RASSEGNA STAMPA DETTI E SCRITTI
10 FEBBRAIO 2022
A cura di Manlio Lo Presti
Esergo
Giornalismo è diffondere ciò che qualcuno non vuole si sappia; il resto è propaganda.”
(Horacio Verbitsky, giornalista argentino)
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SOMMARIO
DISTRUGGEREMO L’ITALIA!
LE FORZE DELL’ORDINE NON INTERVENGONO. DENUNCIA DELLA SENATRICE LAURA GRANATO
Super Green Pass esteso ai trasporti, protesta a Villa San Giovanni
HACKER RUBANO I DATI SUI VACCINI DAI SERVER PFIZER E MODERNA E LI RENDONO PUBBLICI.
LE FORZE DELL’ORDINE NON INTERVENGONO. DENUNCIA DELLA SENATRICE LAURA GRANATO
Super Green Pass esteso ai trasporti, protesta a Villa San Giovanni
Il Papa ha detto cose scandalose nel salotto dei comunisti
Lia Thomas, la nuotatrice transgender che batte le donne
Cari amici buongiorno. Il Gender avanza.
QUANDO LA CASA DEI NONNI SI CHIUDE
Covid, la frase choc del medico europarlamentare: “Campi di concentramento e forni per i No Vax”
IL PRURITO PER I GIORNALISTI
La Germania censura Russia Today (RT)
Chi è Horacio Verbitsky, l’incubo di Papa Francesco
SANREMO? BELLA ‘A BOISERIE BELLO TUTTO…
FINE STATO EMERGENZA?
L’ultimo Robin Hood
BARBARA & CLAUDIA – Concerto il 17 marzo 2022 presso Auditorium – Roma
Avv. Cinquemani: «Nessuno può chiedere il Green Pass senza autorizzazione del Ministero». Scarica il modulo
Green Pass stroncato dal Consiglio d’Europa. Nessuno deve farsi vaccinare se non lo vuole.
Il Consiglio d’Europa stronca il Green pass: le motivazioni messe nero su bianco
Brutte notizie per la Pfizer.
Che fessa che sono stata nella vita.
Odiano i poveri, mica la povertà
MA FRANCIA E USA STANNO PEGGIO DI NOI CHE ABBIAMO DI MAIO
LA DÉBÂCLE DEI COOPTATI: DUE FALLIMENTI A TEMPO DI RECORD
BOURLA (CEO PFIZER) SCOPRE LE CARTE DEL BLUFF VACCINALE ▷ LA CONFESSIONE ANALIZZATA PEZZO DOPO PEZZO
Il rapporto segreto sulle torture titine
Una vita per Pola. Storia di un famiglia istriana
L’armata Cambise nel deserto del Sahara: il mistero dei 50mila uomini spariti nel nulla
Un coro di voci autorevoli per capire esodo e foibe
IN EVIDENZA
“DISTRUGGEREMO L’ITALIA!”
LE DICHIARAZIONI DI UN EX AGENTE SEGRETO. RIVELAZIONI AGGHIACCIANTI.
Aggiornamento: 26 lug 2020
L’Italia è sotto il tiro di grandi poteri finanziari mondiali, che hanno deciso di ridurne drasticamente il comparto industriale per trasformarla in un Paese arretrato di tipo feudale.
Lo denuncia un ex agente segreto inglese John Coleman con il libro: “IL COMITATO DEI 300” pubblicato in inglese dalla World Int. Review di Las Vegas, negli Stati Uniti nel Novembre del 1991 (oggi alla 5 edizione).
Ma non c’è solo lui a denunciare LA MANO DEL DIAVOLO tra PEDOFILIA, NUOVO ORDINE MONDIALE, MAFIA, SETTE SATANICHE, TRAFFICO DI ORGANI, BAMBINI, ARMI E DROGA.
Scopriremo che la rete non è composta solo da 300 uomini senza scrupoli. Una prova è la testimonianza di Ronald Bernard, un testimone/sopravvissuto fatta davanti alla Commissione Giudiziaria ITNJ sul traffico di esseri umani e l’abuso sessuale sui minori il 7 Giugno 2018. Ronald Berdard ci parla di una organizzazione oggi di oltre 8.500 “uomini del male” trai vertici in Europa, in Italia … e distribuiti in tutto il mondo.
Non c’ è solo Soros o Bilderbeg. “Uomini, che si conoscono l’un l’altro, dirigono il destino economico nel mondo e scelgono i loro successori tra di loro.”
Perché tante VERITA’ stanno venendo fuori solo adesso? Forse perché “lassù qualcuno ci ama” ed ha deciso di “eliminare le mele marce dall’albero della Vita?”
Ritornando a J. Coleman, ecco cosa dice nel suo libro in sintesi: (alcune notizie sono dalla fonte rinodistefano.com)
Questa strategia sarebbe stata adottata dal club dei potenti più forti al mondo, appunto il Comitato dei 300 fondato dall’aristocrazia inglese nel 1727, per ridurre drasticamente il numero di quelli che vengono definiti “useless eaters” (letteralmente “mangiatori inutili”),. In altre parole, secondo loro, sarebbe necessario riportare la popolazione mondiale a livelli precedenti il Novecento. Il potere, sempre secondo questi signori, deve essere concentrato nelle mani di pochi, ricchissimi e potentissimi finanzieri (si fanno chiamare The Olympians, considerandosi simili ai mitici dei greci dell’Olimpo), i quali decideranno che cosa sia meglio per tutti, Paese per Paese. I primi tre a essere presi di mira, cioè quelli dove dovrebbe essere adottata questa strategia di impoverimento della popolazione, sarebbero Italia, Argentina e Pakistan. La sua tesi che la Rivoluzione Russa, la Prima Guerra Mondiale, l’ascesa di Hitler e la Seconda Guerra Mondiale, non sarebbero affatto casuali. Tutto sarebbe stato ordito e organizzato da potenti finanzieri che agivano secondo uno schema preordinato. Coleman ci avrebbe messo 35 anni per verificare questo assunto. E dopo una miriade di interviste ad ammiragli, capi dei Servizi Segreti, ufficiali di alto rango, politici, banchieri ed economisti, è giunto alla conclusione che quel Comitato dei 300 esiste davvero.
In fondo al suo libro riporta i nomi dei passati e dei presenti membri di quel sodalizio. Compresi quelli degli italiani che ne facevano, e ne fanno, parte (riportato alla fine).
E’ curioso notare che tra gli antichi fondatori del Comitato dei 300, ispirato alla The East India Company britannica, si trovassero diversi rappresentanti della nobiltà nera veneziana e genovese. Aristocratici, questi ultimi, che avrebbero ancora oggi “scanni” tra le fila dei 300.
Il Comitato dei 300 con la sua “aristocrazia”, ha le sue gestione/proprietà nel sistema della Federal Reserve statunitense e bancarie; assicurative, società per azioni giganti, le fondazioni, le reti di comunicazione, presieduta da una gerarchia di cospiratori. Questo è il vero “crancro dell’umanità”. Esistono società segrete con l’inganno. Ognuno di essi è una gerarchia con un cerchio interno al vertice, ingannando quelli che sono al di sotto con menzogne, come ad esempio sostenendo di possedere una dinastia nobile; quindi, li beffa in seguito attraverso una rete di complici
Il cerchio interno del Comitato dei 300 è l’Ordine della Giarrettiera, guidato dalla Regina Elisabetta II Windsor. E ‘interessante notare che i Windsor hanno cambiato il loro nome dal germanico Saxe-Coburg-Gotha durante la prima guerra mondiale, a causa del sentimento anti-tedesco. Del resto, la casata di Windsor degli attuali regnanti britannici, venne così definita dal re Giorgio V nel 1917, ma avrebbe dovuto chiamarsi più propriamente casata dei Guelfi, una delle più antiche famiglie della nobiltà nera di Venezia, dalla quale discendeva la regina Vittoria.
Per la cronaca, dei 300, ne fa parte anche l’ex Presidente del Consiglio, e attuale senatore a vita, professor Mario Monti. Secondo Coleman, Davignon sarebbe uno strenuo difensore della teoria della deindustrializzazione, con crescita zero. Una prova sarebbe il Piano Davignon del 1981 che promosse la riduzione della produzione siderurgica, la fine dei sussidi pubblici al settore e un drastico ridimensionamento del numero degli addetti. Una strategia, questa, che venne poi sposata anche dal presidente Reagan, con disastrose conseguenze per l’industria americana, a tutti i livelli e fino ai giorni nostri. Ebbene, ad un certo punto il Comitato dei 300 avrebbe deciso di mettere in pratica la propria politica di contenimento industriale per ridurre la “surplus population” (cioè la “popolazione in eccesso”) in Italia, Argentina e Pakistan. “Attualmente l’Italia è di fatto sotto il controllo di segreti governanti designati dalla loggia P2 della Massoneria – scrive Coleman. Le corporazioni dirigono l’Italia. I partiti dell’opposizione italiana definiscono lo status quo corporativismo fascista”.
Coleman sostiene che la loro politica sia quella di sostenere in tutto il globo una diffusione della sinistra politica, sull’esempio dei Socialisti Fabiani. Stiamo parlando di un movimento politico e sociale istituito nel 1884 a Londra col nome di Fabian Society. Si ispirava a Quinto Fabio Massimo, detto “il temporeggiatore”, che contro Annibale aveva usato una strategia attendista di lento logoramento. Il fabianesimo credeva, appunto, ad una graduale evoluzione della società attraverso riforme che portino passo dopo passo verso il socialismo. Il marxismo, invece, crede in un cambiamento repentino e rivoluzionario. Una volta imposto il modello socialista, i 300 lo controllerebbero dall’alto, impedendo che vi siano contestazioni o rivolte. Dunque, una sinistra che verrebbe controllata da una dittatura occulta e potentissima a livello planetario. Ovviamente, nessuno dei sudditi dei regimi socialisti potrebbe mai immaginare che quei governi siano stati voluti da una ristrettissima cerchia di super miliardari che, di fatto, avrebbero costituito un Nuovo Ordine Mondiale.
Per quanto ci riguarda, la notizia più clamorosa che ci dà Coleman la si legge a pagina 47 del libro, dove viene raccontata la tragedia di Aldo Moro.
