NOTIZIARIO STAMPA DETTI E SCRITTI
16 MARZO 2020
A cura di Manlio Lo Presti
Esergo
Un giovane chiama alcuni suoi amici, e con loro lascia la città, dove infuria una grave epidemia.
Dopo essersi riforniti dei viveri necessari alla sussistenza, gli amici-che sono dieci in tutto – si stabiliscono in una villa sulle colline intorno alla città, dove portano i viveri, necessari per la lunga quarantena volontaria.
Come passeranno il tempo?
Il mattino, ognuno svolgerà la propria mansione, utile alla sussistenza: coltura dell’orto e dei fiori, cucina, ricamo, pulizia.
Nel pomeriggio, ognuno (Fiammetta, Filomena, Emilia, Elissa, Lauretta, Neifile, Pampinea, Dioneo, Filostrato e Panfilo) racconterà dieci racconti, per 10 giorni, per un totale di 100 racconti. Siamo nel periodo tra il 1348 e il 1349 …
L’epidemia è quella di peste, causata dal batterio Yersinia pestis, proveniente dal nord della Cina, che provocò 20-25 milioni di morti in Europa, pari a un terzo della popolazione del tempo, a partire dal 1348.
La città è Firenze. Il giovane è Giovanni Boccaccio. Il libro è il “Decameron”.
Il grande inquisitore – 2 03 2020
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Precisazioni
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SOMMARIO
Carri armati in Italia durante la peste. Perché?
Viva la solidarietà, la Germania blocca le mascherine destinate all’Italia
Riprende l’export di mascherine verso l’Italia: Germania e Francia costrette a piegarsi alla Ue
COVID 19: qualcuno sapeva?
Meridione, piano segreto. Già pronti 7mila militari
Italia sotto controllo totale NATO
Le crisi fanno emergere il meglio e il peggio di una società
Calci nel sedere al popolo che crepa di aperitivi. Isolate chi non vuole isolarsi
PRATICAMENTE HANNO CREATO UNA BOMBA NUCLEARE SILENZIOSA???
Preg.ma Sig.ra Ursula von der Leyen
De Magistris: “Virus da Campania? Ci avrebbero sparato addosso”
FANTASCIENZA O FANTAPOLITICA O FANTAECONOMIA
Dall’Italia l’attacco Usa alla Siria
HAARETZ – La pandemia li fa sognare …
Iran: Le menzogne dei mullah sul coronavirus
Americani morti
CONTE COME MOSÈ? … (Seconda parte)
L’epidemia dell’immaginario (spiegata)
Introduzione a “I senza patria”
Se le porgessimo qualche scusa, Herr Spengler?
La Germania si consente tutto ciò che la UE vieta
Ministro nominato dal Colle per votare il M.E.S.
MES, una fregatura spiegata facile, che non deve essere approvata
Quell’Europa che non c’è più
LA BANCA KfW – E PERCHE’ NOI NON NE ABBIAMO UNA
Il problema è l’euro, non il MES
Pensioni ridotte del 50% in arrivo? Facciamo chiarezza
Coronavirus, in arrivo i primi licenziamenti? Compagnie aeree sull’orlo della crisi
Conte sveglia: rischiamo dieci milioni di disoccupati
IL PLOTONE DEGLI HERORATS
Trump ama l’Italia? Che cosa non si fa per un pugno di voti
Infettare tutti per ottenere l’immunità di gregge
Coronavirus, l’allarme di Londra: “Nel Regno Unito fino al 2021”
La tirannia dell’ignoranza
Il discorso di Conte: coronavirus e cronache del crollo
Amintore Fanfani
EDITORIALE
Carri armati in Italia durante la peste. Perché?
Manlio Lo Presti- 16 03 2020
Il MORPHING del Colle si sta muovendo perché teme una rivolta popolare nelle fabbriche del nord?
Teme l’avverarsi di una versione aggiornata del BIENNIO ROSSO avente lo scopo di evitare lo smontaggio e la asportazione delle installazioni industriali da parte dell’asse infernale anglo-franco-tedesco-Usa?
Il timore del presidente di una ripresa di NUOVA STAGIONE DELLE BOMBE per reprimere la ribellione popolare non è infondato.
Egli è a conoscenza di qualcosa che noi non sappiamo ….
La risposta burocratica, cinica e formale della inveterata esponente della BCE ha lo scopo di stritolare l’Italia per costringerla ad accettare la brutalità anticiclica e depressiva del MES Meccanismo Europeo di Stabilità che prevede per l’Italia l’obbligo di versamento al Fondo di iniziali 125 MILIARDI.
Senza i fondi sufficienti, il nostro Paese è costretto a cercare i soldi sui “mercati” emettendo obbligazioni pubbliche che si venderebbero a tassi altissimi provocando una spirale di crisi tipo Grecia o Argentina.
Per coprire il debito, seguirebbe dapprima un prelievo forzoso notturno dai conti correnti – stile Amato – e una patrimoniale sulle case di almeno 70.000 euro per ogni bene immobile che costringerebbe molti italiani a vendere a due soldi le proprie case creando un peggioramento della tenuta sociale del Paese ed una rivolta per le strade.
È PER QUESTO MOTIVO CHE IN QUESTI GIORNI
SI SONO VISTI CARRI ARMATI PER LE STRADE DI PALERMO E DI PESCARA
MENTRE ARRIVANO 30.000 SOLDATI USA in una Polonia casualmente senza virus?
MEDITIAMO
IN EVIDENZA
Viva la solidarietà, la Germania blocca le mascherine destinate all’Italia
Redazione — 13 Marzo 2020
Altro che solidarietà europea. La Germania ha imposto una forte restrizione all’esportazione in Italia di mascherine a altri dispostivi di protezione personale, fondamentali per fronteggiare l’emergenza Coronavirus.
Che si stesse per andare in questa direzione era emerso nei giorni scorsi con una dichiarazione del ministro alla Sanità tedesca Jens Spahn: “Come anche in Francia e in Italia, anche in Germania oramai ci sono più contagi da coronavirus nati all’interno dei confini che presi all’estero”. “Siamo in una fase diversa rispetto ad altri Paesi”, aveva aggiunto quindi il ministro teutonico.
Alle parole sono seguiti i fatti e soprattutto le lettere. Come quella arrivata dalla multinazionale statunitense 3M, che ha inviato una nota alle società clienti italiane confermando la restrizione per i prodotti fondamentali per affrontare la pandemia di Covid-19: camici chirurgici (sterili e non sterili), respiratori per particolato (FFP2/FFP3), maschere chirurgiche, occhiali di
Continua qui: https://www.ilriformista.it/viva-la-solidarieta-la-germania-blocca-le-mascherine-destinate-allitalia-61425/
Riprende l’export di mascherine verso l’Italia: Germania e Francia costrette a piegarsi alla Ue
L’Unione europea riesce nell’impresa di sbloccare l’esportazione delle mascherine verso l’Italia. In arrivo 1 milione di mascherine solo da Berlino
15 marzo 2020
L’Unione europea riesce nell’impresa di sbloccare l’esportazione delle mascherine verso l’Italia. “Sono lieto che il governo tedesco abbia annunciato che invierà 1 milione di mascherine in Italia”.
Così il commissario Ue al mercato interno Thierry Breton ha reso noto lo sblocco delle forniture delle mascherine dalla Germania verso il nostro Paese. “Ho avuto intense discussioni con Germania e Francia sulle loro misure restrittive. Accolgo con favore il fatto che ora consentiranno l’esportazione di dispositivi di protezione”.
La Germania rischiava procedura di infrazione
Angela Merkel ha dunque dovuto piegarsi alla raccomandazione Ue di riprendere, in piena emergenza Coronavirus e di fronte a un grave e reale rischio tenuta per il nostro sistema sanitario nazionale, l’esportazione verso l’Italia di schermi facciali, tute protettive, camici, guanti e altri indumenti di prevenzione e di protezione contro il Covid-19. Lo ha deciso un decreto del ministero dell’Economia datato il 12 marzo che interviene sul divieto di esportare questi prodotti, sospendendolo in casi molto particolari.
“L’industria ci dice che la consegna degli ordini è già stata sbloccata e i ministri italiani per la salute e l’industria mi hanno confermato queste informazioni. Continuerò a seguire da vicino la fornitura di materiale per l’Italia” chiarisce Breton.
La Commissione europea era pronta a lanciare una procedura di infrazione con iter accelerato nei confronti della Germania per il blocco all’export delle mascherine e degli altri dispositivi di protezione. E lo stesso potrebbe fare con i governi di Bulgaria, Repubblica Ceca e Polonia, che hanno adottato provvedimenti simili nonostante le necessità italiane.
Anche la Francia e gli altri Paesi
Era atteso un chiarimento anche da parte della Francia, che nei giorni scorsi
Continua qui: https://quifinanza.it/soldi/export-mascherine-italia-germania-francia-ue/361473/
COVID 19: qualcuno sapeva?
12 marzo 2020
Da quanto tempo questo Coronavirus COVID 19 è in Europa? e da quanto tempo gira in Cina? Forse più di quel che dicono i rapporti?
Lascio perdere le chiacchiere e le ipotesi di alcuni sul fatto che il povero Maurizio Sarri , allenatore della Juventus sia stato uno di quelli che possano aver preso il Coronavirus in CINA a Luglio. Oltretutto questa ipotesi sarebbe pessima per tutti.
A luglio con il caldo se il Coronavirus fosse stato già presente vorrebbe dire anche resistenza del virus al caldo. Il che non sarebbe per nulla positivo per tutti noi.
Ma passando dal faceto al serio invece ho visto su un articolo di QuiFinanza che raccontava questo:
L’Hedge Fund Bridgewater aveva puntato 1,5 miliardi di dollari sul crollo delle Borse nel mese di marzo. Strano no? Come potevano prevedere un crollo delle borse nel mese di marzo?
Avevano ed hanno la palla di cristallo ovviamente. Che fenomeni. A
Continua qui: http://blog.ilgiornale.it/angelini/2020/03/12/covid-19-qualcuno-sapeva/#
Meridione, piano segreto. Già pronti 7mila militari
L’Italia attende un boom dei contagi spinto dal Sud.
Timori di disordini fomentati dalla malavita
Fausto Biloslavo – 15/03/2020
Nei prossimi giorni il virus rischia di espandersi al Sud e l’esercito è pronto ad intervenire con circa 7mila uomini in più, «in stato di prontezza», su tutto il territorio a livello regionale.
Non solo per arginare l’epidemia, in appoggio alle forze dell’ordine, ma anche per mantenere l’ordine pubblico su richiesta dei prefetti.
Il virus potrebbe contagiare un totale di 92mila persone, secondo le stime governative. E provocare «una situazione estremamente grave per quanto riguarda l’ordine pubblico», come è stato evidenziato nella riunione del 9 marzo del Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza con il premier Giuseppe Conte. Il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, ha prospettato scenari gravi «in prospettiva delle limitazioni alle libertà individuali, delle difficoltà economiche e degli sviluppi negativi dell’epidemia, come il collasso del sistema di assistenza». Soprattutto al Sud, dove si prevede un aumento dei contagiati.
«Le zone a rischio virus e disordini sono le grandi città come Bari, Napoli, Caserta. Basta analizzare la densità di abitante per chilometro quadrato», spiega una fonte del Giornale in prima linea. Al Sud la criminalità organizzata potrebbe fomentare rivolte e anche i migranti potrebbero essere un fattore destabilizzante se la situazione peggiorasse mandando in tilt il sistema. Per non parlare della bomba-carceri, dove le rivolte sono rientrate, ma possono riesplodere da un momento all’altro.
Le stime governative indicano un totale di 92mila contagiati, oltre il dato cinese. E ben 390mila persone potrebbero subire la quarantena. Il picco nazionale dovrebbe registrarsi la prossima settimana attorno al 18 marzo con 4500 contagiati in un solo giorno, quasi il doppio rispetto ad oggi. L’epidemia dovrebbe concludersi attorno a fine aprile.
La «bomba atomica» del virus rischia di esplodere nel Mezzogiorno, come hanno affermato i deputati siciliani di Forza Italia Stefania Prestigiacomo, Giusi Bartolozzi, Nino Germanà, Francesco Scoma e Matilde Siracusano. «Sicilia, Calabria, Puglia, Campania non hanno strutture sanitarie adeguate per contrastare un picco dei contagi», denunciano i parlamentari azzurri.
Le migliaia di persone fuggite da Milano e dal Nord nell’ultima settimana sono il campanello d’allarme. «Per colpa del governo che non ha dato l’ordine all’esercito e alle forze dell’ordine di fermare l’esodo», spiega una fonte militare. Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha scritto su Facebook, bacchettando i corregionali di ritorno: «State portando tanti altri focolai di contagio che avremmo potuto evitare». Dal 12 marzo si sono auto segnalate 3mila persone in Puglia e dal 29 febbraio sono rientrati in 16.545, senza
Continua qui: https://www.ilgiornale.it/news/politica/meridione-piano-segreto-gi-pronti-7mila-militari-1840949.html
Italia sotto controllo totale NATO
16.09.2015 Di Tatiana Santi
L’Italia è sotto il controllo totale della NATO. A dimostrarlo sono le numerosissime basi militari americane sparse per il Paese, la trasformazione della Sicilia in un centro tecnologico di droni, aeroporti adibiti a massicce esercitazioni internazionali, sistemi di guerra probabilmente pericolosi per la salute come il Muos.
Ora, come può l’Italia avere una politica estera indipendente se è totalmente militarizzata dalla NATO? I media questa domanda non se la pongono, del resto le basi militari americane sono praticamente un tabù sulla stampa italiana.
Nato, dopo Trident Juncture, prepara grande esercitazione nel Mar Baltico
I cittadini però potranno pur sapere quello che avviene sul loro territorio? Nel frattempo si avvicina la più grande esercitazione NATO dai tempi della guerra fredda, la “Trident Juncture 2105”, ospitata anche dal Belpaese. L’importante è essere consapevoli del ruolo fondamentale che ha l’Italia nei giochi di guerra firmati NATO. C’è però chi lancia l’allarme e dice “no” alla guerra e alla Nato come Padre Alex Zanotelli, che ha gentilmente rilasciato un’intervista in merito a Sputnik Italia.
