RASSEGNA STAMPA DETTI E SCRITTI 30 OTTOBRE 2020

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RASSEGNA STAMPA DETTI E SCRITTI

30 OTTOBRE 2020

A cura di Manlio Lo Presti

Esergo

Il colmo per un violinista? Scordare il violino … a casa

ETTORE PETROLINI, Macchiette, lazzi, colmi e parodie, Newton C., 1994, pag. 68

 

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SOMMARIO

I CAMPI DI ISOLAMENTO E DI RACCOLTA SOLO PER QUELLI CON COVID?
Campi di raccolta di umani in Canada e non solo per covid1984
Come volevasi dimostrare.
“UNA PANDEMIA CON IL TASSO DI  MORTALITÀ INFERIORE ALL’INFLUENZA”
Militarizzazione degli ospedali
«DINAMISMO DI UN CANE AL GUINZAGLIO» DI GIACOMO BALLA: L’ARTE DEL MOVIMENTO
La nuova festa obbligatoria
Conte: “Serve risposta coordinata”. Tutto pronto per il lockdown europeo
Meluzzi: è un disegno planetario, sarà lockdown ma non per ragioni virologiche
Meluzzi, “Lo scenario è questo: lockdown, vaccini, Goldman Sachs”
COPASIR coinvolto in operazioni contro Trump
Nizza, chi è l’attentatore Brahim Aoussaoui: il viaggio sul barchino e la fuga.
Il tagliagole in Francia? Non è una sorpresa, è un boomerang
Europa: ultima chiamata contro il disastro, appello della Merkel
BCE gioca con la paura del mercato e ora si trova a dover tifare per il Covid
GUIDO GROSSI: ELlTE E CROLLO DELLE ECONOMIE
ATTO AMMINISTRATIVO E GIURISDIZIONALE: INCIDENZA DEL DIRITTO SOVRANAZIONALE
Attacco Nizza, Meloni contro la furia immigrazionista del governo
Trump svela il trucco: “Vogliono che facciamo tamponi, tamponi e tamponi”
New Zealand’s COVID-19 Quarantine ‘Camps’ Are The End Of Personal Freedom
Francia: 300mila in ‘fuga’ da Parigi
La nuova frontiera del revenge porn sfrutta l’intelligenza artificiale ed un bot Telegram
Potrebbe essere peggio?
L’influenza dei poteri occulti, le scelte condizionate. Intrighi, segreti e misteri italiani nel libro di Capalbo

 

EDITORIALE

I CAMPI DI ISOLAMENTO E DI RACCOLTA SOLO PER QUELLI CON COVID?

Manlio Lo Presti 30 ottobre 2020

Ho trovato nella rete proprio oggi una serie di articoli sconcertanti sull’esistenza in Canada (Ontario) e in Nuova Zelanda di campi di isolamento di raccolta, ufficialmente destinati agli affetti da covid. (1)

Alcuni deputati hanno cominciato a fare domande sul possibile utilizzo di queste strutture detentive per altri cittadini. (2)

https://humansarefree.com/2020/10/new-zealands-covid-19-quarantine-camps-are-the-end-of-personal-freedom.html

Chi sono questi “ALTRI”? Più di un rappresentante ha ipotizzato la possibilità che tali strutture saranno utilizzate per internare i dissidenti, coloro che non credono alla vastità della epidemia, i populisti demmerda, ecc. ecc. ecc.  (3) (4)

Alla precisa domanda se l’utilizzo di detti campi di detenzione e di raccolta fosse esteso ad altri umani rompiscatole e dissidenti, il microfono dello speaker (presidente dell’assemblea) si è spento.

Un caso? Non è credibile, dal momento che i vertici governativi di qualsiasi Stato sono circondati, indirizzati, istruiti da legioni di esperti strapagatissimi e quindi nulla è casuale!

Da tempo si sta parlando di un riassetto mondiale dei sistemi economici e sociali dell’intero pianeta, anche senza il consenso di alcuni Stati e/o popolazioni che intendono opporsi a tale macelleria socioeconomica.

Altro indizio: la Lagarde ha poco tempo dichiarato che i tassi resteranno bassi. Una sentenza di morte da allungata agonia del sistema europeo di produzione di beni e di servizi a tutto vantaggio della finanza speculativa e per il salvataggio dei valori dei derivati detenuti in massa da Fondi pensione, Fondi sovrani, Finanziarie multinazionali, miliardari, ecc. ecc. ecc.

Se ne deduce che, per salvaguardare il livello delle quotazioni dei ridetti derivati, ESSI non esiteranno a provocare espulsioni di massa dai cicli produttivi fino a produrre oltre 200.000.000 di disoccupati.

Tale atteggiamento risulta essere un ulteriore segnale che le élites hanno dichiarato guerra all’umanità che intende sterminare metodicamente, con odio gelido, con una ferocia insana, con delirio di onnipotenza. Come affermò Giulietto Chiesa nel suo splendido e drammatico libro “Dopo la catastrofe”, ESSI sanno di fare quello che vogliono di noi avendo dalla loro parte un immenso apparato di repressione militare, poliziesca, psicologica, sanitaria, economica da utilizzare per uno sterminio di proporzioni bibliche.

ESSI hanno fatto capire che possono avere lo stesso tenore di vita – che oggi viene assicurato loro da 7 miliardi di persone – con quasi 2 miliardi di umani grazie alle evoluzioni della tecnotronica robotica.

Cosa fare pertanto, dei residui cinque miliardi di umani? Gli eventi in corso in tutto il pianeta ne sono la spiegazione. ESSI devono disfarsi del surplus di umani considerati “spazzatura”, costi da eliminare e nel più breve tempo possibile.

Con il sistema dei magazzini di merci a rotazione zero, cioè su ordinazione istantanea sulla rete, le strutture produttive di beni e di servizi non ci sono costi di giacenza: tutto viene fornito con richiesta in internet dialogando con i satelliti di interscambio.

Se un satellite si guasta o viene disattivato a semplice comando cosa accade?

Vediamo:

  • Una interruzione di 10 giorni potrà provocare, nella sola Europa, la morte di oltre 50.000.000 di persone affette da malattie rare, dializzati, affetti da tumori vari e simili. Quindi in 10 giorni si può fare il lavoro che Hitler ha attuato in 4 anni e per un decimo del totale attuale!!!!!!!!!!!!!
  • Una interruzione del satellite può provocare il blocco delle forniture di cibo, con scenari terrificanti di borsa nera generalizzata nel vecchio continente, con sparatorie e saccheggi nelle strade: altri 50.000.000 di morti per fame;
  • Sorgerebbero conflitti generati dalla rifeudalizzazione di vari Stati i cui territori si frantumerebbero: incendi, violenze carnali di massa, deportazioni, pulizie etniche, rese dei conti casa per casa: altri 50.000.000 di morti.

In un paio di mesi il conto sarebbe questo: circa 150 milioni di morti, 200 milioni di profughi, decine di milioni di dispersi, eserciti in conflitto terrestre nel vano tentativo di sedare rivolte spontanee. SONO FILM CHE ABBIAMO GIA’ VISTO …

E il resto del mondo? Grazie ad accordi sotterranei già sottoscritti ma nascosti all’umanità, un eventuale conflitto USA, Russia, India contro la Cina potrebbe eliminare un miliardo di persone in un anno circa: l’Asia sarebbe in fiamme per anni con genocidi di inimmaginabile magnitudine…

Ma, tutto questo titanico olocausto non toccherebbe minimamente l’élites arroccate nelle cittadelle blindate e sorvegliate da migliaia di selezionatissimi componenti delle forze speciali e di assassinio. ESSI considerano gli umani come le api che producono il miele che ESSI mangiano. Niente di più.

TUTTO CIO’ PREMESSO

Ha ora un senso la creazione di campi di isolamento, ufficialmente per i malati di covid, ma certamente estesi per la carcerazione di dissidenti e simili!

P.Q.M.

NOI SIAMO CIBO …

 

NOTE

  1. https://www.facebook.com/lisa.stanton111/posts/3694009953950587
  2. https://youtu.be/TDhMpcjtKC4  
  3. https://www.youtube.com/watch?v=AzWLlfwfD4Y…
  4. https://www.youtube.com/watch?v=TDhMpcjtKC4

 

 

 

IN EVIDENZA

Campi di raccolta di umani in Canada e non solo per covid1984

Lisa Stanton – 28 10 2020

 

“A settembre il governo federale ha pubblicato un avviso di manifestazione di interesse destinato agli imprenditori per fornire, costruire e gestire campi di quarantena/isolamento in tutte le province e in tutti i territori del Canada.

Ma questi campi di isolamento non sono destinati solo alle persone col Covid, bensì a tutta una serie di altre categorie di persone. (1)

Sicuramente il governo è al corrente dell’intenzione di costruire questi campi di isolamento in tutto il paese e la mia domanda al ministro è: quanti campi saranno costruiti e quante persone ha intenzione questo governo di detenere in questi campi?”. (2)
La domanda è del deputato canadese Randy Hillier, cui risponde il premier: “E’ vero che quando i cittadini lasciano il paese e poi ritornano, le province e il governo federale suggeriscono che si auto-isolino, questa è stata la pratica ed è stata efficiente non solo nell’Ontario ma in tutto il paese. E faremo in modo di raddoppiare gli sforzi perché i cittadini dell’Ontario siano messi in sicurezza, Sig Speaker.

Quindi se l’onorevole si riferisce al fatto che quando un cittadino esce dalla provincia o dal paese debba rimanere isolato per due settimane, al ritorno, rispondo che è stata una buona pratica e ha funzionato. Anche questa Camera ha fatto la stessa cosa da quando siamo tornati. […] Quindi faremo tutto quanto è possibile per fare in modo che queste Camere lavorino e che i cittadini dell’Ontario siano messi in sicurezza.”
Risponde Hillier: “Sig Speaker, qua c’è il capitolato del bando di gara, e in questo capitolato è impiegato un linguaggio chiaro per esprimere che questi campi possono essere utilizzati per una serie di persone, che non si limitano ai viaggiatori, anzi i viaggiatori internazionali non sono neanche citati. Parla solo di “una vasta categoria di persone”. Vi invio copia del capitolato. Quindi, il vostro governo sta negoziando ed è consapevole di questi piani per detenere e isolare cittadini e residenti del nostro paese e della nostra provincia.

Sig Speaker, chiedo al Primo ministro dove saranno costruiti questi campi, quante persone saranno detenute e per quali ragioni potranno essere detenute in questi campi di isolamento, e vorrei che il Premier garantisse al popolo di Ontario…”
E qui il microfono viene bruscamente chiuso.

VIDEO QUI:https://www.youtube.com/watch?v=AzWLlfwfD4Y…

VIDEO QUI:https://www.youtube.com/watch?v=TDhMpcjtKC4

La notizia non riguarda solo il Canada, anche l’Australia e la Nuova Zelanda hanno approvato lo stesso piano e presto sarà il turno della Gran Bretagna. D’altra parte, a cosa credete sia servita la riunione di ieri al Quirinale del Consiglio Supremo di Difesa? E quella del Consiglio di difesa francese presieduta da Macron sempre ieri?
Così finite di chiedermi perchè improvvisamente Mentana sembra preoccuparsi della vostra salute!

