NOTIZIARIO STAMPA DETTI E SCRITTI 11 SETTEMBRE 2018

https://www.mainfatti.it/ONU/Centrafrica-vescovo-di-Bangassou-denuncia-violenze-sessuali-da-Caschi-Blu_0262285033.htm

NOTIZIARIO STAMPA DETTI E SCRITTI 11 SETTEMBRE 2018

SPECIALE O.N.U.

A cura di Manlio Lo Presti

 

http://www.dettiescritti.com/

https://www.facebook.com/Detti-e-Scritti-958631984255522/

 

Le opinioni degli autori citati possono non coincidere con la posizione del curatore della presente Rassegna.

 

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EDITORIALE

L’O.N.U. non può decidere ispezioni quando ha problemi peggiori al suo interno

Manlio Lo Presti – 11 settembre 2018

Assistiamo ad un ennesimo attacco – questa volta tocca all’O.N.U. – al popolo italiano che ha avuto la sfacciataggine di eleggere un governo non allineato e servile ai DEEP STATE costituito dall’asse infernale BUSH-CLINTO-OBAMA-POTESTA-KISSINGER-ROCKEFELLER-GATES-ZUCKERBERG-ROTHSCHILD-SOROS.

Per questo motivo e per la gravità di tale delitto di LESA MAESTA’, la ex-italia deve essere sterminata e sostituita quanto prima da 20.000.000 di cosiddetti immigrati untori epidemici, criminali, antropofagi, violentatori e agitatori. Insomma, tutta una serie di gentiluomini che sono usciti dalle carceri dei Paesi di provenienza che hanno colto l’occasione per fare pulizia. Una operazione simile a quella che fecero l’Inghilterra e la Francia quando spedirono nel Nordamerica la quasi totalità dei propri criminali e carcerati. Niente di nuovo sotto al sole quindi.

La troika, appoggiata con ampi mezzi dalla struttura FIVE EYES atlantica, ha da tempo deciso di relegare il nostro Paese al ruolo di sacca razziale dell’Unione Europea, con lo scopo di farlo diventare un cuscinetto ammortizzatore per le prossime ondate massicce che verranno dall’Africa a causa:

  1. della pressione coloniale cinese (che ha costruito 22 città ciascuna in grado di contenere 20.000.000 di abitanti e perfettamente funzionanti nel deserto africano),
  2. delle guerre coloniali francesi, inglesi,
  3. degli armatissimi e spietati eserciti privati sterminatori pagati dalle multinazionali,
  4. dell’O.N.U., infine, che dovrebbe garantire pace, equità e giustizia e invece contribuisce con le violenze e gli stupri di massa dei suoi operatori in tutto il mondo!

 

Sarebbe da domandarsi quale credibilità ed onorabilità ha un organismo internazionale di tali dimensioni che ha al proprio interno esponenti che da tempo continuano a macchiarsi degli stessi delitti che dovrebbe combattere e censurare?

Una struttura che decide di andare a far le pulci a Paesi letteralmente investiti da ondate migratorie incontrollate e proficue solo alle organizzazioni criminali, alle strutture di accoglienza private gestite da un ingombrante ed invadente Stato teocratico dentro i confini italiani, da componenti di governi precedenti, ecc. ecc. ecc. ecc. ecc.

 

P.Q.M.

 

Questa struttura internazionale arrogante e senza onorabilità, non alcun diritto di censurare nessuno finché non fornisce il buon esempio con una azione incisiva contro i propri funzionari che esercitano violenze carnali su donne e bambini in cambio di cibo.

 

Vorrei sapere perché questa struttura non avanzato:

–        Nessuna critica ed ispezioni a Malta

–        Nessuna critica ed ispezioni in Australia DOVE I MIGRANTI SONO RESPINTI CON VIOLENZA

–        Nessuna critica alla Francia che ha massacrato e respinto 48.000 migranti in Italia

–        Nessuna critica alla Spagna che ha respinto i migranti a Ceuta

 

Perché queste “visite” non sono state fatte durante la gestione Minniti per i campi di raccolta a Lampedusa e nel resto della penisola?

Perché l’O.N.U. non smaschera l’asse Bush Clinton Rockefeller Obama per le 36 guerre in atto che hanno provocato 12.000.000 di morti e per i crimini di pedofilia e di antropofagia sulle piccole vittime, di cui ci sono indagini in corso ostacolate da circa 200 omicidi ordinati da notissimi esponenti del Partito Democratico USA ed eminenti componenti del DEEP STATE?

L’ispezione è un altro atto di ostilità nei confronti della ex-italia che ha la sfacciataggine di non accogliere servilmente 20.000.000 di immigrati criminali antropofagi portatori di epidemie (altrimenti perché la Boldrini è stata fotografata con i guanti a bordo della nave ONG Diciotti?).

