NOTIZIARIO STAMPA DETTI E SCRITTI
23 OTTOBRE 2018
A cura di Manlio Lo Presti
Esergo
Quando i potenti non vanno d’accordo,
ci vanno di mezzo i poveri
(Tucidide)
In: Il libro aperto degli aforismi, Rubbettino, Soveria Mannelli, 2015, pag. 250
https://www.facebook.com/Detti-e-Scritti-958631984255522/
Le opinioni degli autori citati possono non coincidere con la posizione del curatore della presente Rassegna.
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IN EVIDENZA
HANNO PROGETTATO IL GOLPE. PER AGGIOTAGGIO.
Maurizio Blondet 21 ottobre 2018
“L’Establishment europeo ha appena dichiarato guerra all’Italia”: è il titolo con cui Zero Hedge (forse il più importante sito economico alternativo americano) commenta un’intervista alla CNBC di Jeroen Dijsselbloem, l’ex ministro delle finanze olandese che è stato presidente dell’Eurogruppo.
Nell’intervista, D. invita apertamente la speculazione (i mercati) a lanciare un attacco alle finanze italiane, spiegando loro (ai mercati) esattamente come devono fare.
La cosa gravissima è che questo individuo non compie questi inviti teppistici e criminali in veste di privato cittadino aggiotatore: lo fa essendo stato nominato “consigliere strategico (sic) del Meccanismo Europeo di Stabilità, EMS”, ossia all’istituzione europea che dovrebbe fornire assistenza ai paesi dell’area euro che sono in crisi economica, ed al quale l’Italia partecipa – fra l’altro pagando lo stipendio di D. – con un impegno di oltre 125 miliardi di euro, di cui oltre 14 miliardi effettivamente già versati.
“Non abbiamo mai visto nemmeno lontanamente qualcosa di simile”, commenta Zero Hedge: “un uomo in questa posizione che mostra pubblicamente le debolezze negoziali dell’Italia e fa l’ allarmista. Per noi, lo scopo di questa affermazione può essere solo di dare semaforo verde ai mercati finanziari per orchestrare un attacco ai titoli italiani e in tal modo far salire gli interessi sul debito all’Italia”.
https://www.zerohedge.com/news/2018-10-20/european-financial-establishment-just-declared-war-italy
Ora, questo a ma pare aperto atto di aggiotaggio , articolo 501 c.p., “Rialzo e ribasso fraudolento di prezzi sul pubblico mercato o nelle borse di commercio”, che recita:
Chiunque, al fine di turbare il mercato interno dei valori o delle merci, pubblica o altrimenti divulga notizie false, esagerate o tendenziose o adopera altri artifizi atti a cagionare un aumento o una diminuzione del prezzo delle merci, ovvero dei valori ammessi nelle liste di borsa o negoziabili nel pubblico mercato, è punito con la reclusione fino a tre anni e con la multa da euro 516 a 25.822Se l’aumento o la diminuzione del prezzo delle merci o dei valori si verifica, le pene sono aumentate. Le pene sono raddoppiate:
1. se il fatto è commesso dal cittadino per favorire interessi stranieri;
2. se dal fatto deriva un deprezzamento della valuta nazionale o dei titoli dello Stato, ovvero il rincaro di merci di comune o largo consumo.
Le pene stabilite nelle disposizioni precedenti si applicano anche se il fatto è commesso all’estero
Continua qui: https://www.maurizioblondet.it/hanno-progettato-il-golpe-dijsselbloem-lo-ha-ammesso/
The European Financial Establishment Just Declared War On Italy
by Tyler Durden – Sun, 10/21/2018
This week in a CNBC interview Jeroen Dijsselbloem, the former Dutch minister of finance who served as the President of the Eurogroup, declared war on the Italian government.
The European financial establishment is prepared to destroy the banking system and cause the Italian economy to implode.Like a Mafia boss, Dijsselbloem warned that Italy could run into trouble if it does not comply with Brussels’ directives. Of course, his statement was cloaked in diplomatic language:
“If the Italian crisis becomes a major crisis, it will mainly implode into the Italian economy … as opposed to spreading around Europe,” he said.
“Because of the way that the Italian economy and the Italian banks are financed, it’s going to be an implosion rather than an explosion.”
For a man of this format it is unusual to publicly expose Italy as a state in a weak negotiating position or try to act as a scaremonger. We have never seen anything remotely like that, so we think that the utterance could only serve the purpose of giving the
Continua qui: https://www.zerohedge.com/news/2018-10-20/european-financial-establishment-just-declared-war-italy
Juventus e ultrà, l’intervista a Report: «Con i biglietti ho comprato la casa»
Descritto un mondo opaco di rapporti tra dirigenti bianconeri, tifosi e ‘ndrangheta e un sistema di bagarinaggio attivo anche quest’anno. Il ruolo di Dominello, condannato a 7 anni
di Renato Franco
Secondo la ricostruzione di Report sotto scudetti e vittorie della Juventus ci sarebbe un mondo opaco di rapporti tra dirigenti bianconeri, ultrà e ‘ndrangheta, un sistema di bagarinaggio (attivo anche nel 2018) e di legami con la criminalità che vale milioni di euro e persino un suicido misterioso. Lunedì il programma di Rai3 ha dedicato un’ora della prima puntata a raccontare «questo fango», come lo ha definito il conduttore Sigfrido Ranucci, citando le conclusioni della Corte d’Appello nell’inchiesta Alto Piemonte che rivela come la Juve fosse «disposta a fornire agli ultrà cospicue quote di biglietti perché li rivendessero e ne traessero utili ottenendo come contropartita l’impegno a
Continua qui: https://www.corriere.it/sport/18_ottobre_22/ultra-con-biglietti-ho-comprato-casa-9e12de78-d63c-11e8-8d40-82f2988440be.shtml
Cambiamo mestiere
Marco Travaglio – FQ 23 ottobre 2018
Quando un Tribunale ti dà torto e sai di avere ragione, impugni la sentenza e speri che i giudici d‘i secondo grado’appello te la riconoscano. Così ci siamo sempre comportati, senza fare tante storie. Ora però la sentenza del Tribunale civile di Firenze che dà torto al Fatto (cioè al sottoscritto e a una brava collega), imponendoci di versare lo spropositato risarcimento di 95 mila euro a Tiziano Renzi e creando un precedente che mette a rischio la sopravvivenza del nostro giornale, ci costringe a rivolgerci subito a voi lettori. Perchè abbiamo bisogno di voi. Fermo restando che, se l’esecutività del verdetto non sarà sospeso, pagheremo il dovuto e ci appelleremo per farci restituire i soldi fino all’ultimo centesimo e la nostra onorabilità. Che comunque non può essere messa alla berlina da manigoldi che si fanno scudo dell’impunità parlamentare e che, se le bugie fossero reato, sarebbero all’ergastolo.