— Padre Alex, qual è il suo punto di vista sulle esercitazioni NATO “Trident Juncture 2015” che si svolgeranno in Italia quest’autunno?
Padre Alex Zanotelli
— Siamo davanti alla più grande esercitazione militare mai fatta dopo il crollo del muro di Berlino. Le esercitazioni si svolgeranno dal 3 ottobre fino al 6 novembre con la partecipazione dei rappresentanti di tutte le fabbriche di armi. Parliamo di una cosa imponente che esprime la militarizzazione di questo nostro sistema economico e finanziario. Il comando centrale sarà proprio Napoli, a Lago Patria. Ecco perché noi a Napoli ci stiamo mobilitando per una manifestazione nazionale del 24 ottobre nel cuore di queste esercitazioni.
Vogliamo lanciare un grido di allarme, perché vediamo un mondo che sta andando a rotoli, ma non ci accorgiamo che dietro tutto questo c’è la guerra. Noi diciamo “no” al militarismo, che si esprime con la NATO, la quale di tutte le spese di armi al mondo spende il 70%.
Ecco perché l’Italia dovrebbe uscire dalla NATO
— Oltre alle imminenti esercitazioni, l’Italia è già piena di basi militari americane, ha il Muos in Sicilia. Possiamo dire che l’Italia è già un teatro di guerra ed è sempre più sotto il controllo NATO?
— Sì, è sotto il totale controllo NATO. Io ho citato Napoli prima perché sarà il quartier generale delle esercitazioni, ma la Sicilia è fondamentale. Sigonella sarà la capitale mondiale dei droni. Niscemi è stata scelta come quarta capitale delle comunicazioni militari. L’Italia gioca un ruolo fondamentale in tutto questo, che purtroppo la gente non sa.
— Non tutti sanno che sul territorio italiano ci sono anche 80 bombe atomiche. Secondo lei, Padre Alex, perché la stampa parla così poco di quello che avviene nelle basi militari americane?
— È chiaro che la stampa è in mano al potere economico e finanziario. Per questo
Continua qui: https://it.sputniknews.com/italia/201509161167336/
ATTUALITÀ SOCIETÀ COSTUME
Le crisi fanno emergere il meglio e il peggio di una società
Francesco Erspamer 15 03 2020
Le crisi fanno emergere il meglio e il peggio di una società; rivelano persone capaci di solidarietà, altruismo e disciplina e al tempo stesso impietosamente ci mostrano quanti siano gli stronzi, gli egoisti, i codardi, tollerati per troppo tempo e moltiplicatisi. Ancora più folta la schiera degli ignavi, bollati da Dante con una delle definizioni più dure dell’Inferno: “sciagurati che mai non fur vivi”.
Sono coloro che si sottraggono alle responsabilità, che non osano avere un’opinione o che se ce l’hanno è sempre quella più facile, sottratta alla fatica della verifica, dell’analisi. I superficiali, i conformisti.
Le crisi sono test e sono opportunità. Comportano sofferenze e lutti: non possono venire sprecate. Almeno, io non accetto che chi sta subendo le conseguenze di questa epidemia lo faccia invano. L’Italia che ne uscirà deve essere migliore, più preparata ad affrontare le future prove: perché verranno, più pericolose di questa, non illudetevi e non fatevi illudere dagli spacciatori di edonismo. Per farsi trovare pronti occorrerà fare qualche rinuncia e imporla persino ai vincenti e ai rampanti, quelli della Leopolda e del Billionaire e i ben più numerosi che aspirano a entrarci, i forzati dello spreco, degli status symbol, del culto delle celebrity, gli eterni Peter Pan che si chiudono nelle loro isole che non ci sono per fuggire la realtà e la paura di maturare.
Non mi illudo di convertire nessuno; trent’anni di berlusconismo e renzismo hanno modificato il DNA mentale di molti italiani, li hanno americanizzati. È una malattia dalla quale pochi guariscono. Ma sono ancora una minoranza. C’è molto da fare per salvare il nostro paese, la nostra idea di comunità, la nostra cultura. Serviranno però determinazione, organizzazione, rigore.
Questa mia pagina facebook mi ha consentito di individuare tanti potenziali compagni di viaggio e di lotta, con cui confrontarmi, con i quali verificare idee e progetti. Spero che presto venga il momento dell’azione. Ma c’è ancora molta zavorra e non ho più pazienza. Non parlo dei renziani in pectore o dei liberal non pentiti, scomparsi da tempo. Parlo dei disattenti. Gli ignavi di cui dicevo sopra. Sono stufo di leggere bufale, teorie del complotto, di perdere tempo a controllare e smentire. Prima di condividere un post o una notizia da siti improbabili, domandatevi se ha senso, verificate l’attendibilità della fonte.
Stiamo attraversando un periodo particolarmente stressante, caratterizzato dall’incertezza. La casta cercherà di accrescerla perché solo la confusione e la divisione la salveranno; i seminatori di cazzate sono suoi complici, quali che siano le loro intenzioni. Non ho purtroppo il potere di impedirgli di parlare ma ho quello di impedirgli di scrivere su questa mia bacheca. C’è ben altro da fare e per farlo è necessario conservare, insieme al pessimismo della ragione, l’ottimismo della volontà. Senza farsi distrarre e magari deprimere da coloro che mai non fur vivi.
https://www.facebook.com/100003196950060/posts/2738752602907945/
Calci nel sedere al popolo che crepa di aperitivi. Isolate chi non vuole isolarsi
Emanuele Ricucci – 9 marzo 2020
Roma, Ancona, Milano. Mare, piazzetta, montagna. Movida.
Dei furbi e dei fessi è il regno d’Italia, ci insegna l’eterno maestro Giuseppe Prezzolini. Codice della vita italiana: “Dovere: è quella parola che si trova nelle orazioni solenni dei furbi quando vogliono che i fessi marcino per loro. L’Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l’Italia sono i furbi che non fanno nulla, spendono e se la godono”
Isolate chi non vuole isolarsi. Mostrategli la vostra rabbia, gettategli pure addosso la vostra paura, contagiateli con essa, visto che costoro ne sono sprovvisti.
È il momento della durezza. Non della comprensibile irritazione verso il fratello che sbaglia, ma della fermezza assoluta, della pizza in faccia al fratello suicida! Non sta a me dirlo, che non sono nessuno. Ma poco importa della mia qualifica sociale: anche io, come tutti noi, rischio. Rischio e mi attengo agli esperti. Di certo non vivrò nell’ipocondria e nel terrore, ma presterò molta attenzione, limitando la mia vita, e adattandola a questo momento per sviluppare utilità condivisa e serenità personale.
Sacrosanta la leggerezza per non esplodere nella tensione intima e nel panico (da infodemia). Non immaginate quanto vorrei essere più sereno e ottimista. Sacrosanto, però, il riassunto monito disperato: “STATE A CASA, e trovate dentro casa, e dentro di voi, la leggerezza”. Magari una passeggiata serale, magari lo sport, la lettura, la meditazione, la preghiera, il sesso coniugale, ma EVITATE di assembrarvi, pomiciarvi, rotolarvi nell’erba abbracciati. Mannaggia l’erba!
Il terrore che non viene dalla mia limitazione, ma dall’assenza di quella altrui.
Ho il terrore di convivere con chi non sa rinunciare, nemmeno di fronte a un’epidemia. La paura, vera, di essere travolto da questa dissennata deficienza. Il terrore autentico di una gente completamente disabituata alla complessità, al ragionamento sopra le cose, alla solitudine, al pensare come raccoglimento necessario in questo momento e quindi al dedicarsi la vita, che non sia l’aver dato sfogo alla propria, tangibile soddisfazione. Disabituata al combattimento, ma che si tatua “resilienza”. Negli atti, anche nella capacità di saper essere sola.
Gente indegnamente figlia di quei fanti che cento anni fa, sacrificando totalmente se stessi, hanno reso grande l’Italia. Ho paura e schifo di una gente irresponsabile. Nonostante il divieto, nonostante il semplice buon senso. Gente che non sa distinguere paura e angoscia. La paura che attiva la massima reazione di sopravvivenza, e l’angoscia che attiva il meccanismo della sottomissione alla psicosi. È la cultura del “Vaffanculo” che slega dalle forme di responsabilità civile, dalla “dura lex, sed lex”, che permette l’elevazione dell’emozione a governo del reale e la relativizzazione dell’azione politica in nome della redenzione collettiva. La cultura del “Vaffanculo” è tra le palesi e peggiori manifestazioni della distruzione e del rifiuto dei modelli di autorità, portoni di ingresso della postmodernità. Modelli di autorità non solo pubblicamente riconosciuti (lo Stato al collasso sanitario impone per decreto il divieto e me ne fotto perché non posso fare a meno dell’appagamento della mia egoistica individualità) ma anche come regolazione della vita nella dimensione privata. Un’ipertrofia dell’Ego, guarito dalla sola panacea del “Vaffanculo” a ciò che opprime e che deliberatamente viene inteso per potere marcio che vuole ostacolare la mia crescita e la mia persona, che oggi esplode rigonfio e col suo putrido contenuto rischia di infettare gli altri. In ogni senso. La cultura del “Vaffanculo” è la semplificazione massima dello sforzo, in piena resa dei tempi al dogma dell’iperconsumo che nasce dall’iperproduzione, del neoliberismo, dell’estrema vita materiale che regola la vita reale, fondata sulle isterie dei mercati e dei mercanti. La riduzione dello sforzo ad atto immaginario, liquidato, simbolicamente, in una parola. Sforzo del non
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PRATICAMENTE HANNO CREATO UNA BOMBA NUCLEARE SILENZIOSA???
E se fosse vero?
Cinzia Nola 14 03 2020
Di Maio va in Cina e fa un accordo strepitoso col governo cinese denominato “La via della seta”.
La Francia e la Germania ci restano di merda perché si sono fatte anticipare (o se preferite inculare) da un mocciosetto napoletano.
L’accordo prevede la corsia preferenziale all’Italia rispetto al restante dell’Europa negli scambi commerciali.
Smacco x l’asse franco/tedesco.
Come fare per impedire che questo accordo faccia diventare l’Italia una nazione più forte appoggiata dalla Cina, colosso e prima potenza mondiale (sempre più in ascesa)?
Ecco che entrano in scena i servizi segreti francesi che concordano assieme ai tedeschi e, udite udite agli israeliani la strategia per mettere in un solo colpo in ginocchio l’economia cinese ed italiana.
La Francia ha una centrale costruita in Cina ed esattamente nella città di Wuhan (guarda un po’ che combinazione) nel 1934, se non vado errato, dove si mettono a punto studi per saperne di più di virus e batteri.
La Germania trova il pollo kamikaze di turno che in qualità di ricercatore va nella centrale e fa uscire il virus infettandosi da solo, quindi saluta dando la mano a tutti nella centrale ed in città e rientra in Germania consapevole di quello che ha appena fatto, ma non basta. Questo signore, che chiameremo il contagiato n. 0, viene mandato in Italia a farsi un bel giretto a Codogno dove contagia un bel po di persone e se ne ritorna tranquillo in Germania.
Gli israeliani che c’entrano?
Sapete che hanno una intelligence che è la migliore al mondo? Bene i furbacchioni si occuperanno di fare uscire a tempo debito, e prima di chiunque altro, il vaccino che molto probabilmente hanno già approntato da tempo (con cui hanno vaccinato e protetto i 20000 soldati americani che ci stanno invadendo per proteggerci da chi??)
Milioni di euro per loro.
Riepilogando la Francia e la Germania se ne lavano le mani facendo cadere la colpa sui cinesi.
Gli americani applaudono così si tolgono la Cina dai coglioni.
La Russia resta a guardare e l’Italia si fa spaventare come previsto dalla stampa e dai media che bombardano creando panico tra la gente.
Tra tre settimane arriverà il vaccino da Israele ma tutto non sarà finito perché comincerà una recessione che porterà l’Italia in defoult a meno che, a meno che proprio la Cina non ci salvi e ci protegga.
E voi come la vedete? …
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BELPAESE DA SALVARE
Preg.ma Sig.ra Ursula von der Leyen
Andrea Fierli – 12 03 2020
Sono stato da sempre un assertore convinto dell’Unione Europea, ci sono nato, ci sono cresciuto. Nato in Italia ma con un sogno più grande: essere cittadino europeo. Ricordo sin dalle elementari le prime sigle, incomprensibili per i miei genitori, ma che facevano sognare la nostra generazione: Ceca, Euratom, Cee etc, etc.
Nel 2000 ricordo lo sforzo immane di unificare la valuta, ritirare la vecchia Lira italiana e distribuire la nuova moneta. L’euro, appunto. Bellissimo, era l’inizio di un sogno. Le nuove banconote colorate, lucide, tecnologiche, nelle quali era impresso per intero il mio paese: l’Europa. Quello era il primo passo, concreto e tangibile per la maggioranza della popolazione, che stavamo diventando Europei. Cittadini Europei. E anche se lasciavamo con nostalgia una vecchia bandiera di tre semplici colori, che avevamo amato, sulla quale avevamo giurato, che avevamo sventolato nei momenti di gioia e rispettato nei momenti dolorosi, ero, eravamo felici. Venivamo accolti da una nuova bandiera, azzurra, come i colori della nostra nazionale di calcio e nella quale c’erano tante stelle.
Le stelle erano in circolo, come cavalieri della Tavola Rotonda, come i cavalieri di Re Artù. E una di quelle stelle, eravamo noi, gli italiani, l’Italia. Che sedeva con pari dignità con gli altri paesi fratelli, per i quali avremmo lottato in caso di bisogno e che ci avrebbero soccorso in caso di necessità. Il cambio della moneta era il primo passo, i successivi sarebbero stati più rapidi, più importanti, più inclusivi per ogni cittadino delle singole nazioni che stava diventando un Cittadino Europeo. E con questi ideali abbiamo cresciuto i nostri figli: sarebbero stati i primi cittadini totalmente europei: i primi senza vecchi retaggi nazionalistici, senza rancori per l’orrore di un passato nemmeno tanto lontano.
E invece cosa è successo? Ci avete lasciati soli. Avete tradito lo spirito dei padri fondatori di quell’embrione che si chiamava Europa e che adesso dopo tanti tradimenti ha assunto il vecchio significato: è tornata ad essere solo una espressione geografica.
