NOTIZIARIO STAMPA DETTI E SCRITTI 14 GIUGNO 2018

NOTIZIARIO STAMPA DETTI E SCRITTI 14 GIUGNO 2018

A cura di Manlio Lo Presti

http://www.dettiescritti.com/

https://www.facebook.com/Detti-e-Scritti-958631984255522/

 

Esergo

Non si può avanzare che retrocedendo.

GIORGIO MANGANELLI, Il delitto rende, ma è difficile, Comix, 1997, pag. 14

 

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IN EVIDENZA

Genocidio in Congo. 6 milioni di morti nel silenzio mediatico

 

 

26 GIUGNO 2017 – RILETTURA

 

 

Contenuti

Congo: Un genocidio è in corso, più di 6 milioni di persone (la metà sono bambini sotto i 5 anni!). Sono stati massacrati tra l’indifferenza generale e con il sostegno degli Stati Uniti e dell’Europa!

Centinaia di migliaia di donne e bambine sono state violentate e mutilate dagli eserciti occupanti. E tutto questo per un motivo principale: per cogliere la ricchezza eccezionale di minerali che detiene il sottosuolo del paese.

Conosciamo il metodo, si amplificano alcune notizie e se ne nascondono altre orribili.

Si parla molto della crisi dei migranti e del Medio Oriente in questo momento, con la lotta al terrorismo (?), Una lotta piuttosto preoccupante con l’entrata della Russia, che ha detto ad Assad, che non sarà un pizzo, in vista (a tutti?) gli oppositori del presidente siriano. Nel frattempo, nascondono deliberatamente ciò che sta accadendo in Congo, però, circolano immagini utili anche a spostare l’attenzione delle anime buone, piangere per la sorte dei migranti poveri rifugiati, dovrebbero tenere qualche lacrima per un genocidio in corso, di cui non parleranno nei vostri media preferiti, che così assumono lamenti selettivi.

Genocidio di cui sono complici i nostri dirigenti e la comunità internazionale.

Nel cuore dell’Africa, il Congo è ricco, pieno di materie prime (diamanti, oro, stagno, gas, petrolio, uranio, coltan …), foreste, acqua, donne e uomini di molte tribù riunite sotto una nazione fumetto dei coloni, e che corrisponde storicamente molto poco. In seguito al genocidio in Ruanda …

Continua qui: https://www.jedanews.it/blog/genocidio-congo/

 

 

 

 

La Spagna può fare la buona perché i migranti li blocca in Marocco

Giu 12, 2018 – Lorenzo Vita

 

Con il caso Aquarius, l’anima benpensante d’Italia e d’Europa ha trovato di nuovo il suo Paese perfetto: la Spagna. È bastato il gesto del nuovo premier Pedro Sanchez di accogliere la nave a Valencia per scatenare la (ormai tradizionale) gara a trovare un governo migliore di quello italiano. Questa volta l’hanno trovato a Madrid. Ma sia chiaro un fatto: la decisione di Sanchez, nuovo primo ministro dopo la mozione di sfiducia a Mariano Rajoy, non è il simbolo dell’accoglienza spagnola.

Semmai è il simbolo dell’astuzia di un premier che vuole porsi come nuovo personaggio carismatico di una certa sinistra europea in cerca d’identità. Un premier che cerca legittimazione internazionale e interna, che vuole manifestare la sua totale diversità dal predecessore di centrodestra. Ma attenzione a dare patenti di umanitarismo al nuovo governo spagnolo.

In realtà, la politica dei governi spagnoli, di qualunque colore politico, è sempre stata del tutto contraria all’ingresso in massa di persone provenienti dalle rotte africane. E i primi passi di Sanchez muovono esattamente in questa direzione.

Sanchez andrà in Marocco

Continua qui: http://www.occhidellaguerra.it/spagna-migranti-africa/

 

 

 

GLI SMEMORATI DI BERLINO / TUTTE LE NAZIONI D’EUROPA CANCELLARONO DEBITI PER DECINE DI MILIARDI AI TEDESCHI (INGRATI)

mercoledì 4 dicembre 2013

La Germania, che fa tanto la moralizzatrice con gli altri Paesi europei, è andata in default due volte in un secolo e le sono stati condonati i debiti di due guerre mondiali per consentirle di riprendersi. Fra i Paesi che le hanno condonato i debiti, la Grecia, prima di tutto, che pure era molto povera, e l’Italia.

