NOTIZIARIO STAMPA DETTI E SCRITTI
14 NOVEMBRE 2018
A cura di Manlio Lo Presti
Esergo
Pensa all’unità d’Italia e rifletti…
MINO MACCARI, Con irriverenza parlando, Il Mulino, 1993, pag. 80
https://www.facebook.com/Detti-e-Scritti-958631984255522/
Le opinioni degli autori citati possono non coincidere con la posizione del curatore della presente Rassegna.
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EVENTO
EDITORIALE
I violentatori di Desirée usciranno dal carcere fra quattro mesi
Manlio Lo Presti – 14 novembre 2018
Il neomcaccartismo immigrazionista colpisce ancora!
Il piano neomaccartista antifa immigrazionista atlantico non ammette errori e lo spettacolo deve andare avanti!
Da far notare, come nelle mie previsioni personali di due giorni fa su questo sito, queste c.d. risorse che ci pagano le pensioni usciranno fra tre/quattro mesi, finalmente liberi di drogare la gente italiana per la cui morte nessuna riceverà scuse. La realizzazione del PIANO GOLDMAN continua …
HANNO TROVATO L’ITALIANO DEMMERDA CHE HA DATO LA DROGA A DESIREE: ora la colpa del massacro sodomita e della violenza di gruppo (quest’ultima accusa fatta cadere dal Tribunale del riesame per evitare – con studiata e pianificata clemenza – l’aggravante dello stupro di massa) è SOLO SUA poiché ha fornito la droga che avrebbe ucciso la ragazza.
Da far notare che continua ininterrottamente la manomissione delle parole: la vittima peraltro non è definita né GEOMETRA né GIOVANE PONTINA.
Deve passare AD OGNI COSTO il principio che ogni italiano criminale vale 5 africani antropofagi e violentatori. Si tratta di un mantra che viene subdolamente ripetuto ossessivamente da 5/600 televisioni italiche ed europee e dal 95% dei canali televisivi.
Da far notare il silenzio indegno e colpevole dei 2/300 movimenti buonisti italiani ed europei fra i quali le solite magliette rosse, con e senza Rolex, il c.d. movimento #metoo. Gruppi sempre pronti e aiutati generosamente dalla stampa e dalle tv a sparare sul governo attuale, ma muti e servili con eventi cruenti ed assassini anche e soprattutto su donne, ma che non rientrano nel filone neomaccartista antifa immigrazionista da loro seguito.
Da far notare che I PIANI ALTI STANNO CERCANDO IN TUTTI I MODI DI FAR PAREGGIARE I CONTI PER DIMOSTRARE – NUMERI ALTERATI ALLA MANO – CHE GLI ITALIANI DEMMERDA SONO COME I NIGERIANI.
Da far notare pertanto, che la titanica COVERT OPERATION, in corso da anni, ha il compito di modificare la percezione della popolazione alla quale va fatto credere che la violenza è distribuita in misura uguale fra italiani e c.d. immigrati.
Da far notare che la valutazione corretta dei numeri va sempre fratta utilizzando la media ponderata e non la cifra assoluta staccata dal contesto dove nasce!
Da far notare che il COMPLESSO IMMIGRAZIONISTA NWO INFORMATIVO continua scientemente ad occultare questa semplice valutazione falsando usum delphini la realtà percepita. E poi sono altri a diffondere le bufale, appunto!
Da far notare che far pareggiare i conti va a costituire una motivazione plausibile PER GIUSTIFICARE L’ARRIVO DEGLI ISPETTORI ONU NELLA EX-ITALIA che sarebbe così considerata un Paese da quarto mondo e quindi MERITORIA DI UNA GESTIONE DIRETTA COLONIALE perché incapace di autodeterminarsi.
PROSEGUE IL PIANO EVERSIVO DI DISTRUZIONE SOCIOECONOMICA DELLA EX-ITALIA.
P.Q.M.
Se fra due mesi escono i nigeriani massacratori., piomberà il caos per le strade italiane!
Appare spero chiaro, anche per i più recalcitranti e buonisti, che su sta facendo di tutto per:
- Invocare lo STATO D’EMERGENZA e quindi sospendere protempore i diritti civili;
2. Creare il V, VI, VII GOVERNO TECNICO DI PALAZZO E NON ELETTO PER LIQUIDARE all’estero le ultime aziende appetibili a tre soldi;
3. DIVIDERE IL TERRITORIO ITALIANO IN TRE TRONCONI CON SECESSIONE DELLA SICILIA E DEL NORDESTE (QUEST’ULTIMO CON L’APPOGGIO DEI SERVIZI SEGRETI AUSTROGERMANICI).
Per chi facesse ancora finta di niente SIAMO VERAMENTE NEI GUAI
Ne riparleremo molto ma molto presto, purtroppo!
IN EVIDENZA
Desirée, “Non fu uno stupro di gruppo”. E i giudici fanno cadere l’accusa di omicidio
Per il Riesame non ci sono elementi per accusare di omicidio due dei quattro arrestati per la morte della 16enne
Claudio Cartaldo – Mar, 13/11/2018
L’impianto accusatorio ipotizzato dalla procura di Roma (omicidio volontario, violenza sessuale di gruppo e traffico di stupefacenti) subisce infatti un primo duro colpo.
Di fronte all’istanza presentata dal legale di “Sisco”, l’avvocato Giuseppina Tenga, e da quelli dell’altro indagato, i giudici del collegio hanno ritenuto che non ci fossero elementi sufficienti per accusarli di omicidio. Non solo. Perché il collegio ha pure “alleggerito” l’addebito sullo stupro, se mai si può “alleggerire” una simile contestazione.
Se i Pm avevano accusato i quattro immigrati di violenza sessuale di gruppo, per i giudici del Riesame il crimine non sarebbe stato commesso in branco ma si sarebbe trattato di abusi “commessi singolarmente”.
Diversa era stata invece la valutazione del Gip, che nel confermare la misura cautelare aveva scritto che gli stranieri hanno agito “con pervicacia, crudeltà e disinvoltura”, dimostrando “una elevatissima pericolosità non avendo avuto alcuna remora a porre in essere condotte estremamente lesive in danno di un soggetto minore giungendo al sacrificio del bene primario della vita”.
“Sono contenta per il mio assistito nella cui innocenza, alla luce delle indagini svolte ho sempre
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Desirée, cade aggravante stupro di gruppo: “L’hanno stuprata uno alla volta”
Se i Pm avevano accusato i quattro immigrati di violenza sessuale di gruppo, per i giudici del Riesame il crimine non sarebbe stato commesso in branco ma si sarebbe trattato di abusi “commessi singolarmente”.
AGGIORNAMENTO:
Il Tribunale del Riesame ha annullato l’accusa di omicidio volontario per Chima Alinno e Brian Minthe, due delle persone arrestate per la morte di Desiree Mariottini.
In base a quanto si apprende il Tribunale della Libertà, accogliendo le istanze delle difesa, ha inoltre derubricato l’accusa di violenza sessuale di gruppo in abuso sessuale aggravato dalla minore età della vittima e riconosciuto il reato di spaccio per entrambi. I due restano quindi in carcere.
Per domani è prevista l’udienza del Riesame per Mamadou Gara, il terzo arrestato nell’ambito delle indagini per al morte della 17enne avvenuta in un’area occupata nel quartiere San Lorenzo di Roma.
EBBENE SI, QUESTA LA DELIRANTE TESI DEI GIUDICI DEL RIESAME
È stato il primo a presentare istanza al Tribunale del Riesame. E Alinno Chima, detto “Sisco”, uno dei quattro immigrati arrestati a seguito della morte di Desirée Mariottini, ha trovato dei giudici che gli hanno dato ragione.
L’impianto accusatorio ipotizzato dalla procura di Roma (omicidio volontario, violenza sessuale di gruppo e traffico di stupefacenti) subisce infatti un primo duro colpo.
Di fronte all’istanza presentata dal legale di “Sisco”, l’avvocato Giuseppina Tenga, i giudici del collegio hanno ritenuto che non ci fossero elementi indiziari sufficienti per accusare di omicidio il nigeriano di 46 anni.
E il collegio ha pure “alleggerito” l’addebito sullo stupro. Per i pm i quattro nigeriani erano responsabili di violenza sessuale di gruppo, per i giudici il crimine non sarebbe stato commesso in branco ma si sarebbe trattato di abusi “commessi singolarmente”. Uno alla volta: sono fuori di testa.
Diversa era stata invece la valutazione del Gip, che nel confermare la misura cautelare aveva scritto i tre immigrati hanno agito “con pervicacia, crudeltà e disinvoltura”, dimostrando “una elevatissima pericolosità non avendo avuto alcuna remora a porre in essere
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Agcom richiama La7: “Garantire obiettività e imparzialità”
Pubblicato il: 31/10/2017
Il Consiglio dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha richiamato la società La7 affinché nei programmi di informazione diffusi in occasione di future competizioni elettorali o referendarie venga garantito “un rigoroso rispetto dei principi di obiettività, completezza, lealtà e imparzialità dell’informazione e parità di trattamento tra i soggetti politici, nonché un equilibrato accesso e pari opportunità a tutti i candidati, anche attraverso l’uso delle immagini”.
Il richiamo ha tratto origine da quanto verificatosi durante la trasmissione “Otto e mezzo”, andata in onda il 17 ottobre 2017. La conduttrice Lilli Gruber ha ricordato che Giorgia Meloni si trovava a Palermo per la campagna per le elezioni regionali in Sicilia; Meloni, nel confermare quanto detto dalla giornalista, ha mostrato i simboli elettorali presenti alle sue spalle relativi alla Lista Fratelli d’Italia – Noi con Salvini, lista
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55.930 stranieri ultra 65enni godono in Italia dell’assegno sociale senza nemmeno aver lavorato un giorno.
Solo un mese fa scoperti 479 casi di truffa.
Andrea Tumiotto 2 NOVEMBRE 2017 RILETTURA: NON E’ CAMBIATO NIENTE!
Purtroppo il caso del 79enne originario del Marocco, indagato per truffa dalla Guardia di Finanza di Trento, dopo aver percepito per sei anni un assegno sociale di 580 euro al mese dichiarando di vivere in città, mentre invece era già tornato nel suo paese natale non è isolato in Italia.