Avete attaccato le fondamenta nella nostra civiltà che abbiamo provato a farvi comprendere, inutilmente.
Avete attaccato prima la Grecia, la filosofia dell’occidente, la democrazia, il pensiero. Poi vi siete dedicati all’Italia, alla bellezza, al genio, alla cultura. E lo avete fatto con tempeste finanziarie, lasciandoci soli in ogni calamità o emergenza.
Terremoti: soli.
Migrazioni di massa: soli.
Adesso questo maledetto virus: soli.
In Grecia la gente è morta, anche le fasce più abbienti, perché nelle farmacie e negli ospedali non c’erano medicine. Non venivano inviate dalle vostre case farmaceutiche.
Ci avete lasciato soli in occasione di calamità naturali, o semplicemente perché tentavamo di salvare vite umane in mare. Si, vite umane. Per noi italiani quei poveri cristi in mezzo al Mediterraneo non sono migranti: sono vite.
Quando in Grecia si parlava di filosofia i vostri avi erano probabilmente nei boschi, vestiti di pelli di animali a cacciare topi. Quando gli italiani avevano già un Senato i vostri antenati avevano ancora le stesse pelli come abiti con un elmo fatto con le corna.
Gli unici che hanno imparato da noi la civiltà e la democrazia sono stati probabilmente solo gli inglesi. Ed infatti vi hanno già abbandonato. Ci avete lasciato talmente soli che ci avete costretti ad allacciare rapporti con una cultura completamente diversa dalla nostra, ma altrettanto antica e matura. Diversa ma pregna di valori universali, come i nostri: la Cina.
Voi cari tedeschi, francesi, olandesi non siete come noi: siete stati capaci di teorizzare l’eliminazione di un popolo intero, avete inventato uno strumento di morte, la ghigliottina, simbolo di una giustizia, la vostra, quando un piccolo staterello, come il Granducato di Toscana aboliva la pena di morte.
E anche oggi avete ancora addosso le pelli di animali e l’elmo con le corna. Ed in fondo vi devo dar ragione: le razze esistono e la vostra è completamente diversa dalla nostra. Per la vostra grettezza morale, per la vostra mancanza di cultura l’Europa crollerà
.
Anzi, a questo punto spero che crolli, almeno ci riapproprieremo della nostra cultura, del nostro sapere, della nostra bellezza. Saremo poveri? Pazienza……… ma saremo liberi.
Io non me ne faccio di niente di un Europa che si volta davanti ad emergenze umanitarie, a nazioni dove il termine debito è sinonimo di peccato, dove si enfatizza una grandeur solo autoreferenziale e che quindi nessuno, se non voi, vi riconosce.
L’Italia uscirà dall’Europa, lo spero. “Whatever it takes”, ad ogni costo, come ha detto un italiano che cercava di salvare noi italiani, ma che in fondo stava salvando voi.
Nel resto d’Europa l’emergenza pandemica è in ritardo di qualche giorno ed a noi stanno arrivando gli aiuti del nostro nuovo alleato. Già, non dall’Europa, non dai fratelli europei, sta arrivando da lontano, da una civiltà lontana, dagli occhi a mandorla. Un alleato che seppur diverso da noi ha una cultura millenaria, diversa dalla nostra ma dalla quale imparare molto.
E questa volta sarete voi a restare soli: a nord avrete il blocco anglo statunitense, ad est il blocco russo e a sud il nuovo asse italo cinese.
Si cari pronipoti di Unni, Vandali e Visigoti: l’Italia diventerà l’hub dell’impero dei mandarini per invadervi. Pensateci: siamo in mezzo al mediterraneo, l’Africa è già quasi un monopolio cinese e da Suez a Genova sono poche ore di navigazione.
Ci avete sottovalutato ancora una volta cari, nella nostra cultura c’è anche la sezione “come salvarsi il culo” e una delle nostre letture preferite è un certo Machiavelli, che era fra l’altro delle mie parti.
Siete morti e ve ne siete resi conto. Peccato che lo avete fatto in ritardo.
Torno all’urgenza del momento. Quando non ci servirà più la tecnologia che ci sta fornendo il nostro nuovo alleato, provvederemo ad inviarvela. Sarà già estate e noi saremo a salvare vite in mare. In fondo a noi non piace vedere morire affogato nessuno: né in mare, né di Covid 19 perché più o meno la morte sopraggiunge allo stesso modo.
Mi stia bene Sig.ra Ursula
(ma che cazzo di nome ti hanno messo? Da noi con un nome così potevi fare solo l’attrice porno … vabbè…. culture differenti)
PS: le automobili le costruite discretamente. Certo, non come noi, noi abbiamo Ferrari, Lamborghini e Maserati
PS2: fra un poco sarete costretti a tornare nei boschi a cacciare. Certo non avrete più le pelli di animali: sarete vestiti UgoBoss. Molto eleganti, forse dalla foggia un po’ troppo marziale visto che qualche decina di anni fa disegnava le divise da SS ai vostri nonni;
PS3: nelle foreste ci tornerete in auto e visto che indosserete comunque ancora l’elmo con le corna, scegliete modelli Mercedes, Audi o VW cabrio.
PS4: avete grandi essenze e profumi; noi preferiamo lavarci il culo dopo aver cagato.
PS5: non capirò mai il vostro atteggiamento nei nostri confronti, in fondo, la metà di voi è figlia di bagnini italiani…….
Vabbè, 祝你好运 (buona fortuna, in cinese)
De Magistris: “Virus da Campania? Ci avrebbero sparato addosso”
Il primo cittadino di Napoli ha espresso le proprie opinioni sull’allarme Coronavirus, attaccando alla conclusione dell’intervista anche l’ “indegno sistema politico” che negli ultimi anni ha comportato la drastica riduzione del numero di medici, infermieri, posti letto e rianimazioni
Federico Garau – Ven, 13/03/2020
Stanno facendo discutere alcune dichiarazioni rilasciate dal primo cittadino di Napoli Luigi De Magistris relativamente all’allarme Coronavirus durante un intervento effettuato ai microfoni di “Radio Crc”.
“Immaginate che sarebbe stato se questo virus invece che partire dalla Lombardia fosse partito dalla Campania. Il primo Decreto legge sarebbe stato schierare l’esercito sul Volturno e sparare a vista ogni meridionale che si permetteva di superare il Volturno”, ha attaccato il sindaco, commentando l’emergenza nazionale.
Uno sfogo che si inserisce in un discorso relativo alla pandemia che accomuna tutte le regioni del nostro Paese, e che sta portando serie conseguenze anche dal punto di vista economico.
“Se non ci uccidesse il coronavirus, potrebbe ucciderci il dissesto economico
Continua qui: https://www.ilgiornale.it/news/cronache/de-magistris-virus-campania-ci-avrebbero-sparato-addosso-1840522.html
FANTASCIENZA O FANTAPOLITICA O FANTAECONOMIA
Dario Pistorio – 13 03 2020
Adesso cominciate a tremare
Bill Gates annuncia, gli scappa, nel 2015 e nel 2017 che tramite i vaccini si potrà ridurre la popolazione mondiale del 10%.
Stessa affermazione fa Rockefeller dal podio nel 2016.
Ritiratosi da Microsoft, Bill Gates investe quasi solo in mineraria e farmaceutica. Rockefeller abbandona il petrolio e, insieme a Rothschild è il Deus ex machina della farmaceutica.
La Bill & Melinda Gates Foundation è il più grosso finanziatore dell’OMS.
A ottobre Bill Gates annuncia che una pandemia a breve di Coronavirus provocherà 30 milioni di morti a livello globale.
Darpa, la sezione BIO del Pentagono, la più importante finanziatrice e fabbricante di Armi batteriologiche finanzia l’Università di Berkeley per la ricerca di un Corona “gestibile” e lo crea. Lo brevetta.
A Wuhan francesi e cinesi creano un laboratorio di alto livello per lo studio e creazione di virus patogeni.
A gennaio si manifesta il Coronavirus in Germania ma viene insabbiato. A febbraio scoppia a Wuhan ed è il panico. La Cina contiene con metodi draconiani e vince.
La Russia addirittura si dichiara esente.
La via della seta è però distrutta essendo sotto pesante attacco Iran e il terminale, l’Italia.
L’Italia viene additata dal mondo come untore planetario e viene isolata, L’economia italiana è distrutta.
I marines in forze sbarcano in Europa.
Israele annuncia di avere il vaccino, però ci vogliono minimo 6 mesi, di solito un anno e mezzo di prove su umani, prima che sia autorizzato.
L’OMS dichiara pandemia globale e allora il vaccino verrà iniettato senza test. Vedremo se obbligatorio per tutti e da quando.
La gestione del tutto ora passa in mano all’OMS, di cui, appunto
Bill Gates è il più grande finanziatore.
E ALLORA …. CHI HA DA AGGIUNGERE… DICAAAA
CONFLITTI GEOPOLITICI
Dall’Italia l’attacco Usa alla Siria
L’arte della guerra. Il Comando, che ha diretto da Napoli l’attacco deciso dal presidente Trump, è agli ordini dell’ammiraglia Michelle Howard, la quale comanda allo stesso tempo la Forza congiunta della Nato con quartier generale a Lago Patria (Napoli). L’operazione bellica è stata appoggiata dalle basi Usa in Sicilia: quella aeronavale di Sigonella e la stazione di Niscemi del sistema Muos di trasmissioni navali
Manlio Dinucci – Edizione del 11.04.2017 RILETTURA
Dopo l’attacco missilistico Usa alla Siria, il ministro degli esteri Alfano ha dichiarato che l’Italia è preoccupata della «sicurezza e stabilità della regione mediterranea». In che modo vi contribuisce lo dimostrano i fatti. Le due navi da guerra statunitensi, la USS Porter e la USS Ross, che hanno attaccato la base siriana di Shayrat, fanno parte della Sesta Flotta la cui base principale è a Gaeta in Lazio. La Sesta Flotta dipende dal Comando delle forze navali Usa in Europa, il cui quartier generale è a Napoli-Capodichino.
Il Comando, che ha diretto da Napoli l’attacco deciso dal presidente Trump, è agli ordini dell’ammiraglia Michelle Howard, la quale comanda allo stesso tempo la Forza congiunta della Nato con quartier generale a Lago Patria (Napoli). L’operazione bellica è stata appoggiata dalle basi Usa in Sicilia: quella aeronavale di Sigonella e la stazione di Niscemi del sistema Muos di trasmissioni navali, affiancate dalla base di Augusta dove le navi della Sesta Flotta e quelle Nato vengono rifornite di carburante e munizioni, compresi missili da crociera Tomahawk, gli stessi usati contro la Siria. La USS Porter e la USS Ross sono dotate di lanciatori verticali Aegis con missili intercettori, installati anche nella base terrestre di Deveselu in Romania e in un’altra che si sta costruendo in Polonia. Fanno parte del cosiddetto «scudo antimissili» schierato dagli Usa in Europa in funzione anti-Russia. Ma i lanciatori Aegis – documenta la stessa Lockheed Martin che li costruisce – possono lanciare «missili per tutte le missioni, tra cui missili da crociera Tomahawk». Questi possono essere armati anche di testate nucleari. Le quattro navi lanciamissili Aegis, dislocate nella base spagnola di Rota sull’Atlantico, vengono inviate a rotazione dal Comando di Napoli nel Baltico e Mar Nero a ridosso della Russia.
Continua qui: https://ilmanifesto.it/dallitalia-lattacco-usa-alla-siria/
HAARETZ – La pandemia li fa sognare …
Luca Giannelli – 14 Marzo 2020
(Vedi Sigmund Freud, “L’Interpretazione dei Sogni”)
In che modo Israele sopravviverebbe a una pandemia che spazzerebbe via la maggior parte dell’umanità?
Un’epidemia letale scoppia in Cina e in breve tempo si diffonde e uccide tutti i maschi del pianeta. Uomini, ragazzi e tutti gli altri mammiferi maschi cadono come mosche. Poiché il 99 percento dei tecnici e degli operai edili sulla terra, così come la maggioranza assoluta dei politici e dei detentori di capitali sono uomini, ne consegue il caos globale.
Le forze di sicurezza di tutto il mondo vengono neutralizzate, ad eccezione di un paese che continua a schierare un esercito efficace: Israele.
Questo è lo scenario che si svolge nella serie di fumetti post-apocalittica “Y: The Last Man”, dello scrittore americano Brian K. Vaughan. Nell’opera di Vaughan, pubblicata negli anni 2002-2008, Israel Defense Forces è l’unico esercito in cui le donne hanno esperienza in ruoli di combattimento , in particolare nella ricerca di giovani palestinesi nei territori. L’esercito israeliano di donne, guidato dal capo dello staff senza esclusione di colpi Col. “Alter” Tse’elon, riesce a preservare il suo vantaggio qualitativo e Israele diventa una forza militare globale.
- È interessante notare che “Y: The Last Man” non è l’unica opera di fantascienza che ritrae Israele come un luogo di rifugio che può contenere anche una catastrofe globale. Il romanzo di Robert Silverberg del 1994 “Hot Sky at Midnight” si svolge in un periodo a seguito di estremi cambiamenti climatici : il ghiaccio ai due poli della terra si è scongelato, gli oceani sono saliti e molti paesi sono stati spazzati via quasi completamente. Ma in Israele e nei paesi vicini prevale un clima decisamente amichevole. Israele diventa una potenza tecnologica e mantiene persino legami amichevoli con i suoi vicini del Medio Oriente.
L’opera più nota in cui Israele appare come un rifugio durante una catastrofe mondiale è il film sugli zombi “World War Z” (2013), interpretato da Brad Pitt, e basato sull’omonimo romanzo di Max Brooks dal 2006. La trama è imperniata su un’epidemia che ha origine anche in Cina, ma in questo caso trasforma le persone in zombi predatori. Le autorità cinesi cercano di nascondere
Continua qui: https://www.maurizioblondet.it/haaretz-la-pandemia-li-fa-sognare/
Iran: Le menzogne dei mullah sul coronavirus
di Majid Rafizadeh
14 marzo 2020
Pezzo in lingua originale inglese: Iran: The Mullahs’ Coronavirus Lies
Traduzioni di Angelita La SpadaLa Guida suprema dell’Iran, l’ayatollah Ali Khamenei, ha di recente definito il coronavirus una “benedizione”.
