RASSEGNA STAMPA DETTI E SCRITTI
23 SETTEMBRE 2021
A cura di Manlio Lo Presti
Esergo
Si perdonano i crimini individuali, ma non la partecipazione ad un crimine collettivo.
MARCEL PROUST, Alla ricerca del tempo perduto, Vol. II, La parte di Guermantes, pag. 181, 2001, Mondadori
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SOMMARIO
L’ultimo importante messaggio di Giulietto Chiesa
“La mia scelta di non avvalermi del Lasciapassare Verde”.
NOI COMPLOTTISTI
Qualcuno di voi si sta preparando a scaricare la App . IMMUNI? – RILETTURA
Dietro il ricatto del Green Pass la stessa pericolosa e costosa illusione dei lockdown
L’Emergenza non deve morire
MI PENTO!
Italia capofila per le strategie vaccinali a livello mondiale
Ipotesi di gombloddoh
Ogni sgarro all’Ordine Costituito è bollato come “fascista”.
CUBA: MENZOGNE TRAMITE SOFISTICATE OPERAZIONI DI CYBERSPAZIO
GIULIA CREMASCHI: IL CORPO COME MUSICA DEL MONDO
Cancel culture e delegittimazione della memoria: il “delirio suicida” dell’Occidente
Ecco la casa di Maroni, l'”ottimo” architetto di Gabriele d’Annunzio
Giulietto Chiesa racconta le trame dei “Padroni universali”
La genesi del “Draghistan”: come la comunicazione crea un regime totalitario
Green Pass: verso il sistema di crediti sociali cinese
Uomini e lemmings (di Giorgio Agamben)
“Incrociamo tutto”. Il Fisco entra nelle case (e nelle tasche)
Doug Casey sulla prossima “crisi” che l’élite globale sta pianificando
Evergrande, truffa a Shenzen modello banche venete
Roma: la Capitale costituente secondo Michetti
Green Pass e non obbligo: ecco i giochi di parole per aggirare i paletti della Costituzione
INDOTTRINAMENTO DI RAISTORIA
Crolla il castello di carte COVID: Il gruppo di esperti sui vaccini della FDA si schiera contro i vaccini
IL DESPOTA CHE NON SI PIEGA AL PENSIERO CORRETTO
ARIA DI GOLPE?
La logica dei pro vax
Cybercrimes
Insulti, sputi, violenze, sequestri e minacce. Così i “compagni” attaccavano le ragazze
IN EVIDENZA
L’ultimo importante messaggio di Giulietto Chiesa
Cari tutti,
mi permetto di rubarvi pochi minuti del vostro preziosissimo tempo per comunicarvi la mia scelta – una scelta ben più che minoritaria, verosimilmente, nell’Università italiana – di non avvalermi del lasciapassare verde. Questo breve scritto, lo dico subito, non ha alcun intento provocatorio o propagandistico. Si tratta di una semplice testimonianza – la mia testimonianza, inevitabilmente parziale, irriducibilmente soggettiva. Che vi chiedo di accogliere, comunque, quale che sia il vostro libero pensiero in merito all’argomento, come atto di doveroso e profondo rispetto nei riguardi di tutti gli studenti e di tutti i compagni di lavoro del Dipartimento di Lettere e Filosofia e dell’intera comunità accademica.
Non entrerò troppo nel dettaglio delle motivazioni, universali o intime, che mi hanno portato a fare questa scelta. D’altronde, tutti voi avete sapienza e cultura in abbondanza per immaginarne in gran numero e varietà: di ordine politico, ideologico, giuridico, costituzionale, razionale, scientifico, sanitario, etico, psicologico e persino psichiatrico. E magari motivazioni che riguardano la stessa Università, ovvero se oggi l’Università sia ancora abitata da un disinibito e indipendente spirito critico, se viva ancora di fertili controversie o si mortifichi in uno sterile conformismo, se promuova il rischio dinamico della creatività e della complessità o prediliga la statica sicurezza del protocollo e della profilazione seriale. Infine, e soprattutto, se l’Università possa dirsi, oggi, spazio libero, aperto e inclusivo.
Ma, davvero, non ha nessuna importanza che io renda conto nello specifico di questa mia personalissima scelta. Perché è questa scelta, non ciò che l’ha motivata o che può significare, che determina l’impossibilità di iniziare, come ogni anno, il mio corso di Letteratura Italiana; è questa scelta a mettermi ipso facto in quella condizione di diversità e di precarietà che molti – comprensibilmente, per carità – non possono né vogliono sopportare.
Si tratta, in sostanza, della “scelta di scegliere” indipendentemente dalle conseguenze – permettetemi, per una volta, di aggrapparmi alle parole altrui -, quella che “investe le condizioni di possibilità di ogni eventuale scelta, a partire dalla propria. Da qui la sua forza, ma anche la sua pericolosità e il suo rischio” (G. GIORELLO, Di nessuna chiesa. La libertà del laico). Sembra un atto di patetico integralismo intellettuale a vocazione pubblica, ma è tutt’altro: è un atto psico-fisico di necessità, è la resistenza individuale, privata e obbligata di chi sa di perdere molto, se non tutto, ma intende, insieme alla sua libertà, conservare il rispetto di sé.
Dunque, sono ben consapevole di ciò che il mio eretico Non Serviam! comporta sul piano burocratico ed economico: al momento, la sospensione dal lavoro senza retribuzione; più avanti, forse, il licenziamento. E chissà che altro ancora: quando si innesca, come la storia ci insegna, la brama di discriminazione e di persecuzione non conosce limiti.
Comunque sia, sono ancor più consapevole delle conseguenze che tale scelta provoca sul piano emotivo e umano. E chi mi conosce sa bene che il dispiacere più grande sarà la perdita dell’energizzante contatto con gli studenti: quel salutare assembramento e contagio di intelligenze, di progetti e di corpi che resta la cosa più bella e importante, la cosa più vitale, del nostro mestiere.
Dal 1984, anno della mia immatricolazione, non è passato giorno che io non abbia fatto parte, in un ruolo o nell’altro, dell’Università di Firenze. Qui, nella mia città, ho potuto godere del beneficio di studiare e di lavorare sotto la guida e al fianco di grandi maestri, di formarmi come ricercatore e docente. E, soprattutto, come uomo. Però, davvero non ho intenzione, nel contesto, nelle forme e nei toni con cui oggi viene richiesto, di esibire il lasciapassare verde per insegnare, per andare in biblioteca, per entrare nel mio studio, per incontrare gli studenti, i laureandi, i dottorandi… peraltro avendo anche il sacerdotale ufficio di interrogare, controllare e allontanare gli eventuali renitenti all’osservanza. No, non ho intenzione di godere di questo inopinato ‘privilegio coatto’ che, diversamente da quanto avviene in tutte le democrazie d’Europa, il governo del nostro paese (e l’Università) vuole concedere, bontà sua, ai docenti, agli amministrativi e agli studenti ben codificati e, sempre e ovunque, scansionabili. Per quanto tempo – mesi, anni, in eterno? -, non si sa.
Neanche, si badi, ho intenzione di infrangere la legge – almeno per ora, mi pare che il diritto non preveda né punisca gli psicoreati. Da libero cittadino italiano, dunque, da membro della comunità universitaria, scelgo di esercitare una civile protesta che si concretizza nel rifiuto del lasciapassare verde. Ma accetto socraticamente – consentitemi il conforto dell’autoironia – ciò che il governo del nostro paese (e l’Università) ha deciso nei riguardi di chi non esibisce quotidianamente la sua prona adesione al sempre più pervasivo e abusivo controllo biopolitico, alle limitazioni di diritti fondamentali della persona e allo stato di emergenza permanente. Accetto, sì, riservandomi, tuttavia, la libertà di pensare e definire tutto questo un abominio. Un abominio che, come sappiamo, presto toccherà in sorte a tutti i lavoratori italiani.
Non ho banda, sono solo, direbbe il Poeta:
non appartengo a nessuna parrocchia accademica, non ho mai avuto tessere di partito e, sinceramente, ho in uggia appelli, petizioni e prese di posizioni verbali senza ricadute nella realtà effettuale. Di conseguenza, della mia scelta mi assumo in toto e concretamente la responsabilità. Sarà senz’altro incompresa e disprezzata dai più – ben percepisco lo spirito del tempo, dunque anche di questo sono perfettamente consapevole. Ma, credetemi, la faccio senza imbarazzo e in pace con me stesso. È stata ben meditata, è stata presa in piena autonomia e, inutile dirlo, non ha nessuna velleità di risultare esemplare. È solo la mia scelta, che sin dai prossimi giorni mi destina, se non alla macchia, ad un volontario confino, In partibus infidelium. Così, in attesa di tempi migliori, semmai ne capiteranno, e di qualche buona novella, proverò l’esperienza di color che son sospesi… dal lavoro, dai luoghi della cultura e della socialità, e da alcuni servizi pubblici essenziali.
E allora, visto che questa è la stagione che ci tocca attraversare, non mi resta che augurare schiettamente a tutti voi tanta salute e altrettanta serenità.
Un grande abbraccio, Marco Villoresi.
FONTE: https://www.sabinopaciolla.com/la-mia-scelta-di-non-avvalermi-del-lasciapassare-verde-bellissima-lettera-di-addio-di-marco-villoresi/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=la-mia-scelta-di-non-avvalermi-del-lasciapassare-verde-bellissima-lettera-di-addio-di-marco-villoresi
NOI COMPLOTTISTI
Tonio De Pascali- 27 07 2021
Noi complottisti non siamo attendibili per i cani da guardia con la bava alla bocca del Regime ma per ammissione delle stesse Autorità gli incendi che stanno distruggendo l’Italia in questi giorni sono di natura dolosa.
Successe, la stessa cosa, qualche anno fa, una decina, alla Grecia che non si voleva piegare alla Troika Ue dei debiti – che pure in quell’occasione le fece vincere gli Europei e le fece fare bella figura alle Olimpiadi -.
Non è fantasia, è storia, solo che i Greci non sanno come reagire a quei fatti e piangono ancora, non in turco, ma in greco.
Successe la stessa cosa alla Grecia, ricordiamolo.
FONTE: https://www.facebook.com/100015824534248/posts/1027362037801271/
Qualcuno di voi si sta preparando a scaricare la App . IMMUNI?
di Manlio Lo Presti 2 06 2020 RILETTURA
FONTE: https://www.facebook.com/958631984255522/posts/2903688889749812/
Dietro il ricatto del Green Pass la stessa pericolosa e costosa illusione dei lockdown
Dopo due sole settimane dal primo decreto, e prim’ancora che scattasse l’obbligo, il 6 agosto, siamo già al secondo decreto Green Pass, che estende l’obbligo ai trasporti di lunga percorrenza, al personale scolastico e agli studenti universitari. Non è finita qui, purtroppo, perché ora toccherà ai luoghi di lavoro e un domani chissà… forse ai non possessori di Green Pass per uscire di casa non resterà che esibire l’autocertificazione per comprovati motivi di necessità, non lontano ricordo dei periodi di lockdown.
Se non altro, il nuovo decreto ha il merito di confermare la natura ricattatoria e anti-scientifica dell’obbligo.
A chi chiedeva di rendere i tamponi gratuiti, per non creare una discriminazione tra vaccinati e non vaccinati nell’acquisizione del Green Pass, la “cabina di regia” governativa ha replicato che la gratuità avrebbe rischiato di rappresentare un disincentivo alla vaccinazione. Dunque, di questo si tratta: un sistema di incentivi/disincentivi per indurre le persone a vaccinarsi, un ricatto, non un’arma – come vedremo spuntata – per impedire la trasmissione del virus.
Anche perché – dovrebbe essere ormai chiaro a tutti, anche se viene ammesso a denti stretti – con la variante Delta la contagiosità dei vaccinati e dei non vaccinati è la stessa, nella fase in cui conta, cioè quando ancora non sanno di essere positivi, e anche le possibilità di contagiarsi, come mostrano i dati nei Paesi più avanti del nostro nella campagna vaccinale, non divergono a tal punto da rendere decisiva l’esclusione dei non vaccinati da gran parte dei locali pubblici e delle attività sociali ai fini dell’obiettivo proclamato di sradicare il virus.
L’obiettivo “Covid-zero” non è realizzabile in tempi brevi con vaccini che non proteggono dall’infezione.
Due giorni fa, sulle pagine dei commenti del Wall Street Journal sono intervenuti due eminenti scienziati, Jay Bhattacharya e Donald J. Boudreaux, professore di medicina a Stanford il primo, di economia alla George Mason University il secondo, non proprio due no-vax, per dire che “lo sradicamento del Covid è una pericolosa e costosa illusione”.
“Sfruttando il panico pandemico – scrivono Bhattacharya e Boudreaux – i governi e i media compiacenti hanno usato la promessa Covid-zero per indurre l’obbedienza a politiche di chiusura dure e arbitrarie e alle relative violazioni delle libertà civili”.
Ma dopo qualche effimero successo, il Covid è tornato e così i lockdown. Gli unici due casi di malattie contagiose eliminate deliberatamente dall’uomo, ricordano i due scienziati, sono la peste bovina e il vaiolo. Persino il batterio della peste bubbonica è ancora tra noi. Ma il vaccino contro il vaiolo era estremamente efficace nell’impedire l’infezione, con una protezione della durata dai 5 ai 10 anni – un’efficacia che ad oggi i vaccini anti-Covid non hanno. E nonostante questo ci vollero decenni per debellarlo.
A maggior ragione nel mondo globalizzato di oggi, basta un singolo Paese o una singola regione che non riesca ad attuare il programma e la strategia Covid-zero è destinata al fallimento – a fronte di costi enormi in termini economici e di una strage di diritti e libertà.
“L’unica via praticabile è convivere con il virus nello stesso modo in cui abbiamo imparato a convivere nei millenni con innumerevoli altri agenti patogeni”, concludono i due scienziati. La differenza nel rischio di mortalità e ospedalizzazione tra anziani e vulnerabili da una parte e giovani dall’altra ci suggerisce una politica di “protezione mirata”. I vaccini si stanno dimostrando efficaci nel ridurre drasticamente le probabilità di ricovero e morte. Vaccinare i più vulnerabili ovunque “dovrebbe essere la priorità per salvare vite umane”.
Conviviamo con innumerevoli rischi che abbiamo deciso di non sradicare “non perché siamo indifferenti alla sofferenza”, ma perché comprendiamo che i costi del rischio-zero sarebbero troppo alti. Lo stesso vale per il Covid-zero.
Lo sradicamento del virus è l’illusione alla base di tutte le politiche pubbliche adottate dai governi italiani che si sono susseguiti in questo anno e mezzo. Oggi, l’illusione Covid-zero viene usata non (o meglio, non ancora) per giustificare un nuovo lockdown ma per indurre le persone a vaccinarsi – non solo gli anziani e i vulnerabili ma tramite il ricatto del Green Pass anche i giovanissimi. Ma a che prezzo in termini economici e di stato di diritto?
Covid-zero è purtroppo ancora l’obiettivo inseguito dal governo e a dimostrarlo è la contro-obiezione più comune che viene opposta ai “no-Green Pass“, accusati di voler “richiudere il Paese”. Il Green Pass è “uno strumento di libertà”, sostengono, perché non concepiscono alternative al lockdown, non concepiscono una strategia di convivenza con il virus, praticabile facendo leva proprio sui veri punti di forza dei vaccini (e sulle cure).
I vaccini sono stati caricati di eccessive aspettative. I governi li hanno “venduti” e li stanno vendendo ai propri cittadini come se fossero il proiettile d’argento in grado di azzerare i contagi, di far scomparire il virus – anche se autorità politiche e sanitarie sanno già che non è così, ma devono accreditare la loro narrazione. I vaccini sono un prezioso strumento di difesa personale, riducono ai minimi termini ricoveri e decessi, ma non c’è alcuna “garanzia”, per i vaccinati, di non infettarsi e non contagiare e, quindi, di estirpare il virus. Fare finta che non sia così nuoce gravemente alla credibilità dei vaccini stessi. E nuoce gravemente ai valori – libertà individuali e centralità della persona – che tutti a parole affermano di condividere.
I vaccini sono il passaporto per la normalità, a patto di non farne un totem, di non pretendere ciò che non possono darci: Covid-zero. Se il governo non avrà la forza di ignorare il numero dei contagi quando in autunno, inevitabilmente, risalirà, e di tenere in considerazione solo lo stress sul sistema sanitario e i decessi, nuove chiusure saranno inevitabili e a molti vaccinarsi sembrerà essere stato inutile. E allora sarà dura convincere alla terza dose – per altro al momento senza dati e studi a supporto, secondo l’Ema.
Tra le tante contraddizioni, c’è un’altra aberrante misura contenuta nell’ultimo decreto, emblematica della cultura autoritaria di cui è espressione: via la mascherina in classe se tutti gli studenti sono vaccinati. Qui il “ricatto” Green Pass assume le sembianze del premio. E viceversa della punizione collettiva, come nei ricordi scolastici: per l’indisciplina anche di uno solo, pagano tutti.
In questo “premio”, che arriva solo se tutti aderiscono, facendo quindi leva sulla cultura del sospetto e della delazione, aizzando gli uni contro gli altri ragazzi e famiglie, per ottenere obbedienza, c’è del comunismo in purezza. E tra l’altro, proprio pochi giorni fa il CDC Usa, tornando sui suoi passi, ha raccomandato che anche i vaccinati tornino ad indossare le mascherine al chiuso.
Come abbiamo fin da subito osservato, l’estensione del Green Pass è un obbligo vaccinale surrettizio, un “surrogato” dell’obbligo vaccinale, ha spiegato bene Alessandro Mangia, ordinario di diritto costituzionale all’Università Cattolica di Milano, in una intervista a Sussidiario.net.
“Se io continuo, passo dopo passo, ad estendere il novero delle limitazioni fino a svuotare il diritto di circolare o riunirmi se non ho un lasciapassare, alla fine introduco, surrettiziamente, non un obbligo, ma un condizionamento alla vaccinazione. E questo finisce con l’essere una misura equivalente all’obbligo”.
Un ricatto, dunque. Com’è noto, solo per legge può essere introdotto un obbligo vaccinale, ma questa legge non c’è (se non per gli operatori socio-sanitari). Limitando libertà, accesso ai servizi e ai locali pubblici, e persino sospendendo lo stipendio a chi non sia in possesso di Green Pass, di fatto il governo introduce un obbligo surrettizio, aggirando l’articolo 32 della Costituzione.
Ma perché il governo ha distorto l’uso del Green Pass – originariamente concepito per evitare a vaccinati e tamponati la selva delle quarantene negli spostamenti tra Paesi Ue – e non ha intrapreso la via più diretta, e costituzionale (art. 32), dell’obbligo vaccinale?
La risposta è semplice: perché i vaccini anti-Covid non sono equiparabili ai vaccini per i quali già esiste un obbligo. L’autorizzazione da parte delle autorità sanitarie sia europee che statunitensi è “condizionata”, d’emergenza, provvisoria (soggetta a revisione dopo 12 mesi).
