NOTIZIARIO STAMPA DETTI E SCRITTI 16 DICEMBRE 2019
A cura di Manlio Lo Presti
Esergo
Tutti, senza eccezioni, si danno troppo da fare.
La salvezza attraverso l’abulia.
EMIL CIORAN, Quaderni 1957-1972, Adelphi, 2001, pag. 213
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SOMMARIO
Travolti da una melassa di notizie irrilevanti
«L’ESPLOSIVO DELLA STRAGE DI PIAZZA FONTANA PROVENIVA DALLE BASI NATO» 1
George Soros emerge come il principale finanziatore dei gruppi “Global Climate Strike”
Le sardine si riuniscono nel centro sociale okkupato di Action. Avete ancora dubbi?
L’alfabeto latino in Asia centrale: lo strumento della geopolitica americana 1
CINE-SOVRANISMO A STELLE E STRISCE. 1
MASSA LOBOTOMIZZATA VERSO IL NULLA
Il mito delle lauree scientifiche 1
Summit Nato, si rafforza il partito della guerra 1
Il militarismo femminista come faccia della politica occidentale 1
Rappresentante Haftar A Mosca: Denuncia Il Piano Ankara-Tripoli – Colloqui Per Il Forum Economico Russia-Libia
Il paradosso di Popper e l’ipocrisia della società “aperta”
L’uso militare nascosto della tecnologia 5G. 1
IL MES COME STRUMENTO DEL FISCAL COMPACT
Manovra, Mattarella ha firmato. Niente tagli alle pensioni d’oro
Il più grande fondo sovrano del mondo investe sulla Gran Bretagna e sulle borse 1
Popolare di Bari, Di Maio: “Il DL salva i risparmiatori, chiederemo nome e cognome di chi ha creato il buco”
Grecia invasa… è solo l’inizio? 1
Australia: primo barcone in quattro anni, migranti arrestati 1
ANCHE LA GRAN BRETAGNA CE LO CONFERMA: QUANDO I POPOLI POSSONO VOTARE VANNO IN FRANTUMI TUTTE LE EURO-MENZOGNE
Corbyn ai giovani: «non fatelo a casa»
EDITORIALE
Travolti da una melassa di notizie irrilevanti
Manlio Lo Presti – 15 dicembre 2019
La tecnica è sempre quella: notizie sparate a ondate e sempre in clima di emergenza, poi dimenticate.
Per questo motivo non si discute seriamente su:
- l’Alitalia,
- la Banca Etruria,
- il crollo Monte dei Paschi, con le clamorose implicazioni geopolitiche di cui nessuno ancora parla,
- la donazione di 6.000.000 di euro di cui l’Unicef non ha denunciato il mancato incasso,
- 400 contratti di lavoro non ancora rinnovati,
- La finta lite fra partiti sul M.E.S. di cui tutti sapevano tutto in ottuplice copia, grazie alle informative quotidiane dei servizi e al costante lavoro delle Commissioni parlamentari referenti al presidente del consiglio e ai partiti che le compongono,
- La T.A.V.,
- il ponte Morandi,
- i terremotati dell’Aquila che marciscono in casette di cartone da quattro anni. A chi interessano i terreni colpiti dal sisma? Per questi motivi non si sono presi provvedimenti, forse per far cadere il valore dei terreni? I residenti vendono a due soldi per andare via. Chi sta acquistando i terreni e per farne cosa? Io una idea la avrei ma attendo prove più esaustive per dirla,
- la chiusura dell’Ilva e l’acciaio che pagheremo il quadruplo dai germanici,
- le bollette non pagate di un edificio romano occupato d personaggi che non pagano i fitti – e se ne vantano pure – con il proditorio e non autorizzato allaccio ILLEGALE del cardinale elettricista A SPESE DEGLI ITALIANI DEMMERDA. Da notare che adesso il ridetto edificio è luogo di raduno delle c.d. “sardine”: il cerchio si chiude!
- i bambini abusati dal “sistema” Bibbiano, Forteto ed altri luoghi che si aggiungono giorno per giorno grazie alle inchieste ora bloccate e silenziate (immaginate la sarabanda interstellare che sarebbe avvenuta in caso fosse stato il gruppo di Salvini),
- la guerra schifosa fra magistrati nel CSM che ha sfiorato il Quirinale e per questo è stata insabbiata rapidamente,
- gli sbarchi a singhiozzo di MIGRANTI-PAGANTI (adesso non se ne parla perché abbiamo un governo anti-Salvini e tutto deve filare liscio),
- qualcuno deve ancora spiegare perché i migranti-paganti vengono fatti uscire dalle navi Ong di notte (qualche stupido e/o mentitore utile-idiota ha detto “per evitare manifestazioni di odio”,
- qualcuno deve ancora spiegare cosa contengono le stive delle navi Ong: droga? Pezzi di ricambio per armamenti? Contenitori di organi umani venduti mediamente 100.000 euro ciascuno: forse è dovuta a questo motivo la ossessiva pertinace maniacale insistenza a sbarcare in Italia-porto-sicuro? Casse di denaro contante? Agenti dei servizi segreti africani, pronti a seminare stragi in territorio italiano dietro un prossimo e imminente preciso ordine? ¿QUIEN SABE. I nostri servizi sanno tutto e riferiscono quotidianamente al governo che ignora perché deve obbedire agli alti comandi euroatlantici di diverso avviso,
- qualcuno deve ancora spiegare cosa sta veramente accadendo nei quadranti dell’Europa dell’est, con decine di migliaia di profughi che scampano da guerre vere le cui ondate massicce potrebbero investire l’Italia attraverso il corridoio albanese che è l’unico a non avere sbarramenti di contenimento con divisioni militari corazzate al confine (come attualmente hanno l’Austria, la Svizzera, la Francia e la Germania con i suoi ponti aerei e i suoi TIR che respingo migranti-paganti narcotizzati e ammanettati in Italia: la signora dell’ONU tace sull’argomento, ma rompe i cabbasisi all’Italia perché tratta male i migranti e da tempo parla di inviare una trentina di ispettori internazionali!!!!!!!!!!!!!!!!),
- lo scarico di decine di migliaia di migranti rigettati dai francesi a Ventimiglia e dall’Austria,
- lo scarico via TIR e aerea di migranti narcotizzati e legati dalla Germania (di questo i pretoriani strapagati dell’UE tacciono, l’Anpi tace, la sinistra globalista tace, la Segre tace, Saviano tace, la Gruber tace, Mentana tace, Fazio tace, Riotta tace, Fubini-che-non-scrive-dei-bambini-greci-sterminati-dall’austerità dell’UE-per-non-seminare-odio tace, Gramellini tace, Augias tace, la Boldrini tace, la Cirinnà tace, la Murgia tace,Severgnini tace, le reti unificate tacciono, Erri De Luca e simili tacciono, ILSOLE24ORE, LA STAMPA, REPUBBLICA, CORRIERE DELLA SERA e loro partecipate tacciono, il web tace, l’ONU tace.
Pensate alla titanica ossessiva stroboscopica martellante batteria di notizie nazionali e mondiali a reti unificate con centinaia di manifestazioni di piazza e interrogazioni parlamentari che sarebbe esplosa se lo avesse fatto Salvini!!!),
- le invasioni occulte di MIGRANTI-PAGANTI – più “paganti” con i barchini di lusso – che la CIA, la NSA, GOOGLE non vedono con i loro satelliti spia che però fanno dossieraggio di massa intercettando 5.000.000.000 di connessioni al giorno, registrando miliardi di conversazioni telefoniche, fotografando perfino i quadranti degli orologi da polso e le abitazioni a beneficio dell’agenzia delle entrate!!!!
- Nessuno chiarisce BENE chi fa pressioni fortissime per la promozione del suicidio assistito di massa – anche senza motivi terapeutici – (che sarà pagato dalle assicurazioni che hanno polizze sanitarie in pancia con vecchi demmerda che non vogliono morire in fretta), per la progressiva eliminazione di pensionati che sono un costo da abbattere: bocche inutili da sfamare che l’eutanasia finanziata dalle assicurazioni o dalle banche detentrici di fondi pensioni potranno utilizzare liberamente e ampiamente (non ricorda le politiche sterminatorie del nazismo che eliminava le nutzlose Münder, (1) le “bocche inutili”: vecchi, malati, dementi e perfino i loro soldati feriti gravemente? Non ricorda le deliranti dichiarazioni neo-eugenetiche di Attali sulla eliminazione degli oltre sessantacinquenni rimbalzata e amplificata in Italia dal comico Grillo?),
- Nessuno denuncia la follia di usare i cadaveri umani come alimento (2) fatto passare peraltro come un contributo alla preservazione dell’ambiente!
