Limonov: prigionia come metafora della società

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Limonov: prigionia come metafora della società

Manlio Lo Presti – 1 aprile 2019

 

L’Autore è uno scrittore russo, fondatore del Partito nazionalbolscevico nel mirino delle autorità russe. Uomo con un passato piuttosto movimentato, ha fatto molti mestieri approdando alla scrittura che gli ha consentito di descrivere minuziosamente l’universo della detenzione quando ha trascorso 13 mesi dentro una colonia penale in posto sperduto della vastissima Russia.

Il libro scorre con tempi lenti, come si addice al ritmo di vita cadenzato che esiste nelle strutture totali come il carcere, i collegi, le caserme, i manicomi, gli ospedali. La lentezza non rende però  il testo noioso, ma è requisito necessario per descrivere la folla di personaggi che si muovono dentro i perimetri vigilati.

L’Autore espone senza ipocrisia la rete di rapporti fra i detenuti, rapporti che ricalcano le relazioni esistenti nella vita esterna altrettanto dura ma più formale. Gli eventi che si susseguono in  carcere sono, in definitiva, una metafora della condizione umana.

Lo stile narrativo e l’acutezza delle descrizioni dei prigionieri e del luogo rimanda alle narrazioni dei grandi scrittori russi pur riuscendo a rimanere in un numero di pagine ragionevole rispetto alla notoria lunghezza dei loro romanzi.

La colonia penale presenta luoghi chiusi – utilizzati per le punizioni e l’isolamento dei trasgressori e spazi aperti  dovesi svolgono i lavori forzati e pesanti sotto la spietata sorveglianza delle guardie aiutate da prigionieri collaborazionisti e delatori. Insomma. lo schema penale ricalca quello di  sistemi in uso in altre dittature ancora oggi. Si tratta di uno schema che si ripete, con quale variazione, ma si ripete: autoritarismo, arbitrio, punizioni durissime assegnate a caso per alimentare il clima di paura e di sottomissione. In questi luoghi i diritti umani hanno scarsa cittadinanza.

Molto acuta la descrizione delle persone che cercano di trovare un proprio difficile equilibrio. Il loro profilo psicologico è delineato da una prosa asciutta, quasi spoglia. I fatti sono narrati senza manifestare sorpresa o indignazione, ma nemmeno rassegnazione. L’Arbitrio  è l’unico metro che governa il tutto, e l’Autore cerca di viverlo sostenendosi mentalmente ad un proprio equilibrio interiore e con dignità. Ciascuno dei numerosi personaggi che abitano il testo, è un emblema della propria storia personale in parte ricordata e in parte dimenticata.

Violenza, persone, eventi, la collana dei giorni di lavoro duro, i controlli, le spiate, il sospetto sono tutti parte di un affresco corale che l’Autore riesce a raccontare cercando di non ferirsi troppo.

Si tratta di un bel libro di scorrevole lettura nonostante il tema difficile. Si ha il desiderio di sapere in quale modo la storia finisce pur sapendo che lo scrittore uscirà tredici mesi dopo.

Eduard Limonov, Il trionfo della metafisica, Salani, 2013, pag. 249, €16,00