FONTE: https://www.facebook.com/lisa.stanton111/posts/3694009953950587

 

Come volevasi dimostrare.

Arriva il secondo,  con letalità 30 % previsto da Bill Gates e da Event? E i 400 mila morti promessi (pardon, paventati)  da Macron  per giustificare il nuovo confinamento?

Lo scenario della esercitazione Event 201

FONTE: https://www.maurizioblondet.it/come-volevasi-dimostarre/

 

 

 

“UNA PANDEMIA CON IL TASSO DI  MORTALITÀ INFERIORE ALL’INFLUENZA”

TOKYO. La mortalità del covid19 potrebbe essere di gran lunga inferiore a quello che finora gli scienziati avevano ritenuto. Addirittura uno su diecimila. È quello che emerge da uno studio condotto dal Kobe City Medical Central General Hospital che ha raccolto 1.000 campioni di sangue da pazienti che hanno visitato l’ospedale tra la fine di marzo e l’inizio di aprile.

Nel campione sono stati esclusi i pazienti affetti da sintomatologia da coronavirus. Su questi mille 33 persone, ovvero il 3,3% sono risultati positivi agli anticorpi del Covid19.  Se le analisi venissero confermate da ulteriori esami in altre Prefetture del Giappone la mortalità del Covid19 sprofonderebbe allo 0.01%, ovvero addirittura inferiore alla stagionale influenza.

 

La stampa

 

Una storia per rompere tutti gli schemi imposti… Poi decidi tu quale sia la verità :

ORDUNQUE… Houston, abbiamo un problema! – Quale? – Vogliono chiuderci di nuovo tutti in casa. – E perché? – C’è il coronavirus. – Ah.. ed è grave? – Sì, porta gli ospedali al collasso. – Beh, mi sembra un bel problema, in effetti. Quanto è letale? – Tanto! – Tanto quanto? – E che ne so? È su tutti i giornali, quindi tanto! – Ma il tasso di letalità lo scrivono? – No… – Va bene, calcoliamolo allora! – Ma è proprio necessario? Ti sto dicendo che gli ospedali sono al collasso! – Ma perché sono al collasso? – Per il coronavirus! – Sei sicuro? – Ma allora sei scemo, mentono tutti? – No, voglio dire: sei sicuro che sono al collasso perché c’è il coronavirus? – E per che altro, scusa, se no? – Calcoliamo il tasso di letalità. – Se proprio serve… – Lo sai cos’è? – No. – Il tasso di letalità è il rapporto tra il numero delle persone decedute e il numero delle persone ammalate. Quante persone sono morte oggi? – Secondo il Corriere della Sera: 91. – Sei sicuro che siano morte tutte per il coronavirus? – Lo dicono i giornali. – I giornali dicevano anche che i finanzieri in coma da tre anni con ferite di arma da fuoco alla testa morivano di coronavirus, ma fa niente: prendiamo questo dato per buono. Quanti sono i malati di coronavirus in Italia? – Non lo so. Dimmelo  tu. – Questo non lo scrivono sui giornali? – Aspetta, certo che lo scrivono: ogni giorno fanno i tamponi e scrivono il numero dei contagiati. – E quanti erano oggi? – Oggi… fammi guardare… ecco qui: 19.143 nuovi casi. – Va bene, però questi sono i casi di oggi, dovremmo sapere quanti sono i casi totali. – Eh… questo non lo so io… – Manco io, però possiamo arrivarci. – E come? – Semplice: ogni giorno si fanno un certo numero di tamponi e si trovano un certo numero di positivi. Tralasciando il fatto che la tecnica PCR non sia stata elaborata a fini diagnostici, e tralasciando la questione dei falsi positivi e dei falsi negativi, vediamo che negli ultimi giorni il rapporto tra i test fatti e i risultati positivi riscontrati si è avvicinata al 10%. Siccome i tamponi fatti sono tantissimi e si fanno in varie aree del Paese, possiamo assumere che statisticamente rappresentino un buon campione che fotografa la situazione attuale. – E quindi? – E quindi possiamo dire che ad oggi, tamponi alla mano, il 10% degli italiani siano positivi. – Ma è tantissima gente! – Già, parliamo di almeno sei milioni di persone. – Oddio, ma allora moriremo tutti! – Leggi troppo i giornali, rilassati e respira: adesso siamo in grado di calcolare il tasso di letalità attuale del coronavirus. – E… qual è? – Beh, il tasso di letalità dice che bisogna rapportare il numero dei deceduti al numero degli ammalati. – Allora bisogna fare 91 diviso 6 milioni? – Non proprio: essere positivi al test non significa mica essere ammalati… Tant’è vero che li chiamano asintomatici positivi! – Ma se sono contagiati! – Senti, il test rileva solo, dopo avere amplificato decine di volte un tuo campioncino biologico, che esista un frammento di codice genetico attribuibile a questo virus, ma questo non vuol dire che tu sia ammalato (ammesso che l’esito abbia un significato reale, perché ci sono molti medici che sostengono che un riscontro positivo ottenuto con questa tecnica non abbia alcun valore). Il nostro corpo ospita in qualunque momento miliardi di agenti potenzialmente patogeni: con la tecnica giusta si può trovare quello che si vuole. – Quindi i positivi non sarebbero malati, secondo te? – No che non lo sono: un malato sa di essere malato, perché sta male. – Magari si ammaleranno, che ne sai! – Ok, allora consideriamoli tutti malati. Qual è il tasso di letalità? – Non ho la calcolatrice. – Te lo dico io: 0,0000152. – Tutti questi zeri… non capisco… – Significa che il tasso di letalità è lo 0,0015%: una persona ogni centomila “contagiati” (come li chiami tu). – Centomila, addirittura? – Sì. Detta in altri termini: su centomila persone riscontrate “positive”, 99.999 si salvano. – Mi sembra troppo poco, c’è qualcosa che non va! – Certo, perché – appunto – i positivi asintomatici non sono malati. – E allora che facciamo? – Andiamo a prendere i malati veri. Cosa dice il tuo giornale? – Secondo il Corriere della Sera, oggi abbiamo 10.549 ricoverati con sintomi. – Bene, anzi ottimo! Siccome gli ospedali non sono ancora saturi, possiamo assumere con buona approssimazione che il numero degli ammalati di Covid con sintomi sia proprio quello, perché un ammalato di Covid non viene (ancora) abbandonato a casa per mancanza di posti letto. – E quindi adesso sì che avremo un tasso di letalità più realistico! – Vediamo: 91 diviso 10.549 fa… 0,008626! – Ancora tutti questi zeri! – Significa che ogni mille persone che si ammalano di Covid, 8 muoiono. – Poverine! – Certo, è molto doloroso. Ma lo sai quante persone morivano durante la peste? – Non lo so, ma immagino che tu sì… – Oltre la metà: il 60%! Cioè, ogni mille persone, 600 non ce la facevano! – E sai anche dirmi il tasso di letalità dell’influenza spagnola, immagino… – Certo, casualmente ce l’ho proprio qui: ogni mille persone malate, è stato calcolato che ne morivano tra le 20 e le 100. – Ok, va bene: il coronavirus non è la peste e non è neppure la spagnola, ma in ogni caso è più di un influenza stagionale! – Ehm… – “Ehm…” cosa? – Insomma… Non vorrei darti troppe notizie nuove, oggi, ma il tasso di mortalità dell’influenza stagionale è stato stimato tra le 8,6 e le 9,9 persone ogni centomila. – Aspetta.. cioè… Calcolate per ogni mille persone, per fare un raffronto, quante sarebbero? – Tra le 0,086 e le 0,099. – Bene, ecco: molto più basso rispetto al coronavirus. – No. – Come no? – No, perché qui stiamo parlando del tasso di mortalità. – E non è la stessa cosa? – No, il tasso di mortalità è il rapporto tra i decessi per una malattia, e il numero totale della popolazione suscettibile. Per capirci: in Italia oggi il tasso di mortalità del coronavirus sarebbe 91 diviso 60 milioni circa. – E quanto fa? – Lascia perdere: uno zero seguito da cinque zeri e poi 1517. – Cioè? – Cioè una ogni milione di persone! – E l’influenza normale… – Facendo le debite proporzioni, per l’influenza normale parliamo di 86/99 persone decedute ogni milione. – Ma… Ma… non è possibile! – Beh, sono i numeri, amico mio. Cosa gli vuoi dire, ai numeri… – Senti, ok.. però il problema resta. – Già, qual era il problema iniziale? – Gli ospedali sono al collasso! – Giusto… – E quindi? – E quindi ti faccio una domanda. – Sentiamo! – Se il coronavirus oggi – numeri alla mano – ha questo tasso di mortalità, allora perché gli ospedali sono al collasso? – Già, perché? – Ci sono due variabili in questa equazione: da una parte c’è il coronavirus, dall’altra il sistema sanitario. Abbiamo detto che il coronavirus si muove tutto sommato come un’influenza stagionale, giusto? – Sì… – E allora cosa resta? – Resta… il sistema sanitario. – Che è al collasso… – Ma se è al collasso per una patologia che non ha niente di paragonabile alla peste, alla spagnola e ad altre patologie, allora vuol dire che forse… è il sistema sanitario nazionale a non essere adeguato? – Bingo! – Ma perché i giornali non dicono questo, anziché terrorizzare tutti sul numero degli asintomatici positivi? Si potrebbe ragionare su una soluzione diversa! – Già, perché? Forse perché è la politica che ha distrutto il sistema sanitario nazionale? Forse perché è la politica che ha tagliato decine di migliaia di posti letto, licenziato migliaia di medici e infermieri, ridotto i poli ospedalieri eliminandoli fino a lasciare scoperte intere aree, tagliato su ogni tipo di costi e appaltato servizi ai privati? Forse perché è la politica che sta lentamente tagliando la spesa pubblica essenziale, come quella che serve a curare i cittadini, per andare verso un modello di sanità privata in cui i soldi finiscono tutti nelle mani di multinazionali e organizzazioni senza scrupoli, che badano solo al lucro e mettono la salute dei cittadini all’ultimo posto? Forse perché i giornali devono difendere questa politica e gli interessi di quelle stesse multinazionali che la sponsorizzano (per non dire “che la corrompono”)? – Sono senza parole. – Lo capisco… – Gli ospedali sono al collasso perché ci hanno derubati del servizio sanitario nazionale, non per “il coronavirus”. – Benvenuto in Matrix, amico mio: hai scelto la pillola rossa.  Grazie Sergio Ser-Gio

FONTE: https://www.rassegnastampa.eu/salute/una-pandemia-con-il-tasso-di-mortalita-inferiore-allinfluenza/

 

 

 

Militarizzazione degli ospedali

Lisa Stanton – 29 10 2020

Tra ieri ed oggi dieci Regioni, nonostante le ASL abbiano molti posti letto disponibili e le terapie intensive semivuote, hanno chiesto l’intervento dell’Esercito.