- Nessuno chiarisce quali sono le implicazioni geopolitiche per l’Italia dopo gli accordi-via-della-seta con la Cina,
- Nessuno chiarisce esaustivamente in che misura, e se è vero, che i russi trinariciuti inquinano la democrazia italiana (mentre Putin ride),
- Nessuno parla con chiarezza dei militari morti in Africa su un Suv non blindato e vestiti in borghese (sono così le missioni di “pace”, oppure era una vigliacca COVERT OPERATION sotto il brutale comando degli USA?),
- Nessuno parla dei miliardi di euro spesi per partecipare “volontariamente liberamente e democraticamente” alle operazioni delle oltre 26 guerre regionali iniziate dagli USA nel mondo che sono costate 12.000.000 di morti in gran parte civili (su questo l’ONU tace, ovviamente! Il messianismo che fonda e giustifica lo “stato di eccezione” degli USA-gendarmi-del- mondo non deve essere messo in discussione!!!!!!!!
- Nessuno parla con chiarezza dei miliardi spesi per l’acquisto di aerei da combattimento, ciascuno dei quali è più costoso di un ospedale intero,
- Nessuno chiarisce perché lo SPREAD-FATE-PRESTO è ora fermo. Forse perché c’è un governo pro-Europa?????
- Nessuno ancora parla delle strane operazioni a regia Carrai/Renzi che hanno coinvolto l’Italia sui quadranti internazionali e sul fronte interno con fini ricattatori contro le opposizioni.
- Nessuno che procede penalmente contro la rastafan che ha tentato di speronare e uccidere agenti italiani con la sua nave Ong e oggi esaltata in servili trasmissioni televisive, convegni, raduni, dibattiti, ecc. ecc. ecc. ecc. ecc. ecc., ad usum delphini, ovviamente!
- Nessuno che dice apertamente chi sostiene la giovinotta trecciuta che gira il mondo su imbarcazioni miliardarie e beve acqua da boccette di plastica da lei tanto esecrata. Da notare che la stessa giovinotta non lancia critiche contro le politiche anti-ambientali di Cina, Russia e India né ha mai criticato apertamente i colossi industriali multinazionali che da soli inquinano per il 70% del totale. La COVERT OPERATION è quella di incolpare i cittadini come esclusivi colpevoli dell’inquinamento, coprendo i produttori massivi di imballaggi che sono i maggiori responsabili e quelli che finanziano le manifestazioni pro-ambiente!
- Nessuno dice veramente come stanno le cose riguardo l’estromissione ed il licenziamento dalla Luiss del prof. Gervasoni e della defenestrazione del Nobel Carlo Rubbia a causa delle loro riflessioni-non-allineate con il neomaccartismo imperante! (non ricordano le purghe inflitte al mondo accademico nel fascismo?). Tutto questo è odio ma di sinistra-globalista e quindi va bene secondo la doppia morale di matrice gesuitica usata dai detentori di una presunta “superiorità morale” di estrazione togliattiana.
- Nessuno – al di fuori del violento sciame televisivo di oltre 17 trasmissioni televisive, la stampa schierata e venduta, il web allineato su posizioni democratiche pauperiste globaliste (Facebook che blocca profili non allineati, Google che oscura siti ed elimina e/o ritocca foto di aree gestite dagli USA in Italia e nel mondo) (3), ripeto NESSUNO chiarisce VERAMENTE perché gli italiani non andranno più a votare.
Gli attuali inquilini screditati del parlamento, la cui composizione non rispecchia da tempo la situazione sociopolitica del Paese, devono durare per nominare oltre 400 vertici di aziende e centri di potere e il prossimo presidente della repubblica. Se cade questo governo scatta il PIANO B con la nomina dell’ennesimo SUPERTECNICO-FATE-PRESTO appoggiato, se necessario, da una catena di attentati con migliaia di morti per le strade – come da copione della passata LUNGA STAGIONE DELLE BOMBE SENZA COLPEVOLI,
Il compito di questo superpretoriano sarà quello di finire totalmente -con un colpo alla nuca- il nostro Paese con la solita ricetta FMI irrogata dall’alto e democraticamente alla Grecia!
La lista è ovviamente e notevolmente per difetto. I lettori possono aggiungere altri eventi ancora non chiariti e irrisolti…
Adesso abbiamo:
LASAGRA DELLE SARDINE,
LA SAGRA DEL CLIMA
LA SAGRA DELLA PAROLA “SOSTENIBILE”
LA SAGRA DEL M.E.S.
LA SAGRA DEL FASCISMO
TUTTO CIÒ PREMESSO
Il corollario è il seguente:
LA NOTIZIA NON SERVE PER INFORMARE,
MA SERVE PER COLPIRE E AVVISARE/RICATTARE
i destinatari che capiscono al volo e attendono nell’ombra la prossima occasione per colpire e tradire…
P.Q.M.
NIENTE È COME SEMBRA …
Ma tutto quanto detto finora non conta perché è prioritario ripetere:
ANTIFASCISMO
ANTIFASCISMO
ANTIFASCISMO
ANTIFASCISMO
ANTIFASCISMO
ANTIFASCISMO
ANTIFASCISMO
ANTIFASCISMO
ANTIFASCISMO
ANTIFASCISMO
ANTIFASCISMO
ANTIFASCISMO
(per n. che tende all’infinito…)
NOTE
http://www.historialudens.it/component/tags/tag/nazismo.html
- 2)
- https://www.ilsussidiario.net/news/cronaca/resti-corpi-umani-come-concime-stato-washington-approva- legge-sul-riciclo-dei-morti/1885580/
Esemplare il caso del “ritocco” della foto aerea del tetto dell’ambasciata USA a Roma dove insiste un lungo parallelepipedo bianco che contiene installazioni elettroniche di ascolto, spionaggio elettronico e dossieraggio di massa, alla faccia di tutti i divieti paesaggistici in vigore nel nostro dominato e asservito Paese – altro che alleati!
IN EVIDENZA
«L’ESPLOSIVO DELLA STRAGE DI PIAZZA FONTANA PROVENIVA DALLE BASI NATO»
VIDEO QUI: https://youtu.be/CSYZMiECbUE
12 dicembre 2019
LA DENUNCIA DEL MAGISTRATO FERDINANDO IMPOSIMATO
Nel 50° anniversario della strage di Piazza Fontana, ripubblichiamo l’intervento del magistrato Ferdinando Imposimato, Presidente Onorario della Suprema Corte di Cassazione, al Convegno del Comitato No Guerra No Nato, svoltosi a Roma il 26 ottobre 2015.
Imposimato riassume i risultati delle indagini da lui compiute, dalle
Continua qui
Maurizio Blondet 14 Dicembre 2019
Ricordate le reazioni americane, europee ed ovviamente dei media nostrani a direzione ebraica al memorandum di intesa che l’Italia ha osato stringere con la Cina a marzo? Rimproveri durissimi. Minacce e vere e proprie di sanzioni. Cipiglio di Merkel e Macron. Visite di pentimento di Di Maio al soglio di Washington, “pietà, la Nato resta la nostra casa…pagheremo gli F35, ci stiamo allontanando da Putin e dal suo petrolio” …
“Di Maio ha sgualcito l’immagine che a fatica si era costruito dalle parti di Washington, quando si presentò agli americani, nel novembre 2017, come il possibile futuro candidato premier”, rimproverava il neocon che dirige la Stampa, Maurizio Molinari, che a Washington è di casa. Gli americani “credono che aprire i porti di Genova e Trieste ai cinesi sia il cavallo di Troia per i loro piani di conquista geopolitica”.
(Guardate il video di Molinari: dove dice che “L’Italia è nella morsa” fra Trump e Xi
(Qui Cerasa: https://www.ilfoglio.it/politica/2019/03/13/news/il-nazionalismo-e-un-affare-da-topolini-242783/)
I cinesi gestiscono Haifa – e nessuna protesta
Orbene, ai primi di dicembre, Israele ha affittato l’intero porto di Haifa a Pechino. Lo apprendiamo dal Jerusalem Post, che trionfante comunica: “La grande battaglia sul porto di Haifa si è conclusa e la Cina ha battuto gli Stati Uniti nella competizione per influenzare la politica israeliana.
La Cina inizierà a gestire il porto nel 2021 e gli Stati Uniti dovranno decidere se continuare ad attraccare lì la sua sesta flotta o dar seguito al la sua minaccia di ritirarsi”.
In questo caso, nessuna minaccia. Nemmeno un sopracciglio aggrottato. Solo il
Continua qui https://www.maurizioblondet.it/loro-possono-3/
George Soros emerge come il principale finanziatore dei gruppi “Global Climate Strike”
George Soros ha finanziato gruppi ambientalisti radicali che collaborano nel “Global Climate Strike” di questa settimana per circa 25 milioni di dollari, secondo un nuovo rapporto.
