FABRIZIO CORONA IN CARCERE PERCHÉ ‘CONOSCE LA VERITÀ’
di Manlio Lo Presti (scrittore ed esperto di banche e finanza)
Fabrizio Corona conosce benissimo la comunicazione. È padrone della complessa tempistica della conversazione. Sa utilizzare i canali comunicativi. Lo fa rumorosamente perché il rumore attira l’attenzione. Ha capito che i riflettori sono la sua polizza vita. Lo ha dimostrato durante l’intervista della giornalista Francesca Fagnani a Belve su Rai2 il 26 settembre 2023 visibile qui: https://www.youtube.com/watch?v=5v1SzWQ_ek4 .
Sotto la scorza dozzinale si nasconde una forte intelligenza. Grandissima parte degli italiani non percepiscono questo aspetto, attirati dall’apparenza che lo vede un tipo barbarico, narcisista, avventato. Si tratta di un personaggio che ha attraversato, per ora indenne fisicamente, le aree più oscure e mefitiche della nostra Repubblica fondata su centinaia di misteri irrisolti. Sotto questo aspetto, può suscitare interesse quello che soprattutto non dice.
In Italia non viene carcerato nessun colpevole di reati gravissimi. Non esiste la certezza della pena. Nessuno ha pagato con le manette per delitti efferati come il ponte Morandi, le morti delle acciaierie di Taranto, l’inondazione dell’Emilia e Romagna, le ignobili uccisioni di bambini, la pedofilia diffusa e coperta da omertà al molibdeno, i saccheggi e il riciclaggio di immense somme dirottate nelle banche oltremare che stanno dissanguando l’Italia tra l’indifferenza generale, i fallimenti pilotati di Alitalia, Olivetti, Telecom, i danni ambientali tanto denunciati con responsabili ancora a piede libero. Circolano indisturbati anche i responsabili dei mancati interventi a favore dei terremotati ancora nel fango da 12 anni. Aggiungiamo le mancate carcerazioni degli esecutori e dei mandanti di delitti eccellenti insabbianti da quasi 40 anni.
Costui, invece, si prende rapidissimamente dieci anni di detenzione. Nel caso Corona, la giustizia è stata efficiente, efficace, repentina, come dovrebbe essere sempre. Corona è la dimostrazione vivente che la brutale, veloce e feroce tagliola detentiva scatta solamente contro coloro che toccano il Potere nei suoi rituali nascosti, a prescindere dai capi di imputazione!
Non si devono toccare i Poteri e basta!
Corona non è stato assassinato in carcere, come accade in Italia da decenni (senza colpevoli) a persone “scomode”. Perché non è stato ancora suicidato? Perché custodisce da qualche parte decine di migliaia di foto, registrazioni e documenti che potrebbero uscire fuori in caso di una sua “casuale” eliminazione fisica.
Sarebbe il caso di analizzare il personaggio Corona come uno degli aspetti distopici e più endemici della nostra Repubblica. Ma nessuno oserà farlo perché la fetida melma che si dovrebbe smuovere è un abisso profondo centinaia di metri …
A suo grave danno hanno giocato aspetti narcisistici e combattivi del suo carattere, la sua arroganza. Aspetti che lo hanno danneggiato e che sono stati la scusa “ufficiale” per la irrogazione di una pesante punizione, che doveva essere più lunga ma non si sono azzardati a farlo per il timore di fuoriuscita di immagini e informazioni imbarazzanti. Sono noti a tutti gli abusi sui bambini i cui capi di imputazione sono stati azzerati e gli indiziati sono a piede libero. Nessuno ha ancora arrestato i responsabili di danni alle strutture viarie e ferroviarie. Nessuno ha arrestato i responsabili di infiniti abusi edilizi.
Costui non è un santo, ma è un personaggio che non raggiungerà mai il livello dell’orrore di certi individui felpati, eleganti che, dietro le quinte, hanno distrutto il nostro Paese e che passeggiano ancora oggi impuniti e perfino protetti grazie ad un collaudatissimo sistema di ricatti incrociati che impedisce l’accusa specifica ed individuale. L’imputato farebbe sapere ai suoi accusatori quante carte potrebbe tirare fuori e tutto finisce nella sabbia. E’ sempre bene non fermarsi alle apparenze e andiamo oltre la vischiosa cappa dell’ipocrisia. Niente è come sembra.
FONTE: https://www.lapekoranera.it/2023/10/13/fabrizio-corona-in-carcere-perche-conosce-la-verita/