur notare che tutto ciò è solo una pia illusione perché, in realtà, è palese a chiunque, proprio come ben riassumono le parole della canzone citata all’inizio, che l’unico a manovrare il tutto, a suonare, suonarle, far ballare e a cantarle a tutti nel M5S è solo l’influente Beppe Grillo.
In questo periodo di pandemia da Covid-19 i cosiddetti big sono scomparsi dalla dialettica politica sul tema, qualcosina balbettata qua e là solo da qualche seconda fila, per rimanere in termini di stelle e astronomia, si sono letteralmente eclissati. L’unico a metterci la faccia, sul tema nelle varie dichiarazioni e dibattiti televisivi, è l’appassionato viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri, tra le file uno dei pochi lucido, capace e competente, lo stesso che ha dichiarato che dopo questa esperienza politica vuol tornare alla sua professione di medico. Probabilmente ne ha le scatole piene, forse dietro questa sua affermazione c’è la triste constatazione di aver compreso che nei Cinque Stelle è impossibile avere delle proprie idee, portarle linearmente e democraticamente avanti. In conclusione, per rimanere sempre in tema musicale come fin da principio, è banale trarne la dovuta considerazione, è immaginare che in un prossimo futuro assisteremo all’epilogo finale dove l’insieme dei malumori degli aderenti al M5S possa tramutarsi in un insieme di suoni che daranno vita ad una diversa colonna sonora, questa volta dal titolo inesorabile, “La musica è finita”.
FONTE: http://www.opinione.it/editoriali/2020/11/11/alessandro-cicero_m5s-alessandro-di-battista-luigi-di-maio-beppe-grillo-pentastellati-strategia-pandemia-covid-esperienza-politica-idee/
BELPAESE DA SALVARE
San Biden ci guarisce dal Covid
VIDEO QUI: https://www.nicolaporro.it/zuppa-di-porro/san-biden-ci-guarisce-dal-covid/
CONFLITTI GEOPOLITICI
Saeb Erekat
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Saeb Erekat
صائب محمد صالح عريقات |
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Erekat in London, December 2014
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Member of the Palestinian Parliament for Jericho |
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In office 20 January 1996 – 10 November 2020 |
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Majority | 31,501 |
Personal details | |
Born |
Saeb Muhammad Salih Erekat
28 April 1955 |
Died | 10 November 2020 (aged 65) Hadassah Medical Center, West Jerusalem |
Nationality | Palestinian |
Political party | Fatah |
Spouse(s) | Niemeh Arekat |
Children | 4 |
Relatives | Noura Erakat (niece) Yousef Erakat (nephew) |
Residence | Jericho |
Alma mater | City College of San Francisco, San Francisco State University and University of Bradford |
Saeb Muhammad Salih Erekat (Arabic: صائب محمد صالح عريقات Ṣāʼib ʻUrayqāt; also ʻRēqāt, Erikat, Erakat, Arekat; 28 April 1955 – 10 November 2020) was a Palestinian politician and diplomat who was the Secretary General of the Executive Committee of the PLO (since 2015).[1][2] He served as chief of the PLO Steering and Monitoring Committee until 12 February 2011. He negotiated the Oslo Accords with Israel, and remained chief negotiator from 1995 until May 2003, when he resigned in protest from the Palestinian government. He reconciled with the party and was reappointed to the post in September 2003.
Personal life and education[edit]
Erekat was born in Abu Dis.[3][4][5][4] He was a member of the Palestinian branch of the Erekat family, itself a branch of the Howeitat tribal confederation.[6] Erekat was one of seven children, with his brothers and sisters living outside of Israel or the Palestinian territories.[7] He was 12 years old when the Israelis occupied the West Bank, and was detained by them a year later for writing anti-occupation graffiti, posting fliers and throwing stones.[8]
In 1972, Erekat moved to San Francisco, California, to attend college.[9] He spent two years at City College of San Francisco, a two-year community college.[9] He then transferred to San Francisco State University.[9] There, Erekat received a BA in international relations (in 1977) and an MA in political science (in 1979).[5] He completed his PhD in peace and conflict studies at the University of Bradford in England (in 1983).[5][10]
Erekat was married to Neameh, and was the father of twin daughters Dalal and Salam; and two sons, Ali and Muhammad.[8]
Career[edit]
After gaining his doctorate in England, Erekat moved to the West Bank town of Nablus to lecture in political science at An-Najah National University and also served for 12 years on the editorial board of the locally widely circulated Palestinian newspaper, Al-Quds.[5][11]
Politics[edit]
In 1991, Erekat was deputy head of the Palestinian delegation to the Madrid Conference and the subsequent follow-up talks in Washington D.C. between 1992 and 1993. In 1994, he was appointed the Minister for Local Government for the Palestinian National Authority and also the Chairman of the Palestinian negotiation delegation.[5] In 1995, Erekat served as Chief Negotiator for the Palestinians during the Oslo period. He was then elected to the Palestinian Legislative Council in 1996, representing Jericho.[5] As a politician, Erekat was considered to be a Yasser Arafat loyalist, including the Camp David meetings in 2000 and the negotiations at Taba in 2001. Erekat was also, along with Arafat and Faisal Husseini, one of the three high-ranking Palestinians who asked Ariel Sharon not to visit the Al-Aqsa Mosque in September 2000,[12] an event which was followed by the Second Intifada. He also acted as Arafat’s English interpreter. When Mahmoud Abbas was nominated to serve as Prime Minister of the Palestinian Legislative Council in early 2003, Erekat was slated to be Minister of Negotiations in the new cabinet, but he soon resigned after he was excluded from a delegation to meet Israeli Prime Minister Ariel Sharon. This was interpreted as part of an internal Palestinian power struggle between Abbas and Arafat.[11][13] Erekat was later reappointed to his post and participated in the 2007 Annapolis Conference, where he took over from Ahmed Qurei during an impasse and helped hammer out a joint declaration.[14]
He resigned from his post as chief negotiator on 12 February 2011 citing the release of the Palestine Papers.[15] In July 2013, however, he was still holding the function.[16] In 2015, he became the secretary-general of the Executive Committee of the Palestine Liberation Organization. He later promoted a plan for the basis for new talks with international diplomats including Jared Kushner, President Donald Trump‘s son-in-law and special adviser.[8]
Legacy[edit]
Erekat was one of the more prominent Palestinian spokespeople in the Western media.[17] He wrote extensively in the media about Palestinian statehood,[18] and was a vocal critic of the Trump administration’s peace plan.[19]
During the Second Intifada, he loudly criticized Israeli actions and characterized the IDF’s 2002 assault in the Palestinian town of Jenin as a “massacre” and a “war crime”, alleging that Israel has killed more than 500 Palestinians in the Jenin refugee camp. After the incident was over, however, and the Palestinian death toll was actually recorded at between 53 and 56, mostly combatants, Erekat faced strong criticism in the United States.[20][21][22][23]
Erekat at one time mantained good relations with his counterpart negotiators, in which Israeli justice minister Tsipi Livni mentioned that her talks with Erekat were always honest, and there was mutual respect despite frequent disagreements.[8] In addition, Erekat took his American counterpart, Martin Indyk, on a tour of Hisham’s Palace near Jericho.[8]
Health issues and death[edit]
On 8 May 2012, Erekat was hospitalized in Ramallah after suffering a heart attack.[24]
On 12 October 2017, he had a lung transplant at Inova Fairfax Hospital in northern Virginia, United States.[25]
Erekat who was suffering from pulmonary fibrosis,[26] tested positive for COVID-19 on 9 October 2020.[27] On 18 October 2020, he was sent to the Israeli Hadassah Ein Karem hospital in Jerusalem in critical condition.[28] On 21 October 2020, his daughter said on Twitter that he underwent a bronchostomy to examine the condition of his respiratory system.[29] Erekat died of complications from COVID-19 on 10 November 2020 at the age of 65.[30]
Works[edit]
See also[edit]
References[edit]
- ^ “Saeb Erekat (Secretary General)”. ECFR.
- ^ “Saeb Erekat | The Guardian”. the Guardian. Archived from the original on 26 June 2020. Retrieved 23 June 2020.
- ^ “Saeb Erekat Archived 22 February 2014 at the Wayback Machine“. Palestinian Biographies. lawrenceofcyberia.blogs.com. Retrieved 5 August 2017.
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- ^ “[1] Archived 10 November 2020 at the Wayback Machine” [family Erekat] (in Arabic). rabettah.net. Retrieved 5 August 2017.
- ^ “Chief Palestinian Negotiator Saeb Erekat: Abu Mazen Rejected the Israeli Proposal in Annapolis Like Arafat Rejected the Camp David 2000 Proposal Archived 5 August 2009 at the Wayback Machine” (video with transcript). MEMRI (Middle East Media Research Institute). 27 March 2009. “In my family, we are seven siblings. My six brothers and sisters are in the diaspora.” Retrieved 5 August 2017.
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- ^ Mattar, Philip (19 November 2005). Encyclopedia of the Palestinians. Infobase Publishing. ISBN 9780816069866. Archived from the original on 10 November 2020. Retrieved 16 October 2020 – via Google Books.
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- ^ ‘Q & A with Saeb Erekat’, The Jerusalem Post, 1 February 2005. Archived 31 October 2006 at the Wayback Machine
- ^ Issacharoff, Avi; Ravid, Barak (28 November 2007). “Annapolis joint statement was completed with just minutes to spare”. Haaretz. Archived from the original on 29 November 2007. Retrieved 29 November 2007.
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- ^ Peter Beaumont (19 April 2002). “Army denies frenzy of destruction in Jenin | World news”. The Guardian. Archived from the original on 26 August 2013. Retrieved 29 January 2012.
- ^ “Jeningrad: What the British Media Said”. Honest Reporting. 1 May 2002. Archived from the original on 14 November 2010. Retrieved 29 January 2012.
- ^ CNN Transcripts Archived 22 May 2011 at the Wayback Machine
And we say the number [massacred] will not be less than 500. - ^ CNN Transcript Archived 22 May 2011 at the Wayback Machine
BLITZER: Mr. Erakat, you probably know that you’ve come under some widespread criticism here in the United States for initially charging that the Israelis were engaged in a massacre in Jenin. Perhaps 500 Palestinians murdered in that massacre, you suggested. But now all of the evidence suggests that perhaps 53 or 56 Palestinian civilians and combatants died in that fighting in Jenin. - ^ “Top Palestinian peace negotiator Saeb Erekat suffers heart attack”. The Independent. 8 May 2012. Archived from the original on 31 July 2017. Retrieved 5 August 2017.
- ^ “Palestinian negotiator Erekat undergoes successful lung transplant surgery – Arab Israeli Conflict – Jerusalem Post”. www.jpost.com. Archived from the original on 15 November 2019. Retrieved 19 November 2019.
- ^ “His Health Crisis Made Public, Palestinian Envoy Pushes On”. The New York Times. 2 August 2017. Archived from the original on 31 October 2020. Retrieved 10 November2020.
- ^ “Palestinian negotiator Erekat facing ‘difficult’ coronavirus symptoms”. Reuters. 9 October 2020. Archived from the original on 17 October 2020. Retrieved 16 October2020.
- ^ “Senior PLO official Saeb Erekat taken to hospital as Covid-19 condition worsens”. NBC News. 18 October 2020. Archived from the original on 18 October 2020. Retrieved 18 October 2020.
- ^ “Palestinian official Erekat undergoes bronchostomy”. Associated Press. 21 October 2020. Archived from the original on 27 October 2020. Retrieved 21 October 2020.
- ^ “Saeb Erekat dies after coronavirus infection”. DW. 10 November 2020. Archivedfrom the original on 10 November 2020. Retrieved 10 November 2020.
External links[edit]
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FONTE: https://en.wikipedia.org/wiki/Saeb_Erekat
CULTURA
CYBERWAR SPIONAGGIO INFORMAZIONE DISINFORMAZIONE
Ecco un’altra teoria
E se vi dicessi che i globalisti vogliono che Trump vinca la battaglia facendo appello alla decisione dei tribunali? Sareste scioccati nell’apprendere che i globalisti (e il Deep State) stanno manovrando Trump e l’America esattamente nello scenario che volevano per scatenare un colpo di stato cinetico completo e la distruzione finale della repubblica costituzionale?
Tutto quello che vedete in questo momento nei media è un teatro. Biden non è il vincitore, ma vogliono che gli americani scarsamente informati credano che lo sia. In questo modo, quando Trump otterrà una vittoria in tribunale esponendo tutte le frodi elettorali avvenute, Big Tech e le reti di notizie potranno affermare che Trump ha “rubato” le elezioni ancora una volta. L’impatto emotivo su quei sostenitori di Biden che in questo momento stanno festeggiando per le strade sarà insondabile e scatenerà il colpo di stato cinetico che i globalisti considerano necessario per sferrare il colpo finale contro gli Stati Uniti d’America.