La situazione è diventata talmente pericolosa che alcuni membri del Parlamento iraniano hanno osato farsi avanti e criticare l’establishment teocratico per non aver affrontato in modo adeguato il problema.
La dissimulazione e le menzogne dei leader iraniani sono alcuni dei motivi fondamentali che sottendono alla diffusione del Covid-19 in altri Paesi. Definendo il coronavirus una “benedizione”, la Guida suprema iraniana sembra lasciare intendere che il suo obiettivo è la propagazione del virus in altre nazioni, in particolare in Israele e in Occidente.
Dopo la Cina, la Repubblica islamica dell’Iran è il secondo focolaio del coronavirus al mondo, e grazie alle menzogne e alle dissimulazioni dei mullah al potere, Teheran lo sta diffondendo nel resto del pianeta.
La Guida suprema dell’Iran, l’ayatollah Ali Khamenei, ha di recente definito il coronavirus una “benedizione”. La Repubblica islamica dell’Iran è, dopo la Cina, sua alleata, il secondo focolaio del coronavirus al mondo, e grazie alle menzogne e alle dissimulazioni dei mullah al potere, Teheran lo sta diffondendo nel resto del pianeta.
Le autorità iraniane hanno inizialmente affermato che nel Paese non era in atto un’epidemia di coronavirus e che nessuno in Iran aveva contratto la malattia. Presto, però, le informazioni trapelate hanno consentito di capire che gli alti funzionari iraniani avevano deciso di nascondere la verità.
Quando alcune autorità iraniane sono state costrette a fornire informazioni, hanno dichiarato che non erano state autorizzate a comunicare il numero reale delle persone contagiate o morte. A esempio, il preside dell’Università di Scienze Mediche di Qom, Mohammad Reza Ghadir, ha detto alla televisione di Stato iraniana che il ministero della Salute ha emesso un divieto di divulgare le statistiche sull’epidemia di Covid-19 nel Paese.
Allora, la domanda è: i mullah al potere stanno tentando intenzionalmente di diffondere il coronavirus in altri Paesi come forma di jihad globale? Altrimenti perché la Guida suprema dell’Iran avrebbe definito il virus una “benedizione”?
Non solo il regime iraniano si rifiuta di fornire alla popolazione o alla comunità internazionale un quadro completo e accurato dell’epidemia in atto, ma non sta nemmeno prendendo le misure e le precauzioni necessarie ad arrestare il contagio.
Mentre la città di Qom è diventata l’epicentro della propagazione del coronavirus in
Continua qui: https://it.gatestoneinstitute.org/15736/iran-menzogne-coronavirus
Americani morti
Lisa Stanton – 14 marzo 2020
Durante il Comitato di sorveglianza della Camera di mercoledì scorso il direttore del Centro statunitense per il controllo e la prevenzione delle malattie Robert Redfield ha ammesso che alcuni americani apparentemente deceduti per influenza sarebbero poi risultati positivi al ceppo di Coronavirus nella diagnosi postuma.
L’esercito USA avrebbe potuto portare il morbo del coronavirus a Wuhan, la città dove il virus è stato scoperto per la prima volta in Cina, ha detto il rappresentante del ministero degli Esteri cinese Zhao Lijian. Nel mese di ottobre scorso, infatti, ci fu una manifestazione militare a Wuhan alla quale parteciparono anche alcune decine di soldati USA.
E poi: “Di quando è il paziente zero negli USA? Quante persone sono infette? Quali sono gli ospedali che se ne occupano? Siate trasparenti! Rendete pubblici i vostri dati! Gli Stati Uniti ci devono una spiegazione!”.
Nel frattempo, ieri Bill Gates si è dimesso da CEO di Microsoft ed ha investito in un laboratorio di San Diego che a febbraio ha scoperto il vaccino COVID-19 in sole 3 ore.
Una tempestività incredibile, vero?
Pensate che è una sua società ad avere la “patent” (il brevetto) del COVID-19.
In Italia, invece, si stanno rinviando tutte le visite già prenotate, una follia i cui effetti si vedranno nei prossimi mesi. Migliaia di esami e diagnosi non verranno effettuate e molte di tali malattie, prese tempestivamente, potrebbero essere curate. Insomma, si potrebbero salvare vite che, una volta finite, non saranno conteggiate come il coronavirus.
Anche negli Ospedali dove non ci sono urgenze ma tanti posti liberi (pure in Terapia Intensiva), li preservano in attesa del “picco”. È folle annullare visite e cure alle persone con tumore perché è rischioso per il virus.
Hanno chiuso polispecialistici privati, ambulatori, ammessi solo consulti al Telefono col medico curante o numeri verdi, per ogni emergenza solo gli Ospedali che sono già saturi.
I medici sconsigliano la mascherina perché è inutile ma si bardano da capo a piedi per visitare un sospetto, sono in ansia per i 1400 morti ma l’ISS comunica che ad oggi le morti certamente riferibili al Coronavirus sono 3. Per le polmoniti batteriche, che da oltre un decennio provocano 7-8.000 morti l’anno in Italia, nessuna cautela. Per questo virus, definito molto più contagioso, un eccesso di cautele.
C’è qualcosa che non dobbiamo sapere? “Cosa crede la plebe, che abbiamo creato il Coronavirus per la loro felicità?” (semi cit)
https://www.facebook.com/100000248554468/posts/3050675601617362/
CULTURA
CONTE COME MOSÈ? … (Seconda parte)
Disamina Simbolica del 13 marzo 2020
di Stefano E. Erario
Chiave di lettura: LE ISTITUZIONI DELLA LEGGE BIBLICA
Titolo: LE LEGGI SULLA QUARANTENA
Premessa
Dire che la legge di Dio non ha significato né alcuna forza vincolante per l’uomo oggi è una moderna eresia. È un aspetto dell’influenza sulla chiesa del pensiero umanista ed evoluzionista, e suppone un dio in evoluzione, in sviluppo. Questo dio “dispensazionale” si è espresso nella legge in tempi più lontani, poi più tardi si è espresso come sola grazia, ed ora, magari si sta esprimendo in un modo ancora diverso. Ma questo non è il Dio delle Scritture, la cui legge e grazia rimangono le stesse in ogni età, perché egli, quale sovrano e assoluto signore, non cambia, né ha bisogno di cambiare. La forza dell’uomo è nell’assolutezza del suo Dio. Le Istituzioni della Legge Biblica si propone di rovesciare l’andamento presente. È chiamata “istituzione” nel più vecchio significato di quella parola, cioè: principi fondamentali, qui di legge, perché è inteso come un inizio, come una considerazione istitutiva di quella legge che deve governare la società sotto Dio.
IL SESTO COMANDAMENTO 6.13;
Il comandamento: “Tu non ucciderai” ha, come richiesta positiva, il mandato di preservare e favorire la vita all’interno della cornice della legge di Dio. Alla base di questa cornice di preservazione ci sono le leggi che regolano la quarantena.
In Levitico 13-15, vengono date leggi dettagliate sulla quarantena o isolamento. I dettagli di queste leggi non sono applicabili ai nostri tempi perché hanno in mente un’era precedente, ma i principi di queste leggi sono ancora validi. Dovremmo notare che queste leggi, in particolare quelle che trattano la lebbra, furono applicate in epoca “medievale” e furono strumentali nell’eliminare la serietà di quella malattia dall’Europa. Le leggi in questi capitoli sono di due varietà: primo, quelle che trattano di malattie, Levitico 13:1-15:15; e, secondo, quelle che trattano del sesso, 15:16-33, poiché i riti sessuali erano comunemente usati come mezzo di comunione con gli dei, il sesso fu enfaticamente separato dal culto (Es. 19:15). La prostituzione rituale nei templi era una parte accettabile del culto tra i pagani nell’era mosaica. Oggi si stanno ripristinando di nuovo gli atti sessuali ad un ruolo rituale da parte dei nuovi pagani sia dentro che fuori la chiesa. In questo modo, Bonthius ha scritto: “Il rapporto sessuale stesso deve servire come un simbolo di comunione esteriore, visibile, non meramente tra marito e moglie ma con Dio”.1 Per tornare alle leggi di quarantena concernenti malattie, quelle citate da Levitico 13 e 14 sono generalmente descritte come lebbra e peste. Il termine lebbra ha cambiato il proprio significato ampiamente da quello biblico e “medievale”.2 Al tempo il significato copriva una varietà di malattie infettive. Nei termini di questo fatto, il significato di questa legislazione è che le malattie contagiose devono essere trattate con tutte le precauzioni necessarie per prevenire il contagio. Legiferare è pertanto necessario ovunque la società richieda protezione da malattie serie e contagiose. Lo stato ha pertanto un potere legislativo nel trattare con peste, epidemie, malattie veneree e altre malattie contagiose e pericolose. Tale legislazione è chiaramente richiesta nella legge mosaica (Nu. 5:1-4). Non solo è dichiarata essere una questione di legislazione civile ma anche una parte essenziale dell’educazione religiosa (De. 24:8). È chiarò, però, che questa legislazione, che richiede qualche tipo di quarantena o isolamento di quelli che sono malati, o che maneggiano i morti (Nu. 5:2), ha implicazioni che vanno oltre il reame delle malattie fisiche. Proprio come deve essere evitato il rischio del contagio fisico, allo stesso modo deve essere evitato il rischio del contagio morale. Ciò è dichiarato chiaramente;
L’Eterno parlò ancora a Mosè, dicendo:
«Parla ai figli d’Israele e di’ loro: Io sono l’Eterno, il vostro DIO.
Non farete come fanno nel paese d’Egitto dove avete abitato, e non farete come fanno nel paese di Canaan dove io vi conduco; voi non seguirete le loro usanze.
Metterete in pratica i miei decreti e osserverete i miei statuti per conformarvi ad essi. Io sono l’Eterno, il vostro DIO. Osserverete i miei statuti e i miei decreti, mediante i quali, chiunque li metterà in pratica, vivrà. Io sono l’Eterno (Le. 18:1-5). Non vi contaminate con alcuna di queste cose, poiché con tutte queste cose si sono contaminate le nazioni che io sto per scacciare davanti a voi (Le. 18:24). Osserverete dunque i miei ordini, per non seguire alcuno di quei costumi abominevoli che sono stati seguiti prima di voi, e non vi contaminerete con essi. Io sono l’Eterno, il vostro DIO (Le. 18:30). Osserverete dunque tutti i miei statuti e tutti i miei decreti e li metterete in pratica, affinché il paese dove io vi conduco ad abitare non vi vomiti fuori, E non seguirete le usanze delle nazioni che io sto per scacciare davanti a voi; esse hanno fatto tutte queste cose, e perciò le ho in abominio, Ma a voi ho detto:
Voi prenderete possesso del loro paese; ve lo darò come vostra proprietà; è un paese dove scorre latte e miele, Io sono l’Eterno, il vostro DIO, che vi ho separato dagli altri popoli (Le. 20:22-24).
Come dichiara l’ultima affermazione, Dio si identifica come il Dio che separa il suo popolo dagli altri popoli: questa è una parte fondamentale della salvezza. La separazione religiosa e morale del credente è pertanto un aspetto fondamentale della legge biblica. Come la segregazione dalla malattia è necessaria per evitare contagio, così la separazione dal male religioso e morale è necessaria per la preservazione del vero ordine.
Segregazione o separazione sono perciò un principio basilare della legge biblica per quanto concerne religione e moralità. Ogni tentativo di distruggere questo principio è uno sforzo di per ridurre la società al suo minimo comune denominatore. La tolleranza è la scusa sotto la quale è intrapreso questo livellamento, ma il concetto di tolleranza nasconde una radicale intolleranza. Nel nome della tolleranza, al credente è richiesto di associarsi su un piano comune di totale accettazione con l’ateo, il pervertito, il criminale e gli aderenti ad altre religioni come se le differenze non esistessero. Il credente ha un dovere di comportarsi legittimamente con tutti, un obbligo di manifestare grazia e carità dove siano dovute, ma non di negare la validità delle differenze che separano credente e non credente. Nel nome della tolleranza, al credente è richiesto di tollerare qualsiasi cosa perché in non credente non tollererà niente; significa vita nei termini del non credente. Significa che all’ordine biblico è negata l’esistenza perché tutte le cose devono essere livellate verso il basso.
Ogni ordine sociale istituisce il proprio programma di separazione o segregazione.
A una fede e moralità particolari viene attribuito uno statuto privilegiato e tutto il resto viene separato per la progressiva eliminazione. Le rivendicazioni di eguaglianza e di integrazione sono dunque un pretesto per sovvertire una forma di ordinamento sociale più vecchia o esistente.
Il controllo statale dell’educazione è stato un mezzo pivotale per distruggere l’ordine cristiano. Esclude dal corso di studi qualsiasi cosa indichi la verità della fede biblica e stabilisce una nuova dottrina del vero. Nel nome della ragione oggettiva, insiste che la sua altamente selettiva ostilità alla fede biblica sia considerata una legge dell’esistenza.
L’educazione è una forma di segregazione e, di fatto, uno strumento fondamentale per ottenerla. Per mezzo dell’educazione, a certi aspetti della vita e dell’esperienza viene dato lo statuto prioritario di verità ed altri sono relegati all’irrilevanza o sono classificati come sbagliati. L’educazione inevitabilmente segrega e classifica tutta la realtà nei termini di certi assunti e presupposizioni. Questi assunti sono assunti religiosi e sono sempre pre- teoretici e determinativi di tutto il pensare.
Non solo l’educazione ma anche la legge segrega. Ogni ordinamento giuridico, legiferando contro certi tipi di condotta, richiede una segregazione nei termini dei suoi presupposti. La segregazione richiesta dagli stati democratici e da quelli marxisti è radicale e completa quanto quelle viste in precedenza nella storia, se non di più. Anche tutte le religioni segregano, e l’umanismo certamente non fa eccezione. Ogni religione afferma un ordine di verità, e ogni altro ordine è considerato una menzogna. L’umanismo è relativista nei confronti di tutte le altre religioni, ma è assolutista nei confronti dell’uomo. L’uomo è l’assoluto dell’umanismo, tutto il resto è trattato come errore.
