RASSEGNA STAMPA DETTI E SCRITTI
14 LUGLIO 2021
A cura di Manlio Lo Presti
Esergo
La parola ha preceduto la luce e non viceversa: Fiat lux e la luce fu
GESUALDO BUFALINO, Il malpensante, Bompiani, 1987, pag. 49
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SOMMARIO
“Lo scopo principale della vaccinazione non è di ordine sanitario”
Vaccinati vs non vaccinati: il nuovo Apartheid
TgSole24 – 13 luglio 2021 – L’algoritmo del Grande Reset riscrive i canoni dell’oppressione umana
Relativismo Culturale e Ddl Zan
E SE MANCINI LE AVESSE PRESE NEL TEMPIO DEL CALCIO E DELLA BREXIT?
PARTE LA PROPAGANDA SUI GIOCATORI DELLA NAZIONALE
In nome del popolo italiano
Il Giappone deve difendere Taiwan dalla Cina
Il discorso di Salmaso a Padova, bloccato dalla DIGOS
La nuova Strategia per la Sicurezza Nazionale russa
“Se non vaccini tuo figlio sei una squilibrata”
Il paradosso di un ordine dall’alto: niente obblighi medico sanitari
Crisanti torna alla carica: “Chi non si vaccina dovrà pagarsi le cure da solo”
STRATEGIE NAZISTE. LUGLIO ’21
In Canada l’eutanasia serve a “curare” la solitudine
Chi ci impoverisce?
La sanità gestita dagli economisti del PNRR. Servono nuove “idee guida”
La monetizzazione del debito e la falsa paura di creare inflazione
The Fourth Branch Of Government Just Exposed Itself
Il governo italiano donerà 2 milioni di euro per la protezione dei migranti in Colombia
Migranti, commissaria Ue lancia l’allarme: “Usano Uber per entrare in Europa”
Confindustria attacca il lavoro, i sindacati confederali applaudono
Due tipi di politica estera
Dalle false accuse al vero massacro
Iran vieta import vaccini Usa e Gb.
Enrico Letta, ecco gli affari del lobbista Pd in Cina: svelato il suo vero gioco
L’ideologia dell’onestà produce disonestà
IN EVIDENZA
“Lo scopo principale della vaccinazione non è di ordine sanitario”
Philippe Guillemant, ingegnere fisico specialista in Intelligenza Artificiale del CNRS, in questo articolo del 2020 sottolinea un importante aspetto della gestione della crisi pandemica che riguarda l’implementazione di tecniche di intelligenza artificiale, al fine di realizzare una governance mondiale di sorveglianza di massa. Secondo Guillemant questo progetto non si realizzerà, ma molto dipenderà dal livello di accettazione del vaccino e da quanto esso potrà essere reso, direttamente o indirettamente, di fatto obbligatorio. da http://vocidallestero.blogspot.com
Lo scopo principale della vaccinazione
Philippe Guillemant, 24 novembre 2020
Lo scopo principale della vaccinazione è giungere ad una normalizzazione dell’uso dell’identità digitale per ogni cittadino. Ciò renderà possibile che il controllo del diritto di accesso dei cittadini ai diversi luoghi (ristoranti, negozi, stazioni ecc.) avvenga in maniera automatica, portando con ciò all’apertura di un immenso mercato, quello dei dispositivi connessi, così allettante da riuscire a trasformare gli informatici in virologi.
Ciò permetterà anche l’introduzione di una moneta elettronica, già predisposta, con la soppressione progressiva del denaro contante.
Ci sono due casi da considerare:
– L’uso dell’identità digitale non intimamente legata al corpo: cellulare, braccialetto, orologio, borsello.
– L’uso dell’identità digitale intimamente legata al corpo: anello, chip sottocutaneo, identificazione genica…
Nel secondo caso sarà impossibile, salvo operazioni chirurgiche , sbarazzarsi della propria identità.
In una prima fase, possiamo prendere seriamente in considerazione solo il primo caso. Solo dopo che l’identità digitale verrà normalizzata dall’abitudine (di vivere in un altro modo), il secondo caso si imporrà in maniera naturale per renderne più sicuro l’utilizzo.
Oggi, l’identità digitale esiste già tramite i nostri cellulari, ma non se ne è fatto un grande utilizzo, salvo nel caso dell’app TousAntiCovid (l’App Immuni francese, ndt) . Tutti hanno il diritto di entrare in qualsiasi negozio e di viaggiare senza essere obbligati ad avere un cellulare. D’altro canto, il tracciamento degli spostamenti consentito da un cellulare è assai grezzo, con una precisione che va da 1 metro ai 10 metri. Possiamo ritenere che, per il momento, avere un cellulare sia un fatto innocuo.
Tutto ciò potrebbe cambiare col controllo vaccinale automatizzato e la generalizzazione dei dispositivi collegati via 5G e anche 4G. In particolare, il tracciamento non sarebbe più realizzato dal GPS, ma per analisi e triangolazione dei segnali tramite gli oggetti circostanti e man mano che la tecnologia si evolverà diventerà da 100 a 1000 volte più preciso.
L’uso dell’identità digitale non collegata al corpo in un contesto di oggetti connessi (casa, auto, strade, città…) permetterebbe la raccolta dei dati sotto riportati tramite l’IA (Intelligenza Artificiale):
– Verifica dell’autorizzazione all’accesso per i vaccinati
– Controllo della velocità e della sosta (autovettura connessa)
– Identificazione di tutti i tipi di infrazioni alla guida
– Identificazione delle persone con le quali si pranza
– Memorizzazione di tutti gli spostamenti
– Calcolo del tempo di lavoro o del tempo di permanenza in un luogo
– Rilevamento degli spostamenti non abituali…
Va notato che nessuna legge potrebbe impedire l’implementazione degli algoritmi corrispondenti, ma soltanto vietarne l’utilizzo.
Tuttavia, sarebbe estremamente difficile rilevare che effettivamente non ne venga fatto uso. Solo il loro sfruttamento potrebbe essere visibile, ma rimane molto spazio per uno sfruttamento non riconosciuto, ad esempio da parte di una compagnia di assicurazioni, dove il calcolo del premio è già realizzato per via telematica.
Consideriamo ora il secondo caso e allunghiamo la lista precedente:
– Casa Intelligente (interazioni, comandi, dialoghi)
– Analisi delle attività private (dormire, leggere, far l’amore)
– Sorveglianza delle attività dei bambini
– Analisi delle interazioni familiari
– Analisi di situazione (riposo, attività, cadute)
– Analisi dei comportamenti (gesti bruschi, attività sportive)
– Rilevamento e memorizzazione delle abitudini
– Ecc.
Sicuramente ne dimentico qualcuna, dato che è difficile immaginare in anticipo tutto ciò che la quarta rivoluzione industriale potrebbe inventare per noi. Parlo qui solo di un transumanesimo soft, quasi accettabile, senza fare riferimento a tutto ciò che può essere intrusivo come un chip nel cervello, dei nanorobot nelle vene o una visione artificiale connessa. Ma va da sé che l’accettazione di queste tecnologie intrusive è condizionata all’accettazione dell’uso dell’identità digitale.
È in effetti poco probabile che si obblighino tutti i cittadini a portare con sé un’identità digitale nei loro spostamenti se il 50% della popolazione non sarà vaccinata, poiché non si può limitare la libertà di circolazione sino a questo punto. D’altra parte, se soltanto il 5% della popolazione non si vaccinerà, è molto probabile che si entrerà in questo “nuovo mondo”.
La realtà sarà con ogni evidenza ben più complessa di questa semplificazione binaria, il cui unico scopo è aprire gli occhi su quella che è la vera posta in gioco.
Dunque, lo ripeto, con questo virus non ci troviamo davanti a un problema sanitario. Questo problema è secondario rispetto alla scelta del tipo di società che ci si prospetta, alla politica di governance mondiale che sembra sia già stata progettata per noi..
Ma, lo ripeto ancora una volta, il mio parere è che non entreremo in questo “nuovo mondo”.
FONTE: https://comedonchisciotte.org/forum/opinioni/il-paradosso-di-un-ordine-dallalto-niente-obblighi-medico-sanitari/
Vaccinati vs non vaccinati: il nuovo Apartheid
L’invasione dei migranti in Grecia, fomentata e anche organizzata – come ammesso dai meno prudenti dei loro – dai Turchi, si intreccia con le difficoltà della campagna vaccinale, entrambe spinte da incentivi e minacce. Bastone e carota, con gli esponenti delle sedicenti sinistre (ad esempio Varoufakis) a preferire il primo, mentre Mitsotakis offre soldi ai ragazzi per vaccinarsi. I morti ci sono, e i parenti delle vittime negano anche l’evidenza, da tanto che sono imbevuti di propaganda e paura. Dice Mattias Desmet, psicoterapeuta e professore di psicologia clinica all’Università di Ghent “Prevedo piuttosto questo scenario: nonostante tutti gli studi promettenti, il vaccino non fornirà una soluzione. E la cecità portata dal condizionamento sociale e dal totalitarismo farà ricadere la colpa su coloro che non seguono la narrazione ufficiale e/o rifiutano di essere vaccinati. Saranno usati come capri espiatori.”. Bingo! E, mentre il governo promuove ogni sorta di Apartheid verso i (molti) non vaccinati del paese, Mitsotakis parla a un evento LGBT e si dice “contro ogni forma di divisione tra i suoi cittadini, contro ogni forma di esclusione sociale”
Intanto dilaga anche in Grecia la propaganda “green” che, in modo suicida, vuole liquidare le fonti energetiche oggi in uso per sostituirle con… quasi niente, che è quanto si riuscirà ad ottenere con le fonti alternative e rinnovabili nei tempi previsti dai folli piani di Bruxelles.
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Da « Ornamento estivo » – Venerdì 4 giugno 2021
L’estate è il tempo della frutta e della verdura. Il paese indossa finalmente i suoi abiti estivi, ma niente è più come prima. (…)
Dietro il… grande blu non tutto è roseo. (…) non è senza motivo che il governo del sociopatico Mitsotákis ha appena decretato un aiuto di emergenza per il settore del turismo, pari a 400 milioni di euro. (…) la prima verità è venuta alla luce. Per esempio, solo un terzo degli hotel sono aperti perché non c’è nessuno. (…) Mia cugina Maria, che lavorava in un hotel di Atene, è stata appena licenziata… all’inizio della stagione. “Su 130 dipendenti, il direttore ne ha tenuti 67, non io.
(…) Le spiagge vicino ad Atene sono ancora piene, soprattutto nei fine settimana, ma i greci non mangiano più come una volta. Il caffè non si compra più necessariamente sul posto e una nuova era della ghiacciaia sta prendendo forma sotto il ghiaccio del Grande Reset. Ma l’estate greca, come si dice, è sacra!
(…)
E mentre la Chiesa ufficiale finge di commemorare il bicentenario della rivoluzione greca del 1821, quando i greci, definiti prima come cristiani ortodossi, si rivoltarono contro il dominio dell’impero ottomano, quella lunga e barbara occupazione turca dei Balcani; l’attuale governo immigrazionista offre le sue porcherie ai nativi dei comuni delle isole greche del Mar Egeo
(…)
Affinché gli abitanti accettino la colonizzazione della loro terra e quindi alla lunga la loro sostituzione, (…) il ministro dei migranti e quanto mai insider, Mitarákis, ha appena annunciato il finanziamento da parte del “suo” ministero della costruzione e ristrutturazione di alcune infrastrutture a Lesbo, Chios e anche nella Grecia continentale. Si tratta di stadi, palestre e alcune rare scuole.
(…) Mitsotàkis deve commettere, il più rapidamente possibile, il crimine per il quale è stato preparato durante tutta la sua vita come un parassita politico cooptato, se necessario, con la collaborazione consolidata di Tsípras e il resto del sistema politico greco”.
Così, se nulla ferma questi criminali, prima della fine del 2021 o al più tardi nel 2022-2023, le isole greche del Mar Egeo orientale “riposeranno” su una piattaforma continentale turca dopo la revisione dei trattati; (…) Non c’è bisogno di ricordare quanto sia considerevole il potenziale di risorse di questa piattaforma continentale: già risorse di pesca e di energia.
E a lungo termine, sappiamo che il piano di Ankara si basa sulla sostituzione progressiva della popolazione greca delle isole e della Grecia con diverse migliaia di migranti musulmani. (…) Va notato che questo è già stato fatto al ritmo del 10-25% della popolazione delle isole dell’Egeo orientale, ed è esattamente quello che il presidente Sakellaropoúlou, la cui nomina è stata cooptata tra SYRIZA, Mitsotákis, Berlino, Sóros e l’ambasciata degli Stati Uniti, ha appena dichiarato che “la soluzione demografica in Grecia sono i migranti”.
(…) Infine, notiamo che da molto tempo i dignitari della Turchia, e Turgut Özal in particolare, avevano dichiarato a suo tempo che “basta inondare la piccola Grecia con una popolazione musulmana per annientarla semplicemente”. Ora ci siamo quasi arrivati. Erdogan… e poi Mitsotákis e Sakellaropoúlou dicono la stessa cosa, ognuno a modo suo ovviamente.
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Da “Ombrello finale”- Domenica 6 giugno 2021
Domenica mattina dal Peloponneso un tempo mitico, oggi… sufficientemente condizionato e sufficientemente vaccinato. Il Regime sta organizzando altrettanta… guerra tra i vaccinati e i non vaccinati (…) la campagna di vaccinazione non procede come previsto, perché ora i promotori dei vaccinodromi si scontrano con quella piccola metà della popolazione che esita o la pensa diversamente. (…) Varoufakis, il valletto di Sóros, che ha appena dichiarato che “i test dovranno essere imposti ovunque, anche per entrare nel mini-market locale o per camminare fuori senza maschera”, pezzi selezionati della recente Varoufakiade.
“In Danimarca, per poter camminare per strada senza maschera, bisogna fare il test ogni due giorni, andando in una struttura locale specializzata [NdT: non è vero]. In Grecia, un’intera rete di locali specializzati che eseguono in massa questi test COVID-19 dovrebbe essere creata rapidamente. Immaginate che una stazione di servizio in ogni quartiere abbia una tettoia, dove si va a fare il test, e si lascia lì il proprio numero di cellulare. La risposta, arriverà sul tuo cellulare, positiva o negativa. Tutto questo deve diventare obbligatorio”. Presto il vaccino sarà obbligatorio, ci dirà Yanis de Sóros tra quattro mesi, perché il regime sta mobilitando tutti i suoi soldati in questo momento.
Questo stesso Varoufákis, come per caso, apertamente a favore della “condivisione del Mar Egeo con la Turchia”… secondo la programmazione a pagamento dell’uomo.
Da “Difensori del suolo!” – Martedì 8 giugno 2021
(…) L’epoca confinante degli ultimi nove mesi su dodici da marzo 2020, ha finito per annientare molte resistenze. Come ad Ágrafa, in questo paese montagnoso con fatti aspri tra la Tessaglia e la Grecia centrale. Gli abitanti di questa regione, che sono stati a lungo indipendenti negli stretti altipiani della catena del Pindo, erano naturalmente combattenti irregolari, banditi e tenaci resistenti di fronte agli invasori, e questi sono gli eroi di questi luoghi nel passato.
Tra la Tessaglia occidentale e la punta settentrionale dell’Euritania nella Grecia centrale, questo popolo di montagna ha sempre lottato contro gli elementi, umani o naturali, compresi i capricci della storia.
La loro resistenza era stata in gran parte sconfitta sotto il Regime di Confine, tranne che questa settimana, alcuni residenti e alcuni collettivi tra i disparati difensori dell’ultima terra, hanno affrontato ancora una volta la Polizia Pretoriana, che protegge, come ovunque, i promotori del Grande Reset e le loro ruspe.
Paese montagnoso e con fatti difficili; fatti effettivamente compiuti dal 2018. Bisogna notare che il faraonico progetto, compatibile con la Germania, di installare delle turbine eoliche minaccia questa regione montagnosa la cui autonomia e autogestione era rispettata persino sotto gli ottomani, tanto per dire. La decisione della “svolta eolica” risale all’aprile 2018, secondo un decreto del Ministero dell’Energia sotto SYRIZA, che è stato esteso e persino ampliato nelle sue prerogative dal governo Mitsotákis.
(…)
E per quanto riguarda il giornalismo… poco attento ai fatti globali, accoglie, anche implicitamente, la “svolta energetica” che la Grecia sta prendendo in questo momento… “Atene affronta la sfida della fine del carbone. La Grecia, a lungo terzo produttore di carbone in Europa, vuole chiudere la maggior parte delle sue centrali termiche nel 2023 e terminare la produzione entro il 2028. Nella Macedonia occidentale, i residenti sono preoccupati per le conseguenze socio-economiche. Tutto questo bacino minerario, il più grande dei Balcani, di proprietà della compagnia elettrica statale greca D.E.I., scomparirà presto. Il governo di destra di Nuova Democrazia ha programmato la chiusura delle ultime centrali termiche in due anni e la fine della produzione di lignite nel 2028, in linea con l’obiettivo dell’UE di neutralità del carbonio entro il 2050.
“La Grecia vuole ora dare la preferenza al gas naturale proveniente dalla Russia o dalla Norvegia, attraverso vari gasdotti. O dalle proprie risorse potenziali nel Mediterraneo. Vuole anche sviluppare le energie rinnovabili, approfittando del suo clima soleggiato e ventoso. Secondo il piano di eliminazione della lignite, presentato nel settembre 2020 dal ministero dell’ambiente e dell’energia, la Macedonia occidentale diventerà una regione verde, sviluppando l’agricoltura intelligente, il fotovoltaico e il turismo.
Politici burattini, in gran parte controllati e… per così dire “sovvenzionato” dai produttori di turbine eoliche, facendo il loro… meglio.
(…)
Il rapporto non menziona nemmeno il fatto che questo stesso carbone greco che è diventato inutile… viene immediatamente esportato a basso costo in Germania per produrre elettricità, radio Crash, maggio 2021. Perché la Germania apre nuove centrali termiche quando ordina alla Grecia di chiudere le sue.
Da “Tra cretesi… e cretini” – Venerdì 11 giugno 2021
(…) Giorno dopo giorno, il Regime intende imporre ovunque la novità riscaldata dell’Apartheid che ora si chiama sanitaria. I lacchè del sistema affermano dalla mattina alla sera ciò che la mafia al potere vuole far passare sotto la paura.
“I non vaccinati non avranno più accesso ai negozi, non potranno viaggiare liberamente, i proprietari di ristoranti potranno chiudere le porte dei loro stabilimenti a persone recalcitranti e desiderose di ascoltare teorie cospirative. Infine, i datori di lavoro potranno licenziare i loro dipendenti che non rispettano la regola. Alla faccia della stupidità governativa e giornalistica ambientale.
(…) nonostante le manifestazioni cosmetiche iniziate giovedì 10 giugno in Grecia dai sindacati sistematici, la nuova legge quadro che segna la fine dei diritti finali dei lavoratori sarà applicata immediatamente. La giornata lavorativa di otto ore viene spazzata via in un solo colpo. La fine. Silenzio… (…) Il regime ora minaccia e intimidisce tutti, sia i vaccinati che i bioconservatori, quando si registra quasi un morto al giorno a causa dell’iniezione. I parenti dei defunti finiscono per apparire su alcuni schermi televisivi, come Manólis Kryovrisákis, un marito cretese la cui moglie è morta all’età di 44 anni dopo essere stata… posta sotto l’egida di AstraZeneca. Polvere astrale.
