RASSEGNA STAMPA DETTI E SCRITTI
4 MAGGIO 2021
A cura di Manlio Lo Presti
Esergo
Quanto poco tempo impiegano gli attori nei film ,
per fare la valigia!
Ramòn Gómez de la Serna, Sghiribizzi, SugarCo, 1997, pag. 91
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SOMMARIO
LA RICCHEZZA, LA POVERTÀ, IL DENARO NELLA LETTERATURA
Il Razzismo c’è! Ma diciamo pure dov’è
INDIA RIVOLTA CONTRO LE SQUADRE DI VACCINAZIONE
Costata tanto e già “pensionata”: l’app Immuni è l’ennesimo disastro di Arcuri e Speranza
Francia, Germania, Regno Unito: in Europa riaprono tutti. Tranne l’Italia
Monsignor Viganò contro Draghi: “Rappresenta la tirannide devastatrice del Nuovo ordine”
Discorso integrale di Putin: «la risposta della Russia sarà asimmetrica, rapida e dura»
L’insospettabile filo che lega Russia, Ucraina e Israele
L’Italia al guinzaglio della NATO
Fulford: Rivolte omicidi – terrore nucleare e caos
BIDEN PROVOKED (AND BRITISH WARSHIP SUPPORTED) UKRAINE AGGRESSION COULD LEAD TO RUSSIAN ATTACK AND LOSS OF TAIWAN.
Orwell l’eterno dissidente: perché oggi credere nella libertà è controcorrente
Karl Popper e i guerrieri della notte
Le trappole sulla strada del Recovery
Drake come Di Bernardo: la democrazia non si porta più
Magaldi: chi vi multa rischia di pagarvi 15.000 euro
Roma, africani si fingono del Mali per risultare rifugiati di guerra
Il triste record delle morti sul lavoro: sono già 185, più che nel 2020
LA MINACCIA PIÙ GRANDE AL MONDO: LE TECNOLOGIE POLITICHE IMPERIALI
SCIOCCHEZZE IN LIBERTÀ
EDITORIALE
LA RICCHEZZA, LA POVERTÀ, IL DENARO NELLA LETTERATURA
Ricchezza e povertà sono i due estremi della condizione umana all’interno di una civiltà che considera come metro più importante il possesso di un numerario personale più ampio possibile. Un “numerario” costituito da una sequenza di cifre che lasciano immaginare le possibili vite che si possono agevolmente vivere senza timori per il futuro, senza incertezze. Il danaro, e di conseguenza la ricchezza, sono trattati con un aperto cinismo che evidenzia una fondamentale sfiducia sulla bontà del genere umano, sfiducia che cresce di pari passo al desiderio di possedere il danaro stesso in quantità più ampia possibile (Il denaro in forti quantità contiene un’alta percentuale di elementi autodetergenti ed è sempre candido come un giglio – Duca di Bedford, Il libro degli snob).
La mancanza di denaro è e rimane uno spauracchio che non sfugge a nessuno. (È stato detto che l’amore per il denaro è la radice di tutti i mali. Lo stesso si può dire per la mancanza di denaro – Samuel Butler, Erewhon; Te ne vai leggero se non hai niente, ma la ricchezza è un peso più leggero – Johann Wolfgang von Goethe, Motti in rima). Lo stesso concetto è comunque evidenziato con ironia (Disprezza i soldi, ma i biglietti da mille trattali con riguardo – Oronzo E. Marginati, Come ti erudisco il pupo). Rimane tuttavia in voga una certa dietrologia negativa che sottende alla creazione di sostanziose fortune. La più comune è legata alla nascita della ricchezza a seguito di un abuso, una violenza o più spesso un sopruso (Il segreto delle grandi fortune senza causa apparente è un delitto dimenticato, perché fu fatto a puntino – Honoré de Balzac, Papà Goriot).
Ai creatori di aforismi non sfuggono le ricadute sociali della ricchezza che spingono gli abbienti a vivere una vita spesso circospetta (La pecunia solo per sé si onora e non colui che la possiede, il quale sempre si fa calamita d’invidia e cassa di ladroni – Leonardo da Vinci, Trattato della pittura; Per ogni povero che impallidisce di fame c’è un ricco che impallidisce di paura – Louis Blanc, Organizzazione del lavoro; La ricchezza è la madre del lusso e dell’indolenza, la povertà della grettezza e del vizio, ed entrambe dello scontento – Platone, La Repubblica). Infine, la ricchezza incide sui comportamenti sociali dei privilegiati (Forse i ricchi sono, come tutti gli uomini, soltanto dei bambini; ma i loro giocattoli sono più grandi e ne hanno di più – Charles Wright Mills, L’élite del potere).
Il danaro stesso consente di avere sempre ragione. Gli uomini vicini ai ricchi tendono ad assumere un atteggiamento conciliante nella speranza di aver una parte accettabile dei cascami del potere del ricco (Un idiota povero è un idiota, un idiota ricco è un ricco – Paul Laffitte, Jeroboam ou la finance sans méningite). Agli economisti che dovrebbero dedicare il meglio delle intelligenze allo studio del movimento delle ricchezze e delle conseguenti intollerabili povertà, viene dedicato questo efficace pensiero: “Gli economisti sono chirurghi che hanno un eccellente scalpello e un bisturi scheggiato sicché operano a meraviglia sul morto e martorizzano il vivo” – Sébastien-Roch Nicolas de Chamfort, Massime e pensieri. Caratteri e aneddoti – laddove l’economista stesso è indicato come un operatore che agisce a posteriori quando già c’è il morto e continua a torturare i viventi con formule restrittive e persecutorie. Il cinismo sull’agiatezza come unico diaframma contro lo spettro dell’indigenza viene efficacemente descritto quando “Panza piena nun crede ar digiuno” (Giuseppe Gioacchino Belli), senza nascondere un forte sentimento critico che non lascia spazio ad una ipotesi di futuro migliore.
Non poteva mancare un elenco di pensieri, spesso tragicomici, che riguardano la difficile arte di recuperare il denaro perduto e quello di restituirlo. Il primo evidenzia che “è molto iniquo farmi pagare i miei debiti, non avete idea del dolore che ciò provoca” (Lord Byron). Non vengono peraltro dimenticate le avversità che impediscono il puntuale pagamento del dovuto “quando avrò finito di tagliare i rami secchi penserò anche a voi”, o che il creditore si sente dire “prima lasciatemi partorire in santa pace, poi pagherò”.
Le tecnologie offrono motivi per ritardare quando “non ho potuto pagare subito perché è andata via la corrente dal computer e sono sparite le fatture”. Nella tensione esistente fra il creditore ed il debitore quest’ultimo mostra talvolta segni di aperta ribellione se “la cifra da voi vantata non ci pare esorbitante, per cui credo potete attendere ancora un po’”.
“Come vi permettete, cosa volete da me, io forse ho già anche pagato. E se per una ipotesi assurda non l’ho fatto, non potete aspettare ancora? Non vi mancherà mica la terra sotto i piedi!”. Fino ad assumere atteggiamenti di rifiuto affermando che “Non pago! Non pago! Non pago. Non devo nulla! Ho già pagato tutto” (Consul Enza- Walter Regola, Attendo il nulla Aosta da un cliente amoroso, Rizzoli, 2007). Argomento di prossima pubblicazione una descrizione del modo in cui la ricchezza è trattata nel mondo del cinema.
FONTE: http://opinione.it/cultura/2021/05/04/manlio-lo-presti_ricchezza-povert%C3%A0-denaro-letteratura-numerario-futuro-incertezze-mancanza-elenco-pensieri/
IN EVIDENZA
Il Razzismo c’è! Ma diciamo pure dov’è
INDIA RIVOLTA CONTRO LE SQUADRE DI VACCINAZIONE
Rumble — INDIA: Gli abitanti dei villaggi espellono le squadre di iniezione con le pietre dopo aver visto la correlazione tra l’aumento delle iniezioni e l’aumento dei decessi, e vedendo che coloro che stanno morendo è perché avevano iniettato prima.