Secondo quanto riporta il libro, l’attentato di via Fani, il rapimento e l’uccisione dello statista furono progettati e portati a termine dal Comitato dei 300. Altro che Brigate Rosse. I terroristi ci misero la faccia e l’organizzazione, ma l’operazione sarebbe stata manovrata interamente dai 300. Moro, infatti, si opponeva alla “crescita zero” e alla riduzione della popolazione italiana che sarebbe stata commissionata dai 300 al Club di Roma. “Il 10 novembre 1982, in un tribunale di Roma, un buon amico di Moro (si trattava di Corrado Guerzoni) testimoniò che l’ex primo ministro venne minacciato da un agente del Royal Institute for International Affairs (RIIA) che era anche un membro del Comitato dei 300 e Segretario di Stato. Il testimone disse che quell’uomo era Henry Kissinger – scrive Coleman –
L’ex primo ministro Moro venne rapito dalle Brigate Rosse nel 1978 e successivamente brutalmente ucciso a colpi di pistola. Fu al processo dei membri delle Brigate Rosse che diversi di loro testimoniarono di essere a conoscenza del coinvolgimento ad alto livello degli Stati Uniti nel complotto per uccidere Moro. E uno di essi coinvolse Henry Kissinger in questo complotto omicida. Quando Moro venne minacciato, ovviamente Kissinger non era più al servizio della diplomazia americana, ma piuttosto agiva secondo le istruzioni ricevute dal Club di Roma, il braccio politico estero del Comitato dei 300. Questa notizia non venne mai diffusa da nessuno dei media o delle stazioni televisive”. Ma anche negli Stati Uniti, continua Coleman, nessuno arrivò mai ad accusare formalmente Kissinger. Perché, allora, tutto questo sarebbe accaduto? “La morte di Aldo Moro – si legge nel libro – rimosse i posti di blocco al progetto di destabilizzare l’Italia, e, sulla base di quanto noi sappiamo adesso, ha permesso i piani della cospirazione per il Medio Oriente, portati a termine nella Guerra del Golfo, 14 anni più tardi. L’Italia venne scelta come bersaglio tipo dal Comitato dei 300 a causa della sua importanza per i cospiratori. Un’importanza dovuta al fatto che fosse il Paese europeo più vicino al Medio Oriente e con più stretti rapporti alla politica e all’economia del Medio Oriente. Inoltre è anche sede della Chiesa cattolica, che Rothschilds aveva ordinato a Weishaupt di distruggere”. Il riferimento sarebbe ad un antico progetto dei banchieri Rothschilds, potenti membri del Comitato, di affidare ad un loro addetto, Adam Weishaupt, il piano per distruggere la cristianità. Sempre secondo Coleman, l’Italia è importante anche per un’altra ragione del panorama mondiale. Il nostro Paese, infatti, viene considerato la porta di accesso dell’Europa per la droga proveniente dall’Iran e dal Libano. Ma l’aspetto più inquietante di questo interesse della finanza mondiale verso l’Italia, resta quello della copertura che sarebbe stata esercitata da non meglio precisati ricchi italiani, nei confronti dei brigatisti e della Massoneria deviata. “Sin dal 1968, quando venne istituito il Club di Roma – scrive Coleman – numerosi gruppi si sono associati sotto l’ombrello del Socialismo allo scopo di far cadere diversi governi italiani, per destabilizzare il Paese. Tra questi, la nobiltà nera di Venezia e Genova, la Loggia P2 e le Brigate Rosse, tutti quanti operavano con lo stesso obiettivo. Investigatori della polizia che lavoravano al caso Brigate Rosse-Moro, sono venuti a conoscenza dei nomi di diverse importanti famiglie italiane che controllavano da vicino i leader di questi gruppi terroristici. La polizia scoprì inoltre le prove che, in almeno una dozzina di casi, queste potenti e importanti famiglie avevano messo a disposizione le loro case e proprietà per essere utilizzate come basi sicure per le cellule delle Brigate Rosse. La ‘nobiltà’ americana – continua Coleman – ha fatto la sua parte per distruggere la Repubblica Italiana. Un notevole contributo in questo senso è venuto da Richard Gardner, allora Ambasciatore a Roma per conto del presidente Carter.
Ben più documentata è invece la parte che riguarda Giovanni Agnelli (Torino 12/3/1921 – Torino 24/1/2003), definito “uno dei membri più importanti del Comitato dei 300”, e il suo amico Aurelio Peccei. Peccei, la cui figura non tutti conoscono, fu il fondatore del Club di Roma che Coleman definisce “un ombrello dietro cui si cela un’organizzazione cospiratoria, un matrimonio tra finanzieri anglo-americani e le famiglie della nobiltà nera d’Europa, particolarmente della cosiddetta ‘nobiltà’ di Londra, Venezia e Genova”.
Aurelio Peccei nel 1949 si trasferì per conto della Fiat in America Latina, dove in Argentina fondò la Fiat-Concord, succursale dell’industria italiana. Nel 1958 tornò in patria dove fondò la Italconsult, una joint-venture che comprendeva marchi italiani come Innocenti, Montecatini e Fiat. Nel 1964 venne nominato amministratore delegato della Olivetti e quattro anni dopo, nell’aprile del 1968, fondò il Club di Roma insieme allo scienziato scozzese Alexander King. L’atto di accusa di Coleman verso Peccei è pesantissimo, in quanto lo scrittore sostiene che l’imprenditore italiano abbia avallato nel suo libro “Limits of Growth” (“Limiti della crescita”) un progetto che portò le popolazioni di diverse nazioni africane alla morte per fame. Questo “piano” venne poi formalizzato nel “Global 2000 Report”.
Il libro continua la sua lunga esposizione trattando di un’infinità di altri argomenti. Si parla anche dei Beatles, il cui successo sarebbe stato guidato da Theodor Adorno; dei miliardari inglesi che finanziarono prima Lenin e poi Hitler; della morte di Grace di Monaco, che sarebbe stata provocata come presunta ritorsione contro il principe Ranieri; del vastissimo mercato della droga che da secoli finanzia le famiglie più in vista del pianeta; dell’incredibile influenza che l’aristocrazia britannica avrebbe ancora oggi sulla Casa Bianca di Washington; della carriera di Henry Kissinger all’ombra del discusso docente di Harvard William Yandall Elliot; del presunto assassinio di Papa Giovanni Paolo I; del complicato e multi sfaccettato complotto che ha portato all’uccisione del presidente John Kennedy, che osò opporsi ai piani del Comitato dei 300, con un incredibile elenco di morti misteriose che vennero subito dopo. Infine, per chiudere tornando all’Italia, del “Permindex affair”, cioè della rete spionistica clandestina che opererebbe da anni nel nostro Paese. Forse, però, ciò che cattura di più l’attenzione del lettore è la lista dei membri del Comitato dei 300, passati e presenti. Si parte dal già nominato Giovanni Agnelli, di cui si conosceva da sempre anche l’appartenenza al Bildelberg Group (lasciata in eredità ai successori), per proseguire con Beatrice di Savoia, l’ex presidente USA George W. Bush, il conte Vittorio Cini, l’industriale-editore Carlo De Benedetti (il nome viene riportato come Carlo De Benneditti), la regina Elisabetta II, la regina Giuliana d’Olanda, la regina Sofia di Spagna, la regina Margrete di Danimarca, l’economista John Maynard Keynes, l’onnipresente Henry Kissinger, l’ex presidente francese Francois Mitterand, il faccendiere Umberto Ortolani (P2), l’ex leader svedese assassinato Olaf Palme, Aurelio Peccei, il cardinale Michele Pellegrino, il Principe Filippo di Edimburgo, il banchiere David Rockefeller, Sir Bertrand Russel, il diplomatico ed ex Segretario di Stato Cyrus Vance.
Possiamo concludere che la maggior parte delle immense ricchezze del Comitato dei 300 sorse fuori dal commercio dell’oppio con la Cina e l’India. Profitti osceni avuto con l’export e la diffusione della Oppio (dall’ Oppio si estrae l’Eroina) andato dritto nelle casse reali, e nelle tasche della nobiltà, gli oligarchi ed i plutocrati, e miliardari affiliati.
Le popolazioni della Cina, India e Inghilterra NON hanno beneficiato nulla dai “ricavi dell’oppio”. Allo stesso modo il popolo del Sud Africa, NON ha mai beneficiato dal settore delle miniere d’oro, i cui ricavi sono stati convogliati direttamente nelle banche di Londra e d’affari.
Il Comitato dei 300 è responsabile per le guerre di droga negli Stati Uniti.
Non c’è dubbio che la lettura di questo libro lasci addosso una forte inquietudine sulla realtà segreta e misteriosa del mondo che ci circonda. E una domanda sorge spontanea: ma quanto sappiamo, in realtà, di ciò che succede intorno a noi?
Un altro tassello del mosaico è la testimonianza del Testimone/Sopravvissuto Ronal Bernard
(VIDEO proposto a seguire da non perdere) a conferma delle accuse di Coleman: https://youtu.be/rxhXXHWdz70
Una testimonianza fatta davanti alla Commissione Giudiziaria ITNJ sul traffico di esseri umani e l’abuso sessuale sui minori (7 Giugno 2018).
Ecco in sintesi della sua testimonianza:
“Questo è un programma molto antico. Un programma Luciferino. Usano i nostri genitori per crescerci e metterci in un programma di vaccini che sono fatti per distruggere il nostro sistema immunitario. Siamo solo vita e luce da usare e assorbire per loro. Creavo guerre economiche iniettando moneta falsa nel mercato prodotta dai Russi. Servivo i mostri dell’Avarizia e ad un certo punto, alla fine, entra in gioco Lucifero, perché qui stiamo parlando di esseri inter-dimensionali.
Questo non riguarda gli umani, questo riguarda una forza oscura molto malvagia che gioisce nel distruggere tutta la vita su questo pianeta. Odiavamo tutto ciò che rappresentava la vita, ciò che rappresentava il Creatore dei Cieli e della Terra e ci divertivamo nel farlo. Uccidevo le persone indirettamente. Distruggevo temporaneamente l’economia dell’Italia, le persone in Italia perdevano tutto, si suicidavano lasciando mogli e figli e noi ridevamo.
Non ho potuto più continuare quando arrivato all’ultimo livello delle loro attività criminali mi invitarono a sacrificare i bambini. Sono scappato per 9 anni dopo che minacciarono di uccidere tutta la mia linea di sangue. Vivevo sotto falsa identità. Anche la mia famiglia scappò e non vidi mio figlio per 11 anni. Feci un patto con loro di non fare nomi e mi lasciarono stare. Trascorsi 9 anni in ospedale per recuperare psicologicamente da tutto quello che avevo fatto. Cominciai a leggere libri spirituali, il Corano, la Torah e la Bibbia. Volevo suicidarmi a favore della natura e degli umani ma riuscì a ricostruire una relazione con la mia vita e con il Creatore e ricominciai a vivere.
Per essere liberati da quel sistema dobbiamo tutti cambiare prima da dentro. Ci sono ancora molti come me, è un gruppo di almeno 8500 persone.