Tre bambini orfani della madre e un povero marito cretese… abbastanza idiota. “La fascia d’età a cui appartiene mia moglie non dovrebbe essere… autorizzata a ricevere questo vaccino. Sapevamo che molte donne di quell’età evitavano la vaccinazione, ma noi, come cittadini e autorità rispettose della legge, (…)
Gente triste, i nostri parenti, i nostri amici. Ora siamo persino molestati da alcuni dei nostri compagni inoculati, che si aspettano decisamente che diciamo la cosa giusta, perché la propaganda del regime evidentemente non li rassicura più. (…) Lo stesso giorno un conoscente di Atene è entrato in azione. Si è dimessa dall’ospedale pubblico perché i ricatti e le intimidazioni del regime non hanno eguali. È una cardiologa.
(…)
Da “I dannati… della torta” – Mercoledì 16 giugno 2021
(…) Lunedì 14 giugno a Bruxelles, Mitsotákis, il finto greco, ha incontrato Erdogan… il vero turco la cui nonna sarebbe greca della regione di Pont-Euxin. Il grande gioco geopolitico è stato deciso da tempo tra Washington, Londra e Berlino.
(…)
E ora il cosiddetto “comitato medico-scientifico COVID-19”, sempre ad Atene, si prende la libertà di minacciare apertamente gli scettici dei vaccini, come per mantenere la psicosi della divisione finale della società… senza dubbio prima dello scontro previsto. Un comitato di tipo mafioso, ora “protetto” da una recente legge, da ogni futura ed eventuale azione legale contro i suoi membri, il cui numero esatto rimane sconosciuto.
(…)
L’altro giorno nella grande cattedrale di Atene, un ecclesiastico che riceveva due fedeli ha aperto la discussione nel modo seguente. “Siete stati vaccinati, altrimenti dobbiamo andarcene in fretta”. “Il diavolo e la loggia sono stati lì” (…) i medici asserviti al Regime, onnipresenti nella TV spazzatura, incarnano il ruolo di carcerieri terroristi ufficiali, incaricati e, per di più, molto pagati dagli alchimisti mondiali della medicina realmente esistente.
(…)
I motti e altrettanti falsi dilemmi imposti dal Regime sono del tipo “vaccino o morte”, morte, o per il coronavirus o per la privazione delle libertà per i non vaccinati ma in realtà per tutti, riferendosi deliberatamente all’altro infame motto dei campi tedeschi, “il lavoro rende liberi”.
(…) lanciando l’allarme sulla distopia totalitaria emergente, Mattias Desmet, psicoterapeuta e professore di psicologia clinica all’Università di Ghent, ha rilasciato un’interessante intervista a Patrick Dewals.
“Pochi fenomeni hanno avuto un profondo impatto a livello globale così rapidamente come l’attuale epidemia di Coronavirus. In poco tempo, la vita umana è stata completamente riorganizzata. Oggi, il virus crea la paura necessaria su cui si basa il totalitarismo. La scoperta di un vaccino e la successiva campagna di vaccinazione allevieranno questa paura e porranno fine a questa epidemia totalitaria?”
(…)
“Prevedo piuttosto questo scenario: nonostante tutti gli studi promettenti, il vaccino non fornirà una soluzione. E la cecità portata dal condizionamento sociale e dal totalitarismo farà ricadere la colpa su coloro che non seguono la narrazione ufficiale e/o rifiutano di essere vaccinati. Saranno usati come capri espiatori. Verrà fatto un tentativo per metterli a tacere”. E se questo riesce, il temuto punto di svolta nel processo di totalitarizzazione arriverà: solo dopo che l’opposizione sarà stata completamente eliminata, lo stato totalitario mostrerà la sua forma più aggressiva. Diventa allora – nelle parole di Hannah Arendt – un mostro che mangia i suoi stessi figli. In altre parole, il peggio deve ancora venire.
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Da “L’ultima pioggia” – Giovedì 24 giugno 2021
(…)
Un pompiere anziano, recentemente ha detto a un amico che gli zingari che vivono nell’ovest di Atene costituiscono un’altra città… intoccabile in città, tranne che nei quartieri musulmani più vicini al centro. Questi zingari bruciano migliaia di pneumatici d’auto al giorno per estrarre metalli, comprare e vendere droghe e armi, la polizia non entra più in questi quartieri e quando i pompieri ci vanno perché i fuochi straripano, vengono bersagliati di pietre.
E quando questo pompiere comincia finalmente a parlare con gli zingari, questi gli spiegano che “da quando c’è Mitsotákis, sono molto più liberi nel loro feudo, e inoltre, questo Mitsotákis paga meglio di SYRIZA di Tsipras per ogni voto comprato sul posto. Cento euro invece di cinquanta, non è niente”.
Tendenze così pesanti; l’islamizzazione di quasi un terzo della vecchia città di Atene, la sostituzione della sua popolazione, la fuga dei greci e degli stranieri dall’Europa e dai Balcani verso la periferia, una criminalità in esplosione, quella degli stranieri, quella dei greci anche tra di loro.
I furti con scasso, a volte un po’ politici, poiché prendono di mira gli oppositori del regime criminale di Mitsotákis, sono ovviamente diventati un fatto quotidiano, così come gli omicidi e i suicidi, che raramente fanno notizia sulla stampa.
(…)
In attesa della fine, più di un terzo della popolazione attiva non lavora, i vecchi lavori non ci sono più e quelli nuovi sono sempre più difficili da trovare.
(…)
È come una ripetizione di una certa storia. Morte a Venezia”, il famoso film franco-italiano diretto da Luchino Visconti, che uscì sugli schermi solo cinquant’anni fa, non avrebbe più bisogno di essere girato in loco. La sua sceneggiatura, diventata un classico del genere, ispirata all’omonimo racconto pubblicato da Thomas Mann nel 1912, racconta un episodio che si svolge nel 1911 durante la Belle Époque, in una Venezia visitata dalla spensierata borghesia, prima dei drammi che stanno per compiersi.
Un secolo dopo, il crollo causato, quello delle società umane già in Occidente è in corso. Sotto la copertura COVIDIANA o climatica, gli addetti ai lavori organizzano allora la scarsità, la rarefazione delle risorse, delle materie prime così come della vita per tutti, tranne che per la loro casta. Venezia, e quindi la morte.
(…)
E va bene cancellare… Mitsotàkis dalla mappa, se non simbolicamente, (…) Secondo le ultime statistiche europee, un terzo dei greci è povero, mentre una famiglia con due bambini… se la cava con 920 euro al mese. Chiaramente, questa è l’estate greca, nella sua forma più spettrale, anche se sta fingendo.
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Da “Nuovo apartheid” – Martedì 29 giugno 2021
Questa estate è probabilmente l’ultima vissuta nella già sprecata illusione del vecchio mondo. Il Regime sta progressivamente imponendo il suo nuovo Apartheid rivisitato, questa volta, tra i soggetti vaccinati e i soggetti che non lo sono. Soprattutto quando non vogliono diventarlo. (…)
Lunedì 28 giugno, e nuove dichiarazioni dai vertici visibili del Regime. Mitsotákis, l’amico dei pedofili, annuncia il colore. Il suo governo offre 150 euro sotto forma di un buono digitale ai giovani del vecchio paese, tra i 18 e i 25 anni… per vaccinarsi.
Il nuovo schema si chiama “Freedom pass” e i giovani potranno usarlo per comprare biglietti d’aereo e di nave, pernottamenti in hotel e in campeggio e biglietti per spettacoli.
(…)
150€ per la prima iniezione… senza ulteriori pagamenti in seguito. Secondo una prima lettura dei fatti, il governo è in preda al panico dato che solo il 35% della popolazione è completamente vaccinata entro la fine di giugno 2021, “il che metterebbe già in discussione i guadagni che il clan Mitsotákis potrebbe trarre dal suo comprovato ruolo di venditore di Big Pharma”, mi dice sorridendo un amico giornalista.
Poi, il burattino di Atene vuole risparmiare tempo, “offrendo” 150 euro ai giovani, con i soldi dei loro genitori, cioè le tasse, in cambio della loro vaccinazione. (…)
Il primo ministro dell’ultima Grecia ha cercato di giustificare la sua decisione dicendo: “(…) Questo è un debito verso i giovani, un ringraziamento per la loro perseveranza e pazienza. (…)” tutto per mascherare un’intenzione molto volgare: il potere politico, nel ruolo di un imperatore romano degenerato e depravato, offre degli occhiali, per di più senza pane, ai giovani, in cambio della messa a disposizione del loro corpo, per realizzare un atto medico, che teoricamente, non sono obbligati ad accettare, secondo la medicina di Ippocrate, le Convenzioni internazionali, o anche, finalmente, secondo la defunta Costituzione.
(…)
Sappiamo che in Asia, per esempio, i regimi offrono i loro polli a… “cittadini” a farsi vaccinare. (…) Ora, mutatis mutandis, la pratica utilizzata è storicamente quella del pedofilo: “Vieni qui, ragazzo, ti do due caramelle… per violentarti”.
(…)
In un mondo supposto naturale, dove i vaccinati come i non vaccinati dovrebbero avere le stesse preoccupazioni, fare riferimento agli stessi interessi di fronte alla minoranza degli iniziati transumanisti associati, ecco che l’operazione di scala in corso… di scaricamento, installa con la forza una nuova frontiera sotto forma di Apartheid.
(…)
Mitsotákis sta ora cercando di dividere i cittadini del paese in due categorie, causando la divisione nazionale e il caos nelle attività, dove una volta c’erano solo semplici abitudini quotidiane. Ma poi, niente abitudini, niente semplicità e ancor meno vita quotidiana.
(…)
Per coloro che sono abili in tutti i tipi di mescolanza, specialmente quella etnica e sessuale, questa è una prima volta. Quella stessa settimana, Mitsotákis, lo storico amico… amico storico del pedofilo Níkos Georgiádis, che ha tenuto nel suo gabinetto fino a quando quest’ultimo è stato condannato per lo stupro di una minorenne ma finalmente… scagionato dal nuovo codice penale… (made in SYRIZA) del 2019, così come lo stupratore Lignádis, nominato dal politico alla direzione del Teatro Nazionale di Atene e che aspetta dal febbraio scorso il suo processo in prigione, questo Mitsotákis, quindi ben all’avanguardia… del progresso, ha appena presieduto ad Atene… “Alto consiglio nazionale e strategico sull’uguaglianza LGTB+”.
(…)
Secondo il rapporto della stampa, “All’inizio di questo incontro, il signor Mitsotàkis ha sottolineato che in questo 21° secolo in Grecia non si può permettere alcuna divisione tra i suoi cittadini, aggiungendo che l’esclusione sociale non è solo antidemocratica, ma anche profondamente controproducente.”
Lo stesso giorno, molte aziende del paese sono invitate a scegliere di essere classificate come “spazio puro o misto” e a dichiararlo immediatamente, sulla piattaforma elettronica dedicata a… Apartheid. Il governo sta essenzialmente obbligando le aziende ad accettare solo quelle che si dichiarano “spazi puri” per avere una capacità di riempimento del 75-80%, in opposizione agli “spazi misti” che avranno solo una capacità operativa del 25-75%.
(…)
Non c’è bisogno di sottolineare quanto questo regime di insider e parassiti, ami imporre il suo paradosso e violare costantemente la logica, già di Aristotele. Quindi, 2+2=5, cioè l’esclusione sociale non solo è antidemocratica, ma è anche profondamente controproducente quando si tratta di… il culo di alcuni e il pisello di altri, che in realtà non dovrebbe riguardare molte persone nella società, ma per tutto il resto, i satanisti al potere potranno imporre d’ora in poi, senza indugio, la loro segregazione ovunque… aspettando presto i campi di concentramento.
TRADUZIONE A CURA DI FRANZ-CVM
FONTE: https://comedonchisciotte.org/vaccinati-vs-non-vaccinati-il-nuovo-apartheid/
TgSole24 – 13 luglio 2021 – L’algoritmo del Grande Reset riscrive i canoni dell’oppressione umana
VIDEO QUI: https://youtu.be/mVk_ULitit8
FONTE: https://www.youtube.com/watch?v=mVk_ULitit8
Relativismo Culturale e Ddl Zan
lunedì 12 luglio 2021
Freud ci ha insegnato che tutti abbiamo diverse fasi psicologiche nello sviluppo della persona, tra queste fasi c’è quella omosessuale, da lui considerata come una fase di transizione dello sviluppo umano, non a caso l’omosessualità è stata per molto tempo considerata una malattia psichica e moralmente come una perversione, mentre nel passato l’omosessualità era considerata una variante rispetto alla normalità. Si, ma il problema dei problemi è comprendere cosa si intende per normalità.
L’antropologia ci insegna che questo concetto varia nel tempo e nelle culture, ma le sue evoluzioni hanno sempre tenuto presente almeno un parametro quello biologico sulla riproduzione della specie ed anche il suo mantenimento. Mentre il primo è chiaro il secondo evolve con la conoscenza e la cultura che ne deriva. Se applichiamo la teoria evoluzionista alla cultura possiamo dire che quando essa nel suo processo costante del divenire si scosta dalla sua funzione primaria e cioè l’esistenza della specie essa perisce. Dunque la funzione primaria della sessualità è la procreazione, l’evoluzione culturale ha elaborato anche il piacere del sesso fine a se stesso. In questa prospettiva la sessualità tende alla ricerca del piacere che si manifesta sia in modo etero che omosessuale, visto che l’obbiettivo non è più la procreazione, anzi nel mondo giovanile, essa si ispira a modelli culturali libertari i quali, grazie alla scienza, esistono metodi anticoncezionali proprio per evitare la procreazione.
Inoltre Freud ci ha insegnato che di norma coloro che provano sentimenti forti di disgusto o di panico violento verso l’omosessualità sono persone che non hanno saputo affrontare la loro omosessualità e dunque potremmo definire gli omofobi degli omosessuali che si vergognano della loro propria omosessualità. Comunque chiunque usi violenza verso un altro essere umano, va condannato con gli eventuali aggravanti. Ma da qui, proporre modelli comportamentali educativi legati alla omosessualità come modelli eguali a quelli eterosessuali è da ignoranti nel senso etimologico del termine. Una cosa è educare al rispetto della diversità altro è proporlo come modello della normalità. Possiamo definre l’omosessualità un comportameto moralmente lecito e tutelato in un sistema democratico. Non a caso in entrambi i casi (etero e omo) oltre al desiderio sessuale che si vuole appagare è sempre presente la componente emotiva affettiva che possiamo definire attrazione/innamoramento/amore, che hanno sicuramente pari dignità, sia se si esprimono tra una coppia etero sessuale che omosessuale.
Oggi si parla molto di una società liquida, la quale ha trovato nella teoria del relativismo scientifico, un alibi per un relativismo culturale che nega la verità e dunque la verità scientifica. La vita e la morte sono uguali per tutti, ma il loro percorso e la loro fine per quanto composte degli stessi sentimenti, sono profondamente diversi nella realizzazione dei vari individui, ma tutti hanno un punto in comune che è la procreazione come mantenimento della specie umana. La cultura liberale è quella cultura che permette in questo paradigma, la libertà del proprio piacere ma vincola l’ordinamento alla tutela della specie umana. Purtroppo una pseudo cultura liberale impregnata di un mal concepito egualitarismo sociale, pensa con un retro pensiero marxista che tutto è uguale che non esistono le differenze, e se esistono sono diseguaglianze per cui meritano di essere eliminate, dunque si confondono diritti con principi astratti e desideri. Sono le stesse mentalità che in un sistema democratico consideravano giusta la violenza proletaria per eliminare una ingiustizia sociale vera o presunta, oggi si parla di generi ma la realtà scientifica ci dice che sono sempre due. Questo Ddl Zan pone un problema nel rapporto tra Natura e Cultura, la natura non può che confermarci che i generi sono 2, la cultura in questo corto circuito, relativistico, invece di dirci che le sensibilità possono essere diverse nell’animo umano e che ovviamente vanno rispettate, ha la pretesa di voler modificare una realtà vera con una che non esiste mediante legge. Purtroppo la cultura utopica che pensavamo di aver sconfitto con la fine dell’egualitarismo comunista, si ripresenta sotto le mentite vesti dei diritti, ma in realtà si segue un sogno, un mito, che se si realizzasse sarebbe una orribile prigione, anche per chi oggi la invoca. Queste utopie libertarie invece di scegliere la strada riformista che prevede una crescita culturale sul rispetto delle persone e delle loro scelte sessuali che vanno tutelate scelgono la strada giustizialista a loro più consone avendo come modello non la società liberal democratica che li ha fatti crescere ma quella giacobina e dunque autoritaria, che è affine per alcune minoranze alla loro visione elitaria ed individualistica della società. Mi lascia perplesso il silenzio in questo campo da parte delle istituzioni universitarie, ordini professionali, e del mondo della cultura in genere come se affrontare questi argomenti in un confronto aperto sia pericoloso, per cui diventano i vari Fedez i santoni del pensiero moderno, mentre questo dovrebbe essere un dialogo tra persone competenti e non burattini da avanspettacolo.
FONTE: https://lesfumaturedelgarofanorosso.blogspot.com/2021/07/relativismo-culturale-e-ddl-zan.html?m=1
E SE MANCINI LE AVESSE PRESE NEL TEMPIO DEL CALCIO E DELLA BREXIT?
Proviamo a capovolgere il successo dell’ottimo gruppo di calciatori messo su da Roberto Mancini, ottenuto con un bel risultato vincente. A parte le lacrime e il sangue delle migliaia di tifosi (con poche mascherine), a parte un lockdown psicologico del Paese e mettiamoci pure, sempre a parte, le accuse di mangiapane a tradimento lanciate a qualche giocatore pagato a peso d’oro, ciò che avrebbe brillato di una luce sinistra sarebbe stata di certo un’alzata di scudi e una voglia di rivincita dei vecchi tifosi italiani della Brexit imbottiti di populismo, cresciuti nella politica ai tempi del trumpismo dardeggiante parole d’ordine sovraniste da self-made man menefreghista del resto del mondo. Per non dimenticare l’influenza dello strappo politico dell’Inghilterra con la Brexit carica di evocazioni nazionaliste.
E il pensiero, da noi, corre alle reiterate sceneggiate pentastellate: mentre ambivano a sfasciare Governo, Camera e Senato della vecchia politica corrotta per eliminare la fame col segreto metodo dell’uno vale uno, chiedevano a gran voce l’uscita dalla Unione europea strangolatrice delle nazioni parallelamente a quella dall’euro, simbolo dell’avidità di cuori e menti delle fameliche burocrazie di Bruxelles. Una scena politica non difficile da osservare e, forse, non avremmo neppure bisogno “del rovesciamento della praxis” (frase aulica di una politica d’altri tempi) per notarvi la caratteristica che già prima di quel ribaltamento preso ad esempio ha dato vari segnali di cambiamento, di modifiche, di marce indietro, se vogliamo di veri e propri capovolgimenti.
Ma va pur detto che la vittoria a Wembley, simbolo dell’eccellenza del calcio, si porta dietro significati e indicazioni (in altre epoche non incisive politicamente, abbastanza superficiali, a parte il tifo e il prestigio acquisito che pure è sempre di durata non eccessiva) perché viene a cadere in un contesto nel quale la sconfitta di una Gran Bretagna uscita dalla Ue, battuta ora da una nazione che crede nell’Europa essendone fondatrice e parte integrante, va al di là di un immediato significato sportivo, semmai partendo da questo per illuminare una nuova serie di sequenze – che la tv rimette in onda senza freni – in una mescolanza di patriottismo senza rimorsi che non è nazionalismo, pur fasciandosi nel tricolore. Una gioiosa conferma identitaria che ci fa salire di molti gradini nella generale scala di valori che si iscrivono, ad uso interno ma con riflessi internazionali, anche e soprattutto in una governance ispirata alla stabilità e, ovviamente, a una sempre convinta partecipazione alla Ue.