FONTE: https://rumble.com/vgg8nz-india-rivolta-contro-le-squadre-di-vaccinazione.html
Costata tanto e già “pensionata”: l’app Immuni è l’ennesimo disastro di Arcuri e Speranza
BELPAESE DA SALVARE
Francia, Germania, Regno Unito: in Europa riaprono tutti. Tranne l’Italia
Francia: entro il 30 giugno via tutte le restrizioni
Il presidente francese Macron intende revocare tutte le restrizioni entro la fine di giugno. I primi passi sono il ritorno in classe per gli studenti delle scuole superiori e la fine delle restrizioni ai viaggi interni. Oggi è stato anche revocato il divieto di spostarsi oltre un raggio di 10 chilometri senza motivo valido. Il 9 giugno il coprifuoco scatterà alle 23 e bar e ristoranti apriranno anche gli spazi chiusi. Riapriranno anche le palestre. Da quella data sarà inoltre autorizzato l’ingresso nel Paese di cittadini extra-Ue in possesso di certificato che dimostri che sono vaccinati, guariti, o hanno un test negativo. Il 30 giugno il coprifuoco sarà definitivamente revocato.
Germania: via le restrizioni per i vaccinati già dal prossimo fine settimana
La Germania allenterà le restrizioni per chi è vaccinato probabilmente già dal prossimo fine settimana. Le misure sono state concordate dai gruppi parlamentari dei partiti di governo, Cdu/Csu e Spd, secondo quanto anticipa la Bild. Quando entreranno in vigore, i vaccinati non dovranno rispettare il coprifuoco notturno, delle 22 e delle 5, che si applica nella maggior parte del Paese. Non dovranno presentare test rapidi negativi per accedere a negozi non essenziali e ad altri servizi (musei e parchi di divertimento, tra gli altri) e non dovranno rispettare le regole di quarantena. Inoltre, gli immunizzati potranno incontrarsi senza limitazioni e non conteranno nei calcoli generali delle restrizioni. Ancora, un nucleo familiare non vaccinato può incontrare senza limiti persone vaccinate oppure già guarite dal virus. Al tempo stesso, cade l’obbligo di effettuare tamponi anti-Covid oppure di sottoporsi a quarantena nei casi previsti dalle attuali normative, per esempio per chi rientra da viaggi all’estero.
Regno Unito: dal 21 giugno abolito il distanziamento di un metro
Nel Regno Unito, tra i primi Paesi europei a riaprire gran parte delle attività grazie alla vaccinazione a tappeto della popolazione, il premier Boris Johnson potrebbe abolire il 21 giugno la regola del distanziamento di un metro tra le persone. “Penso che ci sia una buona possibilità”, ha auspicato Johnson nel corso di un evento elettorale nel nord dell’Inghilterra. In Gran Bretagna sono state somministrate 50 milioni di dosi del vaccino contro il coronavirus. A darne l’annuncio su Twitter è stato il ministro della Salute britannico Matt Hancock parlando di “risultato enorme”. Hancock ha quindi voluto ringraziare “tutti coloro che hanno svolto la loro parte per questo impegno nazionale” e invitato chi non l’abbia già fatto a vaccinarsi.
Adolfo Spezzaferro
FONTE: https://www.ilprimatonazionale.it/esteri/francia-germania-regno-unito-europa-riaprono-tutti-tranne-italia-192044/
Monsignor Viganò contro Draghi: “Rappresenta la tirannide devastatrice del Nuovo ordine”
CONFLITTI GEOPOLITICI
Discorso integrale di Putin: «la risposta della Russia sarà asimmetrica, rapida e dura»
L’insospettabile filo che lega Russia, Ucraina e Israele
La crisi tra Donbass e Mar Nero è rientrata, nonostante le previsioni catastrofistiche di stampa generalista e parte di quella specializzata. La Russia non era alla ricerca di un confronto aperto, ma di negoziazione a mezzo di una crisi controllata. Non follia bellicista, ma rischio calcolato. Partita terminata e potere negoziale accresciuto, il Cremlino, adesso, è pronto a sedersi al tavolo delle trattative con Ucraina e Stati Uniti – da qui l’impulso ai lavori per la bilaterale Putin-Biden.
La presidenza Zelensky, che nel mese di aprile ha realizzato che gli alleati occidentali non sembrano disposti a varcare quella linea rossa chiamata Donbass, ha iniziato a lanciare dei segni conciliativi in direzione della controparte russa, sebbene non sia dato sapere né dove né quando, e neanche se, potrebbe tenersi un vertice. Quel che è noto, però, è che il Marinskij ha estratto i propri assi dal mazzo, ovvero Vaticano e Israele, con lo scopo precipuo di incoraggiare il Cremlino a ponderare l’eventualità di un incontro chiarificatore.
Le ragioni del coinvolgimento della diplomazia pontificia nella questione Donbass non sono per nulla nebulose: la Chiesa cattolica vanta una presenza capillare e pervasiva in Ucraina, visitata nel 2016 da Pietro Parolin, tema ricorrente dei sermoni papalini e dei colloqui con i capi di Stato e teatro di una vasta e sfaccettata campagna umanitaria portata avanti da Caritas, diocesi ed altre entità cattoliche – oltre un milione le persone aiutate dal 2016 al 2018.
Meno conosciuti al pubblico, invece, i moventi conduttori alla base del tentato asse con Israele, dove Volodymyr Zelensky ha invocato l’intercessione di Benjamin Netanyahu presso il Cremlino.
Zelensky chiama Netanyahu
Zelensky non ha chiesto soltanto ed esclusivamente l’intercessione della Santa Sede nel dopo-crisi di aprile: ha contattato anche Benjamin Netanyahu, il longevo ed influente primo ministro israeliano. La notizia è stata filtrata direttamente dal capo dell’ambasciata ucraina in Israele, Yevhen Korniychuk, nel corso di un’intervista trasmessa il 22 aprile sul canale televisivo israeliano i24News.
L’ambasciatore ha informato il pubblico del fatto che Zelensky avrebbe chiesto a Netanyahu di intercedere presso Putin, per via del rapporto cordiale intercorrente tra i due, ai fini della materializzazione di una bilaterale e del raggiungimento di un accordo sul Donbass.
Netanyahu, che, secondo Korniychuk, ha accettato l’onere ed onore ricevuto dal collega ucraino, spiegandogli che avrebbe fatto “del suo meglio” per persuadere il presidente russo, è stato raggiunto per una ragione specifica: è correligionario di Zelensky, ovvero è di fede ebraica. Non illazioni attinenti alla fantapolitica, ma fatti utili a comprendere quale sia l’ascendente esercitato dal sacro sulle relazioni internazionali e, nel caso specifico, il ruolo del fattore ebraismo nelle relazioni tra Russia, Ucraina e Israele.
Il peso del fattore Israele
Non è la prima volta che la diplomazia ucraina tenta di costruire un ponte con Israele, casa storica del popolo ebraico, facendo leva sull’elemento della comunanza religiosa tra i capi di Stato. Di un possibile asse per la pace nel Donbass, foggiato giust’appunto sul fattore giudaismo, si erano fatte illazioni già nel 2019 – quando l’Ucraina era divenuta il secondo Paese al mondo, dopo Israele, ad avere sia un presidente sia un primo ministro (Volodymyr Groysman) di fede ebraica.
Le due diplomazie, all’epoca, avevano preso contatti, nella piena consapevolezza dell’irripetibile opportunità, ma senza che si concretasse alcun asse Kiev-Gerusalemme proteso verso Donbass e Mosca. All’esperienza dirigenziale nelle alte sfere della politica ucraina, del resto, sarebbe sopravvissuto soltanto Zelensky, ancora oggi in carica e il cui partito, Servitore del Popolo (Слуга народу), ha registrato un brusco calo di consensi alle elezioni locali dello scorso anno.
