RASSEGNA STAMPA DETTI E SCRITTI
1 MARZO 2021
A cura di Manlio Lo Presti
Esergo
È il superamento del “Greande fratello”.
È una società dove non vi sarà più bisogno di bruciare i libri …
perché tanto non li leggerà nessuno
GERMANA LEONI, Julian Assange, niente è come sembra, Nexus, 2021, pag. 178
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SOMMARIO
Da quale parte è schierata la televisione pubblica italiana?
Farnesina perde altro giovane diplomatico, trovato senza vita Pietro Panarello
L’AFRICA ALLE MULTINAZIONALI, VERO OBIETTIVO DELLA DECOLONIZZAZIONE
Sono sicuro che c’è una spiegazione normale
Il labirinto di “Piranesi” è figlio di un mondo parallelo e divergente
I SOCIAL: OVVERO, LA LIBERA DISINFESTAZIONE DEL PENSIERO CRITICO
Draghi, è svolta sui vaccini: il retroscena sulla nuova strategia
Fake COVID: non è mai stata provata l’esistenza del virus
Gli USA bombardano la Siria: è da ridicoli rivendicare che sia autodifesa
Report shock: come la Cina compra gli accademici occidentali. L’Università un tot al kg
Il discorso di T°R°@°M°P°
CHI CE L’HA MESSO ARCURI?
Ci stanno portando verso un unico governo ed un’unica religione mondiali
Cartelle esattoriali, riparte l’invio di 50 milioni di notifiche e atti dal 1° marzo 2021
Danni collaterali: gli effetti drammatici della pandemia (e dei lockdown)
G20, allarme del Fmi: “Aumenta la disparità tra le economie”
Finanza decentralizzata: la Fed ha paura?
IL SISTEMA DELLA FIDUCIA FRA PARLAMENTO E GOVERNO, IN BREVE
LA CITTADINANZA TRAMITE LINEA SUCCESSORIA FEMMINILE
70 mila migranti assediano l’Italia.
Ecco a voi il robot che raccoglie la frutta h24. Che faranno gli immigrati a bassa qualifica?
Fallisce la politica vaccinale della Commissione, ma nessuno ne parla. Ecco perchè..
Dombrovskis: le sue ammissioni, e le sue minacce, verso gli stati europei
Garavelli: non sono vaccini. Meglio le cure precoci, a casa
Le foibe, il ricordo e l’oblio
EDITORIALE
Da quale parte è schierata la televisione pubblica italiana?
Un problema ancora irrisolto la sua neutralità
Manlio Lo Presti – 1 marzo 2021
La televisione pubblica, PAGATA DAI CITTADINI ITALIANI DI TUTTE LE OPINIONI, mostra di essere schierata con i democratici conferendo l’etichetta di fascismo, negazionismo, populismo e di complottismo a tutte le correnti che non sono allineate al bis-pensiero dominante.
Un esempio concreto di questo comportamento schierato in maniera imbarazzante? La valenza spregiativa che i conduttori fanno della parola COMPLOTTISMO. I complottisti sono solo gente subumana, stupida e deficiente che va eliminarla o, peggio, ricondizionata in appositi campi di rieducazione, come ebbe a dire un preclaro filosofo ex psicologo in una puntata della giornalista semigermanica.
Nel concreto, lo possiamo vedere nella sua massima potenza semantica, comportamentale e sprezzante anche nella puntata della rubrica QUANTE STORIE su RAI3 del 1 03 2021. Una rete che dovrebbe essere imparziale e non una rete privata!!!
Ritorna il binomio doppiopesista gesuitico manicheo: democratici=superiori e non democratici=ignoranti, fascisti, idioti.
Adesso, se la TV di Stato fosse veramente imparziale, dovrebbe trasmettere a breve scadenza un format sui crimini pedofili del clan POTESTA, CLINTON, OBAMA e il suicidato EPSTEIN, sulla tratta degli organi umani fra i quali, alcuni resti di bambini uccisi dopo essere stati violentati e fatti a pezzi, seppelliti male e rinvenuti nei giardini ben curati del famoso Bilderberg…
Dovrebbe approfondire e SERIAMENTE le ricerche sui legami del giovane ambasciatore italiano in Africa, sui comportamenti di un generale russo, sulla ingombrante e proterva presenza in Africa di una potentissima struttura di informazioni privata americana largamente usata dalla CIA…
Dovrebbe far luce sui legami profondi e pericolosi della vicenda della distruzione del Monte dei Paschi e della montagna di soldi spariti con le 26 guerre della presidenza pacifista democratica precedente! Una vicenda di magnitudine oltre 15/20 volte lo scandalo di Atlanta/BNL… TUTTI ZITTI
Dovrebbe far luce sulle 17 statue di Satana/Bafometto che hanno sulle ginocchia un maschietto e una femminuccia! Statue collocate davanti ai Capitolium di 17 Stati USA !(https://www.ilprimatonazionale.it/esteri/usa-a-detroit-inaugurata-dai-satanisti-statua-di-bafometto-28189/ ; https://www.tempi.it/statua-parlamento-oklahoma-diavolo-satana/ ; https://www.star-telegram.com/news/nation-world/national/article216821490.html ).
Una TV di Stato imparziale dovrebbe fare seriamente luce sulle immonde vicende delle torture ai bambini nei lager di Bibbiano e di Forteto, sulle quali è calato un ignobile silenzio!!!
Che tipo di valutazione si può attribuire ad una televisione di Stato IMPARZIALE PER VOCAZIONE AZIENDALE, PER DOVERE ETICO, PER DOVERE MORALE, che fa sembrare credibile l’invasione di quattro saltimbanchi alla Casa Bianca?
Cosa fa la redazione della rubrica QUANTE STORIE?
Con titanica professionalità e profnondità indagatoria di giornalisti di inchiesta, la ridetta redazione imparziale ha imputato senza processo regolare né appello, dall’alto del proprio messianismo-di-chi-è-sempre-dalla-parte-giusta, quel bastardo del miliardario ex presidente USA fascista, complottista, lurido, da far mangiare dalle cavallette. Vi raccomando, invece, la bontà da mammola del ridetto sopra-accennato clan guerrafondaio e sommerso da inchieste pedofile bloccate da centinaia di omicidi che devono ancora avere una risposta onesta, lineare e civile.
Ma, secondo voi, è credibile l’invasione della Casa Bianca dove ci sono centinaia di sistemi di sicurezza stratosferici e ivi opera il capo di un esercito efficientissimo che il Nobel della pace Obama ha utilizzato per provocare 26 conflitti in tutto il mondo, con 12.000.000 di morti?
Ma a nessuno sfiora il sospetto che ci possano essere stati appoggi logistici di tecnici della sovversione reclutati da società private di produzione di documentari assoldate dal dipartimento di Stato USA per girare finti filmati di genocidi da gas attribuiti ai siriani?
NO!
HA STATO QUELLA CAROGNA FETIDA DI TRUMP DA INTERNARE E/O ASSASSINARE IL PRIMA POSSIBILE
È un capo di accusa facile da fabbricare, sbrigativa, neomaccartista, genderista che fornisce un nemico a buon mercato agli ONUSTI DELLA VERITÀ di Via Teulada, pronti ad ingigantire il proprio ego automoltiplicantesi-messianico-buonista-politicamente-corretto.
Ovviamente, una trasmissione approfondita sul clan CLINTON-OBAMA-POTESTA-EPSTEIN, con quasi 200 giornalisti di inchiesta uccisi in vari anni non sarà distribuita perché i pasdaran del buonismo neomaccartista ONUSTI DELLA VERITÀ sono guidati da sacra superbia derivante dalla autoinvestitura (data loro da chi?) avente la missione di agire PER IL BENE DELL’UMANITÀ: una formula inquietante, questa, di stampo messianico e di smaccata targa gesuitico-para-massonica!
ASPETTEREMO, INVANO, E PER MOLTO TEMPO CHE L’ONESTA INTELLETTUALE POSSA GUIDARE LE SCELTE DI UN CARROZZONE SCREDITATO, TOTALMENTE E MILITARMENTE SCHIERATO CON UNA SOLA PARTE DEL PAESE, A SPESE DEI CONTRIBUENTI DI PENSIERO DIFFERENTE!!
Viva la tirannia delle minoranze che stanno distruggendo il nostro martoriato Paese, nel silenzio di tutti gli schieramenti politici…
TEMI TRATTATI
#televisionepubblica #RAI #RAI3 #quantestorie #giornalistasemigermanica #populismo #complottismo #fascismo #negazionismo #bispensiero #bispensierodominante #subumani #ignoranti #deficienti #POTESTA #CLINTON #OBAMA #EPSTEIN #bilderberg #pedofilia #bambiniviolentati #bambiniapezzi #Africa #CIA #MONTEDEIPASCHIDISIENA #MONTEDEIPASCHI #scandaloAtlanta #Drogoul #BNL #bancanazionaledellavoro #Bibbiano #Forteto #giornalismodinchiesta #giornalistiUSAuccisi #Trump #genderismo #neomaccartismo #perilbenedellumanità #onustidellaverità #spocchiasinistra
IN EVIDENZA
Farnesina perde altro giovane diplomatico, trovato senza vita Pietro Panarello
Palermo, 25 feb. (Adnkronos) – L’Italia, dopo l’ambasciatore Luca Attanasio ucciso in Congo, perde un altro giovane diplomatico. Pietro Panarello, 40 anni, è stato trovato cadavere all’interno della sua abitazione in contrada Mirulla a Messina. Il giovane, primo Segretario per il Commercio e degli Affari Culturali dell’Ambasciata Italiana in Etiopia, è stato trovato con un sacchetto di plastica in testa. I suoi familiari insospettiti dal fatto che non riuscivano a mettersi in contatto con lui sono andati nella sua abitazione e lo hanno trovato già morto. Sul posto sono intervenuti gli uomini delle volanti della Polizia di Stato e la Scientifica per i rilievi.
La Procura non ha aperto una inchiesta. I funerali si sono svolti ieri a Messina. Pietro Panarello era figlio di Filippo, già deputato Ars, che pochi anni fa aveva perso un’altra figlia a causa di un tumore. Il giovane era tornato a Messina per trascorrervi le vacanze di Natale ma aveva prolungato il suo soggiorno in Sicilia perché, come spiega un conoscente, “non stava bene”.
FONTE: https://www.iltempo.it/adnkronos/2021/02/25/news/farnesina-perde-altro-giovane-diplomatico-trovato-senza-vita-pietro-panarello-26337782/
L’AFRICA ALLE MULTINAZIONALI, VERO OBIETTIVO DELLA DECOLONIZZAZIONE
La decolonizzazione europea delle ex colonie africane inizia suppergiù intorno al 1960. I governi di Francia, Portogallo, Spagna, Belgio, Olanda e Gran Bretagna abbandonano quel continente che potrebbe contenere per dieci volte l’Europa. Data simbolo di quella decolonizzazione, per certi peggiore e selvaggia più della colonizzazione, è quel 30 giugno del 1960 che simboleggia la nascita dello stato libero del Congo. Pochi sanno che, fino a quella data, gli indigeni erano in quel vasto territorio (il Congo potrebbe contenere tre volte la Francia) ritenuti proprietà belga, veri e propri strumenti per l’estrazione del caucciù (la gomma naturale) o dei vari minerali preziosi: a metà ‘900 c’era ancora la schiavitù in Congo, ma col Belgio la Società delle Nazioni era sempre stata tanto permissiva. Decolonizzare, abbandonare l’Africa, era il gesto formale di civiltà democratica della Vecchia Europa. Nei fatti le corone d’Europa e le multinazionali francesi mantenevano in mano a privati belgi, francesi, olandesi ed inglesi privative, diritti estrattivi, servitù d’uso… insomma le commodity. Col tempo (e dal 1960 sono passati sessantuno anni) abbiamo iniziato definire commodity il trading internazionale di tutte le materie prime, negoziate sulle più prestigiose borse europee di preziosi e diamanti (le più rinomate sono tutte nel triangolo Amsterdam, Anversa, Londra, insomma dove abitano i decolonizzatori).
Accademicamente, il termine commodity si riferisce alle materie prime: ovvero a quella particolare categoria di beni che viene scambiata sul mercato senza differenze qualitative. Nello specifico, si tratta di beni cosiddetti fungibili: quindi sostituibili nella soddisfazione del bisogno cui sono collegati, indipendentemente da chi li produce. Il termine “commodity” entrato in uso nella lingua inglese intorno al Quindicesimo secolo, in concomitanza con la corsa coloniale, deriva dal francese commodité, ed è utilizzato per indicare un vantaggio o una convenienza. Grazie alle loro caratteristiche di fungibilità, le commodity sono facilmente negoziabili sul mercato, e possono essere utilizzate come solida base per i diversi strumenti finanziari, anche per giustificare il conio di moneta elettronica e virtuale. Infatti, i “commodity bond” sono obbligazioni il cui valore di rimborso di capitale ed interessi è indicizzato alla quotazione di una certa materia prima: caucciù, diamanti, petrolio, oro, platino, e con oscura contrattualistica anche esseri umani e loro derivati.
Le commodity si dividono in “Soft” ed in “Hard”: le prime derivano dal settore agricolo e dall’allevamento, come avena, farina di soia, frumento, mais, olio di soia, soia, cacao, caffè, cotone, legname, succo d’arancia, tabacco, zucchero, bovini, suini; le seconde sono oro, platino, argento, palladio, alluminio, cobalto, nickel, rame, zinco, molibdeno, acciaio, stagno, petrolio, energia elettrica. Oggi in Nord America le commodity vengono scambiate e compravendute al Chicago mercantile exchange (Cme), al New York mercantile exchange (Nymex, dove sono negoziati il Wti Crude Oil), al Comex (quello dei metalli industriali e preziosi), al Chicago board of trade (Cbot), al Toronto stock exchange (Tsx) è la principale borsa valori del Canada, dove sono negoziati prevalentemente titoli minerari ed energetici.