In totale il marocchino avrebbe indebitamente incassato dall’Inps, dal 2010 al 2016, 49 mila euro. Ill caso è stato portato alla luce da una indagine della GdF sui falsi residenti stranieri che, vivendo in condizioni disagiate, fanno richiesta di assegno sociale che viene concesso previa verifica dello stato patrimoniale.(qui l’articolo)
Purtroppo il caso emerso in Trentino dopo l’indagine della guardia di Finanza non è certo isolato.
Solo un mese fa sempre la guardia di finanza ha scoperto una truffa da 10 milioni di euro ai danni dell’Inps. In questo caso sono state denunciate 370 persone straniere per aver incassato l’assegno sociale dell’istituto previdenziale nonostante fossero residenti all’estero. Ricordiamo che il beneficio, di circa 450 euro al mese per 13 mensilità, spetta solo a chi è indigente e risiede in Italia. L’Inps ha subito sospeso i pagamenti, prevedendo un risparmio annuo di oltre 2,6 milioni di euro.
L’assegno sociale è uno dei cosiddetti “strumenti di protezione” erogati dall’Istituto di previdenza. È destinato ai cittadini italiani, comunitari ed extracomunitari (con permesso di soggiorno di lungo periodo), che abbiano compiuto 65 anni e si trovino in condizioni economiche disagiate. Le 370 persone denunciate dalle Fiamme gialle per indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato avevano ottenuto l’assegno, ma una volta trasferiti all’estero – prevalentemente in Sud America e nell’Est Europa – non l’hanno comunicato e hanno anzi certificato falsi redditi, in modo da farli risultare sempre inferiori alla soglia prevista dalla legge per il conseguimento del beneficio.
Spicca il caso di una coppia di anziani coniugi di origine tunisina, residenti per finta nella provincia di Firenze: non solo i due hanno incassato in totale 120mila euro, ma gli inquirenti hanno accertato movimenti di capitali verso il Principato di Monaco per 370mila euro. Un altro caso accertato dalle Fiamme gialle è quello di due coniugi italiani, ottantenni, che risultavano abitare nella provincia di Potenza ma che in realtà si erano trasferiti in Venezuela dal 1955: i due hanno beneficiato indebitamente di assegni per 156mila euro
Tra le persone denunciate c’è anche un’altra coppia formata da marito e moglie italiani di 73 e 72 anni, residenti fittiziamente nella zona di Frosinone, che dopo il trasferimento definitivo all’estero ha continuato a percepire l’emolumento per 55mila euro. L’operazione della Guardia di finanza, chiamata “People out“, ha permesso di accertare complessivamente 479 casi irregolari. Oltre a sospendere gli assegni, l’Inps ha anche avviato il recupero di quanto indebitamente percepito dai responsabili. In alcuni casi è stato scoperto che chi godeva dell’assegno sociale possedeva nel proprio paese anche 3 o 4 appartamenti intestati.
Insomma, italiani brava gente verrebbe da dire, visti i regali confezionati fatti di assegni sociali mensili a stranieri over 65 che non hanno mai lavorato nel nostro Paese e neanche ci hanno abitato se non per breve tempo. In Italia sono ben 55.930 gli stranieri ultra 65enni che godono dell’assegno sociale. Ogni immigrato, che ha ottenuto la residenza con l’istituto del ricongiungimento familiare, proprio perché in età avanzata per lavorare, ha diritto a vedersi versato dall’Inps un sussidio di cinquemilaottocentottanta euro l’anno. Il che si traduce in 327.190.500 euro che ogni anno l’Italia spende per garantire la pensione agli stranieri troppo in avanti con gli anni per lavorare: è la legge.
La truffa, diffusa tra gli stranieri soprattutto albanesi, marocchini e cubani grazie al passaparola, è stata già smascherata da poliziotti, carabinieri e guardia di finanza in varie regioni da quattro anni a questa parte. In Italia, infatti, di 4.700.000 stranieri con regolare permesso di soggiorno, il 17 per cento – e cioè 799.000 – hanno superato i 65 anni. Tanti, ed in costante aumento, quanti arrivano in Italia in età pensionabile con la scusa dell’istituto del
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CONFLITTI GEOPOLITICI
Scoperta e fermata una cospirazione militare in Germania ?
13 novembre 2018
FONTE: IT.SPUTNIKNEWS.COM
Il dipartimento federale di polizia criminale della Germania ha scoperto una cospirazione di alcuni militari tedeschi che pianificavano omicidi mirati di politici. Lo scrive Focus con riferimento ai materiali dell’indagine.
Si osserva che il gruppo era composto da soldati della Bundeswehr, delle forze speciali e membri dell’associazione di soldati d’élite “Uniter”.
I cospiratori, convinti dell’inevitabile collasso dello Stato, avevano preparato il cosiddetto “X-Day”, in cui avrebbero riunito in un solo posto per eliminare fisicamente i politici secondo loro scomodi e inadatti.
L’elenco dei bersagli non è ancora noto, ma sicuramente rientra Dietmar Bartsch, capogruppo della sinistra radicale al Parlamento tedesco. Inoltre, secondo la rivista, al momento non è noto cosa avrebbero fatto i cospiratori dopo la liquidazione dei politici.
La rivista riporta che per eseguire il loro piano i congiurati avevano provveduto a rifornirsi di armi, munizioni e carburante. I membri del gruppo, che secondo la rivista hanno prestato servizio nelle forze armate e nelle forze speciali tedesche, discutevano le ulteriori azioni durante riunioni segrete.
Si sottolinea che l’indagine della polizia era quasi finita in un vicolo cieco, dal momento che un ufficiale del controspionaggio militare cercava di sabotarla, informando i cospiratori delle perquisizioni pianificate e dei progressi delle indagini nel loro complesso.
Lo 007 è stato incriminato e il caso verrà giudicato dal tribunale distrettuale di Colonia.
Gli investigatori hanno scoperto i segnali della cospirazione nelle azioni sospette di un soldato della Bundeswehr, “Franco A”, che pianificava attacchi terroristici contro le autorità tedesche.
Da cittadino tedesco, il soldato ha fornito false informazioni al servizio migratorio sostenendo di essere un rifugiato siriano per
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Divide et impera
Davide 10 novembre 2018 DI GILAD ATZMON
gilad.co.uk
Non sono nemmeno lontanamente un sostenitore di Trump. Penso però che sia riuscito ad esporre il livello di morbosità della politica occidentale, sia a destra che a sinistra. Trump è l’ultima icona post politica – il sintomo e la malattia.
Negli ultimi quarant’anni, l’Occidente ha subito un’intensa rivoluzione culturale e sociale. La causa della “giustizia sociale” ha apportato alcuni cambiamenti fondamentali nella società. I diritti elementari, come la libertà di pensiero, sono stati sradicati, e sostituiti da un rigido regime di politically correct. A posteriori, c’è stata poca resistenza a questi eroi della giustizia sociale. Solo cinque anni fa sembrava che la Tirannia della Correttezza fosse qui per restare. Ma poi, inaspettatamente, il vento è cambiato.
Prima il referendum scozzese ci ha fatto sapere che un cittadino su due voleva separarsi dal Regno Unito. Poco dopo, metà degli inglesi ha votato per separarsi dall’UE; infine, in modo totalmente inaspettato, Trump ha vinto le elezioni presidenziali.
È stata questa vittoria ad aver davvero portato alla ribalta la guerra dell’identità. Per qualche motivo, sono stati Trump e la sua retorica combattiva a mostrare chiaramente la linea di demarcazione che divide l’Occidente.
L’America, come il resto dell’Occidente, è divisa tra “Identitari” e “Nazionalisti”. I primi si identificano politicamente con i propri sintomi. Questi possono essere etnici o culturali, ma il più delle volte sono biologici (colore della pelle, orientamento sessuale, genere, razza, ecc.). I secondi invece si identificano politicamente con la propria terra.
I “nazionalisti” non sono necessariamente di destra. Come espongo nel mio recente libro, “Being in Time: A Post-Political Manifesto”, il populismo nazionalista di Trump condivide alcune caratteristiche con icone di sinistra come Sanders e Corbyn. Tutti e tre resistono alle divisive ideologie identitarie. Steve Bannon, il nemico numero uno dell’America liberale, ha chiarito questa idea in un recente dibattito televisivo: “Non è una questione se il populismo sia in aumento… la domanda è se sarà populismo nazionalista o populismo socialista…”.
Il populismo è tornato dappertutto. Il che solleva la questione se Trump sia davvero un populista. Ha davvero a cuore la gente? Non ne vedo alcuna prova evidente. Si comporta come un oligarca, legato all’oligarchia internazionale. È popolare, ma “popolarità” e “populismo” sono due cose diverse. La prima fa riferimento all’amore ricevuto dalle persone, il secondo a qualcuno che si prende cura delle persone. I liberal che bollano Trump come un “fascista” dovrebbero capire che, mentre il fascismo è una cosa “nazionalsocialista”, lui è più un “capitalista nazionale”. È popolare perché trasmette con successo un messaggio populista.
Dopo le elezioni di metà mandato c’è una nuova situazione politica. Trump non salverà l’America. Anche se prima pensava di poterlo fare, la finestra si è oramai chiusa. È poco probabile che sarà in grado di apportare modifiche significative. La Camera dei
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CULTURA
JOHN LOCKE – SULL’ETICA IN GENERALE
VITA E OPERE DI JOHN LOCKE
John Locke – filosofo inglese – nacque il 29.08.1632 a Wrigton e morì il 20.10.1704 a Oates.
Venne educato presso la Westminster School e la Christ Church di Oxford; fu studente anziano della Christ Church dal 1656 sino alla sua morte.
Nel 1667 divenne consigliere e medico di Lord Ashley Conte di Shaftesbury, e nel 1668 venne ammesso alla Royal Society in qualità di membro.
Fu nominato segretario per la presentazione dei benefici nel 1672 e segretario (1673 – 1675) al Concilio per il Commercio e le Piantagioni.
Costretto a trasferirsi prima in Francia (1675 – 1682) e poi in Olanda (1683 – 1689) per la sua opposizione agli Stuart, rientrò in Inghilterra nel 1689 con la Principessa di Orange, ritirandosi dalla vita politica e dedicandosi agli studi.
