RASSEGNA STAMPA DETTI E SCRITTI  27 GENNAIO 2022  SPECIALE GENOCIDI E STERMINI

https://www.lettera43.it/non-solo-armenia-gli-altri-genocidi-dimenticati/

RASSEGNA STAMPA DETTI E SCRITTI  27 GENNAIO 2022 

SPECIALE GENOCIDI E STERMINI

 

A cura di Manlio Lo Presti

Esergo

Siamo risorti una volta? Se si, siamo risorti da uno stato nel quale sapevamo del presente stato meno di quanto noi sappiamo oggi del nostro stato futuro. Il nostro stato di una volta sta ala presente come il presente sta al nostro futuro.

GEORG Ch. LICHTENBERG, Osservazioni e pensieri, Einaudi, 1966, pag. 123

 

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SOMMARIO

LA GIORNATA MONDIALE DEI GENOCIDI
La Memoria dei genocidi dimenticati: I 100 milioni di morti del Comunismo
I CRIMINI INTERNAZIONALI: LA DISTINZIONE TRA GENOCIDIO, CRIMINI CONTRO L’UMANITÀ E CRIMINI DI GUERRA
Differenza tra Olocausto e Shoah
Genocidi nella storia ce ne furono tanti
Genocidi nel mondo
Il Novecento è stato un secolo di ‘genocidi e stermini di massa’. Che continuano ancora oggi
I genocidi etnici del XX secolo
IL GIORNO DELLA MEMORIA E I GENOCIDI DIMENTICATI
Ecco i più grandi massacri della storia

 

 

EDITORIALE

LA GIORNATA MONDIALE DEI GENOCIDI

di

Manlio Lo Presti

25 gennaio 2022

Da molti giorni è partito il concerto informativo sulla Giornata della memoria. Sono stati eventi indegni e mostruosi quelli che hanno provocato lo sterminio del popolo ebraico, non si discute. Per razionalizzare e rendere più efficienti le procedure di “gassificazione massiva” dei prigionieri i germanici acquistarono computer e schede perforate dalla Ibm residente nei democratici Stati Uniti d’America attraverso canali della Svizzera neutrale! (*)

Una conferma che il denaro non puzza. Tuttavia, esistono genocidi immensi che sono stati volutamente e scientificamente rimossi perché eseguiti dalle potenze coloniali o dalle potenze vincitrici che – come ben sappiamo – scrivono la storia descrivendo o omettendo i fatti a loro piacimento … “Ad usum delphini”. Si tratta di stermini ignobili che devono necessariamente essere ricordati, Si tratta di eliminazioni di dimensioni decine di volte superiori a quelle dei lager nazisti. La vulgata prevalente afferma che quello tedesco è stato il più atroce. Si tratta di un’affermazione infondata! Tutti i genocidi sono stati realizzati con pari ferocia e crudeltà.

Le atrocità sono l’unico elemento democraticamente ed equamente distribuito in tutte le eliminazioni si masse di umani! In occasione del Giornata della memoria, da parte degli operatori culturali, delle catene di informazione (corretta), dai governi democratici, sarebbe opportuno pubblicare e diffondere una ampia ed articolata riflessione ed anche una sequenza coordinata di articoli, di studi e di Convegni dedicati a questi luttuosi eventi storici allo scopo di dare memoria a coloro che hanno sofferto in pari misura subendo torture e la perdita della propria vita. Gli studi, gli articoli ed i Convegni dovrebbero ricordare:

– i milioni di civili uccisi in due secoli dagli inglesi ad edificazione del Commonwealth, di cui, non esiste ancora oggi una attendibile contabilità,

– i genocidi di Pol Pot, che ha eliminato il 37 per cento della popolazione,

– il genocidio del Ruanda,

– la strage belga in Congo per oltre un milione di umani,

– le stragi per mano americana nelle Filippine e in Indonesia negli anni Cinquanta-Settanta,

– gli orrori della guerra di Corea, un Paese diviso e affamato per oltre la metà dei suoi abitanti,

– i 7 milioni di armeni macellati,

– il silenzioso sterminio dei palestinesi, di cui – volutamente – non esiste un conto preciso,

– milioni di bambine uccise in culla dal regime maoista dal Grande Balzo in avanti in poi. Eliminate perché inadatte ai lavori pesanti. Lo squilibrio conseguente dei sessi costrinse i cinesi ad effettuare scorribande nei Paesi del sudest asiatico e ai confini indiani per rapire le donne,

– i 75 milioni di civili russi sterminati da Stalin con il sistema dei Gulag, con il metodo dei rastrellamenti improvvisi per seminare terrore immotivato,

– i 12 milioni di civili uccisi dai 26 conflitti regionali e dalle cosiddette “rivoluzioni colorate” provocati dal Nobel per la pace Barack Obama.

Purtroppo, l’elenco delle atrocità è incompleto. Nessuno ne vuole parlare, nemmeno El Pampero impegnato a discettare di sbarchi e di immigrazione incondizionata e senza fine (con i milioni di euro che si riversano alle filiere di accoglienza) e neanche l’effervescente avatar del Colle in uscita malinconica e di cui ben pochi sentiranno la mancanza! Trovo etico e doveroso che sia costituita una memoria dei morti di serie B dimenticati solo perchè non possono vantare l’appartenenza ad un popolo eletto e prescelto da un barbuto Dio degli eserciti! Propongo che la memoria di queste centinaia di milioni di morti – ripeto, centinaia di milioni – sia nominata Giornata mondiale dei genocidi”. Pensate che sia una cosa giusta? Oppure dobbiamo lasciare ai “soliti noti” il monopolio di “cosa”, chi è “giusto” e cosa “memorizzare”?

(*) L’Ibm e l’Olocausto di Edwin Black, Rizzoli 2001, 608 pagine, 18,59 euro

(**) Nella foto di Aegean Boat Report, un’immagine del nuovo campo sull’Isola di Kos, 27 novembre 2021.

FONTE: https://www.opinione.it/societa/2022/01/25/manlio-lo-presti_giornata-della-memoria-olocausto-ebrei-svizzera-usa-commonwealth-pol-pot-ruanda/

 

 

 

CULTURA

La Memoria dei genocidi dimenticati: I 100 milioni di morti del Comunismo

Stermini e genocidi di massa. Nel corso del secolo scorso ci sono stati massacri imponenti contro l’umanità, tra i più noti la Shoah, ma ve ne sono altri che fanno accapponare la pelle per dimensione e ferocia rispetto all’olocausto consumato in vari campi di concentramento europei durante la Seconda guerra mondiale.

