RASSEGNA STAMPA DETTI E SCRITTI 5 MARZO 2021 

https://www.rassegnastampa.eu/sociale/ladri-e-corrotti-che-ti-impediscono-di-vivere-e-uscire-intelligenza-nellarte/

RASSEGNA STAMPA DETTI E SCRITTI

5 MARZO 2021 

A cura di Manlio Lo Presti

Esergo

16. Opera su tutti, piccoli e grandi, poveri e ricchi liberi e schiavi, perché si imprimano il suo marchio sulla fronte o sulla mano:

17. sicché nessuno può comprare o vendere alcunché se non ha quel marchio o il nome delle bestia o il numero del suo nome;

18. Qui ci vuole compendonio. Chi se ne intende, calcoli il numero della bestia, che è il numero di un uomo: il 666

APOCALISSE DI GIOVANNI – 13. vv 16-18, Einaudi, 1972, pag. 57

 

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La redazione provvederà doverosamente ed immediatamente alla loro rimozione dal blog.

 

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SOMMARIO

La rottura degli approvvigionamenti (è green)
Il piano globale per il 2021. Una strana lettera dal Canada
Does capitalism need some Marxism to survive the Fourth Industrial Revolution?
La Disney licenzia Gina Carano per un’analogia con i nazisti. Il suo collega di sinistra (figlio di un ladro di embrioni), no
E ora il generale Figliuolo propone una task force per le vaccinazioni…
Rivelazione choc del medico allo Spallanzani: lavorano perché l’emergenza non finisca
Virus, frase choc del medico dello Spallanzani: “Lavorano perché non finisca”
La corrrotta Frau Pfizer lo sa in anticipo
VON DER LEYEN ANNUNCIA NUOVE PANDEMIE: L’OBIETTIVO È ARRIVARE AL PASSAPORTO VACCINALE
Catricalà e i derivati…
Derivati sul debito: a processo Morgan Stanley, Grilli e Siniscalco. Difensore della banca l’ex sottosegretario Catricalà
PRELIEVO FORZOSO DI OVOCITI: VIOLENZA PRIVATA O RAPINA?
Domenico Arcuri non è più commissario all’emergenza Covid
DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 2 marzo 2021.
Lamberto Giannini è il nuovo capo della Polizia
Ergastolo agli scafisti, il pugno duro di Londra
Nella caserma occupata dai rom non esiste la legge
Migranti, Cirielli (FdI): “Csm difenda Procura su indagini Ong-trafficanti”
H:R 1 Ovvero la riforma elettorale USA per rendere permanenti i brogli a livello federale
16 stati USA stanno alleggerendo e misure di lockdown
Torino, via la targa che ricorda i martiri delle foibe. Lo chiede l’Anpi e il Comune obbedisce

 

 

IN EVIDENZA

La rottura degli approvvigionamenti (è green)

Un certo numero di imprenditori del Nord  riceve avvisi dai fornitori  di questo tenore: “Gentile cliente, la supply chain mondiale, definita come flusso di approvvigionamento di materie prime e semilavorati,  è piombata nelle ultime settimane in una crisi improvvisa, gravissima e inedita se  rapportata agli ultimi decenni. Ciò principalmente a causa delle interruzioni dovute a lunghi periodi di lockdown dello scorso anno.

“La disponibilità di beni e servizi alle aziende industriali non è solo calata drasticamente, ma il loro prezzo ha subito aumenti improvvisi mai registrati  la materia prima,  le cui disponibilità sul mercato è sempre più scarsa, ha subito nel nostro campo (metalli) rincari del 35-40%. Il trasporto su container e su nave ha subito aumenti del 400%,  con la sostanziale irreperibilità del servizio… i materiali che giungono via mare hanno subito rincari del 15-25%”…

Ricordiamo che tale rottura è contemplata nella tabella di marcia del Gran Reset  uscita dal Canada, solo un pò più avanti:

Interruzioni della catena di approvvigionamento previste, carenza di scorte, grande instabilità economica. Previsto per la fine del secondo trimestre del 2021.)

La CNBC (ossia il Deep State) riporta il rincaro eccezionale dei containers  e lo spiega così:

“Ci sono alcuni fattori che derivano dalla pandemia che guida questo fenomeno.

In primo luogo, la Cina sta inviando molte più esportazioni negli Stati Uniti e in Europa rispetto all’inverso. La sua economia si è ripresa più rapidamente poiché la situazione del virus all’interno dei suoi confini era praticamente sotto controllo nel secondo trimestre dello scorso anno. Di conseguenza, i container sono bloccati in Occidente quando sono veramente necessari in Asia.

Ci sono circa 180 milioni di container in tutto il mondo, ma “sono nel posto sbagliato”, ha affermato Yeager di Redwood Logistics”.  Migliaia sono in Californai su navi he aspettano di entrare nei porti..mentre l Cina rivuole i “suoi”:

VIDEO QUI: https://youtu.be/GnXAtM-7uv0

Ma il Baltic Dry Index, ossia il costo del trasporto per nave dei carichi secchi e  rinfuse (metalli, carbone, grani, cotone…) , non è aumentato che del 5-6%.

Icontainers sono un problema a parte: vi si trasportano merci  finite di un certo prezzo, come i mobili Ikea made in Indonesia.

Ma un altro problema,  diverso,  sono le materie prime, dallo stagno al cotone al petrolio al caffè ..  “Per troppi anni l’Occidente , quello che “fa i prezzi” ,   ha imposto ai produttori di vendere sottocosto  il loro stagno o altro prodotto minerario  – dice Maurizio D’Orlando, importatore di Milano  – al punto da intaccare la  remunerazione al  produttore, anzi oltre: al punto che non conviene aprire altre miniere. Perché, se ti costringono a vendere  in perdita?

Come mai l’Occidente impone prezzi bassi sulle materie prime? “E te lo chiedi?  Perché altrimenti i prezzi al consumo salgono qui, i consumatori si accorgerebbero che c’è stata inflazione, chiederebbero paghe più alte… eccetera”.

“Adesso si sono giunte le interruzioni del Covid,  assenze e  rincari; ma   le “normative”  ecologiste,  green e  “umanitarie” della UE hanno aggravato tutto”.

In che senso?  “Ho da importare un carico di caffè verde dal Kenia, e sono obbligato ad assicurarmi che viene da coltivazioni che non hanno danneggiato la foresta pluviale..:”.  Ma non esiste la foresta pluviale in Kenia!  E’ un altipiano; inoltre il caffè viene coltivato in montagna.

“Per lo stagno come per il cobalto”, rincara D’Orlando, “la Apple si è messa a denunciare che forse arrivano da miniere illegali – sfruttando il lavoro minorile.  un giornale italiano ha tirato fuori che il produttore sfrutta il lavoro minorile nella miniera. Servizio basato su  una mamma che portava il figlio  nel  complesso minerario.- Adesso  per l’import devo certificare che la ditta non sfrutta il lavoro minorile… Ma è un’azienda di Stato ha gli asili nido per i dipendenti..! E tutto ciò mentre lo stagno, a forza di essere a basso prezzo,  è diventato raro, non perché ce ne sia poco in natura, ma perché conviene ancora meno estrarlo oggi, con le costose certificazioni che impone l’Europa, gli asili nido”… “La foresta pluviale in Kenia, Verità per Regeni..…” “Di stagno restano poche migliaia di tonnellate  nel mondo  – un  prodotto essenziale  per le saldature dell’elettronica”.

Allora alla fine qui ci saranno dei rincari. “Sai? Secondo me no. “Loro” cercheranno di nascondere l’inflazione dei prezzi…” E come?  Col sostituto dell’inflazione: la scarsità

Scarsità! Sì come  in Unione Sovietica: dove le merci costavano “poco” perché era lo Stato a stabilire il prezzo, troppo basso. Sicché costavano poco ma non si trovavano. I cittadini si mettevano in coda per la carta igienica, la  cui fornitura  finiva prima che finisse la fila”.  Ricordo. “Qui è lo stesso. Non esiste più il libero mercato. I prezzi sono manipolati tutti,  a livello di finanza, derivati eccetera, indipendentemente dalla domanda  e dall’offerta. I vaccini, mica sono “sul mercato”, sono commesse pubbliche miliardarie.  E’ un mercato sovietico globale”, conclude D’Orlando.

In fondo è quel che dice Schwab: alla quarta rivoluzione industriale occorre una dose di marxismo .

FONTE: https://www.maurizioblondet.it/la-rottura-degli-approvvigionamenti/

 

 

Il piano globale per il 2021. Una strana lettera dal Canada

23 OTTOBRE 2020

Il sito Canadian Report ha pubblicato negli scorsi giorni questa strana lettera, vergata – a quanto scrivono – da un anonimo membro del Partito Liberale canadese. Il politico nordamericano si sente di far trapelare, via Protonmail, quanto sta apprendendo nelle commissioni del governo; si tratta di cambiamenti spaventosi di tutta la società, innescati con la salda inerzia dell’emergenza pandemica. Non abbiamo contezza dell’attendibilità del sito, e al contempo abbiamo visto che la lettera è apparsa anche su altri siti e su Facebook e perfino in forma di un documento Google Doc distribuito con link.

In questo momento tutto ciò rileva assai poco, invitiamo quindi a concentrarsi sul contenuto della lettera, che in vari passaggi assume tinte forti, financo apocalittiche.

Renovatio 21 non è in grado di verificare la veridicità di quanto vi si dice, e ci mancherebbe, visto che la confessione tocca abissi insondabili per chiunque. Tuttavia, non abbiamo troppa difficoltà a credere a molte cose che vi sono scritte, in quanto già contenute in piani precedenti sviluppati da enti privati e/o pubblici, Fondazioni, e formazioni transnazionale come l’ONU: basti pensare ad Agenda 21, spaventoso programma ONU ora ribattezzato Agenda 2030

Il Canada aveva già sviluppato negli scorsi decenni programmi di tracciamento via braccialetto e di confinamento forzato – i lager per i contagiati – come riportano diversi articoli apparsi su Renovatio 21.

