RASSEGNA STAMPA DETTI E SCRITTI 7 MARZO 2022
A cura di Manlio Lo Presti
Esergo
Bisogna preservare costantemente
la forza e la fermezza d’animo
e non affliggersi nella tristezza
di una remota proscrizione
L’unghia del drago. Schegge di saggezza oeirntale, Mondadori, 1993, pag. 52
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SOMMARIO
LA NATO COME MARTELLO MONDIALISTA
USA/NATO sono nella morsa di un desiderio di morte demoniaco e il mondo intero è minacciato
La copertura dell’Ucraina rivela il razzismo intrinseco dell’Occidente
GIORGIO BIANCHI: STANNO USANDO L’UCRAINA PER DISTRUGGERE L’EUROPA
L’UCRAINA E LA VERITÀ
Questi due giornalisti anti-Ucraina non sono mai esistiti
LA GUERRA IN UCRAINA DURA DA 8 ANNI
Vicenda prof. A. Orsini
Il dispotismo vaccinale si fà più feroce – ed eterno
Italia, ultimo atto.
Il generale Marco Bertolini spiega cosa sta succedendo in Ucraina
UN UOMO E LA SUA VERITÀ
La “cancel culture” a targhe alterne
I dati aperti cambiano lo spionaggio
UCRAINA – PUTTANATHIA 1
DISINFORMATIA 5
IL GRANO RUSSO
Rothschild hanno paura delle sanzioni: Attenti, non facciamo i cretini: distruggono il “nostro” sistema finanziario!!
Hudson: tre poteri lucrano sulla guerra alla Russia (e a noi)
CONFISCHE VELOCI DELLE BARCHE DEI RUSSI
Vago
MENZOGNE E GUERRA
BOMBARDAMENTI
CERVELLI ALL’AMMASSO
PRIMA DI LEGGERE, DOCUMENTATEVI SU GOOGLE : MARINELLA MONDAINI.
Perché le sanzioni a Putin non servono a niente
IL LIMITE DELLA PAZIENZA RUSSA
I CONFINI NON DEVONO ESISTERE
Orban: “Sbaglia chi conta sulla NATO”
MODELLI GEOPOLITICI A CONFRONTO
ELOGIO DELLA RESA?
MARCELLO, E’ ABITUDINE NON CATTIVERIA.
TEORIE DELLA COSPIRAZIONE
EDITORIALE
LA NATO COME MARTELLO MONDIALISTA
Manlio Lo Presti 7 03 2022
Esiste un convitato di pietra di cui non fa cenno nessuno se non di striscio. Parlo della NATO che è diventata una Spectre ormai fuori controllo degli USA.
La NATO ha da tempo una autonomia finanziaria garantita dai 5/6 maxicolossi mondiali globali anche essi schegge impazzite difficilmente controllabili se non con l’arresto immediato casa per casa dei componenti dei loro CDA. Quasi tutti hanno singolarmente bilanci superiori a molti paesi europei.
Nel 1961, nel suo messaggio di addio, il generale di terra di mare di aria e poi presidente USA Dwight Eisenhower aveva avvertito sugli immensi pericoli del “COMPLESSO MILITARE INDUSTRIALE”. Ovviamente, non fu ascoltato e adesso abbiamo un mostro autogeno che si espande per partenogenesi. Scorrazza sul pianeta provocando conflitti (il problema) fornendo lo scontro militare (la soluzione).
La NATO sarà un problema veramente tosto. È ormai lo strumento che i colossi usano per demolire Stati, economie, strutture finanziarie, popolazioni che costituiscono un ostacolo alla totale fluidificazione dei sistemi.
Con la svolta robotica. Con il METAVERSO e l’INTERNET DELLE COSE, gli umani saranno sempre più ridotti a MECCATRONICI inchiodati 20 ore al giorno davanti ad una tastiera, solitari, precarizzati, impauriti, uccisi dai vaccini che dovrebbero salvarli (cfr l’operazione Bill Gates in India dove morirono circa 500.000 bambini con i vaccini. Il RAW indiano creò una unità di assassinio di numerosi spioni e sicari incaricati ventiquattro ore su ventiquattro di uccidere tutta la sua famiglia. Per questo Gates è scappato da Microsoft ed è circondato 76 ore al giorno da migliaia di ex specialisti del pentagono).
Con la svolta tecnotronica i colossi si sono accorti che 2 miliardi di umani sono sufficienti per gestire la nuova svolta schiavistica mondiale. I rimanenti 5 miliardi sono diventati di colpo spazzatura, un costo da sterminare al più presto. Si tratta di “nutzlose munden”: BOCCHE INUTILI da eliminare con la “Endgültige Lösung” cioè LA SOLUZIONE FINALE di terrificante ed infausta memoria.
La situazione è molto diversa e noi non siamo direttamente in loco per capirci qualcosa. I filmati e le chiacchiere circolanti sono solo propaganda.
La storia ritorna, eccome se ritorna!
IN EVIDENZA
USA/NATO sono nella morsa di un desiderio di morte demoniaco e il mondo intero è minacciato
Edoardo Curtin 1 03 2022
Non voglio sembrare iperbolico, ma sto iniziando a concludere che i pazzi nucleari che guidano la Nuova Guerra Fredda USA/NATO che hanno iniziato decenni fa non vedono l’ora di iniziare una guerra nucleare con la Russia.
La loro ipocrisia e sete nichilista di morte e distruzione sono così estreme che mi sconcerta. Accusano la Russia di aver iniziato una Nuova Guerra Fredda quando l’hanno fatto decenni fa e da allora hanno spinto oltre i limiti. Ora si comportano scioccati dal fatto che la Russia, dopo molti anni di pazienza, abbia risposto in Ucraina.
Nel 2017, Oliver Stone ha rilasciato le sue interviste in quattro parti con il presidente russo Vladimir Putin. Le interviste a Putin sono state condotte tra il 2015, l’anno dopo che gli Stati Uniti hanno pianificato il colpo di stato in Ucraina che ha portato i nazisti al potere in quel paese al confine con la Russia, e il 2017.
Stone è stato ovviamente picchiato per aver osato porre rispettosamente domande e ricevere risposte dal leader russo che i media americani hanno sempre indicato, come tutti i mitici spauracchi, come il nuovo Hitler intento a conquistare il mondo, quando sono gli Stati Uniti, non La Russia, che ha oltre 750 basi militari in tutto il mondo e ha attaccato Afghanistan, Iraq, Libia, Siria, la lista è infinita.
Nelle sue interviste a Putin, Oliver Stone, un uomo di verità e onore, permette agli spettatori di intravedere il vero Vladimir Putin e le questioni che lo riguardano come leader della Russia. Nel 2018 ho scritto di quelle interviste:
… lui [Putin] fa punti concreti che dovrebbero suonare forte e chiaro a chiunque abbia dimestichezza con i fatti.
- che gli Stati Uniti hanno bisogno di un nemico esterno (“Lo so, lo sento.”).
- gli Stati Uniti hanno progettato il colpo di stato in Ucraina, al confine con la Russia.
- gli USA hanno circondato la Russia con truppe USA/NATO e basi armate di missili antibalistici che possono, come giustamente dice Putin a Stone, essere convertiti in poche ore in regolari missili nucleari offensivi puntati contro la Russia.
Questa è un’affermazione fattuale e vera che dovrebbe far alzare in piedi con orrore qualsiasi persona equanime. Se la Russia avesse tali missili che circondano gli Stati Uniti da Cuba, Messico e Canada, quale americano lo troverebbe tollerabile? Cosa avrebbero da dire la CNN e il New York Times ?
Eppure queste stesse persone trovano prontamente impossibile vedere la legittimità nella posizione della Russia, ricorrendo a insulti e retorica illogica. La Russia è circondata da truppe e missili USA/NATO, eppure la Russia è l’aggressore.
Negli anni successivi a quelle interviste, USA/NATO hanno costantemente stretto il cappio intorno alla Russia, incluso alimentare gli attacchi ucraini al Donbass, uccidendo migliaia di persone, dichiarandosi innocente e senza aspettarsi risposta. Ora è arrivata la risposta.
Anche se non ho informazioni privilegiate, ho la sensazione che l’Impero d’Occidente stia pianificando/avviando contromisure molto più estreme delle sanzioni economiche altamente pubblicizzate.
Mentre è vero, come hanno sottolineato molti commentatori come Ray McGovern e Pepe Escobar, che è in corso un cambio di paradigma e che i prepotenti USA/NATO un tempo dominanti devono ora fare i conti con l’alleanza sino-russa che ha inaugurato un cambiamento drammatico , tuttavia, come nei decenni passati, i cosiddetti leader degli Stati Uniti sono un gruppo stupido guidato da demoni inestinguibili.
Come dice McGovern:
Tuttavia, permangono indicazioni inquietanti provenienti dal Sottosegretario di Stato per gli Affari Politici Victoria Nuland, Antony Blinken e Jake Sullivan secondo cui gli alti dirigenti dell’amministrazione (il leader nordcoreano del copyright Kim Jong Un) nella palude di Washington continuano a non capire.
Temo che non lo facciano e non lo faranno mai. Questo è ciò che mi spaventa. Sebbene sembri controintuitivo e del tutto irrazionale che queste persone stiano pianificando di utilizzare un qualche tipo di arma nucleare in questa situazione attuale, non ne sono così sicuro.
Ovviamente hanno spinto la Russia a non avere altra alternativa che attaccare l’Ucraina, e ora che hanno raggiunto quell’obiettivo, mi sembra che alzeranno la posta. La diplomazia non è la loro strada; la violenza è.
Pepe Escobar ha appena scritto:
Ecco cosa succede quando un branco di iene cenciose, sciacalli e minuscoli roditori colpisce l’Orso: un nuovo ordine geopolitico nasce a una velocità mozzafiato.
Da una drammatica riunione del Consiglio di sicurezza russo a una lezione di storia delle Nazioni Unite tenuta dal presidente russo Vladimir Putin e la successiva nascita dei Baby Twins – le Repubbliche popolari di Donetsk e Luhansk – fino all’appello delle repubbliche separatiste a Putin affinché intervenga militarmente per espellere le forze di bombardamento e bombardamento ucraine sostenute dalla NATO dal Donbass, è stato un processo senza soluzione di continuità, eseguito a velocità di curvatura.
La goccia (nucleare) che (quasi) ha fatto traboccare il vaso – e lo ha costretto a balzare – è stata il presidente comico/ucraino Volodymy Zelensky, di ritorno dalla Conferenza sulla sicurezza di Monaco intrisa di russofobia, dove è stato salutato come un Messia, dicendo che la Budapest del 1994 il memorandum dovrebbe essere rivisto e l’Ucraina dovrebbe essere dotata di armi nucleari.
Come al solito, la sua analisi è corretta, ma potrebbe non cogliere l’indicibile natura della follia che spinge i disperati.
Se coloro che guidano la politica estera degli Stati Uniti sentono che un nuovo ordine geopolitico sta nascendo “a una velocità mozzafiato” come risultato del trasferimento della Russia in Ucraina, allora sono capaci di atti estremi. E hanno tutti i principali media occidentali dietro di loro, che abbaiano la loro propaganda senza sosta.
Ci stiamo muovendo inesorabilmente verso una guerra globale che diventerà nucleare se non si presenterà rapidamente un movimento internazionale per fermarla. La maggior parte delle persone si lamenta del pensiero che una tale guerra metta fine a tutte le guerre, ma si rifiuta di analizzare i fattori che la portano.
Sembra così inimmaginabile, ma succede passo dopo passo e molti passi sono già stati fatti e altri arriveranno presto. È così ovvio che la maggior parte non può vederlo, o non vuole.
I principali media corporativi sono chiaramente parte della continuazione dell’operazione Mockingbird della CIA e coloro che ancora si affidano a loro per la verità sono fuori portata. Dobbiamo usare tutti i mezzi alternativi per dare l’allarme e assicurarci che l’incubo finale non si verifichi mai.
Forse l’iperbole è l’unico modo per farlo, perché potrebbe essere più vicino alla verità di quanto vogliamo credere.
FONTE: https://off-guardian.org/2022/03/01/us-nato-is-in-the-grip-of-a-daemonic-death-wish-the-entire-world-is-threatened/
La copertura dell’Ucraina rivela il razzismo intrinseco dell’Occidente
Kit Cavalleresco
on si parla molto di razzismo in OffG, se non nelle meta-analisi della sua arma politica.
Molte volte il “razzismo” viene utilizzato dall’establishment per attaccare le persone che rappresentano una minaccia allo status quo (vedi: Jeremy Corbyn). Altre volte è usato per semplificare complesse questioni politiche in buoni e cattivi.
Il mercato delle idee si è saturato di tentativi contorti di trasformare tutto in una semplice questione di razza, al punto da aver quasi privato la parola “razzismo” di ogni significato.
È sempre stato abbastanza chiaro che dietro questa surrogata indignazione si nasconde – ironia della sorte – parte del razzismo più ignorante e non ricostruito attualmente manifestato ovunque.
L’indignazione, ad esempio, tra i svegli, che gli orchi di Tolkien siano ‘ovviamente’ destinati a rappresentare i neri (perché gli orchi sono stupidi e violenti), o che questo murale deve mostrare banchieri ebrei (a causa dei “nasi uncinati degli ebrei” ) – mostra solo che i bianchi della classe media più scaltri hanno un’immagine dell’oscurità e dell’ebraicità stupidamente bigotti come qualsiasi suprematista bianco.
Quindi, probabilmente non dovrebbe scioccarti – anche se lo farà – rendersi conto che una delle ragioni molto potenti per cui la guerra in Ucraina è particolarmente sconvolgente è perché sta accadendo ai bianchi.
Non mi credi? Allora dai un’occhiata. Dalla pagina allo schermo ai social media il messaggio è stato forte e chiaro che questa guerra è particolarmente grave perché in Europa viene condotta su una popolazione con “capelli biondi e occhi azzurri” :
Un giornalista di ITV News ha parlato dell’avvenimento ” impensabile” : la guerra “in Europa”, non “una nazione in via di sviluppo del terzo mondo”.
Un giornalista della CBS ha parlato del fatto che l’Ucraina è “civilizzata” ed “europea”, “non un luogo come l’Iraq o l’Afghanistan che ha visto conflitti per decenni” e ha provocato questa risposta –
Scrivendo sul Telegraph , Daniel Hannan titola Putin ha “dichiarato guerra alla civiltà stessa” e intona tristemente…
Sembrano così come noi. Questo è ciò che lo rende così scioccante. L’Ucraina è un paese europeo. La sua gente guarda Netflix e ha account Instagram… La guerra non è più qualcosa che viene visitato da popolazioni povere e remote. Potrebbe succedere a chiunque.
L’ignoranza parrocchiale non può diventare molto più grossolana, vero?
Non è nemmeno solo l’Anglosfera, ecco un esperto della televisione francese…
Un altro esperto dello stesso canale ha sottolineato: “Non stiamo parlando di siriani in fuga… Stiamo parlando di europei”.
Questo non è solo puro razzismo. C’è anche una quantità disgustosa di revisionismo in corso. Tutti menzionano le guerre in Afghanistan, Siria, Iraq e “il terzo mondo” in generale, senza dire nemmeno come siano iniziate quelle guerre, o chi le abbia iniziate.
Combina questo con i riferimenti alla “civiltà” e all’essere “europei”, e il messaggio è chiaro che le nostre guerre vanno bene, perché bombardare persone brune lontane non è così male come bombardare persone bionde vicino a casa.
Questo è vero razzismo. Non il falso tipo di carburante per l’indignazione, il tipo letterale e profondamente radicato basato su presupposti fondamentali indiscussi che le persone di un’altra razza semplicemente non contano tanto quanto la tua.
In tutta onestà, è stato denunciato da alcuni organi di stampa mainstream, inclusi l’Independent e il Guardian – qui e qui … anche se nessuno dei due menziona la colpevolezza dell’Occidente nell’iniziare queste guerre.
Ma ci sono altre forme di razzismo in atto nella narrativa ucraina che ottengono ancora meno riconoscimenti
C’è il razzismo insito nella politica ucraina ei tentativi dei commentatori occidentali di negarlo o normalizzarlo per fini politici.
La regione ha una storia di nazismo che risale almeno alla seconda guerra mondiale, quando il nazionalista ucraino e collaboratore nazista Stepan Bandera avrebbe preso parte a pogrom contro ebrei, polacchi e slavi.
Bandera è considerato un eroe da alcuni ucraini e gli insegnamenti della banderita sono alla base di molti gruppi neonazisti in Ucraina, tra cui Svoboda, Right Sector, Tryzub e C14.
Questi gruppi hanno assunto un ruolo di primo piano durante il colpo di stato di Maidan e nella successiva guerra civile si sono formati in gruppi di milizie private per svolgere impegni militari con i separatisti nell’est.
Petro Poroshenko avrebbe successivamente incorporato formalmente queste milizie nelle forze armate ucraine , inclusi i famigerati battaglioni Aidar e Azov.
Dal colpo di stato del 2014, i gruppi neonazisti hanno compiuto attacchi regolari contro i Rom, che secondo Reuters nel 2018 devono affrontare un “aumento della giustizia mafiosa” . I media ucraini hanno letteralmente descritto uno di questi attacchi come un “pogrom gitano” .
Da quando i russi sono entrati in guerra, abbiamo visto video di soldati del battaglione Azov che intingevano i proiettili nel grasso di maiale per sparare ai musulmani ceceni, o affermavano che avrebbero giustiziato prigionieri di guerra . Indossano apertamente le insegne naziste .
