Il potere logora anche chi ce l’ha
Manlio Lo Presti – 3 aprile 2021
In questo racconto lungo o romanzo breve “La caduta” del 1971, lo scrittore svizzero Frederich Dürrenmatt usa uno stile da referto medico. Non ci sono emozioni né emergono posizioni personali. La narrazione si ambienta in un luogo chiuso e sorvegliato dove può accadere qualsiasi cosa, dove gli addetti alla sicurezza eseguono senza fiatare gli ordini che “A”, capo indiscusso e tenutissimo, impartisce con metodo spietato, lento, feroce da ex uomo della steppa dove le vite contano poco.
Dürrenmatt imposta la narrazione con un ritmo da teatro, i personaggi sono descritti densamente in poche righe affinché le storie personali siano la chiave di lettura dei comportamenti talvolta estremi dei quindici componenti dell’Organo Supremo che guida senza alcun limite il Paese. Essi sono i signori di una potenza mondiale e militare che desta la continua e attenta preoccupazione dell’impero tecnotronico di oltre Atlantico. Questo piccolo gruppo decide la vita e la morte di oltre duecento milioni di umani, oltre il destino di nazioni satelliti, alleate e/o avversarie.
Il potentissimo Sinedrio, tenuto sotto torchio da “A”, è composto da generali, magistrati, da custodi della dottrina del Partito, da eroi della II Guerra Mondiale, da spietati pretoriani della polizia segreta, dei servizi segreti militari, ecc. Le relazioni degli esponenti fra loro sono determinate dalla rispettiva quota di paura e di terrore che hanno nei confronti del Capo supremo e da profondi sospetti che tutti hanno di tutti. Il loro potere è immenso e opaco…
Gran parte della narrazione si svolge in un salone che ha un tavolo a forma di U. L’accesso è successivo ad una attentissima perquisizione che il colonnello addetto alla sorveglianza effettua su tutti in eguale misura. A capotavola siede il Capo supremo, ai lati gli altri componenti che lo scrittore nomina con lettere maiuscole dell’alfabeto, secondo l’importanza del ruolo.
Con abilità narrativa incalzante, l’Autore fa accadere i momenti da fatti senza importanza. Insorgono repentinamente duelli verbali e fisici che rivelano rancori mai sopiti. Nascono e si sciolgono alleanze fra singoli e piccoli gruppi contro altri. Molti sono soggiogati dal terrore di essere uccisi sul posto per ordine di “A” che approfitta delle reciproche delazioni. Un gioco al massacro che “A” incoraggia per far emergere informazioni nascoste e fughe in avanti.
Non rivelo, ovviamente, il finale inaspettato!
È importante notare che i membri del gruppo sono stati nominati tramite cooptazione. Quindi, il requisito fondamentale per ottenere la sottomissione e la loro cieca obbedienza è la loro totale ricattabilità diretta, frontale individuale.
Il coinvolgente volumetto è, a gran diritto, uno dei più grandi libri mai scritti sul rituale del Potere e dei suoi orrori e il migliore testo sul tema, anche rispetto a numerosi trattati di scienza della politica sul potere!
Un capolavoro di chiarezza, di durezza e di concisione narrativa.
Una lettura che lascia il segno e fa capire molto!
Frederich Dürrenmatt, La caduta, Einaudi, 1971, pag. 66
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