Dopo la Grande Guerra, John Maynard Keynes sostenne che il conto salato chiesto dai Paesi vincitori agli sconfitti avrebbe reso impossibile alla Germania di avviare la rinascita. L’ammontare del debito di guerra equivaleva, in effetti, al 100% del Pil tedesco. Fatalmemte, nel 1923 si arrivò al grande default tedesco, con l’iperinflazione che distrusse la repubblica di Weimar. Adolf Hitler si rifiutò di onorare i debiti, i marchi risparmiati furono investiti per la rinascita economica e il riarmo, concluso, come si sa, con una seconda guerra, ben peggiore, in seguito alla quale a Berlino si richiese un secondo, enorme quantitativo di denaro da parte di numerosi Paesi. L’ammontare complessivo aveva raggiunto i 23 miliardi di dollari (di allora!)

La Germania sconfitta non avrebbe mai potuto pagare i debiti accumulati in due guerre, peraltro da essa stessa provocate…

Continua qui: http://www.ilnord.it/index.php?id_articolo=1987#.Up-nr_88oyU.facebook

 

 

 

ATTUALITÀ SOCIETÀ COSTUME

Il Taser è un’arma di tortura, non c’entra nulla con la sicurezza

Il Capo della Polizia Gabrielli ne ha preannunciato il prossimo utilizzo da parte della polizia italiana, ma il T.A.S.E.R. è considerata dalle Nazioni Unite un’arma di tortura e, minimizzando il danno, aumenterà la violenza nelle nostre strade e la nostra percezione di insicurezza

di Andrea Coccia  – 13 GIUGNO 2018

Taser. Una parola che abbiamo sempre sentito nominare nei film e nelle serie tv americane e che appare oggi, sulle prime pagine di praticamente ogni quotidiano italiano, dopo le dichiarazioni del Capo della Polizia Gabrielli, che ne ha preannunciato l’utilizzo di queste sottospecie di pistole non mortifere anche da parte della polizia italiana.

Si scrive Taser, così come si pronuncia, ma a voler essere pignoli si scriverebbe T.A.S.E.R. perché se anche è vero che il nome simula l’inglese e maschera la sigla, in realtà l’origine di questa parola è un acronimo, una di quelle parole che si forma mettendo insieme le iniziali delle parole che formano una frase.

“T.A.S.E.R.”, che sta per Thomas A. Swift’s Electric Rifle, il fucile elettrico di Thomas A. Swift, meglio conosciuto, da bambini americani che …

 

Continua qui: http://www.linkiesta.it/it/article/2018/06/13/il-taser-e-unarma-di-tortura-non-centra-nulla-con-la-sicurezza/38439/

 

 

 

 

 

 

CONFLITTI GEOPOLITICI

Yemen – Gli USA danno il consenso al genocidio

12 giugno 2018

FONTE: MOON OF ALABAMA

Domani inizierà il genocidio nello Yemen. Otto milioni sono già allo stremo. Su ventisei milioni di Yemeniti, diciotto vivono nell’entroterra montuoso (in verde) che è sotto il controllo degli Houthi e dei loro alleati. Sono circondati dalle truppe e dai mercenari dell’Arabia Saudita e degli Emirati Arabi Uniti. C’è pochissima agricoltura. L’unica linea di rifornimento dal mondo esterno verrà interrotta fra poco. La gente morirà di fame.

 

Anche prima della guerra, lo Yemen importava il 90% dei suoi alimenti di base. Tre anni di bombardamenti EAU/sauditi hanno distrutto le infrastrutture locali e la produzione. La guerra in corso ha già determinato una situazione di grave carestia e l’insorgenza di una grande epidemia di colera. La costa yemenita è tenuta sotto embargo dalle forze navali di Arabia Saudita e Stati Uniti. Gli unici rifornimenti che riescono a passare sono quelli dell’ONU e i trasporti mercantili che utilizzano il porto sul Mar Rosso di Hodeidah (Al Hudaydah sulla mappa)…

 

Continua qui: https://comedonchisciotte.org/yemen-gli-usa-danno-il-consenso-al-genocidio/

 

 

 

DIRITTI UMANI – IMMIGRAZIONI

Blocco navale, il precedente del governo Prodi

Nel 1997 per fronteggiare l’emergenza sbarchi dall’Albania il governo del centrosinistra firmò accordi con Tirana. Una strategia che non ha pagato. E che portò alla tragedia della Katër i Radës.