Nel 2018, attivisti israeliani per i diritti umani hanno inviato una petizione al governo israeliano chiedendo di “smettere di armare i neonazisti in Ucraina” e nel 2021 il cittadino di Ottawa ha riferito che il governo canadese aveva armato e addestrato neonazisti nell’esercito ucraino.
Dall’invasione russa, agli immigrati neri e dell’Asia meridionale è stato impedito di fuggire dal paese, è stato impedito di salire sui treni o addirittura tenuti sotto tiro.
In breve, l’Ucraina ha veri razzisti neonazisti coinvolti sia nel suo governo che nell’esercito, che operano con il pieno sostegno dei governi occidentali.
Il MSM si rifiuta semplicemente di discuterne e lo riconosce a malapena. Cercano di trasformare il nazismo in ‘nazionalismo’, cancellano o riscrivono il record di atrocità in mera brutalità reciproca ‘nebbia di guerra’.
Ma non si ferma qui, perché c’è un terzo tipo di razzismo coinvolto nell’intera narrativa ucraina, ed è potenzialmente il più scioccante e pericoloso di tutti.
La compiaciuta ignoranza che permette ai nostri wokeist bianchi e alla classe dei media di essere alcuni dei più grandi bigotti razziali del nostro tempo trova il suo apogeo in Russia.
C’è una tensione di profonda russofobia sconsiderata che contamina tutta la copertura dell’Europa orientale e oltre, e ha fatto per decenni, se non secoli.
Cosa ne pensi di questo…
“Il buco nero dove dovrebbe essere l’etica della Russia” ,
o questo…
“L’anomalia dei valori russi” .
E questo non è Svoboda che parla. Questa è presumibilmente un’opinione occidentale istruita, sofisticata e ricca di sfumature.
I politici della NATO affermeranno prontamente che Russia e Cina “non condividono i nostri valori” o che “i russi non apprezzano la vita umana”.
Puoi vedere regolarmente voci di spicco del mainstream che parlano della “macchia di ascendenza russa” o che pubblicano articoli sul Wall Street Journal , che affermano:
I russi possono essere raggiunti se vengono chiariti loro i principi morali di base. I russi non condividono l’eredità etica dell’Occidente, ma l’intuizione morale esiste ovunque ed è in grado di essere ispirata”.
L’idea che la Russia – o il popolo russo – siano di fatto “teppisti” senza “eredità etica” che non “apprezzano la vita umana” come noi non è solo accettabile tra la nostra intellighenzia informata, è mainstream – un dato di fatto.
Lo stesso, in una certa misura, si estende alla Cina, tutte variazioni dell’“orientalismo” di Edward Said. Quindi vedi titoli come questo nel Washington Post :
Gli sforzi delle nazioni civilizzate per scoraggiare Russia e Cina stanno cominciando a sommarsi
I nostri media e la nostra classe politica sono ignorantemente razzisti come ogni piccolo bigotto che rifiuta di comprare dal negozio all’angolo gestito da una famiglia asiatica, paternalisticamente campanilistico come i colonialisti vittoriani che parlano di “civilizzare” i nativi.
Possono diventare anche camicie marroni con una velocità spaventosa.
Ricordi dopo l’avvelenamento da Skripal, quando eminenti giornalisti chiedevano che i bambini russi venissero cacciati dalle scuole britanniche o attaccavano le persone perché avevano una moglie russa?
All’epoca i giornalisti britannici che lavoravano per le stazioni televisive russe erano apertamente chiamati “traditori” dalla BBC , e alcuni giornalisti del Guardian si unirono a un parlamentare laburista per noleggiare un autobus e guidare per tutta Londra indicando quali edifici sono di proprietà dei russi .
Se sei così assuefatto alla russofobia da non suonarti razzista, immagina che guidassero per Londra indicando condomini e attività commerciali e dicendo “quello è di proprietà di un ebreo! E anche quello!”
Non è carino, vero?
Era brutto allora, ed è già peggio ora.
Sir Keir Starmer, leader del partito laburista del Regno Unito che sembra pensare che indossare un abito da “classe operaia” blu a buon mercato sia un adeguato sostituto di qualsiasi reale preoccupazione per l’ingiustizia sociale, ha affermato che qualsiasi parlamentare che simpatizza con la Russia sarà sospeso .
Sia il governo del Regno Unito che quello degli Stati Uniti stanno valutando il sequestro di proprietà private da parte di miliardari russi. Francia e Germania sono già partite.
Sì, sono probabilmente oligarchi corrotti, ma sequestrare proprietà private a individui sulla base di nient’altro che la loro nazionalità è un pendio molto, molto scivoloso.
Apparentemente, il governo ceco sta effettivamente considerando di rendere un crimine sostenere le azioni della Russia.
Jeremy Vine ha suggerito alla TV britannica che chiunque “indossa un’uniforme russa” , in realtà merita di morire :
L’avrebbe detto delle truppe britanniche in Iraq? O le truppe israeliane a Gaza? O le truppe americane… beh, ovunque? Ovviamente no.
Ma i russi… beh, non sono come noi, vero. Non hanno vere emozioni. Uccidi un soldato russo e stai facendo un servizio al mondo.
Questo non vuol dire che la Russia (o la Cina) siano solo le sfortunate vittime della violenza imperiale fascista. Il governo di Putin ha seguito l’agenda del Great Reset, dopotutto. Possiamo speculare tutto ciò che vogliamo sul perché, ma lo hanno sicuramente fatto. Ma questo è un altro dibattito per un’altra volta e un altro articolo.
Il mio punto è che sotto il sottile velo della veglia la nostra società sta diventando la più razzista, fanatica e intollerante che è stata per decenni. Pericolosamente così.
La sinistra del lockdown ha sconfitto i combattenti per la libertà e si nasconde dalla loro ipocrisia chiamandoli “suprematisti bianchi” . Proiettando ciò che sono su coloro che odiano.
Negli ultimi due anni abbiamo visto persone senza maschera e senza maschera derise, abusate, negate i diritti umani fondamentali e disumanizzate dalla stampa.
In un’immagine di terribile simmetria, alcuni negozi in Germania stanno affiggendo cartelli nelle loro vetrine che affermano che “i sostenitori di Putin non saranno serviti qui” , proprio accanto ai loro avvertimenti “nessuna maschera, nessun servizio”.
Dispersonare è ormai la norma. Il razzismo viene santificato trasformandolo in un'”inclusività” paternalistica.
Questo è incredibilmente pericoloso. Quando hai addestrato una società a essere intollerante, bigotta e ignorante, non è difficile mobilitarla per odiare il tuo obiettivo prescelto.
Quell’odio sarà tanto violento quanto indiscriminato e, come scrisse Orwell, “può essere spostato da un oggetto all’altro come la fiamma di una lampada ossidrica. ”
Dovremmo essere tutti preoccupati, perché in ogni senso che conta NOI nelle terre del Woke Western siamo i nazisti ora.
FONTE: https://off-guardian.org/2022/03/04/ukraine-coverage-reveals-wests-inherent-racism/
GIORGIO BIANCHI: STANNO USANDO L’UCRAINA PER DISTRUGGERE L’EUROPA
CDC Incontra il fotoreporter che ha vissuto la guerra del Donbass in prima persona: siamo alle porte della guerra?
Siamo alle soglie della guerra? Il riconoscimento delle repubbliche nel Donbass da parte della Federazione Russa è l’acme di un’escalation iniziata mesi fa, che apparentemente vede il blocco NATO contrapporsi alla Russia e i suoi alleati. La situazione, tuttavia, è meno chiara di quella che appare: ne parliamo con Giorgio Bianchi, giornalista e fotoreporter che ha vissuto la guerra del Donbass sul posto, documentandone gli orrori con un occhio particolare alla vita, quotidiana e interiore, dei popoli coinvolti nella barbarie, pur mantenendo un chiaro panorama geopolitico.
Il riconoscimento di Donetsk e Lugansk da parte di Vladimir Putin è un colpo di mano che ha costretto i fautori dell’aumento di tensione bellica degli ultimi tempi a scoprire le carte. Perché l’escalation è avvenuta proprio negli ultimi mesi, e chi l’ha allestita mediaticamente e politicamente? Cosa significa il riconoscimento delle repubbliche separatiste per la Russia e i suoi nemici?
Bianchi ha una visione netta: attaccando la Russia l’establishment globalista vuole interrompere l’approvvigionamento energetico dell’Occidente, e porre le basi della distruzione economica delle nazioni europee, premessa fondamentale del Grande Reset e della Quarta Rivoluzione Industriale.
Conduce Marco Di Mauro, regia Bagony Snikett.
Buona Visione!
https://www.giorgiobianchiphotojournalist.com/
https://t.me/giorgiobianchiphotojournalist
FONTE: https://comedonchisciotte.org/giorgio-bianchi-stanno-usando-lucraina-per-distruggere-leuropa/
L’UCRAINA E LA VERITÀ
A parte i reati che vengono commessi o consentiti dall’illegittimo governo in carica (forniture di armi italiane al governo fantoccio ucraino e arruolamento di mercenari italiani promosso dalle Autorità consolari ucraine) le sanzioni contro la Russia le pagheranno gli Stati che le hanno decise. La Russia vanta un Popolo nobile e orgoglioso e vanta soprattutto la disponibilità di ogni genere di materia prima.
E bisogna essere grati al Presidente Vladimir Putin se nonostante le sanzioni, le minacce e gli insulti, ancora non ha bloccato le forniture di gas necessarie e convenienti per l’Italia.
L’Italia fu anch’essa destinataria di sanzioni per la guerra d’Abissinia (in piena politica coloniale da parte di tutte le cosiddette democrazie occidentali, ma la politica coloniale dell’Italia fu l’abolizione della schiavitù in Etiopia, fu la redenzione dei miseri, fu “schiavitù d’amore”), ma seppe resistere per la coesa volontà di un Popolo che allora aveva dignità e che sapeva difendere i propri interessi, tanto che il Consiglio di Sicurezza dell’allora Società delle Nazioni fu costretto a revocare le ingiuste sanzioni contro l’Italia autarchica e pronta a qualsiasi sacrificio.
Ma vi è un aspetto ancora più ignobile in tutta questa faccenda di una guerra provocata e finanziata soprattutto dagli imperialisti USA e NATO che possono aumentare il numero dei Morti che pesa sulla loro coscienza (se ne hanno una).
Al di là di cose ridicole e concepite da traditori cretini (c’è anche questa categoria) dell’embargo dei gatti russi alle esposizioni internazionali feline, vi è la prostituzione di pur note Università italiane che, prone al servilismo e al mendacio, impediscono qualsiasi espressione di opinioni divergenti rispetto alla solita mendace vulgata.
Queste Università che dovrebbero essere pur esse la sede della vera cultura e della ricerca della verità, sono diventate culturalmente dei veri e propri postriboli.
In particolare, due Università al Centro e al Nord e rispetto ad esse giganteggia la tradizionale civiltà e umanità del nostro Sud oppresso e sfruttato: il Conservatorio di Napoli ha promosso un incontro musicale con la partecipazione di studenti russi e ucraini che hanno suonato insieme.
Un abisso non solo politico ma soprattutto morale rispetto al Sindaco di Milano che ha scacciato dalla “Scala” un Direttore russo e una cantante russa che avevano rifiutato di barattare la propria coscienza e la propria dignità assecondando una laida richiesta di condanna dell’azione politico-militare difensiva a titolo preventivo, della Russia in Ucraina.
L’attuale illegittimo governo in carica, nel più assoluto silenzio quirinalizio (ma, si sa, l’attuale inquilino del Colle è quello che era Ministro della Difesa ai tempi dell’aggressione alla Serbia e dei devastanti e terroristici bombardamenti su Belgrado), continua a infangare la Costituzione della Repubblica con la dichiarazione di un secondo e diverso stato di emergenza con riferimento ad un conflitto armato lontano e che non giustifica in alcun modo la misura strumentalmente adottata per trarne il pretesto, al momento venuto (l’anno prossimo), di mantenere in carica le attuali Camere parlamentari in base all’art. 60 della Costituzione.
La ragione del pretestuoso stato di emergenza epidemica è nota, come ora è noto lo scopo di questo secondo e concorrente stato di emergenza.
Sicuramente nelle menti criminali di qualcuno questi miei pensieri sono pensieri di incitamento all’odio.
Non m’interessa minimamente. Ho il diritto di esporre le mie opinioni e soprattutto il dovere di dire la verità.
Appartengo ad un’altra epoca. Non è questo il mondo per il quale mi sono speso.
AUGUSTO SINAGRA 5 03 2022
FONTE: https://www.facebook.com/100070758812209/posts/165505159151444/
Questi due giornalisti anti-Ucraina non sono mai esistiti
1 03 2022
Vladimir Bondarenko è un ex ingegnere aeronautico e blogger di Kyiv che pubblica su Ukraine Today contenuti particolarmente critici verso le autorità dell’Ucraina. Caporedattrice del sito web è Irina Kerimova, un’insegnante di chitarra di Kharkiv, la seconda città più grande del Paese, e impegnata anche lei nella propaganda anti-ucraina.
Nessuno dei due sedicenti giornalisti però esiste realmente. La loro faccia è stata infatti appositamente creata da un’intelligenza artificiale (AI), come si può intuire guardando le loro foto da più vicino e notando in particolare la forma strana delle orecchie, come fa osservare il giornalista di Nbc Ben Collins su Twitter.
Questi profili facevano parte di due operazioni di disinformazione legate alla Russia e scoperte da Facebook, mentre continua l’invasione dell’Ucraina voluta dal presidente russo Vladimir Putin. Gli autori di una prima campagna hanno usato i profili di falsi redattori generati con l’aiuto dell’AI per diffondere l’immagine dell’Ucraina come di uno stato fallito e far sembrare veritiera la ricostruzione dei motivi dell’invasione fornita dal presidente russo Vladimir Putin. La seconda campagna, promossa dal gruppo di criminali informatici bielorussi Ghostwriter, si impossessava invece degli account di persone reali per promuovere una simile propaganda anti-ucraina .
Il primo e più grande dei due gruppi di disinformazione aveva già operato in Russia, così come nelle regioni ucraine controllate da Mosca del Donbass e della Crimea, ha affermato Nathaniel Gleicher, capo della politica di sicurezza di Meta. La rete fa capo ai siti web News Front e South Front, segnalati nel 2020 dal governo degli Stati Uniti come mezzi di disinformazione e noti per pubblicare notizie filorusse. Su questi siti i falsi giornalisti, con tanto di link ai propri social, diffondevano articoli sull’infondata “dittatura nazista” del presidente ucraino Volodymyr Zelensky o sul perché la situazione in Ucraina è destinata a peggiorare.
Facebook ha dichiarato di aver rimosso quaranta profili di persone che non esistono legati all’operazione di disinformazione, affermando che erano solo una piccola parte di una più ampia rete di account falsi presenti anche su Twitter, Instagram, Telegram e sui social network russi. Anche Twitter ha riferito di avere rimosso oltre una dozzina di profili legati a News Front e South Front, mentre YouTube ha sospeso alcuni piccoli canali di propaganda russa.
Questa nuova scoperta, scrive Nbc, dimostra anche che la Russia continua a utilizzare strategie di disinformazione già identificate prima delle elezioni presidenziali americane del 2016. I falsi profili di Bondarenko, Kerimova e altri mostrano però alcuni progressi nella strategia di Mosca, in particolare l’uso di software in grado di creare volti umani realistici e originali, capaci di ingannare molti a un primo sguardo.
FONTE: https://www.wired.it/article/ucraina-giornalisti-falsi-ai-propaganda-russia/
LA GUERRA IN UCRAINA DURA DA 8 ANNI
Rosanna Spadini 5 03 2022
Così, per fare un po’ di ricerca storica… le province di Donetsk e Lugansk nella regione del Donbass avevano votato per l’indipendenza dall’Ucraina nel 2014 in resistenza a un colpo di stato sostenuto dagli Stati Uniti che aveva rovesciato il presidente eletto Viktor Yanukovich nel febbraio dello stesso anno. Il voto per l’indipendenza era arrivato appena otto giorni dopo che i neonazisti avevano bruciato vivi dozzine di russi etnici a Odessa. Per reprimere la loro richiesta di indipendenza, il nuovo governo ucraino insediato dagli Stati Uniti aveva quindi lanciato una guerra “antiterrorista” contro le province, con l’assistenza del battaglione neonazista Azov, che aveva preso parte al colpo di stato. È una guerra che continua ancora otto anni dopo, una guerra in cui la Russia è appena entrata.
Durante questi otto anni, le forze armate ucraine e Azov hanno utilizzato artiglieria, cecchini e squadre di assassini per massacrare sistematicamente più di 5.000 persone (altre 8.000 sono rimaste ferite) – per lo più civili – nella Repubblica popolare di Donetsk, secondo il leader della DPR, che ha fornito queste cifre in una conferenza stampa di recente. Nella Repubblica popolare di Luhansk, altri 2.000 civili sono stati uccisi e 3.365 feriti. Il numero totale di persone uccise e ferite in Donbass dal 2014 è di oltre 18.000.
Questo ha ricevuto una copertura quantomeno superficiale dal New York Times; non è stato coperto dai media corporativi occidentali perché non si adatta alla narrativa ufficiale di Washington secondo cui l’Ucraina sta perseguendo una “operazione antiterroristica” nei suoi incessanti attacchi alla popolazione del Donbass. Per otto anni invece la guerra è stata dipinta come una “invasione” russa, ben prima dell’attuale intervento della Russia.
