Neomaccartismo, guerre locali, finanza liberale, terrorismo informativo: i quattro cavalieri dell’apocalisse
L’odio e il rancore come difesa contro l’ipocrisia, il buonismo, il politicamente corretto, le disuguaglianze.
Manlio Lo Presti – 28 marzo 2019
Da molto tempo imperversa una follia collettiva sovragestita dalla cupola mondialista delle élite democratiche nordamericane coadiuvata dalla meticolosa e zelante distribuzione di oltre 26 conflitti regionali che alimentano il riciclaggio di denaro e il mercato delle armi con la finanziarizzazione liberal che ha letteralmente sovrastato e quasi eliminato l’economia “reale” di produzione di beni e servizi.
Neomaccartismo, guerre di teatro, finanza liberale e terrorismo informativo sono strumenti che dispiegano la loro efficacia in quanto intrecciati fra loro.
Il neomaccartismo viene usato scientificamente dagli strateghi della geopolitica a trazione USA per il controllo del pianeta. Il caos che ne deriva viene utilizzato per stritolare e demolire gli Stati-nazione, la loro identità culturale e etnica, i loro confini, i loro diritti in quanto ostacolano la “democrazia” veicolata dalla fluidità dei mercati finanziari.
Le guerre di teatro (locali) sono utilizzate per destabilizzare aree del pianeta che si oppongono alla politica imperiale USA e soprattutto sono attuate dove non esiste la presenza di succursali delle banche Rothschild, Goldman Sachs, ecc.
Il predominio finanziario mediante politiche di prestiti facili che incravattano i Paesi prestatari costretti poi a smantellare il loro stato sociale in nome del c.d. “libero mercato”. È un efficacissimo mezzo di controllo dei Paesi-bersaglio verso i quali non si ritiene – all’inizio – di scatenare un conflitto militare interno.
Il terrorismo informativo, costituito dalla creazione di una valanga di informazioni false distribuite da catene televisive, giornali e dalla rete. È lo strumento maggiormente utilizzato dai servizi segreti per diffondere nelle popolazioni-bersaglio una percezione distorta della realtà che ha lo scopo di rendere inevitabili le decisioni prese dagli USA: crea il problema, fallo marcire per un certo tempo e poi fornisci la soluzione-fate-presto. La politica del “soft power”, cioè la creazione di centinaia di istituzioni culturali in tutto il mondo (i cosiddetti think tank) e vari enti benefici propulsori delle charity invece dei diritti sociali, sostiene il progetto di deformazione della realtà, favorisce il consenso alle politiche neomaccartiste USA nel mondo. Sono istituzioni che ricevono ingenti finanziamenti, hanno una struttura gerarchica che necessita di anni per essere scalata, hanno una teologia interna costituita da regole artificiali create a tavolino per impegnare gli affiliati a studiarle con fatica per anni (caso classico sono le oltre 200 religioni fiscalmente facilitate e le “organizzazioni esoteriche” sfornate dagli USA ed estese in tutto il mondo, ma che siano sempre in conflitto reciproco perché non sia loro possibile aggregarsi e diventare uno strumento fuori controllo).
Il capolavoro degli spin doctor USA è stato appunto quello di aver creato ed aggiornato continuamente questi strumenti del totalitarismo percettivo che sta imprigionando gran parte del pianeta in una gigantesca bolla cognitiva stile Matrix.
Le aree del pianeta che ancora si oppongono alla sottomissione di tale progetto iperliberista neomaccartista sono bersaglio delle pressioni esercitate dal Sacro Occidentale Impero Tecnetronico USA che vanno dalla lobbying del soft power fino all’opzione terroristico-militare esercitata con milizie private (contractors) capeggiate solitamente da ex generalissimi dell’esercito e dal Pentagono, che pompano decine di miliardi di dollari al giorno rivenienti dal governo ma soprattutto da un vorticoso flusso di bonifici di denaro riciclato mediante le banche-ombra e adesso con il sistema blockchain e bitcoin. Mi riferisco alle aree del Medioriente, alla Russia, alla Cina, ad alcuni Paesi sudamericani che non hanno – ripeto – agenzie operative delle maggiori banche nordamericane ed europee.
Questo mondo parzialmente condizionato dalle “dottrine geopolitiche” tempo per tempo dominanti negli USA trova ostacoli sempre più duri da parte di coloro che oppongo resistenza per legittima difesa, per affermare la legittimità della propria esistenza costituita da una propria scala di valori etnici, culturali, economici.
Si tratta di salvaguardare le differenze intese come patrimonio dell’umanità.