Segregazione, separazione, o quarantena, qualsiasi nome si usi, sono ineludibili in ogni società. Il libertario radicale afferma che permetterà totale libertà per tutte le posizioni, cioè un libero mercato per tutte le idee e tutte le religioni. Ma mette fuorilegge tutte le posizioni che negano la sua. Nel mondo accademico questi libertari hanno dimostrato d’essere accaniti nemici della fede biblica, negando il suo diritto di essere chiamata in causa. Lo stato non può esistere in tale ordine libertario, né lo può la chiesa se non nei termini del nemico. I nuovi libertari sono congeniali ai marxisti ma non ai cristiani. Mentre sono apparentemente contro la coercizione, non sono al di sopra di un fronte comune coi marxisti, come ha indicato la rivista libertaria Left and Right. Per la verità delle Scritture, non hanno alcuna tolleranza, né alcun “fronte comune” eccetto la resa nei loro termini. Ogni fede è un modo di vivere esclusivo; nessuna è più pericoloso di quella che mantiene l’illusione della tolleranza. Una fede apertamente spietata è sicuramente pericolosa, ma una fede spietata che crede di essere un veicolo dell’amore è da temersi di più.
*Poiché non c’è accordo possibile tra vero e falso, tra paradiso e inferno, san Paolo ha dichiarato: “Perciò uscite di mezzo a loro e separatevene, dice il Signore, e non toccate nulla d’immondo, ed io vi accoglierò” (2 Co. 6:17).
Versetto
Luca 17:11-19, “Ricordati” (del giorno del riposo per santificarlo), non come ad imperativo del tipo “fai così sennò ti punisco!”, quanto invece di un accorato forte deciso invito, molto sofferto, ricolmo di amore e compassione da parte del Creatore, che conosce la nostra natura fragile, la nostra facilità a dimenticare il bene ricevuto e di diventare irriconoscenti (di dieci 32 lebbrosi guariti solo uno tornò a ringraziare Gesù).
E solo per amore si sporge come per indicarci una porta da aprire per il nostro bene. Penso che questa porta del “bene”, della “santità” da aprire sia proprio quella della memoria dell’amore di Dio Padre dimenticata dall’uomo, ma risvegliata da Dio stesso.
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*Prendete tutto quello che vi dico al pari di una fiaba, anche se le fiabe, tuttavia, hanno un fondo di verità.
Motto: < chi ha orecchie per intendere, ha già inteso>
Stefano Hedo Erario 14 03 2020
https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=1389541091227555&id=100005150317420
L’epidemia dell’immaginario (spiegata)
di Melissa Pignatelli – 27 febbraio 2020
E’ esplosa, nel sentire quotidiano comune, in questi giorni un’epidemia che ci fa prendere coscienza dell’importanza del nostro immaginario, individuale e collettivo. L’immaginario e l’immaginazione sono stati estremamente potenziati dall’avvento dell’era digitale modificando le sensazioni soggettive: il cyberspazio dell’Epidemia dell’immaginario (Meltemi editore) che ci racconta Slavoj Zizek, è una dimensione potenziata del reale nel quale però, paradossalmente, il reale deve poi essere ricostruito per essere afferrato.
La nozione di fantasia nel nostro tempo, ci racconta il filosofo sloveno, si è combinata con quella di ideologia dandole un sostrato di forza che però, alimentandosi, ha portato lontano dall’individuo la realtà concreta. In qualche modo è come se il mondo concreto si fosse potenziato dividendosi in mille frammenti raccontabili e rappresentabili singolarmente, ma dei quali si perde poi la veduta d’insieme.
La digitalizzazione del reale ha contribuito alla parcellizzazione di un’immagine complessiva, alla scomposizione del reale in mille frammenti, e ora dopo dieci anni di smartphones in effetti ricomporla è cosa ardua. Ma non impossibile. Applicando la lente di Zizek alla realtà italiana e alle rappresentazioni del reale nel mondo dell’informazione vediamo delle peculiarità specifiche della penisola.
Nel sistema giornalistico italiano, nel quale per prassi ideale si rappresentano tutte le voci in parlamento in maniera diretta la percezione rischia di essere ancora più difficile da ricostruire per ogni singolo individuo perché l’editoriale
Continua qui: https://larivistaculturale.com/2020/02/27/lepidemia-dellimmaginario-spiegata/
Introduzione a “I senza patria”
di Mimmo Porcaro
Mimmo Porcaro: I senza patria. La solitudine degli italiani in un mondo di nazioni, Meltemi Editore, 2020
Giova ripetere: l’Italia non è serva delli stranieri, ma de’ suoi (Carlo Cattaneo)
Questo libro nasce come risposta alla nebbiosa coltre di conformismo che sta ricoprendo il nostro paese e gli impedisce di affrontare alla radice i suoi problemi. Tra chi aderisce con servile entusiasmo a ogni indicazione che provenga da Bruxelles e chi polemizza ritualmente contro l’Unione europea senza porla mai, al dunque, veramente in discussione, l’Italia non riesce a nominare con precisione l’origine dei suoi mali e a definire la cura per sanarli. Mali che certamente non vengono tutti da Bruxelles e che non sarebbero automaticamente risolti dalla riacquisita autonomia del paese, ma che la nostra appartenenza all’Unione – non rispondente affatto a quelle “condizioni di parità” a cui la Costituzione del ’48 subordina le limitazioni di sovranità – rende più acuti e irrisolvibili.
Nel volume che i lettori hanno per le mani non si ritroverà l’elenco dettagliato delle ragioni per cui l’Unione fa male all’Italia (e non solo a essa). È infatti convinzione di chi scrive non solo che altri hanno già saputo compilare al meglio quello stesso elenco, e aggiornarlo, ma soprattutto che il cospicuo e prevalente lato negativo della nostra adesione all’Unione europea e alla sua rutilante moneta sia noto a tutti o da tutti sia quanto meno intuito.
Questo è ciò che risulterà, crediamo, dal testo: in esso verranno quindi ribadite anche molte ovvietà, perché è proprio sulla censura dell’ovvio che si basa oggi il potere di definire la realtà. Nulla smentisce le varie “teorie del complotto” più del cammino dell’integrazione europea, in cui tutte le cose essenziali sono state visibili fin da subito, e quelle più oscure avrebbero potuto essere efficacemente spiegate – e contrastate – da chi ne aveva il compito, ossia da quei partiti di massa che invece hanno guidato, o accettato, il “processo europeo”, fino ad esserne poi essi stessi travolti.
Dato tutto ciò, il vero problema è capire perché, nonostante la consapevolezza o l’intuizione, nulla venga fatto per comportarsi di conseguenza, e anzi si ergano barriere linguistiche e addirittura etiche contro chi osa ripetere che l’Unione è nuda, accomunando tutti i critici nella categoria del “sovranismo”, intesa come sinonimo di ogni male. E associando la lotta al sovranismo a quella contro l’antisemitismo, il razzismo, l’omofobia ecc. col risultato di prostituire degnissime cause etiche e civili all’invece indegna causa della sopravvivenza dell’establishment europeista: si rischia, in tal modo, che le sempre più numerose persone che da quell’establishment sono umiliate identifichino, con tragico errore, proprio nell’antisemitismo e simili la risposta alle loro angosce.
I motivi di una tale paradossale situazione in cui il vero è ben noto e proprio per questo viene stigmatizzato come falso diabolico, sono da ricercarsi nella difficoltà che l’Italia prova nel sentirsi nazione e nel comportarsi come tale. La verità viene negata, perché accogliendola si dovrebbe agire proprio come non si sa o non si vuole agire. L’ostacolo è ingente, e a volte appare insormontabile, perché la difficolta a essere nazione dipende, assai prosaicamente e quindi pesantemente, non tanto da pur importanti retaggi storici quanto da puri e semplici interessi di classe, che trovano proprio in un atteggiamento anti o a-nazionale il modo per tutelarsi, nascondendosi dietro l’ormai stanco panegirico del globalismo1. Se esiste una “questione italiana”, una questione del posto e del ruolo del nostro paese nel mondo, essa è, come vedremo, essenzialmente una questione di classe. E se oggi in ogni talk show alla parola “sovranità” si accompagna una smorfia o un’alzata di sopracciglio, non è per amore della libertà o per pacifismo, ma per paura che con la sovranità possa ricominciare finalmente una politica, e per di più una politica popolare.
Chi scrive è sovranista tanto quanto lo è la Costituzione del ’48 e ritiene che la sovranità sia fondamento della politica, possibilità della democrazia, base per individuare con precisione le responsabilità del potere e per limitarlo. E che per questi motivi essa è odiata, ben prima che dall’anarchismo liberista, proprio dal nazismo. Purtuttavia la sovranità non è un fine in sé, ma un mezzo ineludibile per chi voglia trasformare positivamente il paese, e in particolare per chi voglia farlo in una direzione socialista, ossia inaugurando un modello di economia mista a dominanza pubblica teso alla piena occupazione e quindi a ulteriori avanzamenti per i lavoratori. Un modello inedito in Italia, visto il carattere privatistico sia delle imprese pubbliche che dei partiti del passato e vista l’eterna latitanza di una strategia di piena occupazione. Tale scelta, che prevede una limitazione di quel libero movimento del capitale che è la causa principale dell’impoverimento del lavoro, unisce l’interesse di classe dei lavoratori e l’interesse nazionale perché è l’unica che possa rilanciare stabilmente lo sviluppo industriale e lo stesso mercato interno, che sono la base sia dell’autonomia del paese nella scena internazionale sia della ripresa dell’occupazione, dei salari e del welfare, e quindi di una pur relativa autonomia dei lavoratori dal capitale.
Non si troverà qui, peraltro, una dissertazione sulla sovranità o su un possibile socialismo italiano. Si troverà piuttosto un tentativo di infrangere quelle barriere concettuali che impediscono una piena ricostruzione della forma-nazione
Continua qui: https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/17158-mimmo-porcaro-introduzione-a-i-senza-patria.html
Se le porgessimo qualche scusa, Herr Spengler?
È arrivato il momento di dare a Oswald quello che è di Oswald.
di Luca Giannelli – 15 Marzo 2020
Qualcuno più disinvolto di me non esiterebbe a parlare di paraculaggine. Personalmente, mi limito a immaginare qualcosa di parossistico se non proprio di psicanalitico nell’atteggiamento che gran parte della classe intellettuale riunita sotto l’incerto segno del progressismo ha mantenuto nei confronti di Oswald Spengler lungo tutto il Novecento e perfino oltre. Nel 1918, il suo celebre “Tramonto dell’occidente” (ora ripubblicato in due volumi, costosi come nell’elitarissima tradizione della casa editrice Aragno) fece irruzione nel da poco nato e già scombussolato secolo, in un periodo tumefatto dalla guerra e affollato di domande rivolte alla storia romana, assumendo quella fine impero come oracolo da cui trarre indicazioni per un futuro che sembrava – che era, lo si sarebbe visto bene di lì a poco – foriero di altre nuove sciagure. E poi, la teoria dei 150 anni di dominio di una cultura (l’Europa, poi gli Stati Uniti, ora la Cina) non è in qualche modo debitrice al tanto bistrattato Spengler?
In fondo, dovremmo tutti chiedere scusa a questo signore col cranio a vista dall’aria vagamente minacciosa morto nel 1936 per un attacco cardiaco che aveva suonato l’allarme a modo suo, battendo sì sui consunti tasti della Kultur e della Zivilisation, E Spengler parla dell’uomo ultimo della metropoli, alienato, senza più voglia di vivere, trasformato da individuo in essere collettivo, di un nomade sradicato, ma annunciando nella sostanza quel che da anni è sotto gli occhi di tutti. L’occidente (che per Spengler coincideva con l’Europa: la formula neoclassica From Plato to Nato non era ancora nata) aveva esaurito la sua fase propulsiva. E bisognerebbe chiedersi forse perché nemmeno oggi, sulle macerie di quel mondo faticosamente formatosi nel secondo dopoguerra, di fronte al vuoto politico, economico e culturale che questa Europa dall’identità tanto allargata quanto incerta è stata capace di produrre, si faccia tanta fatica a dare a Oswald quello che è di Oswald.
E badate, non tiro fuori nemmeno la roba del corona virus, quella in cui un mesetto fa Slavoj Zizek aveva potuto ravvisare (senza grande sforzo, per la verità) un certo razzismo occidentale nei confronti di quegli stessi cinesi ora indicati a gran voce come modello da imitare per uscire da questa poco simpatica situazione mentre Bruxelles dà l’idea di avere più a cuore il MES che la salute del mondo (“uno choc per l’economia globale”, ha sentenziato la Lagarde, dando bene l’idea di come battano a rovescio i palpiti della tecnocrazia); no, mi parrebbe un inutile maramaldeggiare. Perfino uno strenuo sostenitore dell’idea di Europa come Jurgen Habermas, già protagonista in veste di concentrico della famosa polemica sul ruolo dell’Europa con Wolfang Streeck, sembra alla fine essersi stancato di parlare di “ultima occasione” (un po’ come lo Scalfari dei tempi andati, quello che finiva i suoi editoriali sempre nel segno dell’ultima spiaggia, poi puntualmente disattesa dai fatti…).
Quello che continua a stupire è piuttosto la perdurante altezzosità con cui il liberalismo progressista che ha egemonizzato il pensiero nella seconda metà del Novecento abbia guardato a questo autore, finito subito intrappolato, a dispetto della precoce presa di distanza dal nazismo («Volevamo liberarci dei partiti ma è rimasto il peggiore», disse anche) e del suo ritenere il razzismo «un’ideologia del risentimento verso la superiorità ebraica» denotante solo «povertà spirituale», nell’orbita di un malinteso niccianesimo e di un “prussianesimo” nazionalista tanto fantomatico quanto famigerato; lo stesso, per intenderci, che ancora pesa come un macigno à rebours, per dir così, sul primo romanticismo tedesco di fine ‘700. Qualche peso certo lo ebbero le sue critiche al marxismo (definito «capitalismo dei proletari» in Prussianesimo e socialismo del 1919), così come il suo iniziale credere in una via nazionalista al socialismo, diverso dal socialismo marxista, faustianamente contro l’economia finanziaria e monetaria, o la sua distanza dall’esperienza della repubblica di Weimar, e forse ancor di più contribuì l’accudimento evoliano, sfociato nella
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ECONOMIA
La Germania si consente tutto ciò che la UE vieta
14 Marzo 2020 di Maurizio Blondet
La Germania ci fa passare di meraviglia in meraviglia.