Anche nei paesi che vi ho elencato il primo passo è stata la militarizzazione degli ospedali.

Il prossimo sarà utilizzare hotel o strutture pubbliche dismesse per la sanità pubblica delegata al personale militare, nelle regioni più povere campi mobili delle forze armate, com’è avvenuto in Sardegna.

Per far fronte alla richiesta di sicurezza degli stessi cittadini manipolati e quotidianamente terrorizzati dai media, il Governo consentirà poi ai familiari di unirsi al parente confinato.

Infine si renderà obbligatoria la quarantena esterna che, come avrete letto, non riguarda solo i pazienti Covid (più probabilmente influenzati), ma anche coloro che rifiutano l’isolamento, i protocolli OMS e l’obbligo vaccinale GAVI coi loro familiari. Insomma, “negazionisti”, “noVax”, “NoMask”, etc…

Le proteste di piazza di questi giorni, in un contesto come quello che vi ho descritto, saranno un lontano ricordo: la ministra Lamorgese ha chiesto il pugno duro coi fascisti che occupano le piazze, il Consiglio e la Commissione Europea hanno dato ordine di sedare ogni rivolta ed autorizzato l’intervento, ove richiesto, dell’EuroGendFor.

 

FONTE: https://www.facebook.com/lisa.stanton111/posts/3696884140329835

 

 

 

ARTE MUSICA TEATRO CINEMA

«DINAMISMO DI UN CANE AL GUINZAGLIO» DI GIACOMO BALLA: L’ARTE DEL MOVIMENTO

Un bassotto è dipinto a spasso con la sua padrona, ma i loro movimenti sono resi visibili sulla tela, come una serie di fotogrammi sovrapposti. Un quadro singolare, quasi buffo e fumettistico: si tratta di Dinamismo di un cane al guinzaglio, realizzato dal pittore futurista Giacomo Balla nel 1912.

«Dinamismo di un cane al guinzaglio» di Balla: analisi dell’opera

Il Futurismo indagava attraverso la pittura e la scultura il movimento e il suo ruolo nei cambiamenti della società. Il cinema, le auto, i treni… Tutto sembrava creare movimento all’inizio del XX secolo. La velocità e gli effetti che essa aveva sull’immagine e sul corpo appassionavano gli artisti futuristi. Balla focalizzò la sua ricerca sugli effetti del movimento naturale sulla nostra percezione visiva. Il cinema degli albori (ma anche quello odierno) si serviva di una serie di fotografie realizzate in sequenza per creare movimento, immortalando gesti invisibili all’occhio umano, ma percepiti dal nostro cervello. Questa tecnica incuriosì particolarmente Balla, che decise di eseguire dei dipinti in cui tutti i fotogrammi che compongono un movimento sono visibili contemporaneamente.

Leggi anche:
«Bambina che corre sul balcone» di Balla, cronofotografia del colore

Dinamismo di un cane al guinzaglio è un’opera del 1912 in cui Balla mostra l’intero arco di movimento di un bassotto e delle gambe della sua elegante padrona. I colori sono pochissimi, quasi si trattasse di una vera fotografia in bianco e nero, della quale riprende anche il linguaggio compositivo. Lo spazio è totalmente privo di riferimenti architettonici o prospettici, limitandosi a descrivere il movimento tramite pennellate leggere che replicano le forme delle due figure e del sottile guinzaglio.

La rappresentazione del movimento era per i futuristi il miglior modo per dipingere il tempo come un’entità allo stesso tempo reale e astratta. Possiamo vedere davanti a noi una scena in svolgimento su una linea temporale, nonostante essa sia assolutamente statica. Vediamo le corte zampette del cane trotterellare felici accanto alla padrona, che con il suo passo svelto fa ondeggiare la gonna e battere i tacchi sul selciato. Il guinzaglio metallico si agita nell’aria e il bassotto scodinzola frenetico agitando insieme le lunghe orecchie.

A proposito di Giacomo Balla

Giacomo Balla (1871-1958) fu uno dei fondatori del Movimento Futurista e uno dei suoi più importanti teorici. Il Futurismo, secondo i diversi manifesti firmati da Balla, doveva rappresentare una vera e propria rivoluzione dei costumi e della cultura italiana. L’intera estetica doveva rifarsi ai concetti di velocità, forza e innovazione, dal cinema alla poesia fino alla moda e all’arredamento. In omaggio a questi ideali Balla chiamò le proprie figlie con nomi futuristi: Elica e Luce.

Leggi anche:
Giacomo Balla tra divisionismo e futurismo all’alba del XX secolo

Fervente fascista e riferimento del regime per il mondo artistico e intellettuale, Balla abbandonò l’ideale futurista alla fine degli anni Trenta, amareggiato dalla deriva arrivistica ed egoista dei suoi ex compagni, prendendo la strada della pittura figurativa del cosiddetto “ritorno all’ordine” che coinvolse il mondo artistico europeo all’alba della Seconda Guerra Mondiale.

FONTE: https://www.frammentirivista.it/dinamismo-cane-guinzaglio-balla-analisi/

 

 

 

ATTUALITÁ SOCIETÀ COSTUME

La nuova festa obbligatoria

FONTE: https://www.maurizioblondet.it/la-nuova-festa-obbligatoria/

 

 

 

Conte: “Serve risposta coordinata”. Tutto pronto per il lockdown europeo

Durante l’informativa alla Camera dei Deputati, Conte è stato chiaro: servono misure “dolorose ma necessarie”, visto che la strada del tracciamento si è fatta “complicata”.

E serve una risposta “coordinata dell’Europa, nessuno Stato può superare da solo la crisi sia sul piano sanitario che economico”.

Insomma, bisognerà adeguarsi a quanto sta accadendo altrove, con la Francia già in lockdown e la Germania che, al momento, si limita a una chiusura più soft che potrebbe però presto aggravarsi. Lo spettro della paralisi generale, come agli inizi del 2020, è sempre più tangibile. Le rassicurazioni delle scorse settimane, spazzate via in un attimo.

FONTE: https://www.rassegnastampa.eu/economia/prossimo-lockdown-lo-chiede-leuropa/

 

 

 

 

BELPAESE DA SALVARE

Meluzzi: è un disegno planetario, sarà lockdown ma non per ragioni virologiche

(di Radio Radio TV) Scongiurando un secondo lockdown, il 18 ottobre veniva illustrato il penultimo Dpcm dal Premier Conte: “L’Italia non può permettersi una battuta di arresto”. Con queste parole il Presidente del Consiglio ha infatti escluso – per ora – l’ipotesi di un seconda interruzione forzata. In altri Paesi europei invece sono già arrivate misure più stringenti per arginare il virus che, secondo i dati, sembra essere in aumento.

In Irlanda, ad esempio, c’è già un secondo lockdown partito dal 21 ottobre e durerà per settimane. Nonostante le parole del Premier, l’Italia seguirà le orme degli altri paesi? Secondo lo psichiatra Alessandro Meluzzi sì. A suo avviso però il nostro paese dovrebbe far riferimento a modelli diversi come quello tedesco e svedese, che mirano all’ immunità naturale e alla salvaguardia degli anziani piuttosto che a imporre altre estrazioni sociali ed economiche.

Ecco il suo intervento a “Lavori in corso”.

VIDEO QUI: https://youtu.be/1V1zk8c_VPc

Al lockdown si arriverà inevitabilmente come accadrà in tutta Europa e non solo per ragioni virologiche. Credo che, al di là delle vicissitudini di questo Governo, ci sia un quadro planetario, soprattutto europeo, che esige un lockdown sostanziale in cui uno dei ricercatori della Oxford University, che è quella che sta preparando il vaccino, ha parlato addirittura di un regime di chiusura sostanziale fino al mese di luglio del prossimo anno.

Questa è una malattia che produce lo 0,3% della mortalità, includendo l’80% di quelli che ne rischiano che sono gli ultrasettantenni. Se di fronte a questo rischio di mortalità abbiamo accettato già di distruggere l’economia, evidentemente c’è qualcosa che riguarda non soltanto la difesa della vita. Ci troviamo di fronte a un virus RNA, cioè che muta continuamente come quello dell’influenza. Non sarebbe meglio proteggere i vecchietti e lasciare i giovani liberi di vivere? Bisogna vedere le cose come stanno.

Uno delle ragioni per cui in Germania ci sono stati meno morti è perché gli anziani si proteggono di più. In Svezia anche. Ne potrei citare altri mille di modelli. Hanno lavorato sull’immunità naturale, sulla diffusione del virus, sull’aumento dell’immunità di gregge e sulla protezione degli anziani. Non è diverso anche perché Stoccolma è una metropoli come Milano”.

FONTE: https://www.imolaoggi.it/2020/10/27/meluzzi-disegno-planetario-sara-lockdown-ma-non-per-ragioni-virologiche/

 

 

 

CONFLITTI GEOPOLITICI

Meluzzi, “Lo scenario è questo: lockdown, vaccini, Goldman Sachs”

Il prof. Alessandro Meluzzi analizza tre notizie che determineranno in breve tempo il futuro del Paese, sia dal punto di vista sanitario, che da quello politico ed economico, sacrificando le libertà individuali e collettive ed il benessere dei cittadini.

VIDEO QUI: https://youtu.be/cwUAOz5vtGg

“Come amava sempre ripetere il mai sufficientemente compianto Leo Longanesi, anche in questa situazione comunque tragica, per ciò che riguarda il nostro Paese, la situazione è sempre tragica, ma non è seria. Mi pare che noi dobbiamo guardare a tre notizie che non occorre essere né dei profeti né dei futurologi per capire dove stiamo andando a parare.

Circola ormai da alcuni giorni su internet una serie di previsioni, io credo molto attendibili ed anzi addirittura provenienti da ambienti di intelligence di Palazzo Chigi, in cui si annuncia un imminente lockdown. Non bisogna essere profeti per sapere, perché già il premier Conte lo ha annunciato, che probabilmente –  in concomitanza a quello francese di Macron e a quello della Merkel – verrà annunciato anche un lockdown, almeno inizialmente un po’ addolcito, per quello che riguarda l’Italia durante le vacanze dei Morti e dopo di che questo verrà rinnovato di 15 giorni in 15 giorni, forse con qualche pausa durante le vacanze di Natale, ma si guarda alla primavera, almeno al tempo in cui arriverà il vaccino salvifico.

Dopo di che, abbiamo anche scoperto che Draghi ha rinunciato alla presidenza di Goldman Sachs e probabilmente ormai la presidenza della Repubblica italiana coinciderà con quella di Goldman Sachs. E quindi stiamo andando verso una situazione nella quale l’indebitamento, un certo crollo finanziario determinato dal crollo dell’economia reale legato ai lockdown, dovrà andare incontro ad una situazione di finanziarizzazione del debito nazionale e dei singoli con una diminuzione ulteriore della libertà delle singole categorie, dei ceti produttivi e del Paese nel suo complesso.