Almeno 22 dei gruppi di attivisti di sinistra elencati come partner nel Global Climate Strike hanno ricevuto $ 24,854,592 in finanziamenti dal miliardario liberista George Soros tra il 2000-2017 attraverso la sua Open Society Network, Joseph Vazquez ha riferito giovedì al Media Research Center.
Sebbene apparentemente innescato dalle proteste della sedicenne Greta Thunberg , il Global Climate Strike ha portato fin dall’inizio le impronte digitali indelebili di attivisti ambientalisti radicali ben finanziati. A quanto pare, gran parte del finanziamento proviene dal disgregatore professionista George Soros .
Tra le organizzazioni che hanno ricevuto finanziamenti da Soros c’erano il Fondo per i Diritti Umani Globali, il Fondo Greengrants globale, 350.org, Amnesty International, Avaaz, Color of Change e People’s Action. Ognuno di questi gruppi ha programmi e obiettivi legati al clima che vanno dalla riduzione delle emissioni globali di carbonio a meno di 350 parti per milione e il 100% di “energia pulita“, all’eliminazione di nuovi progetti di combustibili fossili e ad
Continua qui https://sadefenza.blogspot.com/2019/12/george-soros-emerge-come-il-principale.html
Le sardine si riuniscono nel centro sociale okkupato di Action. Avete ancora dubbi?
Di Adolfo Spezzaferro – 16 dicembre 2019
Le sardine sono antifasciste e cantano “Bella Ciao” in piazza contro la Lega e contro Salvini, contro Fratelli d’Italia e la Meloni, contro i sovranisti. E questo si sa, lo hanno strombazzato le stesse sardine a destra e a manca. Ora però si aggiunge un altro tassello alla conformazione ideologica e politica del movimento, che rivela una connessione ben precisa con la rete dei centri sociali, degli antagonisti e della sinistra extraparlamentare (altro che difensori della Costituzione). Dopo la manifestazione nazionale di sabato in piazza San Giovanni a Roma, ieri le sardine hanno tenuto la loro riunione operativa in un noto centro sociale okkupato romano. Esistono quindi almeno due volti di questi “pescetti rossi”: quello compassato, à la page dei vecchietti in piazza sabato, con le loro fusciacche, i loro foulard, le loro mise radical chic; e quello delle assemblee nei centri sociali dove si fanno soldi illegalmente con la scusa di aiutare i bisognosi.
Il “congressino nazionale” a casa degli antifascisti di Action
La prima super pubblicizzata riunione operativa delle sardine – “il congressino nazionale” – si è tenuta nella sede del centro sociale Spintime Labs, che si trova nell’ex palazzo Inpdap in via Santa Croce in Gerusalemme 55, a due passi da piazza San Giovanni. Per chi non se lo ricordasse, lo stabile è stato occupato illegalmente dai “compagni” di Action
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L’alfabeto latino in Asia centrale: lo strumento della geopolitica americana
16 Dicembre 2019 DI VLADIMIR ODINTSOV
L’Asia Centrale è stata a lungo uno dei fronti chiave nella battaglia ideologica americana e nella guerra d’informazione contro la Russia.
Washington ha da tempo identificato le Repubbliche dell’Asia Centrale e l’Afghanistan come una “zona di interessi nazionali statunitensi“, motivo per cui questa regione è interessata da tutto lo spettro delle campagne d’informazione americane. Per rendere efficaci queste campagne, non solo i cosiddetti media “indipendenti” e le ONG filooccidentali hanno dato un enorme contributo in Asia Centrale negli ultimi anni, che gli Stati Uniti hanno impegnato a fondo nella regione, ma sono stati anche reclutati specialisti militari nella guerra d’informazione, militari del 4th Psychological Operations Group dell’esercito americano. L’8th Psychological Operations Group (1) è responsabile delle attività in Asia Centrale, il quale gestisce il portale di informazione “Caravanserai”, un sito web creato appositamente per contrastare la Russia, sponsorizzato dal Comando Centrale degli Stati Uniti e destinato ai residenti di Uzbekistan, Kazakistan, Kirghizistan e Tagikistan.
L’obiettivo principale condiviso dalla maggior parte delle campagne d’informazione che Washington sostiene è separare la popolazione regionale dalla Russia, sia mentalmente che psicologicamente, e di minare la posizione della Russia in Asia Centrale. Le campagne si rivolgono principalmente ai giovani, nella speranza che i leader del futuro in questi Paesi siano stati educati secondo ideali “democratici” occidentali, e saranno quindi meno propensi a collaborare con la Russia.
Programmi speciali vengono varati e attuati da ONG e media “indipendenti” per contrastare l’influenza della Russia nei Paesi della CSI. Ad esempio, un nuovo programma quinquennale chiamato MediaCAMP è stato presentato alla fine dello scorso anno in Kazakistan e Tagikistan, che è gestito in Kazakistan, Tagikistan e Uzbekistan da una ONG americana chiamata Internews Network (California, USA), e riceve ingenti finanziamenti dall’Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale (n.d.T. United States Agency for International Development – USAID). Il programma ha un budget di 15 milioni di dollari. Il suo obiettivo ufficiale è “sviluppare un ambiente d’informazione più equilibrato”, ma in realtà viene utilizzato per un’intensa propaganda antirussa. Nel 2007 Internews Network ha sospeso l’attività in Russia, ma fino a tutt’oggi ha continuato ad agire in modo efficiente nella maggior parte dei Paesi dell’Asia Centrale. L’Agenzia USAID, finanziata dal governo federale degli Stati Uniti, ha anche gestito programmi in Russia fino al 2012, quando è stata bandita.
Un chiaro esempio del coinvolgimento degli Stati Uniti in questa guerra d’informazione antirussa in Asia Centrale sarebbe il materiale che è stato pubblicato alla fine di gennaio dal portale d’informazioni “Caravanserai” del Pentagono, menzionato in precedenza, spingendo i Paesi dell’Asia Centrale a passare all’alfabeto latino. Allo stesso tempo, Washington non cerca di nascondere il fatto che gli specialisti nella guerra d’informazione spingono le persone a usare l’alfabeto latino invece dell’alfabeto cirillico, e fa parte del loro piano, in quanto agisce principalmente come strumento per incunearsi dal punto di vista della cultura tra la Russia e le Repubbliche dell’Asia Centrale, e cancellerebbe la presenza storica della lingua russa in Eurasia, soffocando e contraendo la sfera culturale della lingua russa e la sfera dell’informazione.
È importante ricordare che il vasto processo di trascrizione in cirillico di quasi tutte le lingue parlate nell’Unione Sovietica, iniziato nel 1935, è stata una delle misure prese dal governo sovietico per unire le
Continua qui https://comedonchisciotte.org/lalfabeto-latino-in-asia-centrale-lo-strumento-della-geopolitica-americana/
ARTE MUSICA TEATRO CINEMA
CINE-SOVRANISMO A STELLE E STRISCE
IL FILM ‘LE MANS 66’ SULLA SFIDA TRA FERRARI E FORD CONTIENE DIVERSI ERRORI PER NON INDISPETTIRE IL PUBBLICO AMERICANO – DAL PRESENTARE LA FORD MOTOR COMPANY COME UN PICCOLO “DAVIDE” DI CONTRO ALLA FERRARI “GOLIA” DI MARANELLO (QUANDO INVECE ERA VERO TUTTO IL CONTRARIO) ALLE OMISSIONI SUL PATRIOTTISMO DEL ‘DRAKE’ CHE NON VOLLE VENDERE AGLI AMERICANI – MA QUELLO CHE LA PELLICOLA NON RICORDA E’ LA RIVINCITA DI DAYTONA E LA STORICA TRIPLETTA DEL CAVALLINO
Marco Lanterna per La Verità – 16 dicembre 2019
I primi e più grandi sovranisti sono gli americani, da sempre. Lo si evince anche solo dal cinema hollywoodiano che dell’America rappresenta in fondo la massima sublimazione.
Ne è un fresco esempio un film ora nelle sale: Le Mans 66 – La grande sfida, diretta dal regista statunitense James Mangold. Nel 1966 a Detroit la Ford era in crisi di vendite, perciò, per rilanciare l’immagine del proprio marchio, decise di scendere in pista per vincere la prestigiosa 24 ore di Le Mans (a quei tempi la corsa più importante del mondo), dovendo però fronteggiare la scuderia Ferrari, che da anni dominava incontrastata tali competizioni.
