La fattoria degli animali di Orwell
Manlio Lo Presti – 2 maggio 2020
Ne “La fattoria degli animali” del 1947, Orwell raccoglie moltissimi temi che saranno trattati nel suo più popolare libro “1984” scritto nel 1950.
E’ un libro breve ma ricco di riflessioni. Una favola moderna dove il potere si fonda sul privilegio, sulla minaccia velata o frontale, sulla subornazione di massa mediante la continua alterazione dei fatti e dei documenti. Infatti, così accade con “I sette comandamenti” esposti a pag. 23. I contenuti di queste linee guida, scritte appena dopo la cacciata del feroce padrone umano, saranno modificati con rettifiche poco vistose, con aggiunte di eccezioni a fine frase che invalideranno gradualmente il loro valore libertario. Da notare che tali mutazioni avvengono sempre in un clima di urgenza (oggi diremmo FATE-PRESTO) e di accerchiamento di nemici che vogliono farci a pezzi.
La sistematica manipolazione dei principi libertari in senso gradualmente autoritario sarà uno dei temi del successivo 1984, cioè invertire o vanificare le valenze semantiche del patrimonio culturale e civile elaborato democraticamente.
Gli animali presentano diversità, pregi, difetti, miserie tipiche degli umani. Notevole è il tono leggero ma ricco di acume psicologico dell’Autore nel profilare il tratto caratteriale di ogni specie animale. Ci sono i generosi, gli stakanovisti, i furbetti che non fanno niente e non contribuiscono, gli stupidi che ripetono a macchinetta gli slogan della casta degli “intelligenti” i quali, grazie a questa loro dote, si arrogano unilateralmente il diritto di usufruire di un trattamento speciale. I privilegi della casta dirigente aumento perfino nei tempi di carestia con il dimezzamento delle razioni di cibo chiamato “razionamento” e mai “riduzione” (pag. 106).
La casta trova la sua forza dall’impiego di pretoriani sanguinari impersonati da grossi cani feroci e la sua giustificazione nella continua accusa di continui attacchi da parte di “nemici esterni” e dalle loro spie infiltrate dappertutto, che voglio minare la libertà conquistata valorosamente con la cacciata dello spietato padrone umano sul quale la casta conia il convincente slogan “quattro gambe buono, due gambe cattivo” (pag. 47).
Gli animali respingono gli attacchi degli umani solidarizzando fra loro, grazie alla paura dei nemici esterni, in particolare del ritorno del vecchio padrone.
Gli umani cacciati con la rivoluzione vengono sostituiti da una nuova banda di sfruttatori che si autogiustificano con la creazione di celebrazioni, medaglie, proclami retorici, discorsi, minacce con i cani, omissioni, eliminazioni fisiche dei dissidenti addossate ai soliti “nemici e spie”. Il libro ha ricevuto prefazioni dove si afferma che il testo nacque come una satira contro il regime sovietico, ponendo il libro in un preciso schieramento che di fatto ne riduce il valore più ampio.
Questa interpretazione buonista ante litteram non regge di fronte all’atteggiamento duramente ostile degli inglesi verso il libro cercando di ritardarne in tutti i modi la pubblicazione. Gli inglesi avevano capito subito e bene che il testo conteneva una critica alla creazione del potere costruita sull’odio del nemico esterno (il nazismo) e limitante di ogni libertà personale e di cittadinanza. Gli inglesi capirono che Orwell aveva messo in mora l’atteggiamento di Churchill che usò anche lui ampiamente la retorica e la sindrome dell’accerchiamento per arringare e serrare la popolazione dopo il disastro di Londra sommersa dalle macerie.
Orwell non aveva quindi bisogno di alludere a situazioni troppo lontane e non ancora ben conosciute, aveva un plateale esempio in casa che la sua critica aveva smascherato e provocato per questo l’ostilità censoria dei servizi segreti anglosassoni. Non a caso, Churchill fu messo elegantemente da parte con grandi onori e gratitudine. Lo stesso accadde per De Gaulle in Francia e per McArhur negli USA.
Questo brillante racconto lungo o romanzo breve ci ricorda che troppa notorietà e prestigio sono sempre stati nemici dei poteri occulti e precostituiti. Orwell lo aveva capito bene in questo libro del 1947 e lo svilupperà con grande bravura in 1984.
Leggere questo libro ci introduce al 1984 ed ancora oggi una chiave di lettura di tanti fenomeni distopici e deformanti totalitari attualmente in corso.
Buona lettura!
Orwell, La Fattoria degli animali, Mondadori, 1984, pag. 134