 

12 giugno 2018

La chiusura dei porti minacciata da Matteo Salvini e sventolata pure dal Movimento 5 stelle come una «vittoria» non è esattamente una novità (leggi anche: Aquarius e le altre crisi dei migranti nel Mediterraneo). Nella storia recente c’è anche il precedente del governo Prodi. Era il 1997 e a guidare il Paese era il centrosinistra. Agli Esteri sedeva Lamberto Dini, alla Difesa Beniamino Andreatta, ai Trasporti e alla Navigazione c’era Claudio Burlando e l’omologo di Salvini era Giorgio Napolitano. «Il peggior presidente della Repubblica che abbiamo mai avuto», solo per citare uno dei commenti più gentili espressi dal segretario leghista.

Prodi e l’emergenza degli sbarchi dall’Albania

Per Prodi “l’emergenza” non arrivava dalla Libia, ma dall’Albania. Il Paese dopo la caduta del Comunismo era piombato nel caos. Proprio nel 1997 l’economia collassò. Nella Capitale Tirana scoppiarono rivolte tanto che il presidente Sali Berisha arrivò a dichiarare lo stato di emergenza. L’Albania era di fatto spaccata: solo poche aree erano rimaste sotto il controllo governativo, mentre il Centro-Sud era terra di bande armate. In questo contesto di anarchia riprese l’emigrazione attraverso l’Adriatico. Destinazione Italia…

Continua qui: https://www.lettera43.it/it/articoli/politica/2018/06/12/blocco-navale-aquarius-salvini-prodi-albania/220995/

 

 

 

 

 

Come funziona il business del traffico d’organi dei migranti

Di Giulia Saudellisettembre 19, 2016

Sugli smartphone dei migranti sbarcati sulle coste italiane non è difficile trovare foto drammatiche, che documentano un viaggio fatto di soprusi, privazioni e violenze.

Più raccapriccianti ancora sono le immagini diffuse da alcuni migranti sopravvissuti alla traversata in cui si vedono i cadaveri di adulti e bambini, solcati lungo tutto il torso da cuciture improvvisate, con i volti insanguinati.

Sono una delle tante testimonianze di quello che “assomiglia sempre di più a film dell’orrore,” le conseguenze del traffico di organi praticato dalle bande criminali che gestiscono la tratta di esseri umani in nord Africa…

Continua qui: https://news.vice.com/it/article/traffico-organi-migranti

 

 

 

 

 

Aquarius. La nuova tratta degli schiavi

comedonchisciotte.org

DI ROSANNA SPADINI – 13 GIUGNO 2018

comedonchisciotte.org

E basta raccontare bufale a gogò!! Tutti i giornaloni a raccontare che il governo SalviMaio sarebbe più Salvi e meno Maio, tutti a incensare Salvini che avrebbe fagocitato tutta la compagine di governo, praticamente sparita di fronte alla sua sapienza strategica. Senza rammentare naturalmente, raffinatezza mediatica, che la strategia di Salvini è stata concordata con Toninelli, Di Maio, e Conte. Quindi tutti d’accordo, in santa pace. Le contraddizioni del governo sono e saranno altre, basta aspettare ancora un po’ e le vedremo, ma per il momento la luna di miele procede a gonfie vele. Le vele dell’Aquarius invece sono state bloccate prima che potessero approdare sui porti italiani.

Proprio ieri infatti sono state fatte 45 nomine di 6 viceministri e 39 sottosegretari, e la netta maggioranza spetta al M5S. Restano fuori Borghi e Bagnai. Che fine hanno fatto? Forse sono tenuti a bagnomaria per il prossimo giro?

Continua qui: https://comedonchisciotte.org/aquarius-la-nuova-tratta-degli-schiavi/

 

 

 

 

Agli avvocati degli immigrati ​vanno 100mila euro al mese

I ricorsi dei migranti fruttano ad alcuni studi legali oltre 100mila euro al mese per il patrocinio gratuito (a spese degli italiani)

Claudio Cartaldo – Mer, 01/02/2017 – 13:00

Chiamatelo business. Perché in fondo dietro la macchina della gestione degli immigrati si nasconde un vero e proprio giro di soldi (dei contribuenti) che finiscono nelle tasche di quelli che si occupano di accoglienza.