Se Biden mantenesse la “vittoria”, d’altra parte, i fanti di sinistra non si sentiranno coinvolti e trasportati emotivamente. Sono felici e stanno festeggiando in questo momento, e non è quello che vogliono veramente i globalisti e il Deep State. Joe Biden come presidente potrebbe mettere la Casa Bianca sotto il controllo della Cina comunista, ma non distruggerà la nazione dall’oggi al domani. Soprattutto non quando SCOTUS ora si appoggia ai conservatori, e con il Senato e le legislature statali per lo più ancora detenute dal GOP. La cultura Trumpiana è ancora viva e vegeta in tutta l’America, e lo sarà anche se Trump stesso non sarà alla Casa Bianca.
Per infliggere davvero un colpo mortale all’America, i globalisti e il Deep State devono creare l’ illusione che Biden abbia vinto le elezioni, quindi permettere a Trump di “rubargliele” con una vittoria in tribunale. Perché pensate che abbiano lasciato una vasta scia di prove di frodi elettorali in Wisconsin, Michigan e Pennsylvania? Non potevano pensare che la loro palese frode sarebbe rimasta incontrastata, e sanno che la squadra di Trump è in grado di mettere in campo avvocati esperti che possono ribaltare con successo in tribunale il risultato.
Suggerimento: osserviamo se “informatori” di sinistra si faranno avanti con prove schiaccianti che consegneranno a Trump una vittoria in tribunale. Tutto questo potrebbe far parte del piano globalista. I media non riporteranno la verità su nulla di tutto ciò e sosterranno davanti ai sostenitori di Biden la teoria del Trump”dittatore” che abusa della sua autorità per rubare le elezioni.
Colpo di frusta emotivo, poi un’esplosione psicologica di rabbia
La narrazione è perfetta: Trump ha “imbrogliato” privando gli elettori dei loro voti, vedrete. Questo da solo giustificherà qualunque livello di violenza la sinistra abbia intenzione di scatenare, e questa volta non metteranno in campo pietre e bottiglie d’acqua ghiacciata. Questa volta saranno, mortai, armi automatiche ed esplosivi, in gran parte riforniti dalla Cina comunista e introdotti di contrabbando in America attraverso stati democratici come la California. Questa è la vera guerra che i globalisti sperano di ottenere, perché solo attraverso quella guerra possono indebolire l’America abbastanza da mettere in ginocchio l’intero paese a tempo di record.
Questo non significa che Trump non dovrebbe contestare la frode, ovviamente. Ovviamente dovrebbe sfidarli . Ma anche questa mossa gioca direttamente nella narrativa dei media che cercherà di dipingere Trump come un “dittatore malvagio“.
Non è molto probabile che l’America esca da questo tentativo di rovesciamento senza che Trump abbia invocato un’autorità militare di altissimo livello per fermare il furto e difendere la repubblica. Fa paura ma é una delle possibilitá.
In tutti questi scenari, Trump e i suoi sostenitori devono essere preparati per la potenziale ondata di violenza che si scatenerà se i tribunali dichiareranno la vittoria di Trump.
Eppure è esattamente ciò che deve accadere, poiché i Democratici hanno davvero rubato le elezioni commettendo una frode massiccia e sfacciata in pieno giorno. Non possiamo permettere che la frode elettorale massiccia, coordinata e criminale rimanga in piedi, ma dobbiamo anche essere pronti per la rabbia ingegnerizzata, la violenza e la guerra totale che saranno scatenate dalla sinistra – e promosse dai media anti-Trump – una volta che i tribunali decideranno a favore di Trump.
FONTE : NATURAL NEWS
FONTE: https://www.databaseitalia.it/ecco-unaltra-teoria/
Il sequestro-dissequestro di Facebook e Telegram è la spia del malessere che affligge le indagini penali online
Un articolo pubblicato a pagina 30 de IlSole24Ore del 11 novembre 2020 riferisce del sequestro-dissequestro di Facebook e Telegram da parte della Procura della Repubblica di Napoli. Nello specifico, i fatti si sarebbero svolti in questo modo: la Procura dispone un “sequestro per oscuramento” di oltre un migliaio di nomi a dominio e di un numero rilevante di IP.
La Guardia di Finanza comunica il provvedimento del magistrato agli operatori e agli internet service provider. Mentre questi ultimi stanno eseguendo l’ordine del magistrato, arriva una ulteriore nota della Guardia di Finanza con la quale viene richiesto di non dare seguito all’inibizione o comunque sbloccare sessantasei nomi a dominio, fra i quali i primi due sono, appunto, Facebook (it-it.facebook.com) e Telegram (t.me).
Assieme a questa nota arriva un provvedimento del PM che dispone il dissequestro dei numeri IP (e dunque non dei domini) indicati nella richiesta di sblocco comunicata in precedenza dalla Guardia di finanza. Sono documenti scannerizzati, privi di firma digitale, senza autenticazione delle firme né timbro a secco.
Due sono gli aspetti che preoccupano in questa vicenda.
Il primo: continuare a usare il sequestro penale per impedire la prosecuzione di attività illecite è sbagliato, inutile e genera risultati paradossali (vedi il caso della “confisca per oscuramento” di cui pure ha scritto IlSole24Ore ). Poco importa che la Corte di cassazione abbia messo una “pezza a colore” su una prassi del genere che è e rimane semplicemente sbagliata.
Il secondo: è chiaro che il sequestro di Facebook e Telegram (e degli altri “sbloccati”) è stato un errore. È altrettanto chiaro che l’immediato “ravvedimento operoso” della Guardia di Finanza, accopmpagnato da un provvedimento (sbagliato) del pubblico ministero è stato meglio di niente. Ma il rispetto delle forme, nel processo penale, è sostanza.
È evidente che la polizia giudiziaria non potrebbe “dissequestrare di iniziativa” salvo ratifica successiva del magistrato. Sarebbe un atto abnorme che metterebbe gli operatori di telecomunicazioni fra l’incudine (violare un ordine del magistrato senza un valido provvedimento di revoca) e il martello (attendere la notifica del provvedimento del magistrato perché la semplice comunicazione della Guardia di Finanza non ha valore, ma rischiando azioni di risarcimento).
Ma che dire di fronte a un provvedimento tecnicamente sbagliato che confonde IP con nomi a dominio e che dunque priva di valore la “nota accompagnatoria”? E come comportarsi di fronte ad atti dei quali nessuno mette in dubbio la provenienza sostanziale, ma che non sono stati “formati” secondo le regole? Lo “stato di emergenza” giustifica il venir meno delle forme che garantiscono il rispetto dei diritti?
Questa vicenda è balzata agli onori della cronaca per via delle “vittime illustri” di un errore, ma nella quotidianità delle indagini penali capitano troppo di frequente casi nei quali vengono richiesti blocchi ed oscuramenti senza preoccuparsi troppo delle “forme”.
Spesso questo accade per fretta, altre volte per scarsa preparazione tecnica. Nessuno si preoccupa di eccepire questi comportamenti, fino a quando un giudice, a Berlino, si accorgerà di quello che è accaduto. Ma ci vorrà tempo, e forse non accadrà mai.
Eppure, una soluzione pratica ci sarebbe: mettere a disposizione delle autorità (magistratura, ma anche autorità indipendenti) la possibilità di eseguire direttamente gli oscuramenti caricando IP e domini da mettere in lista nera.
In questo modo, pur rimanendo gli “oscuramenti” una pratica inutile ed inefficace, ciascuno si assumerebbe in modo chiaro e diretto le responsabilità per le decisioni che assume, lasciando gli operatori liberi di fare il loro lavoro, invece di trasformarsi in “sceriffi della rete”.
FONTE: https://www.infosec.news/2020/11/11/news/reti-e-sistemi/il-sequestro-dissequestro-di-facebook-e-telegram-e-la-spia-del-malessere-che-affligge-le-indagini-penali-online/
ECONOMIA
TAGLIARE L’IVA: rilanciare l’economia ed incrementare la giustizia sociale
Ieri Salvini e Bagnai hanno presentato il piano di riduzione dell’IVA presso il Senato. Dopo decenni di aumenti delle imposte sui consumi il piano viene a proporre un forte, consistente taglio in queste imposte, studiato in modo da rilanciare soprattutto le produzioni italiane ed aiutare le classi di reddito più povere e disagiate.
Il complesso sistema di IVA italiano prevede 4 aliquote: 4% per certi alimentari essenziali, come pane, latte e frutta, 5% per altri prodotti alimentari che sono stati “elevati” alcuni anni fa e servizi come le case di riposo, 10 % per altri prodotti alimentari e l’aliquota ordinaria al 22%. Il piano Lega prevede:
- la sparizione delle aliquote al 4% ed al 5%, che sono soprattutto su servizi prodotti internamente o produzioni alimentari soprattutto, forzatamente, nazionali. Sono anche i prodotti essenziali che pesano proporzionatamente di più sulle classi più povere, per cui la cancellazione dell’imposta è un aiuto anche diretto alle classi più povere.
- le aliquote al 10% ed al 22% vengono ridotte al 8% ed al 20%, quest’ultima aliquota ordinaria francese ed inglese.
Si tratta di una misura simile a quella impostata dopo la crisi del 2008 nel regno unito ed ora in Germania. La spesa è di 20 miliardi a fronte di aumenti del PIL pluriennali dello 0,4% il primo anno e quindi dello 0,5% negli anni successivi. Soprattutto un taglio in controtendenza con quello che vuole fare la commissione europea, che vuole ammazzare i nostri consumi con le carbon tax.
Ecco il video della presentazione di Inriverente
FONTE: https://scenarieconomici.it/tagliare-liva-rilanciare-leconomia-ed-incrementare-la-giustizia-sociale/
FINANZA BANCHE ASSICURAZIONI
Perché nessuna nazione vuole ricorrere al Mes. Report Banca Generali-Saxo Bank
L’analisi a cura di Althea Spinozzi per il centro studi BG Saxo (Banca Generali e Saxo Bank)
Il Mes (Meccanismo Europeo di Stabilità) è un meccanismo ormai obsoleto e mette a rischio la sovranità dei membri dell’Unione europea. Il rischio di diluizione, l’aumento dei costi di rifinanziamento del governo e la stigmatizzazione sono alcune delle minacce che si troverebbero ad affrontare i Paesi che ne fanno ricorso per ottenere fondi a un tasso di interesse minore. Alle nazioni europee conviene raccogliere fondi sul mercato dei capitali piuttosto che chiedere un prestito al Mes.
Il Mes ha separato le opinioni dei cittadini. Da una parte, in molti si domandano perché una nazione europea non debba approfittare dell’opportunità di finanziarsi a basso costo con il Mes. Dall’altra, va specificato che questa non è un’attività di beneficenza a sostegno dei più bisognosi, ma svolge un’attività profittevole, come una normale banca e concede prestiti a basso costo in cambio di tasse ed impegni economici.
COME FUNZIONA IL MES
Per capire perché le nazioni europee stanno decidendo di non accedere al Mes è necessario capire come funziona nel dettaglio.
Come prima cosa, il Mes concede fondi solo per le spese legate al Covid-19 che sono già state sostenute, il che significa che una nazione deve prima aumentare il proprio deficit fiscale per poter chiedere un prestito.
A seguire, l’ammontare massimo che una nazione può richiedere è pari al 2% del Pil del 2019. Nel caso dell’Italia, dato che il Pil del 2019 era di circa 1.8 trilioni di euro, potrebbe chiedere un prestito al Mes per circa 36 miliardi di euro. In più, non è possibile ricevere l’intera somma direttamente all’inizio, ma il Mes prevede più tranche per la durata di circa 7 mesi, in quanto è possibile ricevere solo fino al 15% dell’ammontare del prestito alla volta.
L’Italia non potrebbe chiedere 36 miliardi di euro di fondi in quanto non ha speso tale ammontare per fronteggiare l’emergenza Covid. Fino ad ora, in base ai dati del ministero dell’Economia e delle Finanze, l’Italia ha stanziato 9,5 miliardi di euro per investimenti nel sistema sanitario. Inoltre, le spese riconducibili ai servizi sanitari nazionali nel 2019 ammontano a circa 114 miliardi di euro, ciò rende difficile per l’Italia dimostrare che il 30% del budget sanitario sia destinato esclusivamente alle spese relative al Covid-19.
PERCHÉ NON HA SENSO ACCEDERE AL MES QUANDO UN PAESE PUÒ FINANZIARSI SUL MERCATO DEI CAPITALI
I fondi del Mes non possono essere messi a confronto con il debito sovrano per la stessa logica per cui non si potrebbero paragonare i costi di un mutuo per la casa con quelli del finanziamento per l’acquisto di una macchina. A seguire, una spiegazione delle principali differenze e del motivo per cui alle nazioni europee conviene raccogliere i fondi sul mercato dei capitali.
I fondi del Mes sono senior rispetto ai crediti sovrani. Questo porta ad un rischio di diluizione, che può influire negativamente sulla struttura del debito della nazione che ne fa ricorso. In pratica, questo significa che per ricevere 9 miliardi di euro di fondi, l’Italia deve cambiare la struttura del rimborso del debito, concedendo la priorità al Mes a discapito dei creditori sovrani, i quali richiederebbero maggiori rendimenti sui titoli dato l’ingresso di nuovi creditori da dover essere rimborsati prima di loro. Quindi, il compromesso di ricevere 9 miliardi di euro a basso tasso di interesse, causando un repricing di 2 trilioni di euro di titoli di stato italiano, oltre che essere dispendioso è anche svantaggioso.