Sono i genocidi del Comunismo di cui i grandi media internazionali preferiscono non parlare, tentano di nascondere, di riporre nell’oblio. Oltre cento milioni di morti distribuiti in un periodo abbastanza breve.

Molte vittime in pochi anni in guerra, ma la sua specialità di sterminio Stalin (e i suoi ufficiali) la fece conoscere soprattutto durante i periodi di pace. Era il miglior modo per il comunismo di far buon viso e cattivo gioco in cui eliminare nemici interni ed esterni senza suscitare dubbi in quella che è stata la più raffinata macchina della menzogna della Storia.

Non dimenticare i genocidi del Comunismo, ricordare sempre le follie di mezzi uomini che attraverso la manipolazione della verità e della storia si sono tributati grandi spazi nella memoria collettiva e “positiva”. Così ovviamente non è, non lo è mai stato.

Loro sì, sono stati il male assoluto, così come lo sono i loro “nipotini” con la mastercard in tasca, che sfruttando l’onda della grande menzogna hanno immeritatamente conquistato spazi sociali e ruoli apicali nella cultura e oggi insegnano ai giovanissimi un cumulo di grandi falsità con l’alibi dell’antifascismo; l’unico collante, ormai scaduto, che in Italia li ha tenuti aggrappati al potere dopo il crollo del muro di Berlino e le sue illusioni. Però stanno ancora lì a dispensare lezioncine.

Nei paesi dell’Est europeo, dove gli effetti del Comunismo milioni di persone li hanno drammaticamente conosciuti per davvero, questi sedicenti intellettuali potrebbero avere un ruolo (ben accetto) nel raccogliere e sbucciare patate: il loro piatto più forte sul piano intellettuale. Il lavoro rende liberi; altro che scrivere libri e diffondere menzogne da “giornalisti” usciti dai centri (anarco)sociali.

FONTE: https://www.secondopianonews.it/news/cultura/storia/2019/01/27/la-memoria-dei-genocidi-dimenticati-i-100-milioni-di-morti-del-comunismo.html

 

I CRIMINI INTERNAZIONALI: LA DISTINZIONE TRA GENOCIDIO, CRIMINI CONTRO L’UMANITÀ E CRIMINI DI GUERRA

(di Marco Valerio Verni)
20/04/16

Le recenti sentenze che hanno concluso (almeno in primo grado) due processi internazionali di grande importanza, a carico di Radovan Karadzic, il settantenne ex leader politico dei serbi di Bosnia1, e di Vojislav Seselj2, offrono l’occasione per una disamina sul concetto di “crimini internazionali” che viene largamente usato nella dialettica mediatica e politica, per meglio chiarirne il significato ed il novero dei reati che in esso possono essere ricompresi.

Con tale espressione si indicano le violazioni più gravi delle norme internazionali a tutela dei diritti umani e del diritto umanitario, commesse sia da organi statali, sia da semplici individui: già l’Accordo di Londra del 1945 (istitutivo del Tribunale di Norimberga) identificava tre categorie di crimini (quelli contro la pace – alias guerra di aggressione; quelli contro l’umanità – tra cui il genocidio – e quelli di guerra), ripresi successivamente dagli Statuti dei Tribunali speciali per la ex Iugoslavia e per il Ruanda3.

Analoga elencazione si rinviene nello Statuto della Corte penale internazionale (adottato nel 1998 e in vigore dal 2002), in particolare agli articoli 6-8 che, rispettivamente, disciplinano il genocidio (art.6), i crimini contro l’umanità (art. 7) ed i crimini di guerra (art. 8).

In particolare, per crimine di genocidio s’intende uno qualsiasi dei seguenti atti commessi nell’intento di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso, e precisamente:

a) uccidere membri del gruppo;

b) cagionare gravi lesioni all’integrità fisica o psichica di persone appartenenti al gruppo;

c)sottoporre deliberatamente persone appartenenti al gruppo a condizioni di vita tali da comportare la distruzione fisica, totale o parziale, del gruppo stesso;

d) imporre misure volte ad impedire le nascite in seno al gruppo;

e) trasferire con la forza bambini appartenenti al gruppo ad un gruppo diverso.

Per crimine contro l’umanità, invece, si intende uno qualsiasi degli atti di seguito elencati, se commesso nell’ambito di un esteso o sistematico attacco contro popolazioni civili, e con la consapevolezza dell’attacco:

a) omicidio;

b) sterminio;

c) riduzione in schiavitù;

d) deportazione o trasferimento forzato della popolazione;

e) imprigionamento o altre gravi forme di privazione della libertà personale in violazione di norme fondamentali di diritto internazionale;

f) tortura;

g) stupro, schiavitù sessuale, prostituzione forzata, gravidanza forzata, sterilizzazione forzata o altre forme di violenza sessuale di analoga gravità;

h) persecuzione contro un gruppo o una collettività dotati di propria identità, ispirata da ragioni di ordine politico, razziale, nazionale, etnico, culturale, religioso o di genere sessuale ai sensi del paragrafo 3, o da altre ragioni universalmente riconosciute come non permissibili ai sensi del diritto internazionale, collegate ad atti previsti dalle disposizioni del presente paragrafo o a crimini di competenza della Corte;

i) sparizione forzata di persone;

j) crimine di apartheid;

k) altri atti inumani di analogo carattere diretti a provocare intenzionalmente grandi sofferenze o gravi danni all’integrità fisica o alla salute fisica o mentale.

Per quanto concerne, invece, i crimini di guerra4, seguendo la lunga elencazione e l’impostazione letterale dell’articolo 8, essi si possono distinguere in quattro categorie:

Le prime due sono riferite ai conflitti armati internazionali:

1) le “gravi violazioni delle Convenzioni di Ginevra del 12 agosto 1949”5;

2) le “altre gravi violazioni delle leggi e degli usi applicabili, all’interno del quadro consolidato del diritto internazionale”.

Le rimanenti sono riferite ai conflitti armati non internazionali:

3) le “gravi violazioni all’art.3 comune alle quattro Convenzioni di Ginevra del 12 agosto 1949” 6;

4) le “altre gravi violazioni delle leggi e degli usi applicabili, all’interno del quadro consolidato del diritto internazionale”.