Cari lettori, sapete bene di essere l’unica nostra fonte di sostentamento e il nostro unico scudo contro le aggressioni dei potenti: non incassiamo soldi dallo Stato, abbiamo pochissima pubblicità, non siamo sponsorizzati da società o concessionarie pubbliche né da aziende private. Viviamo delle copie vendute in edicola e degli abbonamenti, due voci che sono addirittura aumentate negli ultimi mesi, in controtendenza con il mercato sempre più in crisi della carta stampata. E finora questo bastava e avanzava a garantirci di lavorare sereni, forti del vostro sostegno e dei nostri bilanci attivi. Ma purtroppo, in Italia, fare un buon giornale, libero e indipendente, che incontri il favore dei
Continua qui: https://www.ilfattoquotidiano.it/premium/articoli/cambiamo-mestiere/
ATTUALITÀ SOCIETÀ COSTUME
Paolo Bonolis fa lo show da Renzi sulla povertà
Bonolis ironizza sulla lotta alla povertà del governo
di Giuseppe Vatinno – 21 OTTOBRE 2018
Paolo Bonolis ieri alla Leopolda a Firenze
che ancora si tiene nonostante i tempi mosci per il Pd-ha preso in giro la coppia governativa Salvini – Di Maio paragonandola a quella composta da Totò e Peppino oppure a Franco e Ciccio o a Boldi e De Sica, facendo ironia, tra le altre cose, sull’impegno del governo nella lotta contro la povertà “per decreto”.
Dice Bonolis dal palco: “…perché per decreto la povertà non esiste più”.
Ma Bonolis forse pensa che la maschera dell’ironia lo salvi dalle sue contraddizioni? Certo lui è la persona meno indicata per parlare di povertà.
Lui che è un presentatore strapagato e la cui moglie, Sonia Bruganelli, non perde occasione per ostentare la loro ricchezza, valgano per tutti le foto postate su Instagram del jet privato con cui la coppia si sposta e che scatenarono l’ironia (e le ire) sul Web.
“Seguitemi, criticatemi, fate quello che vi pare: a me su un aereo di linea non mi vedrete più», disse la signora Bonolis in una intervista a Vanity Fair:
https://www.vanityfair.it/people/italia/2018/09/03/aerei-moglie-bonolis
Molto nota è anche la provocazione che la signora Bonolis fece con la sua
Continua qui:
http://www.affaritaliani.it/cronache/paolo-bonolis-fa-lo-show-sulla-poverta-alla-leopolda-567688.html?fbclid=IwAR1g6Sz3HLAyFmHJ-PnhemN2FQO7hZRkPqdUyLHJ98UrfxqfX3YPC3-Kk4Q
Vittorino Andreoli: “Siamo la società dell’homo stupidus stupidus stupidus. Oggi solo gli imbecilli possono essere felici”
Lo psichiatra ad Huffpost: “Distruttività, frustrazione e l’insicurezza sono le caratteristiche del nostro tempo. Siamo la società della paura e domina la cultura del nemico”
By Flavia Piccinni 16 MAGGIO 2018
“Viviamo in una società dominata dalle frustrazioni. La sensazione prevalente è quella di trovarsi in un ambiente in cui ci si sente esclusi, ci si sente insicuri, si ha paura. Si accumula così la frustrazione, che poi diventa rabbia. E la rabbia sa a cosa porta? Porta alla voglia di spaccare tutto. Il nostro tempo non è violento, è distruttivo”.
Vittorino Andreoli, noto psichiatra e prolifico scrittore, riflette così sulla contemporaneità e sull’uomo. Lo fa nel suo ultimo romanzo, presentato al Salone del Libro di Torino, Il silenzio delle pietre (Rizzoli, pp.328). “Non credo alla divisione categorica fra romanzi e saggi” specifica lui. Non a caso, il volume è una lunga narrazione ambientata nel 2028: i tempi non sono più gli stessi, l’uomo non è più libero di scegliere, ma ha solo l’opzione benedetta dell’esilio. Che diventa mitico, e narrativo, quando si rivela volontario e scozzese. “Il mio protagonista – continua Andreoli – scappa da tutto. Scappa dai rumori, da internet, dal mondo virtuale che spaventa e occupa il tempo, impedendo di pensare. Scappa in un luogo in cui l’uomo ancora non c’è. Sceglie una baia meravigliosa, nella natura, per scampare a questa nostra società di frustrati”.
Ha parlato di violenza e di distruttività. Che differenza c’è?
La violenza è finalizzata a produrre danno agli altri. Uno è geloso perché c’è qualcuno che gli ha portato via l’oggetto d’amore, e si vendica violentemente: lo ammazza. Ma, realizzato questo scopo, la violenza decade.
E la distruttività?
La distruttività invece è la tendenza a fare del danno agli altri, ma anche a se stessi. Si uccidono moglie, figli e ci si uccide. È una piccola apocalisse. Ed è molto frequente nelle famiglie oggi.
Stiamo vivendo un tempo distruttivo anche per la politica?
C’è il desiderio di fare la guerra, per mascherare situazioni personali, per fare le armi, per alimentare gli arsenali nucleari. C’è aria di guerra, e la guerra è distruttività. Lo ribadisco: la distruttività è la caratteristica fondamentale del nostro tempo.
Quali sono le altre?
La frustrazione e l’insicurezza. Siamo la società della paura. Domina la cultura del nemico.
Questo cosa comporta?