I titoloni dei giornali, non poteva essere diversamente, si sono divertiti con formule fiammeggianti di entusiasmo per il grande successo ottenuto a Wembley, per di più in casa loro, ma è anche questo un segnale che non metterà a proprio agio, relegandole in disparte, le non poche posizioni interne che di questa governance conservano dubbi, incertezze, critiche e avanzano i soliti no, com’è il caso della giustizia da parte del M5S, di Giuseppe Conte… e dei suoi amici e maestri.
Il fatto è che la vittoria della squadra di Mancini ha compresso e ridotto le speranze dell’altra squadra di Conte, Alfonso Bonafede, Alessandro Di Battista e amici e maestri tipo Marco Travaglio. Da ciò il ragionamento che dall’inizio abbiamo cercato di sviluppare, prendendolo di slancio e rovesciandolo per vedere l’effetto che fa, o meglio, che poteva fare la sconfitta italiana nel tempio del calcio londinese. Con la conseguente vittoria della squadra di Conte.
È andata diversamente e si capisce che questa è una situazione eccezionale, ma intanto godiamocela e utilizziamola come richiede un risultato che mai come in questa occasione ha un duplice significato, sportivo e politico.
FONTE: https://www.opinione.it/editoriali/2021/07/13/paolo-pillitteri_mancini-europeo-inghilterra-brexit-ue-m5s-conte/
PARTE LA PROPAGANDA SUI GIOCATORI DELLA NAZIONALE
IL SIGNIFICATO INTRINSECO DEL GESTO DI FIGLIUOLO
13 07 2021
L’apparenza inganna, ancora di più in un periodo di supposta #emergenza dove comportamenti e azioni dei cittadini sono facilmente influenzabili. Accade così che l’unica soluzione prevista dall’ordine dominante, i #vaccini, vengono promossi ad ogni occasione possibile.
Non solo gli spot pubblicitari in cui appaiono personaggi di fama nazionale che invitano gli spettatori a non indugiare sulla doppia inoculazione.
Ma la #propaganda si è spinta anche verso altri orizzonti, mai esplorati finora.
VIDEO QUI: https://youtu.be/4dMooHKYnck
FONTE: https://www.youtube.com/watch?v=4dMooHKYnck
BELPAESE DA SALVARE
In nome del popolo italiano
La nazionale italiana di calcio approda alla finale del campionato europeo: cui prodest?
Abbiamo mostrato la resilienza che ci contraddistingue come italiani (Leonardo Bonucci).
Quando esci per strada, l’assembramento c’è sempre…allora, anzichè fare queste manfrine, la tengo in tasca, la metto…mettetevi la mascherina! Perché la contagiosità della variante delta si sviluppa in dieci secondi: questi sono i dati che abbiamo (Vincenzo De Luca).
In una piazza gremita di persone, in cui non tutti hanno fatto il vaccino o il tampone, si può generare un focolaio ed è quello che accadrà, perché la variante delta è più contagiosa (Pierpaolo Sileri).
Il virus ama i momenti di felicità. I contagi aumenteranno fra i giovani (Agostino Miozzo).
Con il vaccino, vinciamo insieme (Roberto Mancini).
Notti magiche
Le notti degli europei sono state proprio magiche. Hanno regalato alle vite ingrigite degli italiani quel tocco di magia che solo la schizofrenia dissociativa sa dare. Alle 20 in punto è il TG1 a dare il via alla memorabile nottata europea. Per molti, è come un parente; è, anzi, il parente più autorevole. A ridosso della partita, mentre ancora sfrigola la frittatona di cipolle di fantozziana memoria, il TG1 somministra ai teleitaliani le canoniche pillole di teleterrore: sono morti tre novantenni ad Asti, preoccupa la variante Delta, in disco solo col green pass, l’esercito porta il vaccino ai terremotati, i vaccini sono sicuri, ne usciremo solo col vaccino. Poi, dopo la consueta gragnuola di spot transumanisti, inizia l’incontro. Quando le telecamere indugiano sui volti cantanti dei nostri gladiatori durante l’inno nazionale, vacue bandierine si agitano nelle coscienze e il sacro virus viene, per un attimo, avvolto dall’oblio. Lo zelante telecronista riporta alla ragione il sognante telespettatore parlandogli di terzini che hanno avuto il Covid, di portieri in quarantena, di mediani tamponati a tappeto…La verità è che i nostri campioni se ne sbattono ormai apertamente delle “norme per prevenire il contagio”, e dopo essersele date in campo, si scambiano abbracci e magliette con gli avversari; gli unici sfigati rimasti con la mascherina sono medici e massaggiatori: che s’ha da fa’ pe’ campa’. Nelle fasi di stanca del match, è il pubblico a diventare protagonista: le telecamere regalano cinque secondi di celebrità a qualche spettatore (“mio cugino è stato inquadrato durante il secondo tempo supplementare di Italia-Austria” scriverà qualcuno nella sua biografia) e ne mettono in risalto il mascherinamento. Questo perché la quasi totalità degli spettatori è priva, in qualunque paese si giochi, dello straccio salvifico, e ciononostante non s’ammala né perisce. Così, mentre al campetto sotto casa nessuno s’azzarda a far due tiri per non violare il “divieto di sport di contatto”, all’Olimpico ci si ansima e sbuffa in faccia come ai bei tempi; mentre i lager estivi per bambini propongono giochi a distanza e asfissia garantita, sugli spalti e nelle piazze si tengono degli assembramenti “buoni”.
Le partite sono solo una scusa. Il vero fine di questo baraccone è diffondere capillarmente la propaganda della nuova normalità sanitaria. Durante un tg particolarmente ispirato, una garrula inviatuccia, probabile nipote di qualche boiardo trapassato e/o amante di qualche puttaniere di Stato, belava alle pecore a casa la sua eccitazione mentre gli spettatori entravano allo stadio “esibendo il Green Pass”. Fra il primo e il secondo tempo, dopo una magia di Insigne e un paratone di Donnarumma, ecco il capolavoro: il doppio spot della RAI “Riprendiamoci il gusto del futuro” in cui telefigurine, campionesse dello sport e “persone comuni” invitano a farsi il vaccino “senza cincischiare”. Per chi se lo fosse perso, qui sotto il più riuscito dei due spot orwellian-goebbelsiani. Da notare l’appropriazione (più o meno indebita) del già ambiguo simbolo della V (la Vendetta decantata da un celebre film), che diventa, a detta loro, “la V di Vita, la V di Vittoria, la V di Vaccino”.
In ginocchio da te
Il covidismo è solo una delle dimensioni attraverso le quali si sviluppa il disegno del Nuovo Ordine postumanista, quello al cui servizio lavorano pure calciatori, allenatori, arbitri e cronisti. Un altro fronte di lotta, che ha perso un po’ di smalto dopo un periodo di sovraesposizione, è quello rappresentato dalla causa Black Lives Matter. In tal senso, alcune nazionali partecipanti agli europei si sono rese protagoniste di un rituale inginocchiamento prima del calcio d’inizio. L’Inghilterra ed il Belgio hanno capeggiato le schiere dei paesi “woke”, con Il centravanti belga di origine congolese Romelu Lukaku ad assumersi la leadership “spirituale” del movimento associando alla genuflessione pure un bel pugno chiuso. Altri paesi dalla consolidata fama plurietnica e antirazzista si sono rivelati assai più freddi: è il caso della Francia, i cui giocatori hanno scelto di non inginocchiarsi nella partita d’esordio contro la Germania. L’Italia, dal canto suo, ha manifestato il suo atavico cerchiobottismo. Dopo che nella partita con il Galles, forse colti alla sprovvista, si erano inginocchiati, a fronte della totalità dei gallesi, solo cinque italiani (di cui due, peraltro, di origine brasiliana) ed erano divampate le proverbiali “polemiche social” contro i calciatori ignoranti e razzisti e lo stesso Enrico Letta si era speso per l’inginocchiamento di massa, lo spogliatoio azzurro s’era riunito in assemblea ed aveva deliberato per il “ni” (oppure, se preferite, per il “forse” o per il “dipende”) rispetto alla cruciale questione. All’atto pratico, contro gli austriaci son rimasti tutti in piedi, contro i belgi si son tutti genuflessi. Questa la dichiarazione rilasciata in proposito dal capitano Giorgio Chiellini: “Se e quando ricapiterà una richiesta di altre squadre ci inginocchieremo per sentimento di solidarietà e di sensibilità verso le altre nazionali e cercheremo di combattere il nazismo in altro modo“. Insomma, si fa come fanno gli altri e si cerca di combattere il nazismo: italiani brava gente. Le nazionali dell’Europa Orientale son rimaste invece tutte in piedi. Presentate come espressione di biechi regimi larvatamente razzisti, è stato più volte sottolineato il fatto che non schierassero (Ungheria a parte) alcun giocatore di colore. La civiltà da una parte, con il suo policromatismo postcoloniale; la barbarie dall’altro con la sua uniformità etnico-cromatica; in mezzo al guado, l’Italia dei terroncelli, senza manco un Balotelli, che proprio non vuole diventare grande.
Prima della partita Germania-Ungheria del 23 giugno, un’altra nobile causa si è affacciata sul palcoscenico degli europei di calcio. A Monaco di Baviera, sede dell’incontro, il comune aveva deliberato di tingere (virtualmente) lo stadio dei colori dell’arcobaleno in segno di solidarietà verso la comunità LGBTQ ungherese vessata dalle leggi “omotransfobiche” di Orban. L’UEFA, organizzatrice del torneo, ha vietato l’iniziativa e l’amministrazione comunale ha deciso di arcobalenare tutta la città, supportata dal solito coro della stampa e della televisione. Per la cronaca, i rozzi magiari, ospiti sgraditi alla festa del Pensiero Unico e chiaramente sfavoriti sul piano tecnico, hanno messo sotto i tedeschi fino all’ottantaquattresimo minuto. A quel punto il centrocampista Leon Goretzka ha trovato il gol del 2-2 ed ha festeggiato giungendo le mani a forma di cuore per omaggiare l’Amore Universale LGBTQ, mentre nell’arena bavarese sventolavano migliaia di bandiere arcobaleno (distribuite dalla pervicace amministrazione comunale). Questo per dire che l’Amore, alla fine, vince Sempre (o almeno pareggia).
W l’Italia (l’Italia che resilie)
Dopo la vittoriosa semifinale contro la Spagna, la retorica militaresco-tardorisorgimentale che accompagna tali accadimenti ha raggiunto i suoi vertici. Gli Azzurri hanno infatti vinto “soffendo”, esibendo il classico catenaccio col contropiede in canna, dopo aver mostrato nelle precedenti partite un calcio offensivo e arrembante, sostanzialmente estraneo alla tradizione pedatoria nazionale. I professionisti dell’informazione hanno subito colto al balzo la palla lanciatagli dal buon Bonucci (quello che “abbiamo mostrato la resilienza che ci contraddistingue come italiani“) e hanno preso a celebrare “l’Italia resiliente di Draghi”, quella che non si arrende alle avversità e via ricamando. Sulle piazze piene di giovinastri alticci, invece, si è preferito glissare: pure quelli, tutto sommato, sono assembramenti “buoni”, o quantomeno innocui. Si tratta del medesimo copione andato in scena per altre piazzate calcistiche: la celebrazione dello scudetto dell’Inter, le feste per la promozione in Serie A di Salernitana e Venezia, l’oceanica commemorazione di Maradona che si tenne a Napoli. Trattandosi di “assembramenti” privi di qualsivoglia spessore politico, il Sistema chiude volentieri qualcuno dei suoi mille occhi mediatici o polizieschi. Avendo covato nel loro seno una minoranza di covidisti ortodossi, però, dopo l’inevitabile “bufera social” lorsignori hanno dovuto dare qualche spiegazione a quanti abbaiavano alla luna sulla mancanza di mascherine e distanziamenti. Ed ecco dunque un Sileri che parla di ripristino dell’obbligo mascherinale, un Sala che annuncia controlli vigileschi, un Galli che minaccia ancora confinamenti, un Bassetti che rivela un’amara verità: la vera finale non sarà contro l’Inghilterra, ma contro la “variante delta”. La tensione, tuttavia, va scemando, il “nervosismo” per le varianti si avverte solo in televisione, la campagna vaccinale langue. In attesa di trovate migliori, esce dal cilindro un bell’allarme covid a Coverciano, con positività di tre giornalisti RAI, fra i quali Alberto Rimedio, il telecronista della nazionale.
In un altro articolo, ponevo un interrogativo socio-calcistico: gli italiani avrebbero mangiato la foglia dopo le feste di piazza per la nazionale di calcio? L’avrebbero visto, il re nudo?
Una possibile risposta è nel finale de In nome del popolo italiano, film del ’71 di Dino Risi, con Ugo Tognazzi e Vittorio Gassman nei panni rispettivamente di un giudice integerrimo e di un cinico arrivista incriminato per la morte di una ragazza. Dopo alterne vicende, il giudice giunge in possesso di un documento che lo conduce alla Verità sul caso di cui si stava occupando. Combattuto sul da farsi, si trova a maturare le proprie riflessioni mentre prendono piede i barbari festeggiamenti (viene pure data alle fiamme un’auto con targa britannica) per una vittoria della nazionale che, nella finzione filmica, avviene proprio contro l’Inghilterra.”Amo vinto! Amo battuto l’Inghiltera!” urla un energumeno a torso nudo prima di lanciarsi dal balcone e rotolarsi sull’asfalto abbracciando un altro coattone.
L’informazione indipendente è stata caustica sugli assembramenti calcistici. Un popolo che si mobilita per il calcio con una tale veemenza mentre gli vengono sottratti, senza colpo ferire, i più elementari diritti è un popolo che merita di essere inghiottito dai buchi neri della storia. Inoltre, il regime ha già messo le mani avanti: questa sarà la sua vittoria e già si sprecano i parallelismi fra l’11 luglio di quarant’anni fa con Pertini al Bernabeu e l’11 luglio di quest’anno con Mattarella a Wembley. Eppure, davanti ad una catartica, ignorante, strafottente, italianissima festa di popolo, il giocattolo potrebbe sfuggirgli dalle mani. Ci si aggrappa a tutto, in nome del popolo italiano.
FONTE: https://comedonchisciotte.org/in-nome-del-popolo-italiano/
CONFLITTI GEOPOLITICI
Il Giappone deve difendere Taiwan dalla Cina
Il vice primo ministro del Giappone, Taro Aso, in un dibattito alla Camera Alta del 5 luglio 2021 ha affermato: «Se accadesse un incidente rilevante [contro Taiwan], si potrebbe dire che è collegato a una situazione che minaccia la sopravvivenza [del Giappone]. In tale caso, Giappone e Stati Uniti dovrebbero difendere insieme Taiwan».
La legge di modifica della Costituzione del 2015 autorizza il Giappone a ricorrere alle armi solo se la sopravvivenza del Paese è minacciata.
La Repubblica Popolare di Cina ha immediatamente reagito, accusando Tokyo d’ingerenza nei propri affari interni. Il mese scorso, quando il G7 aveva menzionato il proprio sostegno militare a Taiwan, la Cina aveva reagito inviando 28 aerei da caccia a sorvolare l’isola.
Washington si è astenuto dal fare commenti, considerando che la reintegrazione di Taiwan nella Cina metterebbe fine alla guerra civile iniziata all’inizio del XX secolo.
Secondo il Financial Times, la settimana scorsa le forze armate statunitensi e giapponesi hanno svolto un’esercitazione congiunta, simulando un intervento in soccorso di Taiwan. Sarebbe stata organizzata nell’ambito di un piano del Pentagono messo a punto nel 2020, ossia durante il mandato di Donald Trump.
FONTE: https://www.voltairenet.org/article213641.html
CYBERWAR SPIONAGGIO INFORMAZIONE DISINFORMAZIONE
Il discorso di Salmaso a Padova, bloccato dalla DIGOS
da r2020.info
Domande scomode di Leopoldo Salmaso (medico specialista in Malattie Infettive e in Sanità Pubblica, con 8 anni di esperienza in Tanzania nel controllo di epidemie VERE e nella gestione delle campagne vaccinali per il Governo del Paese), agli esperti Giorgio Palù, Antonella Viola, Walter Ricciardi, Andrea Crisanti ed altri… sui dogmi da essi ripetuti in un opuscolo distribuito dal Comune di Padova. Riportiamo il video dell’intervento del Dottor Salmaso registrato dopo l’interruzione da parte della DIGOS della manifestazione di domenica 27 giugno, a Padova. Di seguito anche la lettera inviata dallo stesso al sindaco della città, Sergio Giordani.
Egregio Signor Sindaco,
ho diligentemente studiato l’opuscolo “Vaccino Covid-19, domande e risposte” che viene distribuito in città a cura del Comune.
Parafrasando la Sua presentazione, si dovrebbe ri-scrivere: “Anche i quesiti più semplici meritano una risposta ONESTA”. Lei scrive “autorevole” ma in realtà è “autoritaria” e “dogmatica”, eppure la nostra università, di cui ci apprestiamo a celebrare 800 anni di storia gloriosa per Padova e per il mondo intero, fu fondata da studiosi transfughi da Bologna proprio in opposizione al “principio di autorità” cui i preti bolognesi pretendevano sottomettere la nascitura “Patavina Libertas”.
Nel Suo opuscolo alcuni concittadini divenuti “famosi” per affollare, dietro lauti ingaggi, gli schermi e le pagine dei media mainstream sostenuti con le tasse di tutti, ripetono il pensiero unico imperante facendo uso di falsità e di tautologie, senza un minimo di contraddittorio (e anche senza riguardo per le regole di interpunzione). E Lei spaccia tutto ciò per “scienza”, ripetendolo cinque volte in mezza paginetta.
Sono concittadino anch’io. Sono medico, specialista in Malattie Infettive e in Sanità Pubblica; ho esercitato nel nostro complesso Ospedale-Università per 35 anni gestendo anche la componente vaccinale (vaccini veri) e insegnando presso la nostra scuola di specializzazione di Igiene e Medicina Preventiva oltre che nel circuito europeo TropEd, nei ranghi di “Medici con l’Africa CUAMM”. Quattro primari di Malattie Infettive del Veneto sono miei ex-allievi e collaboratori. Sono l’italiano con la massima responsabilità nel Piano Vaccinale Nazionale della Tanzania, con la qualifica di Esperto del Ministero Affari Esteri.
Insomma, io non sono certo un NO-VAX-A-PRESCINDERE. Mi ritengo un modesto “artigiano della scienza” perché pratico costantemente l’esercizio del dubbio.
Dubbi, obiezioni scientificamente fondate, io ed altri cittadini gradiremo esporre a Lei e agli estensori di detto opuscolo in un dibattito pubblico che si terrà a Padova, in Prato della Valle, domenica 27/06/2021 dalle 17 alle 19.