Ecco di seguito i 300 NOMI pubblicati nel libro di J. Coleman (nel libro originale alcuni nomi risultano diversi ma dal contenuto/fatti i nomi dei personaggi coinvolti sono quelli sopra citati)
2. Abramovich, Roman
3. Ackermann, Josef
4. Adeane, Edward
5. Agius, Marcus
6. Ahtisaari, Martti
7. Akerson, Daniel
8. Albert II, King of Belgium
9. Alexander, Crown Prince of Yugoslavia
10. Amato, Giuliano
11. Anderson, Carl A.
12. Andreotti, Giulio
13. Andrew, Duke of York
14. Anne, Princess Royal
15. Anstee, Nick
16. Ash, Timothy Garton
17. Astor, William Waldorf
18. Aven, Pyotr
19. Balkenende, Jan Peter
20. Ballmer, Steve
21. Balls, Ed
22. Barroso, José Manuel
23. Beatrix, Queen of the Netherlands
24. Belka, Marek
25. Bergsten, C. Fred
26. Berlusconi, Silvio
27. Bernake, Ben
28. Bernstein, Nils
29. Berwick, Donald
30. Bildt, Carl
31. Bischoff, Sir Winfried
32. Blair, Tony
33. Blankfein, Lloyd
34. Blavatnik, Leonard
35. Bloomberg, Michael
36. Bolkestein, Frits
37. Bolkiah, Hassanal
38. Bonello, Michael C
39. Bonino, Emma
40. Boren, David L.
41. Borwin, Duke of Mecklenburg
42. Bronfman, Charles – Bill and Melinda Gates foundation
43. Bronfman, Edgar Jr.
44. Bruton, John
45. Brzezinski, Zbigniew
46. Budenberg, Robin
47. Buffet, Warren
48. Bush, George HW
49. Cameron, David
50. Camilla, Duchess of Cornwall
51. Cardoso, Fernando Henrique
52. Carington, Peter
53. Carl XVI Gustaf, King of Sweden
54. Carlos, Duke of Parma
55. Carney, Mark
56. Carroll, Cynthia
57. Caruana, Jaime
58. Castell, Sir William
59. Chan, Anson
60. Chan, Margaret
61. Chan, Norman
62. Charles, Prince of Wales
63. Chartres, Richard
64. Chiaie, Stefano Delle
65. Chipman, Dr John
66. Chodiev, Patokh
67. Christoph, Prince of Schleswig-Holstein
68. Cicchitto, Fabrizio
69. Clark, Wesley – NATO – Kosovo
70. Clarke, Kenneth
71. Clegg, Nick
72. Clinton, Bill
73. Cohen, Abby Joseph
74. Cohen, Ronald
75. Cohn, Gary
76. Colonna di Paliano, Marcantonio, Duke of Paliano
77. Constantijn, Prince of the Netherlands
78. Constantine II, King of Greece
79. Cooksey, David
80. Cowen, Brian
81. Craven, Sir John
82. Crockett, Andrew
83. Dadush, Uri
84. D’Aloisio, Tony
85. Darling, Alistair
86. Davies, Sir Howard
87. Davignon, Étienne – Bilderberg president – Herman Von Rampuy
88. Davis, David
89. de Rothschild, Benjamin
90. de Rothschild, David René
91. de Rothschild, Evelyn
92. de Rothschild, Leopold
93. Deiss, Joseph
94. Deripaska, Oleg
95. Dobson, Michael
96. Draghi, Mario
97. Du Plessis, Jan
98. Dudley, William C.
99. Duisenberg, Wim
100. Edward, Duke of Kent
101. Edward, Earl of Wessex
102. Elizabeth II, Queen of the United Kingdom
103. Elkann, John
104. Emanuele, Vittorio, Prince of Naples
105. Ernst August, Prince of Hanover
106. Feldstein, Martin
107. Festing, Matthew
108. Fillon, François
109. Fischer, Heinz
110. Fischer, Joschka
111. Fischer, Stanley
112. FitzGerald, Niall
113. Franz, Duke of Bavaria
114. Fridman, Mikhail
115. Friso, Prince of Orange-Nassau
116. Gates, Bill
117. Geidt, Christopher
118. Geithner, Timothy
119. Georg Friedrich, Prince of Prussia
120. Gibson-Smith, Dr Chris
121. Gorbachev, Mikhail
122. Gore, Al
123. Gotlieb, Allan
124. Green, Stephen
125. Greenspan, Alan
126. Grosvenor, Gerald, 6th Duke of Westminster
127. Gurría, José Ángel
128. Hague, William
129. Hampton, Sir Philip
130. Hans-Adam II, Prince of Liechtenstein
131. Harald V, King of Norway
132. Harper, Stephen
133. Heisbourg, François
134. Henri, Grand Duke of Luxembourg
135. Hildebrand, Philipp
136. Hills, Carla Anderson
137. Holbrooke, Richard
138. Honohan, Patrick
139. Howard, Alan
140. Ibragimov, Alijan
141. Ingves, Stefan
142. Isaacson, Walter
143. Juan Carlos, King of Spain
144. Jacobs, Kenneth M.
145. Julius, DeAnne
146. Juncker, Jean-Claude
147. Kenen, Peter
148. Kerry, John
149. King, Mervyn
150. Kinnock, Glenys
151. Kissinger, Henry
152. Knight, Malcolm
153. Koon, William H. II
154. Krugman, Paul
155. Kufuor, John
156. Lajolo, Giovanni
157. Lake, Anthony
158. Lambert, Richard
159. Lamy, Pascal
160. Landau, Jean-Pierre
161. Laurence, Timothy
162. Leigh-Pemberton, James
163. Leka, Crown Prince of Albania
164. Leonard, Mark
165. Levene, Peter
166. Leviev, Lev
167. Levitt, Arthur
168. Levy, Michael
169. Lieberman, Joe
170. Livingston, Ian
171. Loong, Lee Hsien
172. Lorenz of Belgium, Archduke of Austria-Este
173. Louis Alphonse, Duke of Anjou
174. Louis-Dreyfus, Gérard
175. Mabel, Princess of Orange-Nassau
176. Mandelson, Peter
177. Manning, Sir David
178. Margherita, Archduchess of Austria-Este
179. Margrethe II, Queen of Denmark
180. Martínez, Guillermo Ortiz
181. Mashkevitch, Alexander
182. Massimo, Stefano, Prince of Roccasecca dei Volsci
183. Massimo-Brancaccio, Fabrizio Prince of Arsoli and Triggiano
184. McDonough, William Joseph
185. McLarty, Mack
186. Mersch, Yves
187. Michael, Prince of Kent
188. Michael, King of Romania
189. Miliband, David
190. Miliband, Ed
191. Mittal, Lakshmi
192. Moreno, Glen
193. Moritz, Prince and Landgrave of Hesse-Kassel
194. Murdoch, Rupert
195. Napoléon, Charles
196. Nasser, Jacques
197. Niblett, Robin
198. Nichols, Vincent
199. Nicolás, Adolfo
200. Noyer, Christian
201. Ofer, Sammy
202. Ogilvy, Alexandra, Lady Ogilvy
203. Ogilvy, David, 13th Earl of Airlie
204. Ollila, Jorma
205. Oppenheimer, Nicky
206. Osborne, George
207. Oudea, Frederic
208. Parker, Sir John
209. Patten, Chris
210. Pébereau, Michel
211. Penny, Gareth
212. Peres, Shimon
213. Philip, Duke of Edinburgh
214. Pio, Dom Duarte, Duke of Braganza
215. Pöhl, Karl Otto
216. Powell, Colin
217. Prokhorov, Mikhail
218. Quaden, Guy
219. Rasmussen, Anders Fogh
220. Ratzinger, Joseph Alois (Pope Benedict XVI)
221. Reuben, David
222. Reuben, Simon
223. Rhodes, William R.
224. Rice, Susan
225. Richard, Duke of Gloucester
226. Rifkind, Sir Malcolm
227. Ritblat, Sir John
228. Roach, Stephen S.
229. Robinson, Mary
230. Rockefeller, David Jr.
231. Rockefeller, David Sr.
232. Rockefeller, Nicholas
233. Rodríguez, Javier Echevarría
234. Rogoff, Kenneth
235. Roth, Jean-Pierre
236. Rothschild, Jacob
237. Rubenstein, David
238. Rubin, Robert
239. Ruspoli, Francesco, 10th Prince of Cerveteri
240. Safra, Joseph
241. Safra, Moises
242. Sands, Peter
243. Sarkozy, Nicolas
244. Sassoon, Isaac
245. Sassoon, James
246. Sawers, Sir Robert John
247. Scardino, Marjorie
248. Schwab, Klaus
249. Schwarzenberg, Karel
250. Schwarzman, Stephen A.
251. Shapiro, Sidney
252. Sheinwald, Nigel
253. Sigismund, Grand Duke of Tuscany, Archduke of Austria
254. Simeon of Saxe-Coburg and Gotha
255. Snowe, Olympia
256. Sofía, Queen of Spain
257. Soros, George
258. Specter, Arlen
259. Stern, Ernest
260. Stevenson, Dennis
261. Steyer, Tom
262. Stiglitz, Joseph
263. Strauss-Kahn, Dominique
264. Straw, Jack
265. Sutherland, Peter
266. Tanner, Mary
267. Tedeschi, Ettore Gotti
268. Thompson, Mark
269. Thomson, Dr. James
270. Tietmeyer, Hans
271. Trichet, Jean-Claude
272. Tucker, Paul
273. Van Rompuy, Herman
274. Vélez, Álvaro Uribe
275. Verplaetse, Alfons
276. Villiger, Kaspar
277. Vladimirovna, Maria, Grand Duchess of Russia
278. Volcker, Paul
279. von Habsburg, Otto
280. Waddaulah, Hassanal Bolkiah Mu’izzaddin, Sultan of Brunei
281. Walker, Sir David
282. Wallenberg, Jacob
283. Walsh, John
284. Warburg, Max
285. Weber, Axel Alfred
286. Weill, Michael David
287. Wellink, Nout
288. Whitman, Marina von Neumann
289. Willem-Alexander, Prince of Orange
290. William Prince of Wales
291. Williams, Dr Rowan
292. Williams, Shirley
293. Wilson, David
294. Wolfensohn, James
295. Wolin, Neal S.
296. Woolf, Harry
297. Woolsey, R. James Jr.
298. Worcester, Sir Robert
299. Wu, Sarah
300. Zoellick, Robert
FONTE: https://conteago112.wixsite.com/website/post/il-comitato-dei-300-distruggeremo-l-italia-un-libro-e-un-video-dalle-rivelazioni-agghiaccianti
HACKER RUBANO I DATI SUI VACCINI DAI SERVER PFIZER E MODERNA E LI RENDONO PUBBLICI.
Copiate e scaricate i dati dal link riportato prima che “il diavolo ci metta le mani” per oscurare il tutto. La pagina mostra il numero di decessi e disabilità associati a ciascun lotto e della tossicità di un lotto rispetto ad un altro.
Nessuno attualmente conosce il motivo per cui alcuni lotti sono dichiarati più tossici degli altri. Noi possiamo solo presumere o ipotizzare che …. i meno tossici o senza tossicità, siano “riservati” e destinati ai “santi in paradiso” …. ma il tempo ci svelerà il mistero.