Questo uccide la speranza e la fiducia, e promuove lo stare da
Continua qui:
https://www.huffingtonpost.it/2018/05/16/vittorino-andreoli-siamo-la-societa-dellhomo-stupidus-stupidus-stupidus-oggi-solo-gli-imbecilli-possono-essere-felici_a_23435832/?ncid=fcbklnkithpmg00000001&fbclid=IwAR1FKUf2Xv54rDfMALXkjLQKyF9mTV6mvSfCbB_l1NzVZcEv4IeQ1fA7wDo
BELPAESE DA SALVARE
ITALIA, 878 SUICIDI PER MOTIVI ECONOMICI.
CHISSENEFREGA, MICA ERANO CLANDESTINI!
In Italia, dal 2012 al 2017 sono stati 878 i casi di suicidio legati a motivazioni economiche, mentre 608 sono stati i tentati suicidi. A rilevarlo l’Osservatorio “Suicidi per motivazioni economiche” che pubblica i dati aggiornati al 2° semestre del 2017, che ha visto 56 vittime contro le 47 dei primi 6 mesi dell’anno, per un totale di 103 casi.
«I dati aggiornati al 2017 – commenta il prof. Nicola Ferrigni, direttore dell’Osservatorio e docente di Sociologia Generale e Politica della Link Campus University – evidenziano come siamo di fronte a un fenomeno che, da quando ha avuto inizio la crisi economica, sembra essere uscito da quella dimensione di “straordinarietà” legata al suo essere estrema ratio di fronte a una situazione di difficoltà, assumendo invece una allarmante dimensione di “ordinarietà”. Di qui dunque la necessità di una riforma strutturale del Welfare State in grado di ristabilire i diritti sociali. Ben vengano, dunque, interventi tangibili che sappiano conciliare il sostegno al reddito, una riforma strutturale del mercato del lavoro, che faciliti la spinta propulsiva delle imprese, e un rilancio complessivo della nostra economia. Di fronte alla evidente richiesta di aiuto che viene dalla società, è fondamentale l’impegno della politica nel rimettere al centro la dignità degli individui e la responsabilità dello Stato nel tutelare gli imprenditori e i lavoratori».
Dall’analisi complessiva dei 6 anni emerge come, nonostante la categoria professionale più colpita resti quella degli imprenditori, cresce prepotentemente il numero di vittime tra i disoccupati ma anche tra coloro che, pur possedendo un lavoro, faticano a trovare una stabilità e una serenità economica, e in molti casi a far fronte alle comuni spese quotidiane. Se dal 2012 al 2017, infatti, gli imprenditori rappresentano il 42% del totale, il 40,5% sono disoccupati e l’11,6% lavoratori dipendenti. Questi ultimi, in modo particolare, crescono dal 7,9% del 2012 al 13,6% del 2017. Considerando i dati sulla disoccupazione nel sud Italia, non sorprende che il numero più
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Razzismo sul Flixbus a Trento: la bufala smontata dalle telecamere
–
20 ottobre 2018
By Redazione Trento
La storia del ragazzo nero vittima di razzismo sul Flixbus di Trento, pare smontarsi di ora in ora.
La vicenda era venuta fuori sui social e sui giornali con il solito grande sdegno e vigore ma le indagini delle forze dell’ordine sembrano rivelare un’altra verità.
Il giovane africano, salito sul bus verde, secondo quanto scritto da una ragazza sui social sarebbe stato costretto da una signora anziana a sedersi in fondo al bus per via del colore della sua pelle.
“Sei nero, qui non puoi sederti”.
Questa più o meno la frase che ha viaggiato su tutti i media per tre giorni con relative reazioni più o meno forti (qualcuno proponeva punizioni fisiche per la donna) dei paladini della giustizia su internet.
La cosa grave è che tutto questo è stato amplificato dai giornali cartacei e online.
Dalla visione dei video sta emergendo invece tutt’altro.
Il giovane, infatti, pare che non parlasse l’italiano e che stesse provocando un ritardo poiché non comprendeva le spiegazioni dell’autista.
Il ragazzo senegalese voleva sedersi nei primi posti del bus che invece sarebbero riservati a chi paga un sovrapprezzo, quindi il suo biglietto non era valido per quella zona.
Con l’ausilio degli agenti delle forze dell’ordine, alla fine il giovane è andato a
Continua qui:
https://www.lavocedeltrentino.it/2018/10/20/razzismo-sul-flixbus-a-trento-la-bufala-smontata-dalle-telecamere/?fbclid=IwAR0HiwG1qxjvxjKw1WN4KevPgES8pj7FtvAMwFZHn1lYNeR8BqJ9irn0qhY
Le borseggiatrici rom di Venezia, minorenni o incinte
La Iena Nicolò De Devitiis è andata a Venezia, a documentare il fenomeno delle borseggiatrici e cercare di parlare con queste ragazze giovanissime (con parecchie difficoltà)
Guarda la puntata del 21 ottobre
Nicolò De Devitiis è andato a Venezia, dove ogni giorno giovanissime ragazze rubano portafogli dalle borse dei turisti. Siamo corsi dietro ad alcune di loro e abbiamo cercato di parlarci. Sono spesso ragazze vestite bene che si confondono facilmente con i turisti.
“Le arrestiamo ogni giorno”, ci hanno risposto le autorità, a cui la nostra Iena ha chiesto spiegazioni del fenomeno così diffuso. Ma ci spiegano che le ragazze sanno che dichiarandosi minorenni o incinte rischiano
Continua qui:
https://www.iene.mediaset.it/video/de-devitiis-borseggiatrici-rom-venezia-minorenni-incinte_204244.shtml?fbclid=IwAR0J8ZB8a_0rT8m03EeoCK5O40etD-bJwON4olbOJ5y5XHjwKvEVcKdEX5s
CONFLITTI GEOPOLITICI
Discorso (inutile) sul soldato e la democrazia
Maurizio Blondet 23 ottobre 2018
Si parla del video preparato dal ministero Difesa per la festa delle forze armate è censurato dal primo ministro che vuole immagini “meno forti”, soldati italiani che fanno la protezione civile.
