Adriano Olivetti, Ai Lavoratori, Edizioni di Comunità, 2013, pag. 53, € 6,00

Sabato, 11 Gennaio 2014 18:01

Adriano Olivetti,  Ai Lavoratori, Edizioni di Comunità,  2013, pag. 53, € 6,00

Le fasi evolutive delle società  non cessano di avvicendarsi. Il senso di marcia di queste fasi non è¨ più fideisticamente visto come un balzo in avanti verso una società  migliore. Possono verificarsi movimenti della società  anche all’indietro, come argutamente evidenziato da Umberto Eco nel suo libro “A passo di gambero”. Nelle evoluzioni ci sono fortunatamente i ri-pensamenti e il recupero di autori dimenticati. Parliamo in questo caso dell’imprenditore Adriano Olivetti e delle vicende della fabbrica che portava il suo stesso nome.

Parliamo di un industriale che era arrivato a vendere le proprie macchine negli Usa, diventando un gruppo industriale globale ante litteram. Un successo commerciale costruito sulla capacità  di trovare il difficile punto di equilibrio nel rapporto qualità /prezzo. Nella ricerca di nuovi mercati e di nuove combinazioni profittevoli dei fattori produttivi, Olivetti si lancia negli anni cinquanta alla conquista di nuovi perimetri di azione, espande le fabbriche, assume personale. E’ uno dei primi imprenditori che credono che la ricerca tecnologica sia il veicolo principale per un felice posizionamento di mercato, mentre la stragrande parte degli imprenditori italiani non ne hanno la minima cognizione. Anche oggi, se vogliamo, l’Italia ha una scarsa propensione media al rinnovamento delle tecnologie della produzione attuabile con investimenti di medio e lungo periodo. In questo contesto di scarsa visione di futuro, il recupero del pensiero olivettiano da parte della casa editrice Comunità  è ¨ un gesto veramente meritorio perché intende recuperare tutto il pensiero dell’imprenditore partendo da questo volumetto dove vengono riportati due discorsi fatti negli anni cinquanta negli stabilimenti di Ivrea e di Pozzuoli. I due testi evidenziano con una lungimiranza ammirevole quanto sia importante il rapporto con i lavoratori, con il territorio, con le istituzioni locali, con i gruppi di interessi che ivi si muovono. Oggi, questo insieme di azioni è ¨ stato definito “Responsabilità  sociale d’impresa”, ma è ¨ stato scarsamente applicato. Nelle strategie di Olivetti, l’essere umano ha una posizione centrale ed il profitto – attenzione attenzione! – non è¨ solo l’incremento della ricchezza. Il profitto è ¨ anch’esso una creazione di valore sociale: una riflessione assolutamente innovativa per i tempi in cui fu elaborata. I discorsi trasmettono un afflato appassionato e un pò visionario tipico di chi vede troppo lontano rispetto ai tempi in cui si muove. In assenza di un sistema sia pure embrionale di relazioni industriali in una Italia da poco uscita stremata dal conflitto mondiale, l’approccio di Olivetti assume talvolta dei toni paternalistici che tuttavia non offendono la dignità  dei lavoratori ai quali egli si rivolge con la certezza di fare la cosa giusta nel valorizzare il suo rapporto con loro. I discorsi contengono dati e stime tecniche ma sono elaborati per non perdere mai il contatto fisico e visivo con i lavoratori meritevoli della massima considerazione perché essi e solo essi – aveva già  capito Olivetti – sono il vero fattore di successo di una iniziativa economica ed infine di qualsiasi impresa umana. Un libretto agile che ha molto da insegnare agli imprenditori di oggi, alle strutture pubbliche chiamate a svolgere un ruolo propulsivo nel mondo dell’economia reale e non solo della devastante speculazione finanziaria mordi e fuggi, alle organizzazioni sindacali che dovrebbero riprendere appieno il gusto della contrattazione a tutto campo anche dura se necessario. Una bella lezione per tutti coloro che saranno capaci di capirla! Manlio Lo Presti

Adriano Olivetti,  Ai Lavoratori, Edizioni di Comunità,  2013, pag. 53, € 6,00

http://www.professionebancario.it/scaffale/item/562-adriano-olivetti-i-lavoratori-il-vero-fattore-di-successo.html