Dal 1691 sino alla sua morte visse nella casa padronale di Oates nell’Essex.
Cresciuto in una famiglia puritana e parlamentare, successivamente studiò filosofia, logica, ebraico, medicina, scienze naturali, Locke per tutta la vita credette nella libertà civile, nella tolleranza religiosa, nel potere della ragione, e nel valore dell’esperienza.
Fu un medico competente ed operò con successo il Conte di Shaftesbury.
Sebbene non si fosse sposato, egli amò i bambini, ed il suo trattato Alcune riflessioni sull’educazione è ancora raccomandato agli studenti di teoria dell’educazione. In questo trattato Locke stressò l’inutilità dell’intimidazione, l’importanza di suscitare interesse, ed il breve periodo di attenzione di un bambino, e raccomandò il metodo diretto dell’insegnamento delle lingue.
I suoi lavori filosofici più importanti sono il Saggio sull’intelligenza umana (1690) ed il Trattato sul governo civile (1690). Il primo gettò le basi all’empirismo inglese, ed il secondo espresse i principi fondamentali del pensiero democratico liberale.
Locke, An Essay concerning Human Understanding – 1690
Nel Saggio Locke attaccò la teoria delle idee innate, egli sostenne che questa era una ipotesi incomprensibile, inutile ed inadeguata per spiegare la nostra conoscenza di verità necessarie.
Tutte le idee provengono dall’esperienza, che a sua volta proviene dalle sensazioni e dalle riflessioni.
Dalle idee semplici, confrontando, combinando ed astraendo, noi costruiamo tutte le idee complesse.
La conoscenza è la percezione delle connessioni tra le idee, le connessioni connaturate nelle scienze matematiche, nella logica, nell’etica, e le relazioni contingenti della coesistenza e successive scoperte per mezzo delle scienze sperimentali.
La nostra conoscenza, pertanto, non va oltre le nostre idee che alla fine sono basate sugli effetti che le cose hanno sui nostri sensi.
Tale conoscenza è sufficiente per i nostri bisogni, ma non può penetrare la reale essenza delle cose materiali o spirituali. Locke pertanto eliminò la metafisica dogmatica, ed aprì la strada allo scetticismo di Hume ed all’idealismo di Berkeley e Kant.
Nel Trattato Locke rifiutò il diritto divino dei re, e sostenne che gli uomini hanno un diritto naturale per legge di natura, che è la legge della ragione e di Dio. In una società civile gli uomini concordano di designare, con votazione a maggioranza, una entità governante a cui questi delegano il potere di legiferare e governare in accordo alla legge di natura per il bene comune. Se il governo è incapace di soddisfare questa credibilità, la sua pretesa di obbedienza decade.
La monarchia assoluta è incompatibile con l’idea di una società civile, che richiede che ogni membro sia equamente sottoposto all’entità governante.
Altri importanti lavori di Locke sono il Saggio sulla legge di natura (1664), Pensieri sull’educazione (1693) e La ragionevolezza del cristianesimo.
JOHN LOCKE: SULL’ETICA IN GENERALE
Introduzione
Vi presento un documento inedito di John Locke del suo scritto filosofico “Sull’etica in generale”, che è a sua volta parte integrante del “Saggio sull’intelligenza umana” (1690).
Locke non espone alcuna esposizione sistematica della sua teoria morale, pur avendo sostenuto che l’etica fosse suscettibile di dimostrazione.
L’impresa di elaborare sistematicamente la teoria morale presenta oggettivamente delle difficoltà – in particolare per quanto riguarda la giustificazione della conoscenza dei fondamenti della morale – possono avere indotto Locke a limitare il suo impegno in tale ambito.
Locke aspirava ad un’etica capace di connettere l’edonismo della motivazione con il volontarismo dell’obbligo, rivolgendosi dunque alla scelta ed alla intelligenza degli “attori”.
Una conciliazione certo non facile, che probabilmente suggerì al filosofo di eliminare questo testo dal suo “Saggio sull’intelligenza umana”.
Le motivazioni che mi hanno spinto a selezionare questo passo degli scritti di Locke sono:
- valore storico e bibliografico di un documento inedito;
2. notevoli spunti di riflessione che lo scritto stimola per i nostri architettonici lavori.
Lo scritto di John Locke
- Felicità e infelicità sono le due grandi molle delle azioni umane, e, con tutti i modi diversi in cui vediamo gli uomini affaccendarsi, essi aspirano tutti alla felicità, e cercano di evitare l’infelicità secondo come appare loro in diversi luoghi e forme.
- Non ricordo di avere mai inteso di alcuna azione di uomini, che non riconosca che vi sia un giusto e un ingiusto nelle azioni degli uomini, così come vi è verità e falsità nelle loro parole. Alcune misure sono sempre state riconosciute, ovunque e quantunque differenti; e così alcune regole e norme secondo cui giudicare le azioni degli uomini, se fossero buone o cattive. Né credo vi sia alcun popolo che non distingua fra vizio e virtù.
Qualche forma di moralità si trova accettata dovunque; non dirò che si tratti di una moralità perfetta ed esatta, ma pur sufficiente a dimostrarci che la nozione di essa é più o meno ovunque, e che gli uomini pensano che anche quando la politica, la società e i magistrati tacciono, pure anche allora gli uomini sono sottoposti a qualche legge, cui debbono obbedienza.
3.Ma sebbene l’etica sia il grande affare ed interesse del genere umano, e meriti quindi la nostra più attenta applicazione e studio, pure fin dall’inizio c’è una circostanza che merita di essere considerata, in quanto molto curiosa: che l’etica è stata sempre considerata e trattata come una scienza distinta dalla teologia, dalla religione e dal diritto; e che è stata il campo proprio dei filosofi, una specie di uomini diversi sia dai teologi che dai preti e dai giuristi, la cui attività è stata quella di chiarire e insegnare la conoscenza dell’etica al mondo.
Questo è un chiaro argomento che qualcosa è stato scoperto dagli uomini intorno alla legge della natura, e che vi è una segreta apprensione di una regola di azione cui le creature razionali sono tenute a conformarsi, al di là sia di ciò che i preti sostengono essere il comando immediato del loro dio (infatti tutti i culti pagani pretendevano di essere rivelati, poiché la ragione mancava di sostenerli), sia da ciò che i giuristi sostenevano essere il comando del governo.
4.Ma tuttavia questi filosofi di rado derivano le loro regole dai principi, né le impongono come i comandi del grande Dio del cielo e della terra, secondo cui Egli compenserà l’uomo dopo questa vita; per cui la massima forza cogente che essi possono conferire ad esso è la stima e la disistima, attraverso quei nomi di virtù e vizio che essi hanno tentato, colla loro autorità, di rendere importanti presso i loro scolari, e tutta l’altra gente.
Anche se non vi fossero leggi umane, o pene, od obbligazioni di sanzioni divina o umana, esisterebbero sempre delle specie di azioni come la giustizia, la temperanza, la fortezza, l’ubriachezza e il furto; e alcune di esse sarebbero stimate buone, e altre cattive: e vi sarebbero nozioni distinte di virtù e vizio. Infatti, a ciascuno di questi nomi corrisponderebbe un’idea complessa, perché altrimenti essi, e tutte le parole che esprimono oggetti morali, in qualsiasi lingua, sarebbero un semplice balbettio.
Tuttavia la conoscenza delle virtù e dei vizi che si raggiunge in questo modo si risolve in nient’altro che nel trarre le definizioni o i significati delle parole di una certa lingua o dagli uomini abili nell’uso di essa, o dall’uso comune di quel paese, le azioni particolari col loro giusto nome. In questo modo, in realtà, non si ricava nulla più che l’abilità di parlare a regola d’arte; o al massimo si giunge a sapere quali azioni, nel paese in cui ci si trova, sono stimate lodevoli o non lodevoli: il che torna a dire che sono chiamate virtù e vizi, secondo quella regola (che è la più generale che abbia trovato, e anche la più costante) per cui sono ritenute virtuose le azioni che si pensa siano assolutamente necessarie per la conservazione della società; mentre quelle che disturbano o annullano i limiti della comunità sono ovunque stimante cattive e viziose.
- Ciò accadrebbe inevitabilmente se non vi fosse alcuna obbligazione, o legge superiore, a parte quelle sociali. Infatti non si può supporre che degli uomini si associno e si uniscano nello stesso Stato, e nello stesso non stimino lodevole, cioè non considerino una virtù, questo loro unirsi; e non disapprovino, e trattino come biasimevoli (cioè, considerino vizi) quelle azioni che portano alla dissoluzione della loro società.
Ma tutte le altre azioni che non si pensa abbiano un’influenza immediata sulla società, ho trovato (nella misura in cui mi sono occupato di storia) che in certi paesi o società sono virtù, in altri vizi, in altri cose indifferenti, secondo che qui l’autorità di uomini stimati saggi, là l’inclinazione o l’uso del popolo, abbia finito di considerarle virtù o vizi.
Dunque, le idee di virtù cui si perviene in questo modo non ci insegnano che a parlare propriamente, secondo l’uso del paese in cui ci troviamo, senza che noi acquisiamo altra conoscenza oltre a quella di ciò che si intende con tali parole. Questa è la conoscenza compresa nell’etica comune delle Scuole, e non è altro che sapere i nomi esatti di determinati modi complessi, ed esser capaci di parlare propriamente.
- L’etica delle Scuole si fonda sull’autorità di Aristotele, resa più complicata di parecchio con l’uso di parole difficili e distinzioni inutili, e non ci dice altro che ciò che essi si compiacciono di chiamare virtù e vizio, né dell’etica ci insegna altro che comprendere i loro termini, o chiamare le azioni come le chiamano loro o Aristotele; ciò che equivale a parlare propriamente il loro linguaggio.
Poiché il fine e l’utilità dell’etica è quello di dirigere le nostre vite, e, mostrandoci quali azioni sono buone e quali cattive, prepararci a fare le prime e a non fare le seconde, quelli che sostengono di insegnare l’etica sbagliano di professione, e divengono solo maestri di linguaggio, se non fanno ciò che si è detto, e si limitano a insegnarci a parlare e a disputare e a chiamare le azioni coi nomi da loro prescritti; e se non ci mostrano i moventi che possono spingerci alla virtù e allontanarci dal vizio.
