LE DONAZIONI E LA CARITÀ COMMERCIALE COME RICATTO LIBERISTA
Manlio Lo Presti (*)
A ridosso delle imminenti festività di fine anno, dalle connotazioni sempre più commerciali e sempre meno religiose, le attività cosiddette caritatevoli hanno un incremento altissimo.
Il “comparto” merita alcune riflessioni.
La carità fa girare miliardi, molti dei quali si perdono negli oscuri canali di riciclaggio verso banche virtuali con l’uso delle criptovalute, o verso le tradizionali banche-ombra con sedi in Oceania e dintorni.
La carità registra una possente espansione. Perché? I motivi umanitari invocati sono una favolistica che copre altre ignobili attività. Un fumo buonismo e lacrimevole lanciato negli occhi e a cui crede il 90% della gente.
La carità è la misura del fallimento e/o del cinismo delle strutture statali guidate da una classe politica ipocrita e insensibile alla realizzazione del bene comune.
La carità è concessa in presenza di precisi requisiti. Deve passare dalla “porta stretta”, un concetto ben descritto dal filosofo Umberto Curi qui: https://www.bollatiboringhieri.it/libri/umberto-curi-la-porta-stretta-9788833926674/
La carità non è un diritto e non è distribuita a pioggia. In forma moderna, non vi viene in mente la strategia dell’helicopter money lanciata dall’alto sui povery cenciosi che si accalcano per afferrare le banconote cadute sul selciato lurido? Ecco qui come lo spiega la inglessissima arrogante banca inglese: https://www.ing.it/investimenti-arancio/focus-mercati/helicopter-money.html
Vi è anche in questo caso una condizione: il denaro elargito ex gratia deve essere speso. Ma va detto che l’ex-gratia è diverso dal bonus come spiegato qui: https://it.spot-the-difference.info/difference-between-ex-gratia . Il bonus è un’altra variante che denota il livello di difficoltà economica da tamponare velocemente: https://www.treccani.it/enciclopedia/bonus_(Dizionario-di-Economia-e-Finanza)/ . Nessuno che pensi a progettare un piano nazione di ristrutturazione e ammodernamento della rete produttiva del Paese. Costa troppo, ci vuole ingegno e competenza, ha durata superiore ad una legislatura e non è appariscente come la carità a pezzi, ma senza futuro. Infine, governare gente azzoppata, ricatta e fiaccata dal bisogno è più facile. Adesso si comprende perché la povertà deve essere sempre abbastanza alta?
L’industria della carità è un’attività attorno alla quale si crea una molteplicità di strutture. Esempio primario è la filiera vaticana, le Ong, le associazioni, il volontarismo di massa che certifica il lavoro gratuito, un altro ignobile segno del tempo presente dove i diritti sono sistematicamente demoliti.
La carità presenta costi come qualsiasi attività umana. La prima domanda che viene in mente: da dove arrivano i soldi per fare fronte al funzionamento delle organizzazioni? Ci sono molte zone “opache”. I flussi finanziari dipendono da una serie di “variabili” quali la nazionalità delle strutture, la dimensione, i mezzi utilizzati, le organizzazioni che le hanno create, ecc. Un tema dal quale le fonti di informazione si tengono accuratamente alla larga.
La carità fa scena, è propagandabile, genera stima e consenso.
La carità genera finanziamenti in grandissima parte destinati a pagare il personale per oltre il 40% del totale raccolto. I trattamenti economici dei vertici sono altissimi. Non è un caso che, al comando delle strutture siano presenti esponenti di dinastie finanziarie. Lo squalo corre sempre dove c’è il sangue.
Le donazioni e la loro gestione commerciale e privatistica tendono ad eliminare i diritti determinati dalla negoziazione delle parti sociali riconosciute.
Le donazioni eliminano la concertazione democratica. Cadono dall’alto. L’erogazione è attuata da Associazioni di estrazione angloamericana (Lion, Rotary, Croce Rossa, Mezzaluna rossa, Cavalieri di Colombo, Cavalieri di Malta, SMOM, obbedienze massoniche, Ong prevalentemente valdesi, luterane, anglicane, la Comunità cattolica potentissima di Sant’Egidio che ha surclassato la sperimentata filiera della distribuzione di sussidi e di danaro orientata alla c.d. immigrazione attorno alla quale girano centinaia di miliardi di euro. Alcuni esponenti di mafia capitale affermarono in conversazioni registrate, con lieve accento romanesco, che i migranti “arzavano più daa cocaaaaa”: https://www.ilfattoquotidiano.it/2014/12/02/mafia-capitale-buzzi-immigrati-si-fanno-soldi-droga/1245847/
Le donazioni sono un veicolo di riciclaggio per Stati nazionali, ma soprattutto per un preciso e ricchissimo staterello che si definisce religioso.
Le donazioni sono una forma di truffa che funziona sulla leva del buonismo, del fare la cosa giusta. Qui un esempio: https://www.analisideirischinformatici.it/sicurezza/attenzione-alla-truffa-della-finta-donazione-speciale-di-natale-da-parte-di-massimiliana-landini-aleotti/
La donazione si muove all’interno di quello che Borges chiamava “l’incerto impero dell’etica”: https://spazioetico.com/2022/12/13/lambiguita-del-dono-la-vera-storia-dellarticolo-4-del-codice-di-comportamento-dei-dipendenti-pubblici/ . Entrano in gioco sentimenti come la gratitudine, ma anche e principalmente il suo rovescio: l’invidia e l’odio per il benefattore che, prudenzialmente, non si dovrebbe frequentare dopo il gesto munifico. Non sono rari i casi di benefattori uccisi proprio dai beneficati a loro più vicini.
Le donazioni sono uno strumento fiscale, le cosiddette “bare fiscali”… come raccontato con precisione qui: https://www.aifo.it/approfondimenti/gevolazioni-fiscali-donazioni/
Le donazioni sono eventi edificanti facilmente spendibili nella società dello spettacolo.
Le donazioni sono uno strumento di potere e di controllo in quanto revocabili in caso di comportamenti difformi rispetto alla teologia comportamentale prevalente.
Fonte: https://copilot.microsoft.com/chats/3Y4bZhr6FS1mqTv1Lhc6t
Le donazioni prosperano con la crisi dello Stato. La povertà è il ricatto del potere che tende a renderlo permanente e ad estenderlo per colpire l’estensione del dissenso con la precarietà e la fame.
Fonte: https://copilot.microsoft.com/chats/3Y4bZhr6FS1mqTv1Lhc6t
Le donazioni sono un’arma liberista. Con la loro azione iperselettiva, mirano a demolire ogni processo sociale coeso: famiglia, gruppi sociali, religioni, classi per rendere fluida e molle la massa di umani non più cittadini ma esseri informi.
Le donazioni e la carità, in sintesi, sono lo strumento preferito della realizzazione del dominio strisciante di modello angloamericano definito “soft power”.
Per coloro che vogliono vederci chiaro fino in fondo sugli aspetti oscuri delle donazione e della carità in genere, suggerisco la attentissima lettura di questo libro: https://www.chiarelettere.it/libro/lindustria-della-carita-valentina-furlanetto-9788861904255.html Furlanetto, L’industria della carità, Chiarelettere.
A noi tutti le inevitabili ed opportune riflessioni.
Niente è come sembra. Niente si muove a caso … ci sono troppi soldi investiti che devono generare ricchezza, per pochissimi…
(*) Scrittore ed esperto di banche e finanza)
FONTE: https://www.lapekoranera.it/2024/12/12/le-donazioni-e-la-carita-commerciale-come-ricatto-liberista/
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