Negli ultimi trent’anni sono emerse le borse asiatiche di commodity: come la Dalian commodity exchange (Dce, fondata a Dalian, in Cina nel 1993, oggi seconda borsa al mondo per questi futures) e la Multi commodity exchange (Mcx) di Mumbai in India. In Europa le tradizionali Intercontinental exchange (Ice, già nota come International Petroleum exchange, Ipe), la London metal exchange (Lme), l’European energy exchange (Eex), e la Euronext nata a seguito della fusione delle borse di Amsterdam, Parigi e Bruxelles, dove sono negoziati futures ed opzioni. Tutta questa gamma d’investimenti si regge sulla più grande miniera della terra, l’Africa. Ed è alquanto difficile che raffinati e mollicci aristocratici o borghesi, adusi al galateo di salotti e borse, possano farsi rispettare nel terzo, quarto e quinto mondo senza i servigi di mercenari e sedicenti eserciti rivoluzionari. Così tra i costi estrattivi, e nelle pieghe dei trasferimenti di commodity ed opzioni, s’è di colpo nuovamente impennato il prezzo della sicurezza in Africa. E, per far valere nel continente nero i propri diritti estrattivi, anche i cinesi devono avvalersi delle maggiori aziende di sicurezza e formazione d’eserciti mercenari: ovvero multinazionali mercenarie sudafricane, russe, francesi, tedesche e statunitensi. Le più rinomate e moderne, che hanno abbandonato il cliché del classico soldato di ventura, sono la Wagner group, la Dyck advisory group (Dag), Blackwater, Sttep International, Executive outcomes, Paramount group, Beijing security service, DeWe security. Vendono servizi di sicurezza a multinazionali e a governi di tutto il pianeta, e stanno velocemente togliendo il mercato alle francesi, in cui lavoravano militari congedati dalla Legione.
In questo 2021 l’affare della sicurezza in Africa avrebbe già superato i 50miliardi di euro: per “servizi di sicurezza” i mercenari specificano nel contratto con governi e multinazionali la “rapida soluzione di problemi sul territorio d’intervento”. Quest’ultimo virgolettato sottintende reclutamento di indigeni da formare militarmente, intelligence, sminamento, sicurezza specializzata nel contrasto con forza all’eventuale furto di materie prime, negoziazione di ostaggi, ed ogni tipologia di bersaglio strategico. Attualmente, se escludessimo gran parte del Nord Africa (tranne la Libia) e la Repubblica del Sudafrica, tutto il Continente Nero è da ritenersi area di guerra: vi operano circa un migliaio di eserciti mercenari, rivoluzionari e di liberazione, islamici e, soprattutto, vengono eterodiretti dai professionisti mercenari della guerra. Anche gli Stati africani meno belligeranti interpellano i professionisti della guerra, per combattere quelle che vengono chiamate “guerre ibride”: perché non possono o non vogliono esporsi, o perché forse le combattono contro strutture collegate a multinazionali ed a potenti stati occidentali od orientali. A protezione dell’africana “Via della seta” ci sono mercenari di varie nazionalità, e pare siano i più pagati.
L’Italia non ha soldati di ventura (a parte militari in congedo che si sono arruolati in multinazionali straniere) ma cerca attraverso i propri addetti commerciali di vendere prodotti e tecnologie utili all’estrazione mineraria o progetti ingegneristici in materia energetica e strutturale (dighe, miniere, ponti). Così i diplomatici italiani, impegnati anche in aiuti umanitari, si ritrovano inconsapevolmente nel bel mezzo di conflitti locali per risorse minerarie. Nigeria, Ruanda, Mozambico, Centrafrica, Congo, Libia, Camerun, Sahel… sono terre in cui oggi potrebbe tornare l’adagio “hic sunt leones”. Perché anche gli attuali confini vengono tracciati, per interessi minerari, dagli ex colonialisti europei. Siccome i gruppi etnici indigeni spesso non sono in sintonia con i desiderata dei poteri multinazionali, gli eserciti mercenari operano senza conseguenze penali lo sterminio delle popolazioni: queste ultime non sono censite anagraficamente, e spesso i governi distruggono i censimenti. Questo agevola il commercio d’esseri umani, la vendita di bambini non censiti (cavie umane) a “contractor” di multinazionali chimico-farmaceutiche.
Dietro lo scontro tra “tutsi” e “hutu” in Ruanda c’erano interessi finanziari europei, altrettanto in Rhodesia ed in Zimbabwe. “Divide et impera”, ed ecco gli eccidi tra etnie “hema” e “lendu” nella Repubblica Democratica del Congo. Oggi l’Africa conta anche ricche società di sicurezza autoctone, più il caso dei feroci mercenari nigeriani, o delle milizie del Mali che intervennero dieci anni fa in Libia. Per combattere i gruppi jihadisti del Mozambico, il presidente Filipe Nyusi ha ingaggiato a tre compagnie di mercenari. Faustin-Archange Touadéra, presidente della Repubblica Centrafricana, ha tagliato la testa al toro, e per avere una sicurezza totale del paese ha affidato la sua difesa personale ai russi di Wagner group (un misto gestito da ex Spetsnaz ed ex Armata Rossa anni ‘80). L’Africa è il più grande mercato unico del mondo, è la più grande opportunità per chi vende servizi e progetti. Un tempo quelle terre erano in mano ai governi coloniali, e lì vigeva la stessa legge applicata nelle patrie europee. Oggi l’Africa ha governi fantoccio senza alcun potere sulle proprietà di sovrani europei, multinazionali e signori della chimica e della finanza.
FONTE: http://www.opinione.it/esteri/2021/03/01/ruggiero-capone_africa-decolonizzazione-europea-congo-societ%C3%A0-nazioni-materie-prime-obbligazioni/
XIX Congresso di Radicali Italiani – prima giornata
Sono sicuro che c’è una spiegazione normale
Sarà sicuramente un fake – anche se la fonte, the Duran, è del tutto credibile – oppure ci sarà certamente una spiegazione.
Un tal Richard Rotschild ha brevettato nel 2015 un “Sistema e Metodo per testare il Covid-19”.
Spiegazione dal foglio di brevetto: “Viene fornito un metodo per acquisire e trasmettere dati biometrici (ad es. Segni vitali) di un utente, in cui i dati vengono analizzati per determinare se l’utente è affetto da un’infezione virale, come COVID-19.
Il metodo include l’utilizzo di un pulsossimetro per acquisire almeno il polso e la percentuale di saturazione dell’ossigeno nel sangue, che viene trasmessa in modalità wireless a uno smartphone.
Per garantire che i dati siano accurati, viene utilizzato un accelerometro all’interno dello smartphone per misurare il movimento dello smartphone e / o dell’utente.
Una volta acquisiti dati accurati, vengono caricati sul cloud (o host), dove i dati vengono utilizzati (da soli o insieme ad altri segni vitali) per determinare se l’utente soffre (o è probabile che soffra) di un’infezione virale, come COVID-19.
A seconda dei requisiti specifici, i dati, le relative modifiche e / o la determinazione possono essere utilizzati per allertare il personale medico e intraprendere le azioni corrispondenti”.
Ma la cosa principale è la data:
Prima immatricolazione: Paesi Bassi, 13 ottobre 2015
Fonte: sito web del registro dei brevetti del governo olandese / Inserito per la prima volta nel 2015: link alla fonte
Prova che il brevetto è stato depositato nel 2015 (link della fonte qui ):
Seconda immatricolazione: USA, 13 ottobre 2015
SCARICA DA GOOGLE BREVETTI (PDF)
The Duran si chiede: “Entrambe queste registrazioni di brevetti sono state archiviate e aggiornate anni fa, ma dovevano essere rese pubbliche a settembre 2020. Come faceva il signor Richard A. Rothschild a sapere come creare un sistema e un metodo per testare una malattia che non esisteva ancora, e sapere esattamente come verrà chiamata la malattia, compreso l’anno in cui verrà scoperta la malattia?”
Ma io sono sicuro che c’è una spiegazione normale per questo.
Duran aggiunge un’altra di quelle che definisce rivelazioni-bomba:
Milioni Di Kit Per Test COVID-19 Venduti Nel 2017 E Nel 2018
la nuova malattia COVID-19 è apparsa in Cina verso la fine del 2019. Pertanto è stata denominata COVID-19, acronimo di Corona Virus Disease 2019 .
I dati della World Integrated Trade Solution (della Banca Mondiale), tuttavia, mostrano qualcosa di sorprendente:
Per fortuna questa informazione è stata smentita da Reuters: no, non si tratta di test del Covid-19. Ve lo dicevo che c’è una spiegazione normale. Anche se io non l’ho capita
https://www.reuters.com/article/uk-factcheck-covid-worldbank-2017-2018-idUSKBN26025U
Ci sono altri brevetti interessanti. Come questo “apparecchi e metodi per trasferire dati attraverso il corpo umano.
(guardatevi i disegnini)
O questo
- Realizzazione fisica, ovvero completamento con hardware di reti neurali, neuroni o parti di neuroni utilizzando neuroni biologici, ad esempio neuroni biologici collegati a un circuito integrato. Utilizzo di neuroni biologici reali da un essere vivente implementato su un substrato. Questi neuroni possono essere attivati e letti dall’esterno. Le interconnessioni possono essere fissate o può essere consentito loro di crescere ed evolversi”.
Questi brevetti potrebbero spiegare perché tutti i governi UE – da Merkel a Draghi – vogliono il passaporto vaccinale “entro tre mesi”. Obbligatorio per tutti noi. Ed impongono (facendo leva sulla vile speranza di ritorno alla “vita di prima”) una modificazione genica all’intera popolazione, usando “vaccini” che evidentemente non servono a combattere il Covid perché palesemente servo ad alto. A cosa? A trasformarci in trasmettitori di dati attraverso il corpo umano? A migliorare i nostri neuroni con hardware?
Ma no, non posso crederci.
Sicuramente c’è una spiegazione. Altrimenti siamo sotto la Grande Impostura, e al potere c’è l’Impostore.
Invece no. I nostri governi ci vogliono bene, e vogliono prepararci ad essere più green, resilienti, meno inquinanti come esige la Quarta rivoluzione industriale. Ci propongono i loro eroi come modelli:
La loro ideologia. Il genocidio è ecologico.
In realtà, una spiegazione ci sarebbe
mi scrive una lettrice molto esperta:
“In realtà il tizio ha semplicemente “ribattezzato” il suo prodotto…presentato molto prima con uso diciamo più generalista, poi con lo scoppio della pandemia è stato convertito a strumento anti coviddi.
https://patents.google.com/patent/US20200279585A1/en
US20200279585A1 – System and Method for Testing for COVID-19 –
A method is provided for acquiring and transmitting biometric data (e.g., vital signs) of a user, where the data is analyzed to determine whether the user is suffering from a viral infection, such as COVID-19. The method includes using a pulse oximeter to acquire at least pulse and blood oxygen saturation percentage, which is transmitted wirelessly to a smartphone.
https://patents.google.com/patent/US10242713B2/en
US10242713B2
– System and method for using, processing, and displaying biometric data –
A method is provided for processing and displaying biometric data of a user, either alone or together (in synchronization) with other data, such as video data of the user during a time that the biometric data was acquired. The method includes storing biometric data so that it is linked to an identifier and at least one time-stamp (e.g., a start time, a sample rate, etc.), and storing video …
FONTE: https://www.maurizioblondet.it/sono-sicuro-che-ce-una-spiegazione-normale/
ARTE MUSICA TEATRO CINEMA
Il labirinto di “Piranesi” è figlio di un mondo parallelo e divergente
L’autrice inglese supera i confini del fantasy e ci guida fra le tortuosità della psiche umana
Se proprio lo si vuole definire «fantasy», chiamiamolo pure con questo nome. Ma poi diamogli anche un cognome, perché lo merita. Potremmo scegliere «psichico», oppure «parapsicologico», o ancora «psichiatrico».
«Misterico» e «misteriosofico» sarebbero troppo vaghi. Invece andrebbe bene, nonostante spesso se ne faccia un uso spropositato, «onirico». Se non altro per rimandare all’affinità con Oneiron dell’affascinante, per scrittura e aspetto, finlandese Laura Lindstedt (Elliot, 2016). L’ha scritto un’altra donna, ma non per questo dobbiamo parlare di «letteratura al femminile», espressione che dovrebbe, in generale, indispettire tutte le donne e che comunque, nel caso specifico, non renderebbe un buon servizio a Susanna Clarke. La quale, dopo il fluviale Jonathan Strange & il signor Norrell del 2004 (Longanesi, 2005), dove poneva in dialogo fra loro due mondi apparentemente opposti, quello della Magia e quello della Storia, nel carsico (ecco un altro cognome da prendere in considerazione) Piranesi prosegue nell’impiego di una sorta di sistema binario applicato alla narrazione: un alternarsi di 0 e 1, di irrealtà e di realtà. Un gioco di specchi fra il «Mondo» e il «Mondo Reale».
Piranesi (Fazi, pagg. 267, euro 16,50, traduzione di Donatella Rizzati) è il nome che all’Io narrante ha dato l’«Altro», l’unico a condividere con lui il «Mondo», ovvero la «Casa». Il «Mondo»-«Casa», in effetti, è molto, ma molto fantasy: Saloni, Saloni Sommersi, Vestiboli, Scalinate, Padiglioni, Corridoi, Finestre affacciate su Cortili, Maree. E Statue, Statue ovunque, enormi, ispirate alla mitologia, alle età dell’uomo, alla natura, ieraticamente immobili in quanto Statue, certo, ma così dinamiche nelle pose e nelle espressioni dei volti da farci pensare a quelli immortalati dello scultore tedesco Franz Xaver Messerschmidt. E nelle acque ci sono crostacei e alghe e pesci, e nel Cielo (che sarebbe poi un sotto-cielo, perché nel «Mondo»-«Casa» mancano il sole, la luna e le stelle) volano gabbiani e corvi e altri uccelli. Vola anche un Albatros, e la prima volta in cui Piranesi l’ha visto serve al Nostro come data post quem far partire il suo Diario che stiamo leggendo… Nel lettore, le suggestioni esplodono, i rimandi s’inseguono: Viaggio al centro della Terra di Verne, il Giardino di Boboli, Il mistero dei giardini di Compton House di Greenaway, la statua animata di Condillac, le scene di vita dell’antica Roma dipinte da Waterhouse. E altri cognomi si propongono per questo romanzo di nome «fantasy»: «archeologico», «speleologico», «labirintico» ovviamente, visto il nome, «cosmico» benché in uno spazio non infinito, «meteorologico», e forse persino «meteoropatico».
Per uscirne, anche se non vorremmo, anche se lì dentro stiamo come un topo nel formaggio, mentre Piranesi offre ritualmente cibo e acqua alle ossa dei tredici Morti, redige il Diario, cataloga le Statue, lavora alla Tavola delle Maree, pesca… per uscirne dobbiamo non perdere di vista l’Altro. Perché è stato l’Altro a indurre il protagonista a intraprendere la ricerca della «Grande e Segreta Conoscenza». E perché forse lui sa chi è la Sedicesima Persona di cui Piranesi sospetta l’esistenza, da qualche parte… Proprio come ogni fiume carsico, il mondo di Piranesi deve avere un sia pur minimo, celato, interstiziale collegamento con il «Mondo Reale». Ma Susanna Clarke non usa il consueto artificio della porta spaziotemporale, tanto caro ai libri e ai film di fantascienza. Qui l’entrata e l’uscita sono intra moenia, dentro le mura della psiche umana.