Distinti saluti
Leopoldo Salmaso
r2020.info
FONTE: https://r2020.info/2021/06/30/il-discorso-di-salmaso-bloccato-dalla-digos/#
Scelto e pubblicato da Valentina Bennati – ComeDonChisciotte.org
FONTE: https://comedonchisciotte.org/il-discorso-di-salmaso-a-padova-bloccato-dalla-digos/
La nuova Strategia per la Sicurezza Nazionale russa
Il 2 luglio 2021 il Cremlino ha pubblicato la nuova Strategia per la Sicurezza Nazionale (scaricabile a fondo pagina), aggiornata per la prima volta dopo sei anni.
Nel documento il Cremlino esamina tutte le possibili minacce, soprattutto quelle che provengono da Stati Uniti e loro alleati, e definisce per ognuna le risposte adeguate.
Nella Strategia per la Sicurezza Nazionale sono per la prima volta contemplati attacchi ai «valori spirituali, morali, culturali e storici tradizionali della Russia» perpetrati da Stati, ONG e gruppi terroristici. Il documento afferma che attacchi di questo tipo «hanno un impatto sull’informazione, nonché di tipo psicologico sulla coscienza individuale, collettiva e pubblica, perché diffondono atteggiamenti sociali e morali che contraddicono le tradizioni, i convincimenti e le credenze dei popoli della Federazione di Russia».
Strategia per la Sicurezza Nazionale russa (2021)
(PDF – 4.1 Mb
FONTE: https://www.voltairenet.org/article213615.html
“Se non vaccini tuo figlio sei una squilibrata”
Vi racconto cosa è successo oggi… …non so davvero dove andremo a finire.
VIDEO QUI: https://www.facebook.com/watch/?v=408439117126180
FONTE: https://www.facebook.com/watch/?v=408439117126180
Ok, lo so che i medici in Italia sono obbligati a sottoporsi alla terapia genica, ma anche che in questo paese c’è uno strano modo di intendere e condurre la legalità, diciamo un modo più “elastico” rispetto altri paesi.
Dall’alto c’è un ordine preciso che impone a tutti i paesi di evitare l’obbligo formale a sottoporsi alla terapia genica. Per ciò i governi di tutto il Mondo si stanno sperticando in obblighi informali, con trovate più o meno riuscite tra il patetico, il grottesco e il geniale.
Ma sull’obbligo che invece impera nel nostro paese per volontà del drago va spesa qualche parolina in più. Diciamo che da noi eludere l’obbligo può richiedere un ricorso (una battaglia legale) che rimane la via aperta comunque per chi se lo può permettere. Per ciò la battaglia è da condurre in termini dialettici in “scienza e coscienza” più che fisici. Il motivo è che da sempre l’Italia non detiene ricchezze abbondanti che non siano nella sua cultura che è prima di tutto nella forma ben riconoscibile, unica nel globo dato che riprende proprio quella di uno stivale, nei dettagli persino. Un caso? Non credo, esotericamente parlando, comunque non è un caso se rimaniamo il centro della “sapienza“, una vera e propria bussola per tutti, un riferimento in senso più atavico e per quest’epoca, un epoca che sta per concludersi. Lo rimarremo finché non si concretizzerà un nuovo ciclo che si chiuderà con la scomparsa della chiesa cattolica per come la conosciamo adesso, una chiesa che ha fondato il suo successo sul senso di colpa e sul giudizio che occorre a fomentarlo.
Non credo manchi molto ma comunque queste cose contano attimi in termini di secoli, quindi “non molto” (nonostante gli ultimi eventi) non è detto che sia entro questa vita per noi.
Ma dicevo di questo ordine che è diramato da quella entità oscura, in altri miei post indicata come “il tavolo“, tra il terreno e l’ultraterreno che sembra un controsenso: cosa gli vieta di obbligare tutti precludendo ogni alternativa? Il potere non gli manca e nemmeno i mezzi.
Ecco, il motivo è anche sottile e non è facile da individuare, meno ancora (una volta individuato) è facile portarlo alla luce del sole e metterlo in mostra. Ai vampiri non piace il sole e tendono a reagire “squagliando” come neve quando esposti alla sua luce, più o meno come fa un reperto antico in una tomba appena aperta per via dell’aria nuova che entra.
Il pensiero oscuro si comporta esattamente allo stesso modo. Squaglia se esposto alla luce della nostra consapevolezza e della nostra coscienza. Per ciò vederlo è come acchiappare le mosche: dato che sono rapide, ci vuole prontezza. Magari spendente un poco di tempo in più e rileggete il passaggio finché non riuscite ad “acchiappare” il significato.
Se obbligo qualcuno a fare qualcosa, egli non è portato ad averne implicita responsabilità. Questo non mi impedisce di obbligare, ma solo dopo e in via esclusiva, come fosse un premio, un merito speciale e non come una condanna. Si fa così mandando al macello in guerra i più giovani e forti, quindi di sicuro funziona, poi possiamo discutere se sia o meno “morale” (qualsiasi cosa sta parola voglia dire per voi) e anche se l’obbligo per la leva devo metterlo, se ho dichiarato una guerra, il principio (emotivo) rimane. Però in caso di obbligo le cose possono debordare e la guerra farsi globale, devo quindi inventarmi i carabinieri, la benemerita nata con il demerito di servire il tavolo sparando a chi dal fronte scappava per disertare un obbligo che non stava nella testa di nessuno, anche se dopo Cadorna (esautorato ma non per la lucidità con cui vedeva l’evidenza di un esercito che poco stava si suoi comandi) i caduti vennero celebrati come eroi. Ecco, qui non ci sono “carabinieri” che tengano, perché il passaggio di accettare la cura non è una semplice necessità di ordine pubblico, come ci viene fatto credere.
Noi dobbiamo accettarla nel più profondo, dobbiamo saperla buona e giusta, dobbiamo crederci e dobbiamo anche condividere tutto questo come una fede con il nostro prossimo. Perché se no non viene instaurato un legame di fede con la nuova struttura di comando “religiosa” più “virtuale“.
Nel paradosso dei principi che regolano le emozioni, tutto questo si può ottenere solo in un modo: se sei tu a deciderlo. Non c’è un altro modo, non esiste MK-Ultra che tenga, nemmeno se venissi assimilato dai Borg. Non esiste e basta. Perché se sopprimi l’emozione recidi “il legame” (intercidi) e questo non è tollerabile per il tavolo come e peggio di una eresia divina. L’obbligo intercide e il tavolo si nutre dello stress con cui viene tirato e compresso il legame, la fede, come per la spugna l’acqua o come quando si spreme un limone. L’emozione è il mezzo per ottenere quello che occorre, è “la spugna” fisica da tenere bene stretta e intercidere quella stretta è per l’oscurità intollerabile. Per ciò la cibernetica che illude il mezz’uomo di poter prendere le distanze dall’emozione, pur di non doverla affrontare, alla lunga costringerà tutti a prendere in considerazione proprio la dimensione emotiva come imprescindibile. Ma ci vorrà tempo, molto tempo, prima di realizzare la ca%%ata transumanista per consumarla alla radice di significato.
Infine, come ho detto tante volte, c’è da aggiungere una noticina basilare: non esiste il libero arbitrio e quello che dicidi non riguarda la natura di ciò che accade, ma il significato che gli darai.
FONTE: https://comedonchisciotte.org/forum/opinioni/il-paradosso-di-un-ordine-dallalto-niente-obblighi-medico-sanitari/
DIRITTI UMANI
Crisanti torna alla carica: “Chi non si vaccina dovrà pagarsi le cure da solo”
Andrea Crisanti, uno dei virologi più onnipresenti sui nostri schermi dall’inizio della pandemia, trasformato in una vera e propria star della televisione, ha infatti incarato la dose durante l’ultima puntata del programma In Onda, su La7. Ribadendo, innanzitutto, la sua linea già esplicitata nei giorni scorsi: “Non ti vaccini? Molto bene, se ti ammali paghi tutto”.
FONTE: https://www.ilparagone.it/attualita/crisanti-torna-alla-carica-chi-non-si-vaccina-dovra-pagarsi-le-cure-da-solo/?instagram
STRATEGIE NAZISTE. LUGLIO ’21
13 07 2021
VIDEO: https://youtu.be/Ukl_hRYWglk
FONTE: https://l.facebook.com/l.php?u=https%3A%2F%2Fwww.youtube.com%2Fwatch%3Fapp%3Ddesktop%26v%3DUkl_hRYWglk%26feature%3Dshare%26fbclid%3DIwAR300UT2nVGnG2DqGV7MUsuXHFwGtNVEHFrqqZ9QU28feh_YSvypzk6vlL4&h=AT2Wpa8rVdoCA1FEM72QSNdur5FSKtQJGr86ieL0xzHBOI_cTaxN4gjzm_aIrh6eLAlEEEx2aF1qBV4WohVzeb3rhgprCupfFcCD8bEvyXaiHFXpujOPYJaSvxU4Q-b80Q&__tn__=R]-R&c[0]=AT2xqEsIy-e1hoav8q8WdoBhuq-z_jwMwNGYodoLTcF__vIzzbj-uwKqNvHJl_VwBSe6iGYIJ2rOzuBFnLgWYusZAarziCunwUmkpVS7Uc8caHLILYJEB0CVVAbaR2sxIQfUAlUarUPmV8xzta4-8GJB
In Canada l’eutanasia serve a “curare” la solitudine
Nel 2020 7.595 persone si sono fatte uccidere con l’iniezione letale. Uno su cinque non aveva problemi con il dolore derivante dalla malattia, ma con «solitudine e isolamento»
I casi di eutanasia in Canada sono aumentati del 17 per cento nel 2020: 7.595 persone hanno ricevuto l’iniezione letale portando i decessi dovuti alla “buona morte” al 2,5 per cento del totale. Il portavoce del ministro della Salute, Abby Hoffman, ha osservato compiaciuto che si riscontra «una maggiore consapevolezza e una maggiore accettazione da parte dei canadesi del Maid (Medical Assistance in Dying) come opzione di fine vita». Ma analizzando il rapporto annuale del governo, c’è poco da stare allegri.
Eutanasia rimedio alla solitudine
Se il 69,1% dei canadesi morti con l’eutanasia, 5.248 pazienti, l’hanno chiesto e ottenuta a causa di un cancro (pur in assenza di una valutazione di un oncologo sul decorso della malattia), solo il 57,4% ha citato come motivazione «l’incapacità di gestire il dolore». Se quasi tutti, più dell’80%, hanno parlato della sopraggiunta «incapacità di svolgere attività significative», ben il 35,9% ha spiegato di «sentirsi un peso per la famiglia, gli amici o i sanitari», mentre il 18,6% ha parlato di «isolamento e solitudine». La perdita dell’autonomia ha portato appena all’1,9% di tutti i casi.
Inoltre, il 15% dei pazienti ha richiesto cure palliative e non le ha ricevute, mentre il 3,8% ha richiesto un sostegno alla disabilità senza ricevere alcun aiuto. Ben 59 persone non sono state consultate direttamente prima di ricevere l’iniezione letale e nel rapporto non viene fornita alcuna spiegazione su questa gravissima mancanza.
Per il Canada è tutto normale?
Che quasi un canadese su cinque che ha avuto accesso all’eutanasia l’abbia richiesta perché si sentiva solo dovrebbe far suonare un campanello in allarme in Canada. L’eutanasia serve forse a “curare” la solitudine eliminando la persona sola? Dal governo canadese nessuna risposta, solo un sinistro compiacimento.
Foto di Alberto Biscalchi
FONTE: https://www.tempi.it/in-canada-eutanasia-serve-a-curare-la-solitudine/
ECONOMIA
Chi ci impoverisce?
Pochi giorni fa l’ISTAT ha pubblicato l’ultimo aggiornamento sui numeri relativi alla povertà assoluta in Italia. Si tratta di una statistica – tanto triste quanto interessante – che viene elaborata a partire dal 2005 e che tiene conto del potere di acquisto delle famiglie italiane. Al di sotto di una determinata capacità di acquisto, tarata su un paniere che include generi di prima necessità (cibo, indumenti, affitto della casa, spese sanitarie, trasporti, bollette per le utenze), e tenendo conto dei prezzi medi delle diverse zone geografiche e dei carichi familiari, la condizione di un individuo e/o di un nucleo familiare viene qualificata come ‘di povertà assoluta’. Per l’ennesimo anno, abbiamo a che fare con numeri impietosi. Ad oggi, in Italia ci sono 5,6 milioni di persone in povertà assoluta. Dal 2006 al 2020, il numero di famiglie italiane che si trovano al di sotto di questa soglia è passato da 789 mila ad oltre 2 milioni. Stiamo parlando di una tendenza allarmante anche alla luce dell’apprezzabile progresso tecnologico avvenuto negli ultimi anni: combinato ad una sostanziale stagnazione della popolazione, ciò avrebbe dovuto provocare un risultato opposto, assicurando un miglioramento degli standard di vita per tutti. La lezione che ne traiamo, quindi, è che pochi privilegiati si sono appropriati dei benefici derivanti dagli avanzamenti della tecnologia, mentre la maggior parte della popolazione non ha raccolto neanche le briciole di questo progresso.
Migliaia di famiglie italiane in condizione di povertà assoluta. Fonte: nostra rielaborazione su dati ISTAT.
Nell’ultimo anno, complici gli effetti devastanti della pandemia sui redditi e sull’occupazione, assistiamo infine ad un vero e proprio balzo della povertà assoluta, con un incremento di quasi 400 mila famiglie in condizioni di indigenza. Si tratta di un dato che marca un’involuzione storica enorme e allarmante. Eppure, i toni usati dalla stampa padronale per riportare la notizia sono piuttosto distaccati ed asettici, puntando il dito sugli effetti negativi della crisi da Covid e sulle penose conseguenze dovute alla duplice crisi del 2008 e del 2020-21. L’aumento vertiginoso della povertà in 15 anni viene dipinto come un effetto quasi inevitabile della crisi economica, e quest’ultima come un accidente imponderabile delle vicende sociali. D’altro canto, questo deliberato fatalismo nella lettura dei fenomeni economici non è affatto nuovo. Il ritornello imperante da una trentina d’anni a questa parte che ha fatto da sinfonia di sfondo ad ogni dibattito pubblico sulle più gravi piaghe della nostra società è sempre stato il medesimo: disoccupazione, povertà e disuguaglianza sono dati di fatto che andrebbero assunti come elementi strutturali del funzionamento dell’economia in quanto tale. L’obiettivo è quello di occultare i macroscopici disastri sociali del capitalismo riducendoli a circostanze imponderabili da accettare, ad un prezzo da pagare per avere in cambio un generico progresso economico e tecnologico. Volete cellulari di ultima generazione, voli low cost, vestiti a buon mercato e cibo economico di una filiera agricola basata su salari da fame? Ed allora non vi lamentate del 20% di disoccupazione, dei salari indecenti, del miliardo di persone al mondo che vive in condizioni di povertà estrema e della spaventosa e crescente disuguaglianza planetaria.
Sembra questa la favola consolatoria che ci viene raccontata per assuefarci alla presenza – data ormai per scontata – della povertà e della disoccupazione. Si può fornire al limite qualche lenitivo, qualche correttivo, ma la logica di fondo di un sistema che genera quei mali non può essere messa mai seriamente in discussione.
Questa favola maligna è però un’impostura ideologica che va smontata pezzo per pezzo. Come i dati dimostrano con evidenza, la povertà non è scoppiata all’improvviso con la crisi da Covid, ma mostra un’inquietante crescita sostenuta da più di dieci anni. La crisi economica globale del 2008 ha senza dubbio impresso una prima accelerazione ma è negli anni successivi, in particolare dopo il 2012, che l’aumento diventa ancora più intenso, con un picco nel 2013 e poi di nuovo un aumento che prosegue indisturbato dal 2014 al 2018.Occorre allora precisare due cose.
In primo luogo, che le crisi non sono eventi imponderabili, ma il prodotto di dinamiche macroeconomiche facilmente prevedibili che affondano le proprie radici nel liberismo economico, nella deregolamentazione dei mercati e nella distribuzione diseguale delle risorse, circostanze che stanno alla base delle oscillazioni e dei cali della domanda aggregata di beni e servizi e quindi della produzione e dell’occupazione. In secondo luogo, in stretta connessione con quanto appena affermato, oltre alla crisi in sé nella sua genesi è la gestione politica della crisi stessa così come delle fasi successive a determinare la capacità di ripresa dell’economia e soprattutto la distribuzione del reddito, i tassi di disoccupazione e, quindi, la diffusione o meno della povertà.
Come noto, la risposta alla crisi economia del 2008-2009 in Europa è stata una fase brutale di politiche di austerità che hanno raggiunto il loro apice nel biennio 2012-2013 e sono poi proseguite sino alla nuova crisi pandemica. Le politiche di austerità, basate su tagli alla spesa sociale, in un contesto perdurante di precariato sul mercato del lavoro, hanno determinato una ripresa economica stentata o inesistente, e un netto peggioramento non soltanto delle disuguaglianze in termini relativi, ma anche dello stato economico assoluto delle fasce più fragili della popolazione al punto tale da portare ad un aumento del 150% del numero di famiglie povere dal 2006 al 2020 e, analizzando il dato nella fase pre-Covid, del 130% dal 2006 al 2018 in soli 12 anni. Attribuire quindi il vertiginoso aumento della povertà al semplice combinato delle due crisi del 2008 e del 2020 è una chiara operazione ingannevole che serve solo a coprire la responsabilità di chi tiene le redini della politica economica. I genitori legittimi dell’aumento della povertà sono invece sempre loro, il liberismo economico e l’austerità di bilancio, due dei cardini del processo di integrazione europea, gli stessi imputati responsabili di quella stagnazione che attanaglia il nostro sistema produttivo da ben prima del 2008.
Quegli stessi imputati che, malgrado le disastrose conseguenze economiche della pandemia, continuano ad essere oggi protagonisti della gestione delle politiche economiche nonostante gli improbabili racconti di una stagione – inesistente – di nuovo interventismo pubblico a suon di spiccioli europei.
La povertà, in tempi di straordinario progresso tecnologico, non è di certo una piaga naturale ineluttabile. Invertire la tendenza alla pauperizzazione del nostro tessuto sociale è senza dubbio possibile, ma lo è soltanto invertendo drasticamente la rotta delle politiche economiche abbandonando le ricette disastrose che ci hanno portato sin dove siamo oggi.
FONTE: https://coniarerivolta.org/2021/06/23/chi-ci-impoverisce/
La sanità gestita dagli economisti del PNRR. Servono nuove “idee guida”
Si sono radunati 16 economisti provenienti dalle più prestigiose facoltà italiane, tra cui la Bocconi, per elaborare proposte per l’attuazione del PNRR in sanità
La gestione aziendalista della vita è ormai il pilota automatico che, se non fermato, farà schiantare un’ intera umanità. Con estrema inerzia, lasciamo fare tutto ai tecnici, a “quelli che ne capiscono”; affidiamo a scienziati, economisti, ed ai loro calcoli, previsioni, “consulenze” e linee guida, il controllo del nostro presente. Anche la salute è in mano agli economisti: si sono radunati in 16 provenienti dalle più prestigiose facoltà italiane, tra cui la Bocconi, per elaborare proposte per l’attuazione del PNRR in sanità.