La tempistica dei blocchi e dell’implementazioni di altri sistemi di biosorveglianza è, oggi come oggi, assai credibile: tutto sembra accelerato, perché motus in fine velocior.

Se alcune cose vi sembrano fantascienza, fermatevi a pensare cosa abbiamo visto in questo 2020.

minga è finito.

Fw: Comitato strategico LPC LeakInboxLPC leaker < LPC_leaker@protonmail.com > 13:47 (7 ore fa)

 

Messaggio originale ‐‐‐‐‐‐‐‐
Sabato 10 ottobre 2020 13:38, RIMOSSO <RIMOSSO> ha scritto:

 

Gentile …….. (RIMOSSO),

Voglio fornirti alcune informazioni molto importanti. Sono un membro del comitato all’interno del Partito Liberale del Canada. Faccio parte di diversi gruppi di commissione, ma le informazioni che sto fornendo provengono dal comitato di pianificazione strategica (che è guidato dal PMO) [Il PMO è in Canada l’abbreviazione per Prime Minister Office, «Ufficio del Primo Ministro,», ndr].

Devo iniziare dicendo che non sono felice di farlo, ma devo farlo. Come canadese e, cosa più importante, come genitore che desidera un futuro migliore non solo per i miei figli ma anche per altri bambini. L’altro motivo per cui lo sto facendo è perché circa il 30% dei membri del comitato non è soddisfatto della direzione che prenderà il Canada, ma le nostre opinioni sono state ignorate e hanno intenzione di andare avanti verso i loro obiettivi. Hanno anche messo in chiaro che nulla fermerà i risultati pianificati.

 

La roadmap e l’obiettivo sono stati stabiliti dal PMO ed è il seguente:

 

– Introdurre gradualmente restrizioni di blocco secondarie, iniziando con le principali aree metropolitane e espandendosi verso l’esterno. Previsto entro novembre 2020.

– Affrontare l’acquisizione di (o la costruzione di) strutture di isolamento in ogni provincia e territorio. Previsto entro dicembre 2020.

– I nuovi casi giornalieri di COVID-19 aumenteranno oltre la capacità di test, inclusi gli aumenti dei decessi correlati a COVID seguendo le stesse curve di crescita. Previsto entro la fine di novembre 2020.

– Blocco secondario completo e totale (molto più rigoroso delle restrizioni della prima e della seconda fase di rotazione). Previsto entro la fine di dicembre 2020 / inizio gennaio 2021

– La riforma e l’espansione del programma di disoccupazione saranno trasferite al programma di reddito di base universale. Previsto entro il primo trimestre del 2021.

– Proiezione della mutazione COVID-19 e / o coinfezione con virus secondario (indicata come COVID-21) che porta a una terza ondata con un tasso di mortalità molto più elevato e un più alto tasso di infezione. Previsto per febbraio 2021.

– Nuovi casi giornalieri di ricoveri per COVID-21 e decessi correlati a COVID-19 e COVID-21 supereranno la capacità delle strutture di assistenza medica. Previsto Q1 – Q2 2021.

– Saranno implementate restrizioni di blocco avanzate (denominate terzo blocco). Saranno imposte restrizioni di viaggio complete (comprese le inter-province e le inter-città). Previsto Q2 2021.

– Transizione degli individui al programma di reddito di base universale. Previsto per la metà del secondo trimestre del 2021.

– Interruzioni della catena di approvvigionamento previste, carenza di scorte, grande instabilità economica. Previsto per la fine del secondo trimestre del 2021.

– Impiego di personale militare nelle principali aree metropolitane e in tutte le strade principali per stabilire punti di controllo di viaggio. Limitare viaggi e movimenti. Fornire supporto logistico all’area. Previsto entro il terzo trimestre del 2021.

 

In cambio dell’accettazione di questo perdono totale del debito, l’individuo perderà per sempre la proprietà di qualsiasi proprietà e bene.

L’individuo dovrebbe anche accettare di prendere parte al programma di vaccinazione COVID-19 e COVID-21, che fornirebbe all’individuo viaggi senza restrizioni e vita senza restrizioni anche in condizioni di massima sicurezza (attraverso l’uso di un documento d’identità con foto denominato HealthPass canadese ).

I membri del comitato hanno chiesto chi sarebbe diventato il proprietario della proprietà e dei beni incamerati in quello scenario e cosa sarebbe successo a istituti di credito o istituzioni finanziarie, ci è stato semplicemente detto che «il programma World Debt Reset gestirà tutti i dettagli».

Diversi membri del comitato hanno anche chiesto cosa sarebbe successo alle persone se si rifiutassero di partecipare al programma World Debt Reset, o all’HealthPass, o al programma di vaccinazione, e la risposta che abbiamo ottenuto è stata molto preoccupante.

In sostanza ci è stato detto che era nostro dovere assicurarci di elaborare un piano per garantire che non sarebbe mai accaduto. Ci è stato detto che era nell’interesse delle persone partecipare.

Quando diversi membri del comitato hanno insistito incessantemente per ottenere una risposta, ci è stato detto che coloro che si fossero rifiutati avrebbero vissuto prima a tempo indeterminato sotto le restrizioni. E che in un breve periodo di tempo, poiché più canadesi sono passati al programma di cancellazione del debito, quelli che si rifiutano di partecipare sarebbero considerati un rischio per la sicurezza pubblica e sarebbero trasferiti in strutture di isolamento.

Una volta in quelle strutture avrebbero avuto due opzioni, avranno due opzioni,  parteciperanno al programma di cancellazione del debito e saranno stati rilasciati, o rimarranno  indefinitamente nella struttura di isolamento secondo la classificazione di un grave rischio per la salute pubblica e avranno sequestrato tutti i loro beni.

Quindi, come puoi immaginare, dopo aver sentito tutto questo si è trasformato in una discussione piuttosto accesa e si è intensificato al di là di qualsiasi cosa io abbia mai visto prima.

Alla fine è stato implicito dal PMO che l’intera agenda andrà avanti indipendentemente da chi è d’accordo o meno.

Che non sarà solo il Canada, ma in realtà tutte le nazioni avranno roadmap e programmi simili.

Che dobbiamo trarre vantaggio dalle situazioni davanti a noi per promuovere il cambiamento su una scala più ampia per il miglioramento di tutti.

I membri che si erano opposti e quelli che avevano sollevato questioni chiave che sarebbero derivate da una cosa del genere sono stati completamente ignorati. Le nostre opinioni e preoccupazioni sono state ignorate. Ci è stato semplicemente detto di farlo.

Tutto quello che so è che non mi piace e penso che porterà i canadesi in un futuro oscuro.

Vancouver, Canada
 

Articolo apparso su Canadian Report il 14 ottobre 2020

FONTE: https://www.renovatio21.com/il-piano-globale-per-il-2021-una-strana-lettera-dal-canada/

 

 

Does capitalism need some Marxism to survive the Fourth Industrial Revolution?

22 Jun 2016
Jem Bendell
Founding Director, The Institute for Leadership and Sustainability

This article is part of the Annual Meeting of the New Champions

“Summer Davos” returns to Tianjin China next week with an almost apocalyptic feel as attending leaders and technology pioneers debate what life will look like following the robot-driven Fourth Industrial Revolution.

This is a recurring theme for the World Economic Forum, whose founder Professor Klaus Schwab made the term the title of his new book about the future of capitalism. Schwab believes that, unmanaged, the Fourth Industrial Revolution has the potential to decimate global employment levels through productivity advances inspired by breakthroughs in robotics. Unlike the previous three industrial revolutions – which the professor lists as the transport and mechanical production revolution of the late 18th century; the mass production revolution of the late 19th century; and the computer revolution of the 1960s – Schwab endows the fourth wave of creative disruption with the potential of seeing off mass employment altogether.

No doubt students of capitalism will be experiencing a pang of déjà vu about now. For it was Karl Marx himself that first grappled with capitalism’s internal contradictions some time between the first and second industrial revolutions. Marx observed that capitalists paid workers less than the value of their labour in order to make a profit. When expressed cumulatively, it meant workers would be unable to afford the very goods they produced in the first place.

As a result, capitalists turned to issuing government and worker debt, thereby kicking the contradiction down the road. There were exceptions, however, the most famous of which saw early 20th-century industrialist Henry Ford pay his employees $5 per day, twice the average wage for automakers in 1914. In his 1926 book Today and Tomorrow, Ford laid bare his reasoning: “The owner, the employees, and the buying public are all one and the same, and unless an industry can so manage itself as to keep wages high and prices low, it destroys itself, for otherwise it limits the number of its customers. One’s own employees ought to be one’s own best customers.”

But 90 years and one industrial revolution later, how on earth do we translate Ford’s interwar reasoning to an impending age of human-displacing robotics? Specifically, how can we make more from wages without pricing labour out of an automated market?

One option is to literally make employment cheaper by scrapping all income taxes and shifting the shortfall to taxes on land value, corporate profits, natural resources and hydrocarbon energy generation.

Incomes could also be increased via more of us owning shares in the companies we work for or buy from. Such a vision invites more diverse forms of ownership in an economy. This could take the form of a proliferation of cooperatives alongside the requirement that all firms have employee share ownership based on length of tenure as opposed to status in the hierarchy. In parallel, enabling environments across global markets could be configured to support new entrants, help finance SMEs and take down monopolies old and new.

And finally, there is the option – currently being touted around Europe – that governments pay a basic monthly salary to all citizens. Aside from the shock value, it seems somewhat odd that governments – currently engaged in slashing budgets for public services – would suddenly find colossal funds to subsidize mass consumption.

But there could be method in the madness, should global policy-makers ever get their collective heads around how the money system actually works. At first glance, paying everyone a basic income would massively increase government debt, leading to an inevitable default. But this wouldn’t necessarily be the case. If a government’s power to issue notes and coins was extended to digital money, then that additional stimulus could enter circulation via the wages of its employees. This would act to reduce borrowing and tax collection while maintaining purchasing power in the economy. Sadly, most politicians don’t understand that over 95% of money in most countries is now created by private banks, and they fail to see the opportunity of expanding their own fiscal power by creating their own money in line with the digital age. Governments that did lead on this issue would provide a stimulus for their domestic financial technology start-ups, that would provide wallets and payment services for this new digital cash.