Sarebbe scorretto definirli “sperimentali” in senso letterale. Le varie fasi di sperimentazione sono state accelerate e sovrapposte, ma non saltate. È vero però che i tempi ristretti di sviluppo rendono impossibile al momento valutare rischi a medio e lungo termine. Basta leggere il consenso informato che viene fatto firmare prima della somministrazione.
Secondo Mangia, “accertamenti sommari e provvisori, condotti in nome dell’emergenza, non sono una base per l’introduzione di un obbligo vaccinale, nemmeno per categorie limitate”. Figuriamoci per il surrogato di un obbligo…
A maggior ragione, l’obbligo surrettizio che con il Green Pass viene introdotto per i giovanissimi dai 12 anni è un ricatto doppiamente vile, perché non lascia ai genitori libertà di scelta sulla salute dei propri figli, ma scarica su di loro per intero la responsabilità, in un senso o nell’altro, o dei rischi a lungo termine della vaccinazione o delle limitazioni che dovranno subire, a scuola e nelle attività sportive e sociali.
FONTE: http://www.atlanticoquotidiano.it/quotidiano/dietro-il-ricatto-del-green-pass-la-stessa-pericolosa-e-costosa-illusione-dei-lockdown/
ATTUALITÀ SOCIETÀ COSTUME
L’Emergenza non deve morire
Il filone Covid va esaurendosi ma è già pronta quella climatica
L’emergenza non finisce mai. Perché non deve finire, sentite il nostro Draghi: “L’emergenza climatica è come il Covid”. Serve altro per capire il gioco? Passare da uno stato di tensione all’altro, da uno choc all’altro così da tenere la cittadinanza sul filo della psicosi. E chi è psicotico ha bisogno di essere seguito, arginato, controllato, neutralizzato. In una parola: dello Stato etico e curativo. Poi, che la medicina coincida con la malattia non lo noterà più nessuno e se anche fosse sarà impossibile dirlo.
Abbiamo detto, scritto più volte che quello del governo, assecondato dal Colle, era un approccio sbagliato al limite dell’irresponsabile, ma adesso siamo oltre, siamo si direbbe ad una malignità esibita, spregiudicata. Venti mesi di stato di polizia, sempre più ferreo, passato dalla paranoia delle mascherine a quella dei tamponi a quella dei vaccini a quella del Green Pass, questo ricatto autoritario volto a escludere dalla convivenza civile, dalla possibilità di mantenersi col proprio lavoro: potenziato, allargato fino al foro interno, ai recessi della coscienza.
Siccome questo filone va esaurendosi, per raggiungimento degli obiettivi e per acquiescenza della popolazione cui – è dimostrato – si può fare davvero di tutto, è tempo di trovare un altro vettore di isteria: che la “emergenza climatica” sia tale nei termini propagandati dai media e suffragati da Draghi, che non è un climatologo ma un tecnico finanziario, è tutto da discutere. Le profezie catastrofiche sono state sistematicamente disattese, i modelli matematici, niente più che proiezioni di sventura, si sono rivelati come minimo sballati, i riscontri vengono puntualmente manipolati e nessuno ricorda il cosiddetto climagate di qualche anno fa, con tanto di email che svolazzavano tra le agenzie climatiche e i dipartimenti governativi americani: “Le previsioni sono tutte saltate, bisogna insistere, spingere sul catastrofismo altrimenti vanno in fumo miliardi di affari”. Ragione per cui Trump sciolse quanto poteva di questi carrozzoni dediti al business.
Miliardi di affari: la cosiddetta transizione ecologica è, come scrive il filosofo conservatore Legutko, una sorta di divinità post-marxista, affidata a una sacerdotessa descolarizzata e problematica; è una profezia che non si autoadempie, ma l’Unione europea dice che tutto dovrà essere elettrico, solare, eolico, senza specificare come, dove reperire le risorse per un mondo sempre più affamato di energia. Il Male Puro si chiama Co2, in modo del tutto insensato, e per azzerare la Co2, che è come voler raggiungere l’immunità di gregge al 120 per cento sul Covid, la Ue impone costi impossibili, che finiranno di ridurre in miseria i milioni che ancora annaspano.
Draghi in un certo senso ha ragione: emergenze pretestuose presentano analogie inquietanti. Così come le cure domiciliari, i farmaci alternativi ai protocolli ufficiali vengono sistematicamente boicottati e negati, allo stesso modo le alternative alla fuffa ecologica non sono considerate; i danni collaterali vengono negati o minimizzati; le vestali sono da una parte i virologi da salotto, dall’altra i climatologi da operetta; e in entrambi i casi, il disprezzo, la gogna, la minaccia per i dissidenti, quanto a dire chi non se la beve. Nessuno azzarda una proiezione dei costi, raffrontati ai benefici, da qui a quindici, venti anni.
Ci ha provato qualche giorno fa su La Verità il professor Franco Battaglia, ma basta liquidarlo come uno di destra, che nel dibattito democratico è sinonimo di stragista, di cannibale. Il nucleare no, neanche a parlarne: poi compriamo energia atomica da oltre le Alpi; invochiamo “più gas” al posto di carbone e petrolio, senza considerare che il gas scatena la famigerata Co2. Le bollette schizzano fino alla stratosfera, e la metà del costo si deve alla chimera delle cosiddette rinnovabili. Per esserci, l’emergenza c’è. Ma da fonte politica più che biologica. E la parola d’ordine è sempre quella del post-liberismo globale: quello che si può fare, si faccia. Al diavolo le conseguenze.
Emergenza pandemia, emergenza climatica: e poi? Poi si ricomincia da capo e c’è chi aspetta, e anche con una certa impazienza, che da qualche parte qualche Stranamore escogiti altri virus per altre pandemie per altri affari. Il potere, ovunque e soprattutto in Italia, ha scoperto l’acqua calda: che la strada migliore per blindare se stesso è la paura diffusa, la divisione sociale, l’isteria, e avere un qualsiasi pretesto per un controllo sempre più spietato, sempre più fuori dai lineamenti del garantismo giuridico, costituzionale. E se poi ci scappa il conflitto sociale, la guerriglia a prato basso, tanto meglio: è l’occasione giusta per rinchiudere tutti senza andar tanto per il sottile, senza distinguere tra emergenze. Fino a nuovo ordine, ma il nuovo ordine pare sia già qui.
FONTE: http://www.atlanticoquotidiano.it/quotidiano/lemergenza-non-deve-morire-il-filone-covid-va-esaurendosi-ma-e-gia-pronta-quella-climatica/
MI PENTO!
AUGUSTO SINAGRA 27 07 2021
Ebbene confesso! Il mio post di ieri, che aveva già ricevuto circa 1.000 likes e centinaia di condivisioni, è stato giustamente censurato perché contenente notizie false a proposito dei vaccini.
Lo confesso: ho sempre diffuso notizie false e ho meritato l’oscuramento del post.
Ora ho deciso di cambiare vita e dirò la verità.
I vaccini in commercio sono sicurissimi ed efficacissimi. È l’AIFA che dice bugie quando afferma che non è accertato che siano efficaci e sicuri.
Il vertice delle notizie false lo raggiunge la European Medical Agency quando parla di migliaia di morti e centinaia di migliaia di eventi avversi provocati dai vaccini. Quei burloni volevano giocare.
La verità è un’altra: da test clinici consolidati è stato accertato che i vaccini non solo immunizzano ma hanno inaspettati vantaggi.
Con i vaccini in commercio ricrescono i capelli e si guarisce definitivamente dall’orticaria. Ma non è tutto: sono state riscontrate guarigioni miracolose per le emorroidi. Molti non vedenti hanno riacquistato la vista e persone in coma da cinque anni che hanno assunto il vaccino, ora partecipano alle Olimpiadi di Tokyo soprattutto nelle specialità del lancio del disco e del salto in alto.
La Congregazione per la Dottrina della Fede, in applicazione straordinaria del Canone n. 69 del Codex Iuris Canonici, ha già aperto il processo per la beatificazione in vita di Bill Gates e di Giorgio Soros. Già sono state acquisite prove e testimonianze di miracoli ottenuti per la intercessione dei due prossimi Santi.
Una anziana signora quasi centenaria e ormai incurabile, avendo solo pronunciato il nome “Bill”, si è immediatamente alzata dal letto esibendosi in diverse e complesse forme di pilates.
Il Cav. Mario Draghi si trova ora in una situazione molto imbarazzante per l’effetto miracoloso dei vaccini: con le terapie intensive e gli ospedali completamente privi di malati di Covid, non può più colorare le Regioni. In sede governativa si pensa ad una soluzione “a pois”.
Finalmente è stato modificato il codice penale: dopo tre intimazioni senza risposta i non vaccinati saranno puniti dal TSDBP (Tribunale Speciale per la Difesa di Big Pharma) con la reclusione da otto a sedici anni per il reato di “nagazionismo vaccinale”.
Il Santo Padre domani impartirà da Piazza San Pietro la benedizione apostolica “Urbi, Orbi et Vaccinati”.
FONTE: https://www.facebook.com/100070758812209/posts/113091027726191/
BELPAESE DA SALVARE
Italia capofila per le strategie vaccinali a livello mondiale
Comunicato stampa AIFA n. 387
29/09/2014
La nomina alla Casa Bianca alla presenza di Barack Obama
Il Ministro Lorenzin e il Presidente AIFA Pecorelli: “Importante riconoscimento scientifico e culturale internazionale per il nostro Paese”
Italia impegnata con scuole e Atenei a formare studenti e insegnanti su importanza vaccinazioni e corretti stili di vita
Washington, 29 settembre 2014 – L’Italia guiderà nei prossimi cinque anni le strategie e le campagne vaccinali nel mondo. È quanto deciso al Global Health Security Agenda (GHSA) che si è svolto venerdì scorso alla Casa Bianca. Il nostro Paese, rappresentato dal Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, accompagnata dal Presidente dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) prof. Sergio Pecorelli, ha ricevuto l’incarico dal Summit di 40 Paesi cui è intervenuto anche il Presidente USA Barack Obama.
“È un importante riconoscimento scientifico e culturale all’Italia, soprattutto in questo momento in cui stanno crescendo atteggiamenti ostili contro i vaccini – ha dichiarato il prof. Pecorelli – Dobbiamo intensificare le campagne informative in Europa, dove sono in crescita fenomeni anti vaccinazioni. Si tratta di un’operazione che l’Italia intende condurre con il coinvolgimento attivo di tutti gli attori, incluse le Università. Per prevenire la diffusione di malattie da tempo eradicate nei paesi occidentali e che, oltre all’impatto drammatico che hanno su decessi e patologie evitabili, impongono costi rilevanti ai sistemi sanitari”.
“Sul tema della salute dobbiamo rafforzare la cooperazione internazionale – ha affermato il Ministro Lorenzin – Il tema dei vaccini sarà una delle priorità durante il semestre italiano di Presidenza Europea. Il nostro Paese si trova al centro dell’area mediterranea e le molte crisi internazionali hanno portato a nuovi imponenti flussi migratori. È necessario rafforzare i controlli nei confronti di malattie endemiche riemergenti come polio, tubercolosi, meningite o morbillo. Se vogliamo evitare il collasso dei sistemi sanitari del Vecchio Continente dobbiamo rafforzare i processi di vaccinazione verso tutte le persone che vivono in Europa. L’Italia, attraverso l’operazione Mare Nostrum, ha svolto oltre 80.000 controlli sanitari negli ultimi mesi. Abbiamo già sufficiente esperienza per coordinare campagne di prevenzione contro nuove possibili epidemie”.
“Ma l’impegno dell’Italia per questa campagna – ha proseguito Pecorelli – a favore della vaccinazioni si realizzerà anche con il coinvolgimento degli atenei, partendo da importanti esperienze già maturate con il progetto Salute 10+, promosso da Healthy Foundation in due Regioni, Lombardia e Veneto. Iniziativa che ora si estenderà in altre 7 Regioni, andando nelle scuole medie a parlare ai ragazzi (e ai docenti) di corretti stili di vita e vaccinazioni. Il progetto sarà presentato il 3 novembre a Roma, nel corso dell’incontro sulle politiche vaccinali promosso da Ministero Salute e AIFA nell’ambito degli eventi del semestre di presidenza italiana”.
Da Sinistra: Ranieri Guerra, Consigliere Scientifico Ambasciata a Washington, il Presidente dell’AIFA Sergio Pecorelli, Bill Corr, UnderSecretary for Human Health Services (HHS), il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin e il Vice Ambasciatore italiano a Washington, Ministro Luca Franchetti Pardo
FONTE: http://www.aifa.gov.it/content/italia-capofila-le-strategie-vaccinali-livello-mondiale
Ipotesi di gombloddoh
Di cose se ne sono dette tante, e ogni volta che avevamo dubbi, perplessità o predizioni per preoccupanti risvolti futuri ci è stato sempre riso in faccia. Puntualmente però i nostri dubbi hanno trovato conferma, ma questo non basta mai a tappare la bocca ai fanatici zerbini che nel nome delle scienziiiah sono riusciti ad affermare in questo periodo tutto e il contrario di tutto contro ogni logica di quella scienziaaah che tanto amano.
Adesso l’ultima follia: cominciare a sperimentare il sacro siero su bambini dai 5 agli 11 anni, ma sì…
FONTE: https://www.lavocedelpatriota.it/ipotesi-di-gombloddoh/
Ogni sgarro all’Ordine Costituito è bollato come “fascista”.
Tonio De Pascali- 27 07 2021
Protesta il mondo della politica e della cultura mainstream perchè i manifestanti no vax hanno disegnato Speranza con il volto di Hitler.
Insegno. Indecoroso, vergognoso.
Speranza come Hitler.
Le svastiche per identificare il Potere dei vaccini e dei green pass.
Ridicoli.
Da decenni ogni sgarro all’Ordine Costituito è bollato come “fascista”.
Da decenni chi è contro il sistema di valori imposto dall’Ordine Costituito è “fascista”.
E’ fascista chi è contro scioperi abusivi sul posto di lavoro o a scuola, è fascista chi è contro l’aborto, è fascista chi difende i valori tradizionali della religione, della famiglia, della politica.
E’ fascista chi non la pensa come i paladini del politically correct.
Il nemico è fascista, il cattolico è fascista, essere anticomunista è fascista, volere la famiglia con un padre e una madre è fascista.
Chi non celebra l’orgoglio gay è fascista, chi non celebra il femminismo è fascista.
Tutto ciò che è contrario al sistema dei valori imposto dal Nuovo ordine è fascista.
Il Diavolo è fascista.
Poi i no vax fanno una manifestazione in cui identificano il Potere come nazista, marchiato da una svastica, e si incazzano.
Prima educano una nazione ad etichettare come “fascista” tutto ciò che si vuole condannare e poi si incazzano se al primo provvedimento liberticida li identifichi come fascisti.
Prima lobotizzi le masse e le educhi a pensare come le macchine informatiche, con un 1 e con uno 0, ovvero ciò che è buono e ciò che è cattivo, ovvero fascista, bianco o nero, e poi si incazzano.
FONTE: https://www.facebook.com/100015824534248/posts/1028056681065140/
CONFLITTI GEOPOLITICI
CUBA: MENZOGNE TRAMITE SOFISTICATE OPERAZIONI DI CYBERSPAZIO
Una parola contro le guerre – 26 07 2021
Alcune sono di bassa lega facilmente individuabili da una stampa non corrotta. Castro in fuga. E’ vero! Si vede castro in aereo. Ma è un viaggio di 4 anni fa. Si vede un grande manifestazione riportata come effettuata dall’opposizione. 10.000 persone. Solo che si svolge ad Alessandria d’Egitto. Proteste di migliaia di persone contro il governo. In effetti 5.000 in dodici città, durate un solo giorno. Di più non poteva fare la ONG Fundaciòn para la democracia panamericana che ha sede presso gli anticastristi di Miami collegati con i servizi segreti USA e con la specialista in golpe NED: raccogliere qualche centinaio di persone con slogan che, tra l’altro, non accennavano alla penuria di cibi e di medicinali.
Le menzogne vanno bene se non ci sono persone che le sbugiardano. Qui un giornalista peruviano…per le foto truccate gli esperti fotoreporter di REUTER…degna di Roberto Saviano, che aveva mostrato una appassionata castrista come un’oppositrice, la bufala sui manifestanti anticastristi (vedi foto) presso la statua di Maximo Gomez che in effetti sono sostenitori del governo.
Preciso che le informazioni sulle bufale e sulla loro massiccia diffusione in rete provengono in gran parte da ”Il Simplicissimus”, “Svelata la grande truffa su Cuba”.
Ma dove la Cia dimostra la sua perizia maggiore che può facilmente conquistare le masse non politicizzate sta nel sapiente uso del cyberspazio, terreno di guerra privilegiato ora dagli States che hanno svolto in questo periodo seminari tecnici assieme ai loro compari occidentali per rispondere alle “aggressioni” cibernetiche di Russia, Cina, Corea del Nord, Iran…e per difendere le democrazie dalle fake news dei Paesi ostili e dei ribelli del proprio Paese, ribelli purtroppo disseminati in tutto l’Occidente.
Inviare mille tweet, per esempio, con un falso account ed avere una risposta automatica di 5 retweet al secondo con un programma chiamato BOT… inviare tramite molti altri falsi account migliaia di altri tweet con denunce sulle stragi Covid e sulle malefatte del “regime” ed avere, tramite uso di algoritmi e robot, risposte in massa sulla situazione disperata dell’isola.
Dobbiamo ad un esperto analista spagnolo, Julian Marcias Tovar la scoperta del marchingegno creato da SOS CUBA, la piattaforma mediatica, naturalmente tramite la CIA, esperta nell’operare in “rivoluzioni colorate”, in colpi di stato, nella creazione di un malessere popolare da destinare contro i governi ostili alla globalizzazione neocoloniale dell’Occidente.
Ciò che è sorprendente (si fa per dire) è la malafede degli intellettuali (anche qui si fa per dire) e dei giornalisti (nobile professione in grande discredito) sulle falsità facilmente decifrabili che scorrono attraverso i social e le dichiarazioni del Potere, impegnato da sempre contro le aspirazioni delle masse popolari ad una vita dignitosa…Ma ciò che è ancora più sorprendente (si fa per dire) è l’ingenuità di coloro che si dichiarano antagonisti e che non sono capaci di decifrare le fake news degli Imperi…così sì è creduto ai cimiteri di 10.000 persone causati dalle milizie di Gheddafi (fonte: ONG Save the children), torture e assassinii nelle carceri di Assad (fonte: Amnesty international), cittadini squartati in Romania (giustamente sulla faccenda era intervenuto con tempismo Giorgio Agamben che, informato del lavoro di disseppellimento e di interventi chirurgici successivi e della presenza sospetta un’equipe televisiva yankee, definì quell’obbrobrio “L’Auschwitz dello spettacolo”
Così militanti autodefinitisi pacifisti, altermondialisti, anticolonialisti, più volte si sono messi il berretto verde da combattenti e sono andati, assieme ai veri aguzzini, alla carica contro Paesi che lottavano per l’indipendenza politica ed economica.