FONTE: https://www.startmag.it/economia/nessuna-nazione-vuole-accedere-al-mes-ecco-perche/
GIUSTIZIA E NORME
PREDICTIVE: L’ALGORITMO CHE CONDANNA
Sommario: I. Introduzione – II. L’avvento del Pensiero Ibrido nella Quarta Rivoluzione Informazionale – III. Predictive: l’algoritmo che condanna – IV. L’ordinamento italiano: tra tradizione ed evoluzione – V. L’intelligenza artificiale diventa la migliore amica dell’avvocato – VI. Conclusioni
11 11 2020 – Valentina Grazia Sapuppo
I. Introduzione
Negli ultimi tempi si sente spesso ripetere che l’accelerazione dirompente della tecnica e l’interazione tra uomo e robot porterà, da qui a qualche anno, alla c.d. metamorfosi tecnologica. Già negli anni ’90 Christensen utilizzava il termine di Disruptive Innovation (1), disegnando metaforicamente la dirompente onda d’urto provocata dall’innovazione digitale. Addirittura, Richard Susskind (2), consigliere informatico presso il Lord Chief Justice, parlò di Disruptive Legal Technologies, mostrando un tono di vittoria dei personal computer contro la sconfitta dell’uomo, annunciando che, inevita- bilmente, avremmo assistito alla fine di molte professioni liberali, comprese quelle legali, fine causata dall’implementazione pervasiva dell’intelligenza artificiale.
Al fine di esporre una tesi che riconosce nella Tecnoscienza la chiave di volta per porre al servizio dell’umanità intera l’innovazione tecnologica, da intendere come un mezzo e mai come un fine, è bene fare qualche passo indietro nel tempo per provare a rispondere alle domande poste a titolo di tale saggio.
Erano gli anni della seconda guerra mondiale quelli nei quali furono realizzate le prime macchine automatiche, programmate attraverso i c.d. controlli automatici adattivi. Proprio Norbert Wiener, il padre fondatore della scienza cibernetica, pose le basi per l’automation con la creazione dei missili terra area e non solo, strada questa che preannunciava già allora la terrificante conseguenza che le fabbriche venissero popolate da robot ed il personale dimezzato, bastando solo un uomo che pigias- se il pulsante On per attivare a distanza il funzionamento di un’intera miniera: Gubernator, il timoniere. È da attribuire a Wiener l’idea di applicare i calcolatori al mondo del diritto attraverso i c.d. servomeccanismi. Sempre in quegli anni, Loevinger (3), magistrato e avvocato statunitense, propose di sfruttare i vantaggi offerti dalle nuove tecnologie elettroniche per studiare e risolvere i problemi giuridici.
Ma gli scienziati che hanno fatto la storia hanno sempre inteso l’innovazione tecnologica come un potenziamento che migliorasse la vita degli uomini e proprio Wiener pose le linee guida del suo lavoro nell’opera L’Uso Umano degli Esseri Umani (4), così sfuggendo ogni tentazione dal porre al centro la Machine à Gouverner e annullando ogni dubbio su quale dovesse essere la strada che il futuro tecnologico avrebbe dovuto intraprendere.
I tempi che viviamo possono ben contestualizzarsi in una data epoca storica: l’Iperstoria (5). Se fino a dieci anni fa pensare ad un’automobile che si potesse guidare da sola era per noi fantascienza, oggi tutto ciò non ci sconvolge più di tanto. Ma fintanto che possiamo apprezzare le positività di essere trasportati senza stressarci alla guida, ben poco riusciamo ad accettare di non essere i fautori del nostro destino, e ciò in quanto finché si tratta delle libere scelte di liberi cittadini potrebbe anche an- dar bene lanciare una monetina, ma quando si ha a che fare con le scelte di giustizia pubblica tutto cambia radicalmente.
II. L’avvento del Pensiero Ibrido nella Quarta Rivoluzione Informazionale
Partendo dal presupposto che l’Homo Tecnologicus si pone quale estrinsecazione naturale dell’uomo protesi, come potrebbe la tecnologia sostituire il giurista? E se la tecnologia si pone come un ponte tra l’uomo ed il suo potenziamento nel mondo, pensare che un algoritmo possa sostituire l’ars cogitans che da sempre distingue l’essere umano dal mondo animale, non è forse un punto di vista errato? Affermare, addirittura, che una categoria antica quanto le stesse societàs possa estinguersi non è un errore madornale?
Piuttosto, l’accelerazione tecnologica e l’interazione tra uomo e robot ci consigliano di tenersi pronti per l’avvento del Pensiero Ibrido (6) , immaginando quella commistione sublime che porta il suo creatore a fondersi con la sua creatura e con il quale si rende attuale la retorica digitale, ossimoro ambiguo coniato proprio per coniugare la metodologia, la ricerca scientifica, l’abilità intellettuale e la cultura giuridica alla Tecnica. (7)
Attraverso la Giurimetrica di Loevinger e la Legimatica si è riusciti a dar vita all’Informatica Giuridica e al Diritto dell’Informatica, tanto che l’orientamento dominante della dottrina informatica italiana afferma che il diritto, oggi, si esplichi come applicazione informatizzata di norme. Il giurista moderno non è più semplicemente un sacerdote del tempio di Atena, ma si pone quale vero e proprio automa della norma. Infatti, usando i Decision Support Sistem – DSS, il giurista trasfigura sé stesso dal suo studio, dai tribunali per migrare nel Cloud. In Italia, l’esperto del diritto continua ad interpretare le norme entro i classici canoni del sillogismo logico giuridico definiti dall’articolo 12 delle preleggi al codice civile, ma lo manipola ed elabora in formato digitale, così dimostrando di sapersi adeguare ai tempi moderni.
Ma se l’esperienza professionale, sia in riferimento al metodo logico che ai contenuti casistici, è sempre governata dal sillogismo retorico e mai da quello analitico, in quanto l’autentico metodo scientifico che è chiamato ad applicare il giurista è sempre di tipo filosofico (8), come è possibile tra- sporre il diritto ed il ragionamento giuridico in codice binario?
Posto il fatto che Ragionare è calcolare (9), risulta chiaro come la sfida per l’avvocatura contemporanea è proprio quella di dotarsi di strumenti efficaci affinché A.I. possa leggere il diritto. A tale scopo, è stato necessario creare un linguaggio simbolico che coniugasse il linguaggio giuridico a quello elettronico così da poter indicizzare le ricerche in Internet o di realizzare software per la creazione di atti e documenti giuridici e si è dovuti ricorrere alla c.d. logica simbolica di Leibniz (10). Questi, intenzionato a creare un linguaggio universale, ha inaugurato il trionfo della sintassi sulla semantica già nel 1666 nell’opera Dissertatio de Arte Combinatoria (11), nella quale ebbe ad affermare che le parti, un giorno, di fronte ad una disputa, potranno sedersi e procedere ad un calcolo. La logica simbolica ha consentito lo sviluppo di tecniche di omogeneizzazione e di standardizzazione linguistica adatte ai S.E.L. – Sistemi Esperti Legali – tecnologia dell’Informatica Giuridica che è fondamentale per l’operatore del diritto digitale. La stessa viene utilizzata dal Tecnodiritto per raggiungere vari e diversi obiettivi tra cui ritroviamo gli Smart Contract applicati alla Blockchain o i c.d. sistemi di giustizia predittiva.
L’informazione elettronica in tal modo applicata al diritto ridurrebbe incertezza, disordine ed entropia, comportando minori margini di errore e sicuramente giudizi non arbitrali. Ciò in quanto l’algoritmo assicura garanzia di certezza poiché, grazie al Design dei S.E.L., il legislatore può innovare l’ordinamento rendendolo in forma assiomatizzata attraverso l’algebra proporzionale strutturata sul paradigma razionalistico, dando vita a modelli normativi di tipo dichiarativo ispirati a logiche matematiche astratte che conducono a conclusioni logiche e conoscenze implicite basate su postulati certi e dimostrati.
Anche se alcuni hanno affermato che una tale applicazione automatica di norme rappresenterebbe quella riaffermazione dello stato di diritto andata perduta nel tempo a causa dell’enorme mole di norme oscure ed ermetiche che permette la pronuncia di decisioni giudiziarie viziate da arbitrarietà che violano manifestamente il principio di imparzialità, è anche vero che ciò vale per quei processi c.d. semplici e non anche per quelli complessi che richiedono un’interpretazione a sistema delle norme dei singoli ordinamenti. È messa a rischio la stessa certezza del diritto, principio in base al quale ogni persona deve essere posta nella condizione di valutare e prevedere, sulla scorta delle norme generali dell’ordinamento, le conseguenze giuridiche della propria condotta e che costituisce un valore al quale lo Stato deve necessariamente tendere per garantire la libertà dell’individuo e l’eguaglianza dei cittadini davanti alla legge.
III. Predictive: l’algoritmo che condanna
Per giustizia predittiva si intende la capacità di calcolare la probabilità di un esito giudiziario sulla base di un algoritmo, attraverso l’analisi dei precedenti giurisprudenziali, consentendo di quantificare le ragioni di successo o di insuccesso di una certa tesi difensiva o giungere a un provvedimento giurisdizionale.
Usare A.I. in funzione predittiva significa, dunque, far riprodurre ad un software le capacità cogni- tive degli esseri umani. Già l’Università di Cambridge ha cercato di fare analizzare ad un pc dei casi della Corte CEDU: prendendo un numero X di casi, l’elaboratore viene programmato per rispondere alla risoluzione di una questione giuridica con una precisione di risultato del 94% entro un minimo lasso di tempo di risposta, al contrario di 35 giudici che, invece, impiegano tre ore, con una precisione dell’80%. La Corte Superiore di Giustizia di Buenos Aires ha operato lo stesso test tramite Promoteia, un programma che ha risolto ben mille casi in una sola settimana con una precisione del 96%.
È chiaro che la lungaggine dei processi sia in sede civile che penale è certamente, tra tutti, il problema che maggiormente penalizza e paralizza i sistemi giuridici in ogni parte del mondo e proprio per questo motivo l’uso dell’Intelligenza Artificiale e del Deep Learning nella giustizia è incalzante, ma apre scenari tanto interessanti quanto inquietanti poiché si tratta di un settore a forte impatto sui diritti e le libertà delle persone. Chissà se Philip K. Dick (12) avesse concepito sin dal principio il suo libro Minority Report non come un’opera di fantascienza ma come il preludio di un’epoca in cui algoritmi e tecnologie avrebbero avuto applicazione nel campo della giustizia e della polizia predittiva.
Con lo sviluppo delle nuove tecnologie dalla fantascienza si passa alla realtà. In Estonia si è deciso di sperimentare giudici robot per risolvere le controversie di valore fino a 7 mila euro. In Francia ritroviamo Predictive il cui algoritmo usa come database le decisioni delle Corti di appello e della Corte di Cassazione. (13) Negli USA, il software Compas nel 2013 ha segnato la storia con il caso Loomis nel quale l’algoritmo predittivo trova applicazione nella fase di cognizione del processo, superando la prassi fino a quel momento realizzatasi in punto di mera probation (14), con ciò violando le garanzie del due process e condannando l’imputato per un mero rischio di recidiva solo sulla base di un questionario di 137 domande che riguardano età, attività lavorativa, vita sociale, istruzione, uso di droga, opinioni personali e percorso criminale.
Ma la civiltà tecnologica richiede un Recupero Umanistico ed una chiara assunzione di responsabilità etica da parte del giurista, il quale, nella sua attività, deve sempre ispirarsi alla sua antica funzione di custode della libertà soggettiva e della pacificazione sociale all’interno del processo. (15) Alla luce di ciò è necessario, dunque, affrontare il tema della giustizia predittiva entro i principi di equità del processo, del favor rei e della razionalità formale della certezza del diritto, come afferma lo stesso Max Weber.
In Europa si è pensato di porre un freno in tal senso attraverso strumenti diversi. Lo scudo del GDPR, costruito secondo una logica di prevenzione e anche di flessibilità, consente al Regolamento 2016/679/UE, anche sulla scorta del caso Loomis, di imporre il divieto di essere sottoposti a decisioni totalmente automatizzate. La presenza costante del controllo umano, chiamato a smentire o convalidare gli esiti dei processi decisionali automatizzati, è indirettamente previsto all’art. 22 del GDPR nel quale è sancito il diritto degli interessati al trattamento a non essere sottoposti a profilazione dei dati e a decisioni unicamente automatizzate che incidano sulla tutela dei loro diritti fondamentali. Anche gli articoli 13, 14 e 15 del GDPR approntano una tutela in presenza di decisioni dettate da un algoritmo, in quanto l’interessato ha il diritto di ricevere informazioni sull’esistenza di un processo decisionale automatizzato a suo carico, sul funzionamento e sulla logica utilizzata, nonché sulle conseguenze del trattamento stesso.