Il fattore Israele rientra in questo quadro generale di calcolo politico e necessità strategica: è una carta che Zelensky può e deve giocare, per la propria sopravvivenza e per il benessere dell’Ucraina, e Netanyahu è realmente quel re taumaturgo che potrebbe fare breccia nel Cremlino. Le ragioni di Zelensky possono essere comprese mediante i numeri del rapporto tra cancellerie, ben dodici gli incontri tra Netanyahu e Putin fra il 2015 e il 2019, dell’ebraicità dell’Ucraina, dove si trova una comunità giudaica di circa 400mila persone, e della “russità” di Israele, dove un abitante su cinque ha origini russe (il 20% della popolazione totale) e dove il russo è la terza lingua più parlata a livello nazionale.
Tale è la commistione che, due anni or sono, il congresso annuale del Keren Hayesod, l’antica istituzione che si occupa del finanziamento di Israele e del sionismo mondiale, era stato organizzato a Mosca e vi aveva partecipato Putin. Il capo del Cremlino aveva colto l’occasione per definire Israele un’estensione del mondo russo e le due nazioni come parte di una “famiglia comune”.
Presenta delle fondamenta solide ed un potenziale plausibilmente elevato, dunque, la visione tutt’altro che illudente di Zelensky di un’utilizzazione a fini politici della propria identità religiosa. Perché la storia ha voluto che l’attuale capo del Marinskij e l’inquilino del Beit Aghion fossero fratelli di fede e che il popolo ebraico trovasse nella Terza Roma una seconda casa, ivi stanziandosi più di millecinquecento anni or sono, trasformando Israele in un’appendice del Russkij Mir.
Anche nel caso in cui l’affare Donbass non dovesse andare in porto, come capitato nel 2019, una cosa è più che certa: la svolta Zelensky è destinata a lasciare il segno nella storia delle relazioni tra Ucraina e Israele, due nazioni che, separate dalla geografia, sono state unite dalla progenie di Giacobbe.
FONTE: https://it.insideover.com/politica/guerra-ucraina-russia-israele-donbass.html
L’Italia al guinzaglio della NATO
La NATO cerca in tutti i modi di dividere l’Europa dalla Russia e tiene l’Italia al guinzaglio, coinvolgendola suo malgrado in una guerra fredda sempre più calda. Costellata di basi americane, l’Italia si ritrova così alla mercé degli Stati Uniti.
La NATO fa veramente gli interessi dell’Europa? Le continue esercitazioni militari ai confini con la Russia, le costose missioni di guerra in giro per il mondo non daranno poi evidentemente tanta stabilità e sicurezza ai Paesi europei.
Dal canto suo l’Italia, sotto il controllo militare a stelle e strisce del suo territorio, si ritrova, mani legate, ad agire anche contro i propri interessi, continuando a sottoscrivere le sanzioni alla Russia.
“Siamo vittime di un’autocastrazione nei confronti dei nostri stessi interessi. L’Europa si sta pestando i piedi, si sta mutilando”,
ha sottolineato in un’intervista a Sputnik Italia il giornalista e documentarista Fulvio Grimaldi.
— Fulvio, secondo lei che cosa vuol ottenere la NATO con la sua espansione nell’Europa orientale ai confini con la Russia?
— È un fenomeno estremamente preoccupante anche perché sta per arrivare probabilmente alla presidenza degli Stati Uniti Hillary Clinton, una persona che si è sempre dimostrata radicale nei rapporti con gli altri Paesi e in particolare con la Russia. C’è da avere molta paura su quello che succederà, sulla base di quanto è stato preparato dal presidente Obama. Si tratta di un progressivo assedio nei confronti della Russia, che si vede praticamente circondata da tutte le parti possibili e immaginabili da strutture militari sempre più robuste degli Stati Uniti e della NATO.
È un fenomeno preoccupante che non trova alcuna giustificazione, perché nessuno nell’opinione pubblica e in generale percepisce una minaccia da quella parte, percepisce semmai il pericolo di un’accentuazione della tensione a livello mondiale che non può portare a nulla di buono. Lo ribadisco alla luce del fatto che probabilmente verrà alla presidenza degli Stati Uniti una persona che si è dimostrata molto incline alla violenza, all’aggressività e alla guerra.
— Con una possibile vittoria della Clinton secondo lei la NATO diventerà ancora più aggressiva e muscolare?
— Non è un rischio, ma una certezza. Hillary Clinton è sostenuta dal settore politico Neocon, quello che da 15 anni ha impostato una politica, prima con Bush poi con Obama, che preme verso un conflitto sempre più acuto e intenso nei confronti di chiunque si opponga al dominino e alla globalizzazione militare, politica, economica neoliberista degli Stati Uniti. Figuriamoci se questo personaggio non rappresenterà un’accentuazione di tensione.
Hillary si oppone ad un altro candidato, Trump, il quale ha dato segni di avere qualche perplessità su questo tipo di politica aggressiva e ha preso le distanze dal potenziamento della NATO e dalla necessità di pretendere una difesa dei Paesi del Baltico. La Clinton rappresenta l’ascesa del complesso militare industriale securitario americano.
— La Polonia, dove si sono svolte recentemente la maxi esercitazioni NATO “Anaconda”, ha acquistato dall’americana Raytheon batterie di “Patriot”, una spesa militare importante. Nei Paesi Baltici a rotazione sono stanziati 4 battaglioni dell’Alleanza Atlantica. Per non parlare degli scudi missilistici in Romania. Questa tensione giova all’Europa stessa?
— All’Europa nulla di tutto questo giova. L’Europa segue questo carro di violenza e guerra fredda degli Stati Uniti, ma che diventa sempre più calda, una guerra che interessa certi settori della produzione di armi impostati sul mondialismo e il dominio della potenza unica. Questo non conviene certamente all’Europa che ha per situazione geografica, geopolitica, culturale un partner naturale che è l’Est europeo e l’Asia. Il concetto dell’Eurasia è profondamente radicato nella storia e nelle necessità economiche.
Per seguire gli interessi esclusivi degli Stati Uniti siamo costretti ad imporre delle sanzioni che danneggiano probabilmente meno la Russia di quanto non danneggino i produttori e gli agricoltori europei. Siamo vittime di un’autocastrazione nei confronti dei nostri stessi interessi. L’Europa si sta pestando i piedi, si sta mutilando. L’aveva già fatto al tempo della guerra contro la Jugoslavia, quando si distruggeva un pezzo d’Europa per gli interessi degli Stati Uniti.
Ora l’Europa continua su questa strada in virtù del fatto che ha una classe dirigente totalmente asservita agli interessi statunitensi e che non bada agli interessi delle proprie popolazioni. In Italia la situazione è gravissima da questo punto di vista.
— Cioè?
— Abbiamo un Paese che è militarizzato a forza di circa 90 basi americane, inoltre ci sono tutte la basi italiane che sono anche basi NATO a disposizione degli Stati Uniti. Siamo un Paese costellato di basi militari, il che non soltanto è un peso economico finanziario pesantissimo, ci costa l’ira di Dio a scapito di ospedali, scuole, modifiche del territorio. È un fenomeno inoltre che ci mette a rischio facendo di noi un possibile bersaglio di qualcuno che vuole effettuare rappresaglie contro l’aggressività della NATO, di cui noi siamo membri. In Sicilia abbiamo la situazione del M.u.o.s che è la nuova base satellitare statunitense da dove l’America comanderà le varie guerre in Africa e in Medio Oriente. Per la Sicilia è un gravame da un punto di vista aziendale e civile.
Abbiamo la Sardegna che è costellata di basi NATO utilizzate dagli Stati Uniti, dove tutte le industrie militari del mondo collegate all’Alleanza Atlantica fanno le proprie esercitazioni e i propri esperimenti su nuove armi. Tutto ciò avvelenando il territorio e nuocendo alla salute della popolazione. Stiamo soffrendo molto per questa schiavitù essendo membri della NATO.
— Questa schiavitù di cui parla si riflette sull’economia, ma anche sulla politica dell’Italia?
— Il peso economico è enorme. Le missioni militari che la NATO ci impone in giro per il mondo, costano circa 55 milioni al giorno. Con il contributo di altri ministeri si sale a 80 milioni al giorno per l’impegno militare di un Paese che non ha nessun interesse a fare operazioni militari nei confronti di nessuno, perché non è minacciato da nessuno.