Debbo dire che sono rimasto colpito anche da un servizio di un organo di stampa sì atlantista ma che ha cercato spesso di non mettersi davanti agli occhi una benda che oscurasse del tutto i delitti compiuti dagli eroi occidentali.
In “un approfondimento”, Diego Fabbri, esperto di caratura in chiave geopolitica, chiarendo in modo convincente le problematiche diplomatiche cui andrebbero incontro Russia e Cina, qualora volessero intervenire in favore di Cuba per lenire le sofferenze di un embargo condannato dall’ONU, dato il soffocante “contenimento” cui sono sottoposte dagli States, ha sottaciuto sulle bufale che dipingono il governo alle prese con un’enorme moltitudine di masse popolari, moltitudine inventata dai media, e non ha neanche accennato al fatto che nell’isola i morti da Covid sono dieci volte meno degli Stati Uniti. Silenzio assoluto sull’embargo criminale dell’Occidente contro cui lui stesso e la sua equipe avrebbero il dovere, come giornalisti, di porre in evidenza nella sua portata coloniale.
Ma tant’è. Sull’informazione e sulla conquista ideologica delle masse si gioca il futuro del Potere, come si è visto ampiamente nella politica sanitaria. Non essere vigili sulle azioni e sulle dichiarazioni dei governanti e dei loro padroni, multinazionali, Banche, Istituzioni militari, significa accettare supinamente il dominio, la servitù nel lavoro e nella vita. Davanti all’attacco monumentale contro il lavoro, la scuola, la ricerca, la sanità, l’ambiente, i servizi sociali, i diritti umani…non si può e non si deve stare tra due fuochi. Bisogna schierarsi, diventare partigiani, partigiani sul serio e finirla con cercare di essere d’accordo con tutti…
FONTE: https://www.facebook.com/357627327685247/posts/4271217769659497/
CULTURA
GIULIA CREMASCHI: IL CORPO COME MUSICA DEL MONDO
La professoressa Giulia Cremaschi oggi ha quasi ottanta anni. Si muove con calma, fa conversazione senza nascondere una timidezza che conferisce profondità e valore ad ogni parola pronunciata. Sono rari i suoi sorrisi che illuminano un volto. Ha una straordinaria capacità di ascolto. Ha il merito di aver rivoluzionato il metodo di recupero e di riabilitazione delle persone affette prevalentemente da handicap auditivo. Persone che si sarebbero definitivamente spente negli istituti pubblici. Il merito della Cremaschi è stato prioritariamente quello di stabilire che i bambini sono tali, senza condizionamenti legati ad handicap. Il compito dell’esperto è quello di aiutare il piccolo a tirare fuori le proprie capacità rispettandone la personalità. L’azione di reviviscenza delle facoltà individuali parte da una impostazione fondamentale: liberarsi subito di schemi mentali e di pregiudizi.
L’azione quarantennale della professoressa ha avuto come base l’impostazione umanistica che ritiene qualsiasi diversità una ricchezza e non una condizione da ricondurre a tipologie statistiche definite “protocolli” come parametri di una normalità standardizzata da circolari ministeriali. Racconta di essere arrivata alla musica spontaneamente. Immediatamente comprende la fortissima relazione fra corpo, mente e vibrazione del mondo. Il corpo per la Cremaschi è uno strumento musicale, una cassa di risonanza. Il compito del musicoterapista è quello di sviluppare nel bambino la capacità di interagire con il mondo percepito come una vibrazione! Se tutto è vibrazione, la Cremaschi intuisce che il pianoforte è lo strumento per eccellenza. Molte volte, utilizzerà il piano superiore del pianoforte dove farà camminare e sdraiare i bambini per insegnare loro a percepirne le vibrazioni, suscitando conseguenti comportamenti di risposta. È un successo. La Cremaschi allarga il raggio di azione. Ad una bimba diventata donna fa imparare il violoncello. È uno strumento a corda, vibra e viene abbracciato mentre è usato. La psicoterapeuta fa improvvisazione musicale per modulare sul momento il messaggio sonoro legandolo alla velocità e capacità di percezione del bambino.
Suona prevalentemente toni gravi che emettono maggiore vibrazione. Dimostra che l’ascolto dei fenomeni del mondo non passa solamente dalle orecchie, ma l’intero corpo è un organo di percezione totale. Afferma che la prima orchestra, la prima sinfonia è il grembo materno. La biografia della professoressa è scarna ma densa di eventi importanti. Fonda l’Associazione pedagogia musicale e musicoterapia di cui è presidente. La Musicoterapia Umanistica della Cremaschi diventa un’apripista per la sua indubbia efficacia. È presidente di Fim (Federazione italiana musicoterapeuti) e direttrice del corso quadriennale di musicoterapia umanistica, autrice di diversi libri in tema di musica e di istruzione. Nell’ottobre 2015, la Fim – Federazione italiana musicoterapisti è regolamentata in base alla norma Uni 11592 sulle Arti terapie e i suoi professionisti sono certificati all’interno di questi parametri legislativi. Il metodo diventa notizia per il vasto pubblico quando il giornalista Domenico Iannacone intervista Giulia Mazzi una ragazza seguita dalla professoressa.
Nonostante la sua sordità totale Giulia Mazzi apprende grazie alla sua intelligenza luminosa e pronta, alla sua volontà ferrea di riuscire ad afferrare il mondo con altri mezzi. Il sodalizio fra le due Giulie dura decenni con frequentazioni assidue inframmezzate da distacchi. Eccellente il servizio giornalistico realizzato dal paziente, umano e bravissimo giornalista per la Rai nella puntata di “Che ci faccio qui” di lunedì 29 marzo 2021. Un filmato trascinante, che da speranza, che fa conoscere personalità di notevole spessore quasi sempre lontane dai radar del circo mediatico e acefalo, dove vince chi urla più forte. Durante la lunga conversazione con la Giulia Cremaschi, il giornalista le riconosce i meriti di un approccio pedagogico da lei inventato con mezzi poveri, artigianali spesso creati dal nulla. Lei lo guarda attentamente e con calma inflessibile sceglie le parole e seriosamente risponde che è stato merito dei bambini e che, anzi, lei ha avuto per sé più di quanto lei abbia fatto per loro. Lo spirito di una vita straordinaria ed appassionante è racchiuso nella estrema semplicità di questa risposta. Una lezione di umiltà, di perseveranza, di capacità, di sensibilità non comune, per chi è capace di percepirla.
FONTE: https://www.opinione.it/cultura/2021/09/21/manlio-lo-presti_giulia-cremaschi-musica-mondo-bambino-handicap-associazione-pedagogia-musicale-musicoterapia/
Cancel culture e delegittimazione della memoria: il “delirio suicida” dell’Occidente
Le cronache ridondano di episodi di “cancel culture”. Dichiarazioni pubbliche e manifestazioni sociali, spesso violente e talvolta grottesche, dominano lo scenario politico contemporaneo del vecchio mondo, in Europa e Oltreoceano. Dall’abbattimento delle statue di Colombo e Churchill all’incriminazione delle opere di Shakespeare, Dante e Omero, dalle accuse alla musica di Mozart alle inquisizioni linguistiche e simboliche di fiabe, poesie e opere d’arte di ogni tempo. Un “delirio suicida”, come lo ha definito, Ernesto Galli della Loggia, che sta demolendo l’immagine che l’Occidente ha di se stesso, delegittimandone la memoria e paralizzandone l’azione culturale.
Per gli scienziati politici, la cancel culture è un fenomeno tipico della tarda modernità, una teoria elaborata da una “cultura dominante” che cambia contenuti a seconda del contesto sociale: in società povere, tende a coincidere con una cultura conservatrice in morale e religione, incline ai valori nazionali; in società benestanti, come nel mondo post-industriale, tende a configurarsi come una cultura progressista, liberal e “fluida”, favorevole alle ideologie gender, ai “sex same marriage” e al movimento LGBTQ, incline a un multiculturalismo incondizionato.
In breve, si può definire come una strategia politica adottata da attivisti che esercitano pressioni sociali volte a ottenere l’esclusione culturale di un nemico pubblico accusato di parole o fatti non necessariamente compiuti e per questo stigmatizzato e criminalizzato.
Ai giorni nostri, questo metodo di censura e discriminazione ha assunto i connotati del politicamente corretto, una neolingua della propaganda che condiziona il dibattito intellettuale e la sua libertà di espressione.
Si tratta di una polizia del pensiero che evoca tutte le forme novecentesche del controllo totalitario delle idee, dal rogo dei libri della Germania nazista alle sanguinarie persecuzioni comuniste, da Lenin a Mao, contro i dissidenti.
Le origini di questo “processo al passato” sono da recuperare nella tradizione francese del “terrore giacobino” e della furia iconoclasta del ‘68.
Secondo Marc Fumaroli, sono le “pazzie sessantottine” che al nichilismo e all’anarchismo giovanile associarono le successive ondate di leninismo letterario, trotzkismo e maoismo, con l’aggiunta di Freud rivisto e corretto da Lacan, la decostruzione di Derrida e la teoria postmoderna di Lyotard.
Il giacobinismo intellettuale parigino fu poi portato in trionfo nei campus universitari statunitensi, in un curioso viaggio di andata e ritorno al di qua dell’Atlantico, con le annesse e connesse contraddizioni della democrazia americana.
La cultura “woke”, in fondo, la nuova parola d’ordine del conformismo liberal, altro non sarebbe che la chiamata alle armi delle vecchie élites culturali occidentali contro il proprio passato.
Con il pretesto umanitario dell’eguaglianza e della giustizia sociale, le nuove “oligarchie della virtù” vigilano sulla correttezza politica del pensiero, istigando le masse alla violenza contro parole, opere d’arte, monumenti e simboli di ogni tempo. Lo “stay woke” è il nuovo odio mascherato dalla demagogia della lotta alle discriminazioni razziali, coloniali e di genere, vere e presunte.
Gli apologeti di questo perenne processo al passato, naturaliter occidentale, mediterraneo, europeo e americano, predicano l’odium sui (l’odio per la propria cultura) e la liberazione finale dalle costruzioni della civiltà borghese, dimenticandone però i vantaggi morali e materiali.
Figli e nipoti dei maîtres à penser della contestazione si dicono terzomondisti e anticapitalisti, accusano i paesi ricchi di sfruttare i paesi più poveri, omettendo le conquiste morali e giuridiche del vecchio mondo: la libertà, i diritti umani, la parità uomo-donna, il lavoro, la democrazia.
Insomma, la cancel culture è la nuova frontiera del politicamente corretto. Erede della ghigliottina rivoluzionaria, costituisce una nuova e sempre più grave forma di censura che non nasce da una qualche cultura reazionaria o conservatrice, ma dalla sinistra radicale, libertaria e neocomunista, e dai movimenti di liberazione delle “minoranze oppresse”. Non si tratta certo del vecchio moralismo vittoriano, né del maccartismo da guerra fredda, ma di un nuovo movimento nato nei salotti buoni della cultura per poi dilagare nelle piazze americane, con Me Too e Black Lives Matter.
I cancellatori del passato non si limitano più a criticare le opinioni ritenute non conformi a totem e tabù dell’ideologia progressista, ma puntano direttamente all’eliminazione delle opere e alla esclusione morale, sociale e civile dei loro autori. Artisti, giornalisti, scrittori, professori, scienziati e filosofi sono licenziati dall’oggi al domani e condannati alla rimozione collettiva.
Allo stesso tempo, il pantheon della nostra cultura viene sacrificato a uno spirito dei tempi, bacchettone e sanguinario, ostile a qualsiasi impurità di un passato del quale si celebra il rogo collettivo. E nell’inferno dei cancellatori finisce l’intera tradizione classica, dalla letteratura alla musica e alle arti figurative.
Se talebani e islamisti di ogni parrocchia hanno demolito i Buddha di Bamiyan e i tesori archeologici di Palmira, i nuovi cattivi maestri abbattono simboli e monumenti in nome del Bene e del Progresso: Cristoforo Colombo non è più il grande navigatore che scoprì il nuovo mondo, ma il padre dello sterminio degli indigeni; Abraham Lincoln non è il “grande Emancipatore” nella guerra di secessione americana, ma un suprematista bianco, reo di aver riservato agli afroamericani qualche epiteto figlio del suo tempo; finanche Forrest Gump, eroe sempre pronto a difendere disabili, malati e reduci di guerra, è stato accusato di connivenza con il Ku Klux Klan.
Insomma, la nuova censura sfiora il ridicolo, soprattutto Oltreoceano. Ma anche in Europa non bisogna abbassare la guardia, visto lo zelo negazionista che ha recentemente colpito le Foibe e la memoria storica di tutti gli italiani.
Il processo al passato, con la decontestualizzazione di azioni, comportamenti e linguaggi propri di un determinato periodo storico, porta a una damnatio memoriae che delegittima la cultura e genera smarrimento nelle nuove generazioni. “Distruggere le statue non trasformerà il passato, lo renderà meno comprensibile”, ha dichiarato Abnousse Shalmani, scrittrice iraniana esule in Occidente.
Cancellare il passato significa pregiudicare il futuro e il rapporto profondo che ogni cultura ha con il tempo. Se l’universo dei valori di ogni civiltà è radicato nel tempo, la cancel culture è una minaccia per la cultura che vive e si alimenta della memoria. L’odio del passato dei novelli Goebbels del politically correct è alle origini della incomunicabilità dei nostri giorni e sta condannando l’Occidente alla sua estinzione. Stay woke!
FONTE: https://www.lavocedelpatriota.it/cancel-culture-e-delegittimazione-della-memoria-il-delirio-suicida-delloccidente/
Ecco la casa di Maroni, l'”ottimo” architetto di Gabriele d’Annunzio
20 Settembre 2021 – 06:00
Una casa per il costruttore della Casa, “artefice di bellezze”, Comandante della Santa Fabbrica, l'”ottimo combattente divenuto ottimo costruttore”
Una casa per il costruttore della Casa, «artefice di bellezze», Comandante della Santa Fabbrica, l’«ottimo combattente divenuto ottimo costruttore»… Benvenuti nella piccola casa di Gian Carlo Maroni (1893-1952), architetto e costruttore del Vittoriale degli Italiani – la «Santa fabbrica», residenza, rifugio e libro di pietre vive di Gabriele d’Annunzio – a Gardone Riviera, sul lago di Garda.
Nell’anno del centenario dell’inizio dei lavori (1921-2021) che trasformarono villa Cargnacco, appena acquistata dal Comandante di Fiume dallo Stato italiano, in quello che oggi è il Vittoriale, ieri qui è stato inaugurato il Museo della Santa Fabbrica dedicato alla vita e al lavoro del grande architetto. La sua piccola casa-studio dentro il parco del Vittoriale, una dependance tra la Prioria e il lago, che lui chiamava «Cassaretto», da lui stesso progettato e realizzato ristrutturando un rustico preesistente, dagli anni Ottanta del ‘900 è sempre stata la residenza dei Presidenti del Vittoriale. Fino a che l’attuale titolare della carica, Giordano Bruno Guerri, ha deciso di autosfrattarsi e di trasformare il «Cassaretto» in un museo permanente – il Museo della Santa Fabbrica diretto da Chiara Arnaudi – che celebra vita, opera e cantiere perpetuo di Gian Carlo Maroni. «Lavorerai per abbellire la mia casa», gli disse d’Annunzio. Che è quello che fece.
Ed eccolo qui il francescano rifugio dell’architetto, che il Vate chiamava «Fra’ Carlo»: riservato, umile, operoso. La casa-museo è su tre livelli. Al piano terra, il più intimo, è ricostruita la personalità di Gian Carlo Maroni: ci sono bellissime fotografie, mai viste e che arrivano da un lascito privato, di d’Annunzio e Maroni in queste stesse stanze, negli anni Venti e Trenta – testimonianza di una grande amicizia tra i due, che parlavano, discutevano, a volte litigavano, esigentissimo il primo, rigorosissimo il secondo – e la ricca biblioteca dell’architetto, con alcuni libri con dedica del Comandante, tra cui la seguente, caso unico in cui d’Annunzio riconosce qualcuno migliore di sé: «A Gian Carlo Maroni, questo esemplare princeps che m’era destinato, e ch’io gli offro perché in lui è il meglio di me e in verità egli è migliore di me», Il Vittoriale, 20 marzo 1937…
Il primo piano è invece quello della camera da letto, dove ora sono esposti i foulard in seta con i «quadrati fausti» e i motti dannunziani più celebri, e la «stoffa araldica» con lo stemma di Principe di Montenevoso realizzata da Guido Marussig (1885-1972), che nel 1919 era stato a Fiume con d’Annunzio; e poi il guardaroba, con gli abiti, quotidiani e da gran galà, del padrone di casa, assieme ai suoi oggetti personali e di lavoro. C’è anche un suo sigaro…
E al piano interrato ecco lo studio dell’architetto, con i plastici – restaurati per l’occasione – delle opere progettate per il Vittoriale: l’anfiteatro, il Mausoleo degli Eroi, Schifamondo…
Maroni si merita completamente un suo museo – una casa dentro la grande Casa – perché fu artefice del Vittoriale ma anche perché lo custodì, lo valorizzò, lo tutelò dopo la morte del Vate, fino alla propria, nel 1952. Si dice, addirittura, che andasse da Mussolini confidandogli che gli era comparso in sogno d’Annunzio, il quale gli chiedeva soldi per questo e per quel nuovo lavoro… Il Duce, però, non ci cascava. Per la Santa Fabbrica aveva già dato troppo.
FONTE: https://www.ilgiornale.it/news/spettacoli/ecco-casa-maroni-l-ottimo-architetto-gabriele-dannunzio-1976461.html
CYBERWAR SPIONAGGIO INFORMAZIONE DISINFORMAZIONE
Giulietto Chiesa racconta le trame dei “Padroni universali”
La genesi del “Draghistan”: come la comunicazione crea un regime totalitario
di Gandolfo Dominici*
L’Italia è oggi insieme agli Emirati Arabi (monarchie assolute) il paese al mondo dove il cosiddetto “green pass” è esteso praticamente ad ogni attività ed è il primo stato in Europa per limitazioni dei diritti mediante “certificato verde”. A differenza degli Emirati Arabi però l’Italia è (o dovrebbe essere) una Repubblica Democratica fondata sul lavoro (art. 1 Cost.) sebbene oggi, di fatto, il diritto al lavoro venga subordinato ad un certificato di obbedienza alla politica sanitaria del governo. L’Italia fa anche parte dei 47 paesi membri del Consiglio d’Europa che, con la Risoluzione 2361/21, vieta espressamente – anche con il voto italiano – qualunque obbligo o pressione per la vaccinazione anche a livello di propaganda mediatica.