Di fronte a tale atteggiamento aggressivo ed ostile nei confronti di un Paese che ha dato un ottimo esempio di accoglienza, (specialmente nel caso di Lampedusa, che si voleva premiare con un riconoscimento internazionale per questo) è adeguata la risposta di non finanziare più questo carrozzone strumento del DEEP STATE/FIVE EYES.

Ne riparleremo molto presto!

 

 

 

IN EVIDENZA

Onu: “Invieremo personale in Italia per monitorare atti di violenza e razzismo”. Salvini: “Prevenuti, da voi niente lezioni”

L’annuncio di Michelle Bachelet, nuovo Alto Commissario per i diritti umani al Consiglio di Ginevra: “Gli sforzi dei governi per respingere gli stranieri causano solo ostilità”

di F. Q. | 10 settembre 2018

“Abbiamo intenzione di inviare personale in Italia e in Austria per valutare il riferito forte incremento di atti di violenza e di razzismo contro migranti, persone di discendenza africana e Rom”. Parole di Michelle Bachelet, nuovo Alto Commissario Onu per i diritti umani. L’ex presidentessa cilena, a un mese dalla nomina, esordisce al 39° Consiglio di Ginevra con un’orazione tutta rivolta al tema delle migrazioni, e annuncia l’invio di una task force per monitorare gli episodi di intolleranza nel nostro Paese. “Gli sforzi dei governi per respingere gli stranieri non risolvono la crisi migratoria” – ha detto – ma anzi, “causano solo nuove ostilità. È nell’interesse di ogni stato adottare politiche migratorie radicate nella realtà, non in preda al panico“.

Dura la replica di Matteo Salvini: “L’Italia negli ultimi anni ha accolto 700mila immigrati, molti dei quali clandestini, e non ha mai ricevuto collaborazione dagli altri Paesi europei – ha puntualizzato il ministro dell’Interno – quindi non accettiamo lezioni da nessuno, tantomeno dall’Onu che si conferma prevenuta, inutilmente costosa e disinformata: le forze dell’ordine smentiscono ci sia un allarme razzismo. Prima di fare verifiche sull’Italia, l’Onu indaghi sui propri stati membri che ignorano diritti elementari come la libertà e la parità tra uomo e donna”, ha concluso il capo del Viminale.

I rilievi mossi all’Italia dall’Alto Commissario non sono limitati all’allarme razzismo, ma riguardano anche la gestione del caso della nave Aquarius: “Il governo italiano ha negato l’ingresso di navi di soccorso delle ong. Questo tipo di atteggiamento politico e di altri sviluppi recenti hanno

Continua qui:

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/09/10/onu-invieremo-personale-in-italia-per-monitorare-atti-di-violenza-e-razzismo-salvini-prevenuti-da-voi-niente-lezioni/4615412/

 

 

Rampelli: «L’Onu verifichi anche le violenze subite dagli italiani»

di Redazione

lunedì 10 settembre 2018

“L’Onu vuole venire in Italia per verificare l’esistenza di violenza sui migranti e i rom.

 

Suggeriamo all’ Organizzazione delle Nazioni Unite di fare anche il contrario: verificare le violenze subite, da italiani e non, da immigrati e rom”. 

 

È quanto dichiara il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia.

 

“Se l’Onu si permette di fare un ragionamento etnico accusando gli italiani di essere razzisti -aggiunge- allora si sta assumendo la responsabilità di considerare tutti gli italiani razzisti.

Continua qui: http://www.secoloditalia.it/2018/09/rampelli-lonu-verifichi-anche-le-violenze-subite-dagli-italiani/

 

 

Migranti, Onu: “In Italia violenza e razzismo”. Farnesina: “Allarme ingiusto e infondato”

L’Alto commissario per i diritti umani Bachelet: “Manderemo nostro personale. Conseguenze devastanti da stop navi ong”. Salvini: “Prevenuti e disinformati”. Minaccia un taglio dei fondi alle Nazioni Unite e intanto si dice pronto a chiudere accordo con la Germania: “Se a saldo zero”. Conte vede Tusk

ROMA – “Abbiamo intenzione di inviare personale in Italia per valutare il riferito forte incremento di atti di violenza e di razzismo contro migranti, persone di discendenza africana e Rom”: lo ha annunciato oggi a Ginevra Michelle Bachelet, neo Alto commissario Onu per i diritti umani, aprendo i lavori del Consiglio Onu per i diritti umani, riunito fino al 28 settembre, precisando che una squadra sarà inviata, per motivi analoghi, anche in Austria. Ma l’annuncio non è piaciuto affatto al ministro dell’Interno Matteo Salvini: “Non accettiamo lezioni da nessuno, tantomeno dall’Onu” – è stata la replica immediata del vicepremier, che ha definito l’Organizzazione delle Nazioni Unite un organismo “prevenuto e disinformato”.