Questo controllo militare capillare sul nostro territorio, che si combina al controllo politico che è storico e nasce dalla fine della II Guerra Mondiale, quando siamo entrati in un rapporto di subalternità con gli Stati Uniti, ci pone alla mercé. Questo ci priva di qualsiasi possibilità di autodeterminazione.
— Un esempio di questi condizionamenti politici è anche l’allontanamento dell’Europa dalla Russia, per via delle sanzioni imposte dagli Stati Uniti?
— È un’assoluta certezza. Si cerca in tutte le maniere, attraverso la militarizzazione dei confini e il controllo politico economico, di impedire che ci sia uno sviluppo naturale, fisiologico, storico e culturale di un rapporto benefico fra l’Europa e l’Est, quindi con la Russia. Si cerca di allontanare l’Europa e la Russia anche attraverso una propaganda russofoba intollerabile che sta assumendo dei toni incredibili contro una Russia, che dopotutto si pone in difesa del diritto internazionale e in difesa dei popoli aggrediti.
— Che scenari futuri si immagina personalmente in questo complesso scenario geopolitico?
— Purtroppo non vedo elementi che giustifichino ottimismo. Vedo qualche speranza nel fatto che ci sono sempre più evidenti manifestazioni di volontà popolare che si oppongono a questa strategia di scontro e delle sanzioni. Anche attraverso nuove organizzazioni politiche in vari Paesi europei credo ci sia una presa di coscienza che questo tipo di strategia aggressiva ci porta alla rovina. Spero questo sviluppo possa fermare la mano ai politici e impostare un altro tipo di politica. Si deve sperare in questo.
FONTE: https://it.sputniknews.com/opinioni/201609123360690-italia-usa-nato-basi-militari-economia/
Fulford: Rivolte omicidi – terrore nucleare e caos
Rivolte, omicidi, terrore nucleare e caos mentre il sistema politico occidentale implode. Prima di tutto, voglio che tutti sappiano che siamo collettivamente oltre l’obiettivo, i nostri apparati elettronici hanno subito un massiccio attacco durante la preparazione di questo report. Tuttavia, le contromisure sono state attivate, ed ecco le ultime informazioni che avevano lo scopo di non raggiungervi in modo tempestivo.
Una serie di omicidi di alto livello, un tentativo di far esplodere armi nucleari in Ucraina, rivolte e altro caos indicano che l’attuale sistema politico occidentale sta implodendo. Il problema principale è un gruppo di fanatici messianici che pensano di dover adempiere le profezie sulla fine dei tempi scritte nei libri antichi.
Cominciamo con il tentativo dei fanatici della fine dei tempi di dare inizio ad Armaghedon in Ucraina. Dopo aver trasmesso un messaggio dall’FSB della Russia la scorsa settimana che un C-17 statunitense che trasportava armi nucleari è arrivato in Ucraina, abbiamo ricevuto il seguente messaggio dalla NSA:
“GRAZIE AI TUOI SUGGERIMENTI 3 BOMBE ATOMICHE SONO STATE LOCALIZZATE NELL’UCRAINA SUD-ORIENTALE PER ESSERE FATTE ESPLODERE A DISTANZA … IN CIRCA 2 SETTIMANE … SI SPERA CHE LA RUSSIA LE ELIMINI …………… E LE 4 ARMI DIRETTE NELLA RUSSIA SUD-OCCIDENTALE SARANNO DIROTTATE DALLA RUSSIA … E SPERIAMO CHE LE 4 BOMBE ATOMICHE DIRETTE A DC, NEW YORK, MOSCA A GIUGNO E FORSE ANCHE LONDRA VERRANNO DIROTTATE NELLE PROFONDITÀ DI LANGLEY EST E OVEST… POSSIAMO SOLO SPERARE”.
Le armi nucleari intercettate erano chiaramente destinate a essere fatte esplodere in Ucraina e incolpate della Russia, come possiamo vedere dalla campagna di propaganda in corso. Ad esempio, il sito di informazione / disinformazione della Marina degli Stati Uniti Sorcha Faal e Jane’s riferiscono quanto segue:
“Il presidente Putin autorizza l’uso dei missili balistici Iskander con armi nucleari attualmente dispiegati vicino al confine con l’Ucraina ” Poi abbiamo rapporti sui “mortai nucleari” russi ecc.
Https://defence-blog.com/news/army/russian-atomic-mortars-spotted-moving-toward-border-with-ukraine.html
Naturalmente, anche i principali media di propaganda corporate battono ritmicamente sui tamburi di guerra.
https://www.dailystar.co.uk/news/weird-news/russia-ukraine-brink-war-signals-23867984
Abbiamo anche gli israeliani ei loro partner iraniani che portano avanti il loro teatro kabuki fino alla nausea “L’Iran sta per ottenere armi nucleari“. L’ultimo è un presunto attacco israeliano a un sito nucleare iraniano seguito da promesse iraniane di “vendetta“. Come al solito, stanno solo cercando di convincere “Gog” (il G7) a combattere “Magog” (la Shanghai Cooperation Association) per avviare l’Armageddon.
Questi fanatici non si arrendono. Ecco perché gli Gnostici Illuminati hanno emesso il seguente avvertimento:
“SE I FANATICI MESSIANICI TENTERANNO DI NUOVO IL TERRORISMO NUCLEARE, CIÒ COMPORTERÀ L’ANNIENTAMENTO DI GERUSALEMME”.
OK, ora parliamo dell’annuncio della morte del principe Filippo, degli omicidi associati e del loro collegamento con i tentativi di terrorismo nucleare. Il principe Filippo è morto due anni fa, proprio quando scoppiò l’attuale “pandemia“, secondo le nostre fonti della CIA e del Mossad. Ricorda questa sua famigerata citazione del 1988:
“NEL CASO IN CUI FOSSI REINCARNATO, VORREI TORNARE COME VIRUS MORTALE, PER CONTRIBUIRE IN QUALCHE MODO A RISOLVERE LA SOVRAPPOPOLAZIONE.”
Forse i suoi amici della cabala hanno eseguito l’intera truffa come una forma di tributo a lui. La tempistica dell’annuncio della sua morte potrebbe anche essere collegata a una lotta tra due fazioni della cabala, la mafia del “great reset” di Davos e il gruppo di Armageddon. La morte dell’alleato socialista-globalista del principe Carlo Sir Richard Sutton (omicidio) e del miliardario ceco Petr Kellner (incidente in elicottero) non è casuale, secondo il sito di informazione e disinformazione di Sorcha Faal.
Le nostre fonti del Mossad dicono che il grande gruppo del great reset sta pianificando di porre fine alla “pandemia” quest’estate e di annunciare la morte della regina Elisabetta II questo autunno. Questo sarebbe seguito da un nuovo leader del comitato dei 300 (il principe William? Charles? Harry?) E un “great reset”.
Il gruppo di Armageddon sta cercando disperatamente di impedire che ciò accada perché crede ancora che la terza guerra mondiale e la morte del 90% dell’umanità siano necessarie per portare alla luce il loro “Messia“.
C’è anche molta confusione che gira attorno alla truffa in corso. Ciò si manifesta sotto forma di informazioni sempre più contraddittorie sul Covid-19 e sui vaccini; Le persone vaccinate stanno assumendo Covid; i vaccini causano coaguli di sangue, malattia della mucca pazza, morte, ecc. È quasi come se fossimo testimoni di una campagna per risvegliare i sonnambuli.
Forse la ragione più credibile della falsa pandemia e della campagna di vaccini che l’accompagna è contenuta nel seguente articolo di marzo 2020:
FONTE: https://www.sadefenza.org/2021/04/fulford-rivolte-omicidi-terrore-nucleare-e-caos/
BIDEN PROVOKED (AND BRITISH WARSHIP SUPPORTED) UKRAINE AGGRESSION COULD LEAD TO RUSSIAN ATTACK AND LOSS OF TAIWAN.