In questi giorni, chi segue l’aggressione dell’Europa contro l’Italia, chi ha visto come ci è stata strappata la Libia, e come si subiscono le umiliazioni dai francesi a Clavières come dalle navi Aquarius e dalle Open Arms, ha sentito non tanto la debolezza delle nostre forze armate, quanto il vuoto di spirito militare – di cui armarsi spiritualmente davanti alle difficoltà che ci attendono – e che sempre più somigliano a una guerra contro un vero nemico.
Gian Micalessin@gianmicalessin
Ecco il video sulle Forze Armate bloccato dal Ministro della Difesa. Troppo bello per chi sogna di vivere con il reddito di cittadinanza:
Informazioni e privacy per gli annunci di Twitter
Naturalmente non è un sentimento condiviso. Anzi. Nella società, ci sono quelli che vanno in discoteca, quelli che cercano la droga dagli spacciatori nigeriani, quelli che parteggiano per il nemico, gli indifferenti, gli “individualisti” che negano ogni dovere verso la comunità, gli inerti, gli egoisti che sono la maggioranza. Proprio questo è il guaio e il pericolo. Perché qui, sotto il nome di “sovranità” da riconquistare, è il ricostruirsi come nazione e popolo – politicamente presente a se stesso – che è in questione.
E “la convivenza nazionale è una realtà attiva e dinamica, non una coesistenza passiva e statica. La nazionalizzazione si produce attorno a forti imprese incitatrici che esigono da tutti un massimo di rendimento, e di conseguenza, di disciplina e di mutua valorizzazione. La prima reazione che nell’uomo genera una congiuntura difficile o pericolosa è la concentrazione di tutto il suo organismo, un chiamare a raccolta le fila delle sue energie vitali, che siano pronte a lanciarsi contro la situazione ostile, Lo stesso accade in un popolo, per esempio, in tempo di guerra. Allora ogni cittadino acutizza la sua sensibilità per il tutto sociale, e impiega non poco sforzo mentale a passare in rivista ciò che po’ aspettarsi dalle altre classi e professioni. Avverte allora con drammatica evidenza la ristrettezza della sua corporazione, la scarsezza delle sue possibilità e
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CYBERWAR SPIONAGGIO DISINFORMAZIONE
Wikileaks: Francia paese più attivo nello spionaggio industriale
gennaio 5, 2011
La Francia, più della Cina e della Russia, è il paese più attivo in Europa in materia di spionaggio industriale. Lo riferisce oggi il quotidiano norvegese Aftenposten citando dispacci diplomatici ottenuti da Wikileaks.
“Lo spionaggio francese è talmente esteso che i danni (che provoca) per l’economia tedesca sono in totale più significativi di quelli provocati dalla Cina o dalla Russia” stando ad una nota dell’ambasciata degli Stati Uniti. Aftenposten, che ha avuto accesso ai 250mila documenti diplomatici ottenuti da Wikileaks, tradotti anche in norvegese.
“La Francia è l’impero del male per quanto riguarda il furto di tecnologie e la Germania lo sa”, avrebbe affermato nell’ottobre 2009 Berry Smutny, direttore generale dell’azienda tedesca per la costruzione di
Continua qui: https://www.direttanews.it/2011/01/04/wikileaks-francia-paese-piu-attivo-nello-spionaggio-industriale/
Wikileaks: la Cia ci spia, ma in passato aveva fatto di peggio
9 marzo 2017 – Gianluca Ferrara
Le ultime rivelazioni di Wikileaks palesano come, a volte, il più tetro incubo diventi realtà. I file pubblicati dall’organizzazione di Assange mostrano che a partire dal 2014, la Cia può impiantare un software (malware) nelle smart tv collegate al web. Il software garantisce all’Agenzia di registrare le conversazioni che avvengono nella stanza dove è situata la tv. Ma non solo tv, anche i troppo amati smartphone sono, secondo i documenti di Wikileaks, utili strumenti per rubare nostre informazioni spiando attraverso dei software i nostri messaggi WhatsApp, Messenger, Telegram, etc.
La storia, quella che difficilmente viene pronunciata nelle aule universitarie o sui libri scolastici, ci dice che la Cia in passato ha commesso crimini ancor peggiori. Dai manuali sul come praticare una tortura efficace, all’addestramento e al finanziamento di mercenari, terroristi miranti a deporre governi democraticamente eletti. Si pensi, tanto per citarne alcuni, all’Iran di Mossadeq nel 1953, al Guatemala nel 1954, all’assassinio di Lumumba in Congo nel 1961, all’Indonesia di Suharto nel 1965, all’undici settembre cileno del 1973 con l’appoggio a Pinochet fino a giungere alla menzogna sulle armi di distruzione di massa mai trovate in Iraq che ha dato il via a una guerra che ha messo in ginocchio un’intera area geografica.
Il 16 settembre del 1977 il Washington Post ha rilevato che documenti declassificati della Cia mostravano che a partire dagli anni 60 era stato messo in opera un programma clandestino di guerra ai raccolti rivolto contro diversi Paesi del mondo. Nel 1997 Cuba presentò alle Nazioni Unite un rapporto in cui si accusavano gli Stati Uniti di aggressione batteriologica, Fidel Castro più volte ha attribuito responsabilità agli Usa per lo sviluppo sull’isola di infezioni ed epidemie.
Ma la Cia non ha rivolto i suoi crimini solo sulle popolazioni straniere. Sono numerosi i casi come quello di New York, del 1966, un rapporto dell’esercito definì questo esperimento “Studio della vulnerabilità dei passeggeri della metropolitana di New York ad attacchi con agenti batteriologici”. In quel giugno del ’66, miliardi di Bacillus subtilis variant niger vennero liberati nei sotterranei della metropolitana; i batteri venivano nascosti all’interno delle lampadine che venivano rotte, rendendo così miglia di cittadini cavie inconsapevoli dei
Continua qui: https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/03/09/wikileaks-la-cia-ci-spia-ma-in-passato-aveva-fatto-di-peggio/3439300/
DIRITTI UMANI – IMMIGRAZIONI
Immigrate per partorire: “Arrivano all’ospedale persino da Linate”
Sono incinte e raggiungono i mariti in città “Anche a 36-37 settimane e senza analisi”
Alberto Giannoni – Lun, 22/10/2018
In Italia per partorire. Il generoso sistema sanitario tricolore assicura anche questa garanzia, alle donne straniere.
