Ignazio Iacone, L’apologetica dell’amore, Pieraldo Ed., 2018, Pag. 125, € 10,00
Manlio Lo Presti – 28 novembre 2018
L’Autore è il cappellano militare presso la Guardia di Finanza in Calabria. Ha svolto studi ermeneutici sul pensiero di Tommaso d’Aquino e tanto altro.
Questo breve testo ha un doppio passo di lettura. Si tratta di un’operazione culturale resa complessa dal tentativo di consentire da una parte una lettura scorrevole anche a coloro che hanno scarsa dimestichezza con il pensiero cattolico, con molte digressioni analitiche sul messaggio cristiano costituite da interessanti citazioni che aiutano a capire le radici “cristiane” e culturali dell’agire sociale e politico di Moro; dall’altra l’azione pubblica, politica e umana, dello statista che talvolta è sembrata contraddittoria rispetto all’agire cristiano, con frequenti intersezioni con le sue vicende personali accennate con semplicità ed un certo riserbo che bene si addice al carattere schivo di Moro.
Il testo riesce a descrivere la capacità di Moro di coordinare i mezzi con i fini, primo dei quali la centralità dell’uomo. Viene esaminata, con dovizia di particolari, la posizione tormentata dell’uomo che recepisce la tensione del credente post conciliare in azione negli anni del pontificato di Paolo VI.
Il libro riesce abilmente ad analizzare lo statista che ha vissuto a lungo e con intensità il difficile equilibrio fra la ragione di Stato, che implica scelte non sempre in linea con l’etica, e la tensione spirituale del cammino cristiano. Viene posto in evidenza il conflitto interiore fra essere e dover-essere che ha guidato con tormento l’uomo Moro. Una lacerazione che spesso ha conferito toni enigmatici ed apparentemente contraddittori alla carriera pubblica e privata del politico democristiano, cavallo di razza suo malgrado.
Spesso, questo atteggiamento di difficile lettura, ha generato giudizi superficiali o facilmente di parte (sappiamo quale) alimentando un equivoco che questo breve libro chiarisce, sorpassando decisamente la strettoia del mero giudizio politico presente in gran parte della immensa pubblicistica sul suo conto.
Il libro riesce ad offrire una lettura di Moro come uomo e come statista individuando la linea di coerenza di una persona coraggiosa, garbata, di gran cultura, qualità, queste, che hanno consentito di conciliare il suo cammino spirituale con il suo eccezionale percorso politico, augurandoci che questo sforzo di indagine e di attenta valutazione sia una esortazione al ripensamento dell’operato dello statista fuori da schematismi costruiti ad arte da una vulgata culturale a senso unico che, da un certo tempo, finalmente sta scemando.
Interessante infine, la scelta accurata delle foto di Moro in gran parte non di maniera. Le istantanee di un uomo proclive al sorriso e alla comunicazione vera, costruita sull’ascolto costruttivo.
Insomma, un libro da leggere tutto d’un fiato, con il rammarico di non poter leggere di più.