- Solo le azioni che dipendono dalla scelta di essere intelligente e libero sono morali. E un essere intelligente e libero segue naturalmente ciò che gli causa piacere, e fugge ciò che gli causa dolore; cioè, cerca naturalmente la felicità, e respinge l’infelicità.
Quindi ciò che gli causa del piacere è per lui buono; e ciò che gli causa dolore è cattivo. E ciò che causa il maggior dolore è il maggior male.
Infatti la felicità e l’infelicità consistono solo di piacere o dolore della mente, del corpo o di ambedue, secondo l’interpretazione che di queste parole ho dato sopra (Libro 2, capitolo 24), per cui nulla può essere buono o cattivo, per nessuno, se non in quanto porta alla sua felicità o alla sua infelicità, e serve a provocare in lui piacere o dolore.
Bene e male infatti sono termini relativi, e non denotano nulla nella natura della cosa, ma solo la relazione di essa con un’altra, secondo la sua capacità e tendenza a produrre in essa piacere o dolore. E quindi possiamo vedere e dire che ciò che è buono per un uomo, è cattivo per un altro.
- Ora, sebbene ciò non sia riconosciuto generalmente, è proprio da questa tendenza a provocare in noi piacere o dolore che prende il suo nome il bene o il male morale, così come quello naturale.
Forse non sarà considerato tanto erroneo, quanto, a prima vista, strano, se si afferma che non c’è nulla moralmente buono, che non produca in un uomo del piacere, e che non c’è nulla moralmente cattivo che non produca in lui del dolore.
La differenza fra bene morale e naturale, e male morale e naturale é solo questa: che noi chiamiamo naturalmente buono o cattivo ciò che produce in noi piacere o dolore per l’efficienza naturale della cosa; e moralmente buono o cattivo ciò che porta con sé piacere o dolore per l’intervento di un agente libero e intelligente: non per alcuna conseguenza naturale, ma per l’intervento di quel potere.
Così l’eccesso nel bere è un male naturale se porta con sé il malessere o il mal di testa; ma é un male morale in quanto rasgressione ad una legge, per cui vi si annette una pena. Premi e pene sono il bene e il male con cui i superiori impongono l’osservanza delle loro leggi: in quanto non è possibile porre alcun altro motivo o limite alle azioni di un essere libero e intelligente, se non la considerazione del bene e del male, cioè del piacere e del dolore, che ne seguiranno.
- Chiunque tratta dell’etica solo per darci le definizioni di giustizia, temperanza, furto, incontinenza eccetera, e ci dice quali siano di essi virtù, e quali vizi, non fa che esporre alcune determinate idee complesse di modi, coi loro nomi, per cui noi si possa comprendere bene gli altri, quando parlano secondo le loro regole, e si possa parlare intelligentemente agli altri che sono informati della loro dottrina.
Ma finché parlano così acutamente di temperanza o giustizia, e non mostrano alcuna legge di un superiore che prescriva la temperanza a cui siano annessi premi e punizioni, la forza dell’etica è smarrita, e svapora in dispute e sottigliezze di parole. E per quanto Aristotele o Anacarsi o Confucio o chiunque altro chiami vizio o virtù questa o quest’altra azione, la loro autorità è sempre la stessa, e non esercitano che quel potere che tutti hanno: cioè, quello di mostrare quali idee complesse siano espresse dalle loro parole.
Infatti, senza mostrare una legge che comandi o proibisca le azioni, la bontà morale non è che un vuoto suono; e quelle azioni che le scuole chiamano virtù o vizi, possono essere con eguale autorità chiamate con nomi contrari in un altro paese; e se non esprimono che le loro decisioni e determinazioni della questione, resteranno sempre del tutto indifferenti alla pratica umana: l’uomo, per una simile determinazione, non sarà sotto alcuna obbligazione.
- Ma esiste un’altra specie di etica o regole delle nostre azioni che, sebbene possa in molti luoghi essere coincidente o conforme colla prima, non di meno ha una doverosa fondazione, e un diverso modo di conoscenza. Queste nozioni o regole delle azioni non sono infatti idee fatte da noi, cui noi diamo nomi, ma dipendono da qualcosa al di fuori di noi, e sono così fatte non da noi, ma per noi. Si tratta delle regole poste alle nostre azioni dalla volontà dichiarata di un altro, che ha il potere di punire i nostri errori. Queste sono propriamente e veramente le regole del bene e del male; e poiché la conformità o non conformità ad esse ci causano del bene o del male, esse influenzano le nostre vie, come le altre influenzano le nostre parole: e c’è tanta differenza, fra di esse, come ce n’è fra vivere bene, e conseguire la felicità, e parlare propriamente e intendere le parole.
La nozione dell’una gli uomini la conseguono costruendosi una collezione di idee semplici, chiamata con quei nomi che essi pensano siano i nomi del vizio e della virtù; la nozione dell’altra la conseguiamo dalle regole imposteci da un potere superiore.
- Ma poiché non possiamo giungere a conoscenza di queste regole senza, in primo luogo, conoscere un legislatore di tutta l’umanità fornito di potere e di volontà di premiare e punire e, in secondo luogo, senza mostrare come egli abbia dichiarato la sua volontà e legge, io devo per il momento solo supporre questa legge, finché non sia luogo per parlare di ciò, cioè di Dio e della legge di natura.
Per il momento menzionerò solo ciò che è necessario per lo scopo presente, cioè, in primo luogo, che questa regola delle nostre azioni impostaci dal nostro legislatore tratta di, e infine si risolve in, quelle idee semplici di cui prima è stata fatta menzione, cioè, ama il prossimo tuo come te stesso. In secondo luogo, essendo nota, o supposta come tale, la legge, la relazione, cioè la conformità o meno di ciò che facciamo, a questa regola, è conosciuta facilmente e chiaramente come ogni altra relazione. In terzo luogo, che noi abbiano idee morali, così come altre idee, che perveniamo ad esse nello stesso modo, e che esse non sono che collezione di idee semplici.
Dobbiamo solo tenere ferma con cura questa distinzione delle idee morali, cioè che esse hanno un doppio aspetto. In quanto hanno delle denominazioni proprie, come liberalità, modestia, frugalità, e sono solo dei modi, cioè azioni costituite da una precisa collezione di idee semplici, ciò che però non determina se siano buone o cattive, virtù o vizi. Poi, in quanto si riferiscono ad una legge, cui sono o meno conformi: e ciò determina il loro essere buone o cattive, virtù o vizi.
era presso i Greci un nome di una simile particolare specie di azioni, cioè di una simile collezione di idee semplici impiegate in esse; ma se questa collezione di idee semplici, chiamata
, fosse un vizio o una virtù, lo si sa solo confrontandole alla regola che determina il vizio o la virtù: e questa è la considerazione che si adatta in particolare alle azioni: cioè la loro conformità ad una regola.
Da una parte, l’azione é solo una collezione di idee semplici, e quindi
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CYBERWAR SPIONAGGIO DISINFORMAZIONE
Il controspionaggio inglese uccise Mattei
10 novembre 2018
In un incontro pubblico Benito Livigni, già stretto collaboratore di Mattei, ha spiegato come e perché il controspionaggio inglese uccise il capo dell’Eni.
Contemporaneamente Livigni ha confermato la tesi che noi sosteniamo da sempre, quella che evidenzia come le stragi del 1992 e del 1993 in Italia furono pianificate dagli stessi settori dell’intelligence d’oltremanica che volevano inserire dentro le istituzioni italiane I loro uomini al fine di mettere le mani sui nostri gioielli di Stato.
La mafia ha dato solo un supporto logistico e militare ad una operazione pensata da
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Hillary Emails Reveal NATO Killed Gaddafi to Stop Libyan Creation of Gold-Backed Currency
First published on June 13, 2017 RILETTURA
Hillary’s emails truly are the gifts that keep on giving. While France led the proponents of the UN Security Council Resolution that would create a no-fly zone in Libya, it claimed that its primary concern was the protection of Libyan civilians (considering the current state of affairs alone, one must rethink the authenticity of this concern). As many “conspiracy theorists” will claim, one of the real reasons to go to Libya was Gaddafi’s planned gold dinar.
One of the 3,000 Hillary Clinton emails released by the State Department on New Year’s Eve (where real news is sent to die quietly) has revealed evidence that NATO’s plot to overthrow Gaddafi was fueled by first their desire to quash the gold-backed African currency, and second the Libyan oil reserves.
The e-mail in question was sent to Secretary of State Hillary Clinton by her unofficial adviser Sydney Blumenthal titled “France’s client and Qaddafi’s gold”.
From Foreign Policy Journal:
The email identifies French President Nicholas Sarkozy as leading the attack on Libya with five specific purposes in mind: to obtain Libyan oil, ensure French influence in the region, increase Sarkozy’s reputation domestically, assert French military power, and to prevent Gaddafi’s influence in what is considered “Francophone Africa.”
Most astounding is the lengthy section delineating the huge threat that Gaddafi’s gold and
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DIRITTI UMANI – IMMIGRAZIONI
Immigrazione selvaggia e indotta per la ex-italia
13 novembre 2018
Fosse per Lucano, per gli adepti dell’organizzazione sorosiana Refugees Welcome Italia e per tante altre realtà pseudoumanitarie, la Siria sarebbe da un pezzo già in mano all’Isis.
Prima sostengono vergognosamente le guerre imperialiste contro Siria e Libia dei pacifisti da manicomio come Obama e la sua dolce metà, ormai lanciatissima verso le Presidenziali USA, poi vorrebbero mettere un tampone accogliendo tutta la marea umana proveniente da mezza Africa e dal Medio Oriente.
Infine, come se niente fosse successo, accusano noi cattivoni antiimperialisti veri di essere dei salviniani disumani e cinici, perché per coerenza non vogliamo accollarci il peso di un’immigrazione selvaggia di cui non abbiamo nessuna colpa e che loro, con le pagliacciate che negli anni passati hanno messo in campo per difendere i diritti umani in Siria calpestati dal perfido Assad e in Libia da Gheddagi, hanno contribuito a creare.