Un terremoto che farà tremare chi ha manipolato e nascosto i dati. Probabilmente nessuno si sarebbe aspettato che gli hacker facessero irruzione in tutte le aziende farmaceutiche per rubare tutti i dati mediali sui vaccini. Quello che molti ancora non hanno compreso è che … la VERITA’ prima o poi salterà fuori. Autori e complici e chi ha sostenuto e contribuito a nascondere la verità, saranno giudicati in egual misura. Sino a quando i dati non saranno oggetto di riscontro e d’indagini, meglio essere cauti e lontani da ogni forma di giudizio e condanna. Lasciamo che siano gli addetti ai lavori, Giudici, magistrati e avvocati (non di parte) ad occuparsene.
Il sito è in lingua inglese pubblicato dagli Hacker con i vari link e mostra il numero dei decessi e disabilità, associati a ciascun lotto/numero di lotto con l’indicazione della tossicità relativa di un lotto/lotto rispetto ad un altro. Quello che “precisano” è che non si conosce il motivo per cui alcuni lotti/lotti sono associati a morti eccessive, disabilità e reazioni avverse, mentre altri NO. Questo è il link: www.howbad.info
(tradotto) Ci chiedono quindi di controllare i “codici lotto”-“numero di lotto” che viene riportato sulla tessera di vaccinazione e verificare attraverso questo link e successivi: . Troverete diversi link (come da foto sopra)
Controlla il tuo codice batch (numero di lotto) • Codici Batch Moderna • Codici Batch Pfizer • Codici Batch Janssen • Moderna (fuori dagli USA) • Pfizer (fuori dagli USA) • Janssen (fuori dagli USA) • Batch difettosi del mese
FONTE: https://conteago112.wixsite.com/website/post/hacker-rubano-i-dati-sui-vaccini-dai-server-pfizer-e-moderna-e-li-rendono-pubblici
LE FORZE DELL’ORDINE NON INTERVENGONO. DENUNCIA DELLA SENATRICE LAURA GRANATO
l green pass deve essere richiesto da personale autorizzato cioè Polizia di frontiera con tesserino USMAF, oppure il nostro medico di base. Nessuna forza dell’ordine non è autorizzato!
Nessuno vuole verbalizzare.
VIDEO QUI: https://www.facebook.com/watch/?v=305311378324425&ref=sharing
FONTE: https://www.facebook.com/watch/?v=305311378324425&ref=sharing
Super Green Pass esteso ai trasporti, protesta a Villa San Giovanni
10 gen 2022
Sit-in di protesta sia sul lato siciliano che su quello calabrese dello Stretto nel giorno di entrata in vigore del Super Green Pass anche per i trasporti. COPYRIGHT (Contact licensing@localteam.it for usage/license info or visit https://www.localteam.it) Facebook: https://www.facebook.com/localteamtv Instagram: https://www.instagram.com/localteam.it Twitter: https://twitter.com/localteamtv Telegram: https://t.me/localteam
VIDEO QUI: https://youtu.be/To6eMimu9ik
FONTE: https://www.youtube.com/watch?v=To6eMimu9ik
ATTUALITÀ SOCIETÀ COSTUME
Il Papa ha detto cose scandalose nel salotto dei comunisti
Francesca Immacolata Chaouqui 6 02 2022
1) no all’immigrazione selvaggia, ogni stato dica quanti migranti può accogliere e chi accoglie ha il dovere di integrare (quindi no assistenzialismo)
2) ha detto che il guaio della chiesa è la mondanità (e quindi vanno a farsi benedire le teorie genderfluid, matrimoni omosex e mondialismi vari)
3) ha detto che pregare è dire ciò che dice il bambino: invocare mamma e papà (e già le famiglie arcobaleno il papa non le condivide più di tanto mi pare di capire)
4) ha detto che ha degli amici, pochi ma veri (con buona pace di chi pensa che il papa sia solo)
5) non ha parlato del vaccino come atto d’amore ma di cure e di medici
Il papa ha detto cose che Fazio avrebbe preferito non sentire.
FONTE: https://www.facebook.com/francescaimmacolata.chaouqui/posts/3041580226115173
Lia Thomas, la nuotatrice transgender che batte le donne
— Il CIO ha dato lo stop al testosterone come misura unica e polivalente per determinare chi può accedere alle gare e chi no. Il fatto è che non conta, comunque sia, quanto testosterone hai in corpo oggi, conta quanto ne hai avuto nella pubertà, è il testosterone che ha permesso di sviluppare spalle, muscoli e un’ossatura maschili.
Cari amici buongiorno. Il Gender avanza.
Simone Pillon 2 02 2022
Dopo il Colle, Zan ha fatto sapere che torneranno presto alla carica col suo DDL, e a #Sanremo la propaganda genderista e blasfema non conosce ostacoli.
Avete presente l’identità autopercepita di cui all’art. 1 del #ddlZan , cioè sono donna se dichiaro di essere donna?
Bene.
Lui si chiama Will Thomas, ed è un ragazzone statunitense dedito al nuoto.
Bravino, ma non certo un campione, si colloca al 462° posto nel ranking di stile libero maschile.
Un giorno, il colpo di genio.
Si mette un costume intero, si dichiara donna, cambia il nome in “Lia” e improvvisamente balza al primo posto in tutte le classifiche femminili, stracciando ogni record.
Le ragazze si lamentano sia perchè sta rubando podi e medaglie, sia perchè Will-Lia gira negli spogliatoi femminili nudo a caccia di femmine, da cui dichiara di essere attratto in quanto “donna” sì, ma “lesbica”.
Il ragazzo è praticamente un genio, che è riuscito a diventare campione assoluto in un giorno, e a godersi gratis ad ogni allenamento e ad ogni gara quello spettacolo che ogni maschietto sogna fin dall’adolescenza…
Tutto questo sarà presto possibile anche in Italia, grazie al riconoscimento dell’identità di genere, quella delle “cinque” presentatrici di Sanremo, per intenderci.
Che dire? A me pare l’ennesima prevaricazione dei maschi verso le femmine, ma io che ne so? Sono un pericoloso sovranista omofobo, misogino e transfobico.
Se la vedano a sinistra – dove fanno tanto i femministi a parole – e poi appoggiano vergognose derive del genere.
FONTE: https://www.facebook.com/SenatorePillon/posts/3088513831424193
QUANDO LA CASA DEI NONNI SI CHIUDE
Antonio Cotardo 15 09 2021
“Uno dei momenti più tristi della nostra vita é quando la porta della casa dei nonni si chiude per sempre. Una volta chiusa quella porta non ci saranno più i pomeriggi felici con zii, cugini, nipoti, genitori fratelli e sorelle. Ve lo ricordate? Non era necessario andare al ristorante la domenica. Si andava a casa dei nonni. A Natale la nonna bucava l’ozono con le sue fritture mentre il nonno si dedicava all’arrosto facendo puntualmente bruciare la canna fumaria. La tavola era lunghissima e veniva apparecchiata nella stanza più grande. Adesso la casa è chiusa ed è rimasta soltanto la polvere. Un cartello vendesi. Nessuno la vuole quella casa. È vecchia. Va ristrutturata. Costa troppo. Cazzo ne sapete di quanto vale la casa dei nonni. La casa dei nonni non ha un valore. E così passano gli anni. Non ci sono più regali da scartare. Frittate da mangiare. Verdure da pulire. Quando la casa dei nonni si chiude ci ritroviamo adulti senza capire quando abbiamo smesso di essere bambini. Certo per i nonni saremo sempre piccoli e indifesi. Sempre. I nonni avevano sempre il caffè pronto. La pasta. Il vino. Le caramelle.. Poi finisce tutto. Non ci sono più le canzoni. Non si fa più la pasta fatta in casa….. Siete andati via troppo presto porca miseria. Io volevo fare la salsa ancora una volta. Il mirto. Le chiacchiere. E il liquore all’alloro. Io volevo ancora accatastare la legna con te nonno, anzi grazie per avermelo insegnato. E grazie per gli insegnamenti sulla vita. E sulla campagna. E sul giardinaggio. Ora quando passo guardo quella casa e mi viene sempre l’abitudine di parcheggiare. E di buttare giù il campanello. E di sentire la nonna gridare che porco giuda non sono modi quelli. Scusa nonna.
Non suonerò più il campanello.
Al massimo quando mi capiterà di pensarvi di nuovo, come ora, canterò una canzone.
Quella preferita dal nonno. Un amore così grande.
FONTE: https://www.facebook.com/673443632781065/posts/4113027992155928/
BELPAESE DA SALVARE
CYBERWAR SPIONAGGIO INFORMAZIONE DISINFORMAZIONE
IL PRURITO PER I GIORNALISTI
Giulio Cavalli 30 12 2015
È una buona notizia che il potere continui a non essere in buoni rapporti con i giornalisti. La vedo così, semplicemente, come la normale dinamica funzionale tra il controllore e il controllato dove il giornalismo, quando è capace di rendersene conto, è un buon cane da guardia.
Giornalismo è diffondere ciò che qualcuno non vuole si sappia; il resto è propaganda. Il suo compito è additare ciò che è nascosto, dare testimonianza e, pertanto, essere molesto.
(Horacio Verbitsky)
FONTE: https://giuliocavalli.medium.com/il-prurito-per-i-giornalisti-31d01d0800f2
La Germania censura Russia Today (RT)
Il 2 febbraio 2022 l’Autorità Regolatrice dei Media tedesca (Kommission für Lizensierung und Aufsicht) ha vietato la diffusione in Germania della rete televisiva pubblica Russia Today, sia satellitare sia su internet.
Il ministero degli Esteri russo ha reagito affermando che avrebbe adottato misure ritorsive.
I programmi in tedesco di Russia Today (RT) erano realizzati a Mosca e diffusi via satellite dalla Serbia, conformemente al diritto europeo. Erano disponibili anche su internet.
La censura sopraggiunge mentre Russia, Stati Uniti e Nato discutono della proposta russa di un Trattato a garanzia della pace, cui Washington ha risposto seminando il panico fra gli alleati con l’annuncio di un’imminente invasione dell’Ucraina da parte della Russia.
Rachele Marmetti
FONTE: https://www.voltairenet.org/article215534.html
Chi è Horacio Verbitsky, l’incubo di Papa Francesco
Di
–“Sono stato peronista dai 13 anni. Sono stato giornalista dai 18. Sono stato militante peronista dai 19. Sono stato ‘montonero’ (organizzazione guerrigliera argentina giustizialista, ndr). Ho smesso di essere peronista nel 1973 e di essere ‘montonero’ nel 1977. Continuo ad essere però un giornalista”.
Così si definisce Horacio Verbitsky, scrittore e intellettuale argentino. Nato a Buenos Aires nel 1942, Verbitsky è figlio di un noto giornalista latinoamericano, Bernardo Verbitsky. Fa parte della Fondazione Nuevo Periodismo di Gabriel García Márquez ed è uno dei personaggi scomodi per Jorge Mario Bergoglio.