La Carta Etica Europea del 2018 (16) sull’uso di A.I. nei sistemi giudiziari, al fine di creare fiducia nell’intelligenza artificiale antropocentrica, enuncia, poi, cinque principi ai quali dovranno attenersi i soggetti pubblici e privati responsabili del progetto e dello sviluppo di questi strumenti e servizi di intelligenza artificiale, quali il principio di rispetto dei diritti fondamentali, il principio di non discriminazione e di non violazione della privacy e dei dati dei cittadini durante le investigazioni, il principio di qualità, sicurezza ed il rispetto del principio del giusto processo, con il quale si garanti- sce a ciascun cittadino il diritto di poter adire in ogni caso il giudice per ottenere una decisione indipendente da quella automatizzata, il principio di conoscibilità e trasparenza, di imparzialità ed equità delle decisioni giudiziarie. Anche il Parlamento Europeo nel report A.I. and Robotics del gennaio 2019 sottolinea la necessità dell’intelligibility of decisions, oltre che il diritto dell’interessato ad essere informato circa la logica del trattamento automatizzato e la garanzia dell’intervento uma- no, secondo le previsioni GDPR ut supra richiamate.
IV. L’ordinamento italiano: tra tradizione ed evoluzione
Se la giustizia predittiva, per un verso, si specchia nell’idea di un diritto razionale e linguisticamente non ambiguo e oggettivo perché fondato sull’apprendimento di un dataset standardizzato di precedenti giurisprudenziali rilevanti su base statistica, per l’altro verso, potrebbe risultare di portata limitata ai soli casi in cui ci siano numerosi precedenti, oltre che in contrasto con gli ordinamenti di civil law nei quali il metodo interpretativo è di tipo deduttivo e non induttivo, a differenza di quelli anglosassoni, e nei quali la norma scritta è preminente rispetto al formante giurisprudenziale.
In Italia ciò che conta non è, infatti, il numero di precedenti giurisprudenziali, ma il corretto utilizzo dell’art. 12 preleggi al codice civile. Questo non è altro che un algoritmo composto da una se- quenza di operazioni volte a far raggiungere all’interprete del diritto un risultato e ben potrebbe essere usato dal legislatore moderno per creare norme in forma assiomatizzata. (17)
Nonostante siano tanti i progressi realizzati per adeguare le categorie giuridiche del diritto positivo all’evoluzione digitale, l’inerzia manifestata da un legislatore prettamente analogico come quello italiano porta, comunque, la giurisprudenza a provare a far quadrare il cerchio. Così il Consiglio di Stato in diverse recenti pronunce (18) ha ritenuto legittimo l’utilizzo degli algoritmi nelle procedure valutative delle P.A. a patto che queste siano garantite da trasparenza e possibilità di verifica in sede giurisdizionale. Infatti, volendo inquadrare quali tra le norme del sistema giuridico positivo italiano possano essere trasposte in algoritmo con una certa agilità, risulta facile pensare al diritto e alla giustizia amministrativa. L’Open Source Government ben si sposa sia con i principi costituzionali di buon andamento e imparzialità dell’azione amministrativa sanciti nell’articolo 97 Cost., sia con i principi di trasparenza, efficienza, economicità, semplificazione ed imparzialità nel rispetto dei principi di uguaglianza e di non discriminazione. In questo senso il Consiglio di Stato ha dimostrato di prendere atto e di voler sfruttare i vantaggi offerti dal digitale e, in conformità al combinato disposto delle norme principe del CAD (19) – Codice dell’Amministrazione Digitale con la L. 124 del 2015 e con il GDPR, ha riconosciuto piena rilevanza ai progetti di riorganizzazione digitale della P.A. volti ad incentivare, nel rispetto dei principi di uguaglianza e di non discriminazione algoritmica, l’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione nelle piattaforme API, nel Data Sharing e Data Trust e nella gestione dei procedimenti amministrativi e nei processi decisiona- li automatizzati.
Nonostante nessuna macchina moderna suscettibile di apprendimento decisionale abbia ancora superato il Test di Touring nel Premio Loebner, la Tecnologia Watson di IBM, dopo aver sviluppato Ross Intelligence, un sistema artificiale intelligente che cerca di creare assistenti di argomentazione artificiale su base cognitiva e semantica, è riuscita ad accreditarsi una buona fama nel mercato del Deep Learning, tanto che è stata installata anche in Italia come dimostra il progetto Giustizia Semplice (20) promosso nell’ambito del Patto per la Giustizia per l’attuazione del Piano strategico della Città Metropolitana di Firenze, siglato fra La Città Metropolitana di Firenze, il Tribunale di Firenze, l’Università degli Studi di Firenze, la Camera di Commercio di Firenze e la Fondazione Cassa di Risparmio Tribunale di Firenze. Sulla scorta della recente esperienza francese con Predictive, le Corti d’Appello di Bari (21), Brescia, Genova (22) e Venezia (23), in collaborazione con il mondo della ricerca universitaria, hanno realizzato dei progetti volti a predisporre database condivisi di decisioni giudiziarie che siano leggibili da un algoritmo di intelligenza artificiale. Proprio nel documento recante la Convenzione Giustizia Predittiva (24), la Corte di Brescia scrive che aprire al territorio dando visibilità agli orientamenti giurisprudenziali esistenti e ai tempi è prezioso perché crea un rapporto di collaborazione attiva col territorio (…), producendo, inoltre, un effetto deflattivo disincentivante tutte le do- mande con bassa possibilità di accoglimento e stimolando soluzioni alternative, con l’effetto (…) di contenere la domanda su determinate materie.
V. L’intelligenza artificiale diventa la migliore amica dell’avvocato
Attualmente in Italia il machine learning viene impiegato in ambito civilistico a supporto dell’atti- vità legale sia per l’analisi e predisposizione automatica di atti e documenti da caricare in appositi cloud per riversarsi poi nel PCT – Processo Telematico Civile, sia per stabilire chi, in tema di RCA, avendo violato specifiche norme del Codice della Strada, si sia reso in tutto o in parte responsabile del sinistro, oltre che per quantificare l’ammontare del danno risarcibile. Si tratta di ambiti specifici dove A.I. serve unicamente per automatizzare alcuni compiti. Il problema del cattivo funzionamento della giustizia italiana, infinita e con esiti non sempre certi e prevedibili, è un dato ormai noto. E quando, in applicazione delle logiche deflattive del contenzioso, entra in gioco la logica transattiva per il tramite della mediazione, facoltativa o obbligatoria, tale problema è risolto a monte. In Europa le iniziative in tema di ADR e ODR fanno sì che i sistemi predittivi giovino unicamente per comprendere se conviene o meno portare in giudizio una causa. Così l’intelligenza artificiale diven- ta la migliore amica dell’avvocato: quando il software consiglia di transigere una controversia, ecco che magicamente il numero delle cause iscritte a ruolo si riduce anche in Italia.
VI. Conclusioni
Alla luce di quanto detto, risulta chiaro come la tecnologia non potrà mai sostituire tout court il giurista, né la giustizia predittiva arriverà mai a sostituire il giudice. Bisognerebbe, forse, cambiare la nostra prospettiva di analisi e cominciare a domandarci se, piuttosto, sarà l’uso di determinati software a comportare l’inevitabile conseguenza che certi servizi offerti oggi, domani non risultino più necessari al soddisfacimento dei nostri bisogni. Ed è proprio questo che definiamo con il termine evoluzione. Come ci insegna il caso Loomis, i rischi di una giustizia robotizzata sarebbero comunque molteplici: sostituire l’operatore del diritto con un robot condurrebbe, inevitabilmente, a vedere sacrificati i diritti fondamentali dell’uomo a causa di una mera standardizzazione della giustizia. Per tale motivo i software di giustizia predittiva devono fungere da mero potenziamento umano che consenta al giurista di eliminare i tempi morti del processo, ottimizzando il suo operare in modo più virtuoso, godendo dei vantaggi conseguenti tanto l’intero sistema giustizia quanto i cittadini.
1 Bower, J.L. – Christensen, C.M., Distruptive Technologies: Catching the Wave, in Harvard Business Review, 1995.
2 Susskind, R., Tomorrow’s Layers: An Introduction to Your Future, Oxford University Press, 2013. 3 Loevinger L., Jurimetrics. The Next Step Forward, in “Minnesota Law Review”, 1949.
3 Loevinger L., Jurimetrics. The Next Step Forward, in “Minnesota Law Review”, 1949.
4 Wiener, N. The Human Use of Human Being: Cybernetics and Society, Mifflin, Houghton, 1950; sec. ed., Doubleday Anchor, Garden City, NY, 1954. Tr. it. Introduzione alla Cibernetica. L’uso umano degli esseri umani, D. Persiani, Bollati Boringhieri, Torino, 1970.
5 Floridi, L., The Fourth Revolution. How the Infoshere is Reshaping Human Reality, 2014. Ed. it. La Quarta Rivoluzione. Come l’Infosfera Sta Trasformando il Mondo, Raffaello Cortina editore, Milano, 2017.
6 Moro, P., Tecnodiritto. Temi e problemi di informatica e robotica giuridica, 2016.
7 Eyman, D. Digital Rhetoric: Teory, Method, Practice, University of Michigan Press, 2015.
8 Lyotard, J. F., La condizione postmoderna. Rapporto sul sapere, Feltrinelli, Milano, 1979.
9 Leibniz, G.W. von, Opera Omnia, 1768.
10 Ibidem.
11 Torresetti, G., L’impero della ragione. Ars combinatoria: la concezione ermeneutica del diritto in Leibniz, Ed. Eum, 2008.
12 Dick, P. K., The Minority Report, Pantheon Books, First Edition, 2002.
13 Castelli-Piana, Giustizia predittiva. La qualità della giustizia in due tempi, in Questionegiustiza.it, 2018.
14 Sentenza n. 2270 dell’8 aprile 2019, Consiglio di Stato, VI sez. Wisconsin S.C., State v. Loomis, 881, Wis. 2016.
15 Cotta, S., La sfida tecnologica, Il Mulino, Bologna, 1968.
16 European Ethical Charter on the Use of Artificial Intelligence in Judicial Systems and their Environment, 2018, disponibile al link https://www.coe.int/en/web/cepej/cepej-european-ethical-charter-on-the-use-of-artificial-intelligence-ai-in-judicial-systems-and-their-environment
17 Viola, Giustizia predittiva e interpretazione della legge con modelli matematici, in Diritto Avanzato, Milano, 2019 .
18 Consiglio di Stato, Sentenza n. 2270/2019 disponibile al link: https://www.giustizia-amministrativa.it/portale/pages/istituzionale/visualizza/?nodeRef=&schema=cds&nrg=201704477&nomeFile=201902270_11.html&subDir=Provvedimenti; Consiglio di Stato, Sentenza n. 8472/2019 disponibile al link: https://www.giustizia-amministrativa.it/-/utilizzo-degli-algoritmi-nel-procedimento-amministrativo.
19 D.lgs. 82/2005, disponibile al link https://www.agid.gov.it/it/agenzia/strategia-quadro-normativo/codice- amministrazione-digitale
20 L’intelligenza artificiale e la produttività nella risoluzione delle controversie, Tribunale di Firenze, 2018, visionabile al link http://lvi2018.ittig.cnr.it/slide/II.C.Frosini_CRF/ 02RIZZO.Intelligenza%20artificiale%20e%20predittivit%C3%A0%20nella%20risoluzione%20delle%20controversie-%2011%20ottobre%202018.pdf
21 Progetto “Prevedibilità delle decisioni” – Schede tematiche della giurisprudenza consolidata della terza sezione civile della Corte di Appello di Bari, 2016, visionabile al link https://www.giustizia.bari.it/buone_prassi_4.aspx
22 Convenzione tra Scuola Sant’Anna e Tribunale di Genova, visionabile al link https://www.santannapi- sa.it/it/news/locchio-della-tecnologia-sulla-giustizia-di-genova-unintelligenza-artificiale-potra-prevedere
23 Presentazione del progetto di massimazione delle sentenze giuslavoristiche dei Tribunali del Veneto e della Corte di Appello di Venezia, 2019, visionabile al link https://www.corteappello.venezia.it/index.php/progetto-di-massimazione-delle-sentenze-giuslavoristiche-dei-tribunali-del-veneto-e-della-corte-d-appello-di-vene- zia_256.html
24 Convenzione Giustizia Predittiva, Corte di Appello di Brescia, 2018, Art. 1 Corte di Appello di Brescia, Tribunale ordinario di Brescia e Università degli Studi di Brescia realizzano il progetto “Giustizia Predittiva” con la finalità di fornire a operatori del diritto e utenti la durata prevedibile di un procedimento su di una data materia societario, industriale, fallimento, procedure concorsuali, appalti, contratti bancari, decreti ingiuntivi per recupero crediti, licenziamenti, contributivo, infortunistica sul lavoro e gli orientamenti esistenti nei diversi uffici a partire dal Tribunale e dalla Corte di Appello di Brescia, visionabile al link http://www.giustizia.brescia.it/allegatinews/A_18592.pdf
Bibliografia
Bower, J.L. – Christensen, C.M., Distruptive Technologies: Catching the Wave, in Harvard Business Review, 1995.
Castelli-Piana, Giustizia predittiva. La qualità della giustizia in due tempi, in Questionegiustiza.it, 2018.