Cominciamo a capirlo quando Piranesi incontra «16», che ha l’aspetto di un vecchio Profeta. È davvero uno strano profeta, visto che profetizza… a ritroso. Cioè scosta il velo di Maya dietro cui si nasconde (manifestandosi a Piranesi due volte a settimana) l’Altro, e fa luce sul suo passato. È stato suo allievo, un allievo scorretto, che si impossessava delle intuizioni del maestro. Da qui in poi, noi che possiamo farlo in quanto lettori, stiamo con il piede della lettura in due staffe, quella del «Mondo»-«Casa» e quella dell’«Altro Mondo» che comprende anche il nostro salotto, il nostro letto e il libro intitolato Piranesi che stiamo leggendo, visto che l’«Altro Mondo» è il «Mondo Reale», quello che in Jonathan Strange & il signor Norrell l’autrice di Nottingham ha descritto con le fattezze della Storia in alternativa alla Magia.
Il rapporto dialogico fra i due mondi è anche un rapporto di filiazione, in cui il «Mondo-Casa» è un derivato deformato dell’«Altro Mondo» (il mito della caverna di Platone, ecco un’altra suggestione, un altro rimando). Dice il Profeta a Piranesi dentro la «Casa»: «Questo è quello che io chiamo un Mondo Effluente – creato dal flusso delle idee che sono fuoriuscite da un altro mondo. Questo mondo non poteva essere esistito a meno che l’altro non fosse esistito prima. Se questo mondo dipenda ancora dall’esistenza del primo, non lo so. È tutto nel libro che ho scritto. Immagino che non ti sia capitato di leggerlo».
Così Piranesi, a malincuore, si fa detective indagando anch’egli à rebours nella sterminata mole dei suoi taccuini-memoria che qualcuno ha spostato nel tempo. E così facendo scoprirà la propria identità. Noi non la riveliamo ai nostri omologhi lettori compagni d’avventura. Diciamo soltanto che non è quella di un banale personaggio di un semplice romanzo fantasy.
FONTE: https://www.ilgiornale.it/news/spettacoli/labirinto-piranesi-figlio-mondo-parallelo-e-divergente-1927014.html
ATTUALITÀ SOCIETÀ COSTUME
I SOCIAL: OVVERO, LA LIBERA DISINFESTAZIONE DEL PENSIERO CRITICO
Pubblicato il 27 Febbraio 2021
Sapete cos’era la libera manifestazione del pensiero, nelle intenzioni dei padri costituenti redattori dell’articolo 21 della Costituzione? Un diritto inviolabile. E sapete cos’è la libera manifestazione del pensiero, nelle intenzioni dei padrini dei social network attuali? Uno sgradevole effetto collaterale. E infatti uno dei loro obbiettivi (non dichiarati) è, in realtà, la libera disinfestazione del pensiero critico. Dobbiamo partire da questa constatazione se vogliamo immaginare un mondo diverso. Un mondo che tenda ad assomigliare a quello disegnato dalla nostra Suprema Carta del 1948 e non a quello distopico prefigurato dal romanzo 1984 di George Orwell.
Per capire, dobbiamo intenderci sul concetto di “libera manifestazione del pensiero” in senso costituzionale. Che non riguarda il vantare ciò che abbiamo mangiato in pausa pranzo o lo sbandierare il fresco acquisto, l’ultimo viaggio, il nuovo amore. Queste cose qua sono esattamente gli inessenziali, puerili, inconferenti bla bla bla che a Zuckerberg e ai suoi sodali vanno benissimo. Anzi, lorsignori hanno inventato i “social” proprio e “solo” per questo. Per far esprimere la nostra “pancia” e il nostro “cuore”, così da addormentare la nostra “testa”. Nelle loro (diaboliche) intenzioni, Facebook, Youtube, Twitter eccetera costituiscono solo dei collettori digitali di informazioni personali necessarie per due ragioni: vendere e influenzarci. O, se preferite, venderci “influenze”, tentazioni, inclinazioni da indirizzare poi in una ben precisa direzione.
Un recente documentario dal titolo “The social dilemma” ci dà un eccellente sunto dei veri motivi, delle reali ragioni, per cui ci è stata regalata questa stupenda palestra universale di “espressione del pensiero” dei social network. Essa è gratuita e, come tutte le cose gratuite, ha una spiacevole controindicazione: ci trasforma da produttori di contenuti a prodotti di un (unico) contenuto. Nel documentario citato si spiega come tali strumenti abbiano lo scopo fondamentale di “profilarci”: di ricavare, cioè, da ogni nostro clic, da ogni nostro twit, da ogni nostro scroll una sagoma sempre più perfetta, e dettagliata, di ciò che siamo nell’intimo delle nostre (un tempo insondabili) profondità: gusti, desideri, abitudini, attitudini, vulnerabilità. Essi, in altre parole, grazie alla prodigiosa capacità predittiva degli algoritmi informatici volevano conoscerci – e lo hanno fatto – più di quanto noi stessi ci fossimo mai conosciuti.
Che è poi l’obbiettivo primo e ultimo delle più spietate dittature: mai compiutamente realizzato quanto oggi nell’era della “democrazia” globale. Ma, come abbiamo detto in apertura, c’è un effetto collaterale (non voluto) di questa monumentale operazione di condizionamento individuale e collettivo. Molti “utenti” non si limitano a parlare del pasto appena digerito o a postare acquisti, viaggi, amori. Molti “utenti” si sono messi in testa di manifestare liberamente un pensiero critico sul mondo. Chiamatela analisi politica e sociale, e quindi comprensione e denuncia, se volete.
I social sono così diventati (anche) una “riserva indiana” di intelligenze in libera uscita alle quali è impossibile trovare spazio nei media “ufficiali”, “competenti”, “affidabili” (e sovente corrotti). Ergo, dobbiamo smetterla di limitarci a lamentarci. Quando Facebook o Youtube censurano un Presidente americano o un blogger scomodo, fanno solo il loro porco lavoro. Abbiamo tutti firmato un contratto che glielo consente. Dobbiamo piuttosto pensare a un mondo in cui non solo il potere di farlo gli sia tolto, ma in cui l’area di “pensiero critico” e libero da essi (inavvertitamente) creata divenga di tutti e per tutti.
Francesco Carraro
FONTE: https://www.francescocarraro.com/i-social-ovvero-la-libera-disinfestazione-del-pensiero-critico/
Draghi, è svolta sui vaccini: il retroscena sulla nuova strategia
Somministrazione vaccini: il premier Mario Draghi avrebbe deciso di seguire la ‘via inglese’
Mario Draghi avrebbe deciso di imprimere una svolta netta sulla politica da seguire in merito alla campagna vaccinale, che continua a fare i conti con vistosi ritardi rispetto alla tabella di marcia stabilita; ritardi causati da svariati tagli di dosi all’Ue da parte dei colossi farmaceutici. La nuova strategia a cui guarda il premier è quella già applica nel Regno Unito che da mesi ha accelerato sulla somministrazione della prima dose, posticipando il richiamo del siero.
A raccontare il retroscena relativo alla mossa che avrebbe in testa l’ex numero uno della Bce è La Repubblica che spiega che Draghi si sarebbe convinto a destinare la prima dose a una platea più larga di popolazione senza conservare, come è avvenuto fino a questo momento, una quota di vaccini per il richiamo. Numeri alla mano, il Presidente del Consiglio starebbe pensando di destinare circa il 30% dei vaccini – quindi circa due milioni di dosi – alla sola prima dose, con conseguente slittamento della somministrazione della seconda.
L’obbiettivo è cercare di immunizzare più persone, nell’attesa che venga autorizzato (la data x dovrebbe essere l’11 marzo) il vaccino monodose Johnson&Johnson. La scelta del procrastinare il richiamo è già stata seguita da altri Paesi, come ad esempio Scozia, Inghilterra e Israele, i quali hanno avuto risultati confortanti.
Il punto è che una simile strategia va in controtendenza rispetto al modello fino ad ora condiviso dai 27 Paesi europei e suggerito dall’Ema, l’agenzia europea per i medicinali, che indica di fare il richiamo dopo 4-12 settimane. Sulla questione anche gli esperti sono divisi, tra coloro che sono favorevoli a uno scostamento dalla procedura standard e coloro che invece non vedono affatto di buon occhio la scelta di allontanarsi dalla via stabilita (l’immunologa Antonella Viola ha persino parlato di “errore gravissimo” riferendosi all’apertura di Draghi)
Il premier si sarebbe convinto ad imprimere una svolta e a correre il rischio perché sempre più preoccupato del diffondersi delle varianti, che, se non arginate per tempo, potrebbero far ripiombare l’intero Paese in una situazione ancor più drammatica di quella attuale, differendo ulteriormente la ripresa economica, con tutti gli effetti tragici che ne scaturirebbero da un simile scenario. La nomina di Fabrizio Curcio al vertice della Protezione civile (sostituito Angelo Borrelli), spiega sempre La Repubblica, andrebbe letta in questa chiave.
FONTE: https://notizie.virgilio.it/draghi-svolta-vaccini-nuova-strategia-1467891
BELPAESE DA SALVARE
Fake COVID: non è mai stata provata l’esistenza del virus
COVID: non è mai stata provata l’esistenza del virus; una dichiarazione del dottor Andrew Kaufman, del dottor Tom Cowan e di Sally Fallon Morell
Durante questa serie di articoli, in cui ho esposto il test COVID PCR come una frode, una bufala e una truffa, ho assunto, a scopo di discussione, che il virus – SARS-CoV-2 – è reale ed è stato isolato. [1]
Ho fatto questo presupposto per dimostrare che, nel mondo ufficiale di COVID, la PCR è una farsa.
Tuttavia, come sanno i miei lettori, per mesi ho sostenuto che nessuno ha dimostrato l’esistenza di SARS-CoV-2. [2]
Pertanto, il test PCR è progettato per rilevare un frammento di un virus la cui stessa esistenza non è riuscita a soddisfare uno standard razionale di prova.
Ciò solleva l’assurdità del test PCR a un livello completamente nuovo.
I ricercatori presumono che il pezzo di RNA che il test sta cercando faccia parte di SARS-CoV-2. Ma senza avere in mano l’attuale virus isolato, non c’è modo di sapere che questo frammento di RNA è più rilevante di un granello di polvere sulla luna.
Recentemente, il dottor Tom Cowan, il dottor Andrew Kaufman e Sally Fallon Morell hanno pubblicato una dichiarazione sull’esistenza della SARS-CoV-2. Lo stampo qui per intero. Dovrebbe essere letto e compreso da ogni persona pensante:
Dichiarazione sull’isolamento dei virus (SOVI) [3]
“Isolamento: l’azione di isolare; il fatto o la condizione di essere isolato o di stare da solo; separazione da altre cose o persone; solitudine. “
– Dizionario inglese di Oxford
La controversia sul fatto che il virus SARS-CoV-2 sia mai stato isolato o purificato continua. Tuttavia, utilizzando la definizione di cui sopra, il buon senso, le leggi della logica e i dettami della scienza, qualsiasi persona imparziale deve giungere alla conclusione che il virus SARS-CoV-2 non è mai stato isolato o purificato. Di conseguenza, non è possibile trovare alcuna conferma dell’esistenza del virus. Le conseguenze logiche, di buon senso e scientifiche di questo fatto sono:
* la struttura e la composizione di qualcosa di cui non è stata dimostrata l’esistenza non possono essere conosciute, inclusa la presenza, la struttura e la funzione di qualsiasi ipotetico picco o altre proteine;
* la sequenza genetica di qualcosa che non è mai stato trovato non può essere conosciuta;
* “Varianti” di qualcosa di cui non è stata dimostrata l’esistenza non possono essere conosciute;
* è impossibile dimostrare che SARS-CoV-2 causa una malattia chiamata Covid-19.
Nel modo più conciso possibile, ecco il modo corretto per isolare, caratterizzare e dimostrare un nuovo virus. In primo luogo, si prelevano campioni (sangue, espettorato, secrezioni) da molte persone (ad esempio 500) con sintomi che sono abbastanza unici e specifici da caratterizzare una malattia. Senza mescolare questi campioni con QUALSIASI tessuto o prodotti che contengono anche materiale genetico, il virologo macera, filtra e ultracentrifuga cioè purifica il campione. Questa comune tecnica virologica, eseguita per decenni per isolare i batteriofagi [4a] e i cosiddetti virus giganti in ogni laboratorio di virologia, consente al virologo di dimostrare con la microscopia elettronica migliaia di particelle di dimensioni e forma identiche. Queste particelle sono il virus isolato e purificato.
Queste particelle identiche vengono quindi controllate per l’uniformità mediante tecniche fisiche e / o microscopiche. Una volta determinata la purezza, le particelle possono essere ulteriormente caratterizzate. Ciò includerebbe l’esame della struttura, della morfologia e della composizione chimica delle particelle. Successivamente, il loro corredo genetico è caratterizzato dall’estrazione del materiale genetico direttamente dalle particelle purificate e dall’utilizzo di tecniche di sequenziamento genetico, come il sequenziamento di Sanger, anch’esse in circolazione da decenni. Quindi si esegue un’analisi per confermare che queste particelle uniformi sono di origine esogena (esterna) come si pensa che sia un virus, e non i normali prodotti di degradazione dei tessuti morti e morenti. [4b] (A partire da maggio 2020,
Se siamo arrivati a questo punto, allora abbiamo completamente isolato, caratterizzato e sequenziato geneticamente una particella virale esogena. Tuttavia, dobbiamo ancora dimostrare che è causalmente correlato a una malattia. Ciò viene effettuato esponendo un gruppo di soggetti sani (di solito si usano animali) a questo virus isolato e purificato nel modo in cui si pensa che la malattia venga trasmessa. Se gli animali si ammalano della stessa malattia, come confermato dai risultati clinici e dell’autopsia, si è ora dimostrato che il virus causa effettivamente una malattia. Ciò dimostra l’infettività e la trasmissione di un agente infettivo.
Nessuno di questi passaggi è stato nemmeno tentato con il virus SARS-CoV-2, né tutti questi passaggi sono stati eseguiti con successo per alcun cosiddetto virus patogeno. La nostra ricerca indica che un singolo studio che mostra questi passaggi non esiste nella letteratura medica.
Invece, dal 1954, i virologi hanno prelevato campioni non purificati da poche persone, spesso meno di dieci, con una malattia simile. Quindi elaborano minimamente questo campione e inoculano questo campione non purificato su colture di tessuti contenenti solitamente da quattro a sei altri tipi di materiale, che contengono tutti materiale genetico identico a quello che viene chiamato un “virus“. La coltura tissutale è affamata e avvelenata e si disintegra naturalmente in molti tipi di particelle, alcune delle quali contengono materiale genetico. Contro ogni buon senso, logica, uso della lingua inglese e integrità scientifica, questo processo è chiamato “isolamento del virus“. Questa miscela contenente frammenti di materiale genetico proveniente da molte fonti viene quindi sottoposta ad analisi genetica, che crea poi in un processo di simulazione al computer la presunta sequenza del presunto virus, un cosiddetto genoma in silico. In nessun momento un virus reale è confermato dalla microscopia elettronica. In nessun momento un genoma viene estratto e sequenziato da un vero virus. Questa è una frode scientifica.
