Fausto Capalbo, Fatti e Misfatti, Biallo Editore, 2018, Pag. 424, € 25
Manlio Lo Presti – 22 novembre 2018
Da qualche anno, si sta infittendo la bibliografia sulla storia d’Italia dall’esperienza unitaria risorgimentale ad oggi. Gran parte delle pubblicazioni più stimolanti sono state prodotte fuori dall’ambiente accademico. La fossilizzazione del mondo accademico italiano su posizioni cosiddette di sinistra chiuse duramente a qualsiasi confronto democratico, ha avuto una chiave di lettura da quando, molto tardivamente, si è scoperto essere una conseguenza della “opzione Togliatti” tesa a conquistare le menti piuttosto che occupare le istituzioni universitarie. Una politica che ancora oggi continua ad avere una onda lunga sulla cultura italiana sorretta dai pasdaran della “memoria storica”, a senso unico, del nostro Paese
Mentre gran parte della bibliografia storica italiana che va dal 1815 è stata prevalentemente attenta agli aspetti istituzionali, politici, demografici, militari, commerciali e perché no, soprattutto elogiativa ed oleografica intorno al contributo di certi protagonisti della pseudo unificazione dell’Italia, il libro di Capalbo usa un metro interpretativo e analitico inusuali.
Assieme a pochissimi testi, l’Autore rilegge la storia della penisola con una lente diversa: quella delle trame inconfessabili e nascoste (spesso definite “occulte”) che hanno di fatto deciso a tavolino il ritmo e la realizzabilità della cosiddetta unità d’Italia, una nazione che sarebbe stata da sempre un’anatra zoppa. Non troppo debole da crollare, ma non troppo forte da pregiudicare gli interessi anglofrancesi sul Mediterraneo.
Il testo del libro ha una suddivisione tripartita definita con tre R: il Regno, il Regime, la Repubblica. Il numero tre è già di per se una grandezza sacra ed esoterica da tempo immemore. Una costruzione che costituisce una chiave di lettura della narrazione i cui protagonisti sono gli esponenti dei poteri occulti che hanno agito dietro le quinte e hanno infine incoraggiato la descrizione “addomesticata” del passato storico italiano.
Il lettore di questo libro è subito coinvolto in un viaggio vertiginoso ricco di nomi, di fatti banali che hanno una luce diversa non appena le trame sono rese intelligibili da una prosa serrata, calma ma implacabile.
I nomi citati sono tantissimi. Alcuni sono noti grazie alla storiografia ufficiale, ma quasi tutti sono raccontati in modo diverso, assumono una luce inedita che aiuta ad interpretare fatti notissimi in altro modo, in particolare alcuni misteri ancora irrisolti dell’Italia repubblicana appena uscita sconfitta e ferita dalla distruzione bellica. La “ricostruzione” diventa un affare a regia nordamericana, fino ad arrivare alle vicende spionistiche legate ad attentati sanguinosi ed omicidi eccellenti di tutti coloro che hanno tentato, senza successo, di pianificare una “terza via” economica e politica per la penisola.
Un bel libro coinvolgente e documentatissimo che può esser letto come un libro di storia, come un libro giallo per la numerosità di personaggi e burattinai spesso nascosti tra le pieghe del potere ed infine come un libro dove non si vede l’ora di sapere come andrà a finire …
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