Benedetta Craveri, Gli ultimi libertini, Adelphi, Milano 2016, pag. 620, € 27,00
6/4/2016
Il libro tratta un particolare aspetto della civiltà del Settecento francese. Un periodo storico da lungo tempo esaminato dalla studiosa Benedetta Craveri. Diversamente dai tipici libri di storia, le vicende politiche internazionali e quelle militari sono in sordina. L’abilità narrativa dell’Autrice evidenzia un settecento francese come l’apoteosi del cerimoniale, del rituale e dell’etichetta. Ogni gesto scandisce i tempi e lo sviluppo dei rapporti sociali della casta alta francese e ne stabilisce ruoli precisi e gerarchie stringenti. La vasta operazione di elevazione formale e culturale della nobiltà francese costituisce il compimento del disegno politico della monarchia francese assolutista di concentrare in un luogo preciso (Versailles) la nobiltà. Alla casta vengono progressivamente sottratti poteri politici e militari, sostituiti con gran generosità da rendite e lussi elevati. Il tutto ovviamente a carico della popolazione sottomessa. Versailles diviene il terreno di coltura di congiure e di intrighi complicati, ma anche la fonte di concezioni geopolitiche che talvolta preconizzano le imminenti rivoluzioni socio economiche. Molte strategie della politica europea del regno di Francia vengono delineate nei salotti delle grandi Dame di corte. Un aspetto, questo, che la Craveri tratta con maestria rispettivamente nelle opere: Civiltà della conversazione e Amanti e Regine. Nei Salotti del Grand Siècle vengono intessuti i delicati e complessi equilibri economici e militari che faranno della Francia la massima potenza dell’Europa continentale. L’analisi dall’interno delle dinamiche che muovono la nobiltà sono l’argomento del primo dei libri della Craveri pubblicati da Adelphi (Madame Du Deffand e il suo mondo).
Con il testo “Gli ultimi libertini”, l’indagine si sposta sulle esistenze di un gruppo di aristocratici che, con il loro operato, accelerano il disfacimento dell’Ancien Régime mettendo a repentaglio la loro vita, percorrendo la via dell’esilio e della povertà al momento della deflagrazione della cosiddetta Rivoluzione Francese dopo il 1789. L’Autrice ci porta con mano sicura nelle vite di sette libertini che incrociano le loro vicende personali in un mondo che li accomuna. Alcuni rimarranno in Francia fino alla fine, altri salperanno per le Americhe. Ognuno andrà incontro ad un destino non comune all’interno di un processo storico in radicale cambiamento, i cui effetti si riflettono ancora oggi in Occidente e nel resto del nostro pianeta.
Il libro ci fa iniziare un viaggio vertiginoso, ricco di emozioni forti, di paure, di colori, di molti non-detto, di rammarichi, di ricordi, di rimpianti. Un florilegio lungo oltre seicento pagine ben scritte che lanciano un messaggio molto simile al tempo presente che stiamo vivendo!
Manlio Lo Presti