Sopravvivere alla martellante melassa disinformativa con il DUBBIO
Manlio Lo Presti – 8 febbraio 2020
Invito a riflettere sulla importanza del DUBBIO inteso non come generica e aprioristica incredulità, ma come verifica continua dei procedimenti che costruiscono le opinioni e i ragionamenti.
Si tratta di capire quali procedure mentali sottendono ad una opinione.
Mi viene in mente la riflessione del banchiere David Goldman: GLI UMANI DECIDONO PER DUE MOTIVI. IL PRIMO E’ QUELLO GIUSTO, UMANO, CONDIVISIBILE, BUONISTA, SOCIALE, UMANITARIO. IL SECONDO PER QUELLO VERO CHE SPINGE ALL’AZIONE! (cioè il profitto).
Il fondatore della titanica Goldman Sachs conferma ancora una volta che “niente è come sembra” e quindi viene irrogata informazione preselezionata a ondate e con notizie spesso in contraddizione fra loro.
Altra griglia di valutazione di veridicità di una informazione è fare ricorso metodicamente ai seguenti quesiti:
– chi
– come
– dove
– quando
– PERCHE’.
Aggiungo anche la riflessione di Andreotti – 7 volte capo del governo e 48 volte ministro: PENSARE MALE E’ PECCATO, MA DIFFICILMENTE CI SI SBAGLIA.
Gli umani sono letteralmente investiti senza soluzione di continuità da una melassa disinformativa che deve disorientare, stordire, ma soprattutto, deve incutere paura, ansia, incertezza.
I sopra elencati requisiti sono la base del totalitarismo, fase avanzata della dittatura. Ne ha scritto in maniera straordinaria la pensatrice Hannah Arendt.
Il totalitarismo rinchiude gli umani dentro una BOLLA PERCETTIVA (cfr. THE TRUMAN SHOW) invasiva ed avvolgente.
Come difendersi?
Provocatoriamente, facendo ampio ricorso al metodo dei PIZZINI usato non solo dalle mafie, ma anche dal primo miliardario nordamericano HOWARD HUGHES del quale il suo diretto collaboratore ha conservato ben 300.000 foglietti contenenti disposizioni e ordini per la gestione del suo impero economico e finanziario.
Il leader polacco Jarosław Kaczyński non ha telefono né cellulare, non ha profili social, non ha una mail personale.
L’ultima foto della più influente della ricchissima famiglia Quandt risale a 60 anni fa. I suoi componenti escono raramente, partecipano a rare feste, comandano il loro impero economico attraverso 30/40 pretoriani che dirigono e/o presiedono le sussidiarie e le società. Lo stesso comportamento riservatissimo ha l’industriale indiano Rattan Tata titolare di una impresa auto e meccanica le cui dimensioni sono 5 volte la General Motors.
Lo stesso fanno i capi militari afghani: sono invisibili totali, anche per i microfoni direzionali perché scrivono foglietti che bruciano dopo la loro lettura. Tale invisibilità informativa e mediatica ha sconfitto gli immensi eserciti russi e americani che hanno dovuto lasciare di corsa il Paese.
La leggenda dello spionaggio militare Markus Wolf della Germania orientale scriveva i messaggi su fogli appoggiati su un vetro per evitare di ricalcare la scrittura, la sua voce era sconosciuta per evitare registrazioni manipolabili, ecc. ecc. ecc.
Per uscire dal suo quartier generale di Torino l’industriale Agnelli faceva partire 5 automobili di identico colore e con identica targa verso 5 direzioni diverse: sarebbe stato troppo complicato ed eccessivamente visibile lanciare razzi contro tutte le auto in corsa …
P.Q.M.
Ritengo estremamente complicato per la maggioranza della popolazione cercare di riflettere sul contenuto delle informazioni ricevute. Ne manca il tempo perché sono appositamente e volutamente troppe.
TUTTO CIO’ PREMESSO
Ritengo che la migliore tattica sia quella di “disconoscere” totalmente i vettori informativi, anche mediante l’esercizio del “diritto all’oblio”.
E’ una scelta radicale, difficile, ma qualcuno/a ci è riuscito …
A presto,
Manlio Lo Presti
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