Per ciascuna di tali categorie, lo Statuto individua espressamente le singole fattispecie, dando ad ognuna una numerazione che ne consente una immediata identificazione secondo i principi propri della codificazione penalistica: vengono così individuati trentaquattro crimini di guerra per i conflitti internazionali (di cui otto riconducibili alle gravi violazioni delle Convenzioni di Ginevra e ventisei alle leggi e usi di guerra), nonché sedici crimini di guerra per i conflitti non internazionali (quattro in riferimento all’art.3 delle Convenzioni e dodici alle leggi e usi), per un totale complessivo di cinquanta fattispecie di crimini di guerra ascrivibili alla competenza della Corte.

La lunga elencazione che ne deriva, nasce dalla necessità di addivenire ad una definizione dei crimini di guerra che sia il più possibile attualizzata (sulla scorta del diritto internazionale consuetudinario e convenzionale già esistente) ed universale, nel rispetto però del principio della certezza del diritto, espressamente richiamato agli articoli 22 e 23 dello stesso Statuto (ove vengono richiamati due tra i principi cardine del sistema penale: quello del “nullum crimen sine lege” e del “nulla poena sine lege”).

NOTE

1 Karadzic è stato giudicato “responsabile del genocidio di Srebrenica” dal Tribunale penale internazionale dell’Aja, e condannato a 40 anni di carcere. I giudici hanno invece assolto il suddetto per insufficienza di prove dal primo dei due capi d’accusa di genocidio a suo carico. Si tratta di episodi accaduti in una serie di villaggi della Bosnia Erzegovina (Bratunac, Prijedor, Foca, Kljuc, Sanski Most, Vlasenica e Zvornik). Per queste stesse vicende Karadzic è stato giudicato invece colpevole di crimini contro l’umanità, omicidio e persecuzione. Verdetto di colpevolezza anche per i reati contestati in relazione all’assedio di Sarajevo, durato 44 mesi, e all’utilizzo di 284 caschi blu dell’Onu come scudi umani.

2 Il Tribunale penale internazionale dell’Aja (Tpi) ha assolto il 31 marzo scorso, in primo grado, l’ultranazionalista serbo, dichiarandolo non colpevole per nessuno dei nove capi di imputazione lui ascritti. Seselj era accusato di crimini di guerra e contro l’umanità commessi contro le popolazioni croata e musulmana negli anni 1991-1993, durante i conflitti nella ex Jugoslavia. Costui era accusato tra l’altro di aver sostenuto e propagandato il progetto della “Grande Serbia”, di aver appoggiato piani di torture, deportazioni, maltrattamenti e altri crimini compiuti dalle forze serbe contro croati, musulmani bosniaci e la popolazione della Voivodina (nord della Serbia) durante le guerre degli anni novanta.

3 Tribunali penali internazionali, entrambi istituiti dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (rispettivamente, nel 1993 e nel 1994), che elencano le seguenti fattispecie criminose: violazioni gravi delle Convenzioni di Ginevra del 1949, violazioni delle leggi e consuetudini di guerra, genocidio, crimini contro l’umanità (il Tribunale per la ex Iugoslavia); genocidio, crimini contro l’umanità, violazione dell’art. 3 comune alle Convenzioni di Ginevra del 1949 e al II Protocollo addizionale del 1977 (Tribunale per il Ruanda).

4 La prima nozione di crimine di guerra sembra che sia comparsa per la prima volta nel codice indù di Manu (200 a.C.), per trovare poi riferimenti nel diritto romano nello ius publicum europeum. Nel periodo della Prima guerra mondiale gli Stati avevano ormai accettato l’idea di configurare come illeciti penali le violazioni al diritto della guerra codificato dalle Convenzioni dell’Aja del 1899 e del 1907, e nel 1945 la Carta del Tribunale militare internazionale di Norimberga definiva crimini di guerra “le violazioni del diritto e delle consuetudini di guerra”, includendovi l’omicidio o il maltrattamento di prigionieri di guerra, l’uccisione di ostaggi, il saccheggio di proprietà pubbliche e private, la distruzione ingiustificata di centri abitati e qualsiasi devastazione non giustificata da necessità militare.

5 Le infrazioni gravi alle Convenzioni di Ginevra che costituiscono crimini di guerra, e i relativi obblighi degli Stati di perseguirli, sono individuate negli artt. 49-50 Convenzione I, 50-51 Convenzione II, 128-130 Convenzione III, 146-147 Convenzione IV.

6 L’Art. 3 comune alle Convenzioni di Ginevra è stato definito un “mini-trattato”, in quanto costituisce la soglia minima delle norme umanitarie che debbono essere osservate generalmente, nei conflitti non internazionali; in particolare esso sancisce l’obbligo degli Stati di tutelare le persone “protette”(prigionieri, naufraghi, feriti e malati, civili non combattenti) dai seguenti atti: a) violenza contro la vita e la persona, in particolare omicidi, mutilazioni, trattamenti crudeli e torture; b) cattura di ostaggi; c) offese alla dignità umana, trattamenti umilianti e degradanti; d) comminazione di condanne senza il giudizio preliminare di un tribunale costituito regolarmente, e con le garanzie comunemente ritenute indispensabili dai popoli civili.

(nella foto d’apertura – by Ibrahem Qasim – un bombardamento della capitale yemenita ad opera dei sauditi)

FONTE: https://www.difesaonline.it/evidenza/diritto-militare/i-crimini-internazionali-la-distinzione-tra-genocidio-crimini-contro

 

 

 

Differenza tra Olocausto e Shoah

Quale è la differenza tra Olocausto e Shoah? In quali contesti storiografici si usano?
Col termine Olocausto viene attualmente designato il genocidio o sterminio di una considerevole componente degli ebrei d’Europa. Assieme agli ebrei altri gruppi finirono nel programma di sterminio dei regimi nazi-fascisti, anche se l’ostilità antiebraica – nella sua nuova veste di moderno antisemitismo razziale – fu fin dall’inizio parte integrante della ideologia del Nazismo tedesco.
Il termine olocausto, che deriva dal greco e successivamente dal latino, traduce anche un termine biblico legato alla sfera dei sacrifici cruenti e animali. Con tale termine si traduce in lingua greca il sacrificio ebraico detto ‘olah, ossia innalzamento, un sacrificio che viene “tutto bruciato”. Il fumo che sale “è odore gradito al Signore”.
Il termine utilizzato per descrivere la lo sterminio degli ebrei d’Europa si è mantenuto nella lingua inglese (Holocaust). Che esso provenga da ambienti cristiani di età medievale, che indichi un lemma proveniente dal mondo pagano, che abbia un significato troppo religioso, come spesso si afferma, è tutto sommato irrilevante. Certo ci può essere una sorta di assonanza tra il fumo dei campi di sterminio e quello della vittima sacrificale, ma si tratta di assonanza superficiale e deviante, poiché l’immagine biblica indica ben altro gesto culturale. Cosa si voleva intendere quando si associo’ lo sterminio degli ebrei all’offerta sacrificale del mondo antico? Un “sacrificio” dei nazisti al “dio della Razza”? O una autoconcezione del sé ebraico come vittima sacrificale simile alle concezioni del sacrificio cristiano?
L’ambiguità del significato di questo termine è ovvia, provoca di certo disagio.