Di colpo, stanzia 550 miliardi di euro (MILIARDI) per il sostegno della sua economia.
Lo fa attraverso la banca pubblica KfW – Kreditanstalt für Wiederaufbau: ossia con “aiuti di Stato”, demonizzati se anche solo li prospettiamo noi, e puniti con multe se proviamo a realizzarli.
Lo fa con estrema rapidità, senza passare per le lungaggini i dubbi e le regole che a noi impone la UE. “Stiamo mettendo tutte le nostre armi sul tavolo in una volta”, ha dichiarato il ministro delle finanze Olaf Scholz.
Aggiungendo chiaramente che, se occorre, saranno anche pi dei 550 MILIARDI. “Non esiste un limite massimo alla quantità di credito KfW può garantire”.
Ma come! Da dove prende i soldi la KfW? Pensa che essi vengano creati dal nulla? E le coperture? E la ferrea volontà di giungere allo Zero Null, ossia bilancio in pareggio senza nemmeno un euro di emissione di debito? Soprattutto: e dove va a finire il sacro “freno all’indebitamento” per cui il governo germanico non può contrarre nuovi debiti se non entro il limite dello 0,35% della crescita economica, che il paese intero ha voluto scolpire nel marmo della Costituzione, per renderlo stabile e inamovibile ed eterno come le Piramidi?
Scholz, facendo spallucce: “Non si deve puntare a risparmiare, in una crisi”. Peter Altmaier, ministro dell’economia: “Abbiamo promesso che questo (piano) non fallirà per mancanza di denaro o della mancanza di volontà politica: Non esiste un limite massimo alla quantità di credito KfW può garantire”.
Trasecoliamo. Tutte le misure che sono malviste, ostacolate, ritenute sospette a Bruxelles e alla BCE, come sintomi di maleodorante ed eversivo sovranismo, quando non della volontà di”vivere sopra i propri mezzi” dei meridios, di colpo vengono adottate da Berlino – in blocco e senza consultare i membri della zona monetaria – e sono linde, belle, utili e profumate di bucato.
Nazionalizzare si può!?
E le sorprese sono forse finite qui? Trasecolate:
Altmaier dice allo Spiegel che le aziende d’importanza strategica andrebbero nazionalizzate – e rilocalizzate in patria: la crisi del coronavirus ci ha insegnato che le nostre farmaceutiche dipendono troppo dalle importazioni dall’Asia dei componenti principali; bisogna riportare i loro siti di produzione in Europa: “L’idea giusta è ridurre al minimo le dipendenze unilaterali, per riconquistare la sovranità nazionale nelle aree sensibili”.
Ha detto proprio “riconquistare la sovranità!”. Ha usato la parola
Continua qui: https://www.maurizioblondet.it/la-germania-si-consente-tutto-cio-che-la-ue-vieta/
Ministro nominato dal Colle per votare il M.E.S.
Fernando capalbo 11 03 2020
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Come sappiamo l’esecutivo Conte-Gualtieri è nato proprio da un esperimento genetico costruito nei laboratori di Bruxelles.
Gualtieri, collaboratore di Christine Lagarde, rappresentante della Open society di Soros, può essere considerato il garante dei poteri forti UE per i ruoli ricoperti nelle istituzioni europee, prima di venire a fare il ministro per rovinarci del tutto.
L’ok alla riforma del MES, nel testo attuale, darà il colpo di grazia all’economia italiana, in quanto il nostro Paese dovrebbe versare centinaia di miliardi al fondo, al quale però non potrebbe mai attingere, perché per ottenerne l’aiuto finanziario occorrerebbe non essere sottoposti a procedura per disavanzi eccessivi. Sappiamo bene che, invece, l’Italia – soprattutto ora – non ha certo un deficit inferiore al 3% del Pil né un rapporto fra debito e Pil inferiore al 60%. Anzi, sia con la manovra economica di dicembre sia, ora, con la richiesta di “sforamento” per l’emergenza coronavirus, Gualtieri ha fatto di tutto per portarci fuori da questi parametri.
da “Italia Oggi”
Perché? Perché in queste condizioni l’Italia dovrebbe sottostare a una serie di condizioni capestro per qualsiasi contributo. Di fatto verrebbe commissariata dalla UE o meglio dalla famigerata Troika: UE-BCE-FMI che spolperebbe il nostro Paese di ogni residuo tesoro (Ferrovie, Poste, Leonardo, Fincantieri…).
Oggi l’Italia è economicamente, politicamente e moralmente molto più debole di qualche mese fa e la cattiva gestione dell’emergenza coronavirus ci ha dato il colpo di grazia.
Siamo il Paese con più contagi e morti dopo la Cina e questo grazie solo e soltanto a una politica dissennata, come ormai unariamente riconosciuto a libello mondiale. Un governo inetto che prima ha sottovalutato il pericolo, poi perso tempo, non ha avuto (e non ha) coraggio, ha preso decisioni sbagliate e contraddittorie, sordo agli appelli che giungevano dalle regioni, dagli ospedali e dai virologi.
Dopo Caporetto il governo si dimise e venne sostituito anche il Capo di Stato Maggiore. Qui invece il presidente della Repubblica tace mentre quello del Consiglio dichiara con incredibile faccia di tolla «Avverto l’opportunità di un coordinamento per l’approvvigionamento di macchinari e attrezzature sanitarie». Capito? Solo il 9 marzo il presidente del Consiglio si è accorto che servono attrezzature: un mese dopo l’inizio dei contagi in Italia, due mesi dopo l’allarme internazionale.
Eppure. sarà proprio questo primo ministro, nominato a Bruxelles e solo ratificato dal Colle ad andare lunedì 16 a dare il benestare al MES e alle nuove norme che affosseranno definitivamente il nostro Paese. Se non riusciremo a fermarlo prima.
https://www.facebook.com/1002917729/posts/10218406456925076/
MES, una fregatura spiegata facile, che non deve essere approvata
14 Marzo, 2020 posted by Costantino Rover
Il MES è una fregatura che non deve essere approvata; anzi, va abolito.
Ve la spiego facile.Il 16 marzo è prevista la discussione sulle modifiche al MES.
L’ordine del giorno, che in un primo momento la vedeva all’ordine del giorno, in barba all’emergenza del coronavirus.
Lo schema di come funziona il MES:
1) tu metti i tuoi soldi su un conto comune chiamato MES;
2) in caso di necessità, quei soldi ti vengono prestati;
3) i soldi che ti sei prestato da solo tramite il conto comune, li dovrai restituire pagando gli interessi;
4) in cambio di questo prestito dai il permesso, al direttore del conto comune, di entrare in casa tua e di decidere al posto tuo, cosa si deve fare.
Così il conto che ti ha prestato i tuoi soldi, avrà la garanzia che glieli restituirai, perché sarà il direttore a prenderti per il collo fino a quando non avrai restituito tutto fino all’ultimo centesimo.
COS’È IL MES
Il MES si incastra all’interno di un complesso puzzle di norme, contenute nei trattati europei, che hanno lo scopo di attuare le restrizioni di bilancio.
Insomma, il MES si inquadra nell’applicazione dell’austerity.
Nella quarta ristampa del libro di economia spiegata facile abbiamo inserito un capitolo specifico sull’austerity in cui spieghiamo nei dettagli, pur rimanendo estremamente semplici, come funziona il MES.
Il MES, acronimo di meccanismo europeo di stabilità, viene spesso chiamato anche fondo salva Stati.
Questo fondo consiste in un plafond di 700 miliardi di euro versati dagli Stati aderenti a cui i medesimi possono attingere in momenti di crisi finanziarie al costo di tassi fissi o variabili fissati dal Consiglio.
Cioè in caso di necessità noi ci presteremo da soli i soldi versando però al MES il pizzo degli interessi.
L’Italia si è impegnata a contribuire per 125 miliardi in cinque tranches annuali.
Ma non c’era il vincolo di spesa del 3%?
Eh no! Quando si tratta di pagare per restare in Europa quella regola non vale.
Nell’immaginario collettivo è stato così instillato il principio che attraverso questo fondo venga dato aiuto a quei Paesi dell’eurozona che si trovano in difficoltà finanziarie.
In realtà non è affatto così, cioè non è vero che gli Stati più ricchi aiutino i partners più poveri.
Il meccanismo prevede che con i soldi pubblici dei singoli Stati vengano aiutate le banche o i sistemi bancari in difficoltà, non i cittadini.
Anzi i cittadini dovranno pagare di tasca propria il prestito ricevuto, più gli interessi.
PERCHÉ IL MES È INUTILE, ANZI DANNOSO
Tutto ciò ci conferma tre fatti importanti:
- la Banca Centrale Europea è una banca centrale solo nominalmente ma che di fatto non lo è, perché non interviene nell’economia reale, ma anzi se ne tiene ben alla larga;
- se la BCE facesse il suo dovere, continuando il quantitative easing, il MES sarebbe totalmente inutile;
- il MES è fatto con soldi dei cittadini (in aggiunta alle già cospicue quote di contributi
Continua qui: https://scenarieconomici.it/mes-una-fregatura/
Quell’Europa che non c’è più
di Leopoldo Gasbarro – 15 marzo 2020
Nulla sarà più come prima. Sono bastati due giorni per sfaldare due istituzioni. L’Europa di fatto non c’è più. Le dichiarazioni della Lagarde, che alla guida della BCE ha scatenato il più pesante domino negativo della finanza internazionale, ma soprattutto italiana degli ultimi 80 anni, ne hanno segnato la fine.
I crolli in Borsa stanno esponendo a rischi sempre più forti le aziende del nostro Paese.
Provate dal Coronavirus, distrutte dalla finanza. Hanno perso capitalizzazioni importanti e rischiano di essere acquisite con maggior facilità. Non dimentichiamo la storia.
Con la Lagarde alla guida del Fondo Monetario Internazionale la Grecia è stata fatta a pezzi e svenduta soprattutto ad aziende tedesche.
Che si voglia fare la stessa cosa con l’Italia? Approfittare del momento di difficoltà, approfittare del fatto che il Paese non abbia risorse ma solo debiti per fare dell’Italia ciò che è stato fatto della Grecia? Ma l’Italia non è la Grecia. L’Italia ha risorse economiche private e risorse imprenditoriali capaci di dare risposte forti, in ogni settore.
Questa Pandemia sta creando sempre più distanza dove non c’era prima e sta creando spaccature sempre più profonde lì dove distanza c’era già. La sta creando tra le persone, la sta creando tra le nazioni.
E con la Germania vicinanza non c’è mai stata. La Germania appunto. Se l’Europa non ci sarà più sarà anche per l’atteggiamento d’ostruzione da parte della Germania nel congelare all’interno dei suoi confini le mascherine necessarie soprattutto ai medici che lottano in corsia, nei centri di terapia intensiva, contro una malattia di cui non conoscono la cura, contro una malattia che sta minando la salute ed uccidendo tanti operatori del settore.
Come si fa ad accettare tutto questo? Sembra un episodio marginale, ma non lo è. L’Italia è stata presa d’assalto da un nemico invisibile di natura virale, l’Italia è stata invasa e nessuno, ancor meno tedeschi e francesi, si sono posti il problema di supportarla contro un nemico che ora è entrato anche nelle loro case, nelle loro famiglie, nei loro ospedali.
L’Europa non c’è più. O non c’è mai stata. L’Europa che ha fatto di tutto per salvare
Continua qui: https://www.nicolaporro.it/quelleuropa-che-non-ce-piu/2/
FINANZA BANCHE ASSICURAZIONI
LA BANCA KfW – E PERCHE’ NOI NON NE ABBIAMO UNA
Maurizio Blondet 14 Marzo 2020 66 commenti
Pezzo di copia-incolla. Spazio a chi ne sa più di me (di voi, di Visco, di Gentiloni e di Gualtieri)
“La KfW citata nell’annuncio tedesco di misure straordinarie per 550 miliardi è una banca pubblica sul cui modello fu costruito il Mediocredito Centrale (MCC). Il KfW è esentato dai requisiti di capitale e dalle regole dell’Unione bancaria (CRR, CRD, BRRD, ecc), il MCC no. Ma preciso subito: la colpa è nostra. Nessuno lo ha mai chiesto, neppure nel maggio 2018, quando furono esentate 13 (tredici) banche tedesche di sviluppo regionale” – (Vladimiro Giacché – università a Pisa e Bochum, laurea e dottorato di ricerca alla Normale, dal 1995 nel settore finanziario (MCC, Capitalia, Sator), presidente del CER).
Cosa è la KfW – posseduta all’80% della Repubblica federale e al 20% dai Länder – e come funziona lo spiega Scenari Economici:
KFW, come far sparire 1100 miliardi di debiti sotto al tappeto e prendere gli applausi da tutta Europa
Se avessimo una KFW per fare sparire un migliaio di euro di debiti che vita faremmo?
Cosa potremmo fare con 500 miliardi da spendere per l’Italia, più altri 600 per Regioni, senza pagare una lira di interessi?
Impossibile?
No, qualcuno lo fa da sempre. Ecco come fare sparire 500 miliardi di debiti e vivere felici, tra gli applausi di tutta Europa. Si può nascondere sotto al tappeto un bel buco da centinaia di miliardi? A giudicare da come la fama (di virtuosi) dei tedeschi continui a sventolare sul pennacchio più alto del continente, c’è da giurarci. È possibile.
Vi racconto come la Germania è riuscita a compiere il miracolo.
Ci è riuscita la Germania, non aggirando le stringenti regole europee, ma semplicemente adattandole al proprio modello politico. È quello che la Germania ha fatto, costruendo tutto il recinto europeo, non solo in fatto di norme bancarie e di bilancio, attorno al proprio sistema di banche pubbliche (oltre 400, contro le zero italiane, se escludiamo la indebitata MPS e la inutilizzata ex cassa del Mezzogiorno) e al sistema dei Länder.