Questo è lo scenario a cui dobbiamo prepararci: lockdown, vaccini, Goldman Sachs. Naturalmente occorrerà come sempre, siccome la storia non finisce neanche ai tempi di Fukuyama, riflettere su cosa accadrà. Ma per oggi da “fatti e disfatti” è tutto. Buona giornata.”

Alessandro Meluzzi – Medico Psichiatra, Psicologo, Psicoterapeuta, Criminologo. Docente Psichiatra forense. Primate Metropolita Chiesa Ortodossa Italiana

FONTE: https://www.imolaoggi.it/2020/10/28/meluzzi-lo-scenario-e-questo-lockdown-vaccini-goldman-sachs/

 

 

 

CYBERWAR SPIONAGGIO INFORMAZIONE DISINFORMAZIONE

COPASIR coinvolto in operazioni contro Trump

https://twitter.com/g_occhionero/status/1250051946792341509?s=09

FONTE: https://twitter.com/g_occhionero/status/1250051946792341509?s=09

 

Nizza, chi è l’attentatore Brahim Aoussaoui: il viaggio sul barchino e la fuga.

«Era sempre al telefono»

Da Lampedusa a Bari: respinto. Poi è sparito nel nulla

Nizza, chi è l'attentatore Brahim Aoussaoui: il viaggio sul barchino e la fuga. «Era sempre al telefono»

ROMA Chi è stato con lui a bordo della nave Rhapsody, durante i giorni della quarantena sanitaria, racconta che Brahim Aoussaouitrascorreva gran parte del tempo al telefonino, e diceva di voler andare in Francia dove aveva dei parenti. Ma è ciò che intendevano fare — e probabilmente hanno fatto — la maggior parte delle centinaia di tunisini che il 9 ottobre scorso sono scesi dall’imbarcazione della flotta Gnv affittata dal governo italiano per raccogliere i migranti dagli hotspot di Agrigento e Lampedusa e portarli sul continente. Un piccolo esercito di circa 800 persone, approdate a Bari il giorno prima, giovedì 8 ottobre, raccolte in mare o arrivate in Sicilia con piccoli natanti che sfuggono ai controlli. Sono i cosiddetti «barchini», con dieci o al massimo venti passeggeri a bordo che continuano ad arrivare a migliaia ogni anno sulle coste meridionali, «porti chiusi» o «aperti» che siano.

 

Il 20 settembre scorso, quando Aoussaoui è giunto a Lampedusa su uno di questi mezzi, ne sono arrivati ventotto. Che hanno scaricato almeno trecento migranti, quasi tutti tunisini partiti dal loro Paese. L’attentatore di Nizza era nascosto tra loro, quasi certamente già radicalizzato all’islamismo più estremo e violento, poiché è difficile immaginare che si sia convertito al punto di entrare in azione e uccidere tre persone in poco più di un mese; o addirittura in meno di tre settimane, nell’ipotesi che la conversione all’estremismo sia avvenuta in Francia. Ma nonostante l’altissima probabilità che abbia lasciato la Tunisia con le peggiori intenzioni, per le autorità locali e i canali di intelligence quel ragazzo di appena 21 anni era uno sconosciuto. Nessuna segnalazione a suo carico, e nessun avviso all’Italia sulla sua potenziale pericolosità.

Anche per questo a Lampedusa le procedure di fotosegnalamento di Brahim Aoussaoui sono filate via lisce. Nome, cognome, nazionalità, data di nascita, impronte digitali, scatti di fronte e di profilo, denuncia penale per «ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato» (un reato per il quale quasi mai si arriva alla condanna e all’esecuzione della pena: ammenda da 5.000 a 10.000 euro), iscrizione sul registro degli indagati della Procura di Agrigento. Terminate queste operazioni, Brahim è stato accompagnato nell’hotspot dell’isola, per essere poi trasferito — il 25 settembre insieme ad altri 50 migranti — sulla Rhapsody, che aveva già preso a bordo altre 330 persone a Porto Empedocle.

Sulla motonave il tunisino ha trascorso le due settimane di quarantena imposte dall’emergenza Covid. Chi l’ha conosciuto in quei giorni ed è ancora reperibile, nei centri per i rimpatri o a qualche altro indirizzo noto, ha riferito ieri agli investigatori dell’anti-terrorismo che parlava spesso al telefono, ed era intenzionato a raggiungere la Francia. Se sia vero che lì avesse dei parenti, come dice, è da verificare. Così come è da chiarire con chi parlava: persone che si trovavano già Oltralpe, probabilmente, ma forse anche conoscenti o appoggi in Italia.

FONTE: https://www.corriere.it/esteri/20_ottobre_30/brahim-viaggio-barchino-fugasempre-telefono-c9fb8852-1a30-11eb-bdd5-3ce4cb03ccdf.shtml

Il tagliagole in Francia? Non è una sorpresa, è un boomerang

Sembra ieri che Laurent Fabius, ministro degli Esteri, si opponeva alla decisione americana di inserire Jabhat Al Nusra (Al Qaeda cioè)  gruppo jihadista che combatteva   contro  il governo Assad, “Perché sul terreno fanno un buon  lavoro”: Il buon lavoro erano le decapitazioni e il  terrore islamista, ma per  Parigi eranoo “i ribelli pèer la libertà” che lottano contro il mostruoso Assad “che gasa il suo popolo”. Infatti Fabius pronunciò questa frase (secondo Le Monde in un articolo pubblicato il 13 dicembre 2012)   nella riunione Friends of Syria  a Marrakesh,   dove  più di cento paesi occidentali e arabi, organizzazioni internazionali e rappresentanti dell’ Opposizione siriana. Tutti finanziatori del jihadismo anti-Damasco   presentato come un arco democratico-costituzionale  assetato di libertà; e per la Francia non solo pagatori, ma fornitori di jihadisti nazionali  presi dalle banlieues  da  mandare in Siria, non di rado inquadrati da ufficiali della Légion.

In quel torno  di tempo , gli anni del martirio della Siria, rievoca   il giornalista Jacques Marie Bourget grande  inviato di guerra, “in  Siria c’è   addirittura concorrenza tra gruppi salafiti, per spartirsi sia il paese sia i quattrini dei loro sponsor:  Arabia Saudita, Qatar ed Emirati Arabi Uniti. Paesi fedeli che realizzano il piano elaborato a Washington, quello di un “Grande Medio Oriente” che potrebbe andare dall’Iran al Marocco. Diventata un vero bazar  del jihad (dove si trova di tutto), la Siria viene attaccata  uiguri, ceceni, nordafricani, indonesiani, europei. La follia della Ummah si è incontrata a Damasco. Pochi  curdi, anche   loro armati e nutriti dai paesi NATO, mantengono l’illusione dell’esistenza dei “ribelli siriani”, una sorta di fronte di liberazione nazionale  che si batte per la  democrazia.  Alla fine, la Siria è riuscita,  ma a un prezzo esorbitante e con l’aiuto di Putin e dell’Iran, a contrastare questo jihad made in Usa”

E nel 2003, quando inizia la caccia a Saddam nelle grotte di Tikrīt, il nord del Paese, popolato da curdi iracheni,   viene  rilevato da Abu Moussab Al-Zarkaoui, pioniere giordano del jihadismo. Ha già partecipato a due campagne in Afghanistan  sotto egida americana. “Per allestire il suo campo, sotto lo sguardo attonito degli abitanti delle montagne, Zarqawi beneficia dell’assistenza congiunta della CIA e del Mossad”.

“È stato lui a lanciare le prime e più spaventose autobombe in Iraq, ad esempio contro le Nazioni Unite. Perché  questo robot assassino, sfuggendo alle istruzioni dei suoi padroni, non esita a colpire sia l’Occidente che gli sciiti. L’11 maggio 2004 Zarqawi trasmette su Internet la decapitazione del giovane ostaggio americano Nicholas Berg.

“Alla fine questo disobbediente, questo incontrollabile è stato eliminato il 7 giugno 2006 da una bomba F-16  Gli americani erano  davvero stanchi degli scherzi delle loro creature, non è più tempo di fare bricolage di terroristi, è tempo di promuovere la creazione di un intero  califfato. Dovrà regnare su Iraq e Siria, stati spazzati via dal globo. La missione del califfato è affidata all’emiro Abu Al-Bakr Bagdhadi, ex ufficiale iracheno, rilasciato nel 2004 dalle carceri americane in Iraq. È molto meno imprevedibile di Zarqawi. Conosciamo il resto. In Iraq i combattenti di Allah stanno riuscendo a distruggere ciò che l’invasione americana non è riuscita a fare. In Siria, lo smembramento del Paese sembra essere una certezza

E ancora:

“La distruzione della Libia è opera congiunta di Emir Hamad al-Thani, ex reuccio del Qatar, e di un altro piccolo principe, Nicolas Sarkozy. Con la scusa di “massacrare un dittatore” (e ultimo laico), il paese è stato laminato, inghiottito. Il  paese è stato distrutto dalla  Francia, tramite la DGSE e le forze speciali,   dai finanziatori di Doha e i jihadisti libici di Abdelkrim Belhadj (ex veterano di guerra afghano),   vecchio seguace di questo Bin Laden,   che Hillary Clinton,  ha  descritto nelle sue e-mail trapelate come “il nostro uomo ”

“In questo  inventario- molto sommario  –   del jihad usato come Arma di Distruzione di Massa, non si  può tralasciare il caso esemplare  della Palestina.  Un cumulo di  ingiustizie, morti e disperazione. Dove  la distruzione dello Stato palestinese è stata affidata all’amico israeliano che ha saputo dividere questo popolo facilitando la creazione di Hamas, un’appendice dei Fratelli Musulmani. Israele, e questo è un segno, è anche quella che curava  i miliziani Daesh feriti in Siria e trasferiti attraverso le alture del Golan.

 “Questa jihad per conto  terzi,  gli stati occidentali, lascia dietro di sé soldati che non perdono mai il loro radicalismo, ma posto di lavoro. Li troviamo poi, spesso palcoscenico del jihad, in Europa, a far domanda  di asilo politico. Non importa se   il  richiedente, pochi mesi prima, avesse arrostito vivo un uomo rinchiuso in una gabbia di ferro o avesse tagliato alcune teste …Quando si conosce  “il mondo musulmano”   come inviato  per aver sofferto spesso al suo fianco, sotto le bombe -, quando si sa  quali ingiustizie storiche hanno subito questi territori smembrati, la barbarie di Conflans [dove è stato decapitato l’insegnante]  non è una sorpresa, né – ovviamente –  una scusa. I nostri mercenari, barbari a Fallujah, rimangono tali anche dopo un trasferimento in Val d’Oise.

