RASSEGNA STAMPA DETTI E SCRITTI
13 OTTOBRE 2021
A cura di Manlio Lo Presti
Esergo
Fai in modo che nessuno versi lacrime a causa tua. Gli Dei le contano tutte, una per una.
L’UNGHIA DEL DRAGO, Mondadori, 1993, pag. 25
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SOMMARIO
Il Pnrr come presupposto di una nuova austerità
“Questo è un sacrificio umano di bambini!”
Attenzione alla bolletta: l’errore da non fare col canone Rai
GRETA RIPETE MALTHUS
Lamorgese vuole il caos
Tra infiltrati e doppiogiochisti: la “fascistizzazione” dei No Vax
Sadismo di stato
I colloqui sul confine tra India e Cina falliscono poiché entrambe le parti perseguono l’accumulo di truppe
Il mito della caverna e il suo significato filosofico e morale
Malanga: cacceremo i nostri dominatori, Deva e Asura
Video tagliati e doppiati. Cosa non torna nell’inchiesta di Fanpage
Servizi segreti deviati
Altro che cittadinanza, ci vorrebbe un “reddito di resilienza”
Alla faccia della concorrenza: le Dark Pools delle banche globali
Rinaldi fa una Lectio Magistralis sul sistema creditizio al Parlamento Europeo.
Germania: parcheggi riservati a LGBTI e migranti…
Niente smartworking senza Green Pass. Accettiamo anche questo senza opposizione?
Da quando chi pretende il lavoro è fascista?
Salario sociale di classe. Usa e Regno Unito seguono il modello cinese mentre l’Europa sceglie di morire
Forza Nuova a volto scoperto?
Fascisti in cgil
E POI BASTA CO’ ‘STO FASCISMO, SO ‘ PASSATI CENT’ANNI.
Saranno anche Draghi e Mattarella a decidere il successore al Colle
In memoria dell’Ordine Templare
13 ottobre 1307
IN EVIDENZA
Il Pnrr come presupposto di una nuova austerità
11 OTTOBRE 2012
di Alessandro Somma
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza e le sue condizionalità (Parte I)
Presentato come un segno della solidarietà e generosità dell’Europa unita, il Pnrr è in verità tutt’altro. In questa prima parte del contributo vedremo perché i soldi di cui si parla sono in realtà pochi e tutti da restituire, per poi illustrare le condizionalità cui sono collegati: innanzi tutto quelle che impongono una sana governance economica, ovvero l’austerità. Nella seconda parte ci dedicheremo alle condizionalità che riguardano la tutela della concorrenza e che comportano liberalizzazioni e privatizzazioni. Concluderemo riflettendo sulla finalità prima del Pnrr: impedire la partecipazione democratica in quanto ostacolo al definitivo consolidamento dell’ortodossia neoliberale.
Pochi soldi tutti da restituire
Tra gli strumenti predisposti dall’Unione europea per affrontare la crisi determinata dall’emergenza sanitaria, occupa un posto di rilievo il Next generation Eu: un pacchetto di sovvenzioni e prestiti per 806,9 miliardi di Euro ai prezzi correnti, erogati nell’ambito del quadro finanziario pluriennale per il periodo 2021-27 (il cui valore è di complessivi 2018 miliardi). La parte più consistente di questi denari verrà distribuita dal Fondo per la ripresa e la resilienza (Recovery and resilience facility), la cui dotazione ammonta a 723,8 miliardi[1], così suddivisi: 338 miliardi in sovvenzioni a fondo perduto e 385,8 miliardi in prestiti da restituire.
Tra i Paesi dell’Unione, l’Italia è il destinatario delle cifre più consistenti: 191,48 miliardi, comprendenti sovvenzioni per 68,9 miliardi e prestiti per 122,6 miliardi. Queste grandezze hanno alimento una retorica europeista tutta volta a celebrare la generosità di Bruxelles, oltre al cambio di passo rispetto alla crisi del debito sovrano: quando la risposta fu l’austerità.
La sostanza è però un’altra, innanzi tutto per quanto riguardo l’effettiva entità del contributo. Parliamo invero di cifre da cui occorre detrarre i trasferimenti dell’Italia all’Unione europea, particolarmente consistenti se si considera che l’Italia è un contributore netto. Nell’ultimo ventennio ha infatti destinato al bilancio europeo circa 110 miliardi in meno di quelli che ha ricevuto da Bruxelles: persino l’anno scorso, in piena pandemia, il saldo è stato negativo per circa 7 miliardi[2]. Sono peraltro le stesse istituzioni europee a fornire la reale entità al netto dei trasferimenti, seppure sulla scorta di calcoli divergenti: 57 miliardi per la Commissione e 34 per la Banca centrale[3]. Parliamo cioè di circa 8 miliardi su base annua nel primo caso e di 5 nel secondo: un ammontare irrisorio e del tutto incapace di fare la differenza.
Ma non è tutto. I prestiti ricevuti dall’Italia vanno prima o poi restituiti, sebbene a interessi contenuti, e nel frattempo contribuiscono a far lievitare il debito: circostanza notoriamente sanzionata da Bruxelles con la richiesta di tagli e austerità. E lo stesso vale poi per le sovvenzioni, anche se le relative somme si sono ottenute con prestiti richiesti direttamente dall’Unione europea: sebbene il debito sia comune, ciò non toglie che debba essere onorato attraverso i futuri bilanci dell’Unione europea. Ciò può avvenire ricorrendo a nuove risorse proprie, ma questo è altamente improbabile e comunque almeno in parte connesso con un incremento della pressione fiscale sulle imprese e i cittadini europei. In alternativa si possono ridurre i trasferimenti ai Paesi membri, il che danneggerebbe soprattutto i Paesi in difficoltà. Infine si potrebbero incrementare i contributi nazionali al bilancio europeo, e questo comporterebbe tagli.
Insomma, dal Fondo per la ripresa e la resilienza arriveranno risorse trascurabili, ma lo stesso non si può dire delle conseguenze derivanti dal relativo indebitamento: queste si faranno sentire[4]. Con buona pace della retorica europeista, non ci troviamo di fronte a un atto generoso, né tanto meno a una reale inversione di rotta.
Verso una nuova austerità
Non è però la reale entità dell’assistenza finanziaria a preoccupare di più, quanto l’insieme delle condizionalità che risultano dalle complesse procedure attraverso le quali la Commissione europea valuta i Piani nazionali di ripresa e resilienza (Pnrr): lo strumento con cui gli Stati membri identificano i progetti che finanzieranno con le sovvenzioni e i prestiti, e soprattutto elencano le riforme a cui questi ultimi sono vincolati.
Tutti questi aspetti sono disciplinati dal Regolamento istitutivo del Fondo per la ripresa e la resilienza (n. 241 del 12 febbraio 2021), che prevede innanzi tutto una serie di misure per collegarlo a “una sana governance economica” (art. 10). Questo significa che le sovvenzioni e i prestiti possono essere sospesi in caso di disavanzi eccessivi, ovvero se non si rispettano i cosiddetti parametri di Maastricht: un deficit contenuto entro il 3% del pil e un debito non superiore al 60% del pil. Significa poi che la stessa misura viene prevista nel caso di squilibri economici eccessivi, quindi in particolare nel caso di elevato debito pubblico. E sappiamo che al suo aumento contribuisce proprio il Fondo per la ripresa e la resilienza, che da un simile punto di vista rischia di trasformarsi in un rimedio peggiore del male.
I Pnrr devono poi essere coerenti con “le priorità specifiche individuate nell’ambito del Semestre europeo” (art. 17): una complessa procedura volta a coordinare le politiche nazionali di bilancio, e in particolare imporre di perseguire il cosiddetto obiettivo di medio termine. Quest’ultimo concetto è stato introdotto dal Patto di stabilità e crescita, che ha inasprito i parametri di Maastricht: ha precisato che il limite del 3% è stato definito per consentire di “far fronte alle normali fluttuazioni cicliche”, sicché al netto delle congiunture negative l’obiettivo da raggiungere è “l’equilibrio del bilancio, con un saldo prossimo al pareggio o positivo”[5].
Certo, con lo scoppio della pandemia il Patto di stabilità e crescita è sospeso per “consentire uno scostamento temporaneo coordinato e ordinato dai normali requisiti”[6], motivo per cui il Semestre europeo non viene al momento utilizzato per imporre l’austerità. Ciò non ha peraltro impedito di mettere sotto accusa le politiche pensionistiche e di redistribuzione del reddito, così come di stimolare il ricorso a forme di “lavoro flessibile” e più in generale la rimozione degli “ostacoli alla concorrenza”[7].
Detto questo il Patto tornerà presto in funzione, presumibilmente nel 2023[8], e se anche verrà riformato non sarà certo per metterne in discussione l’impostazione di fondo: il suo costituire un presidio dei parametri di Maastricht e dunque un argine contro qualsiasi tentativo di introdurre una inversione di rotta. Non è invece sospeso quanto si dice a proposito di squilibri macroeconomici e in particolare di debito eccessivo, tanto che le ultime raccomandazioni formulate nel merito all’indirizzo di Roma insistono sulla necessità di perseguire “una politica di bilancio prudente”[9].
Una sana governance economica
Alle condizionalità cui abbiamo fatto finora riferimento, come si è detto poste a presidio di quanto l’Europa considera “una sana governance economica”, occorre aggiungere il complesso delle riforme indicate nei Pnrr come presupposto per l’ottenimento delle sovvenzioni e dei prestiti. Queste riforme sono negoziate dal Paese proponente il Piano e le autorità europee, e sono in massima parte volte a consolidare la funzione principale dell’Unione europea nella sua essenza di dispositivo neoliberale. È del resto lo stesso Regolamento istitutivo del Fondo per la ripresa e la resilienza a precisare che il Piano nel suo complesso “contribuisce ad affrontare in modo efficace” le sfide individuate “nell’ambito del Semestre europeo” (art. 18).
Abbiamo trovato ampi riscontri di questo schema considerando il Pnrr italiano[10], analizzato dal punto di vista dei suoi contenuti allineati all’ortodossia neoliberale[11]. Possiamo ora dedicarci ai materiali che hanno fatto seguito alla presentazione del Pnrr, e in particolare alla Decisione del Consiglio dell’Unione europea relativa all’approvazione del Pnrr e al relativo Allegato[12], adottata ai sensi del Regolamento istitutivo del Fondo per la ripresa e la resilienza (art. 20). È in questa sede che si sono identificate le riforme la cui adozione costituisce condizione per l’ottenimento di rate semestrali dell’assistenza finanziaria (art. 24), successive al prefinanziamento concesso nei limiti del 13% dell’importo complessivo (art. 13): per l’Italia 9 miliardi di sovvenzioni e 16 miliardi di prestiti erogati il 13 agosto 2021.
Le riforme sono variamente collegate a sei “missioni” relative alle “aree di intervento” individuate dal Regolamento istitutivo del Fondo per la ripresa e la resilienza (art. 3): (i) digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura, (ii) rivoluzione verde e transizione ecologica, (iii) infrastrutture per una mobilità sostenibile, (iv) istruzione e ricerca, (v) inclusione e coesione e (vi) salute[13]. Vi sono indubbiamente riforme apprezzabili, che non sono però minimamente capaci di mettere in ombra quelle dettate dalla volontà di consolidare l’ispirazione neoliberale della costruzione europea, i cui effetti sono di gran lunga prevalenti.
A titolo esemplificativo possiamo nel merito richiamare due riforme già realizzate: quelle che hanno inteso promuovere la semplificazione in materia di contratti pubblici e in materia ambientale, ad esempio per snellire le verifiche antimafia e la valutazione di impatto ambientale[14]. In entrambi i casi si è inteso onorare la massima, a suo tempo formulata dai teorici della scelta pubblica (Public choice theory)[15], secondo cui l’intervento pubblico che non si traduce in un mero sostegno al funzionamento del mercato produce “la moltiplicazione dei fenomeni corruttivi”[16]. Massima di chiaro stampo neoliberale, volta a screditare la politica prima ancora della democrazia in quanto fonte di comportamenti alternativi a quelli stimolati dal libero incontro di domanda e offerta. Come se il mercato non fosse anch’esso un luogo capace di alimentare comportamenti penalmente rilevanti. E come se per evitarlo vi fossero soluzioni diverse dal prevedere controlli penetranti, da ritenere un beneficio pubblico e non semplicemente un costo privato.
Tra le riforme da realizzare è esemplificativo l’impegno a completare il federalismo fiscale[17], ovvero ad adottare le misure contemplate da una legge del 2009 che porta il nome di Roberto Calderoli, all’epoca Ministro per la semplificazione normativa del governo Berlusconi II[18]. Esemplificativo non tanto e non solo perché attua quanto è stata notoriamente definita come la secessione dei ricchi in quanto voluta fortemente da Emilia Romagna, Veneto e Lombardia. Ma perché lo svuotamento delle competenze statali da parte del livello infranazionale, esattamente come quello a beneficio del livello sovranazionale, contribuisce a ridimensionare il circuito della politica nella sua capacità di plasmare l’ordine economico: è una misura di ispirazione obiettivamente neoliberale.
[1] Cfr. European Commission, The EU’s 2021-2027 long-term budget & Next Generation Eu (aprile 2021), https://op.europa.eu/en/publication-detail/-/publication/d3e77637-a963-11eb-9585-01aa75ed71a1/language-it. Le cifre sono state inizialmente stabilite ai prezzi del 2018, quando il quadro finanziario pluriennale 2021-2027 ammontava a 1824 miliardi, Next generation Eu a 750 miliardi e il Fondo per la ripresa e la resilienza a 672.5 miliardi.
[2] Annuario statistico della Ragioneria generale dello Stato 2021, www.rgs.mef.gov.it/_Documenti/VERSIONE-I/Pubblicazioni/Studi-e-do/annuario_statistico_della_ragioneria_generale_dello_stato/Annuario-Statistico-2021.pdf, p. 127.
[3] Rispettivamente Commission staff working document Identifying Europe’s needs del 27 maggio 2020, Swd/2020/98 fin., pp. 43 e 51 e A. Giovannini, S. Hauptmeier, N. Leiner-Killinger e V.Valenta, The fiscal implications of the EU’s recovery package, in ECB Economic Bulletin 6/2020, www.ecb.europa.eu/pub/economic-bulletin/focus/2020/html/ecb.ebbox202006_08~7f90a18630.en.html.
[4] A. somma, Sopravvivere al coronavirus per morire di Europa? (1. aprile 2020), www.lafionda.org/2020/03/31/sopravvivere-al-coronavirus-per-morire-di-europa.
[5] Risoluzione del Consiglio europeo 17 giugno 1997, 97/C 236/01.
[6] Comunicazione sull’attivazione della clausola di salvaguardia generale del Patto di stabilità e crescita del 20 marzo 2020, Com/2020/123 fin.
[7] Raccomandazione sul programma nazionale di riforma 2019 dell’Italia e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2019 dell’Italia del 9 luglio 2019, in Gazzetta ufficiale dell’Unione europea, 2019/C 301/12 e Raccomandazione sul programma nazionale di riforma 2020 dell’Italia e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2020 dell’Italia del 20 luglio 2020, in Gazzetta ufficiale dell’Unione europea, 2020/C282/12.