In concreto si tratta di una sorta di ricongiungimento-lampo coi mariti che di solito lavorano in Italia, un ricongiungimento che dura un paio di settimane appena, giusto il tempo di usufruire dei servizi prima di tornare nel Paese d’origine, in genere l’Egitto.
In Italia ormai, il 20% dei parti riguarda madri non italiane. Al Centro-Nord si arriva al 25%, in Lombardia al 30%. Le madri straniere, nel 25% dei casi, sono africane. Questo fenomeno però va oltre le giuste cure per le residenti: è legato invece al caso del tesserino Stp (Straniero temporaneamente presente) che secondo la denuncia di alcuni medici dà agli stranieri – anche se irregolari – il diritto di ricevere cure di ogni tipo, urgenti e no, salvavita o di routine, con tanto di anonimato garantito.
In questo caso si tratta di donne (non necessariamente irregolari) che arrivano a Milano proprio per partorire. Fra le prestazioni garantite anche a cittadini stranieri non iscritti al sistema sanitario nazionale sono infatti previste espressamente quelle a tutela della gravidanza e della maternità. E il direttore del reparto di ginecologia di un importante ospedale milanese testimonia cosa avviene in
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http://www.ilgiornale.it/news/milano/immigrate-partorire-arrivano-allospedale-persino-linate-1590782.html?fbclid=IwAR0Y5_8WiVmA5UKF0NBHZPlEclvaI9ujF51lspgr8Ssg9dR3SdctPWxiOHI
La Merkel non rispetta i patti e non si prende più i migranti
La Germania aveva promesso di accogliere richiedenti asilo da Italia e Malta. Ma i ricollocamenti sono ancora fermi
Giovanna Stella – Dom, 21/10/2018
Il tema dell’immigrazione è un tema da sempre molto caro e caldo, ma da quando Matteo Salvini è al governo “l’aria è cambiata”.
Il vice premier leghista lo ha detto in tutte le salse e in più occasioni. Lo ha dimostrato coi fatti e coi numeri (il numero di sbarchi è diminuito dell’80% e anche i migranti nei centri di accoglienza sono molti meno). Ma in tutti questi dati, c’è un dato che al vice premier leghista non va giù. Quale? Alcuni immigrati – per la precisione 115 – soccorsi in mare attendono da mesi in Italia e a Malta di essere ricollocati (come promesso) in Germania.
La Germania, quindi, ancora una volta ha lanciato il sasso (come se avessero detto: “Liprendiamo noi, fateli sbarcare”) e poi ha nascosto la mano (immaginiamo un: “Rimanete dove siete sbarcati: qui non vi vogliamo”). E quando diciamo Germania, diciamo Angela Merkel. Da sempre a favore dell’accoglienza, quando deve accogliere scappa via. E le conclusioni di un’indagine parlamentare presentata dal partito di sinistra Die Linke lo dimostrano chiaramente.
Il documento redatto dal parlamento tedesco indica che i 115 migranti, sbarcati in Italia e a Malta dopo la promessa di ricollocamento in altri Stati Ue, rimangono ancora in attesa di trasferimento. La questione riguarda 50 persone salvate nel Mediterraneo da due navi militari il 13 luglio e condotte in Sicilia e altre 65 persone soccorse dalla nave Aquarius il 10 agosto e portate a Malta. Secondo il governo tedesco, prima del trasferimento in Germania, i migranti avrebbero dovuto essere esaminati dal punto di vista medico, registrati e
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http://www.ilgiornale.it/news/politica/merkel-non-rispetta-i-patti-e-non-prende-pi-i-migranti-1590923.html?fbclid=IwAR3orbKkyCO62PPvrsC-nFA1Ofqo8aB0VpAszrKriDc0EmB48GMKqHLOWu8
Lucano da Fazio: la legalità non sempre va seguita, anche i nazisti avevano leggi
di Adele Sirocchi
lunedì 22 ottobre 2018
Il sindaco di Riace Mimmo Lucano, come da copione, va in tv da Fabio Fazio, prima serata su Raiuno, e sciorina le sue cantilene autodifensive, invitando di fatto a non rispettare le leggi vigenti se esse sono ingiuste. In un paese normale, Lucano sarebbe relegato al suo ruolo di personaggetto, un furbetto che per ripopolarsi il paese si fa campione di buonismo a suon di matrimoni combinati. Niente: da noi diventa un eroe, con il gusto dell’iperbole.
Sicché, per difendersi dall’accusa di avere seguito pratiche illegali per la comunità di migranti che sotto la sua protezione si era insediata a Riace, tira fuori un paragone ardito. Secondo lui “anche le leggi del periodo nazista erano legalità ma è stato un dramma per l’umanità”. “Alle volte – ha continuato – favoreggiamento dell’immigrazione clandestina significa che i pescatori devono
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GOVERNO NIGERIANO AVVERTÌ IL NOSTRO: “MAFIA NIGERIANA SUI BARCONI”
22 OTTOBRE 2018
La Mafia Nigeriana emerge ormai come la «quinta mafia» in Italia.
Si è radicata nelle nostre città attraverso l’immigrazione. Il centro è a Benin city, i suoi tentacoli arrivano in tutta Italia.
Giovandosi di mille affiliati stimati, più decine di migliaia di ‘soldati’, la mafia nigeriana spadroneggia in almeno 20 città e dieci regioni italiane, gestendo un lucroso traffico che comprende migliaia di prostitute nigeriana (anche loro arrivate sui barconi), l’elemosina e, soprattutto, lo spaccio, con la nova frontiera della micidiale eroina gialla. Che ha già fatto decine di morti in Italia.
Il giornalista del Corriere della Sera Goffredo Buccini, in un interessante articolo, denuncia la sottovalutazione mediatica del fenomeno.
A denunciare la sottovalutazione al giornalista è stato il commissario della Municipale di Torino Fabrizio Lotito, che ha inviato informative a Roma, Bologna e Palermo e che ha collaborato alle indagini della procura della sua città, iscritte come 416 bis.