Qualche giorno fa la CEI ha lanciato l’allarme sull’arresto in Italia dei flussi migratori incontrollati. Pare che siano a rischio circa 50 mila posti nelle strutture di accoglienza gestite dalla Chiesa. Capito? Un immenso business.
Ma la cosa più insopportabile è che gli umanitaristi all’amatriciana ammantano la loro attività speculatrice di una patina di solidarietà verso i rifugiati. Come Lucano, che aveva affidato la raccolta e il trasporto dei rifiuti di Riace alla figlia. Tutto in famiglia, insomma. E secondo il giudice per
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PANORAMA INTERNAZIONALE
“L’Iran ha imparato a uscire da situazioni simili”: la possibilità che avrà Teheran di aggirare le sanzioni di Washington
13 novembre 2018 DI GEORGY MOSALOV e ANASTASIJA RUMJANTSEVA
russian.rt
Teheran continuerà a commerciare il petrolio, nonostante le sanzioni statunitensi imposte il 5 novembre. Lo ha affermato il Presidente della Repubblica Islamica, Hassan Rouhani. In precedenza, le azioni di Washington sono state condannate dai partecipanti all’accordo sul nucleare iraniano. Nel Gabinetto dei Ministri tedesco hanno segnalato l’intenzione di tutelare le imprese tedesche dall’influenza di misure restrittive. Il meccanismo corrispondente è già in fase di sviluppo a Bruxelles. Nel Consiglio della Federazione(1) ritengono che le sanzioni non raggiungeranno i loro obiettivi e il danno principale sarà inferto ai Paesi europei.
“Con gli sforzi comuni e l’unità che c’è nella nostra società, faremo capire agli Americani che non dovrebbero usare il linguaggio della forza, della pressione e delle minacce quando parlano al popolo iraniano”, ha affermato [Rouhani] su Press TV.
Rouhani ha sottolineato che l’economia iraniana è cresciuta negli ultimi sette mesi, nonostante le sanzioni statunitensi imposte in agosto.
Lunedì 5 novembre entra in vigore il secondo pacchetto di sanzioni anti-Iran degli Stati Uniti. Ciò implica misure contro il settore energetico della Repubblica Islamica e operazioni con la Banca Centrale dell’Iran. Secondo il Segretario di Stato degli Stati Uniti, Mike Pompeo, l’elenco comprende oltre 600 aziende e privati.
“Ricatto economico, minacce e intimidazione”
Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato, nel maggio 2018, il ritiro di Washington dal Piano d’azione congiunto globale (n.d.T. vedi Accordo sul nucleare iraniano) e il ripristino di tutte le sanzioni contro l’Iran. Il nuovo pacchetto di misure restrittive è entrato in vigore il 7 agosto.
Washington ritiene che Teheran non soddisfi le condizioni di un accordo nucleare tra l’Iran e i Paesi intermedi (Russia, Cina, Stati Uniti, Germania, Francia e Regno Unito).
Ai sensi del trattato, Teheran sta riducendo gradualmente il suo programma nucleare, in cambio di misure di allentamento delle sanzioni. Nell’AIEA hanno segnalato che l’Iran sta adempiendo ai propri obblighi.
Allo stesso tempo, altri partecipanti all’accordo sul nucleare hanno condannato la decisione degli Stati Uniti di ripristinare le sanzioni. Mikhail Uljanov, rappresentante permanente della Russia presso l’AIEA, li ha definiti tentativi di ricatto degli altri partecipanti al Piano d’azione congiunto globale.
“Il problema principale è che i metodi di ricatto economico, le minacce e le intimidazioni di Washington impongono una politica simile ad altri Stati che comprendono, in essenza, il valore importante del Piano d’azione congiunto globale, ma per vari motivi non possono opporsi alla pressione americana”, Interfax cita le parole del diplomatico. [Mikhail Uljanov]
Il Ministero degli Affari Esteri della Repubblica Popolare Cinese ha sottolineato che il Piano d’azione congiunto globale è stato approvato dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e “deve essere attuato in modo efficace e completo”.
“La Cina si rammarica per la decisione degli Stati Uniti. Abbiamo anche notato che i membri della comunità internazionale erano contrari all’uso delle sanzioni unilaterali e della giurisdizione extraterritoriale”, RIA Novosti cita Hua Chunying, la Rappresentante ufficiale del Ministero degli Esteri cinese.
Allo stesso tempo, ha aggiunto che “la Cina conduce regolare cooperazione con l’Iran”,
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Verdi come i dollari di Soros?
12 novembre 2018 DI NANDO ROSSI
nandorossi.wordpress.com
Opinionisti e politici italiani fanno il giro dei talk show e, un po’ per mascherare la sconfitta dei loro CDU, CSU e SPD, un po’ per farsi coraggio, teorizzano la comparsa di una nuova ‘sinistra verde’, che fermerà la deriva sovranista e populista in Europa
Perché i media e i partiti italiani hanno finto stupore verso il successo elettorale dei Verdi in Baviera, quando era evidente (tanto da essere da mesi nei loro pronostici) che i Verdi disponevano di mezzi finanziari e dell’appoggio di media importanti e soprattutto di quello prodotto nei social da centinaia di ONG e blogger collegati alla Open Society?
I Verdi Tedeschi non sono più quelli dei movimenti pacifisti, delle femministe, e di coloro che teorizzavano e praticavano un sistema di vita “alternativo”, fuori dal sistema.
Grazie al sostegno delle organizzazioni sorosiane ne ha preso la guida una componente definita ‘realista’, a favore del golpe ucraino, contro la Russia, per l’immigrazione libera, a favore di Israele e delle guerre NATO, per questa BCE e per questa UE, difensori del sistema del capitalismo finanziario tout court, ma che si camuffano anche dietro il maquillage politico del riscaldamento globale e delle auto elettriche.
Gran parte delle ONG tedesche è gestita dalle Fondazioni e Associazioni di George Soros, che
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Dietro il paravento ‘Spinelli’, gli USA hanno costruito la loro Europa e l’hanno affidata in gestione alla Germania
nandorossi.wordpress.com – 30 aprile 2016 RILETTURA MOLTO ATTENTA
(dall’intervento al Convegno su cambio £/€, Roma , Sindacato Nazionale Scrittori, 27-4-2016 )
Si fa spesso riferimento al 1999, attribuendo al Governo Prodi la fissazione del cambio Lira –Euro, da molti ritenuto la madre di tutte le successive sventure socio-economiche del nostro paese. Ma quel valore di scambio fu invece fissato nel 1996, per avere il rientro dell’Italia nello SME, ed esattamente poco prima della mezzanotte del 24 novembre, a Bruxelles, da Ciampi (Ministro del Tesoro) Draghi (allora direttore generale del Ministero del Tesoro), Fazio e Ciocca per Bankitalia.
Un rientro motivato dalla volontà del Governo italiano di non restare fuori dal novero degli stati che sarebbero entrati nell’Euro sin dall’avvio, fissato per il 1° gennaio 1999, e l’art 109 del trattato di Maastricht prescriveva come già due anni prima dell’ingresso nella Unione Monetaria, i paesi candidati non avrebbero più potuto/dovuto svalutare la propria moneta rispetto all’ECU, ciò andava quindi fatto entro dicembre 1997, e così fu.
Nella riunione in cui si decise il rientro dell’Italia nello SME, Germania e Olanda volevano un rapporto Lira/Marco a 925, gli industriali italiani a 1030/40, mentre il mandato del governo italiano ai nostri negoziatori era 1010, per chiudere a 1000. Il cambio venne fissato a 990. (1)
Nel ’92 avevamo svalutato (allora con un ECU si compravano 1587 lire , oppure 2,02 marchi tedeschi), nel ’97 per acquistare un ECU ne occorrevano 1929,66. Questa è la quotazione che sostanzialmente è stata congelata fino all’Euro, nel 1999, con i fatidici 1936,27 lire per Euro. A ben vedere, quindi, la ‘svalutazione’ non avvenne al momento del cambio Lira/Euro, ma prima, nel ’92.
Sappiamo che nel settembre del ’92 ci fu il pesante attacco alla lira e che , malauguratamente, Ciampi che presiedeva Bankitalia, Amato presidente del Consiglio e Barucci ministro del Tesoro bruciarono 75.000 miliardi di lire (pari allora a 48 miliardi di dollari) per ‘difendere’ la lira da un attacco che veniva anche dalle banche centrali d’Europa e su cui si buttò lo speculatore finanziario George Soros facendo enormi profitti; al termine dell’attacco, il marco salì da 750 a 927 lire. Barucci disse in seguito che era dall’inizio consapevole che il tentativo di difendere la Lira era perdente e che sarebbe convenuto solo agli speculatori. Ricordo, per inciso, che il ‘92 fu l’anno del Britannia e della scellerata decisione di ‘liberalizzare’, svendendo le industrie pubbliche, i cui pacchetti azionari furono agevolmente comprati, soprattutto attraverso la Banca d’Affari, Goldman Sachs (2), per via delle sottostime del loro valore da parte del Governo e della inflazione che consentiva a dollari e marchi di comprare il 30-35 % di lire in più.
Non sono pochi quelli che sostengono che con un cambio diverso ci saremo evitati la successiva disfatta sociale ed economica. Questa tesi è sostenuta sia da chi, a posteriori, vorrebbe con ciò colpire il centrosinistra, visto che nel ‘1999 era al Governo l’Ulivo, sia da chi pensa, in tal modo, di difendere l’Euro, sollevandolo da colpe e continuando ad attribuirgli il merito di essere stato un ancoraggio per le monete deboli quale era diventata la lira (3) e quello di avere fatto da ‘cemento’ per unire i paesi che lo utilizzano, in attesa di una Federazione Europea con più poteri ed a cui cedere ulteriore sovranità nazionale .