In an unbelievable act of stupidity which could provoke war with Russia and China (and the immediate loss of Taiwan) the British Government is sending warships to the Black Sea to support the fascist-inspired, militarily aggressive Kiev regime in its genocide against its Russian citizens in East Ukraine. Having spent 20 years alienating Russia the West has driven it into the hands of China. We cannot expect China not to take advantage of a war over Ukraine.
Earlier this month President Biden spoke on the phone with Ukraine’s Volodomyr Zelensky, and told him that if Russia “escalated its aggression” in the East of Ukraine (the Donbas), the US would stand by Ukraine. All the aggression since 2014 has of course been from the Ukraine regime brought to power by an extreme nationalist coup against an internationally recognised democratically elected Government. The nationalistic (not to say Nazi) elements in that coup attacked the mainly Russian population in East Ukraine, bombing civilian areas and causing thousands of deaths.
Eventually the two Minsk Agreements between Russia, Ukraine, Germany and France laid down a withdrawal of troops, a peace deal and proposed elections with Ukraine committed to decentralisation of power to its regions. Russia always wanted to ensure peace in Donetsk and Luhansk and devolved Government (far less than the Nationalistic Nikola Sturgeon wants from the British Government. Needless to say the British Government has not bombed Edinburgh!)
Biden’s demented words to Zelensky encouraged the Ukrainians to further escalate their killing of civilians and destruction of towns in the two break-away Republics (Donetsk and Luhansk). A meeting of the National Security and Defense Council of Ukraine (NSDC) was held in Kiev. A few hours later, shelling of Donetsk Gorlovka began.
The NSDC meeting had given permission to their armed forces to open fire at their discretion. Some 50 mortars were fired and one person was killed and two were injured.
And into this war zone British warships will sail for the Black Sea in May. One Type 45 destroyer armed with anti-aircraft missiles and an anti-submarine Type 23 frigate will leave the Royal Navy’s carrier task group in the Mediterranean and head through the Bosphorus into the Black Sea.
RAF F-35B Lightning stealth jets and Merlin submarine-hunting helicopters will stand ready on the task group’s flag ship, the carrier HMS Queen Elizabeth, to support the warships in the Black Sea. As a Russian website noted of the British naval threat “the mouse threatens the bear”. Is Boris Johnson mad?
THE UK PROMOTES AND ARMS AN AGGRESSIVE NATIONALISTIC REGIME
The deployment is aimed at showing “solidarity with Ukraine”, reported the Sunday Times – solidarity with a truly obnoxious regime whose activities we have documented on this site:
UN COVERS UP MURDER OF OSCE MONITOR IN UKRAINE
June 18, 2017
UN officials are covering up the findings of OSCE and UN experts that pro Kiev forces were responsible for the premeditated murder of a US Monitor in… Read more
UK TRAINS TROOPS FOR NAZI, CAR BOMBING, JEW HATING, NEIGHBOUR- THREATENING UKRAINE
April 17, 2017
The UK gives military training to Ukraine whose troops and civilians enjoy torchlight marches, wearing swastika-like symbols, celebrating the Nazi era… Read more
US, Canada, Ukraine Vote for Nazi Glorification UK and Germany Abstain
November 26, 2014
A UN Human Rights Committee has passed a Russia resolution condemning the glorification of Nazism and the denial of Nazi war crimes. The British, Amer… Read more
THE EU/US BROWN REVOLUTION IN THE UKRAINE
March 04, 2014
By Israel Shamir, a Russian-Israeli writer and journalist. First victims of the Brown Revolution were the mon… Read more
Ukraine, like Croatia, another favourite of the EU establishment, had a truly awful history during the second world war, being a lackey of the Hitler regime and the perpetrator of horrendous crimes against Jews and anti fascists. As these articles show today it has carried on in that tradition – with the full support of the EU and the British Government. Nazi parades are commonplace. Youth is schooled in Nazi type youth movements. The Kiev regime cut off water supplies to Luhansk. The Ukraine Parliament has been attacked (with guardsmen killed) and threatened if they pass the legislation demanded by the Minsk Agreement.
Gangs tied to the extreme nationalist Azov, Aidar, Right Sector, and Tornado battalions have had gun battles with police, intimidated court proceedings, overturnedlocal elections, torched media buildings, attacked undesirable Soviet monuments, violently threatened journalists, and overtly spoken of overthrowing the government.
And this is the country to which the UK and USA have sent weapons and armed services instructors and in defence of which the UK now sends a naval group. Washington has admitted that since 2015 more than two billion dollars have been allocated to Ukraine for the purchase of various weapons and the training of military specialists.
Having taken 47 years to recognise the error of surrender to the European Superstate the British Establishment now cannot see the horrendous geopolitical mistake they are making in supporting the destructive and unstable militarism of Ukraine. The Russians will not tolerate further bloodshed in the Donbas. They have not demanded Ukrainian surrender and independence for Donetsk and Luhansk – only the end of Ukrainian attacks and devolved Government.**
CHINESE INTERVENTION
If the unstable and ignorant Biden continues to encourage the aggression of the puffed up hothead, Zelensky, NATO (itself conducting large scale military manoeuvres on the Ukraine border) will be at war with Russia and Russia’s ally China will certainly take advantage of the war to attack American and British interests elsewhere. China is already threatening Taiwan militarily and taking control of Hong Kong. Having spent 20 years alienating Russia the West has driven it into the hands of China. We cannot expect China not to take advantage of a war over Ukraine.
**
Minsk 2 contained the following provisions which Ukraine has failed so far to follow:
- Ukraine will also adopt ‘permanent legislation’ on special status before the end of 2015.
- This law will include: an amnesty;
- ‘the right of linguistic self-determination’;
- the involvement of the local authorities in the appointment of prosecutors and courts;
- agreements between Ukraine’s central authorities and the local authorities covering ‘economic, social and cultural development’; state support for the socio-economic development of Donetsk and Luhansk oblasts;
- assistance from the central authorities to support ‘transnational cooperation’ between the occupied regions and regions of the Russian Federation;
- rights for local parliaments to create ‘people’s militia units’;
FONTE: http://freenations.net/biden-provoked-and-british-warship-supported-ukraine-aggression-could-lead-to-russian-attack-and-loss-of-taiwan/
CULTURA
Orwell l’eterno dissidente: perché oggi credere nella libertà è controcorrente
Si è molto dibattuto su George Orwell sin dal principio dell’emergenza. Con elogi alla figura libera e controcorrente che seppe denunciare nella propria epoca i rischi del totalitarismo. Eppure, in pochi paiono aver compreso realmente il messaggio lasciatoci in eredità dall’intellettuale britannico. Oltre alla critica verso i regimi oppressivi delle libertà dei cittadini, è fondamentale saper difendere noi stessi dall’espansione del “Grande fratello”.
La lezione di George Orwell
Vivere una società nichilista ed infettata dalla paura di chi si interfaccia con noi, considerato come possibile untore più che come interlocutore positivo, ha acuito le nostre paure. Ne è dimostrazione amara l’ossequiosa obbedienza con cui tolleriamo praticamente ogni prevaricazione. Le presunte ragioni che ci hanno spinto all’abitudine e all’adattamento ad una nuova “Fattoria degli animali” non sono altro che una condizione in primis interna a noi stessi.
Leggi anche – Distanziamento sociale e dogmatismo scientifico: Orwell diventa realtà
Cervo non ci narra di Orwell ma lascia ad egli spazio. Ne trascrive la paura e la lungimiranza, lasciando poi a noi il dovere di comprensione. Non è la riproposizione dei suoi testi la chiave di lettura che può aiutarci a vivere il presente, piuttosto la giusta interpretazione di essi. La vecchia Unione Sovietica che ispirò 1984 è solo il preambolo della Cina odierna e di quel comunismo prevaricatore e arido arrivano fino al III millennio.
Tuttavia, lo sbaglio da non commettere è quello di “strumentalizzare” Orwell, rendendone presagi ed osservazioni profonde materiale esclusivo per post sui social network. In tal caso rischieremmo di perdere l’insegnamento vero donatoci dall’intellettuale che richiede immedesimazione, voglia di scoperta e vero e proprio studio.