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Doubleday Anchor, Garden City, NY, 1954. Tr. it. Introduzione alla Cibernetica. L’uso umano degli esseri umani, D. Persiani, Bollati Boringhieri, Torino, 1970.
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Wiener, N. The Human Use of Human Being: Cybernetics and Society, Mifflin, Houghton, 1950, sec. ed., Doubleday Anchor, Garden City, NY, 1954. Tr. it. Introduzione alla Cibernetica. L’uso umano degli esseri umani, D. Persiani, Bollati Boringhieri, Torino, 1970.
FONTE: http://www.salvisjuribus.it/predictive-lalgoritmo-che-condanna/
Nuove ordinanze anti-assembramenti in arrivo (anche nelle zone gialle)
11 Novembre 2020 –
Da Nord a Sud, sindaci e governatori si preparano a emanare nuove ordinanze che riguardano piazze, centri storici e aree costiere, presi d’assalto soprattutto nel weekend.
Vietato fermarsi e sedersi sulle spiagge, sui lungomari, nelle piazze e nei centri storici; accesso ai parchi e ai giardini comunali con prenotazione. Sono solo alcune delle nuove restrizioni in arrivo a Palermo per contenere i contagi.
Il 10 novembre il sindaco Leoluca Orlando ha annunciato una nuova ordinanza anti-assembramenti per contrastare l’aumento preoccupante dei casi Covid in città. “Noi rischiamo, in mancanza di strutture sanitarie adeguate, di non potere contenere l’aumento dei contagi. Ci sono zone d’Italia dove proprio per la carenza di strutture sanitarie sufficienti e adeguate è stata dichiarata la zona rossa”. La Sicilia si trova in zona arancione, e le preoccupazioni del sindaco palermitano sono più che lecite.
Anche altre Regioni e città italiane, pur appartenenti alla zona gialla, si starebbero preparando a emanare simili provvedimenti. Ecco chi ha annunciato ordinanze anti-assembramenti in aggiunta alle misure già in vigore.
Stretta anti-assembramenti a Palermo: l’ordinanza
L’ordinanza che sta per essere firmata dal sindaco Orlando prevede il divieto di stazionamento in tutto il centro storico e nei quartieri Libertà e Politeama tutti i giorni dalle 16 alle 22, e il sabato e la domenica per l’intera giornata.
Per il weekend lo stesso provvedimento è esteso alle aree costiere. Si potrà passeggiare, mettersi in fila per entrare nei negozi ma non ci si potrà fermare o sedere.
Il provvedimento, che entrerà in vigore venerdì 13 novembre, prevede inoltre lo smart working fino al 100% negli uffici comunali, la riattivazione del sistema di prenotazione per entrare nei giardini e nei parchi comunali, e la possibilità di chiudere le scuole se le autorità valuteranno rischiosa l’attività di didattica in presenza. I mercati rionali non verranno chiusi, ma saranno monitorati costantemente dalle forze dell’ordine per contrastare soprattutto l’abusivismo.
Roma, nuova stretta anti-assembramenti nel weekend
Sulla stessa direzione sembra andare Roma, dove la situazione contagi e terapie intensive non è allarmante ma a preoccupare sono gli assembramenti. Le immagini dei lungomari e delle spiagge di Ostia che, complice il bel tempo, vengono presi d’assalto nel weekend, così come quelle delle persone riversate in centro o nei locali per gli aperitivi anticipati, hanno messo in allerta le autorità. I vertici della Prefettura stanno valutando come intervenire e se sia il caso di mettere una stretta anti-assembramenti in vista del prossimo fine settimana. L’intenzione, almeno nell’immediato, è di inasprire i controlli nelle zone e nelle piazze più affollate nel weekend.
“Stiamo facendo uno sforzo enorme per la tenuta del sistema ospedaliero, ma se i comportamenti sono questi prevedo che rapidamente andremo incontro a un peggioramento”, ha commentato l’assessore alla Sanità del Lazio Alessio D’Amato. “La rete ospedaliera, già sotto stress, non può tenere all’infinito e l’arma che abbiamo a disposizione più forte è quella del rigore nei comportamenti. Ancora non si è capito che bisogna stare a casa ed evitare affollamenti”.
Virginia Raggi ha già posto sotto coprifuoco le zone della movida, come Campo de’ Fiori, piazza Trilussa, la piazzetta di Monti, via Pigneto e via Pesaro, ma questo non potrebbe essere sufficiente.
Veneto ed Emilia Romagna
Anche in Emilia Romagna, zona gialla ma che potrebbe presto diventare arancione, starebbero per entrare in vigore limitazioni sulle uscite. Il presidente Bonaccini ha infatti annunciato di star valutando un’ordinanza con misure anti-assembramenti.
Sulla stessa direzione il suo collega del Veneto Luca Zaia, che, dopo aver ricordato che “essere in zona gialla non vuol dire poter far festa”, ha dichiarato di essere al lavoro insieme ad altri presidenti delle Regioni gialle confinanti per adottare misure volte a tenere sotto controllo gli assembramenti. Una nuova ordinanza dovrebbe arrivare entro giovedì, per entrare in vigore dalla mezzanotte di venerdì. Sui contenuti dei provvedimenti le bocche restano cucite.
FONTE: https://www.money.it/Nuove-ordinanze-anti-assembramenti-in-arrivo-ecco-dove
La diffusion en direct des procès juridiques constitue-t-elle une attente aux libertés fondamentaux?
FONTE: https://www.instagram.com/p/CHZqyjcHssV/?igshid=xjh6cmq6fbaq
IMMIGRAZIONI
VIDEO QUI: https://twitter.com/i/status/1326160653187502081
FONTE: https://twitter.com/IlPrimatoN/status/1326160653187502081?s=09
PANORAMA INTERNAZIONALE
10 PROCURATORI STATALI CON TRUMP, CONTRO LA PENNSYLVANIA.
Opposizione al conteggio delle schede in ritardo
Novembre 11, 2020 posted by Giuseppina Perlasca
I procuratori generali del Missouri, Alabama, Arkansas, Florida, Kentucky, Louisiana, Mississippi, South Carolina, South Dakota e Texas hanno presentato ricorso in appoggio nel caso Partito Repubblicano della Pennsylvania contro Boockvar, che contesta la decisione della Corte Suprema di quello stato, presa a fine ottobre, che consentiva il conteggio delle schede che arrivano dopo il giorno delle elezioni – nonostante, come osserva The Federalist – le leggi statali impongano il contrario.
“Elezioni libere ed eque sono la pietra angolare della nostra Repubblica ed è uno dei motivi per cui gli Stati Uniti sono l’invidia del mondo”, ha detto il procuratore del Missouri Eric Schmitt in una conferenza stampa del lunedì. “Dobbiamo assicurarci che ogni voto legale venga conteggiato in modo che ogni voto illegale non venga conteggiato”.
Il giudice associato Samuel Alito Jr. ha già accolto la richiesta del Partito Repubblicano della Pennsylvania e ha temporaneamente ordinato a tutte le contee di segregare le schede elettorali arrivate dopo le 20.00 del giorno delle elezioni, per poterli eventualmente scartare, ma la causa è ancora pendente presso la massima corte.
L’auspicio degli avvocati è che, presentandosi come “Amici della Corte” e dimostrando un “forte interesse” per le ramificazioni della potenziale decisione della Corte Suprema, possano ottenere un interessamento ed una sentenza della Corte stessa rendendola, in un certo senso, obbligatoria.
“Le azioni intraprese dalla Corte Suprema della Pennsylvania sono uno degli abusi di autorità giudiziaria più incredibili che abbia mai visto nei miei quattro anni e più come procuratore generale”, ha detto il procuratore dell’Oklahoma Mike Hunter.
di Gianmarco Landi -10 NOVEMBRE 2020
Una malinconica canzone di Sergio Endrigo, cantava queste strazianti parole: ‘La festa, appena cominciata, è già finita‘ e quasi singhiozzando continuava ‘il cielo non è più con noi…‘. Mentre Biden e Harris si lanciavano nella sarabanda di festeggiamenti della vittoria spacciata dal Cartello della droga mediatica, Donald Trump andava a giocare a golf, sicuro del fatto suo, e che i colpevoli avrebbero pagato il prezzo della frode commessa. I ‘drogati’ da TV e giornali, vivendo una realtà alterata, fatta di illusioni, ipocrisie e finzioni, rimarrano sbalorditi quando capiranno che il 100% di quanto affermato all’unisono da TV e giornali, è una gigantesca bugia. Ieri sera, in piena notte da noi, il Presidente USA ha dato l’indirizzo di procedere con pugno di ferro contro queste azioni fraudolente, e perciò il procuratore generale dello Stato Federale, William Barr ha a sua volta dato input a tutti i pubblici ministeri di indagare sui brogli elettorali, conferendogli il potere di procedere con le manette, al fine di sventare le evidenti truffe elettorali.
https://www.nytimes.com/2020/11/09/us/politics/barr-elections.html
Trump ieri ha anche cambiato il Ministro della Difesa (Segretario) licenziando in tronco Mark Esper, così trasferendo il potere di muovere l’Esercito ad un suo uomo di strettissima fiducia, per il fine di abilitarsi nel senso di poter mandare agevolmente, se fosse necessario, un battaglione di uomini per andare a ‘schiaffeggiare’ un qualche governatore o segretario di Stato smaniosamente eversivo, nonchè rispondere con l’Esercito in strada qualora gli intenti criminali delle organizzazione sovversive di George Soros lo richiedessero, e probabilmente succederà. Queste due fortissime mosse di Trump hanno spento la musica della festa di Biden, perchè quasi tutti in America ieri hanno capito che è solo dopo aver contato i voti legali che si potrà ufficializzare il presidente Donald Trump. La festa appena cominciata, è già finita, e il Cielo è contro i Dem…canterebbe Sergio Endrigo! Non siamo nemmeno a martedì e la situazione è stata ribaltata, perchè in soccorso di Trump, come vi avevo anticipato domenica, è andato lo speaker della maggioranza del Senato dichiarando in aula nel senso di ‘patrocinare’ l’azione del poderoso staff di legali di Trump, che sin dalla mattina di ieri aveva ‘mitragliato’ di cause tutti gli staterelli in cui si erano allestiti questi brogli. Come se ciò non bastasse, a soccorso del Presidente in carica, sono arrivati subito il Governatore dell’Ohio e quello della Florida, i quali hanno fatto causa al Governo della Pennsylvania accusando i vertici di questo Stato di essere organizzatori di frodi, in modo da elevare lo scontro legale a livelli istituzionali e quindi portare direttamente i faldoni Trump vs Biden sul tavolo della Corte Suprema. Nella più alta assise giudiziaria americana siedono 9 magistrati nominati, come il Papa, a vita. Qui c’è un presidente repubblicano con il dovere di essere superpartes, ma ci sono altri 5 giudici che sono repubblicani, di cui 3 nominati da Trump, e gli altri 2 nominati dai due presidenti Bush. Tra questi due nominati dai Bush, il giudice Saul Alito ha già strattonato personalmente le orecchie alla Pennsylvania, firmando un ordine ingerente durante lo spoglio, che è stato molto importante perchè ha fatto capire a tutti da quale parte stesse. L’altro giudice dei Bush è invece una vera e propria leggenda, perchè trattasi di Clarence Thomas, il cattolicissimo. In molti lo ricorderete nei tanti film che Hollywood gli ha tributato, per farsi perdonare alcune pesanti cattiverie fattegli dai Dem. Su youtube lo troverete sottotitolato in italiano, mentre piagnucolava in commissione Giustizia Senato nel 1991, dopo essere stato mortificato per mesi dai giornalisti e dalle dichiarazioni di Joe Biden in particolare. Il sedicente ‘Presidente’ USA eletto dai media mainstream, fu il principale persecutore personale di Thomas, al fine di farlo rinunciare alla nomina in Corte Suprema, quando lui era il presidente della commissione Giustizia del Senato. Ventinove anni fa tutti i media democratici ammannirono un linciaggio vergognoso accusando Thomas di essere un molestatore di donne, un pervertito, un viscido approfittatore di colleghe di studio, un essere abietto, per farla in breve. In realtà si tratta di un autentico uomo buono di umili origini, discendente da bis nonni schiavi, cioè un colored affermatosi nello studio del diritto grazie a borse meritate e ai sacrifici di modesti genitori, che lo tirarono su con la dignità dei ferventi cattolici, il motivo per il quale ai Dem questo Thomas non piaceva proprio. Il malcapitato giurista si mise a piangnucolare dinanzi alle telecamere in Senato, e singhiozzando dimostrò con le lacrime e la voce rotta dalle emozioni, la pesantezza della persecuzione mediatica patita. La resa in Senato di Thomas davanti ai media fu così tanto sincera, che i Dem d’abbrivio continuarono a compiacersi del lavoro ben fatto dinanzi alle telecamere. Alcuni video su youtube ritraggono il senatore Biden, con algido sguardo sprezzante, mentre gongola dinanzi alla resa del quarantenne uomo di colore distrutto, che parla a microfono della moglie traumatizzata e soprattutto di sua madre, a letto ammalatasi per la vicenda che aveva così tanto infangato la reputazione onorata di suo figlio e della sua famiglia. Thomas si arrese a Biden e alle logiche della politica, ma l’America Great invece no! Ci fu un sussulto da parte della pancia della Nazione, e i repubblicani furono costretti a fare quadrato ratificando la nomina di Thomas a furor di sdegno a stelle e strisce. Sono passati 29 anni da allora, e di acqua ne è passata sotto i ponti. Ma ora tra i 9 giudici della Suprema Corte, il più anziano tra i repubblicani, c’è quello che potrebbe avocare a sè l’onere e il privilegio di redigere l’atto su cui scrivere le parole definitive sullo scontro Trump e Biden: Clarence Thomas. Parlare di Karma di ritorno o di un giudice in Corte Suprema il cui calvario, suo e della sua famiglia, è stato necessario per dargli una veste divina, da ‘Angelo della Morte’ (dei Dem e dei Media) è davvero appropriato !
