Domenica, 04 Gennaio 2015 17:30
Lo straniero. Essere esule a Venezia e Parigi
Richard Sennet è un sociologo che ha focalizzato le sue ricerche sulla città come massima realizzazione di un mondo completamente antropizzato dove il genere umano vive. Gli studi hanno toccato vari aspetti delle forme di vita e di convivenza fra gruppi umani. Le città, e in massima parte le metropoli, sono l’unico paradigma ambientale umano che non sarà toccato dalla globalizzazione. Assistiamo invece alla crescente eliminazione delle sovranità nazionali con effetti negativi sui diritti e sulle democrazie in generale, così come sono oggi concepite.
La demolizione delle attuali partizioni geopolitiche in favore di una mondializzazione dei mercati in maggior misura quelli finanziari rispetto a quelli delle merci, ha dato il via libera ad un movimento di masse umane in misura che non si è mai vista nel passato. Le migrazioni sono fenomeni che da sempre hanno minato gli equilibri e le identità antropologiche nazionali che hanno risposto con reazioni di rigetto per timore di perdere le proprie identità linguistiche, razziali e nazionalistiche.
In questo libro, Sennett analizza la figura del migrante, dell’esule in particolare. Una condizione che esiste da sempre, soprattutto quale conseguenza delle liste di proscrizione generate da sanguinose contese politiche. Il libro considera la condizione dell’esule in due città cosmopolite: Venezia nel Rinascimento a capo di un potente impero economico e finanziario e Parigi nel XX secolo che è stata il luogo dove hanno trovato rifugio gli intellettuali provenienti da tutte le parti del mondo. Con notevole erudizione e con una prosa gradevole l’Autore ci fa vivere la difficile condizione di esule a Venezia degli ebrei stipati in luoghi stretti e soffocanti nel Ghetto. Ebrei rispettati per la loro potenza finanziaria e perché sono tutti capaci di leggere e quindi di avere un livello rispettabile di acculturazione. La ristrettezza degli spazi genera una profonda cooperazione fra gli abitanti del ghetto. Una solidarietà che sarà un elemento fondante della sopravvivenza e della identità ebraica. Parigi è invece un luogo aperto, troppo aperto, dispersivo per gli esuli che vi si perdono. Una metropoli dove accadono i fatti più importanti del secolo. La metropoli francese è un centro di accoglienza e di tolleranza che stupisce l’esule che vi approda. L’Autore evidenzia dunque due aspetti della condizione di esule. A Venezia tale condizione rafforza la propria identità, a Parigi, il processo identitario di diluisce creando profonde nevrosi da cui nasceranno opere dell’ingegno straordinarie che ancora oggi elevano lo spirito umano.
Un bel libro che tocca in maniera elegante e colta la condizione dell’esule, del migrante: una figura sempre più incombente nel panorama storico contemporaneo.
Manlio Lo Presti
Richard Sennett
Lo straniero
Feltrinelli, pag. 108, € 15,00