Nessuno sembra turbato dal fatto che la stampa – ed i media in genere – impunemente bombardino di insulti senza precedenti – “criminali no-vax” come ha titolato ad esempio Libero – chiunque non si conformi alla politica sanitaria del governo e della sua Cabina di Regia. Inoltre, detta Cabina di Regia, oltre a non essere un organismo previsto dal nostro Ordinamento, non può fare a meno di richiamare – per certi versi – il Comitato per la Salute Pubblica di giacobina memoria. Tutto ciò avviene senza alcun turbamento di quegli stessi campioni dei diritti umani che fino al 2019 giustamente tuonavano: “Mai la paura deve giustificare la cessione dei diritti!” e, che invece oggi, sono i più convinti paladini dell’obbedienza al governo.
E nemmeno li turba dichiarare candidamente che ”l’obbligo vaccinale è libertà”, come in Turkmenistan il cui presidente Gurbanguly Berdimuhamedow (chiedo aiuto per la pronuncia) dopo avere vietato ai cittadini (sudditi?) la tintura per capelli, ha introdotto la vaccinazione Covid obbligatoria per tutti, incurante del fatto che non sia stata ultimata la sperimentazione per gli effetti avversi nel lungo termine.
Ma come è avvenuto tutto ciò? Come ha fatto l’Italia, il paese con la “Costituzione più bella del mondo” a diventare il DRAGHISTAN dove tutto è subordinato al dio vaccino?
E’ pensiero comune che le dittature si basino sulla coercizione militare. Ma, se si analizza bene e più in profondità la genesi delle dittature nella storia, si comprende come questa sia una credenza alquanto superficiale e si può notare, allora, come la vera base di ogni dittatura sia la PAURA. Da ciò consegue che, nel mondo globalizzato e iperconnesso attuale, non serva più un’invasione militare per controllare un popolo, piuttosto è indispensabile (o, se preferite, sufficiente) avere il controllo dei mass media che creano quella che sarà la sua realtà percepita.
Come si genera la paura?
La paura si genera costruendo, tramite la comunicazione – che si avvale anche di tecniche che oggi sono basate sulla PNL (Programmazione Neuro Linguistica) – un nemico da temere e contro il quale bisogna obbedire per combatterlo. Questo nemico può essere un paese avversario, una organizzazione terroristica, una minoranza, una etnia, un virus, oppure – più semplicemente – chi non segua i comandamenti del governo.
In una intervista, rilasciata nel Marzo 2020, il filosofo e psicologo Argentino Miguel Benasayag diceva: “L’epidemia è il sogno del tiranno … è una tirannia triste dove la gente per paura obbedisce ciecamente al tiranno dicendo: non è il tempo di pensare, è il tempo di obbedire!”. L’incubo del regime bio-politico di Focault si realizza.
Ecco dunque spiegata la cieca obbedienza pandemica! La stessa cieca obbedienza per la quale persino Ferruccio Resta, Presidente della CRUI , ha recentemente – ed in maniera preoccupante – affermato lapidario: “L’Università sta con il Governo”. Sottraendo, quindi l’Università alla sua storica e legittima collocazione quale luogo del libero pensiero, per renderla strumento di una intellighenzia strumentale al potere.
E’ su tali basi che i popoli occidentali hanno dimenticato, in poco tempo, secoli di diritti e le battaglie per ottenerli, accentando “restrizioni” draconiane e distopiche che (alla luce dei dati comparati ora disponibili) si sono rivelate inutili se non dannose sul piano sanitario, oltre che sociale ed economico. Secoli di stato di diritto andati in fumo con DPCM e decreti a cui solo pochi, per ora invano, hanno tentano invano di opporsi.
Negli ultimi due anni abbiamo visto come, tramite i media, è avvenuta la prima guerra di manipolazione di massa della storia.
La Libertà, da diritto inviolabile, è divenuta “vizio” se non addirittura “psico-reato” orwelliano. Frasi del tipo: “non si possono consentire pericolose libertà!” sono divenute frequenti su tutti i media.
Come è potuta avvenire questa trasformazione totalitaria?
I regimi totalitari nascono come un cancro della democrazia e si basano sul consenso delle masse. Il formarsi della neoplasia costituita dall’odierno totalitarismo post-democratico si fonda sulla manipolazione delle masse.
Cosa vuol dire manipolare?
La manipolazione delle masse utilizza, in modo distorto, la psicologia umana e sociale e, attraverso le informazioni, le comunicazioni, e soprattutto le emozioni, realizza una costruzione sociale della realtà che sia confacente alle esigenze di un regime.
Un anno intero tra lockdown e coprifuoco ha escluso le masse dalla realtà sociale fisica proiettandole quasi integralmente in una realtà virtuale plasmata ad hoc dai media controllati dal regime.
Il bombardamento mediatico ha reso possibile il cambiamento del linguaggio, che – come asseriva Wittgenstein – è il “mediatore” della costruzione della realtà, o in modo più adeguato, del rapporto che lega l’uomo, la sua azione e il contesto in cui egli vive. Cambiando il linguaggio cambia anche il pensiero e si stabiliscono i confini tra ciò su cui è consentito dibattere e ciò che è “blasfemo”!
Con ciò giungendo (ad esempio) a bollare come inutile e pericoloso (quindi blasfemo) il proporre test salivari gratuiti per tutti (vaccinati e non) – stigmatizzando la (evidente) maggiore sicurezza che i test comportano – poiché tale proposta implica una non piena fede nel dio vaccino e in chi lo amministra.
Il grado di paradosso cui è giunta la nostra società è tale che il romanzo di fantascienza di Orwell “1984”, possa oggi ritenersi un manuale di Scienze Politiche.
In 1984 troviamo sia la costruzione della realtà sociale con il cambiamento del linguaggio (neo-lingua), sia l’inversione semantica del bis-pensiero (La guerra è pace, la libertà è schiavitù, l’ignoranza è forza). Infatti è oggi chiaramente ravvisabile l’utilizzo dell’inversione semantica in frasi di quasi tutti i politici e dei molti araldi del regime (indegnamente chiamati giornalisti), del tipo: “l’obbligo è libertà” o “chiudiamo oggi per riaprire domani”, etc.
Anche le statistiche ed i dati (spesso interpretati da gastroenterologi e veterinari) si rivelano regolarmente sballati e contraddittori ed evidenziano una similitudine con il bollettino della “Guerra all’Eurasia” che leggiamo nelle pagine di 1984. Come in quel libro, i bollettini di contagio continui fanno parte della creazione della paura; mediante tale costruzione mediatica (che diviene realtà), vediamo, ad esempio, che gli asintomatici si trasformano in “casi” ed i casi – in quanto tali – vengono propagandati quali prossimi alla morte.
Un’altra tecnica, tipica del totalitarismo, è la demonizzazione e disumanizzazione del nemico. Persone con cui prima condividevamo la vita quotidiana ci vorrebbero morti con frasi del tipo: “spero che chi non si vaccina finisca intubato!” oppure “chi non rispetta le regole del governo deve essere escluso dalla società e dai servizi!”. Il nemico può cambiare a seconda delle esigenze del regime che controlla la narrazione: si è passati dunque dai runner untori, a chi fa i festini o prende l’aperitivo, ai novax criminali.
Peraltro, come evidenziato da fonti mai tacciabili di antisemitismo, la retorica utilizzata è del tutto analoga (e a volte anche peggiore) di quella del periodo nazi-fascista. Basta andare a prendere le prime pagine dei giornali di quel periodo e paragonarli con quelli odierni per rendersene conto. In questo quadro, la distinzione tra pro e no vax non è altro che un riuscitissimo strumento di controllo delle masse.
Da quanto sopra discende come la vaccinazione periodica (si parla già di terza dose e magari quarta all’infinito come in Israele) che il governo (si badi bene, non lo Stato) auspica perché sia concesso il lasciapassare green, non sia che un altro metodo di controllo sociale, sia per l’ovvio tracciamento digitale che ne deriva, sia per rendere l’individuo assoggettato a “dosi” dette “immunizzazioni” – pur essendo risaputo come essi non possano evitare la trasmissione del virus SarsCov2 – somministrate potenzialmente all’infinito con effetti (in parte) imprevedibili a carico del sistema immunitario dei “sudditi” che potrà divenirne dipendente .
Ma perché c’è chi viene manipolato e chi no?
Per rispondere a tale quesito mi vengono in aiuto i diversi esperimenti di psicologia sociale che, da oltre 10 anni, espongo ai miei studenti per spiegare il comportamento umano (riferito – nelle materie che insegno – al comportamento del consumatore).
Il primo di questi è l’esperimento di Solomon Asch del 1951.
L’esperimento prevedeva che 8 soggetti, di cui 7 complici dello sperimentatore, si incontrassero in un laboratorio, per quello che veniva esposto come un esercizio di percezione visiva. Venivano mostrate, a più riprese, delle schede con tre linee di diversa lunghezza e si domandava ai soggetti, cominciando dai complici, quale fosse la linea più lunga o più corta. Dopo un paio di risposte veritiere, dalla terza serie di risposte in poi i complici incominciavano a rispondere in maniera concorde tra loro ma palesemente errata. Il vero soggetto esaminato, che doveva rispondere sempre per ultimo, in circa ¾ dei casi rispondeva in maniera scorretta conformandosi alla risposta sbagliata data dalla maggioranza dei complici. Solo circa ¼ continuava a rispondere secondo ciò che pensava non conformandosi.
Calando questo esperimento nella nostra realtà, in una situazione in cui tutti i media – a reti unificate – insistono nel proporre le stesse false/parziali/manipolate informazioni in non casuale assenza di contraddittorio, diveniamo dunque noi i soggetti sperimentali dell’esperimento di Asch che trova oggi – in tal modo – una drammatica conferma su larga scala.
Come nasce la discriminazione e come la si rende accettabile?
Un altro esperimento di psicologia sociale, che come vedremo sta iniziando a livello di massa in questi giorni, è quello della “Classe divisa” di Jane Elliott; ideato all’indomani dell’assassinio di Martin Luther King per provare gli effetti della discriminazione.
Elliot prese in carico una classe di scuola e indicò i bambini con gli occhi chiari come un gruppo “superiore” e quelli con gli occhi scuri come gruppo “inferiore”. Portò allora in classe dei collari marroni e ordinò ai bambini con gli occhi chiari di metterli al collo dei loro compagni con gli occhi scuri per identificarli più facilmente come appartenenti alla “minoranza inferiore”. I bambini con gli occhi chiari avevano dei privilegi: accesso alla nuova palestra cinque minuti in più di ricreazione, etc. I bambini con gli occhi chiari vennero inoltre invitati a giocare solo tra loro, snobbando quelli con gli occhi scuri. L’insegnante rimproverava spesso solo i bambini con gli occhi scuri. Per convincere i bambini con gli occhi chiari della inferiorità di quelli con gli occhi scuri, la Elliott disse loro che gli occhi chiari erano scientificamente legati ad una maggiore intelligenza e bontà d’animo. I bambini “superiori” divennero arroganti, prepotenti con i loro compagni “inferiori”. I bambini “superiori” avevano un rendimento scolastico superiore rispetto a quelli “inferiori” discriminati.
Oggi è ricominciata la scuola in presenza, la prima domanda che, in gran parte delle classi delle scuole superiori, gli insegnati hanno fatto è stata: “Alzi la mano chi è vaccinato!” Ecco in corso l’esperimento di Elliot su larga scala, ne vedremo presto gli effetti!
Attualmente, con il SuperPass del magnifico e super acclamato leader SuperMario Draghi, in Italia (Draghistan) ci troviamo dunque di fronte al più vasto ed articolato esperimento sociale di discriminazione della storia. La “superlatività” di tale esperimento non è dovuta alla sua efferatezza – si ritiene oltremodo improbabile, se non impossibile, che si possa arrivare ai campi di stampo nazista, o ai più recenti e più diffusi campi di rieducazione comunisti – bensì alla sua capillarità, estensione e precisione, oggi possibile grazie a tecnologie impensabili novanta anni fa.
Ci troviamo di fronte a una vera e propria apartheid che è, solo apparentemente, basata sulle scelte mediche (vaccinato-non vaccinato) poiché infatti sottende l’obbedienza o meno ai precetti (per ora sanitari) del Governo. Il lasciapassare “concede” quelli che un tempo erano diritti fondamentali inviolabili ed inalienabili ed il pieno diritto di cittadinanza solo a chi ottempera a determinati ordini decisi dal governo, relegando gli altri al ruolo di devianti che, in quanto tali, siano da considerarsi reietti e pericolosi.
Oggi è il vaccino, domani sarà il ranking sul comportamento “green” (la scelta italiana del nome “green pass” sarebbe dunque spiegata), poi magari servirà perché il cittadino possa avere accesso al voto o potrà essere revocato per un ritardo nel pagamento delle imposte (da “evasori vaccinali” a evasori fiscali il passo è breve). In altre parole potrà essere utilizzato per qualunque altra azione il governo vorrà imporre ai “sudditi” che solo tramite l’obbedienza assurgono al rango di “cittadini”. Si tratta di una coercizione apparentemente non violenta dal punto di vista fisico ma molto più efficace di quella fisica.
Nel Draghistan del SuperPass di SuperMario Draghi è stato ormai sdoganato il principio che la libertà non è più un diritto innato e inviolabile di tutti, ma che, insieme ad altri, diritti debba essere “concessa” previo ottenimento di un certificato digitale di obbedienza al governo.
* Professore Associato di Economia e Gestione delle Imprese – Università di Palermo – esperto di Cibernetica Sociale – Editor in Chief della rivista scientifica Kybernetes – CV: https://gandolfodominici.it/
intervista ad Vera Sharav; https://www.youtube.com/watch?app=desktop&v=kKZmJSPiTyg
FONTE: https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-la_genesi_del_draghistan_come_la_comunicazione_crea_un_regime_totalitario/39602_43131/
Green Pass: verso il sistema di crediti sociali cinese
Non serve essere degli scienziati per dubitare dell’efficacia sanitaria del lasciapassare, in neolingua Green Pass, termine evocativo del neo-ecologismo pauperista caldeggiato dai fautori del reset del sistema economico globale. Sebbene le evidenze abbiano dimostrato la contagiosità anche della popolazione vaccinata, l’ortodossia del pensiero unico terapeutico non tollera il buonsenso, considerato l’eresia delle eresie.
Qual è il vero obiettivo di tale politica discriminatoria, portata avanti con tanta pervicacia da parte del nostro governo, sulla scia di quello francese, che procede con fermezza e ostinazione, incurante delle veementi e incessanti proteste popolari?
Semplicemente il controllo: non soltanto dei renitenti, esclusi ormai dagli spazi lavorativi e ricreativi, ma ancor più degli obbedienti. D’ora in poi chi ha ricevuto la sacra unzione potrà mostrare la tessera verde per accedere in ogni luogo, dal cinema al treno, dal posto di lavoro alla scuola dei propri figli. Ogni movimento del cittadino avverrà previa esibizione di un codice a barre, tanto che qualcuno ha già pensato di imprimerselo in modo indelebile sul corpo con un tatuaggio, gesto surreale, ma subito rilanciato con entusiasmo dai media. La stessa Greta Thunberg, paladina e icona del mondo neoecologista, si è mostrata su Instagram in un post in cui esibisce soddisfatta un codice a barre fatto a uncinetto, pochi giorni dopo seguito da una foto con mascherina e cerotto, a testimonianza della sua avvenuta vaccinazione.
Non più visto come identificativo di lettura di un prodotto industriale, ma nuovo elemento distintivo dell’uomo nell’era pandemica: lo sdoganamento del codice a barre (o meglio QR code) è avvenuta. Se durante le dittature del passato il lasciapassare consisteva in una tessera cartacea, oggi il nuovo regime terapeutico può contare sul contributo dell’intelligenza artificiale e dei suoi prodigiosi dispositivi di controllo che, grazie alla pandemia, sono divenuti sempre più diffusi e capillari.
Capofila nella sorveglianza digitale di massa è senz’altro la Cina, considerata non a caso il prototipo cui ispirarsi dai fautori del Grande Reset di Davos. E proprio dal Dragone arriva un meccanismo di controllo onnipervasivo della popolazione basato su premi e punizioni: il sistema dei crediti sociali. Si tratta di un meccanismo di monitoraggio e registrazione digitale dei dati che classifica e valuta la popolazione, ispirato a un modello di gestione manageriale della collettività che “permette a chi è affidabile di vagare ovunque sotto il cielo, rendendo difficile per chi è stato screditato di fare un solo passo”.
Il sistema punisce le trasgressioni, che possono includere l’appartenenza o il sostegno a organizzazioni non riconosciute dal governo, atteggiamenti di critica eccessiva al Partito, il mancato o ritardato pagamento dei debiti, ma anche suonare il clacson, non pulire il marciapiede di fronte al proprio negozio o alla propria casa, non essere diligenti nella raccolta differenziata: in pratica tutti quei comportamenti ritenuti illegali o inaccettabili dal governo di Pechino. Le punizioni possono essere severe e includere il divieto di lasciare il Paese, di utilizzare i mezzi pubblici, il check-in negli alberghi, l’assunzione di ruoli lavorativi di elevata visibilità, ma anche connessioni internet più lente e la stigmatizzazione sociale sotto forma di iscrizione in blacklist pubbliche. Allo stesso tempo è concesso rimediare e guadagnare punti, attraverso donazioni di beneficenza, assistenza agli anziani, volontariato per il Partito e altri comportamenti sociali ritenuti virtuosi ed encomiabili. In cambio si otterranno una serie di agevolazioni, dalla migliore assistenza sanitaria all’accesso facilitato al credito, dalla precedenza nelle ammissioni scolastiche ai vantaggi nell’assegnazione di posti di lavoro.
La finalità cui sostiene di ispirarsi il governo cinese consiste nell’esercizio di una funzione educativa e disciplinante della popolazione e l’orientamento dei cittadini verso il compimento del bene comune. Una sorta di Grande Fratello, che non tiene in alcuna considerazione il rispetto della privacy e considera i cittadini come un esercito da irreggimentare, un gregge omologato in cui l’individuo perde la sua identità per conformarsi a quanto predisposto. Se finora poteva sembrarci un sistema distopico, degno della serie Black Mirror, inconcepibile per la nostra civiltà, oggi la stessa logica permea la funzione del Green Pass: impedire alla minoranza dei cittadini che non aderisce alla nuova ortodossia scientista di svolgere attività fondamentali ed esercitare un controllo capillare sulla restante popolazione. Il fine dichiarato, con il grimaldello della crisi sanitaria, è quello di creare un mondo migliore, un futuro che possa avvicinarsi a quello prospettato da Ida Auken per il 2030: controllati in tutti i nostri movimenti e nelle nostre azioni e persino nei pensieri e nei sogni, ma felici. Distopia, esagerazione? Forse avremmo pensato lo stesso se solo due anni fa ci avessero pronosticato quanto stiamo vivendo.