Allo stesso modo, il New York Times, nella sua copertura generale , ha scelto di non riferire che le forze ucraine avevano dispiegato metà del suo esercito, circa 125.000 soldati , al confine con il Donbass entro l’inizio del 2022.
Anche l’importanza dei politici neonazisti del Sektor di destra nel governo ucraino e delle milizie neonaziste (come il battaglione Azov) per le forze armate ucraine non viene riportata dai principali media aziendali. Il battaglione Azov sventola bandiere naziste ; sono stati addestrati da squadre di consiglieri militari statunitensi e lodati su Facebook in questi giorni. Nel 2014 Azov è stata incorporata nella Guardia nazionale ucraina sotto la direzione del ministero dell’Interno.
I nazisti uccisero qualcosa dell’ordine di 27 milioni di sovietici/russi durante la seconda guerra mondiale (gli Stati Uniti ne persero 404.000). La Russia non ha dimenticato ed è estremamente sensibile alle minacce e alle violenze provenienti dai neonazisti. Gli americani generalmente non capiscono cosa significhi per i russi poiché gli Stati Uniti non sono mai stati invasi.
SOURCE: https://www.westinghousenuclear.com/sweden/om-oss/nyheter/view/westinghouse-significantly-expands-fuel-supply-in-ukraine-1
FONTE: https://www.facebook.com/100000545483769/posts/5538332089528252/
ATTUALITÀ SOCIETÀ COSTUME
Vicenda prof. A. Orsini
Roberto Buffagni.
postato da: Giorgio Bianchi 6 03 2022
Vicenda prof. A. Orsini che in TV dice due cosette da pagina 1 capitolo 1 manuale International Relations e viene linciato, con la LUISS che si dissocia. Faccio notare che John Mearsheimer, americano, una leggenda accademica delle International Relations, sulla vicenda ucraina dice cose contro la strategia degli USA che in confronto Orsini è un tifoso di Zelensky. Vedere per credere. L’Università di Chicago dove insegna non si dissocia, viene intervistato pochi giorni fa da “The New Yorker” tempio liberal, tiene conferenze in tutto il mondo, i suoi libri sono pubblicati da prestigiose edizioni accademiche, collabora con istituzioni federali, etc. Poi l’establishment dellal politica estera USA non lo ascolta perché ha preso da trent’anni un’altra e opposta linea, la linea “liberal” del “benign hegemon”, e non la linea “realistica” di Mearsheimer, Kissinger, Kennan. Sintesi: siamo ridicoli, penosi, più americani degli americani, dei camerieri che scimmiottano malamente il padrone e si mettono in frac per andare a un picnic. Deve finire sta storia, e non finirà bene. Meglio sorteggiare dei postini, metterli in parlamento, alla guida dei media, al timone di tutto. Peggio di così non può andare, nel grottesco solo il grottesco e mezzo ha speranza di sopravvivere.
FONTE: https://www.facebook.com/giorgio.bianchi.100/posts/10224803942877324
BELPAESE DA SALVARE
Il dispotismo vaccinale si fà più feroce – ed eterno
Dal Web:
L’ORRIDO, ULTIMO DPCM
Annalisa Nocera
Naturalmente siccome tutti guardano solo ad altro – nessuno si è accorto dell’ultimo orrido Dpcm.
Ad una lettura veloce:
Viene stabilita la durata “tecnica” di un anno e mezzo, rinnovabile automaticamente di un altro anno e mezzo, del GP di chi ha fatto “la dose di richiamo successiva al ciclo vaccinale primario”.
Vengono stabiliti strumenti di controllo “tecnici” sul GP per distinguere nelle varie situazioni e categorie i possessori di GP da vx e di altro tipo (anche nelle scuole).
Vien istituito un sistema di controllo, simile alla piattaforma in uso nelle scuole, per individuare automaticamente nelle università il personale non vx
Viene consentito lo scambio di dati fra Ministero della Salute e Agenzia delle entrate per comminare le multe agli over 50
Significa che:
Nonostante chiacchiere, promesse, “accelerazioni”, “frenate” non hanno alcuna intenzione né dopo il 31 marzo, né dopo il 15 giugno di togliere GP. GP rafforzato e obbligo vx – e anzi intendono “normalizzarli”.
La durata praticamente illimitata del GP colpisce innanzitutto coloro che, per necessità, per stolta furbizia o perché se lo sono ritrovato loro malgrado (tre casi diversi, ma il secondo è molto diffuso), pensavano di aver risolto col GP da guarigione
– La durata praticamente illimitata del GP illude soltanto i tridosati: a parte i fatto che un dpcm è sempre modificabile con un altro dpcm o dl, la dizione “richiamo dopo il ciclo vx primario” è ambigua e può indicare la terza dose o un richiamo da fare ogni anno, ogni sei mesi, ogni quattro mesi…
Nessuno liquiderà questo dispotismo sanitario se non lo faremo noi: non ci salveranno gli altri paesi che tolgono le restrizioni, non ci salverà Putin, non ci salverà Trump, non ci salverà Viganò. Il regime finirà quando 10-15 milioni di italiani si si decideranno a buttare nel WC qualunque tipo di GP, perchè si possono escludere dal lavoro e dalla vita civile poche centinaia di migliaia di persone, come sta avvenendo ora, ma non si può farlo con milioni di cittadini. Questa è la via, non è indolore, ma è l’unica.
Prof Imbriani
FONTE: https://www.maurizioblondet.it/il-dispotismo-vaccinale-si-fa-piu-feroce-ed-eterno/
Italia, ultimo atto.
Federica Francesconi 4 03 2022
Facciamo un riassunto della tragedia di un paese distrutto sul piano economico, sociale e culturale.
Agli italiani che non sottostanno al ricatto del sacro veleno il governo impedisce di lavorare, cioè di avere i mezzi di sussistenza per vivere. A bambini e ragazzi non inoculati viene preclusa la vita sociale.
I turisti stranieri non inoculati possono entrare tranquillamente in Italia e alloggiare nelle strutture, mentre un italiano sprovvisto di GP non può nemmeno entrare in un bar per bere un caffè.
I “profughi” provenienti da mezzo mondo, non ultimo dall’Ucraina, possono non solo entrare in Italia, ma una volta nel nostro paese venire ospitati a spese dello Stato e, dulcis in fundo, sono esenti dall’obbligo vaccinale.
Presto i nuovi “profughi”, come già annunciato da governatore del Veneto Zaia, sostituiranno gli italiani che sono a casa sospesi da lavoro. Magari pagandoli la metà, magari imponendogli turni massacranti…
È un film horror. Cittadini italiani che per anni hanno pagato le tasse e contribuito al benessere economico, sociale e culturale del proprio paese sono trattati dallo Stato come dei rifiuti dell’immondizia. Stranieri, la maggior parte dei quali finti profughi, trattati come ospiti, anzi come i veri proprietari di un paese in svendita.
No, non potevano chiudere i rubinetti come nel 2014 il nostro demone incarnato a capo del governo, all’epoca Presidente della BCE, fece con i greci. Non possono nemmeno bombardarci. Sarebbero modi di ucciderci troppo plateali che darebbero nell’occhio. Possono però stritolarci in maniera più subdola attraverso emergenze infinite il cui scopo è quello di mettere una pietra tombale si di un paese ricco di eccellenze fuori dal comune, ex quinta potenza mondiale. E dai risultati direi che l’operazione è perfettamente riuscita: il paziente è morto.
Ma stiano in guardia gli italiani che oggi scendono in piazza con le bandierine giallo-blu e che pensano di essere al sicuro nel godere della falsa libertà che il despota incappucciato elargisce dall’alto del suo trono. Molto presto gli effetti di questa devastazione ricadrà anche sopra le loro teste. Allora non potranno più dire “non potevo sapere”, “non potevo prevedere”. I veri responsabili dell’atto finale della tragedia che si sta abbattendo sull’Italia sono loro, i collaborazionisti, i fiancheggiatori italiani. Altro che puntare il dito contro il pericoloso No Vax e contro Putin il cattivone! Fra poco vi troverete a mangiare la sabbia anziché i maccheroni. Dal canto mio non vi perdonerò mai per il male che state causando al vostro paese e ai vostri connazionali. Verrà il giorno della resa dei conti in cui vi inchioderemo alle vostre responsabilità. Non è una speranza, è una promessa.
FONTE: https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=10223676209070998&id=1165264657
CONFLITTI GEOPOLITICI
Il generale Marco Bertolini spiega cosa sta succedendo in Ucraina
Matteo Carnieletto intervista Marco Bertolini
Generale Marco Bertolini, fino a qualche settimana fa, sembrava impossibile che la Russia potesse invadere l’Ucraina. Sembrava che la diplomazia stesse lavorando sodo e pareva ci fossero, seppur flebili, spiragli di accordo tra le parti. Cosa è successo dopo?
Vorrei innanzitutto fare una precisazione: Occidente è un termine che preferirei non utilizzare in quanto improprio. Come può esser definita la Polonia? Occidente o oriente? L’errore di fondo è continuare a ragionare con lo schema della Guerra fredda, che prevede i concetti di Europa orientale e occidentale. Fatta questa premessa, bisogna tenere presente che, dalla caduta del Muro di Berlino, la Russia sente la frustrazione che caratterizza tutte le ex super potenze decadute, che sono costrette ad ingoiare bocconi amari. In particolare, Mosca si è vista strappare molti pezzi del suo ex impero, che sono passati, con armi e bagagli, dall’altra parte. Questa condizione di debolezza era stata accettata da Gorbachev e da Eltsin. Poi è arrivato Putin ed ha impresso una direzione diversa, ricostruendo innanzitutto l’amor proprio russo.
Cosa differenzia Putin dagli altri leader russi?
Putin era diverso da quel leader improbabile che lo aveva preceduto (Eltsin, ndr). Con lui è cambiato tutto lo scenario: la stessa armata rossa, che era ormai diventata un esercito in smobilitazione, ha cominciato a darsi una ripulita, a lustrarsi le scarpe e a rivedere i mezzi. Lo stesso discorso riguarda le altre forze armate, come per esempio la Marina. Quando Putin è andato al potere, il comunismo non faceva più parte del bagaglio politico della nuova Russia, tuttavia il desiderio di tornare ad essere una potenza globale era rimasto molto forte. Putin ha quindi lavorato affinché Mosca tornasse non solo una potenza globale ma anche europea. Cito, per esempio, le aperture nei confronti di Berlusconi, il turismo in Europa, le importazioni: faceva tutto parte di un programma di trasformazione della Russia in senso occidentale ed europeo, che però si è scontrato contro gli Usa.
Perché?
Non era il comunismo in sé e per sé il nemico degli Stati Uniti, ma questa grossa realtà continentale che sarebbe nata se la Russia si fosse unita all’Europa. Se ciò fosse avvenuto, l’America si sarebbe trovata davanti un importante competitor.
Quali sono stati gli errori dei Paesi occidentali hanno portato all’attuale situazione in Ucraina?
A mio avviso uno degli errori più importanti è stato quello di togliere spazio alla Russia e di spingerla verso est, facendo passare armi e bagagli gli ex Paesi del Patto di Varsavia nell’ambito della Nato. La Russia ha sentito questi avvenimenti come un accerchiamento che si sarebbe completato con il passaggio dell’Ucraina nel Patto atlantico e che avrebbe tolto a Mosca qualsiasi possibilità di avere agibilità nel Mar Nero e, di conseguenza, di potersi proiettare nel Mediterraneo. Questo è stato l’errore fatto da parte occidentale.
E quelli della Russia?
Ce n’è uno che è sotto gli occhi di tutti: l’invasione. Ma, va detto, questa invasione è dovuta dal fatto che Putin ha fatto delle proposte di appeasement che, però, sono state rifiutate. Credo che il presidente russo non avesse l’interesse ad arrivare al punto attuale, ovvero a un intervento militare. Resta lo sconcerto, il dolore, la condanna per l’operazione militare. Ma io credo che si debba anche avere la mente lucida e l’onestà intellettuale per riconoscere quelle che sono le esigenze degli altri. Perché è questa l’essenza della diplomazia.
Come si sono mossi i russi? Si aspettava un’invasione di questo tipo? Hanno davvero, come dicono diversi analisti, “il freno a mano tirato”?
Noi ricordiamo ancora gli interventi su Belgrado e Baghdad: erano operazioni aeree decisamente molto più intense di quelle che si vedono ora in Ucraina. Probabilmente quindi sì: il freno a mano è stato tirato, ma per un motivo strategico. Mosca non può non pensare a quello che sarà il dopoguerra con l’Ucraina, in cui sarà necessario riprendere i rapporti cordiali con il popolo ucraino. Mosca non può permettersi di distruggere e umiliare l’Ucraina perché comunque dovrà conviverci. C’è poi un altro fattore che non è da sottovalutare: l’Ucraina non solo faceva parte dei Paesi satelliti dell’Urss, ma era una Repubblica Sovietica dell’Unione. Ci sono dunque anche vincoli culturali e familiari. Bisogna infine tenere presente che quella è una grande pianura e che ci sono familiari da una parte e dall’altra del confine. Che l’Ucraina abbia diritto all’indipendenza non c’è dubbio, ma credo anche che ci siano molte affinità tra i due Paesi, come la lingua, l’alfabeto, la religione ortodossa.
Generale, le faccio la fatidica domanda da un milione di dollari: quali saranno gli scenari del futuro? Cosa accadrà? L’occidente ha comminato delle sanzioni, la Russia ha risposto bloccando i voli britannici. Come si esce da questa situazione?
L’offensiva è appena iniziata, quindi ci sono ancora molte variabili che devono stabilizzarsi. In linea di principio, però, penso che si debba mantenere tra gli Stati quel galateo che una volta era sempre rispettato anche durante le guerre e che consentiva, una volta che le ragioni del combattimento si esaurivano, di tornare alla pace. Certo, con qualche amputazione o rinuncia. Ma si tornava a vivere serenamente. Se i toni si alzano troppo, se la controparte percepisce che l’unica alternativa alla sua vittoria è quella del cappio al collo o della rovina del Paese, temo che le guerre non finiranno mai. Una volta, i conflitti finivano quando una delle due parti diceva: “Basta, ne ho prese abbastanza”. Ma ora tutto è cambiato: se io so che la possibilità di resa non c’è, e che il cappio al collo me lo mettono comunque, è chiaro che combatterò fino alla fine. Noi abbiamo l’interesse che si arrivi alla fine di tutto questo nell’interesse della popolazione ucraina. Per fare questo bisognerebbe che anche i Paesi che non sono direttamente coinvolti, pur esprimendo il loro sdegno e la loro condanna, evitassero di attizzare troppo il fuoco.
FONTE: https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/22453-marco-bertolini-il-generale-marco-bertolini-spiega-cosa-sta-succedendo-in-ucraina.html
CULTURA
UN UOMO E LA SUA VERITÀ
Francesca Sifola 05 03 2022
Ormai ci credeva… credeva alla “sua” verità. Camminava fra la gente, ma per lui era solo una specie di ondulata e fastidiosa presenza dilatata del genere umano.
Di bell’aspetto, sempre in tiro, dalle scarpe ai guanti, al cappello, al cappotto fino alla sua biancheria intima. Allo specchio vedeva se stesso col plauso più roboante di Narciso quando si vedeva nel fiume. Le parole che diceva erano tutte forgiate da un’attenta scelta grammaticale e concettuale. Una sera, però, inaspettatamente il suo specchio rovinò in frantumi sul pavimento. Si chinò, non per raccogliere i pezzi, ma per osservare con attenzione le forme che quei pezzi avevano preso nell’impatto col pavimento della sua casa, anch’essa montata con estrema cura in tutti i suoi pezzi d’arredo accumulato con anni e anni di strenua e meticolosa ricerca. Il fastidio che provò per la rottura dello specchio fu di poco conto, perché la “sua” verità era più forte di qualsiasi specchio rotto. Per lui non era necessario guardarsi, perché tra le sue forme interiori ed esteriori non c’era nessuna differenza: era diventato un blocco monolitico senza nessuna presa d’aria.