Taken as a whole, the options outlined above are tantamount to systemic change to keep pace with the human fallout that Schwab warns could come our way. This is something that Asian politicians attending the meeting in Tianjin should perhaps be mindful of, given the region’s preeminence as a manufacturing base. In contrast, the economies of Western Europe and North America have been de-industrializing for decades. For them, outsourcing production to and purchasing goods from lower-wage economies is an established hallmark of modern capitalism.

For now that is. The type of technical advances promised by the Fourth Industrial Revolution could see the cost of production fall way below prices currently offered by Chinese manufacturers to the rest of the world. But does the Chinese government really want to see hundreds of millions of its factory workers usurped by AI-enabled production line robots? Not that it matters. Logic dictates that such robots would inevitably be eating through order books elsewhere.

Hence the cross-pollination of ideas between capitalism and Marxism is worthy of serious discourse. A future characterized by mass unemployment, gross inequality and unrest demands it.

FONTE: https://www.weforum.org/agenda/2016/06/could-capitalism-need-some-marxism-to-survive-the-4th-industrial-revolution/

 

 

 

ARTE MUSICA TEATRO CINEMA

La Disney licenzia Gina Carano per un’analogia con i nazisti. Il suo collega di sinistra (figlio di un ladro di embrioni), no

27 FEBBRAIO 2021

Star-Wars-despide-a-Gina-Carano-de-la-serie-El-Mandaloriano

La polemica è scoppiata sul doppio standard hollywoodiano, dopo che due star della serie The Mandalorian prodotto e distribuita dal canale streaming Disney + hanno fatto analogie con il nazismo e con l’olocausto. La Lucasfilm, casa di produzione di Star Wars ora di proprietà della Disney, ha però licenziato solo la star di posizioni conservatrici .

Il protagonista della serie Pedro Pascal ha pubblicato un post su Instagram ora cancellato a novembre paragonando i sostenitori di Trump che hanno perso le elezioni del 2020 ai Confederatu USA (i sudisti) e alla Germania nazista.

Nel giugno del 2018, Pascal ha paragonato gli ebrei in un campo di concentramento nazista ai  «bambini in gabbia», una bufala anti-trumpiana messa in circolo utilizzando, in questo caso, una foto del 2010 di bambini palestinesi in attesa di essere nutriti in una mensa per i poveri.

Tuttavia, pochi giorni fa settimana la collega Gina Carano – che in The Mandalorian interpretava l’ex soldato dell’Alleanza Ribelle Cara Dune– è stata licenziata dalla serie e abbandonata dalla sua agenzia dopo aver condiviso un post su TikTok che confrontava l’attuale clima politico diviso con il trattamento degli ebrei nella Germania prima della seconda guerra mondiale, dicendo che «il governo prima ha fatto in modo che i propri vicini li odiassero semplicemente per essere ebrei».

«Gli ebrei venivano picchiati per le strade, non dai soldati nazisti ma dai loro vicini … anche dai bambini… La maggior parte delle persone oggi non si rende conto che per arrivare al punto in cui i soldati nazisti potevano facilmente radunare migliaia di ebrei, il governo aveva fatto in modo che i propri vicini li odiassero semplicemente per essere ebrei. Com’è diverso dall’odiare qualcuno per le loro opinioni politiche»

Carano in precedenza ha attirato critiche per aver deriso i pronomi della cultura gender (le bizzarre parole con cui nell’America impazzita si dichiara le parole con cui essere chiamati secondo l’identità sessuale«percepita») inserendo nel suo profilo  Twitter i pronomi canzonatorii «boop / bop / beep».

«Gina Carano non è attualmente impiegata da Lucasfilm e non ci sono piani per lei in futuro», ha detto un portavoce di Lucasfilm in un comunicato. «I suoi post sui social media che denigrano le persone sulla base delle loro identità culturali e religiose sono abominevoli e inaccettabili».

Carano, già campionessa di MMA (arti marziali miste),  ha anche deriso l’isteria intorno alle mascherine, ricevendo oltre 40.000 «Mi piace» su Twitter.

Oltre al licenziamento da parte di Lucasfilm, Carano è stata anche licenziata come cliente dalla sua agenzia, UTA, secondo The Hollywood Reporter.

«Hanno cercato un motivo per licenziarla da due mesi, e oggi è stata l’ultima goccia», ha detto una fonte a conoscenza della situazione.

L’ipocrisia di licenziare Carano mantenendo Pascal per la stessa cosa non è patente.

Vogliamo ricordare qualcosa riguardo a Pedro Pascal.

Si tratta di un momento d’oro per l’attore cileno naturalizzato statunitense, in un momento dove i latinos stanno guadagnando sempre più ruoli, visto che persino gli Oscar daranno un premio per i film con maggiore «diversità» etnica e sessuale. Le due stagioni del Mandalorian sono andate benissimo; la sua fugace apparizione su Game of Thrones pare aver lasciato il segno.

Pascal, al secolo José Pedro Balmaceda Pascal, non viene dalla povertà sudamericana, tuttavia. Cresciuto in un dorato asilo politico prima danese e poi californiano, già da bimbo ha potuto tornare con frequenza a Santiago a trovare l’ampia famiglia.  Sua madre fa parte della famiglia Allende – suo cugino Andrés Pascal Allende, nipote del presidente Salvador Allende che voleva installare missili sovietici in Cile, condusse la guerriglia urbana contro Pinochet.

Il caso del padre di Pascal è tuttavia molto interessante per un sito come il nostro. José Balmaceda, un medico specializzato in fertilità, a metà degli anni Novanta scappò dagli USA per tornare in Cile a causa di una dozzina di querele e di un’investigazione criminale sulle sue attività. Balmaceda era accusato assieme ai suoi partner di scambio di ovuli  senza il consenso dei pazienti e di illeciti finanziari presso la clinica UC Irvine dove operava. La famiglia fu imbarcata in aereo per fatta stabilire nel quartiere più elegante di Santiago, Las Condes, dove aveva immediatamente trovato lavoro in un’altra clinica della fertilità, una delle poche del Paese.

Tuttavia, la sua nuova vita in Cile è stata sconvolta da una tragedia personale quando sua moglie si è suicidata nel 1999, lasciando Balmaceda con i quattro figli

>Il 17 gennaio 2001 è stato arrestato all’aeroporto Ezeiza di Buenos Aires, in Argentina, e trattenuto per estradizione negli Stati Uniti con l’accusa di frode postale ed evasione fiscale. È stato rilasciato su cauzione con l’ordine di non lasciare l’Argentina, ma non si è presentato all’udienza in tribunale di febbraio. Balmaceda è tornato in Cile.

In interviste televisive e suoi giornali, l’uomo ha sempre professato la sua innocenza.

Il Padre di Pascal  nel 1984 aprì la strada alla tecnica di fecondazione chiamata GIFT – o «trasferimento intra-Falloppio dei gameti» – una procedura in cui gli ovuli e lo sperma vengono impiantati nelle tube di Falloppio.

Nel maggio 1995 l’università della California – Irvine interruppe i rapporti con Balmaceda e soci (tra cui il dottor Ricardo Asch, che fuggì anche lui per poi essere acciuffato quindici anni dopo in Messico), accusandoli di trapiantare ovuli senza il consenso dei pazienti, di condurre ricerche sull’uomo senza permesso, di ostacolare le indagini universitarie e prescrivere un farmaco per la fertilità non approvato. Il Pascal senior inoltre oggetto di indagine per possibili frodi fiscali e assicurative.

Anni dopo, emerge che Balmaceda avrebbe rubato non solo ovuli, ma anche embrioni di dozzine di donne, impiantandoli in altre pazienti del «Centro per la salute riproduttiva» dell’Università della California – Irvine.

Ora, quel che Renovatio 21 pensa, e non si stancherà mai di ripetere, è che la fecondazione in vitro, la produzione extracorporea di embrioni, è forse il più grande e pericoloso crimine perpetrato dall’umanità contro se stessa.

Per ogni bambino artificiale che nasce, decine di embrioni «fratellini» vengono sacrificati: scartati a prescindere (perché non belli al microscopio) oppure impiantati in utero dove la percentuale che attecchiscono e bassa (per questo ne impiantano più di uno).

In pratica, si tratta di una pratica stragista. Dietro alla «medicina della fertilità», c’è un oceano di morte – o meglio, di micromorte, di morte che, a differenza di omicidi ed aborti, è del tutto invisibile.

Per chi crede nel fatto che l’embrione sia un essere umano, si tratta di un fatto intollerabile. Di più: chi crede nell’umanità dell’embrione, non può non vedere come i dottori delle provette di fatto uccidano migliaia, milioni di persone (l’embrione è persona: è una credenza religiosa che non ci toglierete mai), come Stalin e Pol Pot.

Chi produce la vita umana in laboratorio, deve per forza sprecarla, usare tanti individui come schiavi, come carne da cannone: cosa c’è di più nazista di questo?

Il divo hollywoodiano Pascal, prima di paragonare gli elettori di Trump ai nazisti, ha mai provato a guardarsi in casa? Gli serve un microscopio?

FONTE: https://www.renovatio21.com/la-disney-licenzia-gina-carano-per-unanalogia-con-i-nazisti-il-suo-collega-di-sinistra-figlio-di-un-ladro-di-embrioni-no/

 

 

 

ATTUALITÀ SOCIETÀ COSTUME

 

BELPAESE DA SALVARE

E ora il generale Figliuolo propone una task force per le vaccinazioni…

4 marzo 2021 

VIDEO QUI: https://youtu.be/vSlyPPF8wog

FONTE: https://www.youtube.com/watch?v=vSlyPPF8wog

 

 

 

 

Rivelazione choc del medico allo Spallanzani: lavorano perché l’emergenza non finisca

1 MARZO 2021

VIDEO QUI: https://youtu.be/Kq7B4waTiDo

FONTE: https://www.youtube.com/watch?v=Kq7B4waTiDo

 

 

 

Virus, frase choc del medico dello Spallanzani: “Lavorano perché non finisca”

Il post social del dottor Vaia dello Spallanzani fa discutere: “Non assecondiamo chi non vuole la fine del Covid”

In un post su Facebook Francesco Vaia, direttore sanitario dell’istituto Spallanzani di Roma, ha usato poche parole ma alquanto inquietanti: “Non inseguiamo le varianti, studiamole; non assecondiamo chi auspica e lavora perché non abbia mai fine”. Vaia sembra quasi con la sua affermazione voler ipotizzare che ci sia qualcuno che sta facendo di tutto affinché la pandemia continui e non abbia termine.