Le inesattezze della pellicola – interpretata da Matt Damon, Christian Bale e Remo Girone nella parte del Drake – vorrebbero ricostruire quasi con intenti documentaristici (in realtà riuscendovi assai male, in quanto troppo sbilanciata sul versante a stelle e strisce) la rivalità tra Enzo Ferrari ed Henry Ford II, ben chiarita dal titolo
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L’Opera-Caos da Sylvano Bussotti a Mark Stewart
In occasione dell’incontro sugli anni Ottanta, The Hateful Eighties. Luccicanza di fine-inizio secolo – Museo Macro Asilo, martedì 17 dicembre (ore 11.00 – 13.00 Auditorium) con Peppe Allegri, Tommaso Ariemma, Ilaria Bussoni, Paolo Davòli, Nicolas Martino, Lorenza Pignatti, Viviana Vacca – pubblichiamo una breve anticipazione dal numero 10 del giornale filosofico La Deleuziana, dedicato a Caos, Ritmo e Uomo non pulsato, a cura di Obsolete Capitalism e Stefano Oliva, di prossima pubblicazione.
Ritmo, Caos e forme di vita
(…) Arriva così nella sua materialità di Evento, sul finire del Novecento, il Ritmo sgradevole del Caos. È il margine che irrompe negli ambienti, il coraggio dell’insolenza immediata e politicamente ambivalente: esce Diogene, entra Rotten. Sono un anarchico, sono un anticristo, non so ciò che voglio, ma so come ottenerlo, voglio distruggere il primo che passa.
La chiamata alle armi di una generazione inquieta in uno svogliato novembre qualsiasi avviene nel 1976 a Londra, ad opera di un gruppo di nichilisti di strada, i Sex Pistols, che offrono l’ennesima variazione sul tema non sono dei vostri, sono di una razza inferiore già esperito da Arthur Rimbaud nel poema Mauvais sang, e originariamente dalla moltitudine cinica nella parte orientale della civiltà greco-romana. Nel crepuscolo dei Settanta, però, l’effetto maudit subisce una torsione virale, e costituisce d’incanto un ambiente vibratorio urbano in cui confliggono tutte le risposte caotiche e le contro-strategie ritmiche che animano il milieu – In the City! – dello spazio sociale dell’area metropolitana londinese, prima, britannica, poi.
E l’effetto parresiastico e ateurgico viene esplosivamente amplificato quando, qualche mese più tardi, i quattro kataskopoi effettuano una caricatura ripugnante e dirompente dell’inno inglese: Dio salvi la regina e il regime fascista, ti ha reso un deficiente, una potenziale bomba H. I sollecitati al risveglio, urbi et orbi, rispondono alla provocazione in maniera sorprendentemente positiva: numerosi sono coloro che, tra i giovani urbanizzati, ritengono i Sex Pistols all’altezza della sfida lanciata al gusto medio del pubblico, alle istituzioni e alla società nella sua più ampia accezione. Per il pubblico, lo scandalo del parlar franco in questi termini, brutali e aggressivi, raggiunge un livello tale di aderenza e di autenticità rispetto alle forme di vita di rottura prospettate, che la «moneta falsa» teatrale, carnascialesca e depravata, assurge all’opposto a momento di verità sconvolgente. Con un deciso contro-ritmo, la falsa moneta degli offensivi non-musicisti diventa moneta corrente, accettata, condivisa, e poi imitata, da larghe porzioni sociali, politiche, e artistiche, giovanili.
Mark Stewart e la sua formazione di rottura, il Pop Group, sorgono in questo ambiente creativo e parossistico, dove il non musicale e il caos generativo antigerarchico, il più vicino e il più lontano, il più infimo e il più alto, l’insolenza della verità e il parlar franco negli spazi pubblici, rappresenta una sorta di nuova grammatica per una selvaggia
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BELPAESE DA SALVARE
MASSA LOBOTOMIZZATA VERSO IL NULLA
Fabrizio Bonanni Saraceno – 15 dicembre 2019
le sardine sono pesci che si muovono ottusamente in branco, con lo sguardo servilmente fisso, senza un minimo di identità.
In sostanza sono un’ottima allegoria per rappresentare questo sedicente movimento pseudo civico, ma in realtà infidamente e faziosamente politicizzato, caoticamente collettivistico e senza identità e che tra tante parole confuse e demagogiche esprime solamente il nulla assoluto, per nascondere l’unico obiettivo, ossia manifestare la violenza del loro odio per Salvini, rispolverando gli pseudo inni partigiani (visto che la canzone “Bella Ciao” fu creata solo dopo la guerra dagli stessi criminali comunisti, ormai ex partigiani).
Il mito delle lauree scientifiche
Una cosa è il rispetto per una metodologia ed un oggetto di studio; un’altra la mitizzazione, il feticismo, la radicalizzazione. Tra i tanti “intoccabili” della cultura occidentale c’è la scienza, tirata sempre in ballo come la panacea di tutti i mali. Peccato che i più grandi scienziati (e non a caso erano i più grandi) abbiano spesso considerato la scienza un pezzo di strada e non LA strada.
Spesso, addirittura, i primi ad aver sottolineato i limiti della scienza furono proprio gli scienziati, scettici dei successi che essi stessi ottenevano. Un caso degno di nota fu Blaise Pascal, matematico francese inventore della calcolatrice (la pascalina verrà usata in Francia fino alla fine del Settecento).
Secondo Pascal la scienza non poggiava su principi primi validi e chiari, non si occupava del senso della vita e si scontrava con l’esperienza che ne smentiva puntualmente le leggi. A mitizzare la scienza, invece, ci pensano purtroppo gli omuncoli contemporanei della disciplina, quelli che non scoprono mai un tubo, ma che sono bravissimi a vendere la scienza sotto forma di inutili aggeggi tecnologici, corsi e scranni accademici.
Il corollario di leggende metropolitane che girano attorno alla scienza porta ad esempio a pensarla come la soluzione per la ricchezza di una nazione: non la forza (Usa), non l’unità (Giappone), non la produttività (Cina), ma la “scienza” sarebbe il segreto della grandezza economica di una nazione.
Allora conviene dare un’occhiata a questa tabella, che mostra la formazione
Continua qui http://micidial.it/2019/03/il-mito-delle-lauree-scientifiche-in-economia/
CONFLITTI GEOPOLITICI
Summit Nato, si rafforza il partito della guerra
di Manlio Dinucci
Come tipico dell’Alleanza Atlantica, il Summit della Nato del 4 dicembre sarà la solita messinscena in cui tutti i vassalli firmeranno l’impegno per le nuove spese militari decise dal sovrano. Nessuno sa cosa il Pentagono abbia preparato, ma tutti dovranno approvarlo.
RETE VOLTAIRE | ROMA (ITALIA) | 7 DICEMBRE 2019
l presidente francese Macron ha parlato di «morte cerebrale» della Nato, altri la definiscono «moribonda». Siamo dunque di fronte a una Alleanza che, senza più una testa pensante, si sta sgretolando per effetto delle fratture interne? I litigi al Summit di Londra sembrano confermare tale scenario. Occorre però guardare alla sostanza, ai reali interessi su cui si fondano i rapporti tra gli alleati.
Mentre a Londra Trump e Macron polemizzano sotto gli occhi delle telecamere, in Niger senza tanta pubblicità lo US Army Africa (Esercito Usa per l’Africa) trasporta con i suoi aerei cargo migliaia di soldati francesi e i loro armamenti in diversi avamposti in Africa Occidentale e Centrale per l’Operazione Barkhane, in cui Parigi impegna 4.500 militari, soprattutto delle forze speciali, con il sostegno di forze speciali Usa anche in azioni di combattimento.
Contemporaneamente i droni armati Reaper, forniti dagli Usa alla Francia, operano dalla Base aerea 101 a Niamey (Niger). Dalla stessa base decollano i Reaper della US Air Force Africa (Forza aerea Usa per l’Africa), che vengono ora ridislocati nella nuova base 201 di Agadez nel nord del paese, continuando a operare di concerto con quelli francesi.
Il caso è emblematico. Stati uniti, Francia e altre potenze europee, i cui gruppi multinazionali rivaleggiano per accaparrarsi mercati e materie prime, si compattano quando sono in gioco i loro interessi comuni. Ad esempio, quelli che hanno nel Sahel ricchissimo di materie prime: petrolio, oro, coltan, diamanti, uranio. Ora però i loro interessi in questa regione, dove gli indici di povertà sono tra i più alti, vengono messi in pericolo dalle sollevazioni popolari e dalla presenza economica cinese. Da qui la Barkhane che, presentata come operazione antiterrorismo, impegna gli alleati in una guerra di lunga durata con droni e forze special
Il più forte collante che tiene unita la Nato è costituito dai comuni interessi del complesso militare industriale sulle due sponde dell’Atlantico. Esso esce rafforzato dal Summit di Londra. La Dichiarazione finale fornisce la principale motivazione per un ulteriore aumento della spesa militare: «Le azioni aggressive della Russia costituiscono una minaccia per la sicurezza Euro-Atlantica». Gli Alleati si impegnano non solo a portare la loro spesa militare almeno al 2% del Pil, ma a destinare almeno il 20% di questa all’acquisto di armamenti. Obiettivo già raggiunto da 16 paesi su 29, tra cui l’Italia.