FONTE: https://www.facebook.com/100001820256565/posts/7119350821468856/
La “cancel culture” a targhe alterne
4 Marzo 2022 – 06:00
L’ ondata di russofobia che ha invaso l’Italia e gran parte dell’Occidente, nelle sue forme più parossistiche è stata velocemente rispedita al mittente da gran parte dell’opinione pubblica. Ed è un ottimo segnale. La «cancel culture» è innanzitutto un orrore lessicale, un ossimoro. La cultura dovrebbe, per definizione, aggiungere, certamente non sottrarre e cancellare. La mania dello sbianchettamento ha la ferocia distruttiva dell’Alzheimer, con l’aggravante della selettività: si dimentica a comando solo quello che è scomodo per una certa parte politica. Il politicamente corretto ha smussato buona parte delle intelligenze più acuminate, portando a un rincoglionimento di massa. Basterebbe questo esempio per far calare il sipario: nei giorni scorsi si leggevano sui social battute sull’ipotesi di cambiar nome all’insalata russa e alle montagne russe. Ma la cancel culture supera la fantasia e si autodistrugge, si cancella da sola: negli Usa alcuni pazzi vorrebbero ribattezzare i cocktail altamente putiniani «white russian, «Moskow mule» e la caipiroska. Una roba da ubriachi, appunto. Tuttavia il caso della censura (poi ritirata) nei confronti del corso su Dostoevskij è stato talmente clamoroso e imbecille da aver inorridito tutti. Però è interessante notare come tra quelli che ora s’indignano – giustamente, e lo facciano più spesso! – ci sono alcune categorie che sprofondano in evidenti contraddizioni. 1) I ritardatari. Cioè coloro i quali, dopo aver per anni impugnato la gomma per cancellare tutto quello che non andava loro a genio, adesso, di fronte al dileggio di un mostro sacro, fanno le verginelle e denunciano la barbarie della rimozione culturale. Meglio tardi che mai, ma vedremo la prossima volta, quando la vittima avrà la colpa di essere un po’ meno universale, da che parte staranno. 2) I propalatori di balle. La cancel culture è una stretta parente delle fake news. La prima riscrive il passato, la seconda inquina il presente. E fa sorridere che chi giustifica l’invasione in Ucraina, minimizza le violenze russe e cerca ossessivamente capri espiatori a Washington per giustificare Mosca (vecchio vizio rosso), poi si stracci le vesti per il caso Dostoevskij. Che è solo l’ultima declinazione di quei metodi dittatoriali verso i quali si sono sempre genuflessi: rimozione e bugie.
FONTE: https://www.ilgiornale.it/news/politica/cancel-culture-targhe-alterne-2014977.html
CYBERWAR SPIONAGGIO INFORMAZIONE DISINFORMAZIONE
I dati aperti cambiano lo spionaggio
Per giorni l’amministrazione degli Stati Uniti ha allertato il mondo riguardo un’imminente invasione dell’Ucraina da parte delle forze russe. Lo ha fatto già settimane fa, quando Putin assicurava un atteggiamento pacifico e l’invasione sembrava solo un’esagerazione da pessimisti incalliti. L’intelligence statunitense sapeva infatti che le truppe di Putin erano ben schierate e che i movimenti dell’esercito sconfessavano i messaggi di distensione mandati dal Cremlino.
Buona parte delle informazioni raccolte dall’intelligence americana era in realtà pubblica, e continua ad esserlo ancora oggi. Mentre la crisi imperversa e i missili cadono sulle città ucraine, gli analisti stanno notando infatti come la tecnologia abbia cambiato in modo ormai radicale il lavoro delle spie. I tempi delle barbe finte, degli infiltrati e degli ombrelli bulgari sembra ormai passato.
Oggi si lavora sempre più tramite Osint (open source intelligence), vale a dire la raccolta di informazioni di intelligence tramite fonti aperte e accessibili a chiunque. E il caso ucraino ne è la dimostrazione più recente e cristallina. In questi giorni gli analisti stanno usando TikTok seguendo hashtag come #ukraine per ricostruire i movimenti delle truppe russe.
Anche il governo ucraino è ben consapevole del ruolo d’intelligence che possono giocare i contenuti pubblici – tra cui quelli sui social ma anche le immagini satellitari offerte da Google o piattaforme commerciali – nella determinazione del conflitto in corso. Per questo motivo il governo ucraino ha pubblicato una breve guida in cui si chiede ai propri cittadini di non postare nulla che riguardi l’esercito ucraino e, al contrario, di dare massima diffusione possibile a tutto quel che riguarda le forze russe.
Da anni esistono software, tool, protocolli e “best practice” nell’uso di Osint, che oltre che dalle agenzie di intelligence viene usata anche dalla magistratura, dalle forze di polizia, dagli investigatori privati o, ancora, dai giornalisti d’inchiesta. Del resto, la possibilità di analizzare ed elaborare strategie riservate partendo da dati pubblici ha consentito un sensibile abbattimento delle barriere in ingresso nel mercato dell’intelligence. Oggi non servono più apparecchiature costosissime o reti molto vaste di spie disseminate ai quattro angoli del pianeta per avere materiale da elaborare.
In compenso, Osint ha anche dei difetti. Il principale è l’enorme quantità di materiale con cui gli analisti e il personale delle intelligence devono raccapezzarsi. In un pezzo su The Conversation, lo studioso Craig Nazareth ha spiegato che con Osint “L’analista si trova sempre in modalità reattiva” e che deve essere in grado in ogni momento “di dare un senso al flusso costante di informazioni e dati grezzi ambigui che gli piombano addosso”.
Anche per questo si impiega sempre più spesso il machine learning per insegnare ai computer a riconoscere dei trend o dei pattern nell’enorme mole di informazioni che vengono raccolte. Se addestrati con dati corretti, i computer riescono a discriminare contenuti veritieri da quelli prodotti dai bot, o a predire spostamenti di truppe, costruzioni di arsenali o altre attività sensibili.
Come raccontato dal giornalista Warren Strobel sul Wall Street Journal, nel caso ucraino grazie a Osint è stato possibile tracciare gli spostamenti dei convogli con una precisione quasi identica a quella ottenuta grazie a strumenti riservati. In questi giorni è possibile determinare la posizione da cui si lanciano missili o controffensive stando seduti sul divano di casa e sorseggiando tisane. L’unica vera differenza tra lo spionaggio basato su dati aperti e quello fondato su fonti confidenziali rimasta in piedi ancora oggi è la possibilità da parte delle agenzie di intelligence di poter monitorare le conversazioni private, ad esempio tramite intercettazioni o microfoni ambientali.
E proprio per questo la Russia, consapevole che buona parte delle proprie azioni vengono monitorate pubblicamente, sta provando a bloccare l’accesso ad alcuni siti o piattaforme. Ma in ogni caso – sostiene Strobel – “è indubbio che Osint stia cambiando per sempre l’approccio all’intelligence della Russia, degli Stati Uniti e di qualunque parte in gioco in questo conflitto”.
a cura di: Gabriele Cruciata, romano, classe 1994, specializzato in slow journalism, podcast e inchiesta. Tra gli altri ha collaborato con Storytel, Wired, L’Espresso, La Repubblica, Slow News, IrpiMedia, International Press Institute e Die Zeit.
FONTE: newsletter Wired del 6 mar 2022, 07:18
UCRAINA – PUTTANATHIA 1
Tonio de Pascali 5 03 2022
Putin sta già costruendo un gasdotto per la Cina per abbandonare la “sua dipendenza” di vendita all’Occidente.
“Perché se l’Occidente non comprerà più gas lui crolla?”
“Continuando così Putin si butta tutto nelle mani della Cina che se lo papperà in un attimo”.
Curioso. Fa queste dichiarazioni l’Occidente. Proprio quell’Occidente che s’è buttato tutto nelle fauci della Cina già da più di vent’anni.
La Cina ha nei suoi forzieri circa il 30 % del debito publico Usa. Ovvero, se la Cina non acquistasse più dollari Usa o volesse monetizzare quel 30 % gli Usa crollerebbero in mezz’ora.
Gli Usa hanno permesso che la Cina si comprasse il Canale di Panama, che se la Cina chiudesse morirebbe il commercio mondiale.
La Francia ha donato alla Cina la Somalia francese che permette alla Cina di controllare il flusso del petrolio per l’Occidente attraverso lo Stretto di Hormuz.
Questo è l’Occidente che irride Putin riguardo la Cina.
Questo senza ricordare che se l’Occidente non volesse più acquistare gas russo resterebbe per almeno 20 anni senza gas, il tempo per costruire altri metodi di trasporto di gas.
IGNORANTI!!!!
FONTE: https://www.facebook.com/100015824534248/posts/1166383193899154/
DISINFORMATIA 5
Tonio de Pascali 5 03 2022
“Le forze armate ucraine comunicano di aver sterminato un commando di truppe speciali cecene incaricate di eliminare il presidente ucraino.
Le forze armate ucraine comunicano sempre che sono state informate da dirigenti dissidenti dei servizi segreti della federazione russa”.
Ma davvero gli spetsnaz, le truppe speciali russe, al pari dei navy seal statunitensi, hanno bisogno dei lupi ceceni?
E li vedete i dirigenti sei servizi russi avvisare l’Ucraina dell’attentato imminente?
FONTE:https://www.facebook.com/100015824534248/posts/1164428664094607/
ECONOMIA
IL GRANO RUSSO
Finanzcapitakismo e dintorni
6 03 2022
Coldiretti, Confartigianato avvertono che è in arrivo uno tsunami. La Russia è il quarto produttore di grano e l’Ucraina l’ottavo, sono entrambe fonti che si chiudono.
Risultato in una settimana: il prezzo del grano alla Borsa merci di Chicago ha fatto +38%, il mais +17%. Noi al 64% siamo dipendenti dalle importazioni di grano tenero.
Gravi problemi in arrivo per zucchero, oli vegetali, lieviti, burro, marmellata, cioccolato, biscotti, merendine.
L’energia è triplicata, il gas è al +160%. Ma il problema maggiore sono i fertilizzanti ed il concime perché noi non li produciamo e Russia ed Ucraina non esporteranno più di colpo. È l’intera produzione agricolo-zootecnica a rischio. Il Sole24Ore avverte che al 7% di incidenza del costo energia sul Pil scatta automaticamente la recessione, siamo al 5%.
Così negli ultimi giorni le Borse europee hanno fatto -10%, quella americana ha fatto +2,5%, il dollaro prende sull’euro e le importazioni dagli USA costeranno di più.
Noi perderemo 7 miliardi di esportazioni e chiuderanno direttamente oltre 300 aziende, più quelle che indirettamente risentiranno del fall-out sanzionatorio. Per concederci cornetto e cappuccino dovremo fare la cessione del quinto.
E siamo solo al decimo giorno di guerra. Per cosa?
FONTE: https://www.facebook.com/groups/Finanzcapitalismo/permalink/1789067871282185/
FINANZA BANCHE ASSICURAZIONI
Rothschild hanno paura delle sanzioni: Attenti, non facciamo i cretini: distruggono il “nostro” sistema finanziario!!
Umberto Pascali
The Economist (l’organo maitre a penser di Lynn Forester Rothschild + Elkan) si risucchia le unghie e piange in pubblico:
“ …aumentando la potenziale gravità delle sanzioni, l’Occidente rischia di spingere più paesi a staccarsi dal sistema finanziario a guida occidentale”
https://www.economist.com/
https://martinplaut.com/2022/
“… Ma applicando sanzioni a sempre più paesi negli ultimi due decenni, e ora anche aumentando la loro potenziale gravità, l’Occidente rischia di spingere più paesi a staccarsi dal sistema finanziario a guida occidentale di quanto sia auspicabile.
Ecco perché dopo che la crisi in Ucraina sarà passata, l’Occidente dovrebbe puntare a chiarire come le sanzioni saranno controllate.
L’incessante proliferazione di quelle di basso livello dovrebbe essere contenuta, anche se misure mirate contro individui e aziende per abusi dei diritti umani rimangono legittime, anche se raramente funzionano.
E dovrebbe essere chiaro che le sanzioni economiche del tipo devastante usato contro la Russia sono riservate ai peggiori atti di aggressione e di guerra. L’Occidente ha dispiegato un’arma economica che fino a poco tempo fa era impensabile. Deve essere usata con saggezza.…”
ORIGINALE IN INGLESE:
“… But by applying sanctions to ever more countries over the past two decades, and now also raising their potential severity, the West risks pushing more countries to delink from the Western-led financial system than is desirable. That is why after the crisis in Ukraine passes, the West should aim to make clear how sanctions will be controlled. The relentless proliferation of the low-level sort ought to be contained, although targeted measures against individuals and firms for human-rights abuses remain legitimate, even if they rarely work. And it should be made clear that economy-wide sanctions of the devastating kind being used against Russia are reserved for the worst acts of aggression and war. The West has deployed an economic weapon that was until recently unthinkable. It must be used wisely.”
Umberto Pascali
6 mar 2022, 16:16 (15 ore fa)
I Rothschild hanno paura delle sanzioni: Attenti, non facciano i cretini: distruggono il “nostro” sistema finanziario!!
The Economist (l’organo maitre a penser di Lynn Forester Rothschild + Elkan) si risucchia le unghie e piange in pubblico. Buon segno che il team Putin ha colpito nel segno:
“ …aumentando la potenziale gravità delle sanzioni, l’Occidente rischia di spingere più paesi a staccarsi dal sistema finanziario a guida occidentale”
https://www.economist.com/
https://martinplaut.com/2022/
“… Ma applicando sanzioni a sempre più paesi negli ultimi due decenni, e ora anche aumentando la loro potenziale gravità, l’Occidente rischia di spingere più paesi a staccarsi dal sistema finanziario a guida occidentale di quanto sia auspicabile.
Ecco perché dopo che la crisi in Ucraina sarà passata, l’Occidente dovrebbe puntare a chiarire come le sanzioni saranno controllate.
L’incessante proliferazione di quelle di basso livello dovrebbe essere contenuta, anche se misure mirate contro individui e aziende per abusi dei diritti umani rimangono legittime, anche se raramente funzionano.
E dovrebbe essere chiaro che le sanzioni economiche del tipo devastante usato contro la Russia sono riservate ai peggiori atti di aggressione e di guerra. L’Occidente ha dispiegato un’arma economica che fino a poco tempo fa era impensabile. Deve essere usata con saggezza.…”
ORIGINALE IN INGLESE:
“… But by applying sanctions to ever more countries over the past two decades, and now also raising their potential severity, the West risks pushing more countries to delink from the Western-led financial system than is desirable. That is why after the crisis in Ukraine passes, the West should aim to make clear how sanctions will be controlled. The relentless proliferation of the low-level sort ought to be contained, although targeted measures against individuals and firms for human-rights abuses remain legitimate, even if they rarely work. And it should be made clear that economy-wide sanctions of the devastating kind being used against Russia are reserved for the worst acts of aggression and war. The West has deployed an economic weapon that was until recently unthinkable. It must be used wisely.”
Altri segni di panico fra i miliardari:
Gli ultra ricchi del mondo sono in preda al panico per l’acquisto di bunker del giorno dell’apocalisse
Gary Lynch, il direttore generale della Rising S Co., con sede in Texas, ha dichiarato a The Sun che la domanda di bunker sotterranei del giorno del giudizio è aumentata di oltre il 1000% da quando le truppe russe hanno invaso l’Ucraina il 24 febbraio.
“In genere, vendo da due a sei rifugi al mese – e di solito l’inverno è un periodo tranquillo per noi.
“Ma giovedì ho venduto cinque unità da solo e ne ho vendute altre due già oggi – non si sa quanti altri [ordini] riceveremo.
“Il telefono non ha smesso di squillare e abbiamo inviato così tante citazioni”, ha aggiunto Lynch
Si scatena l’inferno sui timori dell’embargo petrolifero russo: futures, azioni precipitano mentre il petrolio sale a $ 139, l’oro raggiunge $ 2.000
“Le banche centrali stanno affrontando uno shock stagflazionistico esogeno per il quale non possono fare molto”.
La paura della LBMA di alimentare l’orso russo: dalle preoccupazioni degli ETF al caos monetario
LBMA, London Bullion Market Association è il luogo del mercato mondiale dell’oro fisico (bullion). Il pezzo è lungo e infarcito di tecnicismo. Chi è interessato lo legga nell’originale.
Con l’oro come attività di riserva definitiva della Banca di Russia, e con Londra un hub fondamentale nel mercato globale dell’oro attraverso la London Bullion Market Association (LBMA) e le sue famose liste London Good Delivery di raffinerie di oro e argento accreditate, ha quindi implorato la domanda su cosa dovrebbe fare la LBMA riguardo al gran numero di raffinerie d’oro russe nelle liste di consegna buone LBMA, raffinerie che sono integrate con le banche russe nel mercato dell’oro russo.
Qual è stato il motivo del tweet come segue il 24 febbraio:
“Sebbene oggi il governo del Regno Unito abbia imposto un vasto elenco di sanzioni contro banche, società ed élite russe, la LBMA ha ancora 6 raffinerie d’oro russe nella sua Good Delivery List LBMA. Questo è strano dato che nel 2018 la LBMA ha sospeso 1 raffineria d’oro russa a causa di “problemi di proprietà”.
https://twitter.com/durezzadelviver/status/1500514406630891520
FONTE: https://www.maurizioblondet.it/rothschild-hanno-paura-delle-sanzioni-attenti-non-facciamo-i-cretini-distruggono-il-nostro-sistema-finanziario/
Hudson: tre poteri lucrano sulla guerra alla Russia (e a noi)
Armamenti, energia, finanza. Sono queste tre oligarchie a controllare gli Usa, determinando la loro politica: che oggi schiaccia l’Europa sotto il peso delle sanzioni imposte alla Russia, provocata per anni fino all’esplosione della resa di conti con il regime anti-russo di Kiev, imbottito di manovalanza sfacciatamente neonazista. Lo sostiene Michael Hudson, professore emerito di economia all’Università del Missouri-Kansas City, nonché alfiere internazionale della Modern Money Theory. Pochissime, nel mondo anglosassone, le voci indipendenti e non silenziate dalla “nebbia di guerra” diffusa in modo orwelliano per criminalizzare Putin. Tra queste l’economista canadese Michel Chossudovsky, fondatore di “Global Research” (preoccupato per gli sviluppi dello scontro Russia-Nato) e l’ex viceministro di Reagan, Paul Craig Roberts, che si augura che il Cremlino riesca a “bonificare” rapidamente l’Ucraina, strumentalizzata da Washington per servire i peggiori interessi sulla pelle degli ucraini, dei russi e degli stessi europei.