Da qualche decennio – per lo più nei paesi di tradizione non anglosassone – è invalso l’uso di utilizzare un termine ebraico, ritenuto più pertinente.

Il termine Shoah –  שואה – veicola, nel lessico biblico, diversi significati legati all’idea di distruzione. Esso è certamente più neutro, meno  connotato in senso religioso, anche se a dire il vero, il lemma ricorre frequentemente nel libro di Giobbe, nella lingua del profeta Isaia e in alcuni salmi, ed essendo in qualche senso legato alla sfera del religioso, non è così determinato dalle azioni di carattere cultuali.

FONTE: https://storicamente.org/giorno-della-memoria-facchini_link1

 

 

 

Genocidi nella storia ce ne furono tanti, anche se il termine genocidio é stato inventato proprio per definire la Shoa, cioè la deportazione  e l’eliminazione degli ebrei.

  1. Shoah Olocausto, si intende lo sterminio sistematico degli ebrei da parte dei nazisti, gli ebrei erano considerati nemici della nazione, perciò furono uccisi anche oppositori politici, omosessuali, zingari e tutti coloro che venivano considerati ‘nemici della nazione tedesca‘.
  2. Aborigeni australiani: forse uno dei più crudeli e dimenticati genocidi della storia, perchè fatto contro persone inermi e pacifiche, portato avanti con talmente tanto successo, che ora i pochi superstiti aborigeni rimasti, hanno del tutto dimenticato la propria lingua e le proprie tradizioni.

    10 Genocidi nella storia: dalla Shoah a quelli meno conosciuti

    Genocidio degli aborigeni in Australia

  3. Indiani del Nord e Sud America: anche questo lo possiamo considearare il genocidio perfetto: mai nessuno ha protestato, nonostante le decine di milioni di morti in pochi secoli; la cultura indiana è stata praticamente dimenticata da tutti e anzi, questo genocidio é stato osannato per decenni da libri, film , telefilm statue, piazze eccetera.
  4. Il genocidio dei Catari: fatto dalla Chiesa cattolica, gli ultimi catari donne e bambini furono massacrati per ordine del vicario Vaticano che ordinò ai soldati: “Uccideteli tutti, poi quando saranno morti, sarà Dio a giudicare se sono eretici o no”.
  5. Il genocidio del Ruanda, avvenuto solo pochi anni fa, milioni di morti a colpi di machete, solo per una differenza etnica.
  6. Genocidio ucraino: perpetrato da Stalin, forse un enorme errore di giudizio economico del dittatore sovietico, resta il fatto che milioni di ucraini furono lasciati a morire di fame in quanto il cibo fu requisito per altre destinazioni.
  7. Genocidio armeno: fatto dai turchi, che consideravano gli armeni ‘nemici della patria’
  8. Genocidio greco : fatto sempre dai turchi, stavolta a danno dei greci che abitavano in Turchia.
  9. Genocidio Rom: gli zingari da sempre sono stati perseguitati in quanto ‘popolo nomade’ quindi diverso dai popoli europei, ma fu nel XX° secolo che vennero  considerati dai nazisti inferiori agli esseri umani, un ‘problema’ che fu risolto mettendoli in campi di concentramento ed in campi di sterminio, ne morirono centinaia di migliaia.
  10. Olocausto nero: è così che molti neri chiamano la deportazione di 10 milioni di schiavi neri, strappati alla loro terra per andare a lavorare nei campi in America del Nord e del Sud.
  11. Pol Pot in Cambogia: 3 milioni di morti in un paese che ne conteneva 20 milioni, un orrore senza fine perpretato all’inizio per ragioni politiche , poi in un susseguirsi di atrocità sempre maggiori e dalla follia di un capo comunista.
  12. Genocidio in Congo: fatto dai Belgi – o meglio – da Re Leopoldo di belgio che aveva degli enormi possedimenti di terra di sua proprietà. Qui migliaia di persone vennero torturate ed uccise per scopi commercali.
  13. Guerre Herero, che poi si sono rilevate un vero genocidio fatto dai tedeschi in Africa nel 1904-1907 in Namibia ( che erano le colonie africane tedesche).

Questi sono SOLO 10 dei tanti genocidi accaduti nella storia. Quello che ci racconta la storia d’altronde è solo una parte della verità, che come é noto la scrivono i vincitori. Non ci dimentichiamo ad esempio che l’Impero Romano rase al suolo Cartagine, la quale scomparve come società dalla storia, i sopravvissuti all’assedio furono venduti come schiavi, Cartagine ricompare solo secoli dopo, e non ci scordiamo che Cesare uccise chi dice 1 chi dice 2 milioni di galli.

Se é vero che la Shoa fu il genocidio per eccellenza, quello per cui é stato inventato questo termine, gli altri furono meno famosi, meno scientifici e con un numero minore di morti, ma avevano sempre il fine ultimo di cancellare dalla faccia della terra il nemico, o presunto tale.

FONTE: https://massyb.myblog.it/2015/01/27/genocidi-storia-shoa/

 

 

 

Genocidi nel mondo

 

27 gennaio Giorno della Memoria : una ricorrenza internazionale celebrata ogni anno come giornata in commemorazione delle vittime dell’Olocausto.

Fu cosi’ designata dalla risoluzione 60/7 delle Nazioni Unite del 1º novembre 2000. Fu stabilito di celebrare il Giorno della Memoria ogni 27 gennaio perché in quel giorno del 1945 le truppe dell’Armata Rossa, impegnate nella grande offensiva oltre la Vistola in direzione della Germania, liberarono il campo di concentramento di Auschwitz e la sua apertura mise alla luce tutti gli orrori perpetrati ai danni degli ebrei . La Shoah di cui tutti abbiamo sentito parlare a scuola e nei libri, si è allontanata  negli  anni ma brucia nelle nostre menti viva e presente

Con il termine Olocausto,  parola  coniata da Raphael Lemkin, venne utilizzata  a partire dalla seconda metà del XX secolo,  per indicare lo sterminio nazista verso tutte le categorie ritenute “indesiderabili”, e che causò circa 15 milioni di morti in pochi anni, tra cui 5-6 milioni di ebrei, di ogni sesso ed età.