[8] Comunicazione Coordinamento delle politiche economiche nel 2021: superare la COVID-19, sostenere la ripresa e modernizzare la nostra economia del 2 giugno 2021, Com/2021/500 fin.
[9] Raccomandazione del Consiglio che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2021 dell’Italia del 2 giugno 2021, Com/2021/512 fin.
[10] Piano nazionale di ripresa e resilienza, www.governo.it/sites/governo.it/files/PNRR.pdf.
[11] A. Somma, Il consenso di Bruxelles. Il Recovery plan sulle orme della Troika (3 maggio 2021), www.micromega.net/il-recovery-plan-sulle-orme-della-troika.
[12] Rispettivamente Decisione di esecuzione del Consiglio relativa all’approvazione della valutazione del piano per la ripresa e la resilienza dell’Italia 10160/21 del 6 luglio 2021, https://data.consilium.europa.eu/doc/document/ST-10160-2021-INIT/it/pdf, e Allegato riveduto della Decisione del consiglio relativa all’approvazione del Pano per la ripresa e la resilienza dell’Italia, 10160/21 Add 1 Rev 2 dell’8 luglio 2021, https://www.camera.it/temiap/2021/07/13/OCD177-5010.pdf.
[13] V.le nella panoramica offerta dal sito della Camera dei deputati, che fornisce anche indicazioni sulla loro scansione temporale e progressiva attuazione: https://temi.camera.it/leg18/pnrr/cronoprogramma.html.
[14] Decreto-legge 31 maggio 2021 n. 77 Governance del Piano nazionale di ripresa e resilienza e prime misure di rafforzamento delle strutture amministrative e di accelerazione e snellimento delle procedure (convertito con modificazioni dalla Legge 29 luglio 2021 n. 108).
[15] J.M. Buchanan e J. Tullock, The Calculus of Consent, Ann Arbor, 1962.
[16] Piano nazionale di ripresa e resilienza, cit., p. 69.
[17] Allegato riveduto della Decisione del consiglio relativa all’approvazione del Pano per la ripresa e la resilienza dell’Italia, 10160/21 Add 1 Rev 2 dell’8 luglio 2021, pp. 9 e 142 ss.
[18] Legge 5 maggio 2009 n. 42 Delega al Governo in materia di federalismo fiscale, in attuazione dell’articolo 119 della Costituzione.
“Questo è un sacrificio umano di bambini!”
L’arcivescovo di Nancy Pelosi ha castigato i politici cattolici martedì per aver sostenuto una legge radicale pro-aborto che promuove il “sacrificio di bambini”.
L’arcivescovo Salvatore Cordileone di San Francisco ha esortato i cattolici a pregare e digiunare per la sconfitta del Women’s Health Protection Act dal nome ingannevole, secondo la Catholic News Agency.
“Questa proposta di legge non è altro che un sacrificio di bambini”, ha detto Cordileone in una dichiarazione. “[È] sicuramente il tipo di legislazione che ci si aspetterebbe da un satanista devoto, non da un cattolico devoto”.
Pelosi, un democratico di San Francisco che afferma di essere cattolico, dovrebbe portare il disegno di legge alla Camera per un voto alla fine di questa settimana. Se passa, la legislazione cancellerebbe praticamente tutte le restrizioni sull’aborto e impedirebbe agli stati di emanare anche modeste protezioni per i bambini non nati.
La Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti e altre organizzazioni pro-vita hanno messo in guardia gli americani su quanto sia radicale la legislazione.
In una recente dichiarazione, i vescovi hanno detto che la legge scavalcherebbe tutti i limiti “significativi” sugli aborti a termine e permetterebbe ai bambini non ancora nati di essere abortiti per qualsiasi motivo fino alla nascita. Costringerebbe anche i contribuenti a pagare per gli aborti.
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“Qualsiasi persona ragionevole con un senso basilare di moralità e un pizzico di decenza non può che rabbrividire di orrore di fronte a un male così atroce codificato nella legge”, ha detto Cordileone.
Egli ha criticato i politici pro-aborto che si professano cattolici per sostenere la legislazione. Pelosi è uno di loro, il presidente Joe Biden un altro, anche se Cordileone non ha menzionato alcun politico per nome.
“Ai politici cattolici in particolare, vi imploro di ascoltare le parole di Papa Francesco che proprio lo scorso fine settimana, durante il suo volo di ritorno a Roma dalla Slovacchia, ha detto: ‘L’aborto è più di un problema. L’aborto è un omicida…. È una vita umana, punto. E questa vita umana deve essere rispettata”, ha continuato l’arcivescovo.
Papa Francesco ha anche paragonato l’aborto di un bambino non ancora nato all’assunzione di un sicario per uccidere qualcuno.
Negli Stati Uniti, i vescovi cattolici stanno esortando la gente a pregare e a sostenere la vita di tutte le persone, nate e non nate. Cordileone si è unito a loro nel dire al Congresso che uccidere i bambini non nati non è un modo per risolvere alcun problema.
“Un bambino non è un oggetto da buttare via, e nemmeno il cuore di una madre”, ha detto. “L’ho detto prima e lo dirò di nuovo: La risposta a una donna in una gravidanza in crisi non è la violenza, ma l’amore. Questa è l’America. Possiamo fare meglio”.
I leader democratici, arrabbiati dalla legge salvavita del Texas sul battito cardiaco, sperano di placare i loro sostenitori pro-aborto facendo passare la legislazione pro-aborto al Congresso. Essi ritraggono la legge come una semplice “codificazione” di Roe v. Wade, piuttosto che ammettere che essa costringerà gli stati a permettere che i bambini non ancora nati siano abortiti senza limiti fino alla nascita.
La legge potrebbe passare alla Camera controllata dai Democratici, ma probabilmente sarà bloccata al Senato.
Se passasse, il disegno di legge:
- Eliminerebbe tutte le leggi statali e federali sul consenso dei genitori in relazione all’aborto
- Eliminerebbe tutte le leggi statali sul consenso informato, incluse quelle che permettono alle donne di vedere un’ecografia prima dell’aborto
- Impedire agli stati di approvare leggi per proteggere i bambini a 20 settimane, unendosi così a paesi come la Corea del Nord, la Cina, il Vietnam, Singapore, il Canada e i Paesi Bassi nel non proteggere i bambini non nati più avanti nello sviluppo
- Costringerebbe i medici e le infermiere che si oppongono all’aborto a perdere il lavoro, e gli ospedali cattolici potrebbero perdere i fondi pubblici se non eseguono aborti
- Eliminerebbe le limitazioni che durano da decenni sui finanziamenti diretti dei contribuenti all’aborto – incluso il popolare emendamento Hyde, che ha salvato più di 2 milioni di vite da quando è stato emanato
- In breve, rovescerebbe tutte le leggi federali e statali a favore della vita, e andrebbe oltre per rendere illegale per i funzionari eletti persino introdurre una legislazione a favore della vita.
I sondaggi mostrano costantemente una forte opposizione alle misure del disegno di legge, compresi gli aborti finanziati dai contribuenti. Un nuovo sondaggio AP-NORC Center for Public Affairs Research ha rilevato che il 65% degli americani pensa che la maggior parte o tutti gli aborti dovrebbero essere illegali nel secondo trimestre e l’80% pensa che la maggior parte o tutti dovrebbero essere illegali nel terzo trimestre.
FONTE: https://www.maurizioblondet.it/questo-e-un-sacrificio-umano-di-bambini/
ATTUALITÀ SOCIETÀ COSTUME
Attenzione alla bolletta: l’errore da non fare col canone Rai
Federico Garau 12 Ottobre 2021
Come accade per altri tributi, è necessario conservare le prove dell’avvenuto pagamento almeno per 5 anni
La tassa per il possesso di apparecchi atti/adattabili alla ricezione di radioaudizioni televisive, ancora nota impropriamente come “canone Rai“, è di certo una delle imposte più invise agli italiani, la maggior parte dei quali resta convinto di sovvenzionare tramite detta gabella esclusivamente la cosiddetta “televisione pubblica”.
Per riuscire ad utilizzare come fonte privilegiata a cui attingere ulteriori fondi da destinare alle casse dello Stato, nel 2016 l’allora presidente del consiglio Matteo Renzi decise di inserire il pagamento della tassa direttamente all’interno della bolletta elettrica, con la presunzione che chiunque sia titolare di un contratto di fornitura energetica dovrebbe possedere di conseguenza anche un apparecchio televisivo.
Il “canone Rai” viene addebitato in bolletta in quote bimestrali da 18 euro ciascuna, per un totale di 90 euro l’anno, anche se sono previste delle eccezioni, ovviamente da documentare all’Agenzia delle entrate. Tramite dichiarazione sostitutiva, possono richiedere l’esenzione queste categorie:
1)contribuenti con utenze domestiche a uso residenziale che dichiarano di non possedere un apparecchio atto/adattabile alla ricezione di radioaudizioni televisive;
2) eventuali eredi di un contribuente deceduto a cui sono ancora intestate le bollette e nell’abitazione del quale non è più presente un apparecchio preposto alla ricezione di tali segnali;
3) contribuenti over 75 con reddito annuo (proprio e del coniuge) non superiore a 8mila euro che non convivano con altri titolari di reddito proprio (a eccezione di collaboratori domestici come colf o badanti);
4) agenti diplomatici, funzionari e impiegati consolari, funzionari di organizzazioni internazionali, militari di cittadinanza non italiana e personale civile non residente in Italia e di cittadinanza non italiana delle forze Nato.
FONTE: https://www.ilgiornale.it/news/economia/canone-rai-conservare-i-bollettini-evitare-sanzioni-1981287.html
GRETA RIPETE MALTHUS
Lisa Stanton 30 09 2022
* Draghi incontra Greta: “Giovani, avete ragione, la transizione ecologica è una necessità”
* Il ministro Cingolani chiede a Greta soluzioni sul clima.
Il governo che si appella alla Scienza ha scelto come CTS sulla nuova emergenza Greta e Vanessa.
Greta ripete a pappagallo il format malthusiano, eppure le cose sono già molto cambiate in meglio “per lei”, in peggio per noi: il Green deal distruggerà centinaia di migliaia di posti di lavoro in Italia.
La Germania, che ha fatto dumping ambientale per decenni, è talmente impestata di carbone da aver scaricato il costo delle sue emissioni venefiche su tutta l’Europa, mentre i media del continente glorificavano la Germania green.
La transizione ecologica in Italia, vincolando la spesa pubblica alle importazioni, esige una forte svalutazione interna per contrarre occupazione e salari e, quindi, tutti gli altri consumi/investimenti diversi dal Green. L’obiettivo è la svalutazione interna prolungata e accentuata, cioè la stabilità monetaria necessaria per mantenere l’euro e accentuarne i caratteri di ridisegno sociale con concentrazione del potere economico (e quindi politico).
Italia e Francia non hanno alcun potere diretto verso altri paesi, ma i cugini credono che il loro peso politico e le loro centrali nucleari consentiranno una transizione poco dolorosa. A noi ci attende la irlandesizzazione, termine con cui s’intende la trasformazione istituzionale di un paese “occidentale” in un sistema industriale e finanziario a proprietà (essenzialmente) estera o, peggio ancora, la “bulgarizzazione”.
Tale trasformazione è funzionale all’assetto sociologico auspicato dalle elites transnazionali e alla loro idea di democrazia “liberale”, cioè oligarchica.
In ultima analisi la UE, coi suoi MEF e PNRR, serve ai paesi centrali per farci pagare il costo della decarbonizzazione tedesca: il controllo sociopolitico è ormai basato sui rapporti di forza mercantilisti. Oggi più che mai servirebbe un Governo italiano di interesse nazionale (artt.1, 11 e 54 cost.), ma neppure il più sciocco sostenitore dell’attuale esecutivo crede ancora che Draghi abbia autorità nel consesso continentale.
Per ottenere lo scopo delle emissioni zero i Galautier italiani faranno come hanno fatto col greenpass, renderanno la vita impossibile a chi non si adegua. Chi crede che tutto si limiti all’aumento delle bollette di gas e luce (sino al 50% più del 2020) non ha ancora chiaro a cosa andrà incontro quando deciderà di cambiare l’auto, l’elettrodomestico o di ristrutturare casa.
Il greenpass, che è anche SPID e presto diventerà il codice di credito sociale, si colloca in qualche modo all’interno di queste dinamiche.
https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=4671218119563094&id=100000248554468
Lamorgese vuole il caos
Bisogna chiedersi se gettare il paese nel caos non sia esattamente l’obiettivo che “il nostro governo” – o chi lo guida occultamente – voglia ottenere.
Il caso, piuttosto eclatante, dei Poliziotti che rischiano di essere sospesi venerdì (Gianluca Marletta)
L’ira della polizia su Lamorgese: “Il 15 sarà caos”
Col green pass obbligatorio scoppia il caso dei poliziotti no vax. A rischio la tutela della sicurezza. I sindacati: “Al tavolo per discuterne Lamorgese non s’è presentata”
FONTE: https://www.maurizioblondet.it/lamorgese-vuole-il-caos/
Tra infiltrati e doppiogiochisti: la “fascistizzazione” dei No Vax
Il vergognoso assalto alla sede Ggil del povero “Azzeccagarbugli” Landini, ma chi è costui: si domanderà qualche impaurito don Abbondio del 3° millennio? Con l’arresto di una decina di “neofascisti No Vax” e del loro pittoresco leader in stile sen. Tritoni (Ugo Tognazzi) del film “Vogliamo i colonnelli”: pellicola farsa dei primi anni ’70 del grande regista Mario Monicelli, forse abbiamo raggiunto l’apice del surreale manipolatorio in questi mesi di emergenza sanitaria, ma per una comicità fuori dal tempo e dal buon gusto, che offende l’intelligenza di molti Italiani.
“Non siamo orbi”, diversamente vedenti o pensanti verrebbe da dire: perchè basta visionare i filmati incriminati per capire quello che è realmente successo domenica sera a Roma: una quindicina di “Camerati No Vax” sfondano un muro alto due metri di “Robusti carabinieri e poliziotti” armati di tutto punto, penetrando nella (deserta?) sede sindacale e sfasciando tutto! Prima osservazione guardando le foto dei danni: obbiettivamente tanti dei nostri esuberanti nipotini di 3 o 4 anni, avrebbero fatto molto peggio e senza dimenticare sul luogo del crimine il vasino da notte.
Per noi complottisti, amanti delle congiure e dei film di 007, lo schema sembra quello già visto di recente alle controverse elezioni Usa: infatti subito qualche geniale giornalista nostrano, forse sotto l’effetto dei fumi dell’alcool, è arrivato a paragonare la rissa da bar alla Ggil con l’assalto oceanico al parlamento di Washington, ma si sa gli americani fanno tutto in grande e a noi rimane solo un’Americano a Roma di Alberto Sordi e Robert Flower, al secolo Roberto Fiore.