Io non la penso così. Una lira diversamente calcolata, rispetto all’Euro, non avrebbe modificato nulla, lo prova la china comune in cui tutti gli Stati della ‘moneta-debito’ Euro, tranne la Germania, si sono incamminati, indipendentemente dal valore iniziale del rapporto fissato con l’Euro. Su questo tema si poteva discutere e polemizzare, fino al 1999 e anni successivi, ma ora possiamo e quanto prima, dobbiamo, tirare le somme di questi 15 anni, ricordando comunque che non furono pochi coloro che, economisti e/o uomini di governo, europei e non, ci misero in guardia sulla differenza tra la poesia e la prosa.(4)
Già nel 1970 Pier Werner presentò il suo Rapporto sulle tappe forzate che avrebbero guidato i vari paesi, ad una unione economico-monetaria prima, che avrebbe costretto, poi, i vari paesi al successivo passo della cessione completa di sovranità ad una Europa con pieni poteri politici, e Nicholas Kaldor, titolare della Cattedra di Economia a Cambridge , già Consigliere economico nel gabinetto del primo Ministro inglese Harold Wilson, spiegò su New Statesman, che quel progetto sarebbe fallito : “È un pericoloso errore credere che l’unione economica e monetaria possa precedere quella politica o agire come ‘uno stimolo per lo sviluppo di una unione politica della quale nel lungo periodo non potremo fare a meno’ , perché se l’unione monetaria e il controllo da parte della Comunità delle politiche di bilancio (oggi diremmo l’austerità, ndr) causeranno pressioni tali da far collassare il sistema, il risultato sarà quello di impedire, non promuovere, l’unione politica”. La stessa Thatcher si infuriò con Andreotti per il ‘si’ italiano alla moneta unica, e lo spiegò: “ La Germania mostrerà la sua storica fobia per l’inflazione e i paesi del Sud Europa , meno produttivi, avranno problemi a restare competitivi con una moneta forte …”
Non eravamo e non siamo una Area Monetaria Ottimale (come definita dal premio Nobel Robert Mundel) , grandi diversità tributarie, salariali, previdenziali, energetiche , ecc., ecc., E’ stato come prevedere la stessa taglia di vestito o lo stesso numero di scarpe, per tante diverse persone … e il sarto come il calzolaio erano della Bundesbank .
Il professor Jacques Saphir , direttore degli studi presso la Scuola di Alti Studi in Scienze Sociali di Francia, ha brillantemente dimostrato che parlare di Federalismo è un conto, farlo in questa Europa ‘Area Monetaria non Ottimale’, non è materialmente possibile.
“(..) Il problema è: se vuoi avere un vero federalismo, hai bisogno di avere un vero budget federale. E questo budget deve essere attorno all’8/10% del Prodotto Interno Lordo.
Più importante, ci sarà bisogno di spostamenti di capitale dai paesi più ricchi a quelli più poveri. Il problema è che quando si è provato ad avere una stima di quanti soldi sarebbero stati dovuti trasferire, si è parlato di un ammontare di circa 200/300 miliardi di Euro all’anno. La Germania dovrebbe pagare l’8/11% del PIL, ogni anno, per circa 8/10 anni. Ora, il problema vero non è che la Germania rifiuta il federalismo, loro non sarebbero in grado di sostenere un peso simile. E gli altri paesi non possono chiedere alla Germania uno sforzo simile, perché vorrebbe dire distruggere la loro economia. (..) l’Euro avrebbe dovuto implicare una sorta di unione sociale, unione fiscale e sicuramente scambi di capitale tra i paesi. Il problema è che fin dall’inizio si è visto che non vi era alcuna possibilità d’implementare queste misure. Sapevamo sin dall’inizio che i prerequisiti economici dell’Euro non avrebbero funzionato. Dobbiamo capire perché, ancora oggi, siamo in questa situazione. Il mio parere è che l’Euro sia un progetto politico, più che un progetto economico. Il principale “scopo” dell’Euro era creare questa situazione di federazione “allentata” tra i paesi europei e, più importante, disciplinare il mercato del lavoro e distruggere i servizi e le infrastrutture sociali di molti paesi.”
Sembrano affermazioni “complottiste”, io invece penso che siano verissime e documentabili. Come ci siamo entrati nel nuovo paradiso della democrazia europea, cosa successe in Italia nel dopo Maastricht ?
Nel 1995 il ‘Governo tecnico Dini’, oltre al prelievo forzoso notturno del 6 per mille sui conti correnti (hai voglia a calunniare i governi DC o PSI , Ulivo o Berlusconi, il peggio l’hanno sempre dato i Governi tecnici, come oggi quelli Napolitano: Monti, Letta, Renzi) emanò un decreto (5) per imporre il segreto di stato sulle decisioni, studi e dati che riguardassero l’attuazione delle scelte di Maastricht ( poi mettiamoci anche La denuncia dell’ex Ministro Guarino sui Regolamenti Attuativi di Maastricht che ne stravolsero le decisioni stesse, nelle quali erano rimaste competenze e sovranità degli Stati rispetto alle politiche sociali ed economiche, … un colpo di mano, se non un vero e proprio ‘ golpe’ burocratico-politico ! ).
Quando ero ancora Sindaco, ed abboccavo con entusiasmo agli editoriali di Rinascita e dell’Unità, avevo creduto anch’io alla Europa che univa i paesi divisi dal secondo conflitto, al sogno del federalismo che ne faceva il ‘terzo polo’ tra USA e URSS, … e che sulla base della cultura e dei principi e valori religiosi cristiani, tanto diffusi in Europa, questa avrebbe operato per un mondo di coesistenza e di pace.
Ma, sin dall’inizio, gli USA volevano una Europa, ben diversa, debole e dipendente da loro.
Qualcuno sa che fuori dalla retorica ‘spinelliana’ questa Europa ha un reale e ben più prosaico ‘costruttore’, manovrato dagli USA?
Vi dice nulla il nome di Walter Hallstein?
Era un insegnante di diritto alla Università di Rostock, poi promosso con lettera personale di Hitler a quella di Francoforte. Dal 1942 al 44 , fu volontario nella Wehrmacht, diventando lougotenente e inviato nella Francia del Nord.. (dove di cosine, non proprio belle la Wehrmacht ne fece a profusione, non che gli angloamericani nelle città tedesche ed italiane ne abbiano fatte di minori). Nel ’44 venne catturato e portato negli Stati Uniti, dove rimase in un campo di prigionia fino al 1946, incontrando vari funzionari dei servizi USA, che ottennero la sua ‘conversione-abiura’ e l’impegno a collaborare. Nel ’46 venne rimandato in Germania per fare il rettore della Università di Francoforte. Nel 48 fu richiamato negli USA, come docente di relazioni internazionali alla Università di Washington, al fine di prepararlo a compiti maggiori. Tre anni dopo, nel ’51, fu fatto nominare, da Adenauer, Segretario di Stato, con l’incarico di guidare la delegazione tedesca ai negoziati per la creazione della CECA (primo passo della creazione della Europa a marchio USA) .
Inoltre , sempre nel ’51 viene improvvisamente nominato sottosegretario agli esteri, sfoderando la ’dottrina Hallstein’, primo atto politico (6) della ‘Guerra fredda’, consistente nel sancire l’obbligo per tutti i governi tedeschi di rompere ogni rapporto economico-diplomatico con i paesi che avessero riconosciuto la Germania dell’EST (una aperta violazione degli accordi di pace internazionali sanciti a Yalta, sulla creazione delle due Germanie).
Diede inoltre prova di assoluta fedeltà alle scelte del Pentagono e di Washington, parlando ad ogni piè sospinto di Federalismo e altre cose belle, ma operando nel concreto, sia sull’ Euratom che sul progetto di Difesa Comune Europea, per far saltare le proposte francesi di ‘sovranità europea’, sia sostenendo il progetto Werner, di rinviare nel tempo la costruzione di una Federazione Europea, puntando prioritariamente su cessioni di sovranità degli Stati verso una leadership economico-monetaria, sostenuta da banche e multinazionali, e non dal consenso democratico degli europei.
Il 7 gennaio 1958 Hallstein viene nominato primo Presidente della Commissione della Comunità Economica Europea (evolutasi nella attuale Commissione Europea, ora…casualmente, presieduta da quell’ubriacone di Jean-Claude Juncker, rappresentante delle multinazionali e banche con sede nel ‘purgatorio’ fiscale del Lussemburgo ) e vi resterà fino al 1967..
Quindi, una Europa in cui ‘la spada’ è stata data agli USA, attraverso la Nato, e ‘la borsa’, è stata data alle grandi famiglie della finanza globale, attraverso la BCE (composta da una maggioranza di banche centrali private come Bankitalia, con lacci e lacciuoli che legano persino quelle ‘pubbliche’ alle famiglie della grande finanza globale, che controllano anche il Fondo Monetario Internazionale).
Non abbiamo avuto una Europa Federale, ma le sottrazione di sovranità monetaria, economica, giuridica, politica e democratica sono state ben maggiori di quelle degli stati federati sia negli USA che nella esperienza della federazione Russa; ma anche l’Europa terzo polo geopolitico è scomparsa , lasciando il posto alla sudditanza agli interessi e scelte militari e politiche degli USA, persino nella ‘guerra economica -commerciale’ alla Russia che pesantemente ci danneggia.
E gli altri ‘capisaldi’ della scelta Europa-Euro? Tipo: “Non avremo più inflazione”, “Lavoreremo meno giorni per più alti salari”, ” Avremo più servizi pubblici, come in Svezia”, ecc.,ecc., che fine hanno fatto ?
Inflazione . A parte il non trascurabile Euro (circa 2 mila lire), che abbiamo pagato per ciò che poco prima costava 1000 lire, compreso tariffe pubbliche … di inflazioni ne abbiamo avute, eccome, solo negli ultimi 5 anni, ad esempio, l’Euro su dollaro è passato da 1,45 a 1,057 (molto simile a quello della liretta nel ’92).
Salari. Scala mobile bloccata, più la Bolchestein, più la globalizzazione dei mercati perseguita dalla Unione Europea, con la relativa competizione sulla riduzione dei costi di produzione, … e ne hanno fatto le spese i salari, la sicurezza ed i diritti dei lavoratori. A ciò va aggiunta una immigrazione clandestina incontrollata e causata anche dalle ‘nostre’ guerre, volute e gestite da USA-Nato, che hanno facilitato l’eccesso di offerta lavoro e conseguente riduzione dei salari, facilitata dalla sudditanza delle associazioni economiche verso i partiti del centrodestasinistra.
Servizi. Il pareggio di bilancio ha paralizzato Stato e Autonomie locali, le prime vittime sono state i servizi, dalla sanità alla scuola, dai trasporti alla assistenza sociale, dalla cultura alla cura e difesa dell’’ambiente e del suolo.