Una storia raccontata non solo nei libri ma anche e soprattutto riportata visivamente nei documentari e numerosi e toccanti film che di questa si sono occupati.

Vite e storie narrate  del museo sulla Shoah di Berlino. Passeggiando per le sale oscure si può  vedere  ma non capire perché un popolo è stato sterminato per un’ideale di purità ariana, non solo per motivi di razza ma anche nascostamente e subdolamente economici e commerciali.

Un popolo che annoverava   sia commercianti, che scienziati, che artisti, che  persone qualunque che avevano un fede, quella ebraica e che per questa erano stati uccisi. Erano diventati numeri, quelli marchiati sulle loro braccia e che dovevano ricordare  e capire perché, se chiamati (in tedesco) e non rispondevano, venivano picchiati.

Un popolo a cui è stata tolta la propria dignità. E’ la dignità che viene annullata dai genocidi. La dignità  che divide l’uomo dalla bestia.

Ricordare è necessario per non ricadere nello stresso dramma.
L’Europa è nata, per evitare che nei suoi territori nascessero altre guerre simili.

Ed in effetti dopo la fine della seconda guerra mondiale nel ’43, l’Europa ha vissuto un lungo periodo di pace.

Ma se l’Europa non è più agitata da guerre e genocidi dalla fine dell’infamante Seconda Guerra Mondiale, si può dire lo stesso di altrove, in altre aree geografiche?

Abbiamo scelto di parlare su queste pagine anche di altri genocidi, spesso invisibili perchè lontani, nonostante che i mezzi di comunicazione ed i giornalisti ce ne abbiano riportato l’eco.

Ecco gli altri GENOCIDI DEL XX SECOLO
Fonte http://www.novaramissio.it/Pasqua00/Martiri/Genocidi.html

1. GENOCIDIO DEL POPOLO ARMENO

I “Giovani Turchi” (ufficiali nazionalisti dell’Impero ottomano) ordinarono tra il 1915 e il 1923 vasti massacri contro la popolazione armena cristiana. Le successive deportazioni di massa porteranno il numero delle vittime a un milione e mezzo circa.

2. GENOCIDIO DEI POPOLI DELLA CINA

Nell’anno 1900, la rivolta dei “Boxer” causò oltre 30 mila morti, in gran parte cristiani. E sono almeno 48 milioni i cinesi caduti sotto il regime di Mao tra il “Grande salto in avanti”, le purghe, la rivoluzione culturale e i campi di lavoro forzato, dal 1949 al 1975.

3. GENOCIDIO DEI POPOLI DELLA RUSSIA

Non meno di 20 milioni i russi eliminati durante gli anni del terrore comunista di Stalin (1924/1953). Esecuzioni di controrivoluzionari e di prigionieri, vittime del gulag o della fame.

4. GENOCIDIO DEL POPOLO EBRAICO

Con l’avvento del nazismo di Hitler in Germania (1933/1945) viene avviato lo sterminio del popolo ebraico in Europa; le vittime di questo immane olocausto sono calcolate in oltre 6 milioni di persone, la gran parte di loro morta nei campi di sterminio.

5. GENOCIDIO DEI POPOLI DELL’INDONESIA

Nel periodo 1965/67, quasi un milione di comunisti indonesiani sono stati deliberatamente eliminati dalle forze governative indonesiane, mentre tra il 1974 e il 1999 sono stati eliminate da gruppi paramilitari filo-indonesiani 250 mila persone della popolazione di Timor-Est.

6. GENOCIDIO DEL POPOLO CAMBOGIANO

Un milione di cambogiani sono morti in soli quattro anni, tra il 1975 e il 1979, sotto il regime di terrore instaurato dai Khmer rossi di Pol Pot.

7. GENOCIDIO DEL POPOLO SUDANESE

Si stima che un milione e novecentomila cristiani e animisti siano morti a causa del blocco imposto dal governo di Khartum all’arrivo degli aiuti umanitari destinati al Sudan meridionale.

8. GENOCIDIO DEI POPOLI DEL RWANDA E DEL BURUNDI

Dal 94 ad oggi, 800 mila civili ruandesi sono stati massacrati nel conflitto scoppiato tra hutu e tutsi; un’analoga cifra è stimata per le vittime del vicino Burundi.

9. GENOCIDIO DEI POPOLI DELL’AMERICA LATINA

Dalla Rivoluzione messicana, ai “desaparecidos” delle dittature militari degli ultimi decenni del XX secolo, sono oltre un milione le vittime innocenti della violenza di Stato dei regimi sudamericani.

Inoltre solo in Amazzonia si calcola che quasi 800 mila indios sono morti in un secolo, per le angherie e i soprusi subiti.

10. GENOCIDIO DEL POPOLO IRACHENO

Un organismo dell’ONU ha stimato nel 1998 in un milione di morti, tra cui 560 mila bambini, gli iracheni morti a causa dell’embargo internazionale e della politica di Saddam Hussein.

Non si hanno a tutt’oggi cifre sicure sulle vittime dei genocidi e delle “pulizie etniche” compiute nella ex-Yugoslavia, in Liberia, Sierra Leone, Angola, Congo, Libano, Corea del Nord, Sri Lanka, Haiti, Tibet … e l’elenco purtroppo si allunga ogni anno di più!

FONTE: https://www.dols.it/2018/01/26/genocidi-nel-mondo/

 

 

 

Il Novecento è stato un secolo di ‘genocidi e stermini di massa’. Che continuano ancora oggi

Carlo Troilo, GIORNALISTA – 8 04 2019

Il Novecento è stato un secolo di ‘genocidi e stermini di massa’. Che continuano ancora oggi
Aprendo la conferenza stampa di presentazione del libro di Maria Immacolata Macioti Genocidi e stermini di massa, la storica Anna Maria Isastia ha detto che in questo momento in Libia ci sono da 40 a 70 campi di concentramento dove 400mila persone sono sottoposte a violenzetorture e stupri. Come a dire fin da subito che gli orrori del “secolo breve” continuano purtroppo anche nel secolo che stiamo vivendo.