FONTE: https://ilariabifarini.com/tessera-verde-verso-il-sistema-di-credito-sociale-cinese/
DIRITTI UMANI
Uomini e lemmings (di Giorgio Agamben)
I lemmings sono dei piccoli roditori, lunghi circa 15 centimetri, che vivono nelle tundre dell’Europa e dell’Asia settentrionali. Questa specie ha la particolarità di intraprendere improvvisamente senza alcun motivo apparente delle migrazioni collettive che terminano con un suicidio in massa nelle acque del mare. L’enigma che questo comportamento ha posto agli zoologi è così singolare che essi, dopo aver tentato di fornire spiegazioni che si sono rivelate insufficienti, hanno preferito rimuoverlo. Ma una delle menti più lucide del XX secolo, Primo Levi si è interrogato sul fenomeno e ne ha fornito un’interpretazione convincente. Noi diamo per scontato che tutti gli esseri viventi desiderino continuare a vivere: nei lemmings per qualche ragione questa volontà è venuta meno e l’istinto che li spingeva a vivere si è rovesciato in un istinto di morte.
Io credo che qualcosa di simile stia oggi accadendo a un’altra specie di viventi, quella che noi chiamiamo homo sapiens. Il suicidio collettivo avviene qui – come si conviene a una specie che ha sostituito all’istinto il linguaggio e a un impulso endosomatico una serie di dispositivi esterni al corpo – in modo artificioso e complicato, ma il risultato potrebbe essere lo stesso. Gli esseri umani non possono vivere se non si danno per la loro vita delle ragioni e delle giustificazioni, che in ogni tempo hanno preso la forma di religioni, di miti, di fedi politiche, di filosofie e di ideali di ogni specie. Queste giustificazioni sembrano oggi – almeno nella parte dell’umanità più ricca e tecnologizzata – cadute e gli uomini si trovano forse per la prima volta ridotti alla loro pura sopravvivenza biologica, che, a quanto pare, si rivelano incapaci di accettare. Solo questo può spiegare perché, invece di assumere il semplice, amabile fatto di vivere gli uni accanto agli altri, si sia sentito il bisogno di istaurare un implacabile terrore sanitario, in cui la vita senza più giustificazioni ideali è minacciata e punita a ogni istante da malattie e morte. E solo questo può spiegare che, benché le industrie che li producono abbiano dichiarato che non è possibile prevedere gli effetti dei vaccini a lungo termine, perché non è stato possibile rispettare le procedure previste e che i test sulla genotossicità e cancerogenicità termineranno solo nell’ottobre del 2022, milioni di persone sono state sottoposte a una vaccinazione di massa senza precedenti. È perfettamente possibile – anche se non è in alcun modo certo – che fra qualche anno il comportamento degli uomini risulterà simile a quello dei lemmings e che la specie umana si stia in questo modo avviando alla sua estinzione.
ECONOMIA
“Incrociamo tutto”. Il Fisco entra nelle case (e nelle tasche)
21 Settembre 2021 – 22:45
Il nuovo sistema di controllo anti-evasione è già in cantiere. Al centro di tutto le banche dati: l’arma più potente contro i “furbetti”
Doug Casey sulla prossima “crisi” che l’élite globale sta pianificando
International Man: Ogni anno, la classe dirigente internazionale – i leader mondiali più influenti, gli amministratori delegati delle grandi aziende, i migliori accademici e persino le celebrità – si riunisce a Davos. Discutono di argomenti che li interessano e prescrivono le loro politiche preferite. Qual è la sua opinione sulla folla di Davos e su quello che stanno facendo?
Doug Casey: La folla di Davos è diventata l’elemento più visibile della classe dirigente. Anche se si sovrappongono con molti altri gruppi che stanno spingendo la stessa agenda -Bilderberg, CFR e Bohemian Grove tra questi. Un paio di anni fa, ho scritto un articolo dopo aver frequentato il Concordia, che è molto simile, con esattamente le stesse persone. Non ho intenzione di tornarci. Era inquietante e deprimente ascoltare i pezzi grossi senz’anima che blateravano sul modo migliore per governare la plebe. Queste persone fanno tutte parte di quello che si potrebbe chiamare lo “Stato profondo mondiale”. Si conoscono tutti. Vanno alle stesse conferenze, e spesso, hanno frequentato le stesse università, appartengono agli stessi club sociali, e hanno figli nelle stesse scuole. Ma soprattutto, condividono la stessa visione del mondo. Vivono nel loro piccolo silo, dove il resto dei 7,9 miliardi di persone nel mondo sono estranei. Quindi è naturale che le persone in un gruppo così stretto, anche se informale, cospirino. Adam Smith ha notoriamente osservato che ogni volta che due uomini della stessa corporazione si riuniscono, cospirano sempre contro gli interessi del pubblico. È una cosa perfettamente normale e naturale. Ma queste persone non sono solo commercianti che cercano di guadagnare qualcosa in più. Queste persone sono i pezzi grossi di tutti i governi del mondo, delle ONG, delle corporazioni, delle università e delle organizzazioni dei media. Hanno disprezzo per la piccola gente, che trattano come utili idioti o inutili chiacchieroni. Sono interessati al potere più di ogni altra cosa. Come hanno dimostrato recentemente col COVID, controllano praticamente il mondo. Sono molto pericolosi; li disprezzo.
International Man: Nel 2019, ben prima che il primo caso di COVID fosse riportato, il World Economic Forum (WEF), che ospita le conferenze annuali di Davos, ha tenuto un evento per discutere la possibilità di una pandemia mondiale. In effetti, hanno fatto un esercizio di simulazione di come lo scenario potrebbe svolgersi e come i governi, le grandi aziende e i media dovrebbero gestire la situazione. Cosa ne pensi di questo? È stata una coincidenza?
Doug Casey: Queste persone sono piuttosto audaci. Credono – correttamente – che il 90% del pubblico mangerà fondamentalmente qualsiasi cosa gli venga data in pasto e accetterà qualsiasi cosa gli venga detta. Non ho dubbi che queste persone abbiano un’intesa informale tra di loro su come il mondo si dovrebbe resettare a loro vantaggio. Non è una cospirazione formale, di per sé, solo una conseguenza naturale di ciò che inevitabilmente accade quando persone della stessa classe, visione del mondo e filosofia sono in una posizione di potere. Il problema è che le conflagrazioni mondiali nell’ultimo secolo sono diventate ogni volta più gravi. La prima guerra mondiale è stata incredibilmente brutta. La seconda guerra mondiale è stata ancora più brutta. Abbiamo schivato il proiettile di una guerra termonucleare globale con l’Unione Sovietica. Ma questo non significa che la terza guerra mondiale non ci sarà. Sarà solo diversa da come sarebbe stata 40 o 50 anni fa. Quindi, in base alla tendenza in atto, se la prima guerra mondiale ha ucciso 20 milioni di persone e la seconda guerra mondiale ha ucciso 60 o 80 milioni di persone, qualsiasi cosa potrebbe accadere in qualsiasi cosa si riveli essere la terza guerra mondiale. Forse 500 milioni o un miliardo. Pensate in grande, come le persone che hanno messo insieme il rapporto Deagel. Come ho già detto, questa guerra avrà poco a che fare con robaccia obsolescente come i carri armati Abrams, gli F-35 e le portaerei di classe Ford. Quei giocattoli servono a poco oltre a mandare in bancarotta gli Stati Uniti mentre arricchiscono lo Stato profondo. Questa sarà principalmente una guerra cibernetica e biologica. Sono solo sorpreso che più persone non stiano guardando e facendo riferimento al film V for Vendetta, che ruota anche intorno a un virus chiamato St. Mary’s. Il mondo ha disperatamente bisogno di un vero V. Ci sono davvero molti paralleli oggi. Mi chiedo se la “piccola gente” sa che l’élite sta progettando o giocando con l’idea di un virus da anni. Probabilmente no – è difficile immaginare che qualcuno possa essere così malvagio come i nazisti, i sovietici o gli Chicom perché quella era storia antica e la natura umana è ovviamente cambiata. Un grande virus per colpire l’umanità è stato il soggetto di molti romanzi e film di fantascienza nel corso degli anni. E ora, come al solito, la vita sta imitando l’arte. Fantastichiamo per un momento. Forse l’élite, che per lo più si maschera da filantropa, razionalizzerà il suo piano come un modo per pulire il pool genetico, riducendo la popolazione dell’80 o 90%. Non ho dubbi che queste persone potrebbero giustificare una piaga virale come un modo per salvare Gaia da una piaga umana. Forse il vaccino sarà effettivamente il vero vettore, uccidendo alcuni dopo un certo tempo e sterilizzando il resto. Forse servirà da catalizzatore per i vaccinati, l’80% obbediente, per mettere in campo il 20% indipendente non vaccinato. Forse il virus attuale è solo la prima mossa, e dopo i ceppi Delta e Mu si presenterà una variante Zeta veramente seria. Tutto è possibile. A questo punto viviamo in un mondo fantascientifico. Anche se le cose andassero più o meno come sono, ci sono molti vantaggi del virus COVID-19 dal loro punto di vista. Il crollo dell’economia, la Grande Depressione, non sarà attribuito alle banche centrali, all’inflazione e allo Stato. Saranno venduti come eroi nella lotta contro il virus. La depressione verrà imputata al COVID – un Deus ex machina – e non si vedranno le vere cause. È davvero molto perverso.
International Man: All’inizio di quest’anno, il WEF ha iniziato a fare un sacco di rumore sui cyberattacchi che interrompono le catene di approvvigionamento globale. Klaus Schwab, il fondatore del WEF, ha chiesto di vaccinare preventivamente internet, il che significa presumibilmente più controlli, regolamenti e meno libertà e privacy. Stanno prefigurando la prossima crisi reale o prodotta? Come potrebbe svolgersi?
Doug Casey: Non c’è dubbio nella mia mente a questo punto che gli Stati Uniti, e in effetti molti paesi, si stanno trasformando in veri e propri stati di polizia. Sta accadendo proprio davanti ai nostri occhi con l’Australia – l’intero paese è chiuso. Le persone, ovviamente sempre mascherate, non possono allontanarsi più di un paio di miglia dalle loro case senza subire sanzioni draconiane. Nessuno può entrare in Australia e – questo è davvero scioccante – nessuno può uscire. E non viene nemmeno messo in discussione. Se può succedere in Australia, Nuova Zelanda e in alcune parti del Canada, può succedere ovunque. A quanto pare, sta cominciando ad accadere qui negli Stati Uniti, con Biden che ha lanciato minacce non troppo velate contro le persone che non si vaccinano. È stato inquietante sentire il vecchio bastardo senile dire che lui, e i giusti vaccinati, stavano iniziando a “perdere la pazienza” con gli americani che intendono avere il pieno controllo del proprio corpo. Non ho intenzione di farmi vaccinare. Nella migliore delle ipotesi, il vaccino non è provato – e probabilmente non sapremo quanto sia rischioso per diversi anni. Ecco perché in passato, le nuove terapie sono sempre state testate per anni. Ma questo non è successo in questo caso. Ma la psicosi da vaccino è solo un aspetto di questa guerra. Per quanto l’élite voglia vendere l’evento del 6 gennaio a Washington DC come l’equivalente dell’incendio del Reichstag, non credo che l’americano medio se la beva. Perciò, forse qualcosa di reale o immaginario trasparirà per permettere loro di designare un’intera classe di cittadini americani come terroristi interni. Ora abbiamo dei veri pazzi che controllano l’apparato dello stato. Hanno esattamente lo stesso profilo psicologico e filosofico dei bolscevichi o dei giacobini. Non lasceranno il potere volontariamente. Tutto è possibile a questo punto; siamo ancora agli inizi. Mentre entriamo a grandi passi nella Grande Depressione, c’è in realtà qualcosa di molto più serio da considerare guardando la situazione mondiale. Le cose sono simili al 1914 o al 1939. Chi sa esattamente cosa succederà dopo?
International Man: L’isteria COVID ha funzionato eccezionalmente bene per i politici assetati di potere in tutto il mondo. Il pubblico ha ora accettato un livello senza precedenti di controllo del governo sulle loro vite quotidiane. Se c’è una cosiddetta “pandemia cibernetica” come le élite stanno alludendo, quali sarebbero le conseguenze per la libertà personale?
Doug Casey: Come ho detto prima, la terza guerra mondiale non riguarderà le armi nucleari o gli eserciti convenzionali, ma la biologia e i computer. L’aspetto della guerra cibernetica sarà enorme perché tutto il mondo ora gira sui computer. In effetti, il mondo sta iniziando a funzionare con l’intelligenza artificiale. Non dubito che la robotica si affermerà presto. Per quanto riguarda una pandemia informatica e la chiusura di Internet, direi che è una quasi certezza. Vogliono sicuramente farlo, perché il fatto è che si è vivi solo se si può comunicare con gli altri. Se non puoi far arrivare i tuoi pensieri o le notizie di ciò che sta accadendo alle altre persone, potresti anche essere sigillato in una tomba. Ha senso che le persone che vogliono controllare le altre persone vogliano ridurre i mezzi di comunicazione popolari. Troveranno delle scuse per tenere fuori da internet quelle che considerano opinioni insensate. È già successo per quanto riguarda la cosiddetta pandemia. Le opinioni contrarie, non importa quanto ben ragionate e fattuali, anche da fonti rinomate, sono soppresse. Il dissenso, o anche la discussione, non è tollerato. Lo troverete diffuso in tutte le altre aree del discorso intellettuale e politico. Già non possiamo viaggiare facilmente; i voli nazionali sono scomodi, e i voli internazionali sono diminuiti dell’85% circa. I passaporti vaccinali sono in arrivo. In molti luoghi, non possiamo riunirci, nemmeno in piccoli gruppi. E naturalmente, la prossima grande cosa – la più importante – è un internet pesantemente controllato. A quel punto, tutto quello che avrete è ciò che vi viene detto ufficialmente e quello che potete vedere nella vostra piccola area locale. Queste persone sono tutte impegnate a sopprimere la comunicazione. È una grande formula, critica, davvero, per il controllo. Non vogliono che la gente si organizzi per sfidarli. Nel recente discorso Biden ha più volte indicato i non vassalli come un potenziale nemico, un pericolo interno. Non è una coincidenza che le persone che non vogliono prendere il vaccino siano fortemente correlate con le persone con opinioni convenzionali di destra, gli elettori di Trump e i conservatori culturali. Le linee di battaglia sono tracciate. Si è davvero trasformata in una guerra di classe e ideologica. Stanno giocando la carta della salute con questa assurdità del COVID. Stanno giocando la carta della razza e del terrore interno. Stanno riuscendo a delegittimare i valori e la storia americana, così come la mascolinità in generale e i maschi bianchi in particolare. Il prossimo passo sarà una nuova enfasi sulla truffa del riscaldamento globale. A voi plebei non sarà permesso di fare nulla, e la maggior parte andrà avanti perché sono stati indottrinati per diverse generazioni a credere che sia giusto. L’élite sta facendo tutto ciò che è in suo potere per aumentare la paura. Paura per la vostra salute, paura del terrore interno, paura dei non conformisti, e paura del clima che distrugge il pianeta. Come ho spiegato precedentemente, la paura è lo strumento più potente che i governi hanno per controllare il popolo. Questo è ciò di cui si occupano i governi. Prosperano sulla paura. La paura è la salute dello Stato.
International Man: Cosa può fare la persona media per proteggersi da queste tendenze inquietanti?
Doug Casey: In Arcipelago Gulag di Solzhenitsyn, narra di come, quando furono tutti insieme nel Gulag nelle peggiori condizioni possibili, arrivarono a dire: “Se solo avessimo saputo, quando sono venuti a radunarci come individui… se solo avessimo preso una padella, o un tubo, o una pietra e attaccato questi criminali…” Ma avevano paura. E non pensavano che le cose potessero essere così brutte come si sono rivelate. È comprensibile che esitassero ad attaccare gli apparatchiks di stato quando andavano al Gulag, così come gli ebrei raramente attaccavano la Gestapo quando li radunavano per portarli nei campi. Si potrebbe naturalmente pensare: “Queste persone non possono fare cose così gravi. Queste persone non possono essere così cattive….”. E vi sbagliereste. Ci vuole molto coraggio fisico anche solo per pensare a queste cose. Perché nessuno della nomenklatura intorno a Stalin lo ha semplicemente ucciso? Sapevano tutti che c’erano buone probabilità che alla fine li avrebbe uccisi. Si potrebbe pensare che qualcuno dei ratti intorno a lui gli avrebbe tagliato la gola. Ma tutti hanno paura di agire fisicamente perché tendiamo ad essere ottimisti. Tendiamo a sperare per il meglio, come facciamo adesso. Speriamo che tutto questo finisca, e forse sarà così. Ma si riduce a cosa farete, magari tra cinque minuti, quando vi troverete di fronte a un apparatchik dello Stato che vi darà un ordine. Cosa farete? È troppo pericoloso intraprendere un’azione fisica contro di lui, perché potrebbe far cadere su di voi tutto il peso dell’organizzazione statale. Allora come si fa a resistere? Beh, a meno che tu non voglia essere un eroe, l’unica cosa che mi viene in mente è di avere abbastanza risorse per isolarti dai cattivi o di spostarti fisicamente in un luogo diverso. Ci stiamo dirigendo verso un periodo molto duro nella storia degli Stati Uniti, specialmente per i prossimi tre o quattro anni.
https://internationalman.com/articles/doug-casey-on-the-next-crisis-the-global-elite-have-planned/
FONTE: https://www.orazero.org/doug-casey-sulla-prossima-crisi-che-lelite-globale-sta-pianificando/
Evergrande, truffa a Shenzen modello banche venete
Risparmiatori e dipendenti raggirati in Cina, in tanti perdono i risparmi di una vita
Aggiornato 21/09/2021
Per cercare di ripianare le sue perdite, il colosso immobiliare Evergrande ha utilizzato miliardi di dollari dei piccoli investitori e dei suoi stessi dipendenti. La società cinese sull’orlo della bancarotta ha quindi fatto ricorso, attraverso i suoi dirigenti, a pressioni sui lavoratori del gruppo affinché acquistassero prodotti finanziari, esponendosi economicamente in operazioni non adeguate al loro profilo. Come riporta il Financial Times, ad esempio, un investitore di nome Rosy Chen e suo marito, dipendente di Evergrande, quest’anno hanno investito 100mila Rmb in un prodotto con un rendimento annuo dell′11,5% su sollecitazione di uno dei suoi superiori. Venivano perciò offerti prodotti finanziari con rendimenti allettanti per indurre le persone a prestare i loro soldi alla banca, spesso i risparmi di una vita. “Credevamo che Evergrande non avrebbe imbrogliato i propri dipendenti”, ha dichiarato Chen. Non è andata così.