La mafia nigeriana è organizzata per cosche chiamate “cult”. Alcuni nomi sono apparsi ripetutamente nelle cronache italiane: Black Axe, Maphite, Sepreme Eiye Confraternity, Ayee. «Collegandoli come puntini su un foglio mostrerebbero forse un disegno più ampio, imbarazzante per un malinteso senso di correttezza politica: dibattere pubblicamente sui mafiosi nigeriani offre
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Governo nigeriano avvertì il nostro: “Mafia nigeriana sui barconi”
ECONOMIA
Le accuse di Grillo e come è davvero finita l’inchiesta italiana sulle agenzie di rating
Dal palco de “Italia a 5 stelle” il garante del Movimento 5 stelle ha detto che le tre agenzie indagate dal tribunale di Trani sono state condannate per aggiotaggio. Non è proprio così che è finita
di PAGELLA POLITICA DI AGI
23 ottobre 2018
Grillo sbaglia. L’inchiesta sulle agenzie di rating si è conclusa con la piena assoluzione di tutti gli imputati. Ma vediamo i dettagli della vicenda.
Le tre agenzie di rating
Come scrive il Sole 24 Ore, “Nel mondo esistono oltre cento agenzie di rating, ma quelle che contano sono solo tre. Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch Ratings: le prime due coprono l’80% del mercato, la terza il 15%”.
Tutte e tre le agenzie di rating hanno sede a New York, come detto da Beppe Grillo, ma per il resto nella
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https://www.agi.it/fact-checking/inchiesta_agenzie_rating_grillo-4519040/news/2018-10-23/?fbclid=IwAR3SQZp9HkniQx8pKXivBrfokGaAbUIdFWQZkxfDbtv9Chy5-C5Eh4BkXJ4
La manovra fa schifo, ma l’Europa è peggio. E a rimetterci saremo noi, come sempre
Con ogni probabilità oggi arriverà la bocciatura della Commissione al documento programmatico di bilancio presentato dal governo. Una ammuina destinata a durare fino alle Europee di maggio, che premierà Lega e Cinque Stelle. E della quale ci toccherà pagare il conto, immediatamente dopo
23 ottobre 2018
Non era mai successo che Unione Europea bocciasse senza appello una legge di bilancio, da quando esiste il fiscal compact. Con ogni possibilità succederà oggi, all’Italia: il documento programmatico di bilancio inviato a Bruxelles verrà rispedito a Roma con la richiesta di riscriverlo in tre settimane, attenendosi alle regole. Con lo spread già stabilmente a quota 300 punti, con le banche che già cominciano a fibrillare, con l’economia che già ha dato segni di rallentamento nel terzo trimestre dell’anno, fermandosi allo 0,1%, la metà di quanto previsto. E con un governo, soprattutto, appena uscito dalla (mezza) crisi del decreto fiscale, causata da un articolo, quello relativo al condono fiscale, che ancora non si capisce chi l’abbia scritto, chi l’abbia tolto, come sia stato rimesso e quanto gettito porterà nelle casse dello Stato.
Non finisce qui, peraltro: ci sarebbe da ridere, se non ci fosse da piangere, nel leggere le imbarazzate giustificazioni del ministro Giovanni Tria nella lettera che ha inviato alla Commissione Europea, in cui spiega candido come il 2,4% sia il tetto massimo del deficit consentito dal Parlamento quando invece sa benissimo che a fronte di una crescita prevista dal Governo all’1,6%, ampiamente superiore alle aspettative di ogni organismo indipendente, sarà invece problematico trovare il modo di evitare che esploda fino a lambire il 3%, o addirittura superarlo. O ancora, quando imputa la stessa crescita del Pil non tanto a Quota 100 e al reddito di cittadinanza, come fanno i suoi improvvidi colleghi di governo Salvini e Di Maio, ma a un piano di investimenti pubblici e di nuove regole connesse ad essi di cui non
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https://www.linkiesta.it/it/article/2018/10/23/la-manovra-fa-schifo-ma-leuropa-e-peggio-e-a-rimetterci-saremo-noi-com/39856/?fbclid=IwAR2QdDz9XHM-YpBRWrrchsmYZVfqvHQn4sbZiIuJE98dnaBKTYr6CQfcchY
Heiner Flassbeck: l’Italia verso la tempesta perfetta – e Moscovici ha torto
da Voci dalla Germania
Il grande economista Heiner Flassbek su Makroskop ci spiega perché sull’Italia si sta addensando una tempesta perfetta e perché questa volta il governo tedesco preferisce tenere un basso profilo e lasciare il lavoro sporco alle istituzioni europee. Per Flassbeck in questi giorni stiamo assistendo al funerale della socialdemocrazia europea: l’ultimo socialista francese con un incarico politico importante che per qualche decimale di deficit diventa il boia di un paese che sta cercando di uscire da una lunga crisi economica.
Il fatto che l’ultimo socialista francese con un alto incarico politico, sia il anche il boia dell’Italia, è più che tragico. Ci mostra il modo in cui alla fine i socialdemocratici cadranno in rovina: per la paura che hanno del neoliberismo.
Ma se i socialisti francesi viaggiano intorno al 5%,
per Flassbeck non è un caso. Da Makroskop un ottimo Heiner Flassbeck
Pierre Moscovici, che nel suo ruolo di Commissario europeo per gli affari economici e finanziari potrebbe essere l’ultimo socialista francese a ricoprire un alto incarico politico, insieme al vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, ha scritto una lettera. Nel testo inviato al Ministro delle finanze italiano, in risposta al progetto di bilancio del governo, Moscovici scrive che
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LAVORO PENSIONI DIRITTI SOCIALI
IL LAVORATORE RIAMMESSO IN AZIENDA PER ORDINE DEL GIUDICE HA DIRITTO DI RIPRENDERE SERVIZIO NELL’UFFICIO IN PRECEDENZA OCCUPATO
24 giugno 2014
di: LEGGE E GIUSTIZIA
Se non gli viene comunicato un legittimo trasferimento (Cassazione Sezione Lavoro n. 13060 del 10 giugno 2014, Pres. Vidiri, Rel. Ghinoy).