Il direttore Vaia non fa però nomi, solo supposizioni, senza far capire se vi siano prove fondate. Il dubbio quindi nasce spontaneo: che Vaia, in campo fin dall’inizio per contrastare e sconfiggere il virus, in prima linea per curare i pazienti Covid, sappia davvero qualcosa finora sconosciuto? Realmente qualcuno starebbe lavorando perché tutto questo non abbia una fine, perché questa situazione che da oltre un anno sta minando la salute degli essere umani e l’economia dei paesi, continui inesorabile?

Vaia ha poi spiegato le sue parole

Inizialmente, come sottolineato da Repubblica, Vaia ha preferito non dire altro, come ha richiesto il governo ai medici. Ma il suo post ha sollevato un terremoto difficile da ignorare, e così, in un video postato sempre su Facebook, ha voluto spiegare le sue parole. Vaia ha tenuto a dire che non pensa assolutamente che vi sia chi, protetto dal buio delle tenebre, vada a diffondere il virus di notte o che faccia qualsiasi cosa per impedire di uscire dal tunnel in cui l’intera umanità è entrata in pochi mesi. Con le sue parole il direttore dello Spallanzani voleva solo indicare la strada che secondo il suo parere dovrebbe essere seguita per lasciarci indietro tutto questo, varianti comprese. Ecco, magari avrebbe dovuto usate altri termini, non così allarmisti. E proprio parlando delle varianti, Vaia ha precisato che “ci saranno sempre, il virus cerca di adattarsi alle diverse condizioni, ma adesso c’è una corsa contro il tempo, una partita a scacchi tra noi e il virus, e la mossa del cavallo è solo una: vaccinare, vaccinare, vaccinare”. La priorità è riuscire adesso ad abbassare la mortalità e proteggere i soggetti più fragili. Come farlo? Attraverso una vaccinazione di massa, l’unico modo per vincere la guerra. In poche parole seguire il modello di Israele.

Come spiegato da Vaia, per riuscire a fare ciò non si deve pensare né alla questione del brevetto, né alla situazione geopolitica. Da una parte facendo rispettare i patti sottoscritti con l’Europa e dall’altra consentendo alle aziende italiane e in particolare a quelle site nel Lazio, dove si trova il più importante distretto farmaceutico d’Italia, di poter produrre i vaccini in casa. Dando anche un’accelerazione alle autorizzazioni: “Le regole vanno rispettate ma non è tempo di burocratismi”. Qualsiasi vaccino efficace deve essere utilizzato. Basta lockdown come quello dello scorso marzo e basta chiusura delle scuole. Secondo il direttore, dato che le varianti si manifestano per focolai, servono dei lockdown chirurgici. E tornando sul post che ha creato scompiglio, Vaia ha assicurato: “Il mio è un invito a fare in modo che chi ha di più dia una mano. A vaccinare e vaccinare in modo che le varianti non producano gli effetti più dannosi”.

FI: “Convocazione in Parlamento”

Sestino Giacomoni, deputato di Forza Italia e membro del coordinamento di presidenza del partito, in una nota ha dichiarato che il post di Vaia su Facebook è “molto inquietante. Ipotizzare l’esistenza di qualcuno che si stia prodigando affinché la diffusione del Covid-19 non abbia mai fine, senza indicare chi sia questo qualcuno e perché lo faccia, potrebbe essere derubricato come l’ennesimo spot allarmista se giungesse da chicchessia”. Dopo aver ricordato che i social sono zeppi di mitomani e complottisti, ha invece sottolineato che questa affermazione è arrivata da un esimio esponente della sanità italiana.

Per questo motivo, per Giacomoni “sarebbe opportuno che il Parlamento convocasse in audizione quanto prima Francesco Vaia per chiarire i contorni dei questa affermazione. Sarebbe più che auspicabile ascoltare dalla sua viva voce i nomi e i cognomi di coloro che stanno lavorando perché la pandemia non abbia fine e soprattutto perché lo stiano facendo, il tutto corredato da prove schiaccianti. In un momento così delicato, dove la comunicazione assume un ruolo centrale, la chiarezza è d’obbligo. Infatti, solo conoscendo chi sta complottando contro l’umanità sarà possibile porre un freno a questa tragica deriva”.

FONTE: https://www.ilgiornale.it/news/cronache/francesco-vaia-qualcuno-lavora-perch-pandemia-non-finisca-1927276.html

 

 

 

CONFLITTI GEOPOLITICI

 

CULTURA

 

CYBERWAR SPIONAGGIO INFORMAZIONE DISINFORMAZIONE

La corrrotta Frau Pfizer lo sa in anticipo

Libera Espressione
OMS, ONU, BILL GATES – ASSASSINI MASCHERATI DA FILANTROPI BENEFATTORI

AUDIO QUI: https://www.maurizioblondet.it/wp-content/uploads/2021/03/7-Bill-Gates-il-falso-benefattore_Lq.mp4?_=1

FONTE: https://www.maurizioblondet.it/la-corrrotta-frau-pfizer-lo-sa/

 

 

 

DIRITTI UMANI

VON DER LEYEN ANNUNCIA NUOVE PANDEMIE: L’OBIETTIVO È ARRIVARE AL PASSAPORTO VACCINALE

Tornare al mondo di prima non sembra essere un’opzione presa in considerazione dalle principali autorità politiche in Italia ed Europa.

In arrivo nuove pandemie?

“La scienza, ma semplicemente il buon senso, suggeriscono che potrebbe non essere così”, aveva detto Mario Draghi di fronte al Senato in riferimento ad un ipotetico ritorno alla normalità. Non sembra però essere la scienza a suggerire questo cambiamento irreversibile, ma sono le dichiarazioni di alcuni politici, proprio come Draghi, a imporre questa nuova visione del futuro.

Tra questi ci ha pensato la Presidente della Commissione europea Ursula von Der Leyen che sembra aver deciso di rilasciare interviste negli ultimi giorni per lanciare un messaggio ben preciso. “L’Europa deve preparare il suo settore sanitario per far fronte ad un’era di pandemie”, è quanto dichiarato dalla von Der Leyen in un’intervista al Financial Times.

E come un mantra, lo stesso concetto è stato ribadito al giornale Die Zeit. “Gli scienziati ci dicono che probabilmente siamo già entrati nell’era delle pandemie”.

Secondo l’UE la soluzione sta nel passaporto vaccinale

Dalla comunità scientifica non sembrano però esserci conferme della previsione fatta dalla von Der Leyen. L’unica previsione visto in questo senso era arrivata dall’onnipresente Bill Gates. Un genio dell’informatica, ma sicuramente non uno scienziato né tantomeno un virologo. E in un futuro che si preannuncia pandemico, i cittadini saranno sempre più costretti a cedere libertà in cambio di protezione.

E così va inteso il passaporto vaccinale europeo. Un lasciapassare digitale di avvenuta vaccinazione che servirà per viaggiare. Il progetto è passato al vaglio dell’ultimo Consiglio europeo dove ha ricevuto l’ok di Angela MerkelMario Draghi e Ursula von Der Leyen. “Non ci saranno discriminazioni”, si sono affrettati a rassicurare i leader europei. Tuttavia mentre i possessori del passaporto potranno viaggiare senza limiti, tutti gli altri saranno costretti a sottoporsi alla burocrazia di tamponi e quarantene di 14 giorni per muoversi, senza contare la possibilità per ogni Stato di decidere autonomamente di bloccare le frontiere ai non vaccinati.

La strategia per arrivare agli Stati Uniti d’Europa

Il sospetto è che questa dichiarata pandemia perenne faccia parte di una precisa strategia politica che ha l’obiettivo di mantenere lo stato di emergenza il più a lungo possibile. “L’Europa ha bisogno di crisi per fare passi avanti. E i passi avanti dell’Europa sono per definizione cessioni di parti delle sovranità nazionali”, aveva dichiarato Mario Monti nel 2011. Una definizione che calza a pennello con il periodo attuale.

E l’emergenza sanitaria infinita potrà essere quindi il pretesto per velocizzare il processo di integrazione europea, fino ad arrivare agli Stati Uniti d’Europa

FONTE: https://www.byoblu.com/2021/03/01/von-der-leyen-annuncia-nuove-pandemie-lobiettivo-e-arrivare-al-passaporto-vaccinale/

 

 

 

ECONOMIA

 

EVENTO CULTURALE

 

FINANZA BANCHE ASSICURAZIONI

Catricalà e i derivati…

FONTE: https://www.maurizioblondet.it/catrticala-e-i-derivati/

 

 

Derivati sul debito: a processo Morgan Stanley, Grilli e Siniscalco. Difensore della banca l’ex sottosegretario Catricalà

Derivati sul debito: a processo Morgan Stanley, Grilli e Siniscalco. Difensore della banca l’ex sottosegretario Catricalà

Prima udienza del processo in cui la magistratura contabile contesta un danno erariale da 4 miliardi di euro alla banca d’affari, ai due ex ministri del Tesoro, al direttore generale del ministero e alla ex responsabile del debito italiano. L’accusa: “Ignorati e sottovalutati i rischi”. La difesa: “Contestare il contratto avrebbe devastato il mercato finanziario”

Un organo dello Stato – la Corte dei Conti – che accusa quattro ex ed attuali rappresentati dello Stato e una banca d’affari di aver causato un danno erariale da 4 miliardi di euro. E un ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio ed ex presidente Antitrust che indossa le vesti di difensore della banca. A fare da contorno, sostenendo le tesi dell’accusa, un gruppo di associazioni che rappresentano consumatori e utenti dei servizi bancari. A Roma è andata in scena la prima udienza del processo che vede sul banco degli imputati Morgan Stanley, gli ex ministri all’Economia Domenico Siniscalco (dal 2006 nel board di Morgan Stanley international) e Vittorio Grilli, il direttore generale del Tesoro Vincenzo La Via e Maria Cannata, che per oltre 17 anni – fino allo scorso febbraio – ha gestito il debito pubblico italiano.