I soliti Italici misteri? Per la cronaca la giornata in piazza del Popolo del Popolo dei No Vax era andata benissimo, senza intoppi: 15-20.000 persone, tante famiglie con bambini, anziani, molti tricolori sventolanti e l’inno di Mameli; ma nel tardo pomeriggio appaiono dal nulla degli strani “Infiltrati” che riescono a dare un connotato eversivo alla giornata, intestandosi la protesta, sempre per la cronaca: contro l’entrata in vigore del famigerato “Green Pass”.
Da noi, anche i paracarri sanno benissimo chi sono questi ultimi rottami “fascisti” amanti dell’innoquo saluto romano e certamente lo sanno e lo sapevano anche la Digos, Servizi e Ministro dell’Interno: numericamente irrisori, ovvero un piccolo manipolo di nostalgici di qualcosa che forse neanche loro sanno cos’è (Ma il fascismo non era finito nel lontano 1945?) e spesso manipolati da qualche “sospetto” capopopolo dal passato non proprio trasparente; sorge a questo punto, spontanea una domanda: perchè prima della manifestazione non gli hanno monitorati meglio questi “Attenzionati” recidivi della violenza? O meglio ancora, perchè solo ora parlano di metterli fuorilegge?
Il tentativo governativo manipolatorio è evidente, con tante manine sospette e crani pelati spuntati dal nulla: “fascistizzare” i No Vax per criminalizzarli agli occhi dell’opinione pubblica, che impaurita dallo spettro della violenza bruta acclamerà gli uomini della provvidenza alla Mario Draghi e del suo rassicurante Generale dal dittongo “Figliuolo” veloci come saette con i loro DPCM a proclamare coprifuochi, emergenze sanitarie e magari un salutare: “Stato di guerra”.
Unanimi, quasi monotoni e prevedibili, da copione già scritto le dichiarazioni alla stampa della “Casta politica”: ”Auspico che tutte le forze politiche esprimano ferma e incondizionata condanna contro inammissibili manifestazioni violente che, per la loro inquietante carica eversiva, nulla hanno a che fare con la legittima espressione del dissenso” ha tuonato il ministro dell’Interno Lamorgese, seguita da Enrichetto Letta: “Attacchi squadristi, il Paese tutto risponda unito” mentre il premier Draghi, chiosa: “Il diritto a manifestare non può diventare aggressione” e il Presidente della Repubblica gli fa eco chiamando il segretario della Ggil Landini per esprimerne la solidarietà.
Dio non voglia, forse sono le prove generali per le prossime settimane, per un clima che effettivamente rischia di farsi molto caldo e di poter anche degenerare in corpose manifestazioni di popolo: i richiami dei governatori del Veneto e del Friuli sull’entrata del “Green Pass” il prossimo 15 Ottobre sono molto chiari, riferendosi ai lavoratori delle imprese private e il rischio di vedere bloccate le loro attività; per non parlare del presunto blocco degli autotrasporti, con rischio di scaffali vuoti nei supermercati.
Sono anni bui e mesi cruciali per il nostro Paese, con in gioco le nostre libertà elementari, con una Costituzione di fatto sospesa, con il diritto al lavoro e allo studio incredibilmente messi in discussione; per il diritto alla salute meglio stendere un velo pietoso: oggi, noi Italiani sembriamo usciti da qualche goliardico film di Mario Monicelli o Alberto Sordi, ma la voglia di ridere ci è passata da un pezzo.
Vogliamo i colonnelli: film farsa di Monicelli dei primi anni ‘70
VIDEO QUI: https://youtu.be/s5scR_xgwzs
Infiltrati e provocatori alimentano la strategia della tensione – Dietro il Sipario – Talk Show
VIDEO QUI: https://youtu.be/UyCbW_be3ug
Pur di impedire che milioni di cittadini esprimano un legittimo e sacrosanto dissenso nei confronti della deriva totalitaria che attraversa il Paese, il governo Draghi sembra disposto perfino a rispolverare vecchi metodi tipici della famigerata “strategia della tensione”. Fino a che punto le oligarchie sono disposte a rischiare? Ne parliamo a “Dietro il Sipario” in compagnia di Moreno Pasquinelli, Fulvio Grimaldi e Fabrizio Fratus
Forza nuova metodi vecchi – Il Controcanto
Come avevamo ampiamente preannunciato il governo ha rispolverato la vecchia “strategia della tensione”. Repubblica utilizza in maniera meschina lo spauracchio neofascista per criminalizzare un popolo intero. Draghi si prepara ad annullare anche il diritto di manifestazione. L’Huffington Post, in compagnia de La7, diffama Visione Tv. Il Corriere prende atto che Trump è più in sella che mai. La Verità sottolinea timidamente che l’eversione viene dal green pass non dalle piazze. Buon ascolto!
Fonte: Visione TV dell’11 Ottobre 2021
Foto dall’archivio de “Il Corriere delle Regioni”
Del 12 Ottobre 2021
FONTE: https://www.corriereregioni.it/2021/10/11/tra-infiltrati-e-doppiogiochisti-la-fascistizzazione-dei-no-vax-di-andrea-cometti/
BELPAESE DA SALVARE
Sadismo di stato
Corrado Ruini 11 Ottobre 2021
Lo stato, in era moderna di (presunta) democrazia, dovrebbe adempiere a delle funzioni di regolazione, ordine, e ricerca del bene comune per la collettività, con criteri di equità e giustizia. Quindi è impensabile che norme e decisioni statali comportino (per una parte rilevante di cittadini) sofferenze ingiustificate, inutili, inflitte senza alcun reale motivo, tanto da arrivare ad essere percepite come una pubblica azione di sadismo di stato.
Questa definizione ha trovato conferma in una dichiarazione pubblica (di cui esiste il filmato) nelle parole di un ministro dell’attuale esecutivo che ha esplicitato come l’illegittimo passaporto verde sia una forma di sadismo puro. Psicologico, organizzativo ed economico. Il signore che pro-tempore, siede nel consesso del Consiglio dei ministri ci ha fatto un enorme favore. Ha risparmiato la fatica di dover argomentare e interpretare una volontà governativa che si configura palesemente come azione vessatoria sulla collettività. Un’imposizione dittatoriale, aggravato da una dimensione di viltà e di ipocrisia stupefacente. Con motivazioni inesistenti in un momento in cui i numeri dicono che non vi è alcuna pandemia nel presente e quindi lo stato di emergenza e i provvedimenti sadici sono immotivati.
Una componente di cattiveria smisurata, decisioni che rovinano la vita di migliaia di famiglie, le quali non hanno altra colpa se non quella di non avere bevuto acriticamente una narrazione che è composta di bugie ed errori palesi, propinati come uniche salvifiche soluzioni da un sistema mediatico completamente asservito alle direttive di un premier imposto dai poteri finanziari.
Il sadismo è una componente dell’umano agire che opera sia in consapevolezza che in sistemi e fasi di inconsapevolezza. Un sadismo inconsapevole si manifesta in molte situazioni in cui la fragilità del pensiero individuale è amplificata da un martellamento da parte dei media che riesce a modificare il reale a vantaggio della narrazione dominante.
La notizia positiva in questi giorni che precedono il fatidico 15 ottobre data in cui il sadismo di stato arriverà ad un picco disumano e da stato totalitario, grazie all’ipnosi collettiva di chi non vede ciò che accade sotto i propri occhi e ritiene vera una narrazione piena di enormi buchi neri è rappresentata dal fatto che sta emergendo il vero spessore umano delle persone. La parte buona e sana delle persone che nonsi sono fatte ipnotizzare o ricattare e quindi non sono sotto attacco di “paura panico” collettivo si manifestano nella loro nobiltà d’animo.
Concetto rottamato dai sacerdoti della menzogna che accetta solo il brutto integrale e totalizzante anche a livello di sentimenti e disposizioni dell’animo umano. Oggi sono esaltate la delazione, la denuncia, il vittimismo, il catastrofismo ambientale generico, il falso buonismo solo che funziona solo se a pagare è pantalone come si dice qui in Emilia, ovvero la collettività.
La percentuale 80/20 anche qui funziona, se l’80 è sotto commissariamento del proprio animo, con effetto zombizzante, ben museruolato e annichilito, il 20 è sempre più libero e forte come lo era San Maximiliano Kolbe nella cella del campo di concentramento in cui aspettava di morire di fame, innocente, ma libero e forte nella verità della giustizia.
Bugia e paura, che alimentano l’astio per il “dissidente” come viene definito dal ministrino che oltre alle gambe corte sta dimostrando che la misura del suo valore umano è abbondantemente inferiore a quella fisica.
Lode quindi al delatore, auto ingaggiatosi come spione di regime programmato perfettamente per scaricare le proprie frustrazioni di persona moralmente misera. Queste ex-persone trovano piacere nel fare lo spione per compiacere i potenti e così sentirsi partecipe della commedia in essere, seppur con ruolo da comprimario gregario (sciocco) con l’aggravante del volontariato.
Lo stato attuale delle cose, che presto crollerà, al momento si regge per il fatto che questa categoria di persone è largamente diffusa anche per la gratificazione sociale che li fa sentire i buoni. Loro sono quelli del lo faccio per gli altri. Loro sono quelli moderati che non vogliono problemi a vogliono andare d’accordo con tutti. Sono coloro che nella mediocrità priva di coraggio hanno vissuto nel brodo culturale di antifascismo in assenza di fascismo. Stesso schema oggi di lotta all’emergenza pandemica in assenza di pandemia reale. Hanno chiamato pandemia un virus che se gestito da persone serie e competenti sarebbe stato un problema geriatrico che non avrebbe dovuto incidere in alcun modo sulle classi demografiche attive: bambini ragazzi e adulti fino al 65 anni.
La magia della comunicazione infarcita di sadismo di stato, invece lo ha presentato come una peste letale una emergenza che ha legittimato il peggior incubo mai vissuto dall’occidente nel dopoguerra. Effetti concreti realizzati sotto gli occhi di tutti la disintegrazione di imprese e famiglie, ma peggio di tutto ha cancellato la voglia di futuro di una intera generazione di studenti.
Ha reso normale l’anormale, l’uso della museruola inutile e dannosa è ormai data per accettata come “nuova normalità”. La distanza sociale è un modo di vivere e di essere che sta diventando un implicito obbligo.
Il potere delle parole martellate costantemente, genera pensieri ricorrenti che divengono dogmi indiscutibili. Indipendentemente dal fatto he siano falsi e portino dolore e sofferenza nel concreto delle persone. Questo sta avvenendo. Il sadismo di stato sciroppato nella sua forma più vile e orripilante da quei figuri che occupano il ruolo di governatori delle regioni che fanno a gara, ostaggio di se stessi e del loro delirio di onnipotenza nell’indossare i panni degli sceriffetti duri che mostrano muscoli farlocchi fatti di tragicomiche contraddizioni così sciocche che suscitano la pietà del “Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno”.
Resta il fatto che ciò che fanno è sadismo distillato in molte varianti. Ma arriverà a suo tempo la giustizia divina e sia mai anche quella terrena e allora noi dovremmo aumentare la nostra capacità di seguire esempi di martiri eroi e uomini giusti. Mai vendetta. Solo Giustizia e Verità con la maiuscola, e soprattutto tanta pietà per chi è stato strumento di male.
Foto dall’archivio de “Il Corriere delle Regioni”
Del 12 Ottobre 2021
FONTE: https://www.corriereregioni.it/2021/10/11/sadismo-di-stato-di-corrado-ruini/
CONFLITTI GEOPOLITICI
I colloqui sul confine tra India e Cina falliscono poiché entrambe le parti perseguono l’accumulo di truppe in mezzo alle minacce
Scritto da Dave DeCamp tramite AntiWar.com,
I colloqui tra India e Cina sulla contesa regione di confine dell’Himalaya sono falliti, con ciascuna delle parti che incolpa l’altra per i negoziati falliti. Le tensioni sono state alte tra le due potenze lungo la Linea di controllo effettivo (LAC), che separa il territorio controllato dall’India dal territorio controllato dalla Cina.
Nel 2020, le truppe cinesi e indiane hanno combattuto diverse schermaglie lungo il LAC, inclusa una nel giugno 2020 che si è rivelata mortale. I colloqui falliti significano che India e Cina continueranno ad avere truppe dispiegate in avanti in Ladakh , dove sono avvenute le schermaglie. La Cina ha attribuito il fallimento a quelle che ha definito “richieste irragionevoli” dall’India.
“La parte cinese ha compiuto grandi sforzi e ha dimostrato pienamente la sua sincerità per promuovere l’allentamento della situazione di confine”, ha affermato Long Shaohua , portavoce del Comando del teatro occidentale cinese. “Ma la parte indiana insiste ancora su richieste irragionevoli e irrealistiche, rendendo i negoziati più difficili”.
L’India ha respinto la richiesta cinese e ha affermato di aver fornito “suggerimenti costruttivi” ma che i cinesi “non erano d’accordo” e “non potevano fornire alcuna proposta lungimirante”. Prima della conclusione dei colloqui, il capo dell’esercito indiano ha affermato che la Cina sta costruendo truppe dalla sua parte del confine conteso e sta costruendo infrastrutture .
“Quindi, significa che sono lì per rimanere. Stiamo tenendo d’occhio tutti questi sviluppi, ma se sono lì per rimanere, anche noi siamo lì per rimanere “, ha affermato il generale MM Naravane.
Secondo una descrizione dell’intensificarsi delle tensioni nei media indiani :
A sud-est della valle di Galwan, dove 20 soldati indiani e almeno quattro cinesi sono morti in scontri nel giugno 2020 , Hot Springs si trova nella valle del fiume Chang Chenmo, vicino a Kongka La, un passo che segna la linea di controllo effettivo . Il punto 15 di pattuglia dell’India, non è un trampolino di lancio per alcuna azione offensiva sebbene l’area abbia visto l’azione prima e durante la guerra del 1962.
La riluttanza della Cina a ritirare la sua unità delle dimensioni di un plotone da Hot Springs è un segno delle difficoltà che si trovano nel normalizzare la situazione. Il PLA ha tradizionalmente una base importante a est di Kongka La.
Una mappa della CIA del 2004 della regione contesa del Kashmir con cerchi rossi corrispondenti ai conflitti del 2020.
Dalla micidiale schermaglia del giugno 2020, gli Stati Uniti hanno intensificato la cooperazione militare con l’India, incluso un nuovo patto militare che condivide più dati satellitari con Nuova Delhi. Con questa maggiore condivisione di informazioni, l’India può tenere d’occhio meglio le truppe cinesi.
* * *
Nel frattempo, ecco la versione di Rabobank…
Anche il Global Times sta facendo il suo solito lavoro, ma questa volta minaccia di nuovo la guerra con l’India (” New Delhi deve essere chiara su una cosa: non otterrà il confine come vuole. Se inizia una guerra, sicuramente perdere. Qualsiasi manovra e pressione politica sarà ignorata dalla Cina.”)
Sono un po’ in ritardo per questo straordinario editoriale di GT sullo stallo di bordo. Presenta la controversia in termini molto semplici. La Cina è più potente, quindi farà ciò che vuole e l’India deve affrontarlo. Caso chiuso. https://t.co/2VbT4hoHzR
— Sreemoy Talukdar (@sreemoytalukdar) 12 ottobre 2021
Secondo quanto riferito, ieri sera si sono svolte esercitazioni con i carri armati del PLA. Naturalmente, si potrebbe logicamente presumere che ci sia più che abbastanza pesce per la Cina da friggere sul fronte domestico e su un altro fronte geografico… quindi ‘Tra la la?’