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Il militarismo femminista come faccia della politica occidentale
16 Dicembre 2019 di Leonid Savin
C’è un mito nell’ala femminista della scuola liberale di relazioni internazionali che piace spesso usare e ripetere per portare acqua al proprio mulino. Si crede che, poiché il moderno sistema di potere è costruito da uomini che sono propensi a pensare come soldati (o rivali), il mondo sia condannato a guerre e conflitti. Ma se il mondo fosse governato da donne, femministe liberali che pontificano sognanti da alti podi e dipartimenti universitari, allora pace e armonia regnerebbero supreme. Dopotutto, le donne non hanno il modo di pensare fallocentrico (come amano dire i postmodernisti) che è caratteristico del sistema patriarcale, ma piuttosto un istinto materno che incoraggerebbe le donne politiche a trattare non solo quelle più vicine a loro con compassione, ma anche tutti gli altri. I fautori di questa teoria stravagante credono che le donne siano più inclini all’empatia, quindi, con il trasferimento di questi sentimenti nelle relazioni internazionali, ci sarebbe la pace nel mondo. Questa teoria, tuttavia, non è in alcun modo confermata dalla pratica.
Mentre la femminilizzazione della società occidentale è chiara – basta ricordare la fotografia del 2014 dei ministri della difesa di Germania, Norvegia, Svezia e Paesi Bassi, che a quel tempo erano tutte donne (come lo erano i ministri della difesa dell’Italia e Albania) – questo ha più a che fare con il degrado della cultura maschile in Occidente. Per inciso, il loro fascino femminile e la mancanza di un modo di pensare fallocentrico hanno costretto l’Ucraina a una soluzione pacifica del conflitto nel Donbass? Affatto.
E quando si parla di politica mondiale, ci sono prove storiche di politici donna che provocano e aggravano i conflitti. Atteniamoci alla Storia recente, tuttavia, e vediamo come queste Amazzoni postmoderne abbiano influenzato le decisioni politiche cruciali.
Inizieremo con l’ex Segretario di Stato americano Madeleine Albright. Fu la prima donna a ricoprire l’incarico e si distinse perseguendo una dura politica estera usando la forza militare. Madeleine Albright è stata direttamente coinvolta nella decisione di bombardare la Jugoslavia ed è noto che ha scelto personalmente gli obiettivi nel Paese dei Balcani. Più tardi, dimostrò apertamente e pubblicamente un odio patologico nei confronti dei serbi.
Condoleezza Rice è un altro esempio emblematico. Ha servito come Consigliere per la Sicurezza Nazionale del presidente George W. Bush tra il 2001 e il 2005. Insieme a Colin Powell, Condoleezza Rice ha sostenuto che l’Iraq aveva
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Rappresentante Haftar A Mosca: Denuncia Il Piano Ankara-Tripoli – Colloqui Per Il Forum Economico Russia-Libia
Evangelos D. Kokkinos
Traduzione di Paul Antonopoulos.
MOSCA – Abdul Hadi Al-Hawij, braccio destro del generale Haftar dell’esercito nazionale libico che si oppone al governo dei Fratelli musulmani appoggiato dalla Turchia che occupa la capitale libica di Tripoli, è stato invitato formale dal ministero degli Esteri russo, Mikhail Bogdanov, è stato ricevuto ieri in Russia dal viceministro degli affari esteri per il Medio Oriente e Nord Africa.
L’incontro è durato tre ore, secondo l’ufficio stampa del ministero, e ha affrontato le principali questioni affrontate da entrambe le parti, vale a dire l’accordo turco con il governo incostituzionale di al-Sirraj.
È interessante notare che anche lo stesso ufficiale del potente comandante si è avvicinato a Israele. In particolare, il ministro degli Esteri del governo del generale Khalifa Haftar (LNA) ha dichiarato di sperare che la Libia possa stabilire normali relazioni con Israele se il problema palestinese viene risolto, creando il terreno per un riavvicinamento tra le due parti.
Il braccio destro di Haftar ha sottolineato che i libici hanno il diritto di vivere sulla loro terra con un governo unico e forte, in sicurezza e stabilità e con un esercito nazionale che protegge la costituzione e i confini e preserva la dignità dei cittadini e delle forti istituzioni finanziarie, l’economia libica.
Nell’incontro si sono discussi anche i modi per sviluppare la cooperazione bilaterale con l’istituzione di un forum economico libico-russo, invitando le compagnie russe a partecipare alla ricostruzione
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CULTURA
Il paradosso di Popper e l’ipocrisia della società “aperta”
Di Giovanni Damiano – 15 Dicembre 2019
Ritorniamo, in maniera schematica, sul problema della tolleranza, su cui ci siamo già soffermato in un precedente scritto. Com’è risaputo, Karl Popper nella sua opera La società aperta e i suoi nemici ha elaborato il cosiddetto “paradosso della tolleranza”, in base al quale una illimitata tolleranza avrebbe come inevitabile conseguenza la scomparsa della tolleranza e la vittoria degli intolleranti. Da qui, la necessità di limitare l’esercizio della tolleranza ai soli tolleranti. Per cui, ecco il paradosso, per garantire la tolleranza è necessario non essere tolleranti.
Quale società aperta
Ma il vero paradosso è un altro, nel senso che una società che non tollera le voci dissenzienti, che non riconosce il diritto di criticarla, che non si apre alle ragioni dell’altro da sé, può dirsi davvero aperta? E quindi anche Popper, nel momento in cui invoca l’intolleranza per gli intolleranti non trasforma forse lui stesso, ecco il vero paradosso, in un nemico della società aperta? Sembra che questa conclusione sia indifferibile, perché delle due l’una: o la società aperta è davvero tale, e dunque inclusiva dell’altro da sé, capace di dare voce al diverso, alla differenza, oppure diviene uno dei tanti esempi di società chiusa, dove trionfa solo ed esclusivamente il medesimo, dove si condividono principi, valori e pratiche, senza lasciare spazio a un autentico pluralismo.
Perché di certo non è minimamente pensabile l’inaccettabile ipocrisia di una società che si spaccia per ‘aperta’, incassando per questo un cospicuo ‘premio’ in termini di legittimazione, senza esserlo per davvero. Di nuovo, delle due l’una: o una società è davvero aperta, assumendo su di sé i rischi che ciò potrebbe comportare, ma incassandone anche i lauti vantaggi in termini di consenso, legittimità e rendita di posizione, oppure smette di mostrarsi per quel che non è.
La contraddizione di Popper
Ma è proprio il rimando ai (presunti) rischi che è dirimente, ossia è in grado di mostrare l’intrinseca contraddittorietà dell’argomento di Popper. Infatti, è del tutto infondata razionalmente la pretesa di stabilire un nesso necessario tra opinioni intolleranti e futura scomparsa della tolleranza, ovvero l’idea che si dia una inevitabile futura vittoria degli intolleranti qualora nell’oggi si dia spazio a opinioni ritenute intolleranti. Si tratta di una tesi infalsificabile, perché poggiante su un futuro
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CYBERWAR SPIONAGGIO INFORMAZIONE DISINFORMAZIONE
L’uso militare nascosto della tecnologia 5G
11 Dicembre 2019 DI MANLIO DINUCCI
voltairenet.org
L’operazione organizzata dai “Cinque Occhi” contro Huawei mira esclusivamente ad assicurarsi che in Occidente la tecnologia 5G non sia controllata da una società cinese. Come attesta un rapporto del Pentagono, questa tecnologia civile ha infatti innanzitutto un utilizzo militare.
Al Summit di Londra i 29 paesi della Nato si sono impegnati a «garantire la sicurezza delle nostre comunicazioni, incluso il 5G». Perché questa tecnologia di quinta generazione della trasmissione mobile di dati è così importante per la Nato? Mentre le tecnologie precedenti erano finalizzate a realizzare smartphone sempre più avanzati, il 5G è concepito non solo per migliorare le loro prestazioni, ma principalmente per collegare sistemi digitali che hanno bisogno di enormi quantità di dati per funzionare in modo automatico. Le più importanti applicazioni del 5G saranno realizzate non in campo civile ma in campo militare. Quali siano le possibilità offerte da questa nuova tecnologia lo spiega il rapporto Defense Applications of 5G Network Technology, pubblicato dal Defense Science Board, comitato federale che fornisce consulenza scientifica al Pentagono: «L’emergente tecnologia 5G, commercialmente disponibile, offre al Dipartimento della Difesa l’opportunità di usufruire a costi minori dei benefici di tale sistema per le proprie esigenze operative». In altre parole, la rete commerciale del 5G, realizzata da società private, sarà usata dalle forze armate statunitensi con una spesa molto più bassa di quella che sarebbe necessaria se la rete fosse realizzata unicamente a scopo militare.