Massimiliano Minerva, sostituto procuratore presso la Procura regionale del Lazio della Corte dei Conti, ha sostenuto che il ministero dell’Economia ha “ignorato sottovalutato” i rischi dei contratti derivati sul debito pubblico sottoscritti con Morgan Stanley. E ha “gestito denaro pubblico come se fosse privato”. Così tra fine 2011 e inizio 2012 la banca d’affari ha chiesto e ottenuto, senza che il Tesoro si opponesse, l’attivazione di una clausola di estinzione anticipata di uno di questi contratti. Una scelta costata miliardi di euro alle casse dello Stato. “Contratti nulli perché aleatori? Allora deve essere nullo anche il Superenalotto e tutti i derivati sottoscritti con tutte le banche”, è stata la sua linea di difesa”, ha ribattuto il legale della banca Antonio Catricalà, ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio del governo Monti nonché ex viceministro allo Sviluppo con Letta. Antonio Palmieri, difensore di Cannata, dal canto suo ha replicato che “ciò che la Procura afferma avrebbe provocato la devastazione del mercato finanziario, l’immediata e istantanea perdita di fiducia degli operatori finanziari nella Repubblica italiana, l’esodo degli operatori del debito pubblico e il crollo dell’economia, con effetti irreversibili e devastanti“. Minerva ha rigettato l’idea che nel 2011 si stesse scatenando “la tempesta perfetta sull’Italia” e che il Tesoro dovesse quindi considerare nel rapporto con la banca la difficile situazione congiunturale. “Non avevamo i soldi per pagare i dipendenti pubblici – ha detto – ma per Morgan Stanley abbiamo trovato 3 miliardi dall’oggi al domani”.

La clausola di estinzione anticipata e il danno erariale – I magistrati contabili contestano un danno erariale di 4 miliardi complessivi e chiedono a Morgan Stanley di risarcirne 2,8 mentre ne pretendono altri 1,2 da Grilli, Siniscalco, La Via e Cannata. Quest’ultima dovrebbe rimborsare oltre 1 miliardo. L’oggetto del contendere è la clausola di uscita anticipata dai derivati (Ate, additional termination event) prevista dal decreto ministeriale del gennaio 1997 firmato dall’allora ministro Carlo Azeglio Ciampi, coadiuvato al ministero dall’allora direttore generale Mario Draghi, e ribadita dallo stesso Draghi in una circolare del 2001 inviata al ministro Vincenzo Visco. Nel 2004 Cannata consigliò a Domenico Siniscalco, all’epoca direttore generale del Tesoro, di adottare le stesse forme di derivati con l’opzione di uscita anticipata secondo le procedure indicate da Draghi tre anni prima. Quella inserita nel contratto Isda Master Agreement sottoscritto nel 1994 con il Tesoro prevedeva, in particolare, che se si fosse trovata esposta oltre un certo livello al debito italiano la banca avrebbe potuto chiedere la chiusura del portafoglio facendosi restituire l’intero valore di mercato della posizione. Che in quella fase era particolarmente alto vista la debolezza finanziaria dell’Italia, i cui titoli di Stato in quei mesi arrivarono a rendere oltre 500 punti più degli omologhi tedeschi a causa del rischio percepito dagli investitori.

“Ministero inerte, non ha valutato i rischi” – Per Minerva il contratto chiuso da Morgan Stanley all’apice della crisi del debito era “fortemente aleatorio, con fortissimi profili di rischio e non di sola copertura”, come dovrebbe essere un normale contratto derivato. Lo Stato, ha detto il procuratore, “dovrebbe sempre avere sotto controllo il proprio denaro e la propria esposizione”. Invece il ministero è rimasto “inerte quando ha scoperto la clausola Ate (additional termination event)”, oggetto del processo: “Si è affidato a Morgan Stanley, senza negoziare e senza opporsi. Ma lo Stato poteva, aveva gli argomenti e quindi doveva opporsi all’esercizio di quella clausola”. “C’è stata una gestione del denaro pubblico come se fosse privato“, ha chiosato Minerva, secondo cui dalle carte depositate emerge come il Tesoro si rimettesse “alle indicazioni che provenivano da Morgan Stanley”. Qui, aggiunge, “non si sta parlando di inadempimento contrattuale di Morgan Stanley ma di una violazione di un obbligo di servizio di natura fiduciaria nel rapporto complessivo instaurato con il Mef nella gestione del debito pubblico”. Il Tesoro ha sempre sostenuto di aver utilizzato i derivati come assicurazione contro il rischio di un aumento dei tassi, soprattutto durante gli anni peggiori della crisi finanziaria. Ma, come spiegato dalla procura della Corte dei Conti a febbraio 2017, alcuni dei contratti “evidenziavano profili speculativi che li rendevano inidonei alla finalità di ristrutturazione del debito pubblico – l’unica consentita dalla normativa per operazioni in derivati – non essendo ammissibile per lo Stato, investitore pubblico, assumersi rischi rilevantissimi”.

Contestata la giurisdizione della Corte. La difesa: “Contratti aleatori? Allora sono tutti nulli” – Il giudice relatore Marco Fratini ha fatto sapere che Morgan Stanley e gli altri imputati hanno eccepito il difetto di giurisdizione del giudice contabile. “Morgan Stanley lo ha sollevato sotto un duplice profilo: per mancanza di un rapporto di servizio con lo Stato italiano e per insindacabilità delle scelte di merito”. Antonio Catricalà, difensore di Morgan Stanley, ha sostenuto che “i derivati sono uno strumento ordinario di gestione del debito” e la swaption, l’opzione per la protezione dagli sbalzi sui tassi prevista nel contratto tra il Tesoro e Morgan Stanley, “è stata inserita da Mario Draghi e ha tutte le caratteristiche di legittimità. Si tratta di uno strumento indispensabile per la gestione del rischio” e “l’utilizzo nella gestione del debito di simili strumenti rientra nell’esercizio pieno dell’autonomia dello Stato”. “Morgan Stanley”, ha aggiunto, “non è stato mai un consulente del Tesoro ma una controparte contrattuale”. Quanto al fatto che i contratti derivati sia nulli perché aleatori, “allora deve essere nullo anche il Superenalotto. È evidente che se venissero ritenuti nulli perché illegittimi tutti i contratti derivati, Morgan Stanley e le altre banche dovrebbero fare causa allo Stato italiano”.

I procedimenti già chiusi – Il gip di Roma, nell’autunno del 2015, ha archiviato la posizione della Cannata che era stata indagata anche per manipolazione del mercatotruffa aggravata e abuso d’ufficio. Il tribunale dei ministri che il 22 gennaio 2016 ha poi stabilito che l’allora presidente del Consiglio Mario Monti e l’attuale ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan non commisero alcun reato.

Dai derivati impatto negativo di 24 miliardi in tre anni – Tra 2013 e 2016, ricorda Reuters, i derivati hanno avuto un impatto negativo sul bilancio pubblico di 24 miliardi: 13,7 sono esborsi netti mentre 10,3 sono riclassificazioni statistiche. Lo scorso anno i derivati hanno avuto sul bilancio pubblico italiano un impatto negativo di oltre 8 miliardi, secondo le statistiche di Eurostat. Gli esborsi ammontano a 4,25 miliardi ma, considerando anche gli aggiustamenti contabili che incidono sul debito pubblico, il totale sale a 8,324 miliardi. Dal Rapporto sul debito pubblico pubblicato sul sito del ministero dell’Economia emerge che al 31 dicembre 2016 il valore di mercato di tutti gli strumenti derivati sul debito era negativo per 37,9 miliardi, a fronte di un valore nozionale di 143,5 miliardi.

FONTE: https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/04/19/derivati-sul-debito-a-processo-morgan-stanley-grilli-e-siniscalco-corte-dei-conti-denaro-pubblico-gestito-come-privato/4302706/

 

 

 

GIUSTIZIA E NORME

PRELIEVO FORZOSO DI OVOCITI: VIOLENZA PRIVATA O RAPINA?

by  | in Penale – 5 03 2021

La sentenza n. 37818 del 25 novembre 2020 della Seconda Sezione della Suprema Corte di Cassazione offre lo spunto per trattare della configurazione del delitto di rapina nel caso di impossessamento di ovociti con violenza.

Nel caso di specie, il direttore sanitario di una clinica, in concorso con l’anestetista e la propria collaboratrice, al fine di procedere all’impianto di embrioni in altre pazienti, aveva costretto con violenza la persona offesa a subire il prelievo dalle ovaie di almeno sei ovociti, dei quali si era impossessato quando la stessa, dopo l’intervento eseguito in anestesia, risultava ancora sedata.

I ricorrenti hanno ritenuto erroneamente qualificata la condotta, sulla scorta della sentenza della Corte di Cassazione del 17 agosto 2016[1]: in quella sede la Suprema Corte aveva affermato che gli ovociti acquistano lo status di cosa mobile solo al termine del processo di asportazione dal corpo umano, processo che dà luogo ai reati di lesione personale e violenza privata, se eseguito con violenza e contro la volontà della donna. Sulla scorta di tale principio, pertanto, i ricorrenti hanno ritenuto non configurato il delitto di rapina, essendosi l’azione violenta realizzata quando ancora non esisteva la cosa mobile oggetto dell’impossessamento: gli ovociti hanno infatti acquistato autonoma esistenza solo al termine della condotta violenta. L’unica condotta realizzata dall’imputato, secondo la tesi di parte ricorrente, pertanto, è stata la mera apprensione, condotta assorbita dai reati di lesione personale e violenza privata e che non può configurare né la rapina né il furto.