FARNESINA: “ALLARME INFONDATO E INGIUSTO”

Nella notte arriva la replica del ministero degli Esteri. “L’Italia – si legge in una nota della Farnesina – ritiene inappropriate, infondate e ingiuste le dichiarazioni dell’alto Commissario dell’Onu relative a presunte inadempienze italiane in materia di rispetto dei diritti umani dei migranti”.  “Da anni, l’Italia è impegnata in operazioni di soccorso e salvataggio di persone nel Mar Mediterraneo, cui hanno fatto e fanno seguito onerose e complesse politiche di prima accoglienza nel territorio nazionale. Di queste operazioni, l’Italia ha assunto il costo prevalente, in termini di impiego di risorse umane, mezzi, finanze e soprattutto

 

Continua qui: https://www.repubblica.it/politica/2018/09/10/news/onu_razzismo_italia-206054277/?refresh_ce

 

 

Per l’Onu violenze e stupri non esistono: il problema sono i razzisti

Con un nuovo report, il Palazzo di Vetro ha spiegato chi sono le vere vittime: il problema è chi critica gli attivisti e crea così un “ambiente ostile” alle Ong

Marianna Di Piazza – Mer, 21/02/2018

Non solo produttori, star del cinema e politici internazionali. Lo scandalo delle molestie sessuali, nei mesi scorsi, ha coinvolto anche le Nazioni Unite.

Ma dopo l’inchiesta del Guardian, che ha rivelato i presunti abusi sessuali perpetrati da alti funzionari dell’Onu, niente è cambiato. Secondo quanto rivelato dal quotidiano britannico nel periodo tra luglio e settembre 2017, gli episodi di violenza in cui sono stati coinvolti i caschi blu sono stati 31, mentre nel 2016 sono state raccolte 80 segnalazioni.

 

Da parte dell’Onu però nessuna scusa o passo indietro. Anzi, con un nuovo report, il Palazzo di Vetro ha spiegato chi sono le vere vittime. Come riporta La Verità, il problema è chi critica gli attivisti e crea così un “ambiente ostile” alle Ong. Questo è quanto sostiene il

 

Continua qui: http://www.ilgiornale.it/news/cronache/lonu-violenze-e-stupri-non-esistono-problema-sono-i-razzisti-1497065.html

 

Attacco Usa in Siria, ‘Onu è un carrozzone inutile quando si scontra con i Paesi potenti’

www.ilfattoquotidiano.it

Gianni Rosini – 9 aprile 2017

Nikki Haley, ambasciatrice di Washington a Palazzo di Vetro, l’aveva preannunciato durante il Consiglio di Sicurezza del 5 aprile: poche ore dopo sono partiti i missili. “L’organizzazione – spiega Gabriele Iacovino, capo degli analisti del Centro Studi Internazionali – è immobilizzata dalla burocrazia e dalla sua stessa struttura se non c’è una reale volontà politica dei Paesi membri di conferirle potere”

“L’Onu è un organismo che funziona solo se esiste una reale volontà politica dei Paesi membri di conferirgli potere. Altrimenti è un carrozzone vecchio e pieno di burocrazia. Inutile”. Gabriele Iacovino, capo degli analisti del Centro Studi Internazionali (Cesi), commenta così le dichiarazioni dei rappresentanti americani e russi alle Nazioni Unite che non hanno risparmiato accuse all’organizzazione per il suo immobilismo. Prima ci ha pensato Nikki Haley, ambasciatrice statunitense al Palazzo di Vetro, anticipando l’attacco statunitense alla base militare siriana di al Shayrat: “Quando le Nazioni Unite non riescono ad agire collettivamente, allora gli Stati sono costretti a intraprendere azioni proprie”, scandiva il 5 aprile il rappresentante diplomatico in Consiglio di sicurezza solo

 

Continua qui: https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/04/09/attacco-usa-in-siria-onu-e-un-carrozzone-inutile-quando-si-scontra-con-i-paesi-potenti/3510837/

 

 

 

Storie di stupri e di pedofilia alle Nazioni Unite

La violenza sessuale dentro alle Nazioni Unite continua a essere un problema talmente serio che il presidente Barack Obama gli ha dedicato un incontro ristretto con alcuni rappresentanti dei paesi coinvolti nello scandalo. Sulle 85.000 truppe dell’Onu dispiegate in oltre sedici operazioni di peacekeeping pesa l’onta più grave: l’abuso sessuale su donne e bambini. Non poco, soprattutto per chi ha vinto il premio Nobel per la Pace. Un’inchiesta del Wall Street Journal rivela che, da quando nel 2003 il Palazzo di vetro ha riconosciuto il problema, nulla o troppo poco è stato fatto per punire, scovare e processare i colpevoli.

