BANCA INTESA CONCEDE TASSI ELEVATI SUI CONTI INTESTATI ALLA CLASSE POLITICA ITALIANA. PERCHÈ? 

BANCA INTESA CONCEDE TASSI ELEVATI SUI CONTI INTESTATI ALLA CLASSE POLITICA ITALIANA. PERCHÈ? 

Manlio Lo Presti (Scrittore ed esperto di banche e finanza) 4 05 2024

La notizia diffusa sottotono, quasi alla chetichella, che Banca Intesa ha applicato un tasso elevato sui depositi bancari intestati a tutti i parlamentari italiani è degna di necessaria attenzione Per una sua calibrata valutazione meriterebbe di essere arricchita di ulteriori dettagli e inquadrata in un contesto più ampio.

Sparata in questo modo, la notizia sembra il segnale di apertura di una sanguinosa faida e/o resa dei conti interna al sistema che, forse, segue la recente nomina del governatore di Bankitalia? Un avvicendamento istituzionale di peso che, inevitabilmente, genera delle ripercussioni sistemiche nazionali, con inevitabile rimbalzo sulle politiche bancarie comunitarie. Aggiungerei che la banca italiana di Piazza San Carlo 156 a Torino  possiede dimensioni ragguardevoli. Sul sito istituzionale la banca dichiara quanto segue: “Al 31 dicembre 2023, il Gruppo Intesa Sanpaolo presenta un totale attivo di 963.570 milioni di euro, crediti verso clientela per 429.540 milioni di euro, raccolta diretta bancaria di 576.136 milioni di euro e una raccolta diretta assicurativa di 172.746 milioni di euro”. Fonte qui: https://group.intesasanpaolo.com/it/chi-siamo/profilo#:~:text=Al%2031%20dicembre%202023%2C%20il,di%20172.746%20milioni%20di%20euro . A questi sono dati vanno aggiunti i miliardi investiti in forme alternative di risparmio (azioni, obbligazioni, polizze assicurative, gestione patrimoni, ecc.). Il totale consente alla banca di detenere da sola circa il 40% del totale di 5.126 miliardi di euro al terzo trimestre 2023.

L’area studi del sindacato FABI ha rilevato che “Tra il 2019 e il 2023 in Italia sono stati accantonati 552,5 miliardi di euro dalle famiglie italiane, con un saldo complessivo di ricchezza finanziaria che raggiunge i 5.216 miliardi a settembre 2023 e con un aumento prossimo al 12% nell’arco dei quasi 5 anni” Fonte qui: https://www.fabi.it/2024/02/17/i-risparmi-delle-famiglie-con-il-costo-del-denaro-al-45/

L’aspetto scandalistico è rappresentato dalla rapida enfatizzazione del “tasso alto” per nascondere i reali effetti sul sistema creditizio italiano da parte della banca in ordine agli aspetti relativi alla alterazione della concorrenza interna, ad esempio. Le notizie di prima mano non hanno evidenziato che la concessione di un tasso elevato sulla massa di depositi giacenti sui conti correnti rappresenta un costo elevato che dovrebbe suscitare qualche perplessità fra i responsabili dell’architettura di controllo italiana e comunitaria.

Sorge il sospetto che, anche in questo caso, la notizia sia stata diffusa non per informare correttamente i cittadini e l’opinione pubblica, ma per minacciare i “giusti” destinatari inviando loro un messaggio in codice: è un classico.

Infine, nessuno si domanda perché gli organismi di controllo “apicali” previsti dalla Legge bancaria nazionale e comunitaria non si siano ancora mossi attivando i controlli previsti che, spesso, si abbattono con insolita rapidità su strutture piccole e di peso irrilevante. Parlo di strutture ispettive bancarie italiane ma anche della magistratura contabile e di un noto Corpo di Polizia fiscale e di comparti di controllo della Comunità europea che al link: https://www.europarl.europa.eu/factsheets/it/sheet/84/sistema-europeo-di-vigilanza-finanziaria-sevif recita “SEVIF è composto dal Comitato europeo per il rischio sistemico (CERS), dalle tre autorità europee di vigilanza (AEV) – segnatamente l’Autorità bancaria europea (ABE), l’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (ESMA) e l’Autorità europea delle assicurazioni e delle pensioni aziendali e professionali (EIOPA) –, dal comitato congiunto delle AEV e dalle autorità di vigilanza nazionali.”. Una struttura agile, insomma. Sempre pronta a bastonare la ex-italia per comportamenti anticoncorrenziali ma che in questo caso tace. L’inerzia UE è una marchetta in favore della Francia, considerato che Torino ha un legame storico particolare?

Simile immobilismo suscita molteplici sospetti che gradualmente stanno diventando certezze. Forse, il sistema finanziario e bancario europeo è tutta una finzione? Forse, il sistema bancario italiano è stato esautorato da tempo lasciando in piedi le istituzioni a funzionare come sceneggiature di cartone? Forse, l’azione del colosso bancario finto italiano con sede a Torino e a trazione francese cerca di comprarsi i componenti di una classe politica totalmente inerme da un coacervo infernale di ricatti reciproci, grazie all’appoggio del P.T.F. (Partito Trasversale Francese) che conta sull’appoggio sfacciato di compagini governative precedenti?

Rimane la certezza che la responsabile dei nostri Servizi Segreti abbia redatto un rapporto dettagliato dell’operazione e abbia consegnato il documento scottante sul tavolo dell’attuale responsabile di Palazzo Chigi che lo avrà ovviamente ignorato, come accade da sempre nella storia dei governi italiani ma anche di quelli europei quando i contenuti non coincidono con le linee governative dettate minuziosamente da in Roma.

Aspettiamo dettagli maggiori, ma non speriamoci più di tanto in un Paese maestro e patria di misteri quarantennali. Infine, sarebbe opportuno smetterla di diffondere notizie recanti prevalentemente contenuti emotivi per generare conflittualità e scandalismo e non per incoraggiare un’analisi approfondita e completa. Non hanno utilità alcuna se non quella di seminare caos che si aggiunge al caos.