I Länder, una via di mezzo tra le nostre Regioni e gli Stati uniti d’America (più vicini a
Continua qui: https://www.maurizioblondet.it/la-banca-kfw-e-perche-noi-non-labbiamo/
Il problema è l’euro, non il MES
Questa è la direzione in cui va l’eurozona, l’unica direzione possibile: sarebbe anche il momento che l’Italia decidesse, una volta per tutte, cosa fare da grande, se stare dentro o fuori
6 dicembre 2019 di Thomas Fazi.
Tutto il dibattito sul MES è surreale. A voler dar retta ai due principali schieramenti – i proconsoli europei del PD da un lato e i sovran-confusi ed altreuropeisti di Lega-FdI dall’altro – il destino dell’Italia si giocherebbe intorno al MES: a seconda dei punti di vista, l’Italia sarebbe spacciata in caso di non approvazione (i primi) o di approvazione (i secondi) del trattato in questione.
Ora, sulla posizione del PD c’è poco da dire: da bravi proconsoli, si limitano a ripetere a pappagallo le direttive che arrivano da Bruxelles. Che altro dovrebbero fare? A volerla dire tutta, c’è anche un fondo di verità in quello che dicono: non è da escludere, infatti, che la mancata ratifica del MES possa creare turbolenze sui mercati finanziari.
Più ipocrita, invece, la posizione dei sovran-confusi della Lega e affini: se da un lato, infatti, è indubbio che l’approvazione del MES peggiorerebbe la situazione dell’Italia (aumentando il rischio di una ristrutturazione forzata del debito), è però altrettanto indubbio che la situazione dell’Italia rimarrebbe assolutamente critica anche se la riforma del MES venisse cestinata domani (cosa che comunque non accadrà).
Ciò che Lega e FdI non dicono, infatti, è che in caso di rischio di insolvenza sul debito pubblico – un’eventualità a sua volta resa possibile unicamente dall’assenza di un’esplicita e incondizionata garanzia del debito da parte della BCE – già oggi l’Italia sarebbe costretta a chiedere alla BCE l’attivazione di un cosiddetto programma OMT (Outright Monetary Transactions), che già oggi richiederebbe l’accettazione, da parte dell’Italia, di un programma di aggiustamento dei conti pubblici all’interno della cornice… del MES. Insomma, riforma o non riforma del MES, in caso di crisi l’Italia verrebbe comunque commissariata.
Cosa ci fa capire questo? Che il problema non è la riforma del MES ma l’architettura stessa dell’eurozona. E che, dunque, chi vorrebbe farci credere che il destino dell’Italia dipende dall’approvazione o meno della riforma sta continuando
Continua qui: https://megachip.globalist.it/kill-pil/2019/12/06/il-problema-e-l-euro-non-il-mes-2050049.html
LAVORO PENSIONI DIRITTI SOCIALI
Pensioni ridotte del 50% in arrivo? Facciamo chiarezza
Fake news e messaggi virali ai tempi del Coronavirus: la bufala del taglio delle pensioni
15 marzo 2020
“Pensioni ridotte del 50% per far fronte all’emergenza Coronavirus”, è questa la bufala che in questi giorni sta facendo il giro del web, passando da uno smartphone all’altro alla velocità della luce. Con l’allerta sanitaria è scoppiata anche una pandemia di fake news che, poiché confezionate a regola d’arte, stanno traendo in inganno un numero sempre maggiore di persone.
Pensioni, ridotti gli importi degli assegni di aprile: il falso messaggio Inps
“Il pagamento delle pensioni per il mese di aprile avverrà in forma ridotta del 50% per poi essere recuperato integralmente nel mese di agosto”, questo riporta il falso messaggio Inps diffusosi su WhatsApp. Una bufala bella e buona che, tuttavia, ha allarmato non poche persone.
Il comunicato girato in chat, però, non è mai stato pubblicato sul sito istituzionale, semplicemente perché non è mai esistito. Chi non ha provveduto a fare questo check, tuttavia, ha in molti casi creduto alla notizia, anche perché risulta difficile distinguere il documento falso da uno vero.
Il messaggio in questione, infatti, riportava un numero di protocollo (messaggio n. 1003) e la firma del Direttore Generale Vicario dell’Istituto su tanto di carta intestata.
Finti assegni e sospensioni degli stipendi per i dipendenti della Pubblica Amministrazione
Il messaggio relativo al – finto – taglio delle pensioni, purtroppo, non è un caso isolato. Da quando è stato dichiarato lo stato d’emergenza, difatti, le truffe che sfruttano l’emergenza Coronavirus sono aumentate a dismisura. Negli ultimi giorni, per esempio, è stato diffuso un falso comunicato di NoiPa (portale che gestisce i pagamenti dei dipendenti pubblici) dove, sempre
Continua qui: https://quifinanza.it/pensioni/pensioni-riduzione-importi-coronavirus-facciamo-chiarezza/361426/
Coronavirus, in arrivo i primi licenziamenti? Compagnie aeree sull’orlo della crisi
L’emergenza sanitaria si abbatte sulle compagnie aeree, la crisi potrebbe far scattare i primi licenziamenti
14 marzo 2020
Dei danni che il Coronavirus causerà all’economia (nazionale e internazionale) se ne parla ormai da settimane. Da quando è stato dichiarato lo stato di emergenza sanitaria le preoccupazioni degli analisti non hanno fatto altro che aumentare, sopratutto nei confronti di quei comparti messi in ginocchio dalla pandemia.
Tra le aziende più colpite dalla quarantena rientrano sicuramente le compagnie aeree che, dopo il blocco dei voli e la restrizioni sugli spostamenti, hanno più volte parlato di una crisi senza precedenti.
Lufthansa chiede aiuto al Governo
Secondo quanto riporta il quotidiano Handelsblatt, lo stop dei voli starebbe preoccupando molto Lufthansa che, per fronteggiare la crisi ed evitare di chiudere i battenti, si sarebbe rivolta direttamente alle Istituzioni.
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La compagnia tedesca, quindi, avrebbe chiesto direttamente aiuto allo Stato, o almeno questo è quello che è stato spiegato in un video messaggio interno mandato ai dipendenti da Carsten Spohr, CEO di Lufthansa (che – ricordiamo – ha anche il controllo di Swiss International Air Lines and Austrian Airlines).
British Airways, in arrivo possibili licenziamenti
Quali potrebbero essere le conseguenze degli aiuti negati a Lufthansa, ad oggi, non lo sappiamo, anche se – viste le premesse – è facile intuirlo. Più preoccupante, invece, è la posizione di British Airways. Come ha riportato il Financial Times, fonti interne avrebbero parlato di licenziamenti imminenti e, soprattutto, inevitabili.
Con gli aerei costretti a rimanere a terra, infatti, l’amministratore delegato Alex Cruz ha spiegato che l’azienda si prepara a tagliare il proprio organico. Il numero dei posti di lavoro destinati a saltare, però, non è stato specificato, anche se è stato detto che per “sopravvivere” all’emergenza Coronavirus anche altre compagnie aeree sarebbero pronte a procedere
Continua qui: https://quifinanza.it/lavoro/coronavirus-licenziamenti-compagnie-aeree-malpensa-linate-lufthansa-british-airways/361180/
Conte sveglia: rischiamo dieci milioni di disoccupati
di Luigi Bisignani – 15 marzo 2020
“Nessuno perderà il lavoro” è l’ultima fake news che il Premier Conte ha annunciato coram populo a reti unificate nei salotti degli italiani, rilanciata poi dal Ministro dell’economia, Roberto Gualtieri. Nel nostro Paese, purtroppo, le conseguenze economiche, innestatesi anche per l’escalation della guerra dei prezzi del petrolio tra Russia e Arabia Saudita, faranno più vittime del Covid-19, se non saliremo sul treno della “rivoluzione” a cui stiamo assistendo e insistiamo con inefficaci politiche assistenziali di marca grillina.
Oltre 8 milioni saranno gli italiani che, con famiglie già ai limiti della sopravvivenza, rimarranno senza occupazione dopo la mazzata del Coronavirus. Secondo le previsioni che cominciano a circolare riservatamente nei Ministeri dello Sviluppo Economico e del Lavoro, le aziende italiane perderanno circa il 30 per cento del fatturato su base annua e questo calo, a cascata, ricadrà sul nostro Pil, peraltro già in affanno che perderà almeno 5 punti. Cadute di fatturato e di PIL che in mancanza di una vera rivoluzione economica non saranno recuperabili neanche in un decennio.
Gli annunci del Governo, come quello che “sarà agevolata ogni tipo di cassa integrazione” sappiamo bene che sono parole quantomeno affrettate, il nostro debito pubblico non può sopportarla per più di cinque/sei mesi e non è possibile, tra l’altro, utilizzarla in tutti i settori. I 25 miliardi di euro sbandierati da “Giuseppi”, che in realtà sono solo 12, spariscono rispetto alle misure economiche “inedite” messe in campo dalla Germania di Angela Merkel, per non parlare dei 50 miliardi di dollari di Donald Trump solo per l’emergenza di breve. E pure l’apertura a “tutta la flessibilità necessaria” da parte della Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, è una trappola che lei stessa ci farà pagare cara.
La crisi drammatica cui stiamo andando incontro, che può essere equiparata ad un evento bellico, ha già una serie di effetti immediati che renderanno esplosiva la situazione: stop, ovviamente, alle nuove assunzioni, blocco immediato di tutti i progetti straordinari, fine di tutti i part time e, così com’è successo in passato, taglio di tutte le spese considerate superflue (dalle convention ai viaggi premio), eventi e formazione aziendale saranno principalmente “live podcasting”.
Ma la vera rivoluzione da Coronavirus sarà nel mondo dei servizi. Mentre di medici, infermieri, cuochi e camerieri, come ampiamente dimostrato in questi giorni, avremo sempre bisogno, questo test sarà fondamentale per i cosiddetti “colletti bianchi”. Se, infatti, i vertici delle grandi aziende prenderanno atto che le cose, ai tempi del Coronavirus, sono andate avanti, magari anche meglio, con almeno la metà delle risorse a casa, prepariamoci ad una seconda rivoluzione, questa volta davvero digitale, dopo quella che ha quasi sostituito l’uomo negli stabilimenti industriali. E rischiamo che nel giro di pochi mesi il numero di disoccupati in Italia passi dai due milioni
Continua qui: https://www.nicolaporro.it/conte-sveglia-rischiamo-10-milioni-di-disoccupati/2/
PANORAMA INTERNAZIONALE
IL PLOTONE DEGLI HERORATS
Doriano Ferrari – 14 marzo 2020
Sembra impossibile ma nei Paesi africani e asiatici devastati dalla guerra uno dei maggiori pericoli anche a distanza di anni dalla cessazione delle ostilità sono le mine antiuomo inesplose. Un plotone di “eroici” ratti abilissimi nello scoprire gli ordigni sta salvando centinaia di vite umane.
Bart Weetjens, belga di nascita, ha una grande passione per i roditori, iniziata a nove anni quando, per il suo compleanno, gli viene regalato un criceto. Subito gli trova una compagna, e in breve inizia a vendere i piccoli nati ai negozi di animali. Crescendo si crea un piccolo zoo con topi del deserto, scoiattoli e roditori provenienti da mezzo mondo.
Da adulto Weetjens viaggia molto, e in Tanzania si rende conto della gravità del problema delle mine antiuomo (si parla di alcuni milioni di ordigni inesplosi). Il belga sa che i ratti giganti africani, molto più grossi dei ratti comuni, hanno un olfatto superbo che gli permette di riconoscere le miscele esplosive, e difficilmente raggiungono il peso di 3 chili necessario per attivare una mina antiuomo. Così fa due più due e fonda l’Apopo, una Ong che studia le possibilità offerte dall’addestramento di ratti giganti africani per la ricerca delle mine terrestri. I ratti addestrati dall’Apopo esordiscono sul campo in Mozambico con risultati eccezionali, così da dieci anni sono attivi in tutti i Paesi devastati dalle guerre.
L’addestramento prevede una fase di socializzazione con l’uomo seguita da condizionamenti di tipo pavloviano per imparare ad associare un’azione a un premio (pezzi di banana o noccioline). Il sistema viene poi applicato per il riconoscimento dell’odore degli esplosivi e il ritrovamento delle mine, dopodiché gli Herorats, come vengono chiamati, diventano operativi: legati a un cavo e liberati nel campo prescelto per lo sminamento, rilevano con l’olfatto la miscela esplosiva; una volta trovata la mina, viene rimossa dagli artificieri. Attualmente il fronte più caldo è quello cambogiano, dove 40.000 persone amputate testimoniano la gravità del problema.
Qui solo nel 2016 grazie all’impiego dei topi sono state scovate 381 mine e tremila esplosivi di altra natura.
https://www.facebook.com/concetto.spaziale.92?
Trump ama l’Italia? Che cosa non si fa per un pugno di voti
Carlo Nicotera — 15 Marzo 2020
Che Mister Trump, presidente Usa viscerale e paradossale, fosse un furbacchione tipo il Macchianera dei fumetti Disney, lo si era capito da tempo. Bravo a incrociare con fiuto intuitivo la “pancia” dell’America profonda, nei suoi primi quattro anni di mandato, è stato capace di esaltare lo spirito nazionalista di quell’elettorato, ma allo stesso tempo si è alienato una parte dello stesso, con sortite spesso sgradevoli e spiazzanti. E in realtà ha fatto lo stesso con i coreani, gli arabi, l’Europa e i cinesi. Solo con Zar Putin si è misurato la palla, quasi a ratificare una nuova spartizione dell’influenza sul mondo, semplicemente evidenziando che con tutti lui può essere sgarbato, tranne che con quel signore che sta seduto al centro del Cremlino, che si guarda bene dal cazzeggiare con Twitter, e che però fa crollare il prezzo del petrolio con una semplice decisione amministrativa che ha spiazzato l’Opec , e fatto un danno anche al greggio americano la cui estrazione scistica, costa molto di più di quella tradizionale.