FONTE: https://www.zerohedge.com/geopolitical/india-china-border-talks-fail-each-side-pursues-troop-build-amid-threats
CULTURA
Il mito della caverna e il suo significato filosofico e morale
La condizione dei prigionieri nella caverna rappresenta la conoscenza delle realtà sensibili
[514A] «Dopo di ciò – dissi –, paragona a una condizione di questo genere la nostra natura per quanto concerne l’educazione e la mancanza di educazione. Immagina di vedere degli uomini rinchiusi in una abitazione sotterranea a forma di caverna che abbia l’ingresso aperto verso la luce, estendentesi in tutta la sua ampiezza per tutta quanta la caverna; inoltre, che si trovino qui fin da fanciulli con le gambe e con il collo in catene in maniera da dover stare fermi [B] e guardare solamente davanti a sé, incapaci di volgere intorno la testa a causa di catene e che, dietro di loro e più lontano arda una luce di fuoco. Infine, immagina che fra il fuoco e i prigionieri ci sia, in alto, una strada lungo la quale sia costruito un muricciolo, come quella cortina che i giocatori pongono fra sé e gli spettatori, sopra la quale fanno vedere i loro spettacoli di burattini».
«Vedo», disse.
«Immagina, allora, lungo questo muricciolo degli uomini portanti [C] attrezzi di ogni genere, che sporgono al di sopra del muro, e statue [515A] e altre figure di viventi fabbricate in legno e pietra e in tutti i modi; e inoltre, come è naturale, che alcuni dei portatori parlino e che altri stiano in silenzio».
«Tratti di cosa ben strana – disse – e di ben strani prigionieri».
«Sono simili a noi – ribattei –, Infatti, credi, innanzi tutto che vedano di sé e degli altri qualcos’altro, oltre alle ombre proiettate dal fuoco sulla parte della caverna che sta di fronte a loro?».
«E come potrebbero – rispose –, se sono costretti a tenere la testa immobile [B] per tutta la vita?».
«E degli oggetti portati non vedranno pure la loro ombra?».
«E come no?».
«Se, dunque, fossero in grado di discorrere fra di loro, non credi che riterrebbero come realtà appunto quelle che vedono?».
«Necessariamente».
«E se il carcere avesse anche un’eco proveniente dalla parete di fronte, ogni volta che uno dei passanti proferisse una parola, credi che essi riterrebbero che ciò che proferisce parole sia altro se non l’ombra che passa?».
«Per Zeus! – esclamò –. No di certo». [C]
«In ogni caso – continuai –, riterrebbero che il vero non possa essere altro se non le ombre di quelle cose artificiali».
«Per forza», ammise lui.
La conversione verso la luce e la visione delle realtà intelligibili
«Considera ora – seguitai – quale potrebbe essere la loro liberazione dalle catene e la loro guarigione dall’insensatezza e se non accadrebbero loro le seguenti cose. Poniamo che uno fosse sciolto e subito costretto ad alzarsi, a girare il collo, a camminare e a levare lo sguardo in su verso la luce e, facendo tutto questo, provasse dolore, e per il bagliore fosse incapace di riconoscere quelle cose delle quali prima [D] vedeva le ombre; ebbene, che cosa credi che risponderebbe, se uno gli dicesse che mentre prima vedeva solo vane ombre, ora, invece, essendo più vicino alla realtà e rivolto a cose che hanno più essere, vede più rettamente, e, mostrandogli ciascuno degli oggetti che passano lo costringesse a rispondere facendogli la domanda “che cos’è?’’? Non credi che egli si troverebbe in dubbio e che riterrebbe le cose che prima vedeva più vere di quelle che gli si mostrano ora?».
«Molto», rispose. [E]
«E se uno poi lo sforzasse a guardare la luce medesima, non gli farebbero male gli occhi e non fuggirebbe, voltandosi indietro verso quelle cose che può guardare, e non riterrebbe queste veramente più chiare di quelle mostrategli?».
«È così», disse.
Ed io di rimando: «E se di là uno lo traesse a forza per la salita aspra ed erta, e non lo lasciasse prima di averlo portato alla luce del sole, forse non soffrirebbe e [516A] non proverebbe una forte irritazione per essere trascinato e, dopo che sia giunto alla luce con gli occhi pieni di bagliore, non sarebbe più capace di vedere nemmeno una delle cose che ora sono dette vere?».
«Certo – disse –, almeno non subito».
La visione del mondo fuori dalla caverna culmina nella contemplazione del sole
«Dovrebbe, invece, io credo, farvi abitudine, per riuscire a vedere le cose che sono al di sopra. E dapprima, potrà vedere più facilmente le ombre e, dopo queste, le immagini degli uomini e delle altre cose riflesse nelle acque e, da ultimo, le cose stesse. Dopo di ciò potrà vedere più facilmente quelle realtà che sono nel cielo e il cielo stesso di notte, guardando la [B] luce degli astri e della luna, invece che di giorno il sole e la luce del sole».
«Come no?».
«Per ultimo, credo, potrebbe vedere il sole e non le sue immagini nelle acque o in un luogo esterno ad esso, ma esso stesso di per sé nella sede che gli è propria, e considerarlo così come esso è».
«Necessariamente», ammise.
«E, dopo questo, potrebbe trarre su di esso le conclusioni, ossia che è proprio lui che produce le stagioni e gli anni e che governa tutte le cose [C] che sono nella regione visibile e che, in certo modo, è causa anche di tutte quelle realtà che lui e i suoi compagni prima vedevano».
«È evidente – disse – che, dopo le precedenti, giungerebbe proprio a queste conclusioni».
La difficoltà di adattamento e i rischi che corre chi rientra nella caverna
«E allora, quando si ricordasse della dimora di un tempo, della sapienza che qui credeva di avere e dei suoi compagni di prigionia, non crederesti che sarebbe felice del cambiamento, e che proverebbe compassione per quelli?».
«Certamente».
«E se fra quelli c’erano onori ed encomi e premi per chi mostrava la vista più acuta nell’osservare le cose che passavano, e ricordava maggiormente quali di esse fossero solite passare per prime o per ultime [D] o insieme e quindi mostrasse grandissima abilità nell’indovinare che cosa stesse per arrivare, credi che costui potrebbe provare ancora desiderio di ciò, o che invidierebbe coloro che sono onorati o che hanno potere presso quelli? Non pensi, invece, che accadrebbe, quanto dice Omero, e che di molto preferirebbe vivere sopra la terra a servizio di un altro uomo senza ricchezze[1], e patire qualsiasi cosa, anziché ritornare ad avere quelle opinioni e vivere in quel modo?». [E]
«È così – disse –. Io credo che egli soffrirebbe qualsiasi cosa, piuttosto che vivere in quel modo».
«E rifletti anche su questo – aggiunsi –: se costui, di nuovo scendendo nella caverna, tornasse a sedere al posto che prima aveva, non si troverebbe forse con gli occhi pieni di tenebre, giungendovi all’improvviso dal sole?».
«Evidentemente», disse.
«E se egli dovesse di nuovo tornare a conoscere quelle ombre, gareggiando con quelli che sono rimasti sempre prigionieri, fino a quando rimanesse con la vista offuscata [517A] e prima che i suoi occhi ritornassero allo stato normale, e questo tempo dell’adattamento non fosse affatto breve, non farebbe forse ridere e non si direbbe di lui che, per essere salito sopra, ne è disceso con gli occhi guasti, e che, dunque, non mette conto di cercare di salire su? E chi tentasse di scioglierli e di portarli su, se mai potessero afferrarlo nelle loro mani, non lo ucciderebbero?»[2].
Il significato complessivo del mito: l’Idea del Bene è principio ontologico, gnoseologico e normativo
«Sicuramente», ammise.
«Caro Glaucone – dissi –, questa metafora nel suo complesso [B] va adattata a quanto si è affermato in precedenza e così questo luogo che ci appare alla vista, deve paragonarsi al luogo del carcere, e la luce del fuoco che brilla in esso alla forza del sole. Se poi tu paragonassi l’ascesa verso l’alto e la contemplazione delle realtà superne all’elevazione dell’anima al mondo intelligibile non mancheresti di sapere quello che è il mio intendimento, dato che è appunto questo che tu desideri conoscere; ma se poi esso sia vero solo iddio lo sa. Ad ogni buon conto, questa è la mia opinione: nel mondo delle realtà conoscibili [C] l’Idea del Bene viene contemplata per ultima e con grande difficoltà. Tuttavia, una volta che sia stata conosciuta non si può fare a meno di dedurre, in primo luogo, che è la causa universale di tutto ciò che è buono e bello – e precisamente, nel mondo sensibile, essa genera la luce e il signore della luce, e in quello intelligibile procura, in virtù della sua posizione dominante, verità e intelligenza – e, in secondo luogo, che ad essa deve guardare chi voglia avere una condotta ragionevole nella sfera pubblica e privata».
«Sono d’accordo con te – ammise –, almeno nella misura in cui mi riesce di seguirti».
«Allora – aggiunsi io –, concordi con me che non vi sia nulla di strano che persone che si sono elevate fino a tali vertici non vogliano più impegnarsi in imprese umane, ma che nel loro animo sempre siano attratti e sollecitati a tornare lassù. [D] E ciò è perfettamente logico, se ci si deve attenere alla metafora sopra illustrata».
«Certo, è logico», convenne.
Il disagio dei filosofi nella vita politica, spiegato alla luce del mito della caverna
«E poi – dissi – ti sembrerebbe strano se qualcuno che discende dalla contemplazione delle realtà divine ai fatti umani rischia di far una brutta figura, di apparire del tutto ridicolo, quando, muovendosi a tentoni, prima ancora di esser riuscito ad abituarsi alla presente oscurità è costretto nei tribunali o in altro luogo a scendere in lizza solo per un’ombra di giustizia o per quel simulacro che proietta quell’ombra e a stare a discutere [E] sul modo in cui queste apparenze debbano essere interpretate da chi non ha mai visto la Giustizia in sé?».
«Non ci sarebbe proprio nulla da meravigliarsi», disse. [518A]
«Ma – ripresi – se uno ha un po’ di senno dovrebbe ricordare che ci sono due tipi di disturbi agli occhi con due cause diverse: quel disturbo che affligge la vista quando si passa dalla luce al buio e quello che l’affligge quando si passa dal buio alla luce.
«Ora, si deve immaginare che qualcosa di analogo succeda anche per l’anima, sicché quando se ne incontri una in difficoltà perché è incapace di vedere, non se ne dovrebbe ridere stoltamente, ma prima bisognerebbe verificare se essa per caso non sia di ritorno da un mondo più luminoso e si trovi con la vista annebbiata perché non ancora avvezza all’oscurità, oppure se non stia passando da una condizione di maggiore ignoranza ad una di più viva conoscenza così da essere completamente trafitta da luce abbagliante. [B] In tal senso egli dovrebbe, nel caso di quest’anima, congratularsi con essa per quanto le sta accadendo e per la vita [che la attende], nel caso dell’altra dovrebbe aver compassione. E se proprio non potesse trattenersi dal ridere, sappia che, diretto a quest’ultima anima, il suo riso sarebbe comunque meno ridicolo che non se fosse indirizzato all’altra anima, quella discesa dall’alto e dalla luce.
L’educazione della intelligenza è una conversione all’Idea del Bene
«Conviene ritenere – dissi io – che, se quanto si è detto è vero, l’educazione non sia quale la dipingono alcuni che ne fanno professione. Dicono, infatti, che pur non essendoci nell’anima [C] la conoscenza, essi ve la immettono, come se immettessero la vista in occhi ciechi».
«Effettivamente lo sostengono», ammise.
«Invece – continuai –, il mio ragionamento mostra che questa facoltà presente nell’anima di ognuno e l’organo con cui ognuno apprende, proprio come l’occhio, non sarebbe possibile rivolgerli dalla tenebra alla luce se non insieme con tutto il corpo, così bisogna girarlo via dal divenire con tutta intera l’anima, fino a che non risulti capace di pervenire alla contemplazione dell’essere e al fulgore supremo dell’essere: ossia questo che diciamo essere [D] Bene. O no?».
«Sì».
«Di ciò, ossia di questa conversione – dissi io –, ci può essere un’arte, che insegni in che modo l’anima possa essere più facilmente e più efficacemente girata. E, quindi, non si tratta dell’arte di immettervi la vista, ma di metterci mano [per orientarla], tenuto conto che essa già la possiede, ma non riesce a volgerla nella giusta direzione, né a vedere quel che dovrebbe».
«Così sembra», disse.
«Dunque, le altre virtù che sono dette dell’anima può darsi che si avvicinino a quelle del corpo – esse, infatti, non preesistono [E] al corpo, ma vi vengono in seguito infuse attraverso l’abitudine e l’esercizio –, invece, la virtù dell’intelligenza più di ogni altra, a quanto pare, è connessa a qualcosa di più divino, che non perde mai la propria potenza, ma diventa utile o giovevole [519A] o, al contrario, inutile e dannosa, a seconda della piega che le si dà. O non hai notato che l’animuccia di coloro che sono detti malvagi, ma che sono intelligenti, vede in modo penetrante e distingue acutamente le cose alle quali si rivolge, in quanto ha la vista non cattiva, bensì asservita alla malvagità, di guisa che quanto più acutamente vede, tanto maggiori mali produce?».
«Certamente», disse.
«Pertanto – ripresi –, se ad una siffatta natura a partire dall’infanzia venissero tagliati tutt’intorno questa specie di [B] pesi di piombo collegati con il divenire – e del resto sono essi che, attaccandosi a tale natura mediante i cibi, i piaceri e le mollezze di tal genere, trascinano in basso il suo sguardo –, e se, liberandosi da essi, si convertisse alla verità, ebbene questa medesima natura di tali uomini vedrebbe nella maniera più acuta anche queste cose, esattamente come ora vede quelle alle quali è volta».
«È naturale», ammise lui.
Il filosofo deve tornare nella caverna per aiutare gli altri a liberarsi
«E che? – dissi –. Non ti sembra che sia naturale e che sia strettamente connesso con quello che si è detto che gente ignorante e senza alcuna esperienza della verità non potrebbe mai amministrare [C] in un modo decente uno Stato; e che neppure lo potrebbero coloro che sono stati lasciati fino alla fine a studiare? I primi, in effetti non hanno nella vita neppure un ideale, ispirandosi al quale poter conformare tutto il proprio comportamento sia in pubblico che in privato; gli altri, invece, fosse per loro, non prenderebbero alcuna iniziativa, ritenendo di essere migrati, ancora in vita, nelle isole dei beati».
«È vero», ammise.
«Pertanto – continuai –, sarà nostro preciso dovere di fondatori dello Stato costringere le nature più dotate a indirizzarsi verso quella che prima avevamo definito conoscenza massima – ossia la visione del Bene – e a [D] incamminarsi per quella erta salita. Però, sarà anche nostro dovere, una volta che siano arrivati in cima ed abbiano contemplato quanto basta, non permettere loro ciò che oggi è concesso».