Il giornalismo non è propaganda
È famosa la definizione di Verbitsky sul mestiere dell’informazione: “Il giornalismo è diffondere quello che qualcuno non vuole che si sappia. Il resto è propaganda”. La sua prima ricerca giornalistica è “Ezeiza” (1985), un libro sul massacro tra organizzazioni irregolari peronista nel 1973. Nel 1991 pubblicò “Robo para la corano”, il libro più venduto in Argentina dopo “Cent’anni di solitudine” di García Márquez. Nel 1991 Hollywood aveva proposto di fare un film sul libro “El vuelo”, ma lo scrittore si rifiutò. Negli ultimi 10 anni Verbitsky si è dedicato a scrivere sulla storia della politica della Chiesa cattolica e uno dei suoi principali “bersagli” è proprio Bergoglio.
Operación Conclave
Il giornale per cui Verbitsky scrive ogni settimana, Página 12, è stato uno dei pochi ad azzeccare la scelta del Conclave. Secondo lo scrittore, Bergoglio aveva messo in atto un’operazione già dal 2010 per “ripulire” le ombre del suo passato. L’articolo aveva come titolo, appunto, “Operación Conclave” e nella nota il giornalista criticava seriamente le azioni dell’allora cardinale e la pubblicazione del libro “El Jesuita” (Il gesuita) con i giornalisti Francesca Ambrogetti e Sergio Rubin.
“L’ostentato proposito di ‘Il gesuita’, come si titola, è difendere il suo impegno come provinciale della Compagnia di Gesù tra il 1973 e il 1979, macchiato per le denunce dei sacerdoti Orlando Yorio e Francisco Jalics, che sono stati consegnati da lui al regime militare”, ha scritto Verbitsky.
Conservatore popolare
Ma una cosa riconosce Verbitsky di Bergoglio ed è che riunisce in sé due tratti che di solito non si trovano insieme: l’essere un conservatore radicale ma con una forte sensibilità sociale. “Quello che nella politica argentina si conosce come un conservatore popolare. In privato si definisce come peronista e i suoi riferimenti sono della ‘Guardia de Hierro’, battezzata così dall’organizzazione paramilitare antisemita romena dello stesso nome, fondata da Corneliu Codreanu”, ha scritto Verbitsky, sempre su Página 12 nel 2005. Poi, le dichiarazioni accese contro la corruzione a proposito delle conquiste sociali e la dignità dei lavoratori: “Quella linea è stata disegnata come via di fuga per le accuse durante la dittatura, che si sono riaccese nel 1995 con la rivelazione che la Chiesa avrebbe messo in atto metodi barbari di esecuzione contro prigionieri politici, ha scritto il giornalista.
Un Papa di minore qualità?
Verbitsky aveva previsto nel 2010 che il prossimo Papa sarebbe stato del sud del mondo, con una particolare dedizione per i poveri. Aveva come riferimento le dichiarazioni a Der Spiegel del presidente dell’Associazione tedesca dei giovani cattolici, Dirk Tänzler: il prossimo Papa sicuramente lavora in Sudamerica o in un’altra regione colpita dalla povertà e avrà una visione diversa del mondo.
Lo stesso giorno che è stato eletto Papa Verbitsky ha ricominciato gli attacchi contro Bergoglio: “Sarà un Papa di minore qualità”, ha scritto su Página 12. Le tensioni tra i due antichi nemici è appena ricominciata.
FONTE: https://formiche.net/2013/03/horacio-verbitsky-incubo-papa-francesco/
SANREMO? BELLA ‘A BOISERIE BELLO TUTTO…
Romana Mercadante Di Altamura 6 02 2022
La cosa veramente deprimente è che nel 2022 ancora ci sia qualcuno che abbia bisogno di proclamare l’amore gay senza capire che ormai lo pensano e l’hanno superato anche i muri che l’amore è amore è basta. Ma no, celebriamo ancora e ancora fino allo sfinimento il disagio e la ghettizzazione della diversità che perlopiù sono mentali e di pochi. Compresi quelli che ancora li menano perché poveretti sono stupidi come la merda nel midollo, non omofobi o razzisti o xenofobi, solo abominevoli teste di ca@@o.
Che noia. A parte che a me la voce di Mammut sembra il lamento di un oboe strozzato, una carpa morente, un cervo afono che ha preso freddo all’happy hour, una lagna contraltosa mai piaciuta. Esattamente come il Festival, che non guardo da oltre trent’anni, di base non per particolare snobismo ma perché non ascolto musica italiana da mai e secondariamente perché l’ho sempre trovato un upgrade della festa dell’Unità di Cantù fatto male, scritto male, recitato male, noioso e con sketch da repressi, la celebrazione del provincialotto che deve farsi vedere in quinta fila e la ruotina del pavone del dirigente stringimani infiocchettato a festa.
Ma io so’ io…
* ‘A boiserie cioè la scenografia è sempre oggettivamente bellissima. E te credo, co’ quello che cce costa…falla pure esse brutta.
FONTE: https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=10227436724691673&id=1469315800
DIRITTI UMANI
FINE STATO EMERGENZA?
LOCATELLI E RICCIARDI GIÀ AVVISANO ▷ FUSARO: “UNO STEP PER LA NUOVA NORMALITÀ”
EVENTO CULTURALE
L’ultimo Robin Hood
Film realizzato dai registi e giornalisti d’inchiesta Ruggiero Capone e Giulio Gargia
Cinema: la proiezione de “L’ultimo Robin Hood” si terrà a Roma il giorno 25 febbraio 2022 presso la sala Sallustiana di via Sallustiana.
“L’ultimo Robin Hood” è stato realizzato due anni fa dai registi e giornalisti d’inchiesta Ruggiero Capone e Giulio Gargia. Il film apre in maniera semplice e comprensibile a tutti uno squarcio nel mistero della gestione del credito, della moneta, del debito, insomma il mondo delle banche.
Nel dibattito si parlarà del perché da qualche decennio l’Italia è diventata una “democrazia bancariamente protetta” equipollente delle “militarmente protette” d’Africa e Sud America. Si parlerà del grande inganno della creazione monetaria.
Attori di questa narrazione audiovisiva sono persone comuni ed ex dirigenti di banca che, per la loro azione contro l’ingiustizia bancaria, sono conosciuti da tutti come gli ultimi Robin hood.
Nel rispetto delle norme anti-covid si prega di prenotare al 3383415053.
FONTE: https://www.oggiroma.it/eventi/spettacoli/l-ultimo-robin-hood/61236/
BARBARA & CLAUDIA – Concerto il 17 marzo 2022 presso Auditorium – Roma
RHYTHM
Si sono da sempre distinte per l’originalità’ dei loro programmi ( arrangiati per loro dal M° G. D’Angelo) dove l’impostazione classica si fonde con i più’ diversi stili musicali. E’ proprio da qui che nasce RHYTHM, un viaggio in giro per il mondo attraverso i ritmi piu’ travolgenti dall’Europa al Sud America.
LUOGO: https://www.auditorium.com/evento/barbara_cattabani_claudia_agostini-25113.html
GIUSTIZIA E NORME
Avv. Cinquemani: «Nessuno può chiedere il Green Pass senza autorizzazione del Ministero». Scarica il modulo
È l’avvocato Francesco Cinquemani a chiarire come sia illegale chiedere il green pass senza una specifica autorizzazione.
Molti baristi, ristoratori o titolari d’impresa, a causa d’una informazione fumosa, se non addirittura tendenziosa, sono convinti che i vari DCPM diano l’autorizzazione a chi abbia un’attività che preveda dei dipendenti, o una clientela, a verificare la validità del certificato vaccinale. Ma la realtà è ben diversa: senza una specifica autorizzazione, concessa dal Ministero della Salute, la richiesta di verifica del pass discriminatorio è illegale.
Di seguito la spiegazione del legale palermitano.
«Chi può controllare la Certificazione COVID-19 e il certificato di esonero o differimento?
Chiunque intenda procedere alla verifica del c.d. «green pass» (nonché dei certificati equipollenti ex art.3 comma VIII del Regolamento UE 953-2021, punto 3) deve rispettare, in quanto norma sovraordinata, la Costituzione e ogni regolamento UE, tra cui il regolamento generale sulla protezione dei dati numero 679 del 2016 (anche noto come GDPR).
Questi deve essere espressamente nominato dal Titolare del trattamento (Ministero della Salute) e deve osservare le seguenti disposizioni:
– art.29 GDPR (il responsabile del trattamento dei dati, o chiunque agisca sotto la sua autorità, e che abbia accesso ai dati personali, deve essere istruito dal titolare del trattamento);
– art.32 GDPR, paragrafo 4 (chiunque agisca sotto l’autorità del titolare e abbia accesso ai dati personali, non deve trattare tali dati se non è istruito in tal senso dal titolare del trattamento);
– art.39 GDPR (Il Data Protection Officer deve curare la sensibilizzazione e la formazione del personale che partecipa ai trattamenti e alle attività di controllo).
Quindi, il soggetto che intenda controllare la Certificazione COVID-19 deve:
– essere stato nominato Responsabile del trattamento dati dal Titolare del trattamento dati (Ministero della Salute);
– avere assolto all’obbligo di formarsi ex artt. 29, 32, 39 del GDPR.
– rilasciare l’informativa relativa al «quadro di fiducia» all’interno del quale si collocano le procedure per la verifica dei dati contenuti nel «green pass», indicando:
– i soggetti deputati al controllo delle certificazioni;
– le misure per assicurare la protezione dei dati personali sensibili contenuti nelle certificazioni (art.9 DL 52).
Ma secondo quanto stabilito dal DPCM firmato il 17 giugno 2021 dal presidente del Consiglio, Mario Draghi, le figure autorizzate a controllare il certificato sono indicate all’art. 13 comma 2.”Alla verifica di cui al comma 1 sono deputati: a) i pubblici ufficiali nell’esercizio delle relative funzioni; b) il personale addetto ai servizi di controllo delle attività. di intrattenimento e di spettacolo in luoghi aperti al pubblico o in pubblici esercizi, iscritto nell’elenco di cui all’art. 3, comma 8, della legge 15 luglio 2009, n. 94; c) i soggetti titolari delle strutture ricettive e dei pubblici esercizi per l’accesso ai quali e’ prescritto il possesso di certificazione verde COVID-19, nonche’ i loro delegati; d) il proprietario o il legittimo detentore di luoghi o locali presso i quali si svolgono eventi e attivita’ per partecipare ai quali e’ prescritto il possesso di certificazione verde COVID-19, nonche’ i loro delegati; e) i vettori aerei, marittimi e terrestri, nonche’ i loro delegati; f) i gestori delle strutture che erogano prestazioni sanitarie, socio-sanitarie e socio-assistenziali per l’accesso alle quali, in qualita’ di visitatori, sia prescritto il possesso di certificazione verde COVID-19, nonche’ i loro delegati. Al comma. 3. I soggetti delegati di cui alle lettere c), d), e) ed f) del comma 2 sono incaricati con atto formale recante le necessarie istruzioni sull’esercizio dell’attivita’ di verifica”.