La difesa non contesta, come correttamente sostenuto dai giudici di merito, che gli ovociti siano parte del corpo suscettibili di valutazione patrimoniale, quindi cose mobili in senso realistico. Per la giurisprudenza di legittimità, infatti, “la qualità di cosa mobile può essere attribuita anche alla cosa che sia stata mobilizzata ad opera dello stesso autore del fatto mediante la sua avulsione o enucleazione”[2].

Sulla base di questa concezione di cosa mobile, è possibile parlare di “reificazione” anche a proposito degli ovociti, che fanno parte della donna fino che sono parte del suo corpo, ma divengono “cosa” nel momento in cui vengono distaccati da esso. La peculiarità dell’intervento di pick up (che consiste nell’aspirazione del liquido follicolare contenente gli ovociti attraverso un sottile ago e il trasferimento del liquido in laboratorio, per recuperare gli ovociti) non è di ostacolo alla configurabilità in capo alla donna della detenzione dei gameti femminili, potendo la stessa donarli a coppie con problemi di fertilità[3]. Una volta distaccati gli ovociti, dunque, essi sono suscettibili di sottrazione e impossessamento.

Resta da chiarire la questione posta dalla difesa, con la quale si è sottolineato che l’azione violenta è stata realizzata quando non esisteva la cosa mobile oggetto dell’impossessamento, in quanto gli ovociti erano ancora parte del corpo della donna. Sul punto, come ribadito dalla stessa Corte di appello, la violenza, che la difesa intende qualificare come semplice violenza privata, consistente nell’imporre alla vittima di tollerare l’asportazione degli ovociti, non è altro che la violenza esercitata sulla persona necessaria per integrare il delitto di rapina. Ovvero, questo tipo di violenza integra il delitto di rapina dal momento che costituisce la premessa imprescindibile per conseguire l’impossessamento degli ovociti. Del resto, il reato in questione ha natura plurioffensiva, in quanto lesivo non solo del patrimonio, ma anche della libertà e della integrità psico-fisica della persona aggredita per realizzare il profitto. Dunque, tra l’iniziale condotta violenta, commessa quando ancora non esisteva l’oggetto materiale della rapina, ed il successivo impossessamento degli ovociti sussiste un nesso di immediatezza e strumentalità.

Nel caso di specie, l’imputato usò violenza per costringere la vittima a subire l’intervento, ponendola in uno stato di incapacità di agire a causa dell’anestesia, al precipuo scopo di prelevare i suoi ovociti, poi fecondati con successivo impianto di embrioni in tre pazienti e, quindi, di conseguire un ingiusto profitto.

La Seconda sezione ha affermato quindi che l’espianto di ovociti dall’utero di una donna, realizzato in ambiente clinico contro la sua volontà, da personale medico, configura il delitto di rapina, in quanto gli ovociti possono essere considerati “cose mobili” nel momento in cui vengono distaccati dal corpo umano e da tale momento sono pienamente detenuti dalla donna, attesa la possibilità della stessa sia di utilizzarli che di donarli a coppie con problemi di sterilità, sicché gli stessi sono passibili di sottrazione e impossessamento.

La sentenza in esame è interessante perché analizza gli effetti penali degli elementi del possesso e della detenzione, tema già attenzionato in diverse pronunce della medesima Corte e che ha contribuito al diffondersi della teoria dell’autonomia interpretativa del diritto penale rispetto alle altre discipline giuridiche (il diritto civile nel caso di specie).

La definizione che il legislatore fornisce del fatto tipico degli articoli 624 e 628 codice penale fa leva sui tre requisiti della detenzione, sottrazione e impossessamento. Il concetto di detenzione è stato oggetto di contrasti in dottrina e in giurisprudenza, stante l’interpretazione estensiva che la giurisprudenza penale ha dato rispetto a quella civilistica. Infatti, l’orientamento maggioritario accede ad un concetto lato di detenzione, che va oltre alla pura relazione fisica tra soggetto e cosa. Una simile interpretazione solo in parte soddisfa l’ipotesi di rapina di ovociti. Se è vero infatti che la donna ne ha la disponibilità, potendo donarli a coppie con problemi di fertilità, non ci si può esimere dal sollevare alcune obiezioni sul concetto di detenzione. Il considerare gli ovociti res mobile solo una volta separati dal corpo della donna comporta che se l’impossessamento insiste su una cosa mobile, si potrebbe opinare che la sottrazione non abbia ad oggetto la cosa in sé, quanto piuttosto la creazione della cosa medesima. Ciò comporta non solo una eccessiva distensione del concetto di detenzione, ma anche una riconduzione della condotta al solo concetto di impossessamento[4]. In conclusione, vi è da chiedersi se la sussunzione del caso di specie nel delitto di rapina abbia realmente rispettato i requisiti previsti dalla norma, ovvero se l’interpretazione sempre più lata del concetto di detenzione faccia venire meno, sempre di più, il labile confine tra impossessamento e sottrazione: così facendo, l’impossessamento verrebbe a costituire la sola essenza dei delitti di furto e rapina.

Al netto di tutte le possibili obiezioni, in ogni caso, occorre ricordare che tale sentenza costituisce il primo pronunciamento della Suprema Corte in merito al prelievo forzoso di ovociti dalla donna. Pertanto non si esclude che, in futuro, la medesima possa avere dei ripensamenti o interpretare la vicenda diversamente.

FONTE: http://www.salvisjuribus.it/prelievo-forzoso-di-ovociti-violenza-privata-o-rapina/

 

 

 

 


[1] Cass. Pen., Sez. F, n. 39541 del 17 agosto 2016, Rv. 267990.
[2] Ibidem.
[3] Corte Cost., n. 162 del 10 giugno 2014: “gli atti dispositivi del proprio corpo, quando rivolti alla tutela della salute, devono ritenersi leciti, sempre che non siano lesi altri interessi costituzionali”.
[4] Tale assunto sembra indirettamente confermato nella decisione del 2016 della Sezione Feriale, in cui la Corte aveva negato che gli ovociti rientrassero nel concetto di cosa mobile sul presupposto che il capo di imputazione contestava solo la condotta di separazione degli ovociti dal corpo della donna e non anche quella di impossessamento, “con la conseguenza che il prelievo forzoso dei medesimi dall’utero della donna non rientra nell’ambito dei delitti contro il patrimonio, come la rapina, ma costituisce un delitto contro la persona, ovvero la fattispecie di lesioni personali”. Cass. Pen., Sez. F. sopra citata.

Domenico Arcuri non è più commissario all’emergenza Covid

Lisa Stanton – 1 marzo 2021 
. Mario Draghi ha nominato al suo posto il generale Francesco Paolo Figliuolo, dal 2018 Comandante logistico dell’Esercito e convolato a nozze con Assuntina (la foto è tratta dal profilo Fbk).
Arcuri, in compenso, ha ottenuto grazie all’immunità di cui godeva la richiesta d’archiviazione dal “comitato d’affari”, il “sodalizio” composto da “freelance improvvisati desiderosi di speculare sull’epidemia” e “capace di interloquire e di condizionare le scelte della Pubblica amministrazione”. Il giornalista Rai Mario Benotti, la sua compagna Daniela Guarnieri, l’imprenditore Andrea Tommasi, il banchiere sammarinese Daniele Guidi, il trader ecuadoriano Jorge Solis e Antonella Appulo, ex segretaria al MIT fidanzata con Benotti, pare abbiano ottenuto provvigioni “indebite” per oltre 77 milioni di euro, grazie ad “un certo ascendente” nei confronti di Domenico Arcuri. L’affare degli 801 milioni di mascherine che a marzo 2020, nel pieno della “prima ondata”, lo Stato italiano ha acquistato dalla Cina al prezzo di 1,2 miliardi di euro, ha prodotto “un’annata straordinaria” – come Benotti ha definito l’anno 2020 – per questo “comparto privato”.
Gli indagati per traffico di influenze illecite hanno ricevuto 280 milioni di commissioni pagate dai fornitori cinesi ma, secondo la GdF, di fatto “retribuite dal Governo italiano” grazie al “ricarico” effettuato sul prezzo.
L’inchiesta lambisce Sandro Gozi, Graziano Delrio e Matteo Renzi. Secondo gli inquirenti, fra il 26 marzo e il 15 aprile Arcuri ha stipulato tre contratti con altrettante società cinesi: la Wenzhou Moon-Ray, la Wenzhou Light Industrial e la Loukai Trade, formalmente con sede in Cina ma gestite da Zhongcai Cai, detto “Marco”, residente in via Flavio Stilicone nel quartiere popolare del Quadraro a Roma. È “Marco” a tenere i conti delle spartizioni delle provvigioni fra il “gruppo Benotti” e a distribuirli man mano che arrivano i pagamenti dal Governo, come risulta dalle mail agli atti.
I PM rilevano che nello stesso periodo “le mascherine furono acquistate altrove a prezzi inferiori” e che il Commissario ha agito con alcune anomalie procedurali: “l’informalità con la quale si è proceduto rispetto ad accordi che devono essere intercorsi prima del 10 marzo e dunque ben prima del lockdown nazionale, dichiarato il 9 marzo” quando “nessuna norma consentiva ancora deroghe al codice dei contratti”; “il primo contratto di fornitura è stato stipulato il 25 marzo quando la struttura commissariale ancora non esisteva”. Nonostante il “facilitatore” Benotti abbia accusato di concorso Arcuri, però, la Procura di Roma si è fermata dinanzi all’immunità che il governo Conte ha concesso al Commissario. Risultano oltre 1.200 contatti fra Arcuri e Benotti in 5 mesi, fra gennaio e maggio, e s’interrompono di colpo il 7 maggio. Benotti, intervistato da Nicola Porro, dice che “Arcuri mi aveva informato di approfondimenti da parte dei Servizi su tutta la questione”, ma la circostanza è smentita dal commissario. Il 21 ottobre Benotti incontra Mauro Bonaretti (c’è un video), magistrato della Corte dei Conti e collaboratore di Arcuri: il primo, intercettato, si rammarica di avere “organizzato due o tre cose per lui importanti che lui ha lasciato perdere”. Bonaretti lo tranquillizza: “Mi ha detto (Arcuri) voglio evitare che Mario si sporca… mi ha detto di non farti vivo in questa fase, di lasciarlo un attimo… per evitare casini”. Ma dopo l’incontro ha avuto inizio una “nuova corrispondenza per email con Antonio Fabbrocini, per una fornitura di guanti, con il previo consenso di Domenico”. Fiutando il nuovo affare, dal trader Solis era arrivata una “aspettativa singolare quanto raccapricciante” che a novembre “esploda il lockdown nazionale” della “seconda ondata” perché, annota la GdF, “da questo si attende lucrosi affari”. Arcuri non è arrivato in tempo per la “terza ondata”…, ma almeno non dovrà subire un processo ingiusto.
FONTE: https://www.facebook.com/lisa.stanton111/posts/4033379110013668

 

 

 

DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 2 marzo 2021.