Non parliamo solo delle Copp, delle Onlus e delle altre associazioni che danno un letto e un pasto agli immigrati. Ma anche della categoria degli avvocati. Molti di questi, infatti, si occupano dei ricorsi che i richiedenti asilo presentano in Tribunale contro la decisione della Commissione territoriale di non concedergli lo status di rifugiato. Come spiegato mesi fa da Giuseppe De Lorenzo su ilGiornale, infatti, a pagare le spese legali ai migranti – che si dichiarano nullatenenti – sono i cittadini italiani attraverso il patrocinio gratuito a spese dello Stato. Si parla di circa 600milioni di euro all’anno. Tanti, tantissimi…

 

Continua qui: http://www.ilgiornale.it/news/cronache/agli-avvocati-degli-immigrati-vanno-100mila-euro-mese-1358363.html

 

 

 

ECONOMIA

Galloni: moneta sovrana e posti di lavoro, o addio Italia

Scritto il 16/12/17 – RILETTURA

Macché reddito di cittadinanza: serve moneta sovrana per creare 7-8 milioni di posti di lavoro, nel più breve tempo possibile, o il grande capitale straniero – francese, in primis – sbranerà quel che resta dell’Italia. Così Nino Galloni risponde all’allarme lanciato sul “Corriere della Sera” da Roberto Napoletano, già direttore del “Messaggero” e del “Sole 24 Ore”: «La Francia ha un disegno di conquista strategico e militare sull’Italia: indebolirne le banche, prenderne i gioielli, conquistare il Nord e ridurre il Sud a una grande tendopoli». Attenzione, perché Napoletano è stato molto vicino al potere: «Quindi, se in questo momento lancia un grido d’allarme così forte – dichiara Galloni a Claudio Messora, su “ByoBlu” – vuol dire che effettivamente chi è vicino al potere ha la percezione di quello che potrebbe succedere in Italia da qui a uno o due anni: una situazione sociale che si sta sempre più lacerando, fino a un’eventuale rottura». In estrema sintesi: se lo zero-virgola di Pil dell’ultimissima mini-ripresa racconta che 20 milioni di italiani stanno un po’ meglio, ce ne sono 15 che restano in condizioni di povertà vera e propria, mentre 25 milioni di italiani stanno scivolando verso il baratro, senza neppure il paracadute del welfare, che ormai è residuale e protegge solo i poveri…

 

Continua qui: http://www.libreidee.org/2017/12/galloni-moneta-sovrana-e-posti-di-lavoro-o-addio-italia/

 

 

 

 

 

LAVORO PENSIONI DIRITTI SOCIALI

Lavoratori di tutto il mondo, ridete

Mario Seminerio 11 giugno 2007

Da Marx a Lenin a Stalin fino ai giorni nostri: la comicità, il comunismo e la storiella ebraica. Rivoluzione, comunismo, utopia, tragedia, ma anche risate e satira. Dopo l’umorismo ebraico, Moni Ovadia racconta la grande epopea comunista attingendo al tesoro della diceria popolare, della canzonatura, dell’aneddoto, della storiella autodelatoria. La gigantesca macchina della retorica di regime mostra qui il suo volto irrimediabilmente patetico di fronte alla scheletrica guizzante intelligenza del motto di spirito. Sostiene l’autore:

“Un revisionismo strumentale oggi vorrebbe far credere, per precise motivazioni politiche, che quella del comunismo fu solo una storia di orrori. Non è così: fu una storia di uomini, di idee, di sacrifici, di dedizione, di tradimenti, sofferenze e dolori che non può essere archiviata nel bidone della spazzatura della storia televisiva. Gli uomini che diedero la vita per l’utopia del grande riscatto meritano uno sguardo che ne ricordi l’umanità estrema, una ‘pietas’ che non li trasformi in numeri. II tutto visto attraverso la lente dell’umorismo, l’arma più potente che abbiamo per prevenire la violenza”…

 

Continua qui: https://phastidio.net/2007/06/11/lavoratori-di-tutto-il-mondo-ridete/

 

 

 