“Attraversare i confini non diluisce   la tendenza  criminale jihadista  nell’acqua santa. Combattere fino alla morte l’istituzione della pura legge della Sharia non è un atto razzista, ma combattere contro   la forma più demente di oscurantismo medievale; di   combattere gli assassini ma prima i loro padroni e mandanti, quelli che guidano il ballo della morte della Sharia,  seduti sotto i soffitti d’oro dei  regni  wahabiti.

“Senza dimenticare che per rovesciare a Kabul il regime laico che definisce “comunista” (era filo-sovietico, ossia laico e modernizzzatore) “Washington sceglierà e addestrerà i peggiori mujahedin, i folli del Profeta. L’orrore è programmato nel modo peggiore conosciuto: omicidio, tortura, stupro, carestia organizzata, spostamento a forza di popolazioni.  A commetterle   è Osama Bin Laden , il leader dei “credenti”, un ricco boss di guerra (è molto ricco e ha il sostegno del suo paese, l’Arabia Saudita). Per Washington e la stampa americana, Osama è un eroe, un valoroso che merita la collezione completa della “Distinghished Service Cross”. Il suo gruppo di “combattenti della resistenza” aveva già un nome che sarebbe diventato famoso: “al Qaeda”, “The Base”.

Quando nel gennaio 1998 un giornalista chiede “Non si pente un po’  di aver favorito il fondamentalismo islamico, di aver dato armi e consigli ai futuri terroristi?” Zbigniew Brzezinski, ex consigliere per la sicurezza del presidente Carter, risponde: “Qual è la cosa più importante nella storia del mondo? I talebani o la caduta dell’impero sovietico?  Alcuni islamisti esaltati o la liberazione dell’Europa centrale e la fine della guerra fredda? ”

 

La verità  che  tutti i leader laici, moderni e razionali  del Medio e Vicino Oriente sono stati sistematicamente  combattuti, diffamati, circondati, assassinati: dalla Cia, dal potere americano  (e dai francesi) . Nei paesi musulmani, Washington   ha combattuto (con successo)  l’Illuminismo. Mossadegh, il primo ministro iraniano che cerca di stabilire la democrazia e l’indipendenza dagli imperi coloniali, nel campo del petrolio per esempio, fu rovesciato nell’agosto 1953 da un colpo di stato americano:  che mette al potere lo Scià, per poi   rimpiazzarlo nel 1979 dal così religioso estremista oscurantista  – e  buon partner – Imam Khomeini. Nasser, il presidente egiziano rimarrà un incubo costante per gli angloamericani, lui che ha combattuto i Fratelli Musulmani e si è rifiutato di velare le donne del suo Paese.  Eccetera. E adesso come sdegnarsi che tagliagole appositamente addestrati sbarchino a Lampedusa per poi sgozzare a Nizza? Per anni la Tunisia è+ staouno dei massimi centri di arruolamento occidentale da  mandare in Siria: giovani disoccupati venivano  radicalizzati  da maestri wahabiti, armati ed addestrati. E stipendiati dai regni più corrotti della storia, e nostri “amici”. L’islamismo non è una sorpresa. E’ un boomerang.

FONTE: https://www.maurizioblondet.it/il-tagliagole-in-francia-non-e-una-sorpresa-e-un-boomerang/

 

 

 

 

ECONOMIA

Europa: ultima chiamata contro il disastro, appello della Merkel

L’Europa rischia la doppia recessione soffocata da una seconda ondata di contagi difficile da arginare. Angela Merkel ha lanciato un appello ai 27 Stati UE: ultima chiamata per la ripresa?

L’Europa è appesa al filo della pandemia, con uno scenario in peggioramento giorno dopo giorno.

Per questo, i toni della videoconferenza di ieri, giovedì 29 ottobre, tra i 27 Stati membri dell’UE sono stati più allarmanti che mai. Il cancelliere tedesco Angela Merkel ha lanciato un vero monito, dicendo che tutti i Governi non sono riusciti a intervenire abbastanza rapidamente per arginare l’epidemia.

Intanto, il costo di un secondo lockdown inizia a pesare nelle già danneggiate economie europee.

L’Europa, dopo il discorso della Lagarde sulle cupe prospettive future per il continente e con la promessa della BCE di ricalibrare tutti gli strumenti per sostenere la ripresa, è sull’orlo di un disastro. Una doppia recessione sarà scongiurata?

Europa verso la crisi sanitaria ed economica

I Paesi dell’UE, dove più di 210.000 persone sono morte a causa del coronavirus e quasi 6,5 milioni sono state infettate, hanno iniziato a imporre nuove restrizioni nel tentativo di arginare il vertiginoso aumento dei contagi.

La situazione rischia di far deragliare un nascente rimbalzo dalla recessione più ripida mai registrata. L’allarme è arrivato poche ore dopo che il presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde aveva avvertito sulla perdita di slancio economico nel continente più rapidamente del previsto, con gli ultimi freni che dovrebbero peggiorare i dati della produzione nell’ultimo trimestre dell’anno.

Il ministro delle finanze francese Bruno Le Maire ha detto che l’attività economica potrebbe diminuire del 15% a causa di chiusure e restrizioni.

I Governi di tutto il blocco europeo stanno affrontando le conseguenze economiche di un secondo round di restrizioni. Il primo lockdown in primavera è già costato ai contribuenti miliardi di euro.

Il vertice dei leader UE ha sottolineato la necessità di un’azione armonizzata da parte degli Stati membri, nel tentativo di evitare gli errori della prima ondata di infezioni, quando alcuni Paesi hanno chiuso le frontiere, minacciando il mercato unico del blocco e il flusso degli scambi.

La Merkel ha chiarito durante l’appello che le frontiere interne dell’UE devono rimanere aperte nonostante la pandemia: “Soprattutto per la Germania, in quanto Paese al centro dell’Europa, è importante che i confini rimangano aperti”.

C’è un clima di alta preoccupazione in Europa, con la consapevolezza di dover agire uniti per evitare il disastro economico. Proprio ieri Giuseppe Conte ha ripetuto l’urgenza di attivare il Recovery Fund: le risorse non possono più aspettare. Anche Lagarde lo ha ribadito.

FONTE: https://www.money.it/europa-crisi-economica-chiamata-contro-disastro-merkel

 

 

BCE gioca con la paura del mercato e ora si trova a dover tifare per il Covid

Volendo racchiudere e sintetizzare l’intera questione legata alle mosse della Bce al risultato pratico, soprattutto alla luce della sell-off del giorno precedente, si potrebbe declamare un non troppo convinto ma rassicurante mission accomplished. Il settore bancario dell’eurozona, infatti, ha timidamente girato in verde dopo la conferenza stampa di Christine Lagarde.La ragione, ovviamente, appare intuitiva: bad news are good news, la pandemia non farà che rafforzare la necessità di nuovo stimolo e supporto da parte della Banca centrale. Il colpo mortale che si rischia a Pil e prospettive di crescita? Per ora, solo danni collaterali, ci penseremo dopo.D’altronde, nel mondo del Qe perenne, i fondamentali non contano. Tutto rimandato al board del 10 dicembre, comunque, in modo da poter mettersi ciclisticamente in scia di una Fed che, dopo il voto del 3 novembre, dovrà giocoforza dire qualcosa rispetto al futuro del proprio programma espansivo, non fosse altro per la liquidità che comincia a scarseggiare e qualche indicatore repo che inizia a ticchettare.

Ma cosa potrà davvero mettere in campo la Bce, da qui a un mese?

L’aspettativa è per:

  • 500 miliardi di aumento dell’ammontare del Pepp e la sua estensione fino al 31 dicembre 2021,
  • il raddoppio del controvalore di acquisti mensili del programma App open-ended fino a 40 miliardi al mese,
  • l’ammorbidimento dei termini di utilizzo delle aste di rifinanziamento bancario a lungo termine (Tltro) a livello di discount period,
  • l’aumento del moltiplicatore relativo al tiering sui tassi che vada a garantire un ulteriore ristoro alla profittabilità bancaria colpita dalla negatività sui depositi,
  • l’inclusione statutaria dei cosiddetti fallen angels corporate – bond all’ultimo gradino dell’investment grade – nella platea del collaterale accettato in seno alle operazioni del Pepp.

Insomma, lo svuotamento pressoché totale della mitologica «cassetta degli attrezzi», sul doppio fondo della quale a quel punto resterebbe soltanto l’opzione nucleare della discesa in negativo del tasso di interesse benchmark. Ma al netto di tutto questo, gli interrogativi restano molti. Primo dei quali, la condizione cui si andrà a intervenire da qui a oltre un mese, stante il peggioramento lampo delle condizioni della ripresa economica ammesso dalla stessa Lagarde e plasticamente mostrate da questo grafico e di quelle sanitarie rispetto alla pandemia.

Fonte: Bloomberg

Come usciranno Francia e Germania dai loro relativi lockdown, più o meno light? E l’Italia, sfuggirà a quella misura estrema o entro breve sarà anch’essa costretta a capitolare, schiacciata dal peso del numero di contagi quotidiani? Non appare questione di poco conto.

Perché la BCE si trova a dover tifare per il Covid

Paradossalmente, però, l’intero castello si regge su un paradossale equivoco di fondo: la Bce deve sperare in sempre più lockdown, in un sempre più rapido deterioramento delle prospettive macro. Soprattutto in Germania. Per una semplice ragione: solo il Covid può battere la Bundesbank e le sue resistenze. Non a caso, a fronte dell’ennesima fiera dell’annuncio, i mercati non sono crollati. La ragione? Semplicemente perché sono più spaventati, confusi e disorientati della stessa Bce. Quindi, tendono – soprattutto dopo sfuriate di disperazione come quella degli indici di mercoledì – ad autoconvincersi della bontà delle ricette sul tavolo, consci dell’altrettanto ineluttabile realtà con cui doversi confrontare: non esistono alternative indolori alla fiducia cieca nelle Banche centrali. O mangi questa minestra o salti dalla finestra. Questo nonostante il crollo di alcune certezze di fondo, soprattutto legate alla reale utilità del programma Pepp per innestare un circuito virtuoso di trasmissione del credito che favorisca una ripresa economica: ad oggi, quel programma è servito unicamente a finanziare i deficit sovrani e a calmierare artificialmente gli spread. Non a caso, poco prima che Christine Lagarde prendesse la parola, il Btp italiano a 10 anni andava in asta con un rendimento record allo 0,79% dallo 0,89% dell’emissione precedente, come mostra il grafico.
Fonte: Bloomberg

Il tutto, a fronte di prospettive di crescita a doppia cifra di calo, uno scostamento
già approvato da 100 miliardi nei conti pubblici e l’ombra sempre più incombente di un nuovo lockdown ad aggravare il quadro. Ma, appunto, i fondamentali non contano più. Siamo alla riedizione politico-economica del chicken game di Gioventù bruciata (o Footloose, per i più giovani), il gioco del pollo consistente in due automobili che corrono all’impazzata verso un burrone. Il primo che si lancia, sopraffatto dalla paura, ha perso. La Bce, rimandando la sua decisione operativa, ha optato per una sfida a viso aperto con i timori altrui, contando su una certezza appunto: i mercati hanno più paura della Banca centrale, semplicemente perché dipendono totalmente da essa. E non il contrario, visto che Francoforte vive sull’alibi perenne dell’emergenza: prima i subprime, poi i debiti sovrani, poi il terrorismo internazionale, poi le tensioni Usa-Corea e Usa-Cina e infine il Covid. Allarme dopo allatme, deroga dopo deroga, crisi dopo crisi: i mercati si accodano e ringraziano, certi che comunque sia l’operatività front-load alle mosse della stamperia di Francoforte (o Washington o Tokyo o Pechino) risulterà sempre vincente e non verrà meno fino a quando esisterà un solo focolaio di tensione.