L’osservazione che il campione non purificato – inoculato su coltura tissutale insieme ad antibiotici tossici, tessuto fetale bovino, liquido amniotico e altri tessuti – distrugge il tessuto renale su cui è inoculato è data come prova dell’esistenza e della patogenicità del virus. Questa è una frode scientifica.
D’ora in poi, quando qualcuno ti dà un documento che suggerisce che il virus SARS-CoV-2 è stato isolato, controlla le sezioni dei metodi. Se i ricercatori hanno utilizzato cellule Vero o qualsiasi altro metodo di coltura, sai che il loro processo non è stato l’isolamento. Sentirai le seguenti scuse per spiegare perché l’isolamento effettivo non viene eseguito:
1. Non c’erano abbastanza particelle virali trovate nei campioni dei pazienti da analizzare.
2. I virus sono parassiti intracellulari; non possono essere trovati fuori dalla cella in questo modo.
Se il punto numero 1 è corretto e non riusciamo a trovare il virus nell’espettorato dei malati, allora su quali prove riteniamo che il virus sia pericoloso o addirittura letale? Se il punto numero 2 è corretto, allora come si diffonde il virus da persona a persona? Ci viene detto che emerge dalla cellula per infettare gli altri. Allora perché non è possibile trovarlo?
Infine, mettere in discussione queste tecniche e conclusioni virologiche non è una distrazione o una questione di divisione. Far luce su questa verità è essenziale per fermare questa terribile frode che l’umanità sta affrontando. Perché, come ora sappiamo, se il virus non è mai stato isolato, sequenziato o dimostrato di causare malattie, se il virus è immaginario, allora perché indossiamo mascherine, allontaniamo la società e mettiamo il mondo intero in prigione?
Infine, se i virus patogeni non esistono, cosa succede con quei dispositivi iniettabili chiamati erroneamente “vaccini” e qual è il loro scopo? Questa domanda scientifica è la più urgente e rilevante del nostro tempo.
Abbiamo ragione. Il virus SARS-CoV2 non esiste.
Sally Fallon Morell, MA
Dott. Thomas Cowan, MD
Dr. Andrew Kaufman, MD
FONTI:
[1] https://blog.nomorefakenews.com/tag/pcr/
[2] https://blog.nomorefakenews.com/tag/virus/
[3] https://www.andrewkaufmanmd.com/sovi/
[4a] Isolamento, caratterizzazione e analisi di batteriofagi dal lago haloalkaline Elmenteita, KenyaJuliah Khayeli Akhwale et al, PLOS One, Pubblicato: 25 aprile 2019. https://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/ journal.pone.0215734 – accesso 15/2/21
[4b] “Vescicole extracellulari derivate da cellule apoptotiche: un collegamento essenziale tra morte e rigenerazione“, Maojiao Li1 et al, Frontiers in Cell and Developmental Biology, 2 ottobre 2020. Https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/ fcell.2020.573511 / full – accesso 15/02/21
[4c] “The Role of Extraellular Vesicles as Allies of HIV, HCV and SARS Viruses“, Flavia Giannessi, et al, Viruses, 2020 May
FONTE: https_www.sadefenza.org/?url=https%3A%2F%2Fwww.sadefenza.org%2F2021%2F02%2Ffake-covid-non-e-mai-stata-provata-lesistenza-del-virus%2F
CONFLITTI GEOPOLITICI
Gli USA bombardano la Siria: è da ridicoli rivendicare che sia autodifesa
Su ordine del presidente Biden, gli Stati Uniti hanno lanciato un attacco aereo su una struttura in Siria. Al momento della stesura di questo articolo il numero esatto di morti e feriti è sconosciuto, con i primi rapporti che affermano che ” una manciata ” di persone sono state uccise.
Piuttosto che fare qualcosa che assomigli lontanamente al giornalismo, i mass media occidentali hanno invece optato di ripetere acriticamente ciò che è stato detto loro sull’attacco aereo dai funzionari statunitensi, che equivale a pubblicare comunicati stampa del Pentagono.
(FILE) In questo file, l’immagine della dispensa della US Navy scattata il 4 ottobre 2014, due F-18E Super Hornet della US Navy che supportano le operazioni contro l’ISIS, sono raffigurati dopo essere stati riforniti di carburante da uno Statotanker KC-135 sull’Iraq dopo aver condotto un attacco aereo. – Almeno 17 combattenti filo-iraniani sono stati uccisi durante gli attacchi statunitensi in Siria al confine con l’Iraq durante la notte, ha detto venerdì l’Osservatorio siriano per i diritti umani. “Gli scioperi hanno distrutto tre camion che trasportavano munizioni … Ci sono state molte vittime. Le indicazioni preliminari sono che almeno 17 combattenti sono stati uccisi, tutti membri delle Forze di mobilitazione popolare”, ha detto all’AFP il direttore del SOHR, Rami Abdul Rahman, riferendosi al potente coalizione di paramilitari iracheni filo-iraniani. (Foto di – / US AIR FORCE / AFP) (Foto di – / US AIR FORCE / AFP via Getty Images)
Ecco questo dal Washington Post :
L’amministrazione Biden ha condotto un attacco aereo contro presunti combattenti legati all’Iran in Siria giovedì, segnalando la sua intenzione di respingere la violenza che si ritiene sia sponsorizzata da Teheran.
Il portavoce del Pentagono John Kirby ha detto che l’attacco, la prima azione ordinata dall’amministrazione Biden per respingere la presunta violenza legata all’Iran in Iraq e Siria, su un punto di controllo del confine nella Siria orientale è stata “autorizzata in risposta ai recenti attacchi contro americani e coalizione personale in Iraq e alle continue minacce “.
Ha detto che le strutture sono state utilizzate da milizie legate all’Iran, tra cui Kaitib Hezbollah e Kaitib Sayyid al-Shuhada.
L’operazione segue l’ultimo grave attacco alle località statunitensi in Iraq che i funzionari americani hanno attribuito a gruppi legati all’Iran che operano in Iraq e Siria. All’inizio di questo mese, un attacco missilistico nel nord dell’Iraq ha ucciso un appaltatore che lavorava con le forze armate statunitensi e ha ferito un membro del servizio statunitense lì.
Così ci viene detto che gli Stati Uniti hanno lanciato un attacco aereo sulla Siria, una nazione che ha invaso e occupa illegalmente , a causa degli attacchi a “località degli Stati Uniti” in Iraq, un’altra nazione gli Stati Uniti hanno invaso e occupa illegalmente . Questo attacco è giustificato sulla base del fatto che i combattenti iracheni erano “legati all’Iran“, un’affermazione che è allo stesso tempo del tutto priva di prove e irrilevante per la giustificazione della forza militare mortale. E questo è in qualche modo inquadrato nelle principali testate giornalistiche come un’operazione difensiva .
Questa è la stenografia del Dipartimento della Difesa. L’esercito americano è una forza d’invasione sia in Siria che in Iraq; è impossibile che le sue azioni in uno di questi paesi siano difensive. È sempre necessariamente l’aggressore. Sono le persone che cercano di espellerli che agiscono sulla difensiva. La morte di truppe e appaltatori statunitensi in quei paesi può essere attribuita solo alle persone potenti che li hanno mandati lì.
Gli Stati Uniti danno per scontato che hanno giurisdizione de facto sulle nazioni di Siria, Iraq e Iran, e che qualsiasi tentativo di interferire nella loro autorità nella regione è un attacco non provocato dal quale bisogna difendersi. Questo è completamente al contrario e illegittimo. Solo attraverso i tunnel della realtà suprematista americana più perversamente distorti può sembrare valido dettare gli affari delle nazioni sovrane dall’altra parte del pianeta e rispondere con violenza se qualcuno in quelle nazioni cerca di espellerli.
È illegittimo per gli Stati Uniti restare in Medio Oriente. È illegittimo per gli Stati Uniti affermare di agire in modo difensivo nelle nazioni che hanno invaso. È illegittimo per gli Stati Uniti agire come se i combattenti sostenuti dall’Iran non possano stare in Siria, dove stanno combattendo a fianco del governo siriano contro l’ISIS e altre milizie estremiste con il permesso di Damasco. È illegittimo per gli Stati Uniti affermare che i combattenti che attaccano il personale statunitense in Iraq sono controllati dall’Iran quando gli iracheni hanno tutte le ragioni per volere gli Stati Uniti fuori dal loro paese.
Anche la narrativa ufficiale si rivela illegittima all’interno della sua stessa visione del mondo. La CNN riferisce che il sito dell’attacco aereo “non era specificamente legato agli attacchi missilistici” in Iraq, e un rapporto Reuters / AP afferma che “i funzionari dell’amministrazione Biden hanno condannato l’attacco missilistico del 15 febbraio vicino alla città di Irbil, nella regione semi-autonoma kurda dell’Iraq dirigere la regione, ma fino a questa settimana i funzionari hanno indicato di non aver determinato con certezza chi lo ha eseguito “.
Il Segretario alla Difesa Lloyd Austin parla durante una visita del presidente degli Stati Uniti Joe Biden al Pentagono a Washington, DC, il 10 febbraio 2021. (Foto di SAUL LOEB / AFP) (Foto di SAUL LOEB / AFP via Getty Images)
Tutto questo è molto tipico della visione del mondo suprematista americana che ci viene spinto aggressivamente in gola da tutti i media mainstream occidentali. Gli Stati Uniti possono bombardare chi vogliono, quando vogliono, e quando lo fanno lo fanno solo per legittima difesa, perché l’intero pianeta è di proprietà di Washington, DC. Può prendere il controllo di interi gruppi di nazioni e, se una di queste nazioni resiste in qualche modo, sta invadendo la sovranità americana.
È come se irrompessi nella casa del tuo vicino per derubarlo, lo uccidessi quando ha cercato di fermarti e poi rivendicassi l’autodifesa perché consideri la sua casa una tua proprietà. Solo nell’universo alternativo eccezionalista americano questo è considerato normale e accettabile.
Questo genere di sciocchezze è il motivo per cui è così importante dare la priorità all’opposizione all’imperialismo occidentale. La guerra e il dominio del mondo sono il fronte su cui hanno luogo tutti i mali più eclatanti inflitti dai potenti, e gioca un ruolo così cruciale nel sostenere le strutture di potere contro cui ci troviamo di fronte. Senza una guerra senza fine, l’impero oligarchico che è la causa di così tante delle nostre sofferenze non può funzionare e deve lasciare il posto a qualcos’altro. Se stai cercando di gettare la sabbia negli ingranaggi della macchina , l’antimperialismo è la tua strada più efficace a tal fine, e dovrebbe quindi essere la tua priorità.
In America, in particolare, è importante opporsi alla guerra e all’imperialismo, perché un intero impero dipende dal mantenere la gente del posto troppo povera e propagandata per costringere le risorse della propria nazione al proprio benessere. Finché gli Stati Uniti funzioneranno come il fulcro di una struttura di potere globale, tutte le agende progressiste che vengono ricercate da quel che passa negli Stati Uniti in questi giorni saranno negate. L’opposizione ai guerrafondai deve venire come prima istanza .
Stare contro l’imperialismo e il suprematismo americano taglia direttamente il cuore delle nostre difficoltà in questo mondo, motivo per cui così tanta energia ci tiene concentrati sulla politica dell’identità e un’energia insignificante fa schifo che non disturba in alcun modo i potenti. Se vuoi battere un coccodrillo, devi chiudergli la bocca. Se vuoi abbattere un impero che abbraccia il mondo, devi estrarne le armi. Opporsi alla guerra e vanificare la fiducia dello spettatore nella propaganda usata per giustificarla è il modo migliore per farlo.
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Fonte: https://caityjohnstone.medium.com
FONTE: https_www.sadefenza.org/?url=https%3A%2F%2Fwww.sadefenza.org%2F2021%2F03%2Fgli-usa-bombardano-la-siria-e-da-ridicoli-rivendicare-che-sia-autodifesa%2F
CULTURA
Report shock: come la Cina compra gli accademici occidentali. L’Università un tot al kg
Marzo 1, 2021 posted by Giuseppina Perlasca
Un’indagine scioccante è stata appena pubblicata dal settimanale francese Le Point su come Pechino stia acquistando il favore delle università occidentali.
Gulbahar Haitiwaji (foto sopra), sopravvissuto ai “campi di rieducazione” cinesi nello Xinjiang, ha recentemente rivelato cosa succede lì. “È vietato parlare la lingua uigura; è vietato pregare; è vietato fare lo sciopero della fame …” Dovette defecare in un secchio di plastica davanti agli altri. È stata incatenata al suo letto per 20 giorni. N
Un professore associato italiano, per esempio, Fabio Massimo Parenti, dell’Istituto Internazionale Lorenzo de Medici di Firenze, è stato ospitato nello Xinjiang, dove si stima che fino a due milioni di uiguri siano rinchiusi in “campi di rieducazione”. Ma non era solo: molte scuole britanniche sono ora strettamente sotto l’influenza e la propaganda di Pechino. Nigel Farage, il leader del Reform UK Party britannico, ha recentemente twittato che “i miliardari cinesi con collegamenti diretti al PCC stanno comprando le scuole britanniche – e inondando il curriculum con la loro propaganda“, e ha elencato i nomi di alcuni nel Regno Unito “sotto cinese controllo”:
Abbots Bromley School
Bournemouth College
Saint Michael School
Bosworth College
Bedstone College
Ipswich High School
Kingsley School
Heathfield Knoll School
Thetford Grammar
Wisbech Grammar
Riddlesworth Hall
Myddelton College
GATTI College
A partire da settembre 2019, a Urumqi, capitale della regione uigura dello Xinjiang nella Cina occidentale, Christian Mestre, decano onorario della facoltà di giurisprudenza dell’Università di Strasburgo, ha partecipato a un “seminario internazionale sulla lotta al terrorismo, alla deradicalizzazione e la tutela dei diritti umani “. Il seminario è stato organizzato dalla Repubblica popolare cinese. Le dichiarazioni di Mestre sono state trascritte sia dai media statali, dall’agenzia di stampa Xinhua, sia dal quotidiano nazionalista Global Times. Apprare incredibile che poi un francese vada a insegnare deradicalizzazione in Cina, quando non riescono neppure a tentare questo obiettivo in Francia, maa sembra che, alla fine, i sistemi cinesi piacciano agli accademici francesi Infatti il professore ha affermato:
“Spero che la Francia e altri Paesi europei possano adottare le risposte fornite dallo Xinjiang” riferendosi ai “centri di formazione professionale”, nome dato da Pechino ai suoi campi di rieducazione. “Queste persone non sono in carcere”, ha attestato il professore, “ma mandate alla scuola dell’obbligo”. Niente da vedere qui, come si suol dire. Però questi accademici poi devono snche spiegare la reatà dei fatti e delle situazioni, come quello che è accaduto, proprio a Gulbahar Haitiwaji.