“Il PNRR è un documento di alta visione e di allocazione di importanti risorse di investimento per il SSN che devono garantire valore entro 5 anni, per ottenere l’effettivo riconoscimento finanziario da parte della EU e giustificare l’aumento del debito per le generazioni future.” Già dall’introduzione si coglie il totale asservimento alla cultura finanzcapitalista, per sottolineare come “non esiste altro Dio all’infuori di me”. Dopo i mesi più intensi della pseudopandemia, quando il mostro dell’UE aveva fatto credere di allentare le misure di austerità, il documento ora è volto a ristabilire il primato del rigore, della disciplina, della visione aziendalista, riduzionista, materialista del concetto di salute. Le proposte di questi individui sono permeate dal solito linguaggio avariato, necrotico, terminale poichè sono gli stessi che si erano impegnati a de-finanziare il SSN, sempre per ottenere il benestare dell’UE. In questo documento essi avanzano proposte su un tema cruciale come quello della divisione del lavoro in sanità; proposte molto poco meditate e quindi pericolose che se applicate potrebbero recare danno prima di ogni altra cosa ai cittadini, ai pazienti ed ai loro diritti. Per tenere i conti in ordine, infatti questi soggetti propongono il c.d. “skill mix” cioè una serie di competenze che saranno trasferite da professionisti più costosi (i medici) a professionisti meno costosi (gli infermieri) e, ancora, dagli infermieri agli oss. Queste proposte, vendute come occasione di valorizzazione e riconoscimento per i professionisti sanitari, muovono in realtà, da un assunto ideologico inaccettabile quello che, secondo una certa razionalità aziendale, in sanità, si dovrebbe preferire la competitività tra professioni alla loro cooperazione.
Professionisti sanitari e cittadini non lasciamo agli economisti la gestione della nostra salute! E’ come chiedere ad un elettrauto di prepararvi la vostra torta di compleanno. Loro continuano poichè hanno ben chiara l’idea di uomo disumanizzato da perseguire da cui proviene un idea di salute riduzionista, materialista e anacronistica, da cui discendono proposte altrettanto mortifere.
Noi, dalla nostra parte, per la rivoluzione che ci attende, non basta contestare nel merito quelle ripugnanti proposte, ma è necessario contrapporre un nuovo linguaggio che dia vita ad una nuova idea di uomo; dalle grinfie del potere ci libereremo se cambiamo campo di linguaggio, se parliamo di nuova umanizzazione da opporre al loro progetto di disumanizzazione, di nuova idea di uomo e di salute. Un linguaggio in cui le logiche del neoliberismo non possono attecchire perchè incompatibili. Un esempio? Per loro la malattia è concepita ancora come disfunzione d’organo da aggiustare per mezzo di un “tecnico” addestrato ad applicare linee guida imposte dall’alto, per noi la malattia è una crisi esistenziale che necessita di un professionista preparato a prendersi carico della complessità e della singolarità che quel rapporto di cura richiede, applicando il ragionamento critico, motore della scienza.
Così come loro hanno le “linee guida” che determinano un applicazione pratica sottesa ad un pensiero scientifico, noi dobbiamo dotarci di “idee guida” che devono essere seguite da un’azione sottesa ad un ideale di uomo nuovo. Le idee guida devono convocare e unire le persone a livello intimo e profondo, devono toccarci nel profondo del cuore, per “commuoverci”, non nel senso di piangere, ma di muoverci insieme verso qualcosa che ci appassiona, che ci entusiasma perché ci tocca, tocca alla nostra generazione costruire un nuovo modo di essere uomo.
Da queste “ideee guida” di uomo che generano a loro volta una nuova idea di lavoro, di economia, di società e di salute, può discendere un progetto politico/culturale rivoluzionario collettivo che restituisca in toto il primato alla Costituzione, e quindi la sovranità politica, economica e monetaria all’Italia.
Quindi per ricontestualizzare l’art. 32 della Costituzione, diversamente dalle proposte dei tecnici, è necessario:
1. Bloccare i processi di dissoluzione della sanità pubblica, fermando le derive privatistiche del welfare aziendale, delle mutue sostitutive, del privato convenzionato, dell’intramoenia, delle agevolazioni fiscali ai sistemi privati;
2. Ridare allo Stato il pieno controllo esclusivo della Salute, abrogando la modifica del titolo V;
3. Dare risposte efficaci alle grandi questioni culturali come la questione medica e la questione infermieristica per risolvere la crescente regressione e l’eccessiva invarianza dei servizi.
Per concludere, i problemi che abbiamo di fronte non ammettono bacchette magiche e scorciatoie, ma richiedono niente meno che un’autentica e divertente rivoluzione semantico-politico-culturale. In tal senso, essi impongono una riflessione e una pianificazione sul lungo periodo, due arti purtroppo dimenticate e raramente messe in pratica in questi tempi affrettati, vissuti sotto la tirannia del momento. Ma abbiamo bisogno di recuperare e di riapprendere queste arti. Per farlo, serviranno menti lucide, nervi d’acciaio e molto coraggio. Soprattutto, servirà un’autentica visione globale a lungo termine — e tanta pazienza.
FONTE: https://comedonchisciotte.org/la-sanita-gestita-dagli-economisti-del-pnrr-servono-nuove-idee-guida/
La monetizzazione del debito e la falsa paura di creare inflazione
Come le masse vengono guidate e soggiogate per mezzo della propaganda anche in ambito economico
di Megas Alexandros, ComeDonChisciotte.org
Oggi vi voglio parlare di un’altra frode mentale, che coloro che ci comandano, ci propinano per mezzo dei canali di informazione, da loro controllati. Parlo della monetizzazione del debito pubblico e della conseguente paura di una incontrollata inflazione, che questo provocherebbe nelle nostre economie.
Cominciamo con il dire cosa significa monetizzare il debito. In poche parole la monetizzazione è l’operazione con cui la Banca Centrale crea moneta per acquistare i titoli in mano ai risparmiatori privati.
La paura dell’inflazione nella gente nasce, o meglio viene fatta nascere, ogniqualvolta appare nelle nostre menti la fatidica frase “stampare la moneta”. “Apriti cielo!!!!”… è allora che partono all’attacco tutti gli “strilloni” mondiali e locali (alla Marattin ed alla De Romanis, per intenderci), che immediatamente corrono a resuscitare dalle tenebre i morti per inflazione più famosi della storia: la “Repubblica di Waimer” e lo “Zimbabwe”.
Al “sol sentir” pronunciare la parola “inflazione”, ghiaccio gelato sale nelle vene di coloro che per mezzo dei loro lauti risparmi, godono di tutte le loro certezze, brividi da “febbre a quaranta” pervadono i corpi di coloro che tengono stretto il proprio lauto stipendio di funzionario pubblico e/o di manager privato e la camicia di forza è pronta per tutti coloro che nel dibattito pubblico ne minimizzano la paura. Insomma l’inflazione viene presentata e percepita nel mondo, come il passo precedente più prossimo al Giudizio Universale..
Con il malato fobico al solo pensiero dell’inflazione, già steso sul lettino dello psicologo, andiamo a livello terapeutico a fare un “esperimento mentale” – citato direttamente nel libro (“The deficit Myth”), scritto dalla professoressa Stephanie Kelton.
L’economista Eric Lonergan, nel 2012 partì da una semplice domanda: “Cosa succederebbe se il Giappone monetizzasse il cento per cento dei buoni del Tesoro giapponesi esistenti?
Dovete sapere che la Banca centrale del Giappone detiene già adesso il 50% del totale del debito pubblico giapponese, quindi ne ha già monetizzato la metà.
Dice la Kelton, riferendosi alla domanda di Lonergan, che questo è un modo elegante per porre la domanda di cosa accadrebbe se la Banca del Giappone ritirasse l’intero debito nazionale.
In che modo?
Semplice…..nella stessa maniera in cui la BOJ ha acquistato i titoli di cui è già in possesso, vale a dire facendo accrediti sui depositi bancari dei soggetti che li vendono.
Trattandosi di un esperimento mentale, Lonergan immagina che la BOJ lo faccia tutto in una volta, come con un tocco di bacchetta magica. “Ipotizziamo che domani mattina la BOJ arrivi sui mercati e acquisti l’intero stock di buoni del Tesoro giapponesi, creando riserve bancarie (moneta), e così facendo cancelli il debito”.
Puff!!!! Il debito è sparito.
Dopodiché Lonergan si chiede: “Cosa accadrebbe all’inflazione, alla crescita e al tasso di cambio?”. A suo avviso, “se ci fosse una monetizzazione del cento per cento dello stock del debito non cambierebbe nulla!”.
Opss!!! “non succederebbe nulla!!!” qualche professore della Bocconi potrebbe stramazzare al suolo colpito da infarto fulminante.
Direttamente dal libro della Kelton, eccone un passaggio:
“CON UN DEBITO PUBBLICO BEN SUPERIORE AL 200 PER CENTO DEL PIL, ALCUNI SPECULATORI DEL MERCATO OBBLIGAZIONARIO PENSAVANO CHE IL GIAPPONE FOSSE IN ROTTA DI COLLISIONE. CREDENDO CHE IL GOVERNO NON POTESSE SOSTENERE LIVELLI DI DEBITO COSI’ ELEVATI, ALCUNI TRADER DI TITOLI SCOMMISERO CONTRO I TITOLI DI STATO GIAPPONESI VENDENDOLI ALLO SCOPERTO. KYLE BASS E’ DIVENTATO FAMOSO PER AVER PERSO INGENTI SOMME DI DENARO CON QUESTE SCOMMESSE, AMPIAMENTE NOTE COME “SFORNA-VEDOVE”
Tutta questa storia sembra dirci qualcosa su George Soros, che ha fatto i miliardi grazie alle valute europee agganciate a tassi di cambio fissi e all’ostinazione delle banche centrali europee nel difenderli, mentre questo tizio di nome Bass li ha persi grazie all’ostinazione della BOJ nel mantenere il cambio fluttuante e nel difendersi dalla speculazione internazionale, ma vabbè, quelli son giapponesi, stanno avanti anni luce, evidentemente!
Ma torniamo al problema che stiamo cercando di risolvere con la nostra terapia, ovvero la paura dell’inflazione in caso di monetizzazione del debito.
Com’è possibile che la BOJ possa produrre 500.000 miliardi di yen dal nulla senza generare devastanti conseguenze inflazionistiche? si chiede la Kelton.
La maggior parte degli economisti è stata formata accettando una qualche versione della teoria quantitativa della moneta (TQM). Gli osservatori più rigorosi di questa teoria, come i seguaci di Milton Friedman, probabilmente inizieranno a strillare “Zimbabwe!”, “Weimar!” o “Venezuela!”.
Questo perché la TQM insegna che “l’inflazione è sempre e comunque un fenomeno monetario”. L’idea di creare magicamente 500.000 miliardi di yen di nuovo denaro sonante per acquistare il debito li porta immediatamente a paventare scenari di iperinflazione. Lonergan, però, che lavora nei mercati finanziari, la sa più lunga. Egli osserva correttamente che sostituire dei titoli di debito con del contante non ha alcun effetto sulla ricchezza netta del settore privato. Invece di detenere buoni del Tesoro giapponesi, adesso gli investitori “detengono lo stesso valore sotto forma di contante”.
Laddove la RICCHEZZA NETTA rimane inalterata, l’acquisto dei titoli giapponesi produrrebbe però un effetto in termini di REDDITO. Questo perché i titoli di Stato sono strumenti che fruttano un interesse mentre il contante no.
Quando la BOJ sostituisce titoli con moneta il settore privato perde tutti gli interessi che avrebbe altrimenti ricevuto. In tal modo, il ritiro del debito porterebbe via anche i redditi da interesse del settore privato. Tenendo questo in mente, Lonergan domanda: “Perché mai il settore delle famiglie giapponesi dovrebbe precipitarsi a comprare roba (cioè a spendere di più e più velocemente, ossia a rischiare di scatenare inflazione) quando il loro reddito da interessi è diminuito, la loro ricchezza è invariata e sono ormai abituati al calo dei prezzi?”.
La risposta breve è che non lo farebbero; ed eventualmente il fatto di trasferire tutto il debito pubblico esistente nel bilancio della Banca centrale tenderebbe a spingere i prezzi verso il basso, non verso l’alto.
“Io ci penserei due volte prima di spogliare tutto il settore privato di tutti i suoi titoli di Stato fruttiferi nello stesso momento. Il governo giapponese sarebbe però sicuramente in grado di farlo, e la stessa cosa vale per gli Stati Uniti.”
Aveto compreso cari Amici!!! la monetizzazione del debito non aggiunge niente al settore privato, nessun soldo in più nelle nostre tasche che possa finire nei consumi. Come del resto ho già spiegato , anche la “cancellazione del debito” proposta da Sassoli avrebbe gli stessi identici effetti…. cioè impatto zero sulle nostre economie.
Allora voi mi chiederete cosa dobbiamo fare? Semplice, in una parola:
“DEFICIT”
Quindi, cari amici pensateci tutte le volte che sentite proporre, da un politico e/o da un economista la cancellazione e/o la monetizzazione del debito, ora siete consapevoli che vi sta prendendo in giro e da oggi sapete anche come rispondergli.
Buona giornata e buona riflessione…
di Megas Alexandros, ComeDonChisciotte.org
FONTE: https://comedonchisciotte.org/la-monetizzazione-del-debito-e-la-falsa-paura-di-creare-inflazione/
FINANZA BANCHE ASSICURAZIONI
The Fourth Branch Of Government Just Exposed Itself
IMMIGRAZIONI
Il governo italiano donerà 2 milioni di euro per la protezione dei migranti in Colombia
La vicepresidente della Colombia, Ramírez, ha assicurato tramite il suo account Twitter che “è tempo di solidarietà
Tweet 14 luglio 2021
Il ministro degli Esteri e vicepresidente della Colombia, Marta Lucía Ramírez, ha annunciato che l’Italia contribuirà con 2,3 milioni di dollari per la protezione dei migranti venezuelani nel Paese. Dopo il dialogo telefonico con il ministro degli Esteri italiano, Luigi di Maio, la vicepresidente della Colombia, Ramírez, ha assicurato tramite il suo account Twitter che “è tempo di solidarietà”. Questi fondi, ha sottolineato, saranno resi disponibili attraverso l’UNHCR. Secondo l’ultimo rapporto dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni si stima che ci siano circa 272 milioni di migranti nel mondo, di cui circa due terzi sono lavoratori. Sebbene il più grande esodo nella regione sia stato compiuto dai venezuelani dopo la crisi che sta attraversando il paese a causa di blocchi economici, problemi di salute pubblica e la dittatura di Nicolás Maduro, il rapporto specifica che il Messico è il paese dell’America Latina dove c’è un numero maggiore di emigranti che compiono viaggi pericolosi per raggiungere il confine con gli Stati Uniti, fuggendo da povertà, violenza, crisi e problemi socio-politici. Nel mondo è superata solo dall’India, dove negli ultimi due anni circa 18 milioni di persone hanno lasciato il Paese.
FONTE: http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Il-governo-italiano-donera-2-milioni-di-euro-per-la-protezione-dei-migranti-in-Colombia-2d42497b-1c0e-48eb-8000-37c09d98e05d.html
Migranti, commissaria Ue lancia l’allarme: “Usano Uber per entrare in Europa”
Martedì, 13 luglio 2021
I migranti passano illegalmente dalla Bielorussia alla Lituania con il car sharing. Ci sarebbero prove di un coinvolgimento delle autorità di Minsk
Migranti, commissaria Ue Johansson: “Entrano illegamente dalla Bielorussia con il sostegno delle autorità locali. Arrivano anche in Uber”
Non tutti i migranti scelgono di affrontare i pericoli del mar Mediterraneo per approdare in Europa. Altri scelgono vie più insolite per varcare i confini dell’Ue. La conferma arriva dalla commissaria agli Affari Interni, Ylva Johansson, che durante un’audizione al Parlamento europeo ha denunciato come i migranti entrino illegamenti nell’Unione passando le frontiere tra Biellorussia e Lituania su Uber. L’immigrazione può creare molti problemi in questa fase della pandemia. L’associazione dei medici di origine straniera infatti lancia l’allarme sul possibile dilagare di nuovi varianti dall’Africa.
Migranti, commissaria Ue Johansson: “Entrano in Lituania passando dalla Bielorussia. Gli ingressi illegali cresciuti di 22 volte dall’inizio dell’anno”
“Ci sono indicazioni che le autorità della Bielorussia stanno facilitando la migrazione illegale” verso la Lituania “probabilmente come ritorsione per le sanzioni” dell’Unione europea “e contro il sostegno della Lituania alla società civile in Bielorussia”, ha affermato la commissaria, che ha spiegato: “In Lituania stiamo assistendo a un aumento di 22 volte negli arrivi di migranti senza documenti dalla Bielorussia”, e “se ne contano già 1.600 in questa prima parte dell’anno”. Una situazione che “deteriora di settimana in settimana”.
Si tratta, ha riferito Johansson, di migranti “in maggioranza di nazionalità irachena, ma ci sono anche molti congolesi e camerunesi”. “I migranti – ha aggiunto Johansson – stanno arrivando con voli commerciali a Minsk partendo da Istanbul e Baghdad”. Poi “passano il confine a piedi per chiedere l’asilo internazionale”. Ci sono stati anche casi “di arrivi con Uber” nelle città lituane più vicine al confine con la Bielorussia.
FONTE: https://www.affaritaliani.it/cronache/migranti-unione-europea-lydia-johansson-uber-749687.html
LAVORO PENSIONI DIRITTI SOCIALI
Confindustria attacca il lavoro, i sindacati confederali applaudono
10 07 2021
Nonostante l’Italia si trovi ancora in una profonda crisi occupazionale, con il numero di lavoratori occupati calato di circa 800 mila unità tra febbraio 2020 e giugno 2021 e con un tasso di disoccupazione aumentato dal 9,5% di fine 2019 al 10,5% di maggio 2021, la scadenza del blocco dei licenziamenti è arrivata. Con il decreto-legge n. 99/2021 il Governo pone fine, a partire dal 1° luglio 2021, al blocco dei licenziamenti individuali per giustificato motivo oggettivo introdotto nel marzo 2020, escludendo dallo stop solo il comparto della moda (ritenuto uno dei settori che più ha subito la crisi per effetto delle misure di contrasto alla pandemia) e la filiera produttiva ad esso collegata come calzature, pelletteria e tessile.
A corredo della misura governativa, martedì 29 giugno Governo, sindacati confederali (CGIL, CISL e UIL) e Confindustria hanno siglato un accordo. Si tratta, in realtà, di una mera presa d’atto di cui non si comprende il valore giuridico e l’effetto vincolante che potrà esercitare, ma che il segretario della CGIL Landini non ha esitato a definire un grande risultato per tutto il Paese. Nell’accordo si afferma testualmente quanto segue: “le parti sociali alla luce della soluzione proposta dal Governo sul superamento del blocco dei licenziamenti, si impegnano a raccomandare l’utilizzo degli ammortizzatori sociali che la legislazione vigente ed il decreto legge in approvazione prevedono in alternativa alla risoluzione dei rapporti di lavoro”. Si conclude, poi, che le parti “auspicano e si impegnano, sulla base di princìpi condivisi, ad una pronta e rapida conclusione della riforma degli ammortizzatori sociali, all’avvio delle politiche attive e dei processi di formazione permanente e continua”.
Vediamo allora in primo luogo brevemente il contenuto del decreto-legge, per poi passare all’accordo tra le parti sociali.