Insomma, Christine Lagarde si è fatta scudo con la seconda ondata di Covid, tenendo ben nascoste le carte che intenderebbe giocare il 10 dicembre prossimo. Oltretutto, sfruttando il vantaggio temporale su una Fed obbligata a quel punto ad aver già detto almeno una parola.

Quanto durerà, però, il potere bullish dell’aspettativa?

Quanto forte sarà la fiducia dei mercati rispetto alla magnitudo reale della risposta in arrivo come un regalo di Natale in anticipo, rispetto al timore per una pandemia che potrebbe realmente andare fuori controllo e obbligare a lockdown sempre più duri, prolungati e generalizzati?

Il sostegno offerto finora dalla Bce, i cui acquisti hanno varcato nuovamente la quota dei 16 miliardi settimanali la scorsa settimana, basterà fino al 10 dicembre, qualsiasi cosa accade negli ospedali europei e nei seggi elettorali d’Oltreoceano?

Christine Lagarde lo ha detto: «Il Consiglio è pronto a riunirsi con brevissimo preavviso, se e quando necessario». Di fatto, la vera rassicurazione ai mercati: non aspetteremo il 10 dicembre, state tranquilli. Per il semplice fatto che i toni usati da Angela Merkel nell’imporre il lockdown light ai suoi connazionali paiono tradire una preoccupazione reale, tale da mettere la mordacchia a ogni bizza rigorista della Bundesbank.

Insomma, la Bce ha ottenuto la massima resa con pochissima spesa quest’oggi. Anzi, ha proprio evitato di mettere mano al portafoglio. Ottimo risultato, vista la delicatezza del momento. Ma anche strategia azzardata che sembra scordare la regola aurea del mercato: non esistono pasti gratis. E se davvero un vaccino dovesse arrivare a inizio 2021 a cambiare il trend emergenziale e prudenziale imboccato dall’Eurotower, il redenomination risk di politica monetaria sarebbe enorme. E allora, addio al Btp decennale in asta allo 0,79%. Occorre tifare Covid, se non apparisse da pazzi. Ma il mercato nell’era della Banche centrali è anche questo, un kafkiano e quotidiano oltraggio al buonsenso.

FONTE: https://www.money.it/BCE-tifa-covid-paura-mercato

 

 

 

GUIDO GROSSI: ELlTE E CROLLO DELLE ECONOMIE

GREAT RESET E RESET DI TUTTI I DEBITI PER SCHIAVIZZARCI

33.301 visualizzazioni

27 ott 2020

VIDEO QUI: https://youtu.be/B4cbA0xSgZY

 

FONTE: https://www.youtube.com/watch?v=B4cbA0xSgZY&feature=youtu.be

 

 

GIUSTIZIA E NORME

ATTO AMMINISTRATIVO E GIURISDIZIONALE: INCIDENZA DEL DIRITTO SOVRANAZIONALE

by Rossella Puca – 30 10 2020

Il diritto amministrativo si colloca all’interno di una fons fontium gerarchica al vertice della quale vi è il diritto dell’Unione europea.

Rispetto alle altre esperienze di cooperazione internazionale, il processo di integrazione europea ha implicato la primazia del diritto comunitario per mezzo della quale le fonti europee prevalgono, in caso di contrasto, con le norme interne, anche se di rango costituzionale.

Il principio del primato del diritto Ue comporta, così come sostenuto dalla Corte di Giustizia, una visione sistematica monista: fonti europee e fonti interne costituiscono un sistema unico ordinato attraverso il principio di gerarchia, laddove le norme Ue sono sovraordinate alle norme interne che, invece, sono sottordinate alle prime.

La Corte Costituzionale, dal canto suo, sosteneva una visione dualista in cui fonti Ue e fonti interne sono autonome e distinte ancorché coordinate secondo il principio di attribuzione delle competenze previste dal Trattato.

Tale posizione, tuttavia, è stata sorpassata dalle pronunce più recenti della medesima Corte che, rispetto al passato, ha dimostrato una sostanziale apertura a favore della tesi della CdG, specie alla luce dell’art. 117, così come modificato dalla l. n.3 del 2001, che ha costituzionalizzato i vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario.

La vexata quaestio inerente ai rapporti tra diritto interno e diritto sovranazionale ha condotto all’elaborazione – non solo in Italia ma in tutti gli Stati membri – della teoria dei “controlimiti”.

Si tratta di uno strumento posto a tutela dell’ordinamento interno che oltre a rafforzarlo, rende “più accettabile” la parziale cessione di sovranità alle istituzioni Ue.

I controlimiti si identificano in quei principi fondamentali dell’ordinamento e nei diritti inalienabili della persona. Questo nucleo si mostra come un nocciolo duro resistente ad ogni pressione sovranazionale, non sovrastabile dal diritto unionale.

La dottrina, tuttavia, si è a lungo interrogata sulla valenza della teoria. Invero, a seguito dell’approvazione della Carta di Nizza, l’Unione europea si è spogliata dai panni di una mera comunità economica, riconoscendo una piena tutela ai diritti dell’uomo. Si può sostenere che, a seguito del Trattato di Lisbona, si è verificata una piena “unionalizzazione” dei controlimiti. Tali, pertanto, non appaiono più come vincoli posti dagli Stati membri, quanto piuttosto limiti che l’ordinamento europeo si pone da sè.

Questa circostanza è confermata dall’art. 4 co. 2 del TUE secondo il quale “l’UE rispetta l’uguaglianza degli Stati membri davanti ai trattati e la loro identità nazionale insita nella loro struttura fondamentale, politica e costituzionale […]”, oltre che dall’art. 53 della Carta di Nizza a tenore del quale “nessuna disposizione della presente Carta deve essere interpretata come limitativa o lesiva dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali riconosciuti dalle Costituzioni degli Stati membri”.

Terminata tale dissertazione, si pone ora il problema di comprendere l’incidenza del diritto dell’unione nell’ordinamento interno.

La storica sentenza della Corte di Giustizia, nota come sentenza Costanzo, specificò che nel caso in cui le norme interne siano in contrasto con le pronunce Ue – adottate nell’ambito delle sue competenze – sorge il dovere di disapplicazione della norma interna in contrasto. Questo obbligo involge non soltanto i giudici nazionali ma tutti gli organi dello Stato. Pertanto, il primato dell’UE è una regola che dovrà essere applicata non solo dal legislatore ma anche dalla Pubblica Amministrazione nazionale. Or bene, è fatto dunque divieto di adottare provvedimenti amministrativi, in applicazione di norme interne, che contrastino col diritto dell’Unione Europea.

Qual è dunque la sorte di un provvedimento amministrativo che vìoli il diritto Ue?

Il dibattito, piuttosto prolifico, si snoda in due orientamenti. Il primo sosteneva la possibilità del superamento del contrasto attraverso l’applicazione del generale regime d’invalidità degli atti amministrativi, il secondo, invece, proponeva la creazione di un’ipotesi particolare d’invalidità ad hoc.

Quanto alla seconda tesi, vi è un’ulteriore bipartizione al suo interno. C’è chi configura l’invalidità dell’atto amministrativo contrastante con il diritto Ue in termini di nullità chi, invece, come la dottrina, in termini di disapplicazione.

L’idea di applicare il regime della nullità all’atto avrebbe comportato, come da disciplina, la rilevabilità d’ufficio e l’inefficacia dell’atto ex se senza alcun onere di impugnazione. Tale tesi fu sostenuta da una giurisprudenza amministrativa risalente agli anni ’80, con la conseguenza della legittimazione del giudice d’ufficio a rilevare il vizio, prescindendo dai motivi del ricorso (principio dispositivo).

Parte della dottrina, sullo sviluppo di tale giurisprudenza, affermava che la lesione del diritto Ue comportava la nullità dell’atto amministrativo per contrasto delle norme imperative ex art. 1418 c.c.

La nullità, secondo la posizione in analisi, avrebbe comportato il rispetto – senza limiti – del diritto europeo, tutela ritenuta inconciliabile con il breve termine decadenziale affidato all’altra ipotesi di invalidità dell’atto.

La Giurisprudenza attuale, sostenendo l’applicazione dei principi generali dell’atto amministrativo, è favorevole invece all’annullabilità dell’atto amministrativo violativo del diritto Ue.

Gli argomenti a sostegno di questa tesi sono plurimi. In primis, quando il diritto Ue attribuisce al privato una situazione giuridica sostanziale senza specificare i rimedi per tutelarla si ricava che gli Stati membri sono liberi di disciplinare le modalità ed i rimedi processuali di tutela. Il diritto dell’Ue, d’altronde, si integra col diritto interno.

Ulteriore argomentazione a favore riguarda un’analogia. Il diritto Ue stabilisce che gli atti emanati da organi Ue contrastanti con il Trattato sono sottoposti al regime di annullabilità. L’impugnazione dell’atto può avvenire entro due mesi, pena la decadenza dall’azione. Il sistema menzionato è equivalente, se non per la dicitura di due mesi in luogo di 60 giorni, al regime di annullabilità previsto dal nostro ordinamento interno.

Si aggiunge, inoltre, un ragionamento in opposta critica alla tesi della nullità. L’art. 21-septies della legge 241/1990 costituisce un numerus clausus. Invero, le uniche ipotesi di nullità del provvedimento sono quelle specificamente codificate, all’interno delle quali non è menzionata la violazione del diritto europeo.

È qui opportuno citare la sentenza Santex del 2003. La Corte di Giustizia, in quel caso, riconobbe che il regime di annullabilità fosse rispettoso del principio di equivalenza e di quello di effettività. Nel primo caso poiché non ravvedeva alcuna discriminazione tra l’impugnazione per violazione del diritto interno e quella per diritto comunitario. Nel secondo caso, invece, poiché l’ordinamento interno riconosce tutela – e primato – al diritto comunitario. Nondimeno, in quel caso specifico, la Corte dichiarò nullo il provvedimento amministrativo.

Tale caso non inficia, tuttavia, il regime di annullabilità per l’atto amministrativo lesivo del diritto Ue. Quell’ipotesi giurisprudenziale si configura come un’eccezione sottesa alla specificità del caso. Nella sentenza Santex la Corte di Giustizia ravvisò un comportamento scorretto da parte della stazione appaltante, lesivo del legittimo affidamento. Il ricorso tardivo riconosciuto al ricorrente si spiegava proprio in virtù di quella grave lesione di diritti.