Lei viveva in Francia da dieci anni. Il marito e le figlie avevano lo status di rifugiato politico, ma Gulbahar ha preferito mantenere il passaporto cinese per visitare l’anziana madre. Nel novembre 2016 ha acquistato un biglietto per la Cina, dove è stata rapidamente deportata in un campo di rieducazione per il suo popolo, gli uiguri. È stata detenuta per due anni prima di poter essere rilasciata sotto pressione dalla Francia. All’inizio di quest’anno ha pubblicato un racconto agghiacciante, “Rescapée du goulag chinois”. [“Sopravvissuto a un gulag cinese”]
Gulbahar è il primo uigura ad essere stato rilasciato e rimpatriato in Francia. “Xi Jinping, riassume,” vuole lo Xinjiang senza gli uiguri “.
È stata spostata da un centro di detenzione a un altro. Prima il centro di custodia cautelare, con le regole appese al muro: “È vietato parlare uigura; è vietato pregare; è vietato fare lo sciopero della fame …” Ha dovuto defecare in una plastica secchio davanti agli altri.
È stata incatenata al suo letto per 20 giorni nel 2017. È stata portata in uno di quei nuovi “centri di formazione professionale”, il nome dato dal regime ai suoi gulag. Il Baijintan Camp – tre edifici “grandi come piccoli aeroporti” ai margini del deserto – è circondato da recinzioni sormontate da filo spinato. I prigionieri non vedono più la luce del giorno, solo i neon. Le telecamere seguono ogni movimento dei detenuti.
“Grazie al nostro grande Paese. Grazie al nostro caro presidente Xi Jinping”, devono ripetere i detenuti dall’alba al tramonto.
Dopo aver assunto nuovi nomi (Gulbahar è diventato “Numero 9”), i loro vestiti e capelli vengono rimossi. La rieducazione cinese inizia quindi a prendere piede nella loro mente. Una guardia del campo mostra al gruppo di reclusi un muro: “Di che colore è?”, Chiede. “Bianco”, rispondono. “No, è nero. Sono io che decido di che colore è”.
Poi arrivano strane “vaccinazioni”. “Le donne non hanno più le mestruazioni. Una volta tornata in Francia, ho sentito davvero l’esistenza della sterilizzazione …”
In Francia, negli ultimi 15 anni sono stati aperti 18 Istituti Confucio, apparentemente per insegnare il cinese e promuovere la cultura cinese. In Europa, nel 2019, il Belgio ha espulso il rettore dell’Istituto Confucio della Libera Università fiamminga di Bruxelles, dopo che i servizi di sicurezza lo avevano accusato di essere una spia.
Un esperto del Tibet, Françoise Robin, dell’Istituto nazionale di lingue e civiltà orientali (Inalco), chiama questi istituti “armi di propaganda”. Nel 2016, Inalco ha invitato il Dalai Lama per una conferenza. “Abbiamo ricevuto lettere ufficiali dall’ambasciata cinese che ci chiedevano di non riceverlo”, ha detto Robin.
Nel settembre 2014, la Facoltà di Giurisprudenza del professor Mestre, presso l’Università di Strasburgo, ha ospitato una serie di eventi sul Tibet, con conferenze, mostre, balli e concerti organizzati “su richiesta del Consolato Generale della Cina a Strasburgo”, secondo i termini di una mail inviata dal preside. “La conferenza inaugurale ha assicurato [a tutti] che il Tibet non è mai stato annesso, [e] che l’intervento cinese del 1950 era stato richiesto dai tibetani“, ha ricordato Nicolas Nord, professore di diritto. Un clamoroso falso storico, però divetato realtà per l’università francese…
L’Economist ha recentemente suggerito cosa sta realmente facendo il regime cinese in Tibet: sradicare l’influenza del buddismo dalle menti della loro gente.
Il nuovo capo della CIA, William J. Burns, ha affermato che, se dipendesse da lui, chiuderebbe tutti gli Istituti Confucio nelle università occidentali. Secondo il Daily Mail, centinaia di scuole indipendenti che sono state lasciate in gravi difficoltà finanziarie dalla pandemia del virus di Wuhan sono state da allora prese di mira dagli investitori cinesi. La Cina sta evidentemente cercando di espandere la sua influenza nel sistema educativo britannico, come lo sono negli Stati Uniti. Diciassette scuole nel Regno Unito sono già di proprietà di aziende cinesi e quel numero è destinato ad aumentare. Inoltre, The Times ha rivelato che l’Università di Cambridge ha ricevuto un “regalo generoso” da Tencent Holdings, una delle più grandi società tecnologiche in Cina coinvolta nella censura statale.
Si torna con la mente al “Cambridge Five”, la rete di spionaggio britannica – Anthony Blunt, Donald Maclean, Kim Philby, Guy Burgess e John Cairncross – al servizio dell’Unione Sovietica e anch’essa con sede presso la famosa università britannica. Kim Philby, morto in esilio in Unione Sovietica, non si è mai pentito di aver tradito il Regno Unito: “È stato solo alla fine del mio soggiorno a Cambridge che ho preso la decisione definitiva di dedicare la mia vita al comunismo”.
A quel tempo, molti in Occidente avrebbero potuto sinceramente dire di non sapere quante persone fossero state uccise o incarcerate dal regime sovietico. Oggi sappiamo molto sulla crudeltà della Cina, compreso l’omicidio di massa del virus Wuhan che il Partito comunista cinese ha imposto al mondo, prima mentendo che il virus non era trasmissibile da persona a persona, poi fermando i voli interni da Wuhan. ma lasciando che i voli internazionali continuino. Di conseguenza, ogni paese del pianeta è stato infettato, provocando l’omicidio di oltre 2,5 milioni di persone.
Sappiamo anche del numero di persone rinchiuse nei laogai, le “prigioni amministrative” cinesi (stimato in 50 milioni). Conosciamo il numero di ragazze cinesi che il regime ha impedito di nascere quando era in vigore la “politica del figlio unico” (stimata in 30 milioni). Sappiamo del numero di persone uccise in piazza Tienanmen, l’ultima volta che il regime è stato apertamente sfidato dai suoi cittadini (stimato in 10.000).
“Luoghi abitati da minoranze etniche, come lo Xinjiang e il Tibet, si sono distinti come fulgidi esempi del progresso dei diritti umani della Cina”, ha detto il ministro degli Esteri cinese Wang Yi poche ore prima di parlare alla conferenza annuale del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite. Probabilmente nemmeno l’Unione Sovietica avrebbe potuto pensarlo.
FONTE: https://scenarieconomici.it/report-shock-come-la-cina-compra-gli-accademici-occidentali-luniversita-un-tot-al-kg/
CYBERWAR SPIONAGGIO INFORMAZIONE DISINFORMAZIONE
Il discorso di T°R°@°M°P°
CHI CE L’HA MESSO ARCURI?
I più spiritosi si soffermeranno sul titolo. Chi invece non ci trova nulla da ridere è legittimato a domandarsi chi abbia visto Arcuri come panacea e, attribuitegli doti taumaturgiche, abbia affidato al supermanager dalla voce inconfondibile i ruoli più delicati nel fragile contesto di questi tempi.
Dalla gestione dell’emergenza pandemica (che è difficile considerare un successo) alla distribuzione dei farmaci monoclonali, dalla ormai storica direzione plenipotenziaria del colosso finanziario pubblico Invitalia all’amministrazione straordinaria dell’ILVA: la vasta gamma di incarichi concentrati sul dottor Domenico Arcuri ha stimolato la curiosità degli invidiosi che hanno cominciato a chiedersi quanto duri la giornata di un tanto eroico grand commis (rallentato fra l’altro dalle partecipazioni a show televisivi e a conferenze stampa e – almeno in passato – letteralmente stalkerizzato da migliaia di messaggi e chiamate di improbabili mediatori) e soprattutto quanto siano grandi le pagine dell’agenda su cui l’interessato sicuramente annota tutte le cosette da fare quotidianamente.
Vista e considerata la totale assenza di “competitor” ogni qualvolta si sia profilata la necessità di un dirigente di comprovata competenza e professionalità, si deve prendere atto che sicuramente il “Commissario Straordinario” ha doti superiori a chiunque.
E allora il domandarsi “chi ce l’ha messo” diventa imperativo. È senza dubbio fondamentale conoscere chi sia il talent-scout che è stato tanto bravo da individuare un vero e proprio decatleta della Res Publica. Oltre a voler capire chi ha saputo selezionare un così fulgido esempio di interdisciplinarietà, tanti vorrebbero sapere come siano state identificate tutte quelle doti non presenti in nessun altro connazionale.
Il “vagliatore” potrebbe svelare la metodologia con cui ha scovato Arcuri, perché straordinari criteri e sofisticate tecniche selettive potrebbero far comodo in un momento in cui solo un manipolo di “super eroi” avrebbe modo di risollevare le sorti del Paese.
Allo stesso selezionatore (e a tutti quelli che – senza interferire nei processi decisionali, ça va sans dire – hanno caldeggiato le varie candidature o ne hanno plaudito l’incoronazione) viene da chiedere il più innocente “beh, com’è andata?” così da vedere se il feedback è rispondente alle aspettative sue e degli italiani.
Forse ha voluto mettere in difficoltà il dottor Arcuri sovraccaricandolo di incombenze? Magari ha pensato di mettere alla prova il suo ineccepibile spirito di abnegazione e il suo prodigarsi oltre ogni limite?
Chissà… ma se i risultati non hanno dato soddisfazione (e forse basta guardarsi attorno), “chi ce l’ha messo” è il caso che faccia almeno un esame di coscienza. La “culpa in eligendo”, a volte, è all’origine di danni cui a farne le spese è l’intera collettività.
DIRITTI UMANI
Ci stanno portando verso un unico governo ed un’unica religione mondiali
1 03 2021
VIDEO QUI: https://youtu.be/its3fUy2m7E
FONTE: https://www.youtube.com/watch?v=its3fUy2m7E&feature=youtu.be
ECONOMIA
Cartelle esattoriali, riparte l’invio di 50 milioni di notifiche e atti dal 1° marzo 2021
1 Marzo 2021
Cartelle esattoriali, dal 1° marzo 2021 riprende l’invio delle notifiche dell’Agenzia delle Entrate e della Riscossione. Si tratta dei 50 milioni di atti finora sospesi: si attendono maggiori informazioni sul piano di dilazione dell’invio in due anni anticipato dal MEF. Probabilmente i dettagli saranno contenuti del Dl Sostegno.
Cartelle esattoriali, riparte l’invio di 50 milioni di notifiche e atti dal 1° marzo 2021
Cartelle esattoriali, dal 1° marzo 2021 riparte l’invio delle notifiche: si tratta dei famosi 50 milioni di atti che fino ad oggi sono stati sospesi, decreto dopo decreto.
La proroga arrivata in extremis infatti riguarda le rate della pace fiscale, sia rottamazione che saldo e stralcio delle cartelle, in scadenza il 1° marzo, ed è stata comunicata il 27 febbraio dal Ministero dell’Economia.
Nessuna proroga invece per 50 milioni di atti che affollano, insieme agli altri, il magazzino dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione.
Tuttavia, il MEF starebbe lavorando a un piano di dilazione dell’invio delle cartelle, insieme a un allungamento dei tempi di prescrizione: maggiori novità al riguardo potrebbero far parte del Dl Sostegno, atteso per metà settimana.
Cartelle esattoriali, riparte l’invio di notifiche e atti dal 1° marzo 2021
Dal 1° marzo riparte l’invio dei 50 milioni di atti e notifiche fiscali: la proroga arrivata in extremis il 28 febbraio e annunciata con il comunicato stampa n. 36 del MEF riguarda la pace fiscale, ovvero le rate di rottamazione e saldo e stralcio delle cartelle.
In particolare, la proroga dei termini riguarda le rate del 2020 ancora non versate a cui si aggiunge la prima rata del 2021 della rottamazione-ter.
Ancora non si conosce la nuova data di scadenza entro cui effettuare i versamenti. Maggiori dettagli saranno contenuti nel Dl Sostegno, il primo provvedimento a sfondo economico del Governo Draghi.
Il provvedimento, si legge nel comunicato stampa del MEF, entrerà in vigore successivamente al 1° marzo 2021 e “i pagamenti, anche se non intervenuti entro tale data, saranno considerati tempestivi purché effettuati nei limiti del differimento che sarà disposto”.
La comunicazione del MEF, breve ma intensa, non riguarda i 50 milioni di atti -di cui 34 milioni di cartelle esattoriali e 16 milioni di avvisi dell’Agenzia delle Entrate- che finora, dall’inizio dell’emergenza sanitaria, sono stati sospesi.
Cartelle esattoriali, invio dal 1° marzo: novità sul piano di dilazione del MEF?
Questi 50 milioni di atti però non partiranno tutti insieme il 1° marzo 2021: in base alle ultime notizie, il MEF starebbe lavorando a un piano di dilazione dell’invio delle cartelle, spalmato su due anni.
Notifiche e atti, quindi, dovrebbero arrivare in un lasso di tempo di 24 mesi, con relativo taglio di sanzioni e interessi. Due i vantaggi che si otterrebbero da una soluzione simile:
- evitare una pioggia di cartelle sui contribuenti ancora in crisi;
- non ingolfare la macchina del Fisco con richieste di chiarimenti e la presentazione di reclami in un momento in cui gli uffici ancora non sono aperti al pubblico.
Maggiori dettagli sul piano di dilazione dovrebbero arrivare col Dl Sostegno, insieme alle nuove regole per l’erogazione dei contributi a fondo perduto per le partite IVA.
FONTE: https://www.money.it/cartelle-esattoriali-invio-1-marzo-2021
Danni collaterali: gli effetti drammatici della pandemia (e dei lockdown) che non entrano nei bilanci ufficiali
Le conseguenze del Covid-19 sono, purtroppo, note a tutti noi. Il coronavirus colpisce in vari modi, nella maggior parte dei contagiati presenta sintomi lievi e moderati ma talvolta ben più gravi, in alcune circostanze addirittura mortali, tra cui difficolta respiratorie, dolori al petto e perdita della facoltà di movimento.
Ciò che ancora molti invece non comprendono è che la pandemia, o meglio le misure restrittive adottate dai governi portano con sé moltissimi disturbi e danni di lungo termine che non possono, anzi non devono essere sottovalutate.