Tommaso Alessandro De Filippo
FONTE: https://www.ilprimatonazionale.it/cultura/orwell-eterno-dissidente-credere-liberta-controcorrente-191725/
Karl Popper e i guerrieri della notte
ECONOMIA
Le trappole sulla strada del Recovery
La via del Recovery Fund è lastricata di buone intenzioni, ma anche di trappole. Tante trappole che rischiano di produrre un effetto domino pericolosissimo per un’Europa che stenta a decollare dopo la devastante crisi del coronavirus.
Uno dei più inquietanti ostacoli al percorso del Recovery rimane quello della ratifica da parte dei singoli Stati membri dell’Unione europea. Una scelta che nasce dalla necessità di far passare questo piano di aiuti in una platea di Paesi con governi completamente differenti e con opinione pubbliche che si pongono su posizioni opposte. Ma questa forma di “democratizzazione” del nodo Recovery rischia di essere più l’origine di una estenuante contrattazione che l’effetto di una scelta rispetto della sovranità dei singoli Stati membri. E il pericolo che l’approvazione collettiva si trasformi in un pantano politico non è un’ipotesi così remota.
Si rischia uno stop dalla Finlandia
Il Corriere della Sera ricorda ad esempio che dopo il problema della Corte costituzionale tedesca, adesso è il turno della Finlandia, che “ha stabilito che per la ratifica è necessaria una maggioranza qualificata dei due terzi sui 200 seggi del Parlamento”. E questo rischia di diventare un problema, nel momento in cui il parlamento si ritrova a dover gestire un delicato scontro sulla legge di bilancio e con i partiti di opposizione che necessariamente dovranno approvare il piano del Recovery pur non avendo alcun desiderio di farlo. Le trattative sono andate avanti per una settimana, ma il rischio di un “Vietnam” legislativo c’è e può incrinare l’approvazione in tutto il continente. Stesso discorso vale per altri Stati come Austria, Estonia, Polonia e Irlanda, dove i parlamenti e i governi trattano a oltranza per arrivare un compromesso che non metta in pericolo il semaforo verde al Fondo Ue. E questo rischia inevitabilmente non solo di far slittare i tempi dell’approvazione, ma anche potenzialmente di farli saltare.
Il fatto che l’intero piano europeo sia appeso alla volontà dei singoli Paesi ha chiaramente una doppia lettura. C’è chi può considerarlo un trionfo della sovranità nazionale che può incidere su un piano continentale. C’è invece chi può interpretarlo come una debolezza intrinseca del progetto europeo, costretto a dover attendere istituzioni di paesi con altri problemi e altri interessi. Difficile trovare una mediazione tra queste due visioni contrapposte, ma è sicuramente un sintomo di un deficit europeo non solo nel processo decisionale, ma anche nell’idea stessa di Europa.
I rischi della “palude” europea
Dopo negoziati a oltranza e accordi conclusi dai leader riuniti a Bruxelles o nelle innumerevoli videoconferenze dello scorso anno, tutto faceva presagire che si sarebbe avuta una strada più o meno spianata nel dare il via libera a un piano che arriva già tardi e sicuramente non con tutti gli strumenti adeguati. Ma adesso quegli accordi, che di per sé già avevano avuto i placet dei singoli governi, ora dovranno essere portati al vaglio di parlamenti che non solo rispecchiano diverse esigenze, ma che si rischiano di far entrare tutto quanto nel gioco della politica interna del singolo Stato membro. Declinando in forma nazionale quello che già era visibile in sede di trattative comunitarie, quando ogni rappresentante doveva svolgere una difficilissima transazione tra interessi di partito, interessi del governo, del paese e dell’Europa.
Il problema è che questo percorso a ostacoli rischia non tanto di provocare cambiamenti negli accordi, ma soltanto pericolosi ritardi. Inutile negare che l’approvazione dei parlamenti nazionali può arrivare con enormi pressioni esterne. Possiamo credere, ingenuamente, che molti di questi partiti si muovano con una libertà di manovra totale. Ma è evidente che il potere di far saltare un accordo su cui l’Ue si gioca la sua stessa sopravvivenza avrà delle fisiologiche forme di coercizione.
Di qui dunque il problema di poter coniugare da un lato la pressione di Bruxelles per sopravvivere, dall’altro le decisioni politiche e strategiche dei vari partiti di paesi con necessità contrapposte ad altri. Se non sarà possibile far saltare l’accordo, a meno che non si voglia provocare la più grossa crisi finanziaria della storia europea, l’unica alternativa per molti parlamenti sarà portare avanti trattative segrete con governi e istituzioni europee e rallentare il più possibile l’approvazione dei vari piani. Eventualità che però può mettere a dura prova le casse di molti Paesi che ormai dipendono completamente dall’ok a questo piano da 750 miliardi. Situazione in cui si trova anche la stessa Italia: il premier Mario Draghi ieri ha parlato del destino dell’Italia e che tutto si gioca con il Recovery. L’idea che il nostro destino non sia in mano al nostro parlamento ma a quello di Helsinki o Varsavia non può che far riflettere sul complesso meccanismo di decisione per un’Italia che non pu più aspettare.
FONTE: https://it.insideover.com/politica/le-trappole-sulla-strada-recovery-italia.html
GIUSTIZIA E NORME
Magaldi: chi vi multa rischia di pagarvi 15.000 euro
«Serve una rivoluzione silenziosa: disobbedire in massa a tutte le restrizioni imposte con decreti scritti da mentecatti, in aperta violazione della Costituzione». Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt, avverte le forze dell’ordine: è lo stesso Supu (sindacato unitario personale in uniforme) a spiegare ai suoi iscritti che sono passibili di denuncia, se comminano sanzioni sulla base di norme incostituzionali come l’obbligo di portare la mascherina all’aperto. «Attraverso gli avvocati del suo servizio di Sostegno Legale – annuncia Magaldi – il Movimento Roosevelt, che ha assistito moltissimi italiani colpiti da sanzioni nel periodo del lockdown, sta ora valutando la possibilità di rivalersi sugli agenti che comminassero ulteriori sanzioni, inclusa quella per violazione del coprifuoco: i verbalizzatori ne risponderebbero personalmente in sede civile, con richiesta di risarcimenti pecuniari». Il Supu è esplicito: si rischia la condanna a sborsare 15.000 euro, più le spese processuali.
Citando la gerarchia delle leggi, e quindi la debolezza dei Dpcm (che non hanno forza di legge), il Supu ricorda che gli ufficiali e gli agenti di pubblica sicurezza, nell’atto di emettere un verbale nei confronti dei cittadini sprovvisti di mascherina, commettono una serie di reati: istigazione a commettere delitti (articolo 414 del codice penale) e violenza privata (articolo 610), nonché procurato allarme (658), abuso di autorità (608) e attentato ai diritti politici del cittadino (articolo 294). Il sindacato di polizia cita anche l’articolo 28 della Costituzione, mettendo in guardia gli agendi dal contestare il mancato uso della mascherina: «Potreste essere perseguiti individualmente, sia penalmente e civilmente». A conferma di questo – scriveva il Supu, già nel settembre scorso – esistono già «sentenze di giudici di pace che hanno annullato i vostri verbali». Idem il coprifuoco: «Il base alla Costituzione – sottolinea Magaldi – il coprifuoco può essere imposto solo in caso di guerra: eventuali sanzioni per la sua eventuale violazione, quindi, saranno immancabilmente annullate».
Nel frattempo, però, lo stato d’emergenza (con i suoi decreti “illegali”) sta letteralmente devastando interi settori dell’economia italiana. «E’ inaudito che moltissimi alberghi siano ancora chiusi, a Roma, una delle maggiori mete turistiche al mondo, per colpa di restrizioni folli. Ed è altrettanto demenziale – aggiunge Magaldi – che possano restare aperti solo i ristoranti con dehors». Dal leader “rooseveltiano”, un appello accorato agli esercenti: «Riaprite tutto, perché la vostra disobbedienza onora la Costituzione. Se vi multano, non temete: il verbale finirà cestinato. Piuttosto: denunciate chi vi sanziona e chiedetegli i danni, così recupererete almeno un po’ dei soldi che avete perso, nell’ultimo anno». Magaldi non scherza: «Sto istigando chi mi ascolta a violare le disposizioni, ne sono consapevole. E so quello che dico: non è legittimo imporre vessazioni come il coprifuoco, che la Costituzione ammette solo in caso di guerra».