Tale DPCM è stato modificato dal DPCM del 17 dicembre 2021 che sembra dettare condizioni ancora più stringenti, anche rispetto a quelle previste dal GDPR, in quanto l’art. 1, comma 7, lettera h) prevede che “Tutti i soggetti preposti alla verifica del possesso delle certificazioni verdi in corso di validità devono essere appositamente autorizzati dal titolare del trattamento, ai sensi degli articoli 29 e 32, paragrafo 4, del regolamento (UE) n. 2016/679 e 2-quaterdecies del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 e devono ricevere le necessarie istruzioni in merito al trattamento dei dati connesso all’attività di verifica”. Escludendo quindi qualunque possibilità che a emettere l’eventuale delega possa essere un Responsabile del trattamento dati anziché il Titolare stesso.
Alla luce dell’ultimo DPCM del 17 dicembre 2021 e della normativa nazionale (l’art. 9 comma 10 del D.L. 52 convertito in Legge 87/2021) ed europea vigente, la verifica del GP non è nelle competenze delle FdO (neanche dei NAS!), né delle ASL, né dei datori di lavoro e tanto meno dei ristoratori, trasportatori, medici, bidelli o altre figure!!
Pertanto, si invitano i titolari di attività commerciali, i datori di lavoro, nonché tutti coloro che sono stati indicati nel DPCM del 17 giugno 2021 a chiedere una formale autorizzazione al Ministero della Salute, al fine di non violare la legislazione vigente.
Scaricando l’allegato qui presente, questo potrà essere compilato e sottoscritto dall’interessato e inoltrato tramite PEC o raccomandata agli indirizzi indicati.
Nel tempo che intercorrerà dall’avvenuta notifica della richiesta, al rilascio della formale autorizzazione da parte del Ministero della salute, i soggetti in questione sono in regola con la normativa vigente e, non sono tenuti a chiedere l’esibizione del Green Pass.
La richiesta del green pass senza la suddetta autorizzazione rilasciata dal Ministero della Salute, pone il controllore ad essere segnalato dal cliente/dipendente al Garante Privacy, il quale emetterà una sanzione da 50 mila a 150 mila euro.
Avv. Francesco Cinquemani»
Quindi conviene scaricare, compilare, ed inviare mezzo raccomandata A/R o PEC, il modulo realizzato dall’avv. Francesco Cinquemani. E, fino a quando non sarà arrivata l’autorizzazione, nessuno potrà multare per il mancato controllo del pass vaccinale.
FONTE: https://www.lapekoranera.it/2022/01/31/avv-cinquemani-nessuno-puo-chiedere-il-green-pass-senza-autorizzazione-del-ministero-scarica-il-modulo-2/
Green Pass stroncato dal Consiglio d’Europa. Nessuno deve farsi vaccinare se non lo vuole.
Gli Stati vengono esortati a ‘informare i cittadini che nessuno deve farsi vaccinare se non lo vuole e a garantire che nessuno sarà discriminato se non è vaccinato’.
Vogliamo vedere la faccia di Speranza (Draghi quel giorno avrà pilates) nell’annunciare agli italiani che i grandi strateghi al Governo han deciso di rovinare la vita a milioni di cittadini, ottusamente, per un “eccesso di zelo”. Chiamiamolo così…
Il Consiglio d’Europa (organizzazione con sede a Strasburgo, distinta dall’Ue, istituita nel 1949 dalla Convenzione europea dei diritti umani con 47 Paesi firmatari, tra cui l’Italia) dà una bella stoccata all’obbligo vaccinale e al Green pass, misure introdotte formalmente o surrettiziamente nella maggior parte dei Paesi europei tra cui l’Italia. Come racconta Stefano Valentino su Il Fatto Quotidiano, “un rapporto approvato a fine gennaio a larga maggioranza ha bocciato l’utilizzo delle certificazioni per punire i non vaccinati. Gli Stati vengono esortati a ‘informare i cittadini che nessuno deve farsi vaccinare se non lo vuole e a garantire che nessuno sarà discriminato se non è vaccinato’”.
Il testo, intitolato “Vaccini Covid-19: questioni etiche, legali e pratiche”, sostiene che il concetto di passaporto vaccinale (Green pass) è “contrario alla scienza”, in assenza di dati sull’efficacia dei vaccini nel ridurre la contagiosità e sulla durata dell’immunità acquisita. Questo testo, spiega ancora Il Fatto, “scredita di fatto i decreti dell’esecutivo di Mario Draghi che penalizzano i non vaccinati con divieti volti testualmente alla ‘prevenzione di SarsCov2’, ossia alla neutralizzazione di infezioni e contagi. I vaccini approvati dall’Ema si sono rivelati efficaci nel prevenire le forme gravi del Covid (ricoveri e decessi). Non impediscono invece al virus di infettare l’organismo e trasmettersi a terzi. È quanto emerge da trial clinici, bugiardini e studi condotti sulle varianti Delta e Omicron”. E quindi non dai no vax.
Secondo il dossier consegnato recentemente al Senato dall’avvocato Renate Holzeisen, “decadrebbe anche il mutuo riconoscimento tra i Paesi dell’Ue delle certificazioni vaccinali che, secondo la normativa comunitaria, è subordinato ad evidenze scientifiche sull’interruzione delle catene di trasmissione. Una settimana prima era stato il Comitato internazionale per l’etica della biomedicina (Cieb) a prendere di mira l’Italia. La rete scientifica internazionale creata da docenti ed esperti per promuovere un dibattito critico sulla gestione politica della crisi Covid ha chiesto l’abolizione dell’obbligo vaccinale per gli over 50 e del Green pass”.
Il Consiglio d’Europa stronca il Green pass: le motivazioni messe nero su bianco
Il Consiglio d’Europa (organizzazione con sede a Strasburgo, distinta dall’Ue, istituita nel 1949 dalla Convenzione europea dei diritti umani con 47 Paesi firmatari, tra cui l’Italia) dà una bella stoccata all’obbligo vaccinale e al Green pass, misure introdotte formalmente o surrettiziamente nella maggior parte dei Paesi europei tra cui l’Italia. Come racconta Stefano Valentino su Il Fatto Quotidiano, “un rapporto approvato a fine gennaio a larga maggioranza ha bocciato l’utilizzo delle certificazioni per punire i non vaccinati. Gli Stati vengono esortati a ‘informare i cittadini che nessuno deve farsi vaccinare se non lo vuole e a garantire che nessuno sarà discriminato se non è vaccinato’”.
Il testo, intitolato “Vaccini Covid-19: questioni etiche, legali e pratiche”, sostiene che il concetto di passaporto vaccinale (Green pass) è “contrario alla scienza”, in assenza di dati sull’efficacia dei vaccini nel ridurre la contagiosità e sulla durata dell’immunità acquisita. Questo testo, spiega ancora Il Fatto, “scredita di fatto i decreti dell’esecutivo di Mario Draghi che penalizzano i non vaccinati con divieti volti testualmente alla ‘prevenzione di SarsCov2’, ossia alla neutralizzazione di infezioni e contagi. I vaccini approvati dall’Ema si sono rivelati efficaci nel prevenire le forme gravi del Covid (ricoveri e decessi). Non impediscono invece al virus di infettare l’organismo e trasmettersi a terzi. È quanto emerge da trial clinici, bugiardini e studi condotti sulle varianti Delta e Omicron”. E quindi non dai no vax.
Secondo il dossier consegnato recentemente al Senato dall’avvocato Renate Holzeisen, “decadrebbe anche il mutuo riconoscimento tra i Paesi dell’Ue delle certificazioni vaccinali che, secondo la normativa comunitaria, è subordinato ad evidenze scientifiche sull’interruzione delle catene di trasmissione. Una settimana prima era stato il Comitato internazionale per l’etica della biomedicina (Cieb) a prendere di mira l’Italia. La rete scientifica internazionale creata da docenti ed esperti per promuovere un dibattito critico sulla gestione politica della crisi Covid ha chiesto l’abolizione dell’obbligo vaccinale per gli over 50 e del Green pass”.
Ha invitato gli altri Paesi e le organizzazioni internazionali a fare pressioni sul governo italiano affinché ponga fine alla “sperimentazione di massa di un medicinale sperimentale impropriamente denominato vaccino”. E ora sono diverse le associazioni civiche che negli ultimi mesi hanno presentato esposti alla Corte penale internazionale de L’Aia per crimini contro l’umanità.
Sarebbero tali “le imposizioni dei trattamenti con sostanze sperimentali col ricatto (privazione di diritti fondamentali come quello al lavoro, ai servizi pubblici e alla libera circolazione)”, dichiara Holzeisen riferendosi all’art 7 dello Statuto della Corte.
Facciamo basta con questa follia del Green pass?
FONTE: https://www.ilparagone.it/attualita/consiglio-europa-stronca-green-pass/
Brutte notizie per la Pfizer.
Un tribunale negli Stati Uniti ha ordinato che il colosso farmaceutico pubblichi tutti i documenti relativi al suo siero sperimentale. In precedenza, la Pfizer e l’agenzia del farmaco americano, la FDA, avevano stipulato un accordo che prevedeva la pubblicazione di questi documenti non prima del 2050.
La FDA in pratica fece praticamente quello che fanno tutte le agenzie del farmaco dei Paesi Occidentali. Protesse gli interessi del cartello a discapito di quelli della comunità. Questa sentenza è un colpo tremendo per la Pfizer. Se Pfizer e FDA non volevano che queste migliaia di pagine che contengono informazioni non rese note sul siero significa con ogni probabilità che in quei documenti ci sono dei dati che potrebbero esporre altri crimini commessi dalla Pfizer.
Questa sentenza potrebbe aver aperto la porta a cause di risarcimento miliardarie non solo negli Stati Uniti ma nel mondo intero.
FONTE: https://t.me/rtnews/19729
IMMIGRAZIONI
Che fessa che sono stata nella vita.
Francesca Immacolata Chaouqui 6 02 2022
VIDEO QUI: https://www.youtube.com/watch?v=fwE_iVYNfmc
A me di essere figlia di un immigrato marocchino mi è sempre stato indifferente, se lo avessi cavalcato a quest’ora Sanremo lo avrei vinto 3 volte anziché due, sarei stata l’icona stampa della sinistra altro che la campagna mediatica che mi sono beccata e sarei l’icona di tutti sti sfigati per cui la narrativa degli immigrati che poi si fanno strada è tutto, a prescindere.
Resto fessa che è meglio.
FONTE: https://www.facebook.com/francescaimmacolata.chaouqui/posts/3041190549487474
LAVORO PENSIONI DIRITTI SOCIALI
Odiano i poveri, mica la povertà
PANORAMA INTERNAZIONALE
MA FRANCIA E USA STANNO PEGGIO DI NOI CHE ABBIAMO DI MAIO
Antonio De Pascali 20 09 2021
Voi vi lamentate di Di Maio, di Conte, di Letta, di Renzi, di Salvini.
Ma altrove non stanno meglio.