 

di Giulio Meotti  – 25 Marzo 2010 alle 06:59

La violenza sessuale dentro alle Nazioni Unite continua a essere un problema talmente serio che il presidente Barack Obama gli ha dedicato un incontro ristretto con alcuni rappresentanti dei paesi coinvolti nello scandalo. Sulle 85.000 truppe dell’Onu dispiegate in oltre sedici operazioni di peacekeeping pesa l’onta più grave: l’abuso sessuale su donne e bambini. Non poco, soprattutto per chi ha vinto il premio Nobel per la Pace. Un’inchiesta del Wall Street Journal rivela che, da quando nel 2003 il Palazzo di vetro ha riconosciuto il problema, nulla o troppo poco è stato fatto per punire, scovare e processare i colpevoli. Anzi, c’è stata una certa opera di copertura degli abusi sessuali da parte dell’Onu. Il quotidiano americano ha studiato tre recenti casi: Sri Lanka, Marocco e India. Nel novembre del 2007 cento peacekeepers dello Sri Lanka furono accusati di aver abusato di bambini haitiani dai dieci ai sedici anni, nelle docce, nelle torrette di guardia, persino nei camion dell’Onu. Abusi sono stati commessi ancora da truppe marocchine impegnate nella Costa d’Avorio e truppe indiane sono state

 

Continua qui: https://www.ilfoglio.it/articoli/2010/03/25/news/storie-di-stupri-e-di-pedofilia-alle-nazioni-unite-69016/

 

Arrestato per pedofilia il difensore dei bambini all’Onu

Scandalo pedofilia anche all’interno della più grande organizzazione non governativa. Il Regno Unito è sotto choc

Aurora Vigne – Mer, 21/02/2018

Ancora scandalo nel settore delle ong. Peter Newell, un’attivista inglese dei diritti dei bambini, è stato arrestato per pedofilia.

Newell è un ex consulente per l’Unicef ed è inoltre autore della “Convenzione dei diritti del bambino” approvate dalle Nazione Unite nel 1988.

 

Come riporta La Verità, l’uomo è stato condannato a sei anni e otto mesi per le violenze inflitte per tre anni di seguito a un ragazzino. Gli abusi – avvenuti tra il 1965 al 1968 – sono stati confermati da Newell stesso dopo un’inchiesta svolta dalla polizia metropolitana di Londra lo scorso anno.

Newell è molto conosciuto nel Regno Unito in quanto è stato protagonista di diverse campagne volte a condannare qualsiasi tipo di punizione corporale nei confronti dei bambini.

Nel settore degli aiuti umanitari, proprio in queste settimane, sono emersi una serie di episodi di abusi che coinvolgono almeno 125 operatori solo sul suolo inglese.

“Siamo profondamente scioccati nell’ apprendere dell’arresto di Peter Newell. Non avevamo conoscenza di

 

Continua qui: http://www.ilgiornale.it/news/cronache/arrestato-difensore-dei-bambini-allonu-pedofilia-1497063.html

 

I pedofili dell’Onu

www.ilfoglio.it

Giulio Meotti – 16 febbraio 2014

Quella a Bamako, in Mali, doveva essere una grande spedizione umanitaria sotto l’egida dell’Onu. Ma nella città di Gao, nord-est del paese, i Caschi blu delle Nazioni Unite sono stati trovati a molestare bambini del posto. La denuncia è da settimane sul tavolo del segretario generale dell’Onu, Ban ki-Moon, accanto a un’altra identica proveniente dalla missione Onu in Costa d’Avorio.

Nella città di Toulépleau, i peacekeeper hanno abusato di bambine in cambio di cibo.

“L’arrivo dei Caschi blu è stato associato a una rapida crescita della prostituzione infantile” (Graça Machel, ex first lady del Mozambico, autrice di un documento sull’Onu)

Quella a Bamako, in Mali, doveva essere una grande spedizione umanitaria sotto l’egida dell’Onu. Ma nella città di Gao, nord-est del paese, i Caschi blu delle Nazioni Unite sono stati trovati a molestare bambini del posto. La denuncia è da settimane sul tavolo del segretario generale dell’Onu, Ban ki-Moon, accanto a un’altra identica proveniente dalla missione Onu in Costa d’Avorio. Nella città di Toulépleau, i peacekeeper hanno abusato di bambine in cambio di cibo. Alla Bbc una bambina di tredici anni, “Elisabeth”, ha raccontato di come dieci Caschi blu abbiano abusato di lei nella sua casa in Costa d’Avorio. E’ lo scandalo “Sex for Food”. A favore dell’Onu va il principio di precauzione che l’agenzia non ha garantito al Vaticano, inquisito a Ginevra per i presunti abusi sessuali dentro al clero cattolico. Ma la storia della pedofilia dentro al Palazzo di vetro si va configurando coma una delle più straordinarie e mai davvero sviscerate. Per dirla con il quotidiano americano Christian Science Monitor, “ovunque l’Onu abbia piantato la sua bandiera sono seguiti abusi sessuali”.