Quella di aggirare i piccoli investitori è una pratica purtroppo tristemente nota anche in Italia, come insegnano i vari casi di banche fallite, come ad esempio il crac della banche venete. Anche nella vicenda Evergrande gli espedienti per racimolare più risorse possibili promettendo lauti ritorni alla lunga non sono stati sufficienti per invertire la rotta verso il fallimento.
Non solo: il Financial Times ha appurato che i soldi raccolti dagli investitori al dettaglio dalle banche o dalle sue sussidiarie non solo venivano impiegati per colmare gli ammanchi ma anche per ripagare altri investitori che risultavano scoperti. “I consulenti finanziari di Evergrande hanno commercializzato i prodotti anche ai proprietari di case nei suoi edifici, mentre i suoi manager hanno convinto gli investitori subordinati a investire”, hanno affermato i dirigenti della divisione di gestione patrimoniale di Evergrande al quotidiano della City.
Col timore molto concreto di vedere i risparmi di una vita andare in fumo per la cattiva gestione finanziaria da parte dei manager di Evergrande, una folla di investitori nei giorni scorsi si è recata presso il quartier generale del colosso immobiliare per protestare, ma è poi stata sgomberata dalle forze dell’ordine. Tra le tante persone c’era anche Xu che ha raccontato la storia di sua madre, convinta da un consulente della società cinese a investire ben 200mila Rmb (poco più di venticinquemila euro, circa) in Evergrande. L’intento della sua famiglia era alleviare la pressione finanziaria dovuta all’acquisto di farmaci antitumorali. “I miei genitori hanno investito la maggior parte dei loro risparmi, che sono 200.000 Rmb”.
Di fronte alle pressanti richieste di rimborso arrivate da molti investitori, la società si è trovata a corto di liquidi nonostante in passato avesse garantito ai suoi clienti la piena libertà di ritirare quando volevano i loro investimenti. Per cercare di placarli, Evergrande ha quindi offerto loro rimborsi posticipati, scambi su proprietà immobiliari del gruppo come appartamenti o parcheggi, o la cancellazione di debiti pregressi, contratti per altre operazioni immobiliari.
FONTE: https://www.huffingtonpost.it/entry/evergrande-ha-truffato-risparmiatori-e-dipendenti-con-lo-stesso-schema-delle-banche-venete_it_6149abace4b077b735ea5ed4
GIUSTIZIA E NORME
Roma: la Capitale costituente secondo Michetti
Tutte queste questioni ed altro ancora sono state poste durante l’intervista dell’Avv. Bonanni Saraceno al candidato sindaco di Roma per il centrodestra, Enrico Michetti.
Green Pass e non obbligo: ecco i giochi di parole per aggirare i paletti della Costituzione
È già un segno dell’isterismo che pervade il Paese, contro un untore diabolico esorcizzato con il nome di no vax, il dover far precedere ad un discorso sol di poco fuori dal coro, il fatto di essersi vaccinato con doppia dose e di essere disponibile a ricevere la terza, nella mia condizione di ultraottantenne. Sarebbe anzitutto il caso di affermare che il distinguo fra green pass e obbligo di vaccinazione è un autentico sofisma, perché non si vede proprio in che si differenziano sostanzialmente, quando il green pass diviene una condizione per poter percepire una retribuzione, senza che valga provare che senza si è destinati a… morire di fame. Anzi non è detto affatto che l’introduzione di un obbligo di vaccinazione dovrebbe essere necessariamente accompagnato da una tale sanzione, dato che l’art. 32 Cost., co. 2 che ne permette l’introduzione, la condiziona non solo nella fonte, la “legge”, ma anche nella modalità: ”non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”. Per lo meno qualche dubbio potrà pur essere sollevato circa l’osservanza di una tale modalità, una volta che la violazione dell’obbligo conduca alla sospensione di quella retribuzione, che deve presumersi essere necessaria a condurre una vita libera e dignitosa.
Parlando di green pass invece che di obbligo, con un autentico gioco di parole, si pensa di evitare un confronto troppo aperto col testo costituzionale, non solo da questo punto di vista ma anche da un altro non meno evidente, tanto che il confutarlo è diventato una sorta di luogo comune, fatto proprio dal nostro stesso presidente della Repubblica, col suo solito tono paternalista-moralista, che ne farebbe un buon curato di campagna. Non si avrebbe una restrizione della libertà individuale, ma addirittura una sua estensione, dato che così si potrebbero svolgere tutte quelle attività che altrimenti sarebbero precluse. Ora, tradotto in parole povere, uno diventerebbe più libero perché legittimato a superare quei limiti che lo hanno reso meno libero, condannandolo quasi a confinarsi in casa, visto il numero delle preclusioni a finire con quella della percezione della retribuzione. Ma sono quei limiti a contare con riguardo alla libertà individuale, che intanto viene ristretta, tanto da potersi poi esplicare solo col loro pieno rispetto, che allora non può essere intesa come una riaffermazione di tale libertà, perché costretta ad esercitarsi entro rigidi argini predeterminati. Tale libertà nella prospettiva dell’art. 32, co. 2 Cost., non può essere superata neppure quando paia in contrasto con la stessa salute o addirittura sopravvivenza della persona, se pure in base alla più concorde e competente valutazione clinica, quindi risulta assoluta e incondizionata. Alla persona viene lasciata una pista libera, dove può correre o meno, non una pista ad ostacoli, dove deve correre saltandoli a dovere.
Se è comunque l’art. 32, co. 2, Cost. a venire in rilievo, il problema non è dato dal conflitto della libertà individuale con quella collettiva, che sarebbe limitata dal trovarsi esposta all’infezione in misura statisticamente superiore a quella altrimenti assicurata dal green pass, ma dal necessario compromesso fra libertà individuale e sanità pubblica. Come tale, peraltro richiede l’assenza di alternative e la proporzionalità della misura presa, cosa che di per sé non può essere motivata a sufficienza da una presunta unanimità della scienza con la “S” maiuscola, quale personificata da un Comitato tecnico scientifico e da un coro di virologi, epidemiologici, pneumologi, competenti vari, emersi dall’anonimato alle piene luci della ribalta. Con la politica della salute ben diversa praticata dai diversi Paesi, tanto per citare gli opposti rappresentati dal Regno Unito e dall’Italia, non si può certo parlare di una unanimità della scienza, trattasi di scelte effettuate dalla politica, che dovrebbero essere discrezionali non arbitrarie, sì da meritare motivazioni approfondite e trasparenti. Niente di tutto ciò in quel che viene sparso a piene mani dal governo, dalle istituzioni, dai mass media, con una uniformità tambureggiante, che continuamente smentisce se stessa, a cominciare dalla famosa immunità di gregge, spostata sempre più avanti, 75, 80, 85, 90, 95 per cento, fino ad annullarsi a favore di una vaccinazione totale.
Parlare di green pass al posto dell’obbligo serve a parare un confronto troppo stretto col testo costituzionale, per il doppio esame altrimenti prospettabile circa la inevitabilità e la proporzionalità della misura adottata giunta fino all’estensione della sospensione della retribuzione all’intero lavoro pubblico e privato; e, rispettivamente, circa la conciliabilità di tale sospensione con la difesa della dignità della persona. Ma non può certo evitare che lo Stato si renda per ciò stesso garante dell’equo compenso previsto dalla giurisprudenza costituzionale per gli eventuali effetti collaterali della vaccinazione, si che la dissidenza potrebbe anche adottare come forma di lotta una marea di azioni per quegli stessi danni, manifestatisi a breve o a lungo periodo.
Il governo è ben consapevole del potenziale conflitto con l’art. 32, Cost., tanto da aver previsto l’alternativa del tampone, con una copertura prolungata alle 72 ore e una calmierazione del costo, a 8 euro per i minorenni e a 15 euro per i maggiorenni, con un esborso complessivo ogni quattro settimane fra i 64 i 120 euro. Un esborso di per sé ben sostenibile da chi intende mantenere il suo rifiuto della vaccinazione, pure se in via di principio l’imposizione del tampone costituisce pur sempre un trattamento sanitario imposto per evitarne un altro più invasivo. Solo che non può sfuggire come resti pur sempre un gap di potenziale copertura fra green pass e vero e proprio obbligo di vaccino, perché il primo limita la sua estensione a quanti debbano o vogliano svolgere quelle attività che ne sono condizionate, lasciando fuori una percentuale non indifferente di chi non è tenuto o interessato a farsene carico, ad es. pensionati di piccoli centri, cioè proprio quelli più a rischio e più restii a farsi vaccinare.
Certo non è il momento di trarre un bilancio, però non si può tacere di un clima mefitico, per cui ogni voce non dico contraria, ma dubbiosa su qualche caratteristica della politica sanitaria seguita, è tacciata di ignoranza quando va bene e malafede quando va male. Possibile che non si riesca ad immaginare che sia una precondizione della democrazia evitare scomuniche e condanne a priori, in quella che può facilmente trasformarsi in una caccia alle streghe? Basti rivolgere uno sguardo al recente passato, per constatare che la nostra politica sanitaria non sia stata affatto esente da errori di valutazione e cambi radicali di rotta, a finire per ora con una correzione significativa, che, cioè la doppia vaccinazione non impedisce la infezione e neppure sempre e comunque la sintomatologia, ma la mitiga fortemente specie con riguardo alla morte. Dunque, avanti con la misurazione della temperatura, la mascherina, il distanziamento, in aggiunta alla ripetuta esibizione del green pass, come ho sperimentato personalmente nel mio viaggio sull’alta velocità; non è escluso di questo passo si possa imporre anche ai vaccinati, oltre a tali misure, anche il ricorso al tampone, visto che pure essi non sono esenti dal contrarre e diffondere l’infezione.
Un trucco fazioso, largamente usato e abusato, è quello di rinchiudere nel recinto no vax, anzi addirittura in quello complottista, più o meno comparabile col terrorismo islamico, chiunque non concordi su un sì fideistico all’insegna del vogliamoci bene. Non è che qualcuno coltivi un sia pur minimo sospetto che questo possa risultare altamente indigesto, per non dire altro, anche per chi non ha avuto alcun problema a vaccinarsi: una linea di radicale intransigenza, sfociante in una visione totalitaria del tutto intollerante, è già di per sé incompatibile con la democrazia. Pur non essendo un antifascista a posteriori, come oggi pare dover essere anche il neonato che lo succhierebbe dal seno materno, mi pare di ravvisare un vizio antico di questa nostra Italia, cioè un senso attenuato per non dire anestetizzato della libertà individuale. Non sarà questo a spiegare il diverso rispetto di cui ne gode in un Paese come il Regno Unito, ben differentemente educato al riguardo dal suo passato e dal suo presente, c’è un nucleo duro della libertà individuale che non può essere diminuito e tanto meno demonizzato in forza e ragione del bene comune, se non a prezzo di un giacobinismo sfociante in un regime tendenzialmente totalitario.
NOTIZIE DAI SOCIAL WEB
INDOTTRINAMENTO DI RAISTORIA
Stefano Izzo – 26 07 2021
Stasera accendo la tv verso le 19 e seguo una ordinaria serata su RaiStoria:
– alle 19.15: quotidiano INDOTTRINAMENTO IDEOLOGICO su antifascismo, multiculturalismo, giusta lotta dei sessi e delle classi per i loro diritti, rivoluzione progressista, lezioni di lessico inclusivo, metodo Montessori, ennesima riproposizione della “funesta” intervista di Montanelli sulla sposa 12enne e pubblico ludibrio “alla memoria”;
– ore 19.45: passiamo ora allo STRAGISMO NEOFASCISTA, considerato un elemento nodale del terrorismo politico. Si parla di Bologna, città democraticamente avanzatissima, in cui i neri minavano le libertà democratiche con terribili attentati. Ma c’erano anche le Brigate Rosse o forse ricordo male??? Non pervenute;
– ore 20.00: eredità del COLONIALISMO ITALIANO negli anni 50, con conseguenti incapacità critica degli italiani di condannare l’epoca coloniale e rigurgiti razzisti che continuano ad esservi anche ora. Gli italiani dopo la guerra sono democratici, non c’è più il fascismo e non ci sono più le colonie, ma continuano ad essere razzisti, con gravi pericoli per le minoranze. E ancora si torna su Montanelli e la 12enne (seconda volta in 50 minuti, in documetari diversi… );
– ore 20.20: elogio della RIVOLUZIONE CUBANA, partendo dalla ricorrenza dell’attacco degli uomini di Castro a una caserma dell’esercito cubano.
Veramente non se ne può più, dopo un’ora di lavaggio del cervello sono costretto a cambiare canale.
Ogni sera all’ora di cena è così: lavaggi del cervello di ideologia dem a spese dei contribuenti.
Nemmeno a TeleCapodistria negli anni 70.
Vergogna!
https://www.facebook.com/groups/209056506174846/permalink/124293490612032
PANORAMA INTERNAZIONALE
Crolla il castello di carte COVID: Il gruppo di esperti sui vaccini della FDA si schiera contro i vaccini
Diversi medici dell’udienza sui vaccini della Food and Drug Administration (FDA) venerdì hanno affermato in una testimonianza esplosiva che il vaccino COVID-19 sta uccidendo più persone di quante ne salvi e sta guidando le mutazioni del coronavirus come la cosiddetta variante ‘Delta’.
Il Comitato consultivo per i vaccini e i prodotti biologici correlati della FDA dopo 8 ore di testimonianza ha votato 16-2 contro il programma di richiamo COVID-19 proposto da Joe Biden.
Durante l’udienza, il dottor Steve Kirsch, direttore del COVID-19 Early Treatment Fund, ha affermato che le iniezioni stanno uccidendo più persone di quante ne aiutino.
“Oggi concentrerò le mie osservazioni sull’elefante nella stanza di cui nessuno ama parlare: che i vaccini uccidono più persone di quante ne salvino”, ha detto Kirsch in teleconferenza.
“Oggi, ci concentriamo quasi esclusivamente sui salvataggi di decessi da COVID e sull’efficacia dei vaccini perché siamo stati portati a credere che i vaccini fossero perfettamente sicuri. Ma questo semplicemente non è vero”.
“Per esempio, ci sono quattro volte più attacchi cardiaci nel gruppo di trattamento nel rapporto della sperimentazione a 6 mesi della Pfizer”, ha continuato Kirsch. “Non è stata sfortuna. VAERS mostra che gli attacchi di cuore sono avvenuti 71 volte più spesso dopo questi vaccini rispetto a qualsiasi altro vaccino”.
“In tutto sono morte 20 persone che hanno ricevuto il farmaco, 14 che hanno ricevuto il placebo. Poche persone l’hanno notato. Se la mortalità netta per tutte le cause del vaccino è negativa, i vaccini, i richiami e i mandati sono tutti senza senso”.
“Anche se i vaccini avessero una protezione del 100%, significa ancora che abbiamo ucciso due persone per salvare una vita”, ha aggiunto.
Kirsch ha anche spiegato che nei dati sui decessi nelle case di cura, circa la metà dei vaccinati sono morti, mentre nessuno dei non vaccinati è morto.
L’immunologa e biologa virale Dr. Jessica Rose ha notato che, sulla base dei dati VAERS, i rischi del vaccino superano i benefici nei giovani, soprattutto nei bambini, indicando un aumento di mille volte delle reazioni avverse all’iniezione nel 2021 rispetto all’ultimo decennio.
“C’è un aumento di oltre il 1000% nel numero totale di eventi avversi per il 2021 e non abbiamo finito con il 2021”, ha detto Rose.
Rose ha anche detto che i dati suggeriscono che i vaccini COVID stanno guidando l’ondata di mutazioni COVID come le varianti “alfa” e “delta”.
“L’emergere di entrambe queste varianti e il loro successivo raggruppamento sono sorti in stretta vicinanza temporale con il lancio dei prodotti COVID in Israele”, ha detto.
“Israele è uno dei paesi più vaccinati, e sembra da questi dati che questo rappresenta un chiaro fallimento di questi prodotti per fornire immunità protettiva contro le varianti emergenti e per prevenire la trasmissione”, ha aggiunto.
Un medico del pronto soccorso di New Orleans, il Dr. Joseph Fraiman, ha notato che non esistono abbastanza dati di studi clinici su larga scala per assicurare agli americani non vaccinati ben informati che il loro rischio di sperimentare effetti collaterali del vaccino è inferiore alla loro possibilità di essere ricoverati.
Doctor on FDA Vax Panel Admits Never Sleever’s Are More Informed Than The Vaxxed…
Says 65% In His Area Are Not Vaxxed…
Says They Cannot Prove The Never Sleever’s Are Wrong… pic.twitter.com/qdb9PW06Ll
— Covid-1984 (@NeverSleever) September 17, 2021:
“Chiediamo che gli studi di richiamo vaccinale siano più voluminosi per affermare una riduzione dei ricoveri”, ha detto Fraiman al panel della FDA. “Senza questi dati, noi dell’establishment medico non possiamo dichiararci contro gli attivisti del vaccino anti-COVID (novax) che sostengono pubblicamente che i vaccini danneggiano più di quanto salvino, soprattutto nei giovani e in salute.”
“Il fatto che non abbiamo le prove cliniche per dire che questi attivisti abbiano torto dovrebbe terrorizzarci tutti”, ha aggiunto.
Dopo queste testimonianze allarmanti, non c’è da meravigliarsi che il comitato della FDA abbia votato contro il programma di richiamo.
Il comitato della FDA che vota contro il programma di richiamo rappresenta un duro colpo per l’amministrazione Biden, che aveva annunciato ad agosto il suo piano di richiamo per gli americani che hanno già preso due dosi del vaccino.