Magaldi rivendica con orgoglio le violazioni commesse sabato 1° maggio a Roma, in occasione della Festa del Lavoro: «Come largamente annunciato a mezzo stampa, noi del Movimento Roosevelt ci siamo riuniti e quindi assembrati nel pomeriggio, poi abbiamo cenato al ristorante (al chiuso) e infine abbiamo infranto il coprifuoco, passeggiando a Campo dei Fiori verso mezzanotte, sotto la statua di Giordano Bruno, come già avevamo fatto lo scorso 17 febbraio, quando i giornali tentarono di presentarci come disobbedienti clandestini colti sul fatto, nonostante avessimo preannunciato l’iniziativa». Allora, la polizia aveva almeno identificato i presenti. «Stavolta invece non s’è proprio vista: era presente nella piazza un’ora prima, ma non più al nostro arrivo. Eppure, a poca distanza, era costante il passaggio di pattuglie: non possono non averci visti. Nel caso – ribadisce Magaldi – confermo tutte le infrazioni da noi commesse, nuovamente alla luce del sole: restiamo a disposizione, per qualunque chiarimento».
Insiste Magaldi: perché la polizia non è intervenuta? «Non sarà che questo coprifuoco è essenzialmente una buffonata? Non sarà che viene rispettato solo in virtù della paura immotivata di troppi cittadini, trasformatisi in “pecoroni” e proprio per questo vessati da norme surreali, che sarebbero spazzate via da una disobbedienza diffusa?». Il presidente del Movimento Roosevelt rileva anche l’atteggiamento civile e cordiale dimostrato dai poliziotti che l’indomani, domenica 2 maggio, sono intervenuti in un parco della capitale, dove gli attivisti “rooseveltiani” (con tanto di bandiere) si erano dati appuntamento, per un pic-nic e una partita a pallone. «Gli agenti ci hanno spiegato che era stata loro segnalata una manifestazione politica non autorizzata», racconta Magaldi. «Mi domando chi abbia potuto fare una simile segnalazione: magari qualcuno vicino a Virginia Raggi oppure a Roberto Speranza, due cialtroni che hanno osato invitare gli italiani alla delazione, come ai tempi del nazismo e della Stasi comunista nella Germania Est».
Magaldi elogia gli agenti intervenuti: preso atto che non era in corso nessuna manifestazione, si sono complimentati con il Movimento Roosevelt per il suo impegno nella difesa dei diritti democratici. «Alla fine ci siamo anche stretti la mano, come si fa tra uomini: evitando cioè di toccarci coi gomiti, in modo grottesco, come forse farebbe solo un orango». Pur apprezzando gli allentamenti varati da Draghi già il 26 aprile, Magaldi però stigmatizza «l’arrendevolezza con cui Draghi ha lasciato al ministero della sanità (che è putrescente, da cima a fondo) anche la gestione di questa fase di riaperture, troppo prudenti». E lancia un’accusa: «Esperti di statistica confermano che sono infondati i numeri dell’emergenza, sulla base dei quali in questi mesi si sono decise le sorti di milioni di persone, che hanno visto distruggere le loro speranze di una vita serena e lavorativamente attiva». Ai ristoratori, un appello: «Riaprite tutti, anche a cena, senza più temere sanzioni: e vedrete che i gestori del panico saranno travolti, da una disobbedienza basata sul rispetto della Costituzione».
IMMIGRAZIONI
Roma, africani si fingono del Mali per risultare rifugiati di guerra
LAVORO PENSIONI DIRITTI SOCIALI
Il triste record delle morti sul lavoro: sono già 185, più che nel 2020
4 MAGGIO 2021
Un dramma di cui nessuno parla, lontano dai giornali e dai tg che da mesi martellano soltanto sull’emergenza Covid e sulla necessità di adottare restrizioni per contrastarla. Dimenticandosi, nel frattempo, di un’emergenza a sua volta molto più che attuale, quella delle tante persone che ancora oggi, in Italia, perdono la vita sul posto di lavoro. Gli ultimi dati sono terribili: nei primi tre mesi del 2021, nonostante la pandemia, il numero dei decessi registrati è in crescita in quasi tutte le Regioni italiane con 185 vittime, 19 in più del 2020.
A guidare la triste classifica nazionale dei morti sul lavoro è così la Lombardia, con 22 vittime nel periodo che va da gennaio a marzo 2021. A seguire Campania (18), Lazio (16), Emilia Romagna (15), Piemonte (14), Veneto (11), Puglia (10), Abruzzo (9), Toscana (8), Calabria e Sicilia (6), Molise (5), Trentino Alto Adige (4), Umbria, Friuli Venezia Giulia, Liguria e Marche (2), Basilicata e Sardegna (1).
Per quanto riguarda invece l’incidenza di mortalità sulla popolazione lavorativa, il primato spetta al Molise con un indice di 47,7 contro una media nazionale pari a 6,7. Seguono Abruzzo (18,3) e Calabria (11,2). Le province in cui si muore di più in occasione di lavoro in Italia sono Napoli e Roma (9 decessi)., seguite da Milano (7), Bologna, Brescia e Torino (6) e Salerno (5).
Per quanto riguarda i settori dove si registrano il maggior numero di decessi, al primo posto ci sono le costruzioni (21), poi attività manifatturiere (14), commercio e riparazioni di veicolo (13), trasporto e magazzinaggio (7). La fascia d’età delle vittime è tra i 45 e i 64 anni, con 23 donne che hanno già perso la vita dall’inizio dell’anno. Un’emergenza che si somma a quella sanitaria. Ma di cui nessuno, tristemente, sembra interessarsi.
FONTE: https://www.ilparagone.it/attualita/il-drammatico-record-delle-morti-sul-lavoro-sono-gia-185-piu-che-nel-2020/
PANORAMA INTERNAZIONALE
LA MINACCIA PIÙ GRANDE AL MONDO: LE TECNOLOGIE POLITICHE IMPERIALI
Come ha scritto Pat Buchanan: “È stato il presidente Bill Clinton a distruggere i media statunitensi indipendenti quando ha permesso che il 90 per cento dei media statunitensi si concentrasse in sei mega-aziende che erano nell’intrattenimento e in altre attività e non nel mondo dell’informazione. Questa concentrazione senza precedenti di media era contro tutta la tradizione americana e ha distrutto la fiducia che i nostri padri fondatori riponevano su una stampa libera per mantenere il governo responsabile nei confronti del popolo “.
Quella pericolosa aggregazione di potere di cui Buchanan (il giornalista ed ex direttore delle comunicazioni della Casa Bianca sotto Ronald Reagan) ha avvertito ha prodotto la minaccia mondiale rappresentata oggi dai “Tech” aziendali statunitensi che dominano attraverso le loro piattaforme digitali e social media così tanto discorso politico , giornalismo e censura politica non solo negli Stati Uniti ma in tutto il mondo. L’ultima aggressione di questa egemonia mega-aziendale contro il sistema democratico e persino gli stati nazione è stata la cancellazione dei conti del Presidente degli Stati Uniti – il “leader del mondo libero” ora ridicolizzato dai paesi il cui totalitarismo censorio autoritario ora sembra piuttosto compatibile con la politica interna degli Stati Uniti!
Molti paesi hanno reagito: la Cina e la Russia, l’India, l’Australia, l’Ungheria e la Polonia con la legislazione che prende di mira il potere tecnologico degli Stati Uniti. Il Regno Unito e la Francia hanno introdotto tasse sul fatturato tecnologico poiché quelle società hanno evitato le tasse sui profitti ei paesi dell’OCSE stanno pianificando un regime antielusione più universale.
La Polonia, consapevole del fatto che le società di social media hanno attaccato i valori religiosi e sociali più basilari di quel paese, sta legiferando per applicare multe fino a $ 13,5 milioni per qualsiasi forma di censura ideologica. Come ogni altro democratico nel mondo, i polacchi non possono accettare che le società commerciali agiscano come legislatori, giudici, giurie e carnefici mentre i legislatori nazionali stanno a guardare.