Disturbi psicologici non trascurabili come paura, senso di smarrimento, fino alle forme più gravi della depressione e dell’esaurimento. Ovviamente, è normale sentirsi smarriti a seguito di un’esperienza così forte come quella di una pandemia che ha stravolto totalmente le nostre vite, ma non è altrettanto normale che nessuno ne parli e che si faccia finta che queste conseguenze psicologiche non esistano: purtroppo ci sono e sono tanto gravi quanto le conseguenze “fisiche”.
Il perenne isolamento, la scarsissima vita sociale e la continua incertezza circa il futuro comportano per la mente di ciascuno un peso difficile da gestire. Tutti questi fattori non fanno che aumentare la preoccupazione ed il malessere della maggior parte delle persone. Il lockdown e la conseguente crisi sociale ed economica hanno, purtroppo, provocato anche l’aumento dell’utilizzo di alcool e stupefacenti, soprattutto nei giovani e nelle persone più fragili. Si tratta purtroppo di problemi che si trascineranno a lungo, ben oltre la fine della pandemia.
I giovani sono stati così colpiti in particolare per il venir meno della vita scolastica e universitaria e della socialità ad essa connessa. La mancanza di una routine quotidiana e la privazione dei contatti hanno portato, non solo nei giovani, alla sfrenata ricerca di “senso di soddisfazione” in alcool e stupefacenti.
L’allarme riguarda anche il progressivo aumento di utilizzo di psicofarmaci per contrastare il sempre più diffuso senso di ansia e di angoscia. Le cronache di questi mesi di pandemia ci raccontano tante storie di sofferenza e di dolore che purtroppo, in troppe occasioni hanno portato alla tragedia: il suicidio. Purtroppo, la pandemia ha portato con sé anche un progressivo aumento dei suicidi: molte persone hanno deciso di togliersi la vita perché spaventate dal contagio o per le disastrose conseguenze economiche che hanno colpito le loro attività.
Non si tratta di danni trascurabili, ma di effetti – anche delle politiche pubbliche – che vano in qualche modo messi a bilancio.
FONTE: http://www.atlanticoquotidiano.it/quotidiano/danni-collaterali-gli-effetti-drammatici-della-pandemia-e-dei-lockdown-che-non-entrano-nei-bilanci-ufficiali/
G20, allarme del Fmi: “Aumenta la disparità tra le economie”
26 FEBBRAIO 2021
Il Fondo monetario internazionale chiede di agire verso le “pericolose disparità fra le diverse economie mondiali” con una perdita del reddito pro capite nei Paesi emergenti del 22% entro il 2022 a fronte del -13% dei Paesi avanzati. Dall’allarme è esclusa la Cina. Al G20 finanza, l’Fmi avvisa sui rischi sproporzionati che stanno colpendo i giovani, le persone con basso livello di istruzione e le donne.
FONTE: https://www.tgcom24.mediaset.it/economia/g20-allarme-del-fmi-aumenta-la-disparittra-le-economie_29195475-202102k.shtml
FINANZA BANCHE ASSICURAZIONI
Finanza decentralizzata: la Fed ha paura?
27 Febbraio 2021
Tutto off-line. Per alcune ore. L’intero network interbancario della Federal Reserve, il 24 febbraio è collassato. E Bitcoin, non a caso, in contemporanea ha riconquistato quota 50.000. Intanto, pochi giorni prima, nasceva il primo fondo dedicato alla cosiddetta DeFi, la finanza decentralizzata. E sul tema è calato il silenzio.
Quella del 24 febbraio 2021 è una data che, a suo modo, potrebbe ritagliarsi il suo piccolo capitolo nella storia.
Apparentemente, quel giorno non è accaduto nulla di importante. Le cronache di mercato, infatti, lo ricordano unicamente per la scelta obbligata di Jerome Powell di fornire una seconda, pubblica rassicurazione nel corso della sua audizione al Senato, cercando così inutilmente di bloccare un trend di crescita dei tassi che ricorda il mitologico mostro dei videogame evocato da Giulio Tremonti. Invece, quel giorno è accaduto molto.
Quel giorno e per alcune ore, il mondo ha vissuto un inconsapevole spoiler di cosa potrebbe accadere senza il potere assoluto dell’intermediazione del sistema.
L’intero network di pagamento interbancario della Fed è andato infatti in crash: buio totale. Incluso il cosiddetto FedACH, il vitale ganglo di clearing house automatizzata e quello di trasferimento Fedwire Funds. Questi grafici
Federal Reserve System
Federal Reserve System
mettono in prospettiva la magnitudo di quel black out, sia a livello di controvalore che di operatività.
Il solo sistema ACH processa lotti di trasferimenti di fondi elettronicamente e facenti capo a voci esiziali come gli stipendi pubblici, i benefit del sistema di welfare, le pensioni, i refunds fiscali, i pagamenti corporate verso fornitori o quelli relativi a utenze di utilities.
FONTE: https://www.money.it/Finanza-decentralizzata-fed-ha-paura
GIUSTIZIA E NORME
IL SISTEMA DELLA FIDUCIA FRA PARLAMENTO E GOVERNO, IN BREVE
by Claudia Ruffilli | in Amministrativo 28 02 2021
“Il Governo deve avere la fiducia delle due Camere” – art. 94, Costituzione italiana
Mai come nella situazione attuale emerge forte la curiosità su che cosa sia, di fatto, la fiducia. Sappiamo che, nel nostro ordinamento, il Governo, per poter svolgere il proprio lavoro necessita di ricevere l’approvazione – la fiducia, per l’appunto – da parte del Parlamento, ma vediamo più chiaramente di che cosa si tratta.
La fiducia parlamentare è un atto che esprime, tramite una votazione, l’approvazione nei confronti del Governo, e con cui il Parlamento ne controlla l’operato.
Nell’ordinamento italiano, infatti, la sopravvivenza in carica dell’organo esecutivo, il quale non viene eletto direttamente dai cittadini, è strettamente vincolata alla fiducia da parte del Parlamento, unico organo titolare del potere legislativo e legittimato ad operare dal popolo, attraverso le libere elezioni.
L’insediamento di un Governo di nuova formazione non è il solo momento in cui occorre l’appoggio del potere legislativo, che deve invece persistere durante tutto il mandato. Per questa ragione esistono anche gli istituti della mozione e della questione di fiducia.
Esistono, dunque, tre situazioni nelle quali il Parlamento è chiamato ad esprimersi circa la fiducia da accordare all’organo esecutivo:
1. In seguito alla nuova formazione di un Governo ad opera del Capo dello Stato e del nuovo Presidente del Consiglio, da questi nominato, occorre che le Camere si esprimano positivamente sulla fiducia da accordare ai nuovi ministri. In mancanza di fiducia il Governo dovrà rassegnare le proprie dimissioni nelle mani del Presidente della Repubblica.
2. In qualsiasi momento della legislatura, un determinato numero di parlamentari può presentare una mozione di sfiducia (detta anche mozione di censura) nei confronti del Governo o di un singolo ministro. In questo caso, dunque, il parlamento manifesta il venir meno del rapporto fiduciario con l’Esecutivo: se la mozione di sfiducia viene approvata dalle Camere comporta la crisi di Governo e le conseguenti dimissioni di quest’ultimo. La sfiducia individuale verso un solo ministro, permette, invece, di preservare il rapporto di fiducia tra Parlamento e Governo.
3. In qualsiasi momento della legislatura, il Governo può porre una cosiddetta questione di fiducia su una legge o su un emendamento -una modifica- ad una legge, spesso legando alla approvazione della questione da parte del Parlamento la propria permanenza in carica. Nel caso in cui il Parlamento respinga la questione di fiducia il Governo non è, tuttavia, obbligato a dimettersi.
Il voto di fiducia al nuovo Governo. Il meccanismo del voto di fiducia è previsto dall’art. 94 della Costituzione: entro dieci giorni dalla sua formazione, il Governo deve presentarsi alle Camere per ottenere il voto di fiducia. Il premier e i ministri devono presentare il programma che si intende seguire e chiedere la legittimazione ai parlamentari. Il voto viene espresso per appello nominale da ciascun parlamentare e deve essere da quest’ultimo motivato, come prevede l’articolo 64 della Costituzione. La votazione a scrutinio palese e motivata serve ad evitare il fenomeno dei “franchi tiratori”, ossia dei parlamentari che dichiarano un voto diverso da quello effettivamente espresso, e a fare sì che i vari parlamentari si assumano la responsabilità politica personale di sostenere il Governo di fronte agli elettori. Serve il sì della maggioranza dei presenti, altrimenti detta maggioranza semplice.
Se il governo non ottiene la fiducia dovrà presentarsi davanti al Presidente della Repubblica per rassegnare le dimissioni. A ciò seguirebbero altre consultazioni del Presidente della Repubblica per individuare un altro Presidente del Consiglio e la formazione di un nuovo Governo .
Per quanto riguarda il nuovo Governo Draghi, il voto di fiducia era calendarizzato mercoledì 16 febbraio 2021 in Senato e giovedì 17 febbraio 2021 alla Camera.
La mozione di sfiducia o di censura. Diversa è invece la mozione di sfiducia: in questo caso alcuni componenti di una Camera firmano un documento dove espone i motivi per revocare la fiducia al Governo. La mozione di sfiducia deve essere firmata da almeno un decimo dei componenti di una Camera e non può essere messa in discussione prima di tre giorni dalla sua presentazione. La votazione sulla mozione di sfiducia, in Parlamento, avviene quindi dopo 3 giorni, a scrutinio palese, ossia non segretamente. Anche in tale caso, la fiducia è ritenuta accordata se votata dalla maggioranza semplice dei presenti.
L’approvazione di una mozione di sfiducia, revoca il rapporto fiduciario che lega Governo e Parlamento e costringe il Governo a presentare le dimissioni aprendo così una crisi di Governo. Bisogna, però, sottolineare che generalmente le crisi di governo non vengono causate da una mozione di sfiducia ma dalla rottura degli accordi tra partiti costituenti la maggioranza e il Governo. È per questo motivo, ad esempio, che è stata formalizzata lo scorso 26 gennaio 2021, la fine del secondo Governo guidato da Giuseppe Conte.
D’altro canto la sfiducia individuale verso un solo ministro permette di preservare intatto il rapporto di fiducia tra Parlamento e Governo. Si tratta di un istituto che è stato oggetto di parecchie discussioni fra la Dottrina e la Giurisprudenza italiane. Si propende in senso affermativo per l’ammissibilità della mozione individuale sulla base del dettato dell’articolo 95 della Costituzione: “I ministri sono responsabili (…) individualmente degli atti dei loro dicasteri.”
In effetti, la storia politica italiana ha conosciuto diversi casi in cui la mozione di sfiducia è stata presentata nei confronti di un singolo ministro, ad esempio quella del 1995 contro il ministro della Giustizia Filippo Mancuso.
La questione di fiducia. La questione di fiducia è un istituto riservato invece al Governo. Non è disciplinata dalla Costituzione (vi è una unica menzione nel quarto comma dell’art. 94) , ma dai regolamenti interni della Camera del Senato, nonché dalla legge n. 400/1988, e si fonda principalmente sulla prassi politica.
Quando il Governo richiede l’approvazione di una questione di fiducia su una legge o su un emendamento -una modifica- ad una legge, da essa consegue la decadenza di tutti gli emendamenti al testo cui essa è riferita. Viene utilizzata quando il Governo rischia di non avere l’appoggio delle Camere, necessario ad approvare un decreto fondamentale per attuare il programma dell’esecutivo e pertanto chiede che sia espresso un voto che manifesti l’appoggio del Parlamento al suo operato. Una volta chiesta la fiducia su una legge o su un emendamento, il Parlamento è obbligato ad esprimersi entro le 24 ore successive.
La legge 400/88 determina l’attività, l’ordinamento e la potestà regolamentare del Governo della Repubblica Italiana e riconosce al Governo la facoltà di avvalersi di tale istituto, ma non vincola il Governo alle dimissioni in caso di voto contrario del Parlamento ad un provvedimento sul quale è stata posta la questione fiducia.
Anche il quarto comma dell’art. 94 della Costituzione, riguardo alle proposte presentate dal Governo al Parlamento, precisa che “Il voto contrario di una o d’entrambe le Camere su una proposta del Governo non importa obbligo di dimissioni.“.
Tuttavia, nella prassi, la mancata approvazione di una questione di fiducia comporta la crisi di Governo e contraddice sostanzialmente quanto stabilito da questo comma.
In quanto strumento che limita fortemente la separazione dei poteri Legislativo ed Esecutivo, la questione di fiducia è sempre molto utilizzata nelle varie legislature.
FONTE: http://www.salvisjuribus.it/il-sistema-della-fiducia-fra-parlamento-e-governo-in-breve/
LA CITTADINANZA TRAMITE LINEA SUCCESSORIA FEMMINILE: IL DISCRIMINE ANTE E POST 1948
by Jessica Didone | in Amministrativo – 1 03 2021
Era il 1912 quando nel nostro paese si iniziò a legiferare in ordine alla cittadinanza e alla sua trasmissione da genitori a figli con la legge numero 555. In quel contesto, caratterizzato da un forte tasso di emigrazione, si procedette distinguendo la trasmissione per via paterna da quella materna. Come risultato, molte donne italiane sposavano stranieri e, acquistando la nazionalità del coniuge, perdevano consecutivamente il diritto di trasmettere ai figli la cittadinanza italiana. Il problema ha tuttora rilevanza, nonostante l’introduzione del testo costituzionale e la copiosa produzione giurisprudenziale.
La legge numero 555 del 1912 e l’entrata in vigore del testo costituzionale. La legge del 1912 cancellava di fatto le radici italiane delle donne, nonostante esse non vi avessero espressamente rinunciato: l’effetto era automatico per il solo fatto di aver contratto matrimonio con uno straniero. Tale situazione perdurò fino al 1948, quando la Costituzione previse che le donne italiane sposate con coniugi stranieri e trasferite all’estero non dovevano tagliare così radicalmente il cordone con il paese in cui erano nate e cresciute, permettendo loro di trasmettere la cittadinanza italiana ai propri discendenti, tramite iure sanguinis. Tuttavia, rimaneva il problema relativo al come gestire, a livello giuridico, la cittadinanza di coloro i quali erano nati prima dell’entrata in vigore della nostra costituzione.