Il libro della Macioti è un esauriente compendio dei massacri verificatisi nel Novecento in ogni parte del mondo. Naturalmente, un notevole spazio è dedicato alla Shoah, sulla quale sappiamo tutti quanto basta. Molta attenzione è data anche al genocidio degli armeni, di cui si parla molto meno e che pure ha avuto dimensioni (un milione e mezzo di vittime) e caratteristiche di ferocia impressionanti. La masseria delle allodole, un commovente libro di Antonia Arslan, spiega l’inganno con cui i Pascià mandarono a morte torme di innocenti: dicevano loro che dovevano raggiungere dei confortevoli campi di raccolta e li facevano partire, con qualche indumento e pochissimo cibo, verso tundre ghiacciate in cui non vi era alcun rifugio ma solo la morte per gelo e fame. Nel libro della Macioti è ben messa in evidenza la complicità della Germania, alleata dei turchi nella Grande Guerra. E anche i tentativi della Chiesa di lenire le sofferenze degli armeni. Un genocidio ancora negato – o minimizzato – dal governo di Erdogan.

Un altro capitolo drammatico riguarda gli eccidi verificatisi nel 1994 nel Ruanda a causa del conflitto etnico fra i Tutsi e gli Hutu, che provocò almeno 800mila vittime, quasi tutte della minoranza etnica dei Tutsi. Ciò che più impressiona, in questo capitolo, è il ruolo attivo della Chiesa Cattolica negli eccidi, cui parteciparono preti e suore, secondo i racconti documentati e sconvolgenti del libro di Vania Lucia Gaito Il genocidio del Ruanda. Il ruolo della Chiesa Cattolica: preti e suore che cospargono di benzina e poi incendiano edifici e chiese pieni di fuggiaschi di parte Tutsi.

Mia madre era nata (da genitori italiani) in Argentina e spesso veniva a trovarci a Roma qualcuno dei nostri numerosi cugini. Per questo fin da allora sapevamo abbastanza delle atrocità commesse negli anni della dittatura di Jorge Videla (1976-1981). I nostri parenti ci raccontavano delle notti in cui la polizia segreta irrompeva nelle case: si sentivano porte sfondate, urla e pianti, e il giorno dopo un’altra famiglia era sparita per sempre. In realtà, i particolari delle torture e dei “voli della morte” si conobbero solo dopo la fine della dittatura, anche grazie ai film di Franco Bechis (Garage Olimpo) e di Franco Capitani (La memoria e il perdono). E la Macioti ricorda il ruolo straordinario delle madri di Plaza de Mayo, che consentirono di identificare molti dei 30-40 mila desaparecidos. Anche nel caso dell’Argentina la Chiesa Cattolica non mosse un dito contro la dittatura (nemmeno – per quanto se ne sa – il futuro Papa Bergoglio, che pure aveva il ruolo importante di capo dei Gesuiti nel Paese).

Dall’Argentina al Cile. Anche di Augusto Pinochet e della sua feroce repressione di ogni opposizione (si stimano 60mila sequestri e 40mila vittime) sappiamo abbastanza, ma certo non tutto. E’ una vicenda che resta sempre di attualità, come dimostrano il film Santiago, Italia – in cui Nanni Moretti racconta il ruolo coraggioso dell’ambasciata italiana, che ha ospitato e poi portato in salvo centinaia di oppositori del regime – e il tenero libro di Roberto Ampuero L’ultimo tango di Salvatori Allende. Anche nel caso del Cile, la Chiesa (sempre favorevole alla dittatura del Generale) ha commesso un grave errore, consentendo, nel dicembre del 2006, che nella Cattedrale di Santiago venissero celebrati funerali solenni per il boia Pinochet: proprio negli stessi giorni in cui il cardinale Camillo Ruini negava i funerali religiosi a “un povero Cristo” come Piergiorgio Welby, malgrado la richiesta della moglie Mina e dei familiari, tutti credenti.

Resta solo lo spazio – dinanzi alle fitte 400 pagine del libro e alle sue tante storie, che si leggono d’un fiato – per accennare a due vicende italiane. La prima – gloriosa – è quella degli Imi (internati militari italiani): i 600mila soldati e ufficiali che dopo l’8 settembre finirono nei campi di concentramento tedeschi, rifiutarono l’offerta di combattere con la Wehrmacht e preferirono soffrire anni di penosa carcerazione. La seconda – vergognosa – è quella dei campi di concentramento allestiti dai fascisti in diverse zone d’Italia (il più grande, fra i 30 o 40, quello di Fossoli) e destinati agli slavi, agli stranieri sospetti ma soprattutto agli ebrei. I carcerieri fascisti e poi repubblichini li tenevano “in custodia” fin quando le SS li prelevavano per portarli nei campi di sterminio in diversi paesi d’Europa. Una storia che meriterebbe di essere approfondita e resa nota, soprattutto in una fase politica in cui si tende se non a “riabilitare” il fascismo almeno a ridurre ai “soli” 1.259 ebrei del ghetto di Roma le vittime delle nostre leggi razziali.

Chiudo con una citazione di Matteo Salvini ripresa dalla Macioti all’inizio del libro. Nel 2015 Salvini, oggi nostro ministro degli Interni, ha accusato il presidente della Cei di “genocidio contro gli italiani” perché si era adoperato a favore dell’accoglienza degli immigrati. Ci aspettano tempi cupi.

FONTE: https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/04/08/il-novecento-e-stato-un-secolo-di-genocidi-e-stermini-di-massa-che-continuano-ancora-oggi/5093254/

 

 

 