La Francia, per esempio, con Macron che se l’Italia si compra i cantieri francesi fa il duro e blocca l’iniziativa ma che se gli Usa gli soffiano i contratti dei sommergibili con l’Australia diventa viola per la rabbia, ritira l’ambasciatore ed insulta tutti.
Facendo chiamare Biden dal suo ministro degli esteri come “Trump senza Twitter”
E Biden che si fa insultare ed appellare quale “Trump”.
Sì, stanno come noi. O peggio. Perché loro si pensano grandi mentre i nostri sanno di essere quattro scemi.
FONTE: https://www.facebook.com/100015824534248/posts/1064498577420950/
POLITICA
LA DÉBÂCLE DEI COOPTATI: DUE FALLIMENTI A TEMPO DI RECORD
SILVANO DANESI 9 02 2022
La slavina del M5S si abbatte sul Pd. Con l’elezione di Mattarella, il Pd pensava di aver riprodotto un centro di gravità permanente con il quale continuare a fagocitare il M5S in versione Conte, per condizionare il quadro politico.
A una settimana dal discorso di Mattarella sulla dignità e sulla centralità dei partiti, il centro di gravità è già crollato su se stesso.
Il M5S è esploso come un pallone di carnevale, trasformandosi in coriandoli e stelle filanti.
Il centro di gravità permanente non può esistere se una parte essenziale del possibile equilibrio si sbriciola.
Di Maio è stato sdoganato da Luttwak, ossia dalla CIA.
Conte è messo fuori gioco dal Tribunale di Napoli.
Il regime è in difficoltà.
Rimane sempre Speranza.
Veniamo a Di Maio.
Di lui Edward Luttwak dice: “Inizialmente era sconosciuto, poi si è guadagnato il rispetto delle sue controparti dovunque”.
L’inaspettato endorsement per il ministro degli Esteri Luigi Di Maio è arrivato dall’analista statunitense su Twitter ed è stato rilanciato da Libero.it.
Edward Luttwak non ha mancato di elogiare anche il titolare del dicastero della Difesa Lorenzo Guerini, il leader della corrente atlantica del Pd: “Ormai è un esperto dei problemi piani e programmi delle forze armate e della Nato. Con loro l’Italia può e deve agire in Ucraina”.
L’occasione per gli elogi è stata la questione Ucraina, ma non si può sottacere che la questione è molto più ampia e riguarda gli assetti politici interni all’Italia.
Di Maio è stato molto prossimo alla Cina, in assonanza con il Governo Conte II e con la postura filo cinese di Beppe Grillo, ma poi, come s’è reso evidente in occasione dell’elezione del Presidente della Repubblica, deve essersi ben interfacciato con l’establishment della Farnesina e deve aver fatto una giravolta precisa dalla Cina agli Usa.
Non è un caso che ora, mettendosi chiaramente in alternativa a Conte, ne stia corrodendo la leadership, rendendo inutile, anzi, impossibile, la grande alleanza giallo rossa, che sta per essere definitivamente smontata anche dal richiamo in servizio di Moby Dick.
Dire che ci si stupisce che Giggino sia ora filo atlantico, significa ignorare che Di Maio è stato educato alla scuola di Vincenzo Scotti e che, tutto sommato, è un perfetto democristiano polivalente.
Luttwak ha anche mandato un messaggio a Mattarella e a Draghi.
Invitato a spiegarsi, Luttwak – scrive il Fatto Quotidiano – ha detto: “Il silenzio dell’Italia sull’Ucraina sta diventando pesante”. E ancora: “Il governo italiano è competente, non è il caso di rimanere passivi e silenziosi”. L’analista statunitense ha ricordato anche che “la solidarietà atlantica non è unidirezionale: se l’Italia non si esprime, non agisce, non prende posizione, diventa un altro tipo di alleato”.
In buona sostanza, agli elogi a Di Maio e Guerini, segue l’avvertimento a Mattarella e Draghi: l’Italia è davvero un alleato? Allora lo dimostri.
Le conseguenze sono di varia natura, a cominciare dall’esclusione della filiera filo cinese italiota che non è indifferente agli interessi cinesi in Ucraina, che non sono da sottovalutare.
Se continua il giochino di un atlantismo impersonato da Draghi e da un filo cinesismo protetto da Mattarella, allora, come dice Luttwak, l’Italia “diventa un altro tipo di alleato”, ossia un non alleato.
La esternazione di Luttwak giunge, con un tempismo impressionante, con qualche ora di anticipo, sulle decisioni del Tribunale di Napoli che hanno, di fatto, messo in un angolo Giuseppe Conte, decapitando il M5S e consegnandolo al definitivo declino.
Subito dopo che è stata diffusa la notizia delle decisioni del Tribunale di Napoli, per Conte è arrivato anche il ben servito di Grillo.
Lo Statuto confezionato dal professore, nonché leader ed ex premier, è stato bocciato.
Non male, per chi dovrebbe sapere di diritto e ha guidato, per nostra infinita disgrazia, il Governo del Paese.
Conte non è più il capo delle stelle filanti.
Del resto a carnevale girano trombette, stelle filanti, coriandoli.
Il movimento del comico è finito in una carnevalata.
E pensare che Letta voleva incoronare Conte come leader della gloriosa alleanza giallorossa che avrebbe conquistato il Palazzo.
Mentre Moby Dick viene richiamata in servizio dai centristi e da Forza Italia, a sinistra per Letta rimane Speranza. A Carnevale ogni scherzo vale, ma poi arriva la Quaresima e per i grillini è tempo di penitenza.
La lapide sulla tomba di Conte l’ha messa Beppe Grillo con una nota su Facebook.
“A seguito dell’Ordinanza del Tribunale di Napoli VII Sezione Civile che ha sospeso, ai sensi dell’art. 23 c.c., le delibere impugnate del MoVimento 5 Stelle del 3 agosto 2021 di modifica dello statuto e del 5 agosto 2021 di nomina del Presidente, ha acquisito reviviscenza lo Statuto approvato il 10 febbraio 2021. Le sentenze si rispettano. La situazione, non possiamo negarlo, è molto complicata. In questo momento non si possono prendere decisioni avventate. Promuoverò un momento di confronto anche con Giuseppe Conte. Nel frattempo, invito tutti a rimanere in silenzio e a non assumere iniziative azzardate prima che ci sia condivisione sulla strada da seguire”.
La sintesi della giornata è del tutto chiara e segna la débâcle dei due cooptati: Conte e Letta. Il primo è ormai una pochette senza ruolo e identità, il secondo è senza possibili alleati, se non D’Alema.
C’è però uno sconfitto molto più importante e significativo: il tentativo di ridare dignità ai partiti, con uno sguardo al proporzionale, per mantenere in ogni caso al potere, comunque sia, il Pd o, meglio, quella sinistra democristiana che ha dato vita all’Ulivo.
La dignità dei partiti è sfumata nel nulla proprio a causa dell’elezione di Mattarella. Il centro destra è esploso. Il centro sinistra è stelle filanti e coriandoli. Al centro si tenta il solito polpettone che vede come protagonisti Toti, Renzi e Mastella: una panata che solo Silvio Berlusconi cerca di tenere in piedi per motivi che hanno più a che fare con la pubblicità per Mediaset che per strategie di alto respiro.
La dignità, tanto invocata una settimana fa, è svanita come neve al sole assieme al centro di gravità.
La manovra dei cooptati è finita in macerie.
FONTE: https://www.nuovogiornalenazionale.com/index.php/italia/politica/5443-la-debacle-dei-cooptati-due-fallimenti-a-tempo-di-record.html
SCIENZE TECNOLOGIE
BOURLA (CEO PFIZER) SCOPRE LE CARTE DEL BLUFF VACCINALE ▷ LA CONFESSIONE ANALIZZATA PEZZO DOPO PEZZO
FONTE: https://youtu.be/78wRfaO9sZ0
STORIA
Il rapporto segreto sulle torture titine
9 Febbraio 2022 – 09:49
Una vita per Pola. Storia di un famiglia istriana
Filosofo, scrittore, polemista, Stefano Zecchi è una delle voci più alte del panorama culturale italiano ma, soprattutto, è una mente anticonformista. Libera. Lo confermano, una volta di più, i suoi grandi romanzi — “Quando ci batteva forte il cuore” (Mondadori, 2010) e “Rose bianche a Fiume” (Mondadori, 2014) — dedicati alla tragedia dell’esodo istriano. Due successi editoriali che hanno riportato l’attenzione del grande pubblico sulla catastrofe del confine orientale, una pagina a lungo rimossa della nostra memoria nazionale.
Con mano sapiente, ottima documentazione e scrittura elegante, il professore veneziano è infatti riuscito a ricostruire il drammatico vissuto delle genti italiane di Pola e Fiume, incalzate dal 1943 in poi dall’avanzare e poi dal consolidarsi sulle loro terre del regime jugo-comunista di Tito. Una somma di tante esistenze normali, normalissime, improvvisamente centrifugate dalle guerre e dagli odi, stritolate dalle ideologie e dalla violenza più assurda. Tante piccole storie d’amore, vicende familiari e microcomunitarie distese in fronte all’Adriatico “amarissimo” e inghiottite voracemente dalla grande e terribile storia del Novecento.
Ma Zecchi non smette mai di sorprendere e (in attesa di una versione cinematografica, mai dire mai…), esce in occasione del Giorno del Ricordo 2022 l’adattamento a fumetti di “Quando ci batteva forte il cuore”, una sorprendente graphic novel intitolata “Una vita per Pola, storia di una famiglia istriana” (Ferrogallico, euro 15,00) disegnata da un’artista d’eccezione come Giuseppe Botte.
Professor Zecchi, dopo tanti libri di filosofia, saggi di estetica e romanzi storici oggi lei si cimenta con il fumetto, le “nuvole parlanti”. Una vera novità.
La proposta dell’editore Ferrogallico di rivisitare il mio romanzo attraverso le matite di Botte mi è piaciuta subito. Trasformare in immagini le parole, con una grafica moderna dalla forte dinamicità e dalla cifra stilistica forte, mi ha appassionato: è una suggestione potente e, anche, una nuova sfida. In più il lavoro non solo rispetta la scrittura ma riesce a valorizzare — dato per me inaspettato — anche alcune pieghe del racconto. Le meno evidenti, le più intime. Le più sofferte. Il tutto offrendo al lettore un linguaggio e una chiave interpretativa innovative su una tragedia così complessa come fu quella dell’esodo istriano-dalmata.
“Una vita per Pola” ripercorre il suo fortunato romanzo del 2010, oggi nuovamente in libreria negli Oscar best seller di Mondadori.