Ed infatti le certezze dei Dem sono iniziate a scricchiolare sin da ieri sera. La Cnn ha subito tolto gli 11 grandi elettori dell’Arizona dal novero di quelli in favore di Biden, retrocedendolo a 279 (+9 da quota minima). Stamattina il sito Real Clear Politics ha tolto oltre all’Arizona pure la Pennsylvania, sancendo che Trump ha sempre avuto ragione, perchè non è più nemmeno comprensibile come sui media Biden possa apparire un legittimo vincitore, fermo restando che apparire sui media non significherà mai essere.
Andrò avanti in questo articolo, ma chiedo a tutti i trumpiani come me, di iniziare a coltivare un senso di pietà e compassione verso tutti i beoti vittime del mainstream, perchè nel giro di qualche giorno tutti loro saranno traumatizzati da dissonanze cognitive che li disorienteranno, li innervosiranno e li deprimeranno mortificando il loro orgoglio personale. Non è colpa loro, ma delle sostanze stupefacenti che il Cartello della droga mediatica ha spacciato. Siate misericordiosi con tutti i beoti, mi raccomando.
Il presidente Trump sarà presidente e non c’è una sola possibilità che Biden lo possa diventare. La credibilità dei media sarà fotografata da 1 a 10 per quello che è: lo zero assoluto da una parte; il 10 dall’altra, nel senso di supportare i criminali a tutti i costi! Dovete sapere che se anche le controversie legali dovessero durare molte settimane e, per assurdo, la Corte Suprema non si esprimesse in maniera definitiva delegittimando il candidato del Cartello mediatico, comunque la scelta dei grandi elettori passerebbe alle assemblee legislative dei 7 stati in sospeso. Dovete sapere che Trump avrebbe comunque in pugno la situazione perchè in 6 su 7 di queste assemblee, la maggioranza è Repubblicana. Non c’è quindi una sola concreta possibiltà che Trump possa essere fregato, perchè i repubblicani non possono emanciparsi da un ‘leone’ che ha la gran parte dei voti, e se per una mera ipotesi lo facessero, sarebbe il loro suicidio politico. Nessuno di loro sarebbe più eletto nemmeno in un consiglio di contea, perchè Trump farebbe un partito maggioritario.
Tuttavia credo che Trump oggi voglia molto di più che vincere, cioè stravincere ovunque: in Georgia, in Carolina del Nord, in Wisconsin, in Michigan e forse addirittura in California. Se Trump decisesse di affondare il colpo chiedendo, con calma, la verifica del voto postale con il watermark, i Dem sarebbero delegittimati in tutte le istituzioni americane. Fonti riservate mi riferiscono che i repubblicani stimano 3/4 del voto postale espresso su schede false, in una misura del 99% imputabile a Biden. Potendo essere queste illegalità comprovabili, i Dem sarebbero senza voti, e quasi sicuramente non terrebbero più nemmeno a New York e in California.
Ma passiamo alle note ancora più dolenti e laceranti per i democratici. In America da giorni sanno tutti che il marito di Nancy Pelosi detiene la maggioranza delle azioni dell’azienda che ha creato il software Dominion usato per il conteggio dei voti in molti stati e in tutti quelli swingstate (indecisi). La Clinton Foundation fa parte di questa società come socia di minoranza, ed ha apportato il software affinchè fosse reso disponibile agli stati per velocizzare i conteggi. Il software ha avuto strani ‘glitch’, attribuendo ai democratici molti voti espressi per Trump, e questa è una ulteriore scoperta che li ammazza politicamente. Sono diffusissimi in rete spezzoni televisivi dove si vede Trump retrocedere nelle somme progressive in valori assoluti a vantaggio di Biden, e questo perchè tutti i media sono collegati a questo software.
https://www.thegate -xxx- waypundit.com/2020/11/breaking-exclusive-system-glitch-also-uncovered-wisconsin-reversal-19032-votes-removes-lead-joe-biden/?utm_source=Twitter&utm_medium=PostTopSharingButtons&utm_campaign=websitesharingbuttons
Il software fraudolento era molto ben congegnato ma i parametri e le schede false, tenute già pronte alla bisogna di dover rinforzare Biden, non tarati in misura sufficiente, perchè i democratici avevano sottostimato il forte consenso di Trump, specie nelle zone “blu” dove in Pennsylvania, ad esempio, nella notte si era staccato da Biden con una doppia cifra. L’algoritmo settato su certi parametri per la trasformazione ‘intelligente’ dei voti e la cartaccia delle schede illegali e giustificative, si erano dimostrati insufficienti, e allora di notte sono stati costretti a mandare a casa i rappresentanti di lista repubblicani prendendoli in giro o a calci in culo, a seconda dei casi, per rimanere solo loro ad aggiustare lo spoglio.
https://www.breit -xxx- bart.com/politics/2020/11/04/chairman-of-ga-gop-fulton-county-told-observers-to-leave-continued-to-count-ballots-in-secret/
All’alba sono arrivate in molte città, come Detroit e Philadelfia, molti furgoni che hanno scaricato scatole piene di schede illegali, e così gli scrutatori del voto postale, scelti dal Governo Statale e dai dirigenti delle Poste (controllata dalla House a maggioranza Dem), si sono messi a sostituire i voti. Da parte tenevono la necessaria ‘buccia’ del voto (la busta ha un codice a barre collegato alla e mail di richiesta), e dentro nel conteggio buttavano la scheda illegale pro Biden, che non sapevano però non essere marcata in maniera collegata al codice a barra della busta, perchè la filigrana non è visibile dall’occhio umano. Le schede illegali avevano crociata solo la casella di Biden e avevano tralasciato quella relativa a Camera e Senato (dove si votava), per silurare solo Trump e farlo abbandonare dai repubblicani senza fare troppo ‘arrabbiare’ il partito avversario, anche se in qualche zona del Michigan pare che la ‘manina’ sia scappata pure su qualche voto al Senato. Questo genere di voti solo sul Presidente è normalmente attestato attorno al 3%, ma in questa tornata i voti solo per Biden sono stati circa il 19%, quindi la truffa è concettualmente visibile anche senza il lettore di scritte a isotopi non radioattivi.
https://trea-xxx- son.news/2020-11-06-pennsylvania-election-worker-caught-filling-out-ballots.html
Per questo motivo in alcuni stati i grafici dei voti disegnati con i flussi di voti arrivati, segnano una impennata perpendicolare per Biden, rivelatrice della frode colossale. E sempre per questo motivo, temporaneamente in alcuni stati sono risultati più voti che elettori registrati, come ha anche detto dall’Italia Salvini, venendo sbertucciato ingiustamente. Basta osservare i dati contea per contea in tutti gli stati in cui lo scrutinio non è chiuso, per accorgersi che ci sono pasticci tuttora a 7 giorni dalle votazioni, perchè alla percentuale di scrutinio dello stato (esempio 98%) corrisponde una media percentuale di scrutinio delle contee ponderata alla loro grandezza, inferiore (esempio 96%), e ciò significa che nella confusione non sono rusciti a far collimare la somma dei voti postali e quelli fisici, con il totale delle registrazioni relative, contea per contea. Per questo motivo la Pennsylvania, che prima del blocco notturno vedeva Trump ben 12 punti sopra, ha avuto necessità di fare pasticci con timbri postali retrodatati al fine di far quadrare tutto ampliando il numero di registrati, ma alla fine della fiera si sono ‘incartati’. In Georgia, ad esempio, in una contea dove Biden avrebbe vinto con oltre 350 mila voti rispetto a 125 mila di Trump, risultato folle guardando ai dati storici, sarebbe accaduta l’esplosione ‘provvidenziale’ di un tubo dell’acqua causante il deterioramente del materiale elettorale (in Georgia i repubblicani amministrano la Giustizia dello Stato, e gli scrutatori pasticcioni di questa contea che avessero avuto le mani zuppe di inchiostro dei timbri postali, altrimenti sarebbero finiti nei guai).
Di tutto ciò Trump era a conoscenza in tempo reale, perchè era tranquillamente seduto in una poltrona nella Eisenhower room della Casa Bianca, con uno staff di intelligence informatica che monitorava i percorsi di tutte le schede legali collegate via satellite ad un A.I., una informazione che i vertici Dem ovviamente non avevano. Le scritte ad isotopi non radioattivi sono rintracciabili via satelliti e i loro movimenti sono stati seguiti ed elaborati da un computer ad Intelligenza Artficiale che ha prodotto output attraverso cui si poteva comprendere quello che stava succedendo, cioè quali schede effettivamente arrivavano ai seggi dopo aver peregrinato via posta, e quali siano state sortite da richieste e mail e registrazioni fittizie, anche da parte di decine di migliaiai di defunti. I Dem avevano sottovalutato il loro nemico, che non aveva dato loro scampo, ma questo non lo sapevano.
Ogni persona onesta dovrebbe riconoscere che se i democratici fossero stati sicuri di avere la vittoria in tasca onestamente, come narravano i sondaggi fake news, non solo non avrebbero terminato lo scrutinio improvvisamente quando Trump era avviato a vincere, ma non avrebbero fatto brogli palesi e pasticci tuttora in essere. I Dem controllano il ramo della Camera del Congresso e avendo in mano l’amministrazione della burocrazia avevano più peso organizzativo in raccordo con gli apparati dirigenziali dei vari stati. Inoltre, se i Dem avessero avuto una vera possibilità di vincere, non avrebbero indetto una festa di compleanno prima del giorno in cui la torta e le candeline sarebbero potute comparire, a meno che non sapevano già che la torta non sarebbe mai arrivata.
In conclusione, tutti noi complottisti ci prendiamo gli insulti da chi ci definisce pazzi visionari, perché stiamo dicendo una verità inequivocabile: in America sta succedendo un’apocalisse e i Dem, i loro grandi banchieri e i loro media, ne usciranno distrutti.
E’ di tutta evidenza che i Dem, capendo che avrebbero perso nonostante milioni di voti comprati per voto postale ‘onestamente’ pagato, sono andati nel panico e hanno deciso di buttarla in caciara, prima per provare a buttare giù Trump isolandolo, e poi nel caso di un Trump protetto dai repubblicani, cercare di illudere il proprio elettorato e motivarlo a difendere Biden in strada. Gli estremisti radical, quando capiranno che Trump sarà riconfermato, si berranno la sciocchezza mediatica di Trump il golpista? Così i Dem tenterebbero disperatamente di scatenare una guerra civile? Quando le ‘verità nascoste’ sulle élite della Globalizzazione saranno pubbliche, non ci sarà una guerra civile, tuttavia nella evenienza, il Segretario alla Difesa e l’esercito più forte e preparato del Mondo, saranno sicuramente pronti. Trump ha dato prova di non essere il tipo che si occupa dei suoi nemici senza trascurare il Diavolo nascosto nei dettagli.
Ai Dem e ai loro alleati in Europa non resta che la malinconia e cantare tutti insieme singhiozzando Sergio Endrigo: la festa, appena cominciata, è già finita…
FONTE: http://www.notiziedalparlamento.it/?p=1544&fbclid=IwAR1jPVJxkGb5_ERxXT98_l-cnxIaXqdiAEGMF5zf1BIB6Y2Fu1wXurJz2fo
Operazione aculeo
Oh come vorrei che David D’Amico avesse ragione quando scrive:
“La CIA Homeland Security ha lanciato la più grande “Sting operation” elettorale 6 ore fa.
Oltre 500 unità d’élite si sono spostate in tutti i depositi di conteggio delle schede elettorali a livello nazionale per fare la guardia a tutte le schede stampate.
Sono state TUTTE stampate con filigrane QFS-BLOCKCHAIN (codice infrangibile) Ciascuna scheda è appositamente marcata (watermark).
Finora 14 milioni di schede elettorali sono state sottoposte a uno scanner laser in 5 stati diversi e il 78% sono risultate false [NO watermark].
Il 100% di queste schede FALSE erano tutte per Biden!
Sarà interessante nei prossimi giorni!
Questa è la genialità di Donald Trump e del suo team.
Hanno messo una “filigrana invisibile” sulle schede elettorali e non l’hanno detto a nessuno.