Quali sono questi interessi americani che vogliono la guerra? E’ Hudson a entrare nei dettagli. «La domanda da porsi è: cosa sta cercando di cambiare o “risolvere” la Nuova Guerra Fredda di oggi?». Dal 1991, la forza di aggressione è stata ininterrottamente incarnata dagli Usa, che non hanno “smontato” la Nato (nonostante la fine del Patto di Varsavia) e hanno seminato terrore e morte in molte aree del mondo in nome della “sicurezza nazionale”, espressione «utilizzata per interessi speciali che non devono essere nominati». Di fatto, «la Nato è diventata l’organismo europeo di politica estera, fino al punto di dominare gli interessi economici interni». Aggiunge Hudson: «Il recente incitamento alla Russia, attraverso l’espansione della violenza etnica anti-russa da parte del regime neonazista ucraino», insediato con il “golpe Maidan” del 2014, ha centrato il bersaglio: «Forzare una resa dei conti». Il movente, però – ragiona il professore – è economico: tenere legati a sé i membri Nato e altri satelliti dell’area del dollaro, «poiché questi paesi hanno visto le loro maggiori opportunità di guadagno risiedere nell’aumento del commercio e degli investimenti con Cina e Russia».
Per capire esattamente quali obiettivi e interessi degli Stati Uniti sono minacciati – prosegue Hudson – è necessario comprendere la politica statunitense e il suo “blob”, cioè la pianificazione centrale del governo, «che non può essere spiegata guardando alla politica apparentemente democratica», cioè l’alternanza tra repubblicani e democratici. Secondo Hudson, è più realistico considerare la politica economica ed estera degli Stati Uniti «in termini di complesso militare-industriale, di petrolio e gas (e minerario) e di complesso bancario e immobiliare». I deputati-chiave che siedono in Parlamento? «Non rappresentano i loro Stati e distretti, quanto piuttosto gli interessi economici e finanziari dei loro principali contributori elettorali». Ovvero: i tre grandi blocchi d’interesse che oggi avrebbero forzato l’Occidente verso la tragedia cui stiamo assistendo. Tre entità che, secondo Hudson, «hanno acquisito il controllo del Senato e del Congresso per inserire i propri responsabili politici nel Dipartimento di Stato e nel Dipartimento della Difesa».
Chi sono, questi tre soggetti? «Il primo è il Military-Industrial Complex (Mic): i produttori di armi come Raytheon, Boeing e Lockheed-Martin». Per Hudson, «la loro base economica è la rendita monopolistica, ottenuta soprattutto dalla vendita di armi alla Nato, agli esportatori di petrolio del Vicino Oriente e ad altri paesi». Attenzione: «Le azioni di queste società sono aumentate immediatamente dopo la notizia dell’attacco russo, guidando un’impennata del mercato azionario», sapendo che il Pentagono «fornirà un ombrello di “sicurezza nazionale” garantito per i profitti del monopolio per le industrie belliche». Il cartello delle armi, ricorda Hudson, è tradizionalmente rappresentato – alle Camere – da politici di Washington e della California, oltre agli Stati del Sud. In questi giorni, si brinda: l’escalation militare in corso «promette un aumento vertiginoso delle vendite di armi alla Nato e ad altri alleati degli Usa». Esempio: «La Germania ha rapidamente accettato di aumentare la spesa per le armi a oltre il 2% del Pil».
Il secondo grande blocco oligarchico, prosegue l’economista, è il settore dell’estrazione di petrolio e gas, cui si aggiunge l’estrazione mineraria (Ogam). «Come il settore bancario e immobiliare, che cerca di massimizzare la rendita economica per acquistare alloggi e altri beni, l’obiettivo del settore Ogam è massimizzare il prezzo della sua energia e delle materie prime». Non a caso, «il monopolio del mercato petrolifero dell’area del dollaro e l’isolamento dal petrolio e dal gas russi è stata una delle principali priorità degli Stati Uniti da oltre un anno, poiché l’oleodotto Nord Stream 2 minacciava di collegare più strettamente l’economia dell’Europa occidentale e quella russa». Chi sono i principali lobbysti dell’Ogam? Soprattutto i senatori del Texas, spiega Hudson. Sicché, «l’amministrazione Biden ha sostenuto l’espansione delle perforazioni offshore», ma anche «la rinascita del fracking statunitense». Fuori dai confini, «l’estensione della politica estera mira a impedire ai paesi stranieri di competere sui mercati mondiali, dove siano più convenienti dei fornitori statunitensi». Ergo: «L’isolamento della Russia (e dell’Iran) dai mercati occidentali ridurrà l’offerta di petrolio e gas, facendo aumentare di conseguenza i prezzi e i profitti aziendali».
Il terzo grande gruppo oligarchico, continua Hudson, è il settore simbiotico “Finance, Insurance and Real Estate” (Fire). Di fatto, «è il moderno successore del capitalismo finanziario della vecchia aristocrazia fondiaria post-feudale europea, che vive di rendite fondiarie». Cifre enormi: «Circa l’80% dei prestiti bancari statunitensi e britannici sono al settore immobiliare», che agisce «gonfiando i prezzi dei terreni per creare plusvalenze, esenti dalle tasse». Questo blocco bancario e immobiliare incentrato su Wall Street, osserva Hudson, è ancora più ampiamente basato sul supporto politico dei parlamentari lobbysti. Chuck Schumer, senatore di Wall Street ora a capo del Senato, è stato «sostenuto a lungo da Joe Biden», a sua volta protettore storico «dell’industria delle carte di credito». A livello nazionale, «l’obiettivo di questo settore è massimizzare la rendita fondiaria e le plusvalenze derivanti dall’aumento della rendita fondiaria». A livello internazionale, invece, l’obiettivo del settore “Fire” è quello di «privatizzare le economie straniere (soprattutto per assicurarsi il privilegio della creazione di credito nelle mani degli Stati Uniti)».
Si mira quindi a «trasformare le infrastrutture governative e i servizi di pubblica utilità in monopoli in cerca di rendita per fornire servizi di base (come assistenza sanitaria, istruzione, trasporti, comunicazioni e informatica) a prezzi massimi anziché a prezzi agevolati». E Wall Street, ovviamente, «è sempre stata strettamente fusa con l’industria petrolifera e del gas (vale a dire: i conglomerati bancari Citigroup e Chase Manhattan dominati dai Rockefeller)». Ecco quindi spiegato come il Fire finanziario-immobiliare, il Mic militare e l’Ogam energetico «sono i tre settori “rentier” che dominano l’odierno capitalismo finanziario postindustriale». Le loro fortune reciproche «sono aumentate vertiginosamente». E le mosse per escludere la Russia dal sistema finanziario occidentale, insieme agli effetti negativi dell’isolamento delle economie europee dall’energia russa, promettono di stimolare un afflusso di titoli finanziari dollarizzati. «Questo è il motivo per cui né l’industria né l’agricoltura svolgono oggi un ruolo dominante, nella politica estera degli Stati Uniti». La convergenza degli obiettivi politici dei tre grandi “rentier” «travolge gli interessi del lavoro e persino quelli del capitale industriale».
Come ha spiegato lo stesso Biden, l’attuale escalation militare orchestrata dagli Stati Uniti (“Provocare l’Orso”) non riguarda proprio l’Ucraina. «Biden ha promesso dall’inizio che le truppe statunitensi non sarebbero state coinvolte, ma ha chiesto per oltre un anno che la Germania impedisse al gasdotto Nord Stream 2 di rifornire la sua industria e le sue abitazioni con gas a basso prezzo», in modo che Berlino «si rivolgesse ai fornitori statunitensi a prezzi molto più alti». E così, dopo un anno di pressioni a vari livelli sui politici tedeschi, la Germania non ha messo in funzione il super-gasdotto. Uno degli obiettivi principali dell’odierna Nuova Guerra Fredda – sottolinea Hudson – è quello di monopolizzare il mercato del gas: già sotto Trump, la Merkel era stata costretta a promettere di spendere 1 miliardo di dollari per costruire nuove strutture portuali per le navi-cisterna statunitensi. Poi, l’avvicendamento alla Casa Bianca e il ritiro della Cancelliera hanno congelato l’investimento portuale, lasciando la Germania senza alternative al gas russo. Ed ecco dunque la stretta di oggi: obiettivo, «l’impennata dei prezzi del petrolio e del gas, soprattutto a scapito della Germania».
Oltre a creare profitti e guadagni sul mercato azionario per le compagnie petrolifere statunitensi – rileva Hudson – l’aumento dei prezzi dell’energia sottrarrà gran parte del vigore all’economia tedesca. Certo, il rincaro di benzina, riscaldamento e altri servizi danneggerà tutti, anche i cittadini statunitensi, riducendo il loro tenore di vita. «Ciò potrebbe spremere i proprietari di case e gli investitori emarginati, portando a un’ulteriore concentrazione della proprietà», accelerando le acquisizioni a danno di «proprietari immobiliari in difficoltà, in altri paesi che devono far fronte all’aumento dei costi del riscaldamento e dell’energia». Aumenteranno anche i prezzi dei generi alimentari, guidati dal grano: Russia e Ucraina rappresentano il 25% delle esportazioni mondiali, nei cereali. «Ciò comprimerà molti paesi del Vicino Oriente e del Sud del mondo con deficit alimentari, peggiorando la loro bilancia dei pagamenti e minacciando l’insolvenza del debito estero».
E non è tutto: le esportazioni russe di materie prime potrebbero essere bloccate dalla Russia in risposta alle sanzioni e all’esclusione dallo Swift. Questo «minaccia di causare interruzioni nelle catene di approvvigionamento di materiali chiave, tra cui cobalto, palladio, nichel e alluminio». Se poi la Cina decidesse di considerarsi la prossima nazione minacciata e si unisse alla Russia in una protesta comune contro la guerra commerciale e finanziaria degli Stati Uniti, le economie occidentali subirebbero un grave shock. Il sogno a lungo termine dei fautori americani della Nuova Guerra Fredda, riassume Hudson, «è quello di rompere la Russia, o almeno di ripristinare la sua cleptocrazia manageriale di Eltsin», assistita dagli “Harvard Boys”, «con gli oligarchi che cercano di incassare le loro privatizzazioni nei mercati azionari occidentali». Il cartello Ogam «sogna ancora di acquistare il controllo di maggioranza di Yukos e Gazprom». Quanto a Wall Street, «vorrebbe ricreare un boom del mercato azionario russo». E gli investitori del Mic (armamenti) vorrebbero «anticipare felicemente la prospettiva di vendere più armi, per contribuire a realizzare tutto questo».
Sul fronte opposto, invece, «l’obiettivo a lungo termine della Russia è di strappare l’Europa dal dominio della Nato e degli Stati Uniti e, nel frattempo, creare con la Cina un nuovo ordine mondiale multipolare centrato su un’Eurasia economicamente integrata». Dato che la Russia non invaderà mai l’Europa, riflette Hudson, gli europei finiranno per chiedersi perché mai pagare cifre esorbitanti per l’armamento Usa, e perché mai strapagare l’energia fornita da Washington, oltre a «pagare di più per il grano e le materie prime prodotte dalla Russia», perdendo anche la possibilità di fare profitti con l’export verso la Russia e, domani, forse, anche verso la Cina. Ma le complicazioni non finiscono qui: «La confisca da parte degli Stati Uniti delle riserve monetarie russe, a seguito del recente furto delle riserve dell’Afghanistan (e del sequestro dell’Inghilterra delle scorte auree venezuelane ivi detenute) minaccia l’adesione di ogni paese al Dollar Standard, e quindi il ruolo del dollaro come veicolo per il risparmio in valuta estera da parte delle banche centrali del mondo. Ciò accelererà il processo di de-dollarizzazione internazionale già avviato da Russia e Cina, facendo affidamento sulle reciproche partecipazioni delle valute dell’altra».
A lungo termine, conclude l’economista, è probabile che la Russia si unisca alla Cina nel formare un’alternativa al Fmi e alla Banca mondiale, tuttora dominati dagli Stati Uniti. «L’annuncio della Russia di voler arrestare i nazisti ucraini e tenere un processo per crimini di guerra sembra implicare che un’alternativa alla corte dell’Aia sarà istituita dopo la vittoria militare della Russia in Ucraina. Solo un nuovo tribunale internazionale – aggiunge il professor Hudson – potrebbe processare i criminali di guerra che vanno dalla leadership neonazista ucraina fino ai funzionari statunitensi responsabili di crimini contro l’umanità come definiti dalle leggi di Norimberga». Hudson si aspetta che Mosca si ritiri a breve, dopo aver raggiunto gli obiettivi: proteggere i russofoni e allontanare da Kiev la minaccia diretta alla propria sicurezza. Infine, emerge l’autogol del “blob americano”: «La più enorme conseguenza involontaria della politica estera statunitense è stata quella di portare Russia e Cina insieme, insieme a Iran, Asia centrale e altri paesi, lungo la Belt and Road Initiative».
Se la Russia sognava di «creare un nuovo ordine mondiale», finalmente in armonia con l’Occidente, «è stato l’avventurismo statunitense a portare il mondo in un ordine completamente nuovo». Un assetto «che sembra essere dominato dalla Cina, come vincitore predefinito, ora che l’economia europea è essenzialmente dilaniata e che l’America è rimasta con ciò che ha preso dalla Russia e dall’Afghanistan, ma senza la possibilità di ottenere un sostegno futuro». Sperando che, ovviamente, tra Putin e Biden esista un accordo, sotto banco, per non far degenerare oltre la situazione, evitando cioè lo scontro diretto. Tutti sanno che, in quel caso, non ci sarebbero vincitori. Discorsi che sembrano folli, nel 2022: eppure, Usa e Russia sono entrate in “allerta atomica”. E paesi come l’Italia si accingono a varare aiuti militari al regime di Kiev. Lo schema è tragicamente evidente: dipingere la Russia come aggressore, demonizzandola, così come graziosamente richiesto dai tre grandi cartelli che, secondo Hudson, avrebbero pianificato l’intero disastro: armamenti, energia e finanza.
FONTE: https://www.libreidee.org/2022/03/hudson-tre-poteri-lucrano-sulla-guerra-alla-russia-e-a-noi/
GIUSTIZIA E NORME
CONFISCHE VELOCI DELLE BARCHE DEI RUSSI
Romana Mercadante Di Altamura – 6 03 2022
È bello vedere che per confiscare le barche e le ville degli oligarchi per 143 milioni ci sono voluti giorni, per confiscare quelli delle mafie decenni.
Quindi, si può. Quindi, andiamo a ricercare perché non si fa e chi non lo fa.
FONTE: https://www.facebook.com/1469315800/posts/10227603428139155/
LA LINGUA SALVATA
Vago
và-go
SIGNIFICATO Che non è certo, chiaro, che non dà informazioni esatte e determinate; chi si esprime in modo impreciso, sfuggente
ETIMOLOGIA voce dotta recuperata dal latino vagus ‘vagante, errante’, in senso figurato ‘instabile, indefinito, indeterminato’.
Si tratta di una parola bella già solo a pronunciarne il suono, così aereo, leggero. Ancor più bella se si entra a scandagliare la varietà di significati che queste quattro lettere portano con sé.
In Leopardi il vago è un concetto così cardinale da farsi sostantivo. Per lui racchiude uno dei segreti che rendono la poesia quello che deve essere: il luogo del bello e della piacevolezza.
Come? Perché l’incontro della mente con ciò che è indeterminato la porta a errare nell’immaginazione, a vagare in quell’infinito che è proprio forse solo del pensiero.
Questa capacità di far viaggiare la mente senza limiti sembra profondamente connessa al suo significato etimologico: in latino ciò che è vagus è qualcosa di fisicamente instabile, in perpetuo moto, errabondo.
Diventa allora affascinante osservare lo slittamento semantico che, agli albori della storia poetica italiana, subisce questo termine.
Per i poeti duecenteschi che stavano creando le basi lessicali di tutta la futura lirica amorosa, vago diventa sinonimo di desideroso: quale condizione di maggiore erranza e perdita dei confini di sé stessi di quella dell’innamorato?
Come la Sposa del Cantico dei Cantici che vaga per la città in cerca dell’amato senza mai riuscire a raggiungerlo, è nell’assenza, nel desiderio che fa errare che si compendia la condizione dell’amante. È un tratto che troviamo anche nel vagheggiare.
Ma a essere errante non è solamente l’innamorato, lo è anche l’oggetto del desiderio, che quanto più è inafferrabile tanto più si desidera. È così che vago, oltre a desideroso, diventa anche sinonimo di desiderabile e, di conseguenza, di bello, ameno, leggiadro.
Se però ai giorni nostri qualcuno mi dicesse “oggi sei proprio vaga” di certo non arrossirei per il complimento ma mi chiederei se sono stata sfuggente o se sia sembrato che volessi nascondere qualcosa.
Se poi me lo si dicesse a Roma – più esattamente “oggi stai proprio a fa’ la vaga” – saprei che probabilmente dovrò affrontare quel determinato argomento che ho cercato in tutti i modi di evitare. In romanesco fare il vago (più intenzionale e “furbesco” di essere vago) vuol dire infatti “far finta di niente”: per comoda sintesi è nato il verbo svagheggiare che riassume l’intero concetto con quella pregnanza tipica delle neoformazioni.