Sostengo allora che i problemi che hanno fatto crescere ‘storta’ questa Europa (7) , non vengono da un erroneo rapporto di cambio £/€ (8) nè dalle variabili di competenza, onestà e difesa degli interessi nazionali delle varie classi dirigenti dei paesi europei (9), ma dalle sue stesse radici, dalle sue fondamenta, volutamente fragili e non ubicate sulle grandi linee del progetto politico condiviso da tantissimi cittadini europei, che è andato sotto il nome di ‘Europa di Spinelli’.
Questa che viviamo è l’Europa voluta dalla grande finanza, impostaci dagli USA attraverso la Germania, che per questo ’servizio’ ha ottenuto speciali ‘licenze’ e privilegi (un po’come l’Arabia Saudita ed Israele nel vicino e medio oriente).
Più andiamo avanti con l’Euro della Bundesbank, e più sarà impossibile rimettere insieme i popoli e gli stati europei ora più divisi e ‘chiusi’ che nel dopoguerra.
A chi ritiene che il termine Euro della Bundesbank sia una forzatura, riporto questa dichiarazione del Ministro delle finanze tedesco Schaube, su la Repubblica del 9 settembre 2012: “ L’Euro è irrinunciabile perché assicura il primato dell’economia tedesca” , ma c’è anche una intervista rilasciata da Jens Weidmann in occasione del 50° anniversario della Bundesbank: “In termini di equilibrio dei voti, non posso affermare che la Bundesbank è solo una delle diciassette banche centrali dell’Eurosistema. Siamo la Banca Centrale più grande e più importante, il che vuol dire che abbiamo diritto a far sentire la nostra voce più di altri.” E non fatevi ingannare dalla falsa flag dello ‘scontro’ Merkell-Draghi, su ‘rigore’o ‘flessibilità’, le decisioni vere le prendono alla FED e le attua Obama. Ricordate quando la Germania voleva mollare la Grecia al suo destino facendola uscire dall’Europa, perché questo avrebbe rafforzato il rigore? Bastò una telefonata di Obama e la Merkell tornò subito indietro.
La stessa Inghilterra, che pure è entrata nella Unione Europea, ma si è ben guardata dall’entrare
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POLITICA
Destra, Sinistra e altri tic antropologici
di Miguel Martinez – 21/09/2009
Questo blog ha due piani: quello dei miei post e quello dei commenti.
Come ho già detto altre volte, per qualche misterioso motivo, i commenti sono spesso di altissimo livello, e toccano i temi più svariati – invito i lettori a non fare come me, che in genere guardo solo i post ma non i commenti dei blog altrui.
Tra le persone che aiutano a mantenere questo livello, c’è Andrea Di Vita, con cui in genere concordo mirabilmente.
Ieri lui ha fatto un’affermazione con cui invece non concordo: in questo articolo, quando critico “Andrea” non intendo in realtà lui, ma unicamente l’affermazione che lui ha fatto e che riporto qui.
Come sapete, quasi tutti i paesi occidentali hanno un elettorato spaccato quasi esattamente a metà tra un partito che si potrebbe chiamare “di Sinistra” e uno che si potrebbe chiamare “di Destra“.
E’ una spaccatura che esiste, che coinvolge milioni di persone, ma che non si riesce mai a definire.
Andrea Di Vita ha cercato di dare una breve definizione:
“La Destra, di qualunque tipo (conservatrice, fascista, ecc.) parte dall’idea di difendere dei Valori Fondamentali dell’Essere Umano. L’appartenenza alla comunità dei credenti in tali Valori è dunque il criterio di base (siano essi Valori della Lega della Chiesa o del Partito).
Chi non appartiene a tali valori è comunque un minus habens: ”io sono la vite e voi i tralci, i tralci staccati dalla vite non portano frutto, seccano e vanno nel fuoco”. Per la Destra la libertà è la libertà DA qualcosa: il male, il peccato, la Reazione, l’Immigrato, cambia di volta in volta, non ha importanza. Un ovvio esempio di Destra è lo stalinismo.
La Sinistra dice invece che cio’ che conta è il comportamento concreto dei singoli, non essendoci necessità di qualcosa come dei Valori Fondamentali a distinguere nella loro presunta Essenza o Anima o Razza o Identità gli esseri umani gli uni dagli altri. Un caso particolare è il marxismo (che parla di rapporti di classe), un altro è il libertarismo anarchico (che invece sottolinea l’importanza della autonoma responsabilità individuale), un altro ancora il relativismo etico proprio degli Illuministi, un altro è l’Epicureismo. Per la Sinistra la libertà DI fare qualcosa (gli acquisti, oppure l’aborto, oppure l’amore ecc.).
E’ chiaro che ogni forma di oppressione legalizzata, così come ogni linciaggio, ecc. è possibile solo quando ‘Io Ho Ragione E L’Altro Ha Torto’.”
Moltissimi italiani che si definiscono di Sinistra si riconosceranno nella definizione che dà Andrea. Anzi, diciamo che tranne pittoresche frange staliniste, la grande maggioranza di chi si dichiara di Sinistra vi si riconoscerebbe.
Ma questa definizione è utile per dividere in due la specie umana?
In Italia, chi vota per la coalizione detta di centrosinistra non coincide affatto con chi si dichiara di Sinistra. La divisione elettorale in due campi – che tendiamo a chiamare con i nomi primordiali di Destra e di Sinistra, come potremmo invece chiamarli di Su o di Giù – rispecchia semplicemente un sistema elettorale sostanzialmente uninominale. E il voto si basa molto di più su interessi concreti, che dipendono dal luogo dove si vive, dalla famiglia di provenienza, dalle proprie aspettative, molto di più che da astrazioni.
Le persone che si ritengono “di Sinistra” saranno al massimo il 20% della popolazione, una minoranza rispettabile, ma niente di più. Si può definire “di Destra” il restante 80% della popolazione?
E negli Stati Uniti, dove esiste sì la divisione in due partiti, ma dove quasi nessuno si dichiara “di Sinistra” o “di Destra”? E’ corretto definire “di Sinistra” quegli statunitensi che si riconoscerebbero nella definizione data da Andrea, ma che respingono l’etichetta “Sinistra”?
Ma il problema principale sorge con il termine “Destra“, che a mio avviso non è affatto complementare a “Sinistra”. Infatti, “Sinistra” è un termine che la Sinistra usa per se stessa; “Destra” è un termine che la stessa Sinistra – e nessun altro – usa per definire chi non è di Sinistra. Una divisione in due della complessità umana, che ricorda quella operata dai seguaci di Gesù. Che legittimamente definivano se stessi “cristiani”, e illegittimamente definivano tutto il resto dell’umanità “pagani”.
Il termine “Destra” viene fatto proprio, in Italia, da pochissime persone. E a volte solo per riflesso mediatico. Uno che dice “io voto a destra perché non mi piace che le Coop abbiano il monopolio degli appalti nel mio comune“, non sta affermando di essere di Destra, bensì usa un’abbreviazione del termine mediatico “coalizione di centrodestra”.
Il termine “Destra” viene respinto per primo dalle persone che i media chiamano “di estrema Destra”, cioè i neofascisti; ma anche dalla grande maggioranza degli ex-democristiani che si dichiarano piuttosto “moderati” o “di centro“. Solo alcuni accesi anticomunisti usano il termine Destra: “sì, sono di Destra, e allora?” E’ un termine reattivo, per dire, “io sono il contrario di voi di Sinistra”.
Molti in Italia si dichiarano “di Sinistra”, magari in maniera paradossale – lo hanno fatto, che mi ricordi, Berlusconi,
Bossi e Maroni. Questo evidentemente significa che il termine “Sinistra” ha un valore di mercato molto diverso dal termine “Destra”. Non tra il 20% di italiani di “Sinistra”, ma nella società in generale. Cioè nella società che la Sinistra critica.
Ora, se il 20% degli italiani si riconoscono come di Sinistra, e il 5% come di Destra, cosa ne è del restante 75% della popolazione? E quel 5% che si ritiene “di Destra” si riconoscerebbe nella definizione che dà Andrea Di Vita?
Se esiste una Sinistra, non esiste una Destra. Esistono innumerevoli “non sinistre”, che la Sinistra accomuna arbitrariamente nella categoria di “Destra”.
Esistono cattolici conservatori che ritengono che le leggi umane debbano riflettere quelle divine, ma che credono anche a forme di solidarietà sociale: tutti fratelli perché figli di un unico Padre.
Ma esiste una “non sinistra” infinitamente più potente, che agisce in maniera pragmatica, con importanti sottintesi filosofici che però non si esprimono quasi mai come verità scritte. In sintesi, il sottinteso è: il mondo è caos, non esiste né Dio né senso, ma la libera volontà dell’individuo che si esprime attraverso la potenza faustiana dell’impresa.
L’impresa devasta e crea, trasforma tutto nello scontro quotidiano con la natura e tra gli uomini: uno scontro che ha bisogno di ciò che si chiama “democrazia“, perché è solo nella libera concorrenza politica ed economica che emergono i migliori.
L’impresa inventa un senso al mondo e incidentalmente migliora la vita a tutti coloro che sanno cogliere l’opportunità. Il resto del mondo è destinato a soccombere a causa di superstizioni, rigide regole, stati scialacquatori, vincoli familiari e culturali, regimi non democratici.
Il filosofo Leo Strauss ha espresso abbastanza bene questa ideologia, per cui la chiameremo “straussismo“: solo per capirci, perché Leo Strauss non ha inventato nulla e probabilmente è ignoto alla maggioranza delle persone che io chiamo arbitrariamente “straussisti”.