Le conseguenze del passaggio costituzionale e la diversità di trattamento. Sul piano pratico, ciò ha comportato e continua ad implicare una diversità di trattamento secondo la data di nascita del soggetto che intenda acquistare la cittadinanza italiana: coloro che sono nati prima dell’entrata in vigore della Costituzione e coloro che invece hanno visto la luce dal 1° gennaio 1948 si vedranno applicati due diversi trattamenti in ordine all’acquisto della cittadinanza italiana. Invero, solo chi è nato dopo l’entrata in vigore della Costituzione può oggi ottenere il riconoscimento della cittadinanza tramite iure sanguinis in modo semplice e lineare, facendone richiesta al Consolato (se residenti all’estero) o presentando istanza al sindaco (se residenti in Italia). La situazione è nettamente diversa per coloro per i quali la discendenza da madre italiana abbia avuto luogo prima del 1948, poiché in tal caso la cittadinanza italiana potrà essere ottenuta esclusivamente tramite un’azione giudiziaria. Si dovrà adire il giudice qualora, nella linea dei discendenti che trasmettono la cittadinanza, è presente una discendente che aveva contratto matrimonio con uno straniero prima del 1948. Tutto ciò a dispetto di alcuni fattori: da un punto di vista di diritto internazionale e dell’immigrazione, in molti paesi la cittadinanza non si trasmette alla moglie straniera automaticamente con il matrimonio: ciò significa che le donne in questione non avrebbero di fatto mai perso lo status di cittadine italiane. Eppure, la legge italiana non considera questo dettaglio, lasciando alla giurisprudenza il compito di stabilire, caso per caso, chi ha diritto a vedersi riconosciuta la cittadinanza italiana iure sanguinis in presenza di progenitrice donna.
Conseguenze sul piano pratico. Seguendo questo schema e ribaltando la questione sul piano fattuale, potrebbe così accadere che due fratelli, rispettivamente nati prima e dopo il 1948, dovranno seguire iter diversificati per vedersi riconosciuta la cittadinanza italiana. La legge 1912 continua evidentemente a condizionare le donne italiane che hanno scelto di trasferirsi all’estero e i loro discendenti, creando di fatto una disparità di trattamento. Secondo l’articolo 136 del nostro testo costituzionale, la dichiarazione di illegittimità costituzionale fa venir meno l’efficacia della norma dal giorno successivo alla pubblicazione della decisione; viene tuttavia naturale chiedersi se una legge nata prima dell’entrata in vigore della Costituzionale possa ritenersi incostituzionale: interrogativo di non poco conto che rende necessaria una disamina degli interventi successivi al 1948, legislativi e giurisprudenziali.
Gli interventi legislativi successivi al 1948. Seguendo un iter storico-cronologico, la legge numero 151 del 1975 riconobbe il diritto di cittadinanza alla donna italiana che l’avesse perduta in modo indipendente dalla propria volontà, tramite matrimonio con cittadino straniero, in data anteriore al primo gennaio 1948. Nel 1983 poi, la legge numero 123 ha sancito che il figlio minorenne di padre o madre cittadina italiana sia considerato cittadino italiano. La giurisprudenza ha tuttavia limitato gli effetti di questa legge ai soli nati in data successiva all’entrata in vigore della Costituzione. Quando si approdò alla legge numero 91 del 5 febbraio 1992 recante “Nuove norme in materia di cittadinanza”, venne stabilito che è possibile attribuire la cittadinanza solo alle persone nate dopo il primo gennaio 1948 da cittadina italiana, tornando così al problema di partenza. Difatti, tale legge non avendo effetto retroattivo, necessita sempre di una sentenza per sancire il diritto alla cittadinanza italiana a coloro che sono nati prima del 1948 da donna italiana sposata a uno straniero.
La Corte costituzionale e la Corte di Cassazione sul punto. La Corte di Cassazione più volte si è pronunciata a favore della discendenza anteriore al 1948: ciononostante, i Consolati non si sono mai adeguati a tale orientamento e si continua di fatto a prevedere che una madre italiana trasmetta la cittadinanza solo a far data dall’entrata in vigore della Costituzione. Le sentenze della Corte costituzionale hanno tutte convenuto circa l’incostituzionalità della legge numero 555 del 1912. Nel 1975 con la sentenza numero 87 e nel 1983 con la sentenza numero 30, la Corte ha dapprima confutato la validità della legge del 1912 nel punto in cui prevedeva che il matrimonio con uno straniero privasse in modo automatico la donna italiana della propria cittadinanza d’origine e l’ha ritenuta altresì discriminante nei confronti dei figli di madre cittadina italiana rispetto ai figli di padre cittadino italiano. Nel 2009, con la sentenza numero 4466, la Cassazione a Sezioni Unite ha attribuito una validità retroattiva alle suddette sentenze della Corte costituzionale, riconfermando il diritto ad essere cittadino italiano per nascita anche il figlio di madre cittadina sulla base del principio di diritto secondo il quale solo la volontà poteva far perdere la cittadinanza italiana e non anche il mero matrimonio.
Considerazioni conclusive. Gli interventi legislativi e giurisprudenziali hanno confermato questo orientamento, sicché può essere riconosciuto cittadino italiano colui il cui avo non ha mai rinunciato alla cittadinanza italiana, a prescindere dal fatto che sia donna o uomo. Tutte le pronunce hanno un denominatore comune, afferente al fatto che la legge italiana si basa sul principio dello iure sanguinis a prescindere dalla discendenza paterna o materna, dunque sulla trasmissione della cittadinanza per discendenza: pertanto, ogni bambino nato da genitori italiani è anch’egli cittadino italiano.
Eppure, il discrimine ante e post 1948 relativo alla data di nascita continua a creare problemi di applicazione, obbligando coloro nati prima della fatidica data ad attivare il canale giudiziario in luogo di quello consolare, con il patrocinio obbligatorio di un avvocato e quindi con un ulteriore aggravio dei costi. Il tutto per ottenere il riconoscimento di un diritto che, in linea di massima, dovrebbe essere conseguito molto più agevolmente, stante la copiosa produzione giurisprudenziale sul tema e le evoluzioni storico-sociali.
FONTE: http://www.salvisjuribus.it/la-cittadinanza-tramite-linea-successoria-femminile-il-discrimine-ante-e-post-1948/
IMMIGRAZIONI
70 mila migranti assediano l’Italia.
L’effetto “Pull”, attrazione, della Giustizia italiana e del governo Conte II
La verità di oggi ci mette di fronte a una realtà durissima riguardo all’immigrazione clandestina: rischiamo di essere invasi d 70 mila migranti.
Il conto fatto dal quotidiano è molto semplice: da un lato abbiamo 20 mila irregolari che vorrebbero entrare dalle regioni dell’Est e che sono bloccati per ora soprattutto dalla Slovenia, blocco che comunque viene a essere “Percorribile”, ed a nulla sono servite le proteste del governatore del Friuli Fredriga. Dall’altro la semplice matematica: fino al 24 febbraio sono sbarcati in Italia 4157 migranti clandestini, contro 2341 dello scorso anno. Praticamente gli sbarcati sono raddoppiati di numero, per cui se continuiamo su questi numeri i 34 mila sbarcati lo scorso anno diventeranno circa 70 mila nel 2021. Un bel record, considerando che gli sbarchi al 24 febbraio 2019 (governo giallo verde) erano stati solo 262.
Perché questi risultati ? Semplicemente perché conveniente: le sentenze della Giustizia italiana, sempre favorevoli agli irregolari, unita alla nuova legislazione voluta dalla riforma dei “Decreti sicurezza” emessi dall’ultimo governo del governo Conte II rendono incredibilmente conveniente l’entrata in Italia. Chi spende qualche migliaio di dollari per entrare in Europa è quasi sicuro di non essere rimandato indietro: il decreto di Conte II lascia talmente tante opportunità di avere lo status di protezione che pochissimi possono essere inviati indietro. Poi il Tribunale di Roma ci ha messo del suo carico sancendo la non espulsione di un immigrato entrato dalla Slovenia.
Non se ne esce, e non se ne vede una via di uscita. La conferma della Lamorgese non lascia, per ora, grosse prospettive di cambiamento. Molteni dovrà lottare molto per portare un po’ di buon senso al Ministero degli interni. Quindi, nel mezzo di una crisi epidemica, ci troviamo a gestirne anche una migratoria che non ci voleva e che gli italiani non volevano e che, tra l’altro, ci presenta come il ventre molle dell’Unione Europea, una terra senza legge e senza norme. Non ci dovremmo meritare qualcosa di meglio?
FONTE: https://scenarieconomici.it/70-mila-migranti-assediano-litalia-leffetto-pull-attrazione-della-giustizia-italiana-e-del-governo-conte-ii/
LAVORO PENSIONI DIRITTI SOCIALI
Ecco a voi il robot che raccoglie la frutta h24. Che faranno gli immigrati a bassa qualifica?
Febbraio 27, 2021 posted by Guido da Landriano
Quello che potete vedere nelle immagini e nel video qui allegati è l’ultimo prodotto della Tevel aerobotics, un’azienda israeliana che sta da tempo sviluppando le tecnologie robotiche nel settore agricolo.
Il risultato del progetto, che è stato ampiamente finanziato con decine di milioni di dollari e che conta già potenziali clienti dall’Australia all’Estremo Oriente, è quello di poter fornire una tecnologia utilizzabile praticamente per raccogliere , 24 ore al giorno, la frutta esattamente nel momento in cui viene stabilito che sia matura, senza la partecipazione di forza lavoro umana, se non nelle fasi d’impostazione. Questo Robot ha vinto il premio come Best Field Robot Concept 2020 e prosegue sulla via del “Precision farming”, in cui la AI e la robotica permettono di ridurre al minimo i costi e l’utilizzo di pesticidi con la tecnologia. Ecco un video su come funziona
VIDEO QUI: https://youtu.be/8dksuAXc6P8
Secondo i suoi realizzatori il Robot, con il sistema di raccolta, sarà noleggiato ai vari produttori nella stagione della raccolta, ma , come è avvenuto per gli altri macchinari, è solo questione di tempo prima che la soluzione sia alla portata delle tasche di tutte le aziende.
Una delle affermazioni classiche dell sinistra ZTL, quella dei vari Gassman etc, è che abbiamo bisogno di immigrati perché altrimenti “Chi raccoglierebbe i nostri pomodori”. La risposta è semplice: le macchine. Anzi il fatto d’incentivare un’immigrazione di persone non qualificate viene a porre le basi di una crisi sociale ed economica colossale: che faremo quando AI e robotica avranno spiazzato i lavori non qualificati? Però Gassman non si pone questa domanda…
PANORAMA INTERNAZIONALE
Fallisce la politica vaccinale della Commissione, ma nessuno ne parla. Ecco perchè..
Sempre più evidentemente la Commissione ha fallito: ha concluso contratti mega-galattici con tutti per poi non riuscire a portare a casa i vaccini necessari ai cittadini europei. Non essendo sufficiente mette, tramite EMA e tramite una politica estera inutile, ma invadente, i bastoni fra le ruote quei paesi che vogliono trovare in modo autonomo i farmaci necessari sui mercati internazionali.
Nonostante questa performance fallimentare e nota ormai a tutto il mondo, i telegiornali europei hanno dedicato relativamente poco spazio alla notizia. Normalmente un flop di questo genere sarebbe stata la principale notizia per mesi, con inchieste, ricerche , accuse, , soprattutto nella TV generalista italiana, sempre alla ricerca di facili ossi da mordere e da gettare al pubblico. Però qeusta volta non avete sentito filippiche contro la Von Der Leyen nei TG nazionali.
Perchè? La spiegazione ce la fornisce un articolo, di un paio di mesi fa da una fonte autorevole ed insospettabile: il quotidiano francese Le Monde. In un articolo piuttosto chiaro sulla materia il giornale mette in luce come i redattori della TV francese ricevono un premio in denaro, definito gentilmente “Una parte variabile della remunerazione”, se coprono positivamente certi temi, come la diversità e…. l’Unione Europea. Praticamente i giornalisti sono pagati per scrivere bene della Commissione e dell’Europa, oltre che di altri temi che, nel caso francese, comprendono i Territori d’Oltremare e se questi raggiungono gli “Obiettivi di informazione” allora ottengono un premio pecuniario.
Ovviamente programmi del genere esistono anche nelle TV generaliste italiane, solo che i giornalisti italiani si coprono l’un l’altro molto meglio, rispetto a quelli francesi: Non vedrete in un giornale italiano presentare il programma di premi pecuniari della RAI. Però ricordate che senza i soldi non si muovono neanche le foglie degli alberi, alla faccio dell’etica e della libertà di informazione.
FONTE: https://scenarieconomici.it/fallisce-la-politica-vaccinale-della-commissione-ma-nessuno-ne-parla-ecco-perche/
Dombrovskis: le sue ammissioni, e le sue minacce, verso gli stati europei
Chi segue un po’ la politica di Bruxelles e della commissione sa benissimo che, al di là delle cariche e dei nomi, tutto è in mano a pochissime persone al vertice delle quali vi è Valdis Dombrovskis, il super commissario e vicepresidente con una delega quasi totale su economia e mercati. La concentrazione di veri poteri operativi sull’economia in una sola persona ha dimensioni tali che, se ci fosse un minimo interesse per la democrazia, dovrebbero suonare centinaia di campanelli. Un esponente di un partito liberista nordico, quindi quanto di più ordolibersta esista, è giunto ai vertici veri, oggettivi, del potere europeo.
Comunque perfino lui è stato costretto ad un meeting con la realtà dei fatti legata l fallimento delle politiche europee degli ultimi trent’anni, ma questo non è stato sufficiente a fargli cambiare le idee che, alla fine, sono state alla base della crisi del debito del 2011 e della stagnazione dell’Italia degli ultimi venti anni. questo lo vediamo in un importante discorso che è stato fatto proprio ieri di fronte alla Fiscal Board Conference proprio ieri che viene a porre le linee guida del dell politica economica europea dei prossimi, almeno, 4 anni e che è stato bellamente ignorato in Italia, dove si preferisce parlare della colazione di Draghi….
Potete trovare il discorso a questo link. Però ecco i punti chiave, ricordando come i discorsi dei membri della commissione inizino dolci, proseguono noiosi, mettono il veleno, e terminano con il sorriso, secondo uno schema ripetuto:
- ci siamo accorti di aver sbagliato qualcosa. Siamo stati concentrati solo sulla stabilizzazione dell’economia (in italiano “Austerità”) e questo ha fatto si che dopo gli anni ’90, quando veramente si è capito cosa significasse, non ci fosse un vero consenso sulla materia. Inoltre le politiche di austerità hanno tagliato fortemente sugli investimenti aumentando, non diminuendo le disparità fra i singoli stati;
- per una politica economica meno squilibrata dobbiamo abbandonare alcuni indicatori puramente teorici, come il “PIL potenziale”, e valutare invece che la politica fiscale sia “Sostenibile”. Sostituiamo un valore falso, teorico, con uno di previsione futuristica, altrettanto discutibile;
- ora dobbiamo concentrarsi sulla crescita. I paesi torneranno al PIL del 2019, ma non tutti allo stesso tempo ed in modo uguale. Naturalmente, secondo Valdis, sarebbe stato molto peggio senza gli strumenti UE, ma lo chiederei al Regno Unito;
- quindi gli stimoli e le politiche espansive non devono essere ancora arrestate…..