«E che cosa è concesso?».
«Di starsene lassù – risposi – e di non voler più saperne di tornare dai compagni in catene, e di condividere i loro onori e le loro fatiche, grandi o piccole che siano».
«Ma, in tal modo – osservò – non rischiamo forse di trattarli ingiustamente, costringendoli ad una vita peggiore, quando avrebbero la possibilità di una migliore?». [E]
«Ed ecco, caro amico, che ancora una volta ti dimentichi che la legge non ha come obiettivo di privilegiare nella Città una sola classe, ma di fare in modo che ciò si verifichi in tutto lo Stato, creando consenso fra i cittadini con le buone o con le cattive, e facendo in modo che si scambino [520A] reciprocamente quei servizi che ognuno individualmente ha la possibilità di rendere alla collettività. Del resto il compito specifico della legge è quello di formare nella società non uomini che prendono ognuno la strada che vuole, ma cittadini che essa stessa può impiegare in funzione del consolidamento dello Stato».
«Hai ragione – riconobbe lui –, me ne ero proprio dimenticato».
Il filosofo terrà il comando per senso del dovere e per riconoscenza verso lo Stato che lo ha educato
Io, allora, continuai in questo modo: «Considera, Glaucone, che noi non tratteremo affatto ingiustamente coloro che sono divenuti filosofi che nasceranno nel nostro Stato, ma avremo buone motivazioni da addurre, quando li forzeremo a prendersi cura e a difendere il loro prossimo.
«Diremo che quelli che sono come loro [B] negli altri Stati non partecipano alla vita della Città, e con tutte le ragioni, perché essi si sono fatti da sé, senza l’intervento del loro Stato; e chi si è fatto da sé e non deve nulla a nessuno per la sua formazione ha ogni diritto di non sentirsi vincolato a risarcire alcuno delle spese di mantenimento. Voi invece siete stati formati da noi, perché foste, come avviene negli alveari, per voi stessi e per l’intera comunità guide e sovrani: per questo avete avuto una formazione più elevata e più completa degli altri, per essere in grado di partecipare dell’una o dell’altra scienza. [C]
«Dunque, per ciascuno di voi, a turno, sarà un dovere scendere nelle case degli altri ed abituarsi a scorgere gli oggetti avvolti dalle tenebre, in quanto, non appena vi sarete abituati a questa condizione vedrete assai meglio di quelli di laggiù e riconoscerete ciascuna immagine per quel che è e per quello che rappresenta proprio in quanto avete contemplato la vera essenza del Bello, del Giusto e del Bene.
«E così lo Stato potrà dirsi amministrato da gente desta e non trasognata, sia a nostro che a vostro vantaggio, mentre oggi la maggior parte delle Città è retta da uomini che si azzuffano per delle ombre e sono in perpetua rivolta per il potere, [D] come se fosse un gran bene.
«Ma in verità le cose stanno in tal modo: lo Stato che è amministrato meglio di ogni altro e più pacificamente di ogni altro, è senz’altro quello in cui detiene il potere chi meno lo desidera; viceversa, lo Stato che è retto peggio sarebbe quello che ha uomini di governo di natura opposta a questa».
«Esattamente», disse lui.
«E dunque, udite tali ragioni, pensi che i nostri pupilli oseranno disubbidirci e non vorranno fare la loro parte nella vita dello Stato, ciascuno per quanto gli compete, per poter convivere tutti insieme per lungo tempo in un mondo non indegno?». [E]
«È impossibile – rispose –, perché, dopotutto, noi proponiamo cose giuste a uomini giusti. Piuttosto, ciascuno di loro si avvicinerà al comando per senso del dovere, con un sentimento opposto a quello che oggi hanno gli uomini di potere in ogni altro Stato».
Ed io continuai dicendo: «Questa è la verità, caro amico: potrai avere uno Stato ben governato solo se riuscirai a trovare, [521A] per chi vorrà governarlo, un modo di vivere migliore del potere stesso. Effettivamente, è solo in una società siffatta che i ricchi avranno accesso al comando; ma non saranno i ricchi di oro, bensì di ciò di cui deve abbondare l’uomo felice: intendo dire una condotta di vita onesta e saggia. Ma se dei pezzenti avidi di trar profitto personale si avventano sul bene pubblico, con tutte le intenzioni di doverne strappare il proprio tornaconto, non ti sarà possibile avere una Città ben governata, in quanto, essendo il potere oggetto di discordia, una guerra fratricida e intestina prima o poi manderà in rovina i contendenti e con loro tutto il resto dello Stato».
«È la pura verità», riconobbe. [B]
«E sapresti tu trovare un’altra vita che ha in spregio il potere politico, che non sia quella dedicata all’autentica filosofia?».
«No, per Zeus!», esclamò.
«Ad ogni modo, bisogna rivolgersi al potere senza esservi spinti dal desiderio, altrimenti si andrà allo scontro con gli altri pretendenti».
«Come no!».
«E, d’altra parte, quali persone potrai spingere ad assumersi la responsabilità della difesa dello Stato, se non quelle che sono più ferrate sulle regole del buon governo, e si riservano ben altri onori e una vita migliore di quella del politico?».
«Nessun’altra persona», ne convenne.
[1] Omero, Odissea, XII, 489.
[2] Come era avvenuto per Socrate a cui Platone qui allude.
Platone
FONTE: https://www.weltanschauung.info/2021/09/il-mito-della-caverna-e-il-suo.html
Malanga: cacceremo i nostri dominatori, Deva e Asura
L’esoterismo ha un occhio per questi fenomeni molto strani, sottotraccia, dove emerge la dualità tra i demoni e gli dèi, i buoni e i cattivi; razze superiori che hanno manipolato l’umanità. E lì si vede chiaramente una cosa fondamentale: la massoneria, che noi conosciamo come massoneria moderna, nasce ai tempi di Thutmosis III. E’ il fondatore di quelli che poi, nel Seicento, verranno chiamati Rosacroce. Tutta la loro tradizione consiste nella ricerca dell’unione tra la parte femminile e la parte maschile dell’uomo, per ottenere l’Homo Piscis, cioè l’uomo che non muore. In questo contesto potremmo rivedere quello che credevamo fosse un mito, e che invece sembra essere la realtà. Cioè: l’alieno, o comunque “l’altro”, che – attraverso la manipolazione dell’ignoranza degli esseri umani – vuole prendergli la parte animica; vuole rubargli la vita, l’esperienza. Questo mito viene fuori sia nei fenomeni ufologici, sia nel mio studio della Piramide di Cheope. Non mi sarei mai immaginato di trovare, nell’antico Egitto, lo stesso problema alienologico che trovano nello studio dei fenomeni di “abduction”.
Ed ecco che le due massonerie oggi le vediamo nel mondo che ci circonda: i Deva e gli Asura (i Deva di Vishnu e gli Asura di Shiva). E che cosa fanno, nel mito, queste due creature? Si fanno la guerra, tra di loro, per ottenere l’Amrita: quello strano liquido che, se tu lo bevi, diventi immortale. Ancora una volta, emerge la ricerca dell’immortalità. E la battaglia tra gli Asura e i Deva continua ancora oggi. Gli Asura e i Deva sono coloro che hanno costruito le due teste della massoneria che abbiamo attualmente. C’è la massoneria Asura, che è Biden, e la massoneria Deva, che è il presidente che c’era prima di lui. Abbiamo due Papi: uno Asura, l’attuale, e il suo precedessore, chiaramente Deva. Come si distinguono, queste due grosse massonerie? Sostanzialmente, gli Asura sono globalisti e usano il denaro per dividere. Non vogliono ridurre di numero la popolazione, perché diminuirebbe il numero di mucche da mungere (da un punto di vista sia di risorse materiali che di risorse animiche, cioè di energia vitale). E allora cosa succede? Si dice: non è conveniente, diminuire una popolazione di 7 miliardi di persone; bisogna addomesticarla.
E siccome 7 miliardi di persone inquinano in modo gigantesco, è necessario sviluppare l’idea – alla Greta Thunberg – che occorra pulire il mondo dalla spazzatura (che in realtà andrebbe eliminata a monte, non a valle: ve lo dice uno che, per cinque anni, ha fatto il corso di “green chemistry” all’università di Pisa). Non puoi diminuire il numero delle mucche, dicendo: ne ho 200, nella stalla, e ne ammazzo 50, così faranno meno cacca. No, dobbiamo trovare il sistema per distruggere la cacca delle mucche, ma le mucche devono essere sempre di più. E quindi, gli Asura sono coloro che, sostanzialmente, abbattono le barriere. Per questo sono globalisti, mondialisti: perché la barriera è un ostacolo al fare i soldi più rapidamente. E così si inventano gli Ecobond: 117 biliardi di dollari stanziati dalle banche inglesi, nel mondo (sono una ventina), per razzolare tutti i soldi che sono rimasti ai poveracci che ancora se li tengono sotto la mattonella. Ripeto: 117 biliardi di Ecobond, per tentare di far diventare i ricchi, molto velocemente, ancora più ricchi, e ridurre i poveri sul lastrico, perché possano così essere manipolati e resi ubbidienti.
I Deva invece vogliono un’altra cosa. Sono la massoneria delle grandi famiglie monarchiche. “I panni sporchi si lavano in casa”: questo è il loro motto. Grandi famiglie monarchiche, quindi, che vogliono che la popolazione diminuisca. Vogliono che diventi “eletta”, cioè composta solo da coloro che sono “animici”, solo da coloro a cui possono “togliere l’energia”: è quello che facevano già gli antichi egizi, e che ora fanno gli alieni con gli esseri umani. Ce lo ritroviamo in questo presente, con gli Asura e i Deva. I Deva sono la reincarnazione dell’alieno Lux, mentre gli Asura sono la reincarnazione dell’alieno Ra. Ce n’eravamo resi conto quando facevamo le ipnosi: venivano fuori, i discorsi di tipo egizio. Sovente, quando il soggetto veniva messo in ipnosi, raccontava della sua “vita passata” (detto tra virgolette: è un termine sbagliato), in cui descriveva la Grande Piramide spiegando anche a cosa serviva.
E cioè, esattamente quello che le mie ricerche, 15 anni dopo, hanno svelato: la stessa chiave di lettura (per Malanga, la Piramide di Cheope serviva a “estrarre l’anima” da un malcapitato e trasferirla al Faraone-Dio mediante determinate frequenze veicolate dall’acqua, ndr). Quando facevo quel tipo di ipnosi regressive, non mi sarei mai immaginato che, 15 anni dopo, avrei trovato l’analisi storica a dimostrarmi che i discorsi che facevamo in ipnosi erano esattamente quelli. Con l’alieno Ra, detto anche Horus, che è un grande pollo: assomiglia veramente all’antico faraone egizio. Un volatile che ha un buco al centro della fronte. E’ il dio Enlil del Tigri e dell’Eufrate, con un piumaggio che si apre a ventaglio attorno al capo – così viene descritto – quando l’alieno si agita, si innervosisce. E allora quelle penne si aprono a ventaglio, proprio come il fazzoletto che aveva il faraone attorno al capo. E poi la barba sacra del faraone: mimava il lungo becco, col bargiglio, di questo alieno.
Ecco da dove veniva l’idea dei personaggi degli antichi egizi: avevano anch’essi il loro Enki e il loro Enlil, così come in America Latina c’è Quetzacoatl insieme al suo fratello dal nome impronunciabile (Tezcatlipoca, ndr). Uno è un serpente e l’altro un condor, o un’aquila (un volatile, comunque, contrapposto a un serpente). Le stesse cose le troviamo negli Asura e nei Deva. Chi è il capo degli Asura? Un’aquila. E chi è il capo dei Deva? Un serpente. Ed ecco che la storia si ripete, ancora. Mi domando: ma tutto questo potrà mai essere un caso? Secondo me, no. Certi simboli, peraltro, si ripropongono continuamente. Basta vedere lo stemma della Nasa, o il marchio della Pfizer (che oggi è tanto di moda). Basta vedere gli stemmi che ha usato, nella sua campagna elettorale, Biden. E vi renderete immediatamente conto che, dietro quei simboli, c’è sempre l’identica simbologia dell’antico Egitto. Strano, vero? E a cosa serve, questa simbologia? Serve, perché gli antichi dèi – i Deva (che comandavano sugli Harian) e gli Asura (che comandavano sugli Atzlan, Rh negativi) – anche oggi si devono riconoscere.
Gli “addotti” non solo vengono presi e portati via nelle macchine volanti, ma sono “carrier”, portatori di alieni: li hanno dentro di loro, come parassiti. Questo risultava dal nostro studio condotto più di dieci anni fa, ripetibile in laboratorio. Uno può dirmi: ti stai inventando tutto. Certo, alle cose si può credere oppure no. Ma non fate come chi si è vaccinato: leggete e informatevi, prima di decidere cosa fare. Non dite “credo alla scienza”, se poi guardate Piero Angela (che ha 4 lauree che gli hanno regalato; la mia me la sono guadagnata con una tesi di tre anni). Da chi vi siete informati, voi? E’ quello il problema. Su questi temi, io ho scritto 25.000 pagine. Non mi importa molto che la gente creda o non creda ai miei studi, ognuno è libero di credere a quello che vuole. Ma prima di criticare bisogna andare a verificare. E oggi, pensate, in questo momento storico, ci ritroviamo con un governo totalmente Asura e un’opposizione Deva.
Ma l’avete sentita la Meloni, capo dell’unico partito che fa opposizione? Nel suo libro scrive una cosa molto importante: «Io parlo tutti i giorni – dice – con il mio angelo custode, Harahel». Quindi: se vince l’opposizione, noi finiamo dalle mani degli Asura a quelle dei Deva, in un colpo solo. Mi dico: ci deve pur essere, una terza via (per uscire da questo problema). Dico “la terza” perché, sostanzialmente, ce ne sono due, i Deva e gli Asura: è scritto nel mito. I Deva fanno una guerra con gli Asura, si ammazzano tra di loro. Shiva e Vishnu si combattono: Shiva costruisce una colonna di fuoco gigantesca, altissima; e Vishnu, per far vedere che è più “ganzo”, la vuole scalare. Ma non ci arriverà mai, a scalarla, perché questa colonna di fuoco è infinita. Così, Shiva sta per vincere; però, dato che il diavolo fa le pentole ma non i coperchi, Shiva e Vishnu muoiono entrambi, si distruggono tra di loro, e – sempre nel mito – c’è scritto che l’unica cosa che rimane è l’uomo, che riacquisisce la coscienza e la consapevolezza di sé.