Non è questa la sede per entrare nel dettaglio delle sue volute gaffes internazionali, con cui ha “sperperato” nel mondo buona parte della già ammaccata leadership americana, pur di accrescere la sua leadership interna, personalizzandola oltre ogni limite. Ora però, il Coronavirus che lui ha sprezzantemente sottovalutato, negli ultimi giorni si è insinuato indifferente
Continua qui: https://www.ilriformista.it/trump-ama-litalia-che-cosa-non-si-fa-per-un-pugno-di-voti-62549/
Infettare tutti per ottenere l’immunità di gregge
14 Marzo 2020 DI ROSANNA SPADINI
comedonchisciotte.org
Giovedì scorso il Primo Ministro inglese Boris Johnson, insieme con i due principali consiglieri scientifici del governo britannico, il chief medical officer Chris Whitty (definito dal Guardian “un esperto rasserenante di cui abbiamo bisogno per affrontare la crisi”) e il chief scientific adviser, Patrick Vallance hanno tenuto una conferenza stampa sul Coronavirus, rispondendo per circa una mezz’ora alle domande dei giornalisti.
I due professori, con carriere mediche e accademiche da ufo, hanno avvertito che la crisi è soltanto alle sue fasi iniziali, quindi sulla base di “evidenze scientifiche”, il contagio per ora è utile e non servono (ancora) misure drastiche come avrebbero preso altri paesi (vedi Cina, Italia). Sarebbe impossibile per ora fermare il contagio spiega Vallance: “Non possiamo impedire del tutto che il contagio si propaghi, e non è nemmeno desiderabile, perché dobbiamo creare una certa immunità nella popolazione per proteggerci anche in futuro”.
VIDEO QUI: https://comedonchisciotte.org/infettare-tutti-per-ottenere-limmunita-di-gregge/
Come l’influenza anche il Corona si sconfigge grazie all’immunità di gregge, che normalmente viene creata con l’ausilio dei vaccini, ma per il Covid-19 il vaccino è ancora lontano e allora appare auspicabile che la parte sana della popolazione contragga il virus e sviluppi anticorpi, perché ciò proteggerebbe anche i più vulnerabili e anziani, che stanno affrontando un maggior rischio.
«Molte famiglie si abituino a perdere i loro cari», perché questa è la linea scelta dal governo inglese, avanti tutta come se niente fosse. Con le dovute raccomandazioni del caso, che si limitano però a dire: “Se hai sintomi di Coronavirus, è importante stare a casa per sette giorni per proteggere i tuoi amici e vicini.”
“Se hai una tosse persistente o alta temperatura (37.8 gradi o più), dovresti stare a casa per sette giorni.”
Mentre in Europa i governi prendono misure sempre più drastiche, Londra vuole adottare un’altra strategia, la vita dovrà scorrere come prima, niente chiusure, niente emergenze, e nessuno circola con la mascherina, mentre scuole e college resteranno aperti.
Eppure, Johnson è apparso sia sereno che serio nel momento in cui ammetteva che il Paese si trova ad affrontare la più seria emergenza sanitaria dal dopoguerra e che il numero reale dei contagiati potrebbe aver già toccato i diecimila. Ma ha insistito che prendere misure «draconiane» non farebbe grande differenza e potrebbe addirittura risultare controproducente. Business as usual dunque.
Un po’ contraddittorio anche l’intervento dei due massimi esperti scientifici, che hanno spiegato che bloccare il virus sarebbe impossibile, quindi l’unica strategia resta quella di spalmarne la diffusione nel tempo, in modo da consentire al sistema sanitario di gestire al meglio la pandemia. Aggiungendo anzi che non sarebbe desiderabile il contagio per nessuno, però l’unica salvezza consiste nella creazione naturale dell’immunità di gregge, consentendo quindi alla popolazione di svilupparsi nel tempo gli anticorpi indispensabili per la propria difesa dal virus. Come dire: moriranno 2 generazioni ma la terza finalmente sarà immune. All right!!
Sir Patrick Vallance ha specificato che l’unico modo per poter essere immuni
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Coronavirus, l’allarme di Londra: “Nel Regno Unito fino al 2021”
Secondo un documento riservato la diffusione del coronavirus dovrebbe cessare in estate, verso la fine di giugno, per poi riprendere vigore a novembre
Federico Giuliani – 15/03/2020
Il Regno Unito dovrà fare i conti con l’epidemia del nuovo coronavirus fino alla primavera del 2021.
In questo lasso di tempo potrebbero finire ricoverate 7,9 milioni di persone e l’80% della popolazione finire infettata.
A rivelarlo è il Guardian che cita un documento del Public Health England (Phe) riservato ai vertici del servizio sanitario nazionale britannico. Il contenuto è emblematico: “Si prevede che l’80% della popolazione sarà infettata da Covid-19 nei prossimi 12 mesi e fino al 15% dei cittadini potrebbe richiedere il ricovero in ospedale“.
Secondo alcuni esperti, la durata di un anno sarebbe del tutto plausibile. Secondo questa versione la diffusione del Covid-19 dovrebbe cessare in estate, verso la fine di giugno, per poi riprendere vigore a novembre, proprio come fa la tradizionale influenza stagionale. Addirittura, è stato detto che il nuovo coronavirus potrebbe rimanere per sempre anche se, con il passare dei mesi e con l’aumentare dell’immunità delle persone, il suo effetto diventerà via via meno grave.
Il picco tra maggio e giugno
Il documento rivela inoltre che circa 500mila delle 5 milioni di persone ritenute “vitali” perché impegnate a lavorare nei “servizi essenziali” e nelle “infrastrutture critiche” si ammaleranno durante il picco dell’epidemia. L’elenco dei contagiati include 1 milione di dipendenti del sistema sanitario nazionale e 1,5 milioni di soggetti impegnati nell’assistenza sociale.
Di fronte a uno scenario del genere sono sorti diversi interrogativi su come il sistemo del Regno Unito potrà continuare a funzionare normalmente. Il motivo è semplice: le stime affermano che almeno il 10% delle persone avrà
Continua qui: https://www.ilgiornale.it/news/mondo/coronavirus-lallarme-londra-nel-regno-unito-fino-2021-1841313.html
POLITICA
La tirannia dell’ignoranza
Che il giornalismo nostrano fosse arenato su un binario morto lo sapevamo tutti, ma la disputa sorta attorno al recente titolo di La Repubblica su Salvini ha dell’incredibile. Vittorio Feltri, infatti, – quel Feltri noto alle cronache per il suo rinomato savoir-faire – ha avuto il coraggio di accusare il quotidiano di Carlo Verdelli di propagare odio: il bue che dice cornuto all’asino. Al netto di tifoserie politiche e berciume social, questa vicenda ci fornisce un ritratto spietato della nostra società e del deprimente clima da bianco e nero in cui siamo tristemente precipitati.
di Luca Giannelli – 19 Gennaio 2020
Cancellare Salvini” è una frase minacciosa che incita al linciaggio. La perentoria affermazione fatta da Vittorio Feltri pochi giorni su “Libero”, messa insieme al titolo di “Repubblica” del giorno prima, dà perfettamente l’idea non solo del punto di non ritorno di una carta stampata convintasi che basti urlare per superare la spaventosa crisi di vendite di cui è affetta da tempo, ma più in generale del deprimente clima da bianco e nero in cui sembra precipitata l’intera società italiana: sempre più tiranneggiata dall’ignoranza, sempre più consegnata allo stile social, sempre più affetta dalla sindrome esiziale del mi piace/non mi piace, sempre più alloggiata in una modalità Freddy Kruger contro Winnie the Pooh.
Vittorio Feltri, il direttore editoriale di “libero”, quello di titoli impalpabili tipo “bastardi islamici”, “ci vogliono morti” o anche insulsamente negazionisti come “riscaldamento del pianeta: ma se fa freddo”, il Feltri passato alla storia del giornalismo anche per via del falso scoop messo in atto anni fa contro l’ormai ex direttore di “Avvenire” Dino Boffo, sì, proprio questo Feltri qui ora chiede all’Ordine dei giornalisti di intervenire per sanzionare in qualche modo il suo dirimpettaio Carlo Verdelli, il quale a sua volta ha pensato bene, da quando è alla guida di “Repubblica”, di adeguarsi con i suoi titoloni urlanti spesso nel nulla, privi per giunta dell’inventiva di quelli del “Manifesto”, al clima da derby, da bianco e nero appunto che ha ormai infettato – forse, ahimè, irreversibilmente – il nostro modo di vivere e di pensare.
Lasciando pure stare l’ordine dei giornalisti, da cui nessuna persona di buon senso credo si aspetti ragionevolmente più nulla, dimostratosi finora incapace di andare oltre generici inviti appartenenti più al mondo delle intenzioni che a quello della realtà, la guerra tra due dei principali quotidiani è solo la punta più appariscente dell’iceberg italiano. O forse meglio, la testa del pesce Italia in cui si fa sempre più fatica a praticare quella cosa che si chiama complessità, a lavorare cioè più di bisturi che di accetta.
VIDEO QUI: https://youtu.be/BuPp0pMZfCY
Se attacchi la magistratura, vuol dire che sei berlusconiano o ancor peggio se possibile un salviniano; se te la pigli col pensiero liberista e con la finanza ti danno del vetero-sindacalista; se metti in fila le
Continua qui: https://www.lintellettualedissidente.it/controcultura/societa/vittorio-feltri-carlo-verdelli-la-repubblica-matteo-salvini/
Il discorso di Conte: coronavirus e cronache del crollo
di Alessandro Visalli
Raramente, forse mai, un momento così solenne è stato fatto oggetto di un discorso così inadeguato. Mai in tempo di pace un’intera nazione era stata fermata, limitati gli spostamenti da paese a paese, da città a città, chiusi gli esercizi ad orario da coprifuoco, ostacolati i normali spostamenti, impedite le manifestazioni e qualunque riunione, dai matrimoni alle funzioni religiose, ai funerali.
Mai in tempo di pace.
Perché, in effetti, non siamo più in tempo di pace.
Qualcuno ci ha dichiarato guerra. E non è stato il coronavirus.
Lui non è neppure un essere vivente, e non è tanto meno un’individualità (si tratta di una nuvola di virus a Rna, continuamente mutanti). Il coronavirus si sta semplicemente adattando ad un nuovo ambiente, essendo ‘saltato’ dal vecchio ospite ad un altro. Non è una cosa particolarmente strana, noi conviviamo con miliardi di organismi, batteri e virus, che sono integrati nel nostro organismo, ma questo è nuovo.
Quella che ci ha dichiarato guerra è la nostra stessa follia. In linguaggio informatico sarebbe un difetto di sistema. Aver per decenni ridotto la spesa sanitaria, portandola sotto il livello di un paese a reddito pro capite medio come la Cina, eliminato quasi tutti i servizi territoriali di prevenzione, ridotta la pubblica amministrazione sotto la media europea (16% dei lavoratori). Solo Germania, Lussemburgo e Olanda hanno meno dipendenti pubblici, paesi come la Scandinavia ne hanno il doppio. In generale siamo alla metà dei paesi nordici, il 14% dei dipendenti, per 3,2 milioni di addetti. Per fare un paragone con paesi simili, la Spagna ne ha il 15% e la Francia ben il 22%. Portarci al livello della famosa burocrazia e livello dei servizi pubblici francesi significherebbe, dunque, assumere 1,5 milioni di addetti, portarci intanto alla media europea corrisponderebbe a 0,4 milioni di assunzioni urgenti.
Se avessimo più di 3.000 dispositivi di respirazione assistita, più di 5.000 posti letto in rianimazione (300 in Campania), più di 100.000 medici specializzati, se avessimo i 50.000 infermieri che mancano alle piante organiche, o non avessimo chiuso per risparmiare centinaia di presidi ospedalieri, soprattutto al sud, ora potremmo offrire soccorso.
Non capiterebbe, come ho sentito su You Tube[1], che una povera donna con complicazioni neurologiche possa ammalarsi a casa e non ricevere nessun soccorso e quindi possa morire soffocata dopo solo due giorni. Non so se è vero, probabilmente no, ma potrebbe facilmente diventarlo tra breve.
Dunque, siamo in guerra.
Il 13 maggio 1940 il primo ministro britannico, appena nominato, pronuncia un drammatico discorso alla Camera dei Comuni, nella quale annuncia “blood, toil, tears and sweat”. Non promette altro che “molti, molti lunghi mesi di lotta e sofferenza”, ma anche lo scopo della lotta: “la vittoria”, per la sopravvivenza.
Le cose stanno così. Anche noi dobbiamo vincere perché se riusciamo a non lasciare nessuno indietro, a prestare soccorso anche all’ultimo, a stringere il meno fortunato nel nostro abbraccio, allora sopravviveremo come nazione e sapremo di avere uno Stato.
Nel post “Coronavirus, cronache del crollo” di ieri raccontavo di chi ci ha portati in questa guerra. Un sistema economico completamente privo di capacità di assorbire shock di questo genere nel quale tutte le catene di fornitura e produttive, di tutti i beni e servizi, sono ormai estese a livello mondiale ed interconnesse, nel quale nulla o quasi si può produrre senza ricevere componenti, materiali, competenze da qualche altra parte del mondo, spesso a grandissima distanza. Un sistema nel quale l’intera catena economica è eterodiretta, dai
STORIA
Amintore Fanfani
La persona random è camerata – 12 03 20
Non sarà belloccio come quello di ieri, ma anche il camerata random del giovedì ha i suoi perché.
- Presidente del Senato della Repubblica,
- Presidente del Consiglio dei ministri,
- Presidente dell’Assemblea Generale dell’ONU,
- Segretario nazionale della Democrazia Cristiana,
- deputato prima e senatore poi per quattordici legislature,
- ministro del lavoro, ministro dell’agricoltura,
- ministro del bilancio e della programmazione economica,
- ministro degli affari esteri e ministro dell’interno,
Esimio corporativista, professore della Scuola di Mistica Fascista, fu animatore e collaboratore delle testate “La Difesa della Razza” e “La Dottrina Fascista”.
Da sempre propugnatore dello spirito sociale dell’idea nazionalista, nel dopoguerra fu promotore del non allineamento italiano in seno a una linea di politica estera filoaraba e mediterranea, nonché del più poderoso piano di edilizia residenziale operaia pubblica, il “Piano INA-Casa”, tuttora conosciuto ai più come “Piano Fanfani“, grazie al quale centinaia di migliaia di italiani hanno tuttora un tetto sulla testa.
Sua la formulazione del primo articolo
della Costituzione repubblicana:
“L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro”.
https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=118793403053057&id=108677204064677
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