Gli esperti militari prevedono che il 5G avrà un ruolo determinante nell’uso delle armi ipersoniche: missili, armati anche di testate nucleari, che viaggiano a velocità superiore a Mach 5 (5 volte la velocità del suono). Per guidarli su traiettorie variabili, cambiando rotta in una frazione di secondo per sfuggire ai missili intercettori, occorre raccogliere, elaborare e trasmettere enormi quantità di dati in tempi rapidissimi. Lo stesso è necessario per attivate le difese in caso di attacco con tali armi: non essendoci il tempo per prendere una decisione, l’unica possibilità è quella di affidarsi a sistemi automatici 5G. La nuova tecnologia avrà un ruolo chiave anche nella battle network (rete di battaglia). Essendo in grado di collegare contemporaneamente in un’area circoscritta milioni di apparecchiature ricetrasmittenti, essa permetterà ai reparti e ai singoli militari di trasmettere l’uno all’altro,
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ECONOMIA
IL MES COME STRUMENTO DEL FISCAL COMPACT
Domenico Moro – 12 Dicembre 2019
Il Mes (Meccanismo europeo di stabilità) ha lo scopo di provvedere fondi e fornire supporto per la stabilizzazione dei Paesi che ne fanno parte (quelli appartenenti all’area euro) nel caso in cui sperimentino o siano minacciati da gravi problemi finanziari. Per farlo, come viene specificato nella versione “riformata” dello statuto del Mes, “può seguire e valutare la situazione macroeconomica e finanziaria dei suoi membri inclusa la sostenibilità del loro debito pubblico” (Art.3).
Tale controllo sull’economia e sulla situazione finanziaria dei Paesi membri è il nodo centrale della riforma del Mes. Infatti, la riforma del Mes rappresenta l’ulteriore implementazione del Fiscal compact all’interno dell’area euro. Il Fiscal compact, ricordiamolo, fu introdotto nel 2012 in un periodo di grave crisi, peggiorando le condizioni dei paesi che erano in difficoltà economica e introducendo regole più severe in termini di finanza pubblica. In sostanza proprio nel momento in cui si sarebbe dovuto intervenire a sostegno dell’economia in difficoltà spendendo soldi pubblici, si imposero politiche di severa restrizione del bilancio pubblico.
Il fiscal compact, oltre all’obbligo di pareggio di bilancio, introduce una regola particolarmente nefasta: la riduzione di un ventesimo all’anno della parte eccedente il 60% del debito pubblico sul Pil. Si tratta di una regola potenzialmente devastante per l’intera società che infatti, al momento, non si è riusciti a mettere in pratica. Nel concreto l’Italia, ad esempio, dovrebbe ridurre di oltre la metà il suo debito pubblico che nel 2018 era al 134% sul Pil e che in valore assoluto raggiunge oggi i 2.440 miliardi. Questo significa che ogni anno per venti anni lo Stato italiano dovrebbe trovare circa 60-70 miliardi aggiuntivi per ridurre il debito, inibendo qualsiasi investimento ancora di più di quanto non sia avvenuto negli ultimi anni e devastando in questo modo la sanità, l’istruzione pubblica, ecc. Si consideri, come termine di paragone, che per evitare nel 2020 la tanto citata attivazione dell’aumento dell’Iva, contenuta nelle clausole di salvaguardia, il governo Conte ha dovuto recuperare 23,1 miliardi di euro. Cioè circa tre volte meno dell’eventuale riduzione del debito di un ventesimo.
Ora è da notare che gli strumenti di assistenza finanziaria precauzionale del Mes forniscono sostegno solo a patto che i Paesi richiedenti assistenza finanziaria rispettino alcune condizioni previste nell’Allegato III di nuova introduzione. Innanzi tutto che il Paese in questione non sia sotto procedura per deficit eccessivo e soprattutto che nei due anni precedenti la richiesta sia rispettata ognuna delle seguenti condizioni:
- a) che il deficit di bilancio non ecceda il 3% del Pil;
b) che il debito pubblico sia al di sotto del 60% del Pil o che si sia realizzata una riduzione della differenza con il 60% nei precedenti due anni a una media di un ventesimo per anno.
Proprio il punto b) coincide con la regola introdotta dal Fiscal compact di cui abbiamo parlato. Oltre a queste condizioni, i Paesi richiedenti non devono avere eccessivi squilibri macroeconomici, devono avere una
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Manovra, Mattarella ha firmato. Niente tagli alle pensioni d’oro
LA NORMA POTREBBE RIENTRARE CON UN EMENDAMENTO
di Marco Rogari e Gianni Trovati – 31 ottobre 2018
Sgravi fino a 8mila euro per assumere laureati «110 e lode» e dottori di ricerca
Il capo dello Stato Sergio Mattarella ha firmato l’autorizzazione alla presentazione alle Camere del disegno di legge di bilancio. Esce in extremis dalla manovra la tassa sulla pesca sportiva. Sul filo di lana sale invece sul treno del provvedimento un rifinanziamento da tre milioni per il fondo destinato alle politiche migratorie. A differenza del taglio alle pensioni d’oro, che non è riuscito a farsi largo nel testo ma che dovrebbe rientrare attraverso un emendamento nel corso dell’iter parlamentare.
Sale dal 30% all’80% il taglio ai fondi extra-sanità e welfare per le Regioni che entro 6 mesi non aboliranno i vitalizi. Salta l’articolo dedicato al fondo per la famiglia ma lo stanziamento da cento milioni, assicurano fonti ministeriali, è nei rifinanziamenti scritti nella seconda sezione della legge di bilancio. Sono queste le ultime novità
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Il più grande fondo sovrano del mondo investe sulla Gran Bretagna e sulle borse
One trillion dollar, baby. Sapete quanti soldi sono? Un miliardo di miliardi! Ok.
Ora che ci siamo intesi meglio, provate a scriverlo in cifre… Fatto? Bene, questo è il peso che il più grande fondo sovrano del mondo può mettere sul piatto dell’economia mondiale. Abbiamo già parlato del ruolo dei fondi sovrani, ma c’è una nuova notizia che viene da Bloomberg e fa riflettere sul futuro delle borse anglosassoni e sul Regno Unito
L’uomo che gestisce il fondo di 1 trilione di dollari in Norvegia, infatti, guarda oltre l’attuale burrasca politica promettendo di investire nel Regno Unito “non importa quale” e pianifica di investire altri 100 miliardi nei mercati azionari statunitensi.
Finora il fondo norvegese ha adottato un approccio ottimista di fronte alle agitazioni derivanti dalla Brexit, aggiungendo investimenti persino alle sue partecipazioni immobiliari a Londra immediatamente dopo il voto del 2016. Il manager ha ripetutamente sostenuto che il Regno Unito rimarrà una potenza economica europea indipendentemente dall’esito della Brexit.
“Quello che abbiamo detto per tre anni è che siamo investitori a lungo termine in Gran Bretagna, non importa quale sarà il risultato”, ha detto Yngve Slyngstad, amministratore delegato di Norges Bank Investment Management, in un’intervista a Oslo con John Micklethwait su Bloomberg TV. I paesi dovrebbero “sapere che siamo impegnati a lungo termine” e per un “investimento stabile”.
Costruito grazie alle ricchezze petrolifere della Norvegia negli ultimi due decenni, il fondo è stato progettato per investire nei mercati di tutto il mondo per raccogliere i benefici di un maggiore commercio globale e di legami economici più stretti. Tale modello viene ora messo in discussione da una crescente controversia commerciale tra le potenze economiche del mondo, il crescente autoritarismo in molti paesi e la decisione del Regno Unito di lasciare l’Unione europea.
La disputa commerciale probabilmente si risolverà “nel tempo”, ha detto Slyngstad, aggiungendo che sarà “molto più difficile” spezzare le catene di approvvigionamento globali di quanto possa sembrare. “C’è un enorme vantaggio nel tenere insieme le catene di produzione”.
Il più grande fondo di ricchezza del mondo detiene circa l’1,5% delle azioni quotate dell’intero pianeta e quest’anno ha portato la quota di azioni fino al 70% del suo portafoglio, assumendosi maggiori rischi per incrementare i rendimenti in un mondo a tassi ultra bassi. Alla fine di giugno, il fondo norvegese deteneva circa 66 miliardi di dollari in obbligazioni a rendimento negativo.
I tassi negativi sono la preoccupazione principale in questo momento, ha
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FINANZA BANCHE ASSICURAZIONI
Popolare di Bari, Di Maio: “Il DL salva i risparmiatori, chiederemo nome e cognome di chi ha creato il buco”
di F. Q. | 16 DICEMBRE 2019
“Il Presidente del Consiglio solleciterà Banca d’Italia e i commissari un’azione di responsabilità sui vecchi manager, quelli che hanno creato il buco evidentemente prestando soldi agli amici degli amici. C’è anche l’impegno politico a chiedere nome e cognome dei super debitori che hanno creato il buco di bilancio, cioè quei signori ai quali si sono prestati i soldi in maniera disinvolta.