Per la lotta all’istigazione, alle attività oscene, violente o traditrici esistono numerose leggi esistenti per le quali le persone devono ovviamente essere perseguite e difese in tribunale. È la prova della natura fondamentalmente fascista e totalitaria di queste mega-ziende e delle loro anime gemelle ideologiche di estrema sinistra che una tale giustizia naturale non viene loro mai in mente!
Come ha affermato il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki:
“Ora siamo sempre più di fronte a pratiche che credevamo fossero state lasciate in passato. La censura della libertà di parola, una volta dominio dei regimi totalitari e autoritari, è ora tornata, ma in una nuova forma, gestita dalle corporazioni, che mettono a tacere coloro che la pensano diversamente “.
Come ho sottolineato nell’ultimo post di Freenations, le versioni moderne degli alleati corporativi del nazismo degli anni ’30 (le cui oscenità i polacchi hanno sofferto più di chiunque altro) sono davvero queste corporazioni tecnologiche imperialiste americane.
Ora guardiamo alla censura totalitaria della verità da parte di una delle più potenti società di social media: Twitter. Quando il New York Post sul suo account Twitter ha rivelato i contenuti del laptop del figlio di Joe Biden rivelando le intime relazioni d’affari dei Biden in Cina, Twitter ha bloccato l’account. Il senatore Ted Cruz durante un’audizione al Senato sulle attività Tech ha chiesto al CEO di Twitter Jack Dorsey:
“Sig. Dorsey, chi diavolo ti ha eletto e ti ha incaricato di ciò che i media sono autorizzati a riferire e di ciò che il popolo americano è autorizzato a sentire “
L’ex proprietario dell’officina in cui Hunter Biden ha lasciato il suo laptop (e si è ripetutamente rifiutato di raccoglierlo) ha fatto causa a Twitter per averlo diffamato come un “hacker”.
“Il querelante non è un hacker e le informazioni ottenute dal computer non costituiscono materiale compromesso perché il querelante ha legalmente ottenuto l’accesso al computer, prima con il permesso del suo proprietario, BIDEN, e poi, dopo che BIDEN non è riuscito a recuperare i dati recuperati nonostante il querelante richieste, in conformità con la politica sulla proprietà abbandonata del Mac Shop “,
Inutile dire che quando gli affari fiscali di Donald Trump sono trapelati, Twitter non ha bloccato il New York Times che ha rivelato le informazioni trapelate!
CENSURA PERICOLOSA DELLE INFORMAZIONI SCIENTIFICHE
Twitter ha anche sospeso l’account del virologo cinese Dr Li-Meng Yan che ha affermato che il virus COVID 19 è stato creato dall’uomo in un laboratorio di Wuhan. Questo è stato affermato da molti eminenti scienziati tra cui il vincitore del Premio Nobel, il professor Luc Montagnier e un recente ampio studio del professor Roland Wiesendanger di Amburgo.
Aveva scoperto un’operazione di occultamento da parte del governo cinese per negare pubblicamente la pandemia di virus nonostante fosse a conoscenza della sua presenza.
“Ho deciso di segnalare questo sviluppo al mio supervisore, che è anche un consulente dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS). Nessuna risposta dall’OMS e dal mio supervisore. Tutti mi hanno avvertito di non oltrepassare il limite e tacere altrimenti sarei stata fatto scomparire ”.
Successivamente la dottoressa Yan è fuggita negli Stati Uniti dove si è scontrata con Twitter! Non aveva violato nessuna regola di Twitter, ma ovviamente la sua rivelazione non coincideva con l’establishment medico di sinistra occidentale o con la propaganda comunista cinese! E sappiamo dove sta Twitter! E il comunista africano e alleato cinese di lunga data che guida l’OMS conosce anche il suo posto politico!
L’INDIA PRONTA A SCHIACCIARE TWITTER
Il primo ministro indiano Narendra Modi ha minacciato di rimuovere Twitter dall’India per aver diffuso disinformazione su oltre 1.000 account su uno sciopero degli agricoltori. Un dirigente di Twitter potrebbe rischiare 7 anni di carcere.
Twitter ha inizialmente bloccato circa 250 account in risposta a un avviso legale del governo, citando obiezioni basate sull’ordine pubblico, ma poi ha ripristinato gli account, adducendo “giustificazione insufficiente” per continuare la sospensione.
Poi Twitter ha fatto un altro turno e ha sospeso 500 account, ma poi ha detto che non avrebbe bloccato giornalisti e politici delle società di media perché ciò (nelle loro parole disgustosamente ipocrite date la loro rimozione di Trump negli Stati Uniti) “violerebbe il loro diritto fondamentale alla libertà di espressione sotto il Legge indiana ”.
AFFARI DI TWITTER
Twitter ha registrato una perdita di 1,4 miliardi di dollari nel 2020. Ha guadagnato solo un anno dalla sua fondazione. A metà del 2020 Twitter aveva un’attività giornaliera di 186 milioni di tweet. I follower di Donald Trump su Twitter erano 88 milioni – e ora se ne sono certamente andati!
Molti chiedono chi sostiene tutte queste perdite. E perché un investitore razionale dovrebbe subire anni di perdite? Forse stanno realizzando un profitto in altri modi? In altre parole, pagare per un vantaggio politico.
Ted Cruz ha giustamente riso quando il CEO di Twitter Jack Dorsey ha detto che Twitter non può influenzare i voti politici. È evidente che alcune persone o istituzioni ricche pensano che possa farlo!
CENSURA DI TWITTER
Twitter ha affermato che la sua censura nei confronti del presidente si basa su come altre persone potrebbero leggere e interpretare le sue parole, in particolare la questione di “come [i tweet di Trump] vengono ricevuti e interpretati su e fuori Twitter”. I commenti di Trump “devono essere letti” nel contesto più ampio di come certe dichiarazioni “possono essere mobilitate da pubblici diversi”.
Ebbene sappiamo come sono state “lette” le parole dei leader democratici, BLM e ANTIFA – la devastazione delle città statunitensi la scorsa estate lo testimonia. Eppure non c’è censura nei loro confronti, anche se le loro parole hanno portato a decine di morti (per lo più neri) e alla distruzione di aziende (per lo più nere). E persino il Washington Post di sinistra ha accusato Facebook di fornire una piattaforma per gli organizzatori della marcia su Washington il 6 gennaio.
Questi sono tempi pericolosi e non ci sono maggiori contributori a quel pericolo, in tutto il mondo, degli arroganti e censuratori Tech statunitensi.
FONTE: http://freenations.net/the-worlds-greatest-threat-political-imperial-techs%ef%bb%bf/
SCIOCCHEZZE IN LIBERTÀ
Il vicedirettore del quotidiano “La Repubblica” in una frase riesce:
1) a scrivere sesquipedali sciocchezze; in Brasile sono stati finora somministrati AstraZeneca e Sinovac, la mancata approvazione del russo Sputnik è stata causa di tensioni a livello internazionale. In India sono stati somministrati AstraZeneca e Covaxin (indiano), Sputnik è disponibile solo dal primo maggio;
2) a rovinare in un abisso di, a tacere d’altro, “cattivo gusto” evocando “rivincite” a suon di migliaia di morti;
3) a citare a sproposito la “democrazia liberale”; siamo abituati a questa “truffa delle etichette”, ma trasformare ogni questione in un impasto mal riuscito tra una guerra di religione ed una discussione da Bar sport è quanto di più distante possa immaginarsi dall’essere liberale;
4) a rappresentare plasticamente quanto ormai il disorientamento della Sinistra e di ciò che resta dei suoi sancta sanctorum richieda un pronto ricorso a Google Maps più che a Fedez. Sperando sia sufficiente.
FONTE: http://opinione.it/societa/2021/05/04/massimiliano-annetta_sciocchezze-libert%C3%A0-repubblica-astrazeneca-sinovac-democrazia-liberale-truffa-etichette/
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