Link del documento in Pdf: https://www.gazzettaufficiale.it/eli/gu/2021/03/02/52/so/17/sg/pdf

 

 

 

 

Lamberto Giannini è il nuovo capo della Polizia

Un esperto di lotta al terrorismo al vertice della Polizia. Il consiglio dei ministri ha nominato Lamberto Giannini nuovo capo della polizia al posto di Franco Gabrielli, che è stato chiamato da Mario Draghi a svolgere il ruolo di sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega ai servizi.

“Mi congratulo con il prefetto Lamberto Giannini che da oggi è il nuovo Capo della polizia e Direttore generale della pubblica sicurezza”, si è espresso così il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, che ha aggiunto: “La nomina del prefetto Giannini è stata deliberata dal Consiglio dei Ministri, su proposta del ministro dell’Interno, in virtù di un curriculum di eccellenza e di un apprezzamento sulle qualità personali e professionali, condiviso a tutti i livelli istituzionali, che –  conclude la responsabile del Viminale – la rendono ancor di più solida garanzia per i cittadini e per le forze di polizia”.

Giannini, 57 anni, è nato a Roma ed è un acceso tifoso della Roma, tanto da aver incorniciato la maglia di Francesco Totti nel suo ufficio. Il nuovo capo della Polizia è considerato vicinissimo a Gabrielli di cui era diventato il braccio destro a fine 2020 e sin dalla nomina di quest’ultimo all’interno del Governo Draghi il suo fedelissimo era considerato come favorito per il ruolo che gli è stato dato. Giannini si è laureato in giurisprudenza alla Sapienza ed è entrato in polizia nel 1989, frequentando il 74simo corso per vice-commissari presso l’istituto superiore di Polizia. Per oltre venticinque anni è stato impegnato nel contrasto all’eversione ed al terrorismo interno ed internazionale (nel 2009 aveva effettuato gli arresti dei membri di una cellula che aveva programmato un attentato al G8 della Maddalena), arrivando giovanissimo a dirigere la Digos della Questura di Roma. Ora, dopo la promozione a prefetto giunta nel 2019, la nomina più che prestigiosa.

FONTE: https://linformazione.info/articoli/2021/03/05/lamberto-giannini-e-il-nuovo-capo-della-polizia/

 

 

 

IMMIGRAZIONI

Ergastolo agli scafisti, il pugno duro di Londra

Nel solo anno in corso e nonostante la pandemia di coronavirus abbia di fatto complicato le possibilità di spostamento anche ai flussi irregolari di migranti sono già state oltre 500 le persone che, clandestinamente, hanno attraversato a bordo di traghetti improvvisati il canale della Manica. E in un periodo particolarmente segnato dalla crisi sociale, economica e sanitaria come quello odierno queste cifre – sebbene possano apparire contenute se abituati a quelle del nostro Paese – non sono assolutamente passate inosservate a Londra, decisa sempre di più a limitare i flussi migratori irregolari. In uno scenario che, questa volta, potrebbe portare ad una decisione che sicuramente lascerà da discutere, ma potrebbe divenire una prima e importante pietra miliare per quanto riguarda le condanne giudiziarie inflitte a chi come mestiere ha scelto quello di trafficante di uomini.

Ergastolo agli scafisti, il pugno duro della Patel

Come evidenziato dal Times, il ministero dell’interno britannico, la dottoressa Priti Patel, ha avanzato la proposta di estendere la pena detentiva da un massimo di tre anni all’ergastolo a coloro che vengono ritenuti colpevoli di operare nei flussi migratori irregolari. Una decisione dura, resa però obbligata dal forte aumento del fenomeno migratorio del canale della Manica, che in questo inizio del 2021 ha già segnato quasi il doppio dei casi rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. E, soprattutto, una presa di posizione netta nei confronti dell’immigrazione clandestina, cavallo di battaglia alla scorsa tornata elettorale dei conservatori guidati dall’attuale primo ministro Boris Johnson.

A essere identificati come primario bersaglio della misura sarebbero infatti gli scafisti, ossia coloro incaricati di effettuare il trasbordo dalle spiagge francesi alle coste della Gran Bretagna. I quali, a questo punto, potrebbero pagare a caro prezzo le loro operazioni, in uno scenario che, secondo le speranze del governo del Regno Unito, dovrebbe in questo modo dissuadere i trafficanti di uomini a compiere la traversata verso le coste britanniche.

Lo scafista diventa un assassino

Il cambio di passo voluto dal ministero dell’interno britannico è un chiaro messaggio che sta a significare come l’immagine stessa dello scafista venga paragonata a quello di potenziale assassino. E questo non soltanto in virtù della pericolosità di un trasbordo su imbarcazioni spesso improvvisate nel difficile canale della Manica, ma anche nella misura in cui le stesse “speranze” vendute ai migranti siano l’esatto opposto della realtà di fronte alla quale essi si troveranno al momento del loro arrivo.

Tra i passeggeri principali della tratta clandestina, infatti, ci sarebbero soprattutto iraniani, eritrei ed iracheni, con una minoranza di essi composta anche da persone di origine albanesi. Tutte personalità che, in virtù delle problematiche che attanagliano i loro luoghi di origini, sono considerate particolarmente fragili e in questo modo raggirabili da parte dei trafficanti di uomini, in grado di convincerli nel pericoloso attraversamento del canale che separa l’Europa continentale alla Gran Bretagna.

Con questo cambiamento nella visione stessa dello scafista, dunque, le aspettative del governo di Londra sono molto alte e spaziano tra il tentativo di disincentivare le partenze sino ad arrivare a quello di bloccare a tempo indeterminato l’operatività dei criminali di frontiera. E una delle condizioni che realisticamente renderà possibile questo cambiamento c’è sicuramente da considerare la Brexit, che ha svincolato de facto Londra dagli accordi migratori comunitari che non hanno mai realmente condannato in modo netto i trafficanti di uomini. In uno scenario che, di conseguenza, potrebbe rendere Londra la vera avanguardia nella lotta al traffico di uomini, battendo la strada di quella che sarà la condotta da tenere nei confronti degli scafisti nei prossimi anni.

FONTE: https://linformazione.info/articoli/2021/03/05/ergastolo-agli-scafisti-il-pugno-duro-di-londra/

 

 

 

Nella caserma occupata dai rom non esiste la legge

Firenze, immerso nel verde delle colline di Coverciano, a qualche centinaio di metri dal centro tecnico che ospita la Nazionale italiana di calcio, c’è uno spazio abbandonato della Caserma Militare Perotti che, ormai da anni, è stato occupato da alcune famiglie rom.

L’area è del Demanio ed è stata affidata al Ministero della Difesa che a sua volta l’ha affidata al Ministero dell’Interno. Nessuno, però, se ne è mai occupato, lasciando che l’area diventasse un vero e proprio insediamento di baracche dove vivono uomini, donne e bambini. Ci sono almeno 15 persone e la condizione igienica della zona appare desolante. Cumuli di immondizia arredano l’area, e da tempo ormai si registrano furti sistematici in appartamenti e campi limitrofi.

Ma ciò che preoccupa di più, sono le denunce per i continui roghi che vengono appiccati all’interno. “Bruciano rifiuti, metalli e ci sono anche fumi tossici” denuncia Michele Pierguidi (Pd), presidente del Quartiere 2 di Firenze, che da anni segnala la condizione “raccapricciante” in cui vivono gli occupanti e che, ha spiegato ai nostri microfoni è diventata “pericolosa anche per i residenti”. L’accesso all’area occupata è delimitato da una cancellata ormai arrugginita. Aspettiamo fuori l’arrivo di alcuni occupanti rom e gli chiediamo di poter entrare per visitare la zona. La risposta è assolutamente negativa. Non vogliono giornalisti a documentare la situazione. “Tu qui non ci puoi entrare” ci dice un rom, “lo hanno detto anche i carabinieri che voi qui non potete venire” ci spiega molto innervosito.

Proviamo a chiedere da dove vengono, ma il loro unico interesse è quello di mandare via le nostre telecamere. Sbattono al cancello, urlano e non vogliono essere ripresi. “Sono in Italia da 15 anni” spiega un occupante, ma appena proviamo a fargli notare che quell’area è dello Stato e loro stanno compiendo un reato, i toni si scaldano. “Perché non ci possiamo stare? Perché lo dici tu?” borbottano in un italiano stentato. “Lo dice la legge? Lascia stare legge, lascia stare”. Adesso la situazione è stata portata all’attenzione del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica (COSP) con prefetto e questore, nella speranza che lo Stato si riappropri dei suoi beni e non li lasci in mano a chi rifiuta le leggi.