Il decreto salva i risparmi dei risparmiatori, ma nessuna pietà per i manager e per gli amici degli amici che l’hanno ridotta così”.
Così Luigi Di Maio al termine del Consiglio dei ministri straordinario per varare il decreto per la Banca popolare di Bari, commenta l’intervento deciso dall’esecutivo. E sulle differenze con i vecchi salvataggi
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IMMIGRAZIONI
Grecia invasa… è solo l’inizio?
12 Dicembre 2019 DI PANAGIOTIS GRIGORIOU
greekcrisis.fr
La fine dell’autunno in Grecia è caratterizzata dall’intensificarsi dei flussi migratori in ingresso, non più solo nelle isole, ormai sature, ma direttamente sul continente. Sono giovani, in forze, dotati di cellulare, spesso inviati direttamente dalla Turchia, con evidenti finalità di destabilizzazione del mai amato vicino ellenico. La propaganda dilagante non ferma le reazioni popolari, che si fanno sentire un po’ ovunque, anche perché le disposizioni (ufficiali e non) dicono in sostanza che i nuovi arrivati devono venire prima dei greci in tutti gli ambiti di intervento pubblico (alloggi, sussidi, cure sanitarie, etc). L’impoverimento dei greci è tale che i villaggi sono ormai spopolati e molti non reclamano neppure i morti negli ospedali, per non doverne pagare la sepoltura. Le commemorazioni della rivolta studentesca del 1973 sono occasione di passerella per Tsipras e Varoufakis, ma nel mondo reale la gente subisce aggressioni e violenze dai nuovi arrivati e si organizza: gli alberghi cominciano a non volerli più ospitare (nonostante i rimborsi statali). E’ come un’invasione, ma senza colpi di arma da fuoco, almeno per ora: più di uno prevede che molti dei migranti entrati in questi mesi si “attiveranno” nel momento in cui la Turchia deciderà di passare all’azione per un attacco militare vero e proprio. Intanto anche registi famosi come Costa-Gavras si prestano ad operazioni agiografiche verso il potere, facendo uscire il film ispirato al libro “Adulti nella Stanza” di Varoufakis. Da leggere per intero la lettera di Zoe Konstantopoúlou che presiedeva, all’epoca, il Parlamento Greco, che smonta la versione autoassolutoria dell’autore, secondo cui non ci si poteva opporre ai memoranda “Una lettura della storia che mostra quello che è successo nel 2015 come unico risultato del comportamento estremo dei creditori (…) è una lettura falsa. I creditori si sono comportati in modo criminale, spietato, che ricorda un colpo di stato. E’ un dato di fatto. Purtroppo, il governo greco e i responsabili delle trattative con i creditori hanno reso loro le cose più facili. Non si erano preparati, il loro lavoro era sommario e superficiale. E se alcuni pensano di aver capitolato perché non erano preparati, la mia convinzione, sulla base dei fatti che ho vissuto, è che hanno scelto di non prepararsi perché avevano accettato di capitolare”.
E infine, come sempre a fine anno, Panagiotis Grigoriou apre una sottoscrizione straordinaria, ormai non solo più per esigenze specifiche del blog, ma anche per il sostentamento materiale del suo autore. La pagina è QUESTA
Giovedì 14 novembre 2019
Da “C’è un passaggio e… Pasarán” – articolo originale QUI
(…)
[E] Poi ci sono i parassiti politici ed economici di Atene, tra cui il Presidente della “Repubblica” Pavlópoulos, e Mitsotákis nel ruolo di Primo Ministro e il loro “Parlamento” da operetta, tutto questo piccolo mondo di vampiri, che ha osato istituire un Comitato….. per commemorare i 200 anni della Rivoluzione Nazionale, Cristiana e Sociale del 1821, che ha portato ad una Grecia finalmente (e supponiamo) libera. A capo di questa commissione c’è la ricchissima Giánna Angelopoúlou, che aveva già presieduto il comitato delle fatidiche Olimpiadi del 2004, quando ancora le stesse caste avevano inghiottito tanti milioni, ma un regalino da qualche miliardo è stato come sempre inviato ai cittadini del paese reale sotto forma di debito. Giánna Angelopoúlou, la cui famiglia del marito venne notevolmente arricchita dalla gentile partecipazione dei tedeschi sotto l’occupazione degli anni ’40 (trasmissione 90.1 FM, 12 novembre 2019, mattino), ha tenuto addirittura un discorso al “Parlamento” il 7 novembre, un discorso degno di una mediocre liceale, un po’ come se stesse presiedendo l’Ufficio del Turismo della…. regione della Grecia.
La moglie del ricco uomo ha parlato degli armatori di Chios, della tessitura della seta di due secoli fa, delle attuali ONG che si occupano di protezione dell’orso, e poi della cosiddetta recente….. grandezza di una Grecia piuttosto multiculturale. Gli eroi della nostra Rivoluzione Nazionale sono stati ignorati, la Rivoluzione stessa è stata dimenticata, come se volessimo commemorare la Rivoluzione del 1821 senza di essa.
(…)
Tsípras, Mitsotákis e Georgiádis. Atene, 11 novembre 2019, stampa greca
Dal “No pasarán”… all’attuale “autostrada”, c’è stato solo un piccolo passo, ed è stato sicuramente fatto. Inoltre, la propaganda di questa sinistra, che i Mitsotakiani, così come i Sorositi, ripetono anch’essi, è allora abietta e grossolana. Doúrou [NdT: ex Presidente della Regione dell’Attica], attraverso il suo messaggio, assimila gli attuali migranti ai rifugiati greci cacciati dai turchi tra il 1922 e il 1924 dopo la guerra del 1919-1922. Quando nel 1923, a Losanna, la maggior parte dei greci era
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Australia: primo barcone in quattro anni, migranti arrestati
‘Falla in sorveglianza’. Polizia cerca eventuali fuggitivi
Per la prima volta da quattro anni, una barca di migranti proveniente dal Vietnam è riuscita a raggiungere le coste dell’Australia.
I migranti a bordo sono stati arrestati.
Il Paese aveva finora praticamente azzerato gli arrivi, impiegando le navi della marina per respingere i barconi e costringendo i richiedenti asilo a ripiegare in campi profughi in Papua Nuova Guinea e nell’isola di Nauru.
Una linea dura, portata avanti con una campagna battezzata ‘No way’, che è
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PANORAMA INTERNAZIONALE
ANCHE LA GRAN BRETAGNA CE LO CONFERMA: QUANDO I POPOLI POSSONO VOTARE VANNO IN FRANTUMI TUTTE LE EURO-MENZOGNE
Danilo Bonelli – 13 dicembre 2019.
Per tre lunghi anni ci hanno raccontato che gli inglesi si erano amaramente pentiti di aver votato per l’uscita dall’Unione Europea e ci hanno mostrato piazze piene di folla che – stando alla narrazione di Bruxelles – voleva a furor di popolo la ripetizione del referendum……poi gli inglesi hanno votato, confermando per la seconda volta il loro rifiuto di far parte di questa sconcia aggregazione comunitaria.
E così stamani mi aspettavo di sentire che sul Regno Unito si erano abbattute le piaghe bibliche, che la Torre di Londra era crollata e il Tamigi straripato…..è avvenuto invece l’esatto contrario, con la quotazione della sterlina che ha preso il volo verso l’alto.
Il voto degli inglesi ha rappresentato un’autentica mazzata nei denti per tutti gli eurocrati che confidavano in un ripensamento britannico e che ora dovranno finalmente prendere atto una volta per tutte della Brexit.
L’Unione Europea finora si è retta essenzialmente non già sul convinto consenso dei popoli bensì sui ricatti economico-finanziari agli Stati membri, oggetto di ritorsioni punitive e di minacce assimilabili a quelle del terrorismo per piegarli ai voleri dei signori della Commissione Europea che a parole affermano che l’Europa va cambiata ma che poi nei fatti lasciano che tutto resti esattamente così com’è.
Questa fasulla Unione Europea raggiunge il suo apice con la droga ideologica spacciata ai giovani dell’Erasmus e con le vetrine dei maggiorenti che – tra cerimonie sfarzose e pranzi di gala all’ombra delle bandiere blu – si scambiano davanti alle telecamere i loro baci di Giuda anziché limitarsi alle strette di mano……ma intanto hanno realizzato solo un’unione monetaria ed economica mentre continuano a mancare una comune politica estera e un’unica forza militare europea d’intervento, due aspetti questi che – se ci fossero – potrebbero rappresentare il collante di un comune sentimento.
L’uscita ufficiale e definitiva della Gran Bretagna è un macigno sull’Unione Europea … auspico che possa essere solo l’inizio della frana.