Da un lato, per i settori in cui il blocco dei licenziamenti non è più in vigore, quali ad esempio l’industria e le costruzioni, che si trovano in crisi o che hanno un tavolo di crisi aperto presso il Ministero dello Sviluppo economico, viene prevista la possibilità di utilizzare per 13 settimane, e fino al 31 dicembre 2021, la cassa integrazione straordinaria (CIG) in deroga gratuita (ossia senza contributo addizionale per le imprese), con conseguente divieto di licenziamento per giustificato motivo oggettivo. Dall’altro, per il comparto della moda e della filiera ad esso collegato, il blocco dei licenziamenti sarà ancora in vigore fino al 31 ottobre 2021, con contestuale accesso, per le imprese di quei settori, alla CIG in deroga gratuita. In sostanza, quindi, non solo la misura del Governo sta consentendo alle imprese di ricominciare a licenziare, ma sta inoltre permettendo loro di poter utilizzare in alternativa la CIG gratuita fino all’ultimo spicciolo, limitandosi dunque a posticipare nel tempo quei licenziamenti. È senza dubbio, questa, una misura di chiara e intellegibile impronta padronale, che però, riteniamo, tradisce una visione della politica economica, peraltro non differente da quella propria dei governi che si sono succeduti negli ultimi anni, che tenta di nascondere decisioni politiche sfacciatamente a favore delle imprese sotto la maschera dell’incentivo. Ad esempio, così come gli incentivi agli investimenti vengono giustificati dalla volontà di stimolare le imprese ad ampliare o a ricostituire la capacità produttiva – limitandosi, nel migliore dei casi, a consentire di anticipare decisioni che le imprese avrebbero comunque fatto -, così lo sblocco dei licenziamenti assume la veste di incentivo per le imprese ad utilizzare la CIG gratuita, limitandosi, nel migliore dei casi, a posticipare i licenziamenti. Come abbiamo infatti già avuto modo di sottolineare, i lavoratori in CIG sono dipendenti di imprese le cui esigenze produttive si sono ridotte o azzerate: se la domanda di manodopera da parte delle imprese non aumenta, o comunque non ritorna ai livelli pre-pandemia, le imprese avranno tutto l’interesse a sbarazzarsi di quei lavoratori in CIG tramite la rinnovata possibilità di licenziare, a prescindere dalla possibilità di utilizzare per qualche settimana in più la CIG.
Ora, se in parte non sorprende che una simile visione sia propria dell’attuale compagine governativa, lascia particolarmente di stucco che i sindacati confederali, di fronte alla più grave crisi economica che ha colpito l’Italia dal secondo dopoguerra, abbiano siglato un accordo con il Governo e con Confindustria che di fatto sposa appieno quella visione del sistema economico. Infatti, l’accordo tra le parti sociali da un lato si limita a definire una mera presa d’atto relativa all’impegno da parte delle imprese di utilizzare la CIG rispetto alle risoluzioni dei rapporti di lavoro (con ciò legittimando, di fatto, il contenuto del decreto legge che però, come abbiamo evidenziato in precedenza, si limita a posticipare una potenziale bomba sociale); dall’altro, il riferimento alle politiche attive e ai processi di formazione permanente certifica che anche per i sindacati il problema della disoccupazione e della carenza dei posti di lavoro è una questione che si risolve semplicemente dotando l’individuo di maggiori competenze specifiche, formandolo e orientandolo verso la ricerca di un posto di lavoro. D’altro canto, così recita il mantra di Draghi della distruzione creatrice del mercato, secondo la quale è sufficiente favorire lo spostamento dei lavoratori verso le aziende virtuose, ossia quelle che, pur avendo avuto difficoltà nel corso della crisi pandemica, sono finanziariamente sane e con prospettive di ripresa, dunque pronte ad assorbire lavoratori qualificati e specializzati espulsi dal processo produttivo. In questa direzione stanno andando le pericolose idee di riforma degli ammortizzatori sociali: l’idea malsana alla base di questo modo di ragionare è quella che, se sei disoccupato o inoccupato (ossia non sei formalmente alla ricerca di un lavoro), è sufficiente, per trovare un impiego, che tu segua un percorso di formazione e/o di inserimento mirato nel mercato del lavoro. Se però ciò può verificarsi per un singolo individuo, nell’aggregato, ossia per il complesso dei disoccupati, questa proposizione non trova ragione d’essere se al contempo i livelli complessivi di attività economica, e dunque anche la domanda complessiva di lavoro, non aumentano. In poche parole, l’eccesso di offerta di braccia rispetto alla domanda non è un problema legato alla scarsa qualifica dei lavoratori o alla loro incapacità di cercare un impiego, come da più parti vogliono farci credere, bensì viceversa alla carente domanda di lavoro da parte del complesso delle imprese. Ritenere allora che all’aumento dei licenziamenti si possa far fronte con le politiche attive, vuol dire semplicemente accettare, a parità di altre condizioni, un aumento della disoccupazione, che a sua volta implica minori salari pagati, minori spese per consumi da parte delle famiglie e, dunque, minore domanda di beni e servizi, minore produzione e conseguenti ulteriori licenziamenti.
Si potrebbe comunque obiettare a quanto da noi argomentato che, nonostante lo sblocco dei licenziamenti, non vi saranno molte risoluzioni di rapporti di lavoro poiché comunque le previsioni di crescita del PIL dell’Italia per il 2021, stimata intorno al 5%, e per gli anni successivi fanno sperare per il meglio. Chiaramente non sappiamo se, per effetto della stimata crescita del PIL per l’anno in corso e – speranzosamente – per quelli successivi, la domanda di lavoro aumenterà in modo tale da impedire l’esplosione di una bomba sociale. Tuttavia, anche a parità o a seguito di incrementi della domanda di lavoro, la rinnovata possibilità di licenziare rappresenta una ghiotta occasione per le imprese per riorganizzare la produzione, soprattutto a seguito di una crisi economica, sostituendo lavoratori con un tradizionale contratto a tempo indeterminato con lavoratori con contratti a tempo determinato o con i nuovi contratti ‘a tutele crescenti’; infatti, tra le motivazioni di un licenziamento per giustificato motivo oggettivo rientrano non solo quelle legate alle crisi aziendali, ma anche quelle relative ad un miglioramento dell’efficienza gestionale dell’impresa o ad un aumento della redditività. Sulla base di tali motivazioni, le imprese hanno, ad esempio, l’occasione di sostituire lavoratori più anziani (e più ‘costosi’) con quelli più giovani con minori tutele, data la possibilità di poter non solo assumere a tempo determinato per 12 mesi senza le causali, ma anche di prorogare senza causali lo stesso contratto per altri 12 mesi, per ora fino al 31 dicembre 2021, così come previsto dal Decreto-legge Sostegni.
In conclusione, si pone a seguito dello sblocco dei licenziamenti non solo un potenziale problema di livelli di occupazione, ma anche di composizione dell’occupazione, ossia di quanti impiegati sono assunti con un contratto a termine. Questa composizione, al pari dei livelli, può influenzare il potere contrattuale dei lavoratori e, per questa via, i livelli salariali, in quanto più precari ci sono, meno potere contrattuale essi avranno nei confronti dei datori di lavoro sulla contrattazione e sulle condizioni di lavoro.
La direzione politica del Governo Draghi, ligio esecutore dell’austerità di matrice europea, è ormai limpida. Altrettanto chiara, anche alla luce di questo accordo, diventa la complicità dei sindacati confederali. Le vicende della GKN (422 lavoratori licenziati) e della Gianetti (152 lavoratori licenziati) ci raccontano, plasticamente, che le prime vittime dello sblocco dei licenziamenti stanno già arrivando. Lo ribadiamo: criticare ed attaccare sindacati che rappresentano milioni di lavoratori non è un esercizio piacevole né divertente, ma di fronte a tali scelte diventa una necessità politica. Infatti, non solo questi accordi testimoniano la totale abdicazione ai propri doveri di difesa e tutela dei lavoratori, ma contribuiscono a diffondere scoraggiamento, sfiducia e rassegnazione. Il mondo del lavoro, oltre ad aver vissuto dagli anni ‘90 una spietata fase di arretramento in termini di reddito, diritti e condizioni lavorative, è ora sotto attacco di una crisi economica senza precedenti: provare a invertire queste tendenze è un dovere per chi, non ancora totalmente accecato dalla propaganda del nemico di classe, vuole davvero difendere gli interessi di tutti coloro che non hanno nulla da guadagnare da questo sistema economico.
FONTE: https://coniarerivolta.org/2021/07/10/confindustria-attacca-il-lavoro-i-sindacati-confederali-applaudono/
PANORAMA INTERNAZIONALE
Due tipi di politica estera
La politica estera mira a prevenire conflitti tra confinanti e a incrementare relazioni pacifiche. Un obiettivo che gli Occidentali hanno abbandonato per promuovere interessi collettivi peculiari, a scapito degli altri protagonisti internazionali.
- L’imperatore Alessandro il Grande fu educato dal filosofo Aristotele al rispetto delle culture e della classe dirigente dei Paesi conquistati. Il suo impero, così particolare, mai s’approfittò dei popoli assoggettati.
In ogni secolo le relazioni internazionali sono state segnate da iniziative di personalità d’eccezione, che hanno improntato le relazioni estere del loro Paese a principi comuni.
Alcuni esempi recenti: l’indiano Jawaharlal Nehru, l’egiziano Gamal Abdel Nasser, l’indonesiano Sukarno, il cinese Zhou Enlai, il francese Charles De Gaulle, il venezuelano Hugo Chávez e, ai giorni nostri, il russo Vladimir Putin e il siriano Bashar al-Assad.
Identità o geopolitica
Questi uomini hanno cercato innanzitutto di far progredire il proprio Paese, basando la politica estera non su una strategia geopolitica, ma sull’identità nazionale. Al contrario, l’Occidente odierno concepisce le relazioni internazionali come uno scacchiere ove agire con una strategia geopolitica, al fine d’imporre un Ordine Mondiale.
Il termine “geopolitica” fu inventato alla fine del XIX secolo dal tedesco Friedrich Ratzel, cui si deve anche il concetto di “spazio vitale”, caro ai nazisti. Secondo Ratzel era legittimo dividere il mondo in grandi imperi, fra i quali Europa e Medio Oriente da porre sotto la dominazione tedesca.
In seguito, lo statunitense Alfred Mahan immaginò una geopolitica fondata sul controllo dei mari. La sua teoria influenzò Theodore Roosevelt, inducendolo a lanciare gli Stati Uniti in una politica di conquista di stretti e canali transoceanici.
Per il britannico Halford John Mackinter il pianeta era invece formato da un territorio principale (Africa, Europa e Asia) e da due grandi isole (le Americhe e l’Australia). Il controllo del territorio principale esigeva la conquista della grande pianura dell’Europa centrale e della Siberia occidentale.
Infine, lo studioso statunitense Nicolas Spykman cercò una sintesi delle posizioni precedenti. Influenzerà Franklin Roosevelt e la politica di arginamento dell’Unione Sovietica, ossia la guerra fredda; sarà poi ripreso da Zbigniew Brzezinski.
La geopolitica, nel senso stretto del termine, non è perciò una scienza, ma una strategia di dominio.
Smart power
Se torniamo agli esempi dei grandi uomini del XX e XXI secolo − la cui politica estera era apprezzata anche fuori del territorio nazionale − non possiamo non constatare che le loro scelte internazionali non sono correlate alla potenza militare del Paese. Non hanno cercato di conquistare e annettere nuovi territori, ma di diffondere l’immagine del proprio Paese e della sua cultura. Naturalmente la voce di De Gaulle e di Putin − che alle spalle hanno un potente esercito, cioè la bomba atomica − risuona meglio. Ma non è qui, per questi statisti, che risiede l’essenziale.
Questi grandi uomini hanno cercato di espandere la cultura del proprio Paese (Charles De Gaulle con André Malraux). Per loro è importante esaltare le creazioni artistiche autoctone e unire il popolo attorno a esse, per poi proiettare la cultura nazionale a livello internazionale.
Si tratta, in un certo senso, del “potere intelligente” (Smart power) di cui parlava lo statunitense Joseph Nye. La cultura conta quanto i cannoni, a condizione che la si sappia utilizzare. Perché nessuno ipotizza di attaccare il Vaticano che non ha un esercito? Perché sconvolgerebbe il mondo intero.
Uguaglianza
Gli Stati sono come gli uomini che li formano. Auspicano la pace ma basta poco perché si facciano la guerra. Aspirano all’applicazione di certi principi, ma li rinnegano a casa propria e, a maggior ragione, in casa d’altri.
Quando, alla fine della prima guerra mondiale, venne creata la Società delle Nazioni (SDN), fu dichiarata l’uguaglianza di tutti gli Stati membri, ma britannici e statunitensi rifiutarono di considerare tutti i Popoli uguali nel Diritto. Del resto, fu questo rifiuto a suscitare l’espansionismo giapponese.
L’Organizzazione delle Nazioni Unite − che alla fine della seconda guerra mondiale sostituì la SDN − certamente sostiene l’uguaglianza fra i Popoli, ma all’atto pratico gli anglosassoni la rinnegano. Oggi gli Occidentali creano istituzioni intergovernative su qualsiasi argomento, come per esempio la libertà di stampa o la lotta alla cyber-criminalità. Ma discutono tra loro e non si confrontano con altre culture, in particolare con quella russa e cinese. Si tratta di organizzazioni ideate per sostituire i forum delle Nazioni Unite, dove invece hanno voce tutti i Paesi.
Non facciamoci ingannare. È del tutto legittimo, per esempio, riunire il G7 per confrontarsi fra amici, ma non è affatto accettabile che sette Paesi definiscano le regole dell’economia mondiale. A maggior ragion se escludono la prima economia mondiale: la Cina.
Il Diritto e le regole
L’idea di una regolamentazione giuridica delle relazioni internazionali è stata sollecitata dallo zar Nicola II, che nel 1899 convocò all’Aia (Olanda) la Conferenza Internazionale per la Pace. In quell’occasione i repubblicani radicali francesi, guidati dal futuro premio Nobel per la pace Léon Bourgeois, gettarono le basi del Diritto internazionale.
L’idea ispiratrice è semplice: sono ammissibili soltanto principi collettivamente adottati, mai quelli imposti dai più forti. Principi che devono riflettere le differenze dell’umanità. Il Diritto internazionale nacque perciò grazie a zaristi e repubblicani, ossia russi e francesi.
Un’idea corrotta con l’istituzione dell’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord − autoproclamatosi «unico centro decisionale legittimo» − e poi del Patto di Varsavia. Queste due alleanze − la NATO sin dalla nascita, il Patto dalla dottrina Breznev − non erano che «arrangiamenti di difesa collettiva, destinati a servire gli interessi particolari delle grandi potenze», che in questo senso contravvengono formalmente alla Carta dell’ONU. Per questa ragione, nella Conferenza di Bandung del 1955, i Paesi non-allineati a ribadirono i principi dell’Aia.
Una dissidenza che si ripresenta oggi, ma in senso inverso. Non c’è infatti un nuovo movimento che voglia sottrarsi alla guerra fredda, ma ci sono gli Occidentali che vogliono farvi ritorno, stavolta contro Russia e Cina.
In tutti i comunicati finali, i vertici delle potenze occidentali fanno sistematicamente riferimento, non più al Diritto Internazionale, ma a “regole” che però non esplicitano. Regole contrarie al Diritto, promulgate a posteriori secondo la convenienza degli Occidentali, che s’ispirano al «multilateralismo efficace», ossia alla violazione, di fatto, dei principi democratici dell’ONU.
Infatti, mentre il Diritto Internazionale riconosce il diritto dei popoli a disporre di sé stessi, gli Occidentali hanno riconosciuto l’indipendenza del Kosovo, imposta senza referendum e in violazione di una risoluzione del Consiglio di Sicurezza; non hanno invece riconosciuto l’indipendenza della Crimea, benché approvata con referendum. Le regole occidentali sono “Diritto à la carte”.
Gli Occidentali pretendono che ogni Pase rispetti l’uguaglianza dei propri cittadini di fronte alla legge, ma si oppongono ferocemente all’uguaglianza tra Stati.
Imperialismo o patriottismo
Gli Occidentali − autoproclamati «campo della democrazia liberale» e «comunità internazionale», − accusano tutti quelli che fanno resistenza di essere «nazionalisti autoritari».
Ne conseguono distinguo artificiali e amalgama grotteschi, al solo scopo di legittimare l’imperialismo. Perché opporre democrazia a nazionalismo, dal momento che la democrazia può esistere solo in ambito nazionale? E perché associare nazionalismo ad autoritarismo? Solo per screditare le nazioni.
Nessuno dei grandi uomini politici citati era statunitense o pecorone. È innanzitutto qui che sta la chiave.
FONTE: https://www.voltairenet.org/article213603.html
Dalle false accuse al vero massacro
Durante l’estate proseguiamo la pubblicazione del libro di Thierry Meyssan, Sotto i nostri occhi. In questo episodio l’attacco chimico della Ghuta e le esitazioni degli occidentali sino al finanziamento di Daesh.
uesto articolo è estratto dal libro Sotto i nostri occhi.
Si veda l’indice.
- Le vittime adulte dell’attacco al gas chimico erano quasi esclusivamente uomini. I bambini avevano tutti più o meno la stessa età ed erano stati rapiti assieme dagli jihadisti ad Aleppo.
27 – La “linea rossa”
Nel maggio 2013, stilando un rapporto, la NATO comunica ai suoi membri che il 70% della popolazione sostiene il presidente al-Assad, il 20% appoggia i ribelli e il 10% non si esprime [1]. Parigi e Ankara si rendono perfettamente conto dell’impossibilità di una vittoria se non tornando al piano originario, quindi decidono di bombardare la Siria: è necessario prendere l’iniziativa e far pressione su Washington.
Il 21 agosto un attacco chimico colpisce i civili dei sobborghi di Damasco, nella Ghuta, in una zona controllata dai jihadisti. Nelle ore successive si mette in moto una gigantesca macchina propagandistica per accusare la Siria di esserne responsabile, visto che l’attacco avrebbe segnato il superamento della “linea rossa” fissata dal presidente Obama. Gli occidentali decidono quindi di prepararsi a “punire il regime” bombardandone la capitale.
Il governo siriano nega ogni coinvolgimento e ricorda che il 23 maggio la polizia turca ha arrestato ad Adana 11 jihadisti in possesso di un grande deposito di sarin [2]. Se il capo del gruppo, Haytam Qasap, è di nazionalità siriana, gli altri invece sono turchi. C’è da dire che anche l’Esercito siriano libero ha diffuso alcuni video che ritraggono un piccolo laboratorio di produzione di armi chimiche, minacciando di gasare gli alawiti [3].
Gli eventi della Ghuta sono discutibili: i servizi segreti statunitensi dicono di aver osservato – senza intervenire, per i quattro giorni precedenti – l’Esercito arabo siriano preparare il gas [4]. L’opposizione diffonde alcuni video, ma uno su YouTube – orario della California – risale a prima dell’alba a Damasco, mentre è stato girato con la luce del giorno. Le vittime sono sia bambini – tutti della stessa età – sia uomini, con soltanto due donne sulle 1.429 vittime calcolate dagli Stati Uniti. I bambini morti si scoprono essere in realtà alawiti rapiti dai jihadisti poche settimane prima [5]. Benché ufficialmente assenti dall’area, Francia e Regno Unito assicurano di aver prelevato campioni in loco e di averli subito esaminati, dimostrando l’uso di sarin. Il problema è che l’unico test conosciuto richiede almeno dieci giorni.
Secondo i servizi segreti francesi e inglesi, l’uso di armi chimiche da parte dell’Esercito arabo siriano è confermato da alcune intercettazioni telefoniche degli ufficiali, ma poi si scopre che tali intercettazioni sono state condotte dagli israeliani [6]. Ben presto l’intelligence militare francese diviene più cauta: non è infatti l’autrice della nota di sintesi diffusa dal Ministero della Difesa francese [7], opera di Sacha Mandel, un consulente franco-israeliano del ministro.