Lo studio del passato, gli antichi egizi, la nostra storia; lo studio del futuro, l’uomo che va (o non va?) sulla Luna: la storia è completamente stravolta, sia nel passato che nel futuro. La storia è stravolta anche nel presente: dalla gente che ci vuol far credere che ci sia una pandemia. E invece: ci sono le due massonerie che cercano, ognuna, di utilizzare la vera pandemia, che hanno scatenato loro, sostanzialmente, a loro uso e consumo (una delle due, per diminuire la popolazione su questo pianeta; l’altra, per far diventare tutti cretini). Allora comprenderete che esiste, una terza via: la via dell’uomo. Questa cosa la si capisce solo se ne si ha la consapevolezza; e la consapevolezza di sé mi sembra piuttosto carente, in questo periodo, nell’umanità. La vera notizia è che lo studio del passato e del futuro ci ha aiutato a comprendere che esiste il Secondo Principio della Termodinamica: “L’entropia aumenta sempre”. E l’entropia cos’è? Una misura della coscienza. Cioè: l’uomo, per quanto faccia fatica, non può tornare cretino. Piano piano, con i suoi tempi, la coscienza dell’uomo aumenterà.
Questo vuol dire una sola cosa: fra un po’ non ci sarà più trippa per gatti. Né per l’opposizione, né per chi oggi è al governo. Saranno spazzati via. Ma non da me, non da un popolo incazzato. No: semplicemente dal Secondo Principio della Termodinamica. Banalmente: cosa pensate che sia, a spingere un uomo ricco come il creatore di Microsoft ad essere ancora più ricco? Cosa te ne fai, di un miliardo di dollari in più o in meno? Non ha senso. E infatti, dietro quell’accumulo e quello spostamento di denaro da una certa parte, c’è un’altra ragione. Una ragione precisa: la creazione di un piano di dissimmetria tra ricchi e poveri. Un piano che serva a questi uomini, che sono burattini in mano agli alieni, impegnati a realizzare il progetto alieno (non il progetto umano). In ipnosi, una volta, l’alieno che stava dentro uno di questi soggetti “addotti” disse una frase chiarissima: «Li abbiamo svuotati tutti, dentro, quelli che lavorano per noi». Tu guarda Mario Draghi negli occhi, e ti renderai conto di quello che voglio dire.
(Corrado Malanga, dichiarazioni rilasciate sul canale YouTube “Facciamo Finta Che”, di Gianluca Lamberti, in una trasmissione dedicata agli studi sulle diverse possibili creazioni dell’umanità, partendo dall’analisi della presenza, in alcuni, del carattere Rh negativo. Seguitissimo studioso e apprezzato saggista, il professor Malanga – ricercatore e, per 35 anni, docente all’università di Pisa – ha condotto 3.500 esperimenti di ipnosi regressiva su soggetti che sostenevano di esser stati “addotti”, cioè rapiti, da visitatori alieni).
«Secondo i paleontologi noi veniamo dal Rhesus, una specie di scimmione: Rh sta per Rhesus», sintetizza Malanga. «Il nostro sangue ha quindi una certa proteina, che aveva anche il Rhesus: quindi noi diciamo di essere Rh positivi». Una parte della popolazione mondiale, però, quella proteina non ce l’ha: sono gli Rh negativi. Figli di una seconda, differente creazione? Cioè: non derivano dalla scimmia, i soggetti privi del fattore Rh? «La scienza dice che è altamente improbabile, che il fattore Rh sia andato perduto per motivi naturali, genetici». Nei suoi esperimenti di ipnosi, Malanga ha scoperto che “l’alieno” preferiva “catturare” proprio i soggetti con Rh negativo. Per quale ragione?
Malanga ripercorre i racconti dei soggetti sotto ipnosi: «L’alieno inietta un suo ovulo nell’utero di donne Rh negative fertili, lasciandovelo per due mesi e mezzo; poi, attraverso una seconda “abduction”, il feto viene rimosso e collocato in una placenta artificiale». Spiega Malanga: «Abbiamo capito che una femmina Rh positiva avrebbe espulso quel feto: ecco perché la scelta sembrava ricadere sulle donne Rh negative. Occorreva un soggetto Rh negativo, cioè senza il carattere originario del Rhesus – esattamente come l’alieno, che non deriva da una scimmia terrestre». Questo sarebbe avvenuto fino al 1948, prima cioè della scoperta delle immunoglobuline, immunodepressori del fenomeno del rigetto, che impediscono l’espulsione del feto con Rh diverso da quello della madre.
Secondo l’insigne genetista Luigi Cavalli Sforza, il fattore Rh negativo è diffuso tra i baschi, nel Nord Europa e al centro dell’America Latina. Secondo gli egizi, lo Zep-Tepi (“l’inizio dei tempi”, cioè l’epoca dei Faraoni-Dei) sarebbe databile 36.500 anni fa, quando furono erette le grandi piramidi. «E la scienza ci dice che il fattore Rh negativo compare proprio allora: 36.000 anni fa». Attraverso lo studio del “funzionamento” delle piramidi come macchine energetiche e l’attenta analisi di migliaia di soggetti sottoposti all’ipnosi, Malanga formula un’ipotesi: l’alieno avrebbe scelto gli Rh positivi per “umanizzarsi” progressivamente, ibridandosi, allo scopo di carpire alle sue vittime “l’anima”, di cui l’extraterrestre sarebbe privo.
FONTE: https://www.libreidee.org/2021/10/malanga-cacceremo-i-nostri-dominatori-deva-e-asura/
CYBERWAR SPIONAGGIO INFORMAZIONE DISINFORMAZIONE
Video tagliati e doppiati. Cosa non torna nell’inchiesta di Fanpage
Bartolo Dall’Orto 12 Ottobre 2021
Quarta Repubblica fa le pulci ai due filmati mandati in onda da Fanpage su Fdi e Lega
C’è uno spezzone identico, in due video diversi. E poi una frase che potrebbe essere stata troncata di netto. E ancora i rapporti tra un esponente della Lega e il “Barone Nero” presentati come idilliaci ma in realtà già ai ferri corti. Cosa non torna nelle inchieste di Fanpage sui Fratelli d’Italia, Fidanza, la Lega, Borghezio e tutto il resto? Se l’è domandato Quarta Repubblica, che ha analizzato passo dopo passo i due filmati mandati in onda a Piazzapulita trovando alcune incongruenze (guarda il video).
La trasmissione parla di “quache dubbio” sorto durante la visione dell’inchiesta, benché la procura di Milano ritenga che i video pubblicati siano fedeli alle 100 ore di girato. Nell’anteprima della prima puntata dedicata a Fratelli d’Italia, ad esempio, si vede il Barone Nero dire: “Se vogliamo prenderci il governo di Milano, ci deve essere spazio anche per noi”. Che poi è la stessa frase che viene ripetuta anche nella seconda parte dell’inchiesta, quella sulla Lega. Solo che gli spezzone di video sono montati in maniera diversa. “Quando Lavarini dice ‘ci deve essere spazio anche per noi’ – si chiede Quarta Repubblica – in che contesto lo diceva? A un evento di Fdi o della Lega? E a chi si riferiva? Non è possibile rispondere”.
C’è anche la questione di Mario Borghezio, che nel video sembra poter dare le carte nel Carroccio e che invece è stato ormai messo ai margini della Lega. E poi quella di Angelo Ciocca, presentato come amico del Barone Nero anche se a fine 2020 Lavarini gli aveva mandato in sms in cui lo manda beatamente a fare in c…. Inoltre Ciocca ritiene che una parte del suo discorso sia stato deliberatamente tagliato facendo cambiare il senso della frase. Si tratta del momento in cui, durante un avento elettorale, dice che “c’è solo un modo per difendere la nostra patria, fare cioè quello che hanno fatto i nostri militari nella prima e nella seconda guerra mondiale”. Nessun riferimento al fascismo, dice il leghista, ma uno slogan già usato in campagna elettorale. Un modo per dire che bisogna difendere la patria, la cultura e la terra italiana. “Stare in trincea in modo democratico, con la matita”.
FONTE: https://www.ilgiornale.it/news/politica/video-tagliati-e-doppiati-cosa-non-torna-nellinchiesta-1981505.html
Servizi segreti deviati
Chi non ha mai sentito parlare dei “servizi segreti deviati”?
Quando si analizzano i cosiddetti “anni di piombo” spesso evocare i “servizi segreti deviati” è servito, e serve tutt’ora, a spiegare quello che non si riesce a fare con dati oggettivi e inoppugnabili.
Italicus, stazione di Bologna, Ustica, rapimento Moro, Piazza Fontana ecc. ancora oggi nulla è stato chiarito, ma sembra evidente che lo zampino dei servizi segreti si possa rilevare, a vario livello, in ciascuno dei tragici fatti elencati. Che ruolo hanno avuto i servizi segreti? Se hanno partecipato attivamente, allora deve essere colpa dei “servizi segreti deviati”, non si può spiegare diversamente.
Ma cosa sarebbero, esattamente, questi servizi segreti deviati? Secondo certa narrativa, sarebbero intere sezioni dei servizi segreti che invece di perseguire l’interesse dello Stato perseguono quello di soggetti terzi, tipo potenze straniere, lobby, gruppi di pressione o partiti politici che vogliono conservare o ampliare il proprio potere.
E’ plausibile l’esistenza di questo tipo di organizzazioni parallele all’interno dei servizi segreti nazionali? Analizziamo:
I servizi segreti tutelano la sicurezza dello Stato soprattutto raccogliendo informazioni, agendo con metodi che la legge apertamente non consente, facendo, quando occorre, disinformazione. Facciamo un paio di esempi: se una azienda strategica privata italiana vuole fare affari con uno stato considerato “nemico” e la legge ordinaria non lo può impedire, ecco intervenire i servizi segreti a creare il “giusto scompiglio” per far fallire la trattativa.
Oppure, se un determinato fatto grave non può essere divulgato perché ciò comprometterebbe la sicurezza dello Stato, i servizi intervengono per depistare e fare in modo che le eventuali notizie che dovessero trapelare finiscano per essere considerate “complottismo da quattro soldi” e quindi buttare in vacca l’eventuale inchiesta giornalistica. In pratica cose non proprio legali né eticamente accettabili in uno stato democratico e di diritto ma fondamentali per la protezione dello stesso.
Che i servizi segreti siano “infestati” da agenti che lavorano per altre organizzazioni o che perseguono interessi personali passando informazioni ad altri, non è fantascienza. Che abbiano al loro interno intere sezioni, vere e proprie organizzazioni parallele, è già molto più complicato. Se esistessero branchie dei servizi segreti che invece di perseguire l’interesse dello stato perseguissero quello di altri soggetti, difficilmente rimarrebbero nascoste a lungo. Il numero di persone impiegate, le azioni commesse e il casino che creerebbero ben difficilmente rimarrebbero privi di indagini e conseguenze. Ricordiamo poi che, ad ogni cambio di governo, che in Italia succede con la stessa frequenza con cui una persona mediamente pulita si cambia i calzini, cambiano anche i vertici dei servizi segreti, e con essi anche tutta una serie di responsabili a vario titolo. E ogni volta chi viene dopo non si accorge di quanto fatto da chi c’era prima? Improbabile!
Come dichiarò un ex dirigente dei servizi segreti, qualche anno fa in una trasmissione televisiva, non esistono i servizi segreti deviati ma solo servizi segreti che fanno l’interesse dello Stato, al momento, anche se le azioni intraprese per ottenerlo appaiono sospette o addirittura contro lo stato stesso. Esempio:
Ustica. Sembra ormai accertato che l’abbattimento dell’aereo di linea Itavia sia legato a una battaglia aerea tra aerei militari libici e aerei di un altro paese, Francia, Usa o Israele. Lasciare che la verità venisse a galla avrebbe comportato mettere in difficoltà lo Stato nei confronti dei paesi di appartenenza degli aerei coinvolti (dichiarare guerra a Usa, Israele, Francia o Libia?), oppure ammettere la propria impotenza nei confronti di altri paesi che usano lo spazio aereo italiano per farsi i cazzi propri? Meglio insabbiare e depistare, e chi sa e non è disposto a tacere, semplicemente viene “messo in condizioni di non nuocere”.
Veniamo ai giorni nostri: la vicenda Morisi, non fa sorgere qualche dubbio?
L’agguato a Fratelli d’Italia, con un sedicente giornalista infiltrato per 3 anni a documentare che ci sono “pericolosi fascisti” nell’unico partito di opposizione attualmente in parlamento?
La manifestazione anti green pass a Roma, in cui alcuni esponenti di Forza Nuova si sono infiltrati e hanno commesso violenze in maniera che si parlasse solo di queste facendo finire in vacca le ragioni della manifestazione stessa? Come si fa a non vedere lo zampino dei servizi segreti, che di deviato non hanno un cazzo di nulla, atte a tutelare la stabilità di un governo che si regge sullo stato di emergenza?
FONTE: https://www.orazero.org/servizi-segreti-deviati/
ECONOMIA
Altro che cittadinanza, ci vorrebbe un “reddito di resilienza”
I dati forniti in questi giorni da alcune organizzazioni di categoria sono assai eloquenti ma purtroppo non sorprendono chi l’economia reale la vive ogni giorno sul campo. Il fatto che in due settori strategici per il tessuto produttivo nazionale come il turismo e l’agricoltura il reddito di cittadinanza abbia determinato rispetto alla domanda delle imprese, in un momento come quello che stiamo vivendo, un deficit di forza lavoro stagionale stimato in circa 250mila unità e un potenziale mancato fatturato che potrebbe raggiungere i 10 punti percentuali, è un elemento che dovrebbe far riflettere non soltanto chi per natura, mestiere e propensione non ama l’assistenzialismo di Stato, ma anche coloro che in buona fede hanno fin qui sottovalutato, oltre ai riflessi economici, la portata diseducativa del provvedimento-bandiera del Movimento 5 Stelle.
Intendiamoci: nessuno nega che una società solidale e uno Stato con un welfare funzionante debbano porsi il problema delle persone in situazioni di indigenza e che, oltre a cercare di ridurre le sacche di povertà innescando meccanismi virtuosi sul fronte della offerta di lavoro nel mercato produttivo, ciò debba avvenire anche attraverso strumenti di sostegno al reddito più immediati. Ma sul fatto che la strada giusta per raggiungere questo scopo sia immobilizzare nove miliardi in un anno per una misura che, come riferito negli ultimi giorni dal Messaggero, ha raggiunto 1,2 milione di nuclei con 1 milione di persone occupabili e di queste ben 750mila considerate attivabili ma che non hanno ancora sottoscritto i patti per il lavoro e iniziato a cercare un impiego, è lecito quantomeno dubitare. Anche e soprattutto perché questi numeri impietosi certificano il riflesso di una misura del genere su vasti settori della popolazione, anche giovane e giovanissima, che ritengono non valga la pena mettere impegno e sudore in un’occupazione se si può ottenere una paga mensile dallo Stato non facendo nulla e magari arrotondando con qualche giornata di lavoro in nero che in questo modo, peraltro, viene chiaramente incentivato.
Fin qui una riflessione non certo inedita, che tuttavia l’emergenza del post-pandemia ha reso ancor più evidente, come conferma la centralità che il tema sta riacquistando in questi giorni nel dibattito pubblico. Oltre a dire cosa non va, tuttavia, è il momento di avanzare un’idea alternativa.