Vi è un’altra ipotesi in cui la giurisprudenza non ha escluso l’intervento della nullità del provvedimento anticomunitario. È il caso della carenza di potere. Si pensi ad un provvedimento adottato in base ad una norma interna incompatibile con il diritto Ue e, quindi, disapplicabile. In tal caso, la disapplicazione della norma posta alla base genera un vuoto che mina – senza alcun dubbio – il fondamento del potere amministrativo di emanarlo.

È stato tuttavia osservato che laddove la norma interna venga disapplicata, il provvedimento amministrativo si baserebbe comunque sul diritto sovranazionale. Questa situazione non determina una vera e propria ipotesi di carenza di potere, la nomenclatura dell’ipotesi, quindi, risulta fallace.

L’unico caso in cui la nullità del provvedimento amministrativo trova diritto di cittadinanza, invece, è laddove si verifichi una scorretta introduzione dell’atto interno nel sistema euro-unitario, in una materia sprovvista di disciplina Ue. Un’ipotesi che, come si può pensare, è molto difficile che si verifichi.

Dopo aver concluso con l’ammissibilità del regime di annullabilità per l’atto amministrativo violativo del diritto Ue, dovrà pervenirsi ad un nuovo piano di discussione.

La violazione del diritto europeo, infatti, nel caso in cui l’atto non venga impugnato nei termini, può essere perpetrata anche attraverso una sentenza ormai passata in giudicato.

Ma può conciliarsi il principio dell’intangibilità del giudicato con quello del primato dell’Unione europea?

Il quesito poc’anzi posto, sembrerebbe comportare una contraddizione irrisolvibile se non con compromessi dall’uno e dell’altro lato.

Nel corso del tempo giurisprudenza interna ed europea sono sopraggiunte ad un punto d’equilibrio.

Si è dapprima ribadito che il principio dell’intangibilità del giudicato non è solamente un principio interno, anzi, tale, soddisfacendo i canoni di certezza e di stabilità dei rapporti giuridici, è fatto proprio dall’Unione Europea.

Il diritto Ue, in virtù di tale conclusione, non impone al giudice nazionale di disapplicare le norme interne sul giudicato, neanche quando tale procedura assicuri il rispetto del diritto unionale. In poche parole, il principio del giudicato sovrasta quello del primato Ue, seppur con qualche eccezione.

L’eccezione si è annoverata nel noto caso Lucchini in cui la materia del caso era ed è particolarmente attenzionata dall’Ue. La Corte di Giustizia, in quell’occasione, statuì infatti che il diritto dell’Ue sovrasta la norma interna – l’art. 2909 c.c. – nei limiti in cui tale norma osti il recupero di un aiuto di Stato concesso in violazione del diritto Ue.

L’eccezionalità si giustifica anche in virtù del fatto che tale competenza specifica è affidata dagli stessi Trattati alla Commissione Europea.

Stante l’eccezionalità che conferma la regola, il diritto comunitario, anche se leso da una sentenza inoppugnabile, non può travolgere il giudicato interno.

Diversa sarebbe invece quell’ipotesi in cui nel nostro ordinamento fosse azionabile un rimedio – post giudicato – per elidere la violazione di legge. Qualora esistesse, per mezzo del principio di equivalenza e non discriminazione, l’ordinamento interno dovrebbe predisporre l’ipotesi di revocazione del giudicato per violazione del diritto comunitario.

Nel nostro ordinamento, tuttavia, l’unica ipotesi di revocazione esistente riguarda la rimozione del giudicato formatosi su errore di fatto.

FONTE: http://www.salvisjuribus.it/atto-amministrativo-e-giurisdizionale-incidenza-del-diritto-sovranazionale/

 

 

 

 

IMMIGRAZIONI

Attacco Nizza, Meloni contro la furia immigrazionista del governo

ROMA, 29 OTT – L’aggressore che ha ucciso oggi tre persone nella basilica di Notre-Dame a Nizza dopo essere sbarcato a Lampedusa a fine settembre e in Francia ad inizio ottobre è un tunisino di 21 anni: il suo nome è Brahim Aoussaoui. Lo si apprende da fonti degli inquirenti.

“Fratelli d’Italia chiede al Governo di chiarire quanto riportato dal deputato francese Eric Ciotti, secondo il quale l’attentatore di Nizza sarebbe un tunisino arrivato in Francia passando per Lampedusa. Se questa notizia dovesse essere confermata sarebbe di una gravità inaudita ed esporrebbe la nostra Nazione al rischio di isolamento. È uno scenario che FdI da tempo denuncia e che potrebbe concretizzarsi a causa della furia immigrazionista di questo Esecutivo. Conte, Di Maio, Lamorgese: di fronte a un’accusa gravissima l’Esecutivo è obbligato a rispondere”. Lo scrive su Facebook il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. (ANSA).

FONTE: https://www.imolaoggi.it/2020/10/29/attacco-nizza-meloni-furia-immigrazionista-governo/

 

 

 

 

PANORAMA INTERNAZIONALE

Trump svela il trucco: “Vogliono che facciamo tamponi, tamponi e tamponi”

 

Trump ha dato spettacolo al comizio elettorale in North Carolina: ha toccato diversi punti tra cui l’immunità alla Covid e l’elevato numero di tamponi.

A bordo dell’Air Force One, il Presidente degli USA continua il viaggio attraverso gli Stati Uniti per portare avanti la campagna elettorale.

Una parte del suo intervento a Lumberton, North Carolina, è già diventato virale. «Accendo la televisione e sento parlare solo di Covid, Covid, Covid, Covid, Covid, Covid. Dal 4 novembre non ne parleremo più».

Il riferimento ovvio è al giorno delle elezioni. Trump ha bacchettando il mainstream perché ormai sembra non accadere più niente nel mondo a parte l’emergenza Covid.

Il presidente ha ricordato che ormai è chiara l’importanza di difendere le persone anziane e i più fragili ma ha anche aggiunto che la mortalità (forse intendeva fatalità) è scesa dell’85% grazie alla conoscenza del virus e alle terapie usate.

«Io l’ho avuto e sono qui», ha affermato Trump dal palco di Lumberton. «Ora sono immune. Una volta lo sarei stato a vita ma adesso dicono che l’immunità è passata a quattro mesi».

Riferito a questo cambio di rotta sull’immunità di una malattia, il presidente è sembrato scettico. «Non lo so. Neanche loro lo sanno. Chi diavolo lo sa? L’hanno ridotta a quattro mesi, questa è una fake news. Sono falsi».

Si è però consolato annunciando che per un po’, almeno per quattro mesi, potrà baciare e abbracciare ognuno dei suoi elettori.

Trump sul numero dei casi e i tamponi

Il Presidente degli Stati Uniti ha continuato a ruota libera il suo comizio elettorale e non si è limitato a criticare i media e i medici con le loro nuove teorie sull’immunità.

Ha spiegato che gli USA mostrano un alto numero di casi perché eseguono un alto numero di tamponi: «Ora che stanno eseguendo i test nelle scuole, i media avranno delle notizie false di cui parlare: “I casi sono aumentati negli Stati Uniti”».

«Non ci è permesso dire “Stiamo spendendo milioni di dollari per i test”. Se ne facessimo la metà, anche i casi si dimezzerebbero e i titoli sarebbero “I casi scendono magnificamente”. Ma vogliono che facciamo tamponi, tamponi e tamponi».

Il presidente Trump ha sottolineato che ci sono alcuni bravi giornalisti ma tanti di loro sono «persone molto cattive».

VIDEO QUI: https://youtu.be/KKqd0zx5QIk

 

 

 

New Zealand’s COVID-19 Quarantine ‘Camps’ Are The End Of Personal Freedom

IUNOY Magazine

 

Pacific island nation has 25 coronavirus deaths out of population of nearly five million

by Charles Creitz

Hoover Institution senior fellow Victor Davis Hanson condemned New Zealand‘s institution of coronavirus quarantine “camps” on “The Ingraham Angle” Tuesday.

Covid 1984 Prison Camps In New Zealand

Prime Minister Jacinda Ardern, of the center-left New Zealand Labour Party, announced in a video that if people sent to the camp refuse to be tested, they will be required to remain another two weeks after their initial two-week stay.

Ardern called the warning a “pretty good incentive” to get tested for COVID-19.

“You either get your test done and make sure you are cleared, or we will keep you in a facility longer,” she said.

“So I think most people look at that and say, ‘I will take the test.’”

Politician Warns: Trudeau Govt Plans To Build COVID ‘Quarantine / Isolation’ Camps Across Canada and Canadian Government Erecting A Network Of Covid Detainment Camps

 

Hanson told host Laura Ingraham that such draconian measures that Ardern’s orders make no sense given how little the pandemic has affected the island nation.

“They have a nation of 5 million people,” Hanson explained.

“They’ve only lost, tragically, but they lost 25 people. That’s an astoundingly low number to throw away personal freedom.”

“Here in the United States, whether it is [California Gov.] Gavin Newsom or Michelle Obama or Joe Biden, they have all said that this is an opportunity not to let go to waste” he added.

New Zealand Quarantine Camps

Later in the segment, Ingraham cited a German media report that the European Parliament and the European Commission is using China-made thermal imaging cameras in an effort to prevent the spread of COVID-19.

The DW.com report noted that the company that makes the cameras is also accused of supplying technology used by Beijing to patrol and surveil Muslim internment camps in Xinjiang province.

“Are these the type of scenarios we are going to be facing under a Biden administration?” she asked Hanson.

“Yeah, it’s frightening,” he responded.

“Here, the virus started in China, spread from China, and now China is offering the West the methodology and technology of fascism to supposedly cure what they started.”

FONTE:https://humansarefree.com/2020/10/new-zealands-covid-19-quarantine-camps-are-the-end-of-personal-freedom.html

 

 

 

 

Francia: 300mila in ‘fuga’ da Parigi

Si torna a fare incetta nei supermercati, carta igienica, farina

28 10 2020

Tutto come nel primo lockdown, anche se – stando quanto trapelato – questa seconda chiusura dei francesi in casa per frenare la curva dei contagi del Covid potrebbe essere più “light” e comunque più breve. In attesa degli annunci del presidente Emmanuel Macron, alle 20 in tv, si contano 300 chilometri di auto in fila sul péripherique, in gran parte parigini che lasciano la capitale per sfuggire alle nuove limitazioni di circolazione.

Stando a diversi media in tutto il territorio francese, sono ripresi i fenomeni di accaparramento di alcuni prodotti nei supermercati, una pratica che si rivelò assolutamente inutile a marzo-aprile (non ci fu penuria di alcun prodotto, contrariamente ai timori) e che sembra esserlo ancora di più in occasione del secondo lockdown. Come ormai tradizione, a ruba carta igienica, pasta, riso e farina.