Ora la Guardia nazionale sta entrando con apparecchiature “a infrarossi” e può leggere facilmente quali schede sono vere e quali sono false, e stanno facendo un riconteggio.da James Sheets:LA FILIGRANA sulle schede elettorali ufficiali !! Le schede originali sono anche registrate su una “blockchain QFS” per prevenire le frodi. 12 stati sono stati “presi di mira!”La Guardia Nazionale è stata schierata in 12 stati: Alabama, Arizona, Pennsylvania, Colorado, Texas, Wisconsin, Tennessee, Washington, Virginia, Delaware, Illinois e Kentucky e ora stanno contando le schede ufficiali !!!!Il DEMS è caduto nella trappola di questa operazione (chiamata Sting Operation = Operazione Puntura) e TRUMP ha tutto !! Questa FRODE sarà esposta agli occhi di tutto il mondo! E non è fantastico come l’incredibile nuovo giudice della Corte Suprema “Amy” sia stata nominata / confermata proprio prima di queste elezioni? … In modo che possa giustamente occuparsi degli affari di … frode elettorale …Oh e questo è solo l’inizio dei tempi epici che ci attendono!”IL BELLO DEVE ANCORA VENIRE!
FONTE: https://buseca.wordpress.com/2020/11/10/operazione-aculeo/
POLITICA
A differenza di altri leader mondiali, Netanyahu aspetta per congratularsi con Biden
Barak Ravid , autore di da Tel Aviv
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha taciuto sulle elezioni americane e, a differenza di molti leader mondiali, non si è ancora congratulato con il presidente eletto Joe Biden.
- L’ufficio di Netanyahu ha anche chiesto ai ministri del Likud di sottolineare nelle interviste che Israele spera che l’amministrazione Biden continui a promuovere la normalizzazione tra Israele e gli stati arabi e mantenga una politica dura nei confronti dell’Iran.
- L’ufficio del primo ministro vuole anche essere sicuro che Biden non revochi decisioni di Trump come il riconoscimento della sovranità israeliana sulle alture del Golan o il trasferimento dell’ambasciata degli Stati Uniti a Gerusalemme.
FONTE: https://www.maurizioblondet.it/a-differenza-di-altri-leader-mondiali-netanyahu-aspetta-per-congratularsi-con-biden/
Joe Biden ha sostenuto tutte le guerre intraprese dagli USA negli ultimi 40 anni. Il caso della Serbia
Oggi molte persone ricordano l’Iraq, alcuni hanno un’idea sugli eventi dell’Ucraina. Ma la Serbia, che li ha preceduti, è fuori dallo schermo radar della maggior parte degli Italiani.
Come senatore negli anni ’90, Joe Biden è stato uno dei più ferventi sostenitori dell’azione militare statunitense contro i serbi durante lo scioglimento della federazione jugoslava, prima in Croazia (1991-95), poi in Bosnia (1992-95), e poi nella provincia serba del Kosovo (1998-1999). (Come è stato detto di altri come Hillary Clinton e il defunto John McCain, Biden evidentemente non ha mai incontrato una guerra che non gli piacesse. Insieme a Hillary, nel 2003 Biden ha contribuito a sferzare i voti dei Democratici al Senato per la guerra Bush-Cheney in Iraq. ) Biden ha continuamente chiesto agli Stati Uniti di bombardare, bombardare, bombardare i serbi mentre (prefigurando il sostegno dell’amministrazione Obama-Biden ai terroristi della jihad in Libia e Siria, che alla fine ha portato alla comparsa dell’ISIS) ha spinto con successo l’invio di armi al regime islamista in Bosnia e poi agli Stati Uniti per armare il gruppo islamo-narco-terrorista noto come “Esercito di liberazione del Kosovo” (KLA ).
Joe Biden è stato lo sponsor principale dell’autorizzazione della guerra in Kosovo del marzo 1999 per un’azione militare contro Serbia e Montenegro, S. Con. Ris. 21. La successiva operazione aerea della NATO di 78 giorni ha avuto scarso impatto sulle forze armate serbe, ma ha devastato le infrastrutture del paese e ha ucciso centinaia di civili. (Anche adesso, più di 20 anni dopo, la Serbia soffre di livelli elevati di cancro attribuiti alle munizioni all’uranio impoverito .) Ma per Jihad Joe anche quella non era una punizione sufficiente per le persone che demonizzava come ” analfabeti degenerati, assassini di bambini, macellai e stupratori . ” Nel maggio 1999, al culmine dell’attacco aereo della NATO, ha chiesto l’introduzione di truppe di terra statunitensi (“dovremmo annunciare che ci saranno vittime americane”) seguite da “un’occupazione in stile giapponese-tedesca “.
Alla fine i bombardamenti cessarono nel giugno 1999, quando l’allora uomo forte serbo Slobodan Milošević acconsentì all’occupazione internazionale temporanea del Kosovo a condizione che la provincia rimanesse parte della Serbia, come codificato nella risoluzione 1244 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Era una promessa che gli Stati Uniti e La NATO, per non parlare della loro concubina dell’Unione Europea (UE), non aveva intenzione di mantenere. Sotto il naso dell’occupazione NATO, i teppisti dell’UCK apparentemente smobilitati hanno avuto praticamente libero sfogo per terrorizzare la popolazione serba, due terzi dei quali furono cacciati insieme a ebrei e rom, il resto si rifugiò in enclave dove rimangono fino ad oggi. Chiese e monasteri cristiani ortodossi, molti dei quali vecchi di secoli, erano obiettivi particolari per la distruzione e la profanazione. Ai comandanti dell’UCK – che erano anche i boss della mafia albanese del Kosovo che trattava schiavi del sesso, droga, armi e persino organi umani – furono affidati all’amministrazione locale.
Nel 2007 il senatore Biden ha elogiato il nuovo ordine come una “vittoria per la democrazia musulmana” e “un esempio tanto necessario di una partnership di successo tra USA e musulmani”. Un anno dopo, l’amministrazione Bush ha cercato di completare il lavoro speronando l’indipendenza del Kosovo in palese violazione dell’UNSCR 1244 e nonostante le forti obiezioni russe. Ma invece di risolvere qualsiasi cosa, il risultato è stato un conflitto congelato che persiste oggi, con circa la metà degli Stati membri delle Nazioni Unite che riconoscono il Kosovo e l’altra metà no. Presentandosi come il “paese” [sic] più filoamericano del mondo , lo pseudo-stato del Kosovo è diventato un terreno di reclutamento privilegiato per l’ISIS .
Ma ehi, gli affari andavano bene! Proprio come in Iraq, i politicamente ben collegati, compresi gli ex funzionari strumentali all’attacco alla Serbia e all’occupazione del Kosovo, si sono riversati nella provincia alimentati da sontuosi sussidi di aiuti da Stati Uniti e UE, che per un po’ hanno reso il Kosovo uno dei più grandi “paesi” beneficiari di assistenza pro-capite estera nel mondo. Uno di questi avvoltoi era l’ex segretario di Stato Madeleine Albright, imprenditrice, un importante motore della politica ostile dell’amministrazione Clinton. Albright ha cercato di incassare centinaia di milioni di dollari sulla vendita della società di telefonia mobile PTK, originariamente una società statale jugoslava che è stata “privatizzata” (cioè, rubata) nel 2005 come società per azioni, ma che in seguito ha abbandonato la sua offerta quando ha attirato pubblicità indesiderata. A caccia delle ricchezze del Kosovo c’era anche l’ex comandante supremo della NATO e capo operativo della guerra in Kosovo, il generale Wesley Clark, che secondo quanto riferito ha messo alle strette una quota importante delle risorse di carbone della provincia occupata nell’ambito di un affare che sembra essere svanito dal controllo pubblico sin dalla prima segnalazione. nel 2016.
Al momento sembra non esserci alcuna pistola fumante di un pagamento diretto della famiglia Biden, in Ucraina, ma c’è una possibile traccia tramite il compagno di Burisma di Hunter Devon Archer e Il collega di Archer, John “Yanni” Galanis , che a sua volta è collegato ai massimi politici albanesi del Kosovo. In ogni caso, il clan Biden sembra aver prestato molta attenzione al Kosovo per non avere skin nel gioco. Il defunto figlio di Joe e procuratore generale del Delaware, Beau, ha lavorato in Kosovo dopo la guerra per formare i pubblici ministeri locali come parte di una missione “Stato di diritto” dell’OSCE (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) (certamente un grande compito in un pseudo-stato), per il quale una strada è stata intitolata a lui vicino alla massiccia base americana Camp Bondsteel . Con Hunter a disposizione per la cerimonia di nomina, Joe Biden ha colto l’ occasione per esprimere le sue “condoglianze” alle famiglie serbe che hanno perso i propri cari nell’assalto aereo della NATO – di cui era uno dei principali sostenitori.
Tornando all’incipiente colpo di stato che deve affrontare gli Stati Uniti, non dovrebbe esserci illusione che la posta in gioco nello scenario che si sta aprendo per la rimozione di Donald Trump non sia solo la sua presidenza. Ricorda, abbiamo a che fare con predatori e spazzini che sono felici di bruciare la vecchia e malvagia America finché possono raggiungere il potere totale e continuare a piumare i loro nidi comodi. A meno di una schiacciante vittoria di Trump di un margine troppo grande per essere dirottato, siamo diretti verso uno stato di cose distopico.
Se riescono a rimuovere Trump, ” con ogni mezzo necessario “, e Joe Biden prende il timone, possiamo anticipare uno stuolo di incaricati guerrafondai globalisti che fanno sembrare la squadra di Trump discepoli del Mahatma Gandhi. Tra i nomi fluttuanti come Nicholas Burns , Antony Blinken , Michele Flournoy , Evelyn Farkas e Anne-Marie Slaughter , tutti erano a bordo in Bosnia, Kosovo, Iraq, Libia, Ucraina, Siria … [NOTA: Il Consiglio Atlantico, noto come NATO Il think tank semi-ufficiale a Washington e che sarà determinante per il personale di una futura amministrazione di Joe Biden, è stato anche il beneficiario di generose donazioni da Burisma, pagatore di Hunter Biden .]
È una ricetta per guerre, cambi di regime e rivoluzioni colorate in abbondanza.
FONTE: https://www.databaseitalia.it/joe-biden-ha-sostenuto-tutte-le-guerre-intraprese-dagli-usa-negli-ultimi-40-anni-il-caso-della-serbia/
Elezioni Usa, Biden non ha vinto, TV e politici mentono: i veri risultati live
Abbiamo intervistato il dottor Francesco Filini per capire cosa sta succedendo dopo le elezioni Usa: ha davvero vinto Biden o Trump può ancora sperare?
Francesco Filini è uno studioso di economia e geopolitica, autore del libro “Il segreto della moneta. Verso la rivoluzione auritiana” e coordinatore dell’Ufficio Studi di Fratelli d’Italia.
Biden è il nuovo presidente degli Stati Uniti?
Joe Biden non è il nuovo Presidente degli Stati Uniti. Non si capisce perché gran parte degli esponenti politici di tutto il mondo abbiano iniziato a fargli i complimenti solo sulla base di proiezioni fatte dalla CNN, emittente-megafono dei Dem americani.
Ad oggi Joe Biden è stato eletto su Facebook e Twitter, piattaforme di multinazionali allergiche alla democrazia e alla libera espressione, acerrime nemiche di Trump.
Il voto postale nelle elezioni in Usa
Quanti stati sono ancora in bilico?
Attualmente abbiamo 5 Stati che ancora non sono stati ufficialmente assegnati: l’Arizona, la Georgia, l’Alaska, il North Carolina e la Pennsylvania. Biden avrebbe conquistato 256 grandi elettori, non sufficienti a raggiungere il magic number di 270 (dati aggiornati in tempo reale).
Cos’è successo con il voto postale nelle elezioni Usa?
È opportuno ricordare che la Georgia e il North Carolina sono stati tradizionalmente Repubblicani e che insieme al South Carolina e alla Florida costituiscono quel “muro del sud” che è garanzia di successo repubblicana.
Attualmente in North Carolina è in vantaggio Trump, mentre in Georgia sembra essere in vantaggio Biden. Anche l’Arizona e la Pennsylvania sono stati tradizionalmente “rossi” ma in questa fase vedono in vantaggio Biden. L’Alaska invece sarà assegnata al 100% a Trump e mi meraviglio che ancora non sia stato fatto.
Tra gli attuali 256 grandi elettori assegnati a Biden vengono conteggiati quelli degli Stati del Wisconsin e del Michigan, che insieme agli altri 5 Stati non ancora assegnati, nella notte delle elezioni americane vedevano Trump in abbondante vantaggio.
La rassegnazione dei giornalisti di casa nostra fino alle 5 del mattino lasciava presagire una clamorosa vittoria di Trump. Poi tutto si è fermato.
Quando sono partiti i riconteggi sono cominciati ad arrivare solo voti per Biden, dicono via posta, e il Michigan e il Wisconsin sono diventati blu. Questo è accaduto con il voto postale.
Se Trump si rivolgerà alla Corte Suprema, cosa può succedere a queste elezioni Usa?
Ci sono molte segnalazioni e palesi violazioni sulla procedura elettorale, tanto che – è notizia di ieri – in Pennsylvania il procuratore generale ha già autorizzato un’indagine contro i brogli elettorali.