Fabio R. ha ottenuto dal Giudice del Lavoro l’accertamento della nullità del termine apposto alla sua assunzione presso Poste Italiane S.p.A. e dell’esistenza, con tale società, di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato con conseguente ordine di riammissione in servizio. L’azienda lo ha invitato a prendere servizio presso un ufficio diverso da quello dove aveva in precedenza lavorato. Egli non ha eseguito questa disposizione, chiedendo di essere collocato nell’ufficio cui era in precedenza addetto. L’azienda lo ha sottoposto a procedimento disciplinare e licenziato per assenza ingiustificata. Egli ha chiesto al Tribunale di Pisa l’annullamento del licenziamento sostenendo che l’azienda avrebbe dovuto fargli riprendere servizio nel posto in cui era stato originariamente assegnato.
Il Tribunale ha annullato il licenziamento, ordinando la reintegrazione di Fabio R. nel posto di lavoro. La Corte di Firenze ha rigettato l’appello dell’azienda osservando che l’assegnazione ad una sede diversa configurava un inadempimento contrattuale, concretandosi in un illegittimo trasferimento o, comunque, nell’inosservanza dell’ordine giudiziale di riammissione nel posto originario, sì che il rifiuto della prestazione da parte del lavoratore doveva ritenersi giustificato ed il conseguente recesso della società era
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LA LINGUA SALVATA
Aggiotaggio
Delitto commesso da chiunque diffonde notizie false o pone in essere operazioni simulate o altri artifici concretamente idonei a provocare una sensibile alterazione di strumenti non quotati, né in corso di quotazione (art. 2637 c.c.). Qualora le condotte indicate abbiano ad oggetto strumenti quotati o in corso di quotazione si configura la fattispecie di manipolazione del mercato di cui all’art. 185 del d. lgs. n. 58/1998 (Testo unico finanziario).
La riforma degli illeciti societari, introdotta con il d. lgs. n. 61/02, ha riunificato le precedenti disposizioni in materia di aggiotaggio societario (art. 2628 c.c.), bancario (d.lgs n. 385 del 1° settembre 1993, art. 138) e finanziario (l. n. 157 del 17 maggio 1991, art. 5) nell’unica norma di cui all’art. 2637 c.c. In seguito, per effetto dell’art. 9 della l. n. 62/2005, l’aggiotaggio sugli strumenti quotati o per i quali era stata richiesta l’ammissione alla negoziazione in un mercato regolamentato è stato disciplinato all’art. 185 del testo unico finanziario del 1998.
L’elemento psicologico è il dolo generico.
Concorre a definire la normativa in materia la fattispecie del Rialzo o ribasso fraudolento dei prezzi sul pubblico mercato
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Nel mondo si parla sempre più italiano grazie a Internet
di Gerardo Pelosi – 21 ottobre 2018
a lingua italiana è sempre più diffusa nel mondo anche grazie a Internet e ai social media. È quanto emerge dai dati conclusivi della XVIII edizione della Settimana della Lingua Italiana nel mondo che si concluderà il 21 ottobre e il cui tema quest’anno è: “L’Italiano e la rete, le reti per l’Italiano”. Dalle ultime rilevazioni relative all’anno scolastico 2016/2017, risultano circa 2.145.093 studenti di italiano, distribuiti in 115 Paesi. Le rilevazioni mostrano un importante aumento degli studenti di italiano che sono passati da 1.522.184 nell’anno scolastico 2012/2013, a 1.761.436 nel 2013/2014 fino agli oltre 2 milioni odierni.
Tale incremento è dovuto sia ad un aumentato interesse degli stranieri per l’apprendimento della nostra lingua, ma soprattutto per un continuo affinamento della ricognizione svolta dalla rete diplomatico-consolare e degli Istituti Italiani di Cultura, che ha permesso di censire anche le scuole private e tutti quei contesti di insegnamenti autonomi normalmente non ricompresi nelle statistiche ufficiali.
La settimana della Lingua Italiana, organizzata dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale insieme all’Accademia della Crusca, alla Società Dante Alighieri e con il sostegno della Confederazione elvetica, è divenuta nel corso degli anni
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https://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2018-10-21/nel-mondo-si-parla-sempre-piu-italiano-grazie-internet-101816.shtml?uuid=AEKIiCTG&fbclid=IwAR3PEysHAsz4RPo_OFyppRwj9JvSVZC9LLbgWa2OekJbYqkLlMkOboybmXM&refresh_ce=1
PANORAMA INTERNAZIONALE
MISERABILE AMERICA NELLE MANI UNITE DEI SAUDITI E DI SION
Maurizio Blondet 22 ottobre 2018
Trump che trova “plausibile” la versione della morte di Kashoggi nel consolato saudita – una scazzottata finita male – mostra quanto sia umiliante la dipendenza dal denaro saudita impero americano. Immane quantità di denaro, e “cosa che molti ignorano, denaro in nero del petrolio venduto al mercato nero”, che Bruno Bertez valuta sui 300 miliardi di dollari. Con questo, i sauditi comprano tutto e tutti, comprano i titoli Usa e comprano i politici e gli agenti, Dopo il massacro Kashoggi, Mike Pompeo, il ministro degli esteri, s’è fatto 15 ore di aereo per andare a Ryad ed ottenere 15 minuti di colloqui col vecchio, e poi l’ha ringraziato “per il suo impegno ad una inchiesta completa e trasparente”. Non è difficile immaginare che abbia ripreso l’aereo con assicurazioni circa gli investimenti sauditi a Wall Street ed altri “mercati” nonché qualche ricordino anche personale, tipo scimitarra d’oro da dieci chili che fu regalata a Donald.
Fox News si affretta a intervistare il ministro degli esteri saudita, il quale dice che quel che è successo al consolato turco “è un orribile sbaglio” e che i colpevoli saranno puniti.
Il sito “the conservative treehouse” ha un commento non del tutto chiaro, ma significativo: “Una teoria sostiene che Kashoggi manteneva una forte relazione con agenti dell’intelligence Usa vicini a John Brennan [l’ex capo della CIA fra il 2013 e il 2017, nemico feroce di Trump e di Putin, vicino ai democratici], da cui la sua collaborazione come giornalista al Washington Post (posseduto di fatto dalla CIA). Kashoggi negoziava coi sauditi un incontro in Turchia perché questi loschi tipi di Brennan, pro-iraniani (sic) hanno una stretta collaborazione con agenti corrotti dei servizi turchi.