Nel merito, non è chiaro il motivo per cui l’uso di armi chimiche sia considerato una “linea rossa”. Sotto quali aspetti è peggiore rispetto alle altre “armi di distruzione di massa”? Perché gli Stati Uniti, firmatari della Convenzione sulle armi chimiche, ne criticano l’uso alla Siria che non l’aveva firmata, quando loro in primis hanno violato la sottoscrizione nel 2003 nel palmeto di Baghdad? [8]
- Marcus Klingberg ha diretto l’Istituto Israeliano di Ricerca in Biologia (IIRB) di Ness Ziona. È stato lui a trasmettere al KGB i risultati delle ricerche israeliane sulle armi biologiche. Arrestato nel 1982, Klingberg respingerà la definizione di spia, affermando di essere al servizio dell’Umanità. È nonno del vicesindaco di Parigi, Ian Brossat.
Le armi chimiche comparvero per la prima volta durante la prima guerra mondiale e furono micidiali, anche a causa dell’effetto sorpresa. Tuttavia, gli Stati hanno trovato in fretta un modo per farvi fronte, così nessuno le ha utilizzate – in modo incisivo – sul campo di battaglia della seconda guerra mondiale. In Medio Oriente, Israele ha rifiutato di firmare la Convenzione, trascinandosi dietro Egitto e Siria. Dal 1985 al 1994 Israele ha sovvenzionato la ricerca in Sudafrica per creare armi selettive in funzione delle caratteristiche razziali: era necessario scoprire agenti tossici in grado di uccidere solamente neri e arabi, ma non il popolo ebraico [9]. Le ricerche sono state condotte sotto la direzione del cardiologo del presidente Peter Botha, il colonnello Wouter Basson. Non è chiaro se abbiano avuto successo, cosa che appare improbabile a livello scientifico, ma migliaia di cavie umane sono morte durante gli esperimenti [10].
Ben presto i servizi inglesi convalidano le suddette osservazioni e mettono in guardia il primo ministro David Cameron in merito a un’operazione false flag [11]. La televisione siriana trasmette il video di un autista jihadista che testimonia di essere andato in Turchia, di aver ricevuto proiettili chimici in una caserma turca e di averli poi trasportati segretamente a Damasco [12].
A una domanda della stampa russa, il presidente siriano Bashar al-Assad risponde: “Le dichiarazioni dei politici statunitensi, occidentali e di altri paesi sono un insulto al buonsenso e un’esternazione di disprezzo nei confronti dell’opinione pubblica dei loro popoli. È assurdo: prima accusano e poi cercano le prove […] Questo tipo di accusa è unicamente politico e corrisponde alla serie di vittorie riportate dalle forze governative sui terroristi” [13].
Hollande, nel frattempo, dichiara a gran voce che la coscienza gli impone di “colpire” Damasco [14]. In tal modo può portare avanti l’opera del partito della colonizzazione che, durante il governo provvisorio di Charles de Gaulle e quello di Georges Bidault – dal maggio 1945 al novembre 1946 –, bombardò di propria iniziativa Sétif, Guelma e Kherrata (Algeria), poi Damasco (Siria) e infine Haiphong (Indocina/Vietnam). Al momento di ritirare le truppe – appena dopo l’indipendenza – l’esercito del generale Fernand Olive attaccò Damasco solo per esternare la sua rabbia. Distrusse una parte del suq millenario – come oggi ad Aleppo – e l’Assemblea nazionale, simbolo della nuova Repubblica che rifiutava.
La Germania è la prima a osservare che – anche se la Siria avesse impiegato armi chimiche – il suo bombardamento è comunque illegale in base al diritto internazionale, a meno di una decisione da parte del Consiglio di sicurezza [15]. Gli inglesi e gli statunitensi, alla fine, sono convinti del fatto che si sia trattato di un caso montato dalla Turchia con l’appoggio di Francia e Israele.
A Londra la Camera dei Comuni vieta al premier di attaccare Damasco prima che sia accertata la responsabilità del governo di Bashar al-Assad. I deputati – molti dei quali a conoscenza del grado di coinvolgimento del loro paese contro la Siria – ripensano ai danni subìti dal Regno a seguito della guerra condotta contro l’Iraq nel 2003, sulla base delle false accuse di George Bush e Tony Blair. A Washington Obama si affida al Congresso, che sa essere contrario a qualsiasi nuova impresa militare [16]. Naturalmente è una manovra dilatoria, perché il Syria Accountability Act del 2003 gli conferisce tutte le facoltà per distruggere il paese.
François Hollande, che parla troppo e troppo in fretta, resta da solo. Impotente, si rintana all’Eliseo mentre le versioni proposte dalla Francia vengono screditate a livello globale. Nessuno chiede conto alla Turchia, e soprattutto non Anne Lauvergeon, Alexandre Adler, Joachim Bitterlich, Hélène Conway-Mouret, Jean-François Cope, Henri de Castries, Augustin de Romanet, Laurence Dumont, Claude Fischer, Stéphane Fouks, Bernard Guetta, Élisabeth Guigou, Hubert Haenel, Jean-Pierre Jouyet, Alain Juppé, Pierre Lellouche, Thierry Mariani, Gérard Mestrallet, Thierry de Montbrial, Pierre Moscovici, Philippe Petitcolin, Alain Richard, Michel Rocard, Daniel Rondeau, Bernard Soulage, Catherine Tasca, Denis Verret e Wilfried Verstraete, che hanno tutti ricevuto “regalini” dagli imprenditori turchi per conto di Recep Tayyip Erdoğan.
La Russia aiuta gli Stati Uniti a uscire dalla crisi a testa alta, invitando la Siria a firmare la Convenzione sulle armi chimiche, cosa che si impegna a fare subito. Il presidente Bashar al-Assad negozia con l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPAC) un modo per distruggere le scorte esistenti, ma a spese di Washington.
Successivamente, il giornalista statunitense Seymour Hersh mette in evidenza le esitazioni del proprio paese sulla questione [17]. In seguito Richard Lloyd e Theodore Postol – professori del Massachusetts Institute of Technology – dimostrano che i proiettili chimici sono stati sparati dalla zona “ribelle” [18], ma la Francia insiste nell’accusare la Repubblica araba siriana.
Comunque sia, l’Occidente riaffermerà regolarmente le proprie accuse contro la Siria sull’impiego di armi chimiche, benché tutte le riserve siano state distrutte da Russia e Stati Uniti. Il giochetto non finirà neanche dopo che Damasco avrà scoperto armi simili all’interno di bunker jihadisti: si tratta di armi consegnate dalla CIA, fabbricate da Chemring Defense (Regno Unito), Federal Laboratories e Non-Lethal Technologies (USA).
- Il 6 luglio 2012 François Holande presiedette un vertice degli Amici della Siria. Tra gli invitati d’onore numerosi autori di crimini contro l’Umanità (ossia organizzatori di esecuzioni di massa di persone soltanto in ragione della loro appartenenza religiosa). Dodici giorni dopo Hollande ordinò l’assassinio dei membri del Comitato Siriano per la Sicurezza Nazionale e l’assalto di Damasco.
28 – LE ESITAZIONI DELLA FRANCIA
Dopo aver chiuso l’ambasciata e fatto rientrare tutto il personale presente nel 2012, dopo aver ritirato la maggior parte delle forze speciali all’indomani del coinvolgimento in Mali – inizio del 2013 – e dopo essere stata ripudiata da Washington, Parigi non ha più risorse né piani d’azione.
Non sapendo come muoversi, François Hollande si rivolge al suo alleato di sempre, Tel Aviv, che in precedenza gli ha fornito una falsa prova a dimostrazione della responsabilità siriana nell’attacco false flag della Ghuta. A questo punto è necessario un ripasso in merito alla sua attività a favore della colonizzazione della Palestina durante il suo mandato da primo segretario del partito socialista:
Nel 2000, durante l’occupazione del sud del Libano, insieme al futuro sindaco di Parigi Bertrand Delanoë, organizza il viaggio in Palestina del primo ministro Lionel Jospin. Nel suo discorso trova spazio anche la condanna della resistenza all’occupazione, che paragona al terrorismo.
Nel 2001 richiede le dimissioni dal partito socialista del geopolitico Pascal Boniface, colpevole di aver criticato, in una nota interna, il cieco sostegno a Israele da parte del partito.
Nel 2004 scrive al Consiglio superiore dell’audiovisivo per contestare l’autorizzazione alle trasmissioni concessa ad Al-Manar, il canale TV di Hezbollah. Non smetterà di fare pressioni fin quando la rete della resistenza non sarà censurata.
Nel 2005 viene ricevuto in privato dal Consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche in Francia (CRIF). Secondo il verbale della riunione, avrebbe sostenuto Ariel Sharon criticando fortemente la politica araba gollista. Queste, infatti, le sue dichiarazioni: “Esiste una tendenza che viene da lontano, la cosiddetta politica araba della Francia. È inammissibile che un’amministrazione sia vittima di un’ideologia”. In tal modo, capovolge la realtà perché la “politica araba della Francia” non è certamente una politica a favore degli arabi contro gli israeliani.
Nel 2006 si schiera contro il presidente Ahmadinejad, che ha invitato a Teheran rabbini e storici, compresi alcuni negazionisti. Finge di non conoscere il senso del congresso, che ha lo scopo di dimostrare che gli europei hanno sostituito la loro cultura cristiana con la religione della Shoah. Insensatamente, spiega che il presidente iraniano intende negare a Israele il diritto d’esistere, e che si prepara a portare avanti la Shoah.
Si mobilita per il rilascio del soldato israeliano Gilad Shalit, prigioniero di Hamas, sostenendo che abbia la doppia nazionalità francese e israeliana. Poco importa che il giovane sia stato arrestato mentre prestava servizio in un esercito di occupazione nella guerra contro l’Autorità palestinese, anch’essa alleata della Francia.
Nel 2010, insieme a Bertrand Delanoë e Bernard-Henri Lévy, pubblica un intervento su Le Monde per opporsi al boicottaggio dei prodotti israeliani. A parer suo, tale iniziativa rappresenterebbe una punizione collettiva inflitta anche agli israeliani che lavorano per la pace con i palestinesi. Un’argomentazione che non ha mai mosso durante una simile campagna contro l’apartheid in Sudafrica.
- Non appena arrivato in Israele, il 17 novembre 2013 il presidente François Hollande dichiara in ebraico: «Tamid écha-èr ravèr chèl Israël», e in francese «Sono vostro amico e sempre lo sarò».
Al suo arrivo all’aeroporto di Tel Aviv, dichiara in ebraico: “Tamid écha-èr ravèr chèl Israël” (“Sono vostro amico e sempre lo sarò”) [19].
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu osserva che gli Stati Uniti e il Regno Unito si sono ritirati dal teatro delle operazioni, senza che ciò abbia impedito a CIA e MI6 di portare avanti la guerra in segreto. Propone quindi di attuare un coordinamento delle stesse forze che desiderano muovere guerra aperta per rovesciare la Repubblica araba siriana: Arabia Saudita, Francia, Israele, Qatar e Turchia. Il Libano e la Giordania continuano a garantire il loro sostegno logistico, ma non interverranno nella gestione delle operazioni. Considerando che Washington non vuole più esporsi, le operazioni saranno guidate da Jeffrey Feltman dell’ONU, a New York. Ma è necessario agire in fretta, perché a Washington c’è aria di tempesta e i sostenitori dell’attacco alla Siria stanno per essere messi da parte. L’8 novembre il generale David Petraeus è costretto a dimettersi dalla sua carica di direttore della CIA, mentre Hillary Clinton rimane vittima di un “incidente” e scompare per un mese intero.
Jeffrey D. Feltman, l’uomo che orchestra le “Primavere arabe”, è anche grande amico di Netanyahu. Sottosegretario agli affari politici delle Nazioni Unite da più di un anno, fa redigere da Volker Perthes – direttore della Stiftung Wissenschaft und Politik (SWP), il più potente think tank europeo – un piano per la resa, totale e incondizionata, della Siria. Rileva, tra l’altro, la direzione per Nord Africa e Medio Oriente del Servizio europeo per l’azione esterna dell’Unione Europea. L’Alto rappresentante dell’Unione, Catherine Ashton, diventa il suo pappagallo. Feltman affida all’Arabia Saudita, per la seconda volta, l’addestramento di un esercito di 50 mila uomini in Giordania e, parallelamente, avvia la riorganizzazione dei gruppi jihadisti. Infine, su istruzione della Casa Bianca, organizza i negoziati di “Ginevra 2”.
Benjamin Netanyahu immagina un’alleanza a tre, con la Francia a difesa degli interessi di Israele e Arabia Saudita a livello internazionale in cambio di contratti, investimenti e tangenti enormi. C’è in gioco il sabotaggio delle trattative tra Stati Uniti e Iran per poter conservare il monopolio del direttorio regionale di Tel Aviv/Riad.
- Al momento dell’arresto Majid al-Majid ha ammesso di essere un ufficiale dei servizi segreti sauditi, alle dipendenze dirette del principe Bandar Bin Sultan. Dirigeva un ramo di Al Qaeda e ne assicurava il collegamento con personaggi di alto rango del Medio Oriente.
Un importante agente del re saudita, Majid al-Majid, viene arrestato dall’esercito libanese e lo stesso sovrano si impegna a fornire 3 miliardi di dollari in armi francesi se i libanesi non ne registrano la confessione. Il capo dei terroristi muore al momento giusto, mentre il re distribuisce “regalini” a libanesi e francesi (per esempio 100 milioni di dollari al “presidente” incostituzionale Michel Suleiman) [20]. Ma se i beneficiari dei “doni” reali saranno accontentati, non verranno invece mai formalizzati gli ordini degli armamenti [21]. Il solo leader francese a non ricevere personalmente un “dono” è il ministro della Difesa Jean-Yves Le Drian, che negozia per conto della propria regione il salvataggio del gruppo avicolo Doux, indebitato per 400 milioni di euro, in parte riscattato e salvato dalla saudita Al Munajem.
Dopo le dimissioni di Kofi Annan, il segretario generale delle Nazioni Unite incarica l’algerino Lakhdar Brahimi di occuparsi del dossier siriano. A differenza di Annan, Brahimi non è un “mediatore”, dato che Ban Ki-moon tiene ormai conto del fatto che “Bashar deve andarsene!”. Ha quindi il compito di portare la Siria a “una transizione politica, in conformità con le legittime aspirazioni del popolo siriano”. È Brahimi a creare il “Servizio di supporto alle decisioni”, il servizio segreto personale del segretario generale, perché adesso l’ONU non è più un simposio per la pace ma un vero servizio segreto per attuare la politica di Washington. La diplomazia francese lo sa bene, considerato il suo ruolo dopo la fine della guerra civile in Libano, nel colpo di Stato militare in Algeria e nell’aggressione anglosassone in Afghanistan [22].
Ginevra 2 è una trappola. A differenza della Conferenza di Ginevra 1 – che riuniva Stati Uniti e Russia davanti ai loro partner più vicini, escludendo però tutti i siriani –, questa volta a essere invitati non sono solo la Siria e i “rappresentanti dell’opposizione”, bensì tutti gli Stati coinvolti. Tutti tranne l’Iran il cui invito, dopo essere stato consegnato, viene annullato, presumibilmente su richiesta dei sauditi. Ma chi può credere che l’Arabia Saudita possa esercitare una simile influenza sull’ONU? In realtà, Jeffrey Feltman organizza anche i colloqui 5+1 con l’Iran e non intende anticipare la revoca delle sanzioni statunitensi ed europee nei suoi confronti. I rappresentanti dell’opposizione saranno solo ed esclusivamente quelli riconosciuti dai sauditi, ossia la nuova Coalizione nazionale delle forze dell’opposizione e della rivoluzione guidata da Ahmad Jarba, un piccolo trafficante di droga che si gode il suo momento di gloria perché proviene dalla tribù saudita-siriana degli Shamar, la stessa del re.
Due giorni prima dell’apertura della conferenza, il Qatar fa diffondere dallo studio legale londinese Carter-Ruck la notizia di un rapporto da parte di tre ex pubblici ministeri internazionali sulla testimonianza di “Cesare” e le relative prove fornite [23]. “Cesare” dice di essere un ufficiale della polizia militare siriana, in genere incaricato di fotografare le scene del crimine. Assicura di aver fotografato, durante il conflitto, negli obitori militari, le vittime del “regime”. Ha appena disertato e consegnato oltre 55 mila fotografie di 11 mila cadaveri, che afferma di aver scattato personalmente. A rendere il tutto più agghiacciante, ciascuna pagina del comunicato che annuncia il rapporto è contrassegnata due volte con il termine “Confidenziale”. Gli ex procuratori giungono alla conclusione che presumibilmente il “regime” ha privato di cibo e torturato sistematicamente le “persone [che avrebbe] detenuto”. In realtà, le fotografie scattate in Siria mostrano i corpi di mercenari di varie nazionalità ammassati dall’Esercito arabo siriano sul campo di battaglia e di civili e militari morti sotto le torture dei jihadisti, in quanto sostenitori della Repubblica araba siriana.
- Durante la seduta inaugurale della Conferenza di Ginevra 2, John Kerry ha difeso la posizione saudita: esclusione dell’Iran, delegazione dell’opposizione formata soltanto dagli attuali membri della Coalizione Nazionale, dimissioni e processo a Bashar al-Assad.
- Il nuovo segretario di Stato, John Kerry, che ben conosce al-Assad, evidentemente è ben consapevole che si tratta di mera propaganda, ma la dichiarazione della Carter-Ruck gli fornisce un’ulteriore argomentazione per il discorso da tenere a Ginevra 2 il 22 gennaio 2014. Dato che nessuno si rende perfettamente conto di cosa stia succedendo dopo la cacciata di Hillary Clinton e dei suoi sostenitori, iniziano a presenziare tutte le televisioni del mondo. Quando prende la parola il ministro degli Esteri siriano, Walid al-Mouallem – che i francesi hanno cercato di assassinare –, non coglie l’occasione e si rivolge all’opinione pubblica siriana lasciandosi sfuggire l’unica opportunità a disposizione per svelare in diretta – davanti al mondo intero – il complotto degli occidentali. È un diplomatico di fedeltà rara: durante una riunione della Lega araba ha rifiutato una tangente di cento milioni di dollari offertagli dal suo omologo del Qatar per voltare le spalle al suo paese. Il suo discorso solleva comunque la questione del sostegno al terrorismo fornito dalla “delegazione dell’opposizione” e dai suoi mandanti in sala.In ultima analisi, Ginevra 2 non darà frutti perché, tra l’annuncio e lo svolgimento della conferenza, Washington ha già adottato una nuova strategia. Gli Stati Uniti non sono costretti a rinunciare al sogno di un mondo unipolare e a venire a patti con la Russia. Hanno ancora una carta da giocare: precisamente, il terrorismo.
Durante le discussioni dei diplomatici a Ginevra 2, il presidente Obama riceve il re di Giordania per stabilire le condizioni per la partecipazione del suo paese. Nel frattempo, il consigliere per la sicurezza nazionale Susan Rice accoglie i capi dei servizi segreti della Coalizione [24].
Come ogni anno, il Congresso tiene una seduta a porte chiuse in cui si approvano i “bilanci neri” del Pentagono. L’esistenza di questo incontro è dimostrata da una notizia dell’agenzia di stampa britannica Reuters [25], ma non sarà mai citata dai media statunitensi né comparirà sui documenti ufficiali. I parlamentari acconsentono a proseguire il finanziamento e l’armamento dei gruppi armati in Siria, violando le risoluzioni 1267 e 1373 del Consiglio di sicurezza [26]. Senza saperlo, hanno appena aperto le porte dell’inferno.
(Segue …)
La traduzione italiana del libro è disponibile in versione cartacea.
[1] “NATO data : Assad winning the war for Syrians’ hearts and minds”, World Tribune, May 31, 2013.
[2] “Turkish prosecutors indict Syrian rebels for seeking chemical weapons”, Russia Today, September 14, 2013. «Türkiye’den sarin gazının üretim maddelerini almaya çalışanlara dava açıldı», T24, 11 Eylül 2013.
[3] “L’ELS mostra il suo laboratorio di armi chimiche”, Rete Voltaire, 10 dicembre 2012.
[4] “US Government Assessment of the Syrian Government’s Use of Chemical Weapons on August 21, 2013”, Voltaire Network, 30 August 2013.
[5] “Identificazione dei bambini morti a Ghuta”, Traduzione di Alessandro Lattanzio, Rete Voltaire, 7 settembre 2013.
[6] « Exclusive : US Spies say intercepted calls prove Syria army used nerve gas », Foreign Policy, August 28, 2013. “L’amministrazione Obama avvalla la disinformazione israeliana”, Traduzione di Alessandro Lattanzio, Rete Voltaire, 7 settembre 2013.
[7] « Synthèse du Renseignement français sur l’attaque chimique du 21 août 2013 », par Sacha Mandel, Réseau Voltaire, 2 septembre 2013.
[8] “Armi chimiche, le verità nascoste sugli arsenali e sulla «Convenzione»”, di Manlio Dinucci, Il Manifesto (Italia) , Rete Voltaire, 13 settembre 2013. Saddam Hussein. Présumé coupable, Me Emmanuel Ludot; Carnot (2004).
[9] Dr la mort – Enquête sur un bioterrorisme d’État en Afrique du Sud, Tristan Mendes-France, Favre Pierre Marcel (2002).
[10] « L’Afrique du Sud, ex-laboratoire secret de bio-terrorisme des démocraties », Réseau Voltaire, 28 octobre 2002.
[11] “Letter From the Chairman of the UK Joint Intelligence Committee on Syria”, Voltaire Network, 29 August 2013.
[12] “I razzi chimici di Ghuta provengono dall’esercito turco”, Traduzione di Alessandro Lattanzio, Rete Voltaire, 11 ottobre 2013.
[13] « Entretien de Bachar el-Assad aux Izvestia », par Bachar el-Assad, Réseau Voltaire, 26 août 2013.
[14] « Interview de François Hollande au « Monde » », par François Hollande, Réseau Voltaire, 30 août 2013.
[15] « Syrie : ingérence délibérée, prétexte douteux », par Général Dominique Delawarde, Réseau Voltaire, 12 septembre 2013.
[16] “Barack Obama’s Remarks on Syria”, by Barack Obama, Voltaire Network, 31 August 2013.
[17] “Syria: Whose sarin?”, Seymour M. Hersh, London Review of Books; “Siria: quale Sarin?”, Traduzione di Alessandro Lattanzio, Rete Voltaire, 13 febbraio 2014.
[18] Possible Implications of Faulty US Technical Intelligence in the Damascus Nerve Agent Attack of August 21, 2013, Richard Lloyd & Theodore A. Postol, MIT, January 14, 2014.
[19] « Déclaration de François Hollande à son arrivée à l’aéroport de Tel-Aviv », par François Hollande, Réseau Voltaire, 17 novembre 2013.
[20] “Silenzio e tradimento da 3 miliardi di dollari”, di Thierry Meyssan, Rete Voltaire, 17 gennaio 2014.
[21] “L’esercito libanese rinuncia a 3 miliardi di armamento francese”, Rete Voltaire, 9 febbraio 2014.
[22] “Il Piano Brahimi”, di Thierry Meyssan, Traduzione Matzu Yagi, Megachip-Globalist (Italia) , Rete Voltaire, 28 agosto 2012.
[23] “A Report into the credibility of certain evidence with regard to Torture and Execution of Persons Incarcerated by the current Syrian regime“, Carter-Ruck, January 20, 2014
[24] “Spymasters gather to discuss Syria”, par David Ignatius, Washington Post, 19 février 2014.
[25] “Congress secretly approves U.S. weapons flow to ’moderate’ Syrian rebels”, par Mark Hosenball, Reuters, 27 janvier 2014.
[26] “Gli Stati Uniti, primi finanziatori mondiali del terrorismo”, di Thierry Meyssan, Traduzione Matzu Yagi, Megachip-Globalist (Italia) , Rete Voltaire, 3 febbraio 2014.
FONTE: https://www.voltairenet.org/article213651.html
Iran vieta import vaccini Usa e Gb.
Khamenei: “Non mi fido di loro, vogliono testare” Il Paese sta producendo vaccini nazionali, di cui ha avviato la sperimentazione sull’uomo
Tweet 08 GENNAIO 2021
La Guida suprema dell’Iran, l’ayatollah Ali Khamenei ha vietato al Paese di importare il vaccino contro il Covid-19 della statunitense Pfizer e della britannica Astrazeneca come riflesso della sfiducia verso l’Occidente. In un discorso televisivo, Khamenei ha detto che l’importazione di vaccini americani e britannici è “vietata”, parlando anche dell’aumento del bilancio delle vittime del virus in entrambi i paesi. “Non mi fido di loro”, ha detto Khamenei riferendosi a quelle nazioni. “A volte vogliono testare” i loro vaccini in altri paesi, ha aggiunto sottolineando di non essere ottimista neanche riguardo alla Francia, “perché in passato quel paese ha esportato sangue infetto in Iran. Se i loro vaccini funzionano, compreso quello della Pfizer, perché non li usano per il loro popolo, in modo da evitare il fallimento delle migliaia di morti nei loro Paesi?”, ha aggiunto l’ayatollah Khamenei, sostenendo che in realtà i Paesi citati vorrebbero testare i propri vaccini in altre nazioni. In ogni caso, ha precisato la Guida di Teheran, i vaccini possono essere importati da altri Paesi terzi. La Repubblica islamica sostiene di non essere riuscita finora ad acquistare vaccini dall’estero a causa delle sanzioni americane e sta producendo vaccini nazionali, di cui ha avviato la sperimentazione sull’uomo. L’Iran è il Paese più colpito dal coronavirus in Medioriente. I sostenitori della linea dura in Iran si sono opposti a lungo ai vaccini fabbricati negli Stati Uniti. La Guardia rivoluzionaria iraniana a dicembre ha rifiutato del tutto l’uso di vaccini di fabbricazione straniera. Il generale Mohammad Reza Naghdi ha detto che la Guardia “non raccomanda l’iniezione di alcun vaccino estraneo” basato sull’Rna messaggero. Messaggio agli Stati Uniti: “Levate le sanzioni” Khamenei ha anche parlato dei rapporti con gli Stati Uniti e dell’accordo sul suo programma nucleare, raggiunto nel luglio del 2015 e abbandonato dagli Usa nel maggio 2018. La priorità, ha detto, è la revoca delle sanzioni introdotte dal presidente degli Stati Uniti uscente Donald Trump: “Solo dopo avrà senso il loro ritorno all’accordo sul nucleare”. Le sanzioni, ha continuato, devono essere tolte perché “si tratta di un diritto usurpato della nazione iraniana”. Poi l’Iran chiederà che gli Usa paghino delle compensazioni per i danni inflitti in questi anni alla sua economia. Ha difeso inoltre l’arricchimento dell’uranio al 20%, iniziato lunedì in applicazione di una legge del Parlamento. “Questa iniziativa è stata presa dopo che gli Stati Uniti e i partner europei dell’accordo sul nucleare non hanno rispettato i loro obblighi. Ma in qualunque momento dovessero tornare a farlo, anche noi torneremo ai nostri obblighi”. Nuova base missilisticaLe Guardie della Rivoluzione iraniane hanno rivelato l’esistenza di una nuova base missilistica sotterranea in una località segreta nell’area del Golfo. Lo riferiscono i media di stato iraniani in un momento di forte tensione tra Teheran e gli Stati uniti. “La base è una delle varie che ospitano i missili strategici della Marina delle Guardie” ha detto, secondo quanto riferiscono i media di stato, il generale che guida il corpo d’élite, Hossein Salami. – See more at: http://www.rainews.it/dl/rainews/media/Iran-vieta-import-vaccini-Usa-e-Gb-Khamenei-Non-mi-fido-di-loro-vogliono-testare-f343f9dc-1fa5-429d-be9d-5973fe7dd76b.html
FONTE: https://www.rainews.it/dl/rainews/media/Iran-vieta-import-vaccini-Usa-e-Gb-Khamenei-Non-mi-fido-di-loro-vogliono-testare-f343f9dc-1fa5-429d-be9d-5973fe7dd76b.html#foto-1
POLITICA
Enrico Letta, ecco gli affari del lobbista Pd in Cina: svelato il suo vero gioco
di Pietro Senaldi – Lobbista stai sereno. Sul Domani di ieri è comparsa, a firma Giovanna Faggionato, un’inchiesta sugli affari internazionali di Enrico Letta che, se in Italia esistesse stampa libera, che è cosa diversa dalla libertà di stampa, sarebbe destinata a monopolizzare l’agenda di quotidiani e televisioni anche dopodomani, tra una settimana, dieci giorni e via fino ai prossimi due o tre mesi.
Il quotidiano diretto da Stefano Feltri ed editato da Carlo De Benedetti ricostruisce la tela di relazioni e incarichi, è il caso di supporre lautamente retribuiti, che l’attuale leader del Pd ha ottenuto quando lavorava da emigrato di lusso in Francia e ha in parte mantenuto una volta rientrato a Roma per guidare la zattera democratica. Tutta roba legale si intende, almeno così pare, ma anche senza dubbio degna di rilievo giornalistico, almeno da parte di chi ha dedicato decine di ore di inchieste televisive e fiumi di inchiostro alla ricerca dei rubli di Salvini o dei rimborsi elettorali spesi dalla Lega in campagna elettorale. Invece qualcosa ci dice che le robuste attività di lobby di Letta non avranno neanche un decimo del rilievo mediatico ottenuto dalle velleità russe del compagno leghista Savoini.
Eppure quanto squadernato dal Domani è parecchio interessante. Si scopre che l’attività accademica all’Istituto di Scienze Politiche della Sorbona per il capo del Pd era non certo una copertura, sicuramente più di un diversivo, ma soprattutto una chiave d’accesso per attività e relazioni affaristiche di prim’ ordine. Tra le più interessanti, quella della fondazione di Equanim, che si autodefinisce “la prima piattaforma di mediazione internazionale”, con lo scopo sociale di reclutare personalità politiche e affaristiche di primissimo livello al fine di svolgere un ruolo di mediatore per conflitti internazionali complessi.
Si parla di società in grado di garantire compensi da 10 milioni di euro, tanti ne ha fatturati il manager francese Gerard Mestrellet, in rapporti strettissimi con la monarchia saudita, al punto da sedere in commissioni governative del regime, per aver favorito la fusione tra i giganti dell’energia Veolia e Suez. L’amico dell’Arabia Saudita Mestrellet è, con Letta, tra i soci di Equanim, e forse a questo, e non già a magnanimità di cuore, è dovuto il fatto che l’attuale leader del Pd non abbia contribuito al linciaggio mediatico di Matteo Renzi, quando la stampa lo ha massacrato per aver intervistato a pagamento il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman.
BOMBA ATOMICA – Ma l’esperienza transalpina ha consentito a Letta di mettere un piede anche dentro Credit Agricole, attraverso l’ingresso nel board di Amundi, società di consulenza controllata dalla banca. Sono incarichi ben remunerati e che portano altre relazioni, e inevitabilmente altri quattrini. Tant’ è che, grazie ad Amundi, Letta ha ottenuto un lavoro dal gruppo pubblicitario Pubilcis, che gli ha versato centomila euro per otto sedute nel consiglio di sorveglianza del gruppo.
Sono tutti ruoli da fare invidia ai poveri mortali, ma che si possono mollare nell’attimo esatto in cui si decide di tornare alla politica attiva, per non correre il rischio di essere accusati di conflitto d’interessi. O meglio, il rischio resta, ed è reale, e se Letta non fosse del Pd ma di Forza Italia o della Lega già si sarebbe concretizzato da tempo, però si tratterebbe di accuse da cui ci si può difendere, o comunque che si può tentare di dribblare.
gli affari del lobbista Pd in Cina
La bomba atomica, l’incarico che ti segna a vita anche se lo molli è quello che Letta ha ottenuto da Tojoy, società che aiuta le attività imprenditoriali cinesi che nascono e quelle europee che vogliono entrare nel mercato del Dragone. Poiché la Cina è un regime, avere relazioni economiche con società di questo tipo significa venire a patti con il demonio. Pechino infatti quando paga non si dimentica di chiedere qualcosa in cambio, ed è per questo che, guardando all’estero, è più interessata a pescare chi è in grado di influenzare le politiche degli Stati piuttosto che a selezionare manager. In quest’ ottica, la dittatura ha assegnato a Letta e all’ex premier austriaco Faymann il ruolo di copresidenti per il mercato dell’Europa Occidentale.
COINCIDENZE – E qui c’è un’altra straordinaria coincidenza tra gli incarichi di Letta e il suo comportamento politico su casi specifici non coerente con la sua narrazione generale. Il segretario del Pd infatti, atlantista e tifoso di Biden fino all’estasi, ha sempre lasciato cadere gli attacchi del presidente Usa al regime cinese, quasi si trattassero di banalità e non dello scontro che condizionerà il Paese per i prossimi decenni, come un professore di Scienze Politiche dovrebbe sapere.
Ma d’altronde, l’afflato verso Pechino dalle parti del Pd è regola di casa, come insegnano i padri nobili Prodi e D’Alema. E forse è anche per questo che l’attuale segretario è il solo della maggioranza di governo che non vorrebbe eleggere al Quirinale Draghi, atlantista e scettico nei confronti del regime. Tocca quindi fare i complimenti al Domani, che ha svelato il vero gioco di Letta, il quale in televisione parla di diritti umani, donne e gay ma nel privato non disdegna di mettere la propria abilità a disposizione di Xi Jinping. E forse anche grazie allo scoop dei colleghi riusciamo a spiegarci il perché Enrico si ostini pervicacemente a cercare l’intesa con i Cinquestelle, che con i Dem hanno in comune solo la sudditanza, non psicologica, nei confronti del regime di Pechino. www.liberoquotidiano.it
FONTE: https://www.imolaoggi.it/2021/07/13/enrico-letta-gli-affari-del-lobbista-pdi-n-cina/
L’ideologia dell’onestà produce disonestà
domenica 29 novembre 2020
I media ci distillano ogni giorno il mantra che niente sarà più come prima, questo è avvenuto sia con Mani Pulite e oggi con la pandemia, non so se questo mantra è una necessità giornalistica per una fuga della realtà difronte alle difficoltà della quotidianità o la trasposizione di un nuovismo o giovanilismo perenne affinché si criminalizzino i collegamenti con il passato, con le nostre radici.
In questa logica di rimozione del passato perché responsabile di tutti i nostri mali, si può intravedere un tentativo post-moderno, di destrutturare la consapevolezza umana alfine di realizzare il mitico uomo nuovo, aspirazione autoritaria di tutti i filosofi pessimisti del presente per creare una società migliore. Questo subdolo tentativo di involuzione culturale avviene mediante una precisa colpevolizzazione delle responsabilità dell’Occidente nei confronti del mondo (dimenticandosi ciò che diceva Marx che la storia dell’uomo è storia di Sangue) ed ipotizzando che il nuovo uomo per essere tale deve rompere i suoi legami con la sua cultura e storia, in un linguaggio post moderno potremmo definire che il cervello dell’uomo, la sua storia va resettata e immetterci nuove narrazioni più consone al nuovo modello di società. Certamente le nuove tecnologie contribuiscono a modificare il nostro modo di vivere aumentandone la qualità, ma anche i disturbi che sono la logica conseguenza dell’evoluzione.
Con la falsa rivoluzione di Mani Pulite si indicava al popolo la società degli onesti e si è fatta considerare tutta la prima Repubblica un marciume da dimenticare, il vecchio da superare. Intervengono nel lessico politico frasi ambigue come presentabile, un volto giovane, chiunque può fare politica, l’uno vale uno, denigrando la competenza e la professionalità, che anche la politica richiede, ed omettendo la passione ed i valori che sono imprescindibili per chi si occupa di politica. Oggi in piena pandemia ci troviamo governati da coloro che sono i legittimi rappresentanti di questi disvalori e che sono stati spacciati dai media come valori.
Tra il Conte 1 e il Conte 2 non c’è differenza sono entrambi figli di una visione demagogica della società con forte tratti di autoritarismo, che nel Conte 1 veniva rappresentato da Salvini, essendo la Lega già da tempo criminalizzata come razzista, mentre nel Conte 2 essa è intrinseca ai due movimenti, 5S e PD, ed emerge con evidenza nell’utilizzo della pandemia per nascondere le loro incompetenze a gestire l’emergenza sanitaria.
La novità in questo governo, se così vogliamo considerarla, è il ruolo del PD, da sempre riconosciuto, nonostante le sue vocazioni giustizialiste, come un partito composto da persone competenti, sta mostrando nella sua azione di governo, una classe politica vacua senza ideali ed incompetente. Credo che, ormai, il Consiglio dei Ministri assomigli sempre più ad una riunione di condominio, dove ognuno la spara più grossa solo per affermare di esistere, il caso esemplare è quello della notte di Natale. Che il governo voglia evitare assembramenti, giusto o sbagliato che sia, è evidente, ma allora avrebbe avuto più senso vietare la messa delle 24 anziché anticiparla alle 22, perché l’assembramento ci sarà comunque. Un solo dubbio, se questa scelta demenziale è dovuta alla paura di mettersi contro il Vaticano nel vietarla o solo per delirio di onnipotenza nei confronti della sacralità da parte dello Stato, inteso in senso Hegeliano, a cui anche la religione si deve assoggettare.
Comunque la si vuole leggere, emerge in modo chiaro, la loro incapacità di essere rappresentanti di uno Stato democratico. Vanno ricreate le condizioni per ricostruire una classe politica degna di questo nome, che non si può improvvisare, pertanto servono alcune riforme di base, meglio se tramite una assemblea costituente, riformare la giustizia dalle fondamenta, ripristinare il finanziamento pubblico ai partiti e renderli democratici mediante la registrazione come prevede già l’attuale costituzione. Un’ultima osservazione riguardo allo scandalo di cui i media non parlano e la magistratura dorme, che coinvolge le 5 Stelle con la Philip Morris. Coloro che hanno creduto al mito di Onestà, Onestà, si dovrebbero vergognare per la loro deficienza intellettuale, perché l’onestà è un valore della persona e non della politica, e dunque le persone oneste faranno politiche oneste, ciò ci fa comprendere il potere dei media nel manipolare la realtà e dunque ci dobbiamo porre il problema di regolare il conflitto di interessi che sussiste tra la stampa e le loro proprietà a difesa della democrazia.
FONTE: https://lesfumaturedelgarofanorosso.blogspot.com/2020/11/lideologia-dellonesta-produce-disonesta.html?m=1
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