Questa è la cultura dominante di coloro che oggi fanno realmente la storia. Che non sono blogger
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SCIENZA
Alterazione del clima: è in corso un esperimento planetario
12/11/18
Come si può pretendere che le istituzioni si decidano a spiegare in modo finalmente convincente un fenomeno palesemente negato, benché sia sotto gli occhi di tutti? Così Massimo Mazzucco commenta, in web-streaming su YouTube con Fabio Frabetti di “Border Nights”, l’impacciata retromarcia di Antonio Raschi, direttore dell’istituto di biometeorologia del Cnr, dopo la clamorosa sortita – in diretta – alla trasmissione “Porta a porta”, di Bruno Vespa. «Siamo al centro di un esperimento planetario», aveva detto Raschi, su Rai Uno, il 6 novembre: «Un esperimento di cambiamento del clima, del quale non sappiamo ancora quali saranno gli effetti nel lungo periodo». Tema della trasmissione: lo tsunami-maltempo sull’Italia. Possibile che la catastrofe abbattutasi sul Nord-Est sia stata causata da manipolazioni climatiche? Raggiunto al telefono da Mazzucco, come riportato in una video-sintesi su “Luogo Comune”, Raschi fa dietrofront: sostiene di esser stato frainteso. E’ vero, ha pronunciato il termine “esperimento”, ma in realtà voleva semplicemente dire: scontiamo le conseguenze del surriscaldamento terrestre, al quale contribuiscono le irresponsabili emissioni di gas serra. In altre parole, un “esperimento” miope e autolesionistico.
Un tempo, commenta Gianfranco Carpeoro sempre in web-streaming con Frabetti, gli addetti ai lavori erano più accorti: non si sarebbero mai lasciati scappare una frase del genere. Nella telefonata con Mazzucco – alla quale Raschi si è cortesemente prestato – il climatologo del Cnr spiega che l’unico precedente italiano, per un disastro così apocalittico, riguarda l’alluvione dell’Arno del 1966, preceduta da piogge altrettanto anomale. In proposito, Mazzucco ha scovato una ricerca scientifica ufficiale, da cui risulta che proprio nel fatale 1966 furono condotti esperimenti di “cloud seeding”, cioè di “inseminazione” delle nubi con agenti chimici. Titolo dello studio, in inglese: “A Biennal Systematic Test of some Newly-Developed Cloud-Seeding Nucleants, under Orographic Conditions”. Tre ricercatori – Alberto Montefinale, Gianna Petriconi e Henry Papee – spiegano che, dal gennaio del ‘66 al giugno del ‘68, è stato condotto un “test sistematico” di sollecitazione delle nuvole sui Colli Prenestini, a est di Roma. Obiettivo: provocare l’aumento delle precipitazioni mediante “dispersione di aerosol”, nel cielo. «Su questo non so niente», taglia corto il dirigente del Cnr, che preferisce parlare di impatto industriale sul “climate change”.
Esperimento planetario? Dopo quella frase «forse incauta» pronunciata in televisione, Raschi si schermisce: «Sto ricevendo complimenti dai complottisti e insulti da chi complottista non è: credetemi, è una situazione infame». Al telefono con Mazzucco, il dirigente del Cnr prova a rettificare: «Ci stiamo comportando come delle persone che hanno detto: facciamo un esperimento su noi stessi, inquiniamo l’atmosfera e vediamo che cosa succede. Come se noi, coscientemente, ci fossimo trasformati volontariamente in cavie di un esperimento». Questo, sostiene Raschi, è il senso che voleva dare alle sue parole. «La frase “esperimento planetario” l’ho sentita pronunciare da colleghi in questo senso, non nel senso che qualcuno ci farebbe le scie chimiche». Sulle “nubi” rilasciate dagli aerei, Raschi dichiara di avere una sua «percezione», ovvero: immagina che «la teoria delle scie chimiche sia un qualche cosa che distrae molto dal vero problema, che è l’emissione dei gas serra». Dati ormai accertati, com’è noto: temperature molto al di sopra della media. E’ vero, il bilancio del carbonio a livello globale non è totalmente noto. Ma tutti i gas serra che emettiamo restano nell’atmosfera. Combustibili fossili, emissioni di metano incrementate dagli allevamenti zootecnici: non si può negare la presenza in atmosfera di questi gas. E fin qui, tutto bene. Ma le scie nel cielo?
«Per molti, le irrorazioni chimiche sono palesi», sottolinea Mazzucco. «Ed è chiaro che un’argomentazione valida c’è, a favore delle cosiddette scie chimiche, non essendoci una spiegazione valida per la loro permanenza in quota». Le strisce nei cieli di oggi, infatti, «si allargano progressivamente e non spariscono, come invece dovrebbero fare le normali scie di condensa». Raschi rifiuta categoricamente l’ipotesi dell’irrorazione: «La ricerca la si fa coi numeri», premette. «Possibile che tutte queste persone, che credono che nelle scie chimiche ci sia chissà che cosa, non siano in grado di andare a fare delle misure? E poi cosa ci sarebbe, nelle scie chimiche? Quali prodotti? Bombole di anidride carbonica a bordo degli arei? Ma no, è una cosa strampalata – campata in aria, letteralmente». Aggiunge: «Mi cospargerò il capo di cenere e sarò il primo a dire che è vero, ci sono le scie chimiche, quando qualcuno esibirà dei dati, dimostrando di aver effettuato delle analisi».
Il problema però nasce dall’osservazione, insiste Mazzucco: è chiaro che viene colta dal dubbio una persona normale (non un esperto, non un chimico) quando vede scie di condensa che si dissolvono in 2-3 minuti e altre scie che invece non svaniscono, ma anzi si allargano nel cielo, permangono per tutto il giorno e si fondono ad altre scie analoghe. Quindi, replica Raschi, ci sarebbero dei prodotti chimici che causano questo? E quali sarebbero? «Appunto», dice Mazzucco: «Qualcosa di chimico che lo causa ci dev’essere, nel carburante degli aerei». Ma Raschi scarta l’ipotesi. «Io penso che sia unicamente un fenomeno di fisica dell’atmosfera», afferma. «L’idea del complotto è molto divertente, finché non lo si può provare». Ma lui ce l’ha, una spiegazione per la permanenza di quelle scie? «Non sono un fisico, quindi non lo so», dichiara Raschi. «Però – aggiunge – credo che qualsiasi fisico che si occupa della diffusione dei gas in atmosfera sia in grado di dare una spiegazione». E conclude: «Io una spiegazione non la so dare, ma non penso proprio che ci siano delle sostenze chimiche che causano il permanere di queste masse di vapore acqueo».
«Avete capito? Il dottor Raschi – chiosa Mazzucco – è direttore dell’Istituto di biometeorologia del Cnr. Ma lui non è un fisico, e quindi non è in grado di spiegare la persistenza delle scie che vediamo quotidianamente nei nostri cieli. O forse la spiegazione la conosce fin troppo bene, ma non è autorizzato a rivelarla». Raschi cita l’alluvione dell’Arno, ma dichiara di non sapere nulla dei test di aviodispersione condotti in quei mesi, sempre nell’Italia centrale, per aumentare le precipitazioni. La discussione sulle scie chimiche fa cadere le braccia, dice Mazzucco conversando con Frabetti: «Come si può affrontare seriamente il discorso se siamo ancora al punto in cui si nega l’esistenza del fenomeno? E’ come per gli Ufo: avvistamenti anche militari di oggetti certamente non terrestri, almeno fino agli anni ‘80, ma allora risolutamente negati». Un muro di gomma: «Impensabile che la storia delle scie possa essere chiarita per via giudiziaria da singoli magistrati». Cosa sono, in realtà, quelle scie? «Non lo sappiamo», ammette Mazzucco. In teoria, «dietro al fenomeno potrebbe esserci di tutto: dalla geoingegneria “buona”, progettata per proteggerci dal surriscaldamento climatico, fino a test per la dispersione di agenti tossici. Nessuno spiega niente, e così le domande si moltiplicano. E il colmo è che il Cnr inviti quelli come me a fare analisi chimiche».
Il cielo è a strisce: tutti lo vedono, ma nessuno ne prende atto. Come si può pretendere che le istituzioni si decidano a spiegare in modo finalmente convincente un fenomeno palesemente negato, benché sia sotto gli occhi di tutti? Così Massimo Mazzucco commenta, in web-streaming su YouTube con Fabio Frabetti di “Border Nights”, l’impacciata retromarcia di Antonio Raschi, direttore dell’istituto di biometeorologia del Cnr, dopo la clamorosa sortita – in diretta – alla trasmissione “Porta a porta”, di Bruno Vespa. «Siamo al centro di un esperimento planetario», aveva detto Raschi, su Rai Uno, il 6 novembre: «Un esperimento di cambiamento del clima, del quale non sappiamo ancora quali saranno gli effetti nel lungo periodo». Tema della trasmissione: lo tsunami-maltempo sull’Italia. Possibile che la catastrofe abbattutasi sul Nord-Est sia stata causata da manipolazioni climatiche? Raggiunto al telefono da Mazzucco, come riportato in una video-sintesi su “Luogo Comune”, Raschi fa dietrofront: sostiene di esser stato frainteso. E’ vero, ha pronunciato il termine “esperimento”, ma in realtà voleva semplicemente dire: scontiamo le conseguenze del surriscaldamento terrestre, al quale contribuiscono le irresponsabili emissioni di gas serra. In altre parole, un “esperimento” miope e autolesionistico.
Un tempo, commenta Gianfranco Carpeoro sempre in web-streaming con Frabetti, gli
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STORIA
Un libro racconta le atrocità dei partigiani.
Anpi non ci sta e querela l’autore
Il Primato Nazionale
9 novembre 2018
Un libro racconta le atrocità dei partigiani e la sinistra insorge. Domani a Reggio Emilia verrà presentato il libro dello studioso specializzato nei delitti commessi dai partigiani comunisti, Gianfranco Stella, intitolato “Compagno Mitra”. In circa 600 pagine racconta storie sanguinose, delitti a freddo, vendette ed efferatezze compiute dai partigiani durante la Seconda guerra Mondiale.
L’Anpi è inorridita e in tutta risposta la locale sezione partigiana ospiterà il presidio antifascista promosso da Sinistra italiana e Partito comunista in segno di protesta contro la presentazione del libro.
È significativa la scelta di Reggio Emilia per la presentazione del libro di Stella, che dedica un intero capitolo alla città e alla sua Resistenza. Tra gli episodi narrati c’è anche quello di un comandante partigiano che “incassava centinaia di milioni che parzialmente versava alla sezione Anpi reggiana”. Inoltre, nel libro molti partigiani reggiani secondo la sezione locale dell’Anpi “vengono definiti come assassini e killer spietati dediti alle esecuzioni
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