Uno studente romano di medicina potrebbe però incappare nel termine ‘vago’ anche durante una lezione di anatomia e non perché riferito a qualche matricola distratta: esso viene infatti utilizzato come forma abbreviata di nervo vago, cioè il decimo dei nervi cranici, forse proprio in riferimento al lungo e quasi erratico percorso che compie questo nervo nel nostro corpo.
Una parola che parla di erranza e che ci ha fatto errare nel dedalo dei suoi vari significati.
Calvino, nella sua lezione americana sull’Esattezza, notava come questo vago, così indissolubilmente legato all’idea di movimento e di mutevolezza, solamente nella lingua italiana possa associarsi tanto all’incerto e all’indefinito quanto alla grazia e alla piacevolezza.
Un’immagine suggestiva, che può accompagnarci nella lettura dei versi con cui si aprono Le Ricordanze leopardiane, poesia nella quale il tema del ricordo è protagonista: ricordo che, per il poeta, quanto più è lontano e vago, tanto più suscita in noi un profondo sentimento poetico. Così, all’insegna della vaghezza, apre il componimento
Vaghe stelle dell’Orsa, io non credea
tornare ancor per uso a contemplarvi
E proprio come notava Calvino, col semplice uso di questa voce riesce ad evocare al contempo la bellezza degli astri e il loro eterno e misterioso moto celeste.
Parola pubblicata il 07 Marzo 2022
FONTE: https://unaparolaalgiorno.it/significato/vago
NOTIZIE DAI SOCIAL WEB
MENZOGNE E GUERRA
Nino Martelli 5 03 2022
sappiamo che la guerra è fatta di fake news da una parte e dall’altra, per ogni episodio ci sono versioni opposte ed uno si deve sforzare con tutto il suo intuito per capire cosa succede; oggi c’è la questione dei corridoi umanitari che secondo il governo ucraino e i media nazionali, sono falliti perchè i russi bombarderebbero impedendo chi vuole ad uscire dalle città assediate, io non conoscendo la verità ho immediatamente dubitato perchè mi sono chiesto, a chi giova non far uscire i civili dalle città assediate, non sicuro ai russi… ma oggi ho avuto una botta di culo…. direttamente da un giovane ucraino, che vive a Trieste e ha telefonato ad una sua amica che con figlio piccolissimo e giovane marito vive in una città assediata esortandola a fuggire, bene la risposta è stata questa… secondo le regole delle autorità ucraine se il marito resta in città con moglie e figlio è esonerato dal combattimento, se la donna ed il figlio se ne vanno è arruolato e mandato a combattere e siccome la donna non vuole che il marito vada a combattere si rifiuta di abbandonarlo e resta nella città assediata, questo è quanto…..
FINTE: https://www.facebook.com/100007203455252/posts/3033887856861300/
BOMBARDAMENTI
di Dani 5 03 2022
Non c’è stato alcun bombardamento.
È stato sparato un solo proiettile contro un edificio in cui non si effettua né stoccaggio, né produzione (l’equivalente di una edificio contenente uffici).
Tra l’altro l’agenzia dell’energia atomica durante la prima conferenza non ha mai menzionato chi sia stato a sparare quel proiettile.
Siccome gli ucraini hanno bombardato i propri condomini durante il terzo giorno di guerra per incolpare i russi (che colpiscono invece solo obiettivi militari in particolare dell’aviazione ucraina), potrebbero aver sparato quel colpo per incolpare i russi.
Fonte: tgbyoblu24 di ieri alle 13:30.
FONTE: https://www.facebook.com/1524367497/posts/10228057644456114/
CERVELLI ALL’AMMASSO
Federica Francesconi 5 03 2022
Vedo moltissimi cervelli all’ammasso blaterare di pace e allo stesso tempo essere favorevoli all’invio di armi in Ucraina.
D’altronde, sono gli stessi cervelli all’ammasso che si sono fatti chiudere per due anni in gabbia e che fanno benedire i loro figli con il celeno delle multinazionali del farmaco. Perlomeno i diversamente pacifisti mostrano una certa coerenza di fondo, anche se mi aspetto di più da questi soggetti: partire subito per l’Ucraina e sacrificare la loro vita per la “pace” nel mondo. Poi, se per caso ci dovessero rimettere le penne come tutti gli eroi di cartone, ricevere una medaglia d’oro al valor militare dal loro (ma il mio) Presidente che 22 anni fa tacque sull’uranio impoverito che fece ammalare migliaia di militari italiani che operavano in Kosovo. Infine, un bel funerale celebrato da El Papa argentino.
Forza diversamente intelligenti, la gloria immortale è vicina!
FONTE: https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=10223685113533604&id=1165264657
PRIMA DI LEGGERE, DOCUMENTATEVI SU GOOGLE : MARINELLA MONDAINI.
Francesco Berardino 5 03 2022
Consiglio vivamente a tutti coloro che sono passati in 48 ore dalla mascherina alla bandierina, di leggere attentamente questo brano di Marinella Mondaini, scrittrice, giornalista, traduttrice, che da anni V ive e lavora a Mosca:
“I Pacifisti. Avrei voluto che tutti coloro che ora si ergono a “paladini della Pace”, i nuovi pacifisti, fossero venuti con me nel Donbass in questi anni, a vedere cosa è successo in tutti questi 8 lunghi folli anni, le distruzioni, i cimiteri e le chiese scoperchiate, le fosse comuni, avrei mostrato loro i bambini trucidati nelle foto appese nel Museo degli Angeli in una piccola cittadina della repubblica di Donezk, avrei tradotto in simultanea i racconti della gente comune per strada, avrebbero visto le lacrime negli occhi dei vecchi che mai dimenticherò.
Avrebbero visto la forza e la dignità del popolo del Donbass, che nonostante la guerra che il governo filo-nazista ucraino (messo al potere dagli Stati Uniti d’America, appoggiati dall’UE) ha scatenato contro di loro SOLO per il fatto che era per l’amicizia con la Russia e voleva vivere secondo i suoi principi.
Avrebbero visto gli stenti della gente in condizioni di blocco economico, di tubature di gas, acqua saltate in aria a causa dei bombardamenti ucraini, le case mezze rotte con le finestre coperte di cellophan e i tetti sfondati.
Tutti ora in Italia, sono diventati pacifisti, d’improvviso scoprono che la guerra è “male e distruzione”.
Non solo il popolo, ma tutti i capi politici nostrani, i cantanti in prima fila contro la guerra. E non importa se non conoscono nulla di Russia, Ucraina, nemmeno sanno dove si trovi il Donbass.
Questi “pacifisti” in 8 anni non hanno MAI alzato un dito, MAI protestato nelle piazze italiane, sui social.
SILENZIO assoluto, ovattati nel loro rammollito confort.
Protetti dalla cappa di censura e dittatura ideologica dell’Ue.
L’Unione Europea traccia con metodi fascisti un solco sempre più profondo con la Russia.
Superba, piena di sé, razzista nei confronti dei russi, malata di russofobia si è trasformata in un mostro. Per il suo degrado morale, l’Europa non è capace di capire la Russia. Facendo finta di condannare la guerra, è l’Europa che dichiara guerra alla Russia. Chiude completamente lo spazio aereo a tutti gli aerei russi, a ogni tipo di velivolo, charter, privato, che sia appartenente o registrato o sotto il controllo della Russia.
Poi tutte le sanzioni nel campo finanziario per strangolarla. Quaranta associazioni europee di giornalisti premono per vietare il canale russo russia Today nell’Unione Europea, per solidarietà con all’Ucraina.
La Ue è arrivata a VIETARE la libertà di parola ai russi. La voce dei giornalisti russi, viene bollata già a priori come “portatrice di disinformazione”. Basta ascoltare quanto dichiara un giornalista ex militare che sceglie le notizie da pubblicare per Rai 2, le notizie dalla Russia non le prende nemmeno in considerazione “perché sono tutte false.”
Quindi ai canali russi va definitivamente chiusa la bocca.
A Milano, il sindaco caccia il Maestro russo perché si è rifiutato di fare una dichiarazione pubblica di condanna di Putin. Anche il pensiero, la Ue dirige e punisce se non si conforma al Pensiero Unico.
Come i fascisti.
La Russia va punita con metodi barbari, incivili e disumani.
E dove eravate voi “pacifisti”, quando gli Stati Uniti hanno distrutto paesi interi, massacrato i legittimi capi di stato, ucciso milioni di persone e agli americani nemmeno una sanzione!
L’Unione Europea che insieme agli americani ha bombardato Belgrado, ha smembrato la Jugoslavia, chi le ha dato questo diritto? L’Italia in primo luogo, nessuna “mea culpa” e nemmeno una sanzione. Dove eravate??
Adesso tutti contro la Russia. Almeno tacete e occupate il tempo a studiare prima di aprire bocca. Chiedetevi perché in questo nuovo mondo, disegnato e occupato dalle Forze del Male, vi abbiano formattato il cervello a tal punto da non riconoscere dove sta la Verità, il Bene.”
FONTE: https://www.facebook.com/100004948412919/posts/2093089647532629/
PANORAMA INTERNAZIONALE
Perché le sanzioni a Putin non servono a niente
– Seconda parte
La strategia Usa sembra per ora fallimentare: Mosca continua l’invasione in Ucraina
Quella del regime-change, una mossa più desiderata (e disperata) che realisticamente tenuta in conto anche dagli americani, potrebbe creare più danni che benefici nell’opinione pubblica internazionale, contribuendo a tagliare ogni residuale via d’uscita diplomatica ancora percorribile. “Le sanzioni annunciate dalla Casa Bianca, tra cui il sequestro degli yacht degli oligarchi e la creazione di un Dipartimento ad hoc per scovare le loro attività criminali, sono mosse coreografiche del governo per far credere che si sta battendo per il popolo ucraino” ha commentato Laura Ingraham, conduttrice di punta di Fox News.
La stessa Jen Psaki, portavoce di Biden, rispondendo ai giornalisti ha definito così lo scopo delle sanzioni: “Vogliamo far sentire la pressione agli oligarchi”. Il tentativo, un po’ ingenuo, è che dai super ricchi possa partire la fronda contro lo “zar” del Cremlino, a cui tutti devono le loro fortune. Tuttavia è difficile che qualcuno tra loro sia pronto a fare la fine di Mikhail Khodorkovsky, in cambio del rilascio di un panfilo che magari batte bandiera panamense ed è intestato a società off-shore a loro non riconducibili.
Dottrina Putin contro dottrina americana
Per questo, non tutti sono così ottimisti sui risultati di sanzioni e sequestri per piegare la leadership di Putin. “Concordo con quanto ha detto il senatore Graham: nemmeno un singolo soldato americano deve andare in Ucraina ma noi abbiamo tantissime sofisticate apparecchiature militari che possiamo inviare stanotte. Possiamo fornire intelligence stanotte, per aiutarli a vincere – ha dichiarato Newt Gingrich, portavoce della Casa Bianca sotto Donald J.Trump – Se si vogliono aiutare gli ucraini, fate arrivare le armi stanotte. Portate le armi tramite la Cia, portate le armi attraverso coperture, portate le armi tramite aziende private. La dottrina russa è una sola: vincere. I russi agiranno finché è necessario, useranno tutti i mezzi barbari contro i civili, sul modello della Cecenia. Non si ritireranno mai, come ha ribadito Macron. Mentre la dottrina americana afferma: ‘Non si ricorre mai al nucleare finché non devi difendere la patria’, la dottrina russa è ferrea: ‘Puoi usare qualsiasi sistema si riveli vincente’. E non c’è deroga a questa dottrina, anche se dovessi abbattere centrali nucleari per vincere”.
Beatriche Nencha, 5 marzo 2022
FONTE: https://www.nicolaporro.it/perche-le-sanzioni-a-putin-non-servono-a-niente/2
IL LIMITE DELLA PAZIENZA RUSSA
“Patria di pazienza, terra dei Russi!”
Fëdor Ivanovič Tjutčev
Circa trent’anni fa, nel 1993, il politologo statunitense John Mearsheimer presentava come inevitabile lo scoppio di un conflitto tra la Russia e l’Ucraina. “La situazione – scriveva su “Foreign Affairs” – è ormai matura perché tra i due paesi esploda un’accesa rivalità in materia di sicurezza. Le grandi potenze divise da una linea di confine molto estesa e non protetta, come quella che separa Russia e Ucraina, entrano spesso in contrasto spinte dalla paura per la propria sicurezza. Russia e Ucraina potrebbero superare tale dinamica e imparare a convivere in armonia, ma una soluzione di questo tipo sarebbe alquanto inusuale”[1].
A questo approccio, basato su un modello “statalista” di scuola realista, Samuel Huntington rimproverò di ignorare il dato storico degli “stretti legami storici, culturali e personali che uniscono Russia e Ucraina e il forte grado di assimilazione reciproca esistente tra le popolazioni di entrambi i paesi”[2]; sottolineando invece la “profonda cesura culturale che divide l’Ucraina orientale ortodossa e l’Ucraina occidentale uniate”[3], il teorico dello “scontro delle civiltà” invitava a prendere in considerazione l’eventualità che il paese si spaccasse in due parti, ma riteneva improbabile una guerra russo-ucraina.
Quasi simultaneamente l’ex consigliere per la sicurezza nazionale Zbigniew Brzezinski, riferendosi dichiaratamente alla celebre formula di Sir Harold Mackinder (“Chi domina l’Europa orientale comanda il Cuore del mondo; chi domina il Cuore del mondo comanda l’Isola-Mondo[4]; chi domina l’Isola-Mondo comanda il mondo”[5]), illustrò la fondamentale funzione strategica che un’Ucraina separata dalla Russia avrebbe potuto svolgere al fine di agevolare il rafforzamento del controllo americano sull’Eurasia. “L’Ucraina, un nuovo ed importante spazio sullo scacchiere eurasiatico – argomentava Brzezinski nella Grande scacchiera – è un perno geopolitico [a geopolitical pivot], perché la sua esistenza stessa come paese indipendente aiuta a trasformare la Russia [helps to transform Russia]. Senza l’Ucraina, la Russia cessa di essere un impero eurasiatico. (…) Se Mosca riprende il controllo dell’Ucraina, coi suoi cinquantadue milioni di abitanti e le sue grandi risorse, nonché l’accesso al Mar Nero, la Russia automaticamente ritrova il modo per diventare un potente Stato imperiale, esteso sull’Europa e sull’Asia”[6].
La “geostrategia per l’Eurasia [geostrategy for Eurasia]”[7] proposta da Brzezinski agli Stati Uniti comportava perciò che ad ogni costo venisse impedito a Mosca di esercitare la propria egemonia sulla sua storica sfera d’influenza. L’Ucraina, alla quale Brzezinski assegnava la funzione di bloccare la Russia ad ovest e a sud, diventava così lo “scudo difensivo” dell’Europa centrale (concetto ribadito con le stesse parole, venticinque anni dopo, dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco[8]); altro compito dell’Ucraina sarebbe stato quello di tenere sotto costante controllo la Bielorussia. Infine, benché Brzezinski si rendesse conto che la Russia, dopo aver dovuto subire l’ingresso nella NATO dei paesi dell’Europa Centrale, avrebbe trovato “incomparabilmente più difficile [incomparably harder]”[9] accettare l’ingresso dell’Ucraina nell’alleanza militare egemonizzata dagli Stati Uniti, Kiev avrebbe fornito basi militari alla NATO garantendole l’accesso al Mar Nero. Così, con l’indebolimento della Russia, l’Ucraina avrebbe costituito il tramite per il collegamento del blocco occidentale con la regione transcaucasica e quindi avrebbe potuto consentire di minacciare da vicino la Repubblica Islamica dell’Iran.
Il progetto elaborato da Brzezinski costituisce lo sfondo strategico del documento che la NATO e l’Ucraina stessa siglarono nel 1997 per formalizzare il loro rapporto di partenariato. In quel documento si può leggere che “il ruolo positivo della NATO consiste nel mantenimento della pace e della stabilità in Europa, nella promozione di maggiore fiducia e trasparenza nell’area euro-atlantica, nell’apertura alla cooperazione con le nuove democrazie dell’Europa centrale e orientale, di cui è parte inseparabile l’Ucraina”. In seguito, nel novembre 2002, il rapporto della NATO con l’Ucraina sarebbe stato approfondito ed ampliato con l’adozione del Piano d’azione NATO-Ucraina, “che rafforza le attività di riforma dell’Ucraina verso la piena integrazione nelle strutture di sicurezza euro-atlantiche”[10].
Nel progetto geostrategico di Brzezinski il ruolo assegnato all’Ucraina si inseriva in un panorama europeo caratterizzato dall’allargamento della NATO ad est e dal complementare ampliamento dell’Unione Europea, “sostanziale testa di ponte geopolitica dell’America in Eurasia [America’s essential geopolitical bridgehead in Eurasia]”[11]. Perciò l’ampliamento dell’Unione Europea non avrebbe dovuto destare eccessive preoccupazioni alla Casa Bianca, al contrario. “Un’Europa più ampia – assicurava Brzezinski – espanderà il raggio dell’influenza americana [A larger Europe will expand the range of American influence] (…) senza creare nello stesso tempo un’Europa politicamente così integrata che possa presto sfidare gli Stati Uniti in affari geopolitici di grande importanza per l’America altrove, in particolare nel Medio Oriente”[12].