I genocidi etnici del XX secolo

martedì, 6 aprile 2004

Roma (Agenzia Fides) – Il XX secolo, che gli storici hanno definito “il secolo dei totalitarismi”, passerà alla storia anche come il “secolo dei genocidi”. Sono numerosi i tentativi deliberati e sistematici – perpetrati in diverse parti del mondo e in diversi periodi del secolo – di sterminare un intero popolo, di cancellarne le tracce linguistiche, culturali, religiose.
Il genocidio degli Ebrei resterà quello per cui il XX secolo sarà tragicamente ricordato nei libri di storia: nel quadro del secondo conflitto mondiale (1939-1945) si compie in Europa la Shoa, il genocidio del popolo ebraico. Sei milioni di ebrei sono sterminati dalla Germania guidata da Hitler, salito al potere nel 1933. Il movente ideologico fondamentale è il razzismo, inteso come affermazione della superiorità del popolo tedesco, ritenuto di “pura razza ariana”, contro il “nemico ebraico”. La realizzazione del progetto è resa possibile dal fatto che Hitler ha trasformato la Germania in uno stato totalitario. La pianificazione scientifica del massacro giunge a un livello aberrante e disumano: è una vera e propria fabbrica dello sterminio. Il razionalismo macabro dell’ideologia nazista arriva al punto di riutilizzare il materiali organici (come capelli e protesi dentarie d’oro) dei cadaveri delle persone uccise nelle camere a gas. Un Olocauso che l’umanità definirà “impensabile e indicibile”, ma che si è perpetrato nel cuore della civilissima Europa moderna.
Precedente al genocidio ebraico è quello del popolo armeno, che ha inizio nei primi mesi del 1915, per volontà del partito dei Giovani Turchi, ufficiali nazionalisti dell’Impero Ottomano. Il regime pianifica attentamente l’eliminazione degli Armeni che, almeno in un primo momento, verrà camuffata sotto il nome di “evacuazione militarmente necessaria delle zone di guerra”. Nel settembre 1915 il grosso del genocidio può considerarsi finito: durante la deportazione e nei campi di sterminio del deserto siriano, hanno perso la vita circa un milione e mezzo di armeni.
Sempre in Medio Oriente, resta tuttora aperta la questione del popolo curdo, “nazione senza patria”, popolo stanziato in territori appartenenti a Turchia, Siria, Iran e Iraq. I curdi, negli anni della feroce dittatura di Saddam Hussein, hanno subito un tentativo di pulizia etnica, anche attraverso l’uso di armi chimiche. L’esercito iracheno ha raso al suolo interi villaggi con dinamite e bulldozer, mentre la popolazione, stanziata nel Nord dell’Iraq, è stata deportata verso le aree desertiche, con l’obiettivo di sradicare i curdi e cancellare le loro tradizioni e la loro cultura. Il tentato genocidio, che ha lasciato sul campo migliaia di vittime, è stato fermato solo grazie all’intervento della comunità internazionale.
Altrettanto grave per numero di morti è un dei genocidi più recenti, compiuto nella penisola indocinese: quello cambogiano perpetrato dal regime dei “khmer rossi”. Lo spietato governo del famigerato Pol Pot, leader marxista morto pochi anni fa, è accusato d’aver causato l’autogenocidio della propria popolazione: dal 1975 al 1979, circa due milioni di cambogiani perirono di fame, stenti, malattie, per le violenze e le esecuzioni dei fanatici rivoluzionari maoisti che governavano la Cambogia.
Anche i popoli della Cina hanno subito un massacro di origine ideologica: sono almeno 48 milioni i cinesi caduti sotto il regime di Mao tra il “Grande salto in avanti”, le purghe, la rivoluzione culturale e i campi di lavoro forzato, dal 1949 al 1975.
Stessa sorte subirono nel periodo 1965-67, quasi un milione di comunisti nell’Indonesia dominata dal regime di Suharto, deliberatamente eliminati dalle forze governative indonesiane, mentre tra il 1974 e il 1999 sono stati eliminate da gruppi paramilitari filo-indonesiani 250 mila persone della popolazione di Timor-Est.
Nella lunga lista dei genocidi compiuti per ragioni politico-ideologiche vanno annoverati anche quello subito in Sudan da 1,9 milioni di cristiani e animisti, morti a causa del blocco imposto dal governo di Khartum all’arrivo degli aiuti umanitari destinati al Sud Sudan; e quelli verificatisi in America Latina dove, dalla Rivoluzione messicana, ai “desaparecidos” vittime delle dittature militari del XX secolo, si stimano oltre un milione le vittime della violenza di Stato dei regimi sudamericani. Inoltre, solo in Amazzonia, si calcola che sono quasi 800mila gli indios morti in un secolo, per le angherie e i soprusi subiti.
Sull’eliminazione di estesi gruppi etnici, venuti a contatto con nuove forme di civiltà non si può tralasciare i caso degli aborigeni australiani. Secondo le ricostruzioni storiche, già a partire dalla fine del secolo XIX, gli indigeni nativi della regione Tasmania vennero sistematicamente uccisi come bestie, avvelenati o “dispersi” con la protezione delle autorità governative.
Facendo un salto nel passato più lontano, il caso degli aborigeni ricorda uno dei genocidi più antichi dell’età moderna: il genocidio dei pellerossa in Nord America. Agli inizi del secolo XVI, quando giunsero i primi europei, il Nord-America era abitato da circa un milione di Pellerossa raggruppati in 400 tribù e in circa 300 famiglie linguistiche. Lo sterminio dei popoli indiani fu portato a termine soprattutto dagli eserciti americani e inglesi che pur di espandersi all’interno del Nord America cacciarono i nativi americani dalle loro terre e proprietà compiendo veri e propri massacri senza risparmiare donne e bambini. Oggi gli indiani non formano più una nazione: parte di essi si è integrata completamente nella civiltà bianca, mentre un’altra parte vive in alcune centinaia di riserve sparse nel territorio statunitense e in quello canadese.
In molti altri episodi di uccisioni di massa, gli storici parlano di “massacri genocidari” che riguardano anche la storia dei nostri giorni: la situazione dei Balcani in Europa; in Asia i casi del Tibet, India, Bangladesh, Myanmar, Indonesia, Timor Est, Sri Lanka, Laos, Vietnam; in Africa i massacri compiuti in Nigeria, Sudan, Ruanda e Burundi, Uganda, Guinea Equatoriale, Etiopia; le stragi di Guatemala, Salvador, Colombia, Argentina, Paraguay e Brasile. Tutte violenze compiute in forma molto estesa, che ricordano come la nostra epoca non sia immune dal pericolo del genocidio
(PA) (Agenzia Fides 6/4/2004 lines 62 words 633)

FONTE: http://www.fides.org/it/news/2702-I_genocidi_etnici_del_XX_secolo

 

 

IL GIORNO DELLA MEMORIA E I GENOCIDI DIMENTICATI

La nostra civiltà ha bisogno di memoria, di ricordare e provare ancora terrore per quello che alcuni uomini sono riusciti a fare ai loro simili.

Ogni 27 gennaio si celebra il “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah, lo sterminio del popolo ebraico, le leggi razziali, la persecuzione dei cittadini ebrei che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte. L’apertura dei cancelli di Auschwitz il 27 gennaio 1945 mostrò al mondo intero non solo molti testimoni della tragedia, ma anche gli strumenti di tortura e di annientamento utilizzati nei lager nazista.

