Dove sono i giornalisti d’inchiesta di una volta?
Manlio Lo Presti – 15 ottobre 2020
L’Italia gestita a colpi di bollettini di guerra sparacchiati dai vetri rotti di un vecchio palazzo coperto di fumi di battaglia mediatica che dura da oltre un anno.
Il cittadino è completamente inerme senza la possibilità di verificare la veridicità delle notizie gettate a valanga sulla sua testa. La scelta delle notizie trasmesse e/o diffuse a mezzo stampa, tv o web non sono casuali. Sono SELEZIONATE ACCURATAMENTE da una redazione tenuta al rispetto rigoroso delle “LINEE GUIDA” comunicate loro giornalmente dai direttori dei periodici teleguidati dai loro finanziatori che a loro volta sono controllati dagli alti comandi che si trovano altrove.
La storia del giornalismo è costellata da influenze più o meno pesanti sulla guida politica del periodico di turno. Beninteso, tali inframmettenze esistono, in verità in tutti i settori merceologici e finanziari da sempre.
Nel caso italiano, l’informazione finanziata e quindi condizionata dalla presidenza del consiglio, non può dare garanzie di indipendenza. Sono scomparsi i giornalisti di inchiesta: una generazione di rompiscatole che andavano ad intrufolarsi nelle pieghe degli eventi per raccontarne la parte buia e più pericolosa.
Va detto, per rispetto della verità, che alcuni di questi sono stati assassinati più dai loro compagni di strada che dai loro bersagli professionali. Insomma, sono stati suicidati dal fuoco amico, eufemismo per definire i traditori e i corrotti incaricati di eseguire l’ignobile compito. Altri sono stati tacitati e messi ai margini e sopravvivono con incarichi di terza o decima fila.
Una chiave di lettura di questo rivolgimento è la riflessione per la quale
la notizia non deve informare,
ma deve colpire, minacciare e “avvertire”
la persona o le istituzioni che la leggono
I requisiti di:
- veridicità,
- di raccolta scrupolosa delle relative documentazioni utili per la elaborazione teorica che conduce alle opportune analisi
non sono più necessari poiché la notizia è scomparsa da decine di anni per fare spazio alla disinformazione, alla alterazione dei documenti, delle notizie.
Siamo di fronte alla eliminazione della gerarchia dei saperi!
Al fatto raccontato asciuttamente, con toni pacati ma con stile tagliente, come insegnato da prestigiose scuole di giornalismo, adesso abbiamo l’urlo permanente, la minaccia verbale o perfino fisica, il chiacchiericcio sterile di 20 trasmissioni televisive politiche irradiate in prima serata con regale generosità da tutte le reti televisive di terra, di mare, di aria, dalla rete, dalla carta stampata.
L’ordine diramato è:
- non essere mai d’accordo, facendo partire liti furibonde (er popolo vole er sangue dall’impero romano ad oggi),
- contraddirsi continuamente o dire le cose a metà,
- dire tutto e il contrario di tutto, tanto la gente non ricorda quanto affermato un mese prima (un giochino, questo, che riesce sempre meno grazie alle registrazioni dai cellulari che vengono inserite su youtube, vimeo, tv private, ecc.),
- insultare minacciare e soprattutto isolare i dissidenti e quelli che non sono facilmente manipolabili fino alla loro primo avvertimento e/o eliminazione con un “casuale incidente d’auto o di moto”.
Come dice uno studioso di diritto, Franceschetti: la gente non DEVE capirci nulla.
Il circo deve imbonire facendo leva sulla collera, sulla istintualità alimentata dalla mancanza di informazione affidabile.
Tutti sono chiamati da dare il loro giudizio con il pollice in su, con i cuoricini, ecc. su qualsiasi argomento, si fanno petizioni gestite da oscure strutture anglosassoni che hanno lo scopo di fare dossieraggio di masssa raccogliendo e vendendo i milioni di indirizzi di posta elettronica di coloro che cascano dentro la rete a strascito la cui esca sono:
- temi da libro Cuore,
- temi ecologici-sostenibili-green,
- temi di inclusione di decine di migliaia di cosiddetti migranti che approdano con i cellulari in mano, quando negli scafi viene rubata ogni cosa, perfino le otturazioni dentarie in oro. Ma ESSI hanno il cellulare con sé.
TUTTO CIÒ PREMESSO
La situazione disinformativa attuale – italiana e mondiale – ha la paura come tema conduttore.
La paura è un veleno paralizzante che colpisce il 99% della popolazione.
COLORO CHE NON CI CREDONO RICEVONO FORZATAMENTE UNA INIEZIONE LETALE, PREFERIBILMENTE DERVO LE QUATTRO DEL MATTINO …
Mentre nelle città gli umani dormono sognando di sopravvivere domani …………