“Dopo aver organizzato l’incontro al consolato saudita in Turchia, l’intelligence USA e Turca controllavano da
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SCIENZE TECNOLOGIE
Vi presentiamo EMIEW3: un aiutante robot per il mondo globale
La robotica riscriverà il futuro della customer care, come dimostra l’esempio di EMIEW3, l’automa di Hitachi intelligente e poliglotta
17 OTTOBRE 2018
Un labirinto tra gate, negozi e corridoi senza fine; gli aeroporti sono luoghi confusionari, specialmente quando arrivi con un volo notturno in un paese che non parla la tua lingua. Ma all’aereoporto di Haneda a Tokyo c’è qualcuno pronto ad aiutarti che ti aspetta al desk informazioni, che non dorme mai e parla qualsiasi lingua: si chiama EMIEW3, e il robot umanoide di Hitachi alto 90 centimetri, dalla testa rossa, può accompagnare i viaggiatori stanchi verso i negozi, le coincidenze e qualsiasi altra cosa di cui abbiano bisogno.
Non sai dove imbarcarti per la coincidenza? EMIEW3 può guidarti fino al tuo gate camminando sulle sue quattro ruote, e se inciampa può rialzarsi da solo. Cerchi un bar? Chiedigli dove si può bere un caffè e ti darà l’elenco di tutte le opzioni.
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Vi presentiamo EMIEW3: un aiutante robot per il mondo globale
STORIA
Il genio di Annibale umilia Roma e il mito della legione
Una devastante manovra a tenaglia dei cartaginesi. Ma per Clausewitz e Napoleone fu soltanto fortuna
GIORGIO IERANÒ – 8 AGOSTO 2017
Come in un incubo, i legionari si trovarono di fronte il loro doppio. Soldati vestiti con le loro stesse armature e con il gladio in pugno. Erano i fanti libici dell’esercito di Annibale. Indossavano le armi strappate ai romani nelle battaglie precedenti, il bottino raccolto combattendo sul Ticino, sulla Trebbia, al Trasimeno. In quello specchio straniante, forse, i soldati di Roma videro già lo spettro della loro morte. Quando il sole tramontò su quel giorno d’estate, il 2 agosto dell’anno 216 a. C., sulla piana di Canne giacevano i cadaveri di oltre 50 mila legionari. Il loro sangue faceva rosseggiare il fiume Ofanto. Da una collina, con l’unico occhio sano che gli era rimasto (l’altro l’aveva perso per un’infezione durante la lunga marcia attraverso l’Italia), Annibale osservava il suo trionfo.
Mentre per i romani Canne resterà sempre il nome della sconfitta, come Caporetto per gli italiani. Fu il giorno in cui Roma vide a rischio la sua stessa sopravvivenza. Ma Canne fu anche un capolavoro di strategia militare che permise ai cartaginesi di trionfare su un esercito assai superiore per numero, disciplina e affiatamento.
Quel 2 agosto 216 a.C. la giornata era afosa. Il vento caldo soffiava la polvere negli occhi dei soldati. Nella prima fila dell’armata cartaginese, i Galli, a torso nudo, urlavano mostrando le loro sciabole, mentre gli Iberi, così feroci, parevano quasi leziosi con quelle corte tunichette di lino orlate di porpora. La fanteria pesante dei libici era schierata poco più indietro. Le legioni partirono all’attacco: con l’impeto dei loro ranghi serrati, travolsero il nemico, che iniziò ad arretrare. La prima fila dei cartaginesi, dapprima schierata a mezzaluna, con la parte convessa rivolta verso i romani, si tendeva sempre più all’indietro, come un elastico. Finché i romani si trovarono chiusi in una morsa: ora i fanti libici erano apparsi ai loro fianchi e colpivano con furia selvaggia. Alle spalle, per bloccare ogni via di scampo, arrivava al galoppo la cavalleria numida.
Era la punta di diamante dell’esercito cartaginese: un corpo scelto di beduini, una specie di cosacchi del deserto. Quando volteggiavano sui cavalli, scrive Tito Livio, parevano acrobati da circo: leggeri e rapidissimi, sorprendevano i cavalleggeri nemici con sciabolate alle gambe che tagliavano di netto i tendini e impedivano di tenersi in sella (le staffe, all’epoca, non c’erano).
La manovra a tenaglia pensata da Annibale aveva funzionato con geometrica precisione. I soldati di Roma morivano uno sull’altro, con le loro aquile, i loro tribuni, i loro centurioni. Anche il console Lucio Emilio Paolo cadde sul campo. Si salvò invece l’altro console, Gaio Terenzio Varrone, alla cui smania di sfidare Annibale in campo aperto fu poi imputata la sconfitta.
Annibale era uno stratega imbevuto di cultura greca. Anche i famosi elefanti non erano una stravaganza barbara: erano potenti armi di sfondamento usate dai sovrani dell’Oriente greco, che li esibivano in parata come oggi si fa con i mezzi corazzati. La manovra a tenaglia l’aveva imparata dai re ellenistici, che a loro volta l’avevano ereditata dall’esercito macedone di Alessandro. Soltanto che, invece di una schiera potente e disciplinata come la falange macedone, Annibale aveva al suo comando un’accozzaglia della gente più strana: Galli e Iberi, Liguri e Libici, frombolieri delle Baleari e cavalleggeri della Numidia. Uomini che nemmeno si capivano tra di loro. Eppure è con quest’armata variopinta che Annibale devastò per sedici anni l’Italia. Con loro compì quella mattanza passata alla storia come seconda guerra punica (218-202 a.C.). Le balie italiche trasformeranno Annibale in un orco, un uomo nero da evocare come spauracchio per i bambini. Tre secoli dopo la sua morte
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http://www.lastampa.it/2017/08/08/cultura/il-genio-di-annibale-umilia-roma-e-il-mito-della-legione-w8giJlUwcaspT9yxX98IEN/pagina.html
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