Uno dei portavoce dell’Onu, Michel Bonnardeaux, ha confermato che i dieci comandanti e i sei soldati rimpatriati dal Mali non potranno mai più lavorare per le Nazioni Unite. “I comandanti non sono riusciti a mantenere un ambiente sicuro che prevenisse sfruttamenti e abusi sessuali”. Dall’inchiesta è emerso che su un campione di dieci ragazze – tutte con meno di diciotto anni – otto hanno avuto rapporti sessuali con i Caschi blu. Da un memo interno del Palazzo di vetro è venuto fuori che il 63 per cento delle accuse contro le forze multinazionali dei Caschi blu delle Nazioni Unite sono riconducibili a crimini sessuali, abusi, stupri, pedofilia, per un terzo legati alla prostituzione minorile. Anche Save the Children, celebre ong umanitaria impegnata in molti conflitti, ha accusato l’Onu di pedofilia dilagante.

I Caschi blu hanno abusato sessualmente di bambini congolesi per dieci anni. Lo hanno fatto all’interno della missione Monuc, promossa nel 1999 con la risoluzione 1493 del Palazzo di vetro per pacificare il paese al termine della guerra civile. Quindici paesi hanno

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La vergogna dei soldati-stupratori. Così l’India tutelò i militari in Congo

Le testimonianze choc: «Violentate in serie»

13 Gennaio 2014

L’Infamia e l’Ipocrisia. New Delhi gioca con la vita dei due fucilieri di Marina italiani. Il governo indiano rivendica il diritto di giudicare Latorre e Girone coinvolti in un incidente in acque internazionali durante un’operazione anti pirateria, come hanno loro stessi riconosciuto, ma dimenticano come si sono comportati quattro anni fa in Congo.

È una delle pagine più ignobili della storia delle Nazioni Unite che vede i militari indiani protagonisti attivi di violenze, stupri e traffici illegali ai danni della popolazione civile. Il contingente militare di New Delhi faceva parte – ancora oggi ci sono 4.554 soldati indiani – della missione Monuc una delle più costose e più numerose messe in campo dall’Onu.

Dal 2000 oltre 17.000 caschi blu provenienti dal Sud America, dall’Africa e dall’Asia hanno il compito di interposizione tra le fazioni in lotta e per mettere fine alla guerra civile e soprattutto all’ondata di stupri così diffusa che oltre duecentomila donne sono rimaste vittime di violenza sessuale da parte delle varie milizie. In questo contesto i militari che dovevano impedire queste tragedie sono diventati loro stessi carnefici. È l’estate del 2008 quando scoppia lo scandalo che coinvolge i caschi blu delle Nazioni Unite. Mentre i soldati uruguaiani preferiscono trafficare in oro e altri metalli e quelli senegalesi vendono gli aiuti umanitari al mercato nero, gli indiani preferiscono sfruttare la loro divisa per soddisfare le loro voglie represse.

Donne e bambine picchiate, stuprate, costrette a prostituirsi. L’inchiesta dell’Onu e quella delle autorità del Congo individua senza ombra di dubbio i responsabili: sono i caschi blu che vengono da Nuova Delhi: 12 ufficiali e 34 soldati del 6° Battaglione Sikh schierato nel

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Così l’Onu copre lo scandalo degli stupri nel Palazzo di Vetro

L’organizzazione si batte contro le violenze nel mondo ma non tutela le vittime interne

Gaia Cesare – Sab, 20/01/2018 – 10:33

Sono i paladini della parità di genere nel mondo, perseguono i crimini più efferati in giro per il pianeta – e gli stupri di massa sono in cima all’agenda – ma poi licenziano le presunte vittime di violenze sessuali, minacciano chi denuncia di essere stata molestata e lasciano che alcuni dei propri dipendenti-predatori agiscano indisturbati per evitare di mettere in cattiva luce l’organizzazione.

Un’inchiesta del britannico Guardian rompe il muro di ipocrisia e omertà che vige all’interno delle Nazioni Unite, l’organizzazione che annovera fra i cinque obiettivi globali da raggiungere entro il 2030 proprio «l’uguaglianza di genere». Una parità che al suo interno sembra essere lontana, a giudicare dalle testimonianze raccolte dal quotidiano inglese. I numeri («dozzine» di persone intervistate in dieci Paesi nel mondo) non sono rilevanti in termini di quantità per un’organizzazione che conta migliaia di dipendenti ma il contenuto delle denunce più gravi sciocca per i metodi minacciosi e l’omertà di cui le vittime raccontano.

