Marc Augé, Straniero a me stesso, Bollati Boringhieri, 2011, Pag. 75, € 16,00

Domenica, 07 Luglio 2013 08:12

Marc Augé, Straniero a me stesso, Bollati Boringhieri, 2011, Pag. 75, € 16,00

 

Il “viandante” Marc Augé alla ricerca della verità

L’Autore di questo libro dal titolo Straniero a me stesso è uno dei massimi etnologi viventi.

Fa parte di una nutrita schiera di oltre venti studiosi francesi di etnografia e di antropologia che hanno attraversato, guardato, descritto ma soprattutto interpretato le infinite storie di tutte le latitudini di questo nostro pianeta.

Il perimetro delle ricerche di Augé è il continente africano dove si aggira da molti decenni. Lo studioso è ritornato più volte in Europa, un continente che gli ha ispirato una serie di studi molto accurati e specifici. Per studiare alcuni aspetti e luoghi delle nostre megalopoli, ha utilizzato il metodo etnografico con esiti interessanti.

Questo libro è un bilancio della sua vita di studioso. Non si tratta tuttavia di una autobiografia perché sono assenti le notizie familiari, gli anni dell’infanzia o dello sviluppo del suo percorso esistenziale, ecc. Nei suoi numerosi viaggi, la sua esperienza umana traspare tra le pieghe dell’acuto osservatore che vede le cose, gli uomini e gli eventi a loro legati come se fosse la prima volta. Non ci sono preconcetti nella sua lettura “ingenua” dei percorsi che descrive nel libro che si divide in dodici capitoli. Ciascuno di essi costituisce una tappa dell’itinerario spirituale tipico del “viandante”.
L’uomo alla ricerca di verità deve vestirsi dei panni del viandante che ogni evento del mondo prende a prestito, mantenendo il suo andare con fare leggero. Fedele al suo impianto culturale, l’Autore ci parla di Immagini al suo primo capitolo nel quale le immagini sono il terreno del ricordo che si fa cultura e visione del mondo africano, ma che poi finisce per essere la misura delle sue esplorazioni anche nei non-luoghi che sono le città megalopoli dell’Occidente. Alle immagini segue il capitolo “Iniziazione” che è il momento rituale che apre il viaggio dell’esperienza interiore.
La conoscenza inizia dunque da un tempo sospeso che non è misurabile me che offre una direzione di senso ad una ricerca personale che non ha fine. In tal senso egli si definisce un “viandante”. Una condizione, questa che consente di percorrere il mondo senza tentare di possederlo e, soprattutto, di ammirarlo nella sua fantasmagorica e tragica bellezza.

Manlio Lo Presti
Marc Augé
Straniero di me stesso
Boringhieri
2011, pag. 175, € 16,00