VIDEO QUI: https://youtu.be/WFph7-6t34M
https://www.infowars.com/posts/bombshell-testimony-from-fda-vaccine-hearing-reveals-injections-killing-more-than-saving-driving-variants/
FONTE: https://www.orazero.org/crolla-il-castello-di-carte-covid-il-gruppo-di-esperti-sui-vaccini-della-fda-si-schiera-contro-i-vaccini/
IL DESPOTA CHE NON SI PIEGA AL PENSIERO CORRETTO
Ivan Casale 27 07 2021
Per il mainstream lui è una specie di despota promotore di una democrazia illiberale perché (stra-giustamente!) sfancula le oscenità gender dalle scuole. Lo stesso mainstream che curiosamente invece applaudiva il presidente del consiglio giallofucsia, che per mesi ha emanato decreti su decreti (Era l’emergenza!) aggirando i parlamenti (Se è per questo anche la Fornero invocava l’emergenza a suggello dei fiumiciattoli che cascavano a catinelle dai suoi dotti lacrimali. Fermo restando che cmq, tra le altre cose: NON si capisce mica chi cazzo ce l’aveva eretto Conte a ducetto in tempi di emergenza. Boooohhh???); E lo stesso mainstream che taceva mentre i giallofucsia (fatto GRAVISSIMO e palesemente anticostituzionale!) espropriavano a mò di regime totalitario la PROPRIETà PRIVATA ALTRUI bloccando gli sfratti (sfratti che già di loro in questo Paese si prendono le comodissime tempistiche di un bradipo ubriaco) per chi NON pagava l’affitto (Altra “Finezza” dell’avvocato improvvisato ducetto) . E sapete perché la narrazione mainstream ce la racconta così?? Perché il signore in foto in Europa ci sa stare ancorato saldo a principi biologici, securitari e identitari che la sinistra del <<Famo sempre tutto come cazzo ce pare>> vorrebbe disintegrare. Il signore in foto avrà tanti difetti ma in Europa ci sa stare con le modalità suggerite da Camillo Pellizzi, 1 dei padri della nostra sociologia, che difatti in merito scriveva : <<L’europeismo NON esclude, anzi rende più urgente l’istanza del mito nazionale. Chi NON si presenta come NAZIONE, e cioè con una propria salda mitologia unitaria dietro le spalle, verrà trattato sempre, dagli altri, come un parente povero o un peso morto>>. PUNTO E A CAPO. Già, perché vedete: l’UE NON è 1 stato ma una serie di trattati, L’UE è il campo dove si scontrano interessi, etiche e tradizioni (culturali, religiose, sociali, linguistiche) e chi rimane nelle proprie rivendicazioni passivo (tradotto: chi NON ha le palle!) NON fa altro che regalare posizioni agli altri condomini; E il signore in foto NON le regala a nessuno perché avrà tanti difetti, ma NON si piega a fare il valletto di un Europa senza spina dorsale che mette davanti i ghiribizzi pederasta alla salute dei bambini; E laddove vi è a rischio la salute dei bambini <3 un capo di Stato: NON PUò, E NON DEVE deglassare la propria terra, ad avamposto subordinato del Primo stronzo che sostanzialmente tuona <<Etero è bello: ma gay e trans è meglio!>>. Il signore in foto avrà tanti difetti, ma quando c’é da ripristinare un pò di autorevolezza e sovranità NON ci sta a finire confinato nell’irrilevanza fumosa della cieca obbedienza. Il signore in foto avrà molti difetti ma quando deve, sa sfanculare il pedissequo diktat farisaico zerbino della moda e del politically correct: pentecoste assoluta del servo e dell’inetto. Il signore in foto si chiama VIKTOR, che deriva dall’antico nome Romano VICTOR, formato sull’omonimo termine con il significato di <<VITTORIOSO, CONQUISTATORE>>. E in tempi di derive e degenerazioni pseudo progressiste: eh già proprio così, è esattamente un atto rivoluzionario da <<CONQUISTATORE>> ribadire che i bambini, nascono SOLO grazie ad una relazione tra UOMO e DONNA. E quindi, di conseguenza, è da <<CONQUISTATORE>> saper imporre quale sia l’Europa che serve alla sua Nazione. N.B. E NON, come tanti nostri pupazzi, che si appecorano a quale sia la loro Nazione, che serve all’Europa.
FONTE: https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=10223203945599263&id=1601995445
POLITICA
ARIA DI GOLPE?
Secondo l’HuffPost il Governo vuole che i parlamentari abbiano il Green Pass per accedere all’aula del Parlamento e svolgere le loro funzioni. La cosa non è di poco conto, il Parlamento è il luogo dove risiede la sovranità e nello specifico, è l’assemblea che ha il compito di controllare e concedere e togliere la fiducia proprio al Governo.
Se si da al Governo il potere di decidere chi ha il diritto di votare saltano tutti i contrappesi previsti dalla Costituzione. Questo a maggior ragione se il “pass” è subordinato alla cessione al Governo (che dichiara l’emergenza pandemica) della sovranità fisica dei parlamentari. Posto che nessun Governo deve avere il potere di disporre del corpo manco dell’ultimo dei disgraziati, figuriamoci di chi per norma Costituzionale dovrebbe avere il potere di controllarlo e se è il caso di mandarlo a casa a calci nel sedere.
In linea di principio, cosa se ne fa il Governo di una banda di sgherri assassini che ammazzano un oppositore a bastonate come accadde con Matteotti se può mandare al parlamentare dei medici nel nome della scienza e fargli la punturina?
Credo che si sia passato abbondantemente il segno e la misura e chi non lo capisce è complice e colluso con la dittatura. https://t.me/giuseppemasala/6045
Ma analizziamo in modo + diretto:
Dal GP si dovrebbe togliere magistrati, militari, polizia e carabinieri.
La Magistratura la possiamo anche definire in Italia il quarto potere?
Forze dell’ordine non inclini a inclinarsi?
http://www.corrieredilecco.it/dettaglio.php?id=MTA0OTk=
Parlamentari col Green Pass per accede all’aula del Parlamento?
Caro Generale Francesco Paolo Figliuolo è giunta l’ora di meditare
Salvi chi ha riposto fede in te o ti inchini?
La mia è una semplice domanda, vista l’aria che tira
Sai in certe accademie internazionali si studia
si studia benissimo la differenza del circondarsi di tecnocrati e di CORVI
Di chi ti circondi?
LA mia è e rimane una mera domanda
Alessia C. F. (ALKA) Sempre Comunque Ovunque
FONTE: https://www.orazero.org/aria-di-golpe/
La logica dei pro vax
E’ la scienza, bellezza…
Premessa.
Lo ammetto. Essendo un complottista, appena annunciarono il primo lockdown, la prima cosa che pensai è che volevano distruggere l’economia, e che il virus era una scusa. Ma essendo un complottista positivo, mi dicevo che non sarebbero arrivati a imporre un vaccino a tutta l’umanità, come prevedeva Steiner 100 anni fa, né a imporre lockdown e misure restrittive a vita, come aveva previsto David Icke, il re dei complottisti. Come avrebbero fatto – mi dicevo a marzo dell’anno scorso – a imporre un vaccino di cui sarebbero stati sconosciuti gli effetti a lungo termine? La gente non ci sarebbe cascata. E invece si sono avverate le peggiori previsioni. Il vaccino lo stanno imponendo a tutti; incuranti dello sfascio economico provocato da queste misure, i vari governi del mondo si preparano a nuovi lockdown e nuove restrizioni che dureranno ancora anni, a colpi di varianti e di accuse ai non vaccinati di essere i nuovi untori di questa epoca.
Insomma, per me la presa per il culo globale in cui stiamo vivendo è un’ovvietà. Non a caso le persone che stimo da anni, quelle con cui condivido idee, esperienze, percorsi, la pensano tutti come me.
Il mistero della logica dei pro vax.
Per me rimane invece un mistero la logica del pro vax. Non parlo del pro vax medio. Parlo del pro vax colto, quello che cita statistiche, contro statistiche e studi.
Il pro vax medio, infatti, ha una logica abbastanza semplice; come esempio prenderò mia madre, laureata, con un’ottima apertura di mente da capire che i governi non pensano certo al bene della gente. Non lo hanno mai fatto, non si capisce perché dovrebbero farlo ora. Questo il dialogo avvenuto qualche mese fa:
“Mamma, senti, ma al figlio di Gianni (un amico di famiglia) in quale momento hanno fatto la diagnosi di autismo?” “Dopo il vaccino”, fa lei tranquilla; e aggiunge: “Eh sì, pensa che il dottor Pastorelli (un amico di famiglia degli anni ’60) già a quell’epoca diceva che le case farmaceutiche ben conoscono i danni dei vaccini, ma i governi preferiscono risarcire i danni da vaccino, piuttosto che rinunciare ai profitti immensi dovuti dalla vendita del vaccino stesso”.
Con queste premesse avrei trovato logico che non si vaccinasse. Invece lo ha fatto. Il motivo? per far stare tranquilli gli altri (a seconda della persona cambia la motivazione, ma le conclusioni sono sempre le stesse: sono contrarie al vaccino, ma lo fanno per gli altri, per andare al ristorante, perché devono portare i figli al parco acquatico, perché altrimenti si sentono diversi, o per “essere di nuovo liberi”). Insomma, motivazioni deboli, tipiche della massa.
Quello che mi incuriosiva invece era la logica del pro vax colto, quello che in genere ragiona un po’ fuori dal sistema, che si informa anche da fonti non televisive e giornalistiche, abituato a mettere insieme i dati.
Metto di seguito insieme le domande con le relative risposte che ho annotato in questi mesi.
Prima domanda.
Una prima osservazione che io trovo decisiva, e addirittura dirimente, nel senso che basterebbe questo per far capire che siamo di fronte ad un immenso complotto globale, è il fatto che la cura per il Covid ci sarebbe, eccome. Attualmente, alcuni scienziati inascoltati, dicono che è sufficiente vitamina D3, vitamina C, vitamina K2, Lattoferrina, Quercetina, ma anche farmaci come Ivermectina e Idrossiclorochina, per curare senza problemi questo virus, a casa, senza affollare gli ospedali. Queste cure, a bassissimo costo e di efficacia dimostrata, se diffuse, renderebbero questo virus più innocuo di una normale influenza. Non è sufficiente questo dato, per concludere che i vari governi non hanno nessuna intenzione di combattere davvero il virus? Questo a me non sembra un discorso complottista, ma proprio un discorso medico. Scientifico.
Le risposte sono varie. Alcuni ammettono candidamente che non ne ne avevano mai sentito parlare. Altri ti dicono che la scienza ufficiale (che dipende dalle case farmaceutiche, che finanziano le ricerche) non ha ancora accettato l’Ivermectina (ma è falso, per approfondire leggi qui: https://liberopensare.com/il-criminale-divieto-dellivermectina/).
E se gli fai notare che i 200 medici di Ippocrateorg.org (è solo una delle associazioni che hanno proposto le cure domiciliari) sono, appunto, medici e ricercatori (molti medici che fanno parte dell’associazione, e si adoperano per la diffusione di questa terapia, sono ricercatori molto apprezzati anche all’estero per i loro studi) ti rispondono che queste terapie non sono validate dalla “scienza” (in realtà è falso, perché in altri paesi tali cure sono riconosciute come valide; l’India ad esempio vende in farmacia un Covid Kit a base di Zinco, Doxycilina, Ivermectina). Inoltre è ovvio che nessuno abbia testato a livello ufficiale la validità della vitamina C e D3, dato che sono prodotti che esistono da sempre; ma decine di migliaia di casi curati in Italia con questo metodo saranno pur un risultato scientifico. O no? No. Per chi rifiuta le terapie domiciliari, questo discorso non attacca.
A questo punto cerco di capire cosa si intende per “scienziato”. Siccome si sono pronunciati contro l’utilità di questo vaccino diversi Premi Nobel e ricercatori di fama internazionale (Raoult, Tarro, Montagnier, Massimo Citro, ecc.), la risposta è abbastanza sorprendente. Montagnier si è rincoglionito per l’età; Citro non ha vinto manco un Premio Nobel; Tarro ha ricevuto non so quali denunce; e via discorrendo, con attacchi alla persona, non alle teorie che divulga.
Ora, quali sono questi scienziati di fama internazionale che promuovono il vaccino, francamente non sono riuscito a capirlo, a meno di non considerare tali Burioni, Fauci, e persone famose solo per le comparse in televisione. E devo dire la verità, non sono proprio riuscito a capire il concetto di “scienza” cui fa riferimento il pro vax.
Seconda domanda.
Ad oggi, i malati di Covid in totale, in tutto il mondo, sono poco più di 208 milioni (ma la popolazione totale del mondo è oltre 7 miliardi); mentre i morti sono poco più di 4 milioni in totale (fonte: Internazionale, n. 1423). Da notare che l’epidemia di spagnola, nel 1918, di morti ne fece 50 milioni. Qui le domande sono due. 1) A fronte di queste cifre, non ti sembra ingiustificato paralizzare il mondo, distruggere le economie, imporre direttamente o indirettamente un vaccino anche ai giovani? 2) Alla fine, considerando i miliardi spesi per intervenire sull’economia (per la sola Alitalia sono stati stanziati 500 milioni di euro; se consideriamo gli aiuti alle imprese e ai lavoratori, sono miliardi di euro, una cifra quasi incalcolabile), il problema si riduce esclusivamente al fatto che gli ospedali sono al collasso e i reparti di terapie intensive sono pieni. Non era preferibile destinare gli stessi soldi ad aumentare il numero di medici e infermieri? Quanti ospedali da campo si potevano attrezzare con i soli 500 milioni di euro di Alitalia (per non parlare dei soldi stanziati per tutta l’economia; una cifra con cui si poteva eliminare definitivamente la povertà in Italia, a cui bisogna sommare tutti i soldi spesi per acquistare i vaccini)?
In sintesi, non esiste alcun problema Coronavirus; esiste un problema di ospedali, e di capienza ospedaliera.
La risposta è univoca. Proprio la chiusura di tutta l’economia mondiale ha evitato che morissimo tutti di Coronavirus. Quanto al modo di stanziare i soldi, non sono un economista, quindi non posso parlare.
Assolutamente inutile, poi, far notare al pro vax che molti dei morti erano anziani con patologie pregresse, e che confrontando questi dati con quelli di altre influenze, come ad esempio quella del 2018-19, i dati sono simili se non addirittura inferiori.
Terza domanda.
Un’osservazione che io trovo decisiva per capire come la situazione attuale nasconda ben altri fini, sono i dati che ho letto rispetto alla situazione in India. Pare che, ad oggi, siano morti di Covid dai 400.000 (secondo le statistiche ufficiali) ai 5 milioni di indiani (secondo statistiche non ufficiali). Tuttavia, col primo lockdown, i morti per fame tra i minori di 5 anni sono schizzati dal 2000 morti al giorno agli 8000, perché molti indiani vivono di mendicità o di turismo, attività entrambe distrutte dalla situazione di restrizione (quindi circa 300.000 morti per fame in un anno solo tra i minori; se prendiamo in considerazione anche gli adulti, la cifra ammonta a diversi milioni). Da notare che le statistiche non ufficiali, che individuano la cifra di 5 milioni di morti, lo fanno annotando l’anomalia di morti in eccesso rispetto agli anni precedenti; il che non significa che questi 5 milioni siano morti davvero di Covid, in quanto nel numero vanno ricompresi tutti coloro che sono morti per malnutrizione, a causa dell’impossibilità di lavorare o mendicare. Insomma, le misure relative al Covid hanno prodotto un numero di morti per denutrizione pari a quelli del Covid stesso o addirittura superiori. Dietro ai provvedimenti restrittivi, quindi, non c’è alcuna ragione di salute degli indiani, e mi pare evidente. Come è evidente a tutti che non esiste nessuna ragione sanitaria per il green pass che vige da noi. Ma pare evidente anche al pro vax?
Le risposte qui sono due: 1) il governo dell’India ha preferito tutelare i ricchi rispetto ai poveri; 2) non posso giudicare la realtà dell’India, di cui non sappiamo nulla.
Quarta domanda.
Per quale motivo imporre il vaccino a tutti, e perché questo accanimento verso chi non vuole vaccinarsi? Perché solo se si vaccinano tutti il virus sarà sconfitto, è la risposta. A quel punto fai notare che in Israele, dove erano tutti vaccinati, e in Islanda, dove la percentuale dei vaccinati era il 100%, ci sono stati altri focolai; il che è la prova che il vaccino non funziona come metodo di prevenzione.
Qui le risposte sono molto sofisticate, e sono di due tipi: 1) In realtà il problema è che la copertura del vaccino va dai 4 ai 6 mesi e i governi dovrebbero imporre la cosiddetta terza dose dopo 4 mesi. Il fallimento della politica vaccinale, quindi, dipende dal fatto che le dosi dovrebbero essere somministrate con minor intervallo temporale. 2) Ad ogni modo, anche se il virus circola lo stesso, la gente si ammala meno e, se si muore, i morti sono molti meno.
Quinta domanda.
E gli effetti collaterali del vaccino? Soprattutto quelli a lungo termine, di cui non sappiamo nulla. Perché, se quelli a breve termine sono già evidenti, e in alcuni casi gravi o molto gravi, figuriamoci quelli sul lungo periodo.
A questo punto ti citano statistiche secondo cui gli effetti sarebbero molto pochi, solo 154 eventi avversi su 100.000 dosi, 7 morti in totale su 50 milioni, secondo i dati della farmacovigilanza (mi è capitato di leggere un articolo di giornale in cui si diceva che i vaccini provocano “solo” un morto ogni 1000 bambini; e che sarà mai un morto ogni 1000?). Se fai notare loro che quegli effetti sono solo quelli delle statistiche ufficiali, ti rispondono che non hai alcuna prova per correlare altre morti o malori al vaccino. A quel punto faccio notare che le persone morte inspiegabilmente dopo il vaccino sono molte più di 7; ne ho contate almeno una quindicina, leggendo i vari giornali locali. La risposta è che se conti i morti dopo aver mangiato un gelato, sono molti di più, ma mica è detto che sia stato il gelato la causa.
Lasciando perdere i morti, che sono comunque sempre pochi sul totale della popolazione vaccinata, ma rimanendo agli effetti collaterali, faccio l’esempio di mia madre, che ha avuto tre settimane di vertigini proprio a partire dal giorno successivo al vaccino, ma non rientra tra le statistiche; mi rispondono che non posso certo essere sicuro che queste vertigini siano correlate al vaccino. E il fidanzato di una delle mie migliori amiche, che non aveva mai fatto un giorno di assenza dal lavoro, e dal giorno dopo il vaccino è stato a letto per due settimane? Se la scienza non ha correlato questo suo malessere al vaccino, mica posso farlo io, che non sono uno scienziato. Quello che contano sono i dati della farmacovigilanza, mica il mio spirito di osservazione, che tra decine di parenti e amici vaccinati, una mia personale statistica me la sono fatta, e ho potuto constatare che, è vero, la maggioranza non ha avuto effetti collaterali. Ma una percentuale preoccupante sì. Con sintomi in alcuni casi abbastanza gravi. A quel punto non ci vuole uno scienziato per farsi una semplice domanda: ma se questi sono gli effetti immediati, cosa ne è degli effetti a lungo termine? La risposta è, in questo caso, univoca: bisogna fidarsi della scienza, perché i vaccini sono stati testati e sono sicuri, e le nuove metodologie sono molto più avanzate di quelle dei decenni scorsi, che richiedevano sperimentazioni più lunghe.
A questo punto, se fai notare che questi test sono quelli delle case farmaceutiche stesse che hanno prodotti i vaccini, e io non mi fiderei dei dati di aziende che, con questa operazione, guadagneranno cifre a decine di zeri (la Pfizer prevede guadagni nel 2021 per 80 miliardi di dollari; Johnson&Johnson in un trimestre ha fatturato più di 12 miliardi di dollari; senza contare tutti i guadagni che vengono dalla vendita dei tamponi, che sono addirittura superiori a quelli dei vaccini), sono un terrapiattista, che crede al complotto di Big Pharma e ai rettiliani.