PANORAMA INTERNAZIONALE

Macron insulta l’Italia. È una minaccia: rischio terrorismo

Italiani «vomitevoli». Getta la maschera, Emmanuel Macron: il finto amico del Balpaese ora accusa il ministro Salvini (e il governo Conte) di inferiorità etnico-politica. Che gli italiani fossero i nuovi “untermenschen”, per l’Eliseo, lo si era intuito il 30 marzo, quando i gendarmi francesi braccarono illegalmente a Bardonecchia, in territorio italiano, proprio un migrante africano, sorpreso su un treno e trattato come un animale. Gentiloni pigolò debolmente la sua non-protesta, dopo aver promesso di inviare soldati italiani in Niger a fare la guardia ai giacimenti di uranio per conto dei francesi, chiedendo in cambio a Parigi un aiuto per rimettere ordine nel paese che proprio la Francia ha terremotato, a danno dell’Italia: la Libia del post-Gheddafi. Ora, dopo l’esordio del governo “gialloverde” schieratosi con Trump al G7 canadese, siamo già agli insulti. Casus belli: il divieto di sbarco imposto alla nave Aquarius, carica di profughi…

 

Continua qui: http://www.libreidee.org/2018/06/macron-insulta-litalia-e-una-minaccia-rischio-terrorismo/

 

 

 

 

 

POLITICA

13 giugno 2018

La linea dura di Salvini con la Francia paga

La politica muscolare del ministro dell’Interno è vincente e riporta l’Italia a essere protagonista in Europa e non più soggiogata all’asse franco-tedesco.

Carlo Panella

A nostra memoria, mai è accaduto che l’Italia abbia tirato uno schiaffo in faccia alla Francia come quello del ministro dell’economia Tria che si è rifiutato di andare a Parigi per un bilaterale «se non arrivano scuse al nostro Paese». Men che meno, non è mai accaduto che un premier italiano abbia minacciato di disertare un bilaterale con l’Eliseo per le stesse ragioni. Una politica muscolare del tutto inedita per un Paese da 70 anni soggiogata dal fascino perverso dell’Asse franco-tedesco che pare abbia peraltro effetto, a guardare alle imbarazzate e più che concilianti dichiarazioni del ministro degli Esteri francese, palesemente in imbarazzo per quel «vomitevole» rivolto alla politica italiana per il caso Acquarius dal portavoce di En Marche e ancor più per quel «politica cinica» rivolta sempre per lo stesso caso da Macron.

CONTINUITÀ CON LA LINEA DEL RIO. Di fatto, è chiaro che in questa piccola burrasca il torto è tutto dalla parte francese – con un sovrappiù di arroganza e di disprezzo per le minime ragioni di correttezza – e la ragione dalla parte italiana. Cioè di Matteo Salvini e delle sue recenti scelte. Il bello è che al di fuori delle dichiarazioni di facciata tutte intrise dello sdegno di oppositori, sottovoce, ma col sorriso sulle labbra, molti deputati del Pd non nascondono affatto un apprezzamento pieno per l’operato del ministro dell’Interno. Il perché è presto detto: c’è una continuità piena tra

 

Continua qui: https://www.lettera43.it/it/articoli/politica/2018/06/13/salvini-francia-italia-aquarius-migranti/221043/

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il Gino Strada che accusa di fascismo?

È lo stesso che da giovane prendeva a sprangate in testa chiunque non la pensasse come lui

14 giugno 2018

Non tutti, anzi, pochi italiani conoscono la vera storia di Gino Strada, l’icona della sinistra che si permette di elargire patenti di razzismo a chiunque non la pensi come lui. Forse è giusto rivangare la memoria, riproponendovi un ritratto di questo personaggio che qualche anno fa fece il grande giornalista Gigi Moncalvo:

C’è uno strano caso di “silenzio stampa” in questo nostro grande paese: quello riguardante il passato violento del dottor Gino Strada.

 

Il pacifista, la colomba, l’uomo che ama il bene e fa del bene, il missionario laico che va in soccorso degli oppressi, colui che predica col ramoscello d’ulivo in bocca, è lo stesso che faceva da “luogotenente” – insieme al futuro odontoiatra Leghissa – a Luca Cafiero il famigerato capo del servizio d’ordine del famigerato Movimento Studentesco del l’Università Statale di Milano, quello dei terribili e mai dimenticati “katanghesi”. Sì, è proprio lui: il “pacifista” Gino Strada, colui che oggi dà dei “delinquenti politici” agli esponenti della casa della Libertà e dei DS che non vogliono soggiacere ai suoi diktat di aspirante leader politico che sogna un seggio in Parlamento.
Per l’esattezza Strada, insieme a Leghissa, era il capo del servizio d’ordine di Medicina e Scienze e il suo gruppo o squadra aveva questo inequivocabile nome: “Lenin”. Rispetto ai capi degli altri servizi d’ordine – ad esempio Mario Martucci per la Bocconi e il suo gruppo “Stalin”, o Franco Origoni per la squadra di Architettura, o Roberto Tuminelli, l’erede delle famose scuole private per il recupero-anni, alla guida del gruppo “Dimitroff”, il bulgaro segretario della Terza Internazionale accusato da Hitler di aver incendiato il Reichstag – il gruppo guidato da Strada si distingueva per la più cieca obbedienza e fedeltà a quel fior di democratico e di amante dei diritti civili che rispondeva al nome di Luca Cafiero, capo supremo di tutti i Servizi d’Ordine e poi divenuto deputato del PCI …