Offrendo all’Ucraina la prospettiva di aderire all’Unione Europea, ingerendosi sfrontatamente negli affari ucraini per aiutare i sovversivi di Majdan a trasformare l’Ucraina in un paese ostile alla Russia, fornendo sostegno politico e militare al regime golpista e sostenendo le iniziative antirusse delle amministrazioni statunitensi, l’Unione Europea ed i governi di alcuni paesi europei hanno collaborato attivamente per consolidare la “testa di ponte democratica” (democratic bridgehead) richiesta dal progetto statunitense di penetrazione nel continente eurasiatico.
Alla fine, dopo aver pazientato per più di vent’anni, la Russia è stata costretta a reagire. Perfino un ex militare della NATO, il generale Marco Bertolini[13], ha ammesso: “Gli Stati Uniti non si sono limitati a vincere la Guerra Fredda, ma hanno anche voluto umiliare la Russia prendendole tutto quello che in un certo senso rientrava nella sua area di influenza. La Russia ha sopportato con i Paesi Baltici, la Polonia, la Romania e la Bulgaria: di fronte all’Ucraina, che le avrebbe tolto ogni possibilità di accedere al Mar Nero, ha reagito”[14].
Ben prima di passare il Rubicone, Vladimir Putin aveva avvertito l’Occidente. Già nel 2007, alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco, il presidente denunciò infatti il carattere aggressivo e provocatorio dell’espansione della NATO. “In Bulgaria e in Romania – disse – compaiono le cosiddette basi americane avanzate con circa cinquemila uomini ciascuna. Risulta che la NATO ha dispiegato ai nostri confini le sue forze avanzate, mentre noi, continuando a rispettare gli impegni del Trattato[15], non reagiamo in alcun modo. Penso che sia ovvio che l’espansione della NATO non ha niente a che fare con la modernizzazione dell’Alleanza stessa o con la necessità di rendere più sicura l’Europa. Al contrario, rappresenta un grave fattore di provocazione che riduce il livello di fiducia reciproca. E noi abbiamo il diritto di chiedere: contro chi si sta svolgendo questa espansione? E che ne è stato delle dichiarazioni fatte dai nostri interlocutori occidentali dopo la dissoluzione del Patto di Varsavia? Dove sono oggi quelle dichiarazioni?”[16].
NOTE
[1] John J. Mearsheimer, The Case for a Nuclear Deterrent, in “Foreign Affairs”, n. 72, Estate 1993, p. 54.
[2] Samuel P. Huntington, Lo scontro delle civiltà e il nuovo ordine mondiale, Garzanti, Milano 2001, pp. 38.
[3] Samuel P. Huntington, op. cit., p. 39.
[4] L’Isola-Mondo è, per Mackinder, la massa continentale che comprende Europa, Asia ed Africa.
[5] “Who rules East Europe commands the Heartland; who rules the Heartland commands the World-Island; who rules the World-Island commands the world” (H. J. Mackinder, Democratic Ideals and Reality. A Study in the Politics of Reconstruction, [1919, 1942], National Defense University, Washington 1996, p. 106.
[6] Zbigniew Brzezinski, The Grand Chessboard. American Primacy and Its Geostrategic Imperatives, Basic Books, New York 1997, p. 46.
[7] Zbigniew Brzezinski, op. cit., p. 197.
[8] “L’Ucraina è ‘lo scudo dell’Europa’ contro l’esercito russo. Lo ha detto il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky intervenendo alla conferenza sulla Sicurezza di Monaco” (ANSA, Berlino, 19 febbraio 2022).
[9] Zbigniew Brzezinski, op. cit., p. 121.
[10] https://www.nato.int/docu/sec-partnership/sec-partner-it.pdf
[11] Zbigniew Brzezinski, A Geostrategy for Eurasia, “Foreign Affairs”, settembre-ottobre 1997, p. 53.
[12] Zbigniew Brzezinski, op. cit, p. 199.
[13] Il gen. Marco Bertolini è stato, fra l’altro, Capo di Stato Maggiore della “Extraction Force” della NATO presso la Repubblica di Macedonia (FYROM) per l’eventuale recupero dei verificatori dell’OSCE in Kosovo.
[14] www.liberoquotidiano.it, 24 febbraio 2022.
[15] Il Trattato Adattato sulle Forze Armate Convenzionali in Europa, firmato nel 1999.
[16] Discorso di Vladimir Putin alla 43° Conferenza sulla Sicurezza di Monaco, “Eurasia. Rivista di studi geopolitici”, 2/2007, p. 251.
FONTE: https://www.eurasia-rivista.com/il-limite-della-pazienza-russa/
I CONFINI NON DEVONO ESISTERE
Romana Mercadante Di Altamura – 5 03 2022
Le sanzioni non servono a niente, costringono solo a vincere la guerra più in fretta e ad aumentare la violenza del conflitto. Una nazione che sta bene non invade il vicino, fatevele due domande, forse il covid ha danneggiato la Russia più di quello che sappiamo.
Comunque, è assurdo che l’Italia non sia autarchica in fatto di grano e di approvvigionamento energetico, in principio furono le arance dalla Spagna oggi è dipendenza strutturale dal resto del mondo, e senza export saremmo una nazione di pecorai.
Ripensatele le politiche economiche ed energetiche perché la globalizzazione forse non è tutta questa figata. Ah no, ma i confini non esistono… non devono esistere… eh, si sta vedendo.
Meditate gente.
FONTE: https://www.facebook.com/lamercadante/posts/10227597435029331
Orban: “Sbaglia chi conta sulla NATO”
Il primo ministro ungherese Viktor Orban ha detto venerdì mattina che sente di non poter contare sul blocco occidentale quando si tratta di una vera azione riguardante la sicurezza del paese. “La NATO ci proteggerà quando saremo pronti a difenderci. Chiunque pensi che la NATO ci proteggerà si sbaglia”, ha detto in un’intervista per la radio statale Kossuth.
Orban ha lodato il fatto che l’Ungheria è riuscita a riorganizzare il suo esercito dal 2010 ed è abbastanza forte per proteggere se stessa e i suoi alleati. Tuttavia, crede che il paese dovrebbe stare lontano dalla guerra, poiché non è “compito dell’Ungheria risolvere la politica mondiale”. Il presidente ha aggiunto che la sicurezza dei cittadini ungheresi è la sua massima priorità in questo conflitto.
Orban ha anche avvertito che le sanzioni occidentali contro la Russia rappresentano un “pericolo immediato” per l’economia, notando che hanno già avuto un impatto in Ungheria, dove i prezzi dell’energia sono aumentati rapidamente, provocando ulteriore inflazione.
“Le sanzioni hanno un prezzo in quanto è un’arma a doppio taglio, e noi pagheremo questo prezzo nel breve termine”, ha detto nell’intervista, aggiungendo che è stato “solo l’inizio della crisi”.
Orban ha anche commentato i rifugiati ucraini che arrivano in Ungheria. Mentre circa il 70-80% dei 140.000 cittadini sfollati stanno andando in altri paesi, ha detto che l’Ungheria vuole offrire posti di lavoro a quelli che rimangono, e il primo ministro ha già avviato colloqui con i datori di lavoro. Ha aggiunto che il paese è pronto ad ospitare i rifugiati per tre mesi, ma ha avvertito che poi dovranno integrarsi nella società ungherese. Ha anche sottolineato l’importanza dell’assistenza sanitaria, poiché la pandemia di coronavirus rimane un problema.
Secondo l’ONU, più di un milione di persone sono fuggite dall’Ucraina da quando Mosca ha iniziato la sua offensiva giovedì scorso, dirigendosi in Polonia, Russia, Ungheria, Moldavia, Romania, Slovacchia e altri paesi per trovare sicurezza.
Sulla scia dell’invasione della Russia, l’Unione europea e altri paesi hanno posto una serie di sanzioni severe su Mosca, tra cui il divieto di diverse banche del paese dal sistema di pagamento globale, SWIFT, e la chiusura dello spazio aereo agli aerei russi. Importanti marchi internazionali come Apple, IKEA, H&M e Airbnb hanno anche sospeso le loro operazioni in Russia a causa del conflitto ucraino.
https://www.rt.com/news/551215-hungarian-pm-cannot-count-nato/
Hungarian PM says countries can’t count on NATO to protect them
FONTE: https://www.maurizioblondet.it/orban-sbaglia-chi-conta-sulla-nato/
MODELLI GEOPOLITICI A CONFRONTO
Il seguente articolo costituisce l’ideale prosecuzione di un altro contributo dal titolo “Il nemico dell’Europa”, apparso sul sito informatico di “Eurasia”. In questo caso si cercherà di tracciare le principali differenze tra due modelli contrastanti di applicazione della scienza geopolitica alla luce dell’attuale recrudescenza della crisi ucraina: quello “tradizionale” (o classico) russo e quello “moderno” (o forse sarebbe più corretto dire “tecno-finanziario”) di USA e NATO.
Il teorico cinese Wang Huning è stato uno dei primi a sostenere la tesi secondo la quale per capire la strategia nazionale americana è necessario in primo luogo capire il modo americano di essere Nazione: ovvero, osservare con attenzione il loro stile di vita prima di dare credito a ciò che appare nelle pubblicazioni “geopolitiche” dei loro think tank[1].
Huning, durante il suo soggiorno negli Stati Uniti nella seconda metà degli anni ’80 del secolo scorso, giunse alla conclusione che il fondamento dello stile di vita americano è l’idea di ricchezza o prosperità. Tale prosperità (apparente o reale) si mantiene solo attraverso il flusso continuo di capitale internazionale nelle casse statunitensi. E, per fare in modo che questo flusso di capitale si mantenga costante, si rende necessario che la posizione egemonica del dollaro non venga in alcun modo intaccata. Questa è la reale fonte di potere che, per ora, mantiene gli Stati Uniti forti e prosperi.
Ciò, naturalmente, comporta il quesito: come è stato possibile raggiungere tale posizione? La risposta va ricercata nella storia contemporanea. All’inizio della Prima Guerra Mondiale gli Stati Uniti erano uno dei Paesi con il più grande debito al mondo. Al termine del conflitto, invece, gli Stati Uniti erano un Paese creditore sul piano globale. Nel 1917, l’Intesa ricevette da Washington una linea di credito di 2,3 miliardi di dollari. Nel medesimo periodo, la Germania, sconfitta nella Battaglia dello Jutland (1916) e già sottoposta al blocco navale britannico, ottenne poco più di 27 milioni di marchi in aiuti esteri.
Di fatto, gli Stati Uniti sono stati tra i primi ad intendere la guerra esclusivamente come impresa economica nel momento in cui gli Imperi tradizionali europei, ancora convinti che la vittoria sarebbe stata determinata solo ed esclusivamente dalla forza degli eserciti sul campo (cosa possibile solo in caso di “guerra lampo”), erano ormai divenuti incompatibili con la base economica del capitalismo. La Prima Guerra Mondiale, dunque, è stato anche il primo conflitto in cui il flusso di capitale ha avuto un ruolo più importante del flusso di sangue inteso nel senso letterale del termine. Gli stessi Stati Uniti intervennero solo nel momento in cui erano ormai certi che non ci sarebbe stata nessuna sostanziale differenza tra vinti e vincitori (usciti entrambi con le ossa rotte dal conflitto). Questo perché l’obiettivo reale era quello di scalzare la Gran Bretagna dal ruolo di potenza talassocratica egemone sul piano globale. Obiettivo che sarà raggiunto solo a seguito della Seconda Guerra Mondiale e dopo che la stessa Gran Bretagna (grazie a quello che viene forse erroneamente definito come grande politico e stratega, Winston Churchill) contribuirà in modo determinante al suicidio suo e dell’Europa in generale.
Il 15 agosto 1971 è un’altra data fondamentale per la storia contemporanea e, soprattutto, per i fini di questa analisi. Quel giorno, il Presidente Richard Nixon annunciò la chiusura della cosiddetta golden window spezzando il legame tra dollaro e oro e tradendo il sistema creato a Bretton Woods. A partire da quella data, gli Stati Uniti hanno ottenuto il potere teorico di stampare dollari a volontà. Non solo, a seguito del conflitto arabo-israeliano del 1973 e di un accordo con l’OPEC, gli Stati Uniti ancorarono il dollaro al commercio globale del petrolio, trasformando la loro moneta nell’unica valuta per il regolamento internazionale del traffico petrolifero. Così facendo, hanno imposto al mondo il principio secondo il quale per comprare petrolio servono dollari. Dunque, se un Paese ha bisogno di petrolio, ha bisogno anche dei dollari per poterlo comprare. La globalizzazione economica, in questo senso, è stato l’inevitabile risultato della globalizzazione del dollaro.
In questo senso gli Stati Uniti, afferma l’ex generale dell’aeronautica dell’Esercito di Liberazione Popolare Qiao Liang, hanno dato vita alla prima “civiltà finanziaria” trasformando tutte le valute del mondo in accessori del dollaro[2]. A partire dagli anni ’70, inoltre, hanno iniziato a delocalizzare le industrie manifatturiere di basso e medio livello nei Paesi in via di sviluppo (favorendone il consumo di ambiente e risorse) tenendo sul proprio territorio solo quelle con un alto valore aggiunto in termini tecnologici. Gli effetti nefasti di tali politiche hanno avuto modo di riflettersi sulla stessa economia americana nel momento in cui la crisi del 2007 ha messo in evidenza la sua natura esclusivamente “virtuale” a fronte dell’azzeramento del settore produttivo. Una tendenza che sia l’amministrazione Obama che quella Trump hanno cercato (fallendo) di controbilanciare. Di conseguenza, le fortune/sfortune statunitensi ancora per molto tempo si baseranno sulla capacità di Washington di concentrare/convogliare il flusso di capitali internazionali sul suo territorio generando crisi geopolitiche ed eliminando potenziali concorrenti.
In altri termini, gli Stati Uniti hanno dato vita ad un “impero vuoto” totalmente parassitario (nel 2001 il 70% della popolazione statunitense lavorava nel settore della finanza e dei servizi ad essa correlati) fondato sulla produzione di dollari, mentre il resto del mondo produce la merce che viene scambiata con i dollari. “La globalizzazione – afferma Qiao Liang – non è altro che una moda finanziaria tenuta in ostaggio dal dollaro americano”[3].
Nel precedente articolo Il nemico dell’Europa si è fatto ampio riferimento alla guerra del Kosovo come “conflitto americano nel cuore dell’Europa” volto ad inquinare il clima degli investimenti nel Vecchio Continente e a contrastare sul nascere un rivale potenzialmente pericoloso: l’euro. Di fatto, prima della guerra del Kosovo, riporta ancora l’ex generale cinese, 700 miliardi di dollari vagavano per l’Europa senza un posto dove essere investiti[4]. Una volta iniziata la guerra con l’appoggio dei governi collaborazionisti europei (quello italiano in particolar modo), 400 miliardi sono stati immediatamente ritirati dal suolo europeo. 200 miliardi sono tornati subito negli Stati Uniti. Altri 200 sono andati ad Hong Kong, dove alcuni speculatori al rialzo puntavano ad usare la città come trampolino di lancio per accedere al mercato della Cina continentale. In quel preciso momento, arrivò l’“accidentale” bombardamento dell’ambasciata cinese a Belgrado da parte dei “missili intelligenti” della NATO. Risultato finale: i 400 miliardi sono confluiti tutti nelle casse statunitensi.
Nel novembre 2000, Saddam Hussein annunciò che le esportazioni petrolifere irachene sarebbero state regolate con l’euro. Il primo decreto del governo iracheno istituito dalle (e sotto le) bombe USA stabilì l’immediato ritorno all’utilizzo del dollaro per il commercio del greggio.
Lo stesso discorso si può facilmente applicare alla crisi ucraina del 2014, esplosa in un momento in cui gli Stati Uniti (come oggi) non volevano in alcun modo che il capitale rimanesse o venisse investito in Europa. Il modo migliore per evitare che ciò avvenisse era creare una crisi regionale. Una crisi che, inoltre, ha costretto l’Europa ad accordarsi agli USA nell’imposizione di sanzioni alla Russia.
Ad oggi, l’unico Paese che si è contrapposto a questo gioco nordamericano cercando di intercettare il flusso di capitali è la Cina. Questo dovrebbe in qualche modo chiarire il motivo per cui vi è stata una sostanziale intensificazione delle crisi regionali attorno al gigante asiatico, da Hong Kong a Taiwan.
Tuttavia, l’attuale recrudescenza della crisi ucraina impone anche un altro tipo di riflessione. Di fatto, a prescindere dalla volontà occidentale di inasprire il più possibile la crisi attraverso provocazioni (e operazioni “falsa bandiera”), propaganda e mancato rispetto degli accordi di Minsk, si sta assistendo al confronto da due modelli opposti di interpretare la scienza geopolitica. Nel già citato articolo Il nemico dell’Europa si è fatto riferimento all’utilizzo delle crisi geopolitiche da parte degli Stati Uniti come strumenti subordinati alla politica monetaria. Dunque, nel caso ucraino si è di fronte ad un doppio livello di manipolazione: geografico/ideologico e finanziario. La crisi geopolitica non solo ha il compito (nascosto) di far fluire i capitali verso Washington indebolendo la ripresa economica dell’Europa postpandemica, ma viene anche utilizzata come strumento per mantenere l’Europa in una condizione di “cattività geopolitica” all’interno dell’invenzione geografico/ideologica dell’Occidente.