Francesco Filini sul software di conteggio
Ma ciò di cui nessuno parla è il software di conteggio voti utilizzato in tutti gli Stati in bilico, il software “Dominion”. La software house che gestisce questo applicativo è tra i finanziatori della Clinton Foundation e utilizza componenti fatti in Cina.
Secondo i repubblicani ci sarebbero le prove che questo software abbia conteggiato male i voti spogliati, facendo risultare Biden vincitore. Questo è il motivo principale per cui Trump sta chiedendo il riconteggio.
Perché le televisioni e alcuni politici stanno dicendo che Biden ha vinto, se non è vero?
Trump ha già annunciato che vuole chiedere l’intervento della Corte Suprema e in queste settimane con un team fatto di circa 800 legali raccoglierà tutte le prove affinché ciò accada.
Fu la Corte Suprema nel 2000 a decretare la vittoria di Bush dopo il riconteggio in Florida, e lo fece dopo un mese dalle elezioni.
L’auspicio è che venga fatta trasparenza, che si riconteggino tutti i voti e che si esprima la Corte. Chi davvero è democratico non può aver paura di un riconteggio fatto alla luce del sole.
Qualcosa di simile successe anche nel 2000 quando divenne presidente Bush?
La mossa della CNN e dello staff di Biden di proclamarsi vincitore serve a screditare Trump e tutte le azioni che può mettere in piedi.
Lo si vuol far passare come uno che non ci vuole stare alla sconfitta, “un rosicone” diremmo a Roma. Ma la storia ci insegna che i Democratici hanno sempre provato a strappare la vittoria attraverso i media che controllano per influenzare l’opinione pubblica, esattamente come hanno fatto con i sondaggi falsi.
Nel 2000 gridavano alla vittoria di Al Gore, nel 2004 fecero la stessa cosa con Kerry. Poi arrivarono i risultati veri. Foto: YouTube – YouTube
Comunicatore, appassionato di politica, attualità e storia recente. Non sempre allineato ad un pensiero comune, do il mio punto di vista critico su quello che mi accade intorno.
E-mail: mauriziospezia81@gmail.com
Actual Election Map, Based On Actual Results So Far, Shows Trump Is Winning
by Joe Hoft
Based on actual results and accounting for states currently not called, still counting, recounting, under investigation or audit, or states with election issues now in the courts, President Trump is winning the 2020 Presidential Election.
Per consideration for all the states still in question, President Trump is currently winning the 2020 election.
Here is what we already know. A number of states have been called but a number are still in question. Here is a list of those in question:
Pennsylvania – although the current counts show Biden leading there is so much corruption in this state that it is likely that this state will never come to a transparent and agreed upon decision on who wins this state.
President Trump was up by 700,000 votes on election night but more than a million ballots were added since that which eventually stole the election for Biden.
The President has a clear path to victory once the illegal votes are addressed.
Wisconsin – this state as well now shows Biden in the lead but early in the morning after the election more than 100,000 votes magically appeared in Milwaukee.
The current lead for Biden is only 20,000. If these votes or the exception in the numbers in Rock County are addressed, Trump will likely win this state by a large margin.
Michigan – this state is as well full of fraud. Lawsuits are in place.
In addition there were over 100,000 votes dumped in Detroit and the lead here was stolen from Trump as well.
Once the illegal votes are eliminated President Trump has a very good chance of winning this state as well.
Georgia – this state too has much fraud. The President was winning this state on election night by 100,000 votes.
But after the election a program was put in place to basically harvest a number of ballots. Now Biden leads in this state as well.
Once the harvested ballots are thrown out, this state will go to Trump as well.
Nevada – there is much fraud here as well. Signatures were not verified on hundreds of thousands of votes.
It is likely that President Trump will win this state if any of the ineligible votes are eliminated here as well.
Arizona – no one knows what the hell is going on here.
Due to the delays in counting and recording a winner, it is likely this state is being stolen from President Trump as well. What a mess.
Alaska – this still hasn’t been called but it is clearly a red state and should have been called on Election night.
No doubt more monkey business going on here as well.
In spite of all the fraud, the President currently has more roads to win the election than Biden:
If Americans and President Trump obtain fair verdicts in court decisions, President Trump will be declared the winner. This is all now down to the courts.
FONTE: https://humansarefree.com/2020/11/actual-election-map-shows-trump-is-winning.html
In Calabria ci mancava solo Gino Strada
11 11 2020
VIDEO QUI: https://www.nicolaporro.it/zuppa-di-porro/in-calabria-ci-mancava-solo-gino-strada/
00:00 Il solito tric e trac sulle chiusure, ma state pazienti ci chiuderanno e basta.
01:30 Minzolini spiega perchè la Campania non la chiudono e i magheggi di De Luca.
02:30 Boeri e Perotti contro l’algoritmo…
04:20 Gino Strada proposto come commissario in Calabria, ma perchè?
06:20 Affidiamo la nostra spesa sanitaria in Puglia ad uno con il ciondolo israeliano. È incredibile!
08:18 Il Corriere del Virus con titolo “le terapie choc”. Toc toc: ora vi accorgete delle intensive?!
09:50 Roberto Burioni viene bacchettato dai suoi datori di lavoro, che gli dicono di farsi un giro in ospedale prima di spararle grosse. Ora come la mettiamo, non viene criticato da un no vax caro professorone?
13:15 Il vaccino non sarà come quello della polio, che ha efficacia totale, dice Remuzzi, ma è un’ottima notizia.
13:50 Il Fatto Quotidiano se la prende con Toti senza mascherina. Ma basta!
14:25 La Lamorgese parla al giornale, ma non con i colleghi europei che, secondo Repubblica, non hanno voluto l’Italia al vertice antiterrorismo.
16:00 Travaglio contro Biden solo perché ha criticato i 5Stelle.
16:50 Belpietro sfotte Veltroni che appoggia Biden, mentre Mattia Feltri smonta i soliti ardori della sinistra per il nuovo leader.
FONTE: https://www.nicolaporro.it/zuppa-di-porro/in-calabria-ci-mancava-solo-gino-strada/
SCIENZE TECNOLOGIE
Falsi morti covid, la rabbia dei parenti: perché vogliono incrementare i dati?
La triste storia dei falsi morti covid va avanti da marzo. Alcuni ricorderanno il giovane Fabrizio Marchetti. Perché, se siamo di fronte a un virus tanto potente, c’è bisogno di incrementare il numero dei decessi?
Da quando è iniziata l’emergenza covid diversi giornali locali e nazionali hanno pubblicato titoli fuorvianti.
In diversi casi hanno scritto di persone morte di covid mentre le cause erano da attribuire a ben altre patologie.
Pochi giorni fa la La tribuna di Treviso ha pubblicato un articolo con questo titolo: “Coronavirus, lutto a Codognè: non ce l’ha fatta Walter Fantuz”.
Falsi morti covid, la testimonianza di Samantha
Grazie a una segnalazione arrivata in redazione abbiamo appreso che la figlia del defunto aveva commentato e specificato che il padre non era morto di coronavirus ma per colpa di un tumore.
“Lui è mio papa – aveva scritto sotto l’articolo – è stato trovato positivo ma senza nessun sintomo legato al covid. È morto per il tumore, di certo non di covid. La sfortuna ha voluto che qualche giorno prima di morire è stato trovato positivo, dopo un tampone di routine”.
Abbiamo contattato la figlia per farci raccontare come sono andate le cose. Si chiama Samantha e ci ha confermato che il titolo non corrisponde alla realtà dei fatti.
“Mi è dispiaciuto leggere quel titolo. Soltanto all’interno dell’articolo è stato specificato che mio padre non era morto per covid. Viene menzionato il coronavirus come se lui fosse morto di quello. In realtà mio padre era già molto grave tanto è vero che, diversi mesi fa, i medici ci dissero che avrebbe vissuto soltanto per altri due mesi”.
A maggio gli era stato riscontrato un tumore all’esofago. Samantha ci ha spiegato che il padre ha contratto il coronavirus proprio all’interno della struttura ospedaliera.
“Da quando ha contratto la positività è stato abbandonato e non abbiamo più potuto rivederlo, neanche quando è morto”.
Il padre della ragazza aveva compiuto sessant’anni a marzo. Aveva vissuto per molti anni a Codognè, dove gestiva un’attività insieme alla moglie. Era molto conosciuto e stimato.
Imprenditore e appassionato di informazione; cerco umilmente di dare il mio piccolo contributo.
FONTE: https://www.oltre.tv/falsi-morti-covid-rabbia-parenti-dati/
Ecco perché bisogna preoccuparsi di un ransomware
Il ransomware Ragnar Locker colpisce ancora, stavolta il Gruppo Campari Non è la prima volta che tale minaccia si realizza e viene portata alle luci della cronaca, e gli attacchi alla sicurezza tramite ransomware sono attuali e possono comportare anche delle conseguenze per quanto riguarda la gestione della compliance GDPR.
Il problema non sarà solo il blocco operativo e la perdita economico-finanziaria conseguente, ma anche un danno reputazionale e una serie di conseguenze legali dovute, ad esempio, alla violazione degli artt. 32 e ss. GDPR per mancata gestione della sicurezza, della violazione dei dati personali, degli adempimenti relativi alla notifica all’autorità di controllo e alle comunicazioni agli interessati.
Il tipo di ransomware citato, infatti, non si limita soltanto a bloccare i sistemi andando a criptare i dati ma compie anche un’opera di esfiltrazione trasferendo le informazioni al cybercriminale. In questo modo la richiesta del riscatto è accompagnata da una c.d. proof of keeping, ovverosia la prova di detenere anche una copia dei dati con tutte le ovvie conseguenze circa l’aumento della pressione nei confronti dell’organizzazione vittima di attacco.
Per quanto riguarda l’aspetto della protezione dei dati personali, un attacco ransomware è generalmente un data breach in quanto rende indisponibili (temporaneamente o definitivamente) i dati. Tale fatto comporta certamente l’obbligo di registrazione dell’evento, e una valutazione circa gli ulteriori obblighi di cui agli artt. 33 e 34 GDPR tramite un’analisi dell’incidente, del ripristino della disponibilità e dell’impatto che tale evento può aver comportato, in concreto, agli interessati.
Qualora però vi sia, come è nell’ipotesi sopra considerata, il rischio che siano anche stati sottratti i dati c’è anche una perdita di confidenzialità per cui l’organizzazione deve procedere non solo alla notifica all’autorità di controllo ma anche alla comunicazione nei confronti degli interessati. La possibilità che si realizzino conseguenze per gli interessati nell’ipotesi di sottrazione di dati personali non può essere esclusa a priori, tenendo conto soprattutto del reimpiego dei database di dati anche di tipo comune per condurre campagne di phishing ed inviare ulteriori malware o ransomware ad esempio.
La predisposizione di misure preventive per gli attacchi di tipo ransomware rientra dunque in quelle misure adeguate e risk-based richieste dall’art. 32 GDPR in ambito di sicurezza dei trattamenti. Dal momento che un’analisi delle minacce è espressamente richiesta, l’attuale panorama di cybersecurity rende impossibile ignorare tale fonte di rischio, soprattutto nei confronti di database particolarmente appetibili per volume o qualità dei dati per cui gli obblighi di sicurezza sono ancor più stringenti in ossequio al principio di privacy by design di cui all’art. 25 GDPR.
Twitter: è stata adottata la prima decisione a norma dell’articolo 65 della GDPR
Il Comitato Europeo per la Protezione dei Dati (EDPB), organo indipendente composto dai rappresentanti dei Garanti della Privacy nazionali e dal Garante europeo della protezione dei dati (GEPD), nel corso della sua quarantunesima sessione plenaria ha adottato, per la prima volta da quando è stato istituito, una decisione di risoluzione di controversie ai sensi dell’art. 65 del GDPR.
Il caso di specie nasce da una controversia sorta a seguito delle obiezioni “pertinenti e motivate”, come previsto dall’art. 60 par. 4, presentate da diverse Autorità Garanti nazionali nei confronti della bozza di decisione che l’Autorità Garante irlandese, l’Irish Supervisory Authority (ISA), voleva adottare, in qualità di Autorità di controllo capofila, verso Twitter International Company.
Tutto è iniziato con un data breach oggetto di notifica da parte della società di microblogging Twitter all’Autorità di riferimento l’8 gennaio 2019, per il quale la DPC aveva avviato un indagine, conclusa a maggio del 2020 ha condiviso il progetto di decisione con le altre Autorità membri del comitato le quali nelle 4 settimane a disposizioni avevano presentato obiezioni sulle violazioni riscontrate, sul ruolo di Twitter International Company quale unico responsabile del trattamento dei dati ed infine sulla quantificazione dell’ammenda proposta.
Per tutta risposta il Garante irlandese ha ritenuto che le obiezioni non fossero pertinenti e motivate, deferendo la questione al Comitato, con conseguente avvio formale della procedura di composizione delle controversie l’8 settembre.
FONTE: https://www.infosec.news/2020/11/11/wiki-wiki-news/twitter-e-stata-adottata-la-prima-decisione-a-norma-dellarticolo-65-della-gdpr/
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