 Si legge: su alcune testate “Il giorno della memoria è un modo per cercare di conservare nel futuro dell’Italia il ricordo di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere.”

Tutti siamo perfettamente d’accordo sulla prima parte di questa affermazione ma è come se dichiarando: “ affinché eventi simili non possano mai più accadere”  negassimo e non ci rendessimo conto di quanti altri genocidi è piena la cronaca del XX e XXI  secolo.

Non esistono genocidi maggiormente importanti di altri se non in relazione alla quantità di morti e se è mostro dovere ricordare e rabbrividire per la Shoah per quale motivo ci scordiamo di ricordare e raccontare i massacri di altri popoli?

La povertà non può essere una discriminazione legata al ricordo!

Come non ricordare il popolo Curdo e il genocidio armeno o meglio l’olocausto degli armenideportazioni ed eliminazioni della popolazione armena perpetrate dall’Impero Ottomano tra il 1915 e il 1923, che causarono circa 1,5 milioni di morti. Tale genocidio viene commemorato dagli armeni il 24 aprile di ogni anno.

COSI’ PER NON DIMENTICARE, anche se non in modo esaustivo, appare importante ricordare alcuni genocidi che si sono avuti nel XX secolo:

GENOCIDIO DEI POPOLI DELLA CINA – Nell’anno 1900, la rivolta dei “Boxer” causò oltre 30 mila morti, in gran parte cristiani. Sono almeno 48 milioni i cinesi caduti sotto il regime di Mao tra  le purghe, la rivoluzione culturale e i campi di lavoro forzato, dal 1949 al 1975.

GENOCIDIO DEI POPOLI DELLA RUSSIA – Non meno di 20 milioni i russi eliminati durante gli anni del terrore comunista di Stalin (1924 – 1953). Esecuzioni di controrivoluzionari e di prigionieri, vittime del gulag o della fame.

GENOCIDIO DEI POPOLI DELL’INDONESIA – Nel periodo 1965 – 67, quasi un milione di comunisti indonesiani sono stati deliberatamente eliminati dalle forze governative indonesiane, mentre tra il 1974 e il 1999 sono stati eliminate da gruppi paramilitari filo-indonesiani 250 mila persone della popolazione di Timor-Est.

GENOCIDIO DEL POPOLO CAMBOGIANO – Un milione di cambogiani sono morti in soli quattro anni, tra il 1975 e il 1979, sotto il regime di terrore e cinico massacro instaurato dai Khmer rossi di Pol Pot.

GENOCIDIO DEL POPOLO SUDANESE – Si stima che un milione e novecentomila cristiani e animisti siano morti a causa del blocco imposto dal governo di Khartum all’arrivo degli aiuti umanitari destinati al Sudan meridionale.

GENOCIDIO DEI POPOLI DEL RWANDA E DEL BURUNDI – Dal 94 ad oggi, 800 mila civili ruandesi sono stati massacrati nel conflitto scoppiato tra hutu e tutsi; un’analoga cifra è stimata per le vittime del vicino Burundi.

GENOCIDIO DEI POPOLI DELL’AMERICA LATINA – Dalla Rivoluzione messicana, ai “desaparecidos” delle dittature militari degli ultimi decenni del XX secolo, sono oltre un milione le vittime innocenti della violenza di Stato dei regimi sudamericani.

Per non parlare delle vittime dei genocidi e delle “pulizie etniche” compiute nella ex -Yugoslavia, in Liberia, Sierra Leone, Angola, Congo, Libano, Corea del Nord, Sri Lanka, Haiti, Tibet …  con un elenco che continua fino ai nostri giorni. La guerra in Afghānistān nell’autunno 2001 e l’invasione dell’Irāq nella primavera 2003, le Torri Gemelle  e tutti gli attacchi terroristici di cui le cronache dei nostri giornali sono sempre piene.

Che dire …  Forse dovremmo ricordarci facendoci aiutare dalle testimonianze di chi ancora non ha voce, soffermarci sugli orrori che tante persone hanno subito e stanno subendo ogni giorno… Per il momento non sembra che nel cuore di molti individui la tragica esperienza della Shoah abbia insegnato che eventi simili non debbano mai più accadere!

FONTE: https://www.milanopiusociale.it/2019/07/19/giorno-della-memoria-genocidi-dimenticati/

 

 

 

 

Ecco i più grandi massacri della storia

16 NOVEMBRE 2011 di 

Quali sono stati i più grandi massacri della storia? Quali le guerre di religione più cruente? Ha fatto più morti Hitler o Stalin? Per rispondere a queste domande basta sfogliare “Il libro nero dell’umanità” (appena edito da Ponte alle Grazie nella traduzione di Massimiliano Manganelli e Valentina Sichenze), opera di un bibliotecario tanto scrupoloso quanto originale della Virginia, Matthew White. Per entrare nel mondo delle sue statistiche, per le quali ha coniato il neologismo “atrocitologia”, basta andare al sito http://users.erols.com/mwhite28/index.htm, dove il lettore troverà stimoli per avviniarsi alla lettura di un libro di 874 pagine.

Il più grande dei massacri, secondo White, è naturalmente la seconda Guerra Mondiale (1939-1945), con 66 milioni di vittime, 42 delle quali ascrivibili alla responsabilità di Adolf Hitler, compresi naturalmente i sei milioni di ebrei massacrati nella Shoah. Seguono le “conquiste” di Gengis Khan (1206-1227) con 40 milioni di vittime e le lotte di Mao Zedong (1949-1976). Per la curiosità, Stalin figura al settimo posto perché responsabile di 20 milioni di morti.

Un ragionamento a parte, come ha notato oggi Alessandro Zaccuri su “Avvenire”, meritano le guerre di religione. Perché nessuna guerra è al cento per cento religiosa, anche se “la religione è l’unico elemento che differenzia due gruppi altamente omogenei, come accadde nella Jugoslavia degli anni Novanta”. Non sempre, poi, “quando si combattono popoli di religione diversa, la religione stessa è da considerarsi come caus belli”.

La più grande strage a sfondo religioso? E’ quella seguita alla rivolta anti-imperiale di Taiping (1850-1864) guidata da Hong Xiuquan, che si era autoproclamato fratello minore di Gesù. La repressione fece 20 milioni di vittime, quasi tre volte quelle prodotte dalla Guerra dei Trent’anni (1618-1648) fra protestanti e cattolici.

FONTE: https://lanostrastoria.corriere.it/2011/11/16/ecco_i_piu_grandi_massacri_del/

 

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