BENI ESPROPRIATI DAL “GREEN” E CITTA’ DA 15 MINUTI
di Manlio Lo Presti (scrittore e esperto di banche e finanza)
I costi di ristrutturazione termica imposti per legge dal “green”, ancora oggi in gran parte proveniente da fonti energetiche fossili, saranno insostenibili per il 70% dei proprietari: ma è un dettaglio senza importanza. Contro tutti coloro che risulteranno inadempienti rispetto ai dettami delle normative europee, l’espropriazione dei beni non-green sarà attuata a grandi linee con l’adozione di tre strategie.
La prima riguarda i proprietari di case libere da mutui, che non saranno in grado di pagare i costi altissimi delle ristrutturazioni green. La via percorsa potrebbe prevedere l’emissione a loro carico di una cartella esattoriale con ipoteca legale che impedisca la vendita del bene, diventato irregolare perché inadempiente rispetto alle nuove normative europee sulle ristrutturazioni ecologiche. Il passaggio di proprietà del bene non ristrutturato sarà effettuato a mezzo aste competitive (truccate), frequentate da rappresentanti di enti e fondi pensione internazionali, o con l’acquisto fuori asta secondo le determinazioni di volta in volta prese dal giudice. Verranno elaborate normative e/o regolamenti ad hoc, con l’emissione di un impianto sanzionatorio sotto forma di oscuro “ordine di servizio”, che il Parlamento farà finta di non vedere, e che non dovrà votare per non essere responsabile dei probabili e conseguenti tumulti popolari da parte degli espropriati. Sarà emesso il 24 dicembre o ad agosto nella disattenzione generale, come è accaduto a moltissimi DPCM recanti ben noti provvedimenti impopolari. In questo modo viene oscurato il massacro sociale causato dalla vastità delle vendite forzate e dai sequestri di case ancora non green.
La seconda riguarda i beni gravati da ipoteca bancaria. L’innalzamento ulteriore delle rate di mutuo, causato dalle unilaterali fluttuazioni dei tassi europei fissi e variabili, non renderà possibile il regolare pagamento delle rate, rendendo moroso il 60% dei mutuatari. In questo caso, i debitori classificati a contenzioso verranno avvicinati da “mediatori” che compreranno il loro bene al 50% del valore di mercato, ma detratto il mutuo residuo comprensivo delle morosità. La cessione trasferirà anche le ipoteche su quei crediti. Le ipoteche consentono la svendita dei beni ipotecati e sotto morosità a prezzi modestissimi e ben al di sotto del loro valore reale. I “mediatori” che porteranno a buon fine queste operazioni, a loro volta gireranno il possesso delle case alle multinazionali immobiliari anglogermanicoamericane… e il gioco è fatto.
La terza riguarda gli affittuari. A loro saranno imposti canoni più alti, fino a renderli insostenibili. È il sistema per cacciare gli affittuari con la forza pubblica ed inserire altri di loro scelta con contratti capestro pieni di clausole vessatorie, contro le quali non si opporrà nessuna associazione di consumatori o sindacati.
Le tre linee operative sono peraltro appoggiate da una dinamica negativa dell’inflazione, causata principalmente dalla crescita smisurata del petrolio quindi dei carburanti, quindi dei prezzi dei beni e servizi distribuiti da trasporti che usano quei carburanti. Il controllo e la custodia dei beni immobiliari depredati saranno assicurati dalla parcellizzazione delle città di 15 minuti. Ogni area sarà accessibile con varchi controllati da telecamere e con l’identificazione dei passanti. Le aree ridurranno la città ad un mosaico di zone ristrette il cui controllo sarà meno difficoltoso. I beni requisiti in forza di una normativa verde saranno maggiormente presidiabili da un minor numero di agenti delle forze dell’ordine, che verranno dislocati prevalentemente nelle aree contenenti immobili di pregio, per far fronte efficacemente ad eventuali occupazioni abusive. Si tratta di una operazione simile a quella di città come di Los Angeles, dove interi quartieri ricchi sono presidiati da migliaia di soldati privati armati fino ai denti che bloccano e identificano chiunque si avvicini a meno di una certa distanza.
I cittadini spogliati di ogni bene di proprietà verranno sospinti verso l’esterno, ed acquartierati in nuove bidonvilles che costituiranno nuovi ed immensi panorami urbanistici di estrema povertà, sotto lo stretto controllo militare di sezioni antisommossa della polizia. Anche in Italia avremo scenari simili alle grandi megalopoli risucchiate dalla darwiniana e feroce logica liberista: ognuno per sé, Dio per tutti.
Adesso forse è più evidente la vera ragione della creazione della “città da 15 minuti”. Ufficialmente, i motivi sono di natura ecologista che vuole tendere alle emissioni zero di CO2. Il motivo vero è l’installazione di una rete di controllo reticolare ed elettronica, con un approccio sistemico totalmente diverso e basato sul posizionamento ovunque di migliaia di telecamere, di valichi, di identificazione dei passanti.
Non ho descritto un distopico film di fantascienza. Se nessuno si opporrà a questo disegno in corso di realizzazione, si potrà tranquillamente parlare di “guerra civile”. Chiarisco per i finti tonti.
FONTE: https://www.lapekoranera.it/2023/10/11/beni-espropriati-dal-green-e-citta-da-15-minuti/