FONTE: https://linformazione.info/articoli/2021/03/05/nella-caserma-occupata-dai-rom-non-esiste-la-legge/

 

 

Migranti, Cirielli (FdI): “Csm difenda Procura su indagini Ong-trafficanti”

“L’inchiesta giudiziaria, aperta dalla Procura di Ragusa, su presunti soccorsi di migranti concordati dalle Ong con i trafficanti, è l’ennesima prova di cosa si cela dietro al fenomeno dell’immigrazione incontrollata”. Lo dichiara, in una nota, il Questore della Camera e membro della Commissione Affari Esteri Edmondo Cirielli (FdI): “Spero che la magistratura faccia luce, in tempi rapidi, sulle attività delle Ong impegnate nel Mar Mediterraneo nelle operazioni di salvataggio dei barconi che trasportano clandestini verso l’Italia. Allo stesso modo, però, mi domando come mai il Csm lasci sola la Procura di Ragusa, senza mettere in atto alcuna azione di tutela com’è suo dovere fare. Probabilmente – aggiunge Cirielli – perché la maggioranza dei suoi componenti è legata alla sinistra, la quale ritiene che le Ong possano essere al di sopra della legge e dunque che non si debba neanche controllare se la violino. Nel caso in cui dovesse essere confermato quanto sta emergendo in questi giorni, ovvero il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina da parte delle stesse, sarebbe davvero gravissimo. E’ necessario, comunque, un intervento diretto del premier Draghi che, su questa problematica, non può più restare in silenzio, ma deve imporre un cambio di passo nelle politiche migratorie al ministro dell’Interno Lamorgese. Si parta dal blocco navale, che invece la nuova maggioranza vuole trasformare in un crimine internazionale, così gli scafisti non potranno più avere contatti con le Ong. E’ ora di dare un segnale forte a queste organizzazioni, che credono di poter fare quello che vogliono mettendo in pericolo la sicurezza della Nazione” conclude Cirielli. 

FONTE: https://linformazione.info/articoli/2021/03/05/migranti-cirielli-fdi-csm-difenda-procura-su-indagini-ong-trafficanti/

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PANORAMA INTERNAZIONALE

H:R 1 Ovvero la riforma elettorale USA per rendere permanenti i brogli a livello federale

Marzo 4, 2021 posted by Leoniero Dertona

Trump ha come obiettivo quello di cambiare le leggi elettorali statali per evitare che, in futuro, vi siano brogli e confusione come quelle viste nel 2020. Come rispondono i Dem? Con una legge federale che vuole rendere permanente la situazione confusa che ha visto vincere Biden, lasciando quindi gli strumenti per manovrare le elezioni ben attivi, ed estesi a tutti li stati.

Questo è il cuore della proposta H.R.1, o “For the people act“,che i democratici sono riusciti a far passare alla Camera dei rappresentanti e che prevede delle norme francamente discutibili riguardo le modalità di voto. Infatti la norma avrebbe queste caratteristiche:

  • renderebbe le frodi più facili costringendo gli stati a implementare il voto anticipato, la registrazione automatica degli elettori, la registrazione lo stesso giorno, la registrazione degli elettori online e il voto per assente senza colpa;
  • vieterebbe di chiedere uno strumento d’identificazione al voto;
  • Diminuire l’accuratezza degli elenchi di registrazione richiedendo agli stati di registrare automaticamente tutti gli individui nei database statali e federali. Ciò includerebbe molti elettori non ammissibili al voto, inclusi gli stranieri;
  • Richiederebbe agli stati di consentire la registrazione ai sedicenni e ai diciassettenni. Combinato con il divieto di chiedere la carta d’identità all’elettore permetteremmo ai minori di votare;
  • Richiedere agli stati di contare le schede elettorali espresse dagli elettori al di fuori dei seggi elettorali, una ricetta per la frode elettorale
  • Mandare schede elettorali per assenza senza colpa, strumento di brogli elettorali, costringendo gli stati ad accettare schede per assente ricevute fino a 10 giorni dopo il giorno delle elezioni;
  • Impedire ai funzionari elettorali di verificare l’idoneità e le qualifiche degli elettori e di rimuovere gli elettori non idonei
  • Vietare le leggi sull’identità degli elettori statali costringendo gli stati a consentire agli individui di votare senza carta d’identità  e semplicemente firmando un’autocertificazione;
  • Distruggere la composizione bipartisan della Commissione elettorale federale;
  • Richiedi agli stati di ripristinare la capacità dei criminali di votare nel momento in cui escono di prigione;
  • E infine, HR 1 vieterebbe effettivamente alle organizzazioni non profit di contattare un membro del Congresso o il loro personale in merito alla legislazione in sospeso, praticamente impedendo le petizioni agli organi elettorali.

Immaginate una votazione senza controllo degli elettori? Ecco i democratici e come pensano di continuare a controllare le elezioni alla Camera, al Senato ed anche quelle presidenziali, esattamente come nel 2020.

Biden ha già affermato che, se questa legge passa nelle aule parlamentari, lui è disposto a firmarla, rendendo permanente il regime di broglio elettorale possibile. Il Senato vede però i Dem con solo 48 voti su 50 a cui si aggiungono due indipendenti che, per ora, hanno votato con i democratici. Se i repubblicani vogliono quindi bloccare questa norma con l’ostruzionismo lo possono fare, ma devono dimostrarsi più uniti di quanto lo siano stati nella vicenda del mancato impeachment di Trump. Altrimenti gli USA rischiano di diventare una democrazia solo di nome.
FONTE: https://scenarieconomici.it/hr-1-ovvero-la-riforma-elettorale-usa-per-rendere-permanenti-i-brogli-a-livello-federale/

 

 

 

16 stati USA stanno alleggerendo e misure di lockdown

Marzo 5, 2021 posted by Giuseppina Perlasca

 

Due giorni fa il Texas ha annunciato la fine dell’obbligo generalizzato d’indossare le mascherine e l riapertura di tutte le attività commerciali al 100%, ma il “Lone Star State”non è stato completamente da solo. Altri stati stanno seguendo il suo esempio, in modo magri diverso.

Ad esempio il nuovo governatore del Montata  ha cancellato l’obbligo di mascherine nel suo stato:

L’otto febbraio la governatrice dell’Iowa aveva già tolto l’obbligo delle mascherine e diverse altre limitazioni legate al covid-19

Il 22 febbraio il Nord Dakota ha approvato una legge per vietare l’obbligo ad indossare le mascherine:

In totale sono 16 gli stati che hanno tolto l’obbligo  delle mascherine a livello di stato, anche se magari alcune città lo hanno mantenuto, ed altri, come il Kansas, hanno un obbligo solo teorico e non applicato.

Negli USA ci sono stati rurali , con un densità di popolazione molto bassa, ed inoltre la vaccinazione sta proseguendo con dei ritmi molto accelerati. Non sono la UE, loro si sono assicurati i vaccini per tempo.  Lentamente tornano alla normalità, anche perchè vogliono tornarci.

FONTE: https://scenarieconomici.it/16-stati-usa-stanno-alleggerendo-e-misure-di-lockdown/

 

 

 

POLITICA

Torino, via la targa che ricorda i martiri delle foibe. Lo chiede l’Anpi e il Comune obbedisce

giovedì 4 Marzo 18:38 – di Redazione
Foibe, la targa in ricordo delle vittime dà fastidio all’Anpi. E il Comune la fa rimuovere. Accade a Torino. E l’episodio scatena l’indignazione di Fratelli d’Italia. Con Giorgia Meloni che su Twitter protesta: “Continuano gli attacchi giustificazionisti contro le vittime delle foibe. Il Comune di Torino non deve prestarsi al gioco oscurantista portato avanti dall’ANPI. Il ricordo delle vittime delle foibe e dell’esodo istriano, fiumano, dalmata non cadrà nuovamente nell’oblio. Non lo permetteremo”.

Il giardino dedicato ai martiri delle Foibe: la lettera dell’Anpi

La targa si trova in un giardino del quartiere Vallette Lucento, alla periferia nord ovest di Torino. Lo scorso 9 febbraio – ricorda Il Giornale –  alla vigilia del Giorno del Ricordo, Maria Grazia Sestero, presidente dell’Anpi provinciale di Torino ed ex deputata di Rifondazione comunista, si preparava a santificare la ricorrenza a modo suo. Prendendo carta e penna e inoltrando una richiesta urgente all’amministrazione comunale. Nelle righe impilate viene denunciato un fatto davvero scabroso. La targa posizionata nel giardino non è conforme a quella inaugurata a suo tempo dalla giunta Chiamparino“.

Nella nuova targa sono menzionati i partigiani comunisti. La cosa non piace all’Anpi

La targa originaria recitava: “Giardino vittime delle foibe. In ricordo degli Istriani, Fiumani e Dalmati Vittime delle foibe e dell’Esodo dalle loro terre”. Sulla nuova epigrafe si legge invece: “Giardino vittime delle foibe assassinate solo perché italiane in Istria, Fiume e Dalmazia dai partigiani comunisti di Tito. Nel vandalismo di pochi, nell’indifferenza di altri. Torino Ricorda”.

FdI aveva raccolto i fondi per la nuova targa

La vecchia targa era stata danneggiata dai vandali. Il Comune non l’aveva sostituita con un’altra uguale. A quel punto l’esponente di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli aveva raccolto i fondi per posizionarne una nuova, non più in marmo ma in ferro, a prova di vandali.

“Prendiamo atto – commenta ora Montaruli – che la priorità del Comune di Torino sia rimuovere una targa d’acciaio in onore delle Vittime delle Foibe, installata poiché l’amministrazione comunale rinunciò poi a ricollocarla, dandola vinta ai profanatori”.

Montaruli: giardino in abbandono, anziché riqualificarlo il Comune toglie la targa

“Per ben due volte – continua la parlamentare – anonimi vandali, ma dalla chiara matrice ideologica, l’avevano demolita a colpi di martello. Nel primo caso il Comune l’aveva ricollocata dopo le nostre proteste, nel secondo caso aveva addirittura rimosso il basamento rimasto. Ora il Comune manderà i suoi operai al giardino Vittime delle Foibe, lasciato colpevolmente in stato di abbandono con erba alta, panchine divelte, gradinate in frantumi, muri coperti di scritte, e li metterà al lavoro non per riqualificarlo, ma per sostituire la targa”.

FONTE: https://www.secoloditalia.it/2021/03/torino-via-la-targa-che-ricorda-i-martiri-delle-foibe-lo-chiede-lanpi-e-il-comune-obbedisce/

 

 

 

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