Ora, preso atto che la realizzazione delle strategie globali delle grandi potenze dipende sempre dalla forza (fu Stalin ad affermare “tutti i trattati sono carta straccia, ciò che conta è la forza”), sarà necessario fare un distinguo tra un modello di geopolitica subordinata alla finanza (da non dimenticare che anche l’abbattimento di un aereo russo grazie ai sistemi NATO presenti in Turchia ha determinato una fuga di capitali da Mosca e Ankara nel 2015) ed un modello classico o tradizionale che (volente o nolente) si lega ancora all’idea di Élisée Reclus secondo la quale la geografia non è altro che storia nello spazio[5] ed alla nozione di lebensraum elaborata da Friedrich Ratzel.
Questo concetto merita un breve approfondimento vista l’errata interpretazione al quale è stato sottoposto al preciso scopo di presentare la geopolitica come una sorta pseudo-scienza nazista (un’operazione che già di suo ha ben poco senso se si considera che Ratzel muore nel 1904). Il lebensraum (spazio vitale) è profondamente legato al rapporto tra l’uomo/popolo ed il suolo/spazio. Lo spazio vitale, nella teoria di Ratzel, si sviluppa lungo due direttrici di crescita (wachstum) che comprendono tutti i fenomeni rilevabili nello spazio: un accrescimento verticale ed uno orizzontale. I fenomeni sono i segni vitali della connessione tra uomo e suolo: i campi coltivati, ma anche i luoghi di culto, le scuole, le opere d’arte e le industrie. Da questa connessione si genera l’idea politica, collante spirituale dello Stato e massima espressione dell’accrescimento verticale: ovvero, dello stesso Stato come organismo spirituale. La crescita orizzontale, invece, è collegata alla pura espansione militare ed allo Stato come organismo biologico. Tuttavia, tale espansione deve seguire i fenomeni sul territorio, nel senso di preferire quella direzione che permette una maggiore continuità tra centro e periferia[6]. Appare evidente come una simile elaborazione teorica si traduca direttamente in una condanna dell’imperialismo moderno che non conosce confini ma solo ed esclusivamente fasce di sicurezza.
La geopolitica subordinata alla finanza, infatti, si fonda non sulla salvaguardia del limes, ma sul controllo e sulla gestione dei flussi di capitale (anche attraverso il ricorso alla forza militare per manipolarli) come strumento per controllare il flusso delle risorse attraverso gli snodi geopolitici (ad esempio, il Canale di Suez o lo Stretto di Malacca). La geopolitica classica, al contrario, si fonda sul controllo logistico dell’immediato vicino come spazio per la proiezione di influenza. In questo senso, ad esempio, si potrebbe interpretare la colonizzazione greca dello spazio circostante al Mar Nero (fondamentale per accedere al grano prodotto da Sciti e Sarmati) nell’antichità[7].
Oggi, l’annessione russa della Crimea (dopo che questa era stata inserita all’interno dei confini ucraini solo negli anni ’50 del secolo scorso), a prescindere da quel diritto internazionale che spesso e volentieri viene interpretato sempre a vantaggio della potenza egemone che l’ha creato, può e deve essere interpretata anche in senso tradizionale. Impedire che tale avamposto (dopo la progressiva riduzione dello spazio di manovra a seguito del crollo dell’URSS) finisca sotto controllo della NATO ha sia un senso puramente strategico, sia un valore in termini di connessione spirituale tra suolo e popolo e, dunque, di riaffermazione dello spazio vitale russo. La Russia, inoltre, ha necessità di trasportare le sue risorse naturali per immetterle sul mercato e promuovere la sua economia. Il taglio di gasdotti e oleodotti (quello che gli Stati Uniti stanno cercando di fare attraverso la stessa crisi ucraina), di conseguenza, avrebbe (ed ha) un impatto non solo sull’economia russa ma anche (e forse in modo ancora più decisivo) sul destinatario finale: l’Europa occidentale[8].
Qui entra in gioco anche un altro tipo di considerazione. Il riconoscimento russo delle Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk (di per sé non criticabile da chi, ad esempio, ha creato dal nulla il Kosovo o il Sud Sudan per mero opportunismo geopolitico) ha un doppio valore. Ciò si ricollega sia al precedente discorso sulla riaffermazione dello spazio vitale russo (e come compimento di un processo iniziato nel 2014 dopo il colpo di Stato atlantista a Kiev), sia ad un più ampio progetto di accelerazione verso la ricostruzione dell’ordine globale. Appare evidente che la scelta russa si impone anche come una sfida aperta al modello unipolare. Il Cremlino, infatti, in un momento in cui si rafforza in modo costante la cooperazione eurasiatica (grazie soprattutto al lavoro diplomatico di Cina e Iran), dimostra di non temere minimamente un nuovo regime sanzionatorio (strumento principe dell’unipolarismo) che, come già anticipato (e nonostante i timidi sforzi del Presidente francese Emmanuel Macron per salvare il Vecchio Continente dal restringersi del cappio atlantico), andrebbe a discapito soprattutto dell’unico reale sconfitto in questa crisi: un’Europa incapace di salvaguardare il proprio interesse e di farsi polo autonomo e indipendente.
A questo proposito, si rende necessaria una considerazione finale per tutti coloro che proprio nell’Europa occidentale guardano alla Russia con eccessiva speranza. Questa, pur rappresentando un esempio di opposizione all’idea unipolare, persegue naturalmente il proprio interesse nazionale. Non sarà la Russia (anche fin troppo paziente in questo senso) a salvare l’Europa. Tuttavia Mosca, nel caso ucraino, ha il merito di mettere l’Europa davanti al fatto compiuto e di evidenziare oltremodo il ruolo nefasto dell’Alleanza Atlantica come strumento di coercizione del Vecchio Continente.
NOTE
[1]Si veda Wang Huning America against America, Shanghai Arts Press, Shanghai 1991.
[2]Qiao Liang, L’arco dell’impero con la Cina e gli Stati Uniti alle estremità, LEG Edizioni, Gorizia 2021, p. 101.
[3]Ibidem, p. 63.
[4]Ibidem, p. 109.
[5]“La geografia non è altro che storia nello spazio, proprio come la storia è geografia nel tempo”. Questa frase compare in exergo in ognuno dei sei volumi che compongono l’opera monumentale del geografo francese L’homme et la terre (Hachette, Parigi 1906-1908).
[6]Si veda F. Ratzel, Politische Geographie, R. Oldenbourg, Monaco-Lipsia 1897.
[7]Da non tralasciare il fatto che ancora oggi Russia e Ucraina rientrano tra i principali fornitori di grano al mondo. Il 50% del grano importato in Israele, ad esempio, arriva dall’Ucraina.
[8]Allo stesso modo, la Cina, con la Nuova Via della Seta, sta cercando di costruire un modello eurasiatico di cooperazione e sviluppo anche per dare forza propulsiva alla propria produzione economica interna. La creazione di crisi lungo il suo percorso non solo va a danno dell’economia cinese ma anche dei Paesi dell’Asia centrale e meridionale che, attraverso il progetto infrastrutturale, puntano a migliorare le proprie capacità di sviluppo.
FONTE: https://www.eurasia-rivista.com/modelli-geopolitici-a-confronto/
POLITICA
ELOGIO DELLA RESA?
Toni Capuozzo – 6 MARZO 2022
E’ domenica, nevica, e avrei voluto raccontarvi di questi giorni in Bosnia, a girare tra quel che resta di una guerra lontana. E invece mi torna in mente di quando ero un giovane inviato nelle rivoluzioni dell’America Latina, e non riuscivo a non sorprendermi della crudezza di una parola d’ordine diffusa: “Patria o muerte”. Veniva da un discorso di Fidel Castro nel 1960, ma assomigliava alle storie risorgimentali che mi avevano insegnato a scuola, a un’idea del sacrificio che mi pareva marmorea, retorica, e fuori dal mio tempo (Non avresti combattuto il nazifascismo ? Credo di sì, ma non è il mio tempo…). Mi è successo tante altre volte di chiedermi se avessero ragione quelli che si apprestavano, o almeno si dichiaravano pronti a morire per qualcosa, da Sarajevo a Gerusalemme, da Kabul a Mogadiscio, dalla Libia alla Siria. Sono uno che prova paura, ed evitavo di chiedermi se la mia distanza fosse viltà, o miseria di valori. Mi dicevo che morirei per salvare i miei figli, e la domanda successiva riapriva il problema: dove arriverei per difendere i figli degli altri ? So come me la cavavo: non morirei, ma neanche ucciderei in nome di una bandiera, in nome di un confine, non c’è nulla che valga la vita di un altro. Questa mia confusione ritorna, in questi giorni. Voglio confessarla semplicemente, come un pensiero banale. Non mi sorprende la voglia di resistenza degli ucraini, anche se penso che la loro esperienza di guerra, prima, fosse solo la guerra sporca del Donbass. Non mi sorprende che resistano con un orgoglio quasi commovente a un’aggressione. Mi sorprende il loro leader, che riscuote tanta ammirazione per un comportamento che ci sembra senza pari, tra i politici nostri, e per la forza delle parole, delle espressioni, della barba trascurata e delle magliette da combattente. Un grande leader, per me, non è chi è pronto a morire. Questo dovrebbe essere il minimo sindacale. Un grande leader è quello che accompagna il suo popolo nella traversata del deserto, lo salva. Ecco, a me pare che Zelensky lo stia accompagnando allo sbaraglio, sia pure in nome della dignità e della libertà e dell’autodifesa, tutte cause degnissime. E dunque mi sorprende ancora di più l’Occidente che lo spinge, lo arma, e in definitiva lo illude, perché non acconsente a dichiarare quella no flight zone che vorrebbe dire essere trascinati in guerra, come a Zelensky non dispiacerebbe. E da questa comoda posizione però incita, fosse mai che la trappola diventi la tomba per Putin: si chiamano proxy war, guerre per interposta persona, che altri combattono in nome tuo. Se va bene, bene, abbiamo vinto. Se va male, che siano curdi o afghani, hanno perso loro. In due parole: credo che sarebbe stato più sensato e utile mediare, provare non a sconfiggere Putin con il sedere degli altri, ma a fermarlo, a scombussolarne i piani. Cosa intendo ? Una resa dignitosa, una trattativa per cedere qualcosa ma non tutto, per raffreddare il conflitto, mettendo in campo caschi blu e osservatori, idee e prese di tempo. E invece vedo che piace l’eroismo, vedo che i nazionalismi non fanno più paura, che patria o morte torna di moda, dopo che anche i presidenti della Repubblica erano passati al termine “Paese”: piacciono le patrie altrui. No, si chiama de escalation: evitare che milioni debbano scappare. Evitare che migliaia debbano morire, salvare il salvabile, le idee e le persone che si fa in tempo a salvare. Però ormai lo scelgono loro. Per quel che riguarda noi, risparmiamoci almeno la retorica.
FONTE: https://infosannio.com/2022/03/06/elogio-della-resa/
MARCELLO, E’ ABITUDINE NON CATTIVERIA.
Francesco Berardino 6 93 2022
Un anno fa ci sorprese il fatto che Marcello Veneziani avesse scomodato la sua prestigiosa penna per rispondere a Paolo Mieli. Quello di Mieli era solo un riflesso condizionato, come quello del cane di Pavlov : se, ogniqualvolta il cane ti porge la zampa, tu lo gratifichi con un croccantino, quello alzerà la zampa tutte le volte che ti vede.
Alla stessa maniera tutti gli “intellettuali” di sinistra che per cinquant’anni si sono ingrassati riempiendosi la bocca di antifascismo, continueranno a riempirsela solo per abitudine, per un riflesso condizionato, magari involontariamente.
Non era il caso che Marcello si scomodasse per il solito bau bau del cane di turno.
FONTE: https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=2093720574136203&id=100004948412919
STORIA
TEORIE DELLA COSPIRAZIONE
1. SETTE TEORIE DELLA COSPIRAZIONE CHE SI SONO RIVELATE VERE, DALL’LSD NAZISTA AI NERI INFETTATI CON LA SIFILIDE, DALLA STRAGE DI HILLSBOROUGH ALLA GUERRA DEL GOLFO
2. L’OPERAZIONE ‘PAPERCLIP’ HA PORTATO DECINE DI SCIENZIATI NAZISTI NEGLI USA, GLI STESSI CHE HANNO SVILUPPATO ARMI CHIMICHE E LSD. LA CIA HA PROVATO A CREARE I ‘MANCHURIAN CANDIDATE’, UOMINI PROGRAMMATI PER UCCIDERE GRAZIE A DROGHE, ELETTROSHOCK E IPNOSI
3. LA GUERRA DEL GOLFO (’90-91) SI BASÒ ANCHE SULLA FALSA TESTIMONIANZA DI UNA RAGAZZA DEL KUWAIT SULLE ATROCITÀ DEGLI IRACHENI, ACCUSATI DI UCCIDERE NEONATI (VIDEO)
4. 400 AFROAMERICANI INFETTATI DAL GOVERNO CON LA SIFILIDE, LE INDAGINI INSABBIATE SULLA STRAGE ALLO STADIO DEL LIVERPOOL, L’ALCOOL AVVELENATO DURANTE IL PROIBIZIONISMO, I FALSI ATTENTATI CONTRO BERSAGLI OCCIDENTALI PER ADDOSSARE LA COLPA A FIDEL CASTRO
Il Governo Americano che fa ammalare 400 afroamericani di sifilide, la polizia che insabbia i fatti della strage di Hillsborough, un impostore che dà il via alla guerra del golfo. Ecco alcune teorie del complotto che si sono rivelate essere vere.
Da http://i100.independent.co.uk/
STUDIO SULLA SIFILIDE SUGLI AFROAMERICANI DI TUSKEGEE
Il Governo Americano che fa ammalare 400 afroamericani di sifilide, la polizia che insabbia i fatti della strage di Hillsborough, un impostore che dà il via alla guerra del golfo. Ecco alcune teorie del complotto che si sono rivelate essere vere.
L’epidemia di sifilide a Tuskegee
Questo esperimento, condotto dal governo americano, è durato dal 1932 al 1972. In questo periodo più di 400 afroamericani sono stati deliberatamente fatti ammalare di sifilide. Senza esserne informati, ovviamente. Il Governo voleva verificare se i neri fossero più resistenti alla malattia rispetto ai bianchi. Alla fine dell’esperimento, solo 74 degli ammalati erano ancora in vita.
Il progetto MK-ULTRA della Cia
Wired dice che durante il programma MK-ULTRA la Cia avrebbe somministrato droghe psicotrope ad alcune persone, contro la loro volontà, per esercitare poi un maggior controllo su di loro. Nello studio, anche la ricerca di un “Manchurian Candidate”, un uomo da ‘riprogrammare’ e trasformare in assassino a comando.
L’agenzia di sicurezza americana avrebbe usato anche tecniche come l’elettroshock, l’ipnosi, messaggi subliminali e l’isolamento forzato. Il programma è menzionato anche nel libro “Capre di guerra”, da cui è stato tratto “L’uomo che fissa le capre”, il film con George Clooney.
Operazione “Paperclip”
OPERAZIONE PAPERCLIP I NAZISTI IN AMERICA
L’operazione “Paperclip” (graffetta, in Italiano) era un piano segreto per portare gli scienziati nazisti in America alla fine della seconda guerra mondiale. Un resoconto dell’operazione è stato pubblicato dalla giornalista Annie Jacobsen nel suo libro “Progetto Paperclip: l’operazione di intelligence che portò gli scienziati nazisti in America”. Secondo il sito d’informazione israeliano Ynet, gli scienziati tedeschi avrebbero aiutato gli Stati Uniti a sviluppare le armi chimiche, ma avrebbero anche messo a punto la ricetta dell’LSD.
La testimonianza di Nayirah
Nel 1990 una 15enne di nome Nayrah parlò al congresso degli Stati Uniti, alimentando la scintilla che fece scoppiare la prima Guerra del Golfo. La ragazza raccontò che i soldati iracheni, dopo l’invasione del Kuwait, toglievano i neonati dalle incubatrici e li lasciavano morire, ma la sua testimonianza fu in seguito smentita da Amnesty International. Terminata la guerra, il New York Times ha rivelato che Nayirah era un impostore: si trattava della figlia dell’ambasciatore del Kuwait, e la sua testimonianza era stata scritta da due dipendenti della società di consulenza Hill&Knowlton.
La strage DI Hillsborough
Il 15 aprile 1989, 96 tifosi del Liverpool rimasero schiacciati dalla folla in quella che è passata alla storia come “la strage di Hillsborough”. Nel 2011 un giudice in pensione affermò che i familiari delle vittime avrebbero fatto bene ad accantonare le varie teorie del complotto riguardo alla tragedia. Ma nel 2012 un’inchiesta ha dimostrato come la polizia abbia “ripetutamente cercato di occultare i fatti della strage”. Tre anni dopo, l’inchiesta giudiziaria è ancora in corso, con nuove dichiarazioni che dimostrano il tentativo di insabbiare la vicenda.
Proibizionismo
Il sito slate.com scrive che il Governo americano avvelenava deliberatamente le bevande alcoliche durante il proibizionismo, questo per scoraggiare ulteriormente la gente a comprare alcol di contrabbando. Circa 700 persone morirono per intossicazione.
L’operazione Northwoods
Il Governo americano, durante la guerra fredda, aveva programmato alcuni attentati a tavolino contro bersagli occidentali, per poi poter scaricare la colpa su Cuba. I registri mostrano però che il piano non superò mai la fase di discussione.
FONTE: https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/sette-teorie-cospirazione-che-si-sono-rivelate-vere-dall-lsd-nazista-100185.htm
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