Tra le 15 che hanno deciso di rompere il muro del silenzio – dietro anonimato perché le regole Onu così impongono ma soprattutto per paura di ritorsioni – non ci sono solo donne molestate ma anche dipendenti stuprate. E oggi rassegnate alla triste constatazione che «non c’è modo di avere giustizia». L’affermazione choc arriva proprio da una delle tre dipendente che hanno deciso di parlare e che ha denunciato di essere stata violentata da un senior, un componente paludato e di esperienza dello staff Onu. La donna racconta di aver trascorso diversi mesi in ospedale anche a causa del trauma

Continua qui: http://www.ilgiornale.it/news/politica/cos-lonu-copre-scandalo-degli-stupri-nel-palazzo-vetro-1485028.html

 

 

Abusi e crimini dei caschi blu dell’ONU
Antonella Randazzo – 6/12/06 – www.disinformazione.it  

Quanti di noi si chiedono come mai anche nei paesi controllati dai Caschi blu dell’Onu, come Haiti e la Liberia, avvengono violenze e vessazioni di ogni genere? I Caschi blu dell’Onu che missione svolgono veramente? Non sembrerebbe che stiano lì, come dicono, per proteggere le popolazioni oppure per ristabilire la pace, dato che in ciò hanno sempre fallito. Ad esempio, in Sierra Leone, non limitarono in nessun modo l’attività criminale delle Corporation che pagavano milizie per contendersi le risorse diamantifere. Al contrario, difesero gli interessi delle Corporation combattendo contro tutti coloro che volevano una maggiore trasparenza nella gestione delle risorse del paese.

I Caschi blu dell’Onu, ovunque abbiano attuato missioni di “peacekeeping”, hanno commesso una serie di crimini contro la popolazione civile, e soltanto in pochissimi casi si è avuto un processo e una condanna penale. Hanno ucciso migliaia di civili e praticato violenze di ogni genere. La lista dei casi documentati è lunghissima. Anche quest’anno sono emersi numerosi casi di abusi sessuali commessi dai Caschi blu ad Haiti e in Liberia. Ad Haiti, secondo un rapporto pubblicato su The Lancet nell’agosto del 2006, i casi di stupro su donne e bambine sono 32mila negli ultimi due anni. Secondo lo studioso Royce Hutson

 

Continua qui: https://www.disinformazione.it/abusi_caschi_blu.htm

 

 

 

 

Gli stupri dei Caschi blu

15 LUGLIO 2018 – Francesco Boezi

Le accuse di stupro ad alcuni peacekeepers non rappresentano una novità. Barack Obama dedicò un incontro privato al problema degli abusi sessuali perpetrati dai caschi blu nel 2010. Il palazzo di vetro dell’Onu riconobbe il dramma strutturale nel 2003 e un’inchiesta del Wall Street Journal sottolineò quanto poco fosse stato fatto per risolvere il problema. Una storia pesantissima, aggravata dalle tipologie di vittime: donne e bambini. “Nel novembre del 2007 cento peacekeepers dello Sri Lanka furono accusati di aver abusato di bambini haitiani dai dieci ai sedici anni, nelle docce, nelle torrette di guardia, persino nei camion dell’Onu. Abusi sono stati commessi ancora da truppe marocchine impegnate nella Costa d’Avorio e truppe indiane sono state incriminate in Congo due anni fa”, scrisse Giulio Meotti in questo pezzo.

Eventi disseminati nelle missioni prescindendo dalla territorialità, quindi. Da quando Antònio Guterres, però, è succeduto a Ban Ki-moon come nuovo segretario generale delle Nazioni Unite, sembrava che le cose fossero destinare a cambiare. Una delle sue priorità, infatti, è stata quella di stabilire precise linee guida riguardo queste accuse di stupro. Tra le misure adottate, del resto, c’è stata l’applicazione di una task force. Ma il problema è lungi dall’essere risolto.

 

I nuovi dati rilasciati dall’Onu, infatti, quelli riferiti al 2017, citano 33 nuovi casi di sfruttamento e abusi sessuali, che sarebbero riferiti all’inizio di giugno di quest’anno.  Secondo quanto scritto qui, poi,  l’Onu ha annunciato poco prima il rimpatrio a

 

Continua qui: http://www.occhidellaguerra.it/nuove-accuse-di-stupro-ai-caschi-blu-in-africa-centrale/

 

 

 

Violenza minorile – Vergogna dei caschi blu dell’Onu

18 aprile 2017 da La ciurma anemica

 

Nel corso degli ultimi 12 anni circa duemila denunce di abusi sessuali e sfruttamento sono state rivolte alle forze di pace e ad altri membri del personale Onu, lo riporta un’indagine svolta dall’Agenzia Associated Press (Ap) sulle missioni di pace dell’Onu, la quale segnala anche che la crisi è molto più grande di quanto precedentemente noto. In più di trecento delle accuse sono coinvolti minori, come i bambini di Haiti sottoposti ad abusi sessuali e sfruttamento da 134 caschi blu dello Sri Lanka, ma l’Onu, nonostante le prove schiaccianti, fatica a punire i suoi dipendenti colpevoli.