FONTE: https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/europa/2020/10/28/francia-attesa-annunci-macron-300mila-in-fuga-da-parigi_ff51815a-1c69-459a-ba3a-4bfd1824285a.html

 

 

 

POLITICA

 

SCIENZE TECNOLOGIE

La nuova frontiera del revenge porn sfrutta l’intelligenza artificiale ed un bot Telegram

Un report rivela l’impiego del bot per elaborare migliaia di immagini di donne tra cui minorenni

Abbiamo parlato più volte tra queste pagine dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale per creare falsi profili, per evitare di mettere la propria  faccia in un video e di come è stata sfruttata per fingere di essere qualcun altro in diretta streaming su Zoom.

Lo scorso anno fece la sua comparsa sul web DeepNude, un software che consentiva di “spogliare una donna” semplicemente caricandone una normale fotografia. L’applicazione non faceva altro che assegnare un corpo femminile similare a quello mostrato nell’immagine, ricollocandolo perfettamente in linea con il volto della protagonista, grazie all’algoritmo open source Pix2Pix e all’intelligenza artificiale.

Qualche giorno fa è stato pubblicato in rete un report che analizza l’attività di un bot Telegram che di fatto esegue funzioni analoghe a quelle di DeepNude, sfruttando in realtà un software esterno alla piattaforma di messaggistica.

Dall’analisi emerge che il 70% delle foto caricate tramite questo bot, nel periodo preso in esame, risulterebbe appartenere a soggetti privati, con scatti presi dai social network. L’aspetto inquietante è che tra i target ci sarebbero anche immagini di minorenni. Dai dati pubblicati, emerge che circa 104.852 donne sono state prese di mira e “denudate”, nelle immagini condivise pubblicamente a partire dalla fine di luglio 2020. Il numero di queste effigi è cresciuto del 198% negli ultimi 3 mesi.

Come funziona a livello pratico il tool analizzato nel report? Più facile a farsi che a dirsi. L’utilizzatore lo avvia e gli offre in pasto la foto. Qualche secondo di attesa ed il bot, come fosse un utente qualsiasi al lavoro dall’altra parte della chat, gli rispedisce la foto elaborata o meglio dire in questo caso “denudata”. La foto può essere salvata o condivisa con altri senza troppe difficoltà.

Applicazioni come queste costituiscono la nuova frontiera del revenge porn, agevolando la realizzazione nonché la diffusione di fotografie o filmati privati a scopi vendicativi e senza il consenso della persona raffigurata. Si possono ben immaginare ulteriori aspetti critici relativi ad episodi estorsivi o addirittura di cyberbullismo. Quante tematiche si riconnettono in un’applicazione del genere… non credo servano esempi da citare per comprenderne ulteriormente i rischi nell’utilizzo improprio di un simile strumento.

Il sogno dei tanti giovani degli anni 60/70, che comprarono i sexy occhiali, dietro la promessa che avrebbero consentito all’utilizzatore di vedere attraverso i vestiti, sembra divenire realtà grazie all’intelligenza artificiale… era anche l’ispirazione del creatore di DeepNude quella dei famigerati occhiali a raggi X. Non ci sarà nessun “fuggi fuggi generale per le ragazze”, come recitato nella réclame di allora, perché con tutti i contenuti fotografici che liberamente pubblichiamo online, sfuggirne è pressoché impossibile. Può però rincuorare il fatto che l’immagine ricostruita dall’AI non corrisponde al reale fisico della donna, seppur ben si allinea con la foto originale dove compare vestita.

Quali strumenti abbiamo per difenderci? Lasciando da parte l’aspetto giuridico e penale, l’arma da difesa principale rimane la cultura. Diffondere una cultura della sicurezza e della consapevolezza nell’utilizzo della rete, analizzandone i rischi che ne conseguono, è il miglior modo di prevenire situazioni critiche.

FONTE: https://www.infosec.news/2020/10/29/news/campanello-di-allarme/la-nuova-frontiera-del-revenge-porn-sfrutta-lintelligenza-artificiale-ed-un-bot-telegram/

 

 

 

Potrebbe essere peggio?

Nel famoso film di Mel Brooks “Frankenstein Junior”, c’è una scena in cui l’espressione del professore universitario Frederick Frankenstein, nipote del famoso dottor Victor von Frankenstein, con ogni probabilità, è stata la stessa di molti colleghi che si occupano di Security nell’ambito del Retail, quando hanno appreso quello che stava succedendo in alcuni negozi oggetto di folli attacchi di violenza vandala ed ingiustificata accaduti le scorse notti.

Il professore, lamentandosi di aver dovuto svolgere un “lavoro schifoso”, si sentì rispondere dal suo assistente Igor: “potrebbe essere peggio… potrebbe piovere!”, e iniziò a piovere.

Ebbene si, è successo proprio questo.

Non è bastato aver dovuto organizzare in poche ore, la chiusura di punti vendita per poi riaprirli e gestire code di clienti che prendevano d’assalto i negozi e i supermercati per fare le scorte in vista del lockdown; non è bastato riorganizzare le attività seguendo protocolli di sicurezza (che sono stati redatti dagli stessi security manager in attesa di ricevere le linee guida dei vari, troppi, comitati tecnici scientifici, spesso deliberate in piena “zona cesarini”); non è stato sufficiente comprare milioni di guanti monouso per poi sapere che non sarebbero serviti più o dipingere, come dei moderni madonnari, linee e disegni sui pavimenti dei punti vendita per garantire il corretto distanziamento sociale, non è bastato seguire corsi di specializzazione in termometria applicata per capire quale termometro o termoscanner utilizzare agli ingressi per la misurazione della temperatura, oppure frequentare corsi notturni di chimica per individuare l’igienizzante più efficace e nemmeno svolgere esercizi di analisi matematica per definire la capienza massima del numero di persone da fare stare contemporaneamente nell’area di vendita; vano è stato capire come far funzionare gli impianti di condizionamento per garantire la temperatura adeguata nei centri commerciali senza utilizzare il ricircolo dell’aria per poi scoprire che si poteva utilizzare, per non parlare poi quando è stato necessario far stampare centinaia di “autocertificazioni” per poi farne stampare altrettante perché nel frattempo era uscita una nuova versione; e mentre si cercava di ridurre gli attacchi ad opera di vere e proprie organizzazioni criminali che durante il giorno depredavano i negozi e magari la notte organizzavano qualche “spaccata”, preparare la riunione della mattina successiva, convocata dal Chief Financial Officer che chiedeva di fare l’ennesimo taglio al budget della sicurezza, mentre le frodi sul web, a causa dell’aumento delle attività di vendita on line, continuano a proliferare.

No, tutto questo non è bastato, ha iniziato a piovere, una pioggia fitta di pura stupidità umana di fronte alla quale non è possibile fare niente, perché, come scriveva Friedrich Schiller ne “La Pulzella d’Orléans”, nel 1801: “Contro la stupidità, gli Dei stessi lottano invano”.

Non sappiamo cosa succederà nelle prossime settimane, di certo non credo che sia possibile mettere in piedi adeguate misure di sicurezza a protezione dei punti vendita, a meno che non si installino ogni sera muraglie impenetrabili davanti alle vetrine. È forse arrivato il momento in cui ognuno di noi, nessuno escluso, contribuisca a far finire questa crisi nel minore tempo possibile, ma soprattutto con la massima sicurezza possibile.

Sembra comunque, che almeno per un attimo abbia smesso di piovere. La mattina successiva alle devastazioni, attaccata alla vetrina di uno di quei negozi è stata ritrovata una lettera anonima dove l’autrice, oltre ad esprimere un forte dispiacere per quanto accaduto incoraggiava ad andare avanti perché convinta che, nonostante vi sia una grande incertezza, se ognuno farà bene la sua parte, forse avremo qualche speranza.

A questo punto il professore Frederick Frankenstein esclamerebbe di sicuro: “Si – può – fare!”

FONTE: https://www.infosec.news/2020/10/29/speciale-coronavirus/potrebbe-essere-peggio/

 

 

 

STORIA

L’influenza dei poteri occulti, le scelte condizionate. Intrighi, segreti e misteri italiani nel libro di Capalbo

Il divenire ovvero il presente nell’atto costante di mutare e reinventarsi è perennemente legato al passato e per essere compreso spesso un’analisi delle origini è necessaria. Così per capire gli attuali equilibri di questa repubblica italiana siamo costretti a leggere non solo la storiografia più o meno ufficiale ma i documenti e gli eventi che spesso si vorrebbero far scivolare nell’oblio.

“Fatti e misfatti” edito da Michele Biallo Editore è un documento attento, uno di quei prodotti fuori dal coro che regalano nuove prospettive e permettono nuove interpretazioni e una più profonda comprensione dell’odierno. Dopo oltre 150 anni secondo molti gli equilibri che agiscono sullo scenario politico ed istituzionale italiano influenzandolo non sono variati e sono stati gli artefici del passaggio da regno a regime a repubblica. La lunga mano di governi ombra, di centri di potere, di forze occulte ma non “oscure” hanno dunque lasciato una traccia che il professor Fausto Capalbo ha seguito illuminando gli eventi più oscuri e salienti. Capalbo da ricercatore e studioso, da professore e appassionato, con le sue capacità di analisi ed introspezione maturate in anni di studio e lavoro fa una disamina attenta e scrupolosa, senza mai diventare fastidioso o arrogante nelle sue parabole dimostrative o tesi. Il volume costituito di 420 pagine ha una struttura classica e temporale, che parte dal 1815 con un’Italia preunitaria e termina la sua parabola temporale nel 2017.

 

Come lo stesso autore riconosce, non è sempre semplice rispettare la cronologia in quanto un argomento spesso ne trascina altri in ballo creando una “convergenza” spazio/temporale densa di eventi e personaggi. L’indice del libro fa subito comprendere al lettore la densità è la diversità degli argomenti trattati che creano sul finale un affresco di personaggi inquietanti e di accadimenti alle volte ritmati da incomprensibili coincidenze. Una danza in cui si viene risucchiati e che ci scaraventa sulle ultime battute in un mondo che non può più sembrarci familiare, che non è la stessa Italia che solo qualche ora prima all’inizio di questa lettura vedevamo, quando “vergini” da queste pagine interpretavamo i fatti e la storia in maniera se non ingenua sicuramente più superficiale.

Molti nomi celebri ed eventi famosi scandiscono gli spazi vengono analizzati per far emergere una verità altra. Indipendentemente dalle ideologie e da quello che si voglia dare per plausibile o certo, questo libro merita di essere letto e più ancora studiato da tutti coloro che hanno a cuore la verità multiforme e complessa di questa nazione e che vogliono approfondire e comprendere le prospettive di un futuro che a tratti sembra sempre più incerto.

FONTE: https://www.pugliain.net/linfluenza-dei-poteri-occulti-le-scelte-condizionate-intrighi-segreti-e-misteri-italiani-nel-libro-di-capalbo/

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