La proposta è sostituire la “cittadinanza”, mero requisito passivo totalmente slegato dal contributo lavorativo che si intende offrire per lo sviluppo del Paese e della propria comunità, con la “resilienza”: termine oggi abusato ma efficace nel descrivere la resistenza di chi nonostante tutto sceglie di restare a vivere e di tenere aperta un’attività nelle aree del Paese dove le opportunità scarseggiano e lo spopolamento più che un rischio incombente è già una drammatica realtà. Più che alimentare la nullafacenza retribuita, si pensi a un incentivo mensile che aiuti a vivere, e a percepire il valore sociale della propria scelta, coloro che contro tutto e contro tutti mantengono alzata la saracinesca di un piccolo alimentari in un paesino, di un bar in una frazione, di un’attività rurale in un territorio impervio, di un’attività di pesca in una costa svantaggiata, fornendo un servizio alla propria comunità e contribuendo a contrastarne la dispersione.
Misure del genere in chiave settoriale già sono state sperimentate con successo: si pensi ad esempio agli incentivi esistenti per gli allevamenti di montagna. Ma il dato sostanziale è che, a differenza di quanto accade per il reddito di cittadinanza che implica spesa a gettito prevalentemente improduttiva, il “reddito di resilienza” a conti fatti ha tutte le potenzialità per finanziarsi da solo, senza oneri finali per lo Stato, anzi con una prospettiva di beneficio socio-economico generale. Oltre al fattore motivazionale che un contributo mensile per gli operatori dei territori svantaggiati potrebbe rappresentare, sul versante pragmatico non bisogna sottovalutare che un’attività che sopravvive è un disoccupato in meno al quale garantire sussidi, è un gettito fiscale che permane a beneficio dello Stato, è un patrimonio immobiliare privato oggi spesso abbandonato che verrebbe recuperato invece di vedere l’ennesima famiglia lasciare il borgo per occupare una casa popolare (di proprietà pubblica) nelle periferie delle nostre città con tutto il welfare supplementare annesso e connesso.
E ancora. Una misura del genere implicherebbe maggiore prevenzione e più tutela dell’ambiente, perché lo spopolamento dei territori significa il venir meno della sorveglianza sugli incendi, significa la perdita di orti e appezzamenti coltivati che arginano le conseguenze delle alluvioni, significa rinunciare agli allevamenti di montagna e quindi alla pulizia naturale dei boschi. Significa, soprattutto, perdere pezzo a pezzo le tradizioni che rappresentano il cuore pulsante del nostro Paese, a cominciare da quelle enogastronomiche ma non solo.
Ovviamente tutto ciò richiederebbe un lavoro serio e consapevole, messo in atto da persone competenti che conoscano la varietà dei nostri territori, per la fissazione dei parametri in base ai quali definire le aree di svantaggio e a rischio di spopolamento. E, accanto all’introduzione di questo strumento incentivante, si dovrebbe prevedere una normativa improntata al buon senso che nel definire gli oneri burocratici in capo alle attività tenga conto delle peculiarità territoriali. Tenga conto, ad esempio, che l’aggiornamento annuale per lo scontrino elettronico non ha lo stesso impatto per un’attività dei Parioli o per la bottega di un borgo di trecento anime, per la quale può arrivare a coincidere con l’incasso di un mese intero. Tenga conto che talune regole un po’ teoriche, come ad esempio quelle che fissano le misure di laboratori e strutture, possono e devono essere oggetto di deroghe in situazioni nelle quali esse risultano totalmente astratte e avulse dalla realtà.
C’è un lavoro serio da fare, ma ne varrebbe la pena. Invece di buttare risorse lo Stato ne beneficerebbe. E, al di là del dato economico, si contribuirebbe con un segnale di concreta vicinanza a impedire la scomparsa delle piccole realtà che custodiscono il tesoro di generazioni, che hanno fatto grande il nostro Paese e che hanno ancora tanto da dare, se solo lo si volesse per davvero.
FONTE: https://loccidentale.it/altro-che-cittadinanza-ci-vorrebbe-un-reddito-di-resilienza/
FINANZA BANCHE ASSICURAZIONI
Alla faccia della concorrenza: le Dark Pools delle banche globali
Qualche anno fa, Hal Berghel poneva un interessante quesito espresso dal titolo del suo articolo: Which Is More Dangerous, the Dark Web or the Deep State? [1]. La risposta era certamente complessa e tale rimane, ma una cosa è certa: ormai queste parole sono sempre più spesso usate – e abusate – nelle analisi economiche. Deep Web, Deep State, Dark Web, Parallel Construction, Cybercrime, sono parole che richiamano fenomeni già di pubblico dominio e riflessione.
A tutto ciò si aggiunge un altro termine: quello di “dark pools”, ossia, dei “listini oscuri” nei quali i trader non vedono le proposte di vendita e di acquisto, né i rispettivi volumi. Un trading, insomma, dove le transazioni avvengono in maniera del tutto anonima e le negoziazioni non sono rintracciabili. Alla faccia della trasparenza, insomma.
Il primo a parlarne fu nel 2014 Michael Lewis [2]: le dark pools – tradotte in italiano col termine “piscine oscure” – sono nate per rispondere all’esigenza dei grandi investitori di concludere accordi, senza innescare un movimento avverso di prezzo: se un trader ha intenzione di vendere un numero elevato di azioni di una società in una borsa pubblica, deve dichiarare questa volontà, correndo il rischio che il valore del titolo possa scendere per via dell’accresciuta offerta.
Le dark pools, di fatto, eliminano questo rischio, annunciando le offerte solo dopo che sono avvenute e limitando l’accesso a tali scambi. Un bel vantaggio, insomma, per chi voglia approfittare delle condizioni create dalla pandemia per speculare nelle borse non solo europee, potendo in questo contesto effettuare grandi acquisti o vendite senza distorsioni di prezzo, che si verificherebbero se inviassero l’ordine a un mercato aperto. In altre parole, aggirando i costi della negoziazione e lo stesso impatto sul mercato (il cosiddetto market impact): alla faccia della mano invisibile [3] di Adam Smith.
Operare nelle dark pools può addebitare commissioni inferiori rispetto ai mercati tradizionali in quanto le operazioni possono essere svolte all’interno degli stessi broker, senza inviarle ai mercati secondari: non sorprende che la società Bloomberg LP possieda la dark pool Bloomberg Tradebook, registrata come tale presso la Securities and Exchange Commission (SEC). Ciò consente a Bloomberg di operare all’interno del Bloomberg Tradebook.
Non a caso già nel 2016 una ricerca pubblicata dalla Bloomberg Intelligence basata su dati raccolti dalla Financial Industry Regulatory Authority (FINRA) rivelava che le più usate dark pools appartenessero a Ubs (14,4% del totale), Credit Suisse (13,6%), IEX (10,7%, l’unico non essere un grande istituto di credito), Deutsche Bank (7,6%), Morgan Stanley (7,2%), Jp Morgan Chase (4,9%), Merril Lynch (4,8%) e Barclays (3,9%) [4]: insomma, quasi tutte le grandi banche, parallelamente alle loro attività ufficiali, detengono da anni una “piscina oscura” nella quale sguazzare alla faccia della concorrenza e del libero mercato.
Nel 2016, giova ricordarlo, la Barclays e Credit Suisse ricevettero dalle autorità statunitensi una salata multa (rispettivamente di 70 e 85 milioni di dollari) per irregolarità nelle loro dark pools: gli istituti bancari ‒ secondo la SEC ‒ avevano «favorito alcuni trader ad alta frequenza, armati di algoritmi e supercomputer, a scapito di tradizionali investitori istituzionali; hanno mancato nei controlli interni richiesti dalla Sec; e hanno fornito informazioni inesatte ai clienti» [5].
Le “borse oscure” in tempi di pandemia hanno rialzato la testa: il controvalore di questo tipo di scambi nel primo trimestre 2020 funestato dal Covid-19 è arrivato a 199,73 miliardi. Il 65% in più rispetto riferito allo stesso periodo al dato del 2019. Se consideriamo il solo mese di marzo il rialzo passa al 118%. Dati, quindi, di assoluto rilievo che rischiano di destabilizzare il mercato azionario, rendendo i titoli di borsa meno precisi e i mercati regolamentari meno efficienti.
Un trend che dall’inizio della pandemia non smette di essere rilevante: le ultime stime suggeriscono che il 40% di tutte le operazioni negli Stati Uniti ed il 20% di quelle europee vengano effettuate proprio nelle dark pools [6]. Negli ultimi venti giorni, inoltre, alcuni titoli sono stati particolarmente interessati da questo fenomeno: il 50% di quelli Apple, il 53% delle azioni Tesla, il 40% di quelle Microsoft sono state scambiate nelle dark pools.
Tanto che il Nasdaq, nello scorso mese di agosto, ha acquisito una quota di minoranza significativa nella sede di negoziazione di dark pool azionaria con sede negli Stati Uniti, Level ATS. Si tratta di un sistema di trading alternativo che «fornisce agli utenti una piattaforma di scambio continua per fare trading in un ambiente dark pool, consentendo loro di ridurre al minimo la perdita di informazioni e l’impatto sul mercato» [7].
In Australia, inoltre, due dark pools ‒ ASX Center Point e Chi-X Hidden Liquidity ‒ sono persino integrate nella borsa: «insieme, rappresentano circa il 12% del commercio continuo sul mercato in Australia. La quota oscura in alcuni titoli/settori è significativamente più alta, con i REIT in particolare che spesso hanno più del 30% di scambi sul mercato che si verificano al buio» [8].
Il balzo della volatilità delle borse mondiali e la conseguente erraticità dei prezzi hanno indotto gli investitori a operare su queste piattaforme spesso criticate, nate come alternativa alle grandi borse, prima tra tutte quella di New York. Molti analisti hanno denunciato il fatto che permettere importanti deroghe alla pubblicità sulle transazioni offra infinite possibilità a chi vuole non solo speculare, ma anche e soprattutto perseguire scopi non ortodossi. In altre parole, tra dark pools e «internalizzatori» [9] la trasparenza non regna sovrana.
A tutto ciò si aggiunge il fatto ‒ non secondario in termini di importanza ‒ che le dark pools con i loro misteriosi prezzi riescano a confondere e a volte persino distorcere quelli reali: «Qual è la quotazione giusta? Quella che vedo sulla normale Borsa o quella che è appena passata con un ordine colossale sulla dark pool? Le piattaforme oscure, inoltre, in momenti di grande stress sui listini, possono inoltre contribuire al caos: non sono trasparenti, non sono adeguatamente regolamentate e – considerando la mole di transazioni – rischiano di trascinare con loro il resto del sistema finanziario, a partire dalle normali Borse» [10].
D’altra parte, queste piattaforme di contrattazione erano nate per far “nuotare” gli investitori in una liquidità elettronica senza permettere al resto del mercato di sapere chi compra e chi vende. Tra l’altro, ad oggi, sono mercati ancora non considerati sedi di negoziazione ai sensi della Mifid (la direttiva europea 2004/39/CE). Fatto inevitabile questo, visto che essa era stata ideata proprio per creare un terreno competitivo uniforme («level playing field») tra gli intermediari finanziari dell’Ue, senza pregiudicare la protezione degli investitori e la libertà di svolgimento dei servizi di investimento in tutta la Comunità.
Un terreno, però, che pare venga meno in tempi di economia liquida la quale, in quanto tale, preferisce le acque scure delle dark pools alla piattaforma normativa imposta da Bruxelles. Si sta infatti delineando ‒ come sottolineato dal Presidente della SEC Gary Gensler ‒ «una grande concentrazione, realmente riscontrata intorno a questa piccola manciata di market maker che stanno acquistando una parte significativa dell’attività di vendita al dettaglio negli Stati Uniti. E ora circa la metà del nostro mercato non va alle borse illuminate; va alle dark pools e ai grossisti (che sono anche dark). Quindi ci sono alcuni conflitti intrinseci» [11].
I mercati finanziari, quindi, in barba alla fideistica convinzione di Adam Smith, sono sempre di più «strettamente controllati da una manciata incredibilmente piccola di istituzioni, che agiscono a porte chiuse e senza regole adeguate» [12]: insomma, nelle dark pools che rappresentano la cartina di tornasole «del banchiere globale perché con essa il banchiere stesso può fare la politica e la guerra», come scriveva Tyler Durden in un articolo avveniristico e quanto mai calzante dieci anni or sono [13].
Note:
[1] H. Berghel, Which Is More Dangerous, the Dark Web or the Deep State?, in «Computer», vol. 50, luglio 2017, pp. 86-91.
[2] M. Lewis, Flash Boys: A Wall Street Revolt, New York – Londra, W.W. Norton & Co, 2014.
[3] Cfr., la voce «mano invisibile» redatta da M. Franzini in AA.VV., Dizionario di Economia e Finanza, Roma, Treccani, 2012.
[4] M. Bersani, Una crisi sistemica, in AA.VV., Storie di bancari e risparmiatori traditi, a cura di L. Bertell, S. Caucchioli, A. De Vita, G. Gosetti, Milano, Franco Angeli, 2020, pp. 19 e ss.
[5] M. Valsania, Multa record della Sec contro le Dark Pools di Credit Suisse e Barclays, in «IlSole24Ore», del 1° febbraio 2016.
[6] B. Zambonin, D. Martins, What Dark Pool Trading Volume Says About AMC Stock, in «The Street», del 6 ottobre 2021.
[7] A. Smith, Nasdaq acquires minority stake in US equity dark pool LeveL ATS, in «The Trade News», del 3 agosto 2021.
[8] Global Trading, A Deep Dive into Public Dark Pool Trading in Australia, in «Markets Media», del 6 ottobre 2021.
[9] Di fatto le grandi banche che, «usando strumenti finanziari di loro proprietà, eseguono elettronicamente e internamente l’ordine di compravendita dell’investitore. Poi: frenano, pure rimanendo rilevanti, le «tradizionali» piattaforme telematiche alternative», V. Carlini, La sfida di broker e banche alle Borse tradizionali, in «IlSole24Ore», del 17 marzo 2018.
[10] E. Marro, Quanto c’entra la finanza ombra («dark pool») con il crollo delle Borse?, in «IlSole24Ore», del 10 febbraio 2016.
[11] Cfr., l’intervento del 1° settembre 2021 di Gary Gensler in Committee on Economic and Monetary Affairs dell’European Parliament ora in https://multimedia.europarl.europa.eu/en/committee-on-economic-and-monetary-affairs_20210901-1345-COMMITTEE-ECON_vd.
[12] K. Morris, SEC Chief: About ‘Half of Our Markets’ Go to Dark Pools, in «the Tokenist», del 2 settembre 2021.
[13] T. Durden, Here Are The Most Actively Traded Names In Goldman’s Dark Pool (Or Why Is The Big Money Fascinated With Italy?), in «Zero Hedge», del 27 giugno 2011.
Foto dall’archivio de “Il Corriere delle Regioni”
Del 08 Ottobre 2021
FONTE: https://www.corriereregioni.it/2021/10/09/alla-faccia-della-concorrenza-le-dark-pools-delle-banche-globali-di-roberto-bonuglia/
Rinaldi fa una Lectio Magistralis sul sistema creditizio al Parlamento Europeo.
Cosa funziona, e cosa no
Ottobre 7, 2021 posted by Leoniero Dertona
Raramente nel Parlamento Europeo si sentono dei discorsi preparati, sensati, e ancorati alla realtà come quello tenuto da Antonio Maria Rinaldi e riguardante la riforma delle norme di controllo del sistema creditizio europeo.