 

Continua qui: http://www.mag24.es/2018/06/13/il-gino-strada-che-accusa-di-fascismo-e-lo-stesso-che-da-giovane-prendeva-a-sprangate-in-testa-chiunque-non-la-pensasse-come-lui/

 

 

 

 

 

 

 

SCIENZE TECNOLOGIE

Come cancellarsi per sempre dalla rete internet

notiziein.it

Giovanni Fortunato – 12 giugno 2018

Sappiamo che Internet non è il luogo in cui possiamo godere al massimo della privacy. Al contrario: il mondo digitale ha dimostrato di avere tanti vantaggi quanti sono i rischi per la sicurezza personale, dal momento che spionaggio…

Opera d’arte dell’artista svizzero Andy Denzler.

Sappiamo che Internet non è il luogo in cui possiamo godere al massimo della privacy. Al contrario: il mondo digitale ha dimostrato di avere tanti vantaggi quanti sono i rischi per la sicurezza personale, dal momento che spionaggio e sorveglianza sono pratiche quotidiane da parte di centinaia di aziende e governi…

Continua qui: https://notiziein.it/come-cancellarsi-per-sempre-dalla-rete-internet-206978

 

 

 

È stata l’attività di fracking a causare l’eruzione vulcanica sull’isola di Hawaii?

13 giugno 2018  DI JON RAPPOPORT

jonrappoport.wordpress

A Puna, sull’isola di Hawaii, la più grande dell’arcipelago, dove il vulcano Kilauea ha eruttato violentemente, si trova la centrale geotermica Puna Geothermal Venture (PVG).

Esiste un annoso dibattito intorno alla presunta attività di fracking della centrale PGV, che potrebbe esser ridotto a una mera questione terminologica considerando che, nel processo geotermico, come informa il sito hawaiifracking.com,

“…la perforazione e l’iniezione di acqua fredda, attività tipiche delle centrali geotermiche, fratturano le rocce. Ciò può indurre terremoti e, attraverso la contaminazione dell’atmosfera e delle falde acquifere, può incidere sulla nostra salute e sicurezza”.

Sia che l’iniezione profonda di un fluido abbia lo scopo di estrarre petrolio, gas o calore geotermico, la fase iniziale del processo è la stessa.

I terremoti indotti attraverso queste iniezioni d’acqua potrebbero certamente provocare un’eruzione vulcanica…

Continua qui: https://comedonchisciotte.org/e-stata-lattivita-di-fracking-a-causare-leruzione-vulcanica-sullisola-di-hawaii/

 

 

 

 

STORIA

Verdun, la battaglia infinita

di Giovanni Masini. Fotografia di Ivo Saglietti.

Da Verdun (Francia)

“Mi capita ogni giorno”. Michel Thouvenin incrocia le braccia e accenna col capo al campo di orzo alla propria sinistra.

“Quando passo con il trattore, il vomere dell’aratro dissotterra continuamente bombe della Grande Guerra: granate, bombe chimiche, calibri piccoli e medi. Non passa settimana che non ne trovi qualcuno”.

Con i suoi 64 anni e l’aspetto inoffensivo di chi ha passato la propria vita ad coltivare cavoli e patate, Thouvenin non è certo il genere d’uomo che ci si aspetterebbe di vedere intento a trafficare con armi vietate da tutte le convenzioni internazionali. Eppure, la sorte ha voluto che i suoi campi sorgessero proprio sulle colline dove cent’anni fa si combatterono alcune delle battaglie più cruente del Primo conflitto mondiale. E dove ancora oggi i residui bellici di quell’epoca continuano a rappresentare una minaccia mortale.

“A Verdun furono sparati 60 milioni di colpi. Molti sono ancora nel bosco, inesplosi”

 

Continua qui: http://www.occhidellaguerra.it/verdun-la-battaglia-infinita/

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