Si tratta di tutelare il multiculturalismo che va confuso con l’integrazione a marce forzate di masse di c.d. immigrati pilotati da occulte agenzie del terrore e miranti alla destabilizzazione geopolitica delle aree e nazioni colpite da tali flussi disordinati.
Multiculturalismo non è quindi integrazione
L’accoglienza e l’integrazione sono fondate sulla accettazione della scala dei valori del Paese di arrivo. Un processo quasi impossibile perché, diciamocelo senza ipocrisie, le popolazioni che migrano non si integrano nel Paese ospitante che invece finiscono per odiare profondamente con rancore e rabbia.
Si creano quindi gruppi umani fondati sull’odio, chiusi nei propri valori antropo-culturali usati come difesa della propria identità: si veda il caso delle miriadi di quartieri stile Chinatown esistenti negli USA da oltre un secolo. Abbiamo i quartieri cinesi (Chinatown), italiani (Little Italy), gli irlandesi, i polacchi, i russi, ecc. Si tratta di entità sociali spesso importanti, con ampi mezzi finanziari e addirittura, in grado di condizionare le elezioni di sindaci, senatori e presidenti USA. Entità che nessun politico nordamericano si è mai sognato di eliminare, pena l’esplosione di una vera e propria guerra-civile-razziale!
Il liberismo neomaccartista iperliberista intende eliminare qualsiasi ostacolo di natura economica, statuale, etnica, sociale ma si tiene in casa queste minoranze.
Il modello iperliberista USA promuove scientificamente la repressione delle resistenze con l’uso della detenzione indiscriminata in prigioni a gestione privata generando una marea di ricavi. Non a caso gli USA hanno il maggiore numero di detenuti del mondo superando anche le dittature euroasiatiche ed asiatiche!
Un bel modello di democrazia a trazione finanziaria speculativa da esportare nel mondo…
L’uso indiscriminato di questi quattro cavalieri dell’apocalisse incontra una crescente resistenza da parte del resto del mondo dove esistono da anni, troppi per non essere voluti, conflitti sanguinosi e con sterminio di civili contro ogni regolamentazione umanitaria che l’Onu ed agenzie simili dovrebbe arginare mostrando invece la loro palese inutilità.
Aggiungo un aspetto spesso sottovalutato perché scambiato per debolezza. Parlo dell’inquietante silenzio della Russia, dell’India e della Cina. Sono entità nazionali importanti e molto pericolose in termini militari ed economici. Mi preoccupano le loro eventuali reazioni ad un incremento di aggressività sostenuta dalla attuale classe politica USA orientata al predominio bancario/finanziario e militare del globo.
Non si fanno i conti senza l’oste, malgrado molti politologi ipotizzino l’esistenza di un accordo sottobanco delle maggiori potenze che fingono di litigarsi ma che poi detengono il potere in coabitazione. Si tratta di una tesi accomodante e rassicurante a cui non credo.
Ritengo, più realisticamente, che esista attualmente una strategia condizionata dal “dilemma del prigioniero” (*): il primo che abbassa la guardia viene massacrato e sterminato dagli altri.
Tutti i contendenti sono d’accordo nel mantenere una abissale distanza tecnologica con il resto del mondo affinché questo “resto” non sia mai in grado di assaltare il fortino dei dominatori mediante la terrificante spinta di masse di miliardi di esclusi e di insoddisfatti che premono alle porte della cittadella per impadronirsene e poi distruggerla.
Non crediamo alla favola della inclusione e dell’accoglienza che altro non è che un rinnovato cavallo di Troia 2.0.
Il mondo è dominato da un odio insondabile delle masse escluse che a tutto pensano tranne che ad integrarsi in un mondo che li tiene in feroce sottomissione. L’élite superglobalista sa benissimo che il sentimento predominante da secoli è l’odio titanico e ossessivo degli esclusi contro i dominatori, del servo contro il padrone …
Esiste l’odio come combustibile dei dominati contro i dominanti che si legittimano con la persuasione e la violenza assoluta.
Oggi non vedo perché debba essere diverso laddove le tecnologie della dominazione planetaria hanno esasperato le disuguaglianze e accresciuto il controllo delle risorse (acqua, materie prime, fonti energetiche) con l’esclusivo e prevalente scopo di tenere a bada l’urlo distruttivo e l’insanabile odio delle masse escluse dal banchetto e sottomesse con brutalità e ferocia indiscriminata.
Sotto il velo ipocrita e soporifero del buonismo esiste l’odio il rancore! Questa è la realtà.
Coloro che fanno passare informazioni melliflue, buoniste, fraterne “ad usum delphini”, sono dei veri e propri ipocriti untori dell’informazione in malafede!
Ne riparleremo …
Nota
(*) cfr: http://utenti.quipo.it/base5/logica/dilemmaprig.htm