Il maggior problema dei regolamenti attuali è che vengono a favorire un tipo di banca “Finanziarizzata” e speculativa, mentre penalizza la banca commerciale, quella che opera nell’economia reale e che quindi crea veramente posti di lavoro e ricchezza e non solo bolle speculative. Per questo motivo, mentre le banche commerciali sono obbligate a eliminare, cioè cedere a riscossori, gli NPL in un tempo limitato, al contrario le banche finanziarizzate possono detenere derivati Level 2 (cioè non presenti nei mercati finanziari, se non per qualcosa di assimilabile) o Level 3 (pura carta straccia) senza nessun problema. Quindi la legistazione bancaria attuale privilegia l’economia fittizia, quella delle bolle, a quella reale.
Ecco l’intervento di Antonio Maria Rinaldi, seguito dal testo dell’intervento:
Se per Unione Bancaria si intende il trasferimento delle competenze di vigilanza dalle autorità nazionali a quelle europee, non si comprende come mai permangano ancora alcune fortissime discriminazioni.
Infatti si riscontrano asimmetrie a discapito delle banche commerciali che operano essenzialmente a supporto dell’economia reale, cioè a vantaggio del sistema produttivo, a favore invece di quelle che operano prevalentemente in operazioni finanziarie non supportate da operazioni commerciali, ma che tuttavia essendo esposte a notevolissimi rischi non debitamente monitorati e codificati, possono condizionare negativamente a livello sistemico l’intero sistema bancario.
IMMIGRAZIONI
Germania: parcheggi riservati a LGBTI e migranti…
“La nostra ossessione per l’inclusività ci sta riportando alla segregazione delle persone” e alla discriminazione, come potrete leggere da questa notizia.In un parcheggio in Germania si è deciso di riservare posti auto ai membri della comunità LGBTQ e conducenti migranti.
Secondo il Daily Mail, i tre parcheggi “diversità” sono stati allestiti in un parcheggio sotterraneo nel centro di Hanau.
Hanau è già considerata una città della diversità, osserva il rapporto. La popolazione di Hanau era “già etnicamente diversificata” prima della crisi dei migranti del 2015.
Lo scopo degli spot era “aiutare le persone che sentono un bisogno speciale di protezione”, secondo Thomas Morlock, presidente del consiglio di sorveglianza del parcheggio.
Morlock ha detto al Daily Mail che gli spazi sono stati costruiti per impostare un “simbolo vistosamente colorato per la diversità e la tolleranza”.
Ha detto che “non sono necessariamente pensati” per essere usati da un “gruppo separato di persone”, ma se si scrive che sono per quel gruppo, allora è ovvio che lo sia. E ovviamente, come dice il Daily Mail, c’è un problema:
“Non è subito chiaro come le autorità intendano monitorare se le persone che parcheggiano negli spazi fanno effettivamente parte della comunità LGBTQ o migranti…”
Il comune dovrà creare delle tessere speciali, ovviamente privilegiate, per la comunità LGBTQ? Come ne sarà dimostrata l’appartenenza? Autocertificazione, testimonianze, test pratici? Restiamo in attesa di nuove notizie.
FONTE: https://scenarieconomici.it/germania-parcheggi-riservati-a-lgbti-e-migranti/
LAVORO PENSIONI DIRITTI SOCIALI
Niente smartworking senza Green Pass. Accettiamo anche questo senza opposizione?
Ricordo di essere stato intervistato da diverse testate all’indomani della decisione del Ministro Brunetta di porre fine al lavoro agile nella pubblica amministrazione. In quelle circostanze, forse ironicamente, i giornalisti sottolineavano la comunione di visione e di intenti che in qualche modo emergeva tra le scelte di Renato e i contenuti del mio libro.
Da quando chi pretende il lavoro è fascista?
12 ottobre 2021
di Lorenzo Ferrazzano
Si va verso i due anni di pandemia. Un periodo di sospensione della realtà fatto di chiusure e di incertezze appesantite da restrizioni socio-politiche contraddittorie: e sia, la ricerca scientifica segue l’evoluzione del virus, scopre nuovi strumenti di contrasto al Covid rendendo obsoleti i vecchi.
In ogni caso è vietato sbagliare. Lo dicono la politica, il più preparato degli analisti e il più stupido degli opinionisti televisivi in questa fiera della vanità tra chi si mostra più rispettoso dei diktat del momento. Per strada le saracinesche si abbassano. Si formano file chilometriche per un pasto alla Caritas o al banco dei pegni. Il tutto mescolato a dieci anni di crisi economica da cui l’Italia non si è mai veramente ripresa, immersa com’era in un vortice di austerità e disillusione.
Durante il decennio seguito alla Grande Recessione avevano già chiuso più di 178 mila tra botteghe e negozi¹, morte di crisi o di concorrenza con le grandi attività. Nello stesso periodo 816 mila italiani – la maggioranza dei quali con un’istruzione medio-alta – emigravano all’estero² e il numero di minori in condizioni di povertà assoluta superava il traguardo del milione³, con differenze regionali a dir poco inquietanti. Durante il primo anno di pandemia hanno chiuso 390 mila imprese.
Il quadro che emerge desolante è quello di un depauperamento ininterrotto della popolazione e di un declassamento del ceto medio. Un fenomeno tipico delle democrazie occidentali e non solo italiano. A questo punto penso che elaborare un’analisi socio-politica dell’Italia imbastardita di oggi partendo da questo contesto sia un’operazione utile per evitare i facili moralismi dopo i fatti drammatici degli ultimi giorni.
In una cornice di negazione di ogni spazio critico riguardo alle misure politiche – non a quelle scientifiche – di lotta al Covid, di impoverimento generale del Paese, di vuoto totale delle rappresentanze politiche, capita – finché sarà possibile, certo – che la gente scenda in strada a protestare.
Ed è in assoluta malafede che si è voluto vedere nel manifestante di Napoli un agitatore camorrista, nel “no vax” un assassino, nel “no pass” un fascista, nel non vaccinato un “evasore” da annichilire socialmente (fra pochi giorni 3 milioni di lavoratori saranno a rischio sospensione dello stipendio), in una lotta di tutti contro tutti impensabile fino a pochi mesi fa. 10 mila persone scendono in Piazza del Popolo a protestare per il diritto a lavoro. Quanta disonestà intellettuale serve per spacciarli tutti come fascisti?
Un clima, questo, di bigottismo generale che non lascia spazio ad alcuna forma di riflessione né di dubbio. La tendenza generale è confondere le idee, mescolare le etichette, banalizzare le sfumature, ridicolizzare le complessità. La sola offerta del potere al disagio sociale, sotto questo punto di vista, è la forca come unica soluzione.
Fonti:
¹ http://www.cgiamestre.com/wp-content/uploads/2019/11/consumi-negozi-artigiani-09.11.2019.pdf
² https://www.istat.it/it/files/2019/12/REPORT_migrazioni_2018.pdf
³ https://s3.savethechildren.it/public/files/uploads/pubblicazioni/x-atlante-dellinfanzia-rischio-il-tempo-dei-bambini_2.pdf
FONTE: https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-da_quando_chi_pretende_il_lavoro__fascista/39602_43446/
PANORAMA INTERNAZIONALE
Salario sociale di classe. Usa e Regno Unito seguono il modello cinese mentre l’Europa sceglie di morire
Da mesi seguo le dichiarazioni del Ministro del Tesoro Usa Yanet Yellen, interessantissime ed esplosive, proprio per questo taciute dai media. Le si può trovare solo in alcuni siti un pò più liberi che si occupano di finanza.
Il punto focale è che la Legge sul Lavoro cinese del 2008 ha sconvolto il mercato mondiale più della sua adesione al Wto del 2001.
Fintantoché ci si occupava di magliette, giocattoli e cose varie, il mondo sviluppato non si preoccupava, anzi era favorito dai bassi salari cinesi.
Il passaggio cinese al plusvalore relativo, alla reflazione salariale, al salario sociale e, in ultimo, all’enorme salto tecnologico ha messo questo Paese, incredibilmente, alla testa del valore mondiale, scalzando tutti, con l’eccezione della produzione militare americana e russa. La Germania, in profonda crisi, anche dovuta alla pandemia, utilizza politiche fiscali per il sostegno ad enormi investimenti delle imprese e, da qualche mese, incomincia ad affacciarsi, nel dopo Merkel (che ha distrutto il suo Paese e l’Europa) alla reflazione salariale, seppur timida.
Molto più Johnson, che sostiene chiaramente il passaggio ad alti salari e ad alta produttività, dopo decenni che si è pensato al contrario. Gli Usa si attrezzano in vista di un salto del genere e alcune multinazionali incominciano a raddoppiare il salario minimo.
Devono fronteggiare l’Asia, con la Cina in testa, un continente sterminato dove c’è di tutto, dall’estrema povertà all’intelligenza artificiale. Per stare sul mercato nei prossimi decenni devi adeguare la forza lavoro alle nuove produzioni basate sull’Intelligenza Artificiale. I tornitori ci saranno sempre, ma non più centrali come una volta.
Occorrono scuole, università, formazione di massa, istruzione per tutti e salari alti. Il mondo anglosassone sta incominciando a capirlo, noi invece abbiamo i tagli alla scuola e la deflazione salariale. Questi sarebbero gli economisti. Buona fortuna a tutti.
LIBRO CONSIGLIATO
Piano contro Mercato: Per un salario sociale di classe
Pasquale Cicalese
FONTE: https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-salario_sociale_di_classe_usa_e_regno_unito_seguono_il_modello_cinese_mentre_leuropa_sceglie_di_morire/29785_43394/
POLITICA
Forza Nuova a volto scoperto?
Tonio de Pascali 12 10 2021
Fascisti in cgil
Tonio de Pascali 12 10 2021
Saranno anche Draghi e Mattarella a decidere il successore al Colle
Molti sono i papabili, soprattutto quelli occulti. I due schieramenti si equivalgono. A maggior ragione con i grillini allo. Andando ad una rapida conta appare evidente che la numerosa pattuglia dei renziani potrebbe essere determinante. Di Roberto Caputo
Almeno i due terzi dei parlamentari e dei senatori non vogliono andare a votare prima della scadenza naturale del 2023. Infatti sanno benissimo che molti di loro non verrebbero più rieletti. Quindi si opporranno strenuamente alla nomina a Presidente della Repubblica di Mario Draghi. Se il premier salisse al Colle si andrebbe di corsa ad elezioni anticipate con lo scioglimento anticipato delle Camere. Anche se le Amministrative dovessero dichiarare un vincitore, non ci sarebbero i numeri. A meno di forzature ad oggi incomprensibili. La partita è decisamente molto complessa e le incognite ed i tranelli sono dietro l’angolo. Quindi sarà inevitabile che anche Draghi e Mattarella ne saranno i protagonisti. Draghi, con l’ uscita dalla scena della Merkel ed un Macron molto debole, diventerebbe il vero leader europeo, con forti rapporti internazionali. Mattarella non vuole rinnovare il mandato ed imitare Napolitano. Molti sono i papabili, soprattutto quelli occulti. I due schieramenti si equivalgono. A maggior ragione con i grillini allo sbando. Andando ad una rapida conta appare evidente che la numerosa pattuglia dei renziani potrebbe essere determinante. Quindi non sarà più possibile ripetere l’ accordo che ha portato alla nomina di Mattarella. Anche se i vecchi uomini con le barbe finte si stanno dando molto da fare.
FONTE: https://www.pensalibero.it/saranno-anche-draghi-e-mattarella-a-decidere-il-successore-al-colle/
STORIA
In memoria dell’Ordine Templare
708 anni fa, il 13 ottobre 1307, cominciò il declino dell’Occidente. Seppur questa affermazione sembrerà esagerata o fantasiosa, la distruzione dell’Ordine del Tempio è ancora oggi nella Tradizione Occidentale una ferita aperta.
Il 13 ottobre Filippo il Bello mise in opera il piano ordito già tempo prima per arrestare tutti i templari nel territorio francese e confiscarne i beni.
Grande fu la disperazione di quei cavalieri monaci che si ritrovarono traditi su tutti i fronti, sia dal potere temporale che dalla autorità religiosa. Già allora il Papato era in mano ad altre forze e nessuno levò la sua voce per denunciare quella che era una barbarie contro l’unico ordine esterno fedele davvero alla Tradizione segreta: i guerrieri del Graal, i monaci d’Amor perirono nelle carceri, torturati, avviliti, soli, stremati, senza onore esterno e senza difese.
E fu il turno del Gran Maestro.
Jacques de Molay affrontò la morte sicuro di avere la Verità dalla sua parte, senza paura e senza alcuna macchia.
Chi doveva provare vergogna erano quegli spiriti abietti che si fecero strumenti del Demonio per abbattere i ponti tra Oriente ed Occidente, per bloccare lo sviluppo spirituale dell’Umanità. Come fecero altri dopo di loro, sempre in mano alle stesse forze, per ributtarci nel baratro ogniqualvolta la manifestazione del Dio scendeva per trarci verso il superno.
Ed ecco il Gran Maestro, portato verso la morte, congiungere le mani (anche la preghiera è un’arte):
“Il Maestro, quando vide avvicinarsi le fiamme,
si spogliò in fretta: e si mostrò denudato, solo con la camicia
addosso, ricoperto di umiltà e con volto sereno.
Non tremava, mentre lo afferravano
e lo legavano alla pira.
Così, sereno nell’animo,
gli legarono i polsi ma lui disse: Miei signori,
lasciate che io giunga un poco le mani,
per rivolgere a Dio la mia ultima preghiera
poiché è venuta la mia ultima ora.
Questo vi dico: io muoio,
ma Dio sa riconoscere il vero dal falso.
presto si consumerà l’ira sua,
contro quelli che ci distrussero con l’inganno.
Dio vendicherà la nostra morte.
Signori, sappiate per certo
Che quanti ci hanno perseguitato
molto soffriranno per causa nostra.
In questa speranza io muoio: ne siete testimoni!”
Ed ancora oggi c’è chi giura vendetta…
FONTE: https://cavouresoterica.it/in-memoria-dellordine-templare/
13 ottobre 1307
Res Gestae || Oggi, 13 ottobre 1307, Filippo IV di Francia, detto il Bello, fece porre in stato d’arresto tutti i cavalieri templari attivi nel suo regno. Negli anni precedenti il monarca francese si era fatto prestare ingenti somme dall’Ordine, così decise di liberarsi dei debiti sopprimendo l’ordine stesso e facendo massacrare migliaia di monaci guerrieri, dopo averli fatti torturare e confessare di essere degli eretici, per poi impossessarsi delle loro enormi ricchezze mobili ed immobili.
(Nell’immagine: rapporto dell’interrogatorio di tredici Templari del baliato di Caen redatto, da quattro domenicani del Convento di Caen, per Guillaume de Paris, Inquisitore di Francia, e i due commissari reali, Hugues du Châtel e Enguerrand de Villers nel 1307, conservato nell’Archivio Nazionale di Parigi)
FONTE: https://italicaresblog.wordpress.com/2020/10/13/13-ottobre-1307/
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