Sì. La trama è quella. La vicenda di una semplice famiglia istriana, persone normalissime che si ritrovano travolte, loro malgrado, in un disastro epocale che stravolgerà per sempre le loro esistenze. Il contesto è l’immediato dopoguerra a Pola, una città da sempre profondamente veneta e italiana che, all’indomani della sconfitta, vive i suoi ultimi giorni d’italianità. È il 1947 e gli alleati anglo-americani hanno deciso di cederle la città e l’intera regione alla Jugoslavia di Tito. Un passaggio che travolge e annienta una storia millenaria e impone con violenza non solo nuove frontiere ma anche un’altra lingua e un nuovo ordine. Un mondo slavo-comunista in cui per gli italiani — fascisti, antifascisti e (la gran maggioranza) apolitici, poco importa — non vi è più posto. Un disastro. Il tutto è visto attraverso gli occhi un bimbo, Sergio, che man mano comprende i tormenti dei genitori e le loro opposte sensibilità. In casa c’è la madre Nives, maestra che non si rassegna all’inevitabile e che cerca di opporsi in ogni modo, e poi il padre Flavio, reduce dalla prigionia uomo riservato e disincantato. Mentre Nives s’inerpica generosamente ma velleitariamente in tentativi cospirativi, Flavio comprende che i destini sono ormai segnati e sceglie l’esilio. Lacerati e ancora distanti, babbo e figlio imboccheranno la via della fuga che si trasformerà in una vera anabasi attraversando una terra sconvolta dall’odio. Ma strada facendo, passo dopo passo, ritroveranno tra loro una dimensione affettiva forte, l’amore paterno e l’amore filiale. Una piccola storia sullo sfondo del dramma di un intero popolo che ora è diventata anche una graphic story.
E di questa storia, come di tante altre piccole grandi storie, lei sarà testimone e relatore in questi giorni proprio in occasione della Giornata del ricordo.
Certo. Testimoniare e raccontare è un dovere civile e morale. Come ho già scritto “la vera e grande infedeltà è dimenticare”. Dobbiamo ricordare a quest’Italia smemorata e distratta cos’è successo tra il 1943 e il 1954 sul confine orientale. Con assoluta onestà intellettuale e serietà storica. Per questo sarò l’otto e il nove a Verona, il 10 a Trieste e l’11 a Venezia. Per ricordare una pagina che molti, troppi volevano cancellare, rimuovere, strappare in modo che i giovani sappiano, capiscano. Ecco perché “Una vita per Pola”, questo fumetto è importante, molto importante.
Parole indigeribili per alcuni revisionisti e molti negazionisti…
Sono segmenti con cui è impossibile oltre che inutile confrontarsi. Al netto di una base di veri ignoranti, povera gente che beve qualsiasi assurdità — dalla no shoah ai no vax etc. —, vi è uno zoccolo duro di professionisti che trasformarono ogni dibattito serio in una battaglia propagandistica e ideologica. Con loro dibattere, ragionare è tempo perso. Sono un problema psichiatrico. Nulla di più, nulla di meno.
FONTE: https://it.insideover.com/storia/una-vita-per-pola-storia-di-un-famiglia-istriana.html
L’armata Cambise nel deserto del Sahara: il mistero dei 50mila uomini spariti nel nulla
Era la primavera del 524 avanti Cristo quando Cambise II, figlio di Ciro il Grande, dopo aver conquistato l’Egitto inviò un esercito di 50mila uomini verso l’oasi di Siwa, per distruggerla. Di tutti quei soldati non si seppe più nulla. La spedizione partì da Tebe, che distava quasi 900 chilometri da percorrere nel Grande Mare di Sabbia, uno dei deserti più estesi del Sahara, battuto da micidiali tempeste di sabbia causate dal vento khasin. Fu lo storico greco Erodoto 80 anni dopo, durante un viaggio in Egitto, a riportare i racconti che si tramandavano su che cosa fosse successo: l’armata persiana era stata colpita “da un gran vento da sud insolitamente impetuoso che trascinando vortici di sabbia li seppellì”. Nel novembre del 2009 due archeologi italiani, Angelo e Alfredo Castiglioni, hanno affermato di aver trovato spade di bronzo, coltelli di ferro, punte di freccia, ossa, anfore, braccialetti, un morso per cavallo “di epoca achemenide, e quindi dei tempi di Cambise, emersi dalle sabbie piuttosto vicino a Siwa”.
FONTE: https://www.liberoquotidiano.it/video/liberotv/30419611/armata-cambise-deserto-sahara-mistero-50mila-uomini-spariti-nel-nulla.html
Un coro di voci autorevoli per capire esodo e foibe
10 Febbraio 2022 – 06:00
Pronto il podcast in 36 interventi dove studiosi e giornalisti ricostruiscono la tragedia storica
Quest’anno per il giorno del ricordo, pensato per rendere condivisa la memoria dei massacri delle foibe e l’esodo giuliano dalmata, arriva uno strumento davvero importante per far in modo che la storia di quei terribili avvenimenti diventi accessibile e comprensibile a tutti. Si tratta di un progetto chiamato La lunga storia del Confine Orientale. Le relazioni politico-culturali tra l’Italia e gli Stati rivieraschi dell’Adriatico nell’Ottocento e nel Novecento. Consiste in un podcast con una serie di interventi, realizzati da alcuni dei più importanti studiosi ed intellettuali che si sono occupati del tema, e rende disponibile in pillole audio la Storia lunghissima che, purtroppo, a portato ad una delle più violente pulizie etniche mai subite dagli italiani. Consente, anche, di inserire l’atroce vicenda in quel percorso, complesso e carsico, che poi è nuovamente esploso nella guerra civile jugoslava degli anni Novanta. Ma non solo, evitando di ridurre la storia degli italiani di Dalmazia e d’Istria al momento dell’esodo, regala all’ascoltatore un quadro completo di quel mondo complesso che è stato l’Adriatico, un mare che ha unito e diviso i popoli e le culture.
A curare l’iniziativa è stata la Federazione delle Associazioni degli Esuli Fiumani, Giuliani e Dalmati, che ha operato in collaborazione con la Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice. Per creare una memoria condivisa, onesta e chiara, sono stati realizzati trentasei audio che, da oggi, saranno disponibili gratuitamente sulle principali piattaforme di ascolto (questo il link per accedere https://anchor.fm/federesuli), a partire da Spotify, che consentono di approfondire un singolo argomento -spaziando da La cultura veneta in Adriatico a Il silenzio sulle foibe e sull’esodo passando per La questione del confine italo-jugoslavo alla Conferenza della Pace di Parigi- oppure seguire tutto il percorso. Il che equivale, quasi, a fare un piccolo corso universitario dove tra gli altri professori e storici si possono ascoltare: Massimo de Leonardis, Giuseppe de Vergottini, Gianni Oliva, Giuseppe Parlato, Raoul Pupo, Davide Rossi, Andrea Ungari, Luciano Violante. Ci sono anche contributi giornalistici come il brano di Giampaolo Pansa (1935-2020) o quello di Nicola Porro che si è assunto il compito di spiegare proprio il perché sia così importante fare «ricordo» attraverso un podcast: «Il 2021 è stato segnato dal tornare di vecchie posizioni sulle foibe e soprattutto sull’esodo che sono tutte volte a ridurre e a giustificare… e talvolta addirittura a negare la tragedia. Si basano su una visione ideologica e prescindono completamente dalle ricerche serie fatte da storici di varia sensibilità». Come spiega ancora Porro, consentono a provocatori di varia natura di «campare di rendita pubblicitaria». Il podcast è proprio uno strumento per affrontare questa deriva «unendo la competenza di studiosi affermati con la semplicità di linguaggio».
Il risultato sono 36 interventi (di alcuni argomenti esiste una doppia versione, lunga o corta) che hanno il grandissimo pregio di creare un quadro che non si ferma al «secolo breve». Ad esempio Egidio Ivetic, professore di Storia Moderna all’università degli Studi di Padova, ricostruisce in dettaglio come a lungo l’Adriatico sia stato considerato semplicemente «il golfo» il prolungamento naturale di Venezia verso il mondo. Largo spazio è dato anche all’Ottocento dove lo sfaldamento del prestigio dell’Impero asburgico, e di questo si parla davvero poco in altri contesti, ha contribuito alla polarizzazione etnica di Istria e Dalmazia e a creare presupporti pericolosi per il secolo a seguire. Le città costiere come spiega Ester Capuzzo, della Sapienza di Roma, restano prevalentemente italiane e con un’aspirazione moderna e borghese che guarda verso Trieste; l’entroterra invece prende sempre più caratteristiche nazionaliste croate e slovene. Si iniziano a creare fratture che nessuno saprà sanare, discussioni sulla lingua si trasformano in tensioni che da Vienna non erano in grado di gestire. Già nel 1907 alle elezioni la contrapposizione nazionale prevaleva su altre divisioni politiche. Non si nascondono nemmeno le colpe dell’Italia fascista come spiega Massimo Bucarelli in l’Italia Fascista e la Jugoslavia. L’Italia fu ondivaga nel passare da rivendicazioni nazionaliste alla collaborazione con la Jugoslavia. Mussolini nel 1922 puntò, nonostante la propaganda, alla pacificazione spartendo Fiume, ma vide l’Italia farsi garante della Jugoslavia. O meglio un forte appoggio alla componente serba della Jugoslavia contribuendo ad aumentare la tensione tra italiani, croati e sloveni. Quindi nessuna rimozione di responsabilità comprese quelle degli italiani durante la Seconda guerra mondiale.
Responsabilità che però non possono in nessun modo sminuire la violenza subita dagli italiani. Come spiega bene Gianni Oliva che punta il dito soprattutto sul lungo omertoso disinteresse che è stato una seconda e tremenda violenza sulle vittime, sia sui morti che sui costretti alla fuga, perdendo tutto, a partire dall’identità: «Perché ancora oggi il tema stenta ad entrare nella coscienza collettiva e nazionale? Questo dipende da tre silenzi». Quali quello internazionale che non vuole irritare Tito che si è allontanato da Mosca. Poi c’è «un silenzio di partito» che riguarda soprattutto il Comunismo italiano che sapeva benissimo di aver appoggiato, lo ordinò chiaramente Togliatti, l’occupazione jugoslava, e sapeva che c’era stato un atteggiamento di fiancheggiamento attivo da parte di comunisti italiani alle violenze e agli eccidi. E poi c’è stato un silenzio diplomatico di Stato: mirava a minimizzare la sconfitta e a rappresentare l’Italia in maniera «partigiana» e «resistente» per non dover fare i conti col passato. Anche passando sulla pelle degli esuli, evitando tensioni e recriminazioni sulla vecchia Italia mussoliniana.
Gli anni però sono passati ed è tempo di riflettere compiutamente su tutta la vicenda per giungere ad una memoria reale e condivisa. Che non può nascere dalla cancellazione dei fatti o dal continuare ad applicare pezze ideologiche per nascondere la violenza titina. Questo podcast aiuta ad andare oltre, per creare una coscienza nuova (molto bello l’intervento di Davide Rossi che delinea la situazione contemporanea). Se lo si fosse fatto prima si sarebbe forse potuto gestire diversamente anche il disastro della dissoluzione violenta della Jugoslavia.
FONTE: https://www.ilgiornale.it/news/spettacoli/coro-voci-autorevoli-capire-esodo-e-foibe-2009272.html
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