 

La lista è molto lunga: sedici missioni che coinvolgono 120mila addetti, centomila tra caschi blu e militari, il resto civili, che sono tenuti a proteggere la popolazione, non a dare prova di machismo, di senso di onnipotenza e razzismo, di mancanza di regole, di abusi di potere che assumono la forma di abusi sessuali. E con la presenza dei militari che facciano la guerra o portino la pace, che siano dell’Onu o della Nato,  aumentano gli stupri, la prostituzione e gli abusi sui minori. In Cambogia come in Mozambico, in Bosnia e in Kosovo, in Sudan, nella Repubblica Centrafricana  e nella Repubblica Democratica del Congo.

Ad Haiti gli abusi sessuali più recentemente scoperti

Qui sotto il sole dei Caraibi attirare un bambino affamato con uno snack o con pochi spiccioli è un’impresa facile per i 134 peacekeepers della Sri Lanka in missione di pace in Haiti che hanno abusato dei bambini. Ma il prezzo era alto, gli uomini duri dello Sri Lanka volevano sesso da minori di età inferiore ai 12 anni. Non aveva neppure il seno quella bambina che Ap ha chiamato V01, Vittima n.1. Ha detto agli

Continua qui: http://anarchiaunicavia.altervista.org/violenza-minorile-vergogna-dei-caschi-blu-dellonu/

 

 

 

 

Le nuove accuse di abusi sessuali contro i soldati dell’ONU

Un rapporto di Human Rights Watch ha parlato di almeno 8 aggressioni ai danni di donne e bambine avvenuti in Repubblica Centrafricana negli ultimi mesi

 

5 FEBBRAIO 2016

 

Dopo la pubblicazione di un nuovo rapporto dell’organizzazione internazionale Human Rights Watch sugli abusi sessuali commessi dai soldati delle Nazioni Unite nella Repubblica Centrafricana su donne e bambine, le Nazioni Unite hanno confermato di aver identificato sette nuove possibili vittime. Gli abusi sarebbero stati commessi a Bambari, una delle comunità più povere e vulnerabili del paese dove si trova un grande campo per famiglie sfollate a causa della guerra civile. Nel frattempo, le Nazioni Unite hanno fatto sapere che rimpatrieranno 120 caschi blu di nazionalità congolese i cui membri sono sospettati di essere responsabili di alcuni dei più recenti abusi.

Nel suo rapporto, Human Rights Watch parla di almeno otto donne e bambine violentate o molestate sessualmente tra l’ottobre e il dicembre dello scorso anno. Due delle vittime (una di 14 anni e una di 18) hanno raccontato di aver subito violenze di gruppo da militari dell’ONU vicino all’aeroporto di Bambari, nella zona centrale del paese. La più grande ha detto che lo stupro è avvenuto verso la fine del 2015, si trovava vicino all’aeroporto in cerca di cibo e alcuni soldati armati l’avevano trascinata con la forza nella boscaglia: «Erano in tre sopra di me. Erano armati. Mi hanno detto che se avessi fatto resistenza, mi avrebbero uccisa. Mi hanno violentata uno dopo l’altro». La ragazza di 14 anni ha raccontato che lo scorso novembre, due soldati l’avevano aggredita mentre camminava vicino alla base delle Nazioni Unite di Bambari: «Indossavano uniformi militari e avevano le loro armi. Sono passata vicino a

 

Continua qui: https://www.ilpost.it/2016/02/05/le-nuove-accuse-di-abusi-sessuali-contro-i-soldati-dellonu/

 

 

 

 

République centrafricaine : Des viols commis par des Casques bleus

L’ONU et les pays qui fournissent des contingents devraient s’assurer que les responsables d’abus rendent compte de leurs actes devant la justice

 

(Nairobi) – Des Casques bleus des Nations Unies stationnés en République centrafricaine ont violé ou exploité sexuellement au moins huit femmes et jeunes filles d’octobre à décembre 2015. Parmi les survivantes figurent une jeune fille de 14 ans et une jeune femme de 18 ans qui ont déclaré que les Casques bleus les avaient assujetties à un viol collectif près de l’aérodrome de Bambari, dans le centre du pays.

Une base de la MINUSCA, à gauche, située derrière l’aérodrome de Bambari, en République centrafricaine. De septembre à décembre 2015, des Casques bleus de l’ONU originaires de la République du Congo qui gardaient l’aéroport auraient soumis des femmes et des jeunes filles à de nombreux actes de violence et d’exploitation sexuelles.

 

© 2015 Lewis Mudge/Human Rights Watch

« Dans un pays où des groupes armés s’en prennent régulièrement aux civils, les Casques bleus devraient être des protecteurs et non des prédateurs », a déclaré Hillary Margolis, chercheuse auprès de la division Droits des femmes à Human Rights Watch. « Il ne suffit pas de renvoyer des Casques bleus dans leur pays. L’ONU doit insister pour que les pays d’où les troupes sont originaires traduisent en justice les auteurs de viols et d’autres d’abus, et pour que les survivantes puissent bénéficier du soutien dont elles ont besoin. »

Human Rights Watch a recueilli des informations sur les huit cas d’exploitation et d’abus sexuels perpétrés par des Casques bleus de la MINUSCA lors de recherches menées à Bambari du 16 au 30 janvier 2016. Seule une des survivantes avait reçu des soins médicaux ou psychosociaux, dispensés par l’hôpital de Bambari et par l’intermédiaire d’organisations non gouvernementales, avant son entretien avec Human Rights Watch.