Corbyn ai giovani: «non fatelo a casa»
Jeremy Corbyn ha avuto in mano l’opportunità di passare alla storia. Nel 2017 i sondaggi arrivarono ad attribuirgli un largo vantaggio sui conservatori, divisi al proprio interno dopo il voto sulla Brexit e, soprattutto, delusi dai continui contorsionismi della May, incagliata in un vicolo cieco in parlamento e a Bruxelles. Non solo: mai come negli ultimi anni il suo programma socialista sembrava sfondare soprattutto tra i più giovani. Aveva tutto per vincere in Gran Bretagna e diventare il leader della nuova sinistra europea post-europeista e post-liberista.
Si è suicidato
Ha ceduto progressivamente alle pressioni dell’ala blairiana (ricorderete l’epoca dei continui attacchi dal Guardian sul suo presunto antisemitismo) nella miope illusione di attrarre voti remainer in uscita dai Tories fino ad arrivare, da Leaver storico, a proporre un secondo referendum. Difficile capire come pensasse di coniugare il suo programma di nazionalizzazioni con la permanenza nell’UE. Chi dice che alle elezioni di ieri è stato punito per il suo programma “troppo radicale” dovrebbe guardarsi la geografia del voto. Scoprirebbe che Corbyn è stato abbandonato non nel sud di Londra, ma nelle tradizionali roccaforti laburiste.
Il Labour è stato sconfitto a Blyth Valley, dove vinceva dal 1950. E anche nei collegi che alla fine ha mantenuto ha subito un’erosione di voti dal 10% a oltre il 20% in alcuni casi. Sono proprio i collegi del cosiddetto Labour Leave quelli che gli hanno voltato le spalle. Già, il popolo.
Non gioisco per il suo tracollo, che, tra le altre cose, gli è già costato le
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Tutte le balle sulla sconfitta di Corbyn in UK
Eugenio Galioto – 15 dicembre 2019
È partito il mantra “se Corbyn non fosse stato così radicale e socialista”. Più della metà degli opinionisti da salotto televisivo e da tastiera sono convinti che per battere la destra sarebbe occorsa non una sinistra “da anni Settanta”, ma una sinistra blairiana, cioè un modello decotto e in crisi dappertutto di sinistra neo-liberal e pro-global “anni Novanta”.
Ovunque, la destra vince perché è capace (almeno nella propaganda) a rispondere alla domanda di protezione sociale dei ceti popolari e medi colpiti dalla crisi, dalla distruzione sistematica del welfare, dall’arbitrio incontrastato dei mercati finanziari internazionali. E c’è una parte del mondo degli opinionisti e – ahinoi – dei politici (un nome tra tutti: Matteo Renzi) che crede ancora che la ricetta giusta per battere le destre sia essere liberisti, per la globalizzazione dei mercati e la privatizzazione dei servizi pubblici, a favore del contenimento della spesa sociale e per la stabilità monetaria come suggerito da Friedman. Bene, avanti così!
I dati ci mostrano un’altra cosa: in più della metà dei collegi uninominali, se il Libdem (una forza centrista a metà tra Italia viva e Forza Italia) non avesse fatto desistenza nei confronti dei conservatori, i laburisti avrebbero vinto. Facciamo conto che è come se in Italia tutto il centrodestra, IV di Renzi e il M5S fossero contro un Pd guidato da Fratoianni: in un sistema uninominale, ovviamente, il Pd non avrebbe alcuna speranza di vincere.
Non dimentichiamo, poi, che Corbyn ha preso il Labour allo sfascio e lo ha fatto crescere, innescando una partecipazione in termini di attivismo e iscrizioni che non si registrava dagli anni Novanta. Insomma, non proprio un partito di notabili. Decisivi per la vittoria dei conservatori sono stati i risultati dei collegi dei cosiddetti “Labour leavers”, cioè quei collegi tradizionalmente labouristi degli operai e delle classi medie dei servizi, più colpiti dal mercato unico europeo e dal mercato globale, che hanno scelto di votare per i Tories semplicemente perché percepiti come più affidabili nel realizzare la
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Nell’era di Greta Thunberg, affrontare i cambiamenti climatici è diventato l’imperativo categorico per le élites globaliste ed europeiste.
DI ROSANNA SPADINI – 14 DICEMBRE 2019
Ha iniziato Alexandria Ocasio-Cortez, la superstar dei democratici Usa, nel febbraio scorso, col suo “Green New Deal”. In un unico sottoparagrafo veniva promesso “assistenza sanitaria di alta qualità; alloggi accessibili, sicuri e adeguati; sicurezza economica; acqua e aria pulite, cibo sano e accessibile.” E poi ancora “un lavoro consistente, un adeguato congedo medico e familiare, ferie pagate e sicurezza pensionistica”. Un progetto di riforma sociale decisamente utopistico. Una sorta di paradiso dell’Eden in salsa Dem.
Sostituire le fonti energetiche ad alto tenore di carbonio con fonti più pulite come gas naturale, nucleare e bioenergia costringerebbe decisamente l’America alla decarbonizzazione. Però fornirebbe davvero “milioni di posti di lavoro” e “livelli senza precedenti di prosperità e sicurezza economica” come promesso dalla “green revolution”?
Forse il Green New Deal galvanizzerà il voto dei giovani o aiuterà ad eleggere i democratici attenti all’ambiente, forse è stato geniale associare l’ambientalismo ad altre politiche economiche che potrebbero attirare consensi, tuttavia resta il fatto che il progetto si configura come illusorio.
Poi, a distanza di qualche mese arriva il “European Green Deal” di Ursula von der Leyen, che fa riferimento fin da subito al fenomeno dei Fridays for Future. Con 100 miliardi di euro da destinare alle regioni e ai settori più vulnerabili per favorire la riconversione energetica di tutta l’industria europea.
VIDEO QUI: https://youtu.be/Bhl-YBhNFkA
Ma anche l’accordo verde europeo stabilisce una serie di politiche troppo ambiziose per essere credibili: una legge europea sul clima per sancire l’obiettivo della “neutralità climatica” entro il 2050; un aumento dal 40% al 50/55% di riduzione delle emissioni del 2030; un Fondo di transizione per sostenere le regioni più colpite dalle nuove politiche climatiche; una tassa sul carbonio, e una revisione della direttiva sulla tassazione dell’energia. Alcune di queste politiche si manifesteranno nei primi 100 giorni, mentre altre dovranno impiegare anni, vista la progettazione così complessa. Le disposizioni del Green New Deal insomma sembrano approdare sulla luna, con l’orizzonte del 2050 per la completa decarbonizzazione.
Ma non tutto procede secondo i piani di zia Ursula, visto che Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca e la Francia (sostanzialmente per la difesa del proprio nucleare) si sono rifiutate di appoggiare la proposta in occasione di una
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SCIENZE TECNOLOGIE
Entropia e neghentropia nell’Antropocene
Bernard Stiegler – 14 DICEMBRE 2019
In occasione della lectio d Bernard Stiegler al Macro che si terrà domenica 15 dicembre (dalla 16.00 alle 18.00 Auditorium), pubblichiamo un estratto dal libro La società automatica, edito da Meltemi nella collana Culture radicali (diretta da Gruppo Ippolita). Lunedì 16 dicembre Stiegler terrà un seminario all’Università di Roma3, aula 16 – dalle 10.00 alle 13.00, Dipartimento di Filosofia Comunicazione e Spettacolo (via Ostiense 234). L’evento è promosso dal MACRO – Museo d’Arte Contemporanea Roma in collaborazione con una rete di soggetti attivi nell’innovazione sociale, artistica e tecnologica nella città di Roma: Red Mirror, Basic Income Network – Italia BIN Italia, OperaViva Magazine, ReTer. Partecipano, tra gli altri: Giuseppe Allegri, Fabio Benincasa, Ilaria Bussoni, Roberto Ciccarelli, Daniela Cotimbo, Luigi Corvo, Giorgio de Finis, Dario Gentili, Nicolas Martino, Andrea Masala, Andrea Giacomo Minichini, Teresa Numerico, Iacopo Scali, Nicolò Scarano, Stefano Simoncini, Tiziana Terranova, Agnese Trocchi, Viviana Vacca, Benedetto Vecchi.
La cosa più strana, in questo roboante ritorno della “specie umana” nella storia, è che l’Antropocene fornisce la dimostrazione più clamorosa del fatto che, da un punto di vista ambientale, l’umanità, intesa come un tutto, non esiste.
Christophe Bonneuil e Jean-Baptiste Fressoz
Che cosa è successo tra il 23 giugno e il 23 ottobre 2008
Il 23 giugno 2008, analizzando su “Wired” il modello di affari di Google, Chris Anderson ha mostrato come tutti i servizi offerti da questa impresa – basati su quanto Frédéric Kaplan ha chiamato il capitalismo linguistico1 – siano
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