- …. ma comunque sono temporanee, e dovranno essere pian piano arrestate, sia dal punto di vista di stimolo fiscale , si monetario, passando attraverso una fase in cui saranno “Mirate” solo a certi settori;
- Dovremo quindi tornare a definir gli “Obiettivi Fiscali di Medio Termine” (OMT), cioè quell’obiettivo che guida tutto il famigerato “Semestre europeo”, il processo di tortura di bilancio per cui, a marzo dell’anno precedente, bisogna iniziare a discutere con la Commissione il bilancio dell’anno successivo, in mezzo a letterine e pressioni, che poi si tramutano in politiche fiscalmente oppressive;
- In tutto questo comunque bisogna ringraziare il RRF, cioè la parte innovativa del Recovery Fund, perchè quello permetterà la crescita.
Insomma, nonostante Dombrovskis debba ammettere la realtà dei fatti, cioè il fallimento degli strumenti di stabilizzazione e convergenza sinora messi in campo dalla Commissione, e quindi la necessità di annullarli in questa fase, non riesce a distaccarsi dai preconcetti ordoliberisti e austeri che hanno guidato, molto male, la politica economica dell’area euro fino a ora. Lo schema si ripete, sempre uguale, in modo noioso, senza nessuna interruzione. La vera sfida di Draghi, anche su mandato franco-spagnolo, è proprio quella di cancellare questo preconcetto, o almeno di annullarne gli effetti. Una vera e propria sfida che va, quasi, contro un credo religioso nordico: un po’ come un missionario ai tempi degli dei norreni. E non è per nulla scontato che prevalga. Se invece vincesse questa visione ordo-liberista ci troveremo nelle maglie di una nuova stringente austerità entro tre anni.
FONTE: https://scenarieconomici.it/dombrovskis-le-sue-ammissioni-e-le-sue-minacce-verso-gli-stati-europei/
SCIENZE TECNOLOGIE
Garavelli: non sono vaccini. Meglio le cure precoci, a casa
Per favore, non chiamateli vaccini: sono terapie geniche sperimentali, e non è detto che bastino a neutralizzare un virus Rna, difficilissimo da “inseguire” proprio perché mutante. Ma soprattutto: perché dannarsi tanto per questi controversi non-vaccini, quando ormai è assodato che per ridurre la minaccia Covid sono più che sufficienti le cure precoci da somministrare ai primi sintomi, lasciando i pazienti a casa ed evitando quindi la corsa agli ospedali? A uscire dal coro è il professor Pietro Luigi Garavelli, che dirige il reparto malattie infettive dell’Ospedale Maggiore di Novara, centro sanitario universitario. Che si arrivasse ai vaccini «era prevedibile, ma non in questo modo», protesta Garavelli, da sempre favorevole alle vaccinazioni ma più che perplesso su quelle progettate per il coronavirus. «Purtroppo, dovendo fare di necessità virtù e ritenendo di non avere altro in mano (le cure precoci domiciliari) la politica ha puntato tutto sulla vaccinazione». Un rimprovero preciso: se un anno fa si poteva comprendere lo sbandamento generale di fronte a un virus “nuovo”, «ora è imperdonabile» il caos che continua a regnare, tra i gestori dell’emergenza.
Ormai, «del Sars-Cov-2 si conosce quasi tutto», inclusa «l’inefficacia dei lockdown». E i vaccini? Se non vengono rapidamente somministrati fanno presto a risultare inutili, secondo Garavelli, «perché il virus si replica e muta». Il professore giudica inammissibile che la politica trascuri l’importanza strategica delle terapie precoci, alcune con farmaci “aspecifici” come idrossiclorochina, ivermectina e colchicina, e altre con l’impiego di medicinali mirati come gli anticorpi monoclonali. Tutte terapie salva-vita, finora incredibilmente «soppiantate dalla grottesca indicazione a dare la Tachipirina», completamente inutile in caso di Covid. La battaglia – ribadisce Garavelli – non la si può vincere negli ospedali, dove i malati arrivano in condizioni già gravi. La vera trincea resta il territorio, finora gravemente trascurato: serve «la possibilità di fare diagnosi rapide negli studi medici e nelle farmacie». La verità è che, dopo un anno, l’Italia sembra rimasta all’età della pietra. Le cure esistono e funzionano, ma la politica le ignora. In compenso punta tutto sui nuovi vaccini sperimentali, che veri vaccini non sono.
Quelli ora disponibili per tentare di immunizzarsi dal Covid, dice Garavelli, sono tutti a base di mRna: «Difficile definirli vaccini: forse è più corretto denominarli “terapie geniche”». Interessanti? Sì: «Sono totalmente innovativi, nella filosofia di immunizzazione». Ma attenzione: «In altri momenti sarebbero stati immessi con prudenza», cioè secondo il “principio di precauzione”, per scoprire se funzionano davvero e se non rappresentano un pericolo per le persone vaccinate. Ora, invece, «dopo un breve periodo di sperimentazione su categorie selezionate», questi non-vaccini sono stati utilizzati su larga scala, «ed è accaduto quello che poteva essere previsto». Ovvero: «In tutto il mondo, tranne che dai “giornaloni”, sono segnalati tutta una serie di effetti collaterali precoci, che hanno portato in alcune situazioni al blocco della campagna vaccinale stessa». A questo dato, prosegue l’infettivologo, si aggiunga «la mancata conoscenza» di troppi elementi, per esempio «gli effetti collaterali a breve e lungo termine». Inoltre, non si sa «quanta parte della popolazione sarà immunizzata, e quanto a lungo».
Secondo il professor Garavelli, non si conosce ancora «la reale efficacia nel prevenire l’infezione e la malattia, che sono cose diverse», visto che la maggior parte dei contagiati è asintomatica. Non solo: la comparsa di vari ceppi virali, sotto la pressione anche degli stessi vaccini, potrebbe rendere «poco utili» questi farmaci, la cui produzione peraltro procede a rilento, così come la loro distribuzione in Italia. Uno spiraglio forse si avrà nei prossimi mesi: «A breve arriveranno vaccini più classici, costruiti con le metodiche tradizionali, più rassicuranti per un vecchio infettivologo come me, convinto pro-vax», dice Garavelli. Ma intanto, «dato che la vaccinazione procede lentamente, escludendo larghe fasce di popolazione (quelle socialmente attive e produttive), da cittadino e da medico mi chiedo perché si debba fare il piano vaccinale imposto dalle autorità, direi il “vaccino di Stato”, e non consentirne invece la libera scelta, sotto la guida di medici esperti, magari con un acquisto in proprio. In fin dei conti, è in gioco la salute. E in questo campo si deve poter volere ciò che si ritiene il meglio».
Pochi segreti, ormai, sul Sars-Cov-2: è un virus Rna estremamente mutevole, che può eludere il nostro sistema immunitario (grazie alle sue continue “varianti”, note da subito), causando «reinfezioni, riattivazioni e forme croniche», e capace anche di «rendere inefficaci i vaccini, a meno che questi vengano rapidamente aggiornati». In ogni caso, sottolinea il professor Garavelli, il nostro sistema immunitario «si trova a combattere una battaglia estremamente difficile e complessa, dall’esito incerto». Secondo il medico, «l’immunità di gregge, naturale o post-vaccinale, non sarà in grado di contenere la pandemia». E quindi, «prima di trovarsi con un pugno di mosche in mano e la gente disillusa e inferocita, urge sempre più pensare ad un approccio combinato di tipo comportamentale e di terapie precoci a domicilio, essendoci la disponibilità di farmaci, ora arricchitasi coi monoclonali». Domanda retorica: «Dato che le nozioni sopra riportate sono ben note agli specializzandi di malattie infettive, perché questo settore è silenzioso?».
«Mi è stato detto che sono pessimista», si sfoga Garavelli su Facebook. «Semplicemente, mi sono rotto: oltre che fisicamente, anche moralmente». La situazione non è allegra: «Si “colorano” le Regioni, mentre forse agli italioti farebbe bene un po’ di educazione sanitaria, affinché non sembrino pecore al pascolo quando viene concesso il quarto d’ora d’aria». Per fortuna, aggiunge l’infettivologo, si sta avvicinando la bella stagione: «Col caldo, il Sars-Cov-2 ridurrà la sua capacità di trasmissione: alla faccia di lockdown e vaccini». Con il prossimo autunno scomparirà? «E’ scarsamente probabile», visto che si tratta di una patologia «divenuta endemica, da ceppi virali mutanti e subentranti con periodiche riaccensioni epidemiche». Conclude Garavelli: «Mi auguro che per allora accada un miracolo, cioè che si diventi più pragmatici. Si accetti il Covid-19 (una infezione con mediocre mortalità) e si garantiscano cure sempre più efficaci. Altrimenti, leggere sempre le stesse cose senza risolvere nulla è veramente fonte di rottura morale, tale da invidiare gli eremiti che nulla hanno a che fare con la pazza folla».
STORIA
Le foibe, il ricordo e l’oblio
MARCELLO VENEZIANI, Il Tempo 9 febbraio 2018
“Non riusciremo mai a considerare aventi diritto ad asilo coloro che si sono riversati nelle nostre grandi città… Non meritano davvero la nostra solidarietà né hanno diritto a rubarci pane e spazio che sono già scarsi”.
È Salvini, è CasaPound o il Fronte Nazionale che scrive dei migranti?
Nossignori, è l’Unità, organo del Pci, del 30 novembre 1946 a proposito dei profughi istriani, dalmati, giuliani. Italiani doc, che secondo i comunisti fuggivano non da un nemico “ma impauriti dall’alito di libertà che precedeva o coincideva con l’avanzata degli eserciti liberatori”.
Capito? I comunisti infoibatori erano “alito di libertà”, “eserciti liberatori”. E i profughi, cacciati dalle loro case, sopravvissuti alle foibe, erano abusivi da respingere…
Le foibe e l’esodo furono il frutto di un triplice odio: odio etnico, verso gli italiani; odio ideologico dei comunisti verso i fascisti o presunti tali; odio di classe verso i borghesi giuliani. Per questo furono una concentrazione speciale di orrore e crudeltà.
La giornata del ricordo è l’ultima commemorazione dedicata all’amor patrio istituita in Italia. Resta lì, orfana spaesata nel calendario dell’oblio, destinata a sopravvivere in un’indecorosa semi-clandestinità che volge alla rimozione graduale, fino alla sua definitiva estinzione.
Le altre ricorrenze nazionali, superstiti di vecchia data, galleggiano semi-sommerse: il 4 novembre vivacchia, rifugiata nella domenica più vicina e celebra le forze armate, il 24 maggio è sparita, il 17 marzo fu una breve meteora che apparve per i 150anni dell’unità d’Italia e poi sparì, dopo un’indecente manfrina di chi non la voleva istituire per micragnosi calcoli economici.
Sono artificialmente tenute in vita il 2 giugno e soprattutto il 25 aprile che è poi l’unica giornata rimasta davvero festiva nel calendario. Ma quelle date dicono poco al cuore della gente, suscitano residui risentimenti ma sempre più vaghi sentimenti.
Non c’è una giornata dedicata all’amor patrio, una festa dell’Italia, una celebrazione della comunità nazionale sentita e condivisa che ci colleghi alla storia e in positivo alla nascita dell’Italia e non alla guerra civile e mondiale.
Le foibe finirono nell’omertà sin da quando furono perpetrate. Perché tiravano in ballo le responsabilità del Pci e di un’ala cospicua della lotta partigiana nei massacri, perché incrinavano il rapporto con la vicina Yugoslavia di Tito, perché c’era il tabù della cortina di ferro che spartiva i due mondi, l’occidente filoamericano e l’est filosovietico.
Ancora oggi è proibito dire che gli infoibatori erano comunisti e che anche il Pci italiano aveva contribuito a sostenere l’operazione foibe. Nei documenti il Pci sosteneva che non si dovesse rinunciare a quella che veniva definita “la tattica delle foibe” (ovvero lo sterminio).
I rapporti e gli incontri tra Togliatti e i capi dell’operazione sterminio erano continui: da Mosca a Bari. Perché non parlare anche in questo caso di collaborazionismo e poi di negazionismo o dimenticazionismo?
Le foibe furono per decenni il ricordo atroce di una minoranza di profughi e il ricordo polemico di una minoranza di “patrioti”, in prevalenza legati al vecchio Movimento Sociale Italiano.
Solo mezzo secolo dopo cominciarono lentamente a risalire dal buio e ad affacciarsi timidamente nei libri di testo e nelle commemorazioni ufficiali, strappare messaggi ai Capi dello Stato e infine vedersi in tv in sceneggiati assai edulcorati in cui mai si parlava di partigiani comunisti ma solo vagamente di titini e dove non si capiva cosa fosse realmente accaduto; sembravano storie private, locali e famigliari, vicende avulse dalla storia.
Infine avvenne l’ufficializzazione del ricordo con l’istituzione della giornata.
Ma è durata poco l’attenzione, legata alla destra al governo, a volte alimentata dall’assurda pretesa di bilanciare l’enfasi via via crescente negli anni alla Shoah.
Per ogni ricordo delle foibe ci sono cento ricordi istituzionali e mediatici della Shoah. Ma l’olocausto, come impropriamente si definisce, riguarda più popoli e più paesi. I numeri delle vittime, si dice, sono imparagonabili.
Però la storia delle foibe assume grande rilievo, più rilevante della stessa shoah, se le foibe diventano il capitolo nostrano del più terribile ciclo di vittime del comunismo nel mondo, che si contano – come si sa – in decine di milioni. Uccisi in tempo di guerra e di pace.
Ma le comparazioni sono odiose e insensate.
Di solito le giornate dedicate a ricordare nascono quando i ricordi appassiscono. Un po’ come quando un anziano comincia ad annotare sul diario quando deve prendere la pasticca e quando è il compleanno della moglie: la memoria sta per andarsene, il ricordo si appanna, e allora nasce la necessità di farsi un nodo al fazzoletto della mente.
Più che dall’amore e dalla premura, la necessità di fissare il ricordo nasce dall’arteriosclerosi galoppante, dalla mente che si fa più labile e incerta e dallo svanire di quell’evento nel nostro cuore. Quando il ricordo è forte e vivo non c’è bisogno di dedicarvi una giornata ufficiale e rituale per ricordare.
L’Italia, ricca di storia millenaria, converte la sua bulimia di eventi in anoressia; la sua memoria antica, sovraccarica, si rovescia in amnesia e rimozione. “Scurdammoce o’ passato” resta alla fine l’unico inno nazionale. Ci unisce il patto dell’oblio.
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