Ces huit victimes ont toutes affirmé croire que les Casques bleus responsables étaient originaires de la République du Congo ou de la République démocratique du Congo. Un bataillon d’environ 800 militaires provenant de la République démocratique du Congo est déployé à Bambari et dans d’autres villes de la province de Ouaka. Entre la mi-septembre et la mi-décembre, un petit contingent de Casques bleus originaires de la République du Congo avait également été déployé à titre provisoire afin de protéger l’aérodrome de Bambari. Le déploiement des Casques bleus de la République du Congo correspond aux allégations d’exploitation et d’abus sexuels examinées par Human Rights Watch, la plupart de ces actes ayant été perpétrés dans l’aérodrome ou à proximité.

Une femme de 18 ans a déclaré que fin 2015, s’étant rendue dans la base située à proximité de l’aérodrome et où étaient stationnées des troupes originaires de la République du Congo, pour y chercher de la nourriture ou de l’argent, des Casques bleus armés l’avaient emmenée de force dans la brousse où ils lui avaient fait subir un viol collectif. « Je ne voulais pas avoir de rapports sexuels avec eux, mais quand je me suis rendue

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Sud Sudan, un orrore senza fine, caschi blu accusati di abusi sessuali

27 FEBBRAIO 2018 – Lorenzo Vita

Un nuovo scandalo sessuale, questa volta in Sud Sudan, colpisce i caschi blu dell’Onu. L’ennesimo caso di sfruttamento di prestazioni sessuali da parte dei soldati impegnati in operazioni di peacekeeping. David Shearer, capo della missione Onu nel Paese, ha definito questo (ancora presunto) scandalo una “chiara violazione del codice di condotta, che proibisce relazioni sessuali con persone vulnerabili”. Ma le Nazioni Unite si sono mosse, sia a New York sia in Sud Sudan e sembra che, purtroppo, ci sia di nuovo tutto per far uscire l’ennesimo scandalo, terribile, che vede coinvolte le truppe Onu.

 

Come riporta l’agenzia Reuters, “la missione di peacekeeping dell’Onu in Sud Sudan ha richiamato un’unità di polizia ghanese che lavora in uno dei suoi campi di protezione mentre indaga sulle accuse secondo cui alcuni di loro sarebbero stati coinvolti in abusi sessuali”. Secondo le informazioni comunicate dal comando di Unmiss, i vertici della missione delle Nazioni Unite richiamato a Juba 46 membri di un’unità di polizia militare che lavora nel campo di Wau, dopo l’avvio di un’indagine nata dopo le denunce delle donne del campo.

 

” Questa è una chiara violazione del Codice di condotta Onu e Unmiss che proibisce le relazioni sessuali con individui vulnerabili, inclusi tutti i beneficiari di assistenza “, ha affermato Shearer. “Unmiss ha informato il quartier generale della U.N. di New York delle accuse, che a loro volta hanno comunicato allo Stato membro che la questione era oggetto di indagine da parte delle Nazioni Unite. Non vi è alcuna indicazione che

 

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I figli della pace: stupri e violenze da parte dei caschi blu delle Nazioni Unite

20 DICEMBRE 2017 – Maria Grazia Patania

 

I figli della pace: stupri e violenze da parte dei caschi blu delle Nazioni Unite

Joy aveva 14 anni quando è stata stuprata mentre passava vicino la base militare MINUSCA nella Repubblica Democratica del Congo. Due uomini le sono saltati addosso mentre tornava a casa: uno l’ha trascinata nell’erba alta tenendole ferme le braccia, mentre l’altro faceva lo stesso con le sue gambe. Le sue urla, nonostante tentassero di tapparle la bocca, hanno evitato che anche il secondo soldato abusasse di lei.

Ruth e Rachel avevano 18 e 30 anni quando hanno capito che, in mancanza di denaro e fonti di sostentamento, avrebbero dovuto vendere il proprio corpo come quarti di bue al miglior offerente. Se avevano fame o bisogno di qualcosa, dovevano rinunciare ai vestiti e alla dignità per darsi in pasto a chi avrebbe dovuto proteggerle.

Siamo fuggiti per venire qui (al campo per sfollati). Abbiamo perso tutto”, dice Rachel. “Mio padre era morto, mia madre era morta. Così, ho seguito le mie amiche e ho fatto ciò che facevano loro”, si rammarica Ruth.

Susanne aveva 29 anni quando ha realizzato che per sopravvivere poteva solo piegarsi ai ricatti sessuali degli funzionari di pace delle NU: viste le precarie condizioni nel campo per sfollati e l’assoluta impossibilità di sopravvivere in

 

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