Inutile poi far riflettere un pro vax sullo strano caso dei pazienti che guariscono da malattie incurabili, come SLA, Alzheimer, sclerosi multipla, come se fosse un miracolo. Perché non sono proprio preparati a una cosa del genere, e il massimo che mi sono sentito rispondere è “li hai visti tu?”. E in effetti no, non li ho visti, solo sentito i racconti, ma alcuni di questi vengono da persone per me più che affidabili, come Silvia Pepe, naturopata ed esoterista che lavora in Inghilterra. Ed è un dato su cui sarebbe opportuno riflettere, studiarlo (con metodi scientifici, su questo concordo con la logica scientista dei pro vax). Ma questo è troppo per la logica del pro vax, che andrebbe in tilt, e quindi è un percorso che, credo, nessuno intraprenderà mai veramente, se non nell’ambiente dei naturopati o degli operatori olistici.
Sesta domanda (questa è una domanda da complottista).
In questa situazione internazionale, i principali governi del mondo sono allineati sul fronte vaccinista e pro lockdown; ora, considerato che non mi risulta che i singoli governi abbiamo mai pensato veramente al bene della popolazione, non trovi sospetto che per la prima volta nella storia dell’umanità tutti i governanti siano d’accordo per imporre le stesse misure? E che alcuni di quelli non allineati siano morti (come il Presidente di Haiti, ucciso addirittura da un commando nella sua abitazione, insieme alla moglie)?
Le risposte sono le seguenti: Il mio è un modo di ragionare tipico da complottista prevenuto. Alla mia amica Solange (un tempo straordinaria studiosa di poteri occulti, ma che oggi è perfettamente allineata al pensiero mainstream) le si scalda addirittura il cuore a sentire i discorsi di Mattarella che invita alla vaccinazione come dovere civico e morale. Qualcuno sostiene che per la prima volta nella storia dell’umanità i vari governi pensano al bene dell’umanità perché siamo nell’Era dell’Acquario, l’era della solidarietà. Il Presidente di Haiti è stato ucciso per altri motivi, e il mio modo di ragionare è delirante, non si può parlare della politica di Haiti, che non conosciamo. E poi… se io fossi al loro posto cosa farei? Non è facile trovarsi a capo di un governo e dover prendere decisioni così delicate.
La questione centrale. La scienza.
Ma al centro di tutto il dibattito, al di là delle statistiche con cui si può dimostrare tutto e il contrario di tutto, c’è la scienza. E’ la scienza che ci dice che il vaccino funziona. Ed è la scienza che dice che i metodi restrittivi, come il lockdown, servono a prevenire il contagio. E chi siamo noi per contraddire la scienza? Inutile ricordare a chi osanna la scienza, che la scienza ai tempi del nazismo spiegava con teorie di illustri scienziati la superiorità della razza ariana, ed è grazie alla scienza che si è perpetrato lo sterminio degli ebrei; che ai tempi dello schiavismo, molti scienziati dimostravano, teorie alla mano, che i neri erano inferiori ai bianchi ed erano nati per lavorare sodo, ed è grazie alla scienza che abbiamo massacrato milioni di africani che morivano durante i viaggi, ammassati nelle stive delle navi, e quelli che sopravvivevano venivano venduti, frustati, umiliati. Inutile ricordare che spesso la scienza ha dichiarato innocui farmaci rivelatisi dannosi, se non addirittura mortali (ricordate il caso del Talidomide, tanto per citarne uno? Farmaco dichiarato sicuro, ma che poi, si riuscì a dimostrare, provocava aborti o la nascita di bambini malformati).
Anche personaggi noti, nonostante la loro cultura, sostengono che il problema al centro del dibattito è la scienza. Il virus è il problema, e il vaccino la soluzione, scrive Beppe Servegnini in un recente articolo sulla logica del no vax. Mentre Samantha Cristoforetti dichiara beatamente che “lei e la sua famiglia si sono vaccinate non perché ha acquisito informazioni che tuttora non ha, ma perché si fida delle istituzioni”. Il reale problema, secondo lei, è “recuperare la fiducia nelle istituzioni”. Mica si è informata su quello che le iniettano in corpo. Lei si fida.
La situazione mi ricorda quella ai tempi di Nostradamus e Paracelso; imperversava spesso la peste a quei tempi, ed entrambi sostenevano una cosa assai banale, ma derisa dal mondo scientifico di allora: che bastava lavarsi di più e curare la propria igiene personale e del luogo in cui si viveva per non ammalarsi di peste. Ma siccome la scienza non l’aveva ancora accertato ufficialmente, le loro teorie rivoluzionarie (cioè curare l’igiene) rimasero nel vuoto ancora per molto tempo.
In conclusione.
La logica del no vax è che il virus non sarebbe un problema (perché le cure ci sono) e il vaccino non è la soluzione.
Anche a me sembra logico affidarmi alla scienza. E infatti, non avendo elementi per capire efficacia e componenti di un vaccino, mi affido a scienziati di cui mi fido, oltre che al mio spirito di osservazione.
Quello che trovo senza logica è il ragionamento di molti pro vax: non capisco di quale scienza parlano. Non capisco perché abbiano paura di un virus e preferiscano veder distruggere l’economia e rischiare gli effetti collaterali di un vaccino sconosciuto, piuttosto che prendere in considerazione altre cure. Non ho proprio capito il criterio alla base dei loro ragionamenti e non credo che lo capirò mai (do la mia spiegazione nell’articolo dedicato alle eggregore, le entità e la pandemia: https://petalidiloto.com/2021/08/eggregore-entita-e-pandemia/).
E la mia amica Solange Manfredi, esperta di guerre psicologiche, che sostiene che siamo di fronte alla più grande operazione di guerra psicologica di tutti i tempi? Come si concilia questo con il suo postare continuamente i discorsi di Mattarella sul dovere civico e morale di vaccinarsi? Nulla. Impossibile – almeno per me – capire il suo pensiero, al di fuori dei suoi appelli a vaccinarsi e a rispettare il lockdown. Perché lei è un’esperta, insegna al master di intelligence, e – come consiglia un professore americano da lei citato – non parla con le menti deboli come le mie. Insomma, è la scienza a consigliarle di non parlare con gli idioti come me. E se lo dice la scienza, chi sono io per contraddirla?
FONTE: https://petalidiloto.com/2021/08/la-logica-dei-pro-vax/
SCIENZE TECNOLOGIE
Cybercrimes
gabriellabraccili 2 settembre 2021 Criminologia
Con l’era digitale la tecnologia è diventata parte integrante delle nostre vite e permea la quotidianità degli individui. Possiamo accedere ad un intero mondo d’informazioni dal palmo della nostra mano, googlare ciò che non sappiamo, acquistare oggetti ovunque ci troviamo da qualsiasi negozio online del mondo per riceverli comodamente a casa, possiamo ottimizzare le nostre giornate evitando di recarci fisicamente in posta o in banca, fino a ricevere anche i referti medici sul nostro smartphone.
Insomma, la tecnologia apporta alla nostra vita notevoli benefici ma ci espone anche a grandi rischi. La criminalità informatica, infatti, è diventata negli anni un problema serio a livello globale e la tendenza è in continua crescita. Secondo quanto dichiarato dalle Nazioni Unite il crimine informatico nel suo insieme è aumentato del 600% dall’inizio della pandemia globale. Molte aziende hanno dovuto ricorrere a modelli di lavoro flessibili o basati sul “remote working” che aumentano le possibilità delle aziende di essere sottoposte ad attacchi. Inoltre, i criminali informatici si evolvono costantemente e a ritmi serrati.
Il termine Cybercrime è un termine “ombrello” che racchiude diversi tipi di crimini che si verificano online o in cui la tecnologia è mezzo o obiettivo dell’attacco.
Lo United Nations Office on Drugs and Crime (UNODC), nel documento Comprehensive Study on Cybercrime del 2013, ha classificato i Cybercrimes da un punto di vista prettamente criminologico/sociologico in tre categorie:
- Reati informatici contro la confidenzialità, l’integrità e la disponibilità dei dati di un sistema elettronico (i.e. hacking, intercettazioni abusive o manomissione abusiva dei dati)
- Reati informatici finalizzati al guadagno personale (i.e. frodi informatiche, phishing, spamming, stalking informatico, cyberbullismo e grooming)
- Reati informatici relativi al materiale digitale prodotto (i.e. incitamento al razzismo e alla xenofobia, produzione e distribuzione di materiale pedopornografico, terrorismo)
Peter Grabosky in “Electronic crimes” classifica la criminalità informatica distinguendo tra reati convenzionali commessi con la tecnologia informatica (es. estorsioni, stalking e produzione, diffusione di materiale pedopornografico) e nuovi reati commessi con la tecnologia informatica (es. defacement di siti web, attacchi denial-of-service, frodi). Grabosky utilizza la Routine Activity Theory di Cohen e Felson al fine di trovare una spiegazione al verificarsi del crimine informatico.
Secondo la Routine Activity Theory il verificarsi di un reato è probabile se c’è un delinquente motivato e un bersaglio adatto, con la contemporanea assenza di “guardiano”. Similmente Grabosky attribuisce l’aumento di possibili vittime, e delinquenti motivati, al crescente bacino di utenti di Internet. La tutela nel cyberspazio sarebbe da ricondurre al fattore umano (i.e. genitori, datori di lavoro e amministratori di sistema) e a quello tecnologico (i.e. programmi di crittografia, antivirus e rilevamento delle intrusioni).
Il mondo dei Cybercrimes è piuttosto vasto e può comprendere le seguenti tipologie di crimini informatici:
- Attacchi DDoS: vengono utilizzati per rendere non disponibile un servizio online e disattivare la rete travolgendo il sito con traffico proveniente da una varietà di fonti. Grandi reti di dispositivi infetti noti come Botnet vengono create depositando malware sui computer degli utenti. L’hacker quindi entra nel sistema una volta che la rete è inattiva.
- Botnet: sono reti di computer compromessi controllati da remoto. Gli hacker remoti inviano quindi spam o attaccano altri computer attraverso queste botnet. Le botnet possono anche essere utilizzate per agire come malware ed eseguire attività dannose.
- Furto di identità: questo crimine informatico si verifica quando un criminale ottiene l’accesso alle informazioni personali di un utente per rubare fondi, accedere a informazioni riservate o rendersi partecipe di frodi fiscali o assicurative. Il furto di identità avviene generalmente scoprendo le password dell’utente tramite hacking, recuperando informazioni personali dai social media o inviando e-mail di phishing.
- Cyber-stalking: questo tipo di crimine informatico comporta molestie online in cui l’utente è soggetto a una pletora di messaggi ed e-mail. In genere i cyberstalker utilizzano i social media, i siti Web e i motori di ricerca per intimidire la propria vittima che conosce almeno in maniera superficiale.
- Social Engineering: questa tipologia di crimine prevede che i criminali entrino in contatto diretto con le vittime di solito via telefono o e-mail. Vogliono guadagnare la loro fiducia e di solito si spacciano per lavoratori di un servizio clienti in modo da ottenere informazioni quali ad esempio password dell’azienda per cui la vittima lavora o di informazioni bancarie.
- PUPs: iPUPS o Potentially Unwanted Programs sono programmi software indesiderati che vengono forniti in bundle di programmi software gratuiti legittimi come un pacchetto. Non tutti i PUPs sono distruttivi, ma alcuni possono causare comportamenti molto fastidiosi, come la generazione di annunci pop-up o il rallentamento del computer. Queste applicazioni possono influire negativamente sulle prestazioni di un computer e possono persino introdurre rischi per la sicurezza come spyware e altri programmi indesiderati.
- Phishing: questo tipo di attacco coinvolge gli hacker che inviano allegati e-mail o URL dannosi agli utenti per ottenere accesso ai loro account o computer. Gli utenti vengono indotti con l’inganno a rispondere ad e-mail in cui si richiede con urgenza di dover modificare la password o aggiornare le informazioni di fatturazione, consentendo l’accesso ai criminali.
- Prohibited/Illegal Content: questo crimine informatico coinvolge criminali che condividono e distribuiscono contenuti inappropriati che possono essere considerati altamente angoscianti e offensivi. I contenuti offensivi possono includere, ma non sono limitati a, attività sessuali tra adulti, video con intensa violenza e video di attività criminali. I contenuti illegali includono materiali che promuovono atti di terrorismo e materiale sullo sfruttamento minorile. Questo tipo di contenuto esiste sia nell’Internet di tutti i giorni che nel dark web.
- Online Scams: questo tipo di cybercrime si presenta sotto forma di annunci pubblicitari o e-mail di spam che includono promesse di premi o offerte di importi di denaro irrealistici. Le truffe online includono offerte allettanti che sono “troppo belle per essere vere” e quando vengono cliccate possono causare l’interferenza di malware e compromettere il proprio terminale.
- Exploit Kits: gli expoit kit fruttano la presenza di una vulnerabilità (bug nel codice di un software) per ottenere il controllo del computer di un utente. Sono strumenti già pronti che i criminali possono acquistare online e utilizzare contro chiunque abbia un computer. I kit di exploit vengono aggiornati regolarmente in modo simile al normale software e sono disponibili sui forum di hacking del dark web.
References:
- Peter Grabosky, Electronic crime. Prentice Hall, 2007
- Jerome, Barlatier. Criminal Investigation and Criminal Intelligence: Example of Adaptation in the Prevention and Repression of Cybercrime. Risks 8.3, 2020
- Cyber Crime Study 2013: https://www.unodc.org/documents/organized-crime/UNODC_CCPCJ_EG.4_2013/CYBERCRIME_STUDY_210213.pdf
FONTE: https://scienzecriminologiche.com/2021/09/02/cybercrimes/
STORIA
Insulti, sputi, violenze, sequestri e minacce. Così i “compagni” attaccavano le ragazze
22 Settembre 2021 – 06:00
Le testimonianze sconvolgenti delle giovani di destra negli anni Settanta
Per alcuni, gli anni Settanta sono stati una scuola di vita: in quel periodo hanno gettato le fondamenta del proprio futuro politico e hanno intessuto quella trama di rapporti di amicizia e fratellanza che ancora oggi sussiste. Per altri, sono un passato scomodo, magari rinnegato, del quale si preferisce non parlare. E anche sulla violenza le testimonianze sono discordanti: c’è chi la ricorda come un’esperienza necessaria, chi come una persecuzione e chi invece tende a minimizzarla o a rimuoverla. Ma tutti tratteggiano un paesaggio fosco, nel quale la caccia al camerata era tollerata, se non addirittura incentivata dai ceti intellettuali dominanti. Alcuni diritti basilari, come il diritto allo studio o il diritto di esprimere le proprie idee, erano di fatto sospesi per chi stava a destra. Picchiare, sputare, insultare, sequestrare, svilire una donna di destra, in alcuni contesti, era considerato normale.
Lo ripetiamo: visto con gli occhi di oggi sembra una follia. Ma stiamo parlando di un Paese nel quale i camerieri si rifiutavano di servire un caffè a Giorgio Almirante perché fascista e nel quale si sosteneva che «uccidere un fascista non è un reato». Questo è il contesto, la cornice all’interno della quale si muovono le ragazze del Fronte della Gioventù, del FUAN. Erano nel mirino perché chi vedeva nei giovani missini un nemico da combattere pensava di stare lottando per la libertà. Nel nome della quale credeva fosse legittimo utilizzare qualunque mezzo. Per calarsi in quell’epoca bisogna rivedere il concetto di situazione di pericolo e, come vedremo, non era necessario infilarsi in una manifestazione tra le croci celtiche e le fiamme tricolori per finire nei guai.
«Il clima terribile degli anni di piombo registrava episodi di violenza persino nell’acquisto di un giornale all’edicola se, per esempio, era una testata ritenuta di destra. Per quanto mi riguarda, ricordo l’episodio di bullismo accaduto il giorno della discussione della mia tesi di laurea su Ugo Spirito a Scienze Politiche con relatore Augusto Del Noce. All’uscita della facoltà mi aspettavano un centinaio di studenti di sinistra che pensarono bene di accompagnarmi in corteo, con tutta una serie di insulti e cori non certo di simpatia, solo perché avevo trattato un autore che non rientrava nei loro paradigmi. Alcuni anni più tardi anche sotto all’ufficio spesso e volentieri mi ritrovavo scritte con il mio nome che mi imputavano la responsabilità dei più efferati fatti di cronaca. Per non parlare di altri episodi più gravi di discriminazione che mi sono accaduti addirittura quando ero sul posto di lavoro e in gravidanza», ricorda Marina Vuoli, militante e moglie di Teodoro Buontempo, storico esponente del MSI. Sembrano cronache di guerra: centinaia di persone che accompagnano una ragazza nel giorno della sua laurea solo perché ha trattato argomenti non di sinistra, intimidazioni, insulti, minacce. E poi la discriminazione, un termine ancora oggi molto in voga e, a volte, usato in modo improprio.
«Io mi sono reso conto della pericolosità del periodo quando è morto uno della mia sezione, Acca Larenzia. Quella è stata una tragedia, un evento che ha segnato la mia vita. È stato un episodio di rottura, perché ti rendi conto che il contesto è drammatico e tragico. Non c’era alcuna differenza tra ragazzi e ragazze. Anche le ragazze si difendevano bene davanti alle manifestazioni non autorizzate e alle cariche della polizia, però c’era una protezione fortissima da parte dei maschi. Erano molto paterni, non le consideravano inferiori, nelle sezioni del MSI non ho mai visto episodi di maschilismo esasperato», spiega Annalisa Terranova, ex animatrice di Eowyn e del Centro Studi Futura, autrice del libro Camicette Nere e poi redattrice del Secolo d’Italia, introducendo un duplice tema. Innanzitutto, quello della tragedia, dell’evento drammatico che svela i rischi che stanno correndo dei ragazzi in alcuni casi nemmeno del tutto consapevolmente semplicemente facendo politica. E poi il tema della violenza che si abbatte in egual misura e senza nessuna distinzione su ragazzi e ragazze. Una guerra invisibile che si protrae per anni, nell’indifferenza generale. «Credo di poter dire che quel periodo, dal secondo semestre del 1970 sino al 1980, fu caratterizzato da un vero e proprio stato di guerra civile. Ricordo mio padre che metteva i sacchetti di sabbia dietro la porta di casa per paura di incendi dolosi. La caccia al fascista era diffusa nelle scuole, e all’università il FUAN di fatto chiuse i battenti per qualche anno», racconta Andrea Augello, ex militante del Fronte della Gioventù, poi saggista e parlamentare italiano.
Scegliere di stare a destra ed essere una donna, in quegli anni, significava quindi imboccare una via in salita. E significava, soprattutto, scegliere la strada della ghettizzazione e della marginalizzazione, perché l’etichetta, il marchio a fuoco, era qualcosa che difficilmente si poteva cancellare. Entrando in una sezione del Fronte della Gioventù o del FUAN, mettendo una firma su quella tessera si entrava in un club esclusivo, ma al rovescio.
FONTE: https://www.ilgiornale.it/news/spettacoli/insulti-sputi-violenze